www.Icity.world – La materia grigia del mondo

TERRA, ARTE
E… RADICI
2014 – quattordicesima edizione
www.iCity.world
la Materia Grigia del Mondo
Performance teatrale a cura delle Classi della
Scuola Secondaria I grado “M. Montessori”
e del “Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle
Ragazze”
CARDANO al CAMPO, 30 Maggio 2014
SALA CONGRESSI “NOVOTEL” -- ore 21.00
Prof.ssa Mg. Aspesi
Il dépliant di “Terra Arte e Radici 2014
Prof.ssa Mg. Aspesi
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Introduzione
Per la XIV edizione di “Terra Arte e Radici” la Scuola Secondaria di 1° grado dell’Istituto
Scolastico Comprensivo “M.Montessori” e il Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze
hanno proposto la performance teatrale “www.iCity.world- La materia grigia del mondo”, un
viaggio tra le Smart Cities del mondo alla ricerca delle buone pratiche che conciliano progresso,
sostenibilità, solidarietà e collaborazione.
Il testo della performance, che è il frutto di un lavoro di ricerca e di cooperazione delle
Docenti di Lettere e dei loro alunni, è organizzato in 12 scene, una per ogni classe
partecipante, che presentano, seguendo un percorso geografico tra Italia (per le classi prime)
Europa (per le classi seconde) e continenti extra-europei (per le classi terze), esempi di Smart
Cities o esperienze smart predisposte in alcune città. Vengono così mostrate le esperienze di
città come Friburgo e Berlino, o di città come Curitiba in Brasile, considerata la prima smart
city della storia, o come l’ecocity di Caofeidian, in Cina, che sarà realizzata su un progetto
italiano entro il 2030, o di città che cercano di diventare a misura di bambino o a misura di
anziano, o ancora di città d’arte che usano le novità tecnologiche per permettere una migliore
fruizione dei loro tesori artistici, o degli orti urbani realizzati in molte città italiane e dei villaggi
ecosostenibili progettati in molte aree dell’Italia e dell’Europa, o, infine, del villaggio nigeriano
di Sabon Yelwa che riutilizza le bottiglie di plastica per costruire case.
Il tutto è racchiuso in una cornice che vede l’arrivo di un piccolo alieno, Smarty, che proviene
da Smartland, che ha il compito di condurre cinque ragazzi in questo viaggio attraverso la rete
di Internet, per aiutarli a scoprire che il mondo non è così brutto come sembra e che “insieme
possiamo costruire una città migliore e del futuro”.
Il messaggio che la performance vuole trasmettere è che ad una città non basta solo essere
tecnologica, interconnessa, pulita, attrattiva, rassicurante, efficiente, aperta, collaborativa,
creativa, digitale e green per essere una Smart City; una Smart City può esistere SOLO SE
tutti i cittadini si danno una mano e se ciascuno lavora nel suo piccolo per dare inizio alla vera
città intelligente che rispetta l’uomo e le sue esigenze, tenendo conto dell’ambiente in un’ottica
di sostenibilità. Allora, come si dice nell’ultima battuta, “diamo inizio alla nostra smart city. C’è
bisogno di tutti”.
Si devono ringraziare: il Docente di Arte e Immagine, che ha permesso la realizzazione degli
elaborati utilizzati per l’allestimento della hall del Novotel, le mamme, che con arte hanno
realizzato i costumi di scena, tutti i genitori volontari e gli educatori dell’Educativa di strada che
hanno permesso la realizzazione delle scenografie e degli oggetti di scena e hanno fornito il
materiale fotografico della serata.
Mariagrazia Aspesi
Funzione Strumentale
per i rapporti con il Territorio
Prof.ssa Mg. Aspesi
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Le classi partecipanti
1-2-3 sez.
1-2-3 sez.
1-2-3 sez.
2-3 sez.
2 sez.
B
C
D
E
A
I Docenti
Lettere
Aspesi Mg.
Bottini M.
Cerutti R.
Morello R.
Storti A.
Vernocchi M.E
Zarone A.
Arte e Immagine
Arleo A.
Tecnologia
Luini G.
Stesura del copione: Mg. Aspesi, M. Bottini
Editing per il sito: Mg. Aspesi
Fotografie della performance : Vera dell’ Educativa di Strada
Sig. Nardi
Prof.ssa Mg. Aspesi
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Manifesto realizzato dagli alunni volontari nella “Giornata Nontiscordardimè” del 24 marzo 2014
Prof.ssa Mg. Aspesi
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L’allestimento nella hall del Novotel
Prof.ssa Mg. Aspesi
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Prof.ssa Mg. Aspesi
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Il pubblico in sala
Aspettando di entrare in scena
Prof.ssa Mg. Aspesi
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Aspettando di entrare in scena
Prof.ssa Mg. Aspesi
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Copione
www.Icity.world - La materia grigia del Mondo
Scena 1
in scena ci sono 5 ragazzi che stanno studiando insieme
R.1: è ora di una pausa
R.2: finalmente! Era ora!
R.3: Eh vai! Computer, cellulari, Facebook a noi!
R.4:(accende il cellulare su whatup) No!! Sapete cosa è successo sotto casa mia? Una rissa per un
parcheggio
R.5: vediamo cosa c’è in televisone (accende la TV e parte un filmato sull’ambiente deturpato dall’uomo)
R.1: accendiamo la radio (accende la radio)
Voce fuori campo: Pompei. Ennesimo crollo….
R.2: (rivolto a R.3) Mi passi il giornale, voglio vedere a che ora c’è la partita di Champions questa sera.(
sfoglia il giornale, poi legge ad alta voce) Un gruppo di teppisti del……ha distrutto lo stadio…hanno gettato
sassi contro il pullman e ferito 14 sostenitori della squadra avversaria ….
R.3: eccomi su Facebook. Fanpage…Ascoltate un po’……assassinato mentre sta portando a spasso il cane,
in pieno centro: Nessuno interviene
R.1: ma che schifo di mondo!
R.2: mi trasferisco!!!
R.3: Si, ma dove?
R.4: sulla Luna!
R.5: ma possibile che dappertutto sia così!
Buio con musica “Così parlò Zaratustra”. Smarty entra dal fondo della sala, cammina lungo il corridoio
della sala
Smarty: Fermi tutti! Io conosco un posto (accende la pila con la sala tutta buia)
R.1-2-3-4-5: Ma chi parla? Chi è?
Prof.ssa Mg. Aspesi
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Luce.
Smarty: so io dove cercare! (Sale sul palco, va verso lo schermo dove c’è la tastiera del computer e
fingendo di digitare) www.Icity.world. (si gira verso i ragazzi)
R.1: Chi sei? Cosa fai qui?
Smarty: sono Smarty…vengo da Smartland.
R.2: perché sei qui?
R.3: Cosa vuoi da noi?
Smarty: sono qui per aiutarvi a scoprire che il mondo non è poi così brutto. Insieme possiamo costruire
una città migliore e del futuro.
R.4: Insieme come?
Smarty: Guarda (si gira, clicca sul link e si apre una pagina e partono le immagini del progetto della città
cinese)
Video del progetto città cinese
Prof.ssa Mg. Aspesi
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R.5: (al termine del video) Ma di cosa si tratta?
Smarty: Adesso ve lo spiegano loro!
Sm arty e i R1- 2- 3-4-5 scendono dal palco e si mettono seduti sulle panche
Scena 2 – 3E- progetto città cinese_
Entrano i ragazzi della 3E
Golfo di Bohai, Cina, oggi
G: (camminando) Ci troviamo in Cina, sul Golfo di Bohai, nel luogo dove tra sedici anni sarà inaugurata
Caofeidian, la nuova ecocity cinese che ha tutte le carte in regola per diventare la prima città del te rzo
millennio; ma andiamo a sentire proprio l’autore del progetto, l’architetto italiano Pierpaolo Maggiora.
Dottore, ci descriva meglio di cosa si tratta.
A: Beh, è molto semplice. L’obiettivo è quello di realizzare entro il 2030, una città diversa dalle altre,
grande e industrializzata ma con pochissimi costi. Fin da piccolo, infatti, sognavo di dar vita a una città
all’avanguardia dotata di tutti i servizi, educazione, tempo libero, cultura ma priva di effetti negativi
sull’ambiente.
G: Possiamo definirla, a tutti gli effetti, una smart city, dunque…
A: Certamente, ho voluto creare questa città per rendere più semplice la vita dei suoi futuri abitanti. Sarà
una città intelligente, tecnologica ma anche moderna, accogliente, elegante e con molti divertimenti.
G: Devo dire che per noi è un onore che questo progetto così ambizioso e innovativo porti la firma di un
architetto italiano. Come mai, dott. Maggiora, ha scelto proprio la Cina per realizzarlo?
Prof.ssa Mg. Aspesi
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A: Mi è sempre piaciuta la Cina per tutte le sue stravaganze e il suo modo di pensare in grande, ma tutta
questa stravaganza consumava troppo e creava inquinamento. Così ho pensato a una città innovativa
dove i consumi energetici fossero davvero ridotti, una città dove si può vivere bene senza rinunciare a lla
bellezza. Penso che la Cina sia pronta per questo.
G: Che estensione avrà Caofeidian?
A: Piuttosto grande, si estenderà per 94 kmq sul mare.
G: La spesa per questo capolavoro di ingegneria?
A: Il costo totale sarà di 450 miliardi di dollari.
G: Wow, sono davvero molti soldi. Grazie dott. Maggiora e in bocca al lupo per il suo progetto!
A: Grazie a voi
G: Avrete sicuramente capito (rivolgendosi verso le telecamere) che l’energia riveste una grande
importanza in questo progetto. Andiamo a sentire, allora, uno dei tecnici (spostandosi lentamente verso il
tecnico).
Buongiorno.
T: Salve.
G: Lei è il responsabile delle centrali e degli impianti per la produzione di energia a Caofeidian. Può dirci
quali forme di energia verranno impiegate?
T: La maggior parte del fabbisogno energetico, circa il 38%, verrà soddisfatto utilizzando l’energia
ricavata dalle maree, l’energia eolica fornirà invece il 18% del fabbisogno, il 10% deriverà dai pannelli
solari integrati negli edifici, il resto tramite biogas.
G: Quindi, possiamo dire davvero che qui non si spreca proprio nulla.
T: Si, anche i rifiuti verranno riutilizzati. Del resto questo progetto vuole dimostrare che le rinnovabili
sono il nostro futuro.
G: E quanto inquinerà la città?
T: Pensi, appena il 5% di emissioni di anidride carbonica rispetto ad una città tradizionale delle stesse
dimensioni.
G: Incredibile. Grazie mille e buon lavoro.
E ora andiamo a sentire cosa ne pensa di tutto questo uno dei futuri cittadini di Caofeidian.
C: Buongiorno.
G: Salve, a quanto pare, lei non è l’unico ad aver “prenotato un posticino” in questa città.
C: Verissimo, saremo in buona compagnia, ben 2,4 milioni di persone.
Prof.ssa Mg. Aspesi
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G: E di questi, pensate (rivolgendosi verso le telecamere) almeno 350.000 persone lavoreranno nei
settori della green economy, l’economia verde. (Sorridendo rivolto al cittadino) Quasi quasi prenoto
anch’io una casa in questo paradiso…Grazie mille
C: Grazie a voi
G: Dalla futura ecocity cinese è tutto. Linea allo studio.
Escono
R.1: Interessante! Vedi un po’ tu che cosa hanno inventato i Cinesi!
Smarty: ed è solo l’inizio (clicca su un altro link)
Stacchetto Musicale
Scena 3. 1 C - la città d’arte
Quattro amici si trovano a casa
A: (ha in mano opuscoli, guide) Che barba! devo andare a visitare Piacenza con i miei!
B: Che barba?! Beato te, invece!
A: Eh sì! mi toccherà vedere un sacco di musei, mo numenti, piazze, chiese... e poi, mi faranno leggere
queste orrende guide (mostra gli opuscoli)
C: Beh, non sai che c'è un nuovo modo SMART di vivere mostre, musei, centri ... con le nuove
tecnologie?
D: Sì, non hai sentito parlare di un progetto che utilizza gli smartphone e i codici QR. (mostra
smartphone)
A: Perché gli smartphone?
D: Perché sono dotati di GPS, possono connettersi a Internet ed è possibile installare programmi di ogni
tipo. I turisti usano gli smartphone, scattano foto e le condividono su Internet, si scambiano impressioni…
A: Bella scoperta! ormai fare foto col telefonino non è più una novità!
B: Però, in più, questi apparecchi possono leggere i codici QR
A: Cosa sono i codici QR?
B: Ma non sei proprio aggiornato! QR! quick response!
A: Quick cosa?
Prof.ssa Mg. Aspesi
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B: SVEGLIA! significa: risposta immediata! I codici QR sono quei quadrati a quadratini bianchi e neri che
assomigliano un po' ai codici a barre: si linkano a siti internet, a messaggi, a video o a mp3. Sono una
connessione tra il mondo reale e quello digitale. Gli smartphone leggono questi codici QR: in sostanza, è
come avere una “bacchetta magica per decifrare questi “codici segreti”
A: Sarà come dici tu ... ma non capisco dove sta il divertimento.
C: Ti faccio un esempio. Mettiamo che un turista vada al mare in Sardegna e passi davanti a una delle
torri sul lungomare di... Alghero. La Torre dei Cani, magari. Ora, il turista non ha con sé una guida e non
ha idea di cosa sia quella torre. Là vicino, su una piccola colonna, è però presente un codice QR. Il
turista lo vede, lo fotografa con il suo cellulare , il cellulare si connette a Internet e sul suo display appare
un video che racconta la Torre dei Cani, spiegando il perché del suo nome e la sua storia. Oppure si apre
una pagina web dove può leggere informazioni utili. O ancora, viene lanciata un'audioguida da ascoltare
comodamente.
D: Oppure... un gruppo di amici si chiede cosa fare la sera .... In una p iazza trova un codice QR con la
scritta “events”. Uno di loro lo fotografa con il cellulare, il codice viene decodificato e sul display appare
un sito dedicato agli eventi ad Alghero, dove gli amici possono scegliere fra concerti, feste in discoteca o
in spiaggia, o anche dove andare a mangiare una pizza.
C: E ti dirò di più; mio zio mi ha raccontato che proprio ad Alghero, in punti nascosti della città, saranno
posizionati dei cod QR segnalati da un punto di domanda. Chi trova questi codici può vincere premi
speciali con cene, aperitivi, concerti.
D: Ho capito! Insomma è come una “caccia al tesoro” per le vie di Alghero! Divertente!
B: Certo! ma non è tutto. In altre città stanno installando le WIFIGUIDE, per avere informazioni
attraverso uno smartphone, ma senza la necessità di essere connesso ad internet: in pratica sono
postazioni che permettono di collegarti gratuitamente alla rete locale del museo. Sono per esempio
colonnine poste vicino a un punto d'interesse e si attivano con il telefonino. Un mio amico ha visitato
tutta la valle dei templi di Agrigento in questo modo!
C: Un altro sistema è quello basato sulla tecnologia RFID, che significa Identificazione a radio frequenza.
Hai presente le etichette antifurto che fanno suonare l'allarme al supermercato quando esci? Quelle
etichette contengono un microchip e un'antenna e trasmettono dati a un lettore. Ne l caso del
supermercato il lettore è la barriera all'uscita: quando passi, la barriera legge l'etichetta antifurto e fa
suonare l'allarme!
B: Se l'etichetta viene usata in un museo, nel microchip si possono immettere per esempio informazioni
su un quadro
A: ... e così non posso rubarlo!
C: Sì, ma oltre a questo servono anche per comunicare informazioni sullo stile, l'autore, l'epoca ...
quando passi con il telefonino o con una card speciale, puoi attivarle e riceverle!
B: Tutte queste tecnologie ti aiutano a capire di più quello che vedi, senza fatica. Proprio per te che vai a
Piacenza c'è una GUIDA 3D bellissima!
Prof.ssa Mg. Aspesi
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A: Guida 3D ... questo lo so ! Vuol dire ...guida a tre dimensioni!
B: Perfetto! con le RICOSTRUZIONI 3D potrai vedere cose che prima si potevano solo immaginare:
direttamente sul tuo smartphone ti apparirà la città com'era ai tempi dei Romani, con immagini ricostruite
in tre dimensioni..., con audio e percorsi interattivi: tutti da vedere e ascoltare mentre te ne vai in giro
per la città!
D: Un altro esempio è quello che viene chiamato <REALTÀ AUMENTATA>: in certi musei trovi tavoli touch
screen digitali che permettono di ammirare le opere come prima non si poteva fare. Per esempio i dipinti
possono essere visualizzati con ingrandimenti macrofotografici; oppure puoi vedere come si costruisce un
oggetto, per esempio di un violino, se vai al Museo di Cremona
A: Ma dove posso trovare tutte queste meraviglie?
C: Le città si stanno attrezzando ... al momento è tutto in fase di avvio... ma ci sono già molti punti attivi
... da Firenze, a Siena, a Venezia, Milano, Roma, Pompei... basta informarsi tramite Internet
D: L'importante è tenersi informati; io per esempio ho saputo che al Museo Egizio di Torino stanno
sperimentando un’applicazione per i Google Glass
destinata alle persone non udenti. Si chiama
Googleglass4lis fornisce informazioni nella lingua Lis. Metti questi speciali occhiali e direttamente ne l
display dei Google Glass vedi un'attrice virtuale che comunica in lingua LIS. Per cominciare è stata scelta
la statua di Ramesse II, ma nei prossimi mesi sarà studiato un itinerario esteso nello statuario del Museo
A: Voi che parlate tanto di informazione! Avete sentito parlare della Fabbrica del Vapore di Milano?
B,C,D: No, cos'è?
A: E' una grande fabbrica non più in funzione che è stata trasformata in un gigantesco laboratorio dove
dei giovani artisti si trovano per fare arte, musica, da nza, spettacoli... Per esempio hanno organizzato la
mostra Van Gogh Alive in un modo assolutamente nuovo: più di 3000 immagini proiettate in altissima
definizione grazie alla tecnologia SENSORY4, con 40 proiettori e un suono surround come quello delle sale
cinematografiche. Immagini enormi proiettate dappertutto, su schermi e pareti, con giochi di movimento.
La mostra ha offerto un'esperienza ... immersiva delle opere di Van Gogh, arricchita da brani tratti dalle
lettere dell'artista. Ti trovavi circondato da suoni e colori...meglio che in una discoteca!
B: Beh, vedo che sei sulla buona strada! Al tuo ritorno da Piacenza sarai tu a dirci quante novità smart
hai trovato nella tua visita!
Escono
Prof.ssa Mg. Aspesi
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R.2: (quando i ragazzi di 2C hanno lasciato il palcoscenico) per salvaguardare le città d’arte è importante
anche come ci muoviamo nella città
Smarty: certo! Guardate cosa succede in Europa
Stacchetto Musicale
Scena 4. 2D - Friburgo e il quartiere Vauban
Voce fuori campo 1: Incidente in centro città: traffico blocca to per due ore
Voce fuori campo 2: Lavori in corso per l'ampliamento di Viale Mazzini: deviazione per Via Volta
Voce fuori campo 1: Un violento acquazzone manda in tilt la viabilità cittadina.
Voce fuori campo 2: Livelli di inquinamento sopra i limiti cons entiti: domenica prossima vietato il
traffico automobilistico
(Sullo schermo scorrono immagini di traffico e inquinamento)
(In una casa due ragazzi aspettano l'arrivo di una loro amica: il ragazzo è seduto davanti al computer)
Sara: Come sono contenta! Finalmente potrò rivedere la mia amica Silvia! Da quando si è trasferita in
Germania ci siamo sentite solo su Facebook e via mail, ma ora è tornata per far visita ai suoi nonni e mi
ha promesso che verrà a trovare anche me!
Roberto: Dove vive adesso di preciso?
Sara: A Friburgo: una cittadina vicina alla Foresta Nera.
Roberto: (mentre digita sul computer) Friburgo ...hai detto, quasi quasi vado a cercare qualche
informazione, così non faccio brutta figura quando arriva....
(Entra Silvia, Sara le va in contro e l'abbraccia)
Sara: Finalmente! Come sono contenta di rivederti!
Silvia: Ciao! Sono felice anch'io di essere qui! Ciao Roberto, vedo che non hai cambiato abitudini:
sempre al computer!
Roberto: Direi che oggi è indispensabile! Diventa anche più facile mantenersi in contatto con gli altri
visto che non sempre spostarsi è proprio semplice e veloce: il traffico, gli orari dei mezzi pubblici, la
mamma che non vuole che usiamo la bicicletta perché ha paura degli incidenti...
Silvia: Dove abito ora questo problema è decisamente meno sentito: ci si muove facilmente in bicicletta
per tutta la città grazie alle tante piste ciclabili; si può dire che Friburgo sia una città a vocazione ciclabile
già da molti anni, infatti il 28% degli spostamenti si fa in bici: una med ia molto alta: in pratica ogni
cittadino usa la bici almeno una volta al giorno.
Sara: Ma tu abiti proprio in centro?
Silvia: No, in realtà abito in un quartiere periferico che si chiama Vauban, ma che è anche meglio:
è stato progettato per una mobilità senz'auto ed è circondato da spazi verdi e parchi gioco.
Roberto: (Mentre accolta continua a lavorare e osservare il computer) Infatti qui dice che il quartiere si
erge su un'area di circa 38 ettari che fu una caserma militare utilizzata sino alla caduta d el muro, poi fu
restituita alla città e trasformata con uno straordinario piano di riqualificazione.
Silvia: E' vero, ci si vive proprio bene: si sfrutta l’energia solare: ci sono pannelli fotovoltaici su tutti i
tetti e molte abitazioni utilizzano pompe di calore geotermiche per il riscaldamento: addirittura si produce
più energia di quanta se ne consuma.
Sara: Questo porterà vantaggi anche per l'ambiente.
Prof.ssa Mg. Aspesi
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Silvia: Certo, le emissioni nocive di anidride carbonica sono diminuite de l 20% dal 1992 e ci si pone
l’obiettivo di ridurle del 40% entro il 2030.
Roberto: Per questo è sicuramente fondamentale il modo in cui sono gestiti i trasporti
Silvia: Non hai idea di come mi piace pedalare per il quartiere, si può infatti arrivare comodamente a
Vauban in tram o in bicicletta. E le auto sono poche: pensa che in Italia abbiamo oltre 60 automobili ogni
100 abitanti, mentre a Vauban sono 150 ogni mille. Figurati che più della metà dei residenti ha venduto la
propria auto prima di trasferirsi lì. Nelle strade del quartiere sono ammesse autovetture private solo per il
carico e lo scarico, ma la maggior parte dei cittadini non sente più il bisogno dell'automezzo proprio. Chi
ha un'auto ovviamente non la parcheggia nelle strade, ma nei parcheggi limitrofi.
Roberto: (mentre scopre altre informazioni) Incredibile!
Il 70% delle famiglie non possiede
un'automobile mentre in media gli italiani ne posseggono 1,5 per unità familiare .
Silvia: Alcune famiglie hanno un'auto in comproprietà, ma esistono all'occorre nza anche efficienti servizi
di car-sharing.
Sara: E poi deve essere bello percorrere piste ciclabili sicure e spesso in mezzo ad aree verdi.
Roberto: A proposito di piste ciclabili, guardate che progetto incredibile! A Londra hanno ideato una pista
ciclabile sospesa: si chiama SkyCycle.
L’architetto Norman Foster, con la passione per le biciclette , vuole costruire sopra le linee ferroviarie della
City, 220 km di reti ciclabili suddivise in dieci piste con rampe di ingresso dislocate in duecento punti della
città per una portata di circa 12.000 ciclisti ogni ora ed una velocità media di viaggio superiore ai 20
km/h. Il progetto, se verrà approvato, dovrebbe realizzarsi in vent’anni, con un costo di circa 200 milioni
di sterline.
Sara: Mi sembra piuttosto costoso, ma vuoi mettere pedalare SOPRA la City!!!
Escono
R.3: (quando i ragazzi di 2D hanno lasciato il palcoscenico) città come Friburgo sono città anche a misura
di bambino.
Smarty: sì, ma c’è anche qualcosa di meglio! State a vedere
Stacchetto Musicale
Prof.ssa Mg. Aspesi
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Scena 5. 2B - Le città a misura di bambino
Mamma in scena che sta consultando un tablet
Bambino: (entra con un pallone insieme alla bambina) Mamma posso scendere a giocare a pallone in
piazza?
Mamma: NO, te l’ho detto che da ieri qui è vietato giocare per strada: c’è un’ammenda da 50 a 500
euro!
Bambina: se non si può per strada, allora scendiamo a giocare nel cortile del palazzo.
Mamma: NO! Lo sai che il regolamento condominiale VIETA che si giochi in cortile e ch e si calpesti il
giardino! Quante volte ve lo devo ripetere!
Bambino: Uffa! Ma noi dove andiamo a giocare? Neppure al parco ci lasci andare perché dici (fa il verso
alla mamma) che c’è troppo smog e la strada per arrivarci è troppo trafficata…
Bambina: …è troppo pericoloso perché non è protetto e controllato!
Mamma: mi piacerebbe tanto farvi vivere in una città a misura di bambino! Da nessuna parte esiste!
Buio
- Entrano 3 persone che si posizionano sul palco ai lati. LUCE - Mamma e bambini si siedono sul bordo del
palco ad ascoltarli
Esperto 1: Gentile signora, si colleghi al sito dell’UNICEF e scoprirà che non è proprio come dice lei!
Secondo l’Unicef, lo stato europeo in cui i bambini vivono meglio sono i Paesi Bassi. Seguono Finlandia,
Islanda, Norvegia e Svezia.
Bambino: e l’Italia?
Esperto 2: occupa la seconda parte della classifica, è al 22° posto, dopo Polonia e Ungheria.
Mamma: Come deve essere uno Stato per essere amico dei bambini?
Esperto 1: I criteri usati dall’Unicef riguardano l’educazione, la sicurezza, l’economia, i servizi (cioè
politiche sociali, assistenza alle famiglie e alle madri, asili nido ma anche centri ricreativi, musei, zoo,
spazi verdi) e infine la sostenibilità (qualità dell’aria, rispetto dell’ambiente).
Esperto 2: Occorre che gli adulti pensino a come organizzare città a misura di bambino: è per questo
che da anni l’Unicef porta avanti il progetto “Città amiche dei bambini e delle bambine”.
Esperto 3: Ogni anno vengono presentati i progetti e premiati quelli migliori. Nel 2012, per esempio, il
titolo di” city of children” è andato a Oldenburg, una città tedesca che ha realizzato ben 150 parchi giochi.
Prof.ssa Mg. Aspesi
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Bambino-Bambina: Waoh!
Esperto 2: Ad Oldenburg i parchi gioco sono divisi per fasce d’età e per caratteristiche: ci sono quelli
solo per gli appassionati di BMX, quelli per giocare con l’acqua e il fango, quelli con zone attrezzate per le
biciclette, gli slittini da erba o gli skateboard…
Esperto 3: Ci sono spazi coperti attrezza ti per costruire con il legno, per la lettura o per imparare ad
arrampicare, per fare musica o per essere a contatto con gli animali.
Esperto 1: Tutto nella massima sicurezza e in modo gratuito, a completo carico dell’Amministrazione
pubblica. I genitori possono lasciare tranquillamente, ribadisco tranquillamente, i figli nei parchi sapendo
che c’è un alto grado di sicurezza.
Esperto 3: Da qualche anno la creatività e il design si sono messi al servizio dei bambini. È l’idea che
lega progetti nati in tutta Europa per realizzare nuovi spazi di gioco e di stimolo per i più piccoli. L’ultimo
in ordine di tempo è nato in Francia, a Nantes: qui sono sorti gli alberi da basket dove ogni ramo è un
canestro. Ce ne sono di più alti e di più bassi per far giocare bambini di tutte le età e altezze evitando
pericolose liti.
Esperto 2: a proposito di gioco, pensate che in Danimarca sono presenti più di 4000 ludoteche…
Bambino: ludo ..che??
Esperto2: (ripete) ludoteche: luoghi dove far giocare i bambini. Erano nate per il prestito dei giochi e dei
giocattoli, adesso stanno portando avanti un grande sforzo per l’utilizzo dei nuovi media nell’educazione,
con una particolare attenzione agli strumenti d i edutainment e telematici, in seguito all’alto livello di
penetrazione tecnologica della Danimarca.
Mamma: strumenti di edutainment e telematici? In parole più semplici…
Bambina: (prende il cellulare e mentre digita, sillaba) E-Du-Tain-Ment! Trovato! Sono strumenti che
combinano insieme educazione ed intrattenimento.
Esperto 3: Giusto! Le ludoteche danesi hanno assunto un ruolo fondamentale nell’alfabetizzazione
informatica e nell’introduzione dell’information and communication technology nei processi ed ucativi.
Mamma: avere un luogo in cui giocare è senza dubbio importante, ma una città a misura di bambino che
cura l’aspetto dell’istruzione attraverso tecnologie di ultima generazione e “innova” la scuola attraverso
l’utilizzo dei tablet in sostituzione dei libri scolastici è una risorsa FANTASTICA!
Esperto 2: Certo! Smart education! Secondo le stime, già dal 2011, l’80% delle classi nel Regno Unito
aveva in dotazione una LIM. Le LIM sono presenti in più della metà delle classi nei Paesi Bassi e in
Germania, Paesi nei quali viene riconosciuto un ruolo importante alle TIC nella didattica.
Prof.ssa Mg. Aspesi
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Bambino: Figuriamoci! Tu mamma sei sempre a parlare di scuola!!
Bambina: ma ci sono già delle città completamente progettate per i bambini? Sentiamo cosa dicono gli
esperti.
Esperto 3: Direi proprio di no! Ci sono dei tentativi e dei progetti, come quello di Rotterdam, che si
prevede realizzato entro il 2030. Questo progetto prevede la creazione in una vasta zona periferica della
città, il Bergpolder, di una child-friendly city, attraverso la ristrutturazione o la costruzione di…
Esperto 1: … nuclei abitativi minimi di 85 metri quadri a famiglia, con una camera per ogni bambino e
con uno spazio aperto all’esterno (cortile o giardino).
Esperto 3: realizzazione di un asilo e di una scuola in ogni quartiere, con la possibilità di raggiungerle a
piedi, anche in piena autonomia da parte dei bambini, attraverso pedibus e bicibus controllati da
telecamere, da agenti e da volontari
Esperto 2: creazione in ogni edificio scolastico di un’area verde pari al 50% dell’area edificata, di aree
per lo sport tra i 5000 e i 1000 mq e di un’area sportiva coperta a non più di 300 metri dai luoghi di
residenza.
Esperto 3: ogni strada dovrà avere una fascia di pavimentazione tra i 3 e i 5 metri, preferibilmente sul
lato più soleggiato, adatta al gioco dei bambini, con la presenza di contenitori comunali di giochi (palloni,
corde, skate, pattini a rotelle…) che i bambini potranno prendere in prestito…una specie di toy-sharing
Esperto 1: infine si prevede la localizzazione di tutti i servizi in luoghi strategici, raggiungibili a piedi e in
piena sicurezza con l’adozione di misure per ridurre la velocità dei veicoli e favorire la circo lazione a piedi
e in bicicletta
Mamma: certo che una città a misura di bambino rende noi genitori più tranquilli. Dai ragazzi, vi porto al
parco a giocare!
Bambino: Che bella novità! Andiamo… (esce con la mamma)
Bambina: (si avvicina agli esperti e poi rivolta al pubblico): quando i grandi ascoltano i bambini, il
mondo diventa sicuramente smart… (esce con gli esperti)
Escono
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R.4: (quando i ragazzi di 2B hanno lasciato il palcoscenico) Interessante! E per i nonni non c’è niente?
Smarty: Come no! Ho trovato una cosa interessante. Guardate…
 Stacchetto Musicale
Scena 6. 2C le città a misura di anziano
Un ragazzo è in casa; suona il campanello e arrivano tre compagni di scuola
A: Ciao ragazzi! finalmente siete arrivati! incominciamo subito a fare la nostra ricerca, così poi siamo
liberi
B: Va bene. (si siedono intorno a un tavolo o solo su sedie accostate) Qual è il titolo preciso?
A: (legge dal diario) "Perché una città sia davvero smart, deve essere a misura delle persone di tutte le
età. Deve essere agibile e vivibile anche per gli anziani"
C: (ha un giornale) Potremmo partire dal titolo che ho trovato su questo quotidiano (legge) "Nel 2030 gli
anziani costituiranno un quarto della popolazione dell’Unione Europea. Cresce costantemente la
popolazione anziana e cresce soprattutto la percentuale degli ultrasettantacinquenni, che hanno bisogno
di servizi adeguati e assistenza socio -sanitaria."
D: E' vero! ieri la nonna diceva che diverse s ue amiche, più anziane di lei, hanno molti problemi
C: (continua a leggere dal giornale) "Parlando di anziani, si deve distinguere fra persone ancora
autosufficienti, ma più deboli e rallentate nei loro ritmi, e persone non autosufficienti, che hanno bisogno
di essere aiutate molto di più."
D: La nonna dice che di solito li mandano nelle case di riposo.
B: Sarebbe meglio, invece, secondo me, tenere le persone anziane a casa loro
D: Sempre la nonna mi diceva che, però, le case non sempre sono adatte... c'è chi non riesce a salire le
scale o a entrare nella vasca da bagno... fanno fatica ad usare gli elettrodomestici, a fare i lavori di casa;
spesso gli anziani sono soli, oppure i loro figli sono molto occupati con il lavoro e non hanno abbastanza
tempo per seguirli.
B: E' vero; il mio bisnonno mi dice anche che non esce volentieri, perché per strada si corrono spesso dei
rischi. I principali ostacoli sono i marciapiedi sconnessi, gli attraversamenti pedonali poco sicuri, gli
automobilisti che non sempre rispettano le regole... e poi si stanca in fretta e non riesce a camminare a
lungo
C: Eh sì, ci vorrebbero molte panchine “comode” anche lungo le vie, non solo al parchetto...
A: Ma esisterà una città davvero smart, agibile e vivibile per tutte le tutte le età?
D: (al computer) Vediamo se si trova qualche informazione in Internet
A: Guarda, guarda... qui c'è un sito interessante sul modo di affrontare il problema in Olanda
C: Ok. Stampiamo tutto e leggiamo! (stampa e distribuisce i fogli)
B: A St. Joseph hanno realizzato un quartiere dove vivono sia giovani che anziani: per questi ultimi
hanno strutturato diversi tipi di case. Hanno costruito alloggi indipendenti adatti agli gli anziani che non
richiedono assistenza particolare, e anche altri per anziani con disabilità .
A: Inoltre c'è anche un posto di accoglienza per assistere chi ha problemi so lo temporanei, per esempio
per qualcuno che si è rotto un braccio o una gamba e non riesce a stare a casa da solo; viene ospitato lì
fino a quando è guarito
D: Ci sono anche centri di incontro dove trascorrere qualche ora compagnia, c'è un centro cultura le e
perfino un centro informazioni a cui si possono rivolge re per chiedere come risolvere i problemi anche
pratici che si presentano. Sono a disposizione anche diverse organizzazioni assistenziali che aiutano a
fare pulizie, fare la spesa, cucinare, la vare e mantenere l’igiene personale .
C: L’assistenza a domicilio c'è anche di notte, se serve; ed in più, in caso di bisogno, questa assistenza
viene offerta non solo agli anziani ma anche alle altre persone del quartiere
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B: Ma c'è di più: per andare incontro realmente alle esigenze degli anziani, sono proposte anche differenti
forme di affitto: un affitto sociale ridotto per chi ha un reddito basso e affitti più alto per i ceti medi
A: E' stato aperto anche un ristorante di quartiere gestito da u n’organizzazione di assistenza
D: E gli anziani ancora in gamba possono collaborare con l'asilo nido per aiutare nella cura dei piccoli!
C: Guarda qui! Un altro tipo di intervento è stato realizzato a L’Aia nel quartiere di Moerwijk: si tratta di
un quartiere abitativo per tutti, ma con una particolare attenzione alle persone anziane, con spazi
pubblici senza barriere architettoniche, mezzi di trasporto gratuiti e strade sicure senza ostacoli. Gli
alloggi sono accessibili, senza i dislivelli o gradini
B: Anche qui si effettuano servizi e consegne a domicilio e l’assistenza è sempre disponibile
A: Ecco qua un altro esempio nel comune di Veere! ha 22.000 abitanti, con un crescente aumento della
popolazione anziana. C’era un’ alta percentuale di case di proprietà , ma pochi alloggi adatti alla terza
età. Hanno perciò deciso di modificare direttamente le abitazioni e, per incoraggiare le trasformazioni, il
Comune ha stanziato con molti incentivi.
D: I proprietari sono stati direttamente coinvolti nei lavori e hanno avuto il supporto di volontari esperti
nell’edilizia. Il Comune ha messo a disposizione tecnici e molto materiale informativo per guidare alla
soluzione di vari problemi.
C: Vedo un altro esempio nel Comune di Veldhoven, dove è stato applicato un progetto domotico.
B: Che progetto?
C: Lo dice qui: un progetto domotico che introduce nelle case la connessione a banda larga e intranet,
vengono installati anche sensori ed attuatori senza fili. Per mezzo della domotica gli abitanti di una
palazzina possono comunicare tra loro e possono anche contattare direttamente un centro servizi e
assistenza. Ci sono montascale elettrici, le tapparelle si alzano con un telecomando; un comando vocale
regola l'accensione e lo spegnimento degli elettrodomestici con il semplice suono della voce.
D: Le case sono dotate di videotelefono e le condizioni di salute sono controllate costantemente con
monitoraggi periodici; anche qui vengono programmati servizi a domicilio personalizzati.
A: Bene! direi che abbiamo trovato abbastanza materiale per la nostra ricerca!
B: Beh, sì... riguarda l'Olanda, però! Non potremmo dire anche qualcosa sull'Italia?
C: Ho un'idea. Potremmo concludere il nostro lavoro con una notizia un po' curiosa : me ne ha parlato
proprio ieri mia cugina, che studia all'università. Nelle città universitarie, come Roma, Milano, Bologna e
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altre, diversi anziani che vivono soli o in coppia offrono alloggio gratis in casa propria agli studenti che
provengono da altre città, in cambio di compagnia, assistenza, aiuto nel fare la spesa, acquistare
medicine o altre commissioni quotidiane. Così gli anziani hanno un aiuto ed i giovani possono risparmiare
sull'affitto... e spesso nasce anche una bella amicizia!
Escono
R.5: (quando i ragazzi di 1C hanno lasciato il palcoscenico) i nonni sono la nostra storia così come i
musei custodiscono la memoria delle nostre città
R.1: (ironico) Sì, proprio! Come a Pompei…
Smarty: non è sempre così! Basta spostarsi un po’ più in là e ve dete cosa c’è…
Stacchetto Musicale
Scena 7. 1B: il museo virtuale MAV
Scavi di Pompei, tre turisti incontrano due abitanti del luogo
T1 (uscendo dagli scavi): Davvero belli gli scavi di Pompei. Le terme, le pitture murali, il foro, le
botteghe…
T2: E poi l’anfiteatro. Che meraviglia.
T3: E pensare che tutto questo potrebbe sparire un giorno, per la mancanza di cure. Pensate ai crolli che
sono avvenuti recentemente…
T1: Che tristezza, noi italiani abbiamo un patrimonio storico e artistico incredibile ma non sappiamo
valorizzarlo.
T2: E’ vero, il degrado degli scavi di Pompei lo dimostra…
A1 (si avvicina ascoltando i discorsi dei tre turisti). Buongiorno, ascoltavo per caso i vostri discorsi e ho
deciso di avvicinarmi. Avete proprio ragione, la nostra storia è troppo importante per trascurarla in questo
modo.
A2: Ma l’Italia non è tutta così. Abbiamo anche delle eccellenze. Una di queste si trova a pochi chilometri
da qui, ad Ercolano.
A1: Conoscete il MAV?
T1: MAV???
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A1: Si, il Museo Archeologico Virtuale di Ercolano.
T2: No, non ne abbiamo mai sentito parlare.
A2: E allora venite con noi, che vi portiamo a visitarlo, che ne dite?
T1, T2 e T3 si guardano l’un l’altro con entusiasmo ed annuiscono.
T3: D’accordo, volentieri.
Poco dopo arrivati ad Ercolano…
G1: Buongiorno a tutti, è un piacere avervi qui. Siamo Anna e Elena, le vostre guide, oggi vi
accompagneremo a visitare il museo virtuale.
G2: Vi faremo viaggiare nel tempo e conoscere la storia di Ercolano, fino a quel terribile giorno, il 24
agosto del 79 d.C, quando avvenne la spaventosa eruzione del Vesuvio.
G1: Prima di cominciare la nostra visita, voglio , però, darvi qualche informazione in più sul MAV. E’ stato
inaugurato nel 2008, ha una superficie di 5000 mq e si estende su tre live lli.
G2: Pensate che già nei primi due anni dall’apertura è stato visitato da oltre 200.000 persone,
diventando il museo più visitato della Campania.
T3: Un bel record, complimenti.
G1: Il nostro viaggio sarà interamente virtuale, attraverso ologrammi, ins tallazioni interattive, effetti
multisensoriali e molto altro.
G2: Potrete osservare le ricostruzioni delle case e dei giardini delle antiche Ercolano, Pompei, Stabia, Baia
e Capri.
G1: Insomma andremo alla scoperta delle città che sorgevano ai piedi del Vesuvio e della vita quotidiana
dei loro abitanti.
T2: Affascinante…
T1: Siamo pronti per cominciare. Cosa vedremo di preciso?
G1: Visiteremo la Villa dei Papiri, una antica villa patrizia, chiamata così per la sua biblioteca al cui
interno sono stati ritrovati più di 1800 papiri.
T1: Leggo qui, sulla brochure della Schola Armaturarum, cos’è?
G2: E’ una scuola militare, per l’addestramento dei giovani. Vedremo anche il teatro, che nella realtà è
ancora in gran parte sepolto.
T3: E poi?
G1: Beh, abbiamo anche un tavolo interattivo che mostra i costumi degli antichi romani, con l’aggiunta di
suoni e voci.
Prof.ssa Mg. Aspesi
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G2: E poi, per finire, la ciliegina sulla torta…la sala di proiezione in 3D, che mostra l’antica eruzione del
Vesuvio. Pensate che lo schermo è lungo 26 metri e che le poltrone si muovono simulando l’effetto del
terremoto che accompagnò l’eruzione.
T1: Che bello, ci sembrerà di essere proprio lì a Pompei mentre dal cielo piovevano cenere e lapilli.
G1: Proprio così…Ora partiamo per il nostro viaggio a ritroso del tempo…seguitemi!
Escono
Smarty: (quando i ragazzi di 1B hanno lasciato il palcoscenico) Non solo i reperti archeologici hanno un
valore, ma anche gli oggetti di tutti i giorni.
R.2: (incredulo) come è possibile!
Smarty: non ci credete? Guardate cosa succede a Berlino!
Stacchetto Musicale
Scena 8. 2A : Berlino e il mercato del riutilizzo
Voce Fuori cam po: Berlino. Una ragazza di nome Elisa ha organizzato un givebox, cioè un piccolo
mercato basato sul baratto di oggetti che la gente non usa più. La tradizione dei givebox è molto diffusa
in Germania e ha la funzione di promuovere un intelligente riciclaggio degli oggetti destinati a finire
altrimenti nella spazzatura.
Elisa (ferma accanto ad un bancone): Venite a comprare questi oggetti che nessuno usa più: anche le
cose hanno un'anima e non vanno dimenticate o peggio buttate in una triste discarica... Chi prende
qualcosa deve dare in cambio qualcosa: è vietato usare il denaro!
Tommaso: Che cosa sono tutti questi oggetti? Che cosa vuoi farne?...
Elisa (con entusiasmo): Voglio contribuire a creare una città più pulita, senza rifiuti, in cui ogni cittadino
può essere utile agli altri.
Tommaso (con ironia): E come pensi di riuscirci? Vende ndo queste cianfrusaglie?
Elisa (risentita): Quelle che tu chiami “cianfrusaglie” sono gli oggetti che nessuno usa più e che sono
destinati a finire nella spazzatura. Io ho deciso di farli rivivere: vedi quest'orologio? Segna ancora l'ora
esatta, è un vero peccato buttarlo via!
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Tommaso (ancora dubbioso): Mah, se nessuno usa più quell'orologio qualche difetto l'avrà pure, no?
Forse adesso segnerà l'ora esatta, ma poi si fermerà, ci scommetto!
Elisa: E che cosa mi dici di questo cellulare? Sembra nuovo di zecca!
Tommaso: E' vero! Tra tutte le cose che vendi questa è l'unica che abbia un reale valore.
Elisa: Che cosa ne dici? Vorresti prenderlo?
Tommaso: Forse, ma... che cosa dovrei darti in cambio?
Elisa: Quello che credi, un orologio che non usi più, anche una penna, qualsiasi cosa, anche piccola, pu ò
essere importante.
Tommaso: Fammi riflettere un attimo........ecco, potrei darti il mio libro di antologia, l'anno prossimo
non lo userò e potrà essere utili ad altri.
Elisa: Ottima idea! Ecco, abbiamo fatto un ottimo scambio, sei contento?
Tommaso: Sì certo, ma, posso farti una domanda? Perché hai deciso di barattare oggetti?
Elisa: Semplice! Ho notato che la gente, in generale, quando non usa più qualcosa, decide subito di
buttarla e in questo modo nelle città i rifiuti si accumulano e ciò non è bene. Q uindi ho pensato: Perché
non riciclare gli oggetti che si dovrebbero buttare? Da qui è nata l'idea dei givebox, mercatini in cui si
pratica il baratto per riciclare gli oggetti e fare in modo che non diventino rottami.
La città di Berlino è piena di questi mercatini.
Tommaso: Davvero interessante, è sempre bello imparare cose nuove. Forse un giorno aprirò anch'io un
givebox!
Escono
R.3: (quando i ragazzi di 2A hanno lasciato il palcoscenico) Posso portare in quel tipo di mercato…
Smarty: il givebox..
R.3: sì, volevo dire quello… posso portare anche le bottiglie di plastica?
Smarty: ma no, vuoi sprecarle così! Prendi esempio dai Nigeriani
Scena 9. 3D – Nigeria: le case di bottiglie di plastica
MUSICA: Enia
GIORNALISTA: Buongiorno Signor Yahaya Ahmad. Sono Alice, una giornalista del Corriere della Sera e
devo scrivere un articolo sul riciclo della plastica per Sette, inserto settimanale del giornale per cui lavoro.
Prof.ssa Mg. Aspesi
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Ho sentito parlare del progetto di costruzione innovativa nel villaggio nigeriano di Sa bon Yelwa, che
impiega le bottiglie di plastica PEC per costruire case. Mi vuole spiegare di cosa si tratta?
YAHAYA AHMAD: Buongiorno! Io sono uno dei coordinatori del progetto voluto dall’Associazione non
governativa DARE, impegnata sul fronte dello sviluppo delle energie rinnovabili insieme ad architetti ed
ingegneri londinesi. Il progetto è legato alla Nigeria, che produce giornalmente un quantitativo di rifiuti di
circa 3 milioni di bottiglie di plastica, provenienti da hotel, ristoranti ed ambasciate. La Nigeria ha bisogno
di circa 16 milioni di case.
GIORNALISTA: Ma come è possibile costruire case con le bottiglie?
YAHAYA AHMAD: Il metodo consiste nel riempire le bottiglie di sabbia e tapparle, così da farle pesare
circa 3 kg l’una. Vengono poi legate fra loro con delle corde e poi impilate a strati, mischiate a fango e
paglia per rinforzare la struttura. Dalle pareti sporgono poi tappi colorati che danno alle case un aspetto
originale.
GIORNALISTA: Ma sono sicure case costruite in questo modo?
YAHAYA AHMAD: Certamente! Le case risultano più stabili del calcestruzzo e resistenti a terremoti,
incendi e persino colpi di proiettili. La sabbia all’interno delle bottiglie riesce ad essere 20 volte più forte
dei mattoni.
GIORNALISTA: Ma farà caldo in queste case?
YAHAYA AHMAD: No! Perché la sabbia è un ottimo isolante termico e permette di mantenere nelle case
una temperatura costante di circa 18 gradi, ideale pe r ripararsi dal sole tropicale.
GIORNALISTA: Ma si romperanno in fretta le case di plastica!”
YAHAYA AHMAD: “No! Le case avranno una durata estremamente lunga visto che una bottiglia impieg a
circa 450 anni per decomporsi.
GIORNALISTA: Allora sarà costoso costruirle!
YAHAYA AHMAD: Le case con bottiglie di plastica sono più economiche rispe tto a quelle tradizionali. Si
conta un risparmio sulle spese di circa il 40:60%. Inoltre sono concepite affinché non producano gas
serra. Saranno completamente alimentate da pannelli solari e da biogas
GIORNALISTA: La ringrazio per questa interessante inte rvista e spero di poter venire presto in Nigeria
per rendermi conto di persona dell'importanza di questo progetto di riciclo.
YAHAYA AHMAD: Anche io sono soddisfatto dell'intervista e la saluto cordialmente.
Escono
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R.4: (quando i ragazzi di 3D hanno lasciato il palcoscenico) Va bene utilizzare così le bottiglie di plastica,
ma tutti gli imballaggi sono veramente troppi! Non si potrebbero ridurre?
Smarty: si possono utilizzare i prodotti sfusi. Guardate come potrebbe essere nel futuro
Stacchetto Musicale
Scena 10. 3C :2E – Supermercato del futuro
NARRATORE: Sara ed Eleonora sono due mamme che si erano conosciute alla scuola materna e si sono
riviste dopo venti anni al parco con i loro figli. Si riconoscono, si abbracciano e cominciano a raccontare
un po’ della loro vita, di quello che avevano fatto e di quello che sono poi diventate.
ELEONORA: Sai mi sono laureata a venticinque anni, dopo due anni ho conosciuto mio marito Edoardo e
abbiamo avuto due gemelli: Marco e Sabrina.
SARA: Come vedi anche io sono mamma di due bambini, Caterina ed Alessandro e mio marito si chiama
Matteo. L’ ho conosciuto durante un viaggio di lavoro ad ICity. Viaggio molto bello ed inte ressante.
ELEONORA: Icity ??
SARA: Sì, Icity, la città perfetta in cui tutti vorrebbero vivere.
ELEONORA: Mmh … Raccontami un po’
SARA: È una città basata sul rispetto dell’ambiente e sul non produrre rifiuti e, i pochi rifiuti che si
producono vengono tutti riciclati. Per esempio dell’umido trattato se ne fa concime. Nel fare la spesa
bisogna portare da casa degli appositi contenitori per i prodotti che si intendo acquistare, contenitori, che
vengono usati più volte ma che possono essere acquistati direttamente nel supermercato.
ELEONORA: Più o meno, quello che succedeva nel Medioevo dove in ogni famiglia un angolo del podere
era adibito a biodecompositore, il cui contenuto veniva periodicamente essiccato e poi sparso nei campi
come concime. Le uova, gli ortaggi il latte ecc. venivano messi in dei contenitori di argilla o in vimini.
Inoltre erano utilizzati dei pannolini in stoffa che, una volta usati venivano lavati e riutilizzati. E non come
qui che tra spesa e pannolini abbiamo in casa enormi quantità di contenitori in plastica o altri ma teriali
che contribuiscono al problema dello smaltimento dei rifiuti.
SARA: Ti ho già detto che le commesse sono dei robot a forma di piovra con tantissime braccia per una
maggiore efficienza sul lavoro?????
Prof.ssa Mg. Aspesi
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ELEONORA: WOW dei robot!!!!!!!!
SARA: Eh già …. Anch’io la prima volta che li ho visti ho avuto la tua stessa reazione .
NARRATORE: Intanto Marco inizia a fare i capricci perché vuole il gelato.
ELEONORA: Ora devo andare, ho promesso a mio figlio che avremo preso u n gelato.
SARA: Ciaoooo!! A presto, ora che ci siamo rincontrate, speriamo di non perderci più di vista!!
Escono
R.5: Bella idea! Che passo avanti per l’ambiente!
Smarty: Sì, ma ci sono anche altri modi per migliorare la vita delle città aiutando l'ambiente. State a
sentire!
Stacchetto Musicale
Scena 11. 1D – Villaggio ecosostenibile
Sullo sfondo immagini di banchi di frutta e verdura in grandi supermercati, città affollate con negozi e
senza spazi verdi
Alessia: (entra in scena di corsa con sacchetti della spesa, seguita da Margherita) Dai, sbrigati,
dobbiamo ancora andare a pagare le bollette e al supermercato per comperare la verdura.
Margherita: (mentre fruga nella borsa dove ha libri e fogli) Sì, ho capito, arrivo, ma ricordati che poi
devi accompagnarmi da Giulia perché dobbiamo fare la ricerca sulle città.
Alessia: (impaziente) A maggior ragione! Dobbiamo fare in fretta ... poi i negozi chiudono... e il traffico
certo non ci aiuta.
Margherita: Arrivo, arrivo! (La raggiunge ed escono di scena)
(In scena un tavolo con alcune sedie e due ragazze)
Giulia: Ma quando arrivano? Abbiamo un sacco di lavoro da fare!
Elena: (Seduta davanti al tavolo mentre guarda alcuni fogli) Tranquilla! Adesso arrivano...
(Entra Serena e subito dopo Margherita)
Giulia: Ciao! Finalmente, stavo per chiamarvi.
Margherita: Scusa, ma ho dovuto aspettare che mia madre mi accompagnasse e quando va a fare spese
gira tutta la città.
Serena: Dai, cominciamo! (Si siedono e prendono fogli e quaderni)
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Elena: Allora il tema della ricerca era: la città e l'agricoltura: che strano argomento!
Giulia: Be', non è poi così strano. Io ho trovato un articolo interessante sugli orti urbani.
Serena: Orti urbani, cioè orti in città?
Elena: Non è una novità, anche mio nonno coltiva l'orto ogni anno.
Giulia: Certo, a Cardano, che è una città ma ha ancora tante caratteristiche di un paese, è facile. Io parlo
di città più grandi dove spesso le persone vivono in appartamenti e non hanno terreni disponibili.
Margherita: E' vero, anch'io ho trovato informazioni su questo argomento. (Prende un foglio e legge) Gli
orti urbani, infatti, sono piccoli appezzamenti di terra che il Comune destina a singoli cittadini o a piccoli
gruppi, per coltivarli e farvi crescere frutta e verdura. Una volta gli orti urbani venivano assegnati ad
anziani pensionati ed erano in zone periferiche e poco servite. Oggi invece si cerca di incoraggiarli
dovunque e per tutte le fasce d’età.
Serena:(Prende il foglio di Margherita) Ed è un fenomeno in espansione. Moltissimi Comuni stanno
lavorando in questa direzione: nasceranno orti urbani a Modena, a Padova, a Genova dove la Consulta del
Verde ha deciso di agevolare la fascia dai 26 ai 30 anni che vede la terra come una nuova risorsa; anche
ad Alba dove gli orti urbani hanno l’obiettivo di valorizzare alcuni spazi verdi della città coinvolgendo
famiglie, giovani, anziani. E poi a Potenza, a Napoli, a Cagliari, a Sassari dove ci saranno sette orti urbani
in mezzo ai palazzoni a disposizione di anziani, disoccupati, scuole e associazioni per coltivare appunto
ortaggi, fiori e piccoli alberi da frutto.
Giulia: Ma anche vicino a noi: Gallarate ha pubblicato un bando per l’assegnazione online, possono far
richiesta i residenti, maggiorenni, che non godono di altro terreno coltivabile nel Comune.
Margherita: Quindi gli orti urbani sono anche un'occasione per le amministrazioni comunali di
recuperare aree abbandonate e degradate, rendendole ordinate e produttive; costituiscono però anche un
momento di aggregazione e partecipazione alla vita sociale: mentre si cura il proprio pezzo di terreno ci si
scambiano consigli e opinioni.
Serena: Coltivando orti urbani non solo si risparmia ma si ottengono prodotti a `centimetro zero´ , che
offrono una qualità garantita, ci si autoproduce quindi frutta e verdura, con vantaggi per la tavola e il
portafoglio.
Elena: Decisamente una bella idea, ma guardate cosa ho trovato io: il progetto di un agrivillaggio!
Margherita: Cioè?
Elena: Un agrivillaggio è un nuovo concetto di eco villaggio. Il progetto, che si realizzerà vicino a Parma,
consiste nella creazione di un villaggio immerso in un parco agricolo.
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Sentite cosa dice l'ideatore: "L'idea mira ad unire stili di vita sostenibili, convivialità e progressi
tecnologici all’interno di un unico insediamento umano."
L’obiettivo, infatti, è quello di produrre per l’autosostentamento degli abitanti del nuovo insediamento,
che sarà ecologico con abitazioni fornite di fotovoltaico e solare termico. Il surplus di prodotti, d i altissima
qualità, invece, sarà destinato alla vendita nel negozio, aperto a tutti, e che sarà situato all’interno
dell’azienda agricola. Si prevede anche una serra di mille metri quadri, riscaldata a biogas agricolo.
Giulia: Quindi il villaggio sarà autosufficiente per i prodotti freschi con notevole risparmio economico, ma
anche una garanzia in più per la qualità dei prodotti e la sicurezza alimentare?
Elena: Certo, ma non è tutto! Sentite qui! Tutto verrà prodotto secondo natura, riciclato una volta
utilizzato, km “iperzero” più che zero. Ci si muoverà a piedi, in b icicletta o con auto elettriche. Inoltre
una stalla dotata delle migliori tecnologie garantirà cibo, il riciclo dei rifiuti e la produzione di energia,
biogas per la precisione. Il tutto all’insegna della sostenibilità ambientale, del risparmio energetico, della
produzione e dell’utilizzo di fonti rinnovabili come appunto il biogas; ma anche piste ciclabili, mobilità
dolce, rete wireless, sistemi di sicurezza e sorveglianza domotica.
Serena: Che meraviglia! Mi viene voglia di chiedere ai miei genitori di trasferirci lì non appena sarà
pronto!
Escono
R.1: ( quando i ragazzi di 1D hanno lasciato il palcoscenico) Bellissimo! Ma questo è un progetto. Da
qualche parte esiste già una città verde?
Smarty: certo! Esisteva ancora prima che voi nasceste!
Stacchetto Musicale
Scena 12 . 3B – Curitiba, la città verde
Voce fuori cam po: (scorrono immagini relative) piogge torrenziali in India devastano intere regioni”
“campi coltivati distrutti dalla piena del fiume…” “Una serie di cicloni sta devastando le coste atlantiche
dell’America”
Sig.1: (canticchiando) scende la pioggia, ma che fa? Distrugge il mondo…. Che acquazzone! Oh no! C’è
anche il temporale (chiude l’ombrello e toglie l’impermeabile)
Prof.ssa Mg. Aspesi
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Sig.2: Non sempre la pioggia è un elemento negativo. Navigando su Internet ho scoperto una città che
ha fatto della pioggia un elemento smart.
Sig.1: Interessante! Spiegami come ha fatto
Sig.2: erano i lontani Anni 70 quando a Curitiba, una città brasiliana capitale della reg ione di Paranà,
venne eletto sindaco un architetto di origine polacca, Jaime Lerner che aveva un sogno …
Lerner:( entra e si pone al centro del palco) sì avevo un sogno audace e visionario …trasformare
Curitiba, una città di 2 milioni e mezzo di persone, in un laboratorio per uno stile di vita “bottom up” per
renderla sostenibile grazie al coordinamento di tutte le parti sociali a partire dai problemi più imminenti: il
pericolo costante di inondazioni del centro cittadino, l’abusivismo edilizio , il caos urbanistico e l’assenza di
adeguati canali di drenaggio in tutta la città.
Curitibiano1: innanzitutto ha creato il sistema dei rain garden, una serie di parchi e giardini
appositamente creati lungo le rive del fiume e nelle zone della città dove frequenti erano le inondazioni
per assorbire una parte delle acque durante la stagione delle piogge. Ha inoltre favorito l’utilizzo
intelligente di piante autoctone come sistema di argini naturali.
Lerner: ho poi creato proprio all’inizio degli Anni Settanta la Ruas das Flores, un viale in fiore nel centro
cittadino dove è possibile sedersi, camminare e soprattutto giocare ( i due Curitibiani dispongono sul
palco la striscia verde con i fiori)
Curitibiano2: il nostro sindaco ha fatto molto per il verde! oltre alla scelta di destinare 1,4 milioni di mq
a parchi, aree boschive e spazi verdi pubblici, ha incoraggiato i cittadini ad ampliare i propri giardini, a
piantare alberi e, con adeguati permessi, a tagliarne uno piantandone almeno due.
Curitibiano1: Ad oggi, gli spazi pubblici verdi sono circa 55 mq per persona, una media molto al di sopra
degli standard richiesti dalle Nazioni Unite; la manutenzione di queste aree è resa possibile e sostenibile
grazie all’utilizzo di tagliaerba veramente ecologici: pecore che brucano l’erba in eccesso e producono
lana che viene venduta per il finanziamento dello sviluppo sociale.
Lerner: non basta l’attenzione al verde! Ho poi pensato di adeguare le strade alle persone
Sig.1: mi scusi forse è il contrario: le persone si devono adeguare alle strade! In tutte le città è così!
Lerner: non a Curitiba. Per ridurre traffico e inquinamento atmosferico ho riprogettato la città in modo
tale che fosse sempre meno necessario muoversi in macchina. La prima mossa fu quella di creare una
rete stradale composta da 3 arterie principali: per entrare in città, per uscire dalla città e la terza, a
doppio senso, solo per i mezzi pubblici.
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Curitibiano2: questo progetto ci è sembrato un po’ folle, ma abbiamo dato fiducia al nostro Sindaco e,
seppure con un po’ di fatica ad adattarci, siamo riusciti ad abbattere drasticamente l’inquinamento
atmosferico anche grazie ad una efficiente rete di mezzi pubblici
Curitibiano1: Gli autobus vengono classificati non per linea, ma per tipologia: diretta, veloce, a poche
fermate e alimentadores (linee più lente che portano le persone all’interno dei singoli quartieri). Al posto
delle fermate Lerner progettò dei tubi di vetro in cui incanalare i flussi di passeggeri; oggi questi grossi
tubi scandiscono più di 150 km di percorsi ciclabili e pedonabili.
Lerner: ma non era ancora sufficiente per rendere sostenibile la mia città. Dovevo pensare al problema
dei rifiuti, problema grave in una città con più di due milioni di abitanti. Pensai allora di correlare riciclo
con sviluppo socio: economico. Ho introdotto l’idea che “nessuna cosa è mai rifiuto” e rimandai al
principio delle tre erre: ridurre, riusare e riciclare.
Curitibiano2: nella nostra città, che purtroppo come molte città brasiliane è circondata da favelas
periferiche, la raccolta dei rifiuti è un lavoro “socialmente utile” per fare il quale non c’è bisogno di
licenza: tutti possono raccogliere rifiuti, portarli al punto di Cambio Lixio e ricevere in cambio verdure,
frutta fresca, biglietti dell’autobus o dei Musei o dell’Opera…
Curitibiano1: grazie a questa attività molte famiglie riescono a sopravvivere e a sfuggire alla tentazione
della criminalità…
Lerner: il mio sogno si è avverato e Curitiba è diventata la prima smart city al mond o, quella che è stata
copiata, presa a modello...la città pluripremiata per la sua sostenibilità.
Curitibiano2: un grandioso successo per una città del Terzo Mondo ! Un successo legato alla volontà di
un uomo e alla sua capacità di coinvolgere un’intera po polazione!
Lerner, Curitibiano1e 2 (insieme) città… verde… smart… sviluppo sostenibile sono parole che ben si
accordano con Curitiba (escono insieme)
Sig.1: interessante quello che abbiamo ascoltato! Dalla pioggia ai rifiuti…
Sig.2: passando per il traffico! Guarda ha smesso di piovere! C’è l’arcobaleno!
Escono sulle note di “Over the rainbow”
Scena Finale
Smarty: (quando i ragazzi di 3B hanno lasciato il palcoscenico) Allora, cosa ne pensate? Smart city
esiste, non è un’utopia…
R. 2: Smart cosa?
Prof.ssa Mg. Aspesi
34
Smarty: Smart city vuol dire città intelligente
R. 3: Ma cosa vuol dire città intelligente? Spiegati meglio
Smarty: Intelligente è chi sa usare le conoscenze che ha per superare gli ostacoli
R. 4: E con una città che cosa c’entra? Che cosa ha a che fare?!?
Smarty: (sconsolato) Ripensate al nostro viaggio…
R. 5: (lo interrompe) Ah! Forse ho capito! Gli ostacoli sono…
R. 1: inquinamento…
R.2: degrado dei beni culturali…
R.3: traffico…
R.4: difficoltà dei bambini e solitudine degli anziani…
R.5 smaltimento rifiuti…
Prof.ssa Mg. Aspesi
35
R.1: spreco energetico…
R. 2: Mancanza di verde…
Smarty: Perfetto! E’ proprio così! Avete capito bene. Quindi, cari ragazzi, una città è veramente
intelligente se è
Tecnologica (entra ragazzo con cartelline con Ipad)
Interconnessa (entra ragazzo con lettera Y)
Pulita (entra ragazzo con lettera T)
Attrattiva (entra ragazzo con lettera I)
Rassicurante (entra ragazzo con lettera C)
Prof.ssa Mg. Aspesi
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Efficiente (entra ragazzo con lettera T)
Aperta (entra ragazzo con lettera R)
Collaborativa (entra ragazzo con lettera A)
Creativa (entra ragazzo con lettera M)
Digitale (entra ragazzo con lettera S)
Green (entra ragazzo con cartellone con albero)
Prof.ssa Mg. Aspesi
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R. 3 e R 4: (leggono) SMART CITY…
Smarty: (si posiziona al centro del palcoscenico) una smart city può esistere SOLO SE tutti si danno una
mano (chiama sul palco i 5 ragazzi che si danno la mano) Diamo inizio alla nostra smart city. C’è bisogno
di tutti. Venite anche voi! (Entrano tutti gli attori e i lettori)
MUSICA: Così parlò Zaratustra
Prof.ssa Mg. Aspesi
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