IL CASTELLO RA TIM BUM IL NARRATORE Come in ogni favola che si rispetti, il film adotta il punto di vista di un narratore onnisciente (anche se non c’è nessuna voce narrante: il narratore dirige la storia ma non compare mai) che segue i personaggi e soprattutto i protagonisti. Lo spettatore , guidato dal narratore/regista, ve de e sente molte cose (tutte quelle ne cessarie a comprendere l’evoluzione della vice nda na rrata) anche quelle che Nino – i l protagonista - non può vedere . Nel film abbondano inquadrature che ci consentono di vedere cosa accade come se fossimo accanto/davanti/dietro i personaggi. Sono inve ce pochissime le soggettive = inquadrature che ci consentono di vedere attrave rso gli occhi di un personaggio, ve diamo quell o che lui vede, dal suo punto di vista spaziale oltre che psicol ogico > questo significa che se la sua visione è parziale anche la nostra lo sarà. LA STRUTT URA DELLA STORIA Dividiamo la storia in parti: I. Introduzione e presentazione dei personaggi principali. Impostazione del conflitto mondo magico/mondo non magico. II. Percorso di normalizzazione di Nino che conduce ad un ribaltamento di sorte e al ritorno di Rosangela. III. Riconquista dei poteri magici della famiglia da parte di Nino. IV. Epilogo I. Introduzione e presentazione dei pe rsonaggi princi pali. Impostazione del conflitto mondo magico/mondo non magico. Il film si apre proponendoci il contesto in cui la storia si svolgerà: una metropoli contemporanea in cui c’è qualcosa di eccentrico, come un aquilone che vola tra grigi grattacieli, come il castello Stradivarius. Il contrasto è tra gli enormi palazzi grigi e il piccolo aquilone colorato e vagante = l’elemento ecce ntri co che serpeggia nella storia. Più ta rdi scopri remo che l’aquilone appartiene a d un gruppo di bambini destinati a di ventare amici di Nino. Sono loro quelli dive rsi rispetto al grigiore della città, sono loro i piccoli protagonisti che si muovono in una metropoli enorm e alla ricerca della magia e la trovano nel castello degli Stradi varius. La mdp riprende i grattacieli dal basso o dall’alto sottolineandone le enormi dimensioni. I ragazzi, seguendo l’aquilone, arrivano al castello e vengono spaventati dai suoi strani abitanti. Il castello dall’esterno è completamento dive rso, archite ttonicamente , rispetto al resto degli edifici. Non solo. Al suo interno scopriremo la presenza di elementi che denunciano il legame tra natura e magia: nel salone campeggia un enorme albero che morirà quando Rosangela porte rà via i poteri ai padroni di casa. Il regista ci mostra inizialmente solo le ombre, e normi, della famiglia di Nino e ci fa ascoltare un brano di dialogo da cui compre ndiamo le loro singolari abitudini (Bagni di luna i nvece che di sole!). L’inquadratura dall’alto del castello rende ancora più minuscol i i bambini sistemati propri o all’inte rno del fascio di luce che illumina l’ingresso del castello qua ndo i padroni di casa aprono la porta. Le ombre degli Stradivari us incombono su di loro e lo spettatore condivide facilmente la l oro inquietudine. Nel castello scopriamo la particolarità della famiglia che vi abita: sono dei maghi e vivono in una casa in cui abbondano elementi da favola magica (i libri, le sfingi alla porta, i pupazzi animati che dialogano con Nino). Gli zii hanno un aspetto rassicurante e la loro severità nei confronti di Nino non spaventa: non può essere così terribile studiare le stelle con un enorme telescopio e studiare un libro magico. La regia privilegia le inquadrature in cui è possibile riconosce re sempre l’ambiente in cui i personaggi si muovono > molti campi medi e lunghi, e piani americani / pochi primi e primissimi piani. Le emozioni che muovono la storia sono semplici, non c’è bisogno di molti primi piani > i personaggi più che un ca ratte re hanno una funzione, è dunque importa nte inquadra rli con tutti i loro attributi: età, fisico, abiti. Gli unici casi in cui il regista sceglie di inquadra re sol o dettagli dei personaggi (e in parti colar m odo gli occhi) è quando i maghi stanno per compiere un im portante incantesimo: zia Morgana prende la pietra nera; Ros angela con gli occhi rosso sangue ha riconquistato il potere ; Nino pre nde la pietra ne ra. Dai costumi dei pe rsonaggi compre ndiamo che gli Stradi varius vivono, nella loro casa, come in un tempo immobile, divers o dal nostro, il tempo indetermina to di una favola. La stessa fisionomia di Nino, i capelli nerissimi, il ciuffo dritto, ne denunciano la natura di eroe non convenzionale, più da commedia che da tragedia. Il film è ricco di citazioni e rimandi a film appartenenti allo stesso genere – il fantasy o fantastico – e soprattutto dal film di Spielberg: E.T. Ad esempio lo zio, per spiegare a Nino cosa avverrà la notte dell’allineamento dei pianeti, fa levitare nella stanza i modellini di pianeti così come fa E.T. pe r spiegare a d Elliot da dove proviene . In seguito la scena in cui i ragazzi escono di notte, in bici, ricorda ancora Elliot e i suoi amici che accompagnano E.T. all’appuntamento con l’astronave. Gli effetti speciali sono soprattutto meccanici e ogni manifestazione magica viene accompagnata dal classico apparato di fenomeni come fum o, vento, luci e movimenti di oggetti. I pupazzi amici di Nino sono semplici marione tte. A d effetti speciali digitali si ricorre invece nelle scene i n cui bisogna recupera re la pietra nera da llo specchio. Nino viene immediatamente connotato come un bambino un po’ solo, dall’aspetto buffo e incapace di rispondere alle aspettative dei suoi tutori. I suoi tentativi di rubare la magia dal libro della zia falliscono miseramente e comicamente. Le inquadrature dall’alto o dal basso vengono usate spesso nel film perché questo dà modo al regista di creare giochi di forme facendo muovere i personaggi all’interno di scenografie fortemente connotate: quando Nino levita pe r sbaglio, viene inquadra to dal basso sullo sfondo di un soffitto de corato in modo tale da i ntensificare l’eff etto della rotazione del bambino quando la zia comincia a ti rarlo giù. In contrasto con il mondo magico in cui vive Nino, scopriamo i due personaggi cattivi che intendono cacciar via gli Stradivarius per costruire al posto del castello un altro grattacielo > il mondo non magico intende espellere l’elemento magico > i cattivi non maghi – come gli zii gabbani di Harry Potter – non comprendono il mondo magico, lo respingono, intendono uniformarlo al loro. Ma compiono un errore di valutazione cercando proprio la complicità di una maga cattiva destinata a sopraffarli. Anche in questo caso “i ca ttivi” hanno una connotazione da favola ma anche da commedia: c’è un capo che si crede mol to furbo e un aiutante poco intelligente > col tempo e ntrambi si rivelano ugualmente sci occhi dal momento che la sete di potere impedisce l oro di valuta re correttamente il pericol o rappresentato da Rosangela. Fisicamente la calvizie del catti vo ci ricorda altri famosi “villains” come Lex Lutor, l’anta gonista di Supe rman. All o stesso modo l’uso da parte di Rosangela di abiti eccessivi, da malvagia che vorrebbe essere fatale, ci riportano alla mente i costumi di un pe rsonaggio com e Crudelia Dem on. Altro elemento “tradizionale” la risata antipatica e rum orosa. Interessante la trasformazione che subisce Rosangela: all’inizio è scarmigliata e i suoi ca gnolini sono comici pe rché neri sì, ma piccoli e inoffensivi. In seguito, quando riacquisirà i poteri , i suoi abiti diverranno sempre più sfarzosi e anche i docili cagnoli ni cambieranno. I col ori dominanti dei costumi dei “ villains” sono forti, decisi, come la connotazione violenta del loro caratte re: sono il rosso, il marrone, il viola e il nero. All’interno del castello la luce è solare, mentre nell ’albergo di Rosangela domina l’oscuri tà e la luce che entra dalle finestre non illumina uno spazio che risulta angusto in cui i pe rsonaggi sembrano accalcarsi. II. Percorso di normalizzazione di Nino che conduce a d un ribaltamento di sorte e al ritorno di Rosangela. Proprio quando Nino è più frustrato dai suoi fallimentari tentativi di entrare nella comunità dei maghi, l’incontro con i tre ragazzi che giocano con l’aquilone gli fanno vedere le cose da un nuovo punto di vista: perché deve essere per forza qualcosa che non riesce ad essere? Perché non può essere “normale”? La serenità del pomeriggio trascorso con i ragazzi “normali” ci viene raccontata attrave rso un montaggio che ci mostra i loro volti allegri e i loro giochi mentre ascoltiamo una musica altrettanto serena. Ma con il calare della sera a rriva il momento di torna re a casa, la fine dei giochi e d a questo punto che compaiono i cattivi che sono in ascolto > la notte è da sempre il momento dei mostri . Nino vive la stessa esperienza di molti ragazzi e adolescenti che desiderano sentirsi come gli altri e che mal sopportano di essere diversi (per razza, status sociale o economico, per capacità e attitudini). Nino dovrà dunque compiere, da questo momento, un percorso di crescita che lo condurrà a comprendere finalmente come la sua diversità sia solo la sua ricchezza e che il fatto di vivere in una famiglia diversa dalle altre non lo taglia automaticamente fuori dalla comunità dei coetanei. I gesti compiuti da Nino al ritorno a casa, le battute in cui insiste sul termine normale, ci fanno facilmente comprendere il suo stato d’a nimo. La specificità del linguaggi o cinematografico sta nell’offri rci - a ttrave rso immagini e suoni - informazioni attrave rso le quali a rriviamo a comprende re la psicologia dei personaggi. In un l ibro, invece , l’autore può descrive rci dettagliatamente stati d’animo, pensieri , riflessioni dei personaggi. Un film, dunque , ri chiede da parte nostra una maggiore capacità di deduzione. La voglia di “normalità” di Nino conduce il ragazzo al disastro: i cattivi si presentano al castello e fanno credere che per essere accettato in una scuola vera deve permettere loro di fotografare il libro di zia Morgana. A questo punto Nino dovrà cominciare ad agire per salvare la sua casa e gli zii. In questo modo scoprirà di appartenere profondamente alla sua famiglia. III. Riconquista dei poteri magici da parte di Nino. Nino si ritrova ad essere il solo in grado di agire e di salvare il castello e la famiglia. Il primo istinto è quello di cercare aiuto dai suoi amici “normali”. Ma per ottenerne l’appoggio deve fare in modo che credano alla sua storia e, allo stesso tempo, che le sue rivelazioni non li spaventino troppo. Una battuta è particolarmente importante, quella in cui Nino dichiara agli amici: “Non sono strano, sono solo un po’ diverso da voi”. Il castello non più magico ha perso luce e calore e, soprattutto, l ’albero che ne sottolineava il forte legame con la natura è spoglio. Anche i costumi laceri e stra cciati degli zii, e pi ù vi cini a l nostro modo di vestire , denunciano il cambiamento. Al contrari o l’oste ntata e aggressiva eleganza di Rosangela ne dichiara il potere acquisito. A casa degli amici Nino scopre soprattutto il tempo dive rs o delle persone normali: il ritmo accel erato delle azioni compiute dalla famiglia ci fa comprendere come per il piccolo mago la frenesia delle nostre giornate sia assolutamente bizzarra. Grazie alla sua sola intelligenza Nino trova il modo di salvare la situazione ricordando il potere della pietra nera. A questo punto gli serve l’aiuto concreto degli amici per raggiungerla e trascrivere la formula sul libro magico. Il percorso compiuto da Nino pe r s alvare i suoi ha anche una valenza simbolica: i sotterra nei della casa (come ogni grotta o caverna che si rispetti) è un l uogo buio, pauroso, che potrebbe contene re terribili sorpre se o tesori ben difesi, un luogo dal quale è difficile uscire se non attrave rso un faticoso percorso. A mitigare la dramma ticità della situazione la comparsa del pupazzo amico di Nino che rende il sotterrane o meno minacci oso. Nino rappresenta dunque l’eroe , il personaggio positivo, che riesce ad usci re dal sotterra neo, a superare gli ostacoli. Dalle casette delle favole (Hansel e Gretel, Pollici no, Cappucce tto Rosso) alle caverne/sotterranei de lla letteratura per ragazzi (Tom Sawyer, Harry Potte r) gli eroi, come i ragazzi che in essi si identificano, de vono impa rare a liberarsi dalla paura, dai pericoli , dall’oscurità. Solo in questo modo è possibile crescere , passare ad uno stadio successivo di esistenza. Nella casa è fondamentale l’uso del montaggio: inquadrature molto bre vi re ndono conci tato il ritmo della scena rende ndol a avvince nte. In questo caso il regista per consentirci una maggiore partecipazione emotiva alla scena ricorre alla soggettiva : spiamo Rosangela dal punto di vi sta di Nino nascosto sul ballatoio della biblioteca. IV. EPILOGO L’allineamento dei pianeti consente alla famiglia Sradivarius al completo di intensificare i suoi poteri. La luce che illumina la famiglia Stradi varius, dura nte l’allineamento, è chiara e connota positivamente la magia bianca e buona della famiglia. L’evento va festeggiato con un ballo: vediamo volteggiare ed eseguire passi di una danza d’altri tempi interessanti e coloratissimi personaggi che contribuiscono a creare, ancora una volta, un’atmosfera d’incanto senza tempo. Ora riconosciamo accanto a Nino i suoi amici: l’avventura vissuta dal ragazzo lo ha trasformato in un vero mago ma, allo stesso tempo, gli ha permesso di entrare in contatto con l’esterno e di creare un dialogo con i suoi coetanei al di là delle differenze che li caratterizzano. IPOTE SI PER UN A DI SC US SIO NE Il protagonista e il suo ambiente 1) In che tipo di città si svolge la storia? 2) Cosa ne pensi del castello di Nino? 3) Secondo te, quali sono le attività principali che vi si svolgono? 4) Hai mai visto un castello come quello di Nino? La psicologia del protagonista 5) Cos’è che preoccupa Nino? 6) Cosa vorrebbe fare da grande? 7) Cosa gli piace fare? A che giochi partecipa? 8) Che tipo di ragazzo credi che sia? 10) Credi che Nino ti somigli in qualche modo? Viktor e la sua famiglia 12) Cosa credi che Nino pensi della sua famiglia all’inizio della storia? 13) Come si comportano gli zii con lui? 14) Credi che gli zii gli vogliano bene? 15) Secondo te cosa pensa Nino degli zii alla fine? 16) Ricordi cosa pensavi dei tuoi genitori a 6 anni? E a 8? Cosa pensi di loro adesso? 17) È cambiato il rapporto con i tuoi da quando avevi 6 anni? 18) Come sono i tuoi rapporti con tuo fratello/sorella? 19) Qual è la cosa più importante che ti aspetti da loro? 25) Cosa significa per te essere fratelli? Nino e i suoi amici? 26) Chi sono i migliori amici di Nino? 27) Cosa divide con loro? 28) Cosa scopre con loro? 29) Quali sono le scoperte più importanti che hai compiuto con i tuoi amici? 30) Quali sono le scoperte più importanti che ti aspetti di compiere con loro? 31) Secondo te, a cosa servono gli amici? Le tue opinioni 1) Scrivi un testo sul film Cosa ne pensi nel suo complesso? Quali pensieri ti ha ispirato? Quale elemento ti ha più colpito? Quale scena ti è piaciuta di più? 2) Se dovessi consigliare ai tuoi amici di vedere il film, in che modo lo faresti? IMMAGINI, PAROLE E SUONI 3) Descrivi la scena che più ti è piaciuta nel modo più dettagliato possibile. 4) Perchè hai scelto questa scena? 5) Cosa ti ha colpito di più? Un colore, la scenografia, la musica, il dialogo? Altro? 6) Come vestono i personaggi nella scena? Perché? 7) Il loro modo di vestire ti aiuta a capire meglio come sono fatti? 8) La scena è girata in interni (in una casa o un altro edificio)? 9) O in esterni (all’aperto, al mare, in montagna)? 10) Di giorno o di notte? 11) C’è un colore dominante, un colore che hai notato più degli altri? 12) Se sì, pensi che ci sia un motivo? 13) C’è musica nella scena che hai scelto? Che sensazioni ti ha suscitato? 14) Pensi che avresti scelto una musica differente? 15) Se sì, che musica avresti scelto? 16) Pensa alla scena e prova a immaginare dove era sistemata la macchina da presa rispetto agli attori? Vicino agli attori? Lontana agli attori? È un’immagine fissa? O pensi che la macchina da presa si muova verso gli attori o allontanandosi da loro? Prova a ricordare e a ricostruire i movimenti della mdp? 17) Nella scena che hai scelto, se fossi stato il regista, cosa avresti cambiato? 18) Il film ti ricorda un libro che hai letto? 19) Cosa hai provato alla fine del film? 20) Prova a immaginare un diverso finale per il film e disegnane lo storyboard. 21) Se dovessi scrivere un breve testo per pubblicizzare il film, che cosa scriveresti? 22) Prepara una tua locandina del film (usa matite e colori o il tuo computer). Film e libri Il tema della magia ritorna in modi diversi in tantissimi film ma se ci limitiamo alle figure di piccoli maghi è naturale pensare immediatamente al giovane mago più famoso del mondo Harry Potte r (USA, Arthur Hiller, 1970). Harry, a differenza di Nino, nasce dalla fantasia di una scrittrice piuttosto che da quella degli sceneggiatori, ma non è l’unico piccolo mago della letteratura per ragazzi. In libreria potette trovare altri ragazzi che hanno strabilianti poteri e vivono avventure mozzafiato come in Storie di giovani Maghi di Isaac Asimov, L’Apprendista stregone di Tomi Ungerer, Storie di Matilde di Bianca Tarozzi, Strega comnda colore di Tommaso Carpegna Falconieri o Il re Grigio di Susan Cooper (tutti Mondatori junior). O ancora Il mago di Ursula K. Le Guin, La bambina quasi maghina di Vivian Lamarque, Donata Montanari (tutti Salani).
© Copyright 2024 ExpyDoc