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IL PERSONAGGIO
Testo
Samuele Prosino
Foto
Ti-Press / Sara Solcà
e Gary Bernasconi
Potere ai giovani
Il team ticinese dello snowboard
sposa la linea verde
Per essere delle belle speranze, nello sport, non è sufficiente una
buona forma fisica e una predisposizione alla competizione: serve
una mentalità vincente e positiva. Un sorriso grande come una
casa è un altro punto a favore. Come del resto uno spirito pronto
alla battuta.
Si dice che gli snowboarder siano tra gli sportivi più aperti ed estroversi dell'intero circo bianco. Alcuni arrivano dallo sci, altri sono autoctoni e d'estate preferiscono piazzare un paio di rotelle sotto la
tavola piuttosto che abbrustolire in spiaggia con i cruciverba non
finiti. Ma dietro al loro mito di piacioni barbuti e di uomini senza
macchia e senza paura, ci sono ore, giorni, mesi di allenamento
continuo, levatacce a prendere per primi i salti e tante, tante cadute
da mettere in conto.
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Gli appassionati dell'ultima ora, tra cui chi scrive, preferiscono vederli saltare e ballare sulla neve senza alcuno spirito di emulazione,
ché son già bastati anni e anni di Tony Hawk Pro Skater sulla Playstation e una decina di uscite sulla neve per sentirsi già abbondantemente vecchi.
Andiamo alla scoperta di due giovani atleti che non solo praticano
l'arte dello snowboard, ma la amano profondamente. Il maestro,
classe 1990, e l'allievo, classe 2001, sono rispettivamente Gary
Bernasconi e Patrick Hofmann. Conoscono la tavola come se fosse
una sorella maggiore, una persona a cui portare rispetto e grazie
alla quale possono utilizzare un linguaggio che a un neofita potrebbe risultare parecchio settoriale (snocciolare una ad una tutte le parole dello slang da snowboarder è un'impresa che forse nemmeno il
mitico Shaun White sarebbe in grado di portare a termine).
‡ Gary
Bernasconi
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IL PERSONAGGIO
IL PERSONAGGIO
Molti pensano che gli
snowboarder facciano
festa tutto il giorno
e basta. Ovviamente
è tutto il contrario
– Gary Bernasconi –
Gar y
rnasconi
Cognome: Be
90
: 25 aprile 19
ita
Data di nasc
ita: Sorengo
Luogo di nasc
ardercross
Bo
a:
Nome:
Disciplin
llo snowboard:
Prima volta su
zo
a 5 anni e mez
cott
es
W
Idolo: Seth
una squadra
e
er
av
Obiettivo:
ande
sempre più gr
Cominciamo dal maestro...
Normalmente si farebbe fatica
a definire maestro un ragazzo
di 24 anni, ma Gary ha già bruciato parecchie tappe. E' sullo
snowboard da quando aveva
5 anni e mezzo… «In realtà
ho iniziato prima in skateboard, ed ero molto molto piccolo.
Poi Kenzo, mio fratello, che ha
cinque anni più di me, ebbe in
regalo uno snowboard al suo
nono compleanno. Lo volli subito anch'io». Ora Gary, grazie
al regalo fatto a suo fratello, è
un professionista della tavola,
avendo superato con successo
il duro esame che premia con
la qualifica di istruttore. «Come
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negli altri paesi, anche da noi la
formazione è lunghissima. Per
fortuna a me è andata bene:
avevo sentito che la federazione
aveva bisogno di un allenatore
e mi sono buttato a tutta per
farcela. Ora sono qui, a lavorare per avere sempre più ragazzi
da seguire». Ricordiamo che
Gary non ha mai fatto parte di
alcuno Sci Club (dettaglio che
spesso non permette di chiedere l'iscrizione alle gare) e che
è diventato bravo... filmandosi
mentre si divertiva con gli amici.
Molti credono che sarebbe
meglio evitare il contatto tra
chi scia e chi fa snowboard.
Sembra uno scontro tra tradizione e modernità...
«Il problema è esclusivamente
per chi vuole andare in pista.
Tutti, tra sciatori e snowboarder,
hanno bisogno dei propri spazi
di manovra sulla neve, quindi
capisco gli sciatori che criticano
la tavola: gli snowboarder possono essere un pericolo quando,
magari sfruttando un salto, rientrano direttamente in pista. Si
può ovviamente coesistere, ma
la soluzione migliore e definitiva
è sicuramente uno snowpark dedicato. Più snowpark nasceranno, meno incidenti ci saranno
tra sci e tavole. Il problema si ridimensionerebbe drasticamente,
senza andare a cercare soluzioni
estreme come quelle di costruire
piste dedicate all'una e all'altra
passione».
Altri, invece, pensano che
lo snowboard sia uno sport
“alternativo” e basta, fatto per
ragazzi e ragazze che saltano
come se non ci fosse un domani. Sappiamo che non è così,
confermacelo...
«Tutto vero, sono ancora tanti
a pensare che questo sport sia
ancora di nicchia, come se fosse
una moda. C'è l'immagine dello
snowboarder che fa festa tutto
il giorno e che non si impegna
troppo. Insomma, pare che il
movimento sia formato da soli
spiriti liberi senza un obiettivo
preciso. Ovviamente è esattamente il contrario: come tutti
gli atleti c'è una grossa preparazione dietro al minimo trick,
e questo lo si nota soprattutto
durante manifestazioni come le
Olimpiadi. Dietro a quei salti
pazzeschi c'è un lavoro lungo
e costante, fatto per migliorare
sempre di più le performance e
lo stile. Un salto sbagliato può
costare un intero anno di preparazione!».
A proposito di “alternatività”, è vero che sempre più
snowboarder portano la barba?
«Io ce l'ho, è vero. Ultimamente capita sempre più spesso di
vedere barba, baffi, strane capigliature». (Seguiremo la carriera
di Patrick anche per vedere se
questa moda andrà avanti, ndr).
Cosa conta di più nel tuo
sport, l'estro o la fisicità?
«Diciamo che la forma fisica e
la fantasia vanno di pari passo. Se hai una buona condizione
fisica e voglia di migliorare la
forma, diciamo, “acrobatica”,
puoi avere tutte le carte in regola per competere. Come sempre
ci vuole costanza e fiducia nei
propri mezzi. In ogni caso le
parti più importanti del corpo
da potenziare sono le gambe e
il tronco, anche se il nostro non
è uno sport che obbliga gli atleti
a concentrarsi in qualche punto
specifico. Infatti, quando si cade
(e si cade spesso) è importante
avere una buona muscolatura
in generale; se non si ha quella,
il rischio di farsi male diventa
molto alto».
Tu insegni anche a saltare
e volteggiare con la tavola, ma
nello snowboard c'è sempre
qualcosa da imparare.
«Certo. Assolutamente. Se
guardiamo alle sole Olimpiadi
Invernali, in gara c'erano praticamente delle trottole che gira-
vano dappertutto, tanto da farci chiedere: ma cosa sta facendo
quello? Siamo arrivati ad un
livello davvero incredibile, con
dei 1440 (quattro rotazioni complete) più triplo cork (tre rotazioni fuori asse) fatti a velocità
mostruose. Da parte mia ho già
avuto le mie belle soddisfazioni:
un mio ragazzo ha eseguito in
allenamento un doppio salto
mortale all'indietro, che non è
comunque una cosa facile...».
Dove vi allenate?
«È una bella domanda perché
è il nostro grande problema.
Giriamo molto, non abbiamo
una base fissa. In Ticino stia-
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IL PERSONAGGIO
IL PERSONAGGIO
Una volta salito sulla
tavola passano tutte le
paure
– Patrick Hofmann –
Nome:
L'esempio da seguire è
quello dello skatepark di
Lugano
Data di nascita
: 24 aprile 20
01
Luogo di nascita
: Locarno
Prima volta sullo
snowboard:
a 8 anni
Idolo:
Iouri Podladtchi
kov
grab
Obiettivo: part
ecipare
agli X games
– Gary Bernasconi –
mo cercando da tempo di creare
qualcosa, ma purtroppo ad inizio stagione il pensiero è ancora
rivolto principalmente alle piste
da sci. Non abbiamo nulla di
garantito. Lo snowpark di solito arriva alla fine dell'annata,
il che non aiuta molto. Per noi
non è sufficiente. Puntiamo ad
avere qualcosa già alle porte
della stagione, anche di ridotte
dimensione; basta avere la possibilità di fare due o tre salti e
qualche rail».
Che struttura vorresti per i
tuoi ragazzi?
«La cosa migliore sarebbe creare una stazione in Ticino dove
già d'estate si preparino in
anticipo, con la terra, le basi
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dei salti. In questo modo ci
vorrebbe molta meno neve per
formare lo snowpark, e non è
una cosa da poco, perché non
sempre nevica come in questa
annata. Ora lo snowpark viene
formato a neve già caduta, con
uno spreco evitabile di tempo e
di opportunità. Come allenatore il fatto di non averlo per tempo mi pesa molto; sto facendo
tutto ciò che è in mio potere per
convincere chi di dovere a fare
un passo avanti, verso di noi.
L'esempio da seguire è quello
dello skatepark di Lugano, un
vero gioiello. Prima della sua
inaugurazione non c'erano molti skater in giro per la città, ora
c'è un movimento incredibile...
Sono certo che una struttura
Patrick
Hofmann
Cognome:
Trick preferito:
analoga farebbe aumentare
in poco tempo gli appassionati, portando ragazzi nel giro e
chissà, magari facendoci scoprire nuovi talenti».
Come vi allenate d'estate?
«Ci alleniamo tanto in piscina,
soprattutto con i tuffi. Facciamo un'attività di questo tipo,
con evoluzioni prese anche dalla
ginnastica d'attrezzistica, giusto per abituare i ragazzi a determinate mosse. Capire come
e dove sei posizionato mentre
sei in volo è molto importante...
per atterrare bene, paradossalmente».
Si sente la mancanza, in
Europa, di eventi di portata
internazionale come gli X-Games?
«Non credo. Abbiamo altre cose
a livello europeo, come il Burton
European Open che attira molti
atleti di grande fama. La differenza è che gli X-Games sono
più noti e più grossi anche come
organizzazione. Magari un
giorno arriverà anche da noi,
ma le gare non mancano visto
che ci sono comunque i Mondiali e la Coppa Europa».
Lo slang dello snowboarder
Come sta andando la tua
stagione agonistica?
«Ho fatto delle gare a livello
nazionale nel boardercross,
con buoni risultati, grazie ad
alcuni terzi e quarti posti. In
Austria ho partecipato a una
4. Kantenfehler: quando tocchi con la lamina su un rail o su un box,
oppure anche sulla neve, e ti ribalti. Di faccia o di schiena, è lo stesso:
è un classico epic fail
5 parole che bisogna assolutamente sapere sullo snowboard,
spiegate da Patrick Hofmann:
1. Rail: è un tubo simile ad un manico di una scala, può avere forma
cilindrica o cubica. Ci si va sopra e si scivola giù... cercando di stare in
equilibrio.
2. Box: è come un rail, ma molto più largo. La sua superficie può raggiungere e superare le dimensioni di una panchina, il che lo rende più
facile rispetto al rail.
3. Cork: una rotazione fuori asse, che parte dalle spalle. Invece della
normale rotazione, che si fa con la testa sempre in alto, in questo caso
la testa passa anche... sotto la tavola.
5. Pole Jam: un rail in salita che ti offre lo slancio per saltare e fare
delle acrobazie.
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IL PERSONAGGIO
IL PERSONAGGIO
Lo snowboard in pillole
Data di nascita: anni '60
Luogo di nascita: Stati Uniti
Prima volta agli X-Games: 1997
Prima volta alle Olimpiadi: 1998
Discipline Olimpiche attuali:
• Halfpipe. Una rampa a sezione semicircolare o paraboidale
dove gli snowboarder si sfidano con i trick più complessi
• Boardercross o snowboard cross. Un percorso, fatto di curve
e di salti, che gli snowboarder percorrono insieme
• Slopestyle. Un percorso a ostacoli con numerosi rail e salti, nel
quale gli snowboarder devono realizzare al meglio le figure richieste
• Slalom. Ha le stesse caratteristiche dello slalom sciistico,
si corre anche in parallelo
gara FIS, arrivando sesto nella
prima giornata, e poi ho potuto gareggiare nella mia prima
Coppa Europa, svolta a Puy, in
Francia».
Il team di Gary è ancora abbastanza piccolo, ma con ottime
aspettative. Sono tre i ragazzi
sotto la sua guida, il più grande
di 16 anni ed il più piccolo di 12,
che è per altro l'altro protagonista della nostra intervista. Nato
nel nuovo millennio, Patrick ha
già le idee molto chiare su quello che farà da grande. Non è da
tutti, a questa età, dire «il mio
sogno? sicuramente partecipare
agli X-Games»… Sulla tavola ci
è salito a 8 anni, ma non senza
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aver prima provato l'ebbrezza
dello skateboard, sport che comunque continua a praticare
nelle stagioni calde. A giudicare dalla capigliatura bionda e
sciolta, e dalla competenza con
la quale descrive i trick, sembra
avere un futuro come saltatore (e infatti preferisce di gran
lunga grabbare che scendere
noiosamente dalle piste). I genitori appoggiano la sua scelta,
ma come si potrebbe fermare
uno così? Riuscirebbe a vendere ghiaccio agli eschimesi. «Mi
alleno due volte a settimana
senza contare il weekend. E
quando non c'è la neve, il mio
sport preferito rimane lo skate». La paura? «Prima di fare la
gara, sono un po' teso. Ma una
volta salito sulla tavola passa
tutto». Patrick ha già raggiunto dei buoni risultati, in questa
stagione: «Sta andando tutto
bene, sono arrivato una volta
secondo in un freeride in Ticino,
poi quinto a Laax in una gara
di rail. Ho partecipato anche al
contest di slopestyle ad Arosa».
Ma, oltre ai risultati, la cosa più
importante è che questo ragazzino vinca sempre la gara del
sorriso, temerario come i campioni olimpici.
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