6_2_2014 - CGIL Basilicata

RASSEGNASTAMPA
RASSEGNASTAMPA
6 febbraio 2014
RASSEGNASTAMPA
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Giovedì 6 febbraio 2014
www.ilquotidianodellabasilicata.it
ANNO 13 - N. 36e 1,20
in abbinata obbligatoria con Italia Oggi
Direzione e Redazioni: POTENZA, via Nazario Sauro 102, cap 85100, tel. 0971 69309, fax 0971 601064; MATERA, Piazza Mulino 15, cap 75100, tel. 0835 256440, fax 0835 256466
IL CASO
La città e la provincia sono tristi, abbiamo sentito un po’ di pareri
Si sgonfia dopo 10 anni
lo scandalo per i brogli
di Scanzano
Il capo d’accusa
troppo generico
Potenza la più infelice d’Italia? Ma è proprio così?
IL SINDACO CHE VORREI
di ANTONELLA PELLETTIERI
NON so se qualcuno ha pubblicato una monografia dedicata alla storia della città di Potenza attraverso i suoi
continua a pagina 19
GIACUMMO alle pagine 22 e 23
CORRADO a pagina 31
Mario Altieri
Il vicesindaco di Ferrandina nominato nella segreteria del dipartimento di Berlinguer: ha una
società di certificazioni ambientali ed è in affari con Castellano. Chi controlla il controllore?
Ambiente:
il conflitto di interessi
dell’ing. Mazziotta
Subito le dimissioni
Basento-Bradano
Botta e risposta
Liuzzi (M5S)
«Latronico
e Folino dicono
il falso»
La replica «E’ vero»
LABANCA a pagina 12
Mazziotta
Idrocarburi
nell’acqua
delle case a Tito
L’Arpab conferma
rilievi privati
Sos del sindaco
AMATO a pagina 6
PRESIDENTE,
DEVE ESSERE
IL TEMPO
DEI MIGLIORI
di LUCIA SERINO
QUESTO deve essere il tempo
dei migliori. Perchè altro tempo non ci è concesso. Devono
essere bandite tre categorie:
gli scoraggiatori, i calunnia-
tori e i parassiti di professione. Ma bisogna stare alla larga da un'altra cerchia di persone: quella di chi coltiva gli
interessi personali.
Ritorno su un tema al quale
continua a pagina 9
Pittella
Quei consorzi
che mangiano
soldi da decenni
Tutti gli sperperi
in una relazione
lasciata
nel cassetto
PANETTIERI a pagina 10
Il generale
della Finanza
Zago
fa il bilancio
a partire
da rimborsopoli
LABANCA a pagina 7
Una ricerca sulla Camera di Commercio: «Il lavoro? Ci si mette in proprio»
a pagina 21
a pagina 13
Lo sapevate che sulla collina di Matera si coltivano
i pistacchi? Un business che compete con la Sicilia
Promuovere e sviluppare le aziende:
l’idea di Materahub che fa impresa
UNGOLO a pagina 14
CIERVO a pagina 15
SPORT
CALCIO REGIONALE
Pugni in campo
Giocatore
in ospedale
BASKET
ULIVIERI A POTENZA
Il calcio
la politica
e l’integrazione
sociale
Gioca la Bawer
Mantova
è temibile
40206
Ulivieri a Potenza
9
771128
022007
SCOGNAMIGLIO a pagina 16
RASSEGNASTAMPA
Napolitano ha centrato
il problema. In Europa avete
assolutamente un problema
di austerità. Basta guardare
come alcuni Paesi hanno
spremuto il settore pubblico
senza stimolare il privato.
Richard Freeman
Harvard University
1,30 Anno 91 n. 35
Giovedì 6 Febbraio 2014
U:
Il Senato contro Berlusconi
Falce e fumetto
I giornalini per
bimbi comunisti
Pallavicini pag. 17
●
●
Redford e i Coen
cinema d’autore
Inter, Thohir
prepara la
rivoluzione
Crespi pag. 20
Caruso pag. 23
La scelta di Grasso: parte civile nel processo sulla compravendita dei senatori. «È un dovere morale»
L’ufficio di presidenza aveva espresso parere negativo ● Il Cav furioso minaccia di far saltare le riforme
«È un dovere morale»: così il presidente Piero Grasso motiva la decisione di
far costituire il Senato come parte civile contro Silvio Berlusconi nell’ambito
del processo sulla compravendita dei
senatori. L’ufficio di presidenza aveva
espresso parere negativo con i voti dei
rappresentanti di Fi, Ncd e centristi.
Furibonda reazione di Forza Italia col
solito repertorio su giudici e sinistra.
Staino
FANTOZZI FUSANI A PAG. 2
Storia di Messora
grillino tra il Cav
e Castrocaro
SOLANI A PAG. 3
Rappresentanza:
è braccio di ferro
Camusso-Landini
Governo, si allarga
il pressing su Renzi
FRANCHI A PAG. 13
Lotta all’Austerity
la sinistra dov’è?
MASSIMO D’ANTONI
●
QUELLO DEL PRESIDENTE NAPOLITANOALPARLAMENTOEUROPEOÈ STATO UN GRIDO IN CUI È IMPOSSIBILE NON RICONOSCERSI. Almeno per chi ancora cre-
de al significato storico del progetto europeo, e quindi vede concreto il rischio
della sua dissoluzione, sotto i colpi pesanti della crisi economica e del crescere di forze che su tale disgregazione
scommettono. Erano soltanto due anni fa quando una parte importante dei
politici, dei commentatori più influenti
e degli addetti ai lavori insisteva sui nostri «compiti a casa».
SEGUE A PAG. 16
IL CASO PEDOFILIA
Bruciare i rifiuti
adesso è un reato
Convertito in legge il decreto
«Terra dei fuochi» ma Lega
e Cinque Stelle votano contro
Tra le misure approvate anche
la mappatura dei siti inquinati
e i fondi per iniziare i controlli
medici sulla popolazione locale
COMASCHI A PAG. 10
L’Onu accusa il Vaticano
● «Ha permesso gli abusi»
La reazione: valuteremo
ma no a ogni interferenza
Accuse pesanti dell’Onu al Vaticano:
ha permesso i casi di pedofilia nella
Chiesa. Chiesta la rimozione dei responsabili. La reazione: valuteremo il
rapporto con il massimo impegno ma
no a interferenze. Intervista a Marazzita: svolta grazie a Papa Francesco.
DEGIOVANNANGELIMONTEFORTEAPAG.9
Recuperare
il tempo perduto
PIETRO GRECO
A PAG. 10
FRONTE DEL VIDEO
● Dalla maggioranza
appelli al segretario del Pd
perché assuma la guida
● Replica: non è all’ordine
del giorno ● Il Colle: bene
i risultati della continuità
Renzi a Palazzo Chigi? Nel giorno della
direzione del Pd è il tema che tiene banco nel dibattito politico. Da diversi alleati della maggioranza è un pressing
nei confronti del segretario-sindaco
perché assuma la guida del governo.
Lo stesso leader democratico chiede a
Letta un «cambio di passo», ma avverte che l’ipotesi premiership non è all’ordine del giorno. Il premier Letta oggi
sarà alla direzione per ribadire che serve stabilità. Napolitano apprezza la
continuità dell’opera dell’esecutivo.
LOMBARDO A PAG. 4-5
MARIA NOVELLA OPPO
La guerra dei buffoni
zioni. Uno strapotere che nessuno gli ha
mai affidato, visto che non è stato eletto
●
in tv , come l’al- e, del resto, neppure eleggibile. Ma, torIL PROFESSOR PAOLO BECCHI SI DEFINISCE «INTELLETTUALE», COSA
CHE,QUANDOINTERVIENE
tra sera a Ballarò, gli consente di entrare
e uscire a piacere dalla rappresentanza
del M5S. In effetti, non è un portavoce e
neppure un dirigente; men che meno il
guru («Non avrai altro guru al di fuori di
Casaleggio»). Forse, l’unica definizione
che si attaglia a Becchi è quella retrodatata di «microfono di Dio», intendendo
per Dio il comico genovese che decide
della vita e della morte di politici e istitu-
nando al professor Becchi, quando Giannini, di Repubblica, ha spiegato che il famigerato regalo di 7,5 miliardi alle banche, (pretesto dell’assalto grillino alla Camera), non esiste, il professore ha fatto
finta niente. Ma non ha dimenticato di
buttare lì il suo irresponsabile grido:
«Siamo in guerra»! È il caso di ricordargli che l’Italia ripudia la guerra, anche
quella degli intellettuali e dei buffoni.
Letta o svolta?
Matteo al bivio
IL RETROSCENA
VLADIMIRO FRULLETTI
«Lo sappiamo benissimo che il
destino del Pd è legato al quello
del governo». Così il fidatissimo
renziano Dario Nardella
riassume, davanti ai microfoni
del Tg3, la questione dei
rapporti fra partito e Palazzo
Chigi. Una mutua, inevitabile
dipendenza. «Se va bene il
governo, va bene anche il Pd»
riassume l’ex vicesindaco di
Firenze.
SEGUE A PAG.4
RASSEGNASTAMPA
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giovedì 6 febbraio 2014
POLITICA
Senato parte civile
contro Berlusconi
Grasso: «Un dovere»
La decisione dopo
aver sentito il parere
dell’ufficio di presidenza
● I senatori hanno
ribaltato la
maggioranza: 10
contrari tra cui
Lanzillotta e il casiniano
De Poli
●
CLAUDIA FUSANI
@claudiafusani
Ha deciso in scienza e coscienza. Anche
se contro la maggioranza dei pareri dei
senatori. Con coraggio e consapevole
che la sua potrebbe essere una scelta
che fa saltare il banco della politica e il
delicato equilibrio raggiunto sulle riforme. Ma la ragion di stato non può soffocare la dignità delle istituzioni e del mandato degli elettori. Il comunicato dello
staff del presidente del Senato Pietro
Grasso arriva alle 19 e 30: il Senato sarà
parte civile nel processo sulla compravendita dei senatori che comincia martedì (11) a Napoli. Lo aveva chiesto il gip
mesi fa quando ha notificato a palazzo
Madama la citazione come parte offesa
nel dibattimento che vede imputati il faccendiere ex giornalista Valter Lavitola e
Silvio Berlusconi. Un terzo imputato,
reo confesso, l’ex senatore Sergio De
Gregorio ha già patteggiato la pena di
20 mesi. L’accusa per tutti è corruzione:
nel biennio 2007-2008 il Cavaliere pianificò l’operazione Libertà e dette mandato a De Gregorio, eletto nell’Idv di Antonio Di Pietro (anche loro parte offesa e
parte civile) di passare in Forza Italia e
di convincere altri senatori indecisi. De
Gregorio fu pagato tre milioni di euro.
Altre offerte economiche (il senatore Caforio, Idv) furono respinte. Ma in un modo o nell’altro il governo Prodi cadde a
fine gennaio 2008.
«Dopo aver ascoltato i diversi orienta-
menti espressi dai componenti del Consiglio di presidenza - si legge nel comunicato diffuso da palazzo Madama - il presidente Grasso ha dato incarico all'avvocatura dello Stato di rappresentare il Senato della Repubblica quale parte civile nel
processo sulla cosiddetta compravendita di senatori». Il presidente, continua il
comunicato, «ha ritenuto che l'identificazione, prima da parte del pm dell’accusa
poi del giudice delle indagini preliminari, del Senato della Repubblica quale persona offesa di fatti asseritamente avvenuti all'interno del Senato, e comunque
relativi alla dignità dell'Istituzione, ponga un ineludibile dovere morale di partecipazione all'accertamento della verità,
in base alle regole processuali e seguendo il naturale andamento del dibattimento».
Una decisione che è dunque un atto
«istituzionale e non politico». Che muove dalla necessità «ineludibile», si spiega
a palazzo Madama, di «seguire l’iter processuale del dibattimento per capire
quanto sia coinvolto ed eventualmente
quanto sia stata danneggiata l’istituzione dal mercimonio di incarichi pubblici
di cui parla l’inchiesta». Nessun pregiudizio. Una serie di prove, invece, che hanno già superato l’esame di un giudice e
sono già state fondamento di una sentenza.
Il tempo di battere la notizia e scoppia il delirio nelle file del centro destra
che accusa Grasso di aver deciso contro
il volere della maggioranza dei senatori.
«Una decisione gravissima» grida Gasparri. «Ci ha calpestati» rincara Capezzone. Berlusconi affila la rabbia. E medita vendette. Il suo pensiero sul caso era
stato veicolato nei giorni scorsi: «Se questa cosa va avanti, se ancora una volta il
Pd mi vuole umiliare dando credito
all’accusa falsa che io avrei dato soldi a
De Gregorio per reclutare senatori della
.. .
La coraggiosa scelta di
Piero: «Atto istituzionale
non politico». E poi Pd,
M5S, Sel sono maggioranza
parte avversa e far cadere il governo Prodi; beh, se tutto questo accade io faccio
saltare accordi, patti, riforme, tutti a votare e chissenefrega». Merita solo ricordare, per dirne una, come l’11 febbraio
sia non solo il giorno dell’avvio del processo ma anche quello in cui l’aula della
Camera comincerà le votazioni sulla legge elettorale. Un tavolo che adesso può
saltare da un momento all’altro. «Se solo
la Boldrini (presidente della Camera,
ndr) non avesse ritardato la discussione
di una settimana adesso non saremmo
nel mezzo di questo intreccio».
Il Tribunale di Napoli aveva notificato
prima di Natale la citazione a palazzo
Madama come parte offesa nel processo. Di Pietro e l’Idv lo hanno già fatto
nell’udienza preliminare. Il Senato aveva rinviato: quella sì sarebbe stata una
scelta politica. Il tempo scade nella prima udienza. Ieri Grasso ha riunito l’Ufficio di presidenza confidando in un mandato chiarificatore da parte delle forze
politiche, 18 senatori, sulla carta 11 favorevoli (5 Pd, 2 Scelta civica, 1 Sel, 3
M5S), 7 contrari (Fi, Ncd, Gal, Lega).
Ma gli schieramenti sono saltati e ben 10
senatori hanno spiegato di essere contrari alla richiesta. A quelli previsti si sono
infatti aggiunti Linda Lanzillotta, montiana osservatrice attenta delle mosse di
Renzi e già decisiva ai tempi della richiesta di voto segreto per la decadenza di
Berlusconi da senatore; il senatore-questore Antonio De Poli, Udc e fedelissimo
di Casini che proprio tre giorni fa è tornato da Silvio - che lo aveva mollato nel
2008 - mettendo da parte idee, umiliazioni e tanti paroloni. Quella di De Poli è
stata, si può dire, la prima prova d’amore tra Silvio e Pierferdy.
Solo otto sono stati quelli favorevoli:
Sel, M5S e il Pd compatto convinto della
«gravità della accuse» e del «danno di
funzionalità» (Di Giorgi), subito dall’istituzione. Grasso non ha messo la decisione in votazione, ha chiesto «un orientamento». Nulla di vincolante, quindi. Solo
un gesto di cortesia. E comunque, se fosse stato un voto, si ragiona negli uffici
della presidenza, «Pd, Sel e M5S rappresentano la maggioranza dell’assemblea».
Il presidente del Senato
Pietro Grasso
FOTO LAPRESSE
L’ira del Cavaliere: «Le riforme adesso sono a rischio»
L
a notizia arriva proprio mentre
Silvio Berlusconi, rientrato a
Roma, si dedica (senza passione) al risiko delle nomine del suo partito da definire in un vertice serale
con Toti, Verdini, Romani, Brunetta.
Mentre pochi passi più in là , al Tempio di Adriano vanno in scena le prove della nuova Casa dei Moderati con
gli stessi protagonisti del passato un
po’ invecchiati: il leader del Nuovo
Centrodestra Angelino Alfano, l’ex
segretario leghista Bobo Maroni, il
leader Udc appena tornato nell’alveo
berlusconiano Pier Ferdinado Casini, e l’ex aennino transitato in Forza
italia Maurizio Gasparri, più Ignazio
La Russa. Alle otto di sera il presidente del Senato Grasso ribalta il parere
dell’ufficio di presidenza: Palazzo
Madama si costituirà parte civile contro il Cavaliere nel processo sulla
compravendita dei senatori.
È un fulmine a ciel sereno che scatena l’ira dell’ex premier. «Vogliono
colpire me per sabotare il percorso
delle riforme – si sfoga – Cercano di
ammazzarmi politicameamente, di
cancellarmi dalla scena. Questo è un
IL RETROSCENA
FEDERICA FANTOZZI
ROMA
La notizia arriva mentre
il centrodestra è riunito
Fi chiede l’intervento
del Quirinale. L’ex premier:
«Vogliono ammazzarmi
politicamente»
gesto senza precedenti». È chiaro a
tutti i presenti che questa svolta mette a rischio non solo e non tanto l’approvazione dell’Italicum – a cui il leader azzurrro continua a tenere molto
– quanto la durata della legislatura.
«È uno sfregio – ammette una delle
poche colombe rimaste nel parrtito –
Così non si va da nessuna parte. Il Pd
non ha fatto un favore a Renzi». Esultano invece i falchi. Attacca Maurizio Gasparri: «È teppismo istituzio-
nale». Durissimo Luca D’Alessandro. «È il braccio politico della magistratura». Forza Italia si compatta.
Attacca il «partito dei giudici». Chiede l’intervento del presidente della
Repubblica per bocca dei capIgruppo Romani e Bernini. Gira la voce della possibile richiesta di dimissioni di
Grasso in quanto «non super partes».
L’ennesimo scacco giudiziario si
materializza proprio mentre il centrodestra fa le prove di coalizione,
tra paletti e distinguo. Il titolo del
convegno, organizzato dall’associazione Tatarella, è ambizioso: «Il centrodestra nella Terza Repubblica». E
la conclusione non è diversa dalla Seconda Repubblica: «Non esiste un
centrodestra deberlusconizzato» sintetizza Gasparri, il più lealista dei lealisti dopo che alla sua destra non esistono che macerie. Silvio Berlusconi
è il convitato di pietra, il leader indiscusso, l’uomo la cui successione politica è un tabù di cui non si può neppure parlare. Salvo Alfano, che insiste
con le primarie. Mentre a Roma un
camper azzurro gira tra i palazzi isti-
tuzionali con la gigantografia di Marina.
Ognuno fa la sua parte senza allontanarsi dal copione. Casini dribbla
con abilità le metafore del figliol prodigo e del vitello grasso, si appella al
Partito Popolare Europeo come approdo, rilancia che vuole fare (come
tutti, ci mancherebbe) le riforme. È
un maestro a schivare le trappole, sa
benissimo di essere sovraesposto dopo la retromarcia: «Non è un’abiura»
precisa. Non perde l’aplomb neppure quando gli chiedono se tornnerà a
fare «lo schiavo» del Cavaliere: «Non
l’ho mai fatto».
I PALETTI DELLA LEGA
Maroni, a sua volta, mostra la faccia
cattiva della Lega ai minimi termini
sul piano dei consensi: «Con Casini si
vince, ma senza la Lega si perde». E
mette i suoi paletti per l’alleanza: il
federalismo, la cui mancata realizzazione rappresenta a tutt’oggi il maggiore fallimento del Carroccio, e la
macroregione al Nord, altra speranza difficile da concretizzare. Non importa, è già campagna elettorale, per
le Europee e poi per le politiche praticamente senza soste. «Ci sono due
schemi – avvisa il governatore della
Lombardia - quello del ’94 quando
facemmo un’alleanza per vincere,
senza un programma ed è durata poco e quello del 2001 con un programma. L’alleanza è durata e abbiamo
governato. Il primo schema non mi
interessa, il secondo sì, se c’è un programma bene, altrimenti ognuno va
per la sua strada».
In parallelo, a Palazzo Grazioli,
Berlusconi è alle prese con il dossier
delle prime rilevazioni sulle intenzioni di voto. Forza italia è terza, tre
punti sotto il Pd ma a un incollatura
da Grillo. La partita si gioca là «e
ogni voto guadagnato può significare la vittoria». Quasi concorda in
cuor suo con le parole di Mario Monti, su Letta e Renzi che «gli hanno
fatto un regalo», rimettendolo al centro della scena con le riforme e posticipando il piano governativo Impegno 2014 all’approvazione della legge elettorale. Poi, lo stop del Senato.
Il secondo, dopo il voto sulla sua decadenza.
RASSEGNASTAMPA
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giovedì 6 febbraio 2014
MARCELLA CIARNELLI
@marciarnelli
«Non sono stati inventati per un capriccio del presidente della Repubblica»
ma come conseguenza delle consultazioni con tutti i partiti da cui «mai è
uscita un’indicazione di formare il governo diversa dalla decisione che poi
ho dovuto assumere». Agli europarlamentari italiani, incontrati a conclusione della sua due giorni a Strasburgo,
Napolitano ha fornito l’autentica lettura di quanto avvenuto sia alla fine del
2011 che nell’aprile dello scorso anno.
Le motivazioni all’origine di decisioni
che non sono state, appunto, un suo
«capriccio» ma piuttosto l’unica risposta possibile nella situazione data, peraltro sostenuta dalla consapevolezza
delle forze politiche. Una spiegazione
fornita con puntuali riferimenti proprio nei momenti in cui ferve il dibattito su un possibile rimpasto dell’attuale
governo, o di un rinnovo dell’esecutivo
in carica o, addirittura, di un superamento di esso. Su qualunque ipotesi,
appare evidente, le forze politiche dovranno procedere all’assunzione di responsabilità necessaria.
Ma il presidente, sollecitato anche
dai parlamentari europei, compresi i
leghisti che l’altro giorno avevano dato vita ad una «modesta» contestazione in aula mentre pronunciava il suo
discorso in seduta plenaria, ha toccato
diversi argomenti. A cominciare dalla
sollecitazione agli esponenti della Lega ad essere «europeisti critici». Il capogruppo del Carroccio, Lorenzo Fontana gli aveva appena chiesto di valutare le dimissioni e Napolitano gli ha risposto «è un diritto che non si nega a
nessuno». Per poi puntualizzare di
non «essere stato particolarmente colpito» dalla contestazione dell’altro
giorno che gli è sembrata «più che contro il Capo dello Stato contro l’Europa
e l’euro. Non entro nel merito, ho
ascoltato e letto i segnali. Mi fa piacere
piuttosto che siate qui con le altre forze politiche».
IL LINGUAGGIO DELL’EUROPA
Ha parlato il presidente della crisi economica che attanaglia l’Europa e l’Italia. Ribadendo il concetto già espresso
nel suo discorso dell’altro giorno e
cioè «che l'austerità a ogni costo e a
tappe forzate non può più reggere» anche se «non è stata adottata per il gusto di perseguitare la gente». Bisogna
lavorare per una svolta che faccia ripartire la crescita avendo presente
che «non può più bastare qualche aggiustamento di formula o qualche bella espressione del Consiglio europeo».
A proposito del quale, aprendo una
breve parentesi lessicale sul linguaggio sempre più criptico dei summit europei Napolitano ha affermato che «ci
vorrebbe un traduttore, ognuno di noi
dovrebbe avere un Moavero al suo fian-
Il presidente Napolitano
al Parlamento europeo
Accanto a lui Martin Schulz
FOTO REUTERS
«Monti e Letta? Non certo capricci»
● Il secondo giorno di Napolitano a Strasburgo:
vorrei che i leghisti fossero europeisti critici
co» rivolgendosi scherzosamente al ministro degli Affari europei che era seduto vicino a lui. «I cambiamenti non
vanno in questo senso, non abbastanza. Ci vuole un'azione politica e io ritengo che in seno al Consiglio europeo
si siano create condizioni diverse», dopo che «per anni si era limitato a ratificare le decisioni della Cancelliera tedesca e del presidente francese».
Carceri e marò. I due punti (ma anche i negoziati d'adesione dell'Ue con
.. .
Il Capo dello Stato
sulle carceri: c’è
una sentenza ultimativa
da rispettare
la Turchia, su cui c'è stato un ripensamento di Francia e Germania, ma non
dell'Italia, perché «pacta sunt servanda») su cui Napolitano ha messo l’accento. L'Italia, ha ricordato il presidente, rischia di pagare «centinaia e centinaia di milioni di euro» a causa dell'accoglimento di tutti i ricorsi inoltrati alla Corte europea dei diritti dell'uomo
di Strasburgo contro la situazione di
sovraffollamento e inadeguatezza delle sue carceri, già oggetto di ripetute
condanne della stessa Corte.
Sulla situazione carceraria il presidente ha ricordato di aver usato lo strumento, giudicato un po’ «obsoleto» da
diversi costituzionalisti, del messaggio
alle Camere per sollecitare il Parlamento ad occuparsi della questione.
«Ho ritenuto di doverlo fare su un te-
ma su cui siamo con le spalle al muro».
C'è la sentenza ultimativa della Corte
dei diritti dell'uomo da rispettare e
«noi siamo tenuti a metterci in regola
sulle condizioni minime di vivibilità, innanzitutto per ragioni etiche. Dobbiamo evitare il continuo e insostenibile
appello dei detenuti, soprattutto per
quanto riguarda quelli in attesa di giudizio. Poi c'è la questione della capienza degli istituti di pena», spesso di vecchia costruzione, e infine, l'opportunità di «un provvedimento di indulto o di
amnistia», di cui «il Parlamento ha discusso ma senza giungere a conclusioni. Se non si ritiene opportuno un indulto, che si trovino altre soluzioni per
.. .
«Ogni contatto è utile
per parlare dei nostri
due marò che non erano
in India per pescare»
adeguarsi alla sentenza della Corte»
ha osservato il Capo dello Stato. Quanto alla questione dei detenuti stranieri,
che secondo i leghisti andrebbero rimandati nei Paesi di provenienza, Napolitano ha ricordato che per farlo è
necessario avere degli accordi con
quei Paesi, cosa che si sta cercando di
fare di più che in passato.
Sui marò detenuti in India, il Capo
dello Stato ha ricordato che lui coglie
«qualsiasi occasione di contatto, o
prendo io stesso l'iniziativa, con i miei
omologhi capi di Stato europei, per
parlare dai nostri due fucilieri di Marina, che non erano in India a pescare,
né a dare la caccia ai pescatori indiani,
ma partecipavano a una missione di
lotta alla pirateria riconosciuta a livello internazionale e quindi l’approccio
non può essere che d’interesse europeo». Ed ha aggiunto: «Ho parlato ieri
con i nostri due fratelli italiani Latorre
e Girone, e le mie posizioni sono internazionalmente note».
L’ex berlusconiano che s’inventò la vittoria a Castrocaro
O
ra che anche dentro al Movimento 5 Stelle la sua posizione di responsabile della comunicazione
del gruppo al Senato si fa sempre più debole - ieri la senatrice Paola Taverna ha
annunciato provvedimenti - Claudio Messora, nato ad Alessandria d’Egitto da genitori italiani nel 1968, rimpiangerà amaramente il tweet contro la presidente della Camera Laura Boldrini o quel post del
suo blog in cui raccontava ai suoi elettori
il sogno erotico con protagoniste le allora ministre Carfagna, Gelmini e Prestigiacomo.«Riguarda la mia vita quasi privata. Non devo giustificarmi dopo quattro anni», è stato il commento di Messora
che intanto, beccato con le mani nella
marmellata, si affrettava a «modificare»
il testo peggiorando la sua posizione ed
esponendosi allo sfottò del web. Perché
la rete, come sanno tutti, non dimentica
e in queste ore blogger e smanettoni
(esemplare uno storify realizzato da Carlo Gubitosa) hanno scatenato una gara a
chi scava più in fondo nel passato di byoblu, alias di Messora e titolo del fortunato
videoblog che gli è valso anche il premio
Ischia di giornalismo. E proprio da quelle pagine, il 7 novembre del 2007, Messo-
IL PERSONAGGIO
MASSIMO SOLANI
Twitter@massimosolani
Le molte verità sul web
di Claudio Messora,
dall’Aids che non è un virus
alle teorie complottiste sui
terremoti, fino all’attacco
della ‘ndrangheta al M5S
ra si dichiarava un berlusconiano pentito. «Silvio, lo voglio dire e prendermi tutti i giustificati insulti dei miei videolettori
- ammetteva - ti ho votato per ben due
volte, e per questo è venuto il momento
per me di chiedere scusa agli italiani».
Uno dei tanti scheletri nell’armadio che
saltano fuori a spulciare nei servizi d’archivio web e che hanno resistito alla «selezione» fatta da Messora sul suo passato e
su qualche bugia raccontata sulla rete.
Come la vittoria, da autore, al festival di
Castrocaro del 1991 vantata anni fa e poi
fatta sparire: una bufala, visto che il pezzo a cui aveva collaborato cantato da Luisa Corna («Dove vanno a finire gli amori») era arrivato secondo. Una piccola bugia, sparita poi da qualsiasi biografia,
niente in confronto alle cantonate spacciate per verità assolute sull’Aids («non è
una malattia infettiva, né è contagiosa,
né tantomeno è causata da un virus») o
sulla prevedibilità dei terremoti. «In qualsiasi altro paese del mondo, Giuliani (il
ricercatore che nei giorni precedenti al
terremoto de l’Aquila diceva di poter pre-
vedere l’arrivo delle scosse ndr) sarebbe
un eroe e le sue ricerche sarebbero state
immediatamente recuperate con tante
scuse». Sul ricercatore diventato noto
per le sue analisi mai suffragate da alcuna evidenza scientifica, Messora realizzò
anche un doppio Dvd dal titolo «Internet
for Giuliani» (anche questo poi sparito
dalla sua biografia) condito da una buona dose di complottismo, che su Internet
fa sempre furore: «Perché Enzo Boschi,
Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sostiene che è impossibile prevedere un sisma, quando
guardando i grafici online di Giuliani ci
riesce perfino un bambino? - scriveva nel
2010 in un post intitolato «L’informazione assassina» - Chi produce sismografi in
Italia? Di chi sono quelli acquistati dall’Infv?».
Niente, però, in confronto alla patacca
propinata attraverso il blog sulla drammatica vicenda di Luigi Preiti, l’attentatore di Palazzo Chigi che il 28 aprile scorso
aprì il fuoco contro i carabinieri mentre il
governo Letta giurava al Quirinale. «Secondo le rivelazioni rilasciate in esclusiva
per Byoblu.com del collaboratore di giustizia Luigi Bonaventura - annunciava
Messora via Facebook rianciando una intervista fatta da un collaboratore del blog
- Preiti avrebbe sparato chiaramente per
ordine della ‘ndrangheta, per danneggiare il Movimento 5 Stelle o addirittura per
cercare di aprire una trattativa». Una versione totalmente inventata smentita poi
sia dall’intervistatore («Bonaventura
non ha fatto riferimento al M5S») che
dall’intervistato. «Non ho mai dichiarato
che l'ndrangheta volesse colpire il Movimento 5 Stelle, non lo ho mai detto e nemmeno pensato», precisò Bonaventura in
una lettera a l’Espresso spiegando di
aver dato mandato ai suoi legali per querelare Messora per quelle parole «utilizzate ad uso e consumo di un blogger che
con un intento che non riesco a capire
“getta fango” sulla mia credibilità utilizzando me ed il M5S». Una bufala che suscitò più di qualche malumore all’interno del Movimento assieme alla vicenda
del suo stipendio pagato con soldi pubblici («si e no 2500 euro al mese», si difese.
Sono 3.690 come da busta paga che fu
costretto a mostrare a tutti) e alla denuncia del presunto attacco hacker contro le
Quirinalie sul blog di Grillo. Una bufala
anche quella.
RASSEGNASTAMPA
4
giovedì 6 febbraio 2014
POLITICA
Maggioranza in pressing:
«Renzi a Palazzo Chigi»
Si moltiplicano gli appelli al segretario Pd perché
assuma l’incarico di capo dell’esecutivo. Ma lui
si schermisce: «Chiacchiericcio» ● Cuperlo: «Serve
una ripartenza, eventualmente ancora con Letta»
●
VLADIMIRO FRULLETTI
[email protected]
SEGUE DALLA PRIMA
Il che spiega bene quello che è il punto
vero della discussione che s’è aperta fra
i democratici: provare una ri-partenza
con Letta o scommettere tutto su Renzi. Soluzione quest’ultima che sta prendendo sempre più campo.
Oggi pomeriggio il segretario ufficialmente non dovrebbe parlare del governo. Davanti a Letta, che ha confermato la propria presenza ma non ha ancora deciso se intervenire, Renzi tornerà sulla legge elettorale e soprattutto
spiegherà come arrivare in tempi brevi
ad avviare anche la riforma costituzionale delle Regioni e del Senato. Una
bozza («aperta, non un prendere o lasciare» precisano dal Pd) che ieri sera
hanno illustrato ai senatori la responsabile riforme Maria Elena Boschi e il portavoce della segreteria Lorenzo Guerini. Temi su cui Renzi s’è confrontato anche con Casini prima di rientrare in treno a Firenze.
Poi, forse, il segretario tornerà anche sul jobs-act di cui ieri ha parlato direttamente col leader Fiom Maurizio
Landini (colloquio mal digerito da Susanna Camusso). Del governo e quindi
della sua agenda di lavoro se ne riparlerà più avanti. Infatti la prossima settimana la direzione dovrebbe certificare
la richiesta del Pd di aderire al Pse e per
il 20 febbraio è prevista la riunione sul
patto per il lavoro. Cioè si comincerà a
parlare di Impegno 2014 nel momento
in cui è previsto che Renzi abbia in tasca il sì della Camera alla legge elettorale e l’avvio del pacchetto di riforme costituzionali. Un sì che, dopo la decisione del Senato di costituirsi parte civile
contro Berlusconi per la compra-vendita di senatori, non appare scontato, almeno da parte di Forza Italia.
Comunque il problema resta se il governo Letta potrà stare a “bagno maria” ancora a lungo. I segnali non sono
tranquillizzanti. Perché diventano sempre più diffuse e dure le critiche
dall’esterno: dopo Confindustria col
presidente Squinzi, anche la leader
Cgil Camusso va all’attacco spiegando
che o il governo cambia passo o è meglio che lasci: «nessuno può permettersi un perenne rinvio e una perenne attesa». E perché aumentano le fibrillazioni interne alla maggioranza coi capigruppo che, riscoprendo una terminologia da Prima Repubblica, davanti a
Letta e Franceschini (che poi è andato
da Renzi al Nazareno) hanno iniziato a
chiedere un’immediata «verifica». Insomma è vero che ufficialmente il tema
governo non è all’ordine del giorno della direzione. Ma è difficile pensare che
Renzi oggi pomeriggio possa fare finta
di nulla. Perché l’oggettiva dipendenza
delle sorti del Pd dall’azione di governo
è questione che investirà (da vedere se
direttamente o indirettamente) comunque Renzi.
L’ipotesi di un suo ingresso a Palazzo Chigi «è un chiacchiericcio di cui
non vuole nemmeno sentire parlare»
garantiscono i renziani. Come certifica
Marianna Madia al termine della segreteria l’ipotesi di un ticket di governo
Letta-Renzi «non è all’ordine del giorno perché in questo momento l’Italia
ha un governo, è il governo Letta». Non
proprio un no secco e indiscutibile (molti hanno sottolineato quell’«al momento»). Opinioni che con parole più o me-
.. .
Oggi il leader Pd illustrerà
alla direzione del partito
la proposta sulle riforme
istituzionali
no simili si registrano anche dalle parti
della minoranza. Il leader dei Giovani
Turchi, Matteo Orfini, ad esempio spiega che «il punto non è chi sta a Palazzo
Chigi, ma cosa fa il governo» specificando però che «per un salto di qualità serve un radicale ripensamento della strategia sulla crisi». Alfredo D’Attorre
(non certo un fan del segretario) un esecutivo a guida Renzi «dal punto di vista
della legittimazione sarebbe pienamente titolato». E se Gianni Cuperlo (dopo
un incontro con Renzi) puntualizza come non esista al momento il tema di un
Renzi premier, aggiunge però quanto
sia necessaria «una ripartenza, eventualmente con un governo ancora presieduto da Letta». Eventualmente, per
l’appunto.
Cambio di passo, svolta, ri-partenza.
Tutti termini che indicano la necessità
non di piccoli cambiamenti (anche a Cuperlo come a Renzi fa «ribrezzo» la parola rimpasto), ma di un vero e proprio
nuovo inizio. Il punto però per il Pd è
capire quanto Letta sia in grado di svol-
tare. Ad esempio non basterà la disponibilità a cambiare 2 o 3 ministri facendo
entrare dei renziani. «Il rimpasto non
ci riguarda, se la veda Letta, è suo compito. Noi chiediamo che dia una scossa
al Paese in grado di agganciare la ripresa. Il nostro sostegno è leale, ma esigente. Non ci interessa galleggiare» dicono
dal Pd. E il segretario-sindaco non ha
potuto fare a meno di notare che il pressing nei suoi confronti si sta intensificando, soprattutto degli alleati di governo. «Se l’assunzione di responsabilità
del Pd passa per Renzi alla guida del
governo, ben venga Renzi a Palazzo
Chigi» dice esplicitamente il capogruppo di Scelta Civica alla Camera, Andrea
Romano. Stessa richiesta arriva dal
Nuovo centrodestra. I renziani continuano a ripetere che il segretario-sindaco non farà l’errore di D’Alema del ’98,
che arriverà a Palazzo Chigi solo col voto degli italiani. Già, ma il Pd e Renzi
potranno aspettare le urne stando appesi a un governo di cui non sono per niente entusiasti?
Il segretario del Pd Matteo
Renzi con il presidente
del Consiglio Enrico Letta
FOTO LAPRESSE
SVUOTACARCERI
Il leghista Buonanno espulso. Slitta a oggi il voto
Il deputato della Lega Buonanno
È stata un’altra giornata di bagarre,
quella di ieri alla Camera, dove si
esaminava il decreto svuotacarceri. Il
deputato leghista Gianluca Buonanno
- che martedì, quando si è votata la
fiducia sul provvedimento, aveva
sventolato un paio di manette - ieri è
stato espulso dall’aula dopo aver
esposto un cartello con la scritta «Pd
complice dei mafiosi». Accusa
ribadita anche a urla e rivolta
direttamente al segretario dei
democratici. «Io espulso da un grillino,
dopo quello che hanno fatto loro in
aula... è veramente un’ingiustizia»,
contesta Buonanno, fatto
accompagnare fuori dal presidente di
turno, Luigi Di Majo (ma poi, pentito,
riamesso in aula, nel pomeriggio, da
Boldrini).
L’ostruzionismo dell’opposizione
intanto continua. Lega Nord e M5s,
contrari al decreto insieme a Fratelli
d’Italia e Sel, hanno presentato 120
ordini del giorno. Con il voto finale che
slitta ad oggi. «Un conto è
l’ostruzionismo, un conto è sentire in
aula falsità e citazioni farlocche»,
contesta Donatella Ferranti,
presidente della commissione
Giustizia alla Camera, che liquida le
argomentazioni contro il decreto
carceri: «Convertire questo decreto è
un obbligo imposto dalla nostra
coscienza e da una sentenza
dell’Europa. Il testo su cui è stata
votata la fiducia contempera appieno
garanzie umanitarie ed esigenze di
sicurezza». Piuttosto, insiste
l’esponente del Pd, «incuriosisce la
perfetta coincidenza di slogan e
luoghi comuni tra grillini e leghisti».
«Basta immobilismo, il sindaco guidi il governo»
FEDERICA FANTOZZI
ROMA
«Renzi a Palazzo Chigi? È dall’inizio
dell’anno che lo dico, vista la tensione tra lui e Letta: se non c’è sintonia
all’interno del maggiore azionista
del governo, e se questa situazione è
dovuta al fatto che il nuovo segretario del Pd deve andare in prima linea,
allora lo faccia, e presto. Io non spingo per il Renzi Primo o per il Letta
bis: l’importante è avere un esecutivo che risolva i problemi del Paese».
Stefania Giannini, segretario di Scelta Civica, rilancia la provocazione di
Andrea Romano. E lo fa alla vigilia
della riunione congiunta dei gruppi
parlamentari, ieri a tarda sera, convocata alla presenza del fondatore
Mario Monti per decidere l’orientamento da tenere alle prossime elezioni Europee.
Alcentroc’èungrandemarasma.SceltaCivicacomepensadipresentarsialle Europee?
«Negli incontri informali ho colto un
comune sentire. L’idea è di essere
promotori di una lista liberale e riformista, per un’Europa moderna, che
parta dalla nostra agenda. Saremo in
campo, tanto più in un momento di
scontro tra europeisti e anti-europeisti. Dove noi siamo tra i primi per
L’INTERVISTA
Stefania Giannini
Dice il segretario di Scelta
civica: «Se Renzi deve
andare in prima linea
lo faccia subito. Serve
un esecutivo che risolva
i problemi del Paese»
convinzione e vocazione».
Da soli o pensate di unire le forze? La
soglia del 4% è alta. Non vi fa paura,
visti anche gli ultimi sondaggi?
«La soglia di sbarramento fa paura a
chi pensa che gli elettori non credano nel progetto. E non mi sembra
che gli altri partiti politici centristi in
Parlamento abbiano formule e proposte simili alle nostre. Fuori, invece, ci sono associazioni e movimenti
interessanti».
Insomma, correrete con il vostro simbolo?
«Se ci presentiamo, sarà con la nostra lista, il nostro logo, la nostra
agenda e il nostro manifesto "Europe Act". Questa è la nostra aspirazione. Poi, certo, le campagne elettorali
si fanno con i fondi, e tutto questo
andrà valutato nella decisione finale».
Bruno Tabacci ha lanciato la proposta
di un rassemblement che rappresenti
il centro del centrosinistra nel segno
dell’Alde. Non vi interessa?
.. .
«Candidati a Strasburgo
nelle liste dei democratici?
La questione non è
all’ordine del giorno»
«I rassemblement non ci appassionano. Conosco e rispetto l’idea di Tabacci, ma non è la mia. Certo, il punto di riferimento è l’area liberale che
in Italia non ha voce. Siamo un partito nuovo, con una vocazione innovatrice. Altri partiti fanno tattica, noi
partiamo dal progetto e non da chi ci
sta».
Insomma: Tabacci, Dellai, Olivero,
Mauro, nel caso, dovranno entrare in
Scelta Civica. È così?
«Non siamo un partito annessionista, ma aperto con un orizzonte politico chiaro. Se qualcuno è d’accordo
con noi, siamo inclusivi. Faremo una
lista aperta a tutti. Ma non mi sembra che Dellai abbia la nostra idea di
Europa, ha fatto i Popolari...».
I partiti piccoli, per esempio il Nuovo
Centrodestra, vogliono schierare alle
Europee buona parte del gruppo dirigentepersfruttarelavisibilità.Lofarete anche voi?
«Non abbiamo ancora deciso, ma
non lo escludo. Non io, che ho un impegno già forte qui».
Mario Monti, che ieri ha ribadito la distinzione non più tra destra e sinistra
ma tra conservatori e liberisti trasversali ai due poli tradizionali, si candiderà?
«Direi che la posizione che ha preso
rispetto alla politica italiana non lo
vede in campo».
Lei questa mattina (ieri per chi legge,
ndr) ha incontrato Renzi a Largo del
Nazareno. Si dice che alcuni di voi potrebbero essere candidati nelle liste
delPdperStrasburgo. Neaveteparlato?
«No, questo tema non è all’ordine del
giorno. E non ne abbiamo assolutamente parlato. Con il segretario dei
Democratici abbiamo discusso di riforme istituzionali. Per fare un passo
avanti oltre la legge elettorale».
Il vostro capogruppo alla Camera AndreaRomanorecentementehadichiarato: “Se l’assunzione di responsabilitù del Pd passa per Renzi alla guida
delgoverno,ben vengaRenzi apalazzo Chigi. L’importante è voltare pagina rispetto al rischio ormai conclamatodiimmobilismodelgoverno”.Parole che sottoscrive, segretario?
«Questo concetto l’ho espresso già il
7 gennaio scorso. Ho detto, vista la
tensione tra lui ed Enrico Letta, che
se non c’è sintonia all’interno del
maggiore azionista del governo e se
questa situazione è dovuta al fatto
che il nuovo segretario del Pd deve
andare in prima linea, allora lo faccia, e lo faccia presto. Io non spingo
per il Renzi Primo o per il Letta bis:
l’importante è avere un esecutivo
che risolva i problemi del Paese».
RASSEGNASTAMPA
5
giovedì 6 febbraio 2014
La legge elettorale
garantisca una vera
democrazia paritaria
L’INTERVENTO
ROBERTA AGOSTINI *
● i tempi rapidi a cui stiamo sottoponendo la
NELLE SCORSE SETTIMANE LA DISCUSSIONE
SULLA RIFORMA ELETTORALE È ENTRATA NEL
VIVO:
Direzione Pd, Letta prova a resistere
Il Quirinale: «Continuità importante»
● Il premier sonda
Alfano e Franceschini
● L’apprezzamento
del Colle per i risultati
ottenuti dall’esecutivo
NATALIA LOMBARDO
ROMA
Più che una sfida, un assedio. Oggi pomeriggio alla riunione della direzione
Pd parteciperà anche Enrico Letta, che
vi arriva appesantito da quella che sembra essere una sfiducia da parte della
sua maggioranza, da dove partono molte pressioni perché Matteo Renzi prenda il suo posto a Palazzo Chigi. Pressioni che però vengono lette dall’entourage del presidente del Consiglio come un
«gioco delle parti», una provocazione
da parte dei «piccoli» della maggioranza al leader del partito più grande ma
che, paradossalmente, non sostiene il
suo presidente del Consiglio. «Polpette
avvelenate» che non incoraggiano Letta, costretto a guardarsi da chi mina il
governo già instabile o che «avvelena i
pozzi». Chi è «più realista del re» (e c’è
chi parla di pressing del ministro renziano Delrio) o, dall’esterno, da Berlusconi.
Nel tardo pomeriggio Letta aveva incassato il sostegno al suo governo da
parte del Capo dello Stato, vanificando
così le voci insistenti da un mese, riguardo un allontanamento del Quirinale dal
premier. Erano già stati smentiti dalle
parole del presidente della Repubblica
in mattinata («I governi Monti e Letta
non sono scaturiti da un mio capriccio»). Così Letta, alla fine di una giornata di consultazioni e incontri, ha parlato
al telefono con Napolitano appena tornato da Strasburgo, informandolo «sul
suo viaggio nei paesi del Golfo e sugli
argomenti all'ordine del giorno nel prossimo consiglio dei ministri convocato
per giovedì 6 febbraio». E il Capo dello
Stato, fa sapere l’ufficio stampa del Quirinale, «ha ribadito il suo apprezzamento per la continuità e i nuovi sviluppi
dell’azione di governo sul piano nazionale e nelle relazioni internazionali». Insomma, come dire Enrico continua così.
Ma anche le voci di una staffetta Let-
ta-Renzi sono insistenti, anche se il leader Pd si formalmente si smarca, ma il
braccio di ferro è sempre quello: il leader Pd si aspetta da Letta che il governo
«faccia cose importanti» (e non errori
come quelli sulle slot machine, dice un
renziano), mentre «Letta ci chiede solo
i nomi di ministri». Il premier derubrica
tutto a «chiacchiere da Transatlantico»
anche i boatos su sue dimissioni, ma oggi al Nazareno potrebbe scoppiare la
grana di un Letta bis o di un governo
Renzi, anche se di rimpasti o rilanci
dell’esecutivo si parlerà dopo la prima
approvazione della riforma elettorale alla Camera, entro febbraio. Il presidente
del Consiglio in direzione vorrebbe limitarsi ad ascoltare. Se parlerà, però, si
atterrà al tema della giornata, le Riforme (mai pensato di portare l’Impegno
2014, dicono dallo staff del premier), ribadendo quanto già detto: ovvero che
sono «indispensabili», a partire dal superamento del bicameralismo, e che sosterrà l’accelerazione sulla legge elettorale (sicuro che non si ci sarà un voto
anticipato). Ma se qualcuno chiederà le
sue dimissioni, Letta risponderà come
sempre, spiegano i fedelissimi, «che i governi nascono e muoiono in Parlamento». Ovvero, se volete presentate una
mozione di sfiducia.
La giornata è stata intensa e in serata
è esplosa la «bomba» della costituzione
di parte civile del Senato nel processo
IL CASO
Proiettile e biglietto
di minacce contro
la presidente Boldrini
Un plico contenente un proiettile
calibro 380 e un biglietto di
minacce nei confronti della
presidente della Camera, Laura
Boldrini, è stato intercettato dagli
inquirenti alla periferia di Milano, a
Roserio. Il plico è al vaglio degli
uomini della Polizia postale.
Le forze dell’ordine erano già
state allertate, ufficialmente una
settimana fa, per monitorare con
attenzione il tipo e il tono degli
interventi online contro la
presidente della Camera.
sulla compravendita di senatori. Roba
che «riguarda Renzi, noi Berlusconi l’abbiamo espulso dalla maggioranza, lui ci
fa la legge elettorale insieme», è il Letta-pensiero. In mattinata il ministro dei
Rapporti col Parlamento Franceschini
ha convocato i capigruppo della maggioranza a Palazzo Chigi per affrontare l’ingorgo dei 9 decreti legge in scadenza a
fine febbraio (otto dopo il sì al dl Terra
dei fuochi ieri in Senato). Un accordo
per «prevenire incidenti» e evitare il
caos con l’ostruzionismo dei grillini o
gli scivoloni come quelli di fine dicembre sul Salva Roma. Stralciato l’articolo
8 sulle RcAuto dal decreto Destinazione
Italia, i capigruppo di Ncd, Scelta Civica, Popolari per l’Italia hanno assicurato che i decreti saranno approvati in
tempo, senza divari nei testi tra le due
Camere. Da parte sua Enrico Letta, illustrando la lettera della presidente della
Camera Boldrini e la sua risposta, ha
detto loro che il governo «cercherà di
evitare al massimo i decrerti omnibus».
Ma Lorenzo Dellai, capogruppo dei Popolari, ha chiesto la «verifica» di governo, il «rilancio» che, tradotto, vuol dire
«rimpasto» (con Tinagli, Della Vedova e
la segretaria di Sc Giannini già pronti).
Letta ha risposto sì, ma « dopo l’approvazione della legge elettorale».
Dai «piccoli» della maggioranza, stanchi dello «stillicidio» renziano, è scattato un pressing sul segretario Pd perché
ci metta la faccia e sostenga il governo,
più che scaricare Letta. Andrea Romano, Sc, rilanciava la provocazione a Renzi: «Se l’assunzione di responsabilità del
Pd passa per Renzi alla guida del governo, ben venga Renzi a Palazzo Chigi». E
due. Il ministro del Ncd, Maurizio Lupi:
«Se si deve fare un Letta bis si faccia un
Letta bis, se bisogna coinvolgere Renzi
si coinvolga Renzi, ma non si vada più
avanti così». Perché «il Nuovo centrodestra non starà a guardare le liti interne
al Pd».
Ma a pranzo Letta, Franceschini, Alfano e Lupi si sono ritrovati insieme.
Sul tavolo il timig: legge elettorale, riforme e rilancio del governo, ma l’Ncd ha
assicurato di non voler fare le scarpe al
premier. Letta ha poi ricevuto Squinzi,
presidente di Confindustria che non aveva risparmiato critiche al governo, respinte dal premier che ha rivendicato i
successi internazionali e ha accolto le
sue richieste. Sarà in via dell’Astronomia il 19 febbraio.
.. .
Lupi: «Se si deve
fare il Letta-bis
lo si faccia, se si
deve fare
il governo Renzi
facciamolo,
ma non si può
più andare
avanti così»
nostra discussione sono forse necessari, ma
altrettanto essenziale è approvare un testo che
rispetti il dettato di una sentenza storica della
Corte Costituzionale e che risponda ad alcuni
rilievi politici di fondo. La posta in gioco è la
possibilità di ricostruire un rapporto di fiducia tra
eletti ed elettori, invertendo una tendenza
progressiva in atto verso il populismo e
l'antipolitica ed assicurando un giusto equilibrio
tra rappresentanza e governabilità. La nostra
battaglia per la democrazia paritaria sta qui: non
si tratta di una rivendicazione di tutele corporative
a difesa dei più deboli, ma un'idea inclusiva e più
forte della cittadinanza, in cui uomini e donne
condividono insieme lo spazio pubblico ed il
governo delle istituzioni, per una politica capace di
assumere il punto di vista delle donne italiane
cambiando l'economia, il lavoro, la società.
Sotto questi aspetti la proposta di riforma
elettorale è deludente e chiediamo che sia
cambiata nella discussione parlamentare.
Il fatto che le liste debbano essere formate in
modo tale che nessun genere debba essere
rappresentato in misura superiore al 50 per cento
rischia di essere una pura affermazione di
principio, dal momento che uno dei due sessi
potrebbe, in teoria, essere collocato
sistematicamente in fondo alle liste e l’effetto
sarebbe un parlamento con una scarsissima
presenza femminile, inferiore a quella attuale.
Sarebbe un danno per la capacità rappresentativa
delle istituzioni.
Sia che prevalga la scelta dei collegi, sia che
prevalgano le preferenze, sia che si scelgano le
liste bloccate, possono essere sempre individuate
regole per la parità, come ci indicano le oltre 50
associazioni che hanno sottoscritto l'accordo per la
democrazia paritaria. Il testo che verrà discusso in
Assemblea prevede di fatto liste corte e bloccate
ed i nostri emendamenti sottoscritti da un fronte
vastissimo di parlamentari, appartenenti a quasi
tutti i gruppi (Pd, Ncd, Sel, Ppi, Sc, Fi, Misto-psi,
tranne Movimento 5 stelle e Fratelli d'italia), sono
concentrati sostanzialmente su due richieste:
alternanza nelle liste e norme antidiscriminatorie
nella scelta dei capilista.
Per quanto ci riguarda, la nostra posizione è
rafforzata anche da un ordine del giorno votato in
direzione nazionale del Pd che chiede
l'inserimento di norme antidiscriminatorie nella
legge elettorale. Ora lavoreremo affinché su questi
emendamenti si possa discutere e poi votare in
modo palese: vorremmo che chi è contrario lo
dichiarasse a viso aperto, per poterci confrontare
con ragioni ed argomenti in modo pubblico.
Abbiamo visto in questi giorni convulsi e caotici di
aggressione alle nostre istituzioni, quanto sia forte
il nesso tra arretratezza della concezione
democratica ed insulti sessisti, rivolti alle
parlamentari e alla Presidente della Camera in
quanto donne. Abbiamo visto con quanta facilità
emerga una concezione della presenza femminile
nelle istituzioni come in fondo non legittimata,
abusiva: «Siete li solo perché avete fatto servizi
sessuali». È la negazione in radice del fatto che
una donna possa compiere un percorso politico
basato sul merito e sulla competenza, riguarda e
svalorizza tutte, cancella la possibilità di ciascuna
di poter svolgere con capacità ed onore il proprio
incarico. La nostra battaglia per la democrazia
paritaria è una scelta chiara a favore della
rappresentanza di tutti, cittadini e cittadine. Il
Parlamento, come sempre, sarà chiamato a
trovare un punto di equilibrio tra diverse idee e
diversi interessi. L'arretratezza del paese è legata
anche, come ci dicono molti indicatori,
all'esclusione delle donne dallo spazio pubblico,
dall'economia, al lavoro, alle istituzioni.
Rimuovere le cause di una tale marginalizzazione
significa rispondere ad una domanda di qualità
della democrazia e di sviluppo civile, sociale ed
economico del paese, nel segno dell'articolo 3
della nostra costituzione e dell'articolo 51, laddove
afferma che compito della Repubblica e'
promuovere con appositi provvedimenti le pari
opportunità. Non possiamo davvero mancare
l'occasione della nuova legge elettorale e mi
auguro che questo Parlamento, quello con la più
alta percentuale di elette nella storia della
Repubblica, saprà davvero fare la differenza.
* deputata Pd
RASSEGNASTAMPA
6
giovedì 6 febbraio 2014
POLITICA
La sfida sarda:
archiviare
Cappellacci
Cinque anni di disastri, certificati da Bankitalia:
economia alla rovina, disoccupazione record, fuga
dalla scuola ● L’economista Pigliaru candidato
del centrosinistra ha fatto il sorpasso nei sondaggi
●
GIACOMO MAMELI
Sarà il voto per il rinnovo del Consiglio regionale in Sardegna (unica giornata con le urne aperte domenica 16
febbraio) il primo test politico per
l'Italia che vuol cambiare passo con
Matteo Renzi alla guida del Pd e con
una destra che insiste e raddoppia col
pluricondannato Silvio Berlusconi.
Che ha trascorso lo scorso fine settimana nel Golfo degli Angeli per sostenere – col florilegio di squallide battute sessiste - il suo ex commercialista
Ugo Cappellacci giudicato «il peggior
presidente della storia dell'Autonomia» (definizione firmata anche dal
suo ex compagno di cordata Mauro Pili, ora in gara con la lista personale –
pure questa di destra e populista - Unidos).
LA BOCCIATURA
Dopo cinque anni di disastri, con assessori cambiati ad ogni sbuffo di vento, inchieste giudiziarie in corso, denari pubblici utilizzati per sponsorizzare la Sardegna sulle reti e sui giornali
del tandem Silvio-Santanchè, è la Banca d'Italia a infliggere la più solenne
bocciatura a quel presidente che voleva ridare «il sorriso alla Sardegna».
Sorriso amaro se è vero che – dopo
una legislatura disastrosa - l'Isola si
ritrova con le industrie chiuse, con 83
mila posti di lavoro in meno del 2008,
impossibilitata a muoversi, con aerei
dimezzati in numero, con costosissimi e pochi traghetti per poter raggiungere la penisola. La destra voleva creare la flotta sarda. Ha invece costruito
il flop dei trasporti della Sardegna im-
prigionata fra i suoi nuraghi, col diritto mai così negato alla mobilità.
Non c'è un solo indicatore da semaforo verde.
BankItalia scrive di «marcato peggioramento della situazione economica generale». È sempre la BankItalia a
sottolineare «l'ulteriore rallentamento della domanda» in una regione che
ha assistito al «pesante calo degli addetti dell'industria» oltre che «all'accentuata diminuzione dei consumi»,
all'accresciuto «peggioramento degli
indicatori congiunturali» e alla «rilevante flessione della spesa in regione». Non solo: in una terra dove il
dramma principale è la mancanza di
lavoro, dove è ripresa l'emigrazione,
dove alcuni imprenditori disperati si
sono tolti la vita, dove (ancora BankItalia) «l'edilizia ha perso il 26,2 per
cento di addetti» c'è anche chi osa demonizzare l'industria che, nel mondo,
resta uno dei settori che possono invertire una china in discesa con la produzione manifatturiera precipitata ai
livelli di vent'anni fa.
ANTI-INDUSTRIA
Nell'orticaria antindustriale si sta specializzando la scrittrice qualunquista
Michela Murgia, replicante del mantra che destra e sinistra siano la stessa
cosa, sponsorizzata dagli armatori
Moby e Tirrenia, molto sostenuta dal-
.. .
Contro il Pd anche
la scrittrice Murgia
sostenuta da armatori
e stampa immobiliarista
Il candidato Pd alla Presidenza della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru
la stampa immobiliarista cagliaritana.
Obama riscopre (e finanzia) l'industria, la riscopre l'Inghilterra dei conservatori. La Sardegna di Cappellacci
e della sua alleata Michela Murgia va
controcorrente. Sbandiera progetti
elettorali con bollicine. Campi da golf
e beauty farm. Produzione industriale? Silenzio. Cementificazione prossima ventura? Silenzio. Giornalisti da
cinque mesi senza stipendio? Silenzio? Sessantamila cassintegrati alla fame? Silenzio. Cappellacci-Murgia vincolati da effetti speciali sul nulla. Silvio docet.
Sarebbe ingiusto tacere di una sinistra, o di un centrosinistra, privi di responsabilità. Di non aver rinnovato
del tutto la classe dirigente (ci sono
indagati anche nelle liste del centrosinistra, con le stesse accuse contestate
alla vincitrice delle primarie Francesca Barracciu).
Ma la scelta del candidato presidente Francesco Pigliaru - economista apprezzato e prorettore dell'università
di Cagliari - ha ridato orgoglio e dignità alla sinistra. Si sta rivelando vincente. Dopo alcuni sondaggi che davano
favorito l'avversario di destra, numeri
e umori sono decisamente cambiati e
IL GOVERNATORE USCENTE
«Murgia è come la Concordia ma la voterei»
«A un giorno da pecora» su RadioDue
Ugo Cappellacci, ribattezzato «Ugo
tutto sugo» con il suo soprannome
alle elementari, si presenta con il suo
mantra «Qui Ora» che caratterizza la
sua campagna per la rielezione a
presidente della Regione Sardegna e
con formaggio pecorino e Cannonau.
Incalzato dai conduttori, il presidente
ribadisce le sue origini sarde attacca
con pessimo gusto la
scrittrice-candidata Michela Murgia )
rivangando la polemica che li oppone
sulla scia della metafora
Schettino-Costa Concordia. «Io
Schettino della politica? Strano che la
Costa Concordia della politica mi
chiami così. Come stazza ci siamo, poi
affonderà di sicuro. E poi è solita fare
gli inchini... agli armatori». Ma tanto
per chiarire chi è il vero avversario
così risponde ai conduttori: «Se
dovessi scegliere fra Pigliaru e
Murgia? Darei un voto utile. Pigliaru
non ha speranza, quindi voterei
Murgia».
ribaltati. La serietà e la indiscussa
competenza stanno premiando il professore «che parla di problemi reali».
Pigliaru ha messo il lavoro, la produzione (industriale e artigianale), la ricerca e l'istruzione fra i primi posti
nella sua azione di governo.
Proprio l'istruzione (quella che tanto interessava Antonio Gramsci) merita un accenno. Cinque anni fa il tasso
di dispersione scolastica era del 22
per cento (sceso di quattro punti col
governo di centrosinistra). «La abbatteremo di dieci punti», aveva blaterato Cappellacci dai palchi forzaitalioti.
Oggi si congeda dai giovani con uno
studente sardo su quattro che abbandona la scuola prima di completare
gli studi. Dal 22 al 27,5 per cento. Sardegna maglia nera dell'istruzione in
Italia. Sardegna col più basso rapporto popolazione-diplomati, popolazione laureati.
DETTO- NON FATTO
È la bocciatura più bruciante per la
destra. Potranno gli elettori premiare
chi è stato così clamorosamente smentito dalla realtà, un presidente che si è
inventato l'impudente slogan detto-fatto? Detto-fatto? No. Distrutto.
Cappellacci Attila dell'economia sarda. Su queste macerie create dalla destra la Sardegna attende l'opera di rinascita firmata Francesco Pigliaru.
Che nel fine settimana avrà il sostegno concreto di Matteo Renzi.
Abruzzo, le inchieste non fermano Chiodi: mi ricandido
Il presidente lo annuncia in conferenza stampa:
«Ho sentito Berlusconi, non ci sono dubbi»
●
JOLANDA BUFALINI
[email protected]
Non poteva certo arrivare da Silvio Berlusconi la riprovazione per un «love affair» e infatti Gianni Chiodi annuncia:
«Ho sentito Berlusconi, non ho alcun
dubbio di essere io il candidato del centro destra» alle regionali del 25 maggio,
anche se, aggiunge, «sarà una campagna elettorale crueanta». Chiede che
«gli sia restituita la dignità, poiché non
c’è niente di più infamante dell’accusa
di aver fatto la cresta sui soldi pubblici». Nello specifico sono sotto la lente
di ingrandimento dei magistrati
29.000 euro spesi in 184 missioni di
cui 164 a Roma.
Alla bufera di inchieste che si è addensata sulla sua testa, sulla sua giunta
e su un certo numero di consiglieri,
Chiodi reagisce come la canna che si
piega sotto l’onda: «è un trend nazionale» ironizza riferendosi alle inchieste
che hanno investito tutte le regioni sui
finanziamenti ai gruppi consiliari. Ma
in Abruzzo quella è un’indagine ancora in fase istruttoria mentre il presidente Chiodi e gli assessori abruzzesi sono
stati ascoltati per i rimborsi ottenuti
per viaggi istituzionali nei primi anni,
quando le spese erano a pié di lista. E
per la sgradevole storia dell’hotel Sole
a Roma, un pernottamento per due nella stanza 114 che il presidente ha avuto
la debolezza di addebitare alla Regione. Di «debolezza» ha parlato lui stesso
ma nei confronti della moglie e delle
figlie: «Ho parlato con mia moglie Daniela e con la figlia più grande, confido
nella loro comprensione». Il problema
della Procura di Pescara, invece, è la
fattura presentata alla Regione dalla
quale non si comprenderebbe che si
tratta di un pernottamento per due.
Chiodi si difende: «La fattura è corretta e ho chiarito ai magistrati».
Quella nata all’hotel Sole è una storia imbarazzante non per le ragioni privatissime e da rispettare del governatore tirate fuori da Repubblica e dal Fat-
to. E, forse, nemmeno per le implicazioni giudiziarie. Piuttosto per ragioni politiche: la signora Letizia Marinelli fu
nominata consigliere di parità e le furono affidati i soldi, un milione e mezzo,
per il progetto di un centro «poliedrico» nel Cratere del sisma del 2009. Il
progetto non è mai stato presentato, i
soldi sono rimasti a giacere fino alla legge di stabilità 2013, quando, con un
emendamento della senatrice Stefania
Pezzopane, sono stati assegnati alla
Provincia.
VIALE MAZZINI
Brunetta perde una crociata: il Tar boccia l’Agcom su Fazio e Annunziata
Renato Brunetta ha perso una
battaglia della sua crociata contro
RaiTre. Il Tar del Lazio ha accolto i
ricorsi della Rai contro i provvedimenti
con cui l'Autorità per le Garanzie nelle
Comunicazioni (Agcom) ha ordinato
alla tv pubblica di «assicurare, nel ciclo
del programma Che tempo che fa e
In mezz’ora, adeguato spazio al
soggetto politico Pdl, ripristinando
parità di trattamento». Si annulla così il
verdetto dell’Agcom che aveva dato
ragione al capogruppo Pdl, che aveva
considerato nel calcolo dell’equilibrio
politico nei programmi di Fazio e di
Lucia Annunziata, tra settembre 2012 e
maggio 2013, anche personaggi di
area, da lui attribuiti al centrosinistra
(clamoroso il caso di Abbado) e non
solo esponenti politici.
Da viale Mazzini la Rai «esprime
soddisfazione per l’accoglimento delle
proprie istanze». Il Giudice
amministrativo ha ritenuto illegittimi i
provvedimenti dell’Agocm che ha,s
econdo il Tar, «applicato ad un
programma di informazione le regole e
i canoni», quantitativi, dei programmi
di comunicazione politica nel periodo
elettorale. Soddisfatto anche il
direttore di RaiTre, Andrea Vianello.
Per il capogruppo Pd in commissione
di Vigilanza, Peluffo, la sentenza del
Tar «conferma» che nelle trasmissioni
di Fazio e Annunzizta «non c'è stata
violazione del pluralismo, e quindi il
ricorso di Brunetta era del tutto
infondato e strumentale» volta anche a
limitare l’autonomia dei giornalisti. N. L.
La storia di quei fondi, 3 milioni in
tutto, stanziati dal ministro Mara Carfagna nel 2010, è molto complicata come tante altre del terremoto. Alle donne del centro anti violenza che si sono
battute per 4 anni, dispiace che se ne
parli solo ora, «i gossip, - dice Simona
Giannageli, avvocato del centro anti
violenza - mi fanno diventare simpatica persino Letizia Marinelli». Il finanziamento iniziale di 3 milioni era destinato alla ricostruzione del centro antiviolenza e a favorire le attività contro
le violenze. Un anno dopo l’ordinanza
del vice commissario Gianni Chiodi
stravolge la formulazione iniziale, destina la metà della cifra alla Curia de
L’Aquila per il centro antiviolenza e
metà alla Marinelli per il progetto del
centro «poliedrico». La Corte dei conti
boccia l’assegnazione alla Curia, si tratta di fondi pubblici che non possono essere utilizzati per la ricostruzione di un
immobile privato. Dopodiché tutto si
blocca. Stefania Pezzopane: «È incomprensibile l’ostinazione, nonostante
l’interrogazione che facemmo, a voler
gestire quei fondi in modo tale da subire la bocciatura della Corte dei conti».
Chiodi difende la nomina di Letizia Marinelli dicendo che aveva l’assenso della Cgil ma, dice Pezzopane, «la candidata della Cgil era Loretta Del Papa», una
sindacalista impegnata nelle battaglie
delle donne.
RASSEGNASTAMPA
13
giovedì 6 febbraio 2014
ECONOMIA
Ilva chiude
due siti
in attesa del
nuovo piano
MASSIMO FRANCHI
Twitter @MassimoFranchi
Nel giorno in cui riesplode la polemica su
possibili procedimenti disciplinari, i duellanti - Susanna Camusso e Maurizio Landini - sono seduti allo stesso tavolo e si
confrontano davanti ai delegati Cgil della
Nuovo Pignone di Firenze. Claudio Giardi, 60 anni, detto il Pennello per la sua
stazza imponente, laccetto e “passi” della
Fiom al collo, è seduto in mezzo a loro. È
lui che ha proposto questo incontro. «Dopo aver tenuto il nostro congresso - spiega - abbiamo pensato che la situazione
fosse drammatica. Vedere questa tensione fra Cgil e Fiom fa male soprattutto ai
lavoratori: così abbiamo deciso di organizzare un confronto». Con l’aiuto del segretario regionale Cgil Alessio Gramolati
tutto era stato organizzato alla perfezione e senza farlo sapere a nessuno: la saletta delle Rsu dello stabilimento General
Eletric (4mila dipendenti di cui 1.180
iscritti Cgil) è prenotata dalla prima mattina. Succede però che Maurizio Landini
- reduce da una forte bronchite - venga
convocato da Matteo Renzi a Roma «per
discutere di legge sulla rappresentanza,
riforma del mercato del lavoro, ripresa
degli investimenti, politica industriale e
nuove forme di sostegno del reddito» (Camusso fa notare che «sarebbe meglio
cambiare metodo di discussione, ammortizzatori e Cig non riguardano solo la
Fiom») e allora i tempi slittano e la notizia dell’incontro diventa pubblica. Il confronto si fa lo stesso: a porte chiuse e alla
presenza dei soli 21 delegati Fiom Cgil della fabbrica fiorentina. Landini arriva
mentre Camusso sta fumando assieme
ad alcuni delegati, lui è al telefono: si salutano e inizia il confronto.
GIULIA PILLA
ROMA
Susanna Camusso e Maurizio Landini ieri all’assemblea al Nuovo Pignone
Braccio di ferro in Cgil
tra Camusso e Landini
«PENNELLO» CERCA LA MEDIAZIONE
Si parte con Giardi che legge un documento degli Rsu: «A noi il Testo unico sulla rappresentanza (quello contestato dalla Fiom, ndr) ci va bene al 90 per cento,
contestiamo però il metodo con cui si è
arrivati alla firma da parte della Cgil, la
parte sulle sanzioni per gli Rsu e la commissione di arbitrato che si sostituisce alle categorie», spiega.
Poi tocca a Landini dire la sua. Il segretario della Fiom ribadisce le sue posizioni, le critiche all’accordo e a come ci si è
arrivati. Il punto dirimente è quello della
consultazione dei lavoratori. «Per l’accordo del 28 giugno (la Fiom era contraria e
perse, ndr) i lavoratori votarono e votarono solo quelli coinvolti dall’accordo, quelli delle categorie di Confindustria, e non
tutti gli iscritti. Ora invece nelle assemblee congressuali al massimo la questione viene discussa da tutti gli iscritti in dieci minuti. L’emendamento non può sostituire la consultazione dei soli lavoratori
coinvolti - contesta Landini - se non c’è il
voto, la Fiom non si sente vincolata all’accordo perché quello sì è in violazione dello statuto Cgil».
Tocca a Susanna Camusso replicare.
Questa la sintesi: «Non si può far finta che
il voto del Comitato direttivo non conti e
lì (il 17 gennaio, quando Landini anticipò
la sua posizione, ndr) si è previsto che nelle assemblee congressuali si condivida
l’accordo con un voto. Se la valenza del
Testo è così grande come dite, a maggior
ragione devono votare tutti gli iscritti.
●
●
Nuove tensioni sulla rappresentanza, incontro ieri al Nuovo Pignone
E il leader Fiom vede ancora Renzi ● Smentite azioni disciplinari
Detto che il congresso va avanti perché
non si può ridurne il valore ad un dibattito interno, la Confederazione a congresso concluso è disponibile ad aprire un
confronto nei luoghi di lavoro».
PARERE DA COMMISSIONE STATUTO
Landini però non accetta l’apertura e ribadisce la sua posizione. Arriva anche la
frecciata: «Apprendo ancora una volta a
mezzo stampa che hai scritto una lettera
di tuo pugno per chiedere sanzioni». Camusso controbatte: «No, ho solo chiesto
un pronunciamento interpretativo dalla
commissione Statuto sulle conseguenze
di un mancato rispetto del Testo unico a
cui dite di non sentirvi vincolati». In realtà di questo si tratta: il Consiglio nazionale statutario ha risposto alla segnalazione
del segretario generale ricordando «le
norme statutarie che vincolano l’organizzazione». Vengono citati l’articolo 6 sulla
democrazia interna e l’unicità dell’organizzazione e l’articolo 26 che prevede le
sanzioni (che non vengono però elencate). Tutta la missiva è totalmente impersonale e non cita il segretario della Fiom.
In più questo passaggio non prevede alcuna conseguenza e sanzione: senza una
nuova richiesta alla Commissione di garanzia - l’unica titolata a definire le sanzioni, con due livelli di giudizio, prima inter-
INPS
Disoccupazione, nel 2013 boom di domande: +33%
Cala a gennaio la cassa integrazione
ordinaria (-23% in un anno), quella in
deroga (-16%) mentre la cassa
integrazione straordinaria fa segnare
un lieve aumento (+0,8%). Lo rileva
l'Inps. Dati in miglioramento rispetto al
recente passato ma nascondono una
drammatica realtà: sono finiti i soldi
per la cig in deroga, mentre
aumentano le ristrutturazioni, spesso
anticamera di licemziamento. Non a
caso, nel corso del 2013 sono state
presentate oltre due milioni di
domande di disoccupazione con un
aumento del 33,8% rispetto alle
domande presentate nel 2012.
regionale e poi nazionale - nessun provvedimento verrà emesso. E la Cgil ieri ha
nuovamente smentito «il ricorso ad azioni disciplinari nei confronti di qualsivoglia categoria o gruppo dirigente».
PUNTO DI CONTATTO
Nella recente assemblea congressuale, i
lavoratori del Nuovo Pignone avevano dimostrato di essere “landiniani” di ferro:
maggioranza bulgara (di schede) alla mozione quasi unitaria “Il lavoro decide il futuro” e maggioranza quasi bulgara (per
alzata di mano) all’emendamento Fiom
che chiede il ritiro della firma sul Testo
unico e la discussione sul tema nel congresso. «Noi abbiamo le nostre idee - conclude Giardi - e questa assemblea, anche
se non si è chiusa senza la ricomposizione che auspicavamo, è stata molto importante: discutere e confrontarsi è il sale della democrazia e del sindacato».
Un punto di contatto comunque c’è: la
legge sulla rappresentanza chiesta a gran
voce da Landini - e appoggiata da Renzi.
«La Cgil, non la Fiom, chiede da 25 anni
che ci sia una legge sulla rappresentanza
- sottolinea Camusso - una legge è importante perché bisogna mettere fine ad una
serie di operazioni fatte negli anni scorsi
che hanno violato la contrattazione».
Contratti di solidarietà prolungati a
Taranto, impegno per nuove produzioni a Genova al fine di scongiurare
esuberi fortemente temuti, mentre
per gli stabilimenti di Torino e Patrica, si va verso la chiusura. In attesa
del piano industriale a cui si sta lavorando e che verrà presentato non
prima di marzo, l’Ilva ha tratteggiato ieri le prospettive dei vari siti produttivi. L’occasione è stato un incontro tra il coordinamento sindacale
(Fiom Fim Uilm) dell'Ilva e i rappresentanti dell’azienda che non hanno
portato i dati finanziari del 2013 ma,
riferiscono i sindacalisti della
Fim-Cisl, hanno confermato «la stabilità» occupazionale del gruppo
che complessivamente i attesta a
14.696 dipendenti.
Dal perimetro degli «stabili» sembrano tuttavia tagliati fuori i 22 dipendenti di Torino la cui chiusura è
annunciata per l’inizio del 2015, e
dei 67 dello stabilimento di Patrica
(Frosinone) con l'avvio della procedura di mobilità dal prossimo giugno 2014. I sindacati hanno contestato le due chiusure affermando
che non si possono dismettere parti
del gruppo prima ancora della presentazione del piano industriale Ilva
da parte del commissario Enrico
Bondi. Non si esclude che venga indetto uno sciopero di tutto il personale Ilva.
Per quanto riguarda gli altri siti
produttivi, mentre non si segnalano
particolari criticità per gli stabilimenti piemontesi di Novi Ligure e
Racconigi, su Genova l'azienda, per
il prossimo anno si è impegnata a
«promuovere» la fabbrica, attraverso il rilancio della banda stagnata e
l'implementazione di un nuovo «slitter», al fine di scongiurare gli eventuali esuberi del personale. «Abbiamo dei problemi ma lavoriamo per
trovare delle soluzioni» aveva detto
ieri il direttore della Risorse umane
del Gruppo Ilva, Enrico Martino,
martedì al termine di un incontro
presso la Prefettura genovese per discutere di una possibile revisione
dell'accordo di programma siglato
nel 2005, quando venne spento l'altoforno dello stabilimento siderurgico genovese. «È probabile, possibile
che, rispetto ai 1740 lavoratori occupati, ci siano degli esuberi in relazione agli attuali carichi di lavoro». A
questo punto occorre aspettare il
piano industriale.
Lo stesso piano che dovrebbe prevedere una spesa di ambientalizzazione, di innovazione e manutenzione industriale di circa 3 miliardi.
Fiat non concede aumenti e non parla col governo
GIUSEPPE VESPO
[email protected]
I soldi servono per gli investimenti, quindi niente aumento salariale. Crisi a parte, è questa la motivazione del «no» alla
richiesta di un rinnovo contrattuale con
aumento dello stipendio di novanta euro per il biennio 2014-2015. Fca - Fiat
Chrysler automobile - alza un muro davanti ai sindacati del «sì», quelli che hanno accettato il contratto aziendale e non
si sono opposti al trasferimento della sede in Olanda, purché venissero confermati gli investimenti nelle fabbriche italiane.
Adesso però c’è aria di rottura, anche
se ufficialmente la trattativa si è solo
«raffreddata» e il confronto sull’inquadramento degli ottantamila dipendenti
è rinviato. È in questo scenario che si
inseriscono i dubbi del governo, che per
bocca del ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato, ricorda al gruppo di Sergio Marchionne che ancora non è stata
data nessuna risposta sulla «questione
occupazionale nel breve e nel medio periodo».
Il riferimento è alle migliaia di operai
- circa tremila solo a Mirafiori - che ormai da anni sono in cassa integrazione
in attesa degli investimenti e dei nuovi
modelli promessi.
Interrogato da una deputata 5 Stelle
durante il questiontime alla Camera, il ministro ha detto di aver «sollecitato l’amministratore delegato per chiarire le
prospettive degli impianti italiani del
gruppo, attualmente sottoutilizzati».
All’indomani dell’annuncio del trasferimento della sede legale di Fiat-Chrysler
in Olanda, e di quella fiscale in Uk, per il
governo «l’obiettivo è che in Italia rimanga la sede produttiva di primaria importanza e il centro dello sviluppo di nuove
produzioni e nuove competenze». Sarà
così? Si attendono risposte.
CONFLITTO
Il tempo deve passare anche per riprendere il confronto sul contratto. Nei prossimi giorni i sindacati riuniranno le rispettive segreterie nazionali, poi le rsu
aziendali e infine i lavoratori in assemblea. Se non sarà sciopero è probabile
.. .
Bloccato il contratto,
Marchionne non tira fuori
un euro nemmeno
per i sindacati «buoni»
che il malumore induca le sigle al blocco
degli straordinari. Lo lascia intendere,
per esempio, il segretario della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano: se l’azienda non
dovesse tornare sui suoi passi, «metteremo in atto iniziative che sfociano nel conflitto pur tenendo conto delle condizioni
in cui operano i lavoratori negli stabilimenti del gruppo».
Fiat tiene duro e ripete a macchinetta
che l’aumento non è possibile in ragione
della crisi del mercato dell’auto, degli
impegni finanziari legati alla fusione
con Chrysler e degli investimenti promessi anche agli stabilimenti italiani.
Un muro di gomma che non si è ammorbidito neanche quando le sigle hanno
proposto di «definire l’incremento per il
2014 e spostare la discussione del 2015 a
dopo l’incontro previsto a maggio con
Marchionne. La loro posizione è rima-
sta la stessa». Crisi e investimenti. «Motivazioni che non possono reggere», per
Rocco Palombella, segretario della
Uilm. «Discutiamo di un contratto nazionale, ci sarebbero tutte le condizioni per
un rinnovo che copra gli indici inflattivi». A mettere il dito nella piaga è la
Fiom, con il segretario torinese Federico Bellono, che ricorda come «all’inizio
la promessa di investimenti è servita per
ridurre i diritti e peggiorare le condizioni di lavoro, ora viene agitata per ridurre il valore delle retribuzioni. A rimetterci sono sempre i lavoratori». E da Pomigliano arriva la notizia del suicidio di un
militante dello Slai Cobas, Peppe De Crescenzo. Il sindacato denuncia: «Era stato confinato, insieme ad altri 300 operai, al reparto fantasma della - inesistente - Logistica di Nola e da allora era in
cassa integrazione senza futuro».
RASSEGNASTAMPA
15
giovedì 6 febbraio 2014
Alitalia, gli Emirati riaprono la battaglia degli scali
MARCO TEDESCHI
MILANO
Con il possibile ingresso di Etihad nel
capitale di Alitalia, riprende la competizione tra i maggiori scali italiani che
sperano di poter beneficiare del matrimonio industriale tra le due compagnie aeree. La partita non è per nulla
pacifica e rischia di scatenare nuovi
conflitti amministrativi e politici. In
Lombardia, ad esempio, si teme per il
futuro di Malpensa.
«Ben vengano gli investimenti. Noi
come Regione stiamo lavorando molto intensamente per attrarre investimenti veri sul nostro territorio. Ma se
il risultato del viaggio del presidente
del Consiglio nei Paesi arabi è quello
di far entrare in Alitalia una società
che poi chiude Malpensa, perché questa mi pare di capire sia l'intenzione,
da parte nostra ci sarà la guerra» ha
fatto sapere il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. Esprimendo perplessità sull'ipotesi di un ingresso di Etihad nell'ex compagnia di
bandiera italiana, il presidente della
Regione Lombardia ha aggiunto:
«Dalle voci che si sentono, questo investimento potrebbe rappresentare
un rischio. Voglio capire se ci sono dei
pericoli per Malpensa, per il nostro sistema aeroportuale e per l'indotto in
termini di occupazione. Si ci fossero
delle manovre volte a penalizzare
Malpensa o addirittura a farlo chiudere, sono assolutamente determinato
a sventarle».
Sotto il profilo del traffico agli emi-
ri di Etihad piace l'aeroporto di Linate, lo scalo milanese, che dovrebbe essere sviluppato assieme a quello romano di Fiumicino. La compagnia degli Emirati ha posto una serie di condizioni a garanzia dell'investimento.
Tra le altre, il via libera istituzionale a
un più intenso utilizzo dello scalo cittadino milanese controllato dalla Sea
- che gestisce anche Malpensa - per le
rotte verso tutte le capitali europee,
verso Mosca, Istanbul e il Nord Afri-
.. .
Etihad avrebbe interesse
a sviluppare il traffico
di Linate, assieme
allo scalo di Fiumicino
ca. Si tratta di direttrici che gli arabi
considerano commercialmente molto interessanti e complementari al loro traffico su Abu Dhabi e, un domani, su Fiumicino e che i loro alleati di
Air France-Klm - destinati a conservare un ruolo importante nel futuro assetto di Alitalia - vedono con altrettanto favore. Ma la questione è delicata.
Linate è oggi uno scalo a traffico
limitato, a seguito del decreto Bersani
che ne proibiì, sostanzialmente, l'utilizzo intercontinentale e ne contingentò quello internazionale, per lasciare spazio all'hub di Malpensa, anche in accoglimento della richiesta
avanzata all'epoca da Air France-Klm
che voleva preservare la complementarietà degli hub di Parigi e Roma, riducendo al minimo il potere di interfe-
Prodi: ma di
quale ripresa
state
parlando?
BIANCA DI GIOVANNI
ROMA
Stop alle norme sulla Rc auto. Il governo ha deciso di stralciare dal testo del
decreto «Destinazione Italia» l’articolo
8, quello che puntava a colpire le possibili frodi e ad abbassare i costi per i cittadini onesti. Il fatto è che per raggiungere questo obiettivo si comprimevano
in modo sostanziale i diritti dei cittadini, su cui di fatto gravavano molte più
limitazioni e molti oneri. Per questo i
parlamentari hanno chiesto all’esecutivo di rinviare la questione a un altro
provvedimento. «Il governo si riserva
in tempi strettissimi di mettere mano
ai temi dell'articolo 8 di ridurre i costi
delle assicurazioni per i cittadini italiani», ha annunciato il sottosegretario allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti, nelle commissioni Finanze e Attività produttive dopo aver dato parere
favorevole, a nome dell'Esecutivo, all'
emendamento che ha soppresso le norme in questione. Insomma, si azzera
tutto e si ricomincia daccapo.
La decisione, però, ha sollevato un
polverone attorno al governo e ha dato
il via a una vera e propria competizione tra maggioranza e opposizione sui
meriti del risultato raggiunto. Tutti i
gruppi parlamentari si sono detti soddisfatti della decisione, sostenuta dalle
associazioni dei consumatori e dai rappresentanti dei carrozzieri. Uniche
due voci in dissenso, quella del sottosegretario Simona Vicari (FI) e quella
dell’Ania, associazione delle assicurazioni. «Desidero in questa sede, pubblicamente, esprimere il mio rammarico
per non essere stati capaci di trovare
una soluzione possibile all'esigenza di
equiparare le tariffe italiane al confronto europeo», ha dichiarato Vicari. «Con
lo stralcio si è persa la grande occasione di ridurre i costi dell’assicurazione
auto».
PROTESTE
Evidentemente non la pensano così i
parlamentari. Primi tra tutti quelli del
Pd, che l’altra sera in una assemblea
del gruppo alla Camera avevano rovesciato sul provvedimento una valanga
di critiche. Le obiezioni erano tanto pesanti, che il capogruppo Roberto Speranza ha deciso di chiedere lo stralcio
al premier Enrico Letta, durante l’incontro di ieri mattina con i capigruppo. «Lo stralcio dell'articolo sulla Rc auto dal decreto “Destinazione Italia” è
molto positivo e rappresenta una vittoria per i cittadini, i cui diritti sono una
priorità per il Pd», dichiara a stretto giro Franco Vazio, capogruppo Pd in
commissione Giustizia. In effetti proprio quella commissione aveva sollevato una fitta sequenza di dubbi sul testo.
«Molte criticità andavano a danno dei
cittadini, i quali si sarebbero trovati in
grave sofferenza di fronte alle compagnie assicurative». E le opposizioni che
cantano vittoria? «Vorrei ricordare che
.. .
De Vincenti: affronteremo
questo problema
in un provvedimento
specifico sulla materia
renza dell'area milanese. Oggi su Linate ci sono alcuni «slot» (diritti di decollo e atterraggio) sottoutilizzati che
potrebbero essere riconvertiti nel senso auspicato dagli arabi. Ma ciò comporterebbe un ridimensionamento di
Malpensa a scalo intercontinentale
(ma con problemi non indifferenti di
convergenza dei passeggeri) merci e
low-cost. Non c’è dubbio che il matrimonio tra Alitalia ed Etihad avrà dirette ripercussioni sugli equilibri del
sistema aeroportuale italiano.
Intanto l'amministratore delegato
dell'Alitalia, Gabriele Del Torchio, è
convinto che l'intesa con i sindacati
sul piano di riorganizzazione sarà raggiunta «in tempi molto brevi» anche
se forse non sarà sufficiente la settimana in corso.
IL CASO
LAURA MATTEUCCI
MILANO
Bce, dalla riunione di oggi non escluse sorprese sui tassi
C’è molta attesa sui mercati per la riunione odierna del direttivo della Banca centrale europea. I dati
preliminari di gennaio hanno evidenziato un’inflazione in caduta allo 0,7%, un livello che dovrebbe essere
di tranquillità per i governatori. Lo scorso novembre la Bce aveva reagito al rallentamento dei prezzi
tagliando i tassi di interesse al minimo storico di 0,25%. Il presidente Mario Draghi parlerà alle 14,30.
«Destinazione Italia»
retromarcia su Rc auto
Il Pd a Letta: bene l’obiettivo di ridurre le frodi, ma non si possono
comprimere i diritti dei cittadini ● Le assicurazioni: occasione persa
●
sul parere critico redatto in commissione - continua Vazio - la Lega ha votato
contro e i 5Stelle non hanno partecipato al voto. Di che vittoria parlano?».
Nel merito il parlamentare Pd punta
il dito su parecchie disposizioni. «L'obbligo di trovare ed indicare i testimoni
subito dopo l'incidente (senza prevedere analogo obbligo per le compagnie) -
spiega Vazio - eliminare tutte le lesioni
non diagnosticate strumentalmente
(come i colpi di frusta e i danni psicologici) ed ancora vietare la cessione del
credito da parte dei danneggiati per poter riparare subito la propria auto danneggiata erano cose non coerenti con il
sistema delle norme del codice civile e
comunque poco ragionevoli». E non so-
EQUITALIA
Stop alle «cartelle pazze»: ora si può fare online
Fermare le cartelle “pazze” di Equitalia
diventa più facile e si può fare da casa.
Equitalia hai attivato sul proprio sito
www.gruppoequitalia.it un nuovo
servizio che consente di inviare la
richiesta di sospensione della
riscossione con un clic. La richiesta
online si aggiunge alle altre modalità di
presentazione della domanda già
operative: allo sportello, via fax, via
e-mail oppure tramite raccomandata
con ricevuta di ritorno. Si può richiedere
la sospensione della riscossione
direttamente a Equitalia in caso di
annullamento del debito da parte
dell'ente creditore, di un pagamento già
effettuato o di una sentenza favorevole.
«Grazie a Equitalia il fenomeno delle
cartelle pazze è ormai relegato al
passato», dice Benedetto Mineo,
amministratore delegato della società.
E in tanti sperano che tanto ottimismo
sia fondato. La domanda va inviata
entro 90 giorni dalla notifica dell'atto
per cui si chiede la sospensione.
Equitalia sospende la riscossione e invia
la documentazione all'ente creditore
che verifica la correttezza delle carte e
comunica l'esito sia al contribuente sia a
Equitalia.
lo. Nel parere della commissione Giustizia si sollevava anche la non conformità al codice civile della disposizione
che dava sempre e comunque valore di
prova legale alla scatola nera, senza riconoscere il diritto del danneggiato a
sollevare la questione dell’effettivo funzionamento del dispositivo.
Il decreto arriva oggi in aula senza la
«grana» dell’Rc auto, ma certamente
con un forte carico di polemiche. Tra
queste, quella relativa agli aiuti fiscali
sui libri. De Vincenti spiega che si prevede un bonus da distribuire nelle scuole: con il voucher i giovani otterranno
uno sconto del 19%, che poi verrà recuperato dalle librerie. Ma l’Associazione librai italiani protesta, «prendendo
atto con amarezza dello stravolgimento del testo a sulla detraibilità fiscale
per l'acquisto dei libri». Altro argomento polemico, le iniziative in favore
dell’energia rinnovabile, e del gestore
unico.
.. .
No all’eliminazione
delle lesioni
non diagnosticate
strumentalmente
N
on vedo ancora quella ripresa vigorosa di cui qualcuno
parla. Qualche elemento c’è,
ma dal 2007 ad oggi abbiamo perso
l’8% di Pil, per recuperare ci vogliono
parecchi anni, e di sicuro dobbiamo
andare ben oltre lo zero virgola...».
Romano Prodi è alla Borsa di Milano
per un incontro sul tema «Un quadro
mondiale in movimento (e noi?)». C’è
spazio per qualche digressione - non
su legge elettorale e Matteo Renzi
(«non rispondo neanche sotto tortura»), ma sulle Olimpiadi di Sochi: sulla stessa linea di Letta, Prodi parteciperebbe alla cerimonia inaugurale,
nonostante altri leader boicottino
l’evento per condannare le leggi omofobe di Putin. «Le Olimpiadi - spiega sono sempre state il momento di cessazione delle guerre. Hanno questo
simbolo, quindi, io ci sarei andato».
Ma poi il suo intervento si focalizza
sulle questioni politiche ed economiche. L’ex premier ricorda che nonostante tutto (e malgrado le nostre dipendenze in tema energetico) restiamo il secondo Paese più industrializzato d’Europa, con «un sistema produttivo che non è sfasciato», ma con
«il grande problema, cui non si riesce
a porre rimedio, della burocrazia». A
livello europeo, Prodi auspica un’alleanza con Francia e Spagna per proporre una politica di bilancio alternativa a quella di Berlino, anche per
contrastare una «politica europea decisa dalla cancelleria tedesca». E torna a difendere l’euro: «Fuori dall’euro il nostro Paese sarebbe distrutto».
L’euro, secondo Prodi, è ormai irrinunciabile anche per un’economia
solida come quella della Germania:
«Senza l’euro i tedeschi non venderebbero più un’auto, mentre il sistema italiano andrebbe in inflazione e
in tilt». Da Prodi anche una riflessione sul peso dell’Unione nello scacchiere politico globale: «Siamo fuori
dalle decisioni perché siamo divisi.
Siamo il continente numero uno per
export e politica industriale ma non
contiamo niente».
RASSEGNASTAMPA
16
giovedì 6 febbraio 2014
COMUNITÀ
Il commento
L’intervento
Austerity, dov’è finita la sinistra europea?
L’Europa chieda il rilascio
dei reporter rapiti in Siria
Massimio
D’Antoni
SEGUE DALLA PRIMA
Sostenendo che rassicurando i mercati
finanziari con tagli alla spesa e privatizzazioni l’economia sarebbe ripartita e i
rischi per l’euro sarebbero svaniti.
In questo inizio di 2014 prevale la consapevolezza che la strada dell’austerità o, nelle parole del Presidente, «dell’austerità ad ogni costo» - non è la soluzione, ma può anzi innescare un vero e proprio circolo vizioso «tra politiche restrittive nel campo della finanza pubblica e
arretramento delle economie europee».
Sulle pagine di questo giornale in molti
lo abbiamo detto e ripetuto fin dall’aggravarsi della crisi nel 2011. Non tanto la
capacità di persuasione dei nostri argomenti, quanto il protrarsi e l’acuirsi della crisi sociale ed economica, ha consolidato la convinzione, ormai trasversale
alle forze politiche, che su questa strada
non si possa continuare a lungo.
Occorre tuttavia evitare l’illusione
che tale consapevolezza sia ugualmente
diffusa in tutto il continente; peccheremmo di ottimismo se pensassimo che le
affermazioni del presidente Napolitano,
applaudite dalla platea dei parlamentari europei, possono trovare facilmente
riscontro nell'azione politica della cancellerie europee.
Purtroppo, mai come in questo momento il sentimento degli europei è diviso in base alla geografia. Se i populismi
crescono un po’ ovunque, essi assumono per lo più la forma di un ripiegamento nazionalistico. Nei Paesi dell’area tedesca, in cui la crisi si è manifestata in
modo molto meno acuto che da noi, il
ritardo nella ripresa è attribuito non già
alla mancanza di una risposta politica
adeguata a livello di eurozona, ma alla
scarsa determinazione con cui i Paesi
della periferia stanno attuando le politiche di riforma strutturale. La crisi del
2008 non è interpretata per quello che
è, cioè l’esito di squilibri dovuti in larga
parte ad un difetto nell’architettura
dell’euro ma, contro ogni evidenza, come una conseguenza della dissipatezza
dei Paesi più colpiti. Né mancano, tra i
sostenitori della linea di austerità, coloro che ritengono che quegli squilibri si
stiano riassorbendo in modo autonomo,
e che quindi le politiche adottate stiano
infine funzionando.
Il presidente Napolitano invoca un rilancio e una svolta nel segno della solidarietà. Ma gli stessi dirigenti della Spd e
degli altri partiti socialisti dei Paesi
dell’area tedesca, anche quelli più accorti, se messi alle strette vi spiegheranno
che chiedere ai loro elettori di farsi carico della crisi di italiani e spagnoli comporterebbe un prezzo politico elevato.
Forte è la sensazione che non solo manchino le basi di quella solidarietà che sola può sostenere il progetto di completamento dell’Unione, ma che sia debole
anche la consapevolezza della profonda
interdipendenza tra i Paesi europei, del
fatto che ormai si sopravvive o si cade
insieme.
È per queste ragioni che è particolar-
.. .
Hollande ha rinunciato a farsi
alfiere di un cambio di rotta
Il ruolo dell’Italia in Europa
diventa ora più cruciale
mente importante il passaggio che ci attende. È per questo, in particolare, che è
necessario incoraggiare il rafforzamento dei legami tra partiti appartenenti alla famiglia socialista e democratica. Lo
è nonostante le evidenti difficoltà: nonostante il fatto che la ricerca di un consenso ampio tra le diverse sensibilità dei
partiti socialisti nazionali stia determinando, nella piattaforma del candidato
Martin Schulz, posizioni obiettivamente poco incisive sul versante economico;
nonostante la sconcertante scelta del
presidente Hollande, di puntare all’interno sulle politiche di offerta, tradizionale cavallo di battaglia dei conservatori, e all’esterno sul rafforzamento
dell’asse privilegiato tra Parigi e Berlino, rinunciando a farsi alfiere di un cambio di rotta nelle politiche europee. In
questo contesto diventa cruciale infatti
il ruolo della sinistra italiana nel farsi
interprete presso i partner del disagio di
una parte così importante dell’Europa e
nel sollecitare un cambiamento.
Il Pd non può permettersi di mancare
a questo appuntamento, ed è importante che in vista del semestre europeo il
governo abbia il pieno sostegno del principale partito della maggioranza. Il presidente Napolitano ha dato un segnale
chiaro e incisivo. Sta al presidente Letta
per un verso e al segretario Renzi per
l’altro essere all’altezza delle attese.
Maramotti
.. .
Napolitano invoca un rilancio
nel segno della solidarietà
ma Spd e altri partiti socialisti
sembrano prendere tempo
Dialoghi
L’adozione folle
di Woody Allen
e Mia Farrow
Luigi
Cancrini
psichiatra
e psicoterapeuta
Questo giornale è stato
chiuso in tipografia alle
ore 21.30
Terribili davvero le rivelazione della figlia
adottiva di Woody Allen. C’era stato
qualcuno che aveva valutato l’idoneità
all’adozione di questi due attori
straordinari?
ANGELA VISCOSI
La vicenda dei bambini adottati da
Woody Allen e Mia Farrow è oggetto,
in questi giorni, di molto (troppo)
gossip. Quella che manca, invece, è
una discussione seria sulle situazioni
in cui la celebrità delle persone
sembra sufficiente per garantire le
loro competenze genitoriali. La favola
è quella del bambino infelice che ha
accesso improvvisamente ad una
situazione impensabile di benessere e
di ricchezza. Per una scelta legata alla
bontà o alla generosità degli adottivi.
Con un finale da favola in cui si vive
tutti «felici e contenti» che spesso,
tuttavia, non ha nulla a che vedere con
la realtà. L’adozione è fatica,
dovremmo pensare tutti, sforzo
difficile e contrastato fra esigenze e
dolori contrapposti. Fra il bisogno dei
bambini traumatizzati dalla violenza e
dall’abbandono e il bisogno di adulti
traumatizzati dall’impossibilità di
realizzare il sogno di una famiglia
loro. Annusarsi e ascoltarsi, nel
momento dell’incontro e negli anni
successivi, è possibile solo al termine
di uno sforzo paziente di genitori
capaci di dedicare al bambino tutto il
tempo di cui ha bisogno per
raccontare una storia per cui si deve
avere un grande rispetto.
Sapendo che il bambino, nato prima
di arrivare dai suoi nuovi genitori, ha
una sua storia e una sua identità di cui
quella storia è parte integrante. Ma
sapendo soprattutto che il benessere e
la ricchezza non bastano a riparare le
ferite del bambino e che l’adozione
tutto è tranne che uno shopping. Da
reclamizzare sui giornali e sulle Tv.
La tiratura del 5 febbraio 2014
è stata di 65.372 copie
Silvia
Costa
Eurodeputata Pd
●
ALLAMANIFESTAZIONECHESIÈTENUTAALPARLAMENTO EUROPEO DI STRASBURGO CON COLLEGHI
FRANCESI, SVEDESI E SPAGNOLI per la liberazione dei
giornalisti ostaggi dei ribelli in Siria ho portato la
mia solidarietà come giornalista, oltre che come
europarlamentare, a coloro tra questi che sono
ancora vittime di rapimento o rilasciati dopo grandi sofferenze ed esperienze drammatiche, e alle
loro famiglie così duramente provate.
In Siria continua a crescere il numero di giornalisti scomparsi, un fenomeno che richiede la più
ampia mobilitazione possibile.
Dall'inizio della rivolta nel marzo del 2011 almeno 50 operatori dell'informazione sono stati rapiti in Siria e più di 10 giornalisti stranieri sono attualmente agli arresti, tenuti in ostaggio o scomparsi.
I giornalisti devono poter continuare a raccontare i fatti laddove avvengono, per garantire il diritto all'informazione sia dei siriani che del pubblico internazionale.
Al Parlamento europeo ho voluto ricordare anche la dura e lunga prigionia di Domenico Quirico, il giornalista italiano de La Stampa che è stato
per cinque lunghi mesi nelle mani dei rapitori sottoposto a umiliazioni, torture e finte esecuzioni.
Quirico ha descritto questa esperienza in un libro,
«Il Paese del Male», denunciando l'emergere in
Siria, oltre ai gruppi ribel.. .
li al regime di Assad, di nuclei banditeschi che si venDobbiamo
dono tra loro i prigionieri.
Ma il mio pensiero è anporre
dato anche al sacerdote
la questione
italiano Paolo Dall'Oglio,
che ha vissuto trent'anni
nei colloqui
in Siria impegnandosi per
di Ginevra2
il dialogo tra islamici e siriani.
insieme
Nell'estate 2012 era staall’emergenza to espulso per aver criticato
la repressione violenta
umanitaria
di Assad e per il suo sostegno al piano di pace proposto da Kofi Annan.
Era rientrato nel nord della Siria per incontrare la società civile ed ascoltare i bisogni delle persone, ma è stato poi rapito a Raqqa. Da quel momento, non si hanno più sue notizie. La settimana
scorsa, a sei mesi dal suo rapimento, ho partecipato a Bruxelles a una cerimonia religiosa a lui dedicata, in una piccola chiesa vicino al Parlamento
europeo. Lo stesso avveniva in altre 16 città europee e del Medioriente.
Per questi testimoni coraggiosi e vittime di realtà drammatiche come quella siriana, in qualità di
europarlamentari abbiamo il dovere di chiedere
che nei colloqui di Ginevra, che riprenderanno il
10 febbraio prossimo, venga chiesto alle parti in
causa, preliminarmente, il rilascio dei rapiti.
Ma dobbiamo rendere loro onore anche smettendo di ignorare che l’emergenza umanitaria va
distinta da quella politica e affrontata subito: non
possiamo tacere dei 130 mila morti in questi due
anni in Siria e del milione di profughi, un quarto
della popolazione, solo in Libano, mentre solo l’altro ieri Aleppo subiva bombardamenti aerei.
In questi giorni a Roma, alla riunione promossa
dall'Onu del Gruppo di alto livello sulle sfide umanitarie in Siria, sono stati approvati 11 interventi
immediati, ma - come ha detto la Commissaria
Georgieva - pur avendo l’Unione europea previsto
stanziamenti per 3,5 miliardi di euro, le due parti
siriane in guerra non consentono alla popolazione di accedere agli aiuti, già pronti al confine. Circa 7 milioni di persone sono tagliate fuori dai rifornimenti. I bambini sono allo stremo.
Il Parlamento Europeo, oggi, deve chiedere all'
alto Rappresentante Ashton che lanci un appello
alla conferenza di Ginevra e al Consiglio di sicurezza dell’ONU, del prossimo 13 febbraio per valutare i risultati del Gruppo per la Siria, perché la
questione umanitaria sia posta come ineludibile e
sia alleviata la tragica condizione di milioni di persone.
RASSEGNASTAMPA
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4
Primo piano
Giovedì 6 febbraio 2014
www.ilquotidianoweb.it
GOVERNO E PARTITI
Il capo dello Stato di ritorno da Strasburgo
ferma i giochi in atto: «Ora serve la continuità»
I partiti a Letta
«Verifica subito»
I “piccoli” esprimono la voglia di cambiamento
e si ipotizza una staffetta con Renzi a Palazzo Chigi
di MILENA DI MAURO
ROMA- Accelerare sulla verifica
senza aspettare la legge elettorale.
Hanno fretta di cambiare, i “piccoli” della maggioranza, e vanno a
chiederlo ad Enrico Letta spingendo il premier a stringere sulla verifica in una giornata delicata, quella che precede l’attesa direzione del
Pd, quella in cui arriva l’endorsement di Giorgio Napolitano al governo, mentre si fa assordante il
tam tam che vuole vicina una crisi
pilotata, con un Letta-bis o addirittura con la staffetta Letta-Renzi a
Palazzo Chigi.
Il Capo dello Stato torna da Strasburgo e ferma i giochi: chiama
Letta e ribadisce “apprezzamento
per la continuità e i nuovi sviluppi
dell’azione di Governo sul piano
nazionale e nelle relazioni internazionali”. Niente da dire, intanto, da
Palazzo Chigi sul tema del giorno:
l’avvicendamento Letta-Renzi di
cui parla tutto il Palazzo. “Chiacchiere da Transatlantico“, l’unica
chiosa.
Il premier sigla invece una tregua importante con gli industriali. In un “franco e costruttivo” confronto con Giorgio Squinzi a Palazzo Chigi, Letta mette da parte
gli affondi del Presidente di Confindustria per parlare con lui di costo del lavoro, crediti alle imprese,
sburocratizzazione, investimenti
ed impegnarsi ad andare il 19 febbraio in Confindustria per un incontro con i vertici degli industriali, ai quali non mancherà di spiegare le opportunità aperte dalla felice
missione negli Emirati. Da parte
sua Squinzi ha ribadito a Letta la
necessità di agire in fretta perchè il
Paese ha bisogno di misure urgenti e ha evidenziato che Confindustria continuerà ad osservare con
attenzione l’operato del Governo.
Intanto con i capigruppo di
maggioranza il premier stringe
un patto per l’approvazione tempestiva dei decreti che mettono a rischio ingorgo il Parlamento. Poi
un pranzo con Alfano e Franceschini, un occhio all’ordine del
giorno del consiglio dei ministri di
oggi, lo stralcio delle norme Rc Auto da Destinazione Italia. Letta
continua ad inzeppare “fatti” nella
sua agenda, alla vigilia della attesa
direzione del Pd dove il premier
non cerca redde rationem con il segretario Matteo Renzi.
“Andrà da Presidente del Consiglio in primo luogo per ascoltare il
dibattito nel suo partito, che è anche il primo partito della maggioranza, riservandosi di intervenire
per dare sostegno al segretario
Renzi su legge elettorale e riforme
istituzionali“, smussano dal suo
staff. Mentre fuori è bufera, dentro
a Palazzo Chigi si ragiona così:
“Tra Letta e Renzi c’è in termini ufficiali piena sintonia per tempistica ed obiettivi. Un ulteriore rilan-
cio dell’azione di governo passerà
per “Impegno 2014”solo dopo l’approvazione della legge elettorale”.
Quanto al resto, Marianna Madia
esce dalla direzione del Pd e dice
che l’ipotesi di un ticket di governo
Letta-Renzi “non è stata all’ordine
del giorno perchè in questo momento l’Italia ha un governo, è il
governo Letta. Il ruolo del Pd è sostenere e spronare il governo che
c’è”. Tanto basta.
A dare una mano arriva poi Giorgio Napolitano, ed anche gli alleati
di Ncd, per i quali è l’ora di un cambio di passo ed il Pd deve metterci
idee e uomini.
“Il Pd sta compiendo gli errori di
sempre. Dopo il derby a cui abbiamo assistito per 15 anni tra D’Alema e Veltroni ora rischiamo di fare
il bis con Renzi e Letta. Il Pd faccia
una scelta chiara sul sostegno al
governo anche perchè noi di Ncd
non lo sosteniamo se il Pd non ci
crede. Siamo leali e trasparenti“, è
il mantra che Angelino Alfano
continua a ripetere.
Il leghista Gianluca Buonanno
durante la sua protesta in Aula
|
BOTTA E RISPOSTA
|
Napolitano alla Lega
«Nessun capriccio»
di FABRIZIO FINZI
STRASBURGO - La nascita dei
governi di Mario Monti e di
Enrico Letta non è stata inventata “da un capriccio del presidente della Repubblica”. In troppi dimenticano che la crisi finanziaria era cominciata ben
prima dell’arrivo del professore
Il presidente Napolitano a Strasburgo
e che i due nomi sono usciti a larga maggioranza da regolari
consultazioni al Quirinale per
evitare al Paese il “precipitare a
nuove elezioni anticipate”. Si è
levato qualche sassolino Giorgio Napolitano che, in un insolito pubblico “botta e risposta”
con gli eurodeputati italiani, ha
quasi fatto la pace con la Lega
nord dopo la clamorosa protesta
anti-Euro di martedì nella plenaria
dell’Europarlamento.
“Non mi sono sentito particolarmente turbato o ferito. C’è un
gruppo che ha ritenuto di fare
una manifestazione nelle forme
che ha scelto“, ha commentato
Napolitano. Poi ha bonariamente invitato i leghisti a diventare
degli “europeisti critici“, cioè a
dare voce costruttiva alle loro
obiezioni.
Non che le distanze tra il capo
dello Stato e la Lega si siano accorciate - anzi, il Carroccio ne ha
chiesto addirittura le dimissioni - ma perlomeno tra i leghisti è
prevalso il “fair play”. Dopo una
stretta di mano con il presidente
- che ha anche elogiato il “cattivissimo” Borghezio per la sua
attenzione ai temi europei - Matteo Salvini ha però confermato
la sostanza: “Dal punto di vista
personale, nessun rancore”. Ma
“chi continua a difendere l’indifendibile, questa Europa e questo euro, non può rappresentare
i cittadini italiani”, ha chiarito il
segretario della Lega.
Quello di chiedere le dimissioni è “un diritto che non si nega a
nessuno“, gli ha replicato poco
dopo serafico il presidente. Che
per ora non ha la minima intenzione di lasciare il Quirinale, soprattutto in un momento in cui
il processo riformatore si è avviato dopo mesi e mesi di melina
politica. Al di là dell’avvio del
percorso parlamentare per la
nuova legge elettorale, che Napolitano sta seguendo con grande interesse, ci sono i tanti appuntamenti dei prossimi mesi
dell’agenda del presidente a
confermare che almeno per un
altro pò rimarrà sul Colle più alto.
LA VERIFICA Ufficialmente si parlerà di Senato ma sono altri i nodi da sciogliere
Renzi sonda la minoranza: serve un governo forte
Nella direzione dei democratici di oggi prevista
la partecipazione del presidente del Consiglio
di CRISTINA FERRULLI
ROMA - Rischia di svolgersi in
un’atmosfera surreale la direzione
Pd di oggi: sul tavolo ci sono la riforma del Senato e del Titolo V, e su
quello si impegnano a parlare sia
Matteo Renzi sia, forse, il premier
Enrico Letta. Ma il convitato di pietra della riunione sarà un altro: andare avanti con il governo Letta o
mettere in campo una staffetta con
il leader Pd per dare, spiegano i fautori del cambio a Palazzo Chigi, stabilità alla legislatura e forza alle riforme? Il segretario democr, rac-
contano i suoi, dopo il pressing non
solo dentro il Pd, a questo punto “ci
sta pensando” e l’ipotesi di un Renzi
I sarebbe stato il vero tema degli incontri sia con Gianni Cuperlo sia
con Stefania Giannini di Sc e Pier
Ferdinando Casini.
Il Pd, e per primo Matteo Renzi, si
trova davanti ad uno dei bivi più difficili della sua storia. “Siamo al punto di vedere dove rotola la palla, certo non si può andare avanti con un
Pd separato dall’azione di governo“,
è l’analisi diffusa dentro la maggioranza e la minoranza del partito.
Un’accelerazione che tra alcuni ren-
ziani si spinge al punto di disegnare
tempi e confini della maggioranza
guidata da Matteo Renzi, con Sel, Sc
e Ncd dentro e Fi fuori ma con il placet di Silvio Berlusconi ad andare
avanti con le riforme per una legislatura che i sostenitori della staffetta definiscono “costituente” fino
al 2018. Matteo Renzi sa che davanti a sè ha solo due strade: o decidere
di sostenere con convinzione Letta,
visto che non si può rinviare all’infinito la richiesta del premier di un
impegno del principale partito. O,
visti i tempi stretti per tornare al voto con la nuova legge elettorale,
prendere il suo posto con l’avvallo
del Quirinale per un cammino certo
delle riforme e coinvolgendo il presidente del Consiglio.
Il segretario del Pd Matteo Renzi
RASSEGNASTAMPA
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Primo piano
Giovedì 6 febbraio 2014
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5
IL DECRETO LEGGE
Svuotacarceri: bagarre
di Buonanno in Aula
espulso e poi graziato
di GIULIANA PALIERI
Il presidente del Senato Piero Grasso
|
LA DECISIONE
|
Il Senato parte civile
contro il Cavaliere
di ANNA LAURA BUSSA
ROMA- Ascolta il parere di tutti,
ma alla fine decide in totale autonomia, così come il regolamento
gli consente di fare: il Senato si costituirà parte civile nel processo
sulla compravendita dei parlamentari che vede tra gli imputati
Silvio Berlusconi. E questo perchè
“è un ineludibile dovere morale”
che la Camera Alta partecipi all’accertamento della verità di fatti che
la magistratura indica come avvenuti all’interno dell’istituzione.
La “scelta” del presidente di Palazzo Madama, Pietro Grasso, comunicata in serata via email, fa insorgere il centrodestra che parla
di “zelo giustizialista” e di “scelta
scorretta che non rimarrà priva di
conseguenze”. E fa andare su tutte le furie il Cavaliere che parlando
con i suoi definisce “turpe” la decisione e convoca lo stato maggiore
del partito a Palazzo Grazioli per
decidere il da farsi. Nel Pd, infatti,
non sono pochi quelli che ora temono possibili ripercussioni sul
piano riforme e sull’intesa con
Renzi. Il gesto di Grasso, sarebbe il
ragionamento espresso dall’ex capo del governo secondo il racconto
di alcuni suoi fedelissimi, rappresenta un segnale chiaro: appena
torno sulla scena politica cercano
di mettermi a tacere. Ma non ci
riusciranno perchè io non ho nulla da temere.
Al momento, comunque, secondo quanto si apprende, FI non
avrebbe ancora deciso quali contromosse adottare. Non si esclude
una riunione oggi, forse congiunta, di tutti i parlamentari azzurri.
La protesta avviene non solo per
il fatto in se stesso di coinvolgere
l’istituzione del Senato nel processo che prenderà il via a Napoli l’11
febbraio prossimo, ma anche perchè viene presa nonostante il Consiglio di presidenza di Palazzo Madama, in mattinata, abbia detto
esattamente il contrario con 10
“no”e8“sì”e cioè che il Senato non
doveva assolutamente costituirsi
parte civile.
“Confido nell’ascolto“, aveva
detto Maurizio Gasparri al termi-
Silvio Berlusconi durante un comizio
ne della seduta del Consiglio. “E
visto che la maggioranza dei componenti ha detto no alla costituzione di parte civile - aveva osservato
Maria Elisabetta Casellati - sarebbe inusuale che Grasso decidesse
diversamente”. E invece il presidente del Senato sceglie di non cedere tanto alla logica dei numeri
(con i centristi Linda Lanzillotta e
Antonio De Poli che avevano spostato l’ago della bilancia sul “no”
votando insieme a Ncd-Fi-Lega e
Gal), quanto alle osservazioni della magistratura che considera
l’istituzione come “persona offesa” di fatti “asseritamente avvenuti”
al proprio interno e comunque “relativi” alla
sua “dignità.” Pertanto, spiega Grasso, si pone “un ineludibile dovere morale” di partecipare “all’accertamento della verità, in base alle regole processuali e
seguendo il naturale andamento
del dibattimento”.
E il coro di proteste che sale da FI
e Ncd è unanime.
“Grasso ci ha calpestati“, commenta Maurizio Gasparri. Da lui
“arriva una prova di zelo giustizialista“, incalza Raffaele Fitto.
“Abbiamo risposto male le nostre
speranze“, osserva Renato Brunetta. Grasso “non è un presidente super partes“, afferma Antonio
Leone (Ncd). Maurizio Sacconi
(Ncd) confessa di essere rimasto
“allibito“, mentre Donato Bruno
(FI) parla di decisione “presa fuori
da ogni regola”. Il presidente del
Senato, invece, ottiene il sostegno
del Pd con Luigi Zanda che sostiene come sia “un dovere morale difendere la democrazia”.
Tre milioni di euro. Questo il
prezzo che sarebbe stato pagato da
Berlusconi perchè l’allora senatore Sergio De Gregorio, eletto nelle
liste dell’Idv, cambiasse schieramento per determinare la caduta
del governo Prodi. E’ l’accusa contestata all’ex premier, imputato di
corruzione al processo per la presunta compravendita dei senatori
che comincerà l’11 febbraio prossimo davanti al Tribunale di Napoli. Un reato che i pm Vincenzo
Piscitelli, Henry John Woodcock,
Alessandro Milita e Fabrizio Vanorio ipotizzano anche nei confronti dell’ex direttore dell’Avanti
Valter Lavitola, il quale nella vicenda avrebbe avuto il ruolo di intermediario. A De Gregorio sarebbero stati consegnati due milioni
in contanti (versati sui suoi conti
in varie tranche) e un milione sotto forma di finanziamento al movimento Italiani del Mondo di cui
era promotore.
L’inchiesta sulla cosiddetta “Operazione
Libertà” - consistita
nel passaggio al centrodestra di alcuni senatori per provocare
la crisi della maggioranza che a Palazzo
Madama si reggeva sul filo di pochi voti - fu avviata dalla procura
di Napoli in seguito alle dichiarazioni fatte dallo stesso De Gregorio, coinvolto in altre vicende giudiziarie. L’ex senatore non figura
tuttavia tra gli imputati essendo
uscito definitivamente dal processo dopo aver patteggiato la pena
(un anno e 8 mesi, con sospensione della pena). I fatti al centro del
processo si riferiscono a un arco di
tempo che va dal 2006 al 2008.
Berlusconi e Lavitola furono rinviati a giudizio il 24 ottobre dello
scorso anno dal gup Amelia Primavera. Una precedente richiesta
di giudizio era stata respinta da
un altro giudice.
Tre milioni
per far cadere
Prodi
la disastrosa situazione carceraria
italiana - ha poi spiegato - è un “teROMA - Carroccio senza freni con- ma su cui siamo con le spalle al mutro il decreto “svuota-carceri“: pa- ro“, perchè c’è una sentenza “peladino della battaglie leghiste, il santissima” della Corte di Stra“fantasista” di Montecitorio, ovve- sburgo dei Diritti dell’uomo.
ro Gianluca Buonanno, che dopo
E’ una sorta di patteggiamento
aver sventolato un paio di manette ex post, un contratto tra lo Stato,
davanti al banco della presidenza, che cancella il residuo di condanna
ieri si è presentato in aula per un fino a quattro anni, e il detenuto
nuovo show. Il deputato della Lega che si impegna a rispettare certe
nel bel mezzo del dibattito sul de- regole, per almeno dieci anni, pena
creto che vuole fronteggiare il so- il ritorno in carcere. La proposta
vraffollamento degli istituti di pe- per intervenire strutturalmente
na, ha esibito un cartello contro il sul problema del sovraffollamento
Pd “complice dei mafiosi”. Questa carcerario, 61.709 detenuti per un
volta Buonanno
totale di 47.716
però non l’ha
posti regolamensfangata: il presitari, arriva da due
dente di turno, il
esperti della Fongrillino Luigi Di
dazione Icsa, il
Maio, dopo due riprefetto Carlo De
chiami l’ha espulStefano, per anni
so dall’Aula. Ma il
responsabile
giamburrasca ledell’antiterrorighista ha poi
smo, e il procurachiesto alla presitore aggiunto di
denza di essere
Roma Giancarlo
riammesso con la
Capaldo.
promessa di non
“A differenza di
turbare più i lavoquanto contenuri dell’Aula e Lauto nel dl carceri in
ra Boldrini in via
discussione alla
del tutto “eccezio- Il vicepresidente Luigi Di Maio
Camera - spiega
nale” lo ha perdoCapaldo - la nonato riaprendogli le porte dell’emi- stra proposta non regala nulla al
ciclo. In serata però i leghisti sono detenuto ma prevede una sua astornati a sventolare cartelli (clan- sunzione di responsabilità”. E’ il
destino è reato) questa volta in rot- recluso, infatti, come prima cosa a
ta di collisione con i grillini per il lo- dover avanzare la domanda per
ro ordine del giorno volto ad aboli- usufruire di questa “sospensione
re il reato di clandestinità.
condizionale speciale”. L’ammisL’aula sta ultimando l’esame de- sione al beneficio, da cui è escluso
gli ordini del giorno, e dopo la fidu- chi ha commesso reati gravissimi e
cia di martedì, oggi voterà il testo. i recidivi, è affidata comunque al
Ma non si allenta l’ostruzionismo tribunale di sorveglianza che la
del Carroccio: tra uno cartello e l’al- concede dopo aver escluso la peritro intervengono a raffica tutti i de- colosità del detenuto. “La stima putati leghisti e in alcuni casi la lo- spiega Carlo De Stefano - è che con
ro strategia si salda con quella dei questa modifica strutturale della
grillini.
gestione della pena potrebbero laPer blindare il provvedimento è sciare il carcere da subito almeno
sceso in campo direttamente il pre- 15 mila delle oltre 22 mila persone
sidente della Repubblica che da in carcere con condanne fino a 4
Strasburgo (dove ha metaforica- anni”.
mente incrociato le lame con i leIl detenuto che usufruisce della
ghisti euroscettici) ha messo in sospensione resta sotto osservaguardia dal rischio che l’Italia, sen- zione per dieci anni e si impegna a
za quella legge, si trovi a “pagare rispettare alcune misure di prepesanti sanzioni”.
venzione per il tempo della pena
“Se non si daranno risposte alla che avrebbe dovuto scontare, come
sentenza della Corte dei Diritti non lasciare il Paese, non frequenumani sullo stato delle carceri sa- tare ambienti ambigui, e dimostraranno accolti tutti i ricorsi dei dete- re sempre la provenienza dei suoi
nuti e lo Stato italiano sarà condan- beni. “E’ un modo per cambiare ranato a pagare cifre enormi, centi- dicalmente la filosofia della gestionaia e centinaia di milioni di euro“, ne della pena“, dicono gli esperti
ha avvisato Napolitano. Quello del- dell’Icsa.
IL CASO Su Fb un gruppo per querelare la Boldrini
Impeachment dell’M5s
al via l’iter per la discussione
ROMA . Prende il via in Parlamento l’iter per la discussione
dell’istanza di messa in stato di accusa del Capo dello Stato da parte
del M5s. Un procedimento che parte decisamente in sordina a dispetto delle aspettative del Movimento
che, conscio di avere molte poche
probabilità di arrivare ad avviare
veramente un “impeachment”,
punta a dare rilievo politico alla
procedura.
Nelle aule parlamentari, intanto, i cittadini del Movimento danno
segno di abbassare il tono e si limitano a fare ostruzionismo, regolamento alla mano. Ma con le altre
forze politiche e fuori dal Parlamento la battaglia non è certo sopita. In rete fioccano le adesioni ad un
gruppo Fb che propone di querelare per diffamazione la presidente
della Camera. Il sito che invita a sottoscrivere una denuncia di massa
alla Presidente per le frasi sui “potenziali stupratori” ha raccolto oltre 3 mila sottoscrittori tra i quali
molti parlamentari. La proposta di
querelarla era stata portata, ma accantonata,anche in assemblea del
gruppo di Montecitorio. L’iniziativa non passa inosservata a Montecitorio e in serata giunge la replica
del portavoce della Boldrini che
promette di sottoporre ai giudici “il
lunghissimo repertorio di minacce sessiste, di stupri evocati, di
oscenità, di insulti che da domenica sono comparsi sul blog e sulla
pagina facebook di Beppe Grillo.
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IL CASO
Dagli affari col “re”
della monnezza
alla Regione:
l’irresistibile ascesa
di Pietro Mazziotta
di LEO AMATO
POTENZA - E’ il più stretto collaboratore
Aldo Berlinguer, la sua guida designata
tra i tecnicismi delle questioni sul tavolo, e
le insidie di un territorio semi-sconosciuto,
che è considerato tra i più appetitosi per le
ecomafie di tutta Italia. Ma è anche in affari
con un imprenditore che l’anno scorso è finito in carcere per traffico di rifiuti, e tra i
clienti della sua società vanta nomi come
Eni e Fenice-Edf. Figurarsi quanto importi che sia pure membro di un’amministrazione comunale di centrodestra.
E’ un groviglio di interessi quello che si
annida nella segreteria particolare del neo
assessore all’ambiente Aldo Berlinguer.
Quando la giunta regionale si è riunita per
nominare la sua e quella degli altri assessori, lo scorso 23 gennaio, lui non c’era. Ma c’è
da credere che anche se vi fosse stato non
avrebbe fiatato perché a indicare quei nomi
è stato Marcello Pittella in persona. Così tra
i 4 componenti del suo staff è finito anche
Pietro Mazziotta, un 38enne di Ferrandina
laureato in ingegneria ambientale nel
2001, già con un lungo percorso politico alle spalle, che 3 anni orsono lo ha portato alla nomina di vicesindaco nella giunta di
centrodestra guidata dal senatore Saverio
D’Amelio, come primo degli eletti con la
sua lista in consiglio comunale.
Dato per vicino all’Udc, che in realtà alle
ultime elezioni amministrative ha sostenuto un candidato diverso, Mazziotta è arrivato in Regione a giugno del 2011 con un
incarico di consulente «per le attività
istruttorie relative alla Valutazione d’impatto ambientale e l’Autorizzazione paesaggistica per il rilascio dell’Autorizzazione Unica Regionale».
Si dà il caso che a guidare il dipartimento Ambiente c’era proprio l’allora segretario regionale
dell’Udc, Agatino Mancusi, che deve aver molto
apprezzato il suo curriculum dove figurano un
incarico all’Associazione
piccole imprese di Basilicata, e uno alla Confartigianato di Matera.
Molto più importante, invece, il portafoglio clienti della sua Hydrolab srl, «una
giovane realtà operante nel settore ambientale, alimentare della sicurezza e nella
progettazione, avendo quale attività prevalente quella del controllo chimico analitico su suoli, acque, rifiuti», analisi del rischio ecologico eccetera. Come spiega bene
proprio l’ingegner Mazziotta sulla pagina
web dalla società.
Oltre ad Eni e Fenice-Edf, tra chi si avvale
dei loro servizi, afa bella mostra di sè anche
il gruppo di Giovanni Castellano, il noto costruttore titolare dell’Hilton di Matera, che
almeno fino a poche settimane fa deteneva
anche una quota nella Hydrolab.
Per la gestione della discarica comunale
di Salandra Castellano è finito nell’ultima
inchiesta dell’antimafia lucana sul ciclo
dei rifiuti urbani del bacino Potenza Centro. Gli investigatori hanno scoperto che lo
smaltimento negli impianti di mezza regione avveniva senza svolgere i trattamenti previsti dalla legge, cosa che avrebbe
comportato un rischio notevole d’inquinamento. Così a dicembre del 2012 sono scattate gli arresti per 12 persone accusate - a
vario titolo - di traffico illecito di rifiuti,
truffa e associazione per delinquere.
Quanto ad Eni e Fenice-Edf sembra persino inutile aggiungere che si tratta di due
dossier sempre aperti in Regione. Tant’è
vero che tra i primi atti di Berlinguer c’è
stata proprio la diffida alla compagnia del
cane a sei zampe dopo la fiammata anomala
dal Centro oli di Viggiano del 13 gennaio.
Alla prossimo superamento delle soglie
di emissioni in atmosfera è previsto che
dalla Regione arrivi uno stop alla produzione, qualcosa che in soldoni vorrebbe dire tra i 6 i 7 milioni di euro al giorno in meno
Vicino all’Udc
nel 2011
è stato
il più votato
del centrodestra
Un “infiltrato”
nella segreteria
di Berlinguer
Il vicesindaco di Ferrandina nello staff dell’assessore all’Ambiente
“Scompare” il conflitto d’interessi con i clienti privati della sua società
nelle casse della società di San Donato. Numeri da far tremare i polsi al più severo dei
controllori anche senza un consigliere interessato nel suo staff più ristretto.
Per non parlare di Fenice, il termovalorizzatore di San Nicola di Melfi, per cui si
sta svolgendo a Potenza un processo per disastro ambientale a carico dei suoi vertici e
di numerosi funzionari dell’Arpab e proprio del Dipartimento Ambiente, accusati
di una serie clamorosa di omissioni, dal
momento che i dati sulla contaminazione
della falda sono venuti fuori soltanto a di-
stanza di 10 anni dalle prime rilevazioni.
Tra Fenice, Regione e Comune di Melfi è
in corso anche un duro braccio di ferro sulla bonifica da effettuare per rimediare alla
situazione.
E questo è solo il passato. Perché sul tavolo dell’assessore c’è anche l’aggiornamento del piano regionale sui rifiuti, bandito a
novembre del 2012, per cui soltanto due
mesi e mezzo fa si è provveduto all’apertura
dei plichi e alla verifica della regolarità della documentazione presentata dai concorrenti.
|
di NICOLA FIGLIUOLO*
EGREGIO direttore,spero voglia ospitare anche una mia riflessione sulle pagine
del suo giornale,più per onore di verità
che per diritto di replica che comunque
intendo esercitare.
Oggi, mercoledì 5 febbraio (ieri per chi
legge,ndr), il presidente dell'associazione Enalcaccia, attraverso la stampa ha
reso noto al mondo la sua volontà di vedermi dimettere a causa degli esiti della
sentenza del Tar di Basilicata che decideva in merito alla rappresentanza agricola
in seno ai tre Atc della provincia Potenza.
Mi trovo costretto mio malgrado ancora una volta a ribadire il concetto di indirizzo e gestione pure a chi, seppur per un
fulmineo lasso di tempo, si è visto investito del mio stesso ruolo.
Nello specifico la delibera di giunta, atto dovuto per poter nominare i componenti degli Atc, attiene all'istruttoria posta in essere dagli uffici. Lo stesso avviene nel caso di sostituzione di componenti
da parte delle associazioni che designano
senza discrezionalità alcuna da parte della giunta.
Si capisce bene, quindi, che l'esternazione del presidente dell'Enalcaccia lede
non il sottoscritto come lui vorrebbe, ma
soprattutto il lavoro diligente, autonomo
AGRICOLTORI CONTRO
«L’appalto - spiega un documento ufficiale della Regione - riguarda l’acquisizione ed attivazione del sistema informativo
territoriale per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti urbani e speciali, la redazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti solidi urbani, dei rifiuti speciali, degli
imballaggi, dei Pcb, del piano amianto e del
piano di bonifica dei siti inquinati e la redazione del rapporto ambientale».
Con che occhi stiano guardando all’evolversi della gara i soci e i clienti di Mazziotta
è facile da immaginare.
|
Bufera sui comitati di gestione
«E’ sbagliato prendersela con
e responsabile dei dipendenti della provincia. La stessa sentenza del tribunale
amministrativo, che ovviamente va rispettata e alla quale già si è data esecuzione, fa notare come la vicenda della rappresentanza, non ben definita nella normativa di riferimento, sia materia assai
complicata, tant’è che non contesta il metodo adottato dalla Provincia ma, semplicemente, individua una fonte certificata
per poterne determinare la rappresentanza territoriale a fronte di dati non certificati dichiarati dalle associazioni agricole.
Proprio le motivazioni della sentenza
mi fanno dire che non si può assolutamente giudicare negativamente l'operato degli uffici della provincia. Operato
che per la grande competenza e professionalità è sempre all'insegna della trasparenza.
Occorrono precisazioni anche su
quanto scritto relativamente al risarcimento dei danni da fauna selvatica ( non
solo cinghiale). Trovo la questione strumentale ma soprattutto incoerente.
Dovrebbe sapere Il presidente che nonostante i minori trasferimenti dalla Regione alle province la Provincia di Potenza ha liquidato quanto dovuto agli atc i
quali, a loro volta, hanno provveduto a
pagare tutte le istanze di risarcimenti del
2012 (risarcimenti e non indennizzi, come accade purtroppo per gli agricoltori
di molte altre province ) e stanno chiudendo - come tutti gli anni per fine febbraio -quelli del 2013, nonostante sopratutto nell' atc 3 le richieste di danni siano
enormemente aumentate.
Per replicare, e non polemicamente, al
presidente dell'Enalcaccia vorrei infine
dire che questa uscita sulla stampa non
mi sembra sia stata condivisa e supportata dalle altre associazioni che rappresentano quasi l’85% del mondo venatorio.
Neanche e soprattutto da quelle che secondo il presidente Enalcaccia sarebbero
state penalizzate.
Con tutte le associazioni venatorie, in
questi 5 anni, si è consolidato un rapporto di rispetto e collaborazione che ci ha
permesso di raggiungere risultati im-
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L’erogazione potrebbe essere sospesa. Il sindaco: «Subito un tavolo interistituzionale»
Tito, Arpab conferma
Idrocarburi nell’acqua di rubinetto
di MARIATERESA LABANCA
La Regione Basilicata,
nel tondo l’assessore all’Ambiente
Berlinguer, sotto Mazziotta
TITO – Idrocarburi nell'acqua del rubinetto, di due abitazioni private, situate in due
differenti zone del paese, servite da acquedotti differenti. E’ purtroppo quella che si
temeva la conferma che arriva da parte dell'Agenzia regionale dell'Ambiente, dopo
che i risultati delle analisi volute da alcuni
privati cittadini
e svolte presso
un laboratorio
accreditato aveva già in messo
in evidenza la
contaminazione in corso.
La comunicazione dell'Arpab
è stata inviata al
Comune di Tito
nel tardo pomeriggio di ieri e
pochi
minuti
dopo è partita la
segnalazione alle autorità competenti da parte
del sindaco, Pasquale Scavone.
Che al Quotidiano conferma: “Ho immediatamente allertato Regione, Acquedotto, e Azienda sanitaria”. Il primo cittadino chiede subito l'attivazione di un tavolo interistituzionale per
decidere sul da farsi.
Perché quella che sta per esplodere è una
vera e propria patata bollente. C'è da capire
come questi combustibili fossili altamente
inquinanti e pericolosi per la salute dell'uomo, generalmente legati a catrame, bitume, ma anche alle attività estrattive, siano
finiti nell'acqua potabile.
Senza che per altro Acquedotto lucano,
deputato, oltre che alla potabilizzazione,
anche ai controlli sulla qualità delle acque
abbia mai riscontrato o comunque comunicato la presenza di questi inquinanti.
Sarà necessario circoscrivere il fenomeno,
attraverso nuove analisi da condurre sull'intera rete idrica per capire se si tratti di
casi isolati o generalizzati. Insomma, se la
contaminazione riguardi o meno tutto il
paese. O, in caso di aree limitate, quali esse
siano. Ma, certo, il fatto che i casi di contaminazione in corso si siano verificati in due
zone diverse del paese, in abitazioni per altro servite da acquedotti differenti, farebbe
pensare a un inquinamento abbastanza
Gallia est omnis divisa in partes tres, quarum unam incolunt Belgae
diffuso.
Ma soprattutto si dovrà decedire cosa fare. Se le analisi successive dovessero confermare la contaminazione in corso si potrebbe rendere necessaria la sospensione
dell'erogazione idrica. A differenza degli
altri inquinanti “tollerati” nelle acque , per
gli idrocarburi non esistono soglie limite
da non superrae fissate dalla legge. Si tratta di sostanze che non dovrebbero mai trovarsi nelle acque potabili, mentre nei due
casi già analizzati hanno concentrazioni
abbastanza elevate.
Le associazioni ambientaliste Progetto
Earth G Basilicata, Punto Zero e Liberiamo
la Basilicata che hanno sostenuto l'azione
intrapresa dai privati cittadini che hanno
voluto sottoporre l’acqua di casa all’analisi
di laboratorio, nei giorni scorsi avevano
manifestato grosse perplessità in merito
Atc, Figliuolo replica ad Enalcaccia
l’operato della Provincia di Potenza»
portanti partendo dall'approvazione all'unanimità in comitato tecnico di vari regolamenti,valutati dalla commissione
competente e adottati dal Consiglio Provinciale, fino all'approvazione del Piano
Faunistico,strumento atteso da anni che
offre opportunità per una moderna gestione faunistica del territorio. Non voglio assolutamente elencare tutti i provvedimenti che sono stati adottati - tutti,
ripeto, in grande sinergia e con la collaborazione attiva di tutte le sigle - ma mi sembra totalmente fuori luogo voler dare ad
una vicenda amministrativa un significato politico.
Viceversa, gli osservatori e gli strumenti di lettura disponibili potrebbero
far assumere valenze diverse. Per quanto
mi riguarda, però, non mi permetterei
mai di entrare nel merito della gestione di
una associazione, neanche se ci fossero
tutte le condizioni per discutere sulla esigua rappresentanza; di conseguenza
non posso preoccuparmi delle marginali
questioni di chi vede “cordate” invece di
interrogarsi su alcuni perché.
Vorrei invece sottolineare come grazie
anche ad un nuovo corso della politica,
negli ultimi anni, si sia cercato di stigmatizzare l’infruttuosa litigiosità che in qualche
momento ha caratterizzato il mondo venatorio.
Per me questo e' uno dei
migliori risultati ottenuti, non per mia capacità,
ma soprattutto per il
grande senso di responsabilità, per la fattiva collaborazione e per la passione che in modo particolare i vertici delle associazioni Venatorie hanno
ritenuto di mettere in
campo.
Ma si sa che quando si
mettono in atto processi virtuosi, la paura di perdere il “poco” fa si che si possa
mettere in discussione il “molto”.
*Assessore attività produttive
e politiche venatorie
della Provincia di Potenza
Nicola Figliuolo,
a destra gli articoli
del Quotidiano
dedicati al caso
allo “stato di salute”della ex discarica di Aia
dei Monaci, denunciando la contaminazione da percolato. Caso di cui si è occupato anche il Quotidiano, in seguito al quale sono
partiti controlli, ancora in corso, da parte
della polizia provinciale, ma anche degli
uomini del Corpo forestale dello Stato.
Al momento non esiste alcun elemento
scientifico certo per sostenere che i due fenomeni siano in qualche modo correlati.
Ma l'intervento immediato delle istituzioni
competenti è necessario e indispensabile
proprio per capire l'entità della contaminazione e cosa stia avvenendo nel comune afflitto da numerose emergenze ambientali,
a partire dalla sua area industriale, ormai
da anni sito d'interesse nazionale da bonificare.
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IL CASO
Secondo i rumors
per la nomina
a commissario unico
ci sarebbe anche
Donato Salvatore
di SALVATORE SANTORO
POTENZA - Il no di Nino Falotico a Marcello Pittella ha scatenato la reazione e
l’ira del consigliere regionale di Centro
democratico Nicola Benedetto. Ed è l’unico, l’ex assessore regionale all’Agricoltura, a intervenire ufficialmente sulla vicenda. In realtà la vicenda continua a far
discutere. Ma non
apertamente. Iniziano a circolare anche
alcune ipotesi e alcuni nomi per prendere
il posto che doveva essere di Falotico quale
commissario unico
dei Consorzi di bonifica. Di certo il governatore Marcello Pittella ora è difficile che
faccia passare molto
tempo: la riforma dei
Consorzi rimane una priorità al netto di
chi guiderà l’ente per i prossimi mesi.
Ad ogni modo l’ipotesi più accreditata
che circolava ieri era quella che portava il
nome del socialista Donato Salvatore che
potrebbe lasciare la guida dell’Asi per risolvere la “grana” dei Consorzi. Ad ogni
modo sono indescrezioni a caldo dopo il
no di Nino Falotico. A breve dovrebbe essere più chiaro il contesto.
La polemica frontale comunque è
esplosa. Nicola Benedetto - che si sa non
ha digerito la propria esclusione dalla
nuova giunta regionale - ieri ha parlato
di “figuraccia” da
parte del prwesidente Pittella. Ma non solo. Nicola Benedetto che subito dopo non
essere stato nominato assessore ha reso
noto un accordo preelettorale firmato da
de Filippo, Speranza
e lo stesso Pittella e
che nel primo consiglio regionale ha svelato in pubblico una
conversazione con
Speranza - rincara la
dose: «La “rivoluzione” del Presidente
Pittella è inciampata in una figuraccia
che, sicuramente si poteva evitare, con
conseguenze di immagine (e non solo)
che si ripercuotono sul mondo agricolo
lucano al punto da alimentare ulteriore
sfiducia nelle istituzioni e nella politica».
Benedetto quindi parla di «scelta dilettantistica» e conclude con quello che ha
Il consigliere
di Centro
democratico
avverte
il governatore:
«Ora non fare
il Don Chisciotte»
A breve
la nuova scelta
per non
interrompere
sul nascere
la riforma
dei Consorzi
Sopra il segretario regionale della Cisl,
Nino Falotico, a destra l’ex assessore
Nicola Benedetto
Benedetto all’attacco
di Pittella e Falotico
L’ex assessore all’Agricoltura sul no del segretario della Cisl
si toglie il “sassolino dalla scarpa” e parla di scelte da dilettanti
tutta l’aria di una autoinvestitura: «Mi
auguro che la vicenda serva da lezione al
presidente perché per fare la rivoluzione
non è sufficiente un leader se non ha al
suo fianco una squadra di rivoluzionari
autentici e, tra l’altro, profondi conoscitori dei territori, delle comunità e delle
problematiche nei quali calare la rivoluzione, una squadra con cui condividere
scelte e decisioni che non possono trovare
l’alibi delle prerogative presidenziali, altrimenti si trasformano in una rivoluzione personale, da solo contro tutti con la
possibilità di ripetere ancora la figuraccia e di trasfigurare un rivoluzionario in
un Donchischiotte».
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LAMORTE (CONFSAL) ADERISCE AL PARTITO DI DI MAGGIO
«Mi appartengono i principi sturziani»
POTENZA - Il prediente nazionale della Feav (Terzo settore), nonchè segretario regionale della Confsal, Domenico
Lamorte ha dichiarato di aderire al partito Ppie del senatore
Tito Di Maggio e del consigliere regionale Aurelio Pace.
L’adesione è al centrodestra. Per Domenico Lamorte c’è
«aderenza ai valori cattolici e appartenenza ai principi sturziani». E quindi ha aggiunto il segretario lucano della Confsal: «Rivalutazione del ruolo della politica che assurge a
missione per la persona e l’intera società, nella dimensione
della carità e della giustizia: questi gli elementi che assieme
esigono effettivo e pieno riconoscimento dei diritti della persona».
Orgoglio per il nuovo ingresso è stato espresso da Aurelio Pace.
PITTELLA CONTRO LA LEGA
Oggi la Direzione del Partito democratico a Roma per il futuro di Letta e De Filippo
«Evitiamo gli imbrogli»
Pd: ultime ore di quiete prima del congresso
«PER evitare ai cittadini
italiani una
campagna
elettorale
all’insegna
dell’imbroglio e del populismo leghista, occorre dire
chiaramente
che
dall’euro non si può uscire e che la vera
svolta sta nell’accompagnare la moneta unica ad un governo economico europeo, serve un ministero del Tesoro
europeo, gli Eurobond e la Bce prestatrice di ultima istanza». Lo ha dichiarato l’uropalamentare lucano Gianni Pittella.
POTENZA - Mancano solo tre settimane
alla chiusura dei termini per le candidature alla segreteria del Pd di Basilicata.
C’è tempo fino alle ore 20 del 28 febbraio.
E tutto pare ancora in alto mare. Ma dagli ambienti democratici viene palesata
ancora molta tranquillità.
Sarà perchè fin quando non si capisce
il futuro nazionale dell’attuale segretario regionale Vito De Filippo non si possono fare calcoli, sarà perchè c’è estrema
fiducia nella capacità dei vertici di trovare sempre la quadratura finale eppure il
precedente delle scorse regionali dovrebbe far riflettere), sarà perchè il livello di “incoscienza” supera quello della
cautela, sarà perchè magari si fa solo
finta che tutto sia sotto controllo sta di
fatto che non si registra panico all’interno del Partito democratico di Basilicata.
Una Direzione del Pd di Basilicata
Oggi, ad ogni, modo c’è uno snodo fondamentale. A Roma si svolge la Direzione nazionale del Pd. All’ordine del giorno il futuro (e il presente) del governo nazionale guidato da Enrico Letta. La riunione dei big democratici guidata dal se-
gretario nazionale Matteo Renzi deciderà se garantire sostegno a Letta per tutto
il 2014. Se così fosse lo stesso Letta darà
seguito al rimpasto di governo. Rimpasto che è guardato con interesse da parte
dei lucani. A sperare in una nomina a
sottosegretario lo stesso De Filippo ma
anche il deputato Salvatore Margiotta.
E’ evidente quindi che si aspettano
“buone nuove” da Roma. Non ci fossero
nomine allora la partita per la segreteria
diventerebbe una partita complicata con
lo stesso ex governatore che potrebbe
giocarsi le proprie carte per rifarsi eleggere segretario lucano del Pd. Ovvio che
c’è un tema renziano. E in tal senso i più
papabili restano Luca Braia e lo stesso
Margiotta. Ma è presto. Ancora per qualche giorno.
sal.san.
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Giovedì 6 febbraio 2014
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L’EDITORIALE
PRESIDENTE, DEVE ESSERE
IL TEMPO DEI MIGLIORI
segue dalla prima
di LUCIA SERINO
tengo particolarmente.
Abbiamo il dovere di fare, di dare un senso
quotidiano alle nostre azioni. La Basilicata
è una piccola comunità di individui. C'è chi
ha responsabilità di gestione e chi deve sentirsi legittimato a controllare ma anche a
proporre. Questo vale a ogni livello. Anche
per la mia categoria. Un tempo eravamo
monopolisti, i migliori per appartenenza a
un Ordine. Oggi non è più così. Lo stesso
percorso disintermediato vale anche per la
politica. Non solo c'è chi ne sa più di te, ma
c'è un mondo pronto a smascherarti, se
bluffi.
Il presidente della Regione, Marcello Pittella
durante un comizio elettorale
|
IDV SULLE MODIFICHE ALLA LEGGE ANTIMAFIA
|
Cantisani a Roma con Messina e Di Pietro
Le rivoluzioni mi piacciono. E sono stata
la prima (anche per il piacere dell'estetica
della parola) a percepire come inattesa l'avanzata elettorale di Pittella. Le foto piene
di impeto che lo accompagnarono in campagna elettorale me ne
suggerirono l'appellativo, il gladiatore.
Io credo che il governatore coltivi una grande ambizione: dimostrare che sa lottare. Molti attendono passi falsi, lui
va avanti come un carrarmato, ghigliottina
vecchi vertici, piazza i
suoi, si affida ad esterni.
Ma. C'è sempre un ma.
Bisogna che ci sia un
contesto di fiducia per
accompagnare questo
percorso. Esiste oggi un
rapporto di fiducia tra il
nuovo governatore e la
sua comunità?
POTENZA - «Non bisogna mai abbassare la
guardia nel contrasto alla criminalità organizzata». Lo ha dichiarato la segretaria
regionale dell’Italia dei valori di Basilicata,
Maria Luisa Cantisani che ieri insieme a
una delegazione del Idv guidata dal segretario nazionale Ignazio Messina e dal presidente del partito, Antonio Di Pietro si è recata presso la Corte di Cassazione in Piazza
Cavour, a Roma, per depositare il testo del-
la proposta di legge d’iniziativa popolare
sulle leggi antimafia e sulle misure di prevenzione.
«La nostra - ha spiegato Cantisani - è una
proposta chiara, precisa, realizzabile che a
partire da oggi porteremo nei territori attraverso i nostri circoli . Si tratta infatti di
affrontare concretamente i problemi reali
della gente, opponendo ai facili populismi
proposte fattive».
Chi vuole passare alla storia deve essere
al di sopra di ogni sospetto. Non è un problema di limite, spesso oggettivo, del fare. Ieri
mattina parlavo con un dirigente regionale, mi ribadiva i limiti del patto di stabilità (a
proposito ci vorrebbe una rivoluzione per
romperlo, almeno per le royalty), ma io ho
sbirciato anche nelle sue carte e ho visto
qualche cosa davvero di insopportabile lasciata in eredità: per esempio un pagamento di quindicimila euro per aggregare un
po' di contatti su una pagina facebook.
Sconcertante. Oggi pubblichiamo anche la
relazione della vecchia commissione d'inchiesta sui consorzi di bonifica (fu presieduta da Flovilla nel ‘98). Leggendola viene
da riflettere con il sindacalista Nino Falotico: ma quali scrupoli possono esserci verso
i lavoratori senza stipendio? Vogliano dire
innanzitutto come sono stati assunti? Che
tipo di servizi hanno reso all’agricoltura?
Quale benessere per la collettività hanno
prodotto? Sono passati quasi vent’anni da
quella relazione e l’unica arte dimostrata è
stata quella di rivendicare soldi pubblici
per ripianare i buchi di bilancio. Chi lavora
realmente, chi è in cassa integrazione, chi
ha lo stipendio dimezzato dal contratto di
solidarietà, chi è fuori dal mercato oggi
sconta anche il parassitismo del passato.
Che è quasi sempre un parassitismo pubblico. Anche il sindacato deve essere all’altezza. Tutelare i lavoratori e chiudere con chi
ha rubato.
Ma sono particolarmente insopportabili i
conflitti d'interesse. E vengo alla notizia del
giorno. Oggi pubblichiamo una storia che
va subito chiarita. L'ingegnere Mazziotta è
il vicesindaco di Ferrandina. Si occupa anche di certificazioni ambientali. Ed è in affari con Castellano, l’imprenditore dei rifiuti che fu arrestato. Dalla cronaca di Leo
Amato potete farvi
un'idea. Il punto è che
l'ingegnere in questione è stato nominato nel
dipartimento regionale all'ambiente, come
da delibera che il Quotidiano ha pubblicato
due giorni fa. Quando
il dipartimento ambiente dovrà decidere
del piano rifiuti, che si
fa? Ora che sia uno non
del Pd che ha votato Pittella non mi sconvolge.
Ma mi interessa, come
cittadina lucana, che le
politiche ambientali
siano immuni da qualunque
condizionamento, anche in via potenziale. Il Quotidiano
denunciò un altro conflitto d'interesse in materia ambientale,
quello del direttore generale all'ambiente,
Donato Viggiano. De Filippo gli confermò
la fiducia, è rimasto al suo posto. E il risultato di tutta la vicenda è che ho in corso una
causa di risarcimento danni per svariate
centinaia di migliaia di euro. Possiamo raddoppiare le cause, ma il problema resta.
Questa materia è troppo sensibile per lasciare sospetti. (Leggete a Tito cosa sta succedendo). Noi oggi poniano il caso, quanto
tempo riusciamo a tenere caldo l’argomento? Nel silenzio degli altri, nel tempo che
passa, nella perdita d'attualità, ci si distrae
e chi controlla il controllore? Proprio
all’ambiente bisognava mettere l’ingegnere?
Dunque, caro presidente, noi sappiamo
che c'è un branco di leoni nell'arena che non
aspetta altro che sbranarti. Ma così sei tu
che ti offri in pasto. Fai dimettere subito
l'ingegnere. Un gesto da uomo forte.
VERSO LE PRIMARIE DEL CENTRODESTRA
Giuzio: «Si avvera il nostro sogno»
POTENZA - «Il lancio delle primarie del centrodestra nell'inverno 2012 per scegliere il leader
nazionale dell'allora Popolo della libertà, poi subito cassate, indussero molti ad abbandonare il
partito del Cavaliere per scegliere la strada che fosse espressione
della base e non avesse alcun timore a sottoporsi al suo giudizio
politico. Fratelli d'Italia nacque
proprio da quel grido di democrazia e su quella scia si accinge a
celebrare i suoi congressi il 22 e
23 febbraio puntando certo a costruire un movimento democratico ma intriso di valori che da
sempre accomunano chi fa parte
del centro destra».
Lo ricorda in una nota, il diri-
gente lucano di Fratelli d’Italia,
Giuseppe Giuzio che parlando
quindi dell’idea originaria di
fondare una nuova idea di partito prosegue, spiegando «un partito orizzontale a democrazia
partecipata, perché oggi è essenziale interpretare in modo dinamico i risvolti sociologici della
concezione di fare politica».
«La domanda di partecipazione, che viene con forza - continua
Giuseppe Giuzio - soprattutto,
dalle nuove generazioni, deve essere colta come una risorsa e non
come un limite. La concezione
verticistica e piramidale della
politica non è più in grado di governare i cambiamenti della società italiana di oggi. L'idea di
una delega in bianco ad un leader, non può più funzionare in
un mondo dove chi partecipa alla
vita politica lo fa non più solo su
base ideologica ma su principi
etico-civici di partecipazione volontaria».
E quindi prosegue ancora uno
dei fondatori di Fratelli d’Italia:
«Oggi chi si avvicina alla politica
attiva vuole cercare di intervenire in prima persona ed incidere
senza "intermediari" sulle scelte
fondamentali della vita sociale.
Se i partiti vogliono continuare a
determinare le scelte del nostro
paese non possono che strutturarsi in modo tale che vi sia una
reale “democrazia partecipata”
che “nasce dall’idea, anzi dall’esi-
Da sinistra Giuseppe Giuzio, Alessandro Galella e Gianni Rosa
Il costituente lucano di Fdi,
genza, di far riappropriare i cittadini delle funzioni e dell’orgo- conclude: «Fratelli d'Italia è queglio dell’appartenenza ad una co- sto: è un partito che fa e farà della
munità e di essere i principali ar- democrazia partecipata la sua
tefici delle scelte e dello sviluppo prima fonte di ispirazione e, il 22
della stessa”, dove tutte le deci- e 23 febbraio, si avvererà il sogno
sioni devono passare dalla base, tanto rincorso: consentire dalla
unica e sovrana detentrice del base di scegliere chi si deve assupotere di individuare le strategie mere la responsabilità di guidare il partito».
da attuare».
RASSEGNASTAMPA
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Giovedì 6 febbraio 2014
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IL CASO
Enti sovradimensionati
dove la maggior parte
dei finanziamenti
finisce nelle tasche
dell’amministrazione
di VALERIO PANETTIERI
POTENZA –Debiti fuori bilancio milionari,
una gestione dubbia dei servizi e un apparato sovradimensionato con stipendi troppo alti. Inutile dire che il futuro dei Consorzi di bonifica passa da qui. Il problema è che
per ora non si riesce a trovare l’accordo
neanche sulla scelta del nuovo commissario. E questi problemi, legati poi ad una pesante situazione per quanto riguarda gli
stipendi dei lavoratori è una bomba ad orologeria che la politica si sforza di mettere a
regime da oltre dieci anni. I problemi dei
Consorzi, detto in altre parole, sono sempre
gli stessi. E neanche i precedenti commissariamenti sono riusciti a mettere una pietra sopra alla questione. Ora, il progetto di
Pittella è quello di unificare i tre consorzi
riducendo di due terzi le spese di gestione,
resta il fatto che questi Consorzi, per come
sono composti oggi, sono uno dei canali
principali di sperpero delle risorse pubbliche. A dirlo è stata la stessa politica regionale già nel lontano 1999, quanto l’allora
consigliere Antonio Flovilla svolse il ruolo
di presidenza della commissione speciale
di inchiesta sulla situazione amministrativa e contabile dei Consorzi. E già allora si
parlava di una evidente disparità tra gli interventi effettuati sul territorio e l’enorme
mole di debiti, generati quasi tutti dal fatto
che una fetta consistente dei finanziamenti
finivano nelle tasche dell’amministrazione
piuttosto che in interventi effettivi. Quella
relazione di Flovilla un ritratto impietoso,
che si chiude anche con una riflessione sul
futuro dei Consorzi. Riflessione che sarebbe dovuta servire come monito per il futuro, monito
che a quanto pare è rimasto
inascoltato. Perché a giudicare dai miliardi e dai milioni delle vecchie lire spesi dal
lontano 1992 ad oggi, le spese sono sempre state ingenti. «I Consorzi della Basilicata - scriveva Flovilla nella relazione presentata in Consiglio - sono tra i più cari d’Italia», e vivono un costante e
«perenne» stato di deficit finanziario. Non
poche volte, infatti, la Regione ha dovuto
coprire le spese di gestione. Flovilla non è
leggero, parla di «gestione parassitaria di
enti che vivono alla giornata, facendo correre gravi rischi alle opere irrigue per la loro incapacità ad intervenire, in quanto consumano in spese amministrative la gran
parte delle risorse». Il quadro già all’epoca
era parecchio grave, e la colpa è della politica stessa che ha permesso negli ultimi
trent’anni «la rendita parassitaria, la speculazione, le nicchie di potere, ottenendo
risultati opposti alle finalità dei Consorzi».
In pratica nella relazione si dice che gli
amministratori del Consorzi sono stanti
incapaci nel gestire nel migliore dei modi i
bilanci, con una «assoluta inattendibilità
delle previsioni in entrata» e che il personale, troppo numeroso, assorbiva più della
metà delle risorse disponibili. Per non parlare dell’informatizzazione che ancora oggi lascia a desiderare.
Dal monito su consorzi «strutturalmente sovradimensionati» del 1999 non è cambiato quasi nulla. Debiti, operazione di mutuo e rateizzazione dei debiti sono ancora
oggi all’ordine del giorno. Nel 1999 per
esempio il Consorzio Bradano-Metaponto
registrava quasi 72 miliardi di lire di debiti. Il Consorzio Val d’Agri invece registrò 4
miliardi e mezzo di debiti fuori bilancio. Ma
alla cifra c’è da aggiungere i contenziosi,
per una cifra attorno ai 23 miliardi e mezzo
delle vecchie lire. Insomma, i Consorzi hanno sempre ricevuto piogge di milioni, pur
ad andamenti alterni, a partire dalla loro
fondazione, ma si sono confrontati con una
gestione non soltanto inefficiente, ma anche inetta. «Con la più assoluta superficialità - scriveva Flovilla - i vari commissari
succedutisi, non si sono mai posti il proble-
«Nessun
progetto
realizzato
a favore
del territorio»
«Consorzi in mano
ai parassiti»
La relazione del 1999 della commissione d’inchiesta fu impietosa
«I debiti sono enormi, colpa di commissari incapaci e nicchie di potere»
ma di considerare e determinare la reale capacità di indebitamento dei Consorzi. I bilanci di previsione del periodo 1982-1996 continuava Flovilla - sono stati caratterizzati da diffusa inattendibilità se confrontati con i rispettivi consuntivi, bensì è costante la violazione del limite reale di indebitamento, il quale è connesso alla misura in
cui l’ammontare complessivo delle entrate
correnti riesce a finanziare tutte le spese
correnti, comprese quelle relative ai nuovi
mutui».
Insomma da questa relazione i Consorzi
ne escono fuori come un apparato utile ad
arricchire pochi, e certamente incapace di
metter e in campo progetti utili alla tutela
del territorio. Insomma, di riorganizzazione se ne parlava già più di dieci anni fa, oggi
la scelta sembra essere improcrastinabile,
ma il timore di un nuovo commissario “incompetente”rischierebbe di far saltare l’intero piano di riforma di Pittella.
[email protected]
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Il quadro attuale degli enti di irrigazione richiede l’accorpamento urgente
Fior di milioni spesi solo per i dirigenti
POTENZA - Dunque i fatti sono gli
stessi da sempre. La gestione dei Consorzi di bonifica ha lasciato e lascia a
desiderare
anche oggi
per l’enorme
mole di costi.
Pochi giorni
fa l’assessore Ottati in
una conferenza stampa aveva accennato brevemente alla
questione
dei costi attuali dei Consorzi, ponendo soprattutto l’accento
sulle altissime cifre deIl governatore Marcello Pittella stinate agli
organi dirigenti degli
enti di irrigazione, fatto che da solo
giustificherebbe a pieno titolo l’unificazione degli enti di irrigazione. Ad
oggi infatti tra stipendi di dirigenti e
consiglio ci aggiriamo sui 309 milioni di euro spesi in un anno soltanto
per tenere in piedi le cariche. A questo
vanno aggiunti i relativi milioni destinati per le operazioni di tutela del
territorio. La questione è delicata, ma
i conti dei Consorzi parlano davvero
chiaro.
Nella relazione di Flovilla venne
evidenziato anche il fatto che dalla costituzione del Consorzi la Basilicata
non ha tratto nessun vantaggio diretto per l’agricoltura regionale. Anzi, i pochi investitori sono rimasti sfiduciati da una gestione a singhiozzo
e a volte inesistente. Questa cosa ha
generato ovviamente un’enorme disparità tra le quote versate e l’effettiva qualità del servizio.
v. p.
LE CIFRE - Consorzio di bonifica Alta Val d'Agri: 110 dipendenti, 40 lavoratori avventizi (maggio-ottobre).
Costo annuo complessivo per gli stipendi di 3,45 milioni di euro. Fabbisogno economico medio per assicurare
la stagione irrigua 1,1 milioni di euro.
Consorzio di bonifica di Bradano e
Metaponto: 70 dipendenti, 120 lavoratori avventizi (maggio-ottobre). Costo annuo complessivo per gli stipendi di 6,41 milioni di euro. Fabbisogno
economico medio per assicurare la
stagione irrigua 2,2 milioni di euro.
Consorzio di bonifica del Vulture
Alto Bradano: 35 dipendenti, costo
annuo complessivo per gli stipendi di
2,2 milioni di euro. Fabbisogno economico medio per assicurare la stagione irrigua 2,5 milioni di euro.
Questi invece i costi lordi annui
complessivi degli organi amministrativi dei tre Consorzi che, in caso di
accorpamento, potrebbero ridursi ad
un terzo. Presidenti 78 mila euro, vice presidenti 39 mila euro, comitati
coordinamento (12 unità) per complessivi 102 mila euro, presidenti collegi revisori dei conti 39 mila euro.
collegio revisori dei conti (6 unità)
complessivi 51 mila euro. Il tutto per
un totale di 309 mila euro. Per i 60
consiglieri è invece previsto un gettone di presenza a seduta di 50 euro.
Gettone di spesa che rimane invariato rispetto alla gestione attuale, ma
avrà un impatto minore se si pensa alla riduzione dei consiglieri.
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Ieri Ottati ha incontrato Gal e distretti: «Pochi finanziamenti, ma mirati»
Le proposte dell’assessore
per rilanciare l’agricoltura
Nella foto grande: una recente
protesta dei lavoratori dei
Consorzi. In basso: l’ex consigliere
Flovilla
POTENZA - L’assessore Ottati cercerca di mettere mano al nodo agricoltura e lo fa chiamando a raccolta
in due incontri operativi, tenuti ieri,
i distretti agroalimentari e i gruppi
di azione locale. L’obiettivo è in primis quello di trarre un bilancio delle
azioni svolte fino ad oggi e la definizione di un programma anche in vista dei nuovi finanziamenti in arrivo dalla Comunità europea. Ma l’altro aspetto che ha interessato Ottati
è quello di definire le funzioni dei
due gruppi, funzioni che spesso si
sono accavallate generando non pochi problemi (e sprechi). Ed è anche
per questo che Ottati ha messo sul
tavolo soprattutto il problema
dell’efficienza e dell’uso oculato delle risorse. Da questo momento in poi
i finanziamenti saranno pochi, ci sarà quindi la necessità di mettere in
campo progetti che siano sostenibili
e soprattutto possano dare risultati
per l’intero sistema agricolo lucano.
E di proposte ce ne sono state tanti
a partire dalla messa a punto di azioni mirate per fare in modo che i prodotti locali e di qualità vengano consumati nel circuito della ristorazione collettiva (mense, ospedali, ristoranti) e messi in rete sostenendo le
aziende nel percorso di commercializzazione, far si che i produttori si
strutturino in organizzazioni di
produttori e interprofessionali per
evitare di lasciare a Bruxelles finanziamenti e costruire piattaforme logistiche assicurando da una parte
che i prodotti vengano distribuiti
sui mercati in forma organizzata
soddisfacendo la domanda e dall’altra creando nuovi posti di occupazione nel settore dei servizi del trasporto.
Sono tutti discorsi che un po’ si innestano con i fondi mai spesi negli
ultimi anni in ambito agricolo, fondi che già l’ex assessore Benedetto
poco prima dell’insediamento di Pittella erano stati “attenzionati”. In
quel caso il governo regionale ottenne una proroga sulla spesa di una
parte delle risorse inviate da Bruxelles, ma il problema, stando a quanto
detto da Ottati, non dovrà più ripetersi.
|
POTENZA - «La Cgil Basilicata
esprime soddisfazione per l’approvazione del nuovo disciplinare sui tirocini extracurriculari da parte dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore
alle Politiche per lo sviluppo, lavoro, formazione e ricerca, Raffaele Liberali, così come richiesto più volte dalla Cgil». Inizia
così il comunicato a firma di Nicola Allegretti sulla questione
dei tirocini formativi per i giovani laureati della regione.
«In particolare - scrive Allegretti - il tirocinio formativo
non curriculareprevisto per i
giovani che hanno completato
gli studi e si accingono all’ingresso nel mondo del lavoro
(nella specificità per i soggetti
che abbiano conseguito entro i
12 mesi il diploma d’istruzione
tecnica o professionale, il diploma d’istruzione superiore negli
istituti tecnici superiori e/o il diploma di laurea sia di primo che
di secondo livello presso le istituzioni universitarie) è un’opportunità di formazione e crescita professionale per i giovani
che potrebbe trasformarsi in
una occasione di lavoro.
L’incontro di Michele Ottati con i responsabili dei distretti agroalimentari
Ottati ha incontrato i presidenti
dei quattro distretti agroalimentari
e rurali: distretto agroalimentare di
qualità del Metapontino, distretto
del sistema produttivo locale Pollino - Lagonegrese, distretto rurale
delle colline e della montagna materano e distretto agroindustriale del
Vulture. Dopo aver ascoltato le iniziative svolte in questi anni e le funzioni, l’assessore ha illustrato la sua
idea, evidenziando «la necessità di concentrare le
risorse su pochi obiettivi
mirati e non finanziando
iniziative a pioggia che
non hanno una visione
strategica».
Per quanto riguarda la
rete logistica, Ottati ha spiegato che
nella futura programmazione agricola sarà destinata una quota di risorse economiche per consentire la
realizzazione di aree destinate allo
stoccaggio delle merci. Inoltre, sarà
costituita una task force interdipartimentale per far sì che le varie strutture dialoghino tra di loro evitando
che siano dati contributi per iniziative simili e che non convergano in
TIROCINI FORMATIVI
Primo passo
gestire meglio
i nuovi fondi
europei
|
La Cgil dice sì al disciplinare
«Necessario creare lavoro»
La sede della Regione Basilicata
I tirocini formativi e il piano
di attuazione della “Garanzia
Giovani” di prossima attivazione, possono essere strumenti
utili per assicurare ai giovani
inoccupati ed ai lavoratori in
mobilità un minimo di reddito
legato ad un percorso di inseri-
un’ottica sistemica. Sarà istituito,
inoltre, una sorta di multifondo da
destinare a interventi che riguardano più dipartimenti.
Nell’incontro con i presidenti e i
direttori degli otto Gal (Basento Camastra, Akiris, Csr Marmo-Melandro, Cittadella del sapere, Le Macine, Vulture-Alto Bradano, Cosvel e
Bradanica), Ottati ha invitato i Gal a coinvolgere
maggiormente le comunità locali al fine di creare
nuove prospettive occupazionali nelle attività
agricole e in altri settori
permettendo ai giovani di
rimanere nei loro paesi di
origine.
Infine, in entrambi gli
incontri l’assessore ha chiesto ai
partecipanti di apportare suggerimenti e contributi per individuare le
priorità nella nuova programmazione agricola non solo sul sito basilicatapsr.it dove è consultabile il documento preparatorio, ma anche
durante il convegno del prossimo
21 febbraio che si svolgerà a Potenza, presso la facoltà di agraria
dell’Unbas.
mento/reinserimento lavorativo».
Dunque il sindacato vede di
buon occhio la proposta delal regione, ma c’è da discutere sulla
parte economica. Tnat’è che il
sindacato ha ribadito anche
l’impegno «per inserire nel disciplinare sui tirocini più garanzie e misure atte a qualificare lo strumento ed evitarne l’uso
distorto, oltre a prevedere
un’indennità superiore a quella
prevista in un primo momento,
pari ad 450 euro per i tirocinanti e a 250 euro per i lavoratori
percettori di forme di sostegno
al reddito».
Dunque manca soltanto una
cosa per la Cgil, i controlli. La richiesta girata alla Regione infatti prevede la messa a punto di
misure specifiche «per incenti-
vare e qualificare i tirocini ed allo stesso tempo organizzare un
sistema di monitoraggio per verificarne i risultati». Dunque il
nuovo disciplinare ha certamente bisogno di ulteriori integrazioni quantomeno per
quanto riguarda il controllo dei
risultati ottenuti attraverso i tirocini, altrimenti la questione
rischia di trasformarsi in un ennesimo fallimento per quanto
riguarda gli incentivi all’occupazione giovanile sul territorio
lucano.
Il problema numero uno però
resta sempre il termine del tirocinio, che non sempre porta automaticamente all’ingresso nel
mondo del lavoro. Anzi, molto
spesso si crea l’effetto contrario.
Già lo scorso anno i sindacati
si erano battuti sui tirocini, ottenendo anche la deliberazione
che impone a tutte le aziende appaltatrici e subappaltatrici operanti presso il sito di Tempa
Rossa l’impiego della manodopera locale nella misura almeno
dell’80%. nelle fasi di realizzazione del Centro Oli di Viggiano.
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Giovedì 6 febbraio 2014
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SCHEMA IDRICO
I parlamentari M5S all’attacco: scippo dei 69 milioni
confermato. Pd e Fi giocano al gioco delle tre carte
Distretto G, giallo e polemiche
Folino e Antezza: «Parlano a vanvera». Latronico: «Grazie a me soldi in Basilicata»
di MARIATERESA LABANCA
E ADESSO ci mancavano
anche i veleni politici a fare
della già tormentata e spiacevole vicenda del finanziamento dello schema
idrico Bradano Basento
una pessima pagina istituzionale lucana.
A 24 ore dall’annuncio in
pompa magna del deputato di Forza Italia, Cosimo
Latronico, sull’approvazione dell’emendamento
che consentirebbe di evitare il rischio definanziamento prospettato nelle
settimane scorse, seguito
dall’appello alla Regione
dei deputati del Pd Folino e
Antezza a non farsi scappare anche quest’altra opportunità, sono stati i parlamentari del Movimento 5
Stelle a fare terra bruciata.
«Quella di Latronico è solo
propaganda. Il solito gioco
delle tre carte a cui da anni
giocano anche Folino e Antezza, in cui l’unico perdente è il territorio», è il contenuto di una nota congiunta della deputata Mirela
Liuzzi e del senatore Vito
Petrocelli.
Insomma quello del
giorno prima sarebbe stato
solo uno scherzo. Lo spostamento dei 69 milioni di
euro assegnati dalla delibera Cipe del 2006 all’attrezzamento del distretto
G non sarebbe stato cancellato.
Visto che - secondo gli
esponenti lucani di M5S a
Roma - l’articolo di legge,
così com’è, confermerebbe
lo spostamento delle risor-
In alto i
parlamentari
di M5S,
Liuzzi e
Petrocelli.
In basso
Folino,
Antezza e
Latronico
se
prioritariamente
sull’Expò di Milano, e successivamente, in caso di
mancato utilizzo di una
parte delle risorse, da destinare a interventi di miglioramento della competitività dei porti italiani.
L’emendamento di Latronico al comma 4 - hanno sostenuto nella nota Liuzzi e
Petrocelli - prevederebbe il
ritorno di soli pochi spicci
in Basilicata. In pratica la
minima parte che avanzerebbe da questi due interventi prioritari. Ma le paro-
le dei due deputati sono
state
immediatamente
smentire da una nuova
presa di posizione di Folino
e Antezza: «Liuzzi e Petrocelli parlano a vanvera. Impegnati come sono nella
quotidiana realizzazione
di piece teatrali in Parlamento, gli onorevoli Liuzzi
e Petrocelli sono un po' distratti nella valutazione
degli atti parlamentari delle Commissioni decima e
sesta». In pratica gli onorevoli del Pd confermano: il
testo è chiaro, il finanzia-
|
di VITANTONIO IACOVIELLO*
IL sindacalista Nino Falotico
non ha accettato l’incarico di
commissario unico per i tre
Consorzi di Bonifica lucani.
Non ci interessano i motivi per
i quali lo ha fatto .
Ma lo ha fatto proprio al momento giusto per darci il tempo di fare qualche ulteriore riflessione alla luce di un’altra
bella (finalmente) notizia : la
“restituzione” dei 69 milioni di
euro tolti al Consorzio del Vulture-Alto-Bradano.
Grazie al lavoro
di alcuni parlamentari lucani, i
fondi destinati allo
schema idrico Basento-Bradano sono dunque tornati
a disposizione della Basilicata, dopo
essere stati dirottati a favore di Expo
2015.
Prima considerazione che
viene spontanea è che a questo
punto è bene che un Commissario sia destinato solo ed
esclusivamente alla gestione
del Consorzio di cui sopra, ove
fosse chiamato ad occuparsi in
mento viene riassegnato.
A patto che - come era stato
già detto il giorno prima vengano rispettate le condizioni temporali di sei mesi per la predisposizione
del progetto definitivo. E
che i soldi ritorneranno in
Basilica, lo conferma anche lo stesso deputato di
Forza Italia, Cosimo Latronico, che in tono piccato replica: starò ai fatti, evitando sterili e inutili polemiche. «Grazie al mio intervento - spiega - lo schema
idrico Bradano Basento
L’INTERVENTO
potrà ora realizzarsi, con
la trasmissione al Ministero dell’Economia e delle Finanze entro il prossimo
mese di luglio del progetto
definitivo aggiornato. Per
tale scopo è stato infatti
creato anche un apposito
fondo con complessivi 200
milioni per l’anno 2014 da
cui si attingeranno le risorse occorrenti anche per
lo schema idrico tanto atteso».
E in mattinata, prima
che scoppiasse quello sembra un vero e proprio gial-
|
Un commissario ad hoc
per il Basento Bradano
Si occupi
in sei mesi
di mettere
in piedi
la pratica
lo, era stato il presidente
Marcello Pittella a cantare
vittoria ed elogiare il buon
lavoro dei parlamentari lucani, in particolare di Folino, Antezza e Latronico.
Commentando così: «Ciò
dimostra che quando il sistema Basilicata si muove
all'unisono, avendo di mira il bene dei lucani, riusciamo a non soccombere
anche dinanzi a manovre,
piu' o meno subdole, di matrice neo-centralista, che
soprattutto in questi ultimi mesi hanno preso di mira la nostra regione».
E invece, a poche ore di
distanza, la prova di una
Basilicata che si muove
tutt’altro che compatta
verso gli stessi obiettivi.
Gli scontri politici hanno
finito per avere il sopravvento. Con una lettura contrastante di atti burocratici di non facile comprensione. Fatto sta che ieri i
parlamentari in questione
hanno continuato a darsi
battaglia su twitter, ognuno convinto delle proprie
ragioni. L’ennesimo triste
capitolo di una brutta storia. A questo si aggiunge
che, il governatore, dopo il
dietro front di Falotico che
ha rifiutato l’incarico, dovrà procedere alla nomina
di un nuovo commissario
unico dei tre Consorzi, cui
sarà affidato, tra l'altro,
proprio il compito di presiedere a tutti gli adempimenti amministrativi legati al completamento dello schema idrico BasentoBradano.
[email protected]
sei mesi di tempo alla predisposizione della progettazione definitiva per l’utilizzo dei fondi
“ri”messi a disposizione, pena
la loro perdita.
Ma soprattutto pena la perdita della “faccia” di tutti noi
lucani.
Per gli altri due Consorzi, sì,
si pensi pure ad un nome unico.
Seconda considerazione è
che il Commissario non debba
necessariamente essere “un
nome” legato in un modo o
nell’altro alla politica, ma che può essere individuato
fra le centinaia e
centinaia di persone lucane in grado,
per requisiti tecnici e morali,di rivestire questo ruolo.
Lo scelga pure il
Presidente Pittella
fra le persone di
propria fiducia, mi
pare giusto che sia così, e stabilisca a monte una remunerazione non più alta di quanto sia
ragionevole e morale stabilire
in periodi di profonda crisi come questo.
*Sezione Italia Nostra del Vulture Alto Bradano
Che non sia
un nome
di forza
legato
alla politica
il Palazzo della Regione
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Giovedì 6 febbraio 2014
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OCCUPAZIONE
Cresce il numero
dei giovani
che diventano
imprenditori
di se stessi
POTENZA - Crescono in numero e in qualche modo scelgono questa strada anche per
far fronte alla diminuita possibilità di assunzione. E allora meglio provare a essere
imprenditori di sè stessi piuttosto che aspettare di arrivare a essere alle dipendenze di
qualcuno. Nella maggior parte dei casi, i
giovani imprenditori in provincia di Potenza tendono a valorizzare contemporaneamente sia la tradizione locale che la modernità, portando avanti sia vocazioni produttive radicate nella cultura economica del territorio, sia elementi di “rottura” importanti.
Hanno, in media, un titolo di studio elevato:
il 17,3% ha il diploma di laurea, a fronte di un
15% italiano, e c’è un 1,2% di neo imprenditori con specializzazione post-laurea. Ciò
rappresenta un patrimonio di competenze,
capacità innovativa e di produzione di qualità che i neo imprenditori, con alto titolo di
studio, possono potenzialmente mettere al
servizio delle aziende che
aprono.
Lo si evince dallo studio del
Progetto Sirni (Servizi Integrati per la Nuova Imprenditoria in provincia di Potenza)
realizzato dalla Camera di
Commercio di Potenza in collaborazione con l’Istituto
“Guglielmo Tagliacarne”. Il
Rapporto dimostra, dati alla
mano, come il mercato del lavoro stia spontaneamente, e
a prescindere dal ciclo di crisi, andando sempre più verso una destrutturazione delle forme tradizionali di impiego.
Il lavoro dipendente si assottiglia
I lavoratori dipendenti in provincia di Potenza sono passati dai 96.000 del 2006 agli
88.000 censiti a settembre 2013, mentre le
nuove assunzioni previste dalle imprese di
dipendenti con contratto a tempo indeterminato sono diminuite dalle 2.390 unità del
2009 alle 1.103 del 2013, dimezzandosi praticamente nel giro di 4 anni. Un orizzonte
estremamente ristretto, che alimenta la voglia dei giovani di fare da sé, di “mettersi in
proprio” e di fare impresa, sfidando le difficoltà del ciclo economico recessivo in atto. In
anni di profonda crisi, infatti, le nuove iscrizioni di imprese si aggirano nell’ordine
2.000 ogni anno nel Potentino e di queste,
quelle aperte da giovani sono circa 700-800
all’anno.
«La strada dell’autoimpiego è ancora
troppo utilizzata come leva compensativa
per le crescenti difficoltà di accedere al lavoro alle dipendenze da parte dei giovani che
escono dal percorso formativo e che finiscono per alimentare, senza alternative valide,
la fuga dei cervelli (e di forze produttive) che
affligge la regione – commenta il presidente
dell’Ente camerale, Pasquale Lamorte -. Va
da sé che le Istituzioni debbano alimentare
questi fermenti per colmare il gap di imprenditorialità che mantiene compresso
verso il basso il tasso di crescita potenziale
del territorio, sforzandosi di eliminare la burocrazia che spesso scoraggia chi vuole intraprendere e studiando opportune politiche di alternanza scuola-lavoro che disegnino traiettorie nuove per sostenere l’autoimprenditorialità. L’autoimpiego non deve essere più un ripiego, ma una scelta consapevole».
Chi sono i nuovi imprenditori?
Accanto ad un 42% del campione ha avviato un’impresa come risposta a difficoltà di
ingresso nel mercato del lavoro in una posizione alle dipendenze, oppure come canale
per trovare un primo impiego, c’è infatti un
57% che afferma di aver avviato l’impresa
per vocazione imprenditoriale, ovvero come
strada per il successo personale o economico
e, più in generale, per l’autoaffermazione sociale.
Altri dati emergono da questa “radiografia”, a partire dalla struttura anagrafica,
che risente del fenomeno della cosiddetta
“fuga dei cervelli”; l’età media dei nuovi imprenditori potentini tende ad essere leggermente superiore rispetto alla media nazionale: chi ha meno di 30 anni è il 22,8% del to-
Lo studio
della
Camera di
Commercio
di Potenza
Manca il lavoro?
Meglio mettersi
in proprio
tale, a fronte del 28,1% nazionale.
La provenienza professionale dei neo-imprenditori, inoltre, privilegia soprattutto
chi, in precedenza, era già imprenditore o libero professionista o anche dirigente o quadro ed in misura minore chi era studente, e
non attinge per niente dal bacino dei disoccupati, a differenza di ciò che avviene nel resto del Paese.
Un certo dinamismo è manifestato dalla
nuova imprenditoria femminile, anche se
questa tipologia continua ad essere minoritaria, come nel resto del Paese (le imprese
femminili sono il 30,4% delle nuove imprese
iscritte alla CCIAA di Potenza, nel periodo
2011-terzo trimestre 2013, a fronte del
27,5% medio nazionale).
La presenza di una popolazione immigra-
ta numericamente poco significativa fa sì
che l’imprenditoria di immigrati sia marginale, a differenza di altre aree del Sud.
Quali i settori più interessanti?
Rispetto ai settori interessati dal fenomeno della nuova imprenditoria giovanile, tra
il 2012 e i primi nove mesi del 2013, tassi di
iscrizione particolarmente elevati e superiori alla media nazionale in alcune attività di
servizio, in particolare i servizi di informatica e comunicazione (6% nel 2012, 4,1% al terzo trimestre 2013), i servizi finanziari ed assicurativi (6,5% nel 2012, 8,6% nei primi nove mesi del 2013) e quelli immobiliari (3,4%
nel 2012, 4,7% a settembre 2013). Per il resto, nel 2012 va segnalato il buon tasso di
iscrizione di imprese agricole (4,4%, a fronte
del 3,1% nazionale) che segnala anche una
tendenza al ritorno verso l’attività primaria,
specie da chi è stato espulso da altri cicli produttivi, ed alla crescita delle imprese nei servizi artistici, sportivi e di intrattenimento
(7%, contro il 5,2% nazionale). Nei primi nove mesi del 2013, poi, va rilevato un alto tasso di iscrizione di imprese turistiche e di
pubblici esercizi (4,7%, a fronte del 3,6% italiano).
Le problematiche da limare
Fin qui le positività. Sull’altro piatto della
bilancia, lo studio della Cciaa sottolinea alcune problematiche: su tutte la sottocapitalizzazione e l’eccessiva semplicità degli assetti di governance ed organizzativi, a discapito di una corretta e consistente capacità di
finanziamento dell’impresa stessa. Gran
parte dei neo imprenditori intervistati ha
avviato l’impresa con capitali propri o di parenti, mentre il ricorso al mercato del credito
è marginale. Ciò ovviamente ha riflessi sulla
competitività che si manifestano, ad esempio, con la modesta capacità delle nuove imprese del potentino di proiettarsi al di fuori
di ambiti di mercato meramente localistici,
assolutamente inadeguati a supportare lo
sviluppo futuro delle nuove iniziative. In
particolare, le imprese di nuova costituzione che si aprono precocemente ai mercati internazionali, gli unici ancora con una domanda in crescita, sono poco rilevanti in termini di incidenza sul totale.
Le difficoltà finanziarie derivano da problemi di sottodimensionamento, sottocapitalizzazione, scarsa capacità di collaborare e
fare rete, ma sono anche il riflesso di un mercato creditizio ingessato, in cui gli impieghi
calano costantemente. La questione più
scottante è proprio quella della carenza e del
costo del credito bancario, in assenza di meccanismi agevolativi pubblici.
Basilicata Innovazione ha presentato la piattaforma web
Waway, da oggi la trasferta
per i grandi eventi sarà più facile
SI CHIAMA Il nome e
waway, ha un logo
che fa subito pensare
a “qualcosa” che si
muove, ed è la piattaforma web di “travel
La
management”, che offre una serie di
conferenza funzionalità ai viaggiatori per piastampa a nificare al meglio la trasferta verso
Basilicata
la meta di un evento aggregativo:
Innovazione concerti, mostre, manifestazioni
sportive, pellegrinaggi, etc. Il lancio
della piattaforma è avvenuto oggi ieri la conferenza stampa organizzata
da Basilicata Innovazione presso la
sua sede a Potenza, aperta da Andrea Trevisi, direttore della struttu-
ra e dagli interventi di Elena Iacoviello - responsabile programmazione turistica Regione Basilicata, Antonio Imbrogno, vicepresidente
Cciaa Potenza, Giovanni Lacorazza,
raappresentante dell’Apt Basilicata.
Waway prima di diventare un prodotto, era solo un’idea di tre ragazzi
lucani. «La loro determinazione e volontà di crescere - afferma Andrea
Trevisi, direttore di Basilicata Innovazione - ha aperto loro una porta, da
cui ha preso avvio un vero e proprio
percorso in salita»
Ma cosa è possibile fare su Waway? Lo ha spiegato, nel corso della
conferenza stampa, Giovanni Setaro, referente del team: l’utente, una
volta autenticato, potrà acquistare il
ticket dell’evento, prenotare l'hotel
ma soprattutto scegliere come spostarsi per raggiungere la destinazione. Su Waway si potranno infatti
organizzare viaggi di gruppo o optare per soluzioni già pianificate da altri utenti, aggregandosi quindi al
gruppo con le caratteristiche più rispondenti alle proprie esigenze, in
termini di prezzo, punto di partenza,
mezzo di trasporto, ecc. «La prima
fase - dice Giovanni Setaro - si è conclusa con la messa online della versione beta della piattaforma».
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ECCELLENZE LUCANE
Dopo numerose prove per trattare il frutto è
un business che compete con quello siciliano
Il miracolo del pistacchio in Collina
La storia di tenacia, ingegno e perseveranza dell’imprenditore Innocenzo Colangelo
di MICHELE UNGOLO
STIGLIANO - Produce pistacchio
da oltre vent’anni, ma non tutti
sanno che il suo prodotto finisce
anche sul più noto mercato siciliano, precisamente a Bronte, la patria universalmente riconosciuta
di questo straordinario e succulento frutto.
Innocenzo Colangelo è un imprenditore di Stigliano. La sua
azienda si trova a pochi chilometri
dal centro abitato, in una zona conosciuta come “Saurina”, perché
attraversata dal fiume Sauro, e
ospita più di 1.500 piante di pistacchio.
Il Quotidiano lo ha incontrato,
cercando di ricostruire la sua bella
storia umana ed imprenditoriale.
«La mia storia con il pistacchio,
risale ai primi anni ’90, quando iniziai a produrlo quasi per caso. -racconta Colangelo- Ricordo bene quel
giorno, quando alcuni amici vennero a trovarmi dalla Grecia. Dopo
aver trascorso alcune ore a mangiare, ridere e scherzare, uno di loro mi disse: “Con tutti questi terreni a tua disposizione, perché non
coltivi il pistacchio? Noi possiamo
aiutarti a procurartelo”. Quella
sua proposta fece scattare in me
una scintilla. Per diversi giorni
non facevo altro che passeggiare
nei miei terreni, più calpestavo la
terra, più mi chiedevo se essa fosse
idonea a tale produzione. Le notti
erano un tormento per me, non riuscivo a chiudere occhio, fu così che
presi una decisione e mi dissi: quella pianta deve essere mia».
Nei giorni che seguirono, Innocenzo fece alcune ricerche; non conosceva nulla che riguardasse la
pianta e non sapeva quale reazione
potesse avere una volta innestata
nel suo terreno. Provò a contattare
esperti in botanica per avere maggiori informazioni, ma non ottenne nulla di concreto, tanto da passare quasi per folle. Questo perché,
a sua insaputa, anche la Regione
Basilicata, nella zona di Pantanello, aveva avviato da diversi anni la
sperimentazione della messa in
coltura del pistacchio, ottenendo
scarsi risultati. Lui, però, non volle
arrendersi davanti al primo ostacolo e partì alla volta della Grecia, al
fine di procurarsi le piante da innestare nei suoi terreni.
«Non sapevo neanche come fosse
la pianta, mai mi ero posto il problema, ero abituato a vedere solo il prodotto finito. -prosegue- Prima di
partire per la Grecia, costruii un
impianto d’irrigazione sotto traccia, calcolai grossomodo la distanza da una pianta all’altra e creai un
gocciolatoio per ogni singola unità, senza sapere, che essa, per crescere non ha bisogno di molta acqua. Tornato in Italia, misi a dimora poco più di millecinquecento
piante. All’epoca, tra il 1992 e il
1993, la mia azienda era tra le più
grandi d’Europa, questo perché
chi ha prodotto pistacchio fino ai
primi anni del 2000, non considerava le sue enormi potenzialità, e il
frutto veniva solamente salato e tostato per poi essere venduto in singole confezioni».
Grazie alla straordinaria determinazione, Innocenzo, iniziò a farsi strada in un mondo che aveva
quasi sempre ignorato. I problemi
però, non tardarono ad arrivare.
«Quello che accadde fu qualcosa di
straordinario. La pianta aveva rea-
L’enorme distesa di pistacchi dell’azienda Colangelo a Stigliano
Tutta la Basilicata
ha un terreno ideale
Il pistacchio
LA Basilicata, come sa bene Innocenzo Colangelo, ha un territorio ideale per la coltivazione del pistacchio, tanto da poter esserne
interamente ricoperta.
La pianta, infatti, ha una caratteristica eccezionale, è una delle poche che non và potata di anno in anno. I rami più lunghi vengono tagliati solo quando impediscono la raccolta del frutto.
Oggi il pistacchio di Innocenzo Colangelo
viene venduto in diversi modi, e in differenti
luoghi; una parte di esso giunge sul mercato
gito in modo eccellente al suo nuovo habitat. Provai una forte emozione quando la vidi spuntare dal
sottosuolo così giovane e bella. La
varietà che avevo scelto si chiama
“Egina”, il suo nome deriva dal luogo dove nasce, l’isola Egina nel golfo di Atene- tuttavia, alcune piante
seccarono quasi subito, avevo dimenticato la cosa più importante, e
la imparai a mie spese. Per crescere
doveva essere impollinata, così
ogni otto femmine innestai un maschio».
di Bronte, dove arriva già tostato e salato,
mentre, la restante parte viene lavorata direttamente nella sua azienda.
I prodotti che portano il suo marchio sono
molteplici. Venduti in Basilicata, Puglia e
parte della Campania, tra questi figurano: il
pesto di pistacchio (ideale per un primo piatto), la crema di pistacchio (un estratto del
frutto, reso dolce nella lavorazione e pronto
per essere spalmato sul pane), e per finire
un semilavorato, venduto soprattutto nelle
pasticcerie per farne dei gustosi gelati.
Tante ricette per un’unica grande risorsa
da sfruttare.
mi.un.
Per vedere il prodotto finito, l’imprenditore lucano si armò di pazienza; infatti, il processo fu abbastanza lungo, e la pianta del pistacchio diede i primi frutti dopo circa
sette anni dall’impollinazione.
Oggi questa lunga attesa è stata
superata, grazie alla tecnologia, e
alle continue ricerche in laboratorio, che hanno portato alla creazione di un ibrido, capace di fiorire dopo soli tre anni. «Una volta ottenuto
il frutto, mi trovai a dover risolvere
due grossi problemi, uno per la rac-
|
colta e l’essiccazione, l’altro per la
vendita sul mercato. Per quanto riguarda il primo, non potevo usare
il metodo adottato in Turchia e in
Iran».
In questi Paesi, la raccolta avviene attraverso un macchinario che
divide il frutto dal mallo (la prima
pelle), successivamente un nastro
trasportatore lo porta in grossi
contenitori all’aperto, per l’essicazione al sole.
«In Italia, il rischio di incappare
in forti piogge, nel periodo della
IL CONVEGNO
raccolta –che va da settembre ad ottobre– è maggiore, ed io non potevo
sempre sfruttare l’essicazione al
sole, quindi, ho dovuto ingegnarmi per arginare il problema. La raccolta è simile a quella delle olive.
Sotto ogni pianta posiziono delle
reti o dei teli di plastica che mi permettono di raccogliere il frutto, per
farlo cadere uso invece lo scuotitoio, grazie a questo arnese, il frutto cade senza danneggiare la pianta. Il prodotto finisce poi in azienda, dove viene lavorato tramite un
macchinario di mia invenzione, dotato di cilindri a rotazione lenta,
questi portano il frutto in una rete
abbastanza stretta, dove viene essiccato con frequenti getti di aria
calda.
Il secondo problema, quello più
importante dell’intera attività, era:
a chi vendere. Iniziai così ad informarmi se nel territorio italiano esisteva un mercato del pistacchio, e
fu così che conobbi il commercio di
Bronte. Nel mese di maggio, intrapresi, dunque, un nuovo viaggio
questa volta in Sicilia, dove incontrai uno dei più grandi commercianti italiani di pistacchio. Gli raccontai del mio viaggio in Grecia,
della mia azienda, del mio prodotto, del bisogno di vendere per poterne produrre ancora, ma lui, non faceva altro che sorridere e ripetere
che era impossibile. Così, spazientito, lo pregai di venire a Stigliano
per vedere ciò che da solo avevo
creato.
Passarono i mesi e giunse settembre, il periodo della raccolta.
Con mio stupore quell’uomo venne
a trovarmi proprio in quei giorni.
Rimase colpito e assai sorpreso da
quello che finalmente poté vedere
con i propri occhi, e senza riuscire a
voltare lo sguardo verso me, disse:
“Per cinquecento anni, noi non abbiamo capito nulla”».
Il meccanismo, in Sicilia, è assai
differente dall’impianto di Innocenzo. Infatti, lui ha adottato una
coltivazione orizzontale, in un terreno a duecentocinquanta metri
sul livello del mare, dove le piante
sono ben disposte in fila, una dietro
l’altra. La coltivazione siciliana è
invece verticale, le piante sono
sparse lungo le pendici dell’Etna,
dove nasce il selvatico che viene innestato ogni anno.
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|
Stigliano, oggi esperti a confronto
L’attività di promozione di questa coltura merita maggiore attenzione
IL Distretto Rurale delle Colline e della Montagna materana, d’intesa con il Distretto
Agroalimentare di Qualità del
Metapontino,
intende
promuovere e valorizzare la coltura
pistacchio
nel
territorio
rappresentato.
Indagini e studi
condotti dagli
stessi distretti, confortati
dall’esperienza ventennale di
Innocenzo Colangelo, pioniere della coltivazione del pistac-
Distretto
rurale
in campo
chio da cui trae cospicui vantaggi economici, hanno portato a considerare favorevolmente tale coltura in termini
di rilancio economico dell’entroterra materano, considerato marginale per le colture tradizionali ma con caratteristiche pedoclimatiche pressoché
perfette per la coltivazione del
pistacchio. La forte richiesta
da parte del mercato nazionale
ed estero e la scarsa diffusione
di tale coltura hanno fornito lo
spunto per promuoverne la
coltivazione e, contestualmente, la trasformazione in pro-
dotti di qualità che i promotori
intendono opportunamente
valorizzare.
L’attività di promozione è
stata affidata all’associazione
no profit “Pistacchio in Basilicata”, costituita di recente per
volontà degli stessi distretti,
che in collaborazione con questi ultimi ha inteso organizzare un convegno dal titolo “Il pistacchio in Basilicata: una
nuova coltura per il rilancio
dell’economia rurale delle
aree interne”: si terrà oggi
presso il Centro Sociale di Stigliano alle ore 16.30 e prevede-
rà una dissertazione scientifica da parte di esperti del settore, un’esposizione di Colangelo, presidente dell’associazione che illustrerà,
tra l’altro, i concreti
vantaggi
economici conseguibili da questa
coltura e, infine,
un dibattito aperto agli auditori al
fine di soddisfare
la curiosità degli interessati.
Un’iniziativa di sicuro interesse per operatori del settore e
neofiti.
Associazione
pistacchio
in Basilicata
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15
LAVORO
Il sistema di rete
in tutto il mondo
garantisce
la mobilità
imprenditoriale
di ANTONELLA CIERVO
SONO tra le parole più utilizzate negli ultimi anni: Europa e rete. Difficile, però,
che si trasformino in opportunità reali o
concreti strumenti di occupazione e sviluppo.
E’ anche per evitare che ormai non si
creda più che il principio di mobilità europea sia solo una chimera, che Luigi Martulli e Raffaele Vitulli, rispettivamente
presidente fondatore e vicepresidente,
hanno fondato nel 2011 Materahub.
Il sistema degli hub è ormai consolidato
in tutto Europa e, attraverso le nuove tecnologie, crea nuovi progetti imprenditoriali e di utilità sociale. Dalla città dei Sassi, dunque, la società ha ormai contatti
con tutto il mondo e partecipa a numerosi
progetti europei come ad esempio l’”Erasmus for young entrepreneurs”, il cui
sesto ciclo è partito qualche giorno fa, e
che consente a giovani italiani «Tra cui
molti lucani - spiegano Martulli e Vitulli
di fare esperienze in imprese di Inghilterra, Germania, Spagna, Danimarca e altri
Paese dell’Unione europea per periodi che vanno
da uno a 6 mesi.
«I settori che trainano
di più - aggiunge Vitulli sono l’innovazione, il turismo, e le industrie creative. Il nostro è un consorzio che riunisce quattro imprese che, attraverso la multidisciplinarietà ci fa gestire progetti
a lungo termine». L’esperienza e i risultati ottenuLuigi Martulli
ti in soli due anni ha fatto
sì che Materahub, nel dicembre scorso risultasse
la prima organizzazione intermediaria in
Europa, sia sotto il profilo delle borse
elargite che per la qualità dei progetti sostenuti». L’ingresso in vede tuttora Materahub “giocare su più tavoli” con programmi come il progetto pilota “Educckate” che mette in contatto mondo universitario e imprese. Attualmente sono
coinvolti 11 partner di Paesi. Si tratta di
una iniziativa che ha come partner l’University College di Londra e che promuove
la mentalità imprenditoriale tra gli studenti. Anche la qualità dei formatori va
garantita e così Materahub partecipa al
progetto “Aspire2create” che offre strumenti innovativi con una formazione
|
La mobilità in Europa e nel mondo e la qualità di progetti e formatori sono al centro della filosofia di Materahub
Creativi
fuori confine
Materahub apre le porte per l’Europa
e il mondo a vecchi e nuovi imprenditori
“non formale£ riservata ai gestori di incubatori di impresa, alle equipe universitarie e ai consulenti privati. Infine
dall’Europa giunge anche il progetto pilota “Creative land Europe” che creerà
una rete fra centri di cultura e creatività,
così come già accaduto in Basilicata con
“visioni urbane”. «L’idea - spiegano Martulli e Vitulli - è quella di creare un netowrk dei network internazionali». Finora
i materani hanno già portato a casa l’interesse di 15 centri europei intenzionati a
seguire il loro progetto. L’area progetti di
Materahub non sta con le mani in mano
ITALIAN FOOD EXPERIENCE
|
ed è già al lavoro con progetti adatti a programmi come “Horizon 2020”, “Creative
Europe” e “Erasmus Plus”.
Matera non è solo la sede della società
ma anche, per alcuni versi, motivo ispiratore di alcune idee, come è già accaduto
con il progetto Digital Diary di Micaela
Bandini, premiata e presentata a Bruxelles come caso d’eccellenza.
«Il nostro - spiega Luigi Martulli - è un
nuovo modo di fare impresa che segue le
linee europee che sostiene che attraverso
l’industria culturale e creativa, nel senso
più ampio del termine e non erroneamen-
|
te solo artistico, può generare la nuova
economia. Noi lavoriamo da oltre 15 anni
nella divisione progetti internazionali ed
europei, siamo stati il primo hub. Siamo
un punto di snodo fra domanda e offerta;
nessun limite di età, anche l’imprenditore 70enne che vuole rimettersi in gioco,
trova opportunità». Le aziende che ne
compongono il cuore sono tre. «L’azienda
storica, la Quality program, si occupa di consulenza alle imprese e start
up, poi c’è Quality for, organismo di formazione
manageriale, Acs registrars che si occupa di
certificazione e che ha
Materahub come uncia
sede italiana. l’Acs ha
contribuito alla certificazione
del
Distretto
dell’Habitat rupestre con
un protocollo e processo
formativo unico al mondo nel settore dei beni cul- Raffaele Vitulli
turali. Materhub riunisce attorno a Martulli e Vitulli anche Paolo Montemurro, direttore dell’area progettazione e internazionalizzazione, Enzo Bruno, graphic designer, Carlo Magni, specialista del web marketing e Carlo
Bonelli senior quality specialist. Insieme
a loro altri collavoratori tra cui Massimo
Abbatino, aspirante hubber e Nicola Viola che si occupa di gestione dei clienti e
della piattaforma web.
[email protected]
HE MAIN
|
L’Italia che si fa gustare
Restauro dei monumenti
diventa business nel mondo
Matera sarà esempio
Negli anni 80, la parola d’ordine nel creare una vera e propria community
mondo era Made in Italy. Oggi è la cuci- dell’Italian food, per dare vita a un foona italiana che, però, richiede compe- dhub, come riferimento del settore. Il
progetto Italian food
tenze e qualità per divenexperience non si occupa
tare prodotto adatto al
solo dei prodotti ma anche
business internazionadi tutti i servizi che servole.
no a “trascinarlo” sui mer«E’ una enorme opporcati del mondo.
tunità per le imprese
E’ ovvio che parliamo di
agroalimentari.
aziende che sono in grado
La domanda soffre
di garantire una produzioperchè non c’è offerta ne consistente.
spiega Luigi Martulli Tra i prodotti di maggior
La nostra mission è por- Il logo di Italian Food Experience
attrazione c’è naturalmentare l’italian food nel
te la pasta: buona, di scarso
mondo, mettendo a servizio i produttori, i distributori e i con- valore calorico e simbolo del nostro Paese».
sumatori.
Stiamo qualificando le aziende, per
[email protected]
La chiesa di San Giovanni Battista di
Città d’arte come Matera sono chiamate
ad affrontare meccanismi e politiche di Matera, sarà il momumento simbolo, il
tutela del tutto uniche. La capacità di primo ad essere sottoposto a questo metodo.
tramandare nel futuro le
Il progetto, finanziato
testimoniznae del passadal Miur con 12 milioni di
to, è infatti la grande sfida
euro, conta su sogetti atdei giorni nostri.
tuatori di straordinario
Nasce così il progetto
rilievo: l’Università Ca’
“He main” (acronimo di
Foscari di venezia, l’UniHeritage maintenance)
versità de L’Aquila, della
che nell’ambito del patriBasilicata, La Sapienza di
monio culturale, farà parRoma, le Industrie chimitire a breve l’applicazione
di metodi, protocolli e L’immagine del progetto He main che, e piccole e medie imprese del settore, Ict.
prodotti chimici a basso
Acs Registrars Italia,
impatto ambientale per
una più efficace programmazione delle certificherà il modello di sperimentaoperazioni di restauro dei beni cultura- zione che verrà prodotto.
li.
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TRATTA-MENTI IN CAMPO
Ieri a Potenza una lezione speciale
per i detenuti che sognano una panchina
Ulivieri: calcio, politica e social
Mattinata nel carcere del capoluogo per il presidente degli allenatori italiani
di PIETRO SCOGNAMIGLIO
E' una presenza ormai abituale
quella di Renzo Ulivieri a Potenza. Un legame con il territorio lucano alimentato da progetti e collaborazioni professionali, che sono poi diventate amicizie. Quella
con il vicepresidente Aiac Biagio
Savarese, quella con Gerardo
Passarella, numero uno dei tecnici lucani. Il corso allenatori per i
detenuti del carcere potentino è
frutto della loro passione e della
loro voglia di superare ogni forma di isolamento. Anche per chi
ha sbagliato.
«Dietro questo progetto c'è un
grande lavoro e un grande impegno da parte dell'Aiac lucana. Il
coinvolgimento che c'è stato per
la mia lezione è frutto di quanto è
stato seminato nelle tappe precedenti. Ho trovato tanta voglia di
entrare nei problemi, di discutere. Burocraticamente sarà difficile dare a questi ragazzi l'accesso
all'esame per il patentino Uefa B,
ma intanto gli trasmettiamo conoscenze che possono tornare
utili una volta che saranno fuori.
La pena deve essere sempre finalizzata a una rieducazione, è quello che sostengo per la giustizia
sportiva, vale ancora di più nella
vita di tutti i giorni».
Giustizia sportiva che intanto
sta cercando di riformarsi.
E' un discorso complicato.
Penso alla
sentenza
sulla Nocerina, è evidente che
ha pagato
l'anello debole della
catena.
Penso anche alla mia categoria,
Jonathan Bachini è stato radiato
per i suoi problemi con la cocaina,
ha pagato, non è giusto che adesso debba allenare la sua squadra
di ragazzini da dietro la rete senza
potersi sedere in panchina. La radiazione nell'ordinamento sportivo equivale all'ergastolo, ha poco senso.
«Mazzarri
non ha colpe.
In questo
momento
all’Inter
è un uomo solo»
E il calcioscommesse?
«Anche qui, facile fare la morale al calciatore che scommette o
che falsa una partita. Certamente
non fanno una cosa buona. Ma il
guaio è a monte. Nel nostro Paese
tanta gente è a un passo dalla disperazione, il calcio è lo specchio
di tutto ciò. All'ingresso di ogni
campo dove si allenano i settori
giovanili andrebbe messo un cartello: “ce la fa solo uno su cinquantamila”. Così i genitori capiscono
su quale strada stanno avviando i
propri figli. Invece sono loro i primi a scommettere, scommettono
su un ragazzino sperando possa
diventare un calciatore importante per poi vivere nel successo e
nell'agiatezza. E' il mondo dello
sport che è andato dietro alla deriva morale del Paese, non viceversa. I ragazzi andrebbero educati
al rigore nei comportamenti. Noi
allenatori, insieme agli insegnanti e alle famiglie abbiamo
l'obbligo di dare un contributo
Renzo Uliveri ieri a Potenza, durante la nostra intervista al Caffè Mediterraneo
per cambiare le cose. Dicono che
sono nostalgico del Novecento,
ma la partita alle 12.30 della domenica è un attentato alla famiglia. Gli interessi economici sono
legittimi finchè non si intaccano i
valori, altrimenti vuol dire che il
mondo diventa un mercato».
Ulivieri uomo di sinistra, senza
mai nascondersi. Militante di
Sel. Di recente ha attaccato in
maniera dura l'intesa tra Renzi
e Berlusconi sulla nuova legge
elettorale. Perchè di solito allenatori e giocatori non vogliono
mai esporsi come fa lei?
Mica non hanno idee, sono disamorati della politica, come accade
anche a gente di un certo spessore. Poi da qualche anno c'è un altro problema: i miei colleghi allenatori, ma anche i dirigenti, vogliono formare caratterialmente
i giovani calciatori affinchè diventino mansueti. Non creano
problemi. Le nuove generazioni
vanno così. Io invece i ragazzi li
vorrei tutti rivoluzionari. Non significa che devono fare casino,
ma che a una domanda devono saper rispondere “si perchè” o “no
perchè”. I cittadini mansueti fan-
no sempre comodo a qualcuno».
Guardando al campionato, non
si può ignorare la sua amicizia
con Mazzarri. Tempo fa disse:
“quando Walter ammetterà di
aver perso perchè gli altri sono
stati più bravi, stapperò una
bottiglia di champagne”. Che
situazione sta vivendo all'Inter?
«Mai come stavolta non vedo le
sue colpe. E' cambiata la proprietà, i dirigenti non sono più tanto
solidi al loro posto, in casi del genere l'allenatore è un uomo solo.
L'esatto contrario di Conte, che
trae forza dal legame granitico
con la società oltre che dalla sua
bravura. Conte è un allenatore-dirigente. Poi Walter allena una
squadra con più di qualche problema tecnico. L'avrebbe potuta
mettere in campo in qualsiasi modo, contro la Juventus il divario
era troppo netto, gli sarebbe andata comunque male».
Come si posizione la scuola di allenatori italiana nel contesto
europeo?
«E' cambiata molto nel corso degli
ultimi dieci anni, c'è stata una
|
contaminazione grazie alla quale
anche gli altri hanno preso spunto da noi. Abbiamo importato il
gusto di giocare in maniera propositiva, palla a terra, almeno
quattro o cinque passaggi in ogni
azione. Lo fanno anche le cosiddette provinciali sui campi importanti, l'esempio migliore l'ha
fornito il Torino di Ventura a San
Siro. La peculiarità italiana che
non si dovrà mai perdere in questo scambio di esperienze è il
saper preparare e
leggere al meglio le
partite. All'estero c'è
chi per presunzione
non studia l'avversario. Guardiola, che è
uno in gamba, lo fa.
Non snatura mai il
suo gioco ma conosce le debolezze di chi
si trova di fronte e sa
come fargli male».
zione fisica, la prevenzione degli infortuni e il recupero tra
una partita e l'altra.
«E' sulla strada giusta, Cesare
sta lavorando da tempo con uno
staff preparatissimo e cura tutti i
dettagli. Questi criteri devono poi
orientare anche le scelte tecniche,
visto che di bravi giocatori ne abbiamo tanti. Non bisogna scegliere chi portare al Mondiale e chi far
giocare secondo logiche di gratitudine,
come accadde in Sudafrica. Lo stato di
forma dei protagonisti sarà una variabile
fondamentale, da
qui alla fine del campionato, poi soprattutto in Brasile».
«Vanno di moda
per le società
i calciatori
mansueti
Io li vorrei
rivoluzionari»
Prandelli ha lanciato il suo piano per il Mondiale, il 14 giugno
si parte con Italia-Inghilterra.
Per il Ct tre fattori saranno determinanti in Brasile, al di là
delle scelte tecniche: la condi-
LA CARRIERA
Con i social network come se la cava?
«Sono lento a scrivere, a volte i post sono troppo lunghi, ma ho una pagina Facebook
che gestisco senza l’aiuto di nessuno. E dove parlo soprattutto di
politica».
Twitter @pietroscogna
© RIPRODUZIONE RISERVATA
|
E’ il direttore della scuola allenatori Figc di Coverciano
L’ultima panchina alla Reggina
ALLENATORE precoce, già a 24
anni, Renzo Ulivieri ha ottenuto
le prime panchine importanti in
B a Terni e Vicenza. L’esordio in A
è nel 1980 a Perugia. Con la Sampdoria passa dalla B alla A e ottiene poi un settimo e un sesto posto,
si trasferisce a Cagliari. In seguito ha allenato: Modena, Vicenza,
poi Bologna. Nel ‘98 passa in B al
Napoli e l’anno dopo torna nel capoluogo sardo. Il campionato
successivo sostituisce al Parma
Arrigo Sacchi, chiudendo al
quarto posto, ma dopo l'eliminazione ai preliminari di Champions League Ulivieri lascia.
Sostituisce poi Giancarlo Camolese al Torino, ma viene esonerato 14 partite dopo. Ricomincia
dal Padova C1 poi nuovamente
torna al Bologna, dove viene prima allontanato e poi richiamato.
Il 1º novembre 2007 viene ingaggiato dalla Reggina. Subentra a
Massimo Ficcadenti, ma viene
sollevato a sua volta dall'incarico
il 3 marzo 2008 dopo lo 0-0 casalingo contro il Palermo, sostituito da Nevio Orlandi. Oggi è presidente dell’Aiac (Associazione Italiana Allenatori Calcio) e direttore della scuola allenatori Figc di
Coverciano.
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Economia Italia / Mondo
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LAVORO La cassa integrazione registra invece un calo tendenziale del 10,4%
Disoccupazione, domande +33,8%
L’Inps fotografa le difficoltà del mercato nell’anno che si è appena concluso
di BEPPE COLONNA
ROMA - Oltre 2,1 milioni di
domande di disoccupazione
nel 2013 con un aumento del
33,8% sul 2012: l’Inps fotografa la difficoltà del mercato del lavoro nell’anno che si
è appena concluso ricordando che, dal 2013, sono cambiate le regole sull’indennità di disoccupazione con
l’introduzione dell’Aspi e
del mini-Aspi. Sono migliori
invece i risultati sulla cassa
integrazione con la richiesta a gennaio 2014 di 81,4
milioni di ore complessivi di
cassa e un calo tendenziale
del 10,4%. I sindacati però
parlano di calo
della cassa «fittizio», dovuto soprattutto al blocco dei finanziamenti per la cassa in deroga.
Il calo tendenziale del 10,4% è
il risultato della riduzione
delle richieste della cassa integrazione ordinaria (23,1%, dato che risente del
crollo per l’industria a -31%
e dell’aumento per l’edilizia)
e in deroga (-16,1%) mentre
la
cassa
integrazione
straordinaria fa segnare un
lieve aumento (+0,8%).
A dicembre è proseguita
la crescita delle domande di
disoccupazione
(+15,5%
tendenziale) con 98.394 domande di ASpI, 33.500 domande di mini ASpI e 410
domande di disoccupazione
tra ordinaria e speciale edile
(10.131 domande di mobilità e 82 di disoccupazione ordinaria ai lavoratori sospesi). Nel complesso nel 2013
sono
state
presentate
2.134.975 domande, con un
aumento del 33,8% rispetto
alle domande presentate nel
2012, che erano state
1.595.604.
«Il calo delle ore di cassa in
deroga - dice il segretario
confederale della Cisl Luigi
Sbarra è fittizio, essendosi
creata una coda di domande
a causa del blocco dei finanziamenti. In ogni caso il livello è elevatissimo, e corrisponde a quasi 500.000 lavoratori equivalenti a tempo
pieno. Preoccupa in particolare quanto sta accadendo in
edilizia, dove le ore di cassa
integrazione in un anno sono aumentate del 21%». Sulla disoccupazione inoltre
«non bisogna indulgere a facili ottimismi - sottolinea
Sbarra - non si
può
allentare
l’attenzione verso il sostegno al
reddito per le famiglie in difficoltà».
«La lettura del
dato della diminuzione delle ore di cassa integrazione richieste dalle
aziende nel primo mese
dell’anno, - avverte il segretario confederale della Uil
Guglielmo Loy - non ha nulla di positivo. Per quanto riguarda gli ammortizzatori
sociali in deroga, la forte
contrazione delle ore, è dovuta essenzialmente alla
non disponibilità delle risorse necessarie nella gran
parte delle Regioni italiane». E’necessario - prosegue
- «che il Governo dica con
chiarezza che i 400 milioni
di euro, recentemente ripartiti a valere sull’anno 2014,
possano essere utilizzati per
le richieste sia di cassa integrazione che di mobilità in
deroga ancora inevase e dia
certezza di finanziamento
dello strumento per tutto il
2014».
CANALE DI PANAMA Si rischiano il blocco dei lavori 10.000 posti
Muro contro muro Autorità-Sacyr
Nel consorzio l’italiana Impregilo
Per il paese centroamericano pericolo di azioni legali
a catena. Tonfo in Borsa delle società consorziate
di FABIO PEREGO
PANAMA CITY - E’ muro contro
muro nel negoziato per il cofinanziamento degli extracosti, pari a 1,6
miliardi di dollari, del Canale di Panama. L’Autorità (Acp), guidata da
Jorge Luis Quijano, ha rifiutato
ogni tipo di proposta da parte del
Consorzio con a capo la spagnola
Sacyr (cui fa parte anche l’italiana
Sbarra (Cisl)
«Sono dati
fittizi»
Salini-Impregilo) e ha interrotto le
trattative provocando il blocco dei
lavori.
I colloqui vanno comunque avanti anche se lo stesso Quijano, parlando da Panama City, ha avvertito
che l’opera sarà conclusa nei tempi
previsti «con o senza» Sacyr. Alla finestra, peraltro, ci sono altri aspiranti contractor: su tutti ricorre il
nome dell’americana Bechtel. Quel-
la di altri gruppi non è un’ipotesi
nuova e l’Autorità del Canale in più
di un’occasione ha minacciato di ricorrere ad un “piano B”.
Dura la reazione del consorzio: la
strategia dell’Autorità «che non
tarderà, se attuata fino in fondo, a
rivelarsi come fallimentare, è quella di porre il consorzio in condizioni
di mancanza di flusso di cassa portandolo all’asfissia finanziaria e, in
definitiva, obbligandolo ad abbandonare il campo», ribattono fonti
della cordata europea secondo le
quali, Quijano «si è dimostrato cieco a queste facili previsioni e sordo a
tutti gli inviti ad abbandonare la rigidità».
Uno dei rischi per il Paese centroamericano, se non si dovesse arrivare a un compromesso, è quello
di azioni legali a catena non solo da
parte di Sacyr e dei suoi partner ma
anche da tutti i fornitori. E il Consorzio Gupc (Grupo Unidos por el
Canal), che ritiene la decisione
dell’Acp «illogica», appare comunque disponibile ad «una comune ed
equilibrata soluzione» per fare in
modo che il progetto (già realizzato
per il 70%) sia terminato come previsto per la metà del 2015.
Sulla vicenda è tornato a parlare
anche Antonio Tajani. Il vice presidente dell’Ue ha auspicato che «le
parti riconsiderino le loro posizioni». Con l’impasse che mette «a rischio imminente» 10.000 posti di lavoro, sono piovute anche le vendite
in borsa: Sacyr a Madrid ha perso il
6,86% a 3,61 euro mentre Impregilo a Milano ha contenuto la flessione
l’1,06% a 4,28 euro.
RC AUTO Il Governo ritira il “pacchetto”
LaBorsa
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Bca Pop Milano
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Cnh Industrial
Enel
Enel Green Power
Eni
Exor
Fiat
Finmeccanica
Generali Ass
Gtech
Intesa Sanpaolo
Luxottica Group
Mediaset S.p.a
Mediobanca
Mediolanum
Pirelli E C
Prysmian
Saipem
Salvatore Ferragamo
Snam
Stmicroelectronics
Telecom Italia
Tenaris
Terna
Tod's
Ubi Banca
Unicredit
Unipolsai
World Duty Free
Yoox
0,8170
8,1950
17,2900
6,6100
21,1100
1,2150
0,1731
6,6700
0,4395
13,2300
5,8550
7,6800
3,3400
1,9050
16,2500
28,3100
7,1550
0,0000
15,5900
22,9000
2,0340
38,3500
3,6120
6,8050
6,2900
11,9200
17,9200
16,7200
22,1900
3,9940
5,9400
0,8220
15,9200
3,5720
97,2500
5,4800
5,4200
2,1860
10,5500
29,2400
0,43%
0,12%
2,31%
0,46%
-0,94%
1,42%
2,73%
2,62%
-0,59%
-0,60%
-0,51%
0,79%
0,48%
1,93%
-1,10%
0,25%
-1,72%
2,53%
-1,08%
2,83%
1,85%
-0,10%
-1,10%
3,50%
-1,56%
0
1,88%
-0,65%
-1,11%
-0,65%
-1,00%
1,86%
-1,12%
0,22%
-1,02%
5,08%
0
0
5,29%
-1,81%
0,819
8,235
17,36
6,62
21,52
1,218
0,1744
6,685
0,4439
13,32
5,88
7,805
3,376
1,911
16,41
28,47
7,29
6,5
15,79
22,91
2,058
38,55
3,716
6,82
6,42
12,09
18,13
16,85
22,56
4,022
6,03
0,8305
16,18
3,592
99
5,56
5,515
2,222
10,63
30,29
0,8040
8,12
16,83
6,53
21
1,19
0,1695
6,39
0,4336
13,13
5,815
7,615
3,308
1,86
16,2
27,99
7,11
6,31
15,44
22,33
1,98
38,01
3,58
6,535
6,245
11,83
17,44
16,46
22,02
3,984
5,905
0,8065
15,9
3,55
97,25
5,215
5,365
2,166
9,93
28,76
Indici
FTSE/Nome
MIB
Italia All-Share
Italia Mid Cap
Italia Small Cap
Italia Micro Cap
Italia STAR
Valore
19.069,62
20.295,61
26.454,76
17.723,78
22.206,23
17.599,17
Var %
+0,26
+0,29
+0,9
+0,51
+0,86
+0,19
MaggioriRialzi
Nome
World Duty Free
Ubi Banca
Mediobanca
Gtech
Banca Monte P. Siena
Valore
10,55
5,48
6,805
22,90
0,1731
Var %
+5,29
+5,08
+3,50
+2,83
+2,73
MaggioriRibassi
Nome
Valore
Yoox
29,24
Fiat
7,155
Mediolanum
6,29
Tenaris
15,92
Salvatore Ferragamo 22,19
MercatiEsteri
Var %
-1,81
-1,72
-1,56
-1,12
-1,11
* ore 21
Indice
NASDAQ 100
Dow Jones
FTSE 100
DAX 30
CAC 40
Valore
3.459,036
15.443,03
6.457,89
9.116,32
Cambi
aggiornato ore 21
Nome
Acquisto
Euro/Dollaro
1,35254
Euro/Sterlina
0,82916
Euro/Franco Svizzero 1,2227
Euro/Yen
137,167
Var. %
-0,32
-0,01
+0,13
-0,13
4.117,79
Vendita
1,3527
0,8293
1,22292
137,186
MateriePrime
Nome
Petrolio
Oro
Argento
Valore
$ 97.35
$ 1257.6
$ 19.84
Unità di misura
Barile (158,987 Litri)
100 Troy Oz. (3,110 Kg)
5000 Oz. (155,517 Kg)
Stop alla scatola nera, norme
sui carrozzieri e sui medici
ROMA - Niente da fare sulle norme Rc Auto. I
partiti, dal Pd a Fi, chiedono e ottengono la
cancellazione del pacchetto contenuto nel
decreto legge Destinazione Italia, all’esame
della Camera. E se dunque tutti cantano vittoria, l’unica voce fuori dal coro, insieme al
Codacons, è quella del Sottosegretario allo
Sviluppo del Nuovo centrodestra Simona Vicari, convinta che a rimetterci saranno i cittadini.
Intanto, con l’obiettivo di mettere un freno
alle frodi, dal ministero dei Trasporti arriva
una nuova applicazione grazie alla quale si
potrà verificare online se la propria auto è assicurata e mettersi in regola entro 15 giorni.
Gli evasori, ha fatto di conto il sottosegretario Erasmo De Angelis, sono 3,8 milioni e potranno «essere sanzionati anche grazie alla
prova fotografica di telecamere Ztl e Tutor».
Che il destino delle nuove norme sulle assicurazioni messe a punto dal governo fosse
in bilico era stato chiaro fin da subito, quando all’inizio dell’esame del provvedimento
uno dei relatori (Yorahm Gutgeld, Pd) aveva
dato la propria disponibilità a rivedere l’intero capitolo. E quando tra i 1.600 emendamenti erano spuntate proposte disparate, e
firmate da tutti i gruppi, che puntavano a riscrivere le norme chiave è arrivata un’ulteriore conferma. Nel mirino è finita la scatola
nera (e gli sconti collegati al suo uso), le norme sui carrozzieri, quelle sui medici, ma anche questioni più delicate come quelle dei
rimborsi in caso di incidenti mortali. I tempi,
d’altro canto, trattandosi di misure inserite
in un decreto legge che deve essere approvato definitivamente entro fine febbraio iniziavano a stringere e così è maturata la decisione di separare le sorti di Destinazione Italia
dalle norme sulle assicurazioni, che ora potrebbero finire in un disegno di legge ad hoc.
La decisione è stata suggellata ieri mattina
nel corso di una riunione a Palazzo Chigi tra
il premier Enrico Letta, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini e
i capigruppo di maggioranza.
Con l’eccezione di Sel, le opposizioni brindano al risultato intestandosi la vittoria: lo
fa il M5S che parla di «norme sull’Rc Auto
che favorivano soltanto la lobby delle assicurazioni», lo fa Forza Italia che definisce «questa marcia indietro del governo un grande
successo». Critica invece Sel di Nichi Vendola: «Quanto sta accadendo è davvero imbarazzante. Infine in Commissione - evidenziano i deputati in Commissione Finanze Giovanni Paglia e Fabio Lavagno - l’ultima farsa
con il sottosegretario De Vincenti che si dichiara favorevole allo stralcio e la sottosegretaria Vicari contraria».
RASSEGNASTAMPA
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19
Giovedì 6 febbraio 2014
www.ilquotidianoweb.it
IL SINDACO DI POTENZA
CHE VORREI
di ANTONELLA PELLETTIERI
segue dalla prima
sindaci. Non so quanto sia preciso l’elenco riportato da Wikipedia (a lato). Ricordo che solo una
volta ci fu una donna come commissario prefettizio a metà degli
Anni ’60.
Mai nessuna donna ha ricoperto l’incarico di sindaco ma quella
di Potenza non è un’eccezione
perché la stessa situazione c’è in
moltissime città e paesi italiani.
In fondo, le donne votano da circa
70 anni e solo pochissime in Italia, hanno avuto incarichi importanti. L’invito di Lucia Serino a
cercare donne da poter candidare mi ha fatto riflettere. Evito di
dire donne capaci perché poi dovremmo dire pure uomini capaci
ma pare che quando si parli di uomini, non necessitano aggettivi
che li qualifichino. Si sa, le donne
devono valere almeno il doppio
degli uomini per poter essere un
po’ considerate, devono studiare
e lavorare il doppio per dimostrare capacità. Fare il sindaco è la cosa più bella che può capitare ad
un uomo e a una donna: si è a
stretto contatto con le persone e
con il territorio, si finisce per conoscere un po’ tutto e si rimane
teneramente legati a quello
scranno per sempre. Nessuna altra carica politica anche nazionale e internazionale dona questo
profondo piacere e senso di appartenenza. Non dimentichiamo
che l’Italia è il paese che più incarna il concetto di cittadino legato
al proprio luogo natio più che a
una regione o all’intero stato. La
civitas è fortemente sentita da
noi italiani al punto che tutti crediamo di avere le capacità giuste
per fare il sindaco. Intanto, tutti
LA FIAT HA COMPLETATO l’acquisto della Crysler. Marchionne
è un genio in operazioni finanziarie ma non scherza nemmeno da
un punto di vista industriale visto
che è riuscito a creare uno dei
principali gruppi automobilistici
mondiali. Di qui la soddisfazione
generale in Italia con punte di vero e proprio entusiasmo salvo
scetticismo nei sindacati e in settori limitati della sinistra in termini peraltro generali e senza entrare nello specifico. E’ un entusiasmo questo che sconcerta. I
mezzi patrimoniali della Fiat sono insufficienti a sostenere il nuovo grande gruppo e quindi il mantenimento dell’effettività del controllo del gruppo
in capo alla stesso
Fiat appare problematica:
appare
inevitabile lo spostamento del controllo in altri sedi
estere, ancora da
individuare presumibilmente
all’esterno dell’attuale gruppo. Ma
non solo: la sede del nuovo gruppo presumibilmente non sarà più
in Italia e quindi la sua de-italianizzazione anche a stare all’attuale struttura societaria è ormai
inesorabile. Che le ragioni siano
cercano la donna giusta che possa degnamente rappresentare la
città. Ma, purtroppo, io so già che
nessuna donna farà il sindaco:
quindi, il nostro è solo un esercizio dialettico! Anche il modo in
cui si vota è fastidioso : due preferenze e, se la prima è data ad un
uomo, la seconda deve contenere
un nome femminile, altrimenti la
scheda è nulla. Sarebbe bellissimo il contrario e cioè che la prima
preferenza deve essere data ad
una donna se poi si vuol votare un
uomo. Anche perché nel modo in
cui si voterà sarebbe facilissimo
fare uscire poche donne fra i consiglieri, poiché i partiti e i portatori di più voti divideranno i voti
femminili tra i loro sostenitori in
modo tale che nessuna donna potrà mai superare un tot numero
di voti e non avere le condizioni
giuste per deleghe e incarichi importanti. Per questi motivi, i nostri pensieri sono solo un esercizio di stile. E poi tutti parliamo di
donne ma nessuno fa il nome di
una donna. Ho una mia preferenza ma non posso palesarla perché
verrei censurata: è ovvio che
scherzo con la cara amica Lucia
Serino! Sarebbe bellissimo se i
partiti, con l’esclusione dell’M5S
che utilizza altri sistemi per la
scelta dei candidati, decidessero
di sostenere la candidatura di
qualche donna. Non è detto che
chi è bravo o eccellente nella propria professione possa essere un
bravo sindaco né un sindaco è
bravo se proviene dalle segreterie di partito. In una stessa figura
si devono raccogliere tante virtù
e chi crede di possederle, una volta sindaco, dovrebbe avere anche
la capacità di smussare i lati più
spigolosi del proprio carattere e
diventare il sindaco di tutti. Anche dei più antipatici, anche dei
detrattori, anche di quelli che appartengono a un altro partito: deve essere il sindaco dei più belli e
dei più brutti, dei bambini, delle
persone in difficoltà, dei ricchi,
della classe borghese che a Potenza è particolarmente inoperosa.
Dovrebbe essere un sindaco affettuoso ma senza sciatteria istituzionale perché ciò che più manca
oggi, in Basilicata, è il rispetto
verso le istituzioni. Un sindaco
quando indossa la fascia tricolore deve sempre ricordarsi che
rappresenta tutta una città e,
dunque, deve comportarsi con
una grande delicatezza e raffinatezza per non infastidire un solo
cittadino. Deve essere elegante
nei modi e anche nelle forme, deve cercare e trovare consensi anche fra coloro che non l’hanno votato. Dovrebbe avere la capacità
di parlare in tutti i linguaggi anche il dialogo con la rete dovrebbe
essere continuamente esercitato
perché oggi è impensabile governare senza il principio della condivisione e della partecipazione,
e con il crowdsourcing. Deve costituire un gruppo che non sia
uno staff ne un consiglio di saggi
ma un vero cerchio magico che lo
aiuti nelle difficoltà. E non deve
mai cadere nell’errore che oggi
fanno molti e cioè credere che la
comunicazione sia l’unico aspetto da curare con attenzione. Fare
il sindaco è l’incarico più difficile
e non può essere ricoperto da
chiunque, uomo o donna! E su
questo concetto ci conforta Dante: “Or tu chi se’, che vuo’ sedere a
scranna, Per giudicar di lungi
mille miglia Con la veduta corta
d’una spanna?”
I SINDACI DI POTENZA DAL 1860 a oggi (fonte Wikipedia):
Lavanga Luigi (1860)
D'Aquino Raffaele (1861)
Ciccotti Pasquale (1865)
Amati Luigi (1879)
Martorano Francesco (1899)
Vaccaro Nicola (1911)
Ianora Giovanni (1913)
Ricciuti Michele (1914)
Padula Domenico (1917)
Marino Michele (Sindaco dal 18 febbraio 1918 e Commissario Prefettizio dal
31 dicembre 1922)
Antonucci Antonio (1923)
Brienza Eugenio (DC) dal 7 gennaio 1943
Pietro Scognamiglio (DC) dal 18 aprile 1946
Giuseppe Sivilia (DC) dal 28 febbraio 1948
Pietro Scognamiglio (DC) dal 16 novembre 1949
Emilio Colombo (DC) dal 14 giugno 1952
Vincenzo Solimena (DC) dal 14 gennaio 1955; dal 16 luglio 1956
Giovanni Messina (DC) dal 19 dicembre 1960
Francesco Petrullo (DC) dal 7 febbraio 1965
Imperio Napoletano (DC)) dal 1966
Francesco Petrullo (DC) dal 1966
Antonio Bellino (DC) dal 30 luglio 1970
Raffaello Mecca (DC) dal 18 ottobre 1975
Gaetano Fierro (DC) dal 29 settembre 1980; dal 24 luglio 1985
Rocco Sampogna (DC) 1990-1995
Domenico Potenza (PDS) 1995-1999
Gaetano Fierro (UDEUR) 1999-2004
Vito Santarsiero (La Margherita, poi Partito Democratico) 2004-2009; 20092014
QUALCHE PERPLESSITÀ
SULL’INTESA FIAT-CRYSLER
di FRANCESCO BOCHICCHIO
fiscali o di natura industriale al
momento non è così rilevante: è
ovvio che l’ancoramento italiano
della Fiat è ormai alle spalle; le assicurazioni di Marchionne di salvaguardare tutti gli impianti italiani, non sembrano ferree, in
quanto lo stesso ha recentemente
chiarito che proprie
precedenti assicurazioni erano legate
all’andamento dei
mercati, ed è già
prevedibile che le
future evoluzioni
dei mercati rendano
non economico il rispetto degli impegni.
In definitiva, si
può articolare una
valutazione generale: Marchionne, ha raggiunto due
risultati straordinari, da un lato
la creazione di un gruppo industriale dell’auto molto importante a livello mondiale e dall’altro il
raggiungimento di risultati eco-
Mezzi
patrimoniali
insufficienti
a sostenere
il grande gruppo
nomici e finanziari di eccellenza.
E’ roba da mago della finanza. Ma
i vantaggi economici e finanziari
sono a favore della proprietà della
Fiat mentre il gruppo industriale
si caratterizza sempre in di più in
termini de-italianizzati. E’ la globalizzazione, bellezza!!!
Ma che in Italia si plauda ad
un’operazione che suggella e sublima la divaricazione tra vantaggi economici a favore della proprietà italiana e vantaggi industriali al di fuori dell’Italia è il segno che il liberismo dominante
non solo è acritico e tale da perdere di vista gli effetti concreti, in
un’ottica in cui le leggi dell’economia sono sacrificati a favore di
una ideologica ormai vetusta, ma
anche considera l’interesse nazionale solo a favore dei grandi imprenditori italiani e del grande
capitale occidentale.
E’ bene soffermarsi su tale ultimo aspetto: sul “favor” per i grandi imprenditori italiani, si esalta
la divaricazione tra impresa ed
imprenditore non nel senso di salvaguardia dell’indipendenza della prima dal secondo, secondo i canoni propri del razionalismo del
capitalismo come insegnato da
Max Weber, ma in quello del tutto
opposto di strumentalizzazione
della prima da parte de secondo.
E’ il volto irrazionale e rovinoso del
capitalismo.
Sul “favor” per i
grandi gruppi occidentali, è evidente che l’Italia diventa un paese satellite secondo gli
schemi
propri
dell’imperialismo.
Che di tali aspetti
sia contento Marchionne è comprensibile, che siano contenti gli
Agnelli anche, che lo siano gli
esponenti di interessi generali o
privati di categoria è un mistero
della fede: certamente ciò conferma una clamorosa mancanza di
autonomia di valutazione rispetto agli Agnelli e quindi lo stato di
degrado dell’Italia, ormai diventato un Paese marginale dell’Occidente, e questa volta in modo
folcloristico visto che non solo
non ci ribella, non solo non si
avanza la necessità di una politica
industriale che ponga paletti invalicabili alla Fiat ma addirittura
si esprime profonda soddisfazione.
Ma il discorso è più complesso:
non si ha il coraggio di denunziare che l’interesse nazionale viene
leso in maniera gravissima da un
gruppo che ha beneficiato e beneficia tuttora di vantaggi e massima attenzione anche per perpetrare il
duplice assunto in
veritiero, vale dire
in primo luogo che il
benessere delle imprese coincida con
quello degli imprenditori ed in secondo
luogo che una volta
assicurato tale del
tutto presuntivamente benessere i
vantaggi si propagheranno dal mondo imprenditoriale a tutta la società.
Il dominio del liberismo e del liberalismo sconta, questa volta in
modo definitivo, i suoi malefici effetti.
Non c’è coraggio
di denunziare
che l’interesse
nazionale
viene leso
RASSEGNASTAMPA
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20
Giovedì 6 febbraio 2014
www.ilquotidianoweb.it
Basilischi: respinta la richiesta di acquisire il memoriale dell’ex collaboratore Lo Giudice
La guerra tra pentiti arriva in aula
Cossidente si difende dalle accuse: «E’ vero abbiamo mangiato assieme ma nulla più»
POTENZA - Resteranno fuori
dal processo d’appello sui reduci
dei basilischi le dichiarazioni di
Nino Lo Giudice, l’ex collaboratore di giustizia di Reggio Calabria che a giugno aveva fatto
perdere le sue tracce, inviando a
giornali e avvocati dello stretto
un memoriale in cui denunciava
di essere stato manipolato da alcuni magistrati, e da Antonio
Cossidente, l’ultimo boss pentito
della mafia lucana.
Lo ha deciso ieri pomeriggio il
presidente della Corte Vincenzo
Autera respingendo la richiesta
in proposito avanzata dall’avvocato Massimo Maria Molinari.
Lo Giudice, orfano del “capobastone” Giuseppe ucciso nel
1990 durante la seconda guerra
di ‘ndragheta, sostiene di aver
incontrato Cossidente nella sezione speciale del carcere di Rebibbia riservata ai collaboratori
di giustizia, dove proprio l’ex
boss potentino gli avrebbe spiegato come comportarsi nei pro-
Antonio Cossidente
cessi in cui doveva testimoniare.
In più lo stesso Cossidente gli
avrebbe rivelato le regole della
‘ndrangheta, da imparare a memoria per essere credibile davanti ai giudici, e gli avrebbe
chiesto informazioni utili per
entrare come “super teste” nei
processi più importanti sui clan
reggini.
Antonio Logiudice
Ieri in aula Cossidente ha risposto anche su questo confermando di aver incontrato Lo
Giudice nel carcere di Rebibbia, e
aggiungendo che in qualche occasione hanno anche «mangiato
insieme».
Ha però precisato che la loro
frequentazione sarebbe iniziata
soltanto dopo la scadenza dei sei
mesi entro cui la legge prevede
che un collaboratore di giustizia
indichi i fatti su cui è in grado di
fornire informazioni utili agli
inquirenti.
Perciò l’ipotesi di testimonianze concordate, «tragedie» per
usare le parole di Lo Giudice,
non starebbe in piedi.
«Sono stato interrogato sei
volte a proposito di queste accuse a Reggio Calabria dal procuratore Cafiero De Raho e dal pm
Nicola Gratteri». Ha spiegato
Cossidente. «Con loro ho chiarito tutto, e credo che ci siano ancora delle indagini in corso. Posso
dire soltanto che quando ho conosciuto Lo Giudice avevo già
detto quello che sapevo sulla criminalità calabrese perciò non
potevo entrare in altri processi».
Sul motivo per cui Lo Giudice
avrebbe provato a delegittimarlo
Cossidente non ha aggiunto una
parola, come pure sull’intreccio
che lega in maniera tutt’altro
che trasparente la “guerra tra
pentiti” alla corsa per il posto di
procuratore capo di Potenza.
Infatti, nel memoriale dell’ex
collaboratore si possono trovare
riferimenti più o meno chiari a
due dei quattro concorrenti per
la Dda lucana, poi ridotti a tre
proprio a causa dell’onda lunga
delle accuse contenute al suo interno. Una circostanza che non
lascia per niente tranquilli.
Tornando alle vicende della
“quinta mafia”, Cossidente ha ribadito ai giudici della Corte d’appello come è avvenuta la scissione della vecchia famiglia “basilisca” in tanti «locali» distinti. Ma
incalzato dalle domande dell’avvocato Massimo Molinari sul finire dell’interrogatorio si è irrigidito e non ha voluto rispondere sui soldi accumulati grazie ai
traffici del suo clan.
L’udienza è stata aggiornata
al 12 marzo per l’inizio della discussione.
[email protected]
Dissesto continuo. Fatti diversi sopralluoghi: scatta l’emergenza
Guardia-Gorgoglione
una strada spaccata in due
GUARDIA PERTICARA –
GORGOGLIONE - E’ una catastrofe. Frane e smottamenti ,
buche e voragini apertesi
nell’entroterra saurino. Più di
qualcuno su Facebook ha paragonato quello che sta accadendo nel territorio del Sauro, al disastro idrogeologico del Marzo
1973 che ridisegnò la geografia agricola della zona e che costrinse molti agricoltori ad
emigrare ed altri a spostarsi in
altre contrade. Praticamente la
strada provinciale, ex SS 103
che collega Guardia Perticara
al comune di Gorgoglione, è divisa in due, con grossi disagi alla viabilità. Parte della località
di Serra Matina è in movimento
franoso. Il versante nord est è
in spostamento verso valle. Il
Sindaco, Massimo Caporeale
ha preferito procedere, in via
precauzionale, all'evacuazione
di alcune aziende agricole, trovandosi nel centro franoso.
“Sulla parte Ovest – evidenzia il
responsabile dell’area tecnica
manutentiva del comune di
Guardia Perticara, Gianfranco
Massaro sul proprio profilo di
Facebook - dal lato della contrada “Borrenza” in direzione "Sepaline", il ponticello di attraversamento è praticamente inutilizzabile perché è stato travolto
dalla furia dell'acqua. Occorre
liberare la fascia e la "savanella"
per ripristinare il corso d'acqua e consentire il transito ai
mezzi agricoli”. Intanto, terra,
piante e rocce hanno raggiunto
l’altezza della struttura. “Ricordiamo che in una parte della
sponda destra – continua il tecnico comunale - c'è una delle
aziende zootecniche più attive
L’area coinvolta
dalla frana e,
sotto, la zona di
Cersosimo
CERSOSIMO
Un costone frana e danneggia
il centro ricreativo “Sala Castello”
Immagini eloquenti dalla strada che collega Guardia a Gorgoglione
della zona che ha allevamenti stato un continuo sopralluogo
da stalla e da pascolo”. Lo sce- e presidio dell'area, ammininario di contrada Gliemme - Se- stratori, tecnici degli uffici copaline è indescrivibile. Poi c’è la munali e Protezione civile. La
strada comunale di Serra-Pul- situazione è in piena emergenvino che porta in contrada Tem- za.
pa Rossa, è impraticabile. Ieri è
Angela Pepe
A CAUSA DELLE forti piogge dei che il cattivo tempo passi al più presto
giorni scorsi, si registra un nuova e arrivino gli aiuti da tempo promesfrana a Cersosimo. Questa volta un si. Ma ad impensierire è anche la graintero costone è sceso sulla “sala Ca- ve situazione che si registra nella vistello”: centro polifunzionale a nord cina Oriolo, in provincia di Cosenza.
dell’abitato. Terra e alberi di pino d’al- Con un comunicato stampa, l’Anas
ha comunicato
to fusto stanno
che la strada
causando danstatale
481
ni e preoccupa“della valle del
zione, anche il
Ferro” è provvicino campo
visoriamente
di calcetto è a
chiusa a causa
rischio. qualdi una frana al
che mese fa,
km 21,300, nei
nella
stessa
pressi del conarea, un’altra
fine. Il traffico
frana aveva in- La sala Castello interessata dalla frana
del
costone
è deviato verso
teressato
la strada stataun’abitazione,
costringendo gli abitanti all’evacua- le 106 “Jonica”. I veicoli diretti in Bazione. Il sindaco Pietro Gulmì con i silicata, invece, possono utilizzare la
tecnici del comune ha già effettuato strada statale 653 “della valle del Sinuna prima ricognizione. Dalla sede ni”, dal km 420,500 della strada stamunicipale sono partiti i telegrammi tale 106 “Jonica”. L’importante artealle istituzioni interessate, alle quali ria, l’unica, che collega l’area interna
si chiedono consulenza tecnica e aiu- sud con la Calabria, dovrebbe rimati economici. A rischio, del resto, un nere chiusa per qualche tempo. Una
centro culturale importante, non so- situazione che mette a dura prova allo per il comune. Mentre gli allevatori cuni ragazzi del comune lucano che
e gli agricoltori della zona continua- frequentano gli istituti calabresi.
no a trattenere il fiato , nella speranza
Vincenzo Diego
RASSEGNASTAMPA
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Basilicata
Giovedì 6 febbraio 2014
www.ilquotidianoweb.it
21
Il generale della Gdf Zago parla dell’indagine su Rimborsopoli alla Regione
«Una consuetudine contra legem»
L’attività delle fiamme gialle porta alla scoperta di 163 milioni di euro evasi
POTENZA - La Guardia di Finanza nel 2013 in Basilicata
ha effettuato 847 interventi
fiscali, con la scoperta di 163
milioni di euro di imponibili
non dichiarati o non deducibili, 50 milioni di euro per
violazioni
alle
norme
sull’Iva, e circa due milioni
di euro di ritenute non versate: in 12 mesi i militari hanno inoltre scoperto 112 evasori (completamente o parzialmente sconosciuti al fisco).
I dati sono
stati resi noti a Potenza,
nel corso di
una conferenza stampa, dal comandante
regionale
della Guardia di Finanza, il generale di
brigata Valerio Zago, e dai
comandanti provinciali di
Potenza e Matera, i colonnelli Gianluca Dinoi e Pantaleo
Cozzoli.
Nei controlli sui luoghi di
lavoro, i militari hanno scoperto 154 persone completamente in nero e 496 irregolari.
I controlli sulle ricevute fiscali sono
stati 4.522,
con 1.211
infrazioni
(26,7
per
cento dei casi) e l’esecuzione di 15
provvedimenti
di
chiusura di
esercizi commerciali.
Nelle verifiche sulla spesa
pubblica, la Guardia di Finanza ha segnalato alla Corte dei Conti 219 persone, per
un danno erariale di 24 milioni di euro.
Gli accertamenti patrimoniali sulle attività della criminalità organizzata hanno
invece portato a proposte di
sequestro per 1,1 milioni di
euro.
Sono invece 10.870 i “falsi” scoperti e sequestrati dai
militari nel corso delle verifiche sui prodotti contraffat-
847 interventi:
112 gli evasori
sconosciuti
al fisco
Segnalate alla
Corte dei Conti
219 persone
Danno: 24 mln
FINO A LUGLIO 2013
Il bilancio di un anno di Direzione nazionale antimafia
Nel Lagonegrese intensa lotta
al traffico di stupefacenti
Val d’Agri più tranquilla
Un momento della conferenza stampa (Mattiacci)
ti.
La Guardia di Finanza, infine, lo scorso hanno ha collaborato con la Procura della
Repubblica di Potenza per i
controlli delle spese dei consiglieri regionali, nell’ambito dell’inchiesta “Rimborsopoli”: è stato “un lavoro meticoloso e importante - ha spiegato Zago - frutto di un ottimo rapporto con i magistra-
ti, da cui sono emerse violazioni di diverso tipo, frutto a
nostro avviso più di consuetudini ‘contra legem’ che di
volontà di appropriarsi di
grandi somme di denaro
pubblico, come accaduto in
altre regioni italiane. Sono
stati comportamenti mai attenzionati prima, con pessime abitudini più che di indebite percezioni”.
Operazione dei Carabinieri di Lagonegro
Mandato di arresto europeo
Preso un rumeno a Rotonda
LAGONEGRO- Ancora una efficace operazione portata a termine dai Carabinieri della Compagnia di Lagonegro che nel corso di un servizio finalizzato alla prevenzione ed alla repressione dei reati contro il patrimonio hanno tratto in arresto un cittadino rumeno, Negra Moise Florin, di anni 30.
L'uomo è stato rintracciato dai militari della stazione di Rotonda, diretta dal Maresciallo Giuseppe Regina, durante approfondite attività di controllo del territorio nelle quali risultava essere stato colpito da mandato di arresto europeo richiesto dalla Romania, poiché ritenuto responsabile di delitti contro il patrimonio perpetrati nel suo paese e attraverso l'uso delle armi.
Dopo essere stato arrestato ed a margine delle formalità di legge necessariamente espletate, Florin è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Potenza dove adesso è a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.
Fabio Falabella
REGIONE BASILICATA
SERVIZIO SANITARIO REGIONALE
AZIENDA SANITARIA
LOCALE DI POTENZA
Via Torraca, 2 – 85100 POTENZA
ESTRATTO AVVISO DI GARA
CENTRO DI RIFERIMENTO
ONCOLOGICO DI BASILICATA
Istituto di Ricovero e Cura
a Carattere Scientifico
Rionero in Vulture (Pz)
Questa A.S.P. dà avviso che dovrà appaltare a mezzo procedura aperta, ai sensi
del D.Lgs. 163/06, l’affidamento del servizio di progettazione, realizzazione, gestione e manutenzione del nuovo sistema
informatico di contabilità delle Aziende
Sanitarie Provinciali di Matera e Potenza,
dell’Azienda Ospedaliera San Carlo di
Potenza e dell’IRCCS CROB di Rionero
in Vulture, per un importo complessivo
presunto (per gli otto anni) pari a
€ 3.600.000,00 I.V.A. esclusa e per una
durata di anni cinque rinnovabile per ulteriori anni tre, con le modalità di cui al disciplinare di gara e capitolato tecnico.
L’aggiudicazione verrà effettuata, ai sensi
dell’art. 83 del D.Lgs 163/06, a favore
della ditta che avrà formulato l’offerta economicamente più vantaggiosa. Le offerte,
così come indicato nell’avviso di gara,
dovranno pervenire entro le ore 13:00 del
giorno 28 APR. 2014 al seguente indirizzo: Azienda Sanitaria Locale di
Potenza – Unità Operativa –
Provveditorato Economato – Via
Torraca, 2 – 85100 POTENZA. L’avviso
contenente le modalità di partecipazione
alla gara può essere scaricato dal sito
Internet
http://www.aspbasilicata.net
oppure richiesto via fax all’U.O.
Provveditorato Economato, telefono
0972/39408, fax 0972/39407.
Potenza, 07/02/2014
IL DIRETTORE GENERALE
- Dr. Mario MARRA -
85028 Rionero in Vulture (Pz)- Via
Padre Pio, 1 P.IVA. 01323150761
C.F. 93002460769- Tel. 0972-726111
Fax 0972-723509
AVVISO AGGIUDICAZIONE GARA
Con delibera n.5 del 08.01.2014 è
stata aggiudicata in via definitiva la
gara a procedura aperta per l’affidamento della fornitura di radiofarmaci
e sorgenti radioattive per la durata di
anni tre alle ditte e per gli importi
visionabili sul sito web crob.it-bandi
di gara- esiti bandi di gara. Numero
gara:4990339; Numero lotti: 62,di cui
numero quindici lotti andati deserti;
Numero offerte ricevute: 10; Importo
a base di gara: € 2.186.100,00 IVA
esclusa;
Valore finale totale dell’appalto:
€ 1.266.757,80 IVA esclusa;
Organo competente per le procedura
di ricorso TAR Basilicata-Potenza.
Il Responsabile
Unico del Procedimento
Dott.ssa Patrizia ALOE’
IL DIRETTORE GENERALE
Dott. Pasquale Francesco
AMENDOLA
LAGONEGRO –Le attività criminali dell’area del lagonegrese
non appaiono connotate da mafiosità, quanto, piuttosto, condizionate dalla particolare posizione geografica, contigua alla
Campania, alla Calabria e alla
Puglia. Regioni che, per la collocazione geografica, si pongono
come zona di passaggio per i
traffici illeciti gestiti
in dette regioni. Tanto è emerso
la
scorsa
settimana
nella presentazione
della relazione annuale sulle
attività
svolte dal
procurato- Gdf in azione
re nazionale antimafia
e dalla direzione nazionale antimafia nonchè sulle dinamiche e
strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso periodo 1
luglio 2012 - 30 giugno 2013.
Particolarmente attiva l’azione in materia di stupefacenti, dove molti degli arresti operati nel
territorio riguardano corrieri
provenienti da altre regioni.
Nel periodo considerato è stato, tra gli altri, arrestato un corriere calabrese in possesso di 5
kg di cocaina da parte dei finanzieri della compagnia di Lauria
guidati dal tenente Marco Cappetta, ovvero spaccio commesso
sul territorio da soggetti provenienti dal materano e dalla Puglia.
Riguardo ai reati contro il patrimonio, merita menzione l’indagine che, attraverso l’esecuzione di ordinanze custodiali su
tutto il territorio nazionale, ha
disarticolato
un’associazione
dedita a furti, rapine e sfruttamento della prostituzione, composta prevalentemente da albanesi.
E' stata evidenziata, altresì,
l’attenzione e la sensibilità degli
inquirenti della locale Procura
della Repubblica nei confronti di
fenomeni criminali che rivelano
la possibile gestione da parte di
sodalizi
mafiosi.
Attuando il Protocollo di
intesa in
atto con
la Dda di
Potenza,
sono stati inviati
alla procura atti
di indagine su
gravi fatti estorsivi compiuti ai danni di imprenditori locali.
Nessun fenomeno criminale,
per l’area Val d’Agri, è riconducibile alla criminalità organizzata.
Attualmente il Tribunale di
Lagonegro ha accorpato quello
di Sala Consilina e la procura della repubblica di Lagonegro è
composta da un Procuratore della Repubblica, cinque sostituti
procuratori e da dieci vice-procuratori onorari. Pur non essendosi verificati, come già prima
evidenziato, fatti criminali riconducibili a criminalità organizzata, vi è molta sensibilità
nell’attuazione del Protocollo di
intesa con la Dda di Potenza, cui
vengono prontamente segnalati
gli atti di procedimenti che rilevino un potenziale coinvolgimento di fenomeni di criminalità organizzata.
Emilia Manco
Direttivo a Rionero: il 2014 è l’anno della svolta, ma restano vertenze aperte
La Uilm rilancia il ruolo dell’indotto Fiat
PER OGNI occupato nell’industria
dell’auto se ne contano quattro nelle
aziende della componentistica. Le imprese che lavorano per la filiera dell’auto sono in Italia 2.427, con un fatturato
complessivo di 38 miliardi di euro, per
un totale di 166 mila addetti (di cui circa 3mila a San Nicola di Melfi). Sono i
numeri dai quali il Direttivo della Uilm
e delle aziende dell’indotto Acm, riunitosi a Rionero, rilancia la proposta del
segretario regionale Vincenzo Tortorelli dell’immediata costituzione di
una task force sull’indotto che si occupi
subito delle due vertenze aperte (Incomes ed Irma) e per governare questa fase delicata segnata da cambi e perdite di
commesse.
“Una strategia finalizzata a monitorare lo stato di avanzamento degli investimenti legati ai due nuovi modelli
previsto nell’anno”, è stato detto.
Secondo il Centro Studi UIL ammon-
tano a circa 67 milioni di euro gli investimenti in programma da parte delle
aziende automotive di Melfi (Tower,
Proma, Mac, Pcma, Tiberina, Argol, Sistemi Sospensioni, Pmic, Lear) che interessano un totale di poco più di 2000
lavoratori. Ma l’attenzione di chi lavora
nell’indotto non può allontanarsi dal
fatto che un veicolo su due nel mondo è
oggi assemblato in Asia e la Cina è diventata stabilmente il più grande mercato mondiale di auto. «La Uilm - si è
detto - ritiene indispensabile puntare
sulle competenze dei tanti lavoratori
dell’indotto». Eppure non bisogna dimenticare il paradosso che si sta vivendo in alcune aziende: “partendo dalla
Gir.Sud azienda che da tempo versa in
difficoltà economiche ed i lavoratori
chiedono risposte concrete sui salari e
sulle prospettive occupazionali, inoltre bisogna definire in tempi rapidi con
un intesa complessiva per i lavoratori
della Incomes verso la Brose (azienda
aggiudicataria delle nuove commesse), per quanto riguarda la vertenza Irma riponiamo negli impegni già sottoscritti in sede di Confindustria per la
salvaguardia dei livelli occupazionali”.
«La Uilm ritiene importante dire che il
2014 deve essere un anno importante
per lo stabilimento Sata e dell’Indotto,
non dobbiamo fermarci solo ai nuovi
modelli ma bisogna porre la giusta attenzione sulla Grande Punto. Sull’indotto ACM c’è l’aspetto normativo contrattuale di secondo livello che va affrontato e per le prospettive industriali
bisogna creare le sinergie interregionali con Abruzzo, Campania, Puglia
per una rete - automotive con scambi e
relazioni per un grande Polo dell’Industria dell’Auto componentistica. Specie considerando che ad Aprile si inaugurerà il Campus Tecnologico costruito davanti allo stabilimento di Melfi.
RASSEGNASTAMPA
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Giovedì 6 febbraio 2014
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22
REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102
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Reazioni dopo l’ultimo posto regalatoci dalla scuola di psicoterapia “Fromm”
Ma siamo davvero così infelici?
Basentini: «Un disagio c’è, ma è ovunque. C’è un impoverimento di valori»
LA città più infelice d’Italia. E’un
giudizio davvero duro quello che
ci affibia la scuola di psicoterapia
“Eric Fromm” di Prato. Basato spiegano loro - su un campione
di cittadini che hanno risposto a
domande relative ad alcune variabili: infrastrutture, mobilità,
lavoro.
Il giorno dopo ognuno reagisce a suo modo: il popolo della rete reagisce con ironia, creando
canzoni che inneggiano alla città e alla sua capacità di regalare
felicità. Altri reagiscono con rassegnazione: ce lo doveva dire una
ricerca? Altri, invece, rispondono con scetticismo: ma davvero
questi validi ricercatori hanno
trovato la ricetta della felicità?
Perchè è anche vero che la nostra
città di problemi ne ha davvero
tanti, ma è altrettanto vero che
altro non sono che lo specchio di
un Paese che lentamente ha perso punti di riferimento. E da noi come commentano alcuni degli
intervistati - c’è in più solo questa
incapacità di vedere i lati positivi
dello stare qui.
«Ogni città - spiega la psicologa del Tribunale dei minori, Assunta Basentini - ha un suo bagaglio da offrire. E io credo che ormai questa sia una città da cui si
scappa più seguendo un immaginario modello che partendo da
dati reali. Molti dei nostri ragazzi vanno via da qui a studiare fuori, perchè da noi non c’è futuro
dicono. I genitori si indebitano
per tenerli lì ma - e non sono casi
rari - la maggior parte di loro resta semplicemente parcheggiata in un’altra città: tutto il rispetto per chi va via per lavoro, ma
quanti ne conosco che si fanno
mantenere senza alcuna prospettiva? E poi magari se ne vanno all’estero per fare i lavapiatti.
Ora io dico: sono più felici a lavare i piatti degli americani? Per
questo penso che ci siano degli
aspetti culturali costruiti sul
pregiudizio e una difficoltà ad
adattarsi: la realtà che stiamo vivendo è dura, ma anche perchè
veniamo da un benessere esagerato. E a questi ragazzi abbiamo
fatto credere che si poteva avere
tutto. Così i genitori si indebitano e loro sono comunque infelici».
Sì, ma cosa dà ai potentini questa percezione così diffusa di infelicità? Sicuramente c’è anche
l’idea di essere tagliati fuori dal
mondo, con treni disastrosi e
strade ancor peggiori. E poi c’è
questa crisi, la paura per il futuro, l’assenza di prospettive di lavoro. «E tutto ciò è vero, ma non è
che altrove il lavoro si trovi così
facilmente. E mi sono anche
stancata di sentire dire che quelli
che partono sono i migliori. Sembra così che i giovani che scelgono di restare sono gli scarti e non
è così, anzi. Piuttosto credo che
stiamo crescendo - la famiglia ha
le principali responsabilità - dei
piccoli individui infelici che non
hanno più punti di riferimento.
Noi genitori continuiamo a crescere i nostri figli con l’idea che
bisogna proteggerli da tutto e
che bisogna farli vivere nel benessere. E questo li predispone
alla depressione. Certo l’isola-
COSÌ SULLA RETE SI REAGISCE CON IRONIA
LUI: Felicità, è tirà il freno a mano, na scesa al Pantano,
la felicità
è giucà na bolletta, vicino Chianchetta, la felicità
è girare la sera alla Ferriera la felicità, felicità.
LEI: Felicità, comprare frutta e verdura all'Iper Futura,
la felicità
si son fatte le sei, ceretta da LoreLei e il pelo che va
è la pioggia che scende rientro le tende, la felicità
sculettare coi calli a Poggio Tre Galli, la felicità, felicità.
LUI: Felicità, è un bicchiere di vino allo Spuntino, la felicità
è imboccare diretto l'uscita per Bucaletto, la felicità
è cantare forza Potenza in Eccellenza, la felicità, felicità.
INSIEME: Senti nell'aria c'è già il clima di festa per San
Gerà...come un pensiero che sa di felicità. Senti nell'aria c'è già, nu chiatr e na refla ca vien' da Sellat...
no caldo, non ci sarà, se nun ven' San Gerà...!
LEI: Felicità, con le scarpe nuove allo 09 e la posa che
va,
far la fila alla cassa, proprio da Galassia, la felicità
girar tutto il Serpentone e finir da Biagione la felicità, felicità.
LUI: Felicità, sfrecciare di notte, rimedio due botte, la felicità
nel traffico di Gallitello, al passaggio a livello, la felicità,
ma mo' che ore sò, giamm au Cibò la felicità, felicità.
INSIEME: Senti nell'aria c'è già il clima di festa per San
Gerà...come un pensiero che sa di felicità. Pur amma
faì nata vota i cing, diman da zì Ming,
no nun t' n' nagaricà, nu can' u fa smett d'abbaià!
Senti nell'aria c'è già il clima di festa per San Gerà...come un pensiero che sa di felicità. Passano i turchi di
qua, no andiamo di là, ma p' chi parla mal d' sta città, San
Gerard gn'adda p'nzà!
"E’vero credetemi è accaduto, un giorno a Via di
Giura, passando sotto il ponte, con la dannata
voglia d capì addu cazz va….a un tratto qualcuno alle mie spalle, forse Tanino, vestito da passante, mi portò via chiedendomi “a chi si figl’….”
Meravigliosaaaa….ma come non ti accorgi di
come Potenza sia meravigliosa…meraviglioso
perfino il Serpentone potrà apparirti poi meraviglioso….ma guarda intorno a te chi t'amm
cumb’nat : c’ manca sol u marrrrrrrr! tu dici non
c’è niente, vuoi u’ post alla region’, camina….cazzoneeeee….meraviglioso nun teng
mang na femmina, ma pensa alla salute, meraviglioso….il traffico al mattino, l’astema di un
amico, il viso di Folino….meraviglioso!"
Canio Sinisi (Facebook)
Franceso Caputo (Facebook)
mento geografico può avere il
suo peso, ma non credo che questo possa essere causa d’infelicità».
C’è una situazione generale di
impoverimento, «ma più che altro è una povertà di valori. Questi nostri ragazzi spesso non
hanno punti di riferimento nella
famiglia, non ce li hanno nel
mondo delle istituzioni. E un dato oggettivo come l’aumento
dell’abuso di alcol ne è la palese
dimostrazione. E quando tu
sbatti in faccia ai genitori questo
problema loro rispondono difen-
dendo il figlio e non comprendendo che quella è la spia di un disagio, dell’assenza di dialogo».
La felicità in fondo è fatta di poche cose. E può rendere felici anche “passeggiare per Poggio Tre
Galli”. Ma bisogna avere in sé almeno la speranza di poter co-
Chi ci ha scelto: Rosemarie Slot Nigro
«NON è Potenza il problema,
ma è quello che hai dentro.
Se sei infelice troverai motivi per esserlo qui così come
in qualsiasi altra città». Rosemarie Slot Nigro è una di
quelle persone che ha scelto
di vivere qui. «Anche
ora potrei partire e andare
ovunque,
ma io ho
scelto di restare qui
perchè so
che qui posso stare più
tranquilla, per
esempio: se lascio
mia figlia a giocare nel parco
so che qui corre meno rischi
che in altre città. Che poi i
problemi ci siano è vero,
spesso le cose potrebbero andare meglio. Ma non credo
che il problema sia Potenza».
Rosemarie è di origine
olandese. «In realtà a sce-
gliere per me, quando io avevo sei anni, è stato mio padre. Era responsabile di una
chiesa evangelica e venne
mandato proprio a Potenza.
Ma poi, quando di anni ne
avevo 19, i miei familiari
hanno deciso di tornare in
Olanda. Ed è stato allora che
ho scelto io. E ho scelto di restare qui, un po’ per amore
un po’ perchè ormai mi sentivo troppo italiana per tornare in Olanda. Ed è qui che
ho scelto di far vivere la mia
famiglia. Certo, non si può
nascondere che ci siano dei
problemi, il lavoro prima di
tutto. E sarebbe questa una
cosa su cui si dovrebbe intervenire. Così come è vero che i
trasporti sono scadenti. Ma
queste non sono prerogative
proprie solo della città di Potenza, il lavoro in questo momento non è facile da trovare
da nessuna parte. Ma la felicità è un’altra cosa e la puoi
trovare solo dentro di te».
struire un futuro, sapendo che ci
si può fidare della propria comunità, a tutti i livelli. Ma forse questa speranza l’hanno persa un
po’tutti, non solo i ragazzi. E non
solo a Potenza.
Antonella Giacummo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
...e chi è partito: Stefano Iasilli
«E’ vero, io ormai vivo a Milano da diversi anni. Ma
ogni volta che torno a Potenza sono felicissimo, non
scherziamo. Questa resta
la mia città, io continuo a tifare per il Potenza calcio. I
problemi ci sono
ovunque, ma
da qui a dire
che siamo la
città più infelice d’Italia ce ne
passa».
Stefano
Iasilli è uno
dei giovani che
il capoluogo l’ha lasciato, «ma solo per questioni di lavoro, per la mia
crescita professionale. Sono art director di un’agenzia pubblicitaria: era un lavoro che mi piaceva molto
fare e ho avuto la fortuna di
essere stato notato e apprezzato mentre ancora
stavo studiando in Accade-
mia. Così è stato naturale
restare qui per il lavoro. Le
grosse agenzie pubblicitarie, del resto, sono a Milano.
Così come qui ci sono i principali clienti, dal gruppo
Barilla alla Bosh, tanto per
fare degli esempi».
Il lavoro, una delle variabili che ci fa scendere così in
basso in graduatoria, ma la
verità è che anche nel resto
del Paese - per non allargarci troppo - le cose non vanno
così bene. «La verità - dice
Iasilli - è che noi lucani abbiamo proprio questa mentalità, non riusciamo ad apprezzare le cose belle della
nostra terra. Così poi ti capita di incontrare chi è stato
a Potenza in vacanza e te la
descrive come una città stupenda, fresca, con le scale
mobili che funzionano e pure gratis. E ci meravigliamo. E invece dovremmo cominciare a guardare questa città con altri occhi».
RASSEGNASTAMPA
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Potenza
Giovedì 6 febbraio 2014
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Dibattito sulla felicità del capoluogo
Sull’attendibilità della ricerca
Ci sono dati oggettivi, ma possono dire tutto e il suo contrario
di LEONARDO VACCARO
CARO Direttore,
scrivo in merito alla notizia diffusa nella
giornata di oggi da numerose testate, tra le
quali quella che Lei dirige, della classifica
del livello di felicità delle Province italiane
stilata dalla Scuola di Psicoterapia ‘Erich
Fromm’ di Prato. Confesso il mio conflitto di
interessi, sono potentino e di certo non provo soddisfazione nel ritrovare la Provincia
di Potenza all’ultimo posto della classifica,
ma vorrei invitare ad una riflessione Lei ed,
ancor prima, i miei concittadini o meglio
quella parte di concittadini, purtroppo la
maggioranza, che dopo aver letto l’articolo
del suo quotidiano, è stata colta da una psicosi collettiva e dal solito vittimismo che
spesso contraddistingue noi lucani. Della
felicità hanno trattato filosofi, scrittori, registi, psicologi e, nel bene e nel male anche
politici, ma mai nessuno era riuscito a trovare l’unità di misura, la formula definitiva.
Fino ad oggi.
Ed allora delle due l’una: o siamo davanti
alla scoperta più sensazionale della storia o
forse ad una statistica, legittima sì, ma che
lascia il tempo che trova. Personalmente
propenderei per la seconda, soprattutto dopo aver conosciuto il metodo con cui l’indagine è stata condotta: un questionario sottoposto ad un campione di 2000 persone sulla
qualità della vita in cui gli indicatori sono
l’assenza di criminalità, l’offerta di lavoro, la
qualità dei servizi offerti, il tempo libero, i
rapporti umani, la salubrità dell’aria ed altri. Non serve un tecnico per comprendere
come si tratti di indicatori poco oggettivi e
non serve uno statistico per immaginare
quanto le risposte possano variare in base alla disposizione d’animo ed alla percezione di
ciascuno. In prima persona mi è capitato di
prendere parte ad indagini sulla qualità dei
servizi universitari e non Le nascondo di
aver fornito, in quella occasione, una descrizione poco edificante del mio polo universitario e, ahimè, poco aderente alla realtà. Come me devono essersi comportati in molti
dato che, notoriamente, spesso si tende a
sminuire quello che si ha, aspirando a qualcosa di meglio. Ma non ho intenzione di contestare il metodo, probabilmente questa sarà l’indagine che più si avvicina al calcolo
della felicità con gli strumenti che l’uomo ha
a disposizione, contesto l’incapacità di molti
di discernere l’attendibilità delle notizie che
ci riguardano e di saper ragionare per proprio conto. La piaga della disoccupazione in
Basilicata ce la comunicano l’Unioncamere
e il Ministero del Lavoro (-2000 posti di lavoro nel 2013); l’Istat ha rilevato una minima
flessione della disoccupazione lucana nel secondo trimestre del 2013 (dal 15,4% al
15,1% sesto posto tra le Regioni italiane), ma
un giovane su due rimane senza occupazione; nel potentino il Comando Provinciale dei
Carabinieri ci comunica che i reati nel 2013
sono diminuiti del 6,9% e così via. Sono questi i dati oggettivi su cui ciascuno di noi potrà sentirsi senza futuro, sicuro, sfiduciato,
fiducioso, come meglio crede.
Ma basta questo per essere i più infelici
d’Italia? Forse sì, ma non è da escludere il
contrario. Certamente questo non basta per
piangersi addosso né per addossare la colpa
ai soliti noti come se ci fossero stati imposti
dall’alto, come se non li avessimo voluti noi
stessi, come se noi cittadini fossimo immuni
da colpe; e di certo non sarà una statistica a
decidere della nostra felicità né se saremo in
grado di mantenere il sorriso in un panorama così desolante e, se pure riuscirà a farlo,
non riuscirà mai ad impedirci la ricerca della felicità.
Troppe campagne elettorali senza programmi
E loro pensano alle elezioni
di ROCCO CASELLA
CIRCA un anno fa abbiamo votato
per le elezioni politiche e da allora
non facciamo altro che ascoltare
eventuali date sulle prossime elezioni politiche anticipate.
Lo scorso novembre abbiamo
votato per le elezioni regionali,
anticipate di due anni rispetto ala
scadenza naturale a causa delle
dimissioni del presidente De Filippo, a seguito dello scandalo denominato ‘rimborsopoli’, in mezzo una serie di altre votazioni per
le primarie del partito di maggioranza. Oggi invece siamo in campagna elettorale per le elezioni europee e comunali del prossimo 25
maggio 2014.
Nulla è dato sapere se si voterà
anche per le amministrazioni provinciali, voci insistenti dicono che
il Governo farà un decreto perché
non si voti, prevedendo una nuova
configurazione istituzionale per
questi enti intermedi.
Insomma siamo bombardati da
oltre un anno da tante campagne
elettorali.
Non solo, la voglia di partecipare da parte dei candidati alle varie
competizioni elettorali è tanta che
ad oltre 4 mesi dalle elezioni comunali già sono in corsa per la carica di sindaco di Potenza una girandola di nomi, a mente ho contato circa 20 nomi che si affacciano la loro candidatura a ricoprire
lo scranno di primo cittadino. Da
giorni si notano manifesti giganteschi di futuri candidati, vetrine
di negozi già con le scritte di comitati elettorali ecc.
Le elezioni sono così fortemente
condizionate dalle persone che vi
partecipano che oscurano quasi
del tutto quelli che dovrebbero essere i programmi dei singoli
schieramenti politici e poi questa
lotta tra persone produce dei veti
incrociati così forti da dover trovare amministratori molto lontani dai confini regionali, vedi la vicenda degli assessori esterni alla
regione, di cui già si ipotizza la durata massima del mandato.
Insomma sembrano l’un contro
l’altro armato, comunque ci si
muova si crea scontento e malumori tra e fuori gli alleati di governo.
Nel frattempo, mentre i partiti
sono alle prese con le liste, le campagne elettorali, i posizionamenti
dei posti di governo e del sottogoverno i problemi restano lì ad ingigantirsi e le persone che aspettano assistono a cambi repentini di
interlocutori tanto che si viene
sbattuti a destra e a sinistra senza
vedere alcun benché minimo spiraglio per la risoluzione dei problemi veri della gente.
Insomma credo che si stia esagerando, continuando di questo
passo cresce solo la confusione dei
cittadini, cittadini che vorrebbero
invece, chiarezza, serietà, stabilità e gente pronta ad impegnarsi
per risolvere i problemi degli altri
e non solo i propri.
In una città che incassa apprezzamenti negativi a ripetizione.
RASSEGNASTAMPA
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Potenza e provincia
Giovedì 6 febbraio 2014
www.ilquotidianoweb.it
MELFI La scuola materna non sarà, però, l’unico intervento del Comune
Ampliamento per l’asilo di Bicocca
Saranno eliminati anche tutti i passaggi a livello che attraversano la città
MELFI - Proprio le pagine
del nostro giornale, avevano tempo fa, ospitato la richiesta della popolazione di
contrada Bicocca, la nuova
zona residenziale di Melfi. I
cittadini invocavano i lavori
per l’ampliamento e l’ammodernamento dell’asilo
esistente. Una richiesta che
è stata accolta. La giunta
municipale della città federiciana, ha infatti deliberato i lavori di ampliamento
della scuola materna di contrada Bicocca. Lavori per un
importo di 180.000 euro
che serviranno per creare
nuove aule e soprattutto la
mensa scolastica.
I genitori dei bambini, infatti, avevano richiesto la
presenza della mensa scolastica, luogo indispensabile
per un corretto svolgimento della giornata scolastica.
Inoltre, una sola aula non
era in grado di soddisfare le
esigenze esistenti, visto che
a contrada Bicocca sono
tanti i bambini presenti.
D’altronde essendo la nuova zona abitativa di Melfi,
sono tanti i genitori giovani
residenti. Di conseguenza
sono tanti i bambini che possono usufruire dell’Asilo vicino, a due passi dalla loro
abitazioni.
Bambini che finalmente
dal prossimo anno scolastico, potranno avere a disposizione una nuova struttura che andrà a soddisfare il
bisogno della gente. Un asilo tutto nuovo, ampliato ed
in grado di ben intercettare
INCONTRO A LAGONEGRO
Dipendenze
La scuola si interroga
L’asilo di contrada Bicocca che sarà ampliato
le esigenze della collettività. sultato. In particolare sono
Questi di contrada Bicocca, due i passaggi a livello che
non saranno gli unici lavori rappresentano uno snodo
che riguarderanno a breve veicolare importante, che
la città di Melfi.
necessita di un intervento
Sempre la giunta di cen- immediato. Quello di via
tro sinistra, ha infatti chiu- Gronchi, sopra via Foggia e
so l’accordo con le Ferrovie quello di via Monteverde.
dello Stato. In questa intesa Per quanto riguarda quello
è prevista la chiusura dei di via Gronchi, è previsto
passaggi a livello che attra- l’allargamento di vVia Perversano la città. D’altrocan- tini, attualmente strada
to l’elettrizzazione della li- stretta ed angusta, e di via
nea ferrovia, non può pre- Monticchio, che porta
scindere dalla chiusura dei all’imbocco della superstrapassaggi a livello. Melfi è da, le due arteria che si svil’unica città, della tratta luppano partendo da via AlFoggia- Potenza, attraver- do Moro.
sata dai binari. L’espansioQuesto consentirà un
ne oltre la ferrovia del tessu- traffico finalmente più snelto urbano della città federi- lo e meno problematico, dociana, ha prodotto questo ri- tando le due strade anche di
PALAZZO La strada è pericolosa
Tir fuori strada
Solo tanta paura
PALAZZO - Tir fuori strada in prossimità del bivio
per Palazzo. Tanta paura
per l’autista del mezzo incidentato, prontamente
soccorso, e che per fortuna
è rimasto lievemente ferito.
Le cause che provocano
incidenti su questo tratto
di strada sarebbero imputabili alle cattive condizioni del fondo stradale, e soprattutto alle risicate dimensioni della carreggiata troppo stretta per il traffico di mezzi pesanti.
Il tratto di strada in questione, riguarda un percorso di un ventina di chilometri circa, utilizzato come percorso alternativo a
seguito di lavori in corso
sulla Provinciale Santa
Lucia e sulla Bradanica.
Questo tratto di strada,
per la sua pericolosità, è
stato oggetto di attenzioni
anche da parte di attivisti
di Sel, nonché di pendolari
diretti a San Nicola di Melfi.
All’incidente hanno assistito gli operai della sata
che si trovavano a bordo
del pullman diretto a san
Nicola.
Poco prima dell’incrocio
per riprendere la Bradanica, è stato visto un tir che
sopraggiungeva a velocità
sostenuta dalla carreggiata opposta invadendola.
L’autista del pullman si è
spostato evitando l’impatto ma il camion è comunque uscito fuoristrada.
Per fortuna il camion si è
solo avvitato su stesso senza compiere movimenti
strani e si è subito fermato.
A questo punto la paura
è stata che all’interno della
cisterna ci fosse materiale
pericoloso.
Per fortuna, però, il mezzo trasportava solo farina
per uso alimentare.
Scongiurato il pericolo
quelli che arano a bordo
del pulmann si sono arrampicato sulla cabina per
accertarsi delle condizioni
dell’autista e lo hanno aiutato ad uscire dal mezzo.
L’autista appena uscito
fuori è stato soccorso
dal’ambulanza del servizio
di pronto soccorso del
118.
Quello che si è verificato
l’altra sera non è, purtroppo, l’unico incidente
Mimmo Donvito
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PICERNO
Boscotrecase
I cittadini
disertano
l’incontro
PICERNO - Il sindaco Valeria Russillo li aveva convocati per oggi ma i componenti del comitato “Boscotrecase” - che nei giorni
scorsi si erano lamentati
perché erano considerati
cittadini serie B visto lo stato in cui da almeno un anno
si trova la strada che porta a
Picerno - non si sono presentati all’incontro durante
il quale si doveva discutere
anche della situazione degli
smottamenti.
«Con gran rammarico
prendo atto che il Comitato
Boscotrecase ha disertato ha precisato il sindaco - l’incontro convocato nella sede
del Comune».
In ogni caso Russillo ha
fatto sapere che «ha a cuore
la situazione di Boscotrecase e dell’intera comunità di
Picerno. Oggi (ieri per chi
legge n.d.r.), mi sono recata
negli Uffici regionali per
chiedere fondi al fine di limitare i disagi provocati dalla
chiusura dell’arteria interrotta poiché interessata da
frane nei giorni scorsi». Un
sopralluogo congiunto tra i
tecnici della Regione Basilicata e i tecnici del Comune di
Picerno sarà effettuato già
la prossima settimana.
marciapiedi per consentire
il corretto traffico pedonale.
Da via Gronchi, verrà costruito un ponte che dall’attuale passaggio a livello
sbucherà direttamente su
via Foggia, praticamente
sotto la cooperativa le “Terrazze”. Per quanto concerne via Monteverde si andrà
a completare il ponte previsto che collegherà direttamente l’area con la rotonda
di via Foggia, davanti alla
Fattoria. Simultaneamente
si allargherà il passaggio al
momento percorso, solamente da un senso. L’accordo con le Ferrovie dello Stato è di 4 milioni di euro.
Emilio Fidanzio
LAGONEGRO – Consumo e abuso di sostanze
che creano dipendenza,
compiti e responsabilità
della scuola, attività di
prevenzione.
Di questo si parlerà
stamattina giovedì 6 febbraio oggi, a partire dalle 10.30, nell’aula magna del Liceo linguistico
e Liceo delle
scienze umane dell’Istituto
statale
“Francesco
De
Sarlo”,
nell’ambito
delle attività
di cogestione
e costituirà
un incontro
con referenti
per l’educazione alla salute
dove
ascoltare i loro problemi,
per offrire una consulenza professionale e un
contatto nel caso di uso
di sostanze stupefacenti.
L’obiettivo degli interventi è predisporre
un’attività di prevenzione specifica per gli adolescenti, età che si rivela
particolarmente esposta
al rischio di contatto con
queste sostanze.
Nato in origine come
servizio dedicato ai ragazzi, le consulenze si sono rivelate un ottimo
strumento di conoscenza e informazione sui
problemi relativi alle
droghe.
L’attività progettuale
di prevenzione ha l’obiettivo di favorire lo sviluppo
ed il consolidamento delle competenze interpersonali, sviluppare e potenziare le
abilità intrapersonali,
correggere le
errate convinzioni dei ragazzi sulla
diffusione e l’accettazione dell’uso di sostanze
psicoattive, nonchè sugli interessi legati alla loro commercializzazione
e migliorare le conoscenze sui rischi dell’uso di
tabacco, alcol e sostanze
psicoattive.
Emilia Manco
Obiettivo
predisporre
attività
educative
a favore
degli studenti
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RIPACANDIDA Il collegamento con Ginestra è fermo
Oraziana, lavori bloccati
Oggi vertice con Valluzzi
RIPACANDIDA - La protesta del comitato cittadino di
Ripacandida “Per la tutela
dei diritti di tutti” ha sortito
qualche effetto sulla vicenda dell’Oraziana, la strada a
scorrimento veloce, i cui lavori iniziati circa 30 anni fa,
non sono stati ancora ultimati. Oggi il presidente del
comitato, Antonio Lettieri,
insieme ad altri componenti, saranno ricevuti dall’assessore alla Viabilità della
Provincia, Nicola Valluzzi.
Con la costruenda “Oraziana” Venosa dovrebbe essere
collegata velocemente con
Rionero, passando per Ginestra e Ripacandida. La
Provincia sta investendo
tanti soldi per questa strada
e della sua utilità ne è convinto l’assessore provinciale alla Viabilità che in una
conferenza stampa tenutasi tempo fa a Venosa aveva
affermato: «l’Oraziana nasce da un sogno di civiltà,
rendere più agevole il territorio di Venosa col capoluogo di regione». Siamo nel
2014 e di questa strada sono
stati ultimati solo 6 chilometri, dei 21 previsti, per
una spesa di 41 miliardi di
lire. Per quanto riguarda
l’ultimazione
dell’intero
Il tratto dell’Oraziana che collegherà Ginestra e Ripacandida
tratto non sono stati rispet- detta di qualche esperto, ad
tati i tempi, dovuti a cedi- inizio lavoro, si è voluto scamenti e frane sul tracciato vare la galleria dalla parte
del III lotto, Ripacandida- di Ginestra, in contro penGinestra. L’unico tratto di denza, tanto da far accumustrada aperto è quello che lare acqua sul fronte dello
collega Rionero a Ripacan- scavo che ha prodotto smotdida. Il tratto Ripacandida- tamenti e frane ed ostacolaGinestra è quello che sta to ed impedito il proseguicreando i maggiori proble- mento dei lavori. Sul lotto
mi per la realizzazione di Ginestra-Venosa i lavori soquesta strada, lavori fermi no fermi dall’aprile scorso
da anni - si sta costruendo mentre dovevano terminauna galleria lunga circa re nel luglio 2011. I Comuni
400 metri - e lavori eseguiti interessati al completamenper l’80 per cento. Un tratto to di questa strada, Ripache, però, doveva essere ul- candida, Ginestra e Venosa
timato nel 2008. Ma duran- sembra che vivano questa
te i lavori sembra sia stata situazione in modo passivo.
scoperta, lungo il tracciato,
Lorenzo Zolfo
una cava di sabbia. Inoltre, a
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Il dirigente Epifania: «C’è grande partecipazione e soddisfazione per questo metodo»
A scuola anche con la webcam
L’istituto Pentasuglia avvia le lezioni di recupero on line per gli studenti lontani
BANCHI di scuola e computer da casa. I corsi scolastici
di recupero si evolvono e si rivolgono alle esigenze degli
studenti, come dimostra
l’esperienza dell’Iis Pentasuiglia. Per gli studenti residenti, infatti, i corsi sono occasione di maggiore permanenza a scuola ed effettivo
miglioramento delle conoscenze e delle competenze
possedute, per gli studenti
pendolari invece sono momenti di vero stress considerata la loro permanenza in
città che può giungere anche
a 12 ore giornaliere.
Il periodo che questi studenti trascorrono fuori casa,
comporta da una parte il miglioramento della loro preparazione scolastica e delle
loro competenze per le materie oggetto di recupero,
dall’altra il mancato rientro a
casa che può portare se non
all’abbandono, sicuramente
alla discontinuità di applicazione nei confronti delle
restanti discipline.
L’IisPentasuglia, grazie
alle moderne
tecnologie
dell’informazione e della
comunicazione
unite
all’esperienza e alla competenza tecnica
dei docenti, giunge in soccorso degli studenti più
svantaggiati logisticamente
che, da casa, possono partecipare attivamente e interattivamente alle lezioni di recupero loro dedicate.
Gli studenti che si iscrivono al corso di recupero posso-
L’iniziativa dei Lions Host e città dei Sassi
Progetto Martina a Matera
L’informazione sanitaria
entra nelle scuole
L’istituto Pentasuglia che fa corsi di recupero on line per venire incontro alle esigenze degli studenti
no dunque decidere se fre- deopresenza e soprattutto dere i contenuti e le metodoquentare le attività in pre- vedere sul proprio monitor, logie delle discipline, potensenza o da remoto; ciò com- con assoluto grado e qualità, ziano anche le loro compeporta che il gruppo classe è l’attività didattica proposta tenze tecniche attraverso la
dislocato parte in aula e parte dal docente. Il dirigente sco- partecipazione da remoto
a casa se- lastico prof. Epifania, pro- con tablet, Pc, smartphone,
duto di motore dell’iniziativa, sostie- tanto da raggiungere un alto
fronte a ne, senza tema di smentita, livello di interattività inuun com- che la partecipazione degli suali sino a ieri, basti pensare
puter, a studenti alla lezioni è com- che uno studente da casa può
una Lim, pleta e il loro apprezzamento addirittura scrivere sulla
a
una è totale.
Lim presente in aula, condiwebcam
L’interattività è insita ne- videndo così i contenuti con
e un sof- gli strumenti utilizzati e ga- gli altri ragazzi presenti.
tware di rantita dalle attrezzature
L’uso delle moderne tecnocollabotecniche presenti a scuola, logie permette all’Iis Pentarazione
ma il salto di qualità è dato suglia di essere pioniere sul
remota.
dalle competenze, anche tec- versante didattico, di abbatLa piattaforma di apprendi- niche dei docenti. L’ing. Lilli, tere l’annoso problema delle
mento a distanza Moodle docente in un corso di recu- distanze e di proporre le tancompleta l’architettura in- pero in elettronica tenuto in to anelate “pari opportunità”
formatica del sistema; è ov- modalità mista in presenza e tra tutti gli studenti che sono
vio che gli studenti che sono a in videoconferenza, sottoli- alla base del diritto allo stucasa devono disporre di un nea la relativa semplicità tec- dio.
collegamento Adsl.
nica delle attrezzature e del
La prossima lezione si terDa casa gli studenti posso- software necessari per la ge- rà in Istituto, via Mattei dono assistere alle lezioni, in- stione dell’attività.
mani dalle 15,30 alle 17.
[email protected]
tervenire attivamente in viI ragazzi oltre ad appren-
Così
si eviterà
la dispersione
I Lions, che tra i propri
obiettivi hanno quello di
«Prendere interesse attivo al benessere civico,
culturale, sociale e morale della comunità”stanno
attuando già da molti anni un progetto di coordinamento di gruppi di medici che incontrano gli
studenti delle scuole secondarie di 2° grado.
Organizzati dai Lions
Club Matera Host e Matera Città dei Sassi, anche a
Matera si stanno realizzando degli incontri formativi. La scorsa settimana si sono tenuti presso l’Istituto Commerciale
“Loperfido-Olivetti”; proseguiranno sabato 8 febbraio presso l’Istituto di
Istruzione
Superiore
“G.B. Pentasuglia e il Liceo Scientifico “Dante
Alighieri” di Matera, nelle ultime due ore di lezione. Nelle prossime settimane gli incontri interesseranno altre cinque
Scuole superiori di Matera e provincia. Nel corso
dell’incontro, i medici daranno informazioni, con
metodologia non traumatizzante, su alcuni tumori che possono presentarsi o che incominciano
il loro percorso in età gio-
Medici in classe sabato
vanile; l’obiettivo è offrire informazioni utili a
mettere in atto semplici
ma efficaci azioni di prevenzione primaria (ridurre il rischio di contrarre la malattia) o secondaria (migliorare la
curabilità mediante la
diagnosi precoce). Il progetto dei Lions ha nome
Progetto Martina ed ha
già ottenuto prestigiosi
patrocini: Senato della
Repubblica, Ministero
della Salute, Ministero
dell’Istruzione, Fondazione Umberto Veronesi,
Europa Donna; per ulteriori informazioni si suggerisce di visitare il sito
www.progettomartina.it.
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Matera
Giovedì 6 febbraio 2014
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Il giornalista e inviato partecipa all’iniziativa dell’Ordine degli avvocati di Matera
Renzo e Lucia finiscono in tribunale
Antonio Caprarica oggi rileggerà il classico di Manzoni descrivendone l’attualità
UN classico per raccontare i nostri tempi e osservarli con
uno sguardo “inconsueto”. E’ questo il
senso dell’iniziativa
del
Consiglio
dell’Ordine degli avvocati di Matera che
si svolgerà oggi alle
15 nelal sala convegni del consiglio, al
tribunale.
Ospite d’eccezione
sarà il giornalista
Antonio Caprarica
che si soffermerà sul
romanzo di Manzoni
“I promessi sposi”
per descrivere l’evoluzione dei costumi e
dei tempi.
Quello di oggi è il
terzo appuntamento
organizzato da una
commissione nominata dal Consiglio
dell'Ordine di Matera che ha recepito dalla Scuola Superiore dell' Avvocatura
il Progetto "Libri per ragionare, libri per sopravvivere".
Con questo progetto la Scuola ha ritenuto di intervenire
contro la scarsa propensione
alla lettura purtroppo molto
diffusa in Italia laddove leggere è indubbiamente fondamentale non solo per affinare
la capacità di parlare e di scrivere, ma anche per dotarsi di
una ricchezza personale e di
abilità professionali per conoscere, interpretare e applicare il diritto secondo principi di giustizia, di legalità e di
etica civile e sociale. La commissione di Matera (composta da Stefania De Toma, Mariantonietta Montemurro e
Eugenia Ziccardi) è particolarmente impegnata alla rilettura dei classici spesso trascurati; non per niente “Un
classico è un libro che non ha
mai finito di dire quel che ha
da dire”, cosa che gli avvocati
hanno verificato prima con
un seminario su "Delitto e castigo" di Dostoevskij tenuto
dal poeta e critico letterario di
Potenza Andrea Galgano e
poi con la Divina Commedia
di Dante accompagnati dal
LA REPLICA
Abiusi e i tagli ai bus
Parla Smaldone
«Tutte inesattezze»
di NICOLA SMALDONE
Antonio Caprarica parlerà al tribunale di Promessi Sposi
NON avrei mai immaginato che alla mia età,
dopo cinquant’anni di attività,mi sarei trovato davanti ad un computer per smentire
una notizia falsa, (così come potrete verificare ) da voi pubblicata. Il giorno 4 febbraio
scorso nella pagina di Matera, a firma di
“Abiusi” dal titolo “Abiusi: Tagli voluti dal
governo”. La persona che ha scritto l’articolo, non so bene perché “ potrei supporre, fosse annoiato dalla vita quotidiana,o forse per
sentirsi almeno per un momento al centro
della scena, o forse per rendere un “ favore a
Qualcuno” scrive all’interno dell’articolo alcuni passaggi “ assolutamente falsi, e di
conseguenza tendenziosi”. Egregio Direttore, chiedo scusa per la lunga premessa, e pure per il tono, ma credo di avere tante ragioni
– che non sono qui ad elencare.
Aldilà delle valutazioni operate dal firmatario in tutto l’articolo sulla questione trasporti, ciò che invece mi preme evidenziare e
smentire con l’aiuto dei fatti invece, è il passaggio che si legge nella parte finale dell’articolo dove lo “scrittore” dice : “ ….. e poi
,manteniamo a titolo
di esempio la stazione di Irsina Irsina–scalo una corsa
desueta ed oggi più
che mai è inutile perché dallo scalo non
passano più treni visto che ci sono lavori
in corso su tutta la
tratta ferroviaria.
Questi sono (….) e
chi non collabora
puo andare anche in
malora e dedicarsi
ad un'altra attività
economica, se ne è
capace” . Voi avete riportato una notizia totalmente inesistente, ed al tempo stesso offensiva e lesiva nei confronti di chi svolge
quell’attività dal 1958 data di inizio del servizio. Infatti contrariamente a quanto afferma lo scrittore, i fatti, dicono esattamente il
contrario: nella stazione di Irsina, si svolgono otto corse al giorno in direzione Potenza e
Bari, escluso i festivi; e siccome al nostro
scrittore è sfuggito un altro particolare, sono qui ad aggiornarlo: da diversi mesi, alle
Fal, (gestore del servizio), sono state affidate
sulla stessa tratta, altre corse nelle medesime direzioni, che si svolgono sia in tarda
mattinata che nel secondo pomeriggio; queste ultime però, non sono asservite da servizio di navette. Pertanto al signore che fa parte di un’associazione di ecologia e legalità,
voglio rivolgere l’invito a rivedere le sue posizioni e a documentarsi meglio prima di divulgare notizie semplicemente false che ingannano ingiustamente l’utente ed il lettore, anche perché, se lei fosse davvero animato da principi di legalità, oggi sarebbe stato
già informato, che in Basilicata di scali come
quello di Irsina, ce ne sono in tutta la provincia di Matera e Potenza, e sono diverse decine, che svolgono un servizio sociale alla comunità, e se si sentisse davvero così tanto
animato da principi di giustizia e legalità,
dovrebbe insegnarci che i primi ad essere difesi dovrebbero essere i più deboli; è del tutto
evidente che lei con la sua pensione d’oro, sicuramente non avrà problemi a muoversi
sul territorio, mentre invece i tanti giovani e
pensionati che non arrivano alla fine del mese, gli scali e i treni ferroviari li usano, eccome! (così come s’è fatto vedere oggi sul tg2
delle ore 13.00 in un servizio dedicato proprio a alla tratta ferroviaria in questione)
molto più di quanto lei pensi.
Dalla stazione
di Irsina si muovono
otto corse al giorno
in direzione
di Potenza e di Bari
esclusi i giorni
festivi
poeta e scrittore Davide Rondoni. Pertanto, conosciute le
finalità del progetto, il giornalista e saggista Antonio
Caprarica ha ritenuto che “I
promessi Sposi” potessero
costituire l'occasione letteraria più preziosa per uno
sguardo sui cambiamenti
della società nei tempi, da
quelli di Renzo e Lucia a oggi
e nei luoghi del mondo, grazie alla sua esperienza di cronista internazionale; e il titolo dell'incontro, che sarà introdotto dal Presidente del
Consiglio dell'ordine Nicola
Rocco è appunto " I Promessi
Sposi, la giustizia e il carattere nazionale: da Lecco al
mondo e ritorno". L' evento,
nato per gli avvocati , ai quali
iscrivendosi e partecipando
saranno accreditati tre crediti formativi in materia di
deontologia, è aperto a tutti.
[email protected]
E nella sede del Corpo, ha partecipato alla Giornata della donazione di sangue
Il neo Questore incontra le istituzioni
PRIME giornate dense di incontri per il
neo Questore Schimera che è stato ospite del presidente della Provincia Franco
Stella(insieme al presidente del consiglio e numerosi consiglieri) e del sindaco di Matera, Salvatore Adduce (insieme
al segretario generale, i dirigenti e gli
assessori) per le visite di rito. Schimera,
a sua volta, aveva ricevuto il Prefetto di
Matera Luigi Pizzi. Quest’ultimo ha visitato i vari uffici della Questura e gli apparati operativi come il Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica e la Sala
Operativa. Il Questore aveva onorato
anche la giornata dedicata alla donazione del sangue organizzata dalla Fidas.
L’iniziativa, con il prelievo praticato
nell’ambulatorio dell’Ufficio Sanitario
della Questura appositamente attrezzato per l’occasione, ha visto l’adesione di
numerosi poliziotti, impiegati civili in
servizio in Questura e al locale Comando
della Polizia Stradale e anche di personale in quiescenza.
In alto il Questore
Schimera accoglie
il Prefetto
e in basso
foto di gruppo con i
donatori di sangue
della Fidas
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POMARICO Crollate anche le opere realizzate per sostenere la collinetta
La frana minaccia una scuola
C’è preoccupazione tra i residenti per il cedimento a Fosso Capo d’Inferno
POMARICO - Le frane di
Pomarico tornano a farsi
sentire. Il consuntivo delle
più recenti piogge accanitesi sul suolo pomaricano è
impressionate.
Oltre al cedimento di un
deposito attrezzi prossimo
a Fosso Capo d’Inferno, che
era forse in piedi a stento,
precedentemente
reso
inaccessibile per la tutela
dell’incolumità pubblica,
uno smottamento ha provocato due giorni fa la quasi completa distruzione dei
lavori in corso della Pettorrina. Dove le mitiche termali Acque Salse non possono
che esser un ricordo, visto
che la fontana pubblica situata proprio nel Fosso Cutana in sommovimento, è
praticamente resa ballerina dalla frana in moto.
Sul posto, tra l’altro, da
alcuni giorni, nonostante il
periodo stagionale quasi
proibitivo per questo tipo di
interventi, erano in corso
lavori d’urgenza assicurati
da un’azienda di San Costantino Albanese. Anzi alcune opinioni critiche raccolte mettono in dubbio la
validità stessa dei lavori in
corso.
Si pensi, per esser chiari,
che è crollato tutto il piano
allestito dalla ditta, in un
punto servito dall’importante peso d’acciottolato di
riempimento. Ma nella
scarpata, spezzata, è finita
anche parte della palificazione studiata e conficcata
a qualche metro dalla fontana.
L’opera pubblica in corso, tra l’altro, è presa di mira perfino da altre polemiche. Però rispetto, questa
volta, all’impiego specifico
dei fondi destinati alla stessa e deciso dall’Amministrazione comunale, già
stanziati dalla Regione Ba-
Il muro realizzato di recente e crollato a Piana Pacilio
La storica fontana che sta scivolando a valle
silicata alle strade interpo- una scuola, assicurano che
derali. E la cosa potrebbe negli ultimi giorni la situanon finire qui. Si ricordi, zione è decisamente peginfatti, che s’è prossimi alla giorata.
campagna elettorale pomaIntanto la stradina sotto
ricana. Però questo è solo Piana Pacilio non sembra
un Fosso. Capo d’Inferno, nemmeno più una strada.
infatti, è attualmente il pe- Quindi, la paura maggiore
ricolo maggiore. Alcuni è sempre quella dei residenproprietari di terreni della ti del quartiere, fino ad arrizona, prossima ad abitazio- vare alla scuola elementare
ni, attività economiche e “Caggiani”, che in linea
POMARICO Ieri la nomina di Casolaro
Salerno è vice sindaco
POMARICO – Il nuovo vice sindaco di Pomarico è Angela Salerno.
Dopo soltanto due giorni
dall’esautorazione ufficiale del
giovane vice sindaco Domenico
Martino, il primo cittadino, Giuseppe Casolaro, sceglie il suo
braccio destro, Angela Salerno,
già assessore con delega a Bilancio, Programmazione e Pubblica
Istruzione, per l’avvicendamento
nel ruolo più di rappresentanza
fra quelli affidati ai comprimari
della sua Amministrazione comunale.
Azione e reazione, anzi soltanto
dinamismo al cento per cento
dell’azione, visto che in quarantotto ore scarse il giovane Martino è stato cancellato da ogni dove;
vedi il sito del Comune di Pomarico (del quale pare sia la stessa Salerno, d’altronde, a gestire gli accessi del Municipio). Comunque
la decisione era quasi scontata. Se
si pensa che stiamo parlando della collaborazione più stretta di Casolaro. Senza delega alla Cultura
o simili, per esempio, Angela Salerno è la principale organizzatrice degli eventi ideati dall’Amministrazione per il sempre più revival Agosto Pomaricano. E non solo. Salerno è anche la più presente
in corso Garibaldi, seconda ovviamente solo al sindaco stesso.
Manca poco al rinnovo della giunta, visto che le elezioni comunali
si terranno a maggio anche a Pomarico. Comunque è praticamente scontato che pure allora il vicesindaco Salerno, già in pectore da
diverse settimane, ben prima del
siluramento ufficiale di Domenico Martino insomma, avrà un
ruolo di rilievo per il centrodestra
del sindaco uscente Casolaro.
nu.fe.
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d’aria dista davvero poco
dal pericolo. Senza dimenticare che lo stesso plesso
scolastico vive proprie condizioni di difficoltà.
Negli ultimi anni, ma il
passato non vale, se si pensa che il problema è in divenire invece che in risoluzione, tanta attenzione s’è dovuta rivolgere proprio alla
Caggiani.
Mentre il Comune di Pomarico deve stare sempre
in allerta sulla condizione
complessiva del dissesto
idrogeologico pomaricano.
Ogni fosso, e sono ben sei in
tutto, tiene in costante agitazione l’Amministrazione. Che, nel frattempo, deve
tener sotto osservazione
ogni ulteriore danno potenziale derivante delle solitamente vetuste condutture idriche e fognarie. Oggi ci sono tre frane in atto a
Pomarico. Con smottamenti periodici. Il sindaco Casolaro ha giustamente di nuovo allertato il ministero sul
dissesto e l’incubo frana.
Mentre dei mezzi utilizzati sulla strada che conduce
a
Montescaglioso
dall’azienda di San Costantino, ieri mattina non c’era
traccia. La situazione è difficilissima. Si aspetta intanto che venga convocato
un tavolo istituzionale a
più livelli sul tema. Un confronto dedicato ancora però non è in agenda.
Tantomeno è previsto, almeno per l’immediato, un
confronto pubblico utile alla cittadinanza. Per non
parlare della solita chimera: lo strumento urbanistico. Nella peggiore delle ipotesi, verso che direzione
evacuare? In che punto sicuro ci si deve raccogliere?
Nunzio Festa
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Tricarico, in carcere
marocchino violento
TRICARICO - Nella mattinata di ieri, i carabinieri della Compagnia di Tricarico, hanno
tratto in arresto un giovane del luogo, 28enne
di origini marocchine con precedenti di polizia, in atto sottoposto alla misura dell’obbligo
di dimora in questo Comune, poiché colpito da
un ordine di esecuzione pena emesso dalla
Procura Generale della Repubblica presso la
Corte d’Appello di Firenze, in quanto dovrà
scontare in carcere la condanna complessiva
residua di 1 anno e giorni 24 di reclusione. I
fatti alla base del provvedimento dell’Autorità
giudiziaria risalgono al 26 febbraio 2011, allorquando l’arrestato in Arezzo si rese responsabile dei reati di rapina, resistenza a un
pubblico ufficiale e lesioni personali continuate ed aggravate.
A conclusione degli accertamenti di rito
svolti in caserma, i militari hanno tradotto la
persona presso la Casa circondariale di Matera, a disposizione dell’Autorità giudiziaria
mandante.
Un provvedimento eseguito dai militari nella sua abitazione.
[email protected]
A PISTICCI
Progetti per 17 milioni
Messa in sicurezza
del territorio
PISTICCI - Dopo gli even- ne, di opere strutturali di
ti alluvionali dell’inver- contenimento e consolino 2013 sia quelli relati- damento, di interventi di
vi alla mitigazione del ri- rimodellamento del verschio idrogeologico, so- sante verso profili di
no state redatte ed inol- equilibrio, drenaggi sutrate agli organi compe- perficiali e profondi, imtenti quali Ministero permeabilizzazione di
Ambiente, Dipartimento tratti a monte che favoridella Protezione Civile, scano
l’infiltrazione
Presidente della Giunta nonché applicazione di
Regionale di Basilicata, sensori di controllo di
Commissario Straordi- eventuali perdite del sinario per la realizzazio- stema idrico urbano.
ne degli interventi di mi- Questo per ridurre il ritigazione del rischio schio geomorfologico ed
idrogeologico, Regione idrogeologico.
Basilicata – DipartimenSecondo intervento:
to Infrastrutture, le Difesa del suolo e riprischede tecniche relative stino della copertura veai lavori per la mitigazio- getale nell’area dannegne del rischio idrogeolo- giata
dall’incendio
gico.
dell’agosto
Le aree in2012; importeressate a
to previsto
Pisticci, so7.426.308,86
no: Versante
euro. La prodi Fosso La
posta proSalsa e Fosso
gettuale preConcezione;
vede azioni
Rione Piro
mirate, da
Pisticci cenun lato, al ritro; Galleria
pristino delS. Rocco –
la copertura
Strada C.le
vegetale delPisticci –Zole aree perna Ind.le Picorse
dal
sticci Sc. Pafuoco, con
tuglione;
specie erbaRione Tredi- L’ultima frana a Pisticci
cee perenni e
ci
Pisticci
basso arbucentro C.so Margherita stive spontanee adattate
area Chiesa San Rocco; alle peculiari condizioni
Località Varre strada climo-edofiche e, dall’alProv.le
Pisticci-mare; tro, a favorire l’innesco
Fosso Lavandaio.
dei processi di sostituzio«Successivamente
- ne dei rimboschimenti
fanno sapere dal Munici- artificiali con comunità
pio- è emersa la necessità arboree, e/o arbustive
di presentare i progetti spontanee. Gli intervenpreliminari relativi ad ti di ricostruzione doalcuni interventi, dando vranno essere realizzati
precedenza a quelli già nella medesima posiziopresentati negli anni ne dei soprassuoli danprecedenti e per i quali, a neggiati dal fuoco.
seguito dell’Accordo di
Progetto Generale:
Programma, non è stato 44.410.127 euro (Prioriconcesso alcun finanzia- tà A
15.730.372,23;
mento se non quello di Priorità
B
150.000 euro per Fosso 17.214.142,75; Priorità
La Salsa e Concezione. C 11.465.612,02).
Per quest’ultimo interTerzo intervento: Rivento sono in fase di defi- duzione rischio idrogeonizione l’aggiudicazione logico nei Rioni tredici e
della gara già espletata e Marco Scerra. – Importo
la relativa consegna dei previsto 7.189.300 euro.
lavori.
E’ stata altresì prevista
Primo
Intervento: una rete di monitoragProsecuzione di Fosso La gio per verificare gli efSalsa e Concezione. – Im- fetti apportati dagli inporto previsto 2.700.000 terventi proposti e coneuro. Si realizzerebbero trollare l’evoluzione dei
opere di sistemazione fenomeni di dissesti in
idraulica, a basso impat- alcune aree a maggiore
to con prevalenza di solu- rischio. Area di intervenzioni di ingegneria natu- to: Zona A: 15.000 mq;
ralistica, in corrispon- Zona B: 20.000 mq.
[email protected]
denza dei fossi in erosio-
RASSEGNASTAMPA
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Giovedì 6 febbraio 2014
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31
REDAZIONE: piazza Mulino,15
75100 Matera
Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466
POLICORO
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SCANZANO Dopo quasi 10 anni e il rinvio a giudizio per tutti, ora si rischia la prescrizione
Brogli elettorali, tutto da rifare
Troppo generico il capo d’imputazione, il giudice restituisce il fascicolo al pm
SCANZANO JONICO - Presunti brogli elettorali a Scanzano: tutto da rifare. Dopo quasi dieci anni e un rinvio a giudizio per i sette
indagati, il procedimento penale sui presunti brogli, che secondo l’accusa si sarebbero verificati in due sezioni del Comune di
Scanzano alle Regionali del 2005, si arresta
a un passo dalla prescrizione.
Ieri, infatti, il collegio giudicante del tribunale di Matera, presieduto dal dottor Debenedictis, ha accolto l’eccezione presentata
dai difensori degli imputati, rimandando il
fascicolo al pm Alessandra Susca, per “nullità del capo d’accusa a causa della sua genericità”. Il provvedimento, di cui si attendono
le motivazioni, annulla di fatto quello del 14
luglio 2012, quando il Gup Maria Rosa Nettis, al termine di una breve Camera di consiglio, aveva rinviato tutti a giudizio, accogliendo in toto le richieste del pm Susca, nonostante il buco di ben dodici ore nelle registrazioni, predisposte dagli inquirenti durante un blitz notturno tra i seggi. La strategia dei legali Marilena Amendolaggine,
Giuseppe Rago, Bruno Oliva e Filippo
Vinci, in fronte comune, era volta ad evidenziare che non c’è mai stata “enunciazione del capo d’accusa in maniera
chiara e precisa”, ovvero
che dalla contestazione
non si evinceva la puntualità dei fatti contestati e, dunque, i diversi
profili di responsabilità
degli imputati. Un fatto
non da poco, poichè minava alle basi l’azione difensiva. Quindi, dopo
un iniziale rimpallo del
procedimento tra le Procure di Potenza e Matera, ora il pm dovrà
istruire tutto il fascicolo
daccapo (avviso di conclusione delle nuove indagini ed eventuale
nuovo rinvio a giudizio), con l’incombenza
della prescrizione, che
dovrebbe intervenire
nella primavera del
2015.
Mario Altieri
L’imputato più illustre è l’allora sindaco di Scanzano, Mario
Altieri, oltre a Pasquale Malavasi; gli avvocati Vincenzo Milano e Antonio Greco,
Salvatore Imperio e Donato De Luca. I reati contestati, sono relativi al fatto che: “In
concorso tra loro, Mario Altieri, allora sindaco, Pasquale Malvasi, responsabile dell'Ufficio elettorale del Comune; Vincenzo
Milano, nella qualità di presidente dell'Ufficio elettorale istituito presso la sezione numero 6 e gli altri in qualità di componenti
dello stesso Ufficio elettorale, falsificavano
gli atti relativi alle operazione elettorali per
il rinnovo del consiglio regionale dei giorni
17 e 18 aprile 2005, e segnatamente le schede elettorali e i registri dei votanti, nonché i
verbali di nomina degli scrutatori. Con l'aggravante del fatto commesso da appartenenti all'Ufficio elettorale”. Milano e Altieri,
inoltre, sono accusati anche di aver violato
gli articoli 319 e 319 bis del Codice penale,
“perchè Altieri prometteva a Milano, già nominato presidente dell'Ufficio elettorale
istituito presso la sezione 6, di fargli vincere
il concorso di comandante della Polizia municipale, in cambio delle attività di falsificazione di atti relativi alle operazioni elettorali
di cui al superiore capo a), e a Milano accettava tale promessa”.
In quei giorni, i carabinieri, ma anche altre forze di Polizia fecero un autentico blitz
nei seggi elettorali sospettati, fermando tutte le operazioni di voto, ma prima avevano
piazzato delle cimici nell'ufficio di Altieri e
anche microcamere nei locali del seggio,
raccogliendo importanti fonti di prova.
Antonio Corrado
I legali
hanno vinto
la battaglia
Minato diritto
alla difesa
SCANZANO JONICO
Domani Psi
a congresso
SCANZANO JONICO - Si svolgerà domani, alle ore 17 nella sala consiliare
di Scanzano Jonico, il congresso provinciale del Psi di Matera. Lo rende noto Sergio Stigliano, segretario provinciale di Matera del partito secondo cui
«la scelta di celebrare il congresso nel
Metapontino è un segnale concreto
dell'attenzione che il partito riserva a
questa area vitale della regione ed alle
problematiche che investono quest'area: Valbasento, Thissen, danni alluvionali, questione ambientale e rilancio della economia agricola e turistica.
Un congresso di festa -aggiunge Stigliano- che vede un partito premiato
nella sua azione dal corpo elettorale e
dalle continue adesioni ,una azione politica seria, concreta, netta, senza tentennamenti; un pluralismo di idee volte al progresso ed al soddisfacimento
dei bisogni dei più deboli».
Il tribunale di Matera
POLICORO D’Alessandro: «Il Comune poteva farlo»
«Perchè non è rimasta la Tarsu?»
I dubbi di Policoro Futura
POLICORO - «Perché a Policoro hanno applicato la Tares e non la Tarsu?».
A chiederselo è Gianni Domenico
D’Alessandro (Policoro Futura), il
quale chiede anche «perché ancora la
raccolta dei rifiuti solidi urbani viene
effettuata sul nostro territorio dalla
ditta Tradeco dopo aver rescisso il contratto consensualmente. Queste sono
state le domande principali che la cittadinanza ha fatto sabato sera in sala
consiliare. Ma cerchiamo di spiegare
sommariamente le due domande. Differenza sostanziale tra Tarsu e Tares:
a fronte di una spesa di 100 con la Tarsu, il cittadino copre 70-80 e la restante parte è coperta dalla fiscalità comunale mentre, con la Tares, a fronte di
una spesa di 100, il cittadino copre per
100. E’ consequenziale domandarsi
perché non è stata applicata la Tarsu,
considerando altresì che il Ministero
delle Finanze ha lasciato per il 2013 la
scelta ai Comuni.
Dopo aver sciolto il contratto consensualmente con la Tradeco alla modica cifra di 500.000 euro nonostante
l’azienda fosse palesemente inadempiente come accertato anche dal Comune (e questo ci porta a chiederci come mai la rescissione sia stata consensuale e non unilaterale), il Comune indìce una nuova gara d’appalto e, su 5
aziende partecipanti, 4 sono state
escluse per vizi di forma, e come per
magia l’unica rimasta indovinate chi
è? Ebbene sì, la Tradeco! Ma se fino a
qualche mese prima era considerata
dal consigliere comunale con delega
all’Ambiente
un’azienda di dubbia moralità (sic),
cos’è cambiato in
questo breve lasso di tempo? Constatiamo che nessun rappresentante
dell’Amministrazione comunale fosse presente per ascoltare le critiche costruttive dei cittadini e per fornire (o
provare a fornire!) delle risposte alle
loro lecite domande. A questi supponenti rappresentanti del popolo ricordiamo che non devono essere i cittadini a lavorare per la politica, bensì è la
politica che deve lavorare per i cittadini».
[email protected]
Il municipio
di Policoro
dove
infuria la
polemica
sui rifiuti
Il plauso del presidente della Camera di commercio Tortorelli a Berlino
«Fruit Logistica, una grande opportunità»
«UN momento di grande qualità e intensa rappresentatività per i produttori e le rispettive organizzazioni», ha così commentato ieri mattina Angelo
Tortorelli nel corso della visita al Fruit
Logistica la fiera in programma a Berlino fino al prossimo sette febbraio.
«Lo stand lucano,
molto bello e ricercato anche dal punto di vista estetico,
esprime al meglio
gli standard qualitativi lucani: ottimo
il lavoro svolto dalle
aziende agricole, altrettanto prezioso il
ruolo aggregante delle Organizzazioni
di produttori», ha aggiunto Tortorelli.
«La Camera di Commercio ritiene che
momenti come questo rappresentino
quel valore aggiunto per tutto il territorio che può mostrare, in una vetrina
prestigiosa come Berlino, la reale misura del suo valore. Anzi, quest'anno
abbiamo percepito un livello qualitativo ancora più alto, una tendenza verso
standard elevati. E' lungo questi binari
che le aziende devono proedere potendo
contare sul doveroso sostegno, come è
successo anche questa volta, della Camera di Commercio». Tortorelli ha infine aggiunto: «E' ormai un dato certo: i
consumi si orientano verso la qualità,
non è solo una questione di quantità.
Angelo Tortorelli e (a destra) Badursi
Probabilmente se si guardaasse solo ai
numeri, ai quantitativi, la Basilicata,
come piccola regione del Sud Italia,
avrebbe serie difficoltà a competere.
Puntare sulla qualità a trecentosessanta gradi: ciò significa sicurezza del prodotto e efficienza organizzativa, e su
questo le Op hanno una grande quanto
prestigiosa responsabilità».
Andrea Badursi, direttore generale
di Assofruit Italia, nel ringraziare Tortorelli ha aggiunto: «Assofruit Italia
insieme con tutte le altre Op e aziende
che espongono, hanno fatto della qualità la loro mission. E la partecipazione al
Fruit Logistica vuole testimoniare proprio la voglia di continuare nella costante ricerca di novità».
RASSEGNASTAMPA
corriereait
Berlusconi e il caso De Gregorio
Il Senato sarà parte civile
Pietro Grasso ribalta il parere negativo dell’Ufficio di Presidenza: «Ne va della dignità delle istituzioni»
Il Senato si costituirà parte civile nel processo per la cosiddetta “compravendita dei senatori”. «Ne va della dignità delle
Istituzioni» ha dichiarato il presidente del Senato Pietro Grasso. Il Presidente ha ribaltato così il parere del Consiglio di
Presidenza, che con dieci voti contrari e otto a favore aveva detto di no. (Tra i voti contrari, c’erano quelli degli alfaniani del
Ncd e di Scelta Civica).
L’ORDINE DEL GIORNO - Il tema all’ordine del giorno era la costituzione di parte civile del Senato nei confronti di Silvio
Berlusconi nel procedimento sulla presunta compravendita di senatori nel corso della XV legislatura e in particolare per
far cadere il governo Prodi. La decisione definitiva spettava appunto al presidente del Senato, Pietro Grasso, che si era
riservato di decidere dopo aver acquisito il parere del Consiglio di presidenza.
DOVERE MORALE - Il presidente ha dato incarico all’Avvocatura dello Stato di rappresentare il Senato della Repubblica
quale parte civile nel processo, che inizierà il prossimo 11 febbraio presso il Tribunale di Napoli. Il presidente ha ritenuto
che “ l’identificazione, prima da parte del Pubblico Ministero, poi del Giudice, del Senato della Repubblica italiana quale
persona offesa di fatti asseritamente avvenuti all’interno del Senato, e comunque relativi alla dignità dell’Istituzione, ponga
un ineludibile dovere morale di partecipazione all’accertamento della verità, in base alle regole processuali e seguendo il
naturale andamento del dibattimento”.
L’APPLAUSO - L’assemblea dei senatori del Pd, riunita dell’aula della commissione difesa di Palazzo Madama, ha accolto
con un applauso la notizia che il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha deciso per la costituzione di parte civile nel processo sulla cosiddetta compravendita di senatori. E il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ha commentato:
«Finalmente ritrovo il Pietro Grasso che mi aspettavo, il magistrato che conosco: prima vengono le istituzioni e poi gli
interessi di partito».
FAVOREVOLI E CONTRARI - Parere negativo alla costituzione di parte civile del Senato nel processo in cui è coinvolto
Silvio Berlusconi era stato espresso dalla senatrice di Scelta Civica Linda Lanzillotta e dal questore Antonio De Poli,
senatore dei Popolari per l’Italia. Contrari anche FI, Ncd, Lega e Gal. A favore della costituzione, invece, Pd, Sel, M5S e il
senatore Hans Berger del gruppo Autonomie.
IL PROCESSO - Silvio Berlusconi è stato rinviato a giudizio a Napoli per il reato di corruzione nell’ambito del procedimento sulla presunta compravendita di senatori per far cadere il governo Prodi. Il processo si celebrerà davanti al collegio
A della V sezione penale di Napoli, a partire dall’11 febbraio 2014. Rinviato a giudizio anche Valter Lavitola mentre Sergio
De Gregorio ha chiesto il patteggiamento.
05 febbraio 2014