RASSEGNASTAMPA RASSEGNASTAMPA 6 febbraio 2014 RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 6 febbraio 2014 www.ilquotidianodellabasilicata.it ANNO 13 - N. 36e 1,20 in abbinata obbligatoria con Italia Oggi Direzione e Redazioni: POTENZA, via Nazario Sauro 102, cap 85100, tel. 0971 69309, fax 0971 601064; MATERA, Piazza Mulino 15, cap 75100, tel. 0835 256440, fax 0835 256466 IL CASO La città e la provincia sono tristi, abbiamo sentito un po’ di pareri Si sgonfia dopo 10 anni lo scandalo per i brogli di Scanzano Il capo d’accusa troppo generico Potenza la più infelice d’Italia? Ma è proprio così? IL SINDACO CHE VORREI di ANTONELLA PELLETTIERI NON so se qualcuno ha pubblicato una monografia dedicata alla storia della città di Potenza attraverso i suoi continua a pagina 19 GIACUMMO alle pagine 22 e 23 CORRADO a pagina 31 Mario Altieri Il vicesindaco di Ferrandina nominato nella segreteria del dipartimento di Berlinguer: ha una società di certificazioni ambientali ed è in affari con Castellano. Chi controlla il controllore? Ambiente: il conflitto di interessi dell’ing. Mazziotta Subito le dimissioni Basento-Bradano Botta e risposta Liuzzi (M5S) «Latronico e Folino dicono il falso» La replica «E’ vero» LABANCA a pagina 12 Mazziotta Idrocarburi nell’acqua delle case a Tito L’Arpab conferma rilievi privati Sos del sindaco AMATO a pagina 6 PRESIDENTE, DEVE ESSERE IL TEMPO DEI MIGLIORI di LUCIA SERINO QUESTO deve essere il tempo dei migliori. Perchè altro tempo non ci è concesso. Devono essere bandite tre categorie: gli scoraggiatori, i calunnia- tori e i parassiti di professione. Ma bisogna stare alla larga da un'altra cerchia di persone: quella di chi coltiva gli interessi personali. Ritorno su un tema al quale continua a pagina 9 Pittella Quei consorzi che mangiano soldi da decenni Tutti gli sperperi in una relazione lasciata nel cassetto PANETTIERI a pagina 10 Il generale della Finanza Zago fa il bilancio a partire da rimborsopoli LABANCA a pagina 7 Una ricerca sulla Camera di Commercio: «Il lavoro? Ci si mette in proprio» a pagina 21 a pagina 13 Lo sapevate che sulla collina di Matera si coltivano i pistacchi? Un business che compete con la Sicilia Promuovere e sviluppare le aziende: l’idea di Materahub che fa impresa UNGOLO a pagina 14 CIERVO a pagina 15 SPORT CALCIO REGIONALE Pugni in campo Giocatore in ospedale BASKET ULIVIERI A POTENZA Il calcio la politica e l’integrazione sociale Gioca la Bawer Mantova è temibile 40206 Ulivieri a Potenza 9 771128 022007 SCOGNAMIGLIO a pagina 16 RASSEGNASTAMPA Napolitano ha centrato il problema. In Europa avete assolutamente un problema di austerità. Basta guardare come alcuni Paesi hanno spremuto il settore pubblico senza stimolare il privato. Richard Freeman Harvard University 1,30 Anno 91 n. 35 Giovedì 6 Febbraio 2014 U: Il Senato contro Berlusconi Falce e fumetto I giornalini per bimbi comunisti Pallavicini pag. 17 ● ● Redford e i Coen cinema d’autore Inter, Thohir prepara la rivoluzione Crespi pag. 20 Caruso pag. 23 La scelta di Grasso: parte civile nel processo sulla compravendita dei senatori. «È un dovere morale» L’ufficio di presidenza aveva espresso parere negativo ● Il Cav furioso minaccia di far saltare le riforme «È un dovere morale»: così il presidente Piero Grasso motiva la decisione di far costituire il Senato come parte civile contro Silvio Berlusconi nell’ambito del processo sulla compravendita dei senatori. L’ufficio di presidenza aveva espresso parere negativo con i voti dei rappresentanti di Fi, Ncd e centristi. Furibonda reazione di Forza Italia col solito repertorio su giudici e sinistra. Staino FANTOZZI FUSANI A PAG. 2 Storia di Messora grillino tra il Cav e Castrocaro SOLANI A PAG. 3 Rappresentanza: è braccio di ferro Camusso-Landini Governo, si allarga il pressing su Renzi FRANCHI A PAG. 13 Lotta all’Austerity la sinistra dov’è? MASSIMO D’ANTONI ● QUELLO DEL PRESIDENTE NAPOLITANOALPARLAMENTOEUROPEOÈ STATO UN GRIDO IN CUI È IMPOSSIBILE NON RICONOSCERSI. Almeno per chi ancora cre- de al significato storico del progetto europeo, e quindi vede concreto il rischio della sua dissoluzione, sotto i colpi pesanti della crisi economica e del crescere di forze che su tale disgregazione scommettono. Erano soltanto due anni fa quando una parte importante dei politici, dei commentatori più influenti e degli addetti ai lavori insisteva sui nostri «compiti a casa». SEGUE A PAG. 16 IL CASO PEDOFILIA Bruciare i rifiuti adesso è un reato Convertito in legge il decreto «Terra dei fuochi» ma Lega e Cinque Stelle votano contro Tra le misure approvate anche la mappatura dei siti inquinati e i fondi per iniziare i controlli medici sulla popolazione locale COMASCHI A PAG. 10 L’Onu accusa il Vaticano ● «Ha permesso gli abusi» La reazione: valuteremo ma no a ogni interferenza Accuse pesanti dell’Onu al Vaticano: ha permesso i casi di pedofilia nella Chiesa. Chiesta la rimozione dei responsabili. La reazione: valuteremo il rapporto con il massimo impegno ma no a interferenze. Intervista a Marazzita: svolta grazie a Papa Francesco. DEGIOVANNANGELIMONTEFORTEAPAG.9 Recuperare il tempo perduto PIETRO GRECO A PAG. 10 FRONTE DEL VIDEO ● Dalla maggioranza appelli al segretario del Pd perché assuma la guida ● Replica: non è all’ordine del giorno ● Il Colle: bene i risultati della continuità Renzi a Palazzo Chigi? Nel giorno della direzione del Pd è il tema che tiene banco nel dibattito politico. Da diversi alleati della maggioranza è un pressing nei confronti del segretario-sindaco perché assuma la guida del governo. Lo stesso leader democratico chiede a Letta un «cambio di passo», ma avverte che l’ipotesi premiership non è all’ordine del giorno. Il premier Letta oggi sarà alla direzione per ribadire che serve stabilità. Napolitano apprezza la continuità dell’opera dell’esecutivo. LOMBARDO A PAG. 4-5 MARIA NOVELLA OPPO La guerra dei buffoni zioni. Uno strapotere che nessuno gli ha mai affidato, visto che non è stato eletto ● in tv , come l’al- e, del resto, neppure eleggibile. Ma, torIL PROFESSOR PAOLO BECCHI SI DEFINISCE «INTELLETTUALE», COSA CHE,QUANDOINTERVIENE tra sera a Ballarò, gli consente di entrare e uscire a piacere dalla rappresentanza del M5S. In effetti, non è un portavoce e neppure un dirigente; men che meno il guru («Non avrai altro guru al di fuori di Casaleggio»). Forse, l’unica definizione che si attaglia a Becchi è quella retrodatata di «microfono di Dio», intendendo per Dio il comico genovese che decide della vita e della morte di politici e istitu- nando al professor Becchi, quando Giannini, di Repubblica, ha spiegato che il famigerato regalo di 7,5 miliardi alle banche, (pretesto dell’assalto grillino alla Camera), non esiste, il professore ha fatto finta niente. Ma non ha dimenticato di buttare lì il suo irresponsabile grido: «Siamo in guerra»! È il caso di ricordargli che l’Italia ripudia la guerra, anche quella degli intellettuali e dei buffoni. Letta o svolta? Matteo al bivio IL RETROSCENA VLADIMIRO FRULLETTI «Lo sappiamo benissimo che il destino del Pd è legato al quello del governo». Così il fidatissimo renziano Dario Nardella riassume, davanti ai microfoni del Tg3, la questione dei rapporti fra partito e Palazzo Chigi. Una mutua, inevitabile dipendenza. «Se va bene il governo, va bene anche il Pd» riassume l’ex vicesindaco di Firenze. SEGUE A PAG.4 RASSEGNASTAMPA 2 giovedì 6 febbraio 2014 POLITICA Senato parte civile contro Berlusconi Grasso: «Un dovere» La decisione dopo aver sentito il parere dell’ufficio di presidenza ● I senatori hanno ribaltato la maggioranza: 10 contrari tra cui Lanzillotta e il casiniano De Poli ● CLAUDIA FUSANI @claudiafusani Ha deciso in scienza e coscienza. Anche se contro la maggioranza dei pareri dei senatori. Con coraggio e consapevole che la sua potrebbe essere una scelta che fa saltare il banco della politica e il delicato equilibrio raggiunto sulle riforme. Ma la ragion di stato non può soffocare la dignità delle istituzioni e del mandato degli elettori. Il comunicato dello staff del presidente del Senato Pietro Grasso arriva alle 19 e 30: il Senato sarà parte civile nel processo sulla compravendita dei senatori che comincia martedì (11) a Napoli. Lo aveva chiesto il gip mesi fa quando ha notificato a palazzo Madama la citazione come parte offesa nel dibattimento che vede imputati il faccendiere ex giornalista Valter Lavitola e Silvio Berlusconi. Un terzo imputato, reo confesso, l’ex senatore Sergio De Gregorio ha già patteggiato la pena di 20 mesi. L’accusa per tutti è corruzione: nel biennio 2007-2008 il Cavaliere pianificò l’operazione Libertà e dette mandato a De Gregorio, eletto nell’Idv di Antonio Di Pietro (anche loro parte offesa e parte civile) di passare in Forza Italia e di convincere altri senatori indecisi. De Gregorio fu pagato tre milioni di euro. Altre offerte economiche (il senatore Caforio, Idv) furono respinte. Ma in un modo o nell’altro il governo Prodi cadde a fine gennaio 2008. «Dopo aver ascoltato i diversi orienta- menti espressi dai componenti del Consiglio di presidenza - si legge nel comunicato diffuso da palazzo Madama - il presidente Grasso ha dato incarico all'avvocatura dello Stato di rappresentare il Senato della Repubblica quale parte civile nel processo sulla cosiddetta compravendita di senatori». Il presidente, continua il comunicato, «ha ritenuto che l'identificazione, prima da parte del pm dell’accusa poi del giudice delle indagini preliminari, del Senato della Repubblica quale persona offesa di fatti asseritamente avvenuti all'interno del Senato, e comunque relativi alla dignità dell'Istituzione, ponga un ineludibile dovere morale di partecipazione all'accertamento della verità, in base alle regole processuali e seguendo il naturale andamento del dibattimento». Una decisione che è dunque un atto «istituzionale e non politico». Che muove dalla necessità «ineludibile», si spiega a palazzo Madama, di «seguire l’iter processuale del dibattimento per capire quanto sia coinvolto ed eventualmente quanto sia stata danneggiata l’istituzione dal mercimonio di incarichi pubblici di cui parla l’inchiesta». Nessun pregiudizio. Una serie di prove, invece, che hanno già superato l’esame di un giudice e sono già state fondamento di una sentenza. Il tempo di battere la notizia e scoppia il delirio nelle file del centro destra che accusa Grasso di aver deciso contro il volere della maggioranza dei senatori. «Una decisione gravissima» grida Gasparri. «Ci ha calpestati» rincara Capezzone. Berlusconi affila la rabbia. E medita vendette. Il suo pensiero sul caso era stato veicolato nei giorni scorsi: «Se questa cosa va avanti, se ancora una volta il Pd mi vuole umiliare dando credito all’accusa falsa che io avrei dato soldi a De Gregorio per reclutare senatori della .. . La coraggiosa scelta di Piero: «Atto istituzionale non politico». E poi Pd, M5S, Sel sono maggioranza parte avversa e far cadere il governo Prodi; beh, se tutto questo accade io faccio saltare accordi, patti, riforme, tutti a votare e chissenefrega». Merita solo ricordare, per dirne una, come l’11 febbraio sia non solo il giorno dell’avvio del processo ma anche quello in cui l’aula della Camera comincerà le votazioni sulla legge elettorale. Un tavolo che adesso può saltare da un momento all’altro. «Se solo la Boldrini (presidente della Camera, ndr) non avesse ritardato la discussione di una settimana adesso non saremmo nel mezzo di questo intreccio». Il Tribunale di Napoli aveva notificato prima di Natale la citazione a palazzo Madama come parte offesa nel processo. Di Pietro e l’Idv lo hanno già fatto nell’udienza preliminare. Il Senato aveva rinviato: quella sì sarebbe stata una scelta politica. Il tempo scade nella prima udienza. Ieri Grasso ha riunito l’Ufficio di presidenza confidando in un mandato chiarificatore da parte delle forze politiche, 18 senatori, sulla carta 11 favorevoli (5 Pd, 2 Scelta civica, 1 Sel, 3 M5S), 7 contrari (Fi, Ncd, Gal, Lega). Ma gli schieramenti sono saltati e ben 10 senatori hanno spiegato di essere contrari alla richiesta. A quelli previsti si sono infatti aggiunti Linda Lanzillotta, montiana osservatrice attenta delle mosse di Renzi e già decisiva ai tempi della richiesta di voto segreto per la decadenza di Berlusconi da senatore; il senatore-questore Antonio De Poli, Udc e fedelissimo di Casini che proprio tre giorni fa è tornato da Silvio - che lo aveva mollato nel 2008 - mettendo da parte idee, umiliazioni e tanti paroloni. Quella di De Poli è stata, si può dire, la prima prova d’amore tra Silvio e Pierferdy. Solo otto sono stati quelli favorevoli: Sel, M5S e il Pd compatto convinto della «gravità della accuse» e del «danno di funzionalità» (Di Giorgi), subito dall’istituzione. Grasso non ha messo la decisione in votazione, ha chiesto «un orientamento». Nulla di vincolante, quindi. Solo un gesto di cortesia. E comunque, se fosse stato un voto, si ragiona negli uffici della presidenza, «Pd, Sel e M5S rappresentano la maggioranza dell’assemblea». Il presidente del Senato Pietro Grasso FOTO LAPRESSE L’ira del Cavaliere: «Le riforme adesso sono a rischio» L a notizia arriva proprio mentre Silvio Berlusconi, rientrato a Roma, si dedica (senza passione) al risiko delle nomine del suo partito da definire in un vertice serale con Toti, Verdini, Romani, Brunetta. Mentre pochi passi più in là , al Tempio di Adriano vanno in scena le prove della nuova Casa dei Moderati con gli stessi protagonisti del passato un po’ invecchiati: il leader del Nuovo Centrodestra Angelino Alfano, l’ex segretario leghista Bobo Maroni, il leader Udc appena tornato nell’alveo berlusconiano Pier Ferdinado Casini, e l’ex aennino transitato in Forza italia Maurizio Gasparri, più Ignazio La Russa. Alle otto di sera il presidente del Senato Grasso ribalta il parere dell’ufficio di presidenza: Palazzo Madama si costituirà parte civile contro il Cavaliere nel processo sulla compravendita dei senatori. È un fulmine a ciel sereno che scatena l’ira dell’ex premier. «Vogliono colpire me per sabotare il percorso delle riforme – si sfoga – Cercano di ammazzarmi politicameamente, di cancellarmi dalla scena. Questo è un IL RETROSCENA FEDERICA FANTOZZI ROMA La notizia arriva mentre il centrodestra è riunito Fi chiede l’intervento del Quirinale. L’ex premier: «Vogliono ammazzarmi politicamente» gesto senza precedenti». È chiaro a tutti i presenti che questa svolta mette a rischio non solo e non tanto l’approvazione dell’Italicum – a cui il leader azzurrro continua a tenere molto – quanto la durata della legislatura. «È uno sfregio – ammette una delle poche colombe rimaste nel parrtito – Così non si va da nessuna parte. Il Pd non ha fatto un favore a Renzi». Esultano invece i falchi. Attacca Maurizio Gasparri: «È teppismo istituzio- nale». Durissimo Luca D’Alessandro. «È il braccio politico della magistratura». Forza Italia si compatta. Attacca il «partito dei giudici». Chiede l’intervento del presidente della Repubblica per bocca dei capIgruppo Romani e Bernini. Gira la voce della possibile richiesta di dimissioni di Grasso in quanto «non super partes». L’ennesimo scacco giudiziario si materializza proprio mentre il centrodestra fa le prove di coalizione, tra paletti e distinguo. Il titolo del convegno, organizzato dall’associazione Tatarella, è ambizioso: «Il centrodestra nella Terza Repubblica». E la conclusione non è diversa dalla Seconda Repubblica: «Non esiste un centrodestra deberlusconizzato» sintetizza Gasparri, il più lealista dei lealisti dopo che alla sua destra non esistono che macerie. Silvio Berlusconi è il convitato di pietra, il leader indiscusso, l’uomo la cui successione politica è un tabù di cui non si può neppure parlare. Salvo Alfano, che insiste con le primarie. Mentre a Roma un camper azzurro gira tra i palazzi isti- tuzionali con la gigantografia di Marina. Ognuno fa la sua parte senza allontanarsi dal copione. Casini dribbla con abilità le metafore del figliol prodigo e del vitello grasso, si appella al Partito Popolare Europeo come approdo, rilancia che vuole fare (come tutti, ci mancherebbe) le riforme. È un maestro a schivare le trappole, sa benissimo di essere sovraesposto dopo la retromarcia: «Non è un’abiura» precisa. Non perde l’aplomb neppure quando gli chiedono se tornnerà a fare «lo schiavo» del Cavaliere: «Non l’ho mai fatto». I PALETTI DELLA LEGA Maroni, a sua volta, mostra la faccia cattiva della Lega ai minimi termini sul piano dei consensi: «Con Casini si vince, ma senza la Lega si perde». E mette i suoi paletti per l’alleanza: il federalismo, la cui mancata realizzazione rappresenta a tutt’oggi il maggiore fallimento del Carroccio, e la macroregione al Nord, altra speranza difficile da concretizzare. Non importa, è già campagna elettorale, per le Europee e poi per le politiche praticamente senza soste. «Ci sono due schemi – avvisa il governatore della Lombardia - quello del ’94 quando facemmo un’alleanza per vincere, senza un programma ed è durata poco e quello del 2001 con un programma. L’alleanza è durata e abbiamo governato. Il primo schema non mi interessa, il secondo sì, se c’è un programma bene, altrimenti ognuno va per la sua strada». In parallelo, a Palazzo Grazioli, Berlusconi è alle prese con il dossier delle prime rilevazioni sulle intenzioni di voto. Forza italia è terza, tre punti sotto il Pd ma a un incollatura da Grillo. La partita si gioca là «e ogni voto guadagnato può significare la vittoria». Quasi concorda in cuor suo con le parole di Mario Monti, su Letta e Renzi che «gli hanno fatto un regalo», rimettendolo al centro della scena con le riforme e posticipando il piano governativo Impegno 2014 all’approvazione della legge elettorale. Poi, lo stop del Senato. Il secondo, dopo il voto sulla sua decadenza. RASSEGNASTAMPA 3 giovedì 6 febbraio 2014 MARCELLA CIARNELLI @marciarnelli «Non sono stati inventati per un capriccio del presidente della Repubblica» ma come conseguenza delle consultazioni con tutti i partiti da cui «mai è uscita un’indicazione di formare il governo diversa dalla decisione che poi ho dovuto assumere». Agli europarlamentari italiani, incontrati a conclusione della sua due giorni a Strasburgo, Napolitano ha fornito l’autentica lettura di quanto avvenuto sia alla fine del 2011 che nell’aprile dello scorso anno. Le motivazioni all’origine di decisioni che non sono state, appunto, un suo «capriccio» ma piuttosto l’unica risposta possibile nella situazione data, peraltro sostenuta dalla consapevolezza delle forze politiche. Una spiegazione fornita con puntuali riferimenti proprio nei momenti in cui ferve il dibattito su un possibile rimpasto dell’attuale governo, o di un rinnovo dell’esecutivo in carica o, addirittura, di un superamento di esso. Su qualunque ipotesi, appare evidente, le forze politiche dovranno procedere all’assunzione di responsabilità necessaria. Ma il presidente, sollecitato anche dai parlamentari europei, compresi i leghisti che l’altro giorno avevano dato vita ad una «modesta» contestazione in aula mentre pronunciava il suo discorso in seduta plenaria, ha toccato diversi argomenti. A cominciare dalla sollecitazione agli esponenti della Lega ad essere «europeisti critici». Il capogruppo del Carroccio, Lorenzo Fontana gli aveva appena chiesto di valutare le dimissioni e Napolitano gli ha risposto «è un diritto che non si nega a nessuno». Per poi puntualizzare di non «essere stato particolarmente colpito» dalla contestazione dell’altro giorno che gli è sembrata «più che contro il Capo dello Stato contro l’Europa e l’euro. Non entro nel merito, ho ascoltato e letto i segnali. Mi fa piacere piuttosto che siate qui con le altre forze politiche». IL LINGUAGGIO DELL’EUROPA Ha parlato il presidente della crisi economica che attanaglia l’Europa e l’Italia. Ribadendo il concetto già espresso nel suo discorso dell’altro giorno e cioè «che l'austerità a ogni costo e a tappe forzate non può più reggere» anche se «non è stata adottata per il gusto di perseguitare la gente». Bisogna lavorare per una svolta che faccia ripartire la crescita avendo presente che «non può più bastare qualche aggiustamento di formula o qualche bella espressione del Consiglio europeo». A proposito del quale, aprendo una breve parentesi lessicale sul linguaggio sempre più criptico dei summit europei Napolitano ha affermato che «ci vorrebbe un traduttore, ognuno di noi dovrebbe avere un Moavero al suo fian- Il presidente Napolitano al Parlamento europeo Accanto a lui Martin Schulz FOTO REUTERS «Monti e Letta? Non certo capricci» ● Il secondo giorno di Napolitano a Strasburgo: vorrei che i leghisti fossero europeisti critici co» rivolgendosi scherzosamente al ministro degli Affari europei che era seduto vicino a lui. «I cambiamenti non vanno in questo senso, non abbastanza. Ci vuole un'azione politica e io ritengo che in seno al Consiglio europeo si siano create condizioni diverse», dopo che «per anni si era limitato a ratificare le decisioni della Cancelliera tedesca e del presidente francese». Carceri e marò. I due punti (ma anche i negoziati d'adesione dell'Ue con .. . Il Capo dello Stato sulle carceri: c’è una sentenza ultimativa da rispettare la Turchia, su cui c'è stato un ripensamento di Francia e Germania, ma non dell'Italia, perché «pacta sunt servanda») su cui Napolitano ha messo l’accento. L'Italia, ha ricordato il presidente, rischia di pagare «centinaia e centinaia di milioni di euro» a causa dell'accoglimento di tutti i ricorsi inoltrati alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo contro la situazione di sovraffollamento e inadeguatezza delle sue carceri, già oggetto di ripetute condanne della stessa Corte. Sulla situazione carceraria il presidente ha ricordato di aver usato lo strumento, giudicato un po’ «obsoleto» da diversi costituzionalisti, del messaggio alle Camere per sollecitare il Parlamento ad occuparsi della questione. «Ho ritenuto di doverlo fare su un te- ma su cui siamo con le spalle al muro». C'è la sentenza ultimativa della Corte dei diritti dell'uomo da rispettare e «noi siamo tenuti a metterci in regola sulle condizioni minime di vivibilità, innanzitutto per ragioni etiche. Dobbiamo evitare il continuo e insostenibile appello dei detenuti, soprattutto per quanto riguarda quelli in attesa di giudizio. Poi c'è la questione della capienza degli istituti di pena», spesso di vecchia costruzione, e infine, l'opportunità di «un provvedimento di indulto o di amnistia», di cui «il Parlamento ha discusso ma senza giungere a conclusioni. Se non si ritiene opportuno un indulto, che si trovino altre soluzioni per .. . «Ogni contatto è utile per parlare dei nostri due marò che non erano in India per pescare» adeguarsi alla sentenza della Corte» ha osservato il Capo dello Stato. Quanto alla questione dei detenuti stranieri, che secondo i leghisti andrebbero rimandati nei Paesi di provenienza, Napolitano ha ricordato che per farlo è necessario avere degli accordi con quei Paesi, cosa che si sta cercando di fare di più che in passato. Sui marò detenuti in India, il Capo dello Stato ha ricordato che lui coglie «qualsiasi occasione di contatto, o prendo io stesso l'iniziativa, con i miei omologhi capi di Stato europei, per parlare dai nostri due fucilieri di Marina, che non erano in India a pescare, né a dare la caccia ai pescatori indiani, ma partecipavano a una missione di lotta alla pirateria riconosciuta a livello internazionale e quindi l’approccio non può essere che d’interesse europeo». Ed ha aggiunto: «Ho parlato ieri con i nostri due fratelli italiani Latorre e Girone, e le mie posizioni sono internazionalmente note». L’ex berlusconiano che s’inventò la vittoria a Castrocaro O ra che anche dentro al Movimento 5 Stelle la sua posizione di responsabile della comunicazione del gruppo al Senato si fa sempre più debole - ieri la senatrice Paola Taverna ha annunciato provvedimenti - Claudio Messora, nato ad Alessandria d’Egitto da genitori italiani nel 1968, rimpiangerà amaramente il tweet contro la presidente della Camera Laura Boldrini o quel post del suo blog in cui raccontava ai suoi elettori il sogno erotico con protagoniste le allora ministre Carfagna, Gelmini e Prestigiacomo.«Riguarda la mia vita quasi privata. Non devo giustificarmi dopo quattro anni», è stato il commento di Messora che intanto, beccato con le mani nella marmellata, si affrettava a «modificare» il testo peggiorando la sua posizione ed esponendosi allo sfottò del web. Perché la rete, come sanno tutti, non dimentica e in queste ore blogger e smanettoni (esemplare uno storify realizzato da Carlo Gubitosa) hanno scatenato una gara a chi scava più in fondo nel passato di byoblu, alias di Messora e titolo del fortunato videoblog che gli è valso anche il premio Ischia di giornalismo. E proprio da quelle pagine, il 7 novembre del 2007, Messo- IL PERSONAGGIO MASSIMO SOLANI Twitter@massimosolani Le molte verità sul web di Claudio Messora, dall’Aids che non è un virus alle teorie complottiste sui terremoti, fino all’attacco della ‘ndrangheta al M5S ra si dichiarava un berlusconiano pentito. «Silvio, lo voglio dire e prendermi tutti i giustificati insulti dei miei videolettori - ammetteva - ti ho votato per ben due volte, e per questo è venuto il momento per me di chiedere scusa agli italiani». Uno dei tanti scheletri nell’armadio che saltano fuori a spulciare nei servizi d’archivio web e che hanno resistito alla «selezione» fatta da Messora sul suo passato e su qualche bugia raccontata sulla rete. Come la vittoria, da autore, al festival di Castrocaro del 1991 vantata anni fa e poi fatta sparire: una bufala, visto che il pezzo a cui aveva collaborato cantato da Luisa Corna («Dove vanno a finire gli amori») era arrivato secondo. Una piccola bugia, sparita poi da qualsiasi biografia, niente in confronto alle cantonate spacciate per verità assolute sull’Aids («non è una malattia infettiva, né è contagiosa, né tantomeno è causata da un virus») o sulla prevedibilità dei terremoti. «In qualsiasi altro paese del mondo, Giuliani (il ricercatore che nei giorni precedenti al terremoto de l’Aquila diceva di poter pre- vedere l’arrivo delle scosse ndr) sarebbe un eroe e le sue ricerche sarebbero state immediatamente recuperate con tante scuse». Sul ricercatore diventato noto per le sue analisi mai suffragate da alcuna evidenza scientifica, Messora realizzò anche un doppio Dvd dal titolo «Internet for Giuliani» (anche questo poi sparito dalla sua biografia) condito da una buona dose di complottismo, che su Internet fa sempre furore: «Perché Enzo Boschi, Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sostiene che è impossibile prevedere un sisma, quando guardando i grafici online di Giuliani ci riesce perfino un bambino? - scriveva nel 2010 in un post intitolato «L’informazione assassina» - Chi produce sismografi in Italia? Di chi sono quelli acquistati dall’Infv?». Niente, però, in confronto alla patacca propinata attraverso il blog sulla drammatica vicenda di Luigi Preiti, l’attentatore di Palazzo Chigi che il 28 aprile scorso aprì il fuoco contro i carabinieri mentre il governo Letta giurava al Quirinale. «Secondo le rivelazioni rilasciate in esclusiva per Byoblu.com del collaboratore di giustizia Luigi Bonaventura - annunciava Messora via Facebook rianciando una intervista fatta da un collaboratore del blog - Preiti avrebbe sparato chiaramente per ordine della ‘ndrangheta, per danneggiare il Movimento 5 Stelle o addirittura per cercare di aprire una trattativa». Una versione totalmente inventata smentita poi sia dall’intervistatore («Bonaventura non ha fatto riferimento al M5S») che dall’intervistato. «Non ho mai dichiarato che l'ndrangheta volesse colpire il Movimento 5 Stelle, non lo ho mai detto e nemmeno pensato», precisò Bonaventura in una lettera a l’Espresso spiegando di aver dato mandato ai suoi legali per querelare Messora per quelle parole «utilizzate ad uso e consumo di un blogger che con un intento che non riesco a capire “getta fango” sulla mia credibilità utilizzando me ed il M5S». Una bufala che suscitò più di qualche malumore all’interno del Movimento assieme alla vicenda del suo stipendio pagato con soldi pubblici («si e no 2500 euro al mese», si difese. Sono 3.690 come da busta paga che fu costretto a mostrare a tutti) e alla denuncia del presunto attacco hacker contro le Quirinalie sul blog di Grillo. Una bufala anche quella. RASSEGNASTAMPA 4 giovedì 6 febbraio 2014 POLITICA Maggioranza in pressing: «Renzi a Palazzo Chigi» Si moltiplicano gli appelli al segretario Pd perché assuma l’incarico di capo dell’esecutivo. Ma lui si schermisce: «Chiacchiericcio» ● Cuperlo: «Serve una ripartenza, eventualmente ancora con Letta» ● VLADIMIRO FRULLETTI [email protected] SEGUE DALLA PRIMA Il che spiega bene quello che è il punto vero della discussione che s’è aperta fra i democratici: provare una ri-partenza con Letta o scommettere tutto su Renzi. Soluzione quest’ultima che sta prendendo sempre più campo. Oggi pomeriggio il segretario ufficialmente non dovrebbe parlare del governo. Davanti a Letta, che ha confermato la propria presenza ma non ha ancora deciso se intervenire, Renzi tornerà sulla legge elettorale e soprattutto spiegherà come arrivare in tempi brevi ad avviare anche la riforma costituzionale delle Regioni e del Senato. Una bozza («aperta, non un prendere o lasciare» precisano dal Pd) che ieri sera hanno illustrato ai senatori la responsabile riforme Maria Elena Boschi e il portavoce della segreteria Lorenzo Guerini. Temi su cui Renzi s’è confrontato anche con Casini prima di rientrare in treno a Firenze. Poi, forse, il segretario tornerà anche sul jobs-act di cui ieri ha parlato direttamente col leader Fiom Maurizio Landini (colloquio mal digerito da Susanna Camusso). Del governo e quindi della sua agenda di lavoro se ne riparlerà più avanti. Infatti la prossima settimana la direzione dovrebbe certificare la richiesta del Pd di aderire al Pse e per il 20 febbraio è prevista la riunione sul patto per il lavoro. Cioè si comincerà a parlare di Impegno 2014 nel momento in cui è previsto che Renzi abbia in tasca il sì della Camera alla legge elettorale e l’avvio del pacchetto di riforme costituzionali. Un sì che, dopo la decisione del Senato di costituirsi parte civile contro Berlusconi per la compra-vendita di senatori, non appare scontato, almeno da parte di Forza Italia. Comunque il problema resta se il governo Letta potrà stare a “bagno maria” ancora a lungo. I segnali non sono tranquillizzanti. Perché diventano sempre più diffuse e dure le critiche dall’esterno: dopo Confindustria col presidente Squinzi, anche la leader Cgil Camusso va all’attacco spiegando che o il governo cambia passo o è meglio che lasci: «nessuno può permettersi un perenne rinvio e una perenne attesa». E perché aumentano le fibrillazioni interne alla maggioranza coi capigruppo che, riscoprendo una terminologia da Prima Repubblica, davanti a Letta e Franceschini (che poi è andato da Renzi al Nazareno) hanno iniziato a chiedere un’immediata «verifica». Insomma è vero che ufficialmente il tema governo non è all’ordine del giorno della direzione. Ma è difficile pensare che Renzi oggi pomeriggio possa fare finta di nulla. Perché l’oggettiva dipendenza delle sorti del Pd dall’azione di governo è questione che investirà (da vedere se direttamente o indirettamente) comunque Renzi. L’ipotesi di un suo ingresso a Palazzo Chigi «è un chiacchiericcio di cui non vuole nemmeno sentire parlare» garantiscono i renziani. Come certifica Marianna Madia al termine della segreteria l’ipotesi di un ticket di governo Letta-Renzi «non è all’ordine del giorno perché in questo momento l’Italia ha un governo, è il governo Letta». Non proprio un no secco e indiscutibile (molti hanno sottolineato quell’«al momento»). Opinioni che con parole più o me- .. . Oggi il leader Pd illustrerà alla direzione del partito la proposta sulle riforme istituzionali no simili si registrano anche dalle parti della minoranza. Il leader dei Giovani Turchi, Matteo Orfini, ad esempio spiega che «il punto non è chi sta a Palazzo Chigi, ma cosa fa il governo» specificando però che «per un salto di qualità serve un radicale ripensamento della strategia sulla crisi». Alfredo D’Attorre (non certo un fan del segretario) un esecutivo a guida Renzi «dal punto di vista della legittimazione sarebbe pienamente titolato». E se Gianni Cuperlo (dopo un incontro con Renzi) puntualizza come non esista al momento il tema di un Renzi premier, aggiunge però quanto sia necessaria «una ripartenza, eventualmente con un governo ancora presieduto da Letta». Eventualmente, per l’appunto. Cambio di passo, svolta, ri-partenza. Tutti termini che indicano la necessità non di piccoli cambiamenti (anche a Cuperlo come a Renzi fa «ribrezzo» la parola rimpasto), ma di un vero e proprio nuovo inizio. Il punto però per il Pd è capire quanto Letta sia in grado di svol- tare. Ad esempio non basterà la disponibilità a cambiare 2 o 3 ministri facendo entrare dei renziani. «Il rimpasto non ci riguarda, se la veda Letta, è suo compito. Noi chiediamo che dia una scossa al Paese in grado di agganciare la ripresa. Il nostro sostegno è leale, ma esigente. Non ci interessa galleggiare» dicono dal Pd. E il segretario-sindaco non ha potuto fare a meno di notare che il pressing nei suoi confronti si sta intensificando, soprattutto degli alleati di governo. «Se l’assunzione di responsabilità del Pd passa per Renzi alla guida del governo, ben venga Renzi a Palazzo Chigi» dice esplicitamente il capogruppo di Scelta Civica alla Camera, Andrea Romano. Stessa richiesta arriva dal Nuovo centrodestra. I renziani continuano a ripetere che il segretario-sindaco non farà l’errore di D’Alema del ’98, che arriverà a Palazzo Chigi solo col voto degli italiani. Già, ma il Pd e Renzi potranno aspettare le urne stando appesi a un governo di cui non sono per niente entusiasti? Il segretario del Pd Matteo Renzi con il presidente del Consiglio Enrico Letta FOTO LAPRESSE SVUOTACARCERI Il leghista Buonanno espulso. Slitta a oggi il voto Il deputato della Lega Buonanno È stata un’altra giornata di bagarre, quella di ieri alla Camera, dove si esaminava il decreto svuotacarceri. Il deputato leghista Gianluca Buonanno - che martedì, quando si è votata la fiducia sul provvedimento, aveva sventolato un paio di manette - ieri è stato espulso dall’aula dopo aver esposto un cartello con la scritta «Pd complice dei mafiosi». Accusa ribadita anche a urla e rivolta direttamente al segretario dei democratici. «Io espulso da un grillino, dopo quello che hanno fatto loro in aula... è veramente un’ingiustizia», contesta Buonanno, fatto accompagnare fuori dal presidente di turno, Luigi Di Majo (ma poi, pentito, riamesso in aula, nel pomeriggio, da Boldrini). L’ostruzionismo dell’opposizione intanto continua. Lega Nord e M5s, contrari al decreto insieme a Fratelli d’Italia e Sel, hanno presentato 120 ordini del giorno. Con il voto finale che slitta ad oggi. «Un conto è l’ostruzionismo, un conto è sentire in aula falsità e citazioni farlocche», contesta Donatella Ferranti, presidente della commissione Giustizia alla Camera, che liquida le argomentazioni contro il decreto carceri: «Convertire questo decreto è un obbligo imposto dalla nostra coscienza e da una sentenza dell’Europa. Il testo su cui è stata votata la fiducia contempera appieno garanzie umanitarie ed esigenze di sicurezza». Piuttosto, insiste l’esponente del Pd, «incuriosisce la perfetta coincidenza di slogan e luoghi comuni tra grillini e leghisti». «Basta immobilismo, il sindaco guidi il governo» FEDERICA FANTOZZI ROMA «Renzi a Palazzo Chigi? È dall’inizio dell’anno che lo dico, vista la tensione tra lui e Letta: se non c’è sintonia all’interno del maggiore azionista del governo, e se questa situazione è dovuta al fatto che il nuovo segretario del Pd deve andare in prima linea, allora lo faccia, e presto. Io non spingo per il Renzi Primo o per il Letta bis: l’importante è avere un esecutivo che risolva i problemi del Paese». Stefania Giannini, segretario di Scelta Civica, rilancia la provocazione di Andrea Romano. E lo fa alla vigilia della riunione congiunta dei gruppi parlamentari, ieri a tarda sera, convocata alla presenza del fondatore Mario Monti per decidere l’orientamento da tenere alle prossime elezioni Europee. Alcentroc’èungrandemarasma.SceltaCivicacomepensadipresentarsialle Europee? «Negli incontri informali ho colto un comune sentire. L’idea è di essere promotori di una lista liberale e riformista, per un’Europa moderna, che parta dalla nostra agenda. Saremo in campo, tanto più in un momento di scontro tra europeisti e anti-europeisti. Dove noi siamo tra i primi per L’INTERVISTA Stefania Giannini Dice il segretario di Scelta civica: «Se Renzi deve andare in prima linea lo faccia subito. Serve un esecutivo che risolva i problemi del Paese» convinzione e vocazione». Da soli o pensate di unire le forze? La soglia del 4% è alta. Non vi fa paura, visti anche gli ultimi sondaggi? «La soglia di sbarramento fa paura a chi pensa che gli elettori non credano nel progetto. E non mi sembra che gli altri partiti politici centristi in Parlamento abbiano formule e proposte simili alle nostre. Fuori, invece, ci sono associazioni e movimenti interessanti». Insomma, correrete con il vostro simbolo? «Se ci presentiamo, sarà con la nostra lista, il nostro logo, la nostra agenda e il nostro manifesto "Europe Act". Questa è la nostra aspirazione. Poi, certo, le campagne elettorali si fanno con i fondi, e tutto questo andrà valutato nella decisione finale». Bruno Tabacci ha lanciato la proposta di un rassemblement che rappresenti il centro del centrosinistra nel segno dell’Alde. Non vi interessa? .. . «Candidati a Strasburgo nelle liste dei democratici? La questione non è all’ordine del giorno» «I rassemblement non ci appassionano. Conosco e rispetto l’idea di Tabacci, ma non è la mia. Certo, il punto di riferimento è l’area liberale che in Italia non ha voce. Siamo un partito nuovo, con una vocazione innovatrice. Altri partiti fanno tattica, noi partiamo dal progetto e non da chi ci sta». Insomma: Tabacci, Dellai, Olivero, Mauro, nel caso, dovranno entrare in Scelta Civica. È così? «Non siamo un partito annessionista, ma aperto con un orizzonte politico chiaro. Se qualcuno è d’accordo con noi, siamo inclusivi. Faremo una lista aperta a tutti. Ma non mi sembra che Dellai abbia la nostra idea di Europa, ha fatto i Popolari...». I partiti piccoli, per esempio il Nuovo Centrodestra, vogliono schierare alle Europee buona parte del gruppo dirigentepersfruttarelavisibilità.Lofarete anche voi? «Non abbiamo ancora deciso, ma non lo escludo. Non io, che ho un impegno già forte qui». Mario Monti, che ieri ha ribadito la distinzione non più tra destra e sinistra ma tra conservatori e liberisti trasversali ai due poli tradizionali, si candiderà? «Direi che la posizione che ha preso rispetto alla politica italiana non lo vede in campo». Lei questa mattina (ieri per chi legge, ndr) ha incontrato Renzi a Largo del Nazareno. Si dice che alcuni di voi potrebbero essere candidati nelle liste delPdperStrasburgo. Neaveteparlato? «No, questo tema non è all’ordine del giorno. E non ne abbiamo assolutamente parlato. Con il segretario dei Democratici abbiamo discusso di riforme istituzionali. Per fare un passo avanti oltre la legge elettorale». Il vostro capogruppo alla Camera AndreaRomanorecentementehadichiarato: “Se l’assunzione di responsabilitù del Pd passa per Renzi alla guida delgoverno,ben vengaRenzi apalazzo Chigi. L’importante è voltare pagina rispetto al rischio ormai conclamatodiimmobilismodelgoverno”.Parole che sottoscrive, segretario? «Questo concetto l’ho espresso già il 7 gennaio scorso. Ho detto, vista la tensione tra lui ed Enrico Letta, che se non c’è sintonia all’interno del maggiore azionista del governo e se questa situazione è dovuta al fatto che il nuovo segretario del Pd deve andare in prima linea, allora lo faccia, e lo faccia presto. Io non spingo per il Renzi Primo o per il Letta bis: l’importante è avere un esecutivo che risolva i problemi del Paese». RASSEGNASTAMPA 5 giovedì 6 febbraio 2014 La legge elettorale garantisca una vera democrazia paritaria L’INTERVENTO ROBERTA AGOSTINI * ● i tempi rapidi a cui stiamo sottoponendo la NELLE SCORSE SETTIMANE LA DISCUSSIONE SULLA RIFORMA ELETTORALE È ENTRATA NEL VIVO: Direzione Pd, Letta prova a resistere Il Quirinale: «Continuità importante» ● Il premier sonda Alfano e Franceschini ● L’apprezzamento del Colle per i risultati ottenuti dall’esecutivo NATALIA LOMBARDO ROMA Più che una sfida, un assedio. Oggi pomeriggio alla riunione della direzione Pd parteciperà anche Enrico Letta, che vi arriva appesantito da quella che sembra essere una sfiducia da parte della sua maggioranza, da dove partono molte pressioni perché Matteo Renzi prenda il suo posto a Palazzo Chigi. Pressioni che però vengono lette dall’entourage del presidente del Consiglio come un «gioco delle parti», una provocazione da parte dei «piccoli» della maggioranza al leader del partito più grande ma che, paradossalmente, non sostiene il suo presidente del Consiglio. «Polpette avvelenate» che non incoraggiano Letta, costretto a guardarsi da chi mina il governo già instabile o che «avvelena i pozzi». Chi è «più realista del re» (e c’è chi parla di pressing del ministro renziano Delrio) o, dall’esterno, da Berlusconi. Nel tardo pomeriggio Letta aveva incassato il sostegno al suo governo da parte del Capo dello Stato, vanificando così le voci insistenti da un mese, riguardo un allontanamento del Quirinale dal premier. Erano già stati smentiti dalle parole del presidente della Repubblica in mattinata («I governi Monti e Letta non sono scaturiti da un mio capriccio»). Così Letta, alla fine di una giornata di consultazioni e incontri, ha parlato al telefono con Napolitano appena tornato da Strasburgo, informandolo «sul suo viaggio nei paesi del Golfo e sugli argomenti all'ordine del giorno nel prossimo consiglio dei ministri convocato per giovedì 6 febbraio». E il Capo dello Stato, fa sapere l’ufficio stampa del Quirinale, «ha ribadito il suo apprezzamento per la continuità e i nuovi sviluppi dell’azione di governo sul piano nazionale e nelle relazioni internazionali». Insomma, come dire Enrico continua così. Ma anche le voci di una staffetta Let- ta-Renzi sono insistenti, anche se il leader Pd si formalmente si smarca, ma il braccio di ferro è sempre quello: il leader Pd si aspetta da Letta che il governo «faccia cose importanti» (e non errori come quelli sulle slot machine, dice un renziano), mentre «Letta ci chiede solo i nomi di ministri». Il premier derubrica tutto a «chiacchiere da Transatlantico» anche i boatos su sue dimissioni, ma oggi al Nazareno potrebbe scoppiare la grana di un Letta bis o di un governo Renzi, anche se di rimpasti o rilanci dell’esecutivo si parlerà dopo la prima approvazione della riforma elettorale alla Camera, entro febbraio. Il presidente del Consiglio in direzione vorrebbe limitarsi ad ascoltare. Se parlerà, però, si atterrà al tema della giornata, le Riforme (mai pensato di portare l’Impegno 2014, dicono dallo staff del premier), ribadendo quanto già detto: ovvero che sono «indispensabili», a partire dal superamento del bicameralismo, e che sosterrà l’accelerazione sulla legge elettorale (sicuro che non si ci sarà un voto anticipato). Ma se qualcuno chiederà le sue dimissioni, Letta risponderà come sempre, spiegano i fedelissimi, «che i governi nascono e muoiono in Parlamento». Ovvero, se volete presentate una mozione di sfiducia. La giornata è stata intensa e in serata è esplosa la «bomba» della costituzione di parte civile del Senato nel processo IL CASO Proiettile e biglietto di minacce contro la presidente Boldrini Un plico contenente un proiettile calibro 380 e un biglietto di minacce nei confronti della presidente della Camera, Laura Boldrini, è stato intercettato dagli inquirenti alla periferia di Milano, a Roserio. Il plico è al vaglio degli uomini della Polizia postale. Le forze dell’ordine erano già state allertate, ufficialmente una settimana fa, per monitorare con attenzione il tipo e il tono degli interventi online contro la presidente della Camera. sulla compravendita di senatori. Roba che «riguarda Renzi, noi Berlusconi l’abbiamo espulso dalla maggioranza, lui ci fa la legge elettorale insieme», è il Letta-pensiero. In mattinata il ministro dei Rapporti col Parlamento Franceschini ha convocato i capigruppo della maggioranza a Palazzo Chigi per affrontare l’ingorgo dei 9 decreti legge in scadenza a fine febbraio (otto dopo il sì al dl Terra dei fuochi ieri in Senato). Un accordo per «prevenire incidenti» e evitare il caos con l’ostruzionismo dei grillini o gli scivoloni come quelli di fine dicembre sul Salva Roma. Stralciato l’articolo 8 sulle RcAuto dal decreto Destinazione Italia, i capigruppo di Ncd, Scelta Civica, Popolari per l’Italia hanno assicurato che i decreti saranno approvati in tempo, senza divari nei testi tra le due Camere. Da parte sua Enrico Letta, illustrando la lettera della presidente della Camera Boldrini e la sua risposta, ha detto loro che il governo «cercherà di evitare al massimo i decrerti omnibus». Ma Lorenzo Dellai, capogruppo dei Popolari, ha chiesto la «verifica» di governo, il «rilancio» che, tradotto, vuol dire «rimpasto» (con Tinagli, Della Vedova e la segretaria di Sc Giannini già pronti). Letta ha risposto sì, ma « dopo l’approvazione della legge elettorale». Dai «piccoli» della maggioranza, stanchi dello «stillicidio» renziano, è scattato un pressing sul segretario Pd perché ci metta la faccia e sostenga il governo, più che scaricare Letta. Andrea Romano, Sc, rilanciava la provocazione a Renzi: «Se l’assunzione di responsabilità del Pd passa per Renzi alla guida del governo, ben venga Renzi a Palazzo Chigi». E due. Il ministro del Ncd, Maurizio Lupi: «Se si deve fare un Letta bis si faccia un Letta bis, se bisogna coinvolgere Renzi si coinvolga Renzi, ma non si vada più avanti così». Perché «il Nuovo centrodestra non starà a guardare le liti interne al Pd». Ma a pranzo Letta, Franceschini, Alfano e Lupi si sono ritrovati insieme. Sul tavolo il timig: legge elettorale, riforme e rilancio del governo, ma l’Ncd ha assicurato di non voler fare le scarpe al premier. Letta ha poi ricevuto Squinzi, presidente di Confindustria che non aveva risparmiato critiche al governo, respinte dal premier che ha rivendicato i successi internazionali e ha accolto le sue richieste. Sarà in via dell’Astronomia il 19 febbraio. .. . Lupi: «Se si deve fare il Letta-bis lo si faccia, se si deve fare il governo Renzi facciamolo, ma non si può più andare avanti così» nostra discussione sono forse necessari, ma altrettanto essenziale è approvare un testo che rispetti il dettato di una sentenza storica della Corte Costituzionale e che risponda ad alcuni rilievi politici di fondo. La posta in gioco è la possibilità di ricostruire un rapporto di fiducia tra eletti ed elettori, invertendo una tendenza progressiva in atto verso il populismo e l'antipolitica ed assicurando un giusto equilibrio tra rappresentanza e governabilità. La nostra battaglia per la democrazia paritaria sta qui: non si tratta di una rivendicazione di tutele corporative a difesa dei più deboli, ma un'idea inclusiva e più forte della cittadinanza, in cui uomini e donne condividono insieme lo spazio pubblico ed il governo delle istituzioni, per una politica capace di assumere il punto di vista delle donne italiane cambiando l'economia, il lavoro, la società. Sotto questi aspetti la proposta di riforma elettorale è deludente e chiediamo che sia cambiata nella discussione parlamentare. Il fatto che le liste debbano essere formate in modo tale che nessun genere debba essere rappresentato in misura superiore al 50 per cento rischia di essere una pura affermazione di principio, dal momento che uno dei due sessi potrebbe, in teoria, essere collocato sistematicamente in fondo alle liste e l’effetto sarebbe un parlamento con una scarsissima presenza femminile, inferiore a quella attuale. Sarebbe un danno per la capacità rappresentativa delle istituzioni. Sia che prevalga la scelta dei collegi, sia che prevalgano le preferenze, sia che si scelgano le liste bloccate, possono essere sempre individuate regole per la parità, come ci indicano le oltre 50 associazioni che hanno sottoscritto l'accordo per la democrazia paritaria. Il testo che verrà discusso in Assemblea prevede di fatto liste corte e bloccate ed i nostri emendamenti sottoscritti da un fronte vastissimo di parlamentari, appartenenti a quasi tutti i gruppi (Pd, Ncd, Sel, Ppi, Sc, Fi, Misto-psi, tranne Movimento 5 stelle e Fratelli d'italia), sono concentrati sostanzialmente su due richieste: alternanza nelle liste e norme antidiscriminatorie nella scelta dei capilista. Per quanto ci riguarda, la nostra posizione è rafforzata anche da un ordine del giorno votato in direzione nazionale del Pd che chiede l'inserimento di norme antidiscriminatorie nella legge elettorale. Ora lavoreremo affinché su questi emendamenti si possa discutere e poi votare in modo palese: vorremmo che chi è contrario lo dichiarasse a viso aperto, per poterci confrontare con ragioni ed argomenti in modo pubblico. Abbiamo visto in questi giorni convulsi e caotici di aggressione alle nostre istituzioni, quanto sia forte il nesso tra arretratezza della concezione democratica ed insulti sessisti, rivolti alle parlamentari e alla Presidente della Camera in quanto donne. Abbiamo visto con quanta facilità emerga una concezione della presenza femminile nelle istituzioni come in fondo non legittimata, abusiva: «Siete li solo perché avete fatto servizi sessuali». È la negazione in radice del fatto che una donna possa compiere un percorso politico basato sul merito e sulla competenza, riguarda e svalorizza tutte, cancella la possibilità di ciascuna di poter svolgere con capacità ed onore il proprio incarico. La nostra battaglia per la democrazia paritaria è una scelta chiara a favore della rappresentanza di tutti, cittadini e cittadine. Il Parlamento, come sempre, sarà chiamato a trovare un punto di equilibrio tra diverse idee e diversi interessi. L'arretratezza del paese è legata anche, come ci dicono molti indicatori, all'esclusione delle donne dallo spazio pubblico, dall'economia, al lavoro, alle istituzioni. Rimuovere le cause di una tale marginalizzazione significa rispondere ad una domanda di qualità della democrazia e di sviluppo civile, sociale ed economico del paese, nel segno dell'articolo 3 della nostra costituzione e dell'articolo 51, laddove afferma che compito della Repubblica e' promuovere con appositi provvedimenti le pari opportunità. Non possiamo davvero mancare l'occasione della nuova legge elettorale e mi auguro che questo Parlamento, quello con la più alta percentuale di elette nella storia della Repubblica, saprà davvero fare la differenza. * deputata Pd RASSEGNASTAMPA 6 giovedì 6 febbraio 2014 POLITICA La sfida sarda: archiviare Cappellacci Cinque anni di disastri, certificati da Bankitalia: economia alla rovina, disoccupazione record, fuga dalla scuola ● L’economista Pigliaru candidato del centrosinistra ha fatto il sorpasso nei sondaggi ● GIACOMO MAMELI Sarà il voto per il rinnovo del Consiglio regionale in Sardegna (unica giornata con le urne aperte domenica 16 febbraio) il primo test politico per l'Italia che vuol cambiare passo con Matteo Renzi alla guida del Pd e con una destra che insiste e raddoppia col pluricondannato Silvio Berlusconi. Che ha trascorso lo scorso fine settimana nel Golfo degli Angeli per sostenere – col florilegio di squallide battute sessiste - il suo ex commercialista Ugo Cappellacci giudicato «il peggior presidente della storia dell'Autonomia» (definizione firmata anche dal suo ex compagno di cordata Mauro Pili, ora in gara con la lista personale – pure questa di destra e populista - Unidos). LA BOCCIATURA Dopo cinque anni di disastri, con assessori cambiati ad ogni sbuffo di vento, inchieste giudiziarie in corso, denari pubblici utilizzati per sponsorizzare la Sardegna sulle reti e sui giornali del tandem Silvio-Santanchè, è la Banca d'Italia a infliggere la più solenne bocciatura a quel presidente che voleva ridare «il sorriso alla Sardegna». Sorriso amaro se è vero che – dopo una legislatura disastrosa - l'Isola si ritrova con le industrie chiuse, con 83 mila posti di lavoro in meno del 2008, impossibilitata a muoversi, con aerei dimezzati in numero, con costosissimi e pochi traghetti per poter raggiungere la penisola. La destra voleva creare la flotta sarda. Ha invece costruito il flop dei trasporti della Sardegna im- prigionata fra i suoi nuraghi, col diritto mai così negato alla mobilità. Non c'è un solo indicatore da semaforo verde. BankItalia scrive di «marcato peggioramento della situazione economica generale». È sempre la BankItalia a sottolineare «l'ulteriore rallentamento della domanda» in una regione che ha assistito al «pesante calo degli addetti dell'industria» oltre che «all'accentuata diminuzione dei consumi», all'accresciuto «peggioramento degli indicatori congiunturali» e alla «rilevante flessione della spesa in regione». Non solo: in una terra dove il dramma principale è la mancanza di lavoro, dove è ripresa l'emigrazione, dove alcuni imprenditori disperati si sono tolti la vita, dove (ancora BankItalia) «l'edilizia ha perso il 26,2 per cento di addetti» c'è anche chi osa demonizzare l'industria che, nel mondo, resta uno dei settori che possono invertire una china in discesa con la produzione manifatturiera precipitata ai livelli di vent'anni fa. ANTI-INDUSTRIA Nell'orticaria antindustriale si sta specializzando la scrittrice qualunquista Michela Murgia, replicante del mantra che destra e sinistra siano la stessa cosa, sponsorizzata dagli armatori Moby e Tirrenia, molto sostenuta dal- .. . Contro il Pd anche la scrittrice Murgia sostenuta da armatori e stampa immobiliarista Il candidato Pd alla Presidenza della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru la stampa immobiliarista cagliaritana. Obama riscopre (e finanzia) l'industria, la riscopre l'Inghilterra dei conservatori. La Sardegna di Cappellacci e della sua alleata Michela Murgia va controcorrente. Sbandiera progetti elettorali con bollicine. Campi da golf e beauty farm. Produzione industriale? Silenzio. Cementificazione prossima ventura? Silenzio. Giornalisti da cinque mesi senza stipendio? Silenzio? Sessantamila cassintegrati alla fame? Silenzio. Cappellacci-Murgia vincolati da effetti speciali sul nulla. Silvio docet. Sarebbe ingiusto tacere di una sinistra, o di un centrosinistra, privi di responsabilità. Di non aver rinnovato del tutto la classe dirigente (ci sono indagati anche nelle liste del centrosinistra, con le stesse accuse contestate alla vincitrice delle primarie Francesca Barracciu). Ma la scelta del candidato presidente Francesco Pigliaru - economista apprezzato e prorettore dell'università di Cagliari - ha ridato orgoglio e dignità alla sinistra. Si sta rivelando vincente. Dopo alcuni sondaggi che davano favorito l'avversario di destra, numeri e umori sono decisamente cambiati e IL GOVERNATORE USCENTE «Murgia è come la Concordia ma la voterei» «A un giorno da pecora» su RadioDue Ugo Cappellacci, ribattezzato «Ugo tutto sugo» con il suo soprannome alle elementari, si presenta con il suo mantra «Qui Ora» che caratterizza la sua campagna per la rielezione a presidente della Regione Sardegna e con formaggio pecorino e Cannonau. Incalzato dai conduttori, il presidente ribadisce le sue origini sarde attacca con pessimo gusto la scrittrice-candidata Michela Murgia ) rivangando la polemica che li oppone sulla scia della metafora Schettino-Costa Concordia. «Io Schettino della politica? Strano che la Costa Concordia della politica mi chiami così. Come stazza ci siamo, poi affonderà di sicuro. E poi è solita fare gli inchini... agli armatori». Ma tanto per chiarire chi è il vero avversario così risponde ai conduttori: «Se dovessi scegliere fra Pigliaru e Murgia? Darei un voto utile. Pigliaru non ha speranza, quindi voterei Murgia». ribaltati. La serietà e la indiscussa competenza stanno premiando il professore «che parla di problemi reali». Pigliaru ha messo il lavoro, la produzione (industriale e artigianale), la ricerca e l'istruzione fra i primi posti nella sua azione di governo. Proprio l'istruzione (quella che tanto interessava Antonio Gramsci) merita un accenno. Cinque anni fa il tasso di dispersione scolastica era del 22 per cento (sceso di quattro punti col governo di centrosinistra). «La abbatteremo di dieci punti», aveva blaterato Cappellacci dai palchi forzaitalioti. Oggi si congeda dai giovani con uno studente sardo su quattro che abbandona la scuola prima di completare gli studi. Dal 22 al 27,5 per cento. Sardegna maglia nera dell'istruzione in Italia. Sardegna col più basso rapporto popolazione-diplomati, popolazione laureati. DETTO- NON FATTO È la bocciatura più bruciante per la destra. Potranno gli elettori premiare chi è stato così clamorosamente smentito dalla realtà, un presidente che si è inventato l'impudente slogan detto-fatto? Detto-fatto? No. Distrutto. Cappellacci Attila dell'economia sarda. Su queste macerie create dalla destra la Sardegna attende l'opera di rinascita firmata Francesco Pigliaru. Che nel fine settimana avrà il sostegno concreto di Matteo Renzi. Abruzzo, le inchieste non fermano Chiodi: mi ricandido Il presidente lo annuncia in conferenza stampa: «Ho sentito Berlusconi, non ci sono dubbi» ● JOLANDA BUFALINI [email protected] Non poteva certo arrivare da Silvio Berlusconi la riprovazione per un «love affair» e infatti Gianni Chiodi annuncia: «Ho sentito Berlusconi, non ho alcun dubbio di essere io il candidato del centro destra» alle regionali del 25 maggio, anche se, aggiunge, «sarà una campagna elettorale crueanta». Chiede che «gli sia restituita la dignità, poiché non c’è niente di più infamante dell’accusa di aver fatto la cresta sui soldi pubblici». Nello specifico sono sotto la lente di ingrandimento dei magistrati 29.000 euro spesi in 184 missioni di cui 164 a Roma. Alla bufera di inchieste che si è addensata sulla sua testa, sulla sua giunta e su un certo numero di consiglieri, Chiodi reagisce come la canna che si piega sotto l’onda: «è un trend nazionale» ironizza riferendosi alle inchieste che hanno investito tutte le regioni sui finanziamenti ai gruppi consiliari. Ma in Abruzzo quella è un’indagine ancora in fase istruttoria mentre il presidente Chiodi e gli assessori abruzzesi sono stati ascoltati per i rimborsi ottenuti per viaggi istituzionali nei primi anni, quando le spese erano a pié di lista. E per la sgradevole storia dell’hotel Sole a Roma, un pernottamento per due nella stanza 114 che il presidente ha avuto la debolezza di addebitare alla Regione. Di «debolezza» ha parlato lui stesso ma nei confronti della moglie e delle figlie: «Ho parlato con mia moglie Daniela e con la figlia più grande, confido nella loro comprensione». Il problema della Procura di Pescara, invece, è la fattura presentata alla Regione dalla quale non si comprenderebbe che si tratta di un pernottamento per due. Chiodi si difende: «La fattura è corretta e ho chiarito ai magistrati». Quella nata all’hotel Sole è una storia imbarazzante non per le ragioni privatissime e da rispettare del governatore tirate fuori da Repubblica e dal Fat- to. E, forse, nemmeno per le implicazioni giudiziarie. Piuttosto per ragioni politiche: la signora Letizia Marinelli fu nominata consigliere di parità e le furono affidati i soldi, un milione e mezzo, per il progetto di un centro «poliedrico» nel Cratere del sisma del 2009. Il progetto non è mai stato presentato, i soldi sono rimasti a giacere fino alla legge di stabilità 2013, quando, con un emendamento della senatrice Stefania Pezzopane, sono stati assegnati alla Provincia. VIALE MAZZINI Brunetta perde una crociata: il Tar boccia l’Agcom su Fazio e Annunziata Renato Brunetta ha perso una battaglia della sua crociata contro RaiTre. Il Tar del Lazio ha accolto i ricorsi della Rai contro i provvedimenti con cui l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha ordinato alla tv pubblica di «assicurare, nel ciclo del programma Che tempo che fa e In mezz’ora, adeguato spazio al soggetto politico Pdl, ripristinando parità di trattamento». Si annulla così il verdetto dell’Agcom che aveva dato ragione al capogruppo Pdl, che aveva considerato nel calcolo dell’equilibrio politico nei programmi di Fazio e di Lucia Annunziata, tra settembre 2012 e maggio 2013, anche personaggi di area, da lui attribuiti al centrosinistra (clamoroso il caso di Abbado) e non solo esponenti politici. Da viale Mazzini la Rai «esprime soddisfazione per l’accoglimento delle proprie istanze». Il Giudice amministrativo ha ritenuto illegittimi i provvedimenti dell’Agocm che ha,s econdo il Tar, «applicato ad un programma di informazione le regole e i canoni», quantitativi, dei programmi di comunicazione politica nel periodo elettorale. Soddisfatto anche il direttore di RaiTre, Andrea Vianello. Per il capogruppo Pd in commissione di Vigilanza, Peluffo, la sentenza del Tar «conferma» che nelle trasmissioni di Fazio e Annunzizta «non c'è stata violazione del pluralismo, e quindi il ricorso di Brunetta era del tutto infondato e strumentale» volta anche a limitare l’autonomia dei giornalisti. N. L. La storia di quei fondi, 3 milioni in tutto, stanziati dal ministro Mara Carfagna nel 2010, è molto complicata come tante altre del terremoto. Alle donne del centro anti violenza che si sono battute per 4 anni, dispiace che se ne parli solo ora, «i gossip, - dice Simona Giannageli, avvocato del centro anti violenza - mi fanno diventare simpatica persino Letizia Marinelli». Il finanziamento iniziale di 3 milioni era destinato alla ricostruzione del centro antiviolenza e a favorire le attività contro le violenze. Un anno dopo l’ordinanza del vice commissario Gianni Chiodi stravolge la formulazione iniziale, destina la metà della cifra alla Curia de L’Aquila per il centro antiviolenza e metà alla Marinelli per il progetto del centro «poliedrico». La Corte dei conti boccia l’assegnazione alla Curia, si tratta di fondi pubblici che non possono essere utilizzati per la ricostruzione di un immobile privato. Dopodiché tutto si blocca. Stefania Pezzopane: «È incomprensibile l’ostinazione, nonostante l’interrogazione che facemmo, a voler gestire quei fondi in modo tale da subire la bocciatura della Corte dei conti». Chiodi difende la nomina di Letizia Marinelli dicendo che aveva l’assenso della Cgil ma, dice Pezzopane, «la candidata della Cgil era Loretta Del Papa», una sindacalista impegnata nelle battaglie delle donne. RASSEGNASTAMPA 13 giovedì 6 febbraio 2014 ECONOMIA Ilva chiude due siti in attesa del nuovo piano MASSIMO FRANCHI Twitter @MassimoFranchi Nel giorno in cui riesplode la polemica su possibili procedimenti disciplinari, i duellanti - Susanna Camusso e Maurizio Landini - sono seduti allo stesso tavolo e si confrontano davanti ai delegati Cgil della Nuovo Pignone di Firenze. Claudio Giardi, 60 anni, detto il Pennello per la sua stazza imponente, laccetto e “passi” della Fiom al collo, è seduto in mezzo a loro. È lui che ha proposto questo incontro. «Dopo aver tenuto il nostro congresso - spiega - abbiamo pensato che la situazione fosse drammatica. Vedere questa tensione fra Cgil e Fiom fa male soprattutto ai lavoratori: così abbiamo deciso di organizzare un confronto». Con l’aiuto del segretario regionale Cgil Alessio Gramolati tutto era stato organizzato alla perfezione e senza farlo sapere a nessuno: la saletta delle Rsu dello stabilimento General Eletric (4mila dipendenti di cui 1.180 iscritti Cgil) è prenotata dalla prima mattina. Succede però che Maurizio Landini - reduce da una forte bronchite - venga convocato da Matteo Renzi a Roma «per discutere di legge sulla rappresentanza, riforma del mercato del lavoro, ripresa degli investimenti, politica industriale e nuove forme di sostegno del reddito» (Camusso fa notare che «sarebbe meglio cambiare metodo di discussione, ammortizzatori e Cig non riguardano solo la Fiom») e allora i tempi slittano e la notizia dell’incontro diventa pubblica. Il confronto si fa lo stesso: a porte chiuse e alla presenza dei soli 21 delegati Fiom Cgil della fabbrica fiorentina. Landini arriva mentre Camusso sta fumando assieme ad alcuni delegati, lui è al telefono: si salutano e inizia il confronto. GIULIA PILLA ROMA Susanna Camusso e Maurizio Landini ieri all’assemblea al Nuovo Pignone Braccio di ferro in Cgil tra Camusso e Landini «PENNELLO» CERCA LA MEDIAZIONE Si parte con Giardi che legge un documento degli Rsu: «A noi il Testo unico sulla rappresentanza (quello contestato dalla Fiom, ndr) ci va bene al 90 per cento, contestiamo però il metodo con cui si è arrivati alla firma da parte della Cgil, la parte sulle sanzioni per gli Rsu e la commissione di arbitrato che si sostituisce alle categorie», spiega. Poi tocca a Landini dire la sua. Il segretario della Fiom ribadisce le sue posizioni, le critiche all’accordo e a come ci si è arrivati. Il punto dirimente è quello della consultazione dei lavoratori. «Per l’accordo del 28 giugno (la Fiom era contraria e perse, ndr) i lavoratori votarono e votarono solo quelli coinvolti dall’accordo, quelli delle categorie di Confindustria, e non tutti gli iscritti. Ora invece nelle assemblee congressuali al massimo la questione viene discussa da tutti gli iscritti in dieci minuti. L’emendamento non può sostituire la consultazione dei soli lavoratori coinvolti - contesta Landini - se non c’è il voto, la Fiom non si sente vincolata all’accordo perché quello sì è in violazione dello statuto Cgil». Tocca a Susanna Camusso replicare. Questa la sintesi: «Non si può far finta che il voto del Comitato direttivo non conti e lì (il 17 gennaio, quando Landini anticipò la sua posizione, ndr) si è previsto che nelle assemblee congressuali si condivida l’accordo con un voto. Se la valenza del Testo è così grande come dite, a maggior ragione devono votare tutti gli iscritti. ● ● Nuove tensioni sulla rappresentanza, incontro ieri al Nuovo Pignone E il leader Fiom vede ancora Renzi ● Smentite azioni disciplinari Detto che il congresso va avanti perché non si può ridurne il valore ad un dibattito interno, la Confederazione a congresso concluso è disponibile ad aprire un confronto nei luoghi di lavoro». PARERE DA COMMISSIONE STATUTO Landini però non accetta l’apertura e ribadisce la sua posizione. Arriva anche la frecciata: «Apprendo ancora una volta a mezzo stampa che hai scritto una lettera di tuo pugno per chiedere sanzioni». Camusso controbatte: «No, ho solo chiesto un pronunciamento interpretativo dalla commissione Statuto sulle conseguenze di un mancato rispetto del Testo unico a cui dite di non sentirvi vincolati». In realtà di questo si tratta: il Consiglio nazionale statutario ha risposto alla segnalazione del segretario generale ricordando «le norme statutarie che vincolano l’organizzazione». Vengono citati l’articolo 6 sulla democrazia interna e l’unicità dell’organizzazione e l’articolo 26 che prevede le sanzioni (che non vengono però elencate). Tutta la missiva è totalmente impersonale e non cita il segretario della Fiom. In più questo passaggio non prevede alcuna conseguenza e sanzione: senza una nuova richiesta alla Commissione di garanzia - l’unica titolata a definire le sanzioni, con due livelli di giudizio, prima inter- INPS Disoccupazione, nel 2013 boom di domande: +33% Cala a gennaio la cassa integrazione ordinaria (-23% in un anno), quella in deroga (-16%) mentre la cassa integrazione straordinaria fa segnare un lieve aumento (+0,8%). Lo rileva l'Inps. Dati in miglioramento rispetto al recente passato ma nascondono una drammatica realtà: sono finiti i soldi per la cig in deroga, mentre aumentano le ristrutturazioni, spesso anticamera di licemziamento. Non a caso, nel corso del 2013 sono state presentate oltre due milioni di domande di disoccupazione con un aumento del 33,8% rispetto alle domande presentate nel 2012. regionale e poi nazionale - nessun provvedimento verrà emesso. E la Cgil ieri ha nuovamente smentito «il ricorso ad azioni disciplinari nei confronti di qualsivoglia categoria o gruppo dirigente». PUNTO DI CONTATTO Nella recente assemblea congressuale, i lavoratori del Nuovo Pignone avevano dimostrato di essere “landiniani” di ferro: maggioranza bulgara (di schede) alla mozione quasi unitaria “Il lavoro decide il futuro” e maggioranza quasi bulgara (per alzata di mano) all’emendamento Fiom che chiede il ritiro della firma sul Testo unico e la discussione sul tema nel congresso. «Noi abbiamo le nostre idee - conclude Giardi - e questa assemblea, anche se non si è chiusa senza la ricomposizione che auspicavamo, è stata molto importante: discutere e confrontarsi è il sale della democrazia e del sindacato». Un punto di contatto comunque c’è: la legge sulla rappresentanza chiesta a gran voce da Landini - e appoggiata da Renzi. «La Cgil, non la Fiom, chiede da 25 anni che ci sia una legge sulla rappresentanza - sottolinea Camusso - una legge è importante perché bisogna mettere fine ad una serie di operazioni fatte negli anni scorsi che hanno violato la contrattazione». Contratti di solidarietà prolungati a Taranto, impegno per nuove produzioni a Genova al fine di scongiurare esuberi fortemente temuti, mentre per gli stabilimenti di Torino e Patrica, si va verso la chiusura. In attesa del piano industriale a cui si sta lavorando e che verrà presentato non prima di marzo, l’Ilva ha tratteggiato ieri le prospettive dei vari siti produttivi. L’occasione è stato un incontro tra il coordinamento sindacale (Fiom Fim Uilm) dell'Ilva e i rappresentanti dell’azienda che non hanno portato i dati finanziari del 2013 ma, riferiscono i sindacalisti della Fim-Cisl, hanno confermato «la stabilità» occupazionale del gruppo che complessivamente i attesta a 14.696 dipendenti. Dal perimetro degli «stabili» sembrano tuttavia tagliati fuori i 22 dipendenti di Torino la cui chiusura è annunciata per l’inizio del 2015, e dei 67 dello stabilimento di Patrica (Frosinone) con l'avvio della procedura di mobilità dal prossimo giugno 2014. I sindacati hanno contestato le due chiusure affermando che non si possono dismettere parti del gruppo prima ancora della presentazione del piano industriale Ilva da parte del commissario Enrico Bondi. Non si esclude che venga indetto uno sciopero di tutto il personale Ilva. Per quanto riguarda gli altri siti produttivi, mentre non si segnalano particolari criticità per gli stabilimenti piemontesi di Novi Ligure e Racconigi, su Genova l'azienda, per il prossimo anno si è impegnata a «promuovere» la fabbrica, attraverso il rilancio della banda stagnata e l'implementazione di un nuovo «slitter», al fine di scongiurare gli eventuali esuberi del personale. «Abbiamo dei problemi ma lavoriamo per trovare delle soluzioni» aveva detto ieri il direttore della Risorse umane del Gruppo Ilva, Enrico Martino, martedì al termine di un incontro presso la Prefettura genovese per discutere di una possibile revisione dell'accordo di programma siglato nel 2005, quando venne spento l'altoforno dello stabilimento siderurgico genovese. «È probabile, possibile che, rispetto ai 1740 lavoratori occupati, ci siano degli esuberi in relazione agli attuali carichi di lavoro». A questo punto occorre aspettare il piano industriale. Lo stesso piano che dovrebbe prevedere una spesa di ambientalizzazione, di innovazione e manutenzione industriale di circa 3 miliardi. Fiat non concede aumenti e non parla col governo GIUSEPPE VESPO [email protected] I soldi servono per gli investimenti, quindi niente aumento salariale. Crisi a parte, è questa la motivazione del «no» alla richiesta di un rinnovo contrattuale con aumento dello stipendio di novanta euro per il biennio 2014-2015. Fca - Fiat Chrysler automobile - alza un muro davanti ai sindacati del «sì», quelli che hanno accettato il contratto aziendale e non si sono opposti al trasferimento della sede in Olanda, purché venissero confermati gli investimenti nelle fabbriche italiane. Adesso però c’è aria di rottura, anche se ufficialmente la trattativa si è solo «raffreddata» e il confronto sull’inquadramento degli ottantamila dipendenti è rinviato. È in questo scenario che si inseriscono i dubbi del governo, che per bocca del ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato, ricorda al gruppo di Sergio Marchionne che ancora non è stata data nessuna risposta sulla «questione occupazionale nel breve e nel medio periodo». Il riferimento è alle migliaia di operai - circa tremila solo a Mirafiori - che ormai da anni sono in cassa integrazione in attesa degli investimenti e dei nuovi modelli promessi. Interrogato da una deputata 5 Stelle durante il questiontime alla Camera, il ministro ha detto di aver «sollecitato l’amministratore delegato per chiarire le prospettive degli impianti italiani del gruppo, attualmente sottoutilizzati». All’indomani dell’annuncio del trasferimento della sede legale di Fiat-Chrysler in Olanda, e di quella fiscale in Uk, per il governo «l’obiettivo è che in Italia rimanga la sede produttiva di primaria importanza e il centro dello sviluppo di nuove produzioni e nuove competenze». Sarà così? Si attendono risposte. CONFLITTO Il tempo deve passare anche per riprendere il confronto sul contratto. Nei prossimi giorni i sindacati riuniranno le rispettive segreterie nazionali, poi le rsu aziendali e infine i lavoratori in assemblea. Se non sarà sciopero è probabile .. . Bloccato il contratto, Marchionne non tira fuori un euro nemmeno per i sindacati «buoni» che il malumore induca le sigle al blocco degli straordinari. Lo lascia intendere, per esempio, il segretario della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano: se l’azienda non dovesse tornare sui suoi passi, «metteremo in atto iniziative che sfociano nel conflitto pur tenendo conto delle condizioni in cui operano i lavoratori negli stabilimenti del gruppo». Fiat tiene duro e ripete a macchinetta che l’aumento non è possibile in ragione della crisi del mercato dell’auto, degli impegni finanziari legati alla fusione con Chrysler e degli investimenti promessi anche agli stabilimenti italiani. Un muro di gomma che non si è ammorbidito neanche quando le sigle hanno proposto di «definire l’incremento per il 2014 e spostare la discussione del 2015 a dopo l’incontro previsto a maggio con Marchionne. La loro posizione è rima- sta la stessa». Crisi e investimenti. «Motivazioni che non possono reggere», per Rocco Palombella, segretario della Uilm. «Discutiamo di un contratto nazionale, ci sarebbero tutte le condizioni per un rinnovo che copra gli indici inflattivi». A mettere il dito nella piaga è la Fiom, con il segretario torinese Federico Bellono, che ricorda come «all’inizio la promessa di investimenti è servita per ridurre i diritti e peggiorare le condizioni di lavoro, ora viene agitata per ridurre il valore delle retribuzioni. A rimetterci sono sempre i lavoratori». E da Pomigliano arriva la notizia del suicidio di un militante dello Slai Cobas, Peppe De Crescenzo. Il sindacato denuncia: «Era stato confinato, insieme ad altri 300 operai, al reparto fantasma della - inesistente - Logistica di Nola e da allora era in cassa integrazione senza futuro». RASSEGNASTAMPA 15 giovedì 6 febbraio 2014 Alitalia, gli Emirati riaprono la battaglia degli scali MARCO TEDESCHI MILANO Con il possibile ingresso di Etihad nel capitale di Alitalia, riprende la competizione tra i maggiori scali italiani che sperano di poter beneficiare del matrimonio industriale tra le due compagnie aeree. La partita non è per nulla pacifica e rischia di scatenare nuovi conflitti amministrativi e politici. In Lombardia, ad esempio, si teme per il futuro di Malpensa. «Ben vengano gli investimenti. Noi come Regione stiamo lavorando molto intensamente per attrarre investimenti veri sul nostro territorio. Ma se il risultato del viaggio del presidente del Consiglio nei Paesi arabi è quello di far entrare in Alitalia una società che poi chiude Malpensa, perché questa mi pare di capire sia l'intenzione, da parte nostra ci sarà la guerra» ha fatto sapere il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. Esprimendo perplessità sull'ipotesi di un ingresso di Etihad nell'ex compagnia di bandiera italiana, il presidente della Regione Lombardia ha aggiunto: «Dalle voci che si sentono, questo investimento potrebbe rappresentare un rischio. Voglio capire se ci sono dei pericoli per Malpensa, per il nostro sistema aeroportuale e per l'indotto in termini di occupazione. Si ci fossero delle manovre volte a penalizzare Malpensa o addirittura a farlo chiudere, sono assolutamente determinato a sventarle». Sotto il profilo del traffico agli emi- ri di Etihad piace l'aeroporto di Linate, lo scalo milanese, che dovrebbe essere sviluppato assieme a quello romano di Fiumicino. La compagnia degli Emirati ha posto una serie di condizioni a garanzia dell'investimento. Tra le altre, il via libera istituzionale a un più intenso utilizzo dello scalo cittadino milanese controllato dalla Sea - che gestisce anche Malpensa - per le rotte verso tutte le capitali europee, verso Mosca, Istanbul e il Nord Afri- .. . Etihad avrebbe interesse a sviluppare il traffico di Linate, assieme allo scalo di Fiumicino ca. Si tratta di direttrici che gli arabi considerano commercialmente molto interessanti e complementari al loro traffico su Abu Dhabi e, un domani, su Fiumicino e che i loro alleati di Air France-Klm - destinati a conservare un ruolo importante nel futuro assetto di Alitalia - vedono con altrettanto favore. Ma la questione è delicata. Linate è oggi uno scalo a traffico limitato, a seguito del decreto Bersani che ne proibiì, sostanzialmente, l'utilizzo intercontinentale e ne contingentò quello internazionale, per lasciare spazio all'hub di Malpensa, anche in accoglimento della richiesta avanzata all'epoca da Air France-Klm che voleva preservare la complementarietà degli hub di Parigi e Roma, riducendo al minimo il potere di interfe- Prodi: ma di quale ripresa state parlando? BIANCA DI GIOVANNI ROMA Stop alle norme sulla Rc auto. Il governo ha deciso di stralciare dal testo del decreto «Destinazione Italia» l’articolo 8, quello che puntava a colpire le possibili frodi e ad abbassare i costi per i cittadini onesti. Il fatto è che per raggiungere questo obiettivo si comprimevano in modo sostanziale i diritti dei cittadini, su cui di fatto gravavano molte più limitazioni e molti oneri. Per questo i parlamentari hanno chiesto all’esecutivo di rinviare la questione a un altro provvedimento. «Il governo si riserva in tempi strettissimi di mettere mano ai temi dell'articolo 8 di ridurre i costi delle assicurazioni per i cittadini italiani», ha annunciato il sottosegretario allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti, nelle commissioni Finanze e Attività produttive dopo aver dato parere favorevole, a nome dell'Esecutivo, all' emendamento che ha soppresso le norme in questione. Insomma, si azzera tutto e si ricomincia daccapo. La decisione, però, ha sollevato un polverone attorno al governo e ha dato il via a una vera e propria competizione tra maggioranza e opposizione sui meriti del risultato raggiunto. Tutti i gruppi parlamentari si sono detti soddisfatti della decisione, sostenuta dalle associazioni dei consumatori e dai rappresentanti dei carrozzieri. Uniche due voci in dissenso, quella del sottosegretario Simona Vicari (FI) e quella dell’Ania, associazione delle assicurazioni. «Desidero in questa sede, pubblicamente, esprimere il mio rammarico per non essere stati capaci di trovare una soluzione possibile all'esigenza di equiparare le tariffe italiane al confronto europeo», ha dichiarato Vicari. «Con lo stralcio si è persa la grande occasione di ridurre i costi dell’assicurazione auto». PROTESTE Evidentemente non la pensano così i parlamentari. Primi tra tutti quelli del Pd, che l’altra sera in una assemblea del gruppo alla Camera avevano rovesciato sul provvedimento una valanga di critiche. Le obiezioni erano tanto pesanti, che il capogruppo Roberto Speranza ha deciso di chiedere lo stralcio al premier Enrico Letta, durante l’incontro di ieri mattina con i capigruppo. «Lo stralcio dell'articolo sulla Rc auto dal decreto “Destinazione Italia” è molto positivo e rappresenta una vittoria per i cittadini, i cui diritti sono una priorità per il Pd», dichiara a stretto giro Franco Vazio, capogruppo Pd in commissione Giustizia. In effetti proprio quella commissione aveva sollevato una fitta sequenza di dubbi sul testo. «Molte criticità andavano a danno dei cittadini, i quali si sarebbero trovati in grave sofferenza di fronte alle compagnie assicurative». E le opposizioni che cantano vittoria? «Vorrei ricordare che .. . De Vincenti: affronteremo questo problema in un provvedimento specifico sulla materia renza dell'area milanese. Oggi su Linate ci sono alcuni «slot» (diritti di decollo e atterraggio) sottoutilizzati che potrebbero essere riconvertiti nel senso auspicato dagli arabi. Ma ciò comporterebbe un ridimensionamento di Malpensa a scalo intercontinentale (ma con problemi non indifferenti di convergenza dei passeggeri) merci e low-cost. Non c’è dubbio che il matrimonio tra Alitalia ed Etihad avrà dirette ripercussioni sugli equilibri del sistema aeroportuale italiano. Intanto l'amministratore delegato dell'Alitalia, Gabriele Del Torchio, è convinto che l'intesa con i sindacati sul piano di riorganizzazione sarà raggiunta «in tempi molto brevi» anche se forse non sarà sufficiente la settimana in corso. IL CASO LAURA MATTEUCCI MILANO Bce, dalla riunione di oggi non escluse sorprese sui tassi C’è molta attesa sui mercati per la riunione odierna del direttivo della Banca centrale europea. I dati preliminari di gennaio hanno evidenziato un’inflazione in caduta allo 0,7%, un livello che dovrebbe essere di tranquillità per i governatori. Lo scorso novembre la Bce aveva reagito al rallentamento dei prezzi tagliando i tassi di interesse al minimo storico di 0,25%. Il presidente Mario Draghi parlerà alle 14,30. «Destinazione Italia» retromarcia su Rc auto Il Pd a Letta: bene l’obiettivo di ridurre le frodi, ma non si possono comprimere i diritti dei cittadini ● Le assicurazioni: occasione persa ● sul parere critico redatto in commissione - continua Vazio - la Lega ha votato contro e i 5Stelle non hanno partecipato al voto. Di che vittoria parlano?». Nel merito il parlamentare Pd punta il dito su parecchie disposizioni. «L'obbligo di trovare ed indicare i testimoni subito dopo l'incidente (senza prevedere analogo obbligo per le compagnie) - spiega Vazio - eliminare tutte le lesioni non diagnosticate strumentalmente (come i colpi di frusta e i danni psicologici) ed ancora vietare la cessione del credito da parte dei danneggiati per poter riparare subito la propria auto danneggiata erano cose non coerenti con il sistema delle norme del codice civile e comunque poco ragionevoli». E non so- EQUITALIA Stop alle «cartelle pazze»: ora si può fare online Fermare le cartelle “pazze” di Equitalia diventa più facile e si può fare da casa. Equitalia hai attivato sul proprio sito www.gruppoequitalia.it un nuovo servizio che consente di inviare la richiesta di sospensione della riscossione con un clic. La richiesta online si aggiunge alle altre modalità di presentazione della domanda già operative: allo sportello, via fax, via e-mail oppure tramite raccomandata con ricevuta di ritorno. Si può richiedere la sospensione della riscossione direttamente a Equitalia in caso di annullamento del debito da parte dell'ente creditore, di un pagamento già effettuato o di una sentenza favorevole. «Grazie a Equitalia il fenomeno delle cartelle pazze è ormai relegato al passato», dice Benedetto Mineo, amministratore delegato della società. E in tanti sperano che tanto ottimismo sia fondato. La domanda va inviata entro 90 giorni dalla notifica dell'atto per cui si chiede la sospensione. Equitalia sospende la riscossione e invia la documentazione all'ente creditore che verifica la correttezza delle carte e comunica l'esito sia al contribuente sia a Equitalia. lo. Nel parere della commissione Giustizia si sollevava anche la non conformità al codice civile della disposizione che dava sempre e comunque valore di prova legale alla scatola nera, senza riconoscere il diritto del danneggiato a sollevare la questione dell’effettivo funzionamento del dispositivo. Il decreto arriva oggi in aula senza la «grana» dell’Rc auto, ma certamente con un forte carico di polemiche. Tra queste, quella relativa agli aiuti fiscali sui libri. De Vincenti spiega che si prevede un bonus da distribuire nelle scuole: con il voucher i giovani otterranno uno sconto del 19%, che poi verrà recuperato dalle librerie. Ma l’Associazione librai italiani protesta, «prendendo atto con amarezza dello stravolgimento del testo a sulla detraibilità fiscale per l'acquisto dei libri». Altro argomento polemico, le iniziative in favore dell’energia rinnovabile, e del gestore unico. .. . No all’eliminazione delle lesioni non diagnosticate strumentalmente N on vedo ancora quella ripresa vigorosa di cui qualcuno parla. Qualche elemento c’è, ma dal 2007 ad oggi abbiamo perso l’8% di Pil, per recuperare ci vogliono parecchi anni, e di sicuro dobbiamo andare ben oltre lo zero virgola...». Romano Prodi è alla Borsa di Milano per un incontro sul tema «Un quadro mondiale in movimento (e noi?)». C’è spazio per qualche digressione - non su legge elettorale e Matteo Renzi («non rispondo neanche sotto tortura»), ma sulle Olimpiadi di Sochi: sulla stessa linea di Letta, Prodi parteciperebbe alla cerimonia inaugurale, nonostante altri leader boicottino l’evento per condannare le leggi omofobe di Putin. «Le Olimpiadi - spiega sono sempre state il momento di cessazione delle guerre. Hanno questo simbolo, quindi, io ci sarei andato». Ma poi il suo intervento si focalizza sulle questioni politiche ed economiche. L’ex premier ricorda che nonostante tutto (e malgrado le nostre dipendenze in tema energetico) restiamo il secondo Paese più industrializzato d’Europa, con «un sistema produttivo che non è sfasciato», ma con «il grande problema, cui non si riesce a porre rimedio, della burocrazia». A livello europeo, Prodi auspica un’alleanza con Francia e Spagna per proporre una politica di bilancio alternativa a quella di Berlino, anche per contrastare una «politica europea decisa dalla cancelleria tedesca». E torna a difendere l’euro: «Fuori dall’euro il nostro Paese sarebbe distrutto». L’euro, secondo Prodi, è ormai irrinunciabile anche per un’economia solida come quella della Germania: «Senza l’euro i tedeschi non venderebbero più un’auto, mentre il sistema italiano andrebbe in inflazione e in tilt». Da Prodi anche una riflessione sul peso dell’Unione nello scacchiere politico globale: «Siamo fuori dalle decisioni perché siamo divisi. Siamo il continente numero uno per export e politica industriale ma non contiamo niente». RASSEGNASTAMPA 16 giovedì 6 febbraio 2014 COMUNITÀ Il commento L’intervento Austerity, dov’è finita la sinistra europea? L’Europa chieda il rilascio dei reporter rapiti in Siria Massimio D’Antoni SEGUE DALLA PRIMA Sostenendo che rassicurando i mercati finanziari con tagli alla spesa e privatizzazioni l’economia sarebbe ripartita e i rischi per l’euro sarebbero svaniti. In questo inizio di 2014 prevale la consapevolezza che la strada dell’austerità o, nelle parole del Presidente, «dell’austerità ad ogni costo» - non è la soluzione, ma può anzi innescare un vero e proprio circolo vizioso «tra politiche restrittive nel campo della finanza pubblica e arretramento delle economie europee». Sulle pagine di questo giornale in molti lo abbiamo detto e ripetuto fin dall’aggravarsi della crisi nel 2011. Non tanto la capacità di persuasione dei nostri argomenti, quanto il protrarsi e l’acuirsi della crisi sociale ed economica, ha consolidato la convinzione, ormai trasversale alle forze politiche, che su questa strada non si possa continuare a lungo. Occorre tuttavia evitare l’illusione che tale consapevolezza sia ugualmente diffusa in tutto il continente; peccheremmo di ottimismo se pensassimo che le affermazioni del presidente Napolitano, applaudite dalla platea dei parlamentari europei, possono trovare facilmente riscontro nell'azione politica della cancellerie europee. Purtroppo, mai come in questo momento il sentimento degli europei è diviso in base alla geografia. Se i populismi crescono un po’ ovunque, essi assumono per lo più la forma di un ripiegamento nazionalistico. Nei Paesi dell’area tedesca, in cui la crisi si è manifestata in modo molto meno acuto che da noi, il ritardo nella ripresa è attribuito non già alla mancanza di una risposta politica adeguata a livello di eurozona, ma alla scarsa determinazione con cui i Paesi della periferia stanno attuando le politiche di riforma strutturale. La crisi del 2008 non è interpretata per quello che è, cioè l’esito di squilibri dovuti in larga parte ad un difetto nell’architettura dell’euro ma, contro ogni evidenza, come una conseguenza della dissipatezza dei Paesi più colpiti. Né mancano, tra i sostenitori della linea di austerità, coloro che ritengono che quegli squilibri si stiano riassorbendo in modo autonomo, e che quindi le politiche adottate stiano infine funzionando. Il presidente Napolitano invoca un rilancio e una svolta nel segno della solidarietà. Ma gli stessi dirigenti della Spd e degli altri partiti socialisti dei Paesi dell’area tedesca, anche quelli più accorti, se messi alle strette vi spiegheranno che chiedere ai loro elettori di farsi carico della crisi di italiani e spagnoli comporterebbe un prezzo politico elevato. Forte è la sensazione che non solo manchino le basi di quella solidarietà che sola può sostenere il progetto di completamento dell’Unione, ma che sia debole anche la consapevolezza della profonda interdipendenza tra i Paesi europei, del fatto che ormai si sopravvive o si cade insieme. È per queste ragioni che è particolar- .. . Hollande ha rinunciato a farsi alfiere di un cambio di rotta Il ruolo dell’Italia in Europa diventa ora più cruciale mente importante il passaggio che ci attende. È per questo, in particolare, che è necessario incoraggiare il rafforzamento dei legami tra partiti appartenenti alla famiglia socialista e democratica. Lo è nonostante le evidenti difficoltà: nonostante il fatto che la ricerca di un consenso ampio tra le diverse sensibilità dei partiti socialisti nazionali stia determinando, nella piattaforma del candidato Martin Schulz, posizioni obiettivamente poco incisive sul versante economico; nonostante la sconcertante scelta del presidente Hollande, di puntare all’interno sulle politiche di offerta, tradizionale cavallo di battaglia dei conservatori, e all’esterno sul rafforzamento dell’asse privilegiato tra Parigi e Berlino, rinunciando a farsi alfiere di un cambio di rotta nelle politiche europee. In questo contesto diventa cruciale infatti il ruolo della sinistra italiana nel farsi interprete presso i partner del disagio di una parte così importante dell’Europa e nel sollecitare un cambiamento. Il Pd non può permettersi di mancare a questo appuntamento, ed è importante che in vista del semestre europeo il governo abbia il pieno sostegno del principale partito della maggioranza. Il presidente Napolitano ha dato un segnale chiaro e incisivo. Sta al presidente Letta per un verso e al segretario Renzi per l’altro essere all’altezza delle attese. Maramotti .. . Napolitano invoca un rilancio nel segno della solidarietà ma Spd e altri partiti socialisti sembrano prendere tempo Dialoghi L’adozione folle di Woody Allen e Mia Farrow Luigi Cancrini psichiatra e psicoterapeuta Questo giornale è stato chiuso in tipografia alle ore 21.30 Terribili davvero le rivelazione della figlia adottiva di Woody Allen. C’era stato qualcuno che aveva valutato l’idoneità all’adozione di questi due attori straordinari? ANGELA VISCOSI La vicenda dei bambini adottati da Woody Allen e Mia Farrow è oggetto, in questi giorni, di molto (troppo) gossip. Quella che manca, invece, è una discussione seria sulle situazioni in cui la celebrità delle persone sembra sufficiente per garantire le loro competenze genitoriali. La favola è quella del bambino infelice che ha accesso improvvisamente ad una situazione impensabile di benessere e di ricchezza. Per una scelta legata alla bontà o alla generosità degli adottivi. Con un finale da favola in cui si vive tutti «felici e contenti» che spesso, tuttavia, non ha nulla a che vedere con la realtà. L’adozione è fatica, dovremmo pensare tutti, sforzo difficile e contrastato fra esigenze e dolori contrapposti. Fra il bisogno dei bambini traumatizzati dalla violenza e dall’abbandono e il bisogno di adulti traumatizzati dall’impossibilità di realizzare il sogno di una famiglia loro. Annusarsi e ascoltarsi, nel momento dell’incontro e negli anni successivi, è possibile solo al termine di uno sforzo paziente di genitori capaci di dedicare al bambino tutto il tempo di cui ha bisogno per raccontare una storia per cui si deve avere un grande rispetto. Sapendo che il bambino, nato prima di arrivare dai suoi nuovi genitori, ha una sua storia e una sua identità di cui quella storia è parte integrante. Ma sapendo soprattutto che il benessere e la ricchezza non bastano a riparare le ferite del bambino e che l’adozione tutto è tranne che uno shopping. Da reclamizzare sui giornali e sulle Tv. La tiratura del 5 febbraio 2014 è stata di 65.372 copie Silvia Costa Eurodeputata Pd ● ALLAMANIFESTAZIONECHESIÈTENUTAALPARLAMENTO EUROPEO DI STRASBURGO CON COLLEGHI FRANCESI, SVEDESI E SPAGNOLI per la liberazione dei giornalisti ostaggi dei ribelli in Siria ho portato la mia solidarietà come giornalista, oltre che come europarlamentare, a coloro tra questi che sono ancora vittime di rapimento o rilasciati dopo grandi sofferenze ed esperienze drammatiche, e alle loro famiglie così duramente provate. In Siria continua a crescere il numero di giornalisti scomparsi, un fenomeno che richiede la più ampia mobilitazione possibile. Dall'inizio della rivolta nel marzo del 2011 almeno 50 operatori dell'informazione sono stati rapiti in Siria e più di 10 giornalisti stranieri sono attualmente agli arresti, tenuti in ostaggio o scomparsi. I giornalisti devono poter continuare a raccontare i fatti laddove avvengono, per garantire il diritto all'informazione sia dei siriani che del pubblico internazionale. Al Parlamento europeo ho voluto ricordare anche la dura e lunga prigionia di Domenico Quirico, il giornalista italiano de La Stampa che è stato per cinque lunghi mesi nelle mani dei rapitori sottoposto a umiliazioni, torture e finte esecuzioni. Quirico ha descritto questa esperienza in un libro, «Il Paese del Male», denunciando l'emergere in Siria, oltre ai gruppi ribel.. . li al regime di Assad, di nuclei banditeschi che si venDobbiamo dono tra loro i prigionieri. Ma il mio pensiero è anporre dato anche al sacerdote la questione italiano Paolo Dall'Oglio, che ha vissuto trent'anni nei colloqui in Siria impegnandosi per di Ginevra2 il dialogo tra islamici e siriani. insieme Nell'estate 2012 era staall’emergenza to espulso per aver criticato la repressione violenta umanitaria di Assad e per il suo sostegno al piano di pace proposto da Kofi Annan. Era rientrato nel nord della Siria per incontrare la società civile ed ascoltare i bisogni delle persone, ma è stato poi rapito a Raqqa. Da quel momento, non si hanno più sue notizie. La settimana scorsa, a sei mesi dal suo rapimento, ho partecipato a Bruxelles a una cerimonia religiosa a lui dedicata, in una piccola chiesa vicino al Parlamento europeo. Lo stesso avveniva in altre 16 città europee e del Medioriente. Per questi testimoni coraggiosi e vittime di realtà drammatiche come quella siriana, in qualità di europarlamentari abbiamo il dovere di chiedere che nei colloqui di Ginevra, che riprenderanno il 10 febbraio prossimo, venga chiesto alle parti in causa, preliminarmente, il rilascio dei rapiti. Ma dobbiamo rendere loro onore anche smettendo di ignorare che l’emergenza umanitaria va distinta da quella politica e affrontata subito: non possiamo tacere dei 130 mila morti in questi due anni in Siria e del milione di profughi, un quarto della popolazione, solo in Libano, mentre solo l’altro ieri Aleppo subiva bombardamenti aerei. In questi giorni a Roma, alla riunione promossa dall'Onu del Gruppo di alto livello sulle sfide umanitarie in Siria, sono stati approvati 11 interventi immediati, ma - come ha detto la Commissaria Georgieva - pur avendo l’Unione europea previsto stanziamenti per 3,5 miliardi di euro, le due parti siriane in guerra non consentono alla popolazione di accedere agli aiuti, già pronti al confine. Circa 7 milioni di persone sono tagliate fuori dai rifornimenti. I bambini sono allo stremo. Il Parlamento Europeo, oggi, deve chiedere all' alto Rappresentante Ashton che lanci un appello alla conferenza di Ginevra e al Consiglio di sicurezza dell’ONU, del prossimo 13 febbraio per valutare i risultati del Gruppo per la Siria, perché la questione umanitaria sia posta come ineludibile e sia alleviata la tragica condizione di milioni di persone. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 4 Primo piano Giovedì 6 febbraio 2014 www.ilquotidianoweb.it GOVERNO E PARTITI Il capo dello Stato di ritorno da Strasburgo ferma i giochi in atto: «Ora serve la continuità» I partiti a Letta «Verifica subito» I “piccoli” esprimono la voglia di cambiamento e si ipotizza una staffetta con Renzi a Palazzo Chigi di MILENA DI MAURO ROMA- Accelerare sulla verifica senza aspettare la legge elettorale. Hanno fretta di cambiare, i “piccoli” della maggioranza, e vanno a chiederlo ad Enrico Letta spingendo il premier a stringere sulla verifica in una giornata delicata, quella che precede l’attesa direzione del Pd, quella in cui arriva l’endorsement di Giorgio Napolitano al governo, mentre si fa assordante il tam tam che vuole vicina una crisi pilotata, con un Letta-bis o addirittura con la staffetta Letta-Renzi a Palazzo Chigi. Il Capo dello Stato torna da Strasburgo e ferma i giochi: chiama Letta e ribadisce “apprezzamento per la continuità e i nuovi sviluppi dell’azione di Governo sul piano nazionale e nelle relazioni internazionali”. Niente da dire, intanto, da Palazzo Chigi sul tema del giorno: l’avvicendamento Letta-Renzi di cui parla tutto il Palazzo. “Chiacchiere da Transatlantico“, l’unica chiosa. Il premier sigla invece una tregua importante con gli industriali. In un “franco e costruttivo” confronto con Giorgio Squinzi a Palazzo Chigi, Letta mette da parte gli affondi del Presidente di Confindustria per parlare con lui di costo del lavoro, crediti alle imprese, sburocratizzazione, investimenti ed impegnarsi ad andare il 19 febbraio in Confindustria per un incontro con i vertici degli industriali, ai quali non mancherà di spiegare le opportunità aperte dalla felice missione negli Emirati. Da parte sua Squinzi ha ribadito a Letta la necessità di agire in fretta perchè il Paese ha bisogno di misure urgenti e ha evidenziato che Confindustria continuerà ad osservare con attenzione l’operato del Governo. Intanto con i capigruppo di maggioranza il premier stringe un patto per l’approvazione tempestiva dei decreti che mettono a rischio ingorgo il Parlamento. Poi un pranzo con Alfano e Franceschini, un occhio all’ordine del giorno del consiglio dei ministri di oggi, lo stralcio delle norme Rc Auto da Destinazione Italia. Letta continua ad inzeppare “fatti” nella sua agenda, alla vigilia della attesa direzione del Pd dove il premier non cerca redde rationem con il segretario Matteo Renzi. “Andrà da Presidente del Consiglio in primo luogo per ascoltare il dibattito nel suo partito, che è anche il primo partito della maggioranza, riservandosi di intervenire per dare sostegno al segretario Renzi su legge elettorale e riforme istituzionali“, smussano dal suo staff. Mentre fuori è bufera, dentro a Palazzo Chigi si ragiona così: “Tra Letta e Renzi c’è in termini ufficiali piena sintonia per tempistica ed obiettivi. Un ulteriore rilan- cio dell’azione di governo passerà per “Impegno 2014”solo dopo l’approvazione della legge elettorale”. Quanto al resto, Marianna Madia esce dalla direzione del Pd e dice che l’ipotesi di un ticket di governo Letta-Renzi “non è stata all’ordine del giorno perchè in questo momento l’Italia ha un governo, è il governo Letta. Il ruolo del Pd è sostenere e spronare il governo che c’è”. Tanto basta. A dare una mano arriva poi Giorgio Napolitano, ed anche gli alleati di Ncd, per i quali è l’ora di un cambio di passo ed il Pd deve metterci idee e uomini. “Il Pd sta compiendo gli errori di sempre. Dopo il derby a cui abbiamo assistito per 15 anni tra D’Alema e Veltroni ora rischiamo di fare il bis con Renzi e Letta. Il Pd faccia una scelta chiara sul sostegno al governo anche perchè noi di Ncd non lo sosteniamo se il Pd non ci crede. Siamo leali e trasparenti“, è il mantra che Angelino Alfano continua a ripetere. Il leghista Gianluca Buonanno durante la sua protesta in Aula | BOTTA E RISPOSTA | Napolitano alla Lega «Nessun capriccio» di FABRIZIO FINZI STRASBURGO - La nascita dei governi di Mario Monti e di Enrico Letta non è stata inventata “da un capriccio del presidente della Repubblica”. In troppi dimenticano che la crisi finanziaria era cominciata ben prima dell’arrivo del professore Il presidente Napolitano a Strasburgo e che i due nomi sono usciti a larga maggioranza da regolari consultazioni al Quirinale per evitare al Paese il “precipitare a nuove elezioni anticipate”. Si è levato qualche sassolino Giorgio Napolitano che, in un insolito pubblico “botta e risposta” con gli eurodeputati italiani, ha quasi fatto la pace con la Lega nord dopo la clamorosa protesta anti-Euro di martedì nella plenaria dell’Europarlamento. “Non mi sono sentito particolarmente turbato o ferito. C’è un gruppo che ha ritenuto di fare una manifestazione nelle forme che ha scelto“, ha commentato Napolitano. Poi ha bonariamente invitato i leghisti a diventare degli “europeisti critici“, cioè a dare voce costruttiva alle loro obiezioni. Non che le distanze tra il capo dello Stato e la Lega si siano accorciate - anzi, il Carroccio ne ha chiesto addirittura le dimissioni - ma perlomeno tra i leghisti è prevalso il “fair play”. Dopo una stretta di mano con il presidente - che ha anche elogiato il “cattivissimo” Borghezio per la sua attenzione ai temi europei - Matteo Salvini ha però confermato la sostanza: “Dal punto di vista personale, nessun rancore”. Ma “chi continua a difendere l’indifendibile, questa Europa e questo euro, non può rappresentare i cittadini italiani”, ha chiarito il segretario della Lega. Quello di chiedere le dimissioni è “un diritto che non si nega a nessuno“, gli ha replicato poco dopo serafico il presidente. Che per ora non ha la minima intenzione di lasciare il Quirinale, soprattutto in un momento in cui il processo riformatore si è avviato dopo mesi e mesi di melina politica. Al di là dell’avvio del percorso parlamentare per la nuova legge elettorale, che Napolitano sta seguendo con grande interesse, ci sono i tanti appuntamenti dei prossimi mesi dell’agenda del presidente a confermare che almeno per un altro pò rimarrà sul Colle più alto. LA VERIFICA Ufficialmente si parlerà di Senato ma sono altri i nodi da sciogliere Renzi sonda la minoranza: serve un governo forte Nella direzione dei democratici di oggi prevista la partecipazione del presidente del Consiglio di CRISTINA FERRULLI ROMA - Rischia di svolgersi in un’atmosfera surreale la direzione Pd di oggi: sul tavolo ci sono la riforma del Senato e del Titolo V, e su quello si impegnano a parlare sia Matteo Renzi sia, forse, il premier Enrico Letta. Ma il convitato di pietra della riunione sarà un altro: andare avanti con il governo Letta o mettere in campo una staffetta con il leader Pd per dare, spiegano i fautori del cambio a Palazzo Chigi, stabilità alla legislatura e forza alle riforme? Il segretario democr, rac- contano i suoi, dopo il pressing non solo dentro il Pd, a questo punto “ci sta pensando” e l’ipotesi di un Renzi I sarebbe stato il vero tema degli incontri sia con Gianni Cuperlo sia con Stefania Giannini di Sc e Pier Ferdinando Casini. Il Pd, e per primo Matteo Renzi, si trova davanti ad uno dei bivi più difficili della sua storia. “Siamo al punto di vedere dove rotola la palla, certo non si può andare avanti con un Pd separato dall’azione di governo“, è l’analisi diffusa dentro la maggioranza e la minoranza del partito. Un’accelerazione che tra alcuni ren- ziani si spinge al punto di disegnare tempi e confini della maggioranza guidata da Matteo Renzi, con Sel, Sc e Ncd dentro e Fi fuori ma con il placet di Silvio Berlusconi ad andare avanti con le riforme per una legislatura che i sostenitori della staffetta definiscono “costituente” fino al 2018. Matteo Renzi sa che davanti a sè ha solo due strade: o decidere di sostenere con convinzione Letta, visto che non si può rinviare all’infinito la richiesta del premier di un impegno del principale partito. O, visti i tempi stretti per tornare al voto con la nuova legge elettorale, prendere il suo posto con l’avvallo del Quirinale per un cammino certo delle riforme e coinvolgendo il presidente del Consiglio. Il segretario del Pd Matteo Renzi RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Giovedì 6 febbraio 2014 www.ilquotidianoweb.it 5 IL DECRETO LEGGE Svuotacarceri: bagarre di Buonanno in Aula espulso e poi graziato di GIULIANA PALIERI Il presidente del Senato Piero Grasso | LA DECISIONE | Il Senato parte civile contro il Cavaliere di ANNA LAURA BUSSA ROMA- Ascolta il parere di tutti, ma alla fine decide in totale autonomia, così come il regolamento gli consente di fare: il Senato si costituirà parte civile nel processo sulla compravendita dei parlamentari che vede tra gli imputati Silvio Berlusconi. E questo perchè “è un ineludibile dovere morale” che la Camera Alta partecipi all’accertamento della verità di fatti che la magistratura indica come avvenuti all’interno dell’istituzione. La “scelta” del presidente di Palazzo Madama, Pietro Grasso, comunicata in serata via email, fa insorgere il centrodestra che parla di “zelo giustizialista” e di “scelta scorretta che non rimarrà priva di conseguenze”. E fa andare su tutte le furie il Cavaliere che parlando con i suoi definisce “turpe” la decisione e convoca lo stato maggiore del partito a Palazzo Grazioli per decidere il da farsi. Nel Pd, infatti, non sono pochi quelli che ora temono possibili ripercussioni sul piano riforme e sull’intesa con Renzi. Il gesto di Grasso, sarebbe il ragionamento espresso dall’ex capo del governo secondo il racconto di alcuni suoi fedelissimi, rappresenta un segnale chiaro: appena torno sulla scena politica cercano di mettermi a tacere. Ma non ci riusciranno perchè io non ho nulla da temere. Al momento, comunque, secondo quanto si apprende, FI non avrebbe ancora deciso quali contromosse adottare. Non si esclude una riunione oggi, forse congiunta, di tutti i parlamentari azzurri. La protesta avviene non solo per il fatto in se stesso di coinvolgere l’istituzione del Senato nel processo che prenderà il via a Napoli l’11 febbraio prossimo, ma anche perchè viene presa nonostante il Consiglio di presidenza di Palazzo Madama, in mattinata, abbia detto esattamente il contrario con 10 “no”e8“sì”e cioè che il Senato non doveva assolutamente costituirsi parte civile. “Confido nell’ascolto“, aveva detto Maurizio Gasparri al termi- Silvio Berlusconi durante un comizio ne della seduta del Consiglio. “E visto che la maggioranza dei componenti ha detto no alla costituzione di parte civile - aveva osservato Maria Elisabetta Casellati - sarebbe inusuale che Grasso decidesse diversamente”. E invece il presidente del Senato sceglie di non cedere tanto alla logica dei numeri (con i centristi Linda Lanzillotta e Antonio De Poli che avevano spostato l’ago della bilancia sul “no” votando insieme a Ncd-Fi-Lega e Gal), quanto alle osservazioni della magistratura che considera l’istituzione come “persona offesa” di fatti “asseritamente avvenuti” al proprio interno e comunque “relativi” alla sua “dignità.” Pertanto, spiega Grasso, si pone “un ineludibile dovere morale” di partecipare “all’accertamento della verità, in base alle regole processuali e seguendo il naturale andamento del dibattimento”. E il coro di proteste che sale da FI e Ncd è unanime. “Grasso ci ha calpestati“, commenta Maurizio Gasparri. Da lui “arriva una prova di zelo giustizialista“, incalza Raffaele Fitto. “Abbiamo risposto male le nostre speranze“, osserva Renato Brunetta. Grasso “non è un presidente super partes“, afferma Antonio Leone (Ncd). Maurizio Sacconi (Ncd) confessa di essere rimasto “allibito“, mentre Donato Bruno (FI) parla di decisione “presa fuori da ogni regola”. Il presidente del Senato, invece, ottiene il sostegno del Pd con Luigi Zanda che sostiene come sia “un dovere morale difendere la democrazia”. Tre milioni di euro. Questo il prezzo che sarebbe stato pagato da Berlusconi perchè l’allora senatore Sergio De Gregorio, eletto nelle liste dell’Idv, cambiasse schieramento per determinare la caduta del governo Prodi. E’ l’accusa contestata all’ex premier, imputato di corruzione al processo per la presunta compravendita dei senatori che comincerà l’11 febbraio prossimo davanti al Tribunale di Napoli. Un reato che i pm Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock, Alessandro Milita e Fabrizio Vanorio ipotizzano anche nei confronti dell’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola, il quale nella vicenda avrebbe avuto il ruolo di intermediario. A De Gregorio sarebbero stati consegnati due milioni in contanti (versati sui suoi conti in varie tranche) e un milione sotto forma di finanziamento al movimento Italiani del Mondo di cui era promotore. L’inchiesta sulla cosiddetta “Operazione Libertà” - consistita nel passaggio al centrodestra di alcuni senatori per provocare la crisi della maggioranza che a Palazzo Madama si reggeva sul filo di pochi voti - fu avviata dalla procura di Napoli in seguito alle dichiarazioni fatte dallo stesso De Gregorio, coinvolto in altre vicende giudiziarie. L’ex senatore non figura tuttavia tra gli imputati essendo uscito definitivamente dal processo dopo aver patteggiato la pena (un anno e 8 mesi, con sospensione della pena). I fatti al centro del processo si riferiscono a un arco di tempo che va dal 2006 al 2008. Berlusconi e Lavitola furono rinviati a giudizio il 24 ottobre dello scorso anno dal gup Amelia Primavera. Una precedente richiesta di giudizio era stata respinta da un altro giudice. Tre milioni per far cadere Prodi la disastrosa situazione carceraria italiana - ha poi spiegato - è un “teROMA - Carroccio senza freni con- ma su cui siamo con le spalle al mutro il decreto “svuota-carceri“: pa- ro“, perchè c’è una sentenza “peladino della battaglie leghiste, il santissima” della Corte di Stra“fantasista” di Montecitorio, ovve- sburgo dei Diritti dell’uomo. ro Gianluca Buonanno, che dopo E’ una sorta di patteggiamento aver sventolato un paio di manette ex post, un contratto tra lo Stato, davanti al banco della presidenza, che cancella il residuo di condanna ieri si è presentato in aula per un fino a quattro anni, e il detenuto nuovo show. Il deputato della Lega che si impegna a rispettare certe nel bel mezzo del dibattito sul de- regole, per almeno dieci anni, pena creto che vuole fronteggiare il so- il ritorno in carcere. La proposta vraffollamento degli istituti di pe- per intervenire strutturalmente na, ha esibito un cartello contro il sul problema del sovraffollamento Pd “complice dei mafiosi”. Questa carcerario, 61.709 detenuti per un volta Buonanno totale di 47.716 però non l’ha posti regolamensfangata: il presitari, arriva da due dente di turno, il esperti della Fongrillino Luigi Di dazione Icsa, il Maio, dopo due riprefetto Carlo De chiami l’ha espulStefano, per anni so dall’Aula. Ma il responsabile giamburrasca ledell’antiterrorighista ha poi smo, e il procurachiesto alla presitore aggiunto di denza di essere Roma Giancarlo riammesso con la Capaldo. promessa di non “A differenza di turbare più i lavoquanto contenuri dell’Aula e Lauto nel dl carceri in ra Boldrini in via discussione alla del tutto “eccezio- Il vicepresidente Luigi Di Maio Camera - spiega nale” lo ha perdoCapaldo - la nonato riaprendogli le porte dell’emi- stra proposta non regala nulla al ciclo. In serata però i leghisti sono detenuto ma prevede una sua astornati a sventolare cartelli (clan- sunzione di responsabilità”. E’ il destino è reato) questa volta in rot- recluso, infatti, come prima cosa a ta di collisione con i grillini per il lo- dover avanzare la domanda per ro ordine del giorno volto ad aboli- usufruire di questa “sospensione re il reato di clandestinità. condizionale speciale”. L’ammisL’aula sta ultimando l’esame de- sione al beneficio, da cui è escluso gli ordini del giorno, e dopo la fidu- chi ha commesso reati gravissimi e cia di martedì, oggi voterà il testo. i recidivi, è affidata comunque al Ma non si allenta l’ostruzionismo tribunale di sorveglianza che la del Carroccio: tra uno cartello e l’al- concede dopo aver escluso la peritro intervengono a raffica tutti i de- colosità del detenuto. “La stima putati leghisti e in alcuni casi la lo- spiega Carlo De Stefano - è che con ro strategia si salda con quella dei questa modifica strutturale della grillini. gestione della pena potrebbero laPer blindare il provvedimento è sciare il carcere da subito almeno sceso in campo direttamente il pre- 15 mila delle oltre 22 mila persone sidente della Repubblica che da in carcere con condanne fino a 4 Strasburgo (dove ha metaforica- anni”. mente incrociato le lame con i leIl detenuto che usufruisce della ghisti euroscettici) ha messo in sospensione resta sotto osservaguardia dal rischio che l’Italia, sen- zione per dieci anni e si impegna a za quella legge, si trovi a “pagare rispettare alcune misure di prepesanti sanzioni”. venzione per il tempo della pena “Se non si daranno risposte alla che avrebbe dovuto scontare, come sentenza della Corte dei Diritti non lasciare il Paese, non frequenumani sullo stato delle carceri sa- tare ambienti ambigui, e dimostraranno accolti tutti i ricorsi dei dete- re sempre la provenienza dei suoi nuti e lo Stato italiano sarà condan- beni. “E’ un modo per cambiare ranato a pagare cifre enormi, centi- dicalmente la filosofia della gestionaia e centinaia di milioni di euro“, ne della pena“, dicono gli esperti ha avvisato Napolitano. Quello del- dell’Icsa. IL CASO Su Fb un gruppo per querelare la Boldrini Impeachment dell’M5s al via l’iter per la discussione ROMA . Prende il via in Parlamento l’iter per la discussione dell’istanza di messa in stato di accusa del Capo dello Stato da parte del M5s. Un procedimento che parte decisamente in sordina a dispetto delle aspettative del Movimento che, conscio di avere molte poche probabilità di arrivare ad avviare veramente un “impeachment”, punta a dare rilievo politico alla procedura. Nelle aule parlamentari, intanto, i cittadini del Movimento danno segno di abbassare il tono e si limitano a fare ostruzionismo, regolamento alla mano. Ma con le altre forze politiche e fuori dal Parlamento la battaglia non è certo sopita. In rete fioccano le adesioni ad un gruppo Fb che propone di querelare per diffamazione la presidente della Camera. Il sito che invita a sottoscrivere una denuncia di massa alla Presidente per le frasi sui “potenziali stupratori” ha raccolto oltre 3 mila sottoscrittori tra i quali molti parlamentari. La proposta di querelarla era stata portata, ma accantonata,anche in assemblea del gruppo di Montecitorio. L’iniziativa non passa inosservata a Montecitorio e in serata giunge la replica del portavoce della Boldrini che promette di sottoporre ai giudici “il lunghissimo repertorio di minacce sessiste, di stupri evocati, di oscenità, di insulti che da domenica sono comparsi sul blog e sulla pagina facebook di Beppe Grillo. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 6 Primo piano Giovedì 6 febbraio 2014 www.ilquotidianoweb.it IL CASO Dagli affari col “re” della monnezza alla Regione: l’irresistibile ascesa di Pietro Mazziotta di LEO AMATO POTENZA - E’ il più stretto collaboratore Aldo Berlinguer, la sua guida designata tra i tecnicismi delle questioni sul tavolo, e le insidie di un territorio semi-sconosciuto, che è considerato tra i più appetitosi per le ecomafie di tutta Italia. Ma è anche in affari con un imprenditore che l’anno scorso è finito in carcere per traffico di rifiuti, e tra i clienti della sua società vanta nomi come Eni e Fenice-Edf. Figurarsi quanto importi che sia pure membro di un’amministrazione comunale di centrodestra. E’ un groviglio di interessi quello che si annida nella segreteria particolare del neo assessore all’ambiente Aldo Berlinguer. Quando la giunta regionale si è riunita per nominare la sua e quella degli altri assessori, lo scorso 23 gennaio, lui non c’era. Ma c’è da credere che anche se vi fosse stato non avrebbe fiatato perché a indicare quei nomi è stato Marcello Pittella in persona. Così tra i 4 componenti del suo staff è finito anche Pietro Mazziotta, un 38enne di Ferrandina laureato in ingegneria ambientale nel 2001, già con un lungo percorso politico alle spalle, che 3 anni orsono lo ha portato alla nomina di vicesindaco nella giunta di centrodestra guidata dal senatore Saverio D’Amelio, come primo degli eletti con la sua lista in consiglio comunale. Dato per vicino all’Udc, che in realtà alle ultime elezioni amministrative ha sostenuto un candidato diverso, Mazziotta è arrivato in Regione a giugno del 2011 con un incarico di consulente «per le attività istruttorie relative alla Valutazione d’impatto ambientale e l’Autorizzazione paesaggistica per il rilascio dell’Autorizzazione Unica Regionale». Si dà il caso che a guidare il dipartimento Ambiente c’era proprio l’allora segretario regionale dell’Udc, Agatino Mancusi, che deve aver molto apprezzato il suo curriculum dove figurano un incarico all’Associazione piccole imprese di Basilicata, e uno alla Confartigianato di Matera. Molto più importante, invece, il portafoglio clienti della sua Hydrolab srl, «una giovane realtà operante nel settore ambientale, alimentare della sicurezza e nella progettazione, avendo quale attività prevalente quella del controllo chimico analitico su suoli, acque, rifiuti», analisi del rischio ecologico eccetera. Come spiega bene proprio l’ingegner Mazziotta sulla pagina web dalla società. Oltre ad Eni e Fenice-Edf, tra chi si avvale dei loro servizi, afa bella mostra di sè anche il gruppo di Giovanni Castellano, il noto costruttore titolare dell’Hilton di Matera, che almeno fino a poche settimane fa deteneva anche una quota nella Hydrolab. Per la gestione della discarica comunale di Salandra Castellano è finito nell’ultima inchiesta dell’antimafia lucana sul ciclo dei rifiuti urbani del bacino Potenza Centro. Gli investigatori hanno scoperto che lo smaltimento negli impianti di mezza regione avveniva senza svolgere i trattamenti previsti dalla legge, cosa che avrebbe comportato un rischio notevole d’inquinamento. Così a dicembre del 2012 sono scattate gli arresti per 12 persone accusate - a vario titolo - di traffico illecito di rifiuti, truffa e associazione per delinquere. Quanto ad Eni e Fenice-Edf sembra persino inutile aggiungere che si tratta di due dossier sempre aperti in Regione. Tant’è vero che tra i primi atti di Berlinguer c’è stata proprio la diffida alla compagnia del cane a sei zampe dopo la fiammata anomala dal Centro oli di Viggiano del 13 gennaio. Alla prossimo superamento delle soglie di emissioni in atmosfera è previsto che dalla Regione arrivi uno stop alla produzione, qualcosa che in soldoni vorrebbe dire tra i 6 i 7 milioni di euro al giorno in meno Vicino all’Udc nel 2011 è stato il più votato del centrodestra Un “infiltrato” nella segreteria di Berlinguer Il vicesindaco di Ferrandina nello staff dell’assessore all’Ambiente “Scompare” il conflitto d’interessi con i clienti privati della sua società nelle casse della società di San Donato. Numeri da far tremare i polsi al più severo dei controllori anche senza un consigliere interessato nel suo staff più ristretto. Per non parlare di Fenice, il termovalorizzatore di San Nicola di Melfi, per cui si sta svolgendo a Potenza un processo per disastro ambientale a carico dei suoi vertici e di numerosi funzionari dell’Arpab e proprio del Dipartimento Ambiente, accusati di una serie clamorosa di omissioni, dal momento che i dati sulla contaminazione della falda sono venuti fuori soltanto a di- stanza di 10 anni dalle prime rilevazioni. Tra Fenice, Regione e Comune di Melfi è in corso anche un duro braccio di ferro sulla bonifica da effettuare per rimediare alla situazione. E questo è solo il passato. Perché sul tavolo dell’assessore c’è anche l’aggiornamento del piano regionale sui rifiuti, bandito a novembre del 2012, per cui soltanto due mesi e mezzo fa si è provveduto all’apertura dei plichi e alla verifica della regolarità della documentazione presentata dai concorrenti. | di NICOLA FIGLIUOLO* EGREGIO direttore,spero voglia ospitare anche una mia riflessione sulle pagine del suo giornale,più per onore di verità che per diritto di replica che comunque intendo esercitare. Oggi, mercoledì 5 febbraio (ieri per chi legge,ndr), il presidente dell'associazione Enalcaccia, attraverso la stampa ha reso noto al mondo la sua volontà di vedermi dimettere a causa degli esiti della sentenza del Tar di Basilicata che decideva in merito alla rappresentanza agricola in seno ai tre Atc della provincia Potenza. Mi trovo costretto mio malgrado ancora una volta a ribadire il concetto di indirizzo e gestione pure a chi, seppur per un fulmineo lasso di tempo, si è visto investito del mio stesso ruolo. Nello specifico la delibera di giunta, atto dovuto per poter nominare i componenti degli Atc, attiene all'istruttoria posta in essere dagli uffici. Lo stesso avviene nel caso di sostituzione di componenti da parte delle associazioni che designano senza discrezionalità alcuna da parte della giunta. Si capisce bene, quindi, che l'esternazione del presidente dell'Enalcaccia lede non il sottoscritto come lui vorrebbe, ma soprattutto il lavoro diligente, autonomo AGRICOLTORI CONTRO «L’appalto - spiega un documento ufficiale della Regione - riguarda l’acquisizione ed attivazione del sistema informativo territoriale per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti urbani e speciali, la redazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti solidi urbani, dei rifiuti speciali, degli imballaggi, dei Pcb, del piano amianto e del piano di bonifica dei siti inquinati e la redazione del rapporto ambientale». Con che occhi stiano guardando all’evolversi della gara i soci e i clienti di Mazziotta è facile da immaginare. | Bufera sui comitati di gestione «E’ sbagliato prendersela con e responsabile dei dipendenti della provincia. La stessa sentenza del tribunale amministrativo, che ovviamente va rispettata e alla quale già si è data esecuzione, fa notare come la vicenda della rappresentanza, non ben definita nella normativa di riferimento, sia materia assai complicata, tant’è che non contesta il metodo adottato dalla Provincia ma, semplicemente, individua una fonte certificata per poterne determinare la rappresentanza territoriale a fronte di dati non certificati dichiarati dalle associazioni agricole. Proprio le motivazioni della sentenza mi fanno dire che non si può assolutamente giudicare negativamente l'operato degli uffici della provincia. Operato che per la grande competenza e professionalità è sempre all'insegna della trasparenza. Occorrono precisazioni anche su quanto scritto relativamente al risarcimento dei danni da fauna selvatica ( non solo cinghiale). Trovo la questione strumentale ma soprattutto incoerente. Dovrebbe sapere Il presidente che nonostante i minori trasferimenti dalla Regione alle province la Provincia di Potenza ha liquidato quanto dovuto agli atc i quali, a loro volta, hanno provveduto a pagare tutte le istanze di risarcimenti del 2012 (risarcimenti e non indennizzi, come accade purtroppo per gli agricoltori di molte altre province ) e stanno chiudendo - come tutti gli anni per fine febbraio -quelli del 2013, nonostante sopratutto nell' atc 3 le richieste di danni siano enormemente aumentate. Per replicare, e non polemicamente, al presidente dell'Enalcaccia vorrei infine dire che questa uscita sulla stampa non mi sembra sia stata condivisa e supportata dalle altre associazioni che rappresentano quasi l’85% del mondo venatorio. Neanche e soprattutto da quelle che secondo il presidente Enalcaccia sarebbero state penalizzate. Con tutte le associazioni venatorie, in questi 5 anni, si è consolidato un rapporto di rispetto e collaborazione che ci ha permesso di raggiungere risultati im- RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Giovedì 6 febbraio 2014 www.ilquotidianoweb.it 7 L’erogazione potrebbe essere sospesa. Il sindaco: «Subito un tavolo interistituzionale» Tito, Arpab conferma Idrocarburi nell’acqua di rubinetto di MARIATERESA LABANCA La Regione Basilicata, nel tondo l’assessore all’Ambiente Berlinguer, sotto Mazziotta TITO – Idrocarburi nell'acqua del rubinetto, di due abitazioni private, situate in due differenti zone del paese, servite da acquedotti differenti. E’ purtroppo quella che si temeva la conferma che arriva da parte dell'Agenzia regionale dell'Ambiente, dopo che i risultati delle analisi volute da alcuni privati cittadini e svolte presso un laboratorio accreditato aveva già in messo in evidenza la contaminazione in corso. La comunicazione dell'Arpab è stata inviata al Comune di Tito nel tardo pomeriggio di ieri e pochi minuti dopo è partita la segnalazione alle autorità competenti da parte del sindaco, Pasquale Scavone. Che al Quotidiano conferma: “Ho immediatamente allertato Regione, Acquedotto, e Azienda sanitaria”. Il primo cittadino chiede subito l'attivazione di un tavolo interistituzionale per decidere sul da farsi. Perché quella che sta per esplodere è una vera e propria patata bollente. C'è da capire come questi combustibili fossili altamente inquinanti e pericolosi per la salute dell'uomo, generalmente legati a catrame, bitume, ma anche alle attività estrattive, siano finiti nell'acqua potabile. Senza che per altro Acquedotto lucano, deputato, oltre che alla potabilizzazione, anche ai controlli sulla qualità delle acque abbia mai riscontrato o comunque comunicato la presenza di questi inquinanti. Sarà necessario circoscrivere il fenomeno, attraverso nuove analisi da condurre sull'intera rete idrica per capire se si tratti di casi isolati o generalizzati. Insomma, se la contaminazione riguardi o meno tutto il paese. O, in caso di aree limitate, quali esse siano. Ma, certo, il fatto che i casi di contaminazione in corso si siano verificati in due zone diverse del paese, in abitazioni per altro servite da acquedotti differenti, farebbe pensare a un inquinamento abbastanza Gallia est omnis divisa in partes tres, quarum unam incolunt Belgae diffuso. Ma soprattutto si dovrà decedire cosa fare. Se le analisi successive dovessero confermare la contaminazione in corso si potrebbe rendere necessaria la sospensione dell'erogazione idrica. A differenza degli altri inquinanti “tollerati” nelle acque , per gli idrocarburi non esistono soglie limite da non superrae fissate dalla legge. Si tratta di sostanze che non dovrebbero mai trovarsi nelle acque potabili, mentre nei due casi già analizzati hanno concentrazioni abbastanza elevate. Le associazioni ambientaliste Progetto Earth G Basilicata, Punto Zero e Liberiamo la Basilicata che hanno sostenuto l'azione intrapresa dai privati cittadini che hanno voluto sottoporre l’acqua di casa all’analisi di laboratorio, nei giorni scorsi avevano manifestato grosse perplessità in merito Atc, Figliuolo replica ad Enalcaccia l’operato della Provincia di Potenza» portanti partendo dall'approvazione all'unanimità in comitato tecnico di vari regolamenti,valutati dalla commissione competente e adottati dal Consiglio Provinciale, fino all'approvazione del Piano Faunistico,strumento atteso da anni che offre opportunità per una moderna gestione faunistica del territorio. Non voglio assolutamente elencare tutti i provvedimenti che sono stati adottati - tutti, ripeto, in grande sinergia e con la collaborazione attiva di tutte le sigle - ma mi sembra totalmente fuori luogo voler dare ad una vicenda amministrativa un significato politico. Viceversa, gli osservatori e gli strumenti di lettura disponibili potrebbero far assumere valenze diverse. Per quanto mi riguarda, però, non mi permetterei mai di entrare nel merito della gestione di una associazione, neanche se ci fossero tutte le condizioni per discutere sulla esigua rappresentanza; di conseguenza non posso preoccuparmi delle marginali questioni di chi vede “cordate” invece di interrogarsi su alcuni perché. Vorrei invece sottolineare come grazie anche ad un nuovo corso della politica, negli ultimi anni, si sia cercato di stigmatizzare l’infruttuosa litigiosità che in qualche momento ha caratterizzato il mondo venatorio. Per me questo e' uno dei migliori risultati ottenuti, non per mia capacità, ma soprattutto per il grande senso di responsabilità, per la fattiva collaborazione e per la passione che in modo particolare i vertici delle associazioni Venatorie hanno ritenuto di mettere in campo. Ma si sa che quando si mettono in atto processi virtuosi, la paura di perdere il “poco” fa si che si possa mettere in discussione il “molto”. *Assessore attività produttive e politiche venatorie della Provincia di Potenza Nicola Figliuolo, a destra gli articoli del Quotidiano dedicati al caso allo “stato di salute”della ex discarica di Aia dei Monaci, denunciando la contaminazione da percolato. Caso di cui si è occupato anche il Quotidiano, in seguito al quale sono partiti controlli, ancora in corso, da parte della polizia provinciale, ma anche degli uomini del Corpo forestale dello Stato. Al momento non esiste alcun elemento scientifico certo per sostenere che i due fenomeni siano in qualche modo correlati. Ma l'intervento immediato delle istituzioni competenti è necessario e indispensabile proprio per capire l'entità della contaminazione e cosa stia avvenendo nel comune afflitto da numerose emergenze ambientali, a partire dalla sua area industriale, ormai da anni sito d'interesse nazionale da bonificare. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 8 Primo piano Giovedì 6 febbraio 2014 www.ilquotidianoweb.it IL CASO Secondo i rumors per la nomina a commissario unico ci sarebbe anche Donato Salvatore di SALVATORE SANTORO POTENZA - Il no di Nino Falotico a Marcello Pittella ha scatenato la reazione e l’ira del consigliere regionale di Centro democratico Nicola Benedetto. Ed è l’unico, l’ex assessore regionale all’Agricoltura, a intervenire ufficialmente sulla vicenda. In realtà la vicenda continua a far discutere. Ma non apertamente. Iniziano a circolare anche alcune ipotesi e alcuni nomi per prendere il posto che doveva essere di Falotico quale commissario unico dei Consorzi di bonifica. Di certo il governatore Marcello Pittella ora è difficile che faccia passare molto tempo: la riforma dei Consorzi rimane una priorità al netto di chi guiderà l’ente per i prossimi mesi. Ad ogni modo l’ipotesi più accreditata che circolava ieri era quella che portava il nome del socialista Donato Salvatore che potrebbe lasciare la guida dell’Asi per risolvere la “grana” dei Consorzi. Ad ogni modo sono indescrezioni a caldo dopo il no di Nino Falotico. A breve dovrebbe essere più chiaro il contesto. La polemica frontale comunque è esplosa. Nicola Benedetto - che si sa non ha digerito la propria esclusione dalla nuova giunta regionale - ieri ha parlato di “figuraccia” da parte del prwesidente Pittella. Ma non solo. Nicola Benedetto che subito dopo non essere stato nominato assessore ha reso noto un accordo preelettorale firmato da de Filippo, Speranza e lo stesso Pittella e che nel primo consiglio regionale ha svelato in pubblico una conversazione con Speranza - rincara la dose: «La “rivoluzione” del Presidente Pittella è inciampata in una figuraccia che, sicuramente si poteva evitare, con conseguenze di immagine (e non solo) che si ripercuotono sul mondo agricolo lucano al punto da alimentare ulteriore sfiducia nelle istituzioni e nella politica». Benedetto quindi parla di «scelta dilettantistica» e conclude con quello che ha Il consigliere di Centro democratico avverte il governatore: «Ora non fare il Don Chisciotte» A breve la nuova scelta per non interrompere sul nascere la riforma dei Consorzi Sopra il segretario regionale della Cisl, Nino Falotico, a destra l’ex assessore Nicola Benedetto Benedetto all’attacco di Pittella e Falotico L’ex assessore all’Agricoltura sul no del segretario della Cisl si toglie il “sassolino dalla scarpa” e parla di scelte da dilettanti tutta l’aria di una autoinvestitura: «Mi auguro che la vicenda serva da lezione al presidente perché per fare la rivoluzione non è sufficiente un leader se non ha al suo fianco una squadra di rivoluzionari autentici e, tra l’altro, profondi conoscitori dei territori, delle comunità e delle problematiche nei quali calare la rivoluzione, una squadra con cui condividere scelte e decisioni che non possono trovare l’alibi delle prerogative presidenziali, altrimenti si trasformano in una rivoluzione personale, da solo contro tutti con la possibilità di ripetere ancora la figuraccia e di trasfigurare un rivoluzionario in un Donchischiotte». [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA LAMORTE (CONFSAL) ADERISCE AL PARTITO DI DI MAGGIO «Mi appartengono i principi sturziani» POTENZA - Il prediente nazionale della Feav (Terzo settore), nonchè segretario regionale della Confsal, Domenico Lamorte ha dichiarato di aderire al partito Ppie del senatore Tito Di Maggio e del consigliere regionale Aurelio Pace. L’adesione è al centrodestra. Per Domenico Lamorte c’è «aderenza ai valori cattolici e appartenenza ai principi sturziani». E quindi ha aggiunto il segretario lucano della Confsal: «Rivalutazione del ruolo della politica che assurge a missione per la persona e l’intera società, nella dimensione della carità e della giustizia: questi gli elementi che assieme esigono effettivo e pieno riconoscimento dei diritti della persona». Orgoglio per il nuovo ingresso è stato espresso da Aurelio Pace. PITTELLA CONTRO LA LEGA Oggi la Direzione del Partito democratico a Roma per il futuro di Letta e De Filippo «Evitiamo gli imbrogli» Pd: ultime ore di quiete prima del congresso «PER evitare ai cittadini italiani una campagna elettorale all’insegna dell’imbroglio e del populismo leghista, occorre dire chiaramente che dall’euro non si può uscire e che la vera svolta sta nell’accompagnare la moneta unica ad un governo economico europeo, serve un ministero del Tesoro europeo, gli Eurobond e la Bce prestatrice di ultima istanza». Lo ha dichiarato l’uropalamentare lucano Gianni Pittella. POTENZA - Mancano solo tre settimane alla chiusura dei termini per le candidature alla segreteria del Pd di Basilicata. C’è tempo fino alle ore 20 del 28 febbraio. E tutto pare ancora in alto mare. Ma dagli ambienti democratici viene palesata ancora molta tranquillità. Sarà perchè fin quando non si capisce il futuro nazionale dell’attuale segretario regionale Vito De Filippo non si possono fare calcoli, sarà perchè c’è estrema fiducia nella capacità dei vertici di trovare sempre la quadratura finale eppure il precedente delle scorse regionali dovrebbe far riflettere), sarà perchè il livello di “incoscienza” supera quello della cautela, sarà perchè magari si fa solo finta che tutto sia sotto controllo sta di fatto che non si registra panico all’interno del Partito democratico di Basilicata. Una Direzione del Pd di Basilicata Oggi, ad ogni, modo c’è uno snodo fondamentale. A Roma si svolge la Direzione nazionale del Pd. All’ordine del giorno il futuro (e il presente) del governo nazionale guidato da Enrico Letta. La riunione dei big democratici guidata dal se- gretario nazionale Matteo Renzi deciderà se garantire sostegno a Letta per tutto il 2014. Se così fosse lo stesso Letta darà seguito al rimpasto di governo. Rimpasto che è guardato con interesse da parte dei lucani. A sperare in una nomina a sottosegretario lo stesso De Filippo ma anche il deputato Salvatore Margiotta. E’ evidente quindi che si aspettano “buone nuove” da Roma. Non ci fossero nomine allora la partita per la segreteria diventerebbe una partita complicata con lo stesso ex governatore che potrebbe giocarsi le proprie carte per rifarsi eleggere segretario lucano del Pd. Ovvio che c’è un tema renziano. E in tal senso i più papabili restano Luca Braia e lo stesso Margiotta. Ma è presto. Ancora per qualche giorno. sal.san. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Giovedì 6 febbraio 2014 www.ilquotidianoweb.it 9 L’EDITORIALE PRESIDENTE, DEVE ESSERE IL TEMPO DEI MIGLIORI segue dalla prima di LUCIA SERINO tengo particolarmente. Abbiamo il dovere di fare, di dare un senso quotidiano alle nostre azioni. La Basilicata è una piccola comunità di individui. C'è chi ha responsabilità di gestione e chi deve sentirsi legittimato a controllare ma anche a proporre. Questo vale a ogni livello. Anche per la mia categoria. Un tempo eravamo monopolisti, i migliori per appartenenza a un Ordine. Oggi non è più così. Lo stesso percorso disintermediato vale anche per la politica. Non solo c'è chi ne sa più di te, ma c'è un mondo pronto a smascherarti, se bluffi. Il presidente della Regione, Marcello Pittella durante un comizio elettorale | IDV SULLE MODIFICHE ALLA LEGGE ANTIMAFIA | Cantisani a Roma con Messina e Di Pietro Le rivoluzioni mi piacciono. E sono stata la prima (anche per il piacere dell'estetica della parola) a percepire come inattesa l'avanzata elettorale di Pittella. Le foto piene di impeto che lo accompagnarono in campagna elettorale me ne suggerirono l'appellativo, il gladiatore. Io credo che il governatore coltivi una grande ambizione: dimostrare che sa lottare. Molti attendono passi falsi, lui va avanti come un carrarmato, ghigliottina vecchi vertici, piazza i suoi, si affida ad esterni. Ma. C'è sempre un ma. Bisogna che ci sia un contesto di fiducia per accompagnare questo percorso. Esiste oggi un rapporto di fiducia tra il nuovo governatore e la sua comunità? POTENZA - «Non bisogna mai abbassare la guardia nel contrasto alla criminalità organizzata». Lo ha dichiarato la segretaria regionale dell’Italia dei valori di Basilicata, Maria Luisa Cantisani che ieri insieme a una delegazione del Idv guidata dal segretario nazionale Ignazio Messina e dal presidente del partito, Antonio Di Pietro si è recata presso la Corte di Cassazione in Piazza Cavour, a Roma, per depositare il testo del- la proposta di legge d’iniziativa popolare sulle leggi antimafia e sulle misure di prevenzione. «La nostra - ha spiegato Cantisani - è una proposta chiara, precisa, realizzabile che a partire da oggi porteremo nei territori attraverso i nostri circoli . Si tratta infatti di affrontare concretamente i problemi reali della gente, opponendo ai facili populismi proposte fattive». Chi vuole passare alla storia deve essere al di sopra di ogni sospetto. Non è un problema di limite, spesso oggettivo, del fare. Ieri mattina parlavo con un dirigente regionale, mi ribadiva i limiti del patto di stabilità (a proposito ci vorrebbe una rivoluzione per romperlo, almeno per le royalty), ma io ho sbirciato anche nelle sue carte e ho visto qualche cosa davvero di insopportabile lasciata in eredità: per esempio un pagamento di quindicimila euro per aggregare un po' di contatti su una pagina facebook. Sconcertante. Oggi pubblichiamo anche la relazione della vecchia commissione d'inchiesta sui consorzi di bonifica (fu presieduta da Flovilla nel ‘98). Leggendola viene da riflettere con il sindacalista Nino Falotico: ma quali scrupoli possono esserci verso i lavoratori senza stipendio? Vogliano dire innanzitutto come sono stati assunti? Che tipo di servizi hanno reso all’agricoltura? Quale benessere per la collettività hanno prodotto? Sono passati quasi vent’anni da quella relazione e l’unica arte dimostrata è stata quella di rivendicare soldi pubblici per ripianare i buchi di bilancio. Chi lavora realmente, chi è in cassa integrazione, chi ha lo stipendio dimezzato dal contratto di solidarietà, chi è fuori dal mercato oggi sconta anche il parassitismo del passato. Che è quasi sempre un parassitismo pubblico. Anche il sindacato deve essere all’altezza. Tutelare i lavoratori e chiudere con chi ha rubato. Ma sono particolarmente insopportabili i conflitti d'interesse. E vengo alla notizia del giorno. Oggi pubblichiamo una storia che va subito chiarita. L'ingegnere Mazziotta è il vicesindaco di Ferrandina. Si occupa anche di certificazioni ambientali. Ed è in affari con Castellano, l’imprenditore dei rifiuti che fu arrestato. Dalla cronaca di Leo Amato potete farvi un'idea. Il punto è che l'ingegnere in questione è stato nominato nel dipartimento regionale all'ambiente, come da delibera che il Quotidiano ha pubblicato due giorni fa. Quando il dipartimento ambiente dovrà decidere del piano rifiuti, che si fa? Ora che sia uno non del Pd che ha votato Pittella non mi sconvolge. Ma mi interessa, come cittadina lucana, che le politiche ambientali siano immuni da qualunque condizionamento, anche in via potenziale. Il Quotidiano denunciò un altro conflitto d'interesse in materia ambientale, quello del direttore generale all'ambiente, Donato Viggiano. De Filippo gli confermò la fiducia, è rimasto al suo posto. E il risultato di tutta la vicenda è che ho in corso una causa di risarcimento danni per svariate centinaia di migliaia di euro. Possiamo raddoppiare le cause, ma il problema resta. Questa materia è troppo sensibile per lasciare sospetti. (Leggete a Tito cosa sta succedendo). Noi oggi poniano il caso, quanto tempo riusciamo a tenere caldo l’argomento? Nel silenzio degli altri, nel tempo che passa, nella perdita d'attualità, ci si distrae e chi controlla il controllore? Proprio all’ambiente bisognava mettere l’ingegnere? Dunque, caro presidente, noi sappiamo che c'è un branco di leoni nell'arena che non aspetta altro che sbranarti. Ma così sei tu che ti offri in pasto. Fai dimettere subito l'ingegnere. Un gesto da uomo forte. VERSO LE PRIMARIE DEL CENTRODESTRA Giuzio: «Si avvera il nostro sogno» POTENZA - «Il lancio delle primarie del centrodestra nell'inverno 2012 per scegliere il leader nazionale dell'allora Popolo della libertà, poi subito cassate, indussero molti ad abbandonare il partito del Cavaliere per scegliere la strada che fosse espressione della base e non avesse alcun timore a sottoporsi al suo giudizio politico. Fratelli d'Italia nacque proprio da quel grido di democrazia e su quella scia si accinge a celebrare i suoi congressi il 22 e 23 febbraio puntando certo a costruire un movimento democratico ma intriso di valori che da sempre accomunano chi fa parte del centro destra». Lo ricorda in una nota, il diri- gente lucano di Fratelli d’Italia, Giuseppe Giuzio che parlando quindi dell’idea originaria di fondare una nuova idea di partito prosegue, spiegando «un partito orizzontale a democrazia partecipata, perché oggi è essenziale interpretare in modo dinamico i risvolti sociologici della concezione di fare politica». «La domanda di partecipazione, che viene con forza - continua Giuseppe Giuzio - soprattutto, dalle nuove generazioni, deve essere colta come una risorsa e non come un limite. La concezione verticistica e piramidale della politica non è più in grado di governare i cambiamenti della società italiana di oggi. L'idea di una delega in bianco ad un leader, non può più funzionare in un mondo dove chi partecipa alla vita politica lo fa non più solo su base ideologica ma su principi etico-civici di partecipazione volontaria». E quindi prosegue ancora uno dei fondatori di Fratelli d’Italia: «Oggi chi si avvicina alla politica attiva vuole cercare di intervenire in prima persona ed incidere senza "intermediari" sulle scelte fondamentali della vita sociale. Se i partiti vogliono continuare a determinare le scelte del nostro paese non possono che strutturarsi in modo tale che vi sia una reale “democrazia partecipata” che “nasce dall’idea, anzi dall’esi- Da sinistra Giuseppe Giuzio, Alessandro Galella e Gianni Rosa Il costituente lucano di Fdi, genza, di far riappropriare i cittadini delle funzioni e dell’orgo- conclude: «Fratelli d'Italia è queglio dell’appartenenza ad una co- sto: è un partito che fa e farà della munità e di essere i principali ar- democrazia partecipata la sua tefici delle scelte e dello sviluppo prima fonte di ispirazione e, il 22 della stessa”, dove tutte le deci- e 23 febbraio, si avvererà il sogno sioni devono passare dalla base, tanto rincorso: consentire dalla unica e sovrana detentrice del base di scegliere chi si deve assupotere di individuare le strategie mere la responsabilità di guidare il partito». da attuare». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 10 Primo piano Giovedì 6 febbraio 2014 www.ilquotidianoweb.it IL CASO Enti sovradimensionati dove la maggior parte dei finanziamenti finisce nelle tasche dell’amministrazione di VALERIO PANETTIERI POTENZA –Debiti fuori bilancio milionari, una gestione dubbia dei servizi e un apparato sovradimensionato con stipendi troppo alti. Inutile dire che il futuro dei Consorzi di bonifica passa da qui. Il problema è che per ora non si riesce a trovare l’accordo neanche sulla scelta del nuovo commissario. E questi problemi, legati poi ad una pesante situazione per quanto riguarda gli stipendi dei lavoratori è una bomba ad orologeria che la politica si sforza di mettere a regime da oltre dieci anni. I problemi dei Consorzi, detto in altre parole, sono sempre gli stessi. E neanche i precedenti commissariamenti sono riusciti a mettere una pietra sopra alla questione. Ora, il progetto di Pittella è quello di unificare i tre consorzi riducendo di due terzi le spese di gestione, resta il fatto che questi Consorzi, per come sono composti oggi, sono uno dei canali principali di sperpero delle risorse pubbliche. A dirlo è stata la stessa politica regionale già nel lontano 1999, quanto l’allora consigliere Antonio Flovilla svolse il ruolo di presidenza della commissione speciale di inchiesta sulla situazione amministrativa e contabile dei Consorzi. E già allora si parlava di una evidente disparità tra gli interventi effettuati sul territorio e l’enorme mole di debiti, generati quasi tutti dal fatto che una fetta consistente dei finanziamenti finivano nelle tasche dell’amministrazione piuttosto che in interventi effettivi. Quella relazione di Flovilla un ritratto impietoso, che si chiude anche con una riflessione sul futuro dei Consorzi. Riflessione che sarebbe dovuta servire come monito per il futuro, monito che a quanto pare è rimasto inascoltato. Perché a giudicare dai miliardi e dai milioni delle vecchie lire spesi dal lontano 1992 ad oggi, le spese sono sempre state ingenti. «I Consorzi della Basilicata - scriveva Flovilla nella relazione presentata in Consiglio - sono tra i più cari d’Italia», e vivono un costante e «perenne» stato di deficit finanziario. Non poche volte, infatti, la Regione ha dovuto coprire le spese di gestione. Flovilla non è leggero, parla di «gestione parassitaria di enti che vivono alla giornata, facendo correre gravi rischi alle opere irrigue per la loro incapacità ad intervenire, in quanto consumano in spese amministrative la gran parte delle risorse». Il quadro già all’epoca era parecchio grave, e la colpa è della politica stessa che ha permesso negli ultimi trent’anni «la rendita parassitaria, la speculazione, le nicchie di potere, ottenendo risultati opposti alle finalità dei Consorzi». In pratica nella relazione si dice che gli amministratori del Consorzi sono stanti incapaci nel gestire nel migliore dei modi i bilanci, con una «assoluta inattendibilità delle previsioni in entrata» e che il personale, troppo numeroso, assorbiva più della metà delle risorse disponibili. Per non parlare dell’informatizzazione che ancora oggi lascia a desiderare. Dal monito su consorzi «strutturalmente sovradimensionati» del 1999 non è cambiato quasi nulla. Debiti, operazione di mutuo e rateizzazione dei debiti sono ancora oggi all’ordine del giorno. Nel 1999 per esempio il Consorzio Bradano-Metaponto registrava quasi 72 miliardi di lire di debiti. Il Consorzio Val d’Agri invece registrò 4 miliardi e mezzo di debiti fuori bilancio. Ma alla cifra c’è da aggiungere i contenziosi, per una cifra attorno ai 23 miliardi e mezzo delle vecchie lire. Insomma, i Consorzi hanno sempre ricevuto piogge di milioni, pur ad andamenti alterni, a partire dalla loro fondazione, ma si sono confrontati con una gestione non soltanto inefficiente, ma anche inetta. «Con la più assoluta superficialità - scriveva Flovilla - i vari commissari succedutisi, non si sono mai posti il proble- «Nessun progetto realizzato a favore del territorio» «Consorzi in mano ai parassiti» La relazione del 1999 della commissione d’inchiesta fu impietosa «I debiti sono enormi, colpa di commissari incapaci e nicchie di potere» ma di considerare e determinare la reale capacità di indebitamento dei Consorzi. I bilanci di previsione del periodo 1982-1996 continuava Flovilla - sono stati caratterizzati da diffusa inattendibilità se confrontati con i rispettivi consuntivi, bensì è costante la violazione del limite reale di indebitamento, il quale è connesso alla misura in cui l’ammontare complessivo delle entrate correnti riesce a finanziare tutte le spese correnti, comprese quelle relative ai nuovi mutui». Insomma da questa relazione i Consorzi ne escono fuori come un apparato utile ad arricchire pochi, e certamente incapace di metter e in campo progetti utili alla tutela del territorio. Insomma, di riorganizzazione se ne parlava già più di dieci anni fa, oggi la scelta sembra essere improcrastinabile, ma il timore di un nuovo commissario “incompetente”rischierebbe di far saltare l’intero piano di riforma di Pittella. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Il quadro attuale degli enti di irrigazione richiede l’accorpamento urgente Fior di milioni spesi solo per i dirigenti POTENZA - Dunque i fatti sono gli stessi da sempre. La gestione dei Consorzi di bonifica ha lasciato e lascia a desiderare anche oggi per l’enorme mole di costi. Pochi giorni fa l’assessore Ottati in una conferenza stampa aveva accennato brevemente alla questione dei costi attuali dei Consorzi, ponendo soprattutto l’accento sulle altissime cifre deIl governatore Marcello Pittella stinate agli organi dirigenti degli enti di irrigazione, fatto che da solo giustificherebbe a pieno titolo l’unificazione degli enti di irrigazione. Ad oggi infatti tra stipendi di dirigenti e consiglio ci aggiriamo sui 309 milioni di euro spesi in un anno soltanto per tenere in piedi le cariche. A questo vanno aggiunti i relativi milioni destinati per le operazioni di tutela del territorio. La questione è delicata, ma i conti dei Consorzi parlano davvero chiaro. Nella relazione di Flovilla venne evidenziato anche il fatto che dalla costituzione del Consorzi la Basilicata non ha tratto nessun vantaggio diretto per l’agricoltura regionale. Anzi, i pochi investitori sono rimasti sfiduciati da una gestione a singhiozzo e a volte inesistente. Questa cosa ha generato ovviamente un’enorme disparità tra le quote versate e l’effettiva qualità del servizio. v. p. LE CIFRE - Consorzio di bonifica Alta Val d'Agri: 110 dipendenti, 40 lavoratori avventizi (maggio-ottobre). Costo annuo complessivo per gli stipendi di 3,45 milioni di euro. Fabbisogno economico medio per assicurare la stagione irrigua 1,1 milioni di euro. Consorzio di bonifica di Bradano e Metaponto: 70 dipendenti, 120 lavoratori avventizi (maggio-ottobre). Costo annuo complessivo per gli stipendi di 6,41 milioni di euro. Fabbisogno economico medio per assicurare la stagione irrigua 2,2 milioni di euro. Consorzio di bonifica del Vulture Alto Bradano: 35 dipendenti, costo annuo complessivo per gli stipendi di 2,2 milioni di euro. Fabbisogno economico medio per assicurare la stagione irrigua 2,5 milioni di euro. Questi invece i costi lordi annui complessivi degli organi amministrativi dei tre Consorzi che, in caso di accorpamento, potrebbero ridursi ad un terzo. Presidenti 78 mila euro, vice presidenti 39 mila euro, comitati coordinamento (12 unità) per complessivi 102 mila euro, presidenti collegi revisori dei conti 39 mila euro. collegio revisori dei conti (6 unità) complessivi 51 mila euro. Il tutto per un totale di 309 mila euro. Per i 60 consiglieri è invece previsto un gettone di presenza a seduta di 50 euro. Gettone di spesa che rimane invariato rispetto alla gestione attuale, ma avrà un impatto minore se si pensa alla riduzione dei consiglieri. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Giovedì 6 febbraio 2014 www.ilquotidianoweb.it 11 Ieri Ottati ha incontrato Gal e distretti: «Pochi finanziamenti, ma mirati» Le proposte dell’assessore per rilanciare l’agricoltura Nella foto grande: una recente protesta dei lavoratori dei Consorzi. In basso: l’ex consigliere Flovilla POTENZA - L’assessore Ottati cercerca di mettere mano al nodo agricoltura e lo fa chiamando a raccolta in due incontri operativi, tenuti ieri, i distretti agroalimentari e i gruppi di azione locale. L’obiettivo è in primis quello di trarre un bilancio delle azioni svolte fino ad oggi e la definizione di un programma anche in vista dei nuovi finanziamenti in arrivo dalla Comunità europea. Ma l’altro aspetto che ha interessato Ottati è quello di definire le funzioni dei due gruppi, funzioni che spesso si sono accavallate generando non pochi problemi (e sprechi). Ed è anche per questo che Ottati ha messo sul tavolo soprattutto il problema dell’efficienza e dell’uso oculato delle risorse. Da questo momento in poi i finanziamenti saranno pochi, ci sarà quindi la necessità di mettere in campo progetti che siano sostenibili e soprattutto possano dare risultati per l’intero sistema agricolo lucano. E di proposte ce ne sono state tanti a partire dalla messa a punto di azioni mirate per fare in modo che i prodotti locali e di qualità vengano consumati nel circuito della ristorazione collettiva (mense, ospedali, ristoranti) e messi in rete sostenendo le aziende nel percorso di commercializzazione, far si che i produttori si strutturino in organizzazioni di produttori e interprofessionali per evitare di lasciare a Bruxelles finanziamenti e costruire piattaforme logistiche assicurando da una parte che i prodotti vengano distribuiti sui mercati in forma organizzata soddisfacendo la domanda e dall’altra creando nuovi posti di occupazione nel settore dei servizi del trasporto. Sono tutti discorsi che un po’ si innestano con i fondi mai spesi negli ultimi anni in ambito agricolo, fondi che già l’ex assessore Benedetto poco prima dell’insediamento di Pittella erano stati “attenzionati”. In quel caso il governo regionale ottenne una proroga sulla spesa di una parte delle risorse inviate da Bruxelles, ma il problema, stando a quanto detto da Ottati, non dovrà più ripetersi. | POTENZA - «La Cgil Basilicata esprime soddisfazione per l’approvazione del nuovo disciplinare sui tirocini extracurriculari da parte dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alle Politiche per lo sviluppo, lavoro, formazione e ricerca, Raffaele Liberali, così come richiesto più volte dalla Cgil». Inizia così il comunicato a firma di Nicola Allegretti sulla questione dei tirocini formativi per i giovani laureati della regione. «In particolare - scrive Allegretti - il tirocinio formativo non curriculareprevisto per i giovani che hanno completato gli studi e si accingono all’ingresso nel mondo del lavoro (nella specificità per i soggetti che abbiano conseguito entro i 12 mesi il diploma d’istruzione tecnica o professionale, il diploma d’istruzione superiore negli istituti tecnici superiori e/o il diploma di laurea sia di primo che di secondo livello presso le istituzioni universitarie) è un’opportunità di formazione e crescita professionale per i giovani che potrebbe trasformarsi in una occasione di lavoro. L’incontro di Michele Ottati con i responsabili dei distretti agroalimentari Ottati ha incontrato i presidenti dei quattro distretti agroalimentari e rurali: distretto agroalimentare di qualità del Metapontino, distretto del sistema produttivo locale Pollino - Lagonegrese, distretto rurale delle colline e della montagna materano e distretto agroindustriale del Vulture. Dopo aver ascoltato le iniziative svolte in questi anni e le funzioni, l’assessore ha illustrato la sua idea, evidenziando «la necessità di concentrare le risorse su pochi obiettivi mirati e non finanziando iniziative a pioggia che non hanno una visione strategica». Per quanto riguarda la rete logistica, Ottati ha spiegato che nella futura programmazione agricola sarà destinata una quota di risorse economiche per consentire la realizzazione di aree destinate allo stoccaggio delle merci. Inoltre, sarà costituita una task force interdipartimentale per far sì che le varie strutture dialoghino tra di loro evitando che siano dati contributi per iniziative simili e che non convergano in TIROCINI FORMATIVI Primo passo gestire meglio i nuovi fondi europei | La Cgil dice sì al disciplinare «Necessario creare lavoro» La sede della Regione Basilicata I tirocini formativi e il piano di attuazione della “Garanzia Giovani” di prossima attivazione, possono essere strumenti utili per assicurare ai giovani inoccupati ed ai lavoratori in mobilità un minimo di reddito legato ad un percorso di inseri- un’ottica sistemica. Sarà istituito, inoltre, una sorta di multifondo da destinare a interventi che riguardano più dipartimenti. Nell’incontro con i presidenti e i direttori degli otto Gal (Basento Camastra, Akiris, Csr Marmo-Melandro, Cittadella del sapere, Le Macine, Vulture-Alto Bradano, Cosvel e Bradanica), Ottati ha invitato i Gal a coinvolgere maggiormente le comunità locali al fine di creare nuove prospettive occupazionali nelle attività agricole e in altri settori permettendo ai giovani di rimanere nei loro paesi di origine. Infine, in entrambi gli incontri l’assessore ha chiesto ai partecipanti di apportare suggerimenti e contributi per individuare le priorità nella nuova programmazione agricola non solo sul sito basilicatapsr.it dove è consultabile il documento preparatorio, ma anche durante il convegno del prossimo 21 febbraio che si svolgerà a Potenza, presso la facoltà di agraria dell’Unbas. mento/reinserimento lavorativo». Dunque il sindacato vede di buon occhio la proposta delal regione, ma c’è da discutere sulla parte economica. Tnat’è che il sindacato ha ribadito anche l’impegno «per inserire nel disciplinare sui tirocini più garanzie e misure atte a qualificare lo strumento ed evitarne l’uso distorto, oltre a prevedere un’indennità superiore a quella prevista in un primo momento, pari ad 450 euro per i tirocinanti e a 250 euro per i lavoratori percettori di forme di sostegno al reddito». Dunque manca soltanto una cosa per la Cgil, i controlli. La richiesta girata alla Regione infatti prevede la messa a punto di misure specifiche «per incenti- vare e qualificare i tirocini ed allo stesso tempo organizzare un sistema di monitoraggio per verificarne i risultati». Dunque il nuovo disciplinare ha certamente bisogno di ulteriori integrazioni quantomeno per quanto riguarda il controllo dei risultati ottenuti attraverso i tirocini, altrimenti la questione rischia di trasformarsi in un ennesimo fallimento per quanto riguarda gli incentivi all’occupazione giovanile sul territorio lucano. Il problema numero uno però resta sempre il termine del tirocinio, che non sempre porta automaticamente all’ingresso nel mondo del lavoro. Anzi, molto spesso si crea l’effetto contrario. Già lo scorso anno i sindacati si erano battuti sui tirocini, ottenendo anche la deliberazione che impone a tutte le aziende appaltatrici e subappaltatrici operanti presso il sito di Tempa Rossa l’impiego della manodopera locale nella misura almeno dell’80%. nelle fasi di realizzazione del Centro Oli di Viggiano. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 12 Primo piano Giovedì 6 febbraio 2014 www.ilquotidianoweb.it SCHEMA IDRICO I parlamentari M5S all’attacco: scippo dei 69 milioni confermato. Pd e Fi giocano al gioco delle tre carte Distretto G, giallo e polemiche Folino e Antezza: «Parlano a vanvera». Latronico: «Grazie a me soldi in Basilicata» di MARIATERESA LABANCA E ADESSO ci mancavano anche i veleni politici a fare della già tormentata e spiacevole vicenda del finanziamento dello schema idrico Bradano Basento una pessima pagina istituzionale lucana. A 24 ore dall’annuncio in pompa magna del deputato di Forza Italia, Cosimo Latronico, sull’approvazione dell’emendamento che consentirebbe di evitare il rischio definanziamento prospettato nelle settimane scorse, seguito dall’appello alla Regione dei deputati del Pd Folino e Antezza a non farsi scappare anche quest’altra opportunità, sono stati i parlamentari del Movimento 5 Stelle a fare terra bruciata. «Quella di Latronico è solo propaganda. Il solito gioco delle tre carte a cui da anni giocano anche Folino e Antezza, in cui l’unico perdente è il territorio», è il contenuto di una nota congiunta della deputata Mirela Liuzzi e del senatore Vito Petrocelli. Insomma quello del giorno prima sarebbe stato solo uno scherzo. Lo spostamento dei 69 milioni di euro assegnati dalla delibera Cipe del 2006 all’attrezzamento del distretto G non sarebbe stato cancellato. Visto che - secondo gli esponenti lucani di M5S a Roma - l’articolo di legge, così com’è, confermerebbe lo spostamento delle risor- In alto i parlamentari di M5S, Liuzzi e Petrocelli. In basso Folino, Antezza e Latronico se prioritariamente sull’Expò di Milano, e successivamente, in caso di mancato utilizzo di una parte delle risorse, da destinare a interventi di miglioramento della competitività dei porti italiani. L’emendamento di Latronico al comma 4 - hanno sostenuto nella nota Liuzzi e Petrocelli - prevederebbe il ritorno di soli pochi spicci in Basilicata. In pratica la minima parte che avanzerebbe da questi due interventi prioritari. Ma le paro- le dei due deputati sono state immediatamente smentire da una nuova presa di posizione di Folino e Antezza: «Liuzzi e Petrocelli parlano a vanvera. Impegnati come sono nella quotidiana realizzazione di piece teatrali in Parlamento, gli onorevoli Liuzzi e Petrocelli sono un po' distratti nella valutazione degli atti parlamentari delle Commissioni decima e sesta». In pratica gli onorevoli del Pd confermano: il testo è chiaro, il finanzia- | di VITANTONIO IACOVIELLO* IL sindacalista Nino Falotico non ha accettato l’incarico di commissario unico per i tre Consorzi di Bonifica lucani. Non ci interessano i motivi per i quali lo ha fatto . Ma lo ha fatto proprio al momento giusto per darci il tempo di fare qualche ulteriore riflessione alla luce di un’altra bella (finalmente) notizia : la “restituzione” dei 69 milioni di euro tolti al Consorzio del Vulture-Alto-Bradano. Grazie al lavoro di alcuni parlamentari lucani, i fondi destinati allo schema idrico Basento-Bradano sono dunque tornati a disposizione della Basilicata, dopo essere stati dirottati a favore di Expo 2015. Prima considerazione che viene spontanea è che a questo punto è bene che un Commissario sia destinato solo ed esclusivamente alla gestione del Consorzio di cui sopra, ove fosse chiamato ad occuparsi in mento viene riassegnato. A patto che - come era stato già detto il giorno prima vengano rispettate le condizioni temporali di sei mesi per la predisposizione del progetto definitivo. E che i soldi ritorneranno in Basilica, lo conferma anche lo stesso deputato di Forza Italia, Cosimo Latronico, che in tono piccato replica: starò ai fatti, evitando sterili e inutili polemiche. «Grazie al mio intervento - spiega - lo schema idrico Bradano Basento L’INTERVENTO potrà ora realizzarsi, con la trasmissione al Ministero dell’Economia e delle Finanze entro il prossimo mese di luglio del progetto definitivo aggiornato. Per tale scopo è stato infatti creato anche un apposito fondo con complessivi 200 milioni per l’anno 2014 da cui si attingeranno le risorse occorrenti anche per lo schema idrico tanto atteso». E in mattinata, prima che scoppiasse quello sembra un vero e proprio gial- | Un commissario ad hoc per il Basento Bradano Si occupi in sei mesi di mettere in piedi la pratica lo, era stato il presidente Marcello Pittella a cantare vittoria ed elogiare il buon lavoro dei parlamentari lucani, in particolare di Folino, Antezza e Latronico. Commentando così: «Ciò dimostra che quando il sistema Basilicata si muove all'unisono, avendo di mira il bene dei lucani, riusciamo a non soccombere anche dinanzi a manovre, piu' o meno subdole, di matrice neo-centralista, che soprattutto in questi ultimi mesi hanno preso di mira la nostra regione». E invece, a poche ore di distanza, la prova di una Basilicata che si muove tutt’altro che compatta verso gli stessi obiettivi. Gli scontri politici hanno finito per avere il sopravvento. Con una lettura contrastante di atti burocratici di non facile comprensione. Fatto sta che ieri i parlamentari in questione hanno continuato a darsi battaglia su twitter, ognuno convinto delle proprie ragioni. L’ennesimo triste capitolo di una brutta storia. A questo si aggiunge che, il governatore, dopo il dietro front di Falotico che ha rifiutato l’incarico, dovrà procedere alla nomina di un nuovo commissario unico dei tre Consorzi, cui sarà affidato, tra l'altro, proprio il compito di presiedere a tutti gli adempimenti amministrativi legati al completamento dello schema idrico BasentoBradano. [email protected] sei mesi di tempo alla predisposizione della progettazione definitiva per l’utilizzo dei fondi “ri”messi a disposizione, pena la loro perdita. Ma soprattutto pena la perdita della “faccia” di tutti noi lucani. Per gli altri due Consorzi, sì, si pensi pure ad un nome unico. Seconda considerazione è che il Commissario non debba necessariamente essere “un nome” legato in un modo o nell’altro alla politica, ma che può essere individuato fra le centinaia e centinaia di persone lucane in grado, per requisiti tecnici e morali,di rivestire questo ruolo. Lo scelga pure il Presidente Pittella fra le persone di propria fiducia, mi pare giusto che sia così, e stabilisca a monte una remunerazione non più alta di quanto sia ragionevole e morale stabilire in periodi di profonda crisi come questo. *Sezione Italia Nostra del Vulture Alto Bradano Che non sia un nome di forza legato alla politica il Palazzo della Regione RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Giovedì 6 febbraio 2014 www.ilquotidianoweb.it 13 OCCUPAZIONE Cresce il numero dei giovani che diventano imprenditori di se stessi POTENZA - Crescono in numero e in qualche modo scelgono questa strada anche per far fronte alla diminuita possibilità di assunzione. E allora meglio provare a essere imprenditori di sè stessi piuttosto che aspettare di arrivare a essere alle dipendenze di qualcuno. Nella maggior parte dei casi, i giovani imprenditori in provincia di Potenza tendono a valorizzare contemporaneamente sia la tradizione locale che la modernità, portando avanti sia vocazioni produttive radicate nella cultura economica del territorio, sia elementi di “rottura” importanti. Hanno, in media, un titolo di studio elevato: il 17,3% ha il diploma di laurea, a fronte di un 15% italiano, e c’è un 1,2% di neo imprenditori con specializzazione post-laurea. Ciò rappresenta un patrimonio di competenze, capacità innovativa e di produzione di qualità che i neo imprenditori, con alto titolo di studio, possono potenzialmente mettere al servizio delle aziende che aprono. Lo si evince dallo studio del Progetto Sirni (Servizi Integrati per la Nuova Imprenditoria in provincia di Potenza) realizzato dalla Camera di Commercio di Potenza in collaborazione con l’Istituto “Guglielmo Tagliacarne”. Il Rapporto dimostra, dati alla mano, come il mercato del lavoro stia spontaneamente, e a prescindere dal ciclo di crisi, andando sempre più verso una destrutturazione delle forme tradizionali di impiego. Il lavoro dipendente si assottiglia I lavoratori dipendenti in provincia di Potenza sono passati dai 96.000 del 2006 agli 88.000 censiti a settembre 2013, mentre le nuove assunzioni previste dalle imprese di dipendenti con contratto a tempo indeterminato sono diminuite dalle 2.390 unità del 2009 alle 1.103 del 2013, dimezzandosi praticamente nel giro di 4 anni. Un orizzonte estremamente ristretto, che alimenta la voglia dei giovani di fare da sé, di “mettersi in proprio” e di fare impresa, sfidando le difficoltà del ciclo economico recessivo in atto. In anni di profonda crisi, infatti, le nuove iscrizioni di imprese si aggirano nell’ordine 2.000 ogni anno nel Potentino e di queste, quelle aperte da giovani sono circa 700-800 all’anno. «La strada dell’autoimpiego è ancora troppo utilizzata come leva compensativa per le crescenti difficoltà di accedere al lavoro alle dipendenze da parte dei giovani che escono dal percorso formativo e che finiscono per alimentare, senza alternative valide, la fuga dei cervelli (e di forze produttive) che affligge la regione – commenta il presidente dell’Ente camerale, Pasquale Lamorte -. Va da sé che le Istituzioni debbano alimentare questi fermenti per colmare il gap di imprenditorialità che mantiene compresso verso il basso il tasso di crescita potenziale del territorio, sforzandosi di eliminare la burocrazia che spesso scoraggia chi vuole intraprendere e studiando opportune politiche di alternanza scuola-lavoro che disegnino traiettorie nuove per sostenere l’autoimprenditorialità. L’autoimpiego non deve essere più un ripiego, ma una scelta consapevole». Chi sono i nuovi imprenditori? Accanto ad un 42% del campione ha avviato un’impresa come risposta a difficoltà di ingresso nel mercato del lavoro in una posizione alle dipendenze, oppure come canale per trovare un primo impiego, c’è infatti un 57% che afferma di aver avviato l’impresa per vocazione imprenditoriale, ovvero come strada per il successo personale o economico e, più in generale, per l’autoaffermazione sociale. Altri dati emergono da questa “radiografia”, a partire dalla struttura anagrafica, che risente del fenomeno della cosiddetta “fuga dei cervelli”; l’età media dei nuovi imprenditori potentini tende ad essere leggermente superiore rispetto alla media nazionale: chi ha meno di 30 anni è il 22,8% del to- Lo studio della Camera di Commercio di Potenza Manca il lavoro? Meglio mettersi in proprio tale, a fronte del 28,1% nazionale. La provenienza professionale dei neo-imprenditori, inoltre, privilegia soprattutto chi, in precedenza, era già imprenditore o libero professionista o anche dirigente o quadro ed in misura minore chi era studente, e non attinge per niente dal bacino dei disoccupati, a differenza di ciò che avviene nel resto del Paese. Un certo dinamismo è manifestato dalla nuova imprenditoria femminile, anche se questa tipologia continua ad essere minoritaria, come nel resto del Paese (le imprese femminili sono il 30,4% delle nuove imprese iscritte alla CCIAA di Potenza, nel periodo 2011-terzo trimestre 2013, a fronte del 27,5% medio nazionale). La presenza di una popolazione immigra- ta numericamente poco significativa fa sì che l’imprenditoria di immigrati sia marginale, a differenza di altre aree del Sud. Quali i settori più interessanti? Rispetto ai settori interessati dal fenomeno della nuova imprenditoria giovanile, tra il 2012 e i primi nove mesi del 2013, tassi di iscrizione particolarmente elevati e superiori alla media nazionale in alcune attività di servizio, in particolare i servizi di informatica e comunicazione (6% nel 2012, 4,1% al terzo trimestre 2013), i servizi finanziari ed assicurativi (6,5% nel 2012, 8,6% nei primi nove mesi del 2013) e quelli immobiliari (3,4% nel 2012, 4,7% a settembre 2013). Per il resto, nel 2012 va segnalato il buon tasso di iscrizione di imprese agricole (4,4%, a fronte del 3,1% nazionale) che segnala anche una tendenza al ritorno verso l’attività primaria, specie da chi è stato espulso da altri cicli produttivi, ed alla crescita delle imprese nei servizi artistici, sportivi e di intrattenimento (7%, contro il 5,2% nazionale). Nei primi nove mesi del 2013, poi, va rilevato un alto tasso di iscrizione di imprese turistiche e di pubblici esercizi (4,7%, a fronte del 3,6% italiano). Le problematiche da limare Fin qui le positività. Sull’altro piatto della bilancia, lo studio della Cciaa sottolinea alcune problematiche: su tutte la sottocapitalizzazione e l’eccessiva semplicità degli assetti di governance ed organizzativi, a discapito di una corretta e consistente capacità di finanziamento dell’impresa stessa. Gran parte dei neo imprenditori intervistati ha avviato l’impresa con capitali propri o di parenti, mentre il ricorso al mercato del credito è marginale. Ciò ovviamente ha riflessi sulla competitività che si manifestano, ad esempio, con la modesta capacità delle nuove imprese del potentino di proiettarsi al di fuori di ambiti di mercato meramente localistici, assolutamente inadeguati a supportare lo sviluppo futuro delle nuove iniziative. In particolare, le imprese di nuova costituzione che si aprono precocemente ai mercati internazionali, gli unici ancora con una domanda in crescita, sono poco rilevanti in termini di incidenza sul totale. Le difficoltà finanziarie derivano da problemi di sottodimensionamento, sottocapitalizzazione, scarsa capacità di collaborare e fare rete, ma sono anche il riflesso di un mercato creditizio ingessato, in cui gli impieghi calano costantemente. La questione più scottante è proprio quella della carenza e del costo del credito bancario, in assenza di meccanismi agevolativi pubblici. Basilicata Innovazione ha presentato la piattaforma web Waway, da oggi la trasferta per i grandi eventi sarà più facile SI CHIAMA Il nome e waway, ha un logo che fa subito pensare a “qualcosa” che si muove, ed è la piattaforma web di “travel La management”, che offre una serie di conferenza funzionalità ai viaggiatori per piastampa a nificare al meglio la trasferta verso Basilicata la meta di un evento aggregativo: Innovazione concerti, mostre, manifestazioni sportive, pellegrinaggi, etc. Il lancio della piattaforma è avvenuto oggi ieri la conferenza stampa organizzata da Basilicata Innovazione presso la sua sede a Potenza, aperta da Andrea Trevisi, direttore della struttu- ra e dagli interventi di Elena Iacoviello - responsabile programmazione turistica Regione Basilicata, Antonio Imbrogno, vicepresidente Cciaa Potenza, Giovanni Lacorazza, raappresentante dell’Apt Basilicata. Waway prima di diventare un prodotto, era solo un’idea di tre ragazzi lucani. «La loro determinazione e volontà di crescere - afferma Andrea Trevisi, direttore di Basilicata Innovazione - ha aperto loro una porta, da cui ha preso avvio un vero e proprio percorso in salita» Ma cosa è possibile fare su Waway? Lo ha spiegato, nel corso della conferenza stampa, Giovanni Setaro, referente del team: l’utente, una volta autenticato, potrà acquistare il ticket dell’evento, prenotare l'hotel ma soprattutto scegliere come spostarsi per raggiungere la destinazione. Su Waway si potranno infatti organizzare viaggi di gruppo o optare per soluzioni già pianificate da altri utenti, aggregandosi quindi al gruppo con le caratteristiche più rispondenti alle proprie esigenze, in termini di prezzo, punto di partenza, mezzo di trasporto, ecc. «La prima fase - dice Giovanni Setaro - si è conclusa con la messa online della versione beta della piattaforma». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 14 Primo piano Giovedì 6 febbraio 2014 www.ilquotidianoweb.it ECCELLENZE LUCANE Dopo numerose prove per trattare il frutto è un business che compete con quello siciliano Il miracolo del pistacchio in Collina La storia di tenacia, ingegno e perseveranza dell’imprenditore Innocenzo Colangelo di MICHELE UNGOLO STIGLIANO - Produce pistacchio da oltre vent’anni, ma non tutti sanno che il suo prodotto finisce anche sul più noto mercato siciliano, precisamente a Bronte, la patria universalmente riconosciuta di questo straordinario e succulento frutto. Innocenzo Colangelo è un imprenditore di Stigliano. La sua azienda si trova a pochi chilometri dal centro abitato, in una zona conosciuta come “Saurina”, perché attraversata dal fiume Sauro, e ospita più di 1.500 piante di pistacchio. Il Quotidiano lo ha incontrato, cercando di ricostruire la sua bella storia umana ed imprenditoriale. «La mia storia con il pistacchio, risale ai primi anni ’90, quando iniziai a produrlo quasi per caso. -racconta Colangelo- Ricordo bene quel giorno, quando alcuni amici vennero a trovarmi dalla Grecia. Dopo aver trascorso alcune ore a mangiare, ridere e scherzare, uno di loro mi disse: “Con tutti questi terreni a tua disposizione, perché non coltivi il pistacchio? Noi possiamo aiutarti a procurartelo”. Quella sua proposta fece scattare in me una scintilla. Per diversi giorni non facevo altro che passeggiare nei miei terreni, più calpestavo la terra, più mi chiedevo se essa fosse idonea a tale produzione. Le notti erano un tormento per me, non riuscivo a chiudere occhio, fu così che presi una decisione e mi dissi: quella pianta deve essere mia». Nei giorni che seguirono, Innocenzo fece alcune ricerche; non conosceva nulla che riguardasse la pianta e non sapeva quale reazione potesse avere una volta innestata nel suo terreno. Provò a contattare esperti in botanica per avere maggiori informazioni, ma non ottenne nulla di concreto, tanto da passare quasi per folle. Questo perché, a sua insaputa, anche la Regione Basilicata, nella zona di Pantanello, aveva avviato da diversi anni la sperimentazione della messa in coltura del pistacchio, ottenendo scarsi risultati. Lui, però, non volle arrendersi davanti al primo ostacolo e partì alla volta della Grecia, al fine di procurarsi le piante da innestare nei suoi terreni. «Non sapevo neanche come fosse la pianta, mai mi ero posto il problema, ero abituato a vedere solo il prodotto finito. -prosegue- Prima di partire per la Grecia, costruii un impianto d’irrigazione sotto traccia, calcolai grossomodo la distanza da una pianta all’altra e creai un gocciolatoio per ogni singola unità, senza sapere, che essa, per crescere non ha bisogno di molta acqua. Tornato in Italia, misi a dimora poco più di millecinquecento piante. All’epoca, tra il 1992 e il 1993, la mia azienda era tra le più grandi d’Europa, questo perché chi ha prodotto pistacchio fino ai primi anni del 2000, non considerava le sue enormi potenzialità, e il frutto veniva solamente salato e tostato per poi essere venduto in singole confezioni». Grazie alla straordinaria determinazione, Innocenzo, iniziò a farsi strada in un mondo che aveva quasi sempre ignorato. I problemi però, non tardarono ad arrivare. «Quello che accadde fu qualcosa di straordinario. La pianta aveva rea- L’enorme distesa di pistacchi dell’azienda Colangelo a Stigliano Tutta la Basilicata ha un terreno ideale Il pistacchio LA Basilicata, come sa bene Innocenzo Colangelo, ha un territorio ideale per la coltivazione del pistacchio, tanto da poter esserne interamente ricoperta. La pianta, infatti, ha una caratteristica eccezionale, è una delle poche che non và potata di anno in anno. I rami più lunghi vengono tagliati solo quando impediscono la raccolta del frutto. Oggi il pistacchio di Innocenzo Colangelo viene venduto in diversi modi, e in differenti luoghi; una parte di esso giunge sul mercato gito in modo eccellente al suo nuovo habitat. Provai una forte emozione quando la vidi spuntare dal sottosuolo così giovane e bella. La varietà che avevo scelto si chiama “Egina”, il suo nome deriva dal luogo dove nasce, l’isola Egina nel golfo di Atene- tuttavia, alcune piante seccarono quasi subito, avevo dimenticato la cosa più importante, e la imparai a mie spese. Per crescere doveva essere impollinata, così ogni otto femmine innestai un maschio». di Bronte, dove arriva già tostato e salato, mentre, la restante parte viene lavorata direttamente nella sua azienda. I prodotti che portano il suo marchio sono molteplici. Venduti in Basilicata, Puglia e parte della Campania, tra questi figurano: il pesto di pistacchio (ideale per un primo piatto), la crema di pistacchio (un estratto del frutto, reso dolce nella lavorazione e pronto per essere spalmato sul pane), e per finire un semilavorato, venduto soprattutto nelle pasticcerie per farne dei gustosi gelati. Tante ricette per un’unica grande risorsa da sfruttare. mi.un. Per vedere il prodotto finito, l’imprenditore lucano si armò di pazienza; infatti, il processo fu abbastanza lungo, e la pianta del pistacchio diede i primi frutti dopo circa sette anni dall’impollinazione. Oggi questa lunga attesa è stata superata, grazie alla tecnologia, e alle continue ricerche in laboratorio, che hanno portato alla creazione di un ibrido, capace di fiorire dopo soli tre anni. «Una volta ottenuto il frutto, mi trovai a dover risolvere due grossi problemi, uno per la rac- | colta e l’essiccazione, l’altro per la vendita sul mercato. Per quanto riguarda il primo, non potevo usare il metodo adottato in Turchia e in Iran». In questi Paesi, la raccolta avviene attraverso un macchinario che divide il frutto dal mallo (la prima pelle), successivamente un nastro trasportatore lo porta in grossi contenitori all’aperto, per l’essicazione al sole. «In Italia, il rischio di incappare in forti piogge, nel periodo della IL CONVEGNO raccolta –che va da settembre ad ottobre– è maggiore, ed io non potevo sempre sfruttare l’essicazione al sole, quindi, ho dovuto ingegnarmi per arginare il problema. La raccolta è simile a quella delle olive. Sotto ogni pianta posiziono delle reti o dei teli di plastica che mi permettono di raccogliere il frutto, per farlo cadere uso invece lo scuotitoio, grazie a questo arnese, il frutto cade senza danneggiare la pianta. Il prodotto finisce poi in azienda, dove viene lavorato tramite un macchinario di mia invenzione, dotato di cilindri a rotazione lenta, questi portano il frutto in una rete abbastanza stretta, dove viene essiccato con frequenti getti di aria calda. Il secondo problema, quello più importante dell’intera attività, era: a chi vendere. Iniziai così ad informarmi se nel territorio italiano esisteva un mercato del pistacchio, e fu così che conobbi il commercio di Bronte. Nel mese di maggio, intrapresi, dunque, un nuovo viaggio questa volta in Sicilia, dove incontrai uno dei più grandi commercianti italiani di pistacchio. Gli raccontai del mio viaggio in Grecia, della mia azienda, del mio prodotto, del bisogno di vendere per poterne produrre ancora, ma lui, non faceva altro che sorridere e ripetere che era impossibile. Così, spazientito, lo pregai di venire a Stigliano per vedere ciò che da solo avevo creato. Passarono i mesi e giunse settembre, il periodo della raccolta. Con mio stupore quell’uomo venne a trovarmi proprio in quei giorni. Rimase colpito e assai sorpreso da quello che finalmente poté vedere con i propri occhi, e senza riuscire a voltare lo sguardo verso me, disse: “Per cinquecento anni, noi non abbiamo capito nulla”». Il meccanismo, in Sicilia, è assai differente dall’impianto di Innocenzo. Infatti, lui ha adottato una coltivazione orizzontale, in un terreno a duecentocinquanta metri sul livello del mare, dove le piante sono ben disposte in fila, una dietro l’altra. La coltivazione siciliana è invece verticale, le piante sono sparse lungo le pendici dell’Etna, dove nasce il selvatico che viene innestato ogni anno. © RIPRODUZIONE RISERVATA | Stigliano, oggi esperti a confronto L’attività di promozione di questa coltura merita maggiore attenzione IL Distretto Rurale delle Colline e della Montagna materana, d’intesa con il Distretto Agroalimentare di Qualità del Metapontino, intende promuovere e valorizzare la coltura pistacchio nel territorio rappresentato. Indagini e studi condotti dagli stessi distretti, confortati dall’esperienza ventennale di Innocenzo Colangelo, pioniere della coltivazione del pistac- Distretto rurale in campo chio da cui trae cospicui vantaggi economici, hanno portato a considerare favorevolmente tale coltura in termini di rilancio economico dell’entroterra materano, considerato marginale per le colture tradizionali ma con caratteristiche pedoclimatiche pressoché perfette per la coltivazione del pistacchio. La forte richiesta da parte del mercato nazionale ed estero e la scarsa diffusione di tale coltura hanno fornito lo spunto per promuoverne la coltivazione e, contestualmente, la trasformazione in pro- dotti di qualità che i promotori intendono opportunamente valorizzare. L’attività di promozione è stata affidata all’associazione no profit “Pistacchio in Basilicata”, costituita di recente per volontà degli stessi distretti, che in collaborazione con questi ultimi ha inteso organizzare un convegno dal titolo “Il pistacchio in Basilicata: una nuova coltura per il rilancio dell’economia rurale delle aree interne”: si terrà oggi presso il Centro Sociale di Stigliano alle ore 16.30 e prevede- rà una dissertazione scientifica da parte di esperti del settore, un’esposizione di Colangelo, presidente dell’associazione che illustrerà, tra l’altro, i concreti vantaggi economici conseguibili da questa coltura e, infine, un dibattito aperto agli auditori al fine di soddisfare la curiosità degli interessati. Un’iniziativa di sicuro interesse per operatori del settore e neofiti. Associazione pistacchio in Basilicata RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Giovedì 6 febbraio 2014 www.ilquotidianoweb.it 15 LAVORO Il sistema di rete in tutto il mondo garantisce la mobilità imprenditoriale di ANTONELLA CIERVO SONO tra le parole più utilizzate negli ultimi anni: Europa e rete. Difficile, però, che si trasformino in opportunità reali o concreti strumenti di occupazione e sviluppo. E’ anche per evitare che ormai non si creda più che il principio di mobilità europea sia solo una chimera, che Luigi Martulli e Raffaele Vitulli, rispettivamente presidente fondatore e vicepresidente, hanno fondato nel 2011 Materahub. Il sistema degli hub è ormai consolidato in tutto Europa e, attraverso le nuove tecnologie, crea nuovi progetti imprenditoriali e di utilità sociale. Dalla città dei Sassi, dunque, la società ha ormai contatti con tutto il mondo e partecipa a numerosi progetti europei come ad esempio l’”Erasmus for young entrepreneurs”, il cui sesto ciclo è partito qualche giorno fa, e che consente a giovani italiani «Tra cui molti lucani - spiegano Martulli e Vitulli di fare esperienze in imprese di Inghilterra, Germania, Spagna, Danimarca e altri Paese dell’Unione europea per periodi che vanno da uno a 6 mesi. «I settori che trainano di più - aggiunge Vitulli sono l’innovazione, il turismo, e le industrie creative. Il nostro è un consorzio che riunisce quattro imprese che, attraverso la multidisciplinarietà ci fa gestire progetti a lungo termine». L’esperienza e i risultati ottenuLuigi Martulli ti in soli due anni ha fatto sì che Materahub, nel dicembre scorso risultasse la prima organizzazione intermediaria in Europa, sia sotto il profilo delle borse elargite che per la qualità dei progetti sostenuti». L’ingresso in vede tuttora Materahub “giocare su più tavoli” con programmi come il progetto pilota “Educckate” che mette in contatto mondo universitario e imprese. Attualmente sono coinvolti 11 partner di Paesi. Si tratta di una iniziativa che ha come partner l’University College di Londra e che promuove la mentalità imprenditoriale tra gli studenti. Anche la qualità dei formatori va garantita e così Materahub partecipa al progetto “Aspire2create” che offre strumenti innovativi con una formazione | La mobilità in Europa e nel mondo e la qualità di progetti e formatori sono al centro della filosofia di Materahub Creativi fuori confine Materahub apre le porte per l’Europa e il mondo a vecchi e nuovi imprenditori “non formale£ riservata ai gestori di incubatori di impresa, alle equipe universitarie e ai consulenti privati. Infine dall’Europa giunge anche il progetto pilota “Creative land Europe” che creerà una rete fra centri di cultura e creatività, così come già accaduto in Basilicata con “visioni urbane”. «L’idea - spiegano Martulli e Vitulli - è quella di creare un netowrk dei network internazionali». Finora i materani hanno già portato a casa l’interesse di 15 centri europei intenzionati a seguire il loro progetto. L’area progetti di Materahub non sta con le mani in mano ITALIAN FOOD EXPERIENCE | ed è già al lavoro con progetti adatti a programmi come “Horizon 2020”, “Creative Europe” e “Erasmus Plus”. Matera non è solo la sede della società ma anche, per alcuni versi, motivo ispiratore di alcune idee, come è già accaduto con il progetto Digital Diary di Micaela Bandini, premiata e presentata a Bruxelles come caso d’eccellenza. «Il nostro - spiega Luigi Martulli - è un nuovo modo di fare impresa che segue le linee europee che sostiene che attraverso l’industria culturale e creativa, nel senso più ampio del termine e non erroneamen- | te solo artistico, può generare la nuova economia. Noi lavoriamo da oltre 15 anni nella divisione progetti internazionali ed europei, siamo stati il primo hub. Siamo un punto di snodo fra domanda e offerta; nessun limite di età, anche l’imprenditore 70enne che vuole rimettersi in gioco, trova opportunità». Le aziende che ne compongono il cuore sono tre. «L’azienda storica, la Quality program, si occupa di consulenza alle imprese e start up, poi c’è Quality for, organismo di formazione manageriale, Acs registrars che si occupa di certificazione e che ha Materahub come uncia sede italiana. l’Acs ha contribuito alla certificazione del Distretto dell’Habitat rupestre con un protocollo e processo formativo unico al mondo nel settore dei beni cul- Raffaele Vitulli turali. Materhub riunisce attorno a Martulli e Vitulli anche Paolo Montemurro, direttore dell’area progettazione e internazionalizzazione, Enzo Bruno, graphic designer, Carlo Magni, specialista del web marketing e Carlo Bonelli senior quality specialist. Insieme a loro altri collavoratori tra cui Massimo Abbatino, aspirante hubber e Nicola Viola che si occupa di gestione dei clienti e della piattaforma web. [email protected] HE MAIN | L’Italia che si fa gustare Restauro dei monumenti diventa business nel mondo Matera sarà esempio Negli anni 80, la parola d’ordine nel creare una vera e propria community mondo era Made in Italy. Oggi è la cuci- dell’Italian food, per dare vita a un foona italiana che, però, richiede compe- dhub, come riferimento del settore. Il progetto Italian food tenze e qualità per divenexperience non si occupa tare prodotto adatto al solo dei prodotti ma anche business internazionadi tutti i servizi che servole. no a “trascinarlo” sui mer«E’ una enorme opporcati del mondo. tunità per le imprese E’ ovvio che parliamo di agroalimentari. aziende che sono in grado La domanda soffre di garantire una produzioperchè non c’è offerta ne consistente. spiega Luigi Martulli Tra i prodotti di maggior La nostra mission è por- Il logo di Italian Food Experience attrazione c’è naturalmentare l’italian food nel te la pasta: buona, di scarso mondo, mettendo a servizio i produttori, i distributori e i con- valore calorico e simbolo del nostro Paese». sumatori. Stiamo qualificando le aziende, per [email protected] La chiesa di San Giovanni Battista di Città d’arte come Matera sono chiamate ad affrontare meccanismi e politiche di Matera, sarà il momumento simbolo, il tutela del tutto uniche. La capacità di primo ad essere sottoposto a questo metodo. tramandare nel futuro le Il progetto, finanziato testimoniznae del passadal Miur con 12 milioni di to, è infatti la grande sfida euro, conta su sogetti atdei giorni nostri. tuatori di straordinario Nasce così il progetto rilievo: l’Università Ca’ “He main” (acronimo di Foscari di venezia, l’UniHeritage maintenance) versità de L’Aquila, della che nell’ambito del patriBasilicata, La Sapienza di monio culturale, farà parRoma, le Industrie chimitire a breve l’applicazione di metodi, protocolli e L’immagine del progetto He main che, e piccole e medie imprese del settore, Ict. prodotti chimici a basso Acs Registrars Italia, impatto ambientale per una più efficace programmazione delle certificherà il modello di sperimentaoperazioni di restauro dei beni cultura- zione che verrà prodotto. li. [email protected] RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 16 Primo piano Giovedì 6 febbraio 2014 www.ilquotidianoweb.it TRATTA-MENTI IN CAMPO Ieri a Potenza una lezione speciale per i detenuti che sognano una panchina Ulivieri: calcio, politica e social Mattinata nel carcere del capoluogo per il presidente degli allenatori italiani di PIETRO SCOGNAMIGLIO E' una presenza ormai abituale quella di Renzo Ulivieri a Potenza. Un legame con il territorio lucano alimentato da progetti e collaborazioni professionali, che sono poi diventate amicizie. Quella con il vicepresidente Aiac Biagio Savarese, quella con Gerardo Passarella, numero uno dei tecnici lucani. Il corso allenatori per i detenuti del carcere potentino è frutto della loro passione e della loro voglia di superare ogni forma di isolamento. Anche per chi ha sbagliato. «Dietro questo progetto c'è un grande lavoro e un grande impegno da parte dell'Aiac lucana. Il coinvolgimento che c'è stato per la mia lezione è frutto di quanto è stato seminato nelle tappe precedenti. Ho trovato tanta voglia di entrare nei problemi, di discutere. Burocraticamente sarà difficile dare a questi ragazzi l'accesso all'esame per il patentino Uefa B, ma intanto gli trasmettiamo conoscenze che possono tornare utili una volta che saranno fuori. La pena deve essere sempre finalizzata a una rieducazione, è quello che sostengo per la giustizia sportiva, vale ancora di più nella vita di tutti i giorni». Giustizia sportiva che intanto sta cercando di riformarsi. E' un discorso complicato. Penso alla sentenza sulla Nocerina, è evidente che ha pagato l'anello debole della catena. Penso anche alla mia categoria, Jonathan Bachini è stato radiato per i suoi problemi con la cocaina, ha pagato, non è giusto che adesso debba allenare la sua squadra di ragazzini da dietro la rete senza potersi sedere in panchina. La radiazione nell'ordinamento sportivo equivale all'ergastolo, ha poco senso. «Mazzarri non ha colpe. In questo momento all’Inter è un uomo solo» E il calcioscommesse? «Anche qui, facile fare la morale al calciatore che scommette o che falsa una partita. Certamente non fanno una cosa buona. Ma il guaio è a monte. Nel nostro Paese tanta gente è a un passo dalla disperazione, il calcio è lo specchio di tutto ciò. All'ingresso di ogni campo dove si allenano i settori giovanili andrebbe messo un cartello: “ce la fa solo uno su cinquantamila”. Così i genitori capiscono su quale strada stanno avviando i propri figli. Invece sono loro i primi a scommettere, scommettono su un ragazzino sperando possa diventare un calciatore importante per poi vivere nel successo e nell'agiatezza. E' il mondo dello sport che è andato dietro alla deriva morale del Paese, non viceversa. I ragazzi andrebbero educati al rigore nei comportamenti. Noi allenatori, insieme agli insegnanti e alle famiglie abbiamo l'obbligo di dare un contributo Renzo Uliveri ieri a Potenza, durante la nostra intervista al Caffè Mediterraneo per cambiare le cose. Dicono che sono nostalgico del Novecento, ma la partita alle 12.30 della domenica è un attentato alla famiglia. Gli interessi economici sono legittimi finchè non si intaccano i valori, altrimenti vuol dire che il mondo diventa un mercato». Ulivieri uomo di sinistra, senza mai nascondersi. Militante di Sel. Di recente ha attaccato in maniera dura l'intesa tra Renzi e Berlusconi sulla nuova legge elettorale. Perchè di solito allenatori e giocatori non vogliono mai esporsi come fa lei? Mica non hanno idee, sono disamorati della politica, come accade anche a gente di un certo spessore. Poi da qualche anno c'è un altro problema: i miei colleghi allenatori, ma anche i dirigenti, vogliono formare caratterialmente i giovani calciatori affinchè diventino mansueti. Non creano problemi. Le nuove generazioni vanno così. Io invece i ragazzi li vorrei tutti rivoluzionari. Non significa che devono fare casino, ma che a una domanda devono saper rispondere “si perchè” o “no perchè”. I cittadini mansueti fan- no sempre comodo a qualcuno». Guardando al campionato, non si può ignorare la sua amicizia con Mazzarri. Tempo fa disse: “quando Walter ammetterà di aver perso perchè gli altri sono stati più bravi, stapperò una bottiglia di champagne”. Che situazione sta vivendo all'Inter? «Mai come stavolta non vedo le sue colpe. E' cambiata la proprietà, i dirigenti non sono più tanto solidi al loro posto, in casi del genere l'allenatore è un uomo solo. L'esatto contrario di Conte, che trae forza dal legame granitico con la società oltre che dalla sua bravura. Conte è un allenatore-dirigente. Poi Walter allena una squadra con più di qualche problema tecnico. L'avrebbe potuta mettere in campo in qualsiasi modo, contro la Juventus il divario era troppo netto, gli sarebbe andata comunque male». Come si posizione la scuola di allenatori italiana nel contesto europeo? «E' cambiata molto nel corso degli ultimi dieci anni, c'è stata una | contaminazione grazie alla quale anche gli altri hanno preso spunto da noi. Abbiamo importato il gusto di giocare in maniera propositiva, palla a terra, almeno quattro o cinque passaggi in ogni azione. Lo fanno anche le cosiddette provinciali sui campi importanti, l'esempio migliore l'ha fornito il Torino di Ventura a San Siro. La peculiarità italiana che non si dovrà mai perdere in questo scambio di esperienze è il saper preparare e leggere al meglio le partite. All'estero c'è chi per presunzione non studia l'avversario. Guardiola, che è uno in gamba, lo fa. Non snatura mai il suo gioco ma conosce le debolezze di chi si trova di fronte e sa come fargli male». zione fisica, la prevenzione degli infortuni e il recupero tra una partita e l'altra. «E' sulla strada giusta, Cesare sta lavorando da tempo con uno staff preparatissimo e cura tutti i dettagli. Questi criteri devono poi orientare anche le scelte tecniche, visto che di bravi giocatori ne abbiamo tanti. Non bisogna scegliere chi portare al Mondiale e chi far giocare secondo logiche di gratitudine, come accadde in Sudafrica. Lo stato di forma dei protagonisti sarà una variabile fondamentale, da qui alla fine del campionato, poi soprattutto in Brasile». «Vanno di moda per le società i calciatori mansueti Io li vorrei rivoluzionari» Prandelli ha lanciato il suo piano per il Mondiale, il 14 giugno si parte con Italia-Inghilterra. Per il Ct tre fattori saranno determinanti in Brasile, al di là delle scelte tecniche: la condi- LA CARRIERA Con i social network come se la cava? «Sono lento a scrivere, a volte i post sono troppo lunghi, ma ho una pagina Facebook che gestisco senza l’aiuto di nessuno. E dove parlo soprattutto di politica». Twitter @pietroscogna © RIPRODUZIONE RISERVATA | E’ il direttore della scuola allenatori Figc di Coverciano L’ultima panchina alla Reggina ALLENATORE precoce, già a 24 anni, Renzo Ulivieri ha ottenuto le prime panchine importanti in B a Terni e Vicenza. L’esordio in A è nel 1980 a Perugia. Con la Sampdoria passa dalla B alla A e ottiene poi un settimo e un sesto posto, si trasferisce a Cagliari. In seguito ha allenato: Modena, Vicenza, poi Bologna. Nel ‘98 passa in B al Napoli e l’anno dopo torna nel capoluogo sardo. Il campionato successivo sostituisce al Parma Arrigo Sacchi, chiudendo al quarto posto, ma dopo l'eliminazione ai preliminari di Champions League Ulivieri lascia. Sostituisce poi Giancarlo Camolese al Torino, ma viene esonerato 14 partite dopo. Ricomincia dal Padova C1 poi nuovamente torna al Bologna, dove viene prima allontanato e poi richiamato. Il 1º novembre 2007 viene ingaggiato dalla Reggina. Subentra a Massimo Ficcadenti, ma viene sollevato a sua volta dall'incarico il 3 marzo 2008 dopo lo 0-0 casalingo contro il Palermo, sostituito da Nevio Orlandi. Oggi è presidente dell’Aiac (Associazione Italiana Allenatori Calcio) e direttore della scuola allenatori Figc di Coverciano. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Economia Italia / Mondo Giovedì 6 febbraio 2014 www.ilquotidianoweb.it 17 LAVORO La cassa integrazione registra invece un calo tendenziale del 10,4% Disoccupazione, domande +33,8% L’Inps fotografa le difficoltà del mercato nell’anno che si è appena concluso di BEPPE COLONNA ROMA - Oltre 2,1 milioni di domande di disoccupazione nel 2013 con un aumento del 33,8% sul 2012: l’Inps fotografa la difficoltà del mercato del lavoro nell’anno che si è appena concluso ricordando che, dal 2013, sono cambiate le regole sull’indennità di disoccupazione con l’introduzione dell’Aspi e del mini-Aspi. Sono migliori invece i risultati sulla cassa integrazione con la richiesta a gennaio 2014 di 81,4 milioni di ore complessivi di cassa e un calo tendenziale del 10,4%. I sindacati però parlano di calo della cassa «fittizio», dovuto soprattutto al blocco dei finanziamenti per la cassa in deroga. Il calo tendenziale del 10,4% è il risultato della riduzione delle richieste della cassa integrazione ordinaria (23,1%, dato che risente del crollo per l’industria a -31% e dell’aumento per l’edilizia) e in deroga (-16,1%) mentre la cassa integrazione straordinaria fa segnare un lieve aumento (+0,8%). A dicembre è proseguita la crescita delle domande di disoccupazione (+15,5% tendenziale) con 98.394 domande di ASpI, 33.500 domande di mini ASpI e 410 domande di disoccupazione tra ordinaria e speciale edile (10.131 domande di mobilità e 82 di disoccupazione ordinaria ai lavoratori sospesi). Nel complesso nel 2013 sono state presentate 2.134.975 domande, con un aumento del 33,8% rispetto alle domande presentate nel 2012, che erano state 1.595.604. «Il calo delle ore di cassa in deroga - dice il segretario confederale della Cisl Luigi Sbarra è fittizio, essendosi creata una coda di domande a causa del blocco dei finanziamenti. In ogni caso il livello è elevatissimo, e corrisponde a quasi 500.000 lavoratori equivalenti a tempo pieno. Preoccupa in particolare quanto sta accadendo in edilizia, dove le ore di cassa integrazione in un anno sono aumentate del 21%». Sulla disoccupazione inoltre «non bisogna indulgere a facili ottimismi - sottolinea Sbarra - non si può allentare l’attenzione verso il sostegno al reddito per le famiglie in difficoltà». «La lettura del dato della diminuzione delle ore di cassa integrazione richieste dalle aziende nel primo mese dell’anno, - avverte il segretario confederale della Uil Guglielmo Loy - non ha nulla di positivo. Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali in deroga, la forte contrazione delle ore, è dovuta essenzialmente alla non disponibilità delle risorse necessarie nella gran parte delle Regioni italiane». E’necessario - prosegue - «che il Governo dica con chiarezza che i 400 milioni di euro, recentemente ripartiti a valere sull’anno 2014, possano essere utilizzati per le richieste sia di cassa integrazione che di mobilità in deroga ancora inevase e dia certezza di finanziamento dello strumento per tutto il 2014». CANALE DI PANAMA Si rischiano il blocco dei lavori 10.000 posti Muro contro muro Autorità-Sacyr Nel consorzio l’italiana Impregilo Per il paese centroamericano pericolo di azioni legali a catena. Tonfo in Borsa delle società consorziate di FABIO PEREGO PANAMA CITY - E’ muro contro muro nel negoziato per il cofinanziamento degli extracosti, pari a 1,6 miliardi di dollari, del Canale di Panama. L’Autorità (Acp), guidata da Jorge Luis Quijano, ha rifiutato ogni tipo di proposta da parte del Consorzio con a capo la spagnola Sacyr (cui fa parte anche l’italiana Sbarra (Cisl) «Sono dati fittizi» Salini-Impregilo) e ha interrotto le trattative provocando il blocco dei lavori. I colloqui vanno comunque avanti anche se lo stesso Quijano, parlando da Panama City, ha avvertito che l’opera sarà conclusa nei tempi previsti «con o senza» Sacyr. Alla finestra, peraltro, ci sono altri aspiranti contractor: su tutti ricorre il nome dell’americana Bechtel. Quel- la di altri gruppi non è un’ipotesi nuova e l’Autorità del Canale in più di un’occasione ha minacciato di ricorrere ad un “piano B”. Dura la reazione del consorzio: la strategia dell’Autorità «che non tarderà, se attuata fino in fondo, a rivelarsi come fallimentare, è quella di porre il consorzio in condizioni di mancanza di flusso di cassa portandolo all’asfissia finanziaria e, in definitiva, obbligandolo ad abbandonare il campo», ribattono fonti della cordata europea secondo le quali, Quijano «si è dimostrato cieco a queste facili previsioni e sordo a tutti gli inviti ad abbandonare la rigidità». Uno dei rischi per il Paese centroamericano, se non si dovesse arrivare a un compromesso, è quello di azioni legali a catena non solo da parte di Sacyr e dei suoi partner ma anche da tutti i fornitori. E il Consorzio Gupc (Grupo Unidos por el Canal), che ritiene la decisione dell’Acp «illogica», appare comunque disponibile ad «una comune ed equilibrata soluzione» per fare in modo che il progetto (già realizzato per il 70%) sia terminato come previsto per la metà del 2015. Sulla vicenda è tornato a parlare anche Antonio Tajani. Il vice presidente dell’Ue ha auspicato che «le parti riconsiderino le loro posizioni». Con l’impasse che mette «a rischio imminente» 10.000 posti di lavoro, sono piovute anche le vendite in borsa: Sacyr a Madrid ha perso il 6,86% a 3,61 euro mentre Impregilo a Milano ha contenuto la flessione l’1,06% a 4,28 euro. RC AUTO Il Governo ritira il “pacchetto” LaBorsa Titolo Ultimo Prezzo Variazione Max Min A2a Ansaldo Sts Atlantia Autogrill Spa Azimut Banco Popolare Bca Mps Bca Pop Emil Romagna Bca Pop Milano Buzzi Unicem Campari Cnh Industrial Enel Enel Green Power Eni Exor Fiat Finmeccanica Generali Ass Gtech Intesa Sanpaolo Luxottica Group Mediaset S.p.a Mediobanca Mediolanum Pirelli E C Prysmian Saipem Salvatore Ferragamo Snam Stmicroelectronics Telecom Italia Tenaris Terna Tod's Ubi Banca Unicredit Unipolsai World Duty Free Yoox 0,8170 8,1950 17,2900 6,6100 21,1100 1,2150 0,1731 6,6700 0,4395 13,2300 5,8550 7,6800 3,3400 1,9050 16,2500 28,3100 7,1550 0,0000 15,5900 22,9000 2,0340 38,3500 3,6120 6,8050 6,2900 11,9200 17,9200 16,7200 22,1900 3,9940 5,9400 0,8220 15,9200 3,5720 97,2500 5,4800 5,4200 2,1860 10,5500 29,2400 0,43% 0,12% 2,31% 0,46% -0,94% 1,42% 2,73% 2,62% -0,59% -0,60% -0,51% 0,79% 0,48% 1,93% -1,10% 0,25% -1,72% 2,53% -1,08% 2,83% 1,85% -0,10% -1,10% 3,50% -1,56% 0 1,88% -0,65% -1,11% -0,65% -1,00% 1,86% -1,12% 0,22% -1,02% 5,08% 0 0 5,29% -1,81% 0,819 8,235 17,36 6,62 21,52 1,218 0,1744 6,685 0,4439 13,32 5,88 7,805 3,376 1,911 16,41 28,47 7,29 6,5 15,79 22,91 2,058 38,55 3,716 6,82 6,42 12,09 18,13 16,85 22,56 4,022 6,03 0,8305 16,18 3,592 99 5,56 5,515 2,222 10,63 30,29 0,8040 8,12 16,83 6,53 21 1,19 0,1695 6,39 0,4336 13,13 5,815 7,615 3,308 1,86 16,2 27,99 7,11 6,31 15,44 22,33 1,98 38,01 3,58 6,535 6,245 11,83 17,44 16,46 22,02 3,984 5,905 0,8065 15,9 3,55 97,25 5,215 5,365 2,166 9,93 28,76 Indici FTSE/Nome MIB Italia All-Share Italia Mid Cap Italia Small Cap Italia Micro Cap Italia STAR Valore 19.069,62 20.295,61 26.454,76 17.723,78 22.206,23 17.599,17 Var % +0,26 +0,29 +0,9 +0,51 +0,86 +0,19 MaggioriRialzi Nome World Duty Free Ubi Banca Mediobanca Gtech Banca Monte P. Siena Valore 10,55 5,48 6,805 22,90 0,1731 Var % +5,29 +5,08 +3,50 +2,83 +2,73 MaggioriRibassi Nome Valore Yoox 29,24 Fiat 7,155 Mediolanum 6,29 Tenaris 15,92 Salvatore Ferragamo 22,19 MercatiEsteri Var % -1,81 -1,72 -1,56 -1,12 -1,11 * ore 21 Indice NASDAQ 100 Dow Jones FTSE 100 DAX 30 CAC 40 Valore 3.459,036 15.443,03 6.457,89 9.116,32 Cambi aggiornato ore 21 Nome Acquisto Euro/Dollaro 1,35254 Euro/Sterlina 0,82916 Euro/Franco Svizzero 1,2227 Euro/Yen 137,167 Var. % -0,32 -0,01 +0,13 -0,13 4.117,79 Vendita 1,3527 0,8293 1,22292 137,186 MateriePrime Nome Petrolio Oro Argento Valore $ 97.35 $ 1257.6 $ 19.84 Unità di misura Barile (158,987 Litri) 100 Troy Oz. (3,110 Kg) 5000 Oz. (155,517 Kg) Stop alla scatola nera, norme sui carrozzieri e sui medici ROMA - Niente da fare sulle norme Rc Auto. I partiti, dal Pd a Fi, chiedono e ottengono la cancellazione del pacchetto contenuto nel decreto legge Destinazione Italia, all’esame della Camera. E se dunque tutti cantano vittoria, l’unica voce fuori dal coro, insieme al Codacons, è quella del Sottosegretario allo Sviluppo del Nuovo centrodestra Simona Vicari, convinta che a rimetterci saranno i cittadini. Intanto, con l’obiettivo di mettere un freno alle frodi, dal ministero dei Trasporti arriva una nuova applicazione grazie alla quale si potrà verificare online se la propria auto è assicurata e mettersi in regola entro 15 giorni. Gli evasori, ha fatto di conto il sottosegretario Erasmo De Angelis, sono 3,8 milioni e potranno «essere sanzionati anche grazie alla prova fotografica di telecamere Ztl e Tutor». Che il destino delle nuove norme sulle assicurazioni messe a punto dal governo fosse in bilico era stato chiaro fin da subito, quando all’inizio dell’esame del provvedimento uno dei relatori (Yorahm Gutgeld, Pd) aveva dato la propria disponibilità a rivedere l’intero capitolo. E quando tra i 1.600 emendamenti erano spuntate proposte disparate, e firmate da tutti i gruppi, che puntavano a riscrivere le norme chiave è arrivata un’ulteriore conferma. Nel mirino è finita la scatola nera (e gli sconti collegati al suo uso), le norme sui carrozzieri, quelle sui medici, ma anche questioni più delicate come quelle dei rimborsi in caso di incidenti mortali. I tempi, d’altro canto, trattandosi di misure inserite in un decreto legge che deve essere approvato definitivamente entro fine febbraio iniziavano a stringere e così è maturata la decisione di separare le sorti di Destinazione Italia dalle norme sulle assicurazioni, che ora potrebbero finire in un disegno di legge ad hoc. La decisione è stata suggellata ieri mattina nel corso di una riunione a Palazzo Chigi tra il premier Enrico Letta, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini e i capigruppo di maggioranza. Con l’eccezione di Sel, le opposizioni brindano al risultato intestandosi la vittoria: lo fa il M5S che parla di «norme sull’Rc Auto che favorivano soltanto la lobby delle assicurazioni», lo fa Forza Italia che definisce «questa marcia indietro del governo un grande successo». Critica invece Sel di Nichi Vendola: «Quanto sta accadendo è davvero imbarazzante. Infine in Commissione - evidenziano i deputati in Commissione Finanze Giovanni Paglia e Fabio Lavagno - l’ultima farsa con il sottosegretario De Vincenti che si dichiara favorevole allo stralcio e la sottosegretaria Vicari contraria». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 19 Giovedì 6 febbraio 2014 www.ilquotidianoweb.it IL SINDACO DI POTENZA CHE VORREI di ANTONELLA PELLETTIERI segue dalla prima sindaci. Non so quanto sia preciso l’elenco riportato da Wikipedia (a lato). Ricordo che solo una volta ci fu una donna come commissario prefettizio a metà degli Anni ’60. Mai nessuna donna ha ricoperto l’incarico di sindaco ma quella di Potenza non è un’eccezione perché la stessa situazione c’è in moltissime città e paesi italiani. In fondo, le donne votano da circa 70 anni e solo pochissime in Italia, hanno avuto incarichi importanti. L’invito di Lucia Serino a cercare donne da poter candidare mi ha fatto riflettere. Evito di dire donne capaci perché poi dovremmo dire pure uomini capaci ma pare che quando si parli di uomini, non necessitano aggettivi che li qualifichino. Si sa, le donne devono valere almeno il doppio degli uomini per poter essere un po’ considerate, devono studiare e lavorare il doppio per dimostrare capacità. Fare il sindaco è la cosa più bella che può capitare ad un uomo e a una donna: si è a stretto contatto con le persone e con il territorio, si finisce per conoscere un po’ tutto e si rimane teneramente legati a quello scranno per sempre. Nessuna altra carica politica anche nazionale e internazionale dona questo profondo piacere e senso di appartenenza. Non dimentichiamo che l’Italia è il paese che più incarna il concetto di cittadino legato al proprio luogo natio più che a una regione o all’intero stato. La civitas è fortemente sentita da noi italiani al punto che tutti crediamo di avere le capacità giuste per fare il sindaco. Intanto, tutti LA FIAT HA COMPLETATO l’acquisto della Crysler. Marchionne è un genio in operazioni finanziarie ma non scherza nemmeno da un punto di vista industriale visto che è riuscito a creare uno dei principali gruppi automobilistici mondiali. Di qui la soddisfazione generale in Italia con punte di vero e proprio entusiasmo salvo scetticismo nei sindacati e in settori limitati della sinistra in termini peraltro generali e senza entrare nello specifico. E’ un entusiasmo questo che sconcerta. I mezzi patrimoniali della Fiat sono insufficienti a sostenere il nuovo grande gruppo e quindi il mantenimento dell’effettività del controllo del gruppo in capo alla stesso Fiat appare problematica: appare inevitabile lo spostamento del controllo in altri sedi estere, ancora da individuare presumibilmente all’esterno dell’attuale gruppo. Ma non solo: la sede del nuovo gruppo presumibilmente non sarà più in Italia e quindi la sua de-italianizzazione anche a stare all’attuale struttura societaria è ormai inesorabile. Che le ragioni siano cercano la donna giusta che possa degnamente rappresentare la città. Ma, purtroppo, io so già che nessuna donna farà il sindaco: quindi, il nostro è solo un esercizio dialettico! Anche il modo in cui si vota è fastidioso : due preferenze e, se la prima è data ad un uomo, la seconda deve contenere un nome femminile, altrimenti la scheda è nulla. Sarebbe bellissimo il contrario e cioè che la prima preferenza deve essere data ad una donna se poi si vuol votare un uomo. Anche perché nel modo in cui si voterà sarebbe facilissimo fare uscire poche donne fra i consiglieri, poiché i partiti e i portatori di più voti divideranno i voti femminili tra i loro sostenitori in modo tale che nessuna donna potrà mai superare un tot numero di voti e non avere le condizioni giuste per deleghe e incarichi importanti. Per questi motivi, i nostri pensieri sono solo un esercizio di stile. E poi tutti parliamo di donne ma nessuno fa il nome di una donna. Ho una mia preferenza ma non posso palesarla perché verrei censurata: è ovvio che scherzo con la cara amica Lucia Serino! Sarebbe bellissimo se i partiti, con l’esclusione dell’M5S che utilizza altri sistemi per la scelta dei candidati, decidessero di sostenere la candidatura di qualche donna. Non è detto che chi è bravo o eccellente nella propria professione possa essere un bravo sindaco né un sindaco è bravo se proviene dalle segreterie di partito. In una stessa figura si devono raccogliere tante virtù e chi crede di possederle, una volta sindaco, dovrebbe avere anche la capacità di smussare i lati più spigolosi del proprio carattere e diventare il sindaco di tutti. Anche dei più antipatici, anche dei detrattori, anche di quelli che appartengono a un altro partito: deve essere il sindaco dei più belli e dei più brutti, dei bambini, delle persone in difficoltà, dei ricchi, della classe borghese che a Potenza è particolarmente inoperosa. Dovrebbe essere un sindaco affettuoso ma senza sciatteria istituzionale perché ciò che più manca oggi, in Basilicata, è il rispetto verso le istituzioni. Un sindaco quando indossa la fascia tricolore deve sempre ricordarsi che rappresenta tutta una città e, dunque, deve comportarsi con una grande delicatezza e raffinatezza per non infastidire un solo cittadino. Deve essere elegante nei modi e anche nelle forme, deve cercare e trovare consensi anche fra coloro che non l’hanno votato. Dovrebbe avere la capacità di parlare in tutti i linguaggi anche il dialogo con la rete dovrebbe essere continuamente esercitato perché oggi è impensabile governare senza il principio della condivisione e della partecipazione, e con il crowdsourcing. Deve costituire un gruppo che non sia uno staff ne un consiglio di saggi ma un vero cerchio magico che lo aiuti nelle difficoltà. E non deve mai cadere nell’errore che oggi fanno molti e cioè credere che la comunicazione sia l’unico aspetto da curare con attenzione. Fare il sindaco è l’incarico più difficile e non può essere ricoperto da chiunque, uomo o donna! E su questo concetto ci conforta Dante: “Or tu chi se’, che vuo’ sedere a scranna, Per giudicar di lungi mille miglia Con la veduta corta d’una spanna?” I SINDACI DI POTENZA DAL 1860 a oggi (fonte Wikipedia): Lavanga Luigi (1860) D'Aquino Raffaele (1861) Ciccotti Pasquale (1865) Amati Luigi (1879) Martorano Francesco (1899) Vaccaro Nicola (1911) Ianora Giovanni (1913) Ricciuti Michele (1914) Padula Domenico (1917) Marino Michele (Sindaco dal 18 febbraio 1918 e Commissario Prefettizio dal 31 dicembre 1922) Antonucci Antonio (1923) Brienza Eugenio (DC) dal 7 gennaio 1943 Pietro Scognamiglio (DC) dal 18 aprile 1946 Giuseppe Sivilia (DC) dal 28 febbraio 1948 Pietro Scognamiglio (DC) dal 16 novembre 1949 Emilio Colombo (DC) dal 14 giugno 1952 Vincenzo Solimena (DC) dal 14 gennaio 1955; dal 16 luglio 1956 Giovanni Messina (DC) dal 19 dicembre 1960 Francesco Petrullo (DC) dal 7 febbraio 1965 Imperio Napoletano (DC)) dal 1966 Francesco Petrullo (DC) dal 1966 Antonio Bellino (DC) dal 30 luglio 1970 Raffaello Mecca (DC) dal 18 ottobre 1975 Gaetano Fierro (DC) dal 29 settembre 1980; dal 24 luglio 1985 Rocco Sampogna (DC) 1990-1995 Domenico Potenza (PDS) 1995-1999 Gaetano Fierro (UDEUR) 1999-2004 Vito Santarsiero (La Margherita, poi Partito Democratico) 2004-2009; 20092014 QUALCHE PERPLESSITÀ SULL’INTESA FIAT-CRYSLER di FRANCESCO BOCHICCHIO fiscali o di natura industriale al momento non è così rilevante: è ovvio che l’ancoramento italiano della Fiat è ormai alle spalle; le assicurazioni di Marchionne di salvaguardare tutti gli impianti italiani, non sembrano ferree, in quanto lo stesso ha recentemente chiarito che proprie precedenti assicurazioni erano legate all’andamento dei mercati, ed è già prevedibile che le future evoluzioni dei mercati rendano non economico il rispetto degli impegni. In definitiva, si può articolare una valutazione generale: Marchionne, ha raggiunto due risultati straordinari, da un lato la creazione di un gruppo industriale dell’auto molto importante a livello mondiale e dall’altro il raggiungimento di risultati eco- Mezzi patrimoniali insufficienti a sostenere il grande gruppo nomici e finanziari di eccellenza. E’ roba da mago della finanza. Ma i vantaggi economici e finanziari sono a favore della proprietà della Fiat mentre il gruppo industriale si caratterizza sempre in di più in termini de-italianizzati. E’ la globalizzazione, bellezza!!! Ma che in Italia si plauda ad un’operazione che suggella e sublima la divaricazione tra vantaggi economici a favore della proprietà italiana e vantaggi industriali al di fuori dell’Italia è il segno che il liberismo dominante non solo è acritico e tale da perdere di vista gli effetti concreti, in un’ottica in cui le leggi dell’economia sono sacrificati a favore di una ideologica ormai vetusta, ma anche considera l’interesse nazionale solo a favore dei grandi imprenditori italiani e del grande capitale occidentale. E’ bene soffermarsi su tale ultimo aspetto: sul “favor” per i grandi imprenditori italiani, si esalta la divaricazione tra impresa ed imprenditore non nel senso di salvaguardia dell’indipendenza della prima dal secondo, secondo i canoni propri del razionalismo del capitalismo come insegnato da Max Weber, ma in quello del tutto opposto di strumentalizzazione della prima da parte de secondo. E’ il volto irrazionale e rovinoso del capitalismo. Sul “favor” per i grandi gruppi occidentali, è evidente che l’Italia diventa un paese satellite secondo gli schemi propri dell’imperialismo. Che di tali aspetti sia contento Marchionne è comprensibile, che siano contenti gli Agnelli anche, che lo siano gli esponenti di interessi generali o privati di categoria è un mistero della fede: certamente ciò conferma una clamorosa mancanza di autonomia di valutazione rispetto agli Agnelli e quindi lo stato di degrado dell’Italia, ormai diventato un Paese marginale dell’Occidente, e questa volta in modo folcloristico visto che non solo non ci ribella, non solo non si avanza la necessità di una politica industriale che ponga paletti invalicabili alla Fiat ma addirittura si esprime profonda soddisfazione. Ma il discorso è più complesso: non si ha il coraggio di denunziare che l’interesse nazionale viene leso in maniera gravissima da un gruppo che ha beneficiato e beneficia tuttora di vantaggi e massima attenzione anche per perpetrare il duplice assunto in veritiero, vale dire in primo luogo che il benessere delle imprese coincida con quello degli imprenditori ed in secondo luogo che una volta assicurato tale del tutto presuntivamente benessere i vantaggi si propagheranno dal mondo imprenditoriale a tutta la società. Il dominio del liberismo e del liberalismo sconta, questa volta in modo definitivo, i suoi malefici effetti. Non c’è coraggio di denunziare che l’interesse nazionale viene leso RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 20 Giovedì 6 febbraio 2014 www.ilquotidianoweb.it Basilischi: respinta la richiesta di acquisire il memoriale dell’ex collaboratore Lo Giudice La guerra tra pentiti arriva in aula Cossidente si difende dalle accuse: «E’ vero abbiamo mangiato assieme ma nulla più» POTENZA - Resteranno fuori dal processo d’appello sui reduci dei basilischi le dichiarazioni di Nino Lo Giudice, l’ex collaboratore di giustizia di Reggio Calabria che a giugno aveva fatto perdere le sue tracce, inviando a giornali e avvocati dello stretto un memoriale in cui denunciava di essere stato manipolato da alcuni magistrati, e da Antonio Cossidente, l’ultimo boss pentito della mafia lucana. Lo ha deciso ieri pomeriggio il presidente della Corte Vincenzo Autera respingendo la richiesta in proposito avanzata dall’avvocato Massimo Maria Molinari. Lo Giudice, orfano del “capobastone” Giuseppe ucciso nel 1990 durante la seconda guerra di ‘ndragheta, sostiene di aver incontrato Cossidente nella sezione speciale del carcere di Rebibbia riservata ai collaboratori di giustizia, dove proprio l’ex boss potentino gli avrebbe spiegato come comportarsi nei pro- Antonio Cossidente cessi in cui doveva testimoniare. In più lo stesso Cossidente gli avrebbe rivelato le regole della ‘ndrangheta, da imparare a memoria per essere credibile davanti ai giudici, e gli avrebbe chiesto informazioni utili per entrare come “super teste” nei processi più importanti sui clan reggini. Antonio Logiudice Ieri in aula Cossidente ha risposto anche su questo confermando di aver incontrato Lo Giudice nel carcere di Rebibbia, e aggiungendo che in qualche occasione hanno anche «mangiato insieme». Ha però precisato che la loro frequentazione sarebbe iniziata soltanto dopo la scadenza dei sei mesi entro cui la legge prevede che un collaboratore di giustizia indichi i fatti su cui è in grado di fornire informazioni utili agli inquirenti. Perciò l’ipotesi di testimonianze concordate, «tragedie» per usare le parole di Lo Giudice, non starebbe in piedi. «Sono stato interrogato sei volte a proposito di queste accuse a Reggio Calabria dal procuratore Cafiero De Raho e dal pm Nicola Gratteri». Ha spiegato Cossidente. «Con loro ho chiarito tutto, e credo che ci siano ancora delle indagini in corso. Posso dire soltanto che quando ho conosciuto Lo Giudice avevo già detto quello che sapevo sulla criminalità calabrese perciò non potevo entrare in altri processi». Sul motivo per cui Lo Giudice avrebbe provato a delegittimarlo Cossidente non ha aggiunto una parola, come pure sull’intreccio che lega in maniera tutt’altro che trasparente la “guerra tra pentiti” alla corsa per il posto di procuratore capo di Potenza. Infatti, nel memoriale dell’ex collaboratore si possono trovare riferimenti più o meno chiari a due dei quattro concorrenti per la Dda lucana, poi ridotti a tre proprio a causa dell’onda lunga delle accuse contenute al suo interno. Una circostanza che non lascia per niente tranquilli. Tornando alle vicende della “quinta mafia”, Cossidente ha ribadito ai giudici della Corte d’appello come è avvenuta la scissione della vecchia famiglia “basilisca” in tanti «locali» distinti. Ma incalzato dalle domande dell’avvocato Massimo Molinari sul finire dell’interrogatorio si è irrigidito e non ha voluto rispondere sui soldi accumulati grazie ai traffici del suo clan. L’udienza è stata aggiornata al 12 marzo per l’inizio della discussione. [email protected] Dissesto continuo. Fatti diversi sopralluoghi: scatta l’emergenza Guardia-Gorgoglione una strada spaccata in due GUARDIA PERTICARA – GORGOGLIONE - E’ una catastrofe. Frane e smottamenti , buche e voragini apertesi nell’entroterra saurino. Più di qualcuno su Facebook ha paragonato quello che sta accadendo nel territorio del Sauro, al disastro idrogeologico del Marzo 1973 che ridisegnò la geografia agricola della zona e che costrinse molti agricoltori ad emigrare ed altri a spostarsi in altre contrade. Praticamente la strada provinciale, ex SS 103 che collega Guardia Perticara al comune di Gorgoglione, è divisa in due, con grossi disagi alla viabilità. Parte della località di Serra Matina è in movimento franoso. Il versante nord est è in spostamento verso valle. Il Sindaco, Massimo Caporeale ha preferito procedere, in via precauzionale, all'evacuazione di alcune aziende agricole, trovandosi nel centro franoso. “Sulla parte Ovest – evidenzia il responsabile dell’area tecnica manutentiva del comune di Guardia Perticara, Gianfranco Massaro sul proprio profilo di Facebook - dal lato della contrada “Borrenza” in direzione "Sepaline", il ponticello di attraversamento è praticamente inutilizzabile perché è stato travolto dalla furia dell'acqua. Occorre liberare la fascia e la "savanella" per ripristinare il corso d'acqua e consentire il transito ai mezzi agricoli”. Intanto, terra, piante e rocce hanno raggiunto l’altezza della struttura. “Ricordiamo che in una parte della sponda destra – continua il tecnico comunale - c'è una delle aziende zootecniche più attive L’area coinvolta dalla frana e, sotto, la zona di Cersosimo CERSOSIMO Un costone frana e danneggia il centro ricreativo “Sala Castello” Immagini eloquenti dalla strada che collega Guardia a Gorgoglione della zona che ha allevamenti stato un continuo sopralluogo da stalla e da pascolo”. Lo sce- e presidio dell'area, ammininario di contrada Gliemme - Se- stratori, tecnici degli uffici copaline è indescrivibile. Poi c’è la munali e Protezione civile. La strada comunale di Serra-Pul- situazione è in piena emergenvino che porta in contrada Tem- za. pa Rossa, è impraticabile. Ieri è Angela Pepe A CAUSA DELLE forti piogge dei che il cattivo tempo passi al più presto giorni scorsi, si registra un nuova e arrivino gli aiuti da tempo promesfrana a Cersosimo. Questa volta un si. Ma ad impensierire è anche la graintero costone è sceso sulla “sala Ca- ve situazione che si registra nella vistello”: centro polifunzionale a nord cina Oriolo, in provincia di Cosenza. dell’abitato. Terra e alberi di pino d’al- Con un comunicato stampa, l’Anas ha comunicato to fusto stanno che la strada causando danstatale 481 ni e preoccupa“della valle del zione, anche il Ferro” è provvicino campo visoriamente di calcetto è a chiusa a causa rischio. qualdi una frana al che mese fa, km 21,300, nei nella stessa pressi del conarea, un’altra fine. Il traffico frana aveva in- La sala Castello interessata dalla frana del costone è deviato verso teressato la strada stataun’abitazione, costringendo gli abitanti all’evacua- le 106 “Jonica”. I veicoli diretti in Bazione. Il sindaco Pietro Gulmì con i silicata, invece, possono utilizzare la tecnici del comune ha già effettuato strada statale 653 “della valle del Sinuna prima ricognizione. Dalla sede ni”, dal km 420,500 della strada stamunicipale sono partiti i telegrammi tale 106 “Jonica”. L’importante artealle istituzioni interessate, alle quali ria, l’unica, che collega l’area interna si chiedono consulenza tecnica e aiu- sud con la Calabria, dovrebbe rimati economici. A rischio, del resto, un nere chiusa per qualche tempo. Una centro culturale importante, non so- situazione che mette a dura prova allo per il comune. Mentre gli allevatori cuni ragazzi del comune lucano che e gli agricoltori della zona continua- frequentano gli istituti calabresi. no a trattenere il fiato , nella speranza Vincenzo Diego RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Basilicata Giovedì 6 febbraio 2014 www.ilquotidianoweb.it 21 Il generale della Gdf Zago parla dell’indagine su Rimborsopoli alla Regione «Una consuetudine contra legem» L’attività delle fiamme gialle porta alla scoperta di 163 milioni di euro evasi POTENZA - La Guardia di Finanza nel 2013 in Basilicata ha effettuato 847 interventi fiscali, con la scoperta di 163 milioni di euro di imponibili non dichiarati o non deducibili, 50 milioni di euro per violazioni alle norme sull’Iva, e circa due milioni di euro di ritenute non versate: in 12 mesi i militari hanno inoltre scoperto 112 evasori (completamente o parzialmente sconosciuti al fisco). I dati sono stati resi noti a Potenza, nel corso di una conferenza stampa, dal comandante regionale della Guardia di Finanza, il generale di brigata Valerio Zago, e dai comandanti provinciali di Potenza e Matera, i colonnelli Gianluca Dinoi e Pantaleo Cozzoli. Nei controlli sui luoghi di lavoro, i militari hanno scoperto 154 persone completamente in nero e 496 irregolari. I controlli sulle ricevute fiscali sono stati 4.522, con 1.211 infrazioni (26,7 per cento dei casi) e l’esecuzione di 15 provvedimenti di chiusura di esercizi commerciali. Nelle verifiche sulla spesa pubblica, la Guardia di Finanza ha segnalato alla Corte dei Conti 219 persone, per un danno erariale di 24 milioni di euro. Gli accertamenti patrimoniali sulle attività della criminalità organizzata hanno invece portato a proposte di sequestro per 1,1 milioni di euro. Sono invece 10.870 i “falsi” scoperti e sequestrati dai militari nel corso delle verifiche sui prodotti contraffat- 847 interventi: 112 gli evasori sconosciuti al fisco Segnalate alla Corte dei Conti 219 persone Danno: 24 mln FINO A LUGLIO 2013 Il bilancio di un anno di Direzione nazionale antimafia Nel Lagonegrese intensa lotta al traffico di stupefacenti Val d’Agri più tranquilla Un momento della conferenza stampa (Mattiacci) ti. La Guardia di Finanza, infine, lo scorso hanno ha collaborato con la Procura della Repubblica di Potenza per i controlli delle spese dei consiglieri regionali, nell’ambito dell’inchiesta “Rimborsopoli”: è stato “un lavoro meticoloso e importante - ha spiegato Zago - frutto di un ottimo rapporto con i magistra- ti, da cui sono emerse violazioni di diverso tipo, frutto a nostro avviso più di consuetudini ‘contra legem’ che di volontà di appropriarsi di grandi somme di denaro pubblico, come accaduto in altre regioni italiane. Sono stati comportamenti mai attenzionati prima, con pessime abitudini più che di indebite percezioni”. Operazione dei Carabinieri di Lagonegro Mandato di arresto europeo Preso un rumeno a Rotonda LAGONEGRO- Ancora una efficace operazione portata a termine dai Carabinieri della Compagnia di Lagonegro che nel corso di un servizio finalizzato alla prevenzione ed alla repressione dei reati contro il patrimonio hanno tratto in arresto un cittadino rumeno, Negra Moise Florin, di anni 30. L'uomo è stato rintracciato dai militari della stazione di Rotonda, diretta dal Maresciallo Giuseppe Regina, durante approfondite attività di controllo del territorio nelle quali risultava essere stato colpito da mandato di arresto europeo richiesto dalla Romania, poiché ritenuto responsabile di delitti contro il patrimonio perpetrati nel suo paese e attraverso l'uso delle armi. Dopo essere stato arrestato ed a margine delle formalità di legge necessariamente espletate, Florin è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Potenza dove adesso è a disposizione dell'Autorità Giudiziaria. Fabio Falabella REGIONE BASILICATA SERVIZIO SANITARIO REGIONALE AZIENDA SANITARIA LOCALE DI POTENZA Via Torraca, 2 – 85100 POTENZA ESTRATTO AVVISO DI GARA CENTRO DI RIFERIMENTO ONCOLOGICO DI BASILICATA Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Rionero in Vulture (Pz) Questa A.S.P. dà avviso che dovrà appaltare a mezzo procedura aperta, ai sensi del D.Lgs. 163/06, l’affidamento del servizio di progettazione, realizzazione, gestione e manutenzione del nuovo sistema informatico di contabilità delle Aziende Sanitarie Provinciali di Matera e Potenza, dell’Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza e dell’IRCCS CROB di Rionero in Vulture, per un importo complessivo presunto (per gli otto anni) pari a € 3.600.000,00 I.V.A. esclusa e per una durata di anni cinque rinnovabile per ulteriori anni tre, con le modalità di cui al disciplinare di gara e capitolato tecnico. L’aggiudicazione verrà effettuata, ai sensi dell’art. 83 del D.Lgs 163/06, a favore della ditta che avrà formulato l’offerta economicamente più vantaggiosa. Le offerte, così come indicato nell’avviso di gara, dovranno pervenire entro le ore 13:00 del giorno 28 APR. 2014 al seguente indirizzo: Azienda Sanitaria Locale di Potenza – Unità Operativa – Provveditorato Economato – Via Torraca, 2 – 85100 POTENZA. L’avviso contenente le modalità di partecipazione alla gara può essere scaricato dal sito Internet http://www.aspbasilicata.net oppure richiesto via fax all’U.O. Provveditorato Economato, telefono 0972/39408, fax 0972/39407. Potenza, 07/02/2014 IL DIRETTORE GENERALE - Dr. Mario MARRA - 85028 Rionero in Vulture (Pz)- Via Padre Pio, 1 P.IVA. 01323150761 C.F. 93002460769- Tel. 0972-726111 Fax 0972-723509 AVVISO AGGIUDICAZIONE GARA Con delibera n.5 del 08.01.2014 è stata aggiudicata in via definitiva la gara a procedura aperta per l’affidamento della fornitura di radiofarmaci e sorgenti radioattive per la durata di anni tre alle ditte e per gli importi visionabili sul sito web crob.it-bandi di gara- esiti bandi di gara. Numero gara:4990339; Numero lotti: 62,di cui numero quindici lotti andati deserti; Numero offerte ricevute: 10; Importo a base di gara: € 2.186.100,00 IVA esclusa; Valore finale totale dell’appalto: € 1.266.757,80 IVA esclusa; Organo competente per le procedura di ricorso TAR Basilicata-Potenza. Il Responsabile Unico del Procedimento Dott.ssa Patrizia ALOE’ IL DIRETTORE GENERALE Dott. Pasquale Francesco AMENDOLA LAGONEGRO –Le attività criminali dell’area del lagonegrese non appaiono connotate da mafiosità, quanto, piuttosto, condizionate dalla particolare posizione geografica, contigua alla Campania, alla Calabria e alla Puglia. Regioni che, per la collocazione geografica, si pongono come zona di passaggio per i traffici illeciti gestiti in dette regioni. Tanto è emerso la scorsa settimana nella presentazione della relazione annuale sulle attività svolte dal procurato- Gdf in azione re nazionale antimafia e dalla direzione nazionale antimafia nonchè sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso periodo 1 luglio 2012 - 30 giugno 2013. Particolarmente attiva l’azione in materia di stupefacenti, dove molti degli arresti operati nel territorio riguardano corrieri provenienti da altre regioni. Nel periodo considerato è stato, tra gli altri, arrestato un corriere calabrese in possesso di 5 kg di cocaina da parte dei finanzieri della compagnia di Lauria guidati dal tenente Marco Cappetta, ovvero spaccio commesso sul territorio da soggetti provenienti dal materano e dalla Puglia. Riguardo ai reati contro il patrimonio, merita menzione l’indagine che, attraverso l’esecuzione di ordinanze custodiali su tutto il territorio nazionale, ha disarticolato un’associazione dedita a furti, rapine e sfruttamento della prostituzione, composta prevalentemente da albanesi. E' stata evidenziata, altresì, l’attenzione e la sensibilità degli inquirenti della locale Procura della Repubblica nei confronti di fenomeni criminali che rivelano la possibile gestione da parte di sodalizi mafiosi. Attuando il Protocollo di intesa in atto con la Dda di Potenza, sono stati inviati alla procura atti di indagine su gravi fatti estorsivi compiuti ai danni di imprenditori locali. Nessun fenomeno criminale, per l’area Val d’Agri, è riconducibile alla criminalità organizzata. Attualmente il Tribunale di Lagonegro ha accorpato quello di Sala Consilina e la procura della repubblica di Lagonegro è composta da un Procuratore della Repubblica, cinque sostituti procuratori e da dieci vice-procuratori onorari. Pur non essendosi verificati, come già prima evidenziato, fatti criminali riconducibili a criminalità organizzata, vi è molta sensibilità nell’attuazione del Protocollo di intesa con la Dda di Potenza, cui vengono prontamente segnalati gli atti di procedimenti che rilevino un potenziale coinvolgimento di fenomeni di criminalità organizzata. Emilia Manco Direttivo a Rionero: il 2014 è l’anno della svolta, ma restano vertenze aperte La Uilm rilancia il ruolo dell’indotto Fiat PER OGNI occupato nell’industria dell’auto se ne contano quattro nelle aziende della componentistica. Le imprese che lavorano per la filiera dell’auto sono in Italia 2.427, con un fatturato complessivo di 38 miliardi di euro, per un totale di 166 mila addetti (di cui circa 3mila a San Nicola di Melfi). Sono i numeri dai quali il Direttivo della Uilm e delle aziende dell’indotto Acm, riunitosi a Rionero, rilancia la proposta del segretario regionale Vincenzo Tortorelli dell’immediata costituzione di una task force sull’indotto che si occupi subito delle due vertenze aperte (Incomes ed Irma) e per governare questa fase delicata segnata da cambi e perdite di commesse. “Una strategia finalizzata a monitorare lo stato di avanzamento degli investimenti legati ai due nuovi modelli previsto nell’anno”, è stato detto. Secondo il Centro Studi UIL ammon- tano a circa 67 milioni di euro gli investimenti in programma da parte delle aziende automotive di Melfi (Tower, Proma, Mac, Pcma, Tiberina, Argol, Sistemi Sospensioni, Pmic, Lear) che interessano un totale di poco più di 2000 lavoratori. Ma l’attenzione di chi lavora nell’indotto non può allontanarsi dal fatto che un veicolo su due nel mondo è oggi assemblato in Asia e la Cina è diventata stabilmente il più grande mercato mondiale di auto. «La Uilm - si è detto - ritiene indispensabile puntare sulle competenze dei tanti lavoratori dell’indotto». Eppure non bisogna dimenticare il paradosso che si sta vivendo in alcune aziende: “partendo dalla Gir.Sud azienda che da tempo versa in difficoltà economiche ed i lavoratori chiedono risposte concrete sui salari e sulle prospettive occupazionali, inoltre bisogna definire in tempi rapidi con un intesa complessiva per i lavoratori della Incomes verso la Brose (azienda aggiudicataria delle nuove commesse), per quanto riguarda la vertenza Irma riponiamo negli impegni già sottoscritti in sede di Confindustria per la salvaguardia dei livelli occupazionali”. «La Uilm ritiene importante dire che il 2014 deve essere un anno importante per lo stabilimento Sata e dell’Indotto, non dobbiamo fermarci solo ai nuovi modelli ma bisogna porre la giusta attenzione sulla Grande Punto. Sull’indotto ACM c’è l’aspetto normativo contrattuale di secondo livello che va affrontato e per le prospettive industriali bisogna creare le sinergie interregionali con Abruzzo, Campania, Puglia per una rete - automotive con scambi e relazioni per un grande Polo dell’Industria dell’Auto componentistica. Specie considerando che ad Aprile si inaugurerà il Campus Tecnologico costruito davanti allo stabilimento di Melfi. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 6 febbraio 2014 www.ilquotidianoweb.it 22 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 POTENZA [email protected] Reazioni dopo l’ultimo posto regalatoci dalla scuola di psicoterapia “Fromm” Ma siamo davvero così infelici? Basentini: «Un disagio c’è, ma è ovunque. C’è un impoverimento di valori» LA città più infelice d’Italia. E’un giudizio davvero duro quello che ci affibia la scuola di psicoterapia “Eric Fromm” di Prato. Basato spiegano loro - su un campione di cittadini che hanno risposto a domande relative ad alcune variabili: infrastrutture, mobilità, lavoro. Il giorno dopo ognuno reagisce a suo modo: il popolo della rete reagisce con ironia, creando canzoni che inneggiano alla città e alla sua capacità di regalare felicità. Altri reagiscono con rassegnazione: ce lo doveva dire una ricerca? Altri, invece, rispondono con scetticismo: ma davvero questi validi ricercatori hanno trovato la ricetta della felicità? Perchè è anche vero che la nostra città di problemi ne ha davvero tanti, ma è altrettanto vero che altro non sono che lo specchio di un Paese che lentamente ha perso punti di riferimento. E da noi come commentano alcuni degli intervistati - c’è in più solo questa incapacità di vedere i lati positivi dello stare qui. «Ogni città - spiega la psicologa del Tribunale dei minori, Assunta Basentini - ha un suo bagaglio da offrire. E io credo che ormai questa sia una città da cui si scappa più seguendo un immaginario modello che partendo da dati reali. Molti dei nostri ragazzi vanno via da qui a studiare fuori, perchè da noi non c’è futuro dicono. I genitori si indebitano per tenerli lì ma - e non sono casi rari - la maggior parte di loro resta semplicemente parcheggiata in un’altra città: tutto il rispetto per chi va via per lavoro, ma quanti ne conosco che si fanno mantenere senza alcuna prospettiva? E poi magari se ne vanno all’estero per fare i lavapiatti. Ora io dico: sono più felici a lavare i piatti degli americani? Per questo penso che ci siano degli aspetti culturali costruiti sul pregiudizio e una difficoltà ad adattarsi: la realtà che stiamo vivendo è dura, ma anche perchè veniamo da un benessere esagerato. E a questi ragazzi abbiamo fatto credere che si poteva avere tutto. Così i genitori si indebitano e loro sono comunque infelici». Sì, ma cosa dà ai potentini questa percezione così diffusa di infelicità? Sicuramente c’è anche l’idea di essere tagliati fuori dal mondo, con treni disastrosi e strade ancor peggiori. E poi c’è questa crisi, la paura per il futuro, l’assenza di prospettive di lavoro. «E tutto ciò è vero, ma non è che altrove il lavoro si trovi così facilmente. E mi sono anche stancata di sentire dire che quelli che partono sono i migliori. Sembra così che i giovani che scelgono di restare sono gli scarti e non è così, anzi. Piuttosto credo che stiamo crescendo - la famiglia ha le principali responsabilità - dei piccoli individui infelici che non hanno più punti di riferimento. Noi genitori continuiamo a crescere i nostri figli con l’idea che bisogna proteggerli da tutto e che bisogna farli vivere nel benessere. E questo li predispone alla depressione. Certo l’isola- COSÌ SULLA RETE SI REAGISCE CON IRONIA LUI: Felicità, è tirà il freno a mano, na scesa al Pantano, la felicità è giucà na bolletta, vicino Chianchetta, la felicità è girare la sera alla Ferriera la felicità, felicità. LEI: Felicità, comprare frutta e verdura all'Iper Futura, la felicità si son fatte le sei, ceretta da LoreLei e il pelo che va è la pioggia che scende rientro le tende, la felicità sculettare coi calli a Poggio Tre Galli, la felicità, felicità. LUI: Felicità, è un bicchiere di vino allo Spuntino, la felicità è imboccare diretto l'uscita per Bucaletto, la felicità è cantare forza Potenza in Eccellenza, la felicità, felicità. INSIEME: Senti nell'aria c'è già il clima di festa per San Gerà...come un pensiero che sa di felicità. Senti nell'aria c'è già, nu chiatr e na refla ca vien' da Sellat... no caldo, non ci sarà, se nun ven' San Gerà...! LEI: Felicità, con le scarpe nuove allo 09 e la posa che va, far la fila alla cassa, proprio da Galassia, la felicità girar tutto il Serpentone e finir da Biagione la felicità, felicità. LUI: Felicità, sfrecciare di notte, rimedio due botte, la felicità nel traffico di Gallitello, al passaggio a livello, la felicità, ma mo' che ore sò, giamm au Cibò la felicità, felicità. INSIEME: Senti nell'aria c'è già il clima di festa per San Gerà...come un pensiero che sa di felicità. Pur amma faì nata vota i cing, diman da zì Ming, no nun t' n' nagaricà, nu can' u fa smett d'abbaià! Senti nell'aria c'è già il clima di festa per San Gerà...come un pensiero che sa di felicità. Passano i turchi di qua, no andiamo di là, ma p' chi parla mal d' sta città, San Gerard gn'adda p'nzà! "E’vero credetemi è accaduto, un giorno a Via di Giura, passando sotto il ponte, con la dannata voglia d capì addu cazz va….a un tratto qualcuno alle mie spalle, forse Tanino, vestito da passante, mi portò via chiedendomi “a chi si figl’….” Meravigliosaaaa….ma come non ti accorgi di come Potenza sia meravigliosa…meraviglioso perfino il Serpentone potrà apparirti poi meraviglioso….ma guarda intorno a te chi t'amm cumb’nat : c’ manca sol u marrrrrrrr! tu dici non c’è niente, vuoi u’ post alla region’, camina….cazzoneeeee….meraviglioso nun teng mang na femmina, ma pensa alla salute, meraviglioso….il traffico al mattino, l’astema di un amico, il viso di Folino….meraviglioso!" Canio Sinisi (Facebook) Franceso Caputo (Facebook) mento geografico può avere il suo peso, ma non credo che questo possa essere causa d’infelicità». C’è una situazione generale di impoverimento, «ma più che altro è una povertà di valori. Questi nostri ragazzi spesso non hanno punti di riferimento nella famiglia, non ce li hanno nel mondo delle istituzioni. E un dato oggettivo come l’aumento dell’abuso di alcol ne è la palese dimostrazione. E quando tu sbatti in faccia ai genitori questo problema loro rispondono difen- dendo il figlio e non comprendendo che quella è la spia di un disagio, dell’assenza di dialogo». La felicità in fondo è fatta di poche cose. E può rendere felici anche “passeggiare per Poggio Tre Galli”. Ma bisogna avere in sé almeno la speranza di poter co- Chi ci ha scelto: Rosemarie Slot Nigro «NON è Potenza il problema, ma è quello che hai dentro. Se sei infelice troverai motivi per esserlo qui così come in qualsiasi altra città». Rosemarie Slot Nigro è una di quelle persone che ha scelto di vivere qui. «Anche ora potrei partire e andare ovunque, ma io ho scelto di restare qui perchè so che qui posso stare più tranquilla, per esempio: se lascio mia figlia a giocare nel parco so che qui corre meno rischi che in altre città. Che poi i problemi ci siano è vero, spesso le cose potrebbero andare meglio. Ma non credo che il problema sia Potenza». Rosemarie è di origine olandese. «In realtà a sce- gliere per me, quando io avevo sei anni, è stato mio padre. Era responsabile di una chiesa evangelica e venne mandato proprio a Potenza. Ma poi, quando di anni ne avevo 19, i miei familiari hanno deciso di tornare in Olanda. Ed è stato allora che ho scelto io. E ho scelto di restare qui, un po’ per amore un po’ perchè ormai mi sentivo troppo italiana per tornare in Olanda. Ed è qui che ho scelto di far vivere la mia famiglia. Certo, non si può nascondere che ci siano dei problemi, il lavoro prima di tutto. E sarebbe questa una cosa su cui si dovrebbe intervenire. Così come è vero che i trasporti sono scadenti. Ma queste non sono prerogative proprie solo della città di Potenza, il lavoro in questo momento non è facile da trovare da nessuna parte. Ma la felicità è un’altra cosa e la puoi trovare solo dentro di te». struire un futuro, sapendo che ci si può fidare della propria comunità, a tutti i livelli. Ma forse questa speranza l’hanno persa un po’tutti, non solo i ragazzi. E non solo a Potenza. Antonella Giacummo © RIPRODUZIONE RISERVATA ...e chi è partito: Stefano Iasilli «E’ vero, io ormai vivo a Milano da diversi anni. Ma ogni volta che torno a Potenza sono felicissimo, non scherziamo. Questa resta la mia città, io continuo a tifare per il Potenza calcio. I problemi ci sono ovunque, ma da qui a dire che siamo la città più infelice d’Italia ce ne passa». Stefano Iasilli è uno dei giovani che il capoluogo l’ha lasciato, «ma solo per questioni di lavoro, per la mia crescita professionale. Sono art director di un’agenzia pubblicitaria: era un lavoro che mi piaceva molto fare e ho avuto la fortuna di essere stato notato e apprezzato mentre ancora stavo studiando in Accade- mia. Così è stato naturale restare qui per il lavoro. Le grosse agenzie pubblicitarie, del resto, sono a Milano. Così come qui ci sono i principali clienti, dal gruppo Barilla alla Bosh, tanto per fare degli esempi». Il lavoro, una delle variabili che ci fa scendere così in basso in graduatoria, ma la verità è che anche nel resto del Paese - per non allargarci troppo - le cose non vanno così bene. «La verità - dice Iasilli - è che noi lucani abbiamo proprio questa mentalità, non riusciamo ad apprezzare le cose belle della nostra terra. Così poi ti capita di incontrare chi è stato a Potenza in vacanza e te la descrive come una città stupenda, fresca, con le scale mobili che funzionano e pure gratis. E ci meravigliamo. E invece dovremmo cominciare a guardare questa città con altri occhi». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Potenza Giovedì 6 febbraio 2014 www.ilquotidianoweb.it 23 Dibattito sulla felicità del capoluogo Sull’attendibilità della ricerca Ci sono dati oggettivi, ma possono dire tutto e il suo contrario di LEONARDO VACCARO CARO Direttore, scrivo in merito alla notizia diffusa nella giornata di oggi da numerose testate, tra le quali quella che Lei dirige, della classifica del livello di felicità delle Province italiane stilata dalla Scuola di Psicoterapia ‘Erich Fromm’ di Prato. Confesso il mio conflitto di interessi, sono potentino e di certo non provo soddisfazione nel ritrovare la Provincia di Potenza all’ultimo posto della classifica, ma vorrei invitare ad una riflessione Lei ed, ancor prima, i miei concittadini o meglio quella parte di concittadini, purtroppo la maggioranza, che dopo aver letto l’articolo del suo quotidiano, è stata colta da una psicosi collettiva e dal solito vittimismo che spesso contraddistingue noi lucani. Della felicità hanno trattato filosofi, scrittori, registi, psicologi e, nel bene e nel male anche politici, ma mai nessuno era riuscito a trovare l’unità di misura, la formula definitiva. Fino ad oggi. Ed allora delle due l’una: o siamo davanti alla scoperta più sensazionale della storia o forse ad una statistica, legittima sì, ma che lascia il tempo che trova. Personalmente propenderei per la seconda, soprattutto dopo aver conosciuto il metodo con cui l’indagine è stata condotta: un questionario sottoposto ad un campione di 2000 persone sulla qualità della vita in cui gli indicatori sono l’assenza di criminalità, l’offerta di lavoro, la qualità dei servizi offerti, il tempo libero, i rapporti umani, la salubrità dell’aria ed altri. Non serve un tecnico per comprendere come si tratti di indicatori poco oggettivi e non serve uno statistico per immaginare quanto le risposte possano variare in base alla disposizione d’animo ed alla percezione di ciascuno. In prima persona mi è capitato di prendere parte ad indagini sulla qualità dei servizi universitari e non Le nascondo di aver fornito, in quella occasione, una descrizione poco edificante del mio polo universitario e, ahimè, poco aderente alla realtà. Come me devono essersi comportati in molti dato che, notoriamente, spesso si tende a sminuire quello che si ha, aspirando a qualcosa di meglio. Ma non ho intenzione di contestare il metodo, probabilmente questa sarà l’indagine che più si avvicina al calcolo della felicità con gli strumenti che l’uomo ha a disposizione, contesto l’incapacità di molti di discernere l’attendibilità delle notizie che ci riguardano e di saper ragionare per proprio conto. La piaga della disoccupazione in Basilicata ce la comunicano l’Unioncamere e il Ministero del Lavoro (-2000 posti di lavoro nel 2013); l’Istat ha rilevato una minima flessione della disoccupazione lucana nel secondo trimestre del 2013 (dal 15,4% al 15,1% sesto posto tra le Regioni italiane), ma un giovane su due rimane senza occupazione; nel potentino il Comando Provinciale dei Carabinieri ci comunica che i reati nel 2013 sono diminuiti del 6,9% e così via. Sono questi i dati oggettivi su cui ciascuno di noi potrà sentirsi senza futuro, sicuro, sfiduciato, fiducioso, come meglio crede. Ma basta questo per essere i più infelici d’Italia? Forse sì, ma non è da escludere il contrario. Certamente questo non basta per piangersi addosso né per addossare la colpa ai soliti noti come se ci fossero stati imposti dall’alto, come se non li avessimo voluti noi stessi, come se noi cittadini fossimo immuni da colpe; e di certo non sarà una statistica a decidere della nostra felicità né se saremo in grado di mantenere il sorriso in un panorama così desolante e, se pure riuscirà a farlo, non riuscirà mai ad impedirci la ricerca della felicità. Troppe campagne elettorali senza programmi E loro pensano alle elezioni di ROCCO CASELLA CIRCA un anno fa abbiamo votato per le elezioni politiche e da allora non facciamo altro che ascoltare eventuali date sulle prossime elezioni politiche anticipate. Lo scorso novembre abbiamo votato per le elezioni regionali, anticipate di due anni rispetto ala scadenza naturale a causa delle dimissioni del presidente De Filippo, a seguito dello scandalo denominato ‘rimborsopoli’, in mezzo una serie di altre votazioni per le primarie del partito di maggioranza. Oggi invece siamo in campagna elettorale per le elezioni europee e comunali del prossimo 25 maggio 2014. Nulla è dato sapere se si voterà anche per le amministrazioni provinciali, voci insistenti dicono che il Governo farà un decreto perché non si voti, prevedendo una nuova configurazione istituzionale per questi enti intermedi. Insomma siamo bombardati da oltre un anno da tante campagne elettorali. Non solo, la voglia di partecipare da parte dei candidati alle varie competizioni elettorali è tanta che ad oltre 4 mesi dalle elezioni comunali già sono in corsa per la carica di sindaco di Potenza una girandola di nomi, a mente ho contato circa 20 nomi che si affacciano la loro candidatura a ricoprire lo scranno di primo cittadino. Da giorni si notano manifesti giganteschi di futuri candidati, vetrine di negozi già con le scritte di comitati elettorali ecc. Le elezioni sono così fortemente condizionate dalle persone che vi partecipano che oscurano quasi del tutto quelli che dovrebbero essere i programmi dei singoli schieramenti politici e poi questa lotta tra persone produce dei veti incrociati così forti da dover trovare amministratori molto lontani dai confini regionali, vedi la vicenda degli assessori esterni alla regione, di cui già si ipotizza la durata massima del mandato. Insomma sembrano l’un contro l’altro armato, comunque ci si muova si crea scontento e malumori tra e fuori gli alleati di governo. Nel frattempo, mentre i partiti sono alle prese con le liste, le campagne elettorali, i posizionamenti dei posti di governo e del sottogoverno i problemi restano lì ad ingigantirsi e le persone che aspettano assistono a cambi repentini di interlocutori tanto che si viene sbattuti a destra e a sinistra senza vedere alcun benché minimo spiraglio per la risoluzione dei problemi veri della gente. Insomma credo che si stia esagerando, continuando di questo passo cresce solo la confusione dei cittadini, cittadini che vorrebbero invece, chiarezza, serietà, stabilità e gente pronta ad impegnarsi per risolvere i problemi degli altri e non solo i propri. In una città che incassa apprezzamenti negativi a ripetizione. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 26 Potenza e provincia Giovedì 6 febbraio 2014 www.ilquotidianoweb.it MELFI La scuola materna non sarà, però, l’unico intervento del Comune Ampliamento per l’asilo di Bicocca Saranno eliminati anche tutti i passaggi a livello che attraversano la città MELFI - Proprio le pagine del nostro giornale, avevano tempo fa, ospitato la richiesta della popolazione di contrada Bicocca, la nuova zona residenziale di Melfi. I cittadini invocavano i lavori per l’ampliamento e l’ammodernamento dell’asilo esistente. Una richiesta che è stata accolta. La giunta municipale della città federiciana, ha infatti deliberato i lavori di ampliamento della scuola materna di contrada Bicocca. Lavori per un importo di 180.000 euro che serviranno per creare nuove aule e soprattutto la mensa scolastica. I genitori dei bambini, infatti, avevano richiesto la presenza della mensa scolastica, luogo indispensabile per un corretto svolgimento della giornata scolastica. Inoltre, una sola aula non era in grado di soddisfare le esigenze esistenti, visto che a contrada Bicocca sono tanti i bambini presenti. D’altronde essendo la nuova zona abitativa di Melfi, sono tanti i genitori giovani residenti. Di conseguenza sono tanti i bambini che possono usufruire dell’Asilo vicino, a due passi dalla loro abitazioni. Bambini che finalmente dal prossimo anno scolastico, potranno avere a disposizione una nuova struttura che andrà a soddisfare il bisogno della gente. Un asilo tutto nuovo, ampliato ed in grado di ben intercettare INCONTRO A LAGONEGRO Dipendenze La scuola si interroga L’asilo di contrada Bicocca che sarà ampliato le esigenze della collettività. sultato. In particolare sono Questi di contrada Bicocca, due i passaggi a livello che non saranno gli unici lavori rappresentano uno snodo che riguarderanno a breve veicolare importante, che la città di Melfi. necessita di un intervento Sempre la giunta di cen- immediato. Quello di via tro sinistra, ha infatti chiu- Gronchi, sopra via Foggia e so l’accordo con le Ferrovie quello di via Monteverde. dello Stato. In questa intesa Per quanto riguarda quello è prevista la chiusura dei di via Gronchi, è previsto passaggi a livello che attra- l’allargamento di vVia Perversano la città. D’altrocan- tini, attualmente strada to l’elettrizzazione della li- stretta ed angusta, e di via nea ferrovia, non può pre- Monticchio, che porta scindere dalla chiusura dei all’imbocco della superstrapassaggi a livello. Melfi è da, le due arteria che si svil’unica città, della tratta luppano partendo da via AlFoggia- Potenza, attraver- do Moro. sata dai binari. L’espansioQuesto consentirà un ne oltre la ferrovia del tessu- traffico finalmente più snelto urbano della città federi- lo e meno problematico, dociana, ha prodotto questo ri- tando le due strade anche di PALAZZO La strada è pericolosa Tir fuori strada Solo tanta paura PALAZZO - Tir fuori strada in prossimità del bivio per Palazzo. Tanta paura per l’autista del mezzo incidentato, prontamente soccorso, e che per fortuna è rimasto lievemente ferito. Le cause che provocano incidenti su questo tratto di strada sarebbero imputabili alle cattive condizioni del fondo stradale, e soprattutto alle risicate dimensioni della carreggiata troppo stretta per il traffico di mezzi pesanti. Il tratto di strada in questione, riguarda un percorso di un ventina di chilometri circa, utilizzato come percorso alternativo a seguito di lavori in corso sulla Provinciale Santa Lucia e sulla Bradanica. Questo tratto di strada, per la sua pericolosità, è stato oggetto di attenzioni anche da parte di attivisti di Sel, nonché di pendolari diretti a San Nicola di Melfi. All’incidente hanno assistito gli operai della sata che si trovavano a bordo del pullman diretto a san Nicola. Poco prima dell’incrocio per riprendere la Bradanica, è stato visto un tir che sopraggiungeva a velocità sostenuta dalla carreggiata opposta invadendola. L’autista del pullman si è spostato evitando l’impatto ma il camion è comunque uscito fuoristrada. Per fortuna il camion si è solo avvitato su stesso senza compiere movimenti strani e si è subito fermato. A questo punto la paura è stata che all’interno della cisterna ci fosse materiale pericoloso. Per fortuna, però, il mezzo trasportava solo farina per uso alimentare. Scongiurato il pericolo quelli che arano a bordo del pulmann si sono arrampicato sulla cabina per accertarsi delle condizioni dell’autista e lo hanno aiutato ad uscire dal mezzo. L’autista appena uscito fuori è stato soccorso dal’ambulanza del servizio di pronto soccorso del 118. Quello che si è verificato l’altra sera non è, purtroppo, l’unico incidente Mimmo Donvito © RIPRODUZIONE RISERVATA PICERNO Boscotrecase I cittadini disertano l’incontro PICERNO - Il sindaco Valeria Russillo li aveva convocati per oggi ma i componenti del comitato “Boscotrecase” - che nei giorni scorsi si erano lamentati perché erano considerati cittadini serie B visto lo stato in cui da almeno un anno si trova la strada che porta a Picerno - non si sono presentati all’incontro durante il quale si doveva discutere anche della situazione degli smottamenti. «Con gran rammarico prendo atto che il Comitato Boscotrecase ha disertato ha precisato il sindaco - l’incontro convocato nella sede del Comune». In ogni caso Russillo ha fatto sapere che «ha a cuore la situazione di Boscotrecase e dell’intera comunità di Picerno. Oggi (ieri per chi legge n.d.r.), mi sono recata negli Uffici regionali per chiedere fondi al fine di limitare i disagi provocati dalla chiusura dell’arteria interrotta poiché interessata da frane nei giorni scorsi». Un sopralluogo congiunto tra i tecnici della Regione Basilicata e i tecnici del Comune di Picerno sarà effettuato già la prossima settimana. marciapiedi per consentire il corretto traffico pedonale. Da via Gronchi, verrà costruito un ponte che dall’attuale passaggio a livello sbucherà direttamente su via Foggia, praticamente sotto la cooperativa le “Terrazze”. Per quanto concerne via Monteverde si andrà a completare il ponte previsto che collegherà direttamente l’area con la rotonda di via Foggia, davanti alla Fattoria. Simultaneamente si allargherà il passaggio al momento percorso, solamente da un senso. L’accordo con le Ferrovie dello Stato è di 4 milioni di euro. Emilio Fidanzio LAGONEGRO – Consumo e abuso di sostanze che creano dipendenza, compiti e responsabilità della scuola, attività di prevenzione. Di questo si parlerà stamattina giovedì 6 febbraio oggi, a partire dalle 10.30, nell’aula magna del Liceo linguistico e Liceo delle scienze umane dell’Istituto statale “Francesco De Sarlo”, nell’ambito delle attività di cogestione e costituirà un incontro con referenti per l’educazione alla salute dove ascoltare i loro problemi, per offrire una consulenza professionale e un contatto nel caso di uso di sostanze stupefacenti. L’obiettivo degli interventi è predisporre un’attività di prevenzione specifica per gli adolescenti, età che si rivela particolarmente esposta al rischio di contatto con queste sostanze. Nato in origine come servizio dedicato ai ragazzi, le consulenze si sono rivelate un ottimo strumento di conoscenza e informazione sui problemi relativi alle droghe. L’attività progettuale di prevenzione ha l’obiettivo di favorire lo sviluppo ed il consolidamento delle competenze interpersonali, sviluppare e potenziare le abilità intrapersonali, correggere le errate convinzioni dei ragazzi sulla diffusione e l’accettazione dell’uso di sostanze psicoattive, nonchè sugli interessi legati alla loro commercializzazione e migliorare le conoscenze sui rischi dell’uso di tabacco, alcol e sostanze psicoattive. Emilia Manco Obiettivo predisporre attività educative a favore degli studenti © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA RIPACANDIDA Il collegamento con Ginestra è fermo Oraziana, lavori bloccati Oggi vertice con Valluzzi RIPACANDIDA - La protesta del comitato cittadino di Ripacandida “Per la tutela dei diritti di tutti” ha sortito qualche effetto sulla vicenda dell’Oraziana, la strada a scorrimento veloce, i cui lavori iniziati circa 30 anni fa, non sono stati ancora ultimati. Oggi il presidente del comitato, Antonio Lettieri, insieme ad altri componenti, saranno ricevuti dall’assessore alla Viabilità della Provincia, Nicola Valluzzi. Con la costruenda “Oraziana” Venosa dovrebbe essere collegata velocemente con Rionero, passando per Ginestra e Ripacandida. La Provincia sta investendo tanti soldi per questa strada e della sua utilità ne è convinto l’assessore provinciale alla Viabilità che in una conferenza stampa tenutasi tempo fa a Venosa aveva affermato: «l’Oraziana nasce da un sogno di civiltà, rendere più agevole il territorio di Venosa col capoluogo di regione». Siamo nel 2014 e di questa strada sono stati ultimati solo 6 chilometri, dei 21 previsti, per una spesa di 41 miliardi di lire. Per quanto riguarda l’ultimazione dell’intero Il tratto dell’Oraziana che collegherà Ginestra e Ripacandida tratto non sono stati rispet- detta di qualche esperto, ad tati i tempi, dovuti a cedi- inizio lavoro, si è voluto scamenti e frane sul tracciato vare la galleria dalla parte del III lotto, Ripacandida- di Ginestra, in contro penGinestra. L’unico tratto di denza, tanto da far accumustrada aperto è quello che lare acqua sul fronte dello collega Rionero a Ripacan- scavo che ha prodotto smotdida. Il tratto Ripacandida- tamenti e frane ed ostacolaGinestra è quello che sta to ed impedito il proseguicreando i maggiori proble- mento dei lavori. Sul lotto mi per la realizzazione di Ginestra-Venosa i lavori soquesta strada, lavori fermi no fermi dall’aprile scorso da anni - si sta costruendo mentre dovevano terminauna galleria lunga circa re nel luglio 2011. I Comuni 400 metri - e lavori eseguiti interessati al completamenper l’80 per cento. Un tratto to di questa strada, Ripache, però, doveva essere ul- candida, Ginestra e Venosa timato nel 2008. Ma duran- sembra che vivano questa te i lavori sembra sia stata situazione in modo passivo. scoperta, lungo il tracciato, Lorenzo Zolfo una cava di sabbia. Inoltre, a © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 6 febbraio 2014 www.ilquotidianoweb.it 27 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 MATERA [email protected] Il dirigente Epifania: «C’è grande partecipazione e soddisfazione per questo metodo» A scuola anche con la webcam L’istituto Pentasuglia avvia le lezioni di recupero on line per gli studenti lontani BANCHI di scuola e computer da casa. I corsi scolastici di recupero si evolvono e si rivolgono alle esigenze degli studenti, come dimostra l’esperienza dell’Iis Pentasuiglia. Per gli studenti residenti, infatti, i corsi sono occasione di maggiore permanenza a scuola ed effettivo miglioramento delle conoscenze e delle competenze possedute, per gli studenti pendolari invece sono momenti di vero stress considerata la loro permanenza in città che può giungere anche a 12 ore giornaliere. Il periodo che questi studenti trascorrono fuori casa, comporta da una parte il miglioramento della loro preparazione scolastica e delle loro competenze per le materie oggetto di recupero, dall’altra il mancato rientro a casa che può portare se non all’abbandono, sicuramente alla discontinuità di applicazione nei confronti delle restanti discipline. L’IisPentasuglia, grazie alle moderne tecnologie dell’informazione e della comunicazione unite all’esperienza e alla competenza tecnica dei docenti, giunge in soccorso degli studenti più svantaggiati logisticamente che, da casa, possono partecipare attivamente e interattivamente alle lezioni di recupero loro dedicate. Gli studenti che si iscrivono al corso di recupero posso- L’iniziativa dei Lions Host e città dei Sassi Progetto Martina a Matera L’informazione sanitaria entra nelle scuole L’istituto Pentasuglia che fa corsi di recupero on line per venire incontro alle esigenze degli studenti no dunque decidere se fre- deopresenza e soprattutto dere i contenuti e le metodoquentare le attività in pre- vedere sul proprio monitor, logie delle discipline, potensenza o da remoto; ciò com- con assoluto grado e qualità, ziano anche le loro compeporta che il gruppo classe è l’attività didattica proposta tenze tecniche attraverso la dislocato parte in aula e parte dal docente. Il dirigente sco- partecipazione da remoto a casa se- lastico prof. Epifania, pro- con tablet, Pc, smartphone, duto di motore dell’iniziativa, sostie- tanto da raggiungere un alto fronte a ne, senza tema di smentita, livello di interattività inuun com- che la partecipazione degli suali sino a ieri, basti pensare puter, a studenti alla lezioni è com- che uno studente da casa può una Lim, pleta e il loro apprezzamento addirittura scrivere sulla a una è totale. Lim presente in aula, condiwebcam L’interattività è insita ne- videndo così i contenuti con e un sof- gli strumenti utilizzati e ga- gli altri ragazzi presenti. tware di rantita dalle attrezzature L’uso delle moderne tecnocollabotecniche presenti a scuola, logie permette all’Iis Pentarazione ma il salto di qualità è dato suglia di essere pioniere sul remota. dalle competenze, anche tec- versante didattico, di abbatLa piattaforma di apprendi- niche dei docenti. L’ing. Lilli, tere l’annoso problema delle mento a distanza Moodle docente in un corso di recu- distanze e di proporre le tancompleta l’architettura in- pero in elettronica tenuto in to anelate “pari opportunità” formatica del sistema; è ov- modalità mista in presenza e tra tutti gli studenti che sono vio che gli studenti che sono a in videoconferenza, sottoli- alla base del diritto allo stucasa devono disporre di un nea la relativa semplicità tec- dio. collegamento Adsl. nica delle attrezzature e del La prossima lezione si terDa casa gli studenti posso- software necessari per la ge- rà in Istituto, via Mattei dono assistere alle lezioni, in- stione dell’attività. mani dalle 15,30 alle 17. [email protected] tervenire attivamente in viI ragazzi oltre ad appren- Così si eviterà la dispersione I Lions, che tra i propri obiettivi hanno quello di «Prendere interesse attivo al benessere civico, culturale, sociale e morale della comunità”stanno attuando già da molti anni un progetto di coordinamento di gruppi di medici che incontrano gli studenti delle scuole secondarie di 2° grado. Organizzati dai Lions Club Matera Host e Matera Città dei Sassi, anche a Matera si stanno realizzando degli incontri formativi. La scorsa settimana si sono tenuti presso l’Istituto Commerciale “Loperfido-Olivetti”; proseguiranno sabato 8 febbraio presso l’Istituto di Istruzione Superiore “G.B. Pentasuglia e il Liceo Scientifico “Dante Alighieri” di Matera, nelle ultime due ore di lezione. Nelle prossime settimane gli incontri interesseranno altre cinque Scuole superiori di Matera e provincia. Nel corso dell’incontro, i medici daranno informazioni, con metodologia non traumatizzante, su alcuni tumori che possono presentarsi o che incominciano il loro percorso in età gio- Medici in classe sabato vanile; l’obiettivo è offrire informazioni utili a mettere in atto semplici ma efficaci azioni di prevenzione primaria (ridurre il rischio di contrarre la malattia) o secondaria (migliorare la curabilità mediante la diagnosi precoce). Il progetto dei Lions ha nome Progetto Martina ed ha già ottenuto prestigiosi patrocini: Senato della Repubblica, Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione, Fondazione Umberto Veronesi, Europa Donna; per ulteriori informazioni si suggerisce di visitare il sito www.progettomartina.it. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 28 Matera Giovedì 6 febbraio 2014 www.ilquotidianoweb.it Il giornalista e inviato partecipa all’iniziativa dell’Ordine degli avvocati di Matera Renzo e Lucia finiscono in tribunale Antonio Caprarica oggi rileggerà il classico di Manzoni descrivendone l’attualità UN classico per raccontare i nostri tempi e osservarli con uno sguardo “inconsueto”. E’ questo il senso dell’iniziativa del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Matera che si svolgerà oggi alle 15 nelal sala convegni del consiglio, al tribunale. Ospite d’eccezione sarà il giornalista Antonio Caprarica che si soffermerà sul romanzo di Manzoni “I promessi sposi” per descrivere l’evoluzione dei costumi e dei tempi. Quello di oggi è il terzo appuntamento organizzato da una commissione nominata dal Consiglio dell'Ordine di Matera che ha recepito dalla Scuola Superiore dell' Avvocatura il Progetto "Libri per ragionare, libri per sopravvivere". Con questo progetto la Scuola ha ritenuto di intervenire contro la scarsa propensione alla lettura purtroppo molto diffusa in Italia laddove leggere è indubbiamente fondamentale non solo per affinare la capacità di parlare e di scrivere, ma anche per dotarsi di una ricchezza personale e di abilità professionali per conoscere, interpretare e applicare il diritto secondo principi di giustizia, di legalità e di etica civile e sociale. La commissione di Matera (composta da Stefania De Toma, Mariantonietta Montemurro e Eugenia Ziccardi) è particolarmente impegnata alla rilettura dei classici spesso trascurati; non per niente “Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”, cosa che gli avvocati hanno verificato prima con un seminario su "Delitto e castigo" di Dostoevskij tenuto dal poeta e critico letterario di Potenza Andrea Galgano e poi con la Divina Commedia di Dante accompagnati dal LA REPLICA Abiusi e i tagli ai bus Parla Smaldone «Tutte inesattezze» di NICOLA SMALDONE Antonio Caprarica parlerà al tribunale di Promessi Sposi NON avrei mai immaginato che alla mia età, dopo cinquant’anni di attività,mi sarei trovato davanti ad un computer per smentire una notizia falsa, (così come potrete verificare ) da voi pubblicata. Il giorno 4 febbraio scorso nella pagina di Matera, a firma di “Abiusi” dal titolo “Abiusi: Tagli voluti dal governo”. La persona che ha scritto l’articolo, non so bene perché “ potrei supporre, fosse annoiato dalla vita quotidiana,o forse per sentirsi almeno per un momento al centro della scena, o forse per rendere un “ favore a Qualcuno” scrive all’interno dell’articolo alcuni passaggi “ assolutamente falsi, e di conseguenza tendenziosi”. Egregio Direttore, chiedo scusa per la lunga premessa, e pure per il tono, ma credo di avere tante ragioni – che non sono qui ad elencare. Aldilà delle valutazioni operate dal firmatario in tutto l’articolo sulla questione trasporti, ciò che invece mi preme evidenziare e smentire con l’aiuto dei fatti invece, è il passaggio che si legge nella parte finale dell’articolo dove lo “scrittore” dice : “ ….. e poi ,manteniamo a titolo di esempio la stazione di Irsina Irsina–scalo una corsa desueta ed oggi più che mai è inutile perché dallo scalo non passano più treni visto che ci sono lavori in corso su tutta la tratta ferroviaria. Questi sono (….) e chi non collabora puo andare anche in malora e dedicarsi ad un'altra attività economica, se ne è capace” . Voi avete riportato una notizia totalmente inesistente, ed al tempo stesso offensiva e lesiva nei confronti di chi svolge quell’attività dal 1958 data di inizio del servizio. Infatti contrariamente a quanto afferma lo scrittore, i fatti, dicono esattamente il contrario: nella stazione di Irsina, si svolgono otto corse al giorno in direzione Potenza e Bari, escluso i festivi; e siccome al nostro scrittore è sfuggito un altro particolare, sono qui ad aggiornarlo: da diversi mesi, alle Fal, (gestore del servizio), sono state affidate sulla stessa tratta, altre corse nelle medesime direzioni, che si svolgono sia in tarda mattinata che nel secondo pomeriggio; queste ultime però, non sono asservite da servizio di navette. Pertanto al signore che fa parte di un’associazione di ecologia e legalità, voglio rivolgere l’invito a rivedere le sue posizioni e a documentarsi meglio prima di divulgare notizie semplicemente false che ingannano ingiustamente l’utente ed il lettore, anche perché, se lei fosse davvero animato da principi di legalità, oggi sarebbe stato già informato, che in Basilicata di scali come quello di Irsina, ce ne sono in tutta la provincia di Matera e Potenza, e sono diverse decine, che svolgono un servizio sociale alla comunità, e se si sentisse davvero così tanto animato da principi di giustizia e legalità, dovrebbe insegnarci che i primi ad essere difesi dovrebbero essere i più deboli; è del tutto evidente che lei con la sua pensione d’oro, sicuramente non avrà problemi a muoversi sul territorio, mentre invece i tanti giovani e pensionati che non arrivano alla fine del mese, gli scali e i treni ferroviari li usano, eccome! (così come s’è fatto vedere oggi sul tg2 delle ore 13.00 in un servizio dedicato proprio a alla tratta ferroviaria in questione) molto più di quanto lei pensi. Dalla stazione di Irsina si muovono otto corse al giorno in direzione di Potenza e di Bari esclusi i giorni festivi poeta e scrittore Davide Rondoni. Pertanto, conosciute le finalità del progetto, il giornalista e saggista Antonio Caprarica ha ritenuto che “I promessi Sposi” potessero costituire l'occasione letteraria più preziosa per uno sguardo sui cambiamenti della società nei tempi, da quelli di Renzo e Lucia a oggi e nei luoghi del mondo, grazie alla sua esperienza di cronista internazionale; e il titolo dell'incontro, che sarà introdotto dal Presidente del Consiglio dell'ordine Nicola Rocco è appunto " I Promessi Sposi, la giustizia e il carattere nazionale: da Lecco al mondo e ritorno". L' evento, nato per gli avvocati , ai quali iscrivendosi e partecipando saranno accreditati tre crediti formativi in materia di deontologia, è aperto a tutti. [email protected] E nella sede del Corpo, ha partecipato alla Giornata della donazione di sangue Il neo Questore incontra le istituzioni PRIME giornate dense di incontri per il neo Questore Schimera che è stato ospite del presidente della Provincia Franco Stella(insieme al presidente del consiglio e numerosi consiglieri) e del sindaco di Matera, Salvatore Adduce (insieme al segretario generale, i dirigenti e gli assessori) per le visite di rito. Schimera, a sua volta, aveva ricevuto il Prefetto di Matera Luigi Pizzi. Quest’ultimo ha visitato i vari uffici della Questura e gli apparati operativi come il Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica e la Sala Operativa. Il Questore aveva onorato anche la giornata dedicata alla donazione del sangue organizzata dalla Fidas. L’iniziativa, con il prelievo praticato nell’ambulatorio dell’Ufficio Sanitario della Questura appositamente attrezzato per l’occasione, ha visto l’adesione di numerosi poliziotti, impiegati civili in servizio in Questura e al locale Comando della Polizia Stradale e anche di personale in quiescenza. In alto il Questore Schimera accoglie il Prefetto e in basso foto di gruppo con i donatori di sangue della Fidas RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 6 febbraio 2014 www.ilquotidianoweb.it 30 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 PISTICCI [email protected] POMARICO Crollate anche le opere realizzate per sostenere la collinetta La frana minaccia una scuola C’è preoccupazione tra i residenti per il cedimento a Fosso Capo d’Inferno POMARICO - Le frane di Pomarico tornano a farsi sentire. Il consuntivo delle più recenti piogge accanitesi sul suolo pomaricano è impressionate. Oltre al cedimento di un deposito attrezzi prossimo a Fosso Capo d’Inferno, che era forse in piedi a stento, precedentemente reso inaccessibile per la tutela dell’incolumità pubblica, uno smottamento ha provocato due giorni fa la quasi completa distruzione dei lavori in corso della Pettorrina. Dove le mitiche termali Acque Salse non possono che esser un ricordo, visto che la fontana pubblica situata proprio nel Fosso Cutana in sommovimento, è praticamente resa ballerina dalla frana in moto. Sul posto, tra l’altro, da alcuni giorni, nonostante il periodo stagionale quasi proibitivo per questo tipo di interventi, erano in corso lavori d’urgenza assicurati da un’azienda di San Costantino Albanese. Anzi alcune opinioni critiche raccolte mettono in dubbio la validità stessa dei lavori in corso. Si pensi, per esser chiari, che è crollato tutto il piano allestito dalla ditta, in un punto servito dall’importante peso d’acciottolato di riempimento. Ma nella scarpata, spezzata, è finita anche parte della palificazione studiata e conficcata a qualche metro dalla fontana. L’opera pubblica in corso, tra l’altro, è presa di mira perfino da altre polemiche. Però rispetto, questa volta, all’impiego specifico dei fondi destinati alla stessa e deciso dall’Amministrazione comunale, già stanziati dalla Regione Ba- Il muro realizzato di recente e crollato a Piana Pacilio La storica fontana che sta scivolando a valle silicata alle strade interpo- una scuola, assicurano che derali. E la cosa potrebbe negli ultimi giorni la situanon finire qui. Si ricordi, zione è decisamente peginfatti, che s’è prossimi alla giorata. campagna elettorale pomaIntanto la stradina sotto ricana. Però questo è solo Piana Pacilio non sembra un Fosso. Capo d’Inferno, nemmeno più una strada. infatti, è attualmente il pe- Quindi, la paura maggiore ricolo maggiore. Alcuni è sempre quella dei residenproprietari di terreni della ti del quartiere, fino ad arrizona, prossima ad abitazio- vare alla scuola elementare ni, attività economiche e “Caggiani”, che in linea POMARICO Ieri la nomina di Casolaro Salerno è vice sindaco POMARICO – Il nuovo vice sindaco di Pomarico è Angela Salerno. Dopo soltanto due giorni dall’esautorazione ufficiale del giovane vice sindaco Domenico Martino, il primo cittadino, Giuseppe Casolaro, sceglie il suo braccio destro, Angela Salerno, già assessore con delega a Bilancio, Programmazione e Pubblica Istruzione, per l’avvicendamento nel ruolo più di rappresentanza fra quelli affidati ai comprimari della sua Amministrazione comunale. Azione e reazione, anzi soltanto dinamismo al cento per cento dell’azione, visto che in quarantotto ore scarse il giovane Martino è stato cancellato da ogni dove; vedi il sito del Comune di Pomarico (del quale pare sia la stessa Salerno, d’altronde, a gestire gli accessi del Municipio). Comunque la decisione era quasi scontata. Se si pensa che stiamo parlando della collaborazione più stretta di Casolaro. Senza delega alla Cultura o simili, per esempio, Angela Salerno è la principale organizzatrice degli eventi ideati dall’Amministrazione per il sempre più revival Agosto Pomaricano. E non solo. Salerno è anche la più presente in corso Garibaldi, seconda ovviamente solo al sindaco stesso. Manca poco al rinnovo della giunta, visto che le elezioni comunali si terranno a maggio anche a Pomarico. Comunque è praticamente scontato che pure allora il vicesindaco Salerno, già in pectore da diverse settimane, ben prima del siluramento ufficiale di Domenico Martino insomma, avrà un ruolo di rilievo per il centrodestra del sindaco uscente Casolaro. nu.fe. © RIPRODUZIONE RISERVATA d’aria dista davvero poco dal pericolo. Senza dimenticare che lo stesso plesso scolastico vive proprie condizioni di difficoltà. Negli ultimi anni, ma il passato non vale, se si pensa che il problema è in divenire invece che in risoluzione, tanta attenzione s’è dovuta rivolgere proprio alla Caggiani. Mentre il Comune di Pomarico deve stare sempre in allerta sulla condizione complessiva del dissesto idrogeologico pomaricano. Ogni fosso, e sono ben sei in tutto, tiene in costante agitazione l’Amministrazione. Che, nel frattempo, deve tener sotto osservazione ogni ulteriore danno potenziale derivante delle solitamente vetuste condutture idriche e fognarie. Oggi ci sono tre frane in atto a Pomarico. Con smottamenti periodici. Il sindaco Casolaro ha giustamente di nuovo allertato il ministero sul dissesto e l’incubo frana. Mentre dei mezzi utilizzati sulla strada che conduce a Montescaglioso dall’azienda di San Costantino, ieri mattina non c’era traccia. La situazione è difficilissima. Si aspetta intanto che venga convocato un tavolo istituzionale a più livelli sul tema. Un confronto dedicato ancora però non è in agenda. Tantomeno è previsto, almeno per l’immediato, un confronto pubblico utile alla cittadinanza. Per non parlare della solita chimera: lo strumento urbanistico. Nella peggiore delle ipotesi, verso che direzione evacuare? In che punto sicuro ci si deve raccogliere? Nunzio Festa [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Tricarico, in carcere marocchino violento TRICARICO - Nella mattinata di ieri, i carabinieri della Compagnia di Tricarico, hanno tratto in arresto un giovane del luogo, 28enne di origini marocchine con precedenti di polizia, in atto sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora in questo Comune, poiché colpito da un ordine di esecuzione pena emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Firenze, in quanto dovrà scontare in carcere la condanna complessiva residua di 1 anno e giorni 24 di reclusione. I fatti alla base del provvedimento dell’Autorità giudiziaria risalgono al 26 febbraio 2011, allorquando l’arrestato in Arezzo si rese responsabile dei reati di rapina, resistenza a un pubblico ufficiale e lesioni personali continuate ed aggravate. A conclusione degli accertamenti di rito svolti in caserma, i militari hanno tradotto la persona presso la Casa circondariale di Matera, a disposizione dell’Autorità giudiziaria mandante. Un provvedimento eseguito dai militari nella sua abitazione. [email protected] A PISTICCI Progetti per 17 milioni Messa in sicurezza del territorio PISTICCI - Dopo gli even- ne, di opere strutturali di ti alluvionali dell’inver- contenimento e consolino 2013 sia quelli relati- damento, di interventi di vi alla mitigazione del ri- rimodellamento del verschio idrogeologico, so- sante verso profili di no state redatte ed inol- equilibrio, drenaggi sutrate agli organi compe- perficiali e profondi, imtenti quali Ministero permeabilizzazione di Ambiente, Dipartimento tratti a monte che favoridella Protezione Civile, scano l’infiltrazione Presidente della Giunta nonché applicazione di Regionale di Basilicata, sensori di controllo di Commissario Straordi- eventuali perdite del sinario per la realizzazio- stema idrico urbano. ne degli interventi di mi- Questo per ridurre il ritigazione del rischio schio geomorfologico ed idrogeologico, Regione idrogeologico. Basilicata – DipartimenSecondo intervento: to Infrastrutture, le Difesa del suolo e riprischede tecniche relative stino della copertura veai lavori per la mitigazio- getale nell’area dannegne del rischio idrogeolo- giata dall’incendio gico. dell’agosto Le aree in2012; importeressate a to previsto Pisticci, so7.426.308,86 no: Versante euro. La prodi Fosso La posta proSalsa e Fosso gettuale preConcezione; vede azioni Rione Piro mirate, da Pisticci cenun lato, al ritro; Galleria pristino delS. Rocco – la copertura Strada C.le vegetale delPisticci –Zole aree perna Ind.le Picorse dal sticci Sc. Pafuoco, con tuglione; specie erbaRione Tredi- L’ultima frana a Pisticci cee perenni e ci Pisticci basso arbucentro C.so Margherita stive spontanee adattate area Chiesa San Rocco; alle peculiari condizioni Località Varre strada climo-edofiche e, dall’alProv.le Pisticci-mare; tro, a favorire l’innesco Fosso Lavandaio. dei processi di sostituzio«Successivamente - ne dei rimboschimenti fanno sapere dal Munici- artificiali con comunità pio- è emersa la necessità arboree, e/o arbustive di presentare i progetti spontanee. Gli intervenpreliminari relativi ad ti di ricostruzione doalcuni interventi, dando vranno essere realizzati precedenza a quelli già nella medesima posiziopresentati negli anni ne dei soprassuoli danprecedenti e per i quali, a neggiati dal fuoco. seguito dell’Accordo di Progetto Generale: Programma, non è stato 44.410.127 euro (Prioriconcesso alcun finanzia- tà A 15.730.372,23; mento se non quello di Priorità B 150.000 euro per Fosso 17.214.142,75; Priorità La Salsa e Concezione. C 11.465.612,02). Per quest’ultimo interTerzo intervento: Rivento sono in fase di defi- duzione rischio idrogeonizione l’aggiudicazione logico nei Rioni tredici e della gara già espletata e Marco Scerra. – Importo la relativa consegna dei previsto 7.189.300 euro. lavori. E’ stata altresì prevista Primo Intervento: una rete di monitoragProsecuzione di Fosso La gio per verificare gli efSalsa e Concezione. – Im- fetti apportati dagli inporto previsto 2.700.000 terventi proposti e coneuro. Si realizzerebbero trollare l’evoluzione dei opere di sistemazione fenomeni di dissesti in idraulica, a basso impat- alcune aree a maggiore to con prevalenza di solu- rischio. Area di intervenzioni di ingegneria natu- to: Zona A: 15.000 mq; ralistica, in corrispon- Zona B: 20.000 mq. [email protected] denza dei fossi in erosio- RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 6 febbraio 2014 www.ilquotidianoweb.it 31 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 POLICORO [email protected] SCANZANO Dopo quasi 10 anni e il rinvio a giudizio per tutti, ora si rischia la prescrizione Brogli elettorali, tutto da rifare Troppo generico il capo d’imputazione, il giudice restituisce il fascicolo al pm SCANZANO JONICO - Presunti brogli elettorali a Scanzano: tutto da rifare. Dopo quasi dieci anni e un rinvio a giudizio per i sette indagati, il procedimento penale sui presunti brogli, che secondo l’accusa si sarebbero verificati in due sezioni del Comune di Scanzano alle Regionali del 2005, si arresta a un passo dalla prescrizione. Ieri, infatti, il collegio giudicante del tribunale di Matera, presieduto dal dottor Debenedictis, ha accolto l’eccezione presentata dai difensori degli imputati, rimandando il fascicolo al pm Alessandra Susca, per “nullità del capo d’accusa a causa della sua genericità”. Il provvedimento, di cui si attendono le motivazioni, annulla di fatto quello del 14 luglio 2012, quando il Gup Maria Rosa Nettis, al termine di una breve Camera di consiglio, aveva rinviato tutti a giudizio, accogliendo in toto le richieste del pm Susca, nonostante il buco di ben dodici ore nelle registrazioni, predisposte dagli inquirenti durante un blitz notturno tra i seggi. La strategia dei legali Marilena Amendolaggine, Giuseppe Rago, Bruno Oliva e Filippo Vinci, in fronte comune, era volta ad evidenziare che non c’è mai stata “enunciazione del capo d’accusa in maniera chiara e precisa”, ovvero che dalla contestazione non si evinceva la puntualità dei fatti contestati e, dunque, i diversi profili di responsabilità degli imputati. Un fatto non da poco, poichè minava alle basi l’azione difensiva. Quindi, dopo un iniziale rimpallo del procedimento tra le Procure di Potenza e Matera, ora il pm dovrà istruire tutto il fascicolo daccapo (avviso di conclusione delle nuove indagini ed eventuale nuovo rinvio a giudizio), con l’incombenza della prescrizione, che dovrebbe intervenire nella primavera del 2015. Mario Altieri L’imputato più illustre è l’allora sindaco di Scanzano, Mario Altieri, oltre a Pasquale Malavasi; gli avvocati Vincenzo Milano e Antonio Greco, Salvatore Imperio e Donato De Luca. I reati contestati, sono relativi al fatto che: “In concorso tra loro, Mario Altieri, allora sindaco, Pasquale Malvasi, responsabile dell'Ufficio elettorale del Comune; Vincenzo Milano, nella qualità di presidente dell'Ufficio elettorale istituito presso la sezione numero 6 e gli altri in qualità di componenti dello stesso Ufficio elettorale, falsificavano gli atti relativi alle operazione elettorali per il rinnovo del consiglio regionale dei giorni 17 e 18 aprile 2005, e segnatamente le schede elettorali e i registri dei votanti, nonché i verbali di nomina degli scrutatori. Con l'aggravante del fatto commesso da appartenenti all'Ufficio elettorale”. Milano e Altieri, inoltre, sono accusati anche di aver violato gli articoli 319 e 319 bis del Codice penale, “perchè Altieri prometteva a Milano, già nominato presidente dell'Ufficio elettorale istituito presso la sezione 6, di fargli vincere il concorso di comandante della Polizia municipale, in cambio delle attività di falsificazione di atti relativi alle operazioni elettorali di cui al superiore capo a), e a Milano accettava tale promessa”. In quei giorni, i carabinieri, ma anche altre forze di Polizia fecero un autentico blitz nei seggi elettorali sospettati, fermando tutte le operazioni di voto, ma prima avevano piazzato delle cimici nell'ufficio di Altieri e anche microcamere nei locali del seggio, raccogliendo importanti fonti di prova. Antonio Corrado I legali hanno vinto la battaglia Minato diritto alla difesa SCANZANO JONICO Domani Psi a congresso SCANZANO JONICO - Si svolgerà domani, alle ore 17 nella sala consiliare di Scanzano Jonico, il congresso provinciale del Psi di Matera. Lo rende noto Sergio Stigliano, segretario provinciale di Matera del partito secondo cui «la scelta di celebrare il congresso nel Metapontino è un segnale concreto dell'attenzione che il partito riserva a questa area vitale della regione ed alle problematiche che investono quest'area: Valbasento, Thissen, danni alluvionali, questione ambientale e rilancio della economia agricola e turistica. Un congresso di festa -aggiunge Stigliano- che vede un partito premiato nella sua azione dal corpo elettorale e dalle continue adesioni ,una azione politica seria, concreta, netta, senza tentennamenti; un pluralismo di idee volte al progresso ed al soddisfacimento dei bisogni dei più deboli». Il tribunale di Matera POLICORO D’Alessandro: «Il Comune poteva farlo» «Perchè non è rimasta la Tarsu?» I dubbi di Policoro Futura POLICORO - «Perché a Policoro hanno applicato la Tares e non la Tarsu?». A chiederselo è Gianni Domenico D’Alessandro (Policoro Futura), il quale chiede anche «perché ancora la raccolta dei rifiuti solidi urbani viene effettuata sul nostro territorio dalla ditta Tradeco dopo aver rescisso il contratto consensualmente. Queste sono state le domande principali che la cittadinanza ha fatto sabato sera in sala consiliare. Ma cerchiamo di spiegare sommariamente le due domande. Differenza sostanziale tra Tarsu e Tares: a fronte di una spesa di 100 con la Tarsu, il cittadino copre 70-80 e la restante parte è coperta dalla fiscalità comunale mentre, con la Tares, a fronte di una spesa di 100, il cittadino copre per 100. E’ consequenziale domandarsi perché non è stata applicata la Tarsu, considerando altresì che il Ministero delle Finanze ha lasciato per il 2013 la scelta ai Comuni. Dopo aver sciolto il contratto consensualmente con la Tradeco alla modica cifra di 500.000 euro nonostante l’azienda fosse palesemente inadempiente come accertato anche dal Comune (e questo ci porta a chiederci come mai la rescissione sia stata consensuale e non unilaterale), il Comune indìce una nuova gara d’appalto e, su 5 aziende partecipanti, 4 sono state escluse per vizi di forma, e come per magia l’unica rimasta indovinate chi è? Ebbene sì, la Tradeco! Ma se fino a qualche mese prima era considerata dal consigliere comunale con delega all’Ambiente un’azienda di dubbia moralità (sic), cos’è cambiato in questo breve lasso di tempo? Constatiamo che nessun rappresentante dell’Amministrazione comunale fosse presente per ascoltare le critiche costruttive dei cittadini e per fornire (o provare a fornire!) delle risposte alle loro lecite domande. A questi supponenti rappresentanti del popolo ricordiamo che non devono essere i cittadini a lavorare per la politica, bensì è la politica che deve lavorare per i cittadini». [email protected] Il municipio di Policoro dove infuria la polemica sui rifiuti Il plauso del presidente della Camera di commercio Tortorelli a Berlino «Fruit Logistica, una grande opportunità» «UN momento di grande qualità e intensa rappresentatività per i produttori e le rispettive organizzazioni», ha così commentato ieri mattina Angelo Tortorelli nel corso della visita al Fruit Logistica la fiera in programma a Berlino fino al prossimo sette febbraio. «Lo stand lucano, molto bello e ricercato anche dal punto di vista estetico, esprime al meglio gli standard qualitativi lucani: ottimo il lavoro svolto dalle aziende agricole, altrettanto prezioso il ruolo aggregante delle Organizzazioni di produttori», ha aggiunto Tortorelli. «La Camera di Commercio ritiene che momenti come questo rappresentino quel valore aggiunto per tutto il territorio che può mostrare, in una vetrina prestigiosa come Berlino, la reale misura del suo valore. Anzi, quest'anno abbiamo percepito un livello qualitativo ancora più alto, una tendenza verso standard elevati. E' lungo questi binari che le aziende devono proedere potendo contare sul doveroso sostegno, come è successo anche questa volta, della Camera di Commercio». Tortorelli ha infine aggiunto: «E' ormai un dato certo: i consumi si orientano verso la qualità, non è solo una questione di quantità. Angelo Tortorelli e (a destra) Badursi Probabilmente se si guardaasse solo ai numeri, ai quantitativi, la Basilicata, come piccola regione del Sud Italia, avrebbe serie difficoltà a competere. Puntare sulla qualità a trecentosessanta gradi: ciò significa sicurezza del prodotto e efficienza organizzativa, e su questo le Op hanno una grande quanto prestigiosa responsabilità». Andrea Badursi, direttore generale di Assofruit Italia, nel ringraziare Tortorelli ha aggiunto: «Assofruit Italia insieme con tutte le altre Op e aziende che espongono, hanno fatto della qualità la loro mission. E la partecipazione al Fruit Logistica vuole testimoniare proprio la voglia di continuare nella costante ricerca di novità». RASSEGNASTAMPA corriereait Berlusconi e il caso De Gregorio Il Senato sarà parte civile Pietro Grasso ribalta il parere negativo dell’Ufficio di Presidenza: «Ne va della dignità delle istituzioni» Il Senato si costituirà parte civile nel processo per la cosiddetta “compravendita dei senatori”. «Ne va della dignità delle Istituzioni» ha dichiarato il presidente del Senato Pietro Grasso. Il Presidente ha ribaltato così il parere del Consiglio di Presidenza, che con dieci voti contrari e otto a favore aveva detto di no. (Tra i voti contrari, c’erano quelli degli alfaniani del Ncd e di Scelta Civica). L’ORDINE DEL GIORNO - Il tema all’ordine del giorno era la costituzione di parte civile del Senato nei confronti di Silvio Berlusconi nel procedimento sulla presunta compravendita di senatori nel corso della XV legislatura e in particolare per far cadere il governo Prodi. La decisione definitiva spettava appunto al presidente del Senato, Pietro Grasso, che si era riservato di decidere dopo aver acquisito il parere del Consiglio di presidenza. DOVERE MORALE - Il presidente ha dato incarico all’Avvocatura dello Stato di rappresentare il Senato della Repubblica quale parte civile nel processo, che inizierà il prossimo 11 febbraio presso il Tribunale di Napoli. Il presidente ha ritenuto che “ l’identificazione, prima da parte del Pubblico Ministero, poi del Giudice, del Senato della Repubblica italiana quale persona offesa di fatti asseritamente avvenuti all’interno del Senato, e comunque relativi alla dignità dell’Istituzione, ponga un ineludibile dovere morale di partecipazione all’accertamento della verità, in base alle regole processuali e seguendo il naturale andamento del dibattimento”. L’APPLAUSO - L’assemblea dei senatori del Pd, riunita dell’aula della commissione difesa di Palazzo Madama, ha accolto con un applauso la notizia che il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha deciso per la costituzione di parte civile nel processo sulla cosiddetta compravendita di senatori. E il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ha commentato: «Finalmente ritrovo il Pietro Grasso che mi aspettavo, il magistrato che conosco: prima vengono le istituzioni e poi gli interessi di partito». FAVOREVOLI E CONTRARI - Parere negativo alla costituzione di parte civile del Senato nel processo in cui è coinvolto Silvio Berlusconi era stato espresso dalla senatrice di Scelta Civica Linda Lanzillotta e dal questore Antonio De Poli, senatore dei Popolari per l’Italia. Contrari anche FI, Ncd, Lega e Gal. A favore della costituzione, invece, Pd, Sel, M5S e il senatore Hans Berger del gruppo Autonomie. IL PROCESSO - Silvio Berlusconi è stato rinviato a giudizio a Napoli per il reato di corruzione nell’ambito del procedimento sulla presunta compravendita di senatori per far cadere il governo Prodi. Il processo si celebrerà davanti al collegio A della V sezione penale di Napoli, a partire dall’11 febbraio 2014. Rinviato a giudizio anche Valter Lavitola mentre Sergio De Gregorio ha chiesto il patteggiamento. 05 febbraio 2014
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