Giornata di studio La qualità sostenibile dei collettori di fognatura 9 Ottobre 2014 Holiday Inn Cagliari - Viale U. Ticca - Cagliari IL SISTEMA DI COLLETTAMENTO E DEPURAZIONE CONSORTILE DELLA VALLE BARDONEGGIA-PAVIA VALUTAZIONI - CRITERI - REALIZZAZIONE – Sergio Papiri – Professore Associato Università di Pavia Facoltà di Ingegneria Con la collaborazione di: Le infrastrutture costituiscono: -uno degli strumenti più importanti per migliorare la qualità della vita; -uno dei motori principali per lo sviluppo dei territori. Tra queste, le infrastrutture fognarie e depurative rappresentano un ambito particolarmente delicato, nel quale economia, efficienza e sostenibilità ambientale devono essere coniugate. Ogni intervento in tale settore deve tenere conto delle esigenze del territorio servito, oltre che delle norme tecniche ed amministrative vigenti. La scelta di materiali di elevata qualità per la realizzazione di un sistema fognario e depurativo è una scelta progettuale che si rivela una componente essenziale per assicurare che l’opera risponda ai criteri di economia, efficienza e sostenibilità ambientale per la sua intera vita utile. IL Sistema di Collettamento e Depurazione Consortile della Valle Bardoneggia (PV) Dall’analisi delle caratteristiche e delle esigenze igieniche, economiche e sociali del territorio alla definizione della soluzione tecnica I alla sua realizzazione (il progetto è stato redatto dallo Studio Tecnico di Ingegneria Ecotecno di C. Collivignarelli e S. Papiri con sede in Pavia) Inquadramento dell’Area Localizzazione Provincia di PAVIA Oltrepò Pavese e Valle Bardoneggia Inquadramento dell’area Il Torrente Bardoneggia è un immissario di sponda destra del Fiume Po e rappresenta il confine orientale della provincia di Pavia, e quindi della Lombardia. Ad est di tale torrente si sviluppa la provincia di Piacenza, e quindi l’Emilia Romagna. Il Fiume Po delimita l’area dell’Oltrepò pavese dal resto della provincia di Pavia. Inquadramento dell’Area Fiume PO Torrente Bardoneggia Caratteristiche e criticità del territorio Caratteristiche del territorio Il territorio pavese della Valle Bardoneggia comprende la zona appenninica, da cui prende origine il torrente, e raggiunge la zona di pianura nella quale scorre il Fiume Po. L’area collinare del territorio è caratterizzata da una struttura orografica complessa, costituita da numerosi impluvi e valli secondarie delimitate da crinali con pendenze anche significative, che delimitano in maniera netta i bacini gravanti sui singoli corsi d’acqua secondari. Caratterizzazione morfologica Il territorio in esame presenta criticità di carattere idrogeologico sia per quanto riguarda le aree di pianura sia per le aree collinari: -Criticità connesse all’area di pianura: - Presenza di territori ricadenti nelle fasce delimitate dal PAI (Piano per l’Assetto Idrogeologico) per individuare il rischio di esondazione del Fiume Po: - FASCIA A: di deflusso della piena ordinaria (Alveo) FASCIA B: di esondazione (Argine – T=200 anni) FASCIA C: di inondazione per piena catastrofica (T=500 anni) -Criticità connesse all’area di collina: - Presenza di aree caratterizzate da dissesto connesso alla stabilità dei pendii e alle frane. Delimitazione Fasce fluviali PAI per il Fiume Po Condotta di scarico Collettori di progetto Impianto di progetto Carta dei dissesti Idrogeologici per la zona collinare e sovrapposizione con il tracciato di progetto S. Damiano al Colle Rovescala Caratteristiche del territorio Il territorio della Valle Bardoneggia è caratterizzato da una fortissima dispersione degli scarichi, sia urbani che produttivi. Gli insediamenti sono infatti costituiti da nuclei abitati di dimensioni modeste, spesso non superiori a 100 abitanti e che comunque non superano i 500 abitanti, se non per i capoluoghi dei comuni. Caratteristiche del territorio Le attività produttive sono caratterizzate da dimensioni modeste, se non per alcune isolate situazioni presenti in pianura, in prossimità delle principali arterie di collegamento con i centri di Pavia e Piacenza. Nella fascia collinare la principale e pressoché unica attività è rappresentata dalla coltivazione e lavorazione vitivinicola. Sono censite oltre 4.000 cantine, che danno lavoro ad una discreta quantità di residenti: si tratta spesso di piccole realtà, distribuite sull’intero territorio collinare, affiancate dalle cantine sociali e altri impianti di maggiore rilevanza. Caratteristiche del territorio: Le reti Le reti fognarie comunali esistenti sono di tipo unitario, cioè destinate al collettamento, in un unico sistema di condotte, sia dei reflui di tempo asciutto sia delle acque meteoriche convogliate in rete. Data la natura del territorio servito, le reti esistenti raggiungono il fondovalle e recapitano nei corsi d’acqua superficiali, nella maggior parte dei casi senza alcun trattamento se non una vasca Imhoff. Caratteristiche del territorio: Gli impianti La forte distribuzione spaziale degli scarichi e l’orografia non hanno indirizzato alla realizzazione di una rete di collettamento a livello comunale, che recapitasse i reflui presso impianti di depurazione in grado di assicurare un adeguato livello di trattamento. I trattamenti esistenti sono essenzialmente Fosse Imhoff. Le singole attività non hanno la possibilità di attivare singolarmente dei sistemi depurativi adeguati, anche per le caratteristiche dei reflui connessi all’attività vinicola. Criticità del territorio e obiettivi di sviluppo L’area dell’Oltrepò ricade in quelle individuate dalla Comunità Europea come "aree depresse", dal punto di vista produttivo ed infrastrutturale. Per tale motivo, lo sviluppo infrastrutturale è sostenuto con fondi europei appositamente individuati, in quanto destinato a favorire gli insediamenti produttivi e a evitare lo spopolamento dell’area, con le conseguenti criticità connesse alla gestione e alla salvaguardia del territorio. Criticità del territorio e obiettivi di sviluppo Aree limitrofe alla Valle Bardoneggia e ricadenti nell’Oltrepò pavese sono state oggetto, a partire dagli anni ‘80 di significativi interventi di potenziamento infrastrutturale, che hanno interessato anche la realizzazione di sistemi di collettamento e depurazione consortili. Tra esse si ricordano la Valle Versa e la Valle Scuropasso, che hanno caratteristiche territoriali e insediative analoghe al territorio qui indagato. La Valle Bardoneggia è stata interessata solo successivamente da interventi significativi a causa della necessità di reperire le necessarie risorse economiche. Criticità del territorio e obiettivi di sviluppo Il territorio della Valle Bardoneggia presenta uno stato di qualità ambientale generalmente soddisfacente, in cui la componente naturale appare poco compromessa dalle attività umane, soprattutto nella sua parte collinare. Gli obiettivi da perseguire per uno sviluppo completo dell’area possono quindi essere individuati: - nella valorizzazione delle risorse naturalmente disponibili, per il loro mantenimento e la difesa della loro qualità, - nel miglioramento di quegli elementi che attualmente intervengono negativamente, quali fattori di pressione ambientale dell’area. Criticità del territorio e obiettivi di sviluppo . La valorizzazione del territorio e del suo patrimonio naturalisticoculturale, passa attraverso interventi tesi a migliorare la gestione delle ricchezze presenti e al potenziamento di tutte quelle attività, strettamente legate al territorio, che possono diventare elemento qualificante dell’area, portando ad una sua fruizione più ragionata e completa (produzione enologica di qualità riconosciuta, ristoranti, agriturismi, turismo ecologico e naturalistico). Questo tipo di attività andrebbe inoltre a rafforzare quel sistema di sviluppo produttivo, già presente soprattutto nella fascia collinare, storicamente caratterizzato da una buona integrazione con l’ambiente. Criticità del territorio e obiettivi di sviluppo Elementi essenziali per lo sviluppo di tali attività sono: -le infrastrutture fognarie e depurative -il risanamento idrogeologico Caratteristiche e criticità dei reflui vitivinicoli L’indagine condotta per la definizione delle caratteristiche degli insediamenti urbani e produttivi serviti dal nuovo sistema di collettamento intercomunale ha portato a individuare quale componente produttiva preponderante quella delle attività vinicole. Va sottolineato anzitutto che la produzione vitivinicola ha carattere fortemente stagionale: si sviluppa essenzialmente per 9-10 mesi/anno, mentre per gli altri 2-3 mesi è significativamente ridotta. Nell’ambito di un’indagine che ha interessato la Valle Versa, posta in Oltrepò pavese, al confine occidentale con la Valle Bardoneggia, e che presenta caratteristiche orografiche e produttive analoghe al territorio in esame, è stata effettuata la caratterizzazione degli scarichi connessi alle attività vinicole. Da tale indagine è emerso che gli scarichi connessi alle attività vinicole sono caratterizzati da: valori elevati di BOD valori elevati di COD grande variabilità del pH Caratteristiche qualitative degli scarichi vinicoli Tenuto conto delle caratteristiche dei reflui che transitano in fognatura in tempo di vendemmia e della oggettiva difficoltà di un trattamento appropriato in loco da parte del singolo produttore, i gestori della rete fognaria operano spesso concedendo delle deroghe ai limiti di accettabilità degli scarichi in fognatura. Delle caratteristiche dei reflui che transitano in rete, anche alla luce delle deroghe concesse, si deve ovviamente tenere conto nella scelta dei materiali di realizzazione del sistema chiamato a collettare le reti comunali che ricevono tali scarichi, indirizzandosi verso materiali: - resistenti all’aggressività chimica - con un’elevata durata. Per quanto riguarda l’impianto di depurazione e la tipologia di trattamento ottimale, va evidenziato che le caratteristiche degli scarichi connessi alle attività vinicole sono tali da trarre un evidente beneficio dalla miscelazione con i reflui di origine civile e da rendere il trattamento biologico congiunto degli scarichi di vinificazione con quelli domestici ottimale, con particolare riferimento all’attenuazione delle problematiche connesse sia all’aggressività dei reflui vinicoli, sia alla variabilità stagionale del carico. VANTAGGI della MISCELAZIONE . La miscelazione assicura un’attenuazione delle punte raggiunte dalle concentrazioni del pH nei reflui vinicoli, limitandone l’aggressività. . La natura essenzialmente organica dei reflui connessi alle attività vinicole (valori elevati di BOD e COD) che li rende ben trattabili per via biologica, assicura un’adeguata alimentazione del trattamento. . La presenza dei reflui domestici, per loro natura presenti con continuità, elimina il problema connesso con la stagionalità del carico vinicolo, assicurando la stabilità temporale del processo biologico. (proprio la forte variabilità stagionale degli scarichi vinicoli rappresenta uno dei principali ostacoli per il trattamento biologico presso i singoli produttori). Obiettivi e Struttura dell’intervento OBIETTIVI e STRUTTURA dell’INTERVENTO L’intervento in oggetto ha lo scopo di porre rimedio alla situazione determinata dall’assenza di impianti di depurazione adeguati, grazie alla realizzazione delle infrastrutture necessarie al collettamento e alla depurazione degli scarichi, attualmente sversati nei corpi idrici superficiali (Torrente Bardoneggia e corsi d’acqua minori), e da questi convogliati fino al Fiume Po. OBIETTIVI e STRUTTURA dell’INTERVENTO Obiettivi indiretti, ma non per questo meno importanti, ottenibili con la realizzazione delle opere in oggetto sono: -miglioramento del livello qualitativo e quantitativo dei servizi offerti sia alla popolazione insediata sia alle imprese, rafforzando così un elemento fondamentale per la stabilizzazione demografica e il rafforzamento dello sviluppo produttivo dell’area; -valorizzazione delle attitudini turistiche della zona e delle attività produttive in stretto rapporto con il territorio e la qualità ambientale (produzione di vini di qualità, agriturismo), che traggono dal miglioramento delle condizioni ambientali un incremento in termini di qualità del prodotto offerto e della sua valorizzazione. OBIETTIVI e STRUTTURA dell’INTERVENTO La scelta della rete consortile intercomunale e del trattamento centralizzato è, tecnicamente oltre che economicamente, l’unica soluzione sostenibile in grado di assicurare il risanamento di un territorio caratterizzato, come quello in esame, da una fortissima dispersione degli scarichi, ognuno dei quali serve pochi utenti. La centralizzazione della gestione garantisce, oltre al risparmio economico legato alle economie di scala, una maggiore affidabilità dal punto di vista ambientale. OBIETTIVI e STRUTTURA dell’INTERVENTO La struttura del sistema insediativo, civile e produttivo, da servire, così disperso spazialmente, comporta la necessità di realizzare sistemi di collettamento estremamente ramificati e caratterizzati da sviluppi considerevoli. Ciò ha portato alla scelta di suddividere in più lotti successivi la realizzazione del sistema di collettamento, per tenere conto sia dei tempi necessari alla realizzazione del sistema, sia della necessità di ripartire nel tempo la spesa totale connessa. OBIETTIVI e STRUTTURA dell’INTERVENTO Vista la scelta di suddividere in più lotti il sistema di collettamento e tenuto conto dei tempi necessari alla loro realizzazione, si è individuata per l’impianto di depurazione una struttura che prevede 2 linee pressoché identiche e distinte: la realizzazione dell’intero impianto di trattamento (potenzialità completa) prima della realizzazione della struttura principale del sistema di collettamento (Lotti 1 e 2) non avrebbe alcuna utilità in quanto mancherebbe fisicamente l’infrastruttura destinata al convogliamento all’impianto del carico da trattare. OBIETTIVI e STRUTTURA dell’INTERVENTO La suddivisione dell’impianto in 2 linee consente inoltre di: - ottimizzarne il funzionamento nelle 2 condizioni di Alta e Bassa Stagione produttiva, cui corrispondono caratteristiche dei reflui notevolmente differenti; -ottimizzarne la gestione, ed in particolare le attività di manutenzione delle singole linee, che potrà essere programmata annualmente in corrispondenza della bassa stagione produttiva, senza la necessità di prevedere fermi impianto e quindi con notevole beneficio ambientale. Caratteristiche del territorio: il bacino servito La definizione delle caratteristiche degli insediamenti urbani e produttivi serviti è stata condotta partendo da una indagine dettagliata relativa al territorio dei singoli comuni: •La localizzazione delle frazioni e dei nuclei abitati •La localizzazione degli scarichi fognari attualmente esistenti •L’associazione della popolazione residente attuale e futura ai bacini gravanti su ogni scarico •L’associazione delle attività produttive ai bacini gravanti su ogni scarico •La stima degli A.E. connessi alle singole attività produttive •La stima delle portate e degli A.E. totali connessi ad ogni scarico. Il Sistema di Collettamento Caratteristiche generali Si tratta di una complessa e articolata rete consortile intercomunale per la raccolta dei liquami, a servizio di un territorio caratterizzato da una fortissima dispersione degli scarichi e da una struttura orografica complessa. Il Sistema comprende: - Circa 35 km di condotte fognarie - 14 stazioni di sollevamento - 6 sfioratori di piena di linea Caratteristiche generali I comuni serviti dall’intero sistema sono quelli posti al limite orientale della provincia di Pavia: Rovescala - San Damiano al Colle - Montù Beccaria - Zenevredo - Bosnasco - Arena Po. Il bacino di utenza presenta una Popolazione Equivalente totale di circa 17.000 A.E., di cui circa 6.000 urbani. Caratteristiche generali Il sistema di collettamento è suddiviso in: - 2 lotti principali, che costituiscono la struttura base del sistema, entrambi caratterizzati da funzionamento in parte a gravità e in parte in pressione; - da un lotto di completamento che interessa i rami più esterni del sistema. Planimetria Generale del Sistema di Collettamento Caratteristiche generali • Il 1° Lotto serve l’area di pianura, è caratterizzato da uno sviluppo complessivo di circa 12,4 km, e prevede la realizzazione di 4 stazioni di sollevamento. • Il 2° Lotto serve l’area di collina, è caratterizzato da uno sviluppo complessivo di circa 11,5 km, e prevede la realizzazione di 1 stazione di sollevamento. Planimetria Lotto 1 Planimetria Lotto 2 I materiali Visti i risultati dell’indagine effettuata per la definizione delle caratteristiche qualitative dei reflui che il nuovo sistema di collettamento è chiamato a convogliare, la scelta dei materiali ha dovuto indirizzarsi verso tubazioni in grado di resistere all’aggressione chimica dei reflui, ed in particolare alla grande variabilità del pH [3-12] connessa con gli scarichi provenienti dalle attività vinicole. I materiali Inoltre le caratteristiche geologiche del territorio collinare e le criticità idrogeologiche connesse al rischio franoso hanno suggerito l’impiego di tubazioni caratterizzate da una limitata lunghezza e con giunti che consentono di gestire limitate rotazioni, in modo da assorbire gli eventuali cedimenti che potranno interessare le condotte dopo la loro posa a causa degli assestamenti dei versanti. E’ inoltre essenziale la garanzia di tenuta del sistema, per evitare l’innesco di frane a seguito di perdite. I materiali Le considerazioni sopra esposte e la necessità di prevedere condotte con una vita utile elevata, data la rilevanza dell’opera e la sua estensione, ha portato a scegliere i seguenti materiali: . Condotte a Gravità: Collettori misti: Grés ceramico (DN 300-700 mm) Condotta di scarico a PO: C.A. classe 100/140 kN/m2 . Condotte in pressione: Ghisa sferoidale (DN 80-200 mm) Pozzetti di ispezione in calcestruzzo con giunto di innesto L’intercettazione delle reti esistenti Al fine di limitare la portata convogliata dalle reti esistenti nel sistema consortile in tempo di pioggia è stata prevista la realizzazione di uno scaricatore di piena in corrispondenza di ogni immissione di rete esistente nel collettore consortile. Per tutta la zona collinare si è prevista l’utilizzazione di scaricatori a salto a fondo allineato. Nel dimensionamento del sistema consortile di collettamento si è assunto che ogni scaricatore di interposizione con il sistema fognario esistente consente l’immissione di una portata ≤ 80 l/s. L’intercettazione delle reti esistenti Le stazioni di sollevamento/pompaggio L’inserimento delle stazioni di sollevamento si rende necessario per motivazioni differenti nell’area collinare e in quella di pianura: -Collina: il sollevamento serve a superare i dislivelli geometrici determinati dall’orografia del territorio. -Pianura: il sollevamento serve a riprendere quota evitando che i collettori a gravità risultino eccessivamente profondi,a causa della ridotta pendenza naturale del terreno,oppure a trasferire in pressione le acque reflue nelle zone prive di insediamenti. L’impianto di trattamento L’Impianto di Depurazione a servizio del Sistema di Collettamento delle acque reflue della VALLE BARDONEGGIA è localizzato nel COMUNE di ARENA PO (PV). Le acque trattate vengono convogliate direttamente nel fiume Po, attraverso una condotta di scarico. L’impianto è posto all’esterno del limite della Fascia B di esondazione del Fiume PO (PAI). L’impianto di depurazione consortile di Arena Po (PV) SCELTA DEL RECAPITO Pur essendo l’mpianto di trattamento posto in prossimità del Torrente Bardoneggia,il recapito per i reflui trattati è stato individuato nel Fiume Po, nonostante ciò abbia comportato la realizzazione di un collettore di scarico più lungo di circa 600 m. Tale è scelta è stata effettuata per tenere conto: -del carattere torrentizio del Bardoneggia, con portate estremamente ridotte o quasi nulle per lunghi periodi; - della scarsa capacità di diluizione del T. Bardoneggia. L’impianto di depurazione consortile di Arena Po tratta liquami misti provenienti da acque di scarico di origine civile e industriale. In termini di portate nere di punta, il sistema convoglia all’impianto di depurazione una portata massima globale di circa 52 l/s, di cui 35 l/s di origine urbana. Una componente rilevante del carico di origine industriale è connessa con le attività vitivinicole che caratterizzano il sistema produttivo del territorio collinare; la produzione vinicola è quantificabile in almeno 96.000 hl/anno. L’impianto è stato dimensionato con i seguenti dati di progetto: - A.E. di origine civile: 5.600 A.E. - A.E. di origine industriale: 9.300 A.E. suddivisi in: * produzione vitivinicola: 7.300 A.E. * altro: 2.000 A.E. Il contributo allo scarico dalla produzione vitivinicola per 2-3 mesi (giugno-luglio e prima metà di Agosto) scende a valori molto modesti: ~ 1.000 A.E. Per tale caratteristica del bacino servito, l’impianto è stato suddiviso su due linee uguali in modo che per 9- 10 mesi all’anno si faccia ricorso ad entrambe le linee, mentre per i restanti 2-3 mesi (giugno, luglio, prima metà di Agosto) sia sufficiente il funzionamento di un’unica linea. In tal modo è possibile sfruttare il periodo di basso carico per mettere in manutenzione una linea. La divisione dei due periodi si può schematizzare così: - Alta stagione (10 mesi/anno - agosto/maggio) - Bassa stagione (2 mesi/anno - giugno/luglio) La potenzialità complessiva dell’impianto di trattamento è pari a 17.000 A.E. L’impianto è costituito da due linee identiche e completamente distinte, ognuna di potenzialità pari a 8.500 A.E. Al momento è stata realizzata la prima linea. L’impianto di depurazione consortile di Arena Po (PV) In testa all’impianto è stata realizzata una vasca di prima pioggia, della capacità complessiva di circa 2.000 m3. Caratteristica peculiare di questo impianto è la presenza di una fase di controllo del pH, di una fase di filtrazione (al fine di far fronte ai limiti sempre più restrittivi sui solidi sospesi) e di una disinfezione finale con raggi UV. LA VASCA di PRIMA PIOGGIA L’inserimento della vasca di prima pioggia in testa all’impianto consente di limitare e controllare il carico inquinante sversato direttamente nei corpi idrici ricettori dal sistema fognario misto durante gli eventi meteorici. In particolare la vasca è chiamata ad intercettare la prima componente del volume defluente in rete durante gli eventi meteorici significativi e l’intero volume di deflusso per gli eventi deboli. CARATTERISTICHE QUALITATIVE DELLE ACQUE METEORICHE DI DILAVAMENTO Da oltre un quarantennio sono in corso studi teorici e sperimentali sulla qualità delle acque defluenti nei sistemi fognari unitari e separati in tempo di pioggia. Tutti gli studi concordano sul fatto che normalmente queste acque sono molto contaminate e possono determinare un rilevante impatto negativo sulla qualità del corpo idrico ricettore. Qualità delle acque meteoriche di dilavamento Campo di variabilità dei parametri qualitativi dei campioni prelevati in tempo di pioggia nei sistemi fognari di Cascina Scala (23 eventi) e Picchianti (14 eventi) Parametro Cond. specifica [µS/cm] COD [mg/l] SST [mg/l] Sistema unitario di Cascina Scala Valore Valore minimo massimo 70 1144 28 5080 Sistema pluviale di Picchianti Valore Valore minimo massimo 53 647 < 10 628 20 3380 < 10 2360 EMC SST [mg/l] 108 1430 26 568 NTOT [mg/l] 1,51 128,6 <5 10,6 NH4 [mg/l] 0,45 39,6 < 0,5 2,0 PTOT [mg/l] 0,22 26,9 < 0,5 6,6 Evento 11/04/2003 SST [mg/l] COD [mg/l] BOD5 [mg/l] HC [mg/l] Set S [ml/l] TN [mg/l] AN [mg/l] P [mg/l] Pb [µg/l] Zn [µg/l] 5 DWF 1200 800 400 0 250 500 750 2003 2000-2001 0,75 0,75 SS/SSTOT 1 SS/SSTOT 1 0,5 0,25 0 0 0 0,25 0,5 0,75 V/VTOT 1 80 40 1000 Tempo [minuti] 0,25 120 0 0 0,5 160 0 0,25 0,5 0,75 V/VTOT 1 Portata [l/s] Concentrazione Dinamica degli inquinanti nei sistemi fognari in tempo di pioggia 1600 Fenomeno del first flush Cascina Scala 100 Normalized Cumulative Mass 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Normalized Cumulative Flow SS COD BOD5 TN P Pb Zn 45 line LA VASCA di PRIMA PIOGGIA L’obiettivo della riduzione dell’impatto connesso al recapito delle acque collettate in tempo di pioggia può essere perseguito con molteplici metodologie, che comprendono: -l’introduzione delle vasche di prima pioggia; -l’adeguamento degli sfioratori di piena. Il Decreto Legislativo 3 Aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale” ha delegato alle Regioni la disciplina delle acque meteoriche di dilavamento e delle acque di prima pioggia ai fini della prevenzione di rischi idraulici e ambientali. Il Regolamento regionale 24 marzo 2006 –n.3 della Regione Lombardia “Disciplina e regime autorizzatorio degli scarichi di acque reflue domestiche e di reti fognarie, in attuazione dell’art.52, comma 1, della legge regionale 12 dicembre 2003, n.26” all’art.15 “acque meteoriche da avviare alla depurazione” del Titolo 3 “Disciplina degli scarichi delle reti fognarie” stabilisce quanto segue: 1.Gli sfioratori di piena delle reti fognarie di tipo unitario sono realizzati in modo da lasciare direttamente defluire all’impianto di trattamento delle acque reflue urbane la portata nera diluita corrispondente al più elevato dei valori derivante dall’applicazione dei seguenti criteri: a) salvi i casi di cui al comma 2, apporto di 750 litri per abitante equivalente al giorno, considerati uniformemente distribuiti nelle 24 ore, determinando in termini idraulici, ossia per rapporto tra il consumo giornaliero medio industriale accertato e la dotazione idrica della popolazione residente, assunta pari a 220 l/abxg, gli a.e. degli scarichi di acque reflue industriali non caratterizzabili in base all’apporto di sostanze biodegradabili; b) rapporto di diluizione pari a 2 rispetto alla portata nera, calcolata come media giornaliera per gli apporti civili e come media su 12 ore per quelli industriali, salvo presenza di significativi complessi che lavorino su più turni giornalieri; il rapporto di diluizione è incrementato a 2,5 nel caso gli apporti industriali in termini di abitanti equivalenti, calcolati con il criterio di cui alla lettera a), superino il 50% del totale LE VASCHE DI ACCUMULO DELLE ACQUE DI PIOGGIA (Regolamento Reg. Lombardia) Le vasche sono realizzate presso: • lo sfioratore in testa all’impianto di trattamento delle acque reflue urbane; • gli sfioratori che sottendono agglomerati con oltre 10.000 A.E.; • gli sfioratori che consentono di controllare complessivamente almeno l’80% della superficie servita dalla rete. Portate di inizio sfioro degli scaricatori e volumi utili delle vasche di prima pioggia Vasca di cattura R=2÷6 LA VASCA di PRIMA PIOGGIA Nel caso in esame si è scelto di dimensionare gli sfioratori del sistema di collettamento in modo da far proseguire all’ Impianto una portata pari a 1.500 l/A.E.d, controllando quindi una componente significativa della portata presso l’impianto anziché distribuire i punti di controllo lungo lo sviluppo del sistema di collettamento, con evidente semplificazione gestionale. LA VASCA di PRIMA PIOGGIA Il sistema di collettamento che alimenta l’impianto interessa, nel tratto terminale, aree a pendenza estremamente limitata. Ciò comporta un significativo effetto di deposito di sedimenti durante i periodi di asciutta, con conseguente risospensione degli stessi durante le fasi iniziali degli eventi meteorici, specie se intensi. L’introduzione della vasca di prima pioggia e una sua adeguata progettazione (geometrica e in termini di equipaggiamento) consente di controllare l’effetto inquinante connesso a tale fenomeno. LA VASCA di PRIMA PIOGGIA La vasca di prima pioggia è stata equipaggiata con n.2 Idrojet destinati alla pulizia dell’invaso: in fase di svuotamento della vasca, gli idrojet si attivano favorendo la risospensione del materiale sedimentato durante l’accumulo e lo svuotamento. La pulizia della vasca avviene ogni volta che questa si svuota dopo aver immagazzinato un volume minimo di Acque Meteoriche, evitando il consolidamento dei depositi. Impianto di Arena Po: Vasca di prima pioggia in fase di lavaggio Impianto di Arena Po: Vasca di prima pioggia a fine lavaggio Il Sistema di Collettamento: la realizzazione Alcuni manufatti Ordinari e speciali I MANUFATTI nel sistema fognario I MANUFATTI di SCARICO • I manufatti di scarico rappresentano l’interfaccia tra la rete di drenaggio, costituita da tubazioni chiuse, ed il corpo idrico ricettore. I manufatti di scarico devono raccordare i due distinti elementi e assicurare che lo scarico avvenga senza innescare condizioni critiche né per la corrente convogliata dalla rete, né per il corpo idrico ricettore. • I manufatti di scarico devono assicurare un adeguato raccordo sia altimetrico sia planimetrico tra i due elementi. In particolare, la progettazione dei manufatti di scarico deve ottimizzare la direzione di immissione del flusso e il raccordo dei dislivelli altimetrici, al fine di limitare gli effetti di erosione I MANUFATTI nel sistema fognario I MANUFATTI di SCARICO • La direzione di sbocco della tubazione nel corso d’acqua deve essere angolata in modo da agevolare l’immissione della portata collettata nella corrente naturale del corpo idrico superficiale, evitando immissioni in controflusso o perpendicolari al corso d’acqua. • Per limitare gli effetti erosivi dello scarico, che si presentano in maniera significativa soprattutto nel caso di recapito in corsi d’acqua che presentano periodi di secca prolungati, vengono previsti: • dispositivi di protezione della zona di impatto (fondo e sponde) quali platee gettate o in pietrame, • dispositivi di dissipazione dell’energia della corrente scaricata, quali muretti o soglie trasversali. MANUFATTI di SCARICO : esempi pratici MANUFATTI di SCARICO : esempi pratici SCARICATORI di PIENA Gli scaricatori di piena rappresentano il dispositivo, che correda normalmente le fognature miste, e attualmente sempre più spesso anche quelle esclusivamente meteoriche, deputato al controllo della quantità e della qualità delle acque miste o meteoriche che il sistema fognario sversa, in concomitanza con eventi meteorici e in assenza di vasche di prima pioggia, nei ricettori superficiali senza trattamento. I MANUFATTI nel sistema fognario SCARICATORI di PIENA Lo scaricatore di piena, se installato in un sistema fognario misto, deve operare in modo che: • sia impedito lo scarico nel ricettore nei periodi di tempo asciutto, o durante eventi meteorici di piccolissima entità, cioè fino a quando la portata in arrivo non raggiunga un valore q0 (pari a un multiplo della portata nera media delle acque reflue) per il quale si realizza il richiesto grado di diluizione e cioè al quale sia associata una concentrazione di inquinanti accettabile nel ricettore; • durante gli eventi di piena, sia smaltita nel ricettore la massima parte possibile della portata in arrivo eccedente q0 in modo che le canalizzazioni a valle possano essere dimensionate per un afflusso dalla porzione di rete sottesa a monte pari ad un valore q che superi q0 quanto meno possibile. I MANUFATTI nel sistema fognario SCARICATORI di PIENA I MANUFATTI nel sistema fognario SCARICATORI di PIENA Al crescere del rapporto di diluizione r (q0/qnm) evidentemente aumenta il volume medio annuo di acque piovane addotte alla depurazione e diminuisce il carico medio di inquinanti scaricato nel ricettore. I valori di r da adottare, in base alle prescrizioni regionali, sono compresi fra 2 e 6; i valori più alti sono relativi a piccoli centri urbani con basse dotazioni idriche. Nel caso in esame, il valore di r è praticamente sempre superiore a 6. SCARICATORI di PIENA Aspetti Idraulici Per evitare che la bocca di uscita della portata q0 risulti molto piccola e quindi facilmente ostruibile, sono da evitare impostazioni progettuali che prevedono l’adozione di numerosi piccoli scaricatori di piena: è nettamente preferibile l’adozione di pochi scaricatori di piena che sottendano bacini di estensione non inferiore a 10-15 ha. La luce di efflusso della portata q0 dovrebbe inoltre avere: - una area non inferiore a 400 cm2 - la dimensione minima della luce pari ad almeno 15 cm. SCARICATORI di PIENA TIPOLOGIA degli SCARICATORI Classicamente si distinguono tre tipi di scaricatori: - sfioratori laterali, - scaricatori a salto, - scaricatori frontali. • Gli sfioratori laterali e gli scaricatori frontali sono usualmente adottati in zone pianeggianti dove non si dispone di dislivelli topografici sensibili e la corrente in arrivo è normalmente lenta. • Gli scaricatori a salto trovano maggiore impiego nelle zone collinari o montane, comunque quando la perdita di quota associata al salto non genera seri problemi per il profilo altimetrico della fognatura di valle. Scaricatore a salto SCARICATORI: esempi pratici I manufatti speciali e di attraversamento MANUFATTI SPECIALI : esempi pratici Attraversamento in sifone di corso d’acqua MANUFATTI SPECIALI : esempi pratici Attraversamento in sifone di corso d’acqua MANUFATTI SPECIALI : esempi pratici Attraversamento in sifone di corso d’acqua MANUFATTI SPECIALI : esempi pratici Attraversamento in sifone di corso d’acqua MANUFATTI SPECIALI : esempi pratici Attraversamento in ponte canale di corso d’acqua MANUFATTI SPECIALI : esempi pratici Attraversamento con spingitubo di linea ferroviaria: stralcio planimetrico MANUFATTI SPECIALI : esempi pratici Attraversamento linea ferroviaria: profilo longitudinale Le Stazioni di Sollevamento e di Pompaggio Stazione di pompaggio "Tipo" Stazione di Pompaggio "Tipo" Stazione di Pompaggio in fascia B: quadro di comando e controllo sopraelevato COLPO D’ARIETE Da cosa dipende? Lunghezza della condotta Velocità del flusso in condotta Prevalenza di funzionamento Peso specifico ed elasticità del fluido Elasticità del materiale della condotta Diametro e spessore della condotta Profilo altimetrico della condotta (punti alti e bassi) COLPO D’ARIETE Cosa può succedere? Le onde di pressione transitanti in condotta possono sommarsi in un certo punto e superare la pressione massima d’esercizio della condotta stessa, valvole, ecc. La colonna liquida si separa in due o più tronchi creando una condizione di vuoto; questo vuoto richiama a sua volta indietro le colonne di liquido precedentemente separatesi che, ricongiungendosi, provocano impatti violenti. Tubi, giunti, valvole e pompe possono esplodere per effetto della sovrapressione COLPO D’ARIETE VERIFICA DELLE CONDOTTE PREMENTI COLPO D’ARIETE: limiti normativi AL Il D.M. 12 Dicembre 1985 stabilisce che le sovrappressioni dinamiche di colpo d’ariete, indipendentemente dalla tipologia delle tubazioni impiegate, siano contenute nei limiti indicati nella tabella sotto riportata (indicata nel D.M. come Tab. III) in funzione dei valori della pressione di moto permanente. Pressione in Kgf/cm2 Pressione di moto permanente fino a Sovrappressione di colpo d’ariete massima 6 6-10 10-20 20-30 3 3-4 4-5 5-6 COLPO D’ARIETE SOLUZIONE: inserimento della Cassa d’aria Stazione di Pompaggio con autoclave L’Impianto di Trattamento: la realizzazione Grigliatura e Sollevamento iniziale Vasca di prima pioggia Dosaggio reagenti per correzione pH (soda caustica e acido cloridrico) e per defosfatazione in simultanea (cloruro ferrico) Denitrificazione - Ossidazione – nitrificazione Ossidazione – nitrificazione: rete di diffusione aria Ossidazione - nitrificazione Sedimentazione finale Ricircolo fanghi e estrazione fanghi di supero Grazie per l’attenzione Autunno in Oltrepò Pavese
© Copyright 2024 ExpyDoc