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MISSIONARIE
SECOLARI
COMBONIANE
4
luglio-agosto 2014
anno XLV
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004
n. 46) art. 1, comma 2, DCB Vicenza
In caso di mancato recapito rinviare al mittente: “Animazione Missionaria”, 36100 Vicenza CPO
animazione missionaria
1
gennaio-febbraio 2012
anno XLIII
Non ridurre
la vita a una
fermata
Un Dio senza
fissa dimora
L’uomo è per natura un viandante
perché ha bisogno di trovare
altrove la sua completezza,
al di fuori e al di sopra di sé,
nell’incontro con gli altri e con
l’Altro, l’Assoluto suo Creatore.
iaggiare”: un verbo che si addice a questo
tempo estivo di vacanza. Nell’era della globalizzazione viaggiare è più facile nonostante le limitazioni imposte dalla crisi. C’è anche chi viaggia verso
altri Paesi per vivere esperienze di conoscenza e di
servizio o chi intraprende itinerari dello spirito.
Fin dai tempi più remoti l’uomo ha sentito l’irrefrenabile desiderio di partire verso altre terre, alla scoperta
di nuovi mondi, spinto dal bisogno e dal desiderio di
scoprire e imparare cose nuove.
Ma per molti viaggiare non è un lusso, è una necessità
di sopravvivenza. È impressionante nel mondo, il numero di persone che ogni giorno, affrontando rischi
incredibili, tentano di fuggire da situazioni disumane
di guerra, di ingiustizia, di povertà, intraprendendo
viaggi che spesso finiscono in tragedia, nella speranza
di trovare una possibilità di sopravvivenza.
Il tema del viaggio condensa una molteplicità di significati. Ha a che vedere con il senso stesso dell’esistenza,
in perenne ricerca di una pienezza di vita che ancora
non ha, di una felicità come sogno che arde sempre nel
cuore, anche quando sembra sepolto sotto le macerie.
L’impulso a viaggiare dice che la vita non è “status”,
ma processo; non è sosta, ma un andare; che è più
partenza che arrivo. Il termine “esistere”, dal latino,
significa proprio passare da un luogo a un altro, da
una situazione a un’altra, cioè camminare. Chi non fa
della vita un cammino cessa di esistere, nel senso più
vero ed esistenziale del termine.
L’uomo è per natura un viandante perché ha bisogno
di trovare altrove la sua completezza, al di fuori e al di
sopra di sé, nell’incontro con gli altri e con l’Altro,
l’Assoluto suo Creatore.
Tutto questo può sembrare scontato, in realtà oggi
non lo è. Un esasperato individualismo rischia di uc-
“V
cidere il viandante facendo dell’uomo un vagabondo
senza meta, se non quella di se stesso, riducendo la
vita, che è cammino, a una fermata. Un infelice vagabondo che non sa più da dove viene e non sa dove andare perché, tutto concentrato su di sé, non ha più un
sogno che lo porti lontano, così come ben delinea lo
psichiatra V. Andreoli: «Concentrati su un qui e ora
puramente corporei, abbiamo ucciso tutti gli dei e
reso la bellezza l’unica nostra religione. Non abbiamo
più sogni, non coltiviamo progetti, non sopportiamo
il silenzio, facciamo rumore per vincere la solitudine,
sradicati come siamo dalle nostre origini, incapaci
di amare, di insegnare ai nostri figli e di imparare
dai nostri padri. E siamo pieni di paura».
È una realtà che sfida i discepoli di Gesù chiamati a seguire Uno che, lasciando la sua condizione divina, si è
fatto Lui stesso viandante per amore, per incontrare
noi uomini e aiutarci a recuperare quella dimensione
umana che da soli siamo così incapaci di vivere.
In mezzo alle tante oscurità del nostro tempo, una
luce di speranza continua a splendere finché esistono
persone, che uscendo da se stesse, continuano a viaggiare verso l’altro, amando davvero. Fra loro ci sono i
missionari che non si accontentano di fare dei viaggi,
ma fanno di tutta la vita un viaggio calandosi dentro le
situazioni di estrema povertà materiale e spirituale, facendosi uno con gli ultimi, anche affrontando il rischio
della vita per amore verso di loro.
Anna Maria Menin
Anche Dio è in viaggio
alla ricerca di una dimora.
«Venne tra i suoi, ma i suoi
non l’hanno accolto» (Gv 1,11).
Un Dio senza fissa dimora
che sta cercando un tetto
e anela a mettere su casa
con chi lo ama e lo accoglie.
Il nostro Dio è un Dio che viene,
un Dio che cammina.
«Io sono il cammino»
dice Gesù (Gv 14,6).
Non si accontenta
della sua vita beata nei cieli
e si mette in viaggio,
con uno zaino in spalla,
alla ricerca di una dimora,
di uno spazio in cui
possa piantare la sua tenda,
di uno spazio di umanità,
di qualcuno che condivida con lui
questo desiderio di vivere
in maniera umana.
E dove cerca questo spazio?
Dappertutto,
anche nei luoghi più impensati:
non c’è posto in cui Dio
non possa entrare
per spargere un seme di umanità.
È lo spazio in cui tutti,
nel profondo del nostro cuore,
siamo alla ricerca.
Alberto Degan
(Da “Cercatori di bellezza” )
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animazione
missionaria
giovani
On the road
Sulla Strada
Un Campo missionario
itinerante attraverso la Puglia,
per scoprire il mondo con gli
occhi di Dio e costruire
sentieri di vita e di speranza.
ulla Strada”, perché? Innanzitutto perché
“missionario“ si addice con “itineranza”. I
giovani che scelgono di partecipare a questo campo avranno l’opportunità di sperimentare, almeno
un po’, sulla propria pelle, il sapore dell’andare
proprio della missione. Un andare per donare vita
e speranza, un uscire dal proprio piccolo mondo,
dai vicoli ciechi di una vita vissuta all’insegna dell’individualismo dell’autoreferenzialità, per aprirsi
all’incontro con l’altro e disporsi ad uno scambio
di doni che arricchisce e fa crescere.
Scoprire che la vita stessa è cammino, che ha un
senso che ci spinge oltre e al di sopra di noi stessi,
sarà forse uno dei primi passi del Campo.
Un’esperienza che richiederà occhi per vedere
con lo stesso sguardo di Dio, un cuore che si lasci
toccare dalla sofferenza di tanti fratelli più svantaggiati, mani che si lascino provocare all’impegno
dai problemi del mondo che attendono anche la
propria fattiva collaborazione.
Il percorso attraverso diverse tappe offrirà anche
l’opportunità di scoprire il Regno di Dio in atto
nell’opera di tanti testimoni che stanno già costruendo sentieri di vita e di speranza.
Ecco alcuni fra i “verbi” che verranno più declinati
nel Campo: conoscere e scoprire realtà di speranza e diverse forme di impegno già in atto,
“S
Intenzione
missionaria
ascoltare, incontrare gli altri e l’Altro, condividere,
collaborare, approfondire, riflettere, stare insieme
in allegria.
Le tappe del Campo itinerante: Partenza da Troia
(FG) per allargare poi lo sguardo sulle realtà di immigrazione a Foggia; sosta a Molfetta (FG), terra di
Don Tonino Bello, profeta di pace. Seconda tappa
a Bari per intrecciare relazioni di speranza sul territorio. Arrivo e conclusione ad Altamura (BA) con
un approccio al tema dell’ecologia e dell’ambiente.
Destinatari: Giovani dai 20 ai 35 anni
Date: Dal 2 al 10 agosto 2014. Gli arrivi sono
previsti nel pomeriggio del giorno 2. Il Campo
inizierà alle ore 17,00 dello stesso giorno e si concluderà con il pranzo del 10 agosto.
Quota di partecipazione: 90,00 euro.
Cosa portare? Bibbia, necessario per scrivere,
eventuali strumenti musicali, sacco a pelo (consigliato!) oppure lenzuola; effetti personali; abbigliamento comodo e adatto a un campo missionario itinerante. Tanta allegria, insieme al desiderio
e alla volontà di vivere un’esperienza eccezionale.
Informazioni e adesioni:
Missionarie Secolari Comboniane
Tel. 0583.980158
[email protected]
Mariella Galli
Tel. 3407153558
[email protected]
Maria Pia Dal Zovo
Tel. 3469596388
[email protected]
Missionari Comboniani
Padre Ottavio Raimondo:
Tel. 3482991393
[email protected]
Adesioni: entro il 20 luglio.
Luglio
Agosto
Perché lo Spirito Santo sostenga
l’opera dei laici che annunziano
il Vangelo nei Paesi più poveri.
Perché i cristiani in Oceania
annuncino con gioia la fede a tutte
le popolazioni del Continente.
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animazione
missionaria
testimonianze
La mia esperienza
in Congo
Per molti giovani il periodo estivo è un tempo
per viaggiare. Ma c’è modo e modo di
viaggiare: c’è chi parte e ha come unico
orizzonte se stesso e chi, invece, ha come
orizzonte l’altro. Solo così il viaggio “ti cambia
facendoti diventare ciò che potresti essere”.
È quanto è accaduto a Selene che ha vissuto
dei periodi di servizio nella Repubblica
Democratica del Congo.
onclusa a maggio l’università e, finalmente, con un’estate libera a mia
disposizione, sono partita il 6 agosto 2012 per la Repubblica Democratica del Congo senza troppe aspettative, ma solo con il desiderio di arricchire il mio bagaglio culturale. Non avevo idee precise di che cosa fosse
una missione né in cosa consistesse un campo di lavoro.
Felice, ma un po’ intimorita al pensiero di fare un’esperienza di tanto valore
con persone e guide che non conoscevo affatto, decido comunque di partire.
Arriviamo in Congo il 7 agosto e subito mi accorgo di quanto fossero diversi
i colori rispetto ai nostri; poche macchine, gente in bicicletta e tanta terra,
ovunque.
Ci siamo fermati qualche giorno a Kavimvira, dove le Sorelle di Santa Gemma
fanno funzionare un dispensario che accoglie degenti, bambini e malati di
AIDS; e per circa 15 giorni a Bukavu, capitale del Sud Kivu in cui si è concentrato gran parte del nostro lavoro. Là le suore hanno quattro centri dislocati nei punti nevralgici della città nei quali sostengono un progetto mirato al recupero dei ragazzi di strada; si
occupano della loro accoglienza, di assicurare loro il pasto giornaliero, della loro
alfabetizzazione prima e, in un secondo
momento, dell’avviamento al lavoro rilasciando un diploma che ha validità nazionale.
Si tratta di lavori molto semplici e umili,
ma di grande valore e utilità, come: taglio
e cucito, meccanica, falegnameria, informatica.
Il nostro lavoro l’anno passato si è concentrato soprattutto sulla pulizia e rivalorizzazione delle aule nelle quali i ragazzi
trascorrevano gran parte del loro tempo.
Aule colorate e disegnate hanno sicuramente un impatto diverso sui bambini rispetto a quattro mura grezze e anonime.
Nel mese trascorso in Congo le perplessità che avevo prima di partire si sono trasformate in meraviglia e stupore
di come l’assenza di beni che ritenevo indispensabili, quali la luce e l’acqua,
ti permettesse comunque di vivere bene. Veramente difficile esprimere a
parole quello che è stato per me il Congo. Sicuramente un rivoluzionarsi
delle mie convinzioni, uno spogliarsi di tutte quelle che, fino a quel momento, erano state le mie priorità, un vivere felice, con una semplicità e
leggerezza tale, che solo i bambini sanno regalarti e che apre davvero la
strada all’incontro autentico con Gesù.
C
Tutto questo affiancato da compagni di viaggio eccezionali che, senza troppe
esitazioni, si sono messi a servizio dell’altro con entusiasmo e tanta motivazione.
Il mio rientro in Italia è stato brusco; cercavo di resistere con ogni mezzo
al riabituarmi alla solita quotidianità. Ancora trasportata dalle musiche
che avevano accompagnato la mia esperienza, coltivavo ogni giorno il
desiderio di tornare in Congo. Così, con il forte sostegno delle Sorelle
di Santa Gemma, in agosto passato, sono partita di nuovo. Un viaggio, quest’ultimo, pieno di aspettative, vissuto
con una maturità e consapevolezza sicuramente maggiore. Ho avuto la possibilità di vivere più significativamente
la quotidianità del luogo, quella di strada: uscire a comprare delle stoffe o andare al supermercato, confrontarmi, insomma, con una realtà molto diversa
dalla nostra.
Questa volta il nostro lavoro si è concentrato sul portare a termine e sull’inaugurare la “Casa di Matteo”, una struttura
residenziale che, a Bukavu, ospita circa
venti tra bambini e bambine recuperati
dalla strada, che alla sera non possono
far ritorno a casa perché non ce l’hanno.
Si tratta di bambini abbandonati, orfani
o comunque soli senza notizie sulle loro famiglie. Quasi inverosimile per
noi vedere le lacrime di un bambino di otto o nove anni di fronte alla sua
nuova cameretta, a un cuscino colorato o ad un armadio semivuoto, ma è
questo quello che ho portato con me, in Italia, al mio ritorno: la loro gioia
nella conquista di un, seppur piccolo, pezzettino di dignità.
Selene
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animazione
missionaria
dal mondo
ALGERIA
Cristiani e musulmani.
Un’esperienza di condivisione
«C
ome incontrarci in profondità, cristiani e musulmani insieme? Come condividere il cuore delle nostre
esistenze? E come aprire ad altri questa condivisione?». Alcuni cristiani e musulmani hanno deciso di
incontrarsi con regolarità e uno di loro ci racconta...
«Da tempo volevo fare un’esperienza del genere e finalmente mi si è offerta l’occasione di un incontro islamocristiano sul tema della preghiera. L’incontro è stato introdotto da un cristiano e da una musulmana, che hanno
condiviso alcune esperienze della loro
preghiera. In seguito, ogni partecipante poteva prendere la parola. Poi abbiamo pranzato insieme, sono seguiti
momenti di canto in francese e in arabo, e uno scambio di pareri sulla mezza giornata vissuta insieme. Una giovane musulmana ha detto: “All’inizio
cercavo di capire se la persona che
parlava era cristiana o musulmana, poi
ascoltavo semplicemente quello che
la persona diceva”. La cosa mi ha impressionato e ho sentito il desiderio
di continuare a frequentare questo
gruppo. Peccato che l’incontro era annuale. Allora ho incontrato alcuni partecipanti e ci siamo messi d’accordo
per condividere alcuni momenti della
vita alla luce di un testo biblico e di un testo coranico, su questi temi: elemosina, differenza, fiducia e i nomi di
Dio. Abbiamo fissato quattro date. Dove siamo arrivati oggi? Da incontri mensili siamo ora ad incontri ogni
cinque settimane e dal sabato siamo passati al venerdì. Ciò che mi sembra interessante è l’impegno forte di
alcuni partecipanti, soprattutto musulmani che non dispongono di altri luoghi per condividere la loro vita. Può
darsi che tali incontri possano avvenire anche in altre città dell’Algeria. È veramente bello».
Padre Silvano Zoccarato
Missionario del Pime (Misna - blog missionari)
AMERICA / STATI UNITI
Il calvario dei minori emigrati
dal Centro America e costretti al rimpatrio
I
l numero di bambini e ragazzi che rischiano la vita per attraversare il Centro America e arrivare agli Stati
Uniti è raddoppiato ogni anno a partire dal 2011, quando non superavano i 7.000. Le autorità federali
hanno rilevato un aumento drammatico dell'ingresso illegale di minori non accompagnati (molti dei quali
sotto i 12 anni) e per il 2014 stimano che si arriverà al record di oltre 60.000 ragazzi privi di documenti.
Dinanzi a questa emergenza, le autorità federali di Nogales (Arizona) hanno già spostato più di un migliaio di ragazzi dalle celle
della CBP ai locali della Polizia di Frontiera. Il Console Onorario
dell’Honduras in Arizona, Tony Banegas, ha visitato sabato 7 giugno
le strutture allestite per i ragazzi a Nogales e ha commentato: «È
un vero dramma. Sono in una cantina, dormono in contenitori di
plastica con una coperta termica come quelle di carta-alluminio.
Hanno detto che sperano di avere presto dei materassi, usano servizi igienici portatili».
Suor Valdett Willeman delle missionarie Scalabriniane (attuale direttrice del Centro d'Assistenza per i Migranti Ritornati: CAMR),
che vive la sua missione cercando di assicurare ai migranti di ritorno in Honduras una sistemazione nel
paese, precisa che solo nel mese di maggio sono stati più di 100 i bambini rimpatriati per via aerea, senza
contare coloro che rientrano via terra. Finora, solo in questo primo periodo del 2014, si contano oltre 3.000
bambini rimpatriati, ma negli ultimi anni il loro numero supera i 15.000. (Agenzia Fides)
Le Missionarie secolari comboniane
sono un Istituto secolare di diritto
pontificio e vivono la spiritualità
di mons. Daniele Comboni.
Il loro fine specifico è la cooperazione
missionaria nell’animazione della
Chiesa locale e nel servizio in missione.
BRASILE
In campo
contro la tratta
I
religiosi sono scesi in campo per lottare contro
il traffico delle persone e lo sfruttamento sessuale dei minori in occasione dei Mondiali di calcio. Per l’occasione hanno lanciato la campagna
Gioca a favore della vita. «Attivare questa campagna contro la tratta e lo sfruttamento sessuale
durante la coppa – dice suor Gabriella Bottani,
comboniana, coordinatrice della campagna – non
ha il semplice obiettivo di denunciare e informare
sui rischi che grandi eventi possono presentare
in relazione alla schiavitù del nostro tempo. Ma
vuole essere un contributo dei religiosi perché il
grande evento della coppa del mondo sia una occasione unica per invitare tutti a riflettere circa il
valore della vita e di relazioni pacifiche tra persone, culture e popoli».
«Concretamente la campagna utilizza media e social network per informare e sensibilizzare la popolazione sui possibili rischi che comporta la tratta e sullo sfruttamento sessuale dei minori e su
come intervenire per denunciare eventuali casi»,
continua suor Bottani.
Nelle 12 città che ospitano le partite sono stati attivati gruppi di appoggio e di osservazione. Volantini e adesivi sono stati distribuiti soprattutto
nelle aree di rischio, negli aeroporti e stazioni.
«L’impegno contro la tratta di persone deve essere
costante; è per questo che stiamo attuando azioni
integrate e continuative per prevenirla, contrastarla e accompagnare il reinserimento delle vittime», conclude la missionaria.
Per lottare contro lo sfruttamento sessuale dei minori in occasione di viaggi e turismo, il governo
del Brasile ha adottato il principio di extraterritorialità: i cittadini stranieri, accusati di aver commesso un reato di violenza e/o sfruttamento sessuale su uno o più bambini presenti sul territorio
brasiliano, possono essere perseguiti e condannati in Brasile. Coloro che sfuggono alla persecuzione penale in Brasile, possono essere arrestati,
processati e condannati nel loro paese di residenza per i crimini commessi in Brasile. (MISNA)
Sede centrale: 55012 Carraia (Lu),
Via di Carraia 192, tel. 0583.980158
e-mail: [email protected]
www.secolaricomboniane.it
Pubblicazione dell’Istituto Secolare
Missionarie Comboniane.
“Animazione Missionaria” c.p. 151
36016 Thiene (VI), ccp 10681369
Autorizzazione Tribunale di Vicenza
n. 268 del 14/5/1971
Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Postale
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
art. 1, comma 2, DCB Vicenza
Sono presenti in Europa,
America Latina, Africa.
Direttore responsabile:
Danilo Restiglian
Stampa: La Grafica e Stampa
via dell’Economia 78 - 36100 Vicenza
Grafica: Orione. Cultura, lavoro e comunicazione
Via Soldini 4 - 25124 Brescia