4 Attualità Dental Tribune Italian Edition - Maggio 2014 E per quanto riguarda l’esame di abilitazione? < pagina 3 Ho scritto un articolo sulla Stampa di martedì 11 aprile. L’Ordine si assume la responsabilità di certiicare che il professionista è perfettamente formato. L’abilitazione però è una mera replica dell’esame di laurea. Bisogna modiicare gli esami di abilitazione così come l’accesso va modiicato. In ogni caso leggete bene le nostre proposte nelle slide del sito Fnomceo, dove noi proponiamo anche un modello di assistenza odontoiatrica e di prevenzione. Il nostro obiettivo è raggiungere il 100% di cure per quanto riguarda la prevenzione. Al Collegio dei Docenti si è data la massima attenzione ai giovani. Nel vostro modello i giovani laureati hanno un ruolo fondamentale per la prevenzione e le urgenze. E per quanto riguarda i tirocini dei laureandi? No i tirocinanti non sono coinvolti in questo modello, ma abbiamo più volte promosso ad esempio l’ipotesi di poterlo effettuare anche in studi professionali privati. Una ultima domanda. Il 16-17-18 maggio prossimi a Torino ci sarà la riunione dei rappresentanti nazionali della Fnomceo e della Cao per l’approvazione del nuovo codice deontologico. Una materia che dovrebbe essere insegnata nelle Università? Il codice deontologico deve essere insegnato nelle Università al sesto anno, ma solo dalla Cao ovvero dalla Istituzione anche per avvicinare i giovani all’Ordine. Patrizia Gatto Dopo il medico e il pediatra, è in arrivo il dentista di famiglia? Un ddl al Senato ipotizza avvio e funzioni «Fornire all’assistito le prestazioni essenziali, di tipo preventivo, conservativo estrattivo, ortodontico e protesico riabilitativo previste dal nomenclatore tariffario nazionale in conformità a quanto stabilito dall’art. 3 della presente legge» (ossia, tante per citarne qualcuna, detartrasi, sigillatura, carie, incappucciamento della polpa, terapie canalari). Sarebbero queste le funzioni del futuro “dentista di famiglia” così come indicate dal punto 2 dell’art. 2 del ddl n. 1207 uficialmente intitolato Istituzione della figura dell’odontoiatra di famiglia. Presentato da 18 senatori il 17 dicembre dello scorso anno, si tratta di un disegno di legge che prende le mosse, come indicato espressamente dagli stessi presentatori, dalla morte di una diciottenne a Palermo a causa di un ascesso dentario poi degenerato in infezione, precisando subito dopo che la famiglia della giovane, seconda di quattro igli, versava in condizioni economiche disagiate (anche se decorose) e rifacendosi al fatto, ormai scientiicamente riconosciuto, che le mancate cure dentarie parodontali e ortodontiche provocano gravi conseguenze patologiche, non solo nel distretto del cavo orale, ma anche a carico del cuore, dei reni e articolazioni, con alterazione di importanti funzioni come quella digestiva e della postura. Fatte queste premesse fondamentali, il testo del ddl passa a elencare alcune cifre e considerazioni per confermare la fondatezza della proposta. Premesso che l’assistenza odontoiatrica rappresenta un settore in cui il Servizio Sanitario Nazionale presenta tradizionalmente un impegno limitato, viene messo a confronto il numero delle cifre odontoiatriche per abitante/anno in Italia con quello di altri Paesi: il SSN italiano risulta tra i più bassi d’Europa con 0,6 visite per abitante/anno a fronte di 1,8 del Belgio, 1,4 della Germania e 2,1 dell’Olanda e pur ammettendo che «in questi ultimi Paesi i costi delle cure odontoiatriche private sono molto inferiori a quelli italiani». Conseguenze del diverso stato di cose? «Un evidente limite, in Italia, al principio fondamentale della globalità delle garanzie offerte dall’SSN e la creazione di diseguaglianze nell’accesso all’assistenza odontoiatrica in relazione al reddito». Il testo passa poi a considerare quali siano attualmente i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) dal punto di vista odontoiatrico, dove rientrano solo «la tutela nell’età evolutiva e a soggetti in condizioni di particolare vulnerabilità». E i cittadini non compresi in tale tutela, ossia, attualmente, circa il 90%? «Possono solo accedere all’assistenza odontoiatrica con il pagamento diretto della prestazione al professionista oppure stipulando una polizza integrativa». Del tutto ingiustiicabile appare, a questo punto, che «un Paese civile non possa dare a tutti i cittadini la stessa possibilità di curarsi i denti e la bocca», commentano i irmatari del ddl. Di qui l’enunciazione dei 2 provvedimenti che dovrebbero accompagnare l’istituzione del cd. dentista di famiglia: l’aggiornamento degli attuali LEA e la possibilità di curare le patologie del cavo orale presso il proprio dentista a un prezzo equivalente alle spese sostenibili presso l’SSN. L’odontoiatra di famiglia aderirebbe a una convenzione con le Regioni, non di tipo prestazionale, ma tramite versamento di una quota capitaria, come già avviene per i medici di medicina generale e per i pediatri di libera scelta, impegnandosi «a percepire dal paziente l’importo della prestazione erogata allo stesso prezzo del ticket che il paziente pagherebbe se si recasse presso la struttura pubblica». Secondo i irmatari della proposta l’istituzione del dentista di famiglia non comporterà un ridimensionamento del servizio odontoiatrico nelle Asl, bensì il suo potenziamento «deinendo meglio compiti e funzioni in un sistema integrato in grado di erogare a tutti studi qualiicati e a livelli qualitativi ovunque equivalenti». Il ddl prevede che possano presentare domanda di convenzionamento tutti gli odontoiatri titolari di uno studio professionale, purché in possesso delle autorizzazioni previste. Il numero di pazienti assistibili dall’odontoiatra di famiglia sarà, come per i medici di famiglia, adeguato alla struttura e al stabile per natura. Way Extra è la soluzione GEASS per la riabilitazione di siti post-estrattivi con inserimento contestuale dell’impianto. Per natura è Extra stabile: elevata stabilità primaria Extra aggressivo: eficace penetrazione nell’osso alveolare Extra immediato: riduzione delle sedute di intervento e dei tempi Per professionisti e pazienti Extra soddisfatti. personale dello studio o dell’ambulatorio, a garanzia del livello qualitativo delle prestazioni. Quello presentato da 18 senatori e illustrato qui sopra non è affatto il primo della serie. Storicamente già il 16 dicembre del 2010 alla Camera venne avanzata una proposta di legge su iniziativa dei deputati Quartiani, De Biasi, Giachetti, Bucchino, Fiano, Graziano avente quale titolo “Istituzione della igura dell’odontoiatra di famiglia” ossia lo stesso di quello testé illustrato. Una proposta, la 239, assai più recente (15 marzo 2013) e sempre con lo stesso titolo è stata avanzata alla Camera dei deputati su iniziativa dei deputati Peluffo, Coccia, Martella, Verini. Cambia l’incipit delle due precedenti proposte. Mentre in quella avanzata dai Senatori si fa espresso riferimento a un tragico fatto di cronaca (la morte della diciottenne a Palermo per un ascesso dentario degenerato in infezione) nelle due precedenti, portate all’attenzione della Camera, si indica direttamente e sinteticamente qual è la loro “ratio”: garantire un’assistenza odontoiatrica di base che copra le necessità di cure di tutti i cittadini. Sintetizzata infatti numericamente la situazione della sanità pubblica che «ha in servizio, fra odontoiatri ospedalieri, specialisti ambulatoriali interni e convenzionati esterni, un numero di professionisti che copre appena il bisogno del 10% della popolazione, mentre il 90% deve ricorrere alle cure a pagamento presso studi privati», si sottolinea il fatto che «solo il 50% accede alle cure sia private che pubbliche e l’altro 50% ricorre al dentista solo nelle emergenze improrogabili non riuscendo a sostenere le spese per le cure odontoiatriche, con conseguenze a lungo termine, soprattutto per i bambini, particolarmente dannose in termini sia di sofferenza personale che economici». Dental Tribune
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