si formano numerosi fenomeni carsici. Sezione CAI di Ormea tecnic Schede tecniche Sentiero degli Alpini (Monti Pietravecchia e Toraggio) Il sentiero degli Alpini dislivello: 600 metri circa, all'andata, 230 metri circa al ritorno tempo complessivo: 5-6 ore (3-4 ore se ci si limita alla Gola dell’Incisa) difficoltà: per escursionisti esperti Un percorso ad anello vario e panoramico, l'itinerario più classico e frequentato della zona. Dal tornante della strada sterrata che precede l’arrivo al colle della Melosa (1540 m), provenendo da San Bernardo di Mendatica attraverso il colle del Garezzo, si procede in discesa nel bosco di larici verso l’inizio del sentiero vero e proprio. Si passa davanti ad una fonte sotto le prime bastionate rocciose e si continua in piano attraversando una piccola galleria. Il sentiero prosegue tagliando le bastionate inferiori del Pietravecchia con saliscendi e tratti molto caratteristici scavati nella roccia. Il percorso si sviluppa tra i calcari nummulitici ricchi di versanti incisi e dirupati, dove Con una serie di tornantini si raggiunge la Gola dell'Incisa (1685 m), stretto intaglio sulla cresta di confine tra i monti Toraggio e Pietravecchia. Rimanendo sempre sul versante italiano si prosegue sul sentiero pianeggiante che taglia i fianchi orientali del Toraggio. Giunti ai prati del versante sud si scende leggermente per poi prendere a destra un sentiero che sale a tornanti verso il Passo di Fonte Dragurina (1810 m). (dal passo si può salire la cima occidentale del Monte Toraggio). La mulattiera passa vicino alla sorgente (non perenne) e poi taglia nel versante francese, in lieve discesa, i fianchi nordoccidentali del Toraggio. Costeggiando la cresta nord si ritorna alla Gola dell'Incisa e da qui si prosegue in salita lungo l'Alta Via dei Monti Liguri che aggira ad ovest il Monte Pietravecchia. Giunti al Passo della Valletta (1918 m) si scende sul versante opposto e si ritorna al tornante della vecchia strada militare. (un passaggio spettacolare del Sentiero degli Alpini) Localizzazione: Entroterra della Liguria, alla testata della valle Nervia. Altitudine: tra i 1.600 e i 1.900 m Caratteristiche: Sentiero strategico bellico scavato nella roccia dei versanti est e sud dei monti Pietravecchia e Toraggio. (commissione sentieri del CAI di Ormea) Il Territorio I monti Pietravecchia e Toraggio, a cavallo tra Italia e Francia, dominano la val Nervia. Nonostante distino solo una ventina di chilometri dal mare si tratta di due belle e impervie montagne. Il monte Toraggio (1971 m.) ha due cime gemelle che si collegano grazie ad una cresta di circa 250 metri. Il Toraggio è molto frequentato dagli escursionisti, gli spettacolari sentieri e l'alto interesse naturalistico ne fanno un piccolo paradiso per gli amanti della montagna. Il sentiero degli Alpini è senza alcun dubbio l'itinerario più suggestivo e panoramico della zona, se non dell’intera Liguria. La Colla Melosa (1540 m) è raggiungibile (tramite strade asfaltate che convergono alla Colla Langan) sia da Ventimiglia attraverso Dolceacqua e Pigna, sia da Arma di Taggia per Molini di Triora. Sul valico è aperto il nuovo Rifugio F. Allavena, del CAI di Bordighera, che offre servizio di alberghetto. Oltre al rifugio Allavena è presente anche un secondo rifugio, di proprietà del CAI di Ventimiglia, in località Grai. Un’altra strada, questa volta sterrata, partendo da San Bernardo di Mendatica, raggiunge la colla Melosa con percorso molto aereo e panora-mico che dopo (aver raggiunto la galleria del Garezzo, percorre i fianchi occidentali, inizialmente molto scoscesi, delle monta(Il Balcone di Marta) gne che racchiudono la conca di Monesi fino al passo Garlenda. Raggiunto il passo di Collardente si procede per la Bassa di Sanson, dove si incontra la strada che scende in Francia a La Brighe, e poi per la Bassa di Marta, nei cui dintorni si può visitare il forte scavato nella roccia di Cima Marta. Di qui si scende verso la Sella d’Agnaira dopo aver superato il rifugio Grai. Importante la presenza nella zona di strutture militari nate per la difesa dei confini. Già alla fine del XIX secolo sorgevano numerosi ricoveri e baraccamenti serviti da diverse strade militari di arroccamento. La piu’ importante era quella che aveva origine dal Colle di Tenda, attraversava il Colle della Boaria e la regione delle Carsene, raggiungendo infine il Colle Tanarello, dove vi era una casermetta per 100 uomini dotata di cisterna e di stazione eliografica, realizzata nel 1891. Dal valico una carrareccia saliva al Monte Saccarello, dove, accanto ad alcuni capaci baraccamenti, venne costruita nel 1896 una batteria di appoggio armata con cannoni da 149 G con obiettivi nel vicino territorio francese. La rotabile proseguiva quindi per l’area di Cima Marta che, trovandosi di fronte alle opere francesi dell’Authion, assunse un eccezionale valore strategico diventando la posizione più importante di tutto lo spartiacque. Attorno al 1890 l’area vide la realizzazione di un campo trincerato costituito da cinque batterie esterne di appoggio armate con pezzi di medio calibro, collocate a pochi chilometri di distanza l’una dall’altra in modo da sorvegliare tutte le direzioni pericolose. Due occupavano la cima e le falde settentrionali del Balcone di Marta, le rimanenti si ergevano sulla Cima di Marta, sulla Testa della Nava e sul Monte Ceriana. Per la loro eccezionale posizione, le batterie di Marta avevano in parte assunto il carattere di opere ad azione lontana, potendo colpire direttamente obiettivi posti nel vicino territorio nemico. Il personale di presidio era ricoverato nei defilati 6 baraccamenti di Marta, in grado di alloggiare 515 uomini e 30 muli. Altri due ricoveri sorgevano nei pressi di Testa della Nava. Particolarità botaniche Il gruppo montuoso Toraggio-Pietravecchia è noto agli studiosi e naturalisti: non a caso è stato definito il più importante "Santuario della natura" ligure. Il percorso ad anello che vi si snoda è sicuramente l'itinerario naturalistico più appagante di tutta la Liguria. Si tratta di un vero e proprio paradiso per i botanici: la particolare posizione geografica di questo luogo fa sì che ospiti una flora molto ricca e varia con specie montane accanto ad altre tipiche di climi caldi. Veder coesiste-re in una stessa fessura due specie a (il monte Toraggio ecologia molto diversa come la sassifraga a foglie opposte (Saxifraga oppositifolia), a distribuzione circumpolare (e nelle Alpi ad alte quote) e il timo (Thymus vulgaris), abitatore degli aspri calcari delle coste mediterranee, è quasi come assistere alla "felice convivenza di berberi e lapponi o di dromedari e orsi bianchi". D'altronde è molto significativa anche per la fauna la presenza in queste Dolomiti di Liguria di marmotte e camosci a così poca distanza dal mare. Rilevanza scientifica hanno più di 30 specie endemiche e numerosi "relitt glaciali", resti di tempi remoti coprivano gran parte della ca più pregiati la moehringia di L ,Lpresente solo ebrunii) qui, in valle A RPhyteuma cordafum), presente solo in poche locali Liguri e Marittime francesi, e R Aquilegia reuterii), la viola di Valdieri (Viola valderia), e la genziana Gentiana ligureligustica), ( il rapontico di Bicknell (Raponticum bicknelii). Vincono però per pregio estetico, anche se meno rari, i brillanti fiori rosso-arancio dei giglio pomponio (Lilium pomponium), le rosse e grandi corolle della peonia (Peonia officinalis), nonché i bianchi pennacchi delle sassifraghe (Saxifraga coch-learis e lingulata) e le copiose fioriture di rododendri che ravvivano i boschi di larici in giugno, mese ideale per riempirsi gli occhi di colori. (Michela Calcagno)
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