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LICEO CLASSICO “V. ALFIERI” (Asti)
ASBESTOSI E MESOTELIOMA : NEMICI INVISIBILI E MORTALI
Presentazione e relazione a cura della Classe IB
Introduzione della Prof.ssa Maria Anna Gianotti
con il contributo del Dott. Carlo Dardanelli (MMG ASL212 - Asti)
e del Dott. Luciano Mutti (Presidente Gruppo Italiano Mesotelioma)
INTRODUZIONE
Prof.ssa Maria Anna Gianotti
In sede di organizzazione del Convegno “SOS AMIANTO”, ai ragazzi della classe Iª B del Liceo
Classico Alfieri di Asti era stato affidato il compito di illustrare le patologie correlate
all’esposizione del corpo umano alle particelle di un materiale inerte e tossico per la salute derivato
dalla lavorazione dell’asbesto, comunemente conosciuto come eternit.
L’esposizione all’amianto è la causa principale che porta le persone a contrarre il mesotelioma, una
malattia che inizia con la formazione di un piccolo nodulo che tende ad espandersi e degenerare in
forma tumorale.
Le microscopiche fibre di amianto entrano nel corpo, attraverso le narici o la bocca e qualora
riescano a insinuarsi nel mesotelio, possono cominciare a provocare lesioni che con il passare del
tempo, si trasformano in infiammazioni, cicatrici, modificazioni genetiche dei tessuti colpiti.
Martedì 23 aprile 2014 nell’aula Magna dell’Università di Asti, gli alunni del Liceo Classico hanno
affrontato il tema ASBESTOSI E MESOTELIOMA: NEMICI INVISIBILI E MORTALI.
In tutto il percorso sono stata supportata dalla presenza del Dott. Carlo Dardanelli, medico di base
presso l’ASL 212 di ASTI, che con disponibilità encomiabile, ha prima spiegato la patologia e
successivamente ha chiarito i dubbi e ha risposto alle sollecitazioni.
Ogni alunno ha portato il suo contributo liberamente, condividendo la difficoltà di esprimere in
modo chiaro e comprensibile concetti spesso complessi e man mano che il lavoro prendeva forma,
da insegnante, ho visto come la classe si sia entusiasmata, abbia avuto la percezione di imparare ad
ottimizzare il tempo, l’impegno e le risorse messe a loro disposizione.
L’articolazione definitiva dell’intervento del nostro Istituto è stato frutto di una sinergia di lavoro:
• Presentazione a cura degli alunni sul tema:
“ASBESTOSI E MESOTELIOMA: NEMICI INVISIBILI E MORTALI“
• Intervento del Dott. Carlo Dardanelli
• Relazione della Dott.ssa Elisa Paolicchi, ricercatrice presso. l’Università di Pisa:
“LE ULTIME ACQUISIZIONI SCIENTIFICHE IN MATERIA DI MESOTELIOMA“
Sento il dovere di ringraziare la disponibilità del Prof. Luciano Mutti, tutor del gruppo, illustre
oncologo nonché Presidente del Gruppo Italiano Mesotelioma (www.gime.it) che ha seguito via
Internet il lavoro e che ha permesso alla Dott. Elisa Paolicchi di intervenire personalmente per
presentare lo stato della ricerca sulla terapia genica.
L’occasione di partecipare al convegno, ha permesso ai miei studenti di fare la scoperta personale
del sapere come modo di rapportarsi con gli altri in uno spirito amichevole e curioso, condividendo
un’esperienza formativa che ha portato ad un esito inaspettato poiché sono state gettate le basi per
un gemellaggio scientifico Asti-Pisa.
Il gruppo infatti, è stato invitato a visitare al laboratorio del Dipartimento di Biologia
dell’Università di Pisa dove la Dott.ssa Elisa Paolicchi (che lavora nella struttura diretta dal
Prof. Stefano Landi) si occupa di ricerca genetica.
Al momento è in progetto per l’anno scolastico 2014-2015 l’organizzazione di questa uscita
didattica, che senza dubbio aprirà gli orizzonti sul mondo della ricerca genetica.
Prof.ssa Maria Anna Gianotti
21 MAGGIO 2014
LICEO CLASSICO VITTORIO ALFIERI DI ASTI
Asbestosi e MESOTELIOMA : nemici invisibili e mortali
PRESENTAZIONE E RELAZIONE A CURA DELLA CLASSE IB
SEGUITA DALLA PROFESSORESSA MARIA ANNA GIANOTTI
DAL DOTT. CARLO DARDANELLI MMG ASL212 Asti
IN COLLABORAZIONE CON IL PROF. LUCIANO MUTTI
1
PERCHE’ SI PARLA DI CANCRO DEL MESOTELIO ?
Il mesotelio è un tessuto che
riveste, come una sottile
pellicola, la parete interna di
torace e addome e lo spazio
intorno al cuore.
Il mesotelioma si annida nel
rivestimento dei polmoni, del
cuore o dell’addome
2
DURANTE LO SVILUPPO
EMBRIONALE GLI ORGANI SI
FORMANO A PARTIRE DA TRE
FOGLIETTI
ECTODERMA
ENDODERMA
MESODERMA
NELL’UOMO DALL’EVOLUZIONE
DEL FOGLIETTO INTERMEDIO SI
FORMERANNO LA CAVITA’
PLEURICA E LA CAVITA’
ADDOMINALE .
3
4
Cosa causa il mesotelioma?
Nell’aria
si
possono
diffondere particelle di polvere
contenenti spicole di asbesto,
che riescono
a penetrare
nell’apparato respiratorio
I primi sintomi della malattia
si possono sviluppare almeno
dopo
quindici,
vent’anni
dall’esposizione .
La malattia ha un periodo di latenza
insolitamente lungo.
Radiografia di polmoni affetti da
patologia asbesto-correlata
5
6
L’ esposizione all’amianto è la causa principale che
porta le persone a contrarre il mesotelioma.
Le fibre entrano nel corpo attraverso le narici o la
bocca e se le fibre si insinuano nel mesotelio, possono
cominciare a provocare piccole lesioni che con il passare
del tempo, si trasformano in infiammazioni, cicatrici,
modificazioni genetiche che portano a contrarre il
mesotelioma.
7
Quanti tipi di mesotelioma si
conoscono?
Mesotelioma peritoneale: colpisce la membrana che riveste lo
stomaco e l’intestino.
Mesotelioma pleurico: colpisce le membrane che rivestono i
polmoni
Mesotelioma del pericardio: colpisce la membrana che
riveste il cuore.
Mesotelioma testicolare: colpisce la membrana che riveste i
testicoli
8
COME SI MANIFESTA?
L'esordio del
mesotelioma pleurico è
di solito insidioso; un
modesto deficit
respiratorio, dolore
toracico ed affanno,
sono i sintomi più
comuni.
9
Come riconoscere la malattia?
I sintomi provocano dolori al petto e in particolare:
Difficoltà respiratorie ( versamento pleurico )
Riduzione dell’ espansione del petto
Dolori addominali ( ascite )
I pazienti all’inizio sono portati a pensare di avere
un banale disturbo alle vie respiratorie .
10
Cosa fare se viene diagnosticato il
mesotelioma?
Si possono incontrare difficoltà a compiere sforzi fisici.
Si avverte la sensazione di essere senza respiro più
frequentemente del normale.
Si nota perdita di peso.
I sintomi portano a richiedere l’intervento del medico
per alleviare il dolore, fino alla somministrazione di
ossigeno o calmanti .
11
Quali cure?
Chirurgia : pleurectomía o la pneumonectomía extra-pleurica.
La chemioterapia utilizza farmaci che cercano di eliminare le
cellule cancerose.
La radioterapia utilizza le radiazioni per eliminare le cellule
cancerose.
La chirurgia palliativa cerca di rimuovere i tumori con lo scopo
di ridurre il dolore e i liquidi che si accumulano nel le cavità
interne.
La terapia con ossigeno e la terapia respiratoria aiutano il
paziente a respirar in maniera meno faticosa.
Terapie alternative come diete particolari, integratori, yoga e
agopuntura possono servire ad aiutare il corpo a recuperare
le forze in modo naturale.
12
TERAPIA GENICA
IL PUNTO SULLA RICERCA GUIDATA DAL PROF. LUCIANO MUTTI
La ricerca si è concentrata sul ruolo di AKT
una proteina la cui attivazione gioca un
ruolo essenziale nell’aumentare la
sopravvivenza delle cellule normali esposte
ad agenti tossici e/o cancerogenetici sia
nelle cellule mesoteliali coltivate
sperimentalmente esposte ad amianto sia
nelle cellule di Mesotelioma.
Spicole di
amianto
Quindi AKT è stata considerata una
proteina chiave nel processo che porta alla
selezione di cellule mesoteliali tumorali
dopo esposizione a fibre di amianto.
13
Le contaminazioni difficili da estirpare….
DA UN ARTICOLO DI DACIA MARAINI DEL 22 APRILE 2014
A pag.35 de Il Corriere della Sera del 22.04.2014, Dacia Maraini scrive che a soli
60 anni se n’è andato un parroco gentile delle montagne abruzzesi. Don
Daniele Mussa era amato da tutti anche dai non credenti. Seguace di Papa
Francesco, ne condivideva le radici latino-americane.
.. In queste montagne dai boschi centenari, dove si vive bene, ci si ammala
troppo spesso di cancro, di malattie del sistema nervoso. .. Per via aerea e
acquifera penetrano i veleni che le varie industrie hanno disseminato per il
Paese, nel silenzio assenso degli amministratori locali e nazionali. .. Nessuno
può ormai illudersi di rimanerne fuori. La discarica di Bussi, che si trova in
Abruzzo viene definita la più pericolosa bomba ecologica d’Europa. .. Ad
esempio l’eternit di cui parla il costruttore Gerardo Di Pirro, per smaltirlo ci
vogliono annose trafile burocratiche e nessuno controlla che la
decontaminazione sia praticata. .. Basterebbe, per cominciare, imporre la
tracciabilità dei rifiuti e dei trasporti. E’ già stato proposto in Parlamento. Il
sistema è partito con costi enormi, ma poi è abortito, perchè le grandi industrie
non volevano controlli. Nessuno ha protestato. E i nostri figli che studiano a
Pescara, bevono acqua contaminata……
14
GRAZIE PER
L’ATTENZIONE
15
CONTRIBUTO
Dott.ssa Elisa Paolicchi
Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa
Ascoltare la presentazione dei ragazzi della Iª B del liceo classico Alfieri di Asti è stato
entusiasmante: i ragazzi, grazie alla guida della Dott.ssa Maria Anna Gianotti, sono riusciti a
presentare in modo dettagliato e puntuale le caratteristiche dell’insorgenza e cura del mesotelioma
accennando anche alla terapia genica.
Nel laboratorio di Genetica dell’Università di Pisa sono attualmente in corso alcuni studi pre-clinici
volti a valutare l’efficacia di nuove modalità terapeutiche. Infatti in assenza di un’efficiente
strategia per la cura di tale neoplasia, impelle la necessità di comprendere i meccanismi molecolari
coinvolti nella carcinogenesi e nella chemioresistenza, cosa che potrebbe conseguentemente aiutare
a sviluppare nuove strategie terapeutiche.
Un metodo chiave potrebbe essere costituito dalla identificazione delle alterazioni cromosomiche
tipiche del mesotelioma, nonché dei geni ivi contenuti. Per questo, la strategia adottata dai nostri
laboratori è stata quella di effettuare un’estesa rewiew della letteratura, al fine di identificare le
alterazioni cromosomiche più comuni nei pazienti di mesotelioma, nonché, all’interno di esse,
quelle correlate con una prognosi peggiore.
Sono stati poi ricercati geni in esse contenuti che possono essere considerati potenziali geni target
per il mesotelioma, tra questi sono stati identificati la Mesotelina, i geni Polycomb e alcuni miRNA.
Attualmente stiamo utilizzando tecniche di silenziamento genico, volte a spegnere l’espressione dei
geni e miRNA in questione, dimostrando che la mancanza di espressione del gene target determina
una significativa riduzione della proliferazione delle cellule di mesotelioma nonché della loro
capacità di metastatizzare.
Questo risultati consentono, da un lato, di identificare nuovi bersagli terapeutici specifici, dall’ altra
pongono le basi anche per disegnare nuovi approcci di terapia genetica di questa neoplasia.
Elisa Paolicchi, Dipartimento di Biologia, Pisa
‡ Il Mesotelioma è un tumore maligno primitivo che
origina dalle cellule mesoteliali.
‡ Prevalentemente insorge nella pleura, più raramente
nel peritoneo, nel pericardio e nella tunica vaginale del
testicolo.
‡ MPM è un tumore raro. In ogni milione di persone si evidenziano non più
di 2 nuovi casi di MPM DOO¶DQQR. (¶ stato però stimato che nei principali
paesi europei O¶LQFLGHQ]D aumenterà progressivamente causando oltre
250.000 morti entro il 2020 (Peto e coll., 1998-1999).
‡ MPM è il più frequente tumore maligno pleurico primitivo, con frequenza in
aumento
‡ Relazione asbesto
ౠesposizione in 80% pz con mesotelioma
‡± Latenza esposizione - comparsa 20 ± 30 aa
ౠspesso no placche ed altri segni asbestosi
Esposizione a radiazioni ionizzanti
(Wagner et al., 1960)
Infezione da virus SV40
(Carbone et al., 2002)
‡ Alterazioni geniche
Interazione diretta con le
cellule target
‡ Alterazioni cromosomiche
‡ Produzione di ROS
Mesotelio
Fibre
Ě͛ĂƐďĞƐƚŽ
‡ Produzione di citochine
Interazione con le
cellule infiammatorie
‡ Produzione di ROS
‡ Produzione di RSN
Macrofagi
Il lungo periodo di latenza tra l'esposizione all'amianto e lo sviluppo del tumore
probabilmente implica che numerosi cambiamenti genetici sono necessari per la
trasformazione maligna delle cellule mesoteliali.
Periodo di latenza: 30 anni
Esposizione
DOO¶DPLDQWR
MUTAZIONI GENETICHE IN CORSO?
1(&(66,7$¶',&2035(1'(5(
MECCANISMI MOLECOLARI
COINVOLTI NELLA CARCINOGENESI
Tumor sample
Reference sample
Migliorare diagnosi, terapia e prognosi
Caratterizzare le alterazioni genetiche che si
verificano all'interno delle cellule neoplastiche
ed i geni chiave coinvolti
Raccolta ed analisi dei dati pubblicati in letteratura sulle
alterazioni cromosomiche tipiche del mesotelioma individuate
tramite CGH
Microarray Scanner
Tumor
Normal
Normal metaphase
chromosome
Identificazione delle aberrazioni
cromosomiche più comunemente
coinvolte nei tessuti di mesotelioma
Computer Software
analysis
Denature
Identificazione delle aberrazioni
cromosomiche correlate con la bassa
sopravvivenza
Raccolta ed analisi di dati di
espressione genica
Identificazione di geni
deregolati in altri tipi di
tumori e correlati alla bassa
sopravvivenza
Geni
CHIAVE
9Estesa ricerca bibliografica mirante a raccogliere tutti i lavori di CGH pubblicati.
References
Technique
employed
Cell
Epitheliod
line Cell line
Sarcomatoid
Cell line Biphasic
Tissues
Epitheliod
3
2
Tissues
Sarcomatoid
Kivipensas P. et al.
CGH
3
Björkqvist A-M. et al.
CGH
8
1
18
Björkqvist A-M. et al.
CGH
19
5
10
Ascoli V. et al.
CGH
3
1
1
Krismann M. et al.
CGH
20
25
21
Musti M. et al.
CGH
Simon F. et al.
CGH
Knuuttila A. et al.
CGH
Scattone A. et al.
CGH
Schulten H.J. et al.
CGH
Lindholm P.M. et al.
CGH
Tissues Biphasic
3
1
1
8
6
1
1
15
8
3
9Raccolta di tessuti e linee cellulari di MPM
8 MPM CELL LINES
4 EPITHELIOID
TYPE
1 SARCOMATOID
TYPE
3 BIPHASIC TYPE
179 MPM TISSUES
74 EPITHELIOID
TYPE
48 SARCOMATOID
TYPE
57 BIPHASIC TYPE
9 Per ciascun campione
tessutale ed ogni linea
cellulare
riportati
nei
manoscritti,
abbiamo
registrato
tutte
le
alterazioni
cromosomiche.
Survival probability (%)
La presenza di uno qualsiasi dei riarrangiamenti che coinvolgono
la perdita di: 1p / 4p o il guadagno di: 7pter-7q31.2 / 8q (= 1)
risulta associata ad una minore sopravvivenza dei pazienti con MPM
rispetto a quelli che non sono portatori di nessuno di essi (= 0)
100
Class 0
Class 1
80
60
40
20
0
0
20
40
Months
60
80
KEGG Pathway
Genes mapped
in the pathway
Focal adhesion
KDR, LAMB1,
ACTB, CAV1,
MET,
PDGFRA,
CAV2, LAMC2
CCNE2,
CASP3, MYC,
IL8, LAMB1,
MET,
PDGFRA,
LAMC2, FZD6
Pathways in cancer
Cell cycle
Cytokine-cytokine
receptor interaction
MCM4,
CCNE2,
CDC14A,
CDC7, MYC,
RAD21
CXCL2, MET,
PDGFRA,
IL15, KDR, IL8
Adjusted
P-value
8.53 x 10-6
1.61 x 10-5
2.92 x 10-5
8.00 x 10-4
Mesotelina (MSLN) è normalmente espressa a bassi livelli nelle cellule mesoteliali e
sovra-espressa in diversi tumori umani, tra cui MPM, cancro ovarico e adenocarcinoma
pancreatico.
MSLN Vector
NCI-H28
Empty Vector
siMSLN-1
siCtrl
Mero-14
Relative absorbance 492 nm
siCtrl
70 KDa
5
Mesothelin
siMSLN-1
40 KDa
4
56 KDa
p-AKT
42 KDa
p-ERK
42 KDa
40 KDa
ERK1-2
42 KDa
E-actin
3
2
*
1
0
0
2
4
Days
6
Mero-14
siCtrl
siMSLN-1
Cell percentage (%)
50 µm
120
100
80
60
40
20
0
siCtrl
sict
siMSLN-1
simsln
50 µm
siCtrl
invasive cells
Mero-14
siCtrl
siMSLN-1
siMSLN-1
Caspase activity
*
Mero-14
siMSLN-1 + cisplatin 20PM
siCtrl + cisplatin 20PM
siMSLN-1 + cisplatin 10P
siCtrl + cisplatin 10PM
siMSLN-1 + cisplatin 5PM
siCtrl + cisplatin 5PM
Mero-14
40 KDa
Mesothelin
53 KDa
P53
89 KDa
PARP
42 KDa
E-actin
Caratteristiche:
‡ Frequenza variabile (0.1- 20%) in diversi tipi di tumore, stadio e grado
‡ Tumorigenicità
‡ Multipotenti (plasticità)
‡ Sede di chemioresistenza
‡ Responsabili delle metastasi
‡ Crescono come sfere
Cellule di
mesotelioma
aderenti
Cellule di
mesotelioma
sferoidali
«Cellule
Staminali
Tumorali»
$OFXQLSDWKDZD\VFRPHTXHOORGHOOD³IRFDODGKHVLRQ´ULVXOWDQR
profondamente alterati nel mesotelioma.
La mesotelina e EZH2 potrebbero costituire dei promettenti targets terapeutici.
Prospettive future
Ulteriore approfondimento sul ruolo della mesotelina
HGL(=+FRLQYROWLQHOOD³IRFDODGKHVLRQSDWKZD\´
attraverso tecniche di silenziamneto genico.
9DOXWD]LRQHGHOO¶DJJUHVVLYLWjGHOOH&HOOXOH6WDPLQDOL
Tumorali in condizioni di ipossia
Grazie GHOO¶DWWHQ]LRQH«
Ringraziamenti:
Università di PISA
Prof. Stefano Landi,
Prof. Federica Gemignani
Dott.ssa Ombretta Melaiu
Dott.ssa Elisa Barone
Imperial College of LONDON
Prof. J. Stebbing, Dr. G. Giamas
Ospedale di Borgosesia, Vercelli
Prof. Luciano Mutti
CONCLUSIONI
Conclusioni
Michele Rucco
Segretario Generale dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus
Via Crescenzio, 2 – 00193 – Roma Tel. +39 340 2553965
E-mail: [email protected]
Buongiorno Signore e Signori, vi porto anche il saluto del nostro Presidente, l’avv. Ezio Bonanni,
che, essendo impegnato in udienza in un’altra città, non ha potuto partecipare a questo Convegno
che è stato ricchissimo di riflessioni e di spunti.
Permettetemi di ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo
importante evento e che non cito per non incorrere nel deprecabile rischio di dimenticare qualcuno.
Voglio rivolgere i miei complimenti ai ragazzi, non solo per il pregevole lavoro svolto, ma
soprattutto perché hanno colto l’occasione di mettersi alla prova, affrontando in modo compiuto e
con entusiasmo questo tema; concretizzando il loro impegno in qualcosa che li aiuta a capire questo
nostro mondo e questi nostri tempi; arricchendo e sperimentando il loro bagaglio di capacità, in un
momento come questo in cui assistiamo proprio ad una massiccia distruzione di capacità e che è
rappresentata dall’alto livello di disoccupazione giovanile che registriamo nel nostro Paese. Le
migliori risorse della nostra società, la nostra vera ricchezza, costrette all’inattività e al fatalismo nel
periodo in cui si esprime la loro maggiore fecondità.
Bravi, siete stati veramente bravi! Credo che l’amministrazione comunale, nell’attenzione che la
caratterizza, potrà e vorrà ancora avvalersi del vostro positivo contributo, per iniziative ad alto
valore aggiunto e a costo zero, il che non guasta mai, soprattutto in momenti come questo.
Venendo ai temi del Convegno, voglio evidenziare che l’amianto ed il suo uso nefasto e criminale
rappresentano l’emblema di come il rapporto tra salute, lavoro ed ambiente sia stato spesso
impostato e gestito in un modo sbagliato, facendo passare in secondo piano il rispetto della vita,
della sua dignità, della sua qualità. La battaglia contro l’asbesto non è una battaglia di retroguardia,
volta a sanzionare e a stigmatizzare comportamenti criminali del passato; la storia dell’amianto è un
caso emblematico, un caso di studio da cui apprendere per evitare di trovarci fra pochi anni a fare
una nuova conta dei morti causati da altre sostanze tossiche, presenti e usate fra di noi nella più
rigorosa disinformazione.
Abbiamo contato circa 5.000 decessi ogni anno dovuti alle patologie asbesto correlate.
Una strage che si ripete anno dopo anno nel silenzio assordante degli organi di informazione, in un
contesto di mancato riconoscimento dei diritti e di sostanziale impunità dei responsabili di questo
eccidio.
Le vittime, i familiari, gli esposti sono quasi sempre lasciati soli con la loro sofferenza e con le loro
difficoltà ad affrontare le conseguenze di quello che non potrà mai, per sua natura, essere definito
un “problema privato”.
In molti ambiti, il problema amianto viene semplicisticamente ridotto al problema degli esposti,
delle loro patologie, un problema, che riguarda in definitiva una porzione limitata della
popolazione: ma questa impostazione non permette di cogliere l’aspetto centrale costituito dal
problema creato dagli altri tossici, dagli altri agenti patogeni, da tutti i tossici, da tutti gli agenti
patogeni. I tossici, i patogeni debbono essere banditi e la loro presenza deve essere rimossa dagli
ambienti di vita e di lavoro: unica vera prevenzione primaria è un ambiente pulito.
Voglio fornire ulteriori elementi di approfondimento al vostro pregevole lavoro e vi voglio parlare
di quella che abbiamo definito “Amiantopoli: la lobby assassina. Nascondere la realtà per
continuare ad uccidere”. Andrò quindi ad affrontare quel concetto di disinformazione cui ho
accennato in precedenza.
La letalità dell’amianto era nota fin dai tempi dell’antichità; già Plinio il Vecchio, riferisce che gli
addetti alla lavorazione si fasciavano il viso con membrane di vesciche allentate, per non assorbire
respirando quella polvere nociva e per aver modo tuttavia di guardare attraverso di esse. Il rischio
morbigeno legato all’esposizione a polveri e fibre di amianto emerse in modo incontrovertibile
durante i lavori del Primo Congresso Internazionale per le malattie del lavoro, tenutosi a Milano nel
1906. In quella occasione vennero presentati gli studi del prof. L. Scarpa, del Policlinico Generale
di Torino, il quale ebbe modo di constatare che tra i 27.000 ammalati di tubercolosi polmonare,
curati tra il 1892 e il 1906, soltanto 30 erano quelli che erano stati esposti a polveri e fibre di
amianto, poiché ne erano impiegati un numero esiguo nelle relative lavorazioni e pur tuttavia tra
questi, 21 donne e 9 uomini, persero la vita ad un anno dalla diagnosi, tranne uno, con una rapidità
di progressione della malattia tale da far concludere che ci fosse una relazione con l’inalazione di
polveri di amianto. Pensate, per inciso, che tale studio fu condotto con le tecniche del tempo e
quindi senza l’uso del computer: immaginate,quindi, cosa può voler dire individuare 30 casi su
27.000!
Queste evidenze e questi studi costituirono i presupposti utilizzati dal Tribunale di Torino nel 1906
per pronunciare la sentenza di assoluzione di un giornalista citato per calunnia da un imprenditore:
il primo aveva affermato sul suo giornale la pericolosità della lavorazione dell’amianto che si
svolgeva nella fabbrica del secondo. La sentenza del Tribunale venne confermata l’anno successivo
dalla Corte di Appello di Torino; entrambi i documenti si trovano presso l’Archivio di Stato di
Torino.
Quindi, fin dall’inizio del Novecento vi era la consapevolezza degli effetti patogeni dell’amianto.
E’ appena il caso di rilevare come la storia giudiziaria dell’amianto inizi con una sentenza che
riguarda l’informazione e come, sin da subito, si svilupparono le azioni per negare ciò che era
scientificamente evidente.
Analizzando i volumi della produzione e dell’importazione di amianto in Italia dal 1946 al 1992,
anno di entrata in vigore della Legge 257 che ne bandiva l’estrazione e la lavorazione, vediamo
come essi crescano esponenzialmente, raggiungendo il loro picco fra gli anni Settanta ed Ottanta,
quando arrivano quasi a 250.000 tonnellate annue, per poi decrescere rapidamente solo a partire dal
1990.
Confrontando il dato italiano con l’analogo dato degli USA, si evidenzia come in questo paese la
produzione di amianto invece inizi a diminuire proprio a partire dal 1970, in concomitanza con la
divulgazione degli studi di Irving Selikoff, che dimostravano il nesso di causalità tra amianto e
mesotelioma e carcinoma polmonare.
Proprio partendo da queste evidenze si ha la conferma dell’esistenza di una lobby, che ha operato
nell’interesse degli industriali dell’amianto, incurante dei danni provocati alla salute ed
all’ambiente, dei morti e delle sofferenze indotte.
Ulteriore e più cogente conferma dell’esistenza e dell’operato di questa lobby viene fornita da due
documenti attualmente depositati presso l’Archivio di Stato di Torino e rinvenuti fra i documenti
del Consiglio di Amministrazione della ditta “Amiantifera” di Balangero (TO), come noto la cava
per l’estrazione di amianto più grande d’Europa.
Il primo documento è la relazione scritta il 20 dicembre 1976 dall’ing. Ermanno Martini, con la
quale lo stesso riferisce i lavori del corso tenuto a Neuss (Dusseldorf) dal 13 al 16 dicembre 1976
dall’Unione dei Produttori di Cemento-Amianto WVAZ: in questo rapporto è possibile leggere
chiaramente la frase “Dissociarsi da ogni discussione delle idee del dott. Selikoff astenendosi dal
citarlo”. Un vero e proprio manuale della controinformazione!
Il secondo documento è ancora più pregnante e fornisce la dimensione delle entità coinvolte, che
non sono solo le industri dell’amianto, ma anche enti ed istituzioni pubbliche che dovrebbero
tutelare la salute dei cittadini in ossequio al dettato dell’art.32 della Costituzione.
Si tratta di una nota scritta a mano durante un incontro presso l’”Assocemento”, tenutosi in Roma il
17 novembre 1978. In questo documento è possibile leggere le frasi:
“chiedere di rallentare la questione della normativa sui limiti di esposizione legati alla protezione
dei lavoratori” (si tratta, come noto, della famigerata norma del limite di soglia a 100 fibre/litro,
giudicata già di per sé totalmente inadeguata dalla comunità scientifica);
“l’ENPI (Ente Nazionale Prevenzione Infortuni) ha aderito a questa richiesta”;
“il Ministro della Salute ha confermato questo fatto”.
Non credo siano necessari ulteriori commenti: siamo nella seconda metà degli anni Settanta; il
nesso di causalità fra amianto e mesoteolioma è ormai definitivamente dimostrato; la Comunità
Europea si sta orientando per la messa al bando dell’amianto.
Le conseguenze di questi comportamenti le troviamo nel Quarto Rapporto RENAM 2012, che
rileva la presenza di circa 1.500 casi di mesotelioma ogni anno in Italia, anche se secondo le nostre
stime i decessi per patologie asbesto correlate si attestano intorno ai 5.000 casi annui.
Mi sia consentita un’ulteriore notazione: nel nostro Paese all’inizio di ogni mese conosciamo
perfettamente l’andamento del PIL del mese precedente, suddiviso per settori e rami, ma abbiamo
dovuto aspettare il 2012 per avere il rapporto sui casi di mesotelioma registrati nel 2008! E dal 2008
al 2014 sono passati sei anni dei quali non sappiamo nulla!
Il Tribunale di Torino, con la sentenza n. 565 del 2012, ha condannato l’imprenditore elvetico
Stephan Schmidheiny, proprietario della Eternit, a sedici anni di reclusione per disastro ambientale
doloso permanente e per omissione volontaria di cautele antinfortunistiche. La decisione è stata poi
confermata nel 2013 dalla Corte di Appello di Torino, che ha aggravato la pena a diciotto anni di
reclusione.
Questo criminale, il cui patrimonio è stato calcolato nel 2008 da una rivista svizzera dedicata
all'economia ammontare a 1,9 miliardi di sterline britanniche, è oggi presidente onorario di una
organizzazione (la World Business Council for Sustainable Development – WBCSD), che a
tutt'oggi conta come membri le 160 più importanti società del pianeta ed ha rapporti amicali con
esponenti politici di tutti i Paesi. Abbiamo trovato una foto che lo ritrae insieme al prof. Romano
Prodi, più volte Presidente del Consiglio del nostro Paese e già Presidente dell’Unione Europea, ma
sicuramente le sue frequentazioni sono più ampie.
Purtroppo la storia della lobby dell’amianto non si conclude nel 1992 con l’approvazione della
legge 257, basta un rapido excursus sulla situazione attuale per rendersene conto.
Le strutture mediche, che pure potrebbero dare un maggiore contributo in termini di diagnosi
precoce e di prevenzione secondaria, non vengono messe in condizione di portare avanti seri
programmi di sorveglianza sanitaria e di analisi epidemiologica.
La ricerca di base, dalla quale sola possono venire le terapie e le cure per debellare le patologie
asbesto correlate, viene impastoiata dalla sottostima dell’universo di riferimento e dalla cronica
mancanza di fondi.
La Magistratura, nella sua azione di contrasto dei reati contro la salute e contro l’ambiente e nella
sua azione di ristoro dei danni causati ai singoli e alle comunità, si trova, spesso da sola, a
fronteggiare un complesso di normative farraginoso, a volte contradditorio, con l’ulteriore difficoltà
di dover svolgere un lavoro certosino per ricostruire situazioni e per individuare correttamente
responsabilità.
Le istituzioni preposte alla sicurezza ambientale, dopo 22 anni dall’approvazione della legge 257,
brancolano ancora nel buio, ancora non sanno dove si annida l’amianto e periodicamente indicono
solenni e faraonici censimenti, tanto vani quanto costosi: e nel frattempo, solo per fare un esempio,
migliaia di bambini e di ragazzi sono costretti a frequentare edifici scolastici pieni di amianto e mai
bonificati.
Le bonifiche, quando vengono fatte, evidenziano un altro annoso problema, quello dello
smaltimento, un capitolo della vicenda dell’amianto di cui si parla poco, che muove ingenti interessi
economici e che spesso lo rende appetibile anche per la criminalità organizzata.
La soluzione adottata in Italia, ed ancora caldeggiata da più parti, anche autorevoli, è quella dello
stoccaggio di tali materiali in discarica, mettendo, non solo in senso figurato ma anche in senso
reale, il problema sotto il tappeto, costituendo una ipoteca per le future generazioni e dimenticando
che il territorio del nostro Paese è quasi tutto ad alto rischio sismico ed idrogeologico.
La Risoluzione del Parlamento Europeo del 14 marzo 2013 ritiene che le discariche siano solo una
soluzione provvisoria e che sia di gran lunga preferibile il ricorso agli impianti di inertizzazione,
capaci di rendere definitivamente innocue le fibre dell’amianto.
In Italia non esistono impianti di inertizzazione dell’amianto.
Il DM 248/2004 ne consente la realizzazione, ma ad oggi (a dieci anni dall’emanazione del
provvedimento!!!) mancano alcuni regolamenti attuativi e continua a circolare la fola che “tutto è in
via sperimentale”: eppure, nella vicina Francia, un impianto del genere è operativo fin dal 1997 ed
ha smaltito oltre 2.000.000 di tonnellate di amianto friabile, il più pericoloso.
Cosa ha fatto il legislatore in questi 22 anni per far fronte a tutto questo?
Nessun intervento organico, solo una serie infinita di micro modifiche e di integrazioni normative, il
cui risultato è stato rendere l’accesso ai benefici previdenziali un vero percorso ad ostacoli!
Nessuna programmazione sanitaria, nessun programma di bonifica, nessun termine entro il quale
completare la bonifica dell’amianto su tutto il territorio nazionale.
Lo stesso Piano Nazionale Amianto, presentato durante la seconda Conferenza Governativa del
novembre 2012 ed approvato dal Consiglio dei Ministri del 21 Marzo 2013 (quando l’esecutivo era
in carica solo per gli affari correnti), lascia aperte molte di queste questioni, limitandosi a prevedere
una ulteriore mappatura, ad auspicare progressi scientifici sul versante delle cure del solo
mesotelioma pleurico e sul versante della inertizzazione, a spendere alcuni milioni di euro per la
realizzazione di uno spot informativo di dubbio gusto e per interventi ancora una volta a favore
della popolazione di Casale Monferrato, quasi fosse l’unica vittima in Italia dell’uso dissennato e
criminale dell’amianto.
Sostanzialmente, si continua ad alimentare il problema amianto, quasi a voler creare con questo
funesto materiale una cortina fumogena che continui ad occultare la pervasività dell’uso non sano
dell’ambiente e dei suoi componenti, per avidità di profitto, per mancanza di coraggio nel fare il
proprio dovere.
In questo quadro di pesanti criticità, secondo noi esistono formidabili opportunità: liberarsi
dall’amianto può costituire per il nostro Paese una grande occasione per il rilancio dell’economia,
reimpostando la politica industriale, migliorando la qualità della vita nelle città, attivando un circolo
virtuoso fra ricerca di base e pratica clinica, applicando quello che abbiamo imparato
dall’esperienza dell’amianto agli altri agenti tossici e patogeni, tutelando i diritti delle persone, in
primis quello della salute.
Voglio concludere con questo pensiero di Albert Schweitzer, l’apostolo laico del rispetto della vita,
un pensiero che segna i limiti dell’uomo e contemporaneamente è un inno alla sua potenza: “Quello
che tu puoi fare è solo una goccia nell’oceano, ma è ciò che dà significato alla tua vita”.
Vi ringrazio per l’attenzione.
Convegno
µS.O.S. $PLDQWR¶
Aula Magna UNI ASTISS - Asti
21 Maggio 2014
dott. Michele Rucco
Segretario Generale
1
AMIANTOPOLI:
LA LOBBY ASSASSINA
Nascondere la realtà
per continuare ad uccidere.
2
Sentenza del Tribunale di
Torino,
31 ottobre 1906
Consapevolezza degli
effetti patogeni
dell'amianto a partire
dai primi del 1900
3
4
5
Relazione scritta il 20 dicembre 1976,da
Ermanno Martini, ingegnere e
dipendente della ditta "Amiantifera" di
Balangero (Torino). La relazione è
stata redatta sul corso tenuto a Neuss
(Dusseldorf) dal 13 al 18 dicembre
1976 da Wirtschaftsverband Asbestzement
e V. (WVAZ) [Unione dei produttori di
cemento-amianto].
In questo rapporto è possibile leggere la
frase "Dissociarsi da ogni
discussione delle idee del
dottor Selikoff e astenersi
dal citarlo".
6
Nota scritta a mano in un
"incontro" presso la "Assocemento" di
Roma, il 17 novembre 1978.
(¶VWDWDWURYDWD fra le carte del Consiglio
di Amministrazione della società
"Amiantifera di %DODQJHUR´H
ora è presso l'Archivio di Stato di Torino.
(¶ possibile leggere le frasi:
³chiedere di rallentare la questione
della normativa sui limiti di
esposizione legati alla protezione dei
lavoratori´
³l'ENPI ha aderito a questa richiesta´
³Il ministro della Salute ha
confermato questo fatto´
7
8
Il Tribunale di Torino,
con la Sentenza n.
565 del 2012, ha
condannato Stephan
Schmidheiny a sedici
anni di reclusione.
La decisione è stata
poi confermata dalla
Corte di Appello di
Torino, che ha
aggravato la pena a
18 anni di reclusione.
Il Dott. Stephan Schmidheiny insieme con il più volte
3UHVLGHQWHGHO&RQVLJOLRHJLj3UHVLGHQWHGHOO¶8QLRQH
Europea, Prof. Romano Prodi
9
10
Piano nazionale amianto del Governo Monti
¾ Termine della mappatura;
¾ Sensibilizzazione ed informazione;
¾Studio del problema amianto, per cercare una soluzione;
¾Utilizzo delle discariche;
¾ Sottovalutazione dei dati relativi alla presenza di amianto e
GHOO¶HSLGHPLD in corso;
¾ Limitazione del problema amianto ai soli siti Eternit (e a
pochi altri).
11
3LDQRQD]LRQDOHDPLDQWRGHOO¶21$2QOXV
I. PREVENZIONE PRIMARIA.
¾Decontaminazione dei luoghi di vita e di lavoro, con la
bonifica, attraverso un piano pluriennale nazionale di
modernizzazione infrastrutturale e di rilancio industriale,
attraverso la detrazione fiscale delle spese, O¶XWLOL]]R dei fondi
strutturali europei, e dei finanziamenti della cassa depositi e
prestiti;
¾ Governo pubblico GHOO¶HFRQRPLD attraverso una costituzione
GHOO¶HFRQRPLD che detti regole precise, con lo Stato arbitro, in
grado di intervenire per interdire eventuali distorsioni del
libero mercato e per fini sociali;
¾Valorizzazione delle autonomie locali e della sussidiarietà.
12
3LDQRQD]LRQDOHDPLDQWRGHOO¶21$2QOXV
II. PREVENZIONE SECONDARIA.
¾Ricerca scientifica, con la valorizzazione delle esperienze e
dei risultati conseguiti a livello internazionale;
¾ Sorveglianza sanitaria per i cittadini e lavoratori esposti a
fibre di amianto;
¾Istituzione di una cabina di regia, per la costituzione di un
unico protocollo nazionale, applicabile ai casi di patologie
asbesto correlate.
13
3LDQRQD]LRQDOHDPLDQWRGHOO¶21$2QOXV
III. PREVENZIONE
'(//¶$0,$172.
TERZIARIA E TUTELA GIURIDICA DELLE VITTIME
¾Indagini epidemiologiche riferite a tutte le patologie asbesto correlate;
¾ Istituzione del Registro degli esposti ad amianto;
¾Aggiornamento delle tabelle INAIL, con O¶LQGHQQL]]R di tutte le patologie
asbesto correlate;
¾Istituzione di una Procura nazionale per la sicurezza sul lavoro;
¾Riforma legislativa, che porti DOO¶DEURJD]LRQH della norma di cui DOO¶DUW. 254 del
D.Lgs. 81/08;
¾Abrogazione del termine di decadenza per i benefici contributivi per
esposizione ad amianto per coloro che non hanno presentato la domanda entro il
15 giugno 2005;
¾Pensionamento anticipato per coloro che hanno patologie asbesto correlate,
anche qualora non abbiano ancora età pensionabile.
14
€ Dipartimento
Ricerca e Cura del
Mesotelioma
€ Ambulatorio oncologico on line
€ Guardie Nazionali Amianto
15
16
17
€ Dipartimento
Ricerca e Cura del
Mesotelioma
€ Ambulatorio oncologico on line
€ Guardie Nazionali Amianto
€ Ricorso alla Corte Europea
€ Petizione popolare
18
Quello che tu puoi fare
qVRORXQDJRFFLDQHOO·RFHDQR
ma è ciò che dà significato
alla tua vita.
Albert Schweitzer
20
Grazie
21
Il Progetto S.O.S Amianto
Obiettivi
Ambiti
1
Aspetti
A.
Migliorare le strutture, il patrimonio pubblico e
privato, etc.
B.
Migliorare la qualità della vita
A.
La fibra di amianto è killer
B.
Un problema oggi e una minaccia domani
A.
Un ambiente sicuro, a misura d'uomo, rispettoso
dell'ambiente
A.
La bonifica rende più sicuro e attrattivo il territorio
B.
Nuove opportunità di sviluppo
Miglioramento
2
Salute
3
Ambiente
4
Competitività
Il Progetto S.O.S Amianto
Ambiti
1
Sportello
2
Azioni
A.
Informa, assiste in ogni passaggio burocratico il
cittadino e le imprese
A.
Indirizza il cittadino nella richiesta di finanziamenti
Finanziamenti
3
Bonifica
4
Consulenza
Sanitaria e
Consulenza Legale
5
Incontra e
promuove
A.
Bonifica tutti i siti di proprietà comunale e privati
A.
Consulenza Sanitaria e Consulenza Legale
A.
Promuove ogni anno incontri formativi
B.
Promuove corsi sulla sicurezza lavoro introducendo
VHVVLRQLGHGLFDWHDOO¶DPLDQWRHDWXWWHOHVRVWDQ]H
cancerogene
Il Progetto S.O.S Amianto
Ambiti
1
Sportello
Gestito project
Manager
Azioni
A.
Informa, assiste, aggiorna la situazione
B. Eroga i contributi
)RUQLVFHLQIRUPD]LRQLGLRJQLWLSRVXOOHPRGDOLWjGLVPDOWLPHQWRGHOO¶DPLDQWRHSHUODULFKLHVWD
contributi
Assiste in ogni passaggio burocratico il cittadino
)RUQLVFHO¶HOHQFRGHOOHLPSUHVHGHOOD3URYLQFLDDFFUHGLWDWHDOODERQLILFDOHD]LHQGHDFFUHGLWDWH
dovranno fornire servizi chiavi in mano)
Il Progetto S.O.S Amianto
Ambiti
Azioni
3
Bonifica
A.
Bonifica tutti i siti di proprietà comunale e privati
Verrà creata una lista di aziende che verranno accreditate al progetto SOS Amianto le
LPSUHVHGRYUDQQRHVVHUHLVFULWWHDOO¶$OER1D]LRQDOH*HVWRUL$PELHQWDOLFDWHJRULD$
e/o 10 B (comma 1) e che siano in grado di fornire un servizio chiavi in mano
Il Progetto S.O.S Amianto
Ambiti
5
Incontra e
promuove
Azioni
A.
B.
Promuove ogni anno incontri con la popolazione e gli
imprenditori
Il Comune promuove dal 2013 nuove azioni di
censimento e monitoraggio stato di conservazione
6LWHUUDQQRDFXUDGHOO¶8QLYHUVLWD¶GHOOH$VVRFLD]LRQLGLFDWHJRULDFRUVLGL
formazione, corsi sulla sicurezza lavoro introducendo sessioni dedicate
DOO¶DPLDQWRHDWXWWHOHVRVWDQ]HFDQFHURJHQH
Al fine di rendere il censimento sempre più attendibile si ricorrerà a tecniche
GLPDSSDWXUDFRQWHOHULOHYDPHQWRIRWRJUDILDVDWHOOLWDUHFDUWRJUDILD«
RASSEGNA STAMPA
6
ATTUALITÀ
LA NUOVA PROVINCIA
VENERDÌ 23 MAGGIO 2014
EVENTO. L’UNIVERSITÀ HA OSPITATO IL CONVEGNO “S.O.S. AMIANTO”, PROMOSSO DA ONA, API ASTI E UFFICIO SCOLASTICO TERRITORIALE
Studenti relatori
per una mattinata:
«Il pericolo amianto
c’è e va estirpato»
visione della conoscenze disponibili, lo sviluppo di attività di rete e l’integrazione delle
Il pericolo amianto esiste: bisogna parlarne, attività di ricerca finanziate con le risorse
informare e sensibilizzare la popolazione, in progressivamente disponibili».
particolare i giovani, nel modo corretto, sen- Tra le misure adottate Cavallera ha ricordato
za operazioni di terrorismo psicologico. E, che la Giunta regionale ha approvato nel
soprattutto, estirpare il problema sfruttando 2013 «due documenti tecnici importanti. Prile ricerche, le tecniche, i brevetti già esistenti. mo, il protocollo regionale per la gestione di
E’ il principale messaggio emerso dal con- esposti/segnalazioni relativi alla presenza di
vegno “S.O.S. Amianto”, svoltosi mercoledì coperture in cemento – amianto negli edifici.
nell’aula magna dell’Università, promosso Protocollo cui è allegata una linea guida per
dall’ONA (Osservatorio Nazionale Amianto), la valutazione del rischio di esposizione a
dall’associazione di categoria Api Asti, che queste coperture in Piemonte. Secondo, le
raggruppa circa 200 piccole e medie imprese linee guida per la rimozione e la raccolta di
modeste quantità di maastigiane, e dall’Ufficio
teriali contenenti amianscolastico territoriale (ex
Provveditorato agli StuPROTAGONISTI to in matrice cementizia
resinoide presenti in udi). Al loro fianco hanno
Ad intervenire gli otenze
civili».
collaborato numerosi
alunni dei licei Dopodiché sono stati inEnti e aziende: Comune
di Asti, Università di Asti,
scientifico, classico vitati al tavolo dei relatori
CNR (Consiglio nazionaartistico e del Giobert gli studenti che avevano
lavorato sul tema. L’esorle delle ricerche) di Rodio è stato affidato ai rama, e due istituti bancari,
gazzi della classe IV SB
Cassa di Risparmio di Asti e UniCredit. Moderato da Giuseppe Ra- del liceo scientifico “Vercelli”, seguiti dal prof.
solo, il convegno è stato coordinato da Ines Luigi Savergnini, che hanno spiegato cosa è
Fiore, membro dell’ONA, la cui sezione pro- l’amianto, fornendo anche alcuni cenni stovinciale è presieduta da Pasquale De Filippo. rici, e come viene smaltito. «Il suo impiego
Protagonisti sono stati gli studenti di quattro – hanno affermato – risale in Italia alla fine
scuole superiori astigiane, intervenuti come dell’Ottocento, per poi raggiungere il picco
relatori di fronte ad una platea composta da di utilizzo dalla metà degli anni Sessanta alla
autorità e da numerosi compagni di altri i- fine degli anni Settanta, apprezzato per le
sue qualità (tra cui l’alta resistenza al fuoco
stituti superiori.
A dare il via ai lavori alcune autorità presenti, e alla trazione, la fonoassorbenza, l’isolatra cui il vice sindaco Davide Arri, che ha de- mento termico, il basso costo). L’amianto è
finito l’amianto un «killer pericoloso e silen- stato utilizzato in vari settori, tra cui edilizia,
zioso che avvolge la città e le campagne». trasporti, industria degli elettrodomestici».
«Nell’ambito della “terapia dall’amianto” - Dopo averne spiegato le caratteristiche chiha proseguito - Asti deve recuperare terreno miche, gli studenti hanno poi accennato al
e posizioni rispetto ad altre città, anche per- grave problema della dispersione di fibre di
ché è fortemente intaccata dalla sua presen- amianto che, come è stato accertato, sono
za. E lo sta facendo con tenacia e forza, no- causa di gravi problemi alla salute anche dopo decenni, dato che il periodo di latenza è
nostante la crisi economica».
Dopodiché sono stati letti i saluti degli as- molto lungo. «Problemi che riguardano sosessori regionali Claudia Porchietto (Lavoro prattutto lavoratori che sono stati o sono a
e formazione) e Ugo Cavallera (Sanità). «Ri- contatto con l’asbesto (in diversi Paesi esteri
tengo sia stata una scelta vincente – ha scritto non è ancora bandito) o con manufatti reaClaudia Porchietto – quella di far sì che fos- lizzati con questo materiale». Infine hanno
sero i giovani i veri protagonisti della gior- accennato alle tecniche attualmente in atto
nata, capaci di offrire spunti di riflessione per lo smaltimento dell’amianto – la stabiinnovativi in grado di lasciare una traccia lizzazione (non permanente), con conseprofonda nel pubblico in sala. Ritengo che guente trasferimento in discarica, e l’inertizzazione
–
questa sia un’esperienza
sottolineando i vantaggi
estremamente formativa
per tutti gli studenti che
AMIANTO E SALUTE della seconda, che, graa
tecniche
hanno partecipato, e
«I tumori possono zie
chimico/fisiche, trasforconfido che ne faranno
manifestarsi anche ma l’amianto in materiali
tesoro per il loro futuro:
magari alcuni decideranvent’anni dopo inerti, innocui e che posno di studiare e lavorare l’esposizione alle fibre» sono essere riciclati.
Al termine della relazioin questi settori. In conne è seguito un piccato
clusione, tengo a sottoliintervento di Alberto
neare come il loro impegno sia significativo e necessario per la Servida (Dipartimento di Chimica dell’Uniformazione di una futura classe dirigente versità di Genova), tutor dei ragazzi insieme
preparata, capace e appassionata che si a Sandra Petraroia (Università di Bologna),
che ha polemizzato col fatto che «in Italia
spenda al meglio per il nostro territorio».
L’assessore Cavallera ha invece informato spesso la chimica viene considerata in modo
sui vari fronti dell’impegno della Regione re- negativo, quando invece è buona. Solo che
lativamente alla “questione amianto”. «D’in- la politica ha fatto sì che la chimica italiana,
tesa con il Ministero della Salute - ha scritto fino agli anni Ottanta ai livelli dei concorrenti
- l’Amministrazione ha cercato di fare siste- tedeschi, venisse svenduta, nonostante le
ma in materia sanitaria, favorendo la condi- ottime competenze, solo perché non ha il
DI ELISA FERRANDO
“peso” a livello numerico di altri comparti
industriali, come l’automotive».
I ragazzi della III B Cat (geometri) dell’istituto
“Giobert”, guidati dai docenti Carlo Roggero
e Cesare Zollo, hanno invece analizzato la
questione relativa al telerilevamento aereo
per misurare, conoscere e pianificare l’ambiente, tecnica in grado di individuare, caratterizzare e quantificare le superfici in cemento-amianto con accuratezza del 94%
circa. «Siccome il progetto di telerilevamento
aereo a cura del Comune, in programma
l’anno scorso, non è stato effettuato – hanno
sottolineato i ragazzi – abbiamo pensato di
dare un contributo, identificando vari edifici
con copertura in cemento-amianto sul territorio astigiano».
Strettamente collegata la relazione della classe V A del liceo artistico “Benedetto Alfieri”,
seguita dalla prof.ssa Gianna Gandini (i compagni della classe IV dell’indirizzo multimediale hanno invece realizzato la locandina
del convegno). I ragazzi hanno approfondito
il tema della catalogazione dei dati di rilevamento per una puntuale verifica dei dati rilevati attraverso gli strumenti tecnologici.
Hanno ricordato quali sono i dati occorrenti
e le diverse modalità di effettuare un censimento, citando alcuni esempi di classificazione dei dati ad opera della Provincia di Cosenza, dell’Arpa Emilia Romagna, dell’Ufficio
tecnico del Comune di Reggio Calabria e dell’Ufficio tecnico del Comune di Vinchio.
A margine il commento di Lorenza Fiumi
del CNR di Roma, che ha mostra apprezzamento per le relazioni delle due scuole «perché hanno trattato un passaggio fondamentale, ovvero la classificazione e il censimento,
A CONFRONTO SUL TEMA DELL’AMIANTO. Gli studenti del liceo
scientifico “Vercelli” durante l’esposizione. In alto, da sinistra, uno
scorcio della platea; una studentessa del liceo “Vercelli” con il
professor Savergnini; i ragazzi del liceo classico “Alfieri” (Pletosu)
che dimostra come i ragazzi abbiano cen- to l’amianto presenta rischi per la salute, ma
trato l’obiettivo». Ricordando poi come il te- solo quello ammalorato», sottolineando tutto
lerilevamento debba sempre essere affian- ciò che fa l’Amministrazione per individuare
l’amianto ad Asti. «Premesso che, a differencato da una verifica con gli Enti locali.
Infine gli studenti della classe I B del liceo za di altre città, tutte le scuole del territorio
classico “Vittorio Alfieri”, accompagnati dalla comunale sono completamente ripulite
docente Maria Anna Gianotti, hanno ana- dall’amianto – ha spiegato – esiste anche un
lizzato l’aspetto sanitario, sottolineando il progetto di bonifica dell’ex Way Assauto, l’arapporto di causa-effetto tra esposizione alle rea più estesa di Asti contaminata da questo
fibre di amianto e mesotelioma (cancro del minerale, grazie all’accordo con la proprietà.
mesotelio). «Gli organi più colpiti - hanno Senza contare che, come Comune, emettiasottolineato gli studenti - sono polmoni (il mo a getto continuo ordinanze a firma del
cancro si presenta come addensamento del- sindaco per la rimozione o l’incapsulamento
le fibre di amianto nell’estremità inferiore), di coperture di amianto da edifici civili o industriali. Infine stiamo
stomaco e colon, con un
per firmare un protocollungo periodo di latenza,
lo di intesa con l’Arpa
pari anche a 20 anni, i MICHELE RUCCO
Piemonte che sta aggiorcui primi sintomi sono la
nando una cartografia in
difficoltà respiratoria e i «La nocività di
questo minerale
suo possesso sulla predolori addominali».
senza dell’amianto in
Da parte sua il dott. Carlo stabilita già
Piemonte. Nello specifiDardanelli, uno degli e- all’inizio del ‘900»
co, abbiamo chiesto che
sperti che hanno fatto da
Asti sia capofila del protutor ai ragazzi insieme
getto».
ad Elisa Paolicchi (Dipartimento di Biologia, Università di Pisa), ha Le conclusioni sono state affidate al segrericordato come, «vista l’ineluttabilità della tario nazionale ONA Michele Rucco, che ha
malattia, dovuta al fatto che siamo tutti un puntato il dito contro «le lobby che non conpo’ esposti all’amianto, è importante non sentono di fare passi avanti nella lotta all’afare terrorismo psicologico, in quanto quan- mianto a causa degli interessi che ha nel far
do si avvertono quei sintomi non bisogna permanere la situazione allo stato attuale».
subito pensare al peggio. E, soprattutto, è Qualche esempio? «Come testimonia una
importante non fumare, in quanto è stato sentenza del Tribunale del 1906 – ha afferdimostrato che il fumo di sigaretta aumenta mato – la nocività a livello di salute dell’amianto era già conosciuta ai primi del Noil rischio di ammalarsi di mesotelioma».
D’accordo sul tema del terrorismo psicolo- vecento, ma è sempre stata ignorata. Anche
gico l’assessore comunale all’Ambiente Al- quando, nel 1964, è stata dimostrata da uno
berto Pasta, che ha ricordato come «non tut- scienziato americano, tanto che dagli anni
Sessanta gli Stati Uniti hanno diminuito notevolmente la produzione di amianto quando invece l’Italia registrava il suo picco produttivo. Per lo stesso motivo si continua a
parlare di mappatura o ricerca scientifica
quando esistono già brevetti e ricerche scientifiche che andrebbero solo applicate».
Infine Andrea Cirio, presidente di Api Asti,
ha ricordato l’impegno dell’associazione di
categoria sul tema amianto grazie all’inaugurazione, un anno fa, dello sportello “S.O.S.
Amianto” presso la sede dell’associazione,
con l’obiettivo di dare consulenza integrata
sul piano medico, legale, tecnico. «Sono state
supportate diverse persone nell’ambito dell’assistenza previdenziale e sanitaria - ha
spiegato - e sono stati effettuati vari interventi
per rimuovere, e in alcuni casi sostituire con
pannelli fotovoltaici, coperture in amianto
da tetti di edifici civili e industriali, grazie alla
rete di imprese specializzate in bonifica e
smaltimento, in grado di proporre anche tariffe agevolate, che abbiamo messo a disposizione. A questo proposito sottolineo anche
il nostro ruolo di associazione come “cuscinetto” tra impresa e Comune nel caso in cui
quest’ultimo emetta ad un imprenditore
un’ordinanza di rimozione di una copertura.
Così da trovare un accordo (per esempio stabilendo tempi di intervento non troppo stretti) che riesca a far raggiungere l’obiettivo che
sta a cuore a tutti, ovvero la rimozione dell’amianto, senza mettere in ginocchio l’azienda, dato che noi piccole e medie imprese
siamo già molto provate dalla crisi economica».
http://www.atnews.it/politica1/item/12824-roma,-il-vicesindaco-arri-ha-incontrato-il-ministro-dellambiente-sul-tema-amianto.h tml
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Roma, il vicesindaco Arri ha incontrato il
Ministro dell'Ambiente sul tema amianto
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Mercoledì, 11 Giugno 2014
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Il Vicesindaco della Città di Asti Davide Arri ha incontrato a Roma nella giornata di ieri, martedì 10
giugno, il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.
Nel corso dei lavori il Vicesindaco Arri ha illustrato e consegnato al Ministro copia di una relazione
a firma dell’Assessore all’Ambiente Avv. Alberto Pasta ed ampia documentazione afferente il
Progetto “S.O.S Amianto”, declinando le numerose azioni che si stanno coltivando e si ha in
previsione di attuare nella Città di Asti per contrastare ed ovviare alla presenza dell’amianto.
In particolare, il Vicesindaco ha presentato la fruttuosa collaborazione instaurata su questo fronte
grazie al prezioso impegno congiunto del Provveditorato agli Studi della Provincia di Asti,
dell’Assessorato all’Istruzione del Comune di Asti, dell’Università di Asti, dell’Osservatorio
Nazionale Amianto, dell’API, della Cassa di Risparmio di Asti, Lega Ambiente, Unicredit,
Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma e delle
Istituzioni Scolastiche (Liceo Scientifico “F.Vercelli”, Liceo Classico “V. Alfieri”, Liceo Artistico “
B. Alfieri” e Istituto Tecnico “G. A. Giobert” ) volto a fornire una risposta corale, adeguata e
multidisciplinare a questo importante problema.
Altresì, Arri ha ribadito l’importanza di dare corso ad un censimento della presenza dell’amianto
nel territorio anche attraverso un intervento di telerilevamento, tramite un apparecchio di proprietà
del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che restituirebbe la mappatura della diffusione e del grado
di deterioramento delle coperture con amianto.