LICEO CLASSICO “V. ALFIERI” (Asti) ASBESTOSI E MESOTELIOMA : NEMICI INVISIBILI E MORTALI Presentazione e relazione a cura della Classe IB Introduzione della Prof.ssa Maria Anna Gianotti con il contributo del Dott. Carlo Dardanelli (MMG ASL212 - Asti) e del Dott. Luciano Mutti (Presidente Gruppo Italiano Mesotelioma) INTRODUZIONE Prof.ssa Maria Anna Gianotti In sede di organizzazione del Convegno “SOS AMIANTO”, ai ragazzi della classe Iª B del Liceo Classico Alfieri di Asti era stato affidato il compito di illustrare le patologie correlate all’esposizione del corpo umano alle particelle di un materiale inerte e tossico per la salute derivato dalla lavorazione dell’asbesto, comunemente conosciuto come eternit. L’esposizione all’amianto è la causa principale che porta le persone a contrarre il mesotelioma, una malattia che inizia con la formazione di un piccolo nodulo che tende ad espandersi e degenerare in forma tumorale. Le microscopiche fibre di amianto entrano nel corpo, attraverso le narici o la bocca e qualora riescano a insinuarsi nel mesotelio, possono cominciare a provocare lesioni che con il passare del tempo, si trasformano in infiammazioni, cicatrici, modificazioni genetiche dei tessuti colpiti. Martedì 23 aprile 2014 nell’aula Magna dell’Università di Asti, gli alunni del Liceo Classico hanno affrontato il tema ASBESTOSI E MESOTELIOMA: NEMICI INVISIBILI E MORTALI. In tutto il percorso sono stata supportata dalla presenza del Dott. Carlo Dardanelli, medico di base presso l’ASL 212 di ASTI, che con disponibilità encomiabile, ha prima spiegato la patologia e successivamente ha chiarito i dubbi e ha risposto alle sollecitazioni. Ogni alunno ha portato il suo contributo liberamente, condividendo la difficoltà di esprimere in modo chiaro e comprensibile concetti spesso complessi e man mano che il lavoro prendeva forma, da insegnante, ho visto come la classe si sia entusiasmata, abbia avuto la percezione di imparare ad ottimizzare il tempo, l’impegno e le risorse messe a loro disposizione. L’articolazione definitiva dell’intervento del nostro Istituto è stato frutto di una sinergia di lavoro: • Presentazione a cura degli alunni sul tema: “ASBESTOSI E MESOTELIOMA: NEMICI INVISIBILI E MORTALI“ • Intervento del Dott. Carlo Dardanelli • Relazione della Dott.ssa Elisa Paolicchi, ricercatrice presso. l’Università di Pisa: “LE ULTIME ACQUISIZIONI SCIENTIFICHE IN MATERIA DI MESOTELIOMA“ Sento il dovere di ringraziare la disponibilità del Prof. Luciano Mutti, tutor del gruppo, illustre oncologo nonché Presidente del Gruppo Italiano Mesotelioma (www.gime.it) che ha seguito via Internet il lavoro e che ha permesso alla Dott. Elisa Paolicchi di intervenire personalmente per presentare lo stato della ricerca sulla terapia genica. L’occasione di partecipare al convegno, ha permesso ai miei studenti di fare la scoperta personale del sapere come modo di rapportarsi con gli altri in uno spirito amichevole e curioso, condividendo un’esperienza formativa che ha portato ad un esito inaspettato poiché sono state gettate le basi per un gemellaggio scientifico Asti-Pisa. Il gruppo infatti, è stato invitato a visitare al laboratorio del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa dove la Dott.ssa Elisa Paolicchi (che lavora nella struttura diretta dal Prof. Stefano Landi) si occupa di ricerca genetica. Al momento è in progetto per l’anno scolastico 2014-2015 l’organizzazione di questa uscita didattica, che senza dubbio aprirà gli orizzonti sul mondo della ricerca genetica. Prof.ssa Maria Anna Gianotti 21 MAGGIO 2014 LICEO CLASSICO VITTORIO ALFIERI DI ASTI Asbestosi e MESOTELIOMA : nemici invisibili e mortali PRESENTAZIONE E RELAZIONE A CURA DELLA CLASSE IB SEGUITA DALLA PROFESSORESSA MARIA ANNA GIANOTTI DAL DOTT. CARLO DARDANELLI MMG ASL212 Asti IN COLLABORAZIONE CON IL PROF. LUCIANO MUTTI 1 PERCHE’ SI PARLA DI CANCRO DEL MESOTELIO ? Il mesotelio è un tessuto che riveste, come una sottile pellicola, la parete interna di torace e addome e lo spazio intorno al cuore. Il mesotelioma si annida nel rivestimento dei polmoni, del cuore o dell’addome 2 DURANTE LO SVILUPPO EMBRIONALE GLI ORGANI SI FORMANO A PARTIRE DA TRE FOGLIETTI ECTODERMA ENDODERMA MESODERMA NELL’UOMO DALL’EVOLUZIONE DEL FOGLIETTO INTERMEDIO SI FORMERANNO LA CAVITA’ PLEURICA E LA CAVITA’ ADDOMINALE . 3 4 Cosa causa il mesotelioma? Nell’aria si possono diffondere particelle di polvere contenenti spicole di asbesto, che riescono a penetrare nell’apparato respiratorio I primi sintomi della malattia si possono sviluppare almeno dopo quindici, vent’anni dall’esposizione . La malattia ha un periodo di latenza insolitamente lungo. Radiografia di polmoni affetti da patologia asbesto-correlata 5 6 L’ esposizione all’amianto è la causa principale che porta le persone a contrarre il mesotelioma. Le fibre entrano nel corpo attraverso le narici o la bocca e se le fibre si insinuano nel mesotelio, possono cominciare a provocare piccole lesioni che con il passare del tempo, si trasformano in infiammazioni, cicatrici, modificazioni genetiche che portano a contrarre il mesotelioma. 7 Quanti tipi di mesotelioma si conoscono? Mesotelioma peritoneale: colpisce la membrana che riveste lo stomaco e l’intestino. Mesotelioma pleurico: colpisce le membrane che rivestono i polmoni Mesotelioma del pericardio: colpisce la membrana che riveste il cuore. Mesotelioma testicolare: colpisce la membrana che riveste i testicoli 8 COME SI MANIFESTA? L'esordio del mesotelioma pleurico è di solito insidioso; un modesto deficit respiratorio, dolore toracico ed affanno, sono i sintomi più comuni. 9 Come riconoscere la malattia? I sintomi provocano dolori al petto e in particolare: Difficoltà respiratorie ( versamento pleurico ) Riduzione dell’ espansione del petto Dolori addominali ( ascite ) I pazienti all’inizio sono portati a pensare di avere un banale disturbo alle vie respiratorie . 10 Cosa fare se viene diagnosticato il mesotelioma? Si possono incontrare difficoltà a compiere sforzi fisici. Si avverte la sensazione di essere senza respiro più frequentemente del normale. Si nota perdita di peso. I sintomi portano a richiedere l’intervento del medico per alleviare il dolore, fino alla somministrazione di ossigeno o calmanti . 11 Quali cure? Chirurgia : pleurectomía o la pneumonectomía extra-pleurica. La chemioterapia utilizza farmaci che cercano di eliminare le cellule cancerose. La radioterapia utilizza le radiazioni per eliminare le cellule cancerose. La chirurgia palliativa cerca di rimuovere i tumori con lo scopo di ridurre il dolore e i liquidi che si accumulano nel le cavità interne. La terapia con ossigeno e la terapia respiratoria aiutano il paziente a respirar in maniera meno faticosa. Terapie alternative come diete particolari, integratori, yoga e agopuntura possono servire ad aiutare il corpo a recuperare le forze in modo naturale. 12 TERAPIA GENICA IL PUNTO SULLA RICERCA GUIDATA DAL PROF. LUCIANO MUTTI La ricerca si è concentrata sul ruolo di AKT una proteina la cui attivazione gioca un ruolo essenziale nell’aumentare la sopravvivenza delle cellule normali esposte ad agenti tossici e/o cancerogenetici sia nelle cellule mesoteliali coltivate sperimentalmente esposte ad amianto sia nelle cellule di Mesotelioma. Spicole di amianto Quindi AKT è stata considerata una proteina chiave nel processo che porta alla selezione di cellule mesoteliali tumorali dopo esposizione a fibre di amianto. 13 Le contaminazioni difficili da estirpare…. DA UN ARTICOLO DI DACIA MARAINI DEL 22 APRILE 2014 A pag.35 de Il Corriere della Sera del 22.04.2014, Dacia Maraini scrive che a soli 60 anni se n’è andato un parroco gentile delle montagne abruzzesi. Don Daniele Mussa era amato da tutti anche dai non credenti. Seguace di Papa Francesco, ne condivideva le radici latino-americane. .. In queste montagne dai boschi centenari, dove si vive bene, ci si ammala troppo spesso di cancro, di malattie del sistema nervoso. .. Per via aerea e acquifera penetrano i veleni che le varie industrie hanno disseminato per il Paese, nel silenzio assenso degli amministratori locali e nazionali. .. Nessuno può ormai illudersi di rimanerne fuori. La discarica di Bussi, che si trova in Abruzzo viene definita la più pericolosa bomba ecologica d’Europa. .. Ad esempio l’eternit di cui parla il costruttore Gerardo Di Pirro, per smaltirlo ci vogliono annose trafile burocratiche e nessuno controlla che la decontaminazione sia praticata. .. Basterebbe, per cominciare, imporre la tracciabilità dei rifiuti e dei trasporti. E’ già stato proposto in Parlamento. Il sistema è partito con costi enormi, ma poi è abortito, perchè le grandi industrie non volevano controlli. Nessuno ha protestato. E i nostri figli che studiano a Pescara, bevono acqua contaminata…… 14 GRAZIE PER L’ATTENZIONE 15 CONTRIBUTO Dott.ssa Elisa Paolicchi Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa Ascoltare la presentazione dei ragazzi della Iª B del liceo classico Alfieri di Asti è stato entusiasmante: i ragazzi, grazie alla guida della Dott.ssa Maria Anna Gianotti, sono riusciti a presentare in modo dettagliato e puntuale le caratteristiche dell’insorgenza e cura del mesotelioma accennando anche alla terapia genica. Nel laboratorio di Genetica dell’Università di Pisa sono attualmente in corso alcuni studi pre-clinici volti a valutare l’efficacia di nuove modalità terapeutiche. Infatti in assenza di un’efficiente strategia per la cura di tale neoplasia, impelle la necessità di comprendere i meccanismi molecolari coinvolti nella carcinogenesi e nella chemioresistenza, cosa che potrebbe conseguentemente aiutare a sviluppare nuove strategie terapeutiche. Un metodo chiave potrebbe essere costituito dalla identificazione delle alterazioni cromosomiche tipiche del mesotelioma, nonché dei geni ivi contenuti. Per questo, la strategia adottata dai nostri laboratori è stata quella di effettuare un’estesa rewiew della letteratura, al fine di identificare le alterazioni cromosomiche più comuni nei pazienti di mesotelioma, nonché, all’interno di esse, quelle correlate con una prognosi peggiore. Sono stati poi ricercati geni in esse contenuti che possono essere considerati potenziali geni target per il mesotelioma, tra questi sono stati identificati la Mesotelina, i geni Polycomb e alcuni miRNA. Attualmente stiamo utilizzando tecniche di silenziamento genico, volte a spegnere l’espressione dei geni e miRNA in questione, dimostrando che la mancanza di espressione del gene target determina una significativa riduzione della proliferazione delle cellule di mesotelioma nonché della loro capacità di metastatizzare. Questo risultati consentono, da un lato, di identificare nuovi bersagli terapeutici specifici, dall’ altra pongono le basi anche per disegnare nuovi approcci di terapia genetica di questa neoplasia. Elisa Paolicchi, Dipartimento di Biologia, Pisa Il Mesotelioma è un tumore maligno primitivo che origina dalle cellule mesoteliali. Prevalentemente insorge nella pleura, più raramente nel peritoneo, nel pericardio e nella tunica vaginale del testicolo. MPM è un tumore raro. In ogni milione di persone si evidenziano non più di 2 nuovi casi di MPM DOO¶DQQR. (¶ stato però stimato che nei principali paesi europei O¶LQFLGHQ]D aumenterà progressivamente causando oltre 250.000 morti entro il 2020 (Peto e coll., 1998-1999). MPM è il più frequente tumore maligno pleurico primitivo, con frequenza in aumento Relazione asbesto ± esposizione in 80% pz con mesotelioma ± Latenza esposizione - comparsa 20 ± 30 aa ± spesso no placche ed altri segni asbestosi Esposizione a radiazioni ionizzanti (Wagner et al., 1960) Infezione da virus SV40 (Carbone et al., 2002) Alterazioni geniche Interazione diretta con le cellule target Alterazioni cromosomiche Produzione di ROS Mesotelio Fibre Ě͛ĂƐďĞƐƚŽ Produzione di citochine Interazione con le cellule infiammatorie Produzione di ROS Produzione di RSN Macrofagi Il lungo periodo di latenza tra l'esposizione all'amianto e lo sviluppo del tumore probabilmente implica che numerosi cambiamenti genetici sono necessari per la trasformazione maligna delle cellule mesoteliali. Periodo di latenza: 30 anni Esposizione DOO¶DPLDQWR MUTAZIONI GENETICHE IN CORSO? 1(&(66,7$¶',&2035(1'(5( MECCANISMI MOLECOLARI COINVOLTI NELLA CARCINOGENESI Tumor sample Reference sample Migliorare diagnosi, terapia e prognosi Caratterizzare le alterazioni genetiche che si verificano all'interno delle cellule neoplastiche ed i geni chiave coinvolti Raccolta ed analisi dei dati pubblicati in letteratura sulle alterazioni cromosomiche tipiche del mesotelioma individuate tramite CGH Microarray Scanner Tumor Normal Normal metaphase chromosome Identificazione delle aberrazioni cromosomiche più comunemente coinvolte nei tessuti di mesotelioma Computer Software analysis Denature Identificazione delle aberrazioni cromosomiche correlate con la bassa sopravvivenza Raccolta ed analisi di dati di espressione genica Identificazione di geni deregolati in altri tipi di tumori e correlati alla bassa sopravvivenza Geni CHIAVE 9Estesa ricerca bibliografica mirante a raccogliere tutti i lavori di CGH pubblicati. References Technique employed Cell Epitheliod line Cell line Sarcomatoid Cell line Biphasic Tissues Epitheliod 3 2 Tissues Sarcomatoid Kivipensas P. et al. CGH 3 Björkqvist A-M. et al. CGH 8 1 18 Björkqvist A-M. et al. CGH 19 5 10 Ascoli V. et al. CGH 3 1 1 Krismann M. et al. CGH 20 25 21 Musti M. et al. CGH Simon F. et al. CGH Knuuttila A. et al. CGH Scattone A. et al. CGH Schulten H.J. et al. CGH Lindholm P.M. et al. CGH Tissues Biphasic 3 1 1 8 6 1 1 15 8 3 9Raccolta di tessuti e linee cellulari di MPM 8 MPM CELL LINES 4 EPITHELIOID TYPE 1 SARCOMATOID TYPE 3 BIPHASIC TYPE 179 MPM TISSUES 74 EPITHELIOID TYPE 48 SARCOMATOID TYPE 57 BIPHASIC TYPE 9 Per ciascun campione tessutale ed ogni linea cellulare riportati nei manoscritti, abbiamo registrato tutte le alterazioni cromosomiche. Survival probability (%) La presenza di uno qualsiasi dei riarrangiamenti che coinvolgono la perdita di: 1p / 4p o il guadagno di: 7pter-7q31.2 / 8q (= 1) risulta associata ad una minore sopravvivenza dei pazienti con MPM rispetto a quelli che non sono portatori di nessuno di essi (= 0) 100 Class 0 Class 1 80 60 40 20 0 0 20 40 Months 60 80 KEGG Pathway Genes mapped in the pathway Focal adhesion KDR, LAMB1, ACTB, CAV1, MET, PDGFRA, CAV2, LAMC2 CCNE2, CASP3, MYC, IL8, LAMB1, MET, PDGFRA, LAMC2, FZD6 Pathways in cancer Cell cycle Cytokine-cytokine receptor interaction MCM4, CCNE2, CDC14A, CDC7, MYC, RAD21 CXCL2, MET, PDGFRA, IL15, KDR, IL8 Adjusted P-value 8.53 x 10-6 1.61 x 10-5 2.92 x 10-5 8.00 x 10-4 Mesotelina (MSLN) è normalmente espressa a bassi livelli nelle cellule mesoteliali e sovra-espressa in diversi tumori umani, tra cui MPM, cancro ovarico e adenocarcinoma pancreatico. MSLN Vector NCI-H28 Empty Vector siMSLN-1 siCtrl Mero-14 Relative absorbance 492 nm siCtrl 70 KDa 5 Mesothelin siMSLN-1 40 KDa 4 56 KDa p-AKT 42 KDa p-ERK 42 KDa 40 KDa ERK1-2 42 KDa E-actin 3 2 * 1 0 0 2 4 Days 6 Mero-14 siCtrl siMSLN-1 Cell percentage (%) 50 µm 120 100 80 60 40 20 0 siCtrl sict siMSLN-1 simsln 50 µm siCtrl invasive cells Mero-14 siCtrl siMSLN-1 siMSLN-1 Caspase activity * Mero-14 siMSLN-1 + cisplatin 20PM siCtrl + cisplatin 20PM siMSLN-1 + cisplatin 10P siCtrl + cisplatin 10PM siMSLN-1 + cisplatin 5PM siCtrl + cisplatin 5PM Mero-14 40 KDa Mesothelin 53 KDa P53 89 KDa PARP 42 KDa E-actin Caratteristiche: Frequenza variabile (0.1- 20%) in diversi tipi di tumore, stadio e grado Tumorigenicità Multipotenti (plasticità) Sede di chemioresistenza Responsabili delle metastasi Crescono come sfere Cellule di mesotelioma aderenti Cellule di mesotelioma sferoidali «Cellule Staminali Tumorali» $OFXQLSDWKDZD\VFRPHTXHOORGHOOD³IRFDODGKHVLRQ´ULVXOWDQR profondamente alterati nel mesotelioma. La mesotelina e EZH2 potrebbero costituire dei promettenti targets terapeutici. Prospettive future Ulteriore approfondimento sul ruolo della mesotelina HGL(=+FRLQYROWLQHOOD³IRFDODGKHVLRQSDWKZD\´ attraverso tecniche di silenziamneto genico. 9DOXWD]LRQHGHOO¶DJJUHVVLYLWjGHOOH&HOOXOH6WDPLQDOL Tumorali in condizioni di ipossia Grazie GHOO¶DWWHQ]LRQH« Ringraziamenti: Università di PISA Prof. Stefano Landi, Prof. Federica Gemignani Dott.ssa Ombretta Melaiu Dott.ssa Elisa Barone Imperial College of LONDON Prof. J. Stebbing, Dr. G. Giamas Ospedale di Borgosesia, Vercelli Prof. Luciano Mutti CONCLUSIONI Conclusioni Michele Rucco Segretario Generale dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA Onlus Via Crescenzio, 2 – 00193 – Roma Tel. +39 340 2553965 E-mail: [email protected] Buongiorno Signore e Signori, vi porto anche il saluto del nostro Presidente, l’avv. Ezio Bonanni, che, essendo impegnato in udienza in un’altra città, non ha potuto partecipare a questo Convegno che è stato ricchissimo di riflessioni e di spunti. Permettetemi di ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo importante evento e che non cito per non incorrere nel deprecabile rischio di dimenticare qualcuno. Voglio rivolgere i miei complimenti ai ragazzi, non solo per il pregevole lavoro svolto, ma soprattutto perché hanno colto l’occasione di mettersi alla prova, affrontando in modo compiuto e con entusiasmo questo tema; concretizzando il loro impegno in qualcosa che li aiuta a capire questo nostro mondo e questi nostri tempi; arricchendo e sperimentando il loro bagaglio di capacità, in un momento come questo in cui assistiamo proprio ad una massiccia distruzione di capacità e che è rappresentata dall’alto livello di disoccupazione giovanile che registriamo nel nostro Paese. Le migliori risorse della nostra società, la nostra vera ricchezza, costrette all’inattività e al fatalismo nel periodo in cui si esprime la loro maggiore fecondità. Bravi, siete stati veramente bravi! Credo che l’amministrazione comunale, nell’attenzione che la caratterizza, potrà e vorrà ancora avvalersi del vostro positivo contributo, per iniziative ad alto valore aggiunto e a costo zero, il che non guasta mai, soprattutto in momenti come questo. Venendo ai temi del Convegno, voglio evidenziare che l’amianto ed il suo uso nefasto e criminale rappresentano l’emblema di come il rapporto tra salute, lavoro ed ambiente sia stato spesso impostato e gestito in un modo sbagliato, facendo passare in secondo piano il rispetto della vita, della sua dignità, della sua qualità. La battaglia contro l’asbesto non è una battaglia di retroguardia, volta a sanzionare e a stigmatizzare comportamenti criminali del passato; la storia dell’amianto è un caso emblematico, un caso di studio da cui apprendere per evitare di trovarci fra pochi anni a fare una nuova conta dei morti causati da altre sostanze tossiche, presenti e usate fra di noi nella più rigorosa disinformazione. Abbiamo contato circa 5.000 decessi ogni anno dovuti alle patologie asbesto correlate. Una strage che si ripete anno dopo anno nel silenzio assordante degli organi di informazione, in un contesto di mancato riconoscimento dei diritti e di sostanziale impunità dei responsabili di questo eccidio. Le vittime, i familiari, gli esposti sono quasi sempre lasciati soli con la loro sofferenza e con le loro difficoltà ad affrontare le conseguenze di quello che non potrà mai, per sua natura, essere definito un “problema privato”. In molti ambiti, il problema amianto viene semplicisticamente ridotto al problema degli esposti, delle loro patologie, un problema, che riguarda in definitiva una porzione limitata della popolazione: ma questa impostazione non permette di cogliere l’aspetto centrale costituito dal problema creato dagli altri tossici, dagli altri agenti patogeni, da tutti i tossici, da tutti gli agenti patogeni. I tossici, i patogeni debbono essere banditi e la loro presenza deve essere rimossa dagli ambienti di vita e di lavoro: unica vera prevenzione primaria è un ambiente pulito. Voglio fornire ulteriori elementi di approfondimento al vostro pregevole lavoro e vi voglio parlare di quella che abbiamo definito “Amiantopoli: la lobby assassina. Nascondere la realtà per continuare ad uccidere”. Andrò quindi ad affrontare quel concetto di disinformazione cui ho accennato in precedenza. La letalità dell’amianto era nota fin dai tempi dell’antichità; già Plinio il Vecchio, riferisce che gli addetti alla lavorazione si fasciavano il viso con membrane di vesciche allentate, per non assorbire respirando quella polvere nociva e per aver modo tuttavia di guardare attraverso di esse. Il rischio morbigeno legato all’esposizione a polveri e fibre di amianto emerse in modo incontrovertibile durante i lavori del Primo Congresso Internazionale per le malattie del lavoro, tenutosi a Milano nel 1906. In quella occasione vennero presentati gli studi del prof. L. Scarpa, del Policlinico Generale di Torino, il quale ebbe modo di constatare che tra i 27.000 ammalati di tubercolosi polmonare, curati tra il 1892 e il 1906, soltanto 30 erano quelli che erano stati esposti a polveri e fibre di amianto, poiché ne erano impiegati un numero esiguo nelle relative lavorazioni e pur tuttavia tra questi, 21 donne e 9 uomini, persero la vita ad un anno dalla diagnosi, tranne uno, con una rapidità di progressione della malattia tale da far concludere che ci fosse una relazione con l’inalazione di polveri di amianto. Pensate, per inciso, che tale studio fu condotto con le tecniche del tempo e quindi senza l’uso del computer: immaginate,quindi, cosa può voler dire individuare 30 casi su 27.000! Queste evidenze e questi studi costituirono i presupposti utilizzati dal Tribunale di Torino nel 1906 per pronunciare la sentenza di assoluzione di un giornalista citato per calunnia da un imprenditore: il primo aveva affermato sul suo giornale la pericolosità della lavorazione dell’amianto che si svolgeva nella fabbrica del secondo. La sentenza del Tribunale venne confermata l’anno successivo dalla Corte di Appello di Torino; entrambi i documenti si trovano presso l’Archivio di Stato di Torino. Quindi, fin dall’inizio del Novecento vi era la consapevolezza degli effetti patogeni dell’amianto. E’ appena il caso di rilevare come la storia giudiziaria dell’amianto inizi con una sentenza che riguarda l’informazione e come, sin da subito, si svilupparono le azioni per negare ciò che era scientificamente evidente. Analizzando i volumi della produzione e dell’importazione di amianto in Italia dal 1946 al 1992, anno di entrata in vigore della Legge 257 che ne bandiva l’estrazione e la lavorazione, vediamo come essi crescano esponenzialmente, raggiungendo il loro picco fra gli anni Settanta ed Ottanta, quando arrivano quasi a 250.000 tonnellate annue, per poi decrescere rapidamente solo a partire dal 1990. Confrontando il dato italiano con l’analogo dato degli USA, si evidenzia come in questo paese la produzione di amianto invece inizi a diminuire proprio a partire dal 1970, in concomitanza con la divulgazione degli studi di Irving Selikoff, che dimostravano il nesso di causalità tra amianto e mesotelioma e carcinoma polmonare. Proprio partendo da queste evidenze si ha la conferma dell’esistenza di una lobby, che ha operato nell’interesse degli industriali dell’amianto, incurante dei danni provocati alla salute ed all’ambiente, dei morti e delle sofferenze indotte. Ulteriore e più cogente conferma dell’esistenza e dell’operato di questa lobby viene fornita da due documenti attualmente depositati presso l’Archivio di Stato di Torino e rinvenuti fra i documenti del Consiglio di Amministrazione della ditta “Amiantifera” di Balangero (TO), come noto la cava per l’estrazione di amianto più grande d’Europa. Il primo documento è la relazione scritta il 20 dicembre 1976 dall’ing. Ermanno Martini, con la quale lo stesso riferisce i lavori del corso tenuto a Neuss (Dusseldorf) dal 13 al 16 dicembre 1976 dall’Unione dei Produttori di Cemento-Amianto WVAZ: in questo rapporto è possibile leggere chiaramente la frase “Dissociarsi da ogni discussione delle idee del dott. Selikoff astenendosi dal citarlo”. Un vero e proprio manuale della controinformazione! Il secondo documento è ancora più pregnante e fornisce la dimensione delle entità coinvolte, che non sono solo le industri dell’amianto, ma anche enti ed istituzioni pubbliche che dovrebbero tutelare la salute dei cittadini in ossequio al dettato dell’art.32 della Costituzione. Si tratta di una nota scritta a mano durante un incontro presso l’”Assocemento”, tenutosi in Roma il 17 novembre 1978. In questo documento è possibile leggere le frasi: “chiedere di rallentare la questione della normativa sui limiti di esposizione legati alla protezione dei lavoratori” (si tratta, come noto, della famigerata norma del limite di soglia a 100 fibre/litro, giudicata già di per sé totalmente inadeguata dalla comunità scientifica); “l’ENPI (Ente Nazionale Prevenzione Infortuni) ha aderito a questa richiesta”; “il Ministro della Salute ha confermato questo fatto”. Non credo siano necessari ulteriori commenti: siamo nella seconda metà degli anni Settanta; il nesso di causalità fra amianto e mesoteolioma è ormai definitivamente dimostrato; la Comunità Europea si sta orientando per la messa al bando dell’amianto. Le conseguenze di questi comportamenti le troviamo nel Quarto Rapporto RENAM 2012, che rileva la presenza di circa 1.500 casi di mesotelioma ogni anno in Italia, anche se secondo le nostre stime i decessi per patologie asbesto correlate si attestano intorno ai 5.000 casi annui. Mi sia consentita un’ulteriore notazione: nel nostro Paese all’inizio di ogni mese conosciamo perfettamente l’andamento del PIL del mese precedente, suddiviso per settori e rami, ma abbiamo dovuto aspettare il 2012 per avere il rapporto sui casi di mesotelioma registrati nel 2008! E dal 2008 al 2014 sono passati sei anni dei quali non sappiamo nulla! Il Tribunale di Torino, con la sentenza n. 565 del 2012, ha condannato l’imprenditore elvetico Stephan Schmidheiny, proprietario della Eternit, a sedici anni di reclusione per disastro ambientale doloso permanente e per omissione volontaria di cautele antinfortunistiche. La decisione è stata poi confermata nel 2013 dalla Corte di Appello di Torino, che ha aggravato la pena a diciotto anni di reclusione. Questo criminale, il cui patrimonio è stato calcolato nel 2008 da una rivista svizzera dedicata all'economia ammontare a 1,9 miliardi di sterline britanniche, è oggi presidente onorario di una organizzazione (la World Business Council for Sustainable Development – WBCSD), che a tutt'oggi conta come membri le 160 più importanti società del pianeta ed ha rapporti amicali con esponenti politici di tutti i Paesi. Abbiamo trovato una foto che lo ritrae insieme al prof. Romano Prodi, più volte Presidente del Consiglio del nostro Paese e già Presidente dell’Unione Europea, ma sicuramente le sue frequentazioni sono più ampie. Purtroppo la storia della lobby dell’amianto non si conclude nel 1992 con l’approvazione della legge 257, basta un rapido excursus sulla situazione attuale per rendersene conto. Le strutture mediche, che pure potrebbero dare un maggiore contributo in termini di diagnosi precoce e di prevenzione secondaria, non vengono messe in condizione di portare avanti seri programmi di sorveglianza sanitaria e di analisi epidemiologica. La ricerca di base, dalla quale sola possono venire le terapie e le cure per debellare le patologie asbesto correlate, viene impastoiata dalla sottostima dell’universo di riferimento e dalla cronica mancanza di fondi. La Magistratura, nella sua azione di contrasto dei reati contro la salute e contro l’ambiente e nella sua azione di ristoro dei danni causati ai singoli e alle comunità, si trova, spesso da sola, a fronteggiare un complesso di normative farraginoso, a volte contradditorio, con l’ulteriore difficoltà di dover svolgere un lavoro certosino per ricostruire situazioni e per individuare correttamente responsabilità. Le istituzioni preposte alla sicurezza ambientale, dopo 22 anni dall’approvazione della legge 257, brancolano ancora nel buio, ancora non sanno dove si annida l’amianto e periodicamente indicono solenni e faraonici censimenti, tanto vani quanto costosi: e nel frattempo, solo per fare un esempio, migliaia di bambini e di ragazzi sono costretti a frequentare edifici scolastici pieni di amianto e mai bonificati. Le bonifiche, quando vengono fatte, evidenziano un altro annoso problema, quello dello smaltimento, un capitolo della vicenda dell’amianto di cui si parla poco, che muove ingenti interessi economici e che spesso lo rende appetibile anche per la criminalità organizzata. La soluzione adottata in Italia, ed ancora caldeggiata da più parti, anche autorevoli, è quella dello stoccaggio di tali materiali in discarica, mettendo, non solo in senso figurato ma anche in senso reale, il problema sotto il tappeto, costituendo una ipoteca per le future generazioni e dimenticando che il territorio del nostro Paese è quasi tutto ad alto rischio sismico ed idrogeologico. La Risoluzione del Parlamento Europeo del 14 marzo 2013 ritiene che le discariche siano solo una soluzione provvisoria e che sia di gran lunga preferibile il ricorso agli impianti di inertizzazione, capaci di rendere definitivamente innocue le fibre dell’amianto. In Italia non esistono impianti di inertizzazione dell’amianto. Il DM 248/2004 ne consente la realizzazione, ma ad oggi (a dieci anni dall’emanazione del provvedimento!!!) mancano alcuni regolamenti attuativi e continua a circolare la fola che “tutto è in via sperimentale”: eppure, nella vicina Francia, un impianto del genere è operativo fin dal 1997 ed ha smaltito oltre 2.000.000 di tonnellate di amianto friabile, il più pericoloso. Cosa ha fatto il legislatore in questi 22 anni per far fronte a tutto questo? Nessun intervento organico, solo una serie infinita di micro modifiche e di integrazioni normative, il cui risultato è stato rendere l’accesso ai benefici previdenziali un vero percorso ad ostacoli! Nessuna programmazione sanitaria, nessun programma di bonifica, nessun termine entro il quale completare la bonifica dell’amianto su tutto il territorio nazionale. Lo stesso Piano Nazionale Amianto, presentato durante la seconda Conferenza Governativa del novembre 2012 ed approvato dal Consiglio dei Ministri del 21 Marzo 2013 (quando l’esecutivo era in carica solo per gli affari correnti), lascia aperte molte di queste questioni, limitandosi a prevedere una ulteriore mappatura, ad auspicare progressi scientifici sul versante delle cure del solo mesotelioma pleurico e sul versante della inertizzazione, a spendere alcuni milioni di euro per la realizzazione di uno spot informativo di dubbio gusto e per interventi ancora una volta a favore della popolazione di Casale Monferrato, quasi fosse l’unica vittima in Italia dell’uso dissennato e criminale dell’amianto. Sostanzialmente, si continua ad alimentare il problema amianto, quasi a voler creare con questo funesto materiale una cortina fumogena che continui ad occultare la pervasività dell’uso non sano dell’ambiente e dei suoi componenti, per avidità di profitto, per mancanza di coraggio nel fare il proprio dovere. In questo quadro di pesanti criticità, secondo noi esistono formidabili opportunità: liberarsi dall’amianto può costituire per il nostro Paese una grande occasione per il rilancio dell’economia, reimpostando la politica industriale, migliorando la qualità della vita nelle città, attivando un circolo virtuoso fra ricerca di base e pratica clinica, applicando quello che abbiamo imparato dall’esperienza dell’amianto agli altri agenti tossici e patogeni, tutelando i diritti delle persone, in primis quello della salute. Voglio concludere con questo pensiero di Albert Schweitzer, l’apostolo laico del rispetto della vita, un pensiero che segna i limiti dell’uomo e contemporaneamente è un inno alla sua potenza: “Quello che tu puoi fare è solo una goccia nell’oceano, ma è ciò che dà significato alla tua vita”. Vi ringrazio per l’attenzione. Convegno µS.O.S. $PLDQWR¶ Aula Magna UNI ASTISS - Asti 21 Maggio 2014 dott. Michele Rucco Segretario Generale 1 AMIANTOPOLI: LA LOBBY ASSASSINA Nascondere la realtà per continuare ad uccidere. 2 Sentenza del Tribunale di Torino, 31 ottobre 1906 Consapevolezza degli effetti patogeni dell'amianto a partire dai primi del 1900 3 4 5 Relazione scritta il 20 dicembre 1976,da Ermanno Martini, ingegnere e dipendente della ditta "Amiantifera" di Balangero (Torino). La relazione è stata redatta sul corso tenuto a Neuss (Dusseldorf) dal 13 al 18 dicembre 1976 da Wirtschaftsverband Asbestzement e V. (WVAZ) [Unione dei produttori di cemento-amianto]. In questo rapporto è possibile leggere la frase "Dissociarsi da ogni discussione delle idee del dottor Selikoff e astenersi dal citarlo". 6 Nota scritta a mano in un "incontro" presso la "Assocemento" di Roma, il 17 novembre 1978. (¶VWDWDWURYDWD fra le carte del Consiglio di Amministrazione della società "Amiantifera di %DODQJHUR´H ora è presso l'Archivio di Stato di Torino. (¶ possibile leggere le frasi: ³chiedere di rallentare la questione della normativa sui limiti di esposizione legati alla protezione dei lavoratori´ ³l'ENPI ha aderito a questa richiesta´ ³Il ministro della Salute ha confermato questo fatto´ 7 8 Il Tribunale di Torino, con la Sentenza n. 565 del 2012, ha condannato Stephan Schmidheiny a sedici anni di reclusione. La decisione è stata poi confermata dalla Corte di Appello di Torino, che ha aggravato la pena a 18 anni di reclusione. Il Dott. Stephan Schmidheiny insieme con il più volte 3UHVLGHQWHGHO&RQVLJOLRHJLj3UHVLGHQWHGHOO¶8QLRQH Europea, Prof. Romano Prodi 9 10 Piano nazionale amianto del Governo Monti ¾ Termine della mappatura; ¾ Sensibilizzazione ed informazione; ¾Studio del problema amianto, per cercare una soluzione; ¾Utilizzo delle discariche; ¾ Sottovalutazione dei dati relativi alla presenza di amianto e GHOO¶HSLGHPLD in corso; ¾ Limitazione del problema amianto ai soli siti Eternit (e a pochi altri). 11 3LDQRQD]LRQDOHDPLDQWRGHOO¶21$2QOXV I. PREVENZIONE PRIMARIA. ¾Decontaminazione dei luoghi di vita e di lavoro, con la bonifica, attraverso un piano pluriennale nazionale di modernizzazione infrastrutturale e di rilancio industriale, attraverso la detrazione fiscale delle spese, O¶XWLOL]]R dei fondi strutturali europei, e dei finanziamenti della cassa depositi e prestiti; ¾ Governo pubblico GHOO¶HFRQRPLD attraverso una costituzione GHOO¶HFRQRPLD che detti regole precise, con lo Stato arbitro, in grado di intervenire per interdire eventuali distorsioni del libero mercato e per fini sociali; ¾Valorizzazione delle autonomie locali e della sussidiarietà. 12 3LDQRQD]LRQDOHDPLDQWRGHOO¶21$2QOXV II. PREVENZIONE SECONDARIA. ¾Ricerca scientifica, con la valorizzazione delle esperienze e dei risultati conseguiti a livello internazionale; ¾ Sorveglianza sanitaria per i cittadini e lavoratori esposti a fibre di amianto; ¾Istituzione di una cabina di regia, per la costituzione di un unico protocollo nazionale, applicabile ai casi di patologie asbesto correlate. 13 3LDQRQD]LRQDOHDPLDQWRGHOO¶21$2QOXV III. PREVENZIONE '(//¶$0,$172. TERZIARIA E TUTELA GIURIDICA DELLE VITTIME ¾Indagini epidemiologiche riferite a tutte le patologie asbesto correlate; ¾ Istituzione del Registro degli esposti ad amianto; ¾Aggiornamento delle tabelle INAIL, con O¶LQGHQQL]]R di tutte le patologie asbesto correlate; ¾Istituzione di una Procura nazionale per la sicurezza sul lavoro; ¾Riforma legislativa, che porti DOO¶DEURJD]LRQH della norma di cui DOO¶DUW. 254 del D.Lgs. 81/08; ¾Abrogazione del termine di decadenza per i benefici contributivi per esposizione ad amianto per coloro che non hanno presentato la domanda entro il 15 giugno 2005; ¾Pensionamento anticipato per coloro che hanno patologie asbesto correlate, anche qualora non abbiano ancora età pensionabile. 14 Dipartimento Ricerca e Cura del Mesotelioma Ambulatorio oncologico on line Guardie Nazionali Amianto 15 16 17 Dipartimento Ricerca e Cura del Mesotelioma Ambulatorio oncologico on line Guardie Nazionali Amianto Ricorso alla Corte Europea Petizione popolare 18 Quello che tu puoi fare qVRORXQDJRFFLDQHOO·RFHDQR ma è ciò che dà significato alla tua vita. Albert Schweitzer 20 Grazie 21 Il Progetto S.O.S Amianto Obiettivi Ambiti 1 Aspetti A. Migliorare le strutture, il patrimonio pubblico e privato, etc. B. Migliorare la qualità della vita A. La fibra di amianto è killer B. Un problema oggi e una minaccia domani A. Un ambiente sicuro, a misura d'uomo, rispettoso dell'ambiente A. La bonifica rende più sicuro e attrattivo il territorio B. Nuove opportunità di sviluppo Miglioramento 2 Salute 3 Ambiente 4 Competitività Il Progetto S.O.S Amianto Ambiti 1 Sportello 2 Azioni A. Informa, assiste in ogni passaggio burocratico il cittadino e le imprese A. Indirizza il cittadino nella richiesta di finanziamenti Finanziamenti 3 Bonifica 4 Consulenza Sanitaria e Consulenza Legale 5 Incontra e promuove A. Bonifica tutti i siti di proprietà comunale e privati A. Consulenza Sanitaria e Consulenza Legale A. Promuove ogni anno incontri formativi B. Promuove corsi sulla sicurezza lavoro introducendo VHVVLRQLGHGLFDWHDOO¶DPLDQWRHDWXWWHOHVRVWDQ]H cancerogene Il Progetto S.O.S Amianto Ambiti 1 Sportello Gestito project Manager Azioni A. Informa, assiste, aggiorna la situazione B. Eroga i contributi )RUQLVFHLQIRUPD]LRQLGLRJQLWLSRVXOOHPRGDOLWjGLVPDOWLPHQWRGHOO¶DPLDQWRHSHUODULFKLHVWD contributi Assiste in ogni passaggio burocratico il cittadino )RUQLVFHO¶HOHQFRGHOOHLPSUHVHGHOOD3URYLQFLDDFFUHGLWDWHDOODERQLILFDOHD]LHQGHDFFUHGLWDWH dovranno fornire servizi chiavi in mano) Il Progetto S.O.S Amianto Ambiti Azioni 3 Bonifica A. Bonifica tutti i siti di proprietà comunale e privati Verrà creata una lista di aziende che verranno accreditate al progetto SOS Amianto le LPSUHVHGRYUDQQRHVVHUHLVFULWWHDOO¶$OER1D]LRQDOH*HVWRUL$PELHQWDOLFDWHJRULD$ e/o 10 B (comma 1) e che siano in grado di fornire un servizio chiavi in mano Il Progetto S.O.S Amianto Ambiti 5 Incontra e promuove Azioni A. B. Promuove ogni anno incontri con la popolazione e gli imprenditori Il Comune promuove dal 2013 nuove azioni di censimento e monitoraggio stato di conservazione 6LWHUUDQQRDFXUDGHOO¶8QLYHUVLWD¶GHOOH$VVRFLD]LRQLGLFDWHJRULDFRUVLGL formazione, corsi sulla sicurezza lavoro introducendo sessioni dedicate DOO¶DPLDQWRHDWXWWHOHVRVWDQ]HFDQFHURJHQH Al fine di rendere il censimento sempre più attendibile si ricorrerà a tecniche GLPDSSDWXUDFRQWHOHULOHYDPHQWRIRWRJUDILDVDWHOOLWDUHFDUWRJUDILD« RASSEGNA STAMPA 6 ATTUALITÀ LA NUOVA PROVINCIA VENERDÌ 23 MAGGIO 2014 EVENTO. L’UNIVERSITÀ HA OSPITATO IL CONVEGNO “S.O.S. AMIANTO”, PROMOSSO DA ONA, API ASTI E UFFICIO SCOLASTICO TERRITORIALE Studenti relatori per una mattinata: «Il pericolo amianto c’è e va estirpato» visione della conoscenze disponibili, lo sviluppo di attività di rete e l’integrazione delle Il pericolo amianto esiste: bisogna parlarne, attività di ricerca finanziate con le risorse informare e sensibilizzare la popolazione, in progressivamente disponibili». particolare i giovani, nel modo corretto, sen- Tra le misure adottate Cavallera ha ricordato za operazioni di terrorismo psicologico. E, che la Giunta regionale ha approvato nel soprattutto, estirpare il problema sfruttando 2013 «due documenti tecnici importanti. Prile ricerche, le tecniche, i brevetti già esistenti. mo, il protocollo regionale per la gestione di E’ il principale messaggio emerso dal con- esposti/segnalazioni relativi alla presenza di vegno “S.O.S. Amianto”, svoltosi mercoledì coperture in cemento – amianto negli edifici. nell’aula magna dell’Università, promosso Protocollo cui è allegata una linea guida per dall’ONA (Osservatorio Nazionale Amianto), la valutazione del rischio di esposizione a dall’associazione di categoria Api Asti, che queste coperture in Piemonte. Secondo, le raggruppa circa 200 piccole e medie imprese linee guida per la rimozione e la raccolta di modeste quantità di maastigiane, e dall’Ufficio teriali contenenti amianscolastico territoriale (ex Provveditorato agli StuPROTAGONISTI to in matrice cementizia resinoide presenti in udi). Al loro fianco hanno Ad intervenire gli otenze civili». collaborato numerosi alunni dei licei Dopodiché sono stati inEnti e aziende: Comune di Asti, Università di Asti, scientifico, classico vitati al tavolo dei relatori CNR (Consiglio nazionaartistico e del Giobert gli studenti che avevano lavorato sul tema. L’esorle delle ricerche) di Rodio è stato affidato ai rama, e due istituti bancari, gazzi della classe IV SB Cassa di Risparmio di Asti e UniCredit. Moderato da Giuseppe Ra- del liceo scientifico “Vercelli”, seguiti dal prof. solo, il convegno è stato coordinato da Ines Luigi Savergnini, che hanno spiegato cosa è Fiore, membro dell’ONA, la cui sezione pro- l’amianto, fornendo anche alcuni cenni stovinciale è presieduta da Pasquale De Filippo. rici, e come viene smaltito. «Il suo impiego Protagonisti sono stati gli studenti di quattro – hanno affermato – risale in Italia alla fine scuole superiori astigiane, intervenuti come dell’Ottocento, per poi raggiungere il picco relatori di fronte ad una platea composta da di utilizzo dalla metà degli anni Sessanta alla autorità e da numerosi compagni di altri i- fine degli anni Settanta, apprezzato per le sue qualità (tra cui l’alta resistenza al fuoco stituti superiori. A dare il via ai lavori alcune autorità presenti, e alla trazione, la fonoassorbenza, l’isolatra cui il vice sindaco Davide Arri, che ha de- mento termico, il basso costo). L’amianto è finito l’amianto un «killer pericoloso e silen- stato utilizzato in vari settori, tra cui edilizia, zioso che avvolge la città e le campagne». trasporti, industria degli elettrodomestici». «Nell’ambito della “terapia dall’amianto” - Dopo averne spiegato le caratteristiche chiha proseguito - Asti deve recuperare terreno miche, gli studenti hanno poi accennato al e posizioni rispetto ad altre città, anche per- grave problema della dispersione di fibre di ché è fortemente intaccata dalla sua presen- amianto che, come è stato accertato, sono za. E lo sta facendo con tenacia e forza, no- causa di gravi problemi alla salute anche dopo decenni, dato che il periodo di latenza è nostante la crisi economica». Dopodiché sono stati letti i saluti degli as- molto lungo. «Problemi che riguardano sosessori regionali Claudia Porchietto (Lavoro prattutto lavoratori che sono stati o sono a e formazione) e Ugo Cavallera (Sanità). «Ri- contatto con l’asbesto (in diversi Paesi esteri tengo sia stata una scelta vincente – ha scritto non è ancora bandito) o con manufatti reaClaudia Porchietto – quella di far sì che fos- lizzati con questo materiale». Infine hanno sero i giovani i veri protagonisti della gior- accennato alle tecniche attualmente in atto nata, capaci di offrire spunti di riflessione per lo smaltimento dell’amianto – la stabiinnovativi in grado di lasciare una traccia lizzazione (non permanente), con conseprofonda nel pubblico in sala. Ritengo che guente trasferimento in discarica, e l’inertizzazione – questa sia un’esperienza sottolineando i vantaggi estremamente formativa per tutti gli studenti che AMIANTO E SALUTE della seconda, che, graa tecniche hanno partecipato, e «I tumori possono zie chimico/fisiche, trasforconfido che ne faranno manifestarsi anche ma l’amianto in materiali tesoro per il loro futuro: magari alcuni decideranvent’anni dopo inerti, innocui e che posno di studiare e lavorare l’esposizione alle fibre» sono essere riciclati. Al termine della relazioin questi settori. In conne è seguito un piccato clusione, tengo a sottoliintervento di Alberto neare come il loro impegno sia significativo e necessario per la Servida (Dipartimento di Chimica dell’Uniformazione di una futura classe dirigente versità di Genova), tutor dei ragazzi insieme preparata, capace e appassionata che si a Sandra Petraroia (Università di Bologna), che ha polemizzato col fatto che «in Italia spenda al meglio per il nostro territorio». L’assessore Cavallera ha invece informato spesso la chimica viene considerata in modo sui vari fronti dell’impegno della Regione re- negativo, quando invece è buona. Solo che lativamente alla “questione amianto”. «D’in- la politica ha fatto sì che la chimica italiana, tesa con il Ministero della Salute - ha scritto fino agli anni Ottanta ai livelli dei concorrenti - l’Amministrazione ha cercato di fare siste- tedeschi, venisse svenduta, nonostante le ma in materia sanitaria, favorendo la condi- ottime competenze, solo perché non ha il DI ELISA FERRANDO “peso” a livello numerico di altri comparti industriali, come l’automotive». I ragazzi della III B Cat (geometri) dell’istituto “Giobert”, guidati dai docenti Carlo Roggero e Cesare Zollo, hanno invece analizzato la questione relativa al telerilevamento aereo per misurare, conoscere e pianificare l’ambiente, tecnica in grado di individuare, caratterizzare e quantificare le superfici in cemento-amianto con accuratezza del 94% circa. «Siccome il progetto di telerilevamento aereo a cura del Comune, in programma l’anno scorso, non è stato effettuato – hanno sottolineato i ragazzi – abbiamo pensato di dare un contributo, identificando vari edifici con copertura in cemento-amianto sul territorio astigiano». Strettamente collegata la relazione della classe V A del liceo artistico “Benedetto Alfieri”, seguita dalla prof.ssa Gianna Gandini (i compagni della classe IV dell’indirizzo multimediale hanno invece realizzato la locandina del convegno). I ragazzi hanno approfondito il tema della catalogazione dei dati di rilevamento per una puntuale verifica dei dati rilevati attraverso gli strumenti tecnologici. Hanno ricordato quali sono i dati occorrenti e le diverse modalità di effettuare un censimento, citando alcuni esempi di classificazione dei dati ad opera della Provincia di Cosenza, dell’Arpa Emilia Romagna, dell’Ufficio tecnico del Comune di Reggio Calabria e dell’Ufficio tecnico del Comune di Vinchio. A margine il commento di Lorenza Fiumi del CNR di Roma, che ha mostra apprezzamento per le relazioni delle due scuole «perché hanno trattato un passaggio fondamentale, ovvero la classificazione e il censimento, A CONFRONTO SUL TEMA DELL’AMIANTO. Gli studenti del liceo scientifico “Vercelli” durante l’esposizione. In alto, da sinistra, uno scorcio della platea; una studentessa del liceo “Vercelli” con il professor Savergnini; i ragazzi del liceo classico “Alfieri” (Pletosu) che dimostra come i ragazzi abbiano cen- to l’amianto presenta rischi per la salute, ma trato l’obiettivo». Ricordando poi come il te- solo quello ammalorato», sottolineando tutto lerilevamento debba sempre essere affian- ciò che fa l’Amministrazione per individuare l’amianto ad Asti. «Premesso che, a differencato da una verifica con gli Enti locali. Infine gli studenti della classe I B del liceo za di altre città, tutte le scuole del territorio classico “Vittorio Alfieri”, accompagnati dalla comunale sono completamente ripulite docente Maria Anna Gianotti, hanno ana- dall’amianto – ha spiegato – esiste anche un lizzato l’aspetto sanitario, sottolineando il progetto di bonifica dell’ex Way Assauto, l’arapporto di causa-effetto tra esposizione alle rea più estesa di Asti contaminata da questo fibre di amianto e mesotelioma (cancro del minerale, grazie all’accordo con la proprietà. mesotelio). «Gli organi più colpiti - hanno Senza contare che, come Comune, emettiasottolineato gli studenti - sono polmoni (il mo a getto continuo ordinanze a firma del cancro si presenta come addensamento del- sindaco per la rimozione o l’incapsulamento le fibre di amianto nell’estremità inferiore), di coperture di amianto da edifici civili o industriali. Infine stiamo stomaco e colon, con un per firmare un protocollungo periodo di latenza, lo di intesa con l’Arpa pari anche a 20 anni, i MICHELE RUCCO Piemonte che sta aggiorcui primi sintomi sono la nando una cartografia in difficoltà respiratoria e i «La nocività di questo minerale suo possesso sulla predolori addominali». senza dell’amianto in Da parte sua il dott. Carlo stabilita già Piemonte. Nello specifiDardanelli, uno degli e- all’inizio del ‘900» co, abbiamo chiesto che sperti che hanno fatto da Asti sia capofila del protutor ai ragazzi insieme getto». ad Elisa Paolicchi (Dipartimento di Biologia, Università di Pisa), ha Le conclusioni sono state affidate al segrericordato come, «vista l’ineluttabilità della tario nazionale ONA Michele Rucco, che ha malattia, dovuta al fatto che siamo tutti un puntato il dito contro «le lobby che non conpo’ esposti all’amianto, è importante non sentono di fare passi avanti nella lotta all’afare terrorismo psicologico, in quanto quan- mianto a causa degli interessi che ha nel far do si avvertono quei sintomi non bisogna permanere la situazione allo stato attuale». subito pensare al peggio. E, soprattutto, è Qualche esempio? «Come testimonia una importante non fumare, in quanto è stato sentenza del Tribunale del 1906 – ha afferdimostrato che il fumo di sigaretta aumenta mato – la nocività a livello di salute dell’amianto era già conosciuta ai primi del Noil rischio di ammalarsi di mesotelioma». D’accordo sul tema del terrorismo psicolo- vecento, ma è sempre stata ignorata. Anche gico l’assessore comunale all’Ambiente Al- quando, nel 1964, è stata dimostrata da uno berto Pasta, che ha ricordato come «non tut- scienziato americano, tanto che dagli anni Sessanta gli Stati Uniti hanno diminuito notevolmente la produzione di amianto quando invece l’Italia registrava il suo picco produttivo. Per lo stesso motivo si continua a parlare di mappatura o ricerca scientifica quando esistono già brevetti e ricerche scientifiche che andrebbero solo applicate». Infine Andrea Cirio, presidente di Api Asti, ha ricordato l’impegno dell’associazione di categoria sul tema amianto grazie all’inaugurazione, un anno fa, dello sportello “S.O.S. Amianto” presso la sede dell’associazione, con l’obiettivo di dare consulenza integrata sul piano medico, legale, tecnico. «Sono state supportate diverse persone nell’ambito dell’assistenza previdenziale e sanitaria - ha spiegato - e sono stati effettuati vari interventi per rimuovere, e in alcuni casi sostituire con pannelli fotovoltaici, coperture in amianto da tetti di edifici civili e industriali, grazie alla rete di imprese specializzate in bonifica e smaltimento, in grado di proporre anche tariffe agevolate, che abbiamo messo a disposizione. A questo proposito sottolineo anche il nostro ruolo di associazione come “cuscinetto” tra impresa e Comune nel caso in cui quest’ultimo emetta ad un imprenditore un’ordinanza di rimozione di una copertura. Così da trovare un accordo (per esempio stabilendo tempi di intervento non troppo stretti) che riesca a far raggiungere l’obiettivo che sta a cuore a tutti, ovvero la rimozione dell’amianto, senza mettere in ginocchio l’azienda, dato che noi piccole e medie imprese siamo già molto provate dalla crisi economica». http://www.atnews.it/politica1/item/12824-roma,-il-vicesindaco-arri-ha-incontrato-il-ministro-dellambiente-sul-tema-amianto.h tml Stampa questa pagina Roma, il vicesindaco Arri ha incontrato il Ministro dell'Ambiente sul tema amianto • • Mercoledì, 11 Giugno 2014 dimensione font riduci dimensione font aumenta la dimensione del font Il Vicesindaco della Città di Asti Davide Arri ha incontrato a Roma nella giornata di ieri, martedì 10 giugno, il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Nel corso dei lavori il Vicesindaco Arri ha illustrato e consegnato al Ministro copia di una relazione a firma dell’Assessore all’Ambiente Avv. Alberto Pasta ed ampia documentazione afferente il Progetto “S.O.S Amianto”, declinando le numerose azioni che si stanno coltivando e si ha in previsione di attuare nella Città di Asti per contrastare ed ovviare alla presenza dell’amianto. In particolare, il Vicesindaco ha presentato la fruttuosa collaborazione instaurata su questo fronte grazie al prezioso impegno congiunto del Provveditorato agli Studi della Provincia di Asti, dell’Assessorato all’Istruzione del Comune di Asti, dell’Università di Asti, dell’Osservatorio Nazionale Amianto, dell’API, della Cassa di Risparmio di Asti, Lega Ambiente, Unicredit, Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma e delle Istituzioni Scolastiche (Liceo Scientifico “F.Vercelli”, Liceo Classico “V. Alfieri”, Liceo Artistico “ B. Alfieri” e Istituto Tecnico “G. A. Giobert” ) volto a fornire una risposta corale, adeguata e multidisciplinare a questo importante problema. Altresì, Arri ha ribadito l’importanza di dare corso ad un censimento della presenza dell’amianto nel territorio anche attraverso un intervento di telerilevamento, tramite un apparecchio di proprietà del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che restituirebbe la mappatura della diffusione e del grado di deterioramento delle coperture con amianto.
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