Storia della Matematica Lezione 14 E NRICO R OGORA1 1 Dipartimento di Matematica ”Sapienza”, Universita` di Roma Roma, 14 Aprile 2014 E NRICO R OGORA Storia della Matematica Galileo e l’infinito Galileo, nel Dialogo sopra due nuove scienze si interroga sull’infinitamente grande e sull’infinitamente piccolo, trattando dei seguenti argomenti. Il pradosso della ruota di Aristotele La scodella di Galilei La corrispondenza biunivoca tra i numeri naturali e i loro quadrati La considerazione di un cerchio con raggio che diventa arbitrariamente grande e che degenera in una retta Sembra che Galileo avesse intenzione di scrivere un’opera sull’infinito in matematica, a conferma della percezione che si trattasse di uno dei problemi cruciali per sviluppare la nuova scienza. E NRICO R OGORA Storia della Matematica Il paradosso della ruota Due livelli: realta` e modello. Nella realta` la ruota piccola striscia quando la grande rotola senza strisciare e la grande frena quando la piccola rotola senza strisciare ` possibile dare un modello matematico di rotolamento della E ruota grande in uno spazio numerico. La piccola allora, nel suo movimento teorico determina una corrispondenza biunivoca con i punti della retta tangente, ma questa corrispondenza non e` un’isometria Sono possibili altri modelli, non numerici, entro i quali il paradosso si risolve? Galileo sviluppa un modello discreto sostituendo ai cerchi due poligoni regolari iscritti e cercando di immaginarne il limite al crescere del numero dei lati. E NRICO R OGORA Storia della Matematica Galileo: contributi Matematici Tra i contributi matematici, uso della parabola per modellare la traiettoria di un proiettile calcolo di volumi e baricentri interesse nelle proprieta` di curve definite cinematicamente o da proprieta` fisiche: cicloide, catenaria E NRICO R OGORA Storia della Matematica Bonaventura Cavalieri (1598-1647) E NRICO R OGORA Storia della Matematica Biografia essenziale Nacque a Milano Da giovane entro` nell’ordine dei gesuati di s. Girolamo. Nel 1615 prese gli ordini minori e fu mandato a Pisa per perfezionarsi, dove incontro` Benedetto Castelli, allievo di Galileo Galilei, che diede a Cavalieri le prime lezioni di geometria e, ` lo presento` a Galilei. Per piu` di avendone riconosciute le capacita, dieci anni cerco` senza fortuna un incarico per l’insegnamento della ` Finalmente, nel 1629, grazie matematica presso una Universita. anche all’appoggio di Galileo, ottenne una cattedra di Matematica presso l’Universita` di Bologna. Cavalieri non lascera` piu` Bologna fino alla morte, avvenuta il 30 novembre 1647. Oltre alla Geometria degli indivisibili, la sua opera piu` importante, pubblico` la Trigonometria plana e sphaerica, lo Specchio ustorio, le Exercitationes geometricae sex e varie opere di astronomia e di astrologia. E NRICO R OGORA Storia della Matematica Cavalieri matematico Cavalieri fu il primo a pubblicare in Italia tavole per i logaritmi, diciotto anni dopo la loro invenzione da parte di John Neper e a illustrarne l’uso. Introdusse diversi perfezionamenti, sia nell’uso dei logaritmi, sia nella geometria sferica, dove dimostro` il teorema che asserisce che l’area di un triangolo sferico geodetico (cioe` i cui lati sono porzioni di cerchi massimi) sulla sfera unitaria e` uguale alla differenza tra la somma degli angoli del triangolo e due angoli retti: A = α1 + α2 + α3 − π. Il principale contributo di Cavalieri alla matematica e` il metodo degli indivisibili, uno snodo cruciale della storia della matematica, sia per la maggiore flessibilita` rispetto al metodo di esaustione, sia per le controversie che ne seguirono, che portarono in ultima analisi allo sviluppo dei metodi infinitesimali e alla nascita del calcolo infinitesimale. Dimostro` geometricamente le formule che in notazione moderna si leggono Z b an+1 bn+1 − xn = n+1 n+1 a E NRICO R OGORA Storia della Matematica Il metodo degli indivisibili Cavalieri cerco` di dare una esposizione organica al metodo degli indivisibili nella sua opera Geometria indivisibilibus continuorum nova quadam ratione promota, che affonda le sue radici nel metodo meccanico di Archimede. Meditando dunque un giorno sulla generazione dei solidi che sono originati da una rivoluzione intorno ad un asse e confrontando il rapporto delle figure piane generatrici con quello dei solidi generati mi meravigliavo moltissimo del fatto che le figure generate si discostassero a tal punto dalla condizione di quelle che la generano, da mostrare di seguire un rapporto completamente diversodal loro. per esempio un cilindro, che e` ottenuto insieme ad un cono della stessa baseper rotazione attorno ad un medesimo asse, e` il triplo di questo, anche se nasce per rivoluzione da un parallelogramma doppio del triangolo che genera il cono. [...] E NRICO R OGORA Storia della Matematica Il metodo degli indivisibili (II) Avendo dunque piu` e piu` volte fermato l’attenzione su tale diversita` in moltissime altre figure, mentre prima, raffigurandomi ad esempio un cilindro come l’unione di parallelogramm indefiniti per numero e il cono con stessa base e stessa altezza come l’unione di triangoli indefiniti per numero passanti tutti per l’asse, ritenevo che ottenuto il mutuo rapporto di dette figure piane dovesse subito venirne fuori anche il rapporto dei solidi da esse generate, risultando invece gia` chiaramente che il rapporto delle figure piane generatrici non concordava affatto con quello dei solidi generati mi sembrava si dovesse a buon diritto concludere che avrebbe perduto il tempo e la fatica e che avrebbe trebbiato inutile paglia chi si fosse messo a ricercare la misura delle figure con tale metodo. E NRICO R OGORA Storia della Matematica Il metodo degli indivisibili (III) Ma dopo aver considerato la cosa un po’ piu` profondamente, pervenni finalmente a questa opinione e precisamente che per la nostra faccenda dovessero prendersi piani non intersecantesi tra loro, ma paralleli . In questo infatti, investigati moltissimi casi, in tutti trovai perfetta corrispondenza tanto tra il rapporto dei corpi e quello delle loro sezioni piane quanto tra il rapporto dei piani e delle loro linee [...] Avendo dunque considerato il cilindro e il cono suddetti e secati non piu` per l’asse ma parallelamente alla base, trovai che il rapporto del cilindro al cono e` uguale a quello di quei piani che chiamo nel libri II “tutti i piani” del cilindro a “tutti i piani” del cono, con riferimento alla base comune [...] Stimai percio` metodo ottimo per investigare la misura delle figure quello di indagare i rapporti delle linee al posto di quello dei pianie i rapporti dei piani al posto di quello dei solidi per procurarmi subiti la misura delle figure stesse. La cosa, ritengo, ando` come nei miei voti, come risulta chiaro a chi leggera` tutto. E NRICO R OGORA Storia della Matematica Principio di Cavalieri La Geometria degli indivisibili si compone di sette capitoli (o Libri, secondo la denominazione di allora), e contiene, tra l’altro, il famoso Principio di Cavalieri Se due figure piane o solide hanno la stessa altezza; se poi, condotte nelle figure piane delle rette parallele e nelle solide dei piani paralleli, si trovera` che i segmenti di retta tagliati dalle figure piane (o le superficie piane tagliate dalle solide) sono grandezze proporzionali, le due figure staranno tra loro come uno qualsiasi dei segmenti (o nei solidi una delle superfici) tagliati nella prima al corrispondente segmento tagliato nell’altra. Libro II Teorema IV. Illustrazione grafica del principio di Cavalieri E NRICO R OGORA Storia della Matematica Successo del metodo degli indivisibili Nonostante le obiezioni e i paradossi, il metodo degli indivisibili si impose rapidamente tra i matematici Opinione di Torricelli Che poi la geometria degli indivisibili sia un’invenzione del tutto nuova, non oserei certo dire. Crederei, piuttosto, che gli antichi Geometri si siano valsi di questo metodo per scoprire i Teoremi piu` difficili, e che poi, nella dimostrazione, abbino preferito un altro metodo, sia per nascondere i segreti dell’arte, sia per non offrire, a invidiosi detrattori, alcuna occasione di critica. Dalle opere. In somma, a me pare che per via degl’indivisibili si trovino [...] delle conclusioni da non disprezzarsi [...]. Come dunque questa dottrina non e` da stimarsi? Se costoro ammettessero le conclusioni pur belle, come credo, che bisogni concedere, converra` pur anco approvare la dottrina, almeno dovranno mostrare cje ve ne sono delle false, ma credo che dureranno fatica? E NRICO R OGORA Storia della Matematica
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