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Lombardia
Castello di Vezio
Il castello di Vezio si trova su un promontorio affacciato sulla riva orientale del
Lago di Como, è situato nella frazione omonima di Vezio, nel Comune di Perledo,
in una posizione panoramica che domina gran parte del lago ed il sottostante
paese di Varenna.
Arrivati a Varenna si seguono le indicazioni per Vezio e si percorre la strada in
salita fino ad arrivare ad un piccolo spiazzo alle porte del paesino dove si deve
parcheggiare l'automobile. Da qui è semplice seguire le indicazioni per il castello
percorrendo le strette e caratteristiche viuzze di porfido e passando oltre la
chiesetta di Sant'Antonio Abate e al minuscolo cimitero posto di fronte (il più
piccolo che abbia mai visto; che sia il più piccolo del mondo? O_o ).
Superata la chiesa si accede al vialetto che porta al castello, costeggiato da piante
di ulivo che rimandano alle antiche tradizioni locali di produzione di olio
extravergine d'oliva, coltivazioni poste sui terrazzamenti dei comuni di Perledo e
Varenna. Quest'olio ha recentemente ricevuto la qualifica di Denominazione di
Origine Protetta (DOP) "Laghi Lombardi – Lario".
Da qui è possibile ammirare la mole del castello, costituito da un'alta torre
centrale a pianta quadrata, circondata da una cerchia di mura con torrette alle
estremità. Non si conosce la data esatta di costruzione del castello ma le sue
caratteristiche architettoniche permettono di datarlo al Medioevo. La leggenda
narra che fu Teodolinda, regina dei Longobardi dal 589 al 627 d.C., ad ordinarne la
costruzione, insieme all'oratorio di Sant'Antonio e alla Chiesa di San Martino, con
l'antico campanile a forma di torre. A Perledo, infatti, la regina avrebbe trascorso
gli ultimi anni della sua vita.
Benché non si abbiano prove storiche di questo, ed anzi molte sono le località che
rivendicano tale tradizione, sappiamo che il promontorio di Vezio fu frequentato
fin da tempi antichissimi per le sue caratteristiche: posto in posizione dominante,
permetteva di controllare un vasto territorio circostante e gran parte del bacino
del Lago di Como; era inoltre situato in prossimità di importanti vie di
comunicazione, sia quella che dalla pianura risaliva il lago per raggiungere i valichi
alpini, sia quella proveniente dalla Val Varrone e dalla Valsassina, in cui vi erano
importanti miniere di ferro.
Le testimonianze più antiche di frequentazione del promontorio sono alcune
tombe dell'età del Ferro (I millennio a.C.), scoperte nel 1891. Ma, appunto per le
sue caratteristiche, la zona fu sempre un punto strategico importante, soprattutto
durante i conflitti per il controllo della regione, dopo il crollo dell'Impero Romano
e durante il periodo medievale. Una prima fortificazione posta sul sito del castello
fu probabilmente distrutta durante le invasioni barbariche oppure durante le
lunghe guerre tra Goti e Bizantini, Longobardi e Franchi. Nel Medioevo il castello
fu ricostruito così come lo vediamo ora e servì alla difesa dell'abitato di Varenna,
con il quale fu congiunto da mura e fortificazioni. Tutto ciò non servì comunque ad
impedire la distruzione di Varenna ad opera dei comaschi nel 1244, anche se il
castello fu risparmiato e servì per una nuova ribellione solo 4 anni dopo che,
ugualmente, si concluse con una sconfitta. In seguito il territorio e il castello
passarono sotto il controllo delle famiglie dei Visconti e dei Torriani, subirono le
dominazioni straniere di francesi e spagnoli, ma anche quelle dei veneti e dei
signori di Bergamo, e poi di altri signori feudali o di vescovi, fino all'Ottocento
quando il castello fu proprietà della famiglia Crivelli-Serbelloni.
Percorso il viale si giunge in prossimità del castello e si arriva al ristorante, con la
sala da pranzo realizzata interamente in legno ed i tavoli disposti tra gli alberi, i cui
tronchi sembrano colonne che reggono la copertura, al di sopra della quale si
aprono le fronde. La cucina si ispira ai tradizionali piatti locali, combinando il pesce
di lago alla carne e alle specialità delle vicine valli lecchesi. Subito dopo vi è il barbiglietteria dove è possibile bere qualcosa di fresco nei tavolini all'aperto e
acquistare simpatici souvenirs, tra cui cartoline e riproduzioni di armi medievali.
Superato questo, si imbocca il viale in ghiaia sul lato settentrionale della mura
dove è posta la voliera che ospita “Artù”, un gufo reale europeo, animale notturno
che durante il giorno sonnecchia nell'oscurità del suo rifugio. E' importante non
disturbarlo e non usare il flash se si vuole fotografarlo. Lungo il viale, e in generale
in tutto il castello, sono coltivate diverse varietà di fiori e piante, come i lilium, le
orchidee, la lavanda, i girasoli e molti altri. Nel giardino sono poi poste simpatiche
figure di fantasmi in gesso, che allieteranno grandi e piccini, e totem decorati,
opera di un artista locale. Si arriva così al terrazzo panoramico che offre una vista
mozzafiato sul lago: si può ammirare il promontorio di Bellagio in corrispondenza
del quale il Lario si divide nei due rami, quello di Lecco (a sinistra) e quello di Como
(di fronte), mentre a destra il lago prosegue verso le Alpi e sotto di noi il paese di
Varenna.
Da qui si può salire verso il Giardino degli Olivi oppure scendere per il sentiero
verso i sotterranei del Castello, riadattati al tempo della prima guerra mondiale a
scopo difensivo e facenti parte del complesso sistema di trincee e fortificazioni, la
cosiddetta “Linea Cadorna”, che doveva proteggere il confine svizzero in
previsione di un (mai verificato) attacco nemico. Nei pressi dei sotterranei vi è
anche un piccola torretta, al di là della quale il falconiere, Nicola Castellano,
ricovera ed alleva i rapaci, tutti esemplari nati in cattività e che non sarebbero in
grado di vivere autonomamente. Durante il giorno i rapaci sono ospitati nel
Giardino degli Olivi, un grande spiazzo con grandi piante di ulivo da cui si accede
anche al castello. Nello spiazzo sono ospitati 4 rapaci, due poiane di Harris, Linda,
di 8 anni, la miglior volatrice del gruppo e il piccolo Parsifal, di un anno, giovane
ma promettente. Oltre a loro una grande poiana ferruginosa, di nome Regina, e
Semola, il Barbagianni. Ogni giorni, il falconiere fa volare i suoi rapaci che si librano
nel cielo con sfondo il lago e le montagne circostanti ed illustra le metodologie di
allevamento di questi e le loro abitudini di vita.
Dal Giardino degli Olivi si entra nello spiazzo centrale del castello, attraverso una
porticina nelle mura merlate, con i lati muniti di piccole torri semicircolari. Al
centro dello spiazzo si erge l'alta torre a base quadrata, che ha analogie con quella
del Castello di Cly, in Valle D'Aosta. Attraverso una scaletta in pietra ed un ponte
levatoio in legno si può entrare nella torre ed arrivare fino alla sommità dove vi
aspetta una vista mozzafiato di tutto il territorio circostante. All'interno della torre
è presente una piccola mostra sul Lariosauro, un rettile marino di piccole
dimensioni (fino ad 1 metro di lunghezza), scoperto per la prima volta proprio a
Perledo nel 1839, ma che era diffuso in tutto il mondo durante il Triassico medio,
periodo in cui sulla terra c'erano i Dinosauri. Sono presenti pannelli esplicativi ed è
possibile ammirare i resti fossilizzati di questo dinosauro marino. Tornati nello
spiazzo tra le mura, anche qui allietati dai simpatici fantasmini in gesso, non fatevi
sfuggire la possibilità di provare armature e armi medievali che vi faranno sentire
dei veri cavalieri. Basta salire verso la torretta all'angolo sud-orientale delle mura e
troverete spade, elmi, un'armatura completa e anche delle cinture di castità !!!
0_o
La visita al castello si è conclusa con lo spettacolo di falconeria di Nicola che ci ha
fatto provare l'emozione di vedere da vicino questi uccelli così orgogliosi e fieri e di
far rivivere l'antica arte della falconeria che affonda le sue radici nei secoli passati.