Amara confessione “Caro Generale, la vedo rabbuiata. Qualcosa non va?”. “Caro Giancarlo, da buon siciliano credevo di conoscere in gran parte la cultura e gli atteggiamenti degli Arabi. Abitano così vicini a noi. E poi per circa 200 anni hanno dominato la Sicilia. Come faccio a non conoscerli, dicevo fra me?”. “Ed invece?”. “Ed invece vado ad un convegno internazionale, dove ci sono siriani, iracheni, somali, kuwaitiani, palestinesi, egiziani, e così via e scopro il loro alto senso religioso. Povero Cristo, da noi relegato in soffitta a causa di una Chiesa che in 2000 anni ha seguito più le orme di Paolo che quelle del Maestro, molto più misericordioso e tollerante! Loro, invece, in Maometto credono con grande e convinta fede e ritengono che ogni forma di sviluppo e di emancipazione sociale si possa conseguire seguendo la dottrina del loro grande Profeta”. “Caro Generale, e come la mettiamo con queste forme di violenza di alcuni terroristi arabi? Come possono costoro accettare la dottrina di Maometto e poi essere tolleranti con questi barbari?”. “Caro Giancarlo, non lo sono affatto. Essi per primi li indicano come barbari, che stanno gettando discredito sulla loro dottrina religiosa e sulla loro cultura. I loro truci atti danneggiano prima di tutto gli arabi. Oggi la regina della Giordania li ha definiti violenti e condannati. Hanno più desiderio di pace e di tolleranza di noi. Guardate la loro cultura: mentre la nostra è piena di eroi guerrieri che usano la violenza per imporre le loro convinzioni, vedi Sigfrido per i Germani, Orlando per i Franchi, El Cid per gli Spagnoli, per gli arabi il prototipo dell’eroe è il commerciante, che va in terre lontane e fa fortuna vendendo la sua mercanzia”. “Come mai alcuni di loro invitano i connazionali alla guerra santa?”. “Veramente le guerre sante, come le crociate, sono state inventate da noi, mentre gli arabi hanno usato il massimo rispetto per i nostri luoghi sacri, che noi, dopo tanti secoli, abbiamo trovato quasi intatti. Noi cristiani abbiamo fatto piazza pulita delle genti e delle loro credenze, in quelle terre dove siamo giunti, con falsi predicatori, che facevano tagliare la testa ai poveri indigeni che continuavano a pregare i loro idoli”. “Mi sembra, però, che in questo campo anche i musulmani non hanno scherzato e tuttora taluni di loro uccidono cristiani e incendiano chiese”. “E’ vero, ma adesso è venuto il momento della grande riconciliazione. Dio, sappiamo, è uno solo, anche se lo chiamiamo con nomi diversi. Questo è un dato acquisito. Pochi, però, sanno che Abramo è il patriarca unico delle tre religioni monoteiste, ebraica, cristiana e musulmana; che Gesù ha detto che non era venuto per fondare una nuova religione, ma per completare quella dei profeti ebrei, che Maometto ha ricevuto la sua rivelazione dall’Arcangelo Gabriele, che è lo stesso che ha annunciato a Maria la nascita di Cristo. L’Arcangelo Gabriele è colui che evitò ad Abramo di uccidere Isacco, è colui che seppellì Mosè, è colui che invitò Noè a prendere gli animali prima del diluvio universale. La presenza di Gabriele è preponderante nelle tre religioni. Come si fa a non pensare che la religione è unica? 1 Quanti punti in comune hanno le tre religioni! Perché non ci sediamo e non ci ragioniamo sopra, magari per fondare la religione unica di adorazione del Dio unico, clemente e misericordioso? Io ci sto provando con l’arte, componendo la ”Trilogia universale”, in cui canto le gesta eroiche di tre donne, Sara, la moglie di Abramo, Maria di Magdala, la donna più vicina a Cristo e Khadija, la prima moglie di Maometto. Cerco di cantare i valori comuni delle tre religioni, attraverso tre donne, che sanno essere meno violente degli uomini, in quanto loro i figli che nascono li vedono uscire dalla loro pancia e non vorrebbero che fossero trucidati per false convinzioni e follie di dominazione sugli altri esseri umani. Credo che, attraverso le donne, l’umanità potrebbe divenire meno violenta, più solidale e tollerante. E chissà che un giorno non riescano esse a trovare il punto di incontro fra le tre religioni. Noi, uomini, non ci siamo riusciti. Facciamo provare a loro? Io, intanto, faccio musica e canto le loro gesta”. Roma, novembre 2014 Detto Giancarlo 2
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