Lecce, lì 20 febbraio 2014 Enel S.p.A. in persona del legale

Lecce, lì 20 febbraio 2014
Enel S.p.A.
in persona del legale rappresentante pro tempore,
Viale Regina Margherita, 137
00198 Roma
OGGETTO: Danno ambientale e danno sulla salute pubblica per emissioni in
atmosfera di sostanze nocive promananti dall’impianto termoelettrico EniPower, di Enel
spa, Federico II – di Cerano – Brindisi.
In nome e per conto della Provincia di Lecce, in persona del Presidente nonché legale
rappresentante pro tempore, Dott. A. Gabellone, che con me sottoscrive la presente per
ratifica ed accettazione, giusto incarico conferito allo scrivente difensore con Delibera
della Giunta Provinciale n. 25 dell’11.02.2014.
Gli studi condotti da ARPA Puglia, riportati sia nel “Piano Regionale di Qualità
dell’Aria PRQA” , di cui al Regolamento Regionale n. 6 del 21 maggio 2008 (BURP n.
84 del 28/05/2012), che nel “Monitoraggio dell’inquinamento atmosferico nell’area
industriale di Brindisi, finalizzato all’individuazione dell’origine dell’inquinamento da
PM10” del 15/10/2006 (prodotto da ARPA in collaborazione con Università degli Studi
di Lecce e Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR), indicano, sulla base
dei modelli di dispersione e trasformazione degli inquinanti in atmosfera, che il
territorio della provincia di Lecce è interessato dalla ricaduta degli inquinanti emessi dal
polo industriale di Brindisi ( EniPower, Enel Federico II Cerano).
In particolare, nell’Allegato VI al PRQA vengono riportati i dati sulla salute respiratoria
della popolazione pugliese, da cui risulta che il territorio della provincia di Lecce, pur
non avendo insediamenti industriali di rilievo, è il più colpito nella regione da patologie
tumorali dell’apparato respiratorio.
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1
Sulla scorta di tali dati, la Provincia di Lecce incaricava la Dott.ssa Cristina Mangia,
Ricercatrice Fisica dell’atmosfera presso il CNR, affinchè redigesse una consulenza
tecnica volta a dare accurata risposta ai seguenti quesiti:
- “Quali sono gli inquinanti emessi in atmosfera e in acqua dagli impianti
industriali di Brindisi (Enipower, Edipower Cerano) e di Taranto ILVA?
- Nell’ambito della provincia di Lecce si verificano delle ricadute al suolo degli
inquinanti emessi in atmosfera dagli impianti della centrale di Cerano e
dall’impianto siderurgico ILVA?
- Tali ricadute hanno conseguenze nocive sulla salute umana ed, in particolare, e’
possibile riscontrare un nesso eziologico tra gli inquinanti emessi in atmosfera
dagli impianti di Cerano e Taranto e lo stato di salute dei cittadini nella
provincia di Lecce?”
Orbene, le conclusioni tecniche formulate dalla Dott.ssa Mangia evidenziano
sostanzialmente come l’impianto industriale di Brindisi
immetta nell’aria inquinanti
dannosi sia per l’Ambiente, sia per la salute umana.
Giova riportare fedelmente il contenuto dell’elaborato tecnico de quo, onde dimostrare
quanto supra.
“Quesito nr. 1
Quali sono gli inquinanti emessi in atmosfera e in acqua dagli impianti industriali
di Brindisi (Enipower, Edipower Cerano) e di Taranto ILVA?
Le Tabelle 1a e 1b sintetizzano le emissioni in aria e in acqua riferite al 2010-2011 delle
aziende EDIPOWER, ENIPOWER, ENEL Brindisi SUD Cerano
secondo le
autodichiarazioni riportate sul registro europeo delle emissioni http://prtr.ec.europa.eu/.
Mentre le tabelle 2 si riferiscono ai dati del complesso ILVA. Alle emissioni
convogliate si devono poi sommare le quantità di inquinanti rilasciate con le emissioni
diffuse e fuggitive che in massima parte riguardano le zone circostanti l’impianto. Si
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rimanda all’allegato per approfondimenti e per le caratteristiche geometriche degli
impianti.
Tabella 1a. Emissioni in aria
Edipower, Enipower, Brindisi SUD ( Fonte
http://prtr.ec.europa.eu/) I dati si riferiscono al 2011. * indica il dato riferito al 2010
Sostanze inquinanti emesse Unità di misura Edipower Enipower Brindisi SUD
Convenzionali
Monossido di carbonio CO
Ossidi di azoto NOx
Ossidi di zolfo SOx
Particolato PM10
t/a
1740
t/a
654
t/a
t/a
996
7540
1230
7240
78.2
350
28.7*
Metalli e composti
Arsenico e composti
Kg/a
42.8*
Cadmio e composti
Kg/a
12.4
Cromo e composti
Kg/a
136*
Mercurio e composti
Kg/a
Rame e composti
Kg/a
127*
Nickel e composti
Kg/a
168*
Zinco e composti
Kg/a
1.2
10.3*
150*
63.2
121
0.276*
3.67
Composti organici
Benzene
Kg/a
Altri composti
t/a
Cloro e composti inorganici
t/a
3.04
32.9*
Fluoro e composti inorganici t/a
40.8
86.5
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3
Tabella 1b. Emissioni in acqua
Edipower, Enipower, Brindisi SUD (Fonte
http://www.eper.sinanet.apat.it)/ i dati si riferiscono al 2005
Unità
Sostanze in acqua
misura
Arsenico (As) e composti
Cadmio (Cd) e composti
Fluoruri
Idrocarburi policiclici aromatici
Mercurio (Hg) e composti
(IPA)
Nichel (Ni) e composti
Piombo (Pb) e composti
Rame (Cu) e composti
Zinco (Zn) e composti
kg/a
kg/a
kg/a
kg/a
kg/a
kg/a
kg/a
kg/a
kg/a
di
Brindisi
Edipower Enipower SUD
220
134.4
15
6526.3
65.6
2.7
120.6
37.6
68.9
149.7
Tabella 2a. Emissioni in aria ILVA ( Fonte http://prtr.ec.europa.eu/) dati si riferiscono
al 2011.
Sostanze inquinanti emesse
Convenzionali
Monossido di carbonio CO
Ossidi di azoto NOx
Ossidi di zolfo SOx
Composti organici non volatili Nmvoc
Particolato PM10
Metalli e composti
Arsenico e composti
Cadmio e composti
Cromo e composti
Mercurio e composti
Rame e composti
Unità di Totale
misura
t/a
t/a
t/a
t/a
t/a
205000
9430
11100
712
1390
Kg/a
Kg/a
Kg/a
Kg/a
Kg/a
190
117
567
21.8
1.93
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4
Nickel e composti
Zinco e composti
Piombo
Sostanze organiche clorurate
Diossine- Furani PCDD + PCDF (dioxins +
Altri composti organici
furans) (as Teq)
Idrocarburi policiclici aromatici
Benzene
Altri composti
Cloro e composti inorganici
Fluoro e composti inorganici
Tabella 2b. Emissioni in acqua
Kg/a
Kg/a
Kg/a
437
35.1
9.07
g/a
9
Kg/a
Kg/a
85.2
1.86
t/a
t/a
354
19.2
ILVA ( Fonte http://prtr.ec.europa.eu) I dati si
riferiscono al 2011.
Inquinanti in acqua
Arsenico (As) e composti
Cromo (Cr) e composti
Cianuri
Fenoli
Fosforo
Idrocarburi policiclici aromatici (IPA)
Mercurio (Hg) e composti
Nichel (Ni) e composti
Piombo (Pb) e composti
Rame (Cu) e composti
Zinco (Zn) e composti
Unità di
kg/a
misura
t/a
t/a
t/a
t/a
kg/a
kg/a
t/a
kg/a
t/a
t/a
ILVA
732
6.17
24.1
1.51
17.6
304
2.76
613
2.15
9.04
Molti degli inquinanti emessi dagli impianti in esame sono precursori di altre sostanze
come ad esempio il particolato di origine secondaria nella frazione piu’ fine
(prevalentemente PM1) e l’ozono. In particolare, si sottolinea come gli ossidi di azoto
(NOx) e zolfo (SO2 ) emessi nei fumi allo stato gassoso formano, al termine di
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complesse catene di trasformazione chimica, composti nitrati, solfati e ammonio allo
stato solido e insieme ai Composti Organici Volatili contribuiscono alla formazione di
ozono e altri inquinanti fotochimici su scale spaziali dell’ordine delle decine di km.
Quesito nr 2
Nell’ambito della provincia di Lecce si verificano delle ricadute al suolo degli
inquinanti emessi in atmosfera dagli impianti della centrale di Cerano e
dall’impianto siderurgico ILVA?
Per valutare eventuali ricadute al suolo dagli impianti in oggetto sono stati analizzati
lavori pubblicati su riviste scientifiche e rapporti tecnici riguardanti la qualità dell’aria
in provincia di Lecce.
2.1 Caratteristiche anemologiche
Nell’allegato tecnico sono sintetizzate le principali caratteristiche meteoclimatiche e
anemologiche dell’area. Si riportano di seguito le caratteristiche anemologiche salienti :
La Figura 2.1.1 mostra le rose dei venti basate su una statistica annuale relativa al 2005
dei campi di vento rilevati in alcune stazioni presenti sul territorio Provinciale, gestite
dal Dipartimento di Scienze dei Materiali dell’Università degli Studi di Lecce (Lecce e
Racale) e dall’Aeronautica Militare (S. M. di Leuca), In generale, i venti predominanti
sul territorio della Provincia di Lecce sono quelli che soffiano da N-NW e da S-SE,
come evidenziato anche in studi precedenti sulla climatologia dell’area (Ruggiero &
Zuanni, 1989). Mentre le due stazioni più interne al territorio Provinciale mostrano una
distribuzione dei venti molto simile, la stazione di S. M. Leuca, a causa della sua
posizione geografica (≈112 mslm e affacciata su entrambe le coste), presenta una locale
disomogeneità del campo anemologico, manifestando perciò componenti legate a
complessi sistemi di brezza che insistono sull’area specialmente nel periodo estivo.
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In Figura 2.1.2 sono mostrate le rose dei venti (i cui dati sono tratti da
www.scia.sinanet.apat.it) in alcune stazioni meteorologiche presenti sul territorio
regionale. Risentendo dei vari aspetti del territorio, le direzioni prevalenti, l’intensità e
le percentuali di calma sono differenti nei vari siti.
Figura 2.1.2 Mappa delle rose dei venti
La figura 2.1.3 mostra la direzione prevalente del vento su base giornaliera a Brindisi
nel periodo 1992-2007 (Mangia et al. 2011) mentre la figura 2.1.4 mostra la direzione
prevalente del vento su base giornaliera a Taranto periodo 2006-2010 (Mangia et al .
2013).
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7
Figura 2.1.2 Rosa dei venti dati giornalieri Brindisi 1192-2007 ( Mangia et al.
2011)
Figura 2.1.3 Rosa dei venti Taranto 2006-2010 ( Mangia et al. 2013)
L’analisi dei dati anemologici conferma una frequenza elevata di venti di forte
intensità dai quadranti W-NW-N.
2.2 Studi sperimentali
Le attività sperimentali hanno riguardato essenzialmente analisi sul particolato, la
presenza di metalli, solfati, nitrati e altre sostanze nel Nord Salento in alcune campagne
sperimentali. Nell’allegato sono riportati i dettagli dei vari studi esaminati. In questo
paragrafo è presentata una sintesi dei vari lavori scientifici e rapporti tecnici.
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8
Nel lavoro di Buccolieri et al 2005 sono state effettuate delle campagne di
caratterizzazione di PM10 da Febbraio 2002 a Dicembre 2003 a Lecce e Campi
Salentina (LE). I risultati del lavoro mettono in evidenza che

le concentrazioni medie di Pm10 e piombo nel periodo di campionamento sono
al di sotto dei limiti previsti dalla legge.

Esiste una significativa correlazione per le coppie di metalli Fe-Mn che
sembra suggerire un’origine comune attribuibile probabilmente ad attività
metallurgica Inoltre questi i massimi di questi metalli sono generalmente
associati a venti da Nord- Nord Ovest.
Nel lavoro di Buccolieri et al 2006 è stata effettuata una campagna di caratterizzazione
di PM10 da Gennaio 2004 a Dicembre 2004 nell’area urbana di Campi Salentina
(LE). I risultati del lavoro mettono in evidenza

le concentrazioni medie di Pm10 e piombo nel periodo di campionamento sono
al di sotto dei limiti previsti dalla legge.

le concentrazioni dei metalli Cd, Cr, Cu, Fe, Mn, Ni, V e Zn nei vari
campioni prelevati dipendono dalla meteorologia ed aumentano in periodi
caratterizzati da scarse precipitazioni e venti da Nord- Nord Ovest, anche se
con qualche eccezione.

Esiste una significativa s correlazione per le coppie di metalli Fe-Mn, Ni-V,
Cr-Ni e Cd-Cr che sembra suggerire un’origine comune attribuibile
probabilmente ad attività metallurgica.
Nel lavoro di Contini et al . 2010 gli autori effettuano una caratterizzazione del PM10
presso il campus universitario di Lecce nel periodo Gennaio 2007-Gennaio 2008. Gli
autori mettono in evidenza
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9

Una correlazione tra vanadio, nichel e solfati che indica una presenza di una
sorgente comune dell’aerosol secondario vanadio e nichel che puo’ essere
identificata nel trasporto a lungo raggio delle emissioni di SO2 e vanadio
all’area industriale di Brindisi e dal traffico marittimo.

L’abbondanza relativa del vanadio mostra un picco nella direzione del vento
N-NW dove è locata Brindisi.
Nel lavoro Monitoraggio dell’aria nel Nord Salento e correlazione cliniche degli agenti
inquinanti sulla popolazione esposta (Multilab, 2003) sono stati analizzate le
concentrazioni di alcuni inquinanti nelle acque piovane campionate in diversi siti
distribuiti sul territorio della Provincia di Lecce. Il campionamento è stato effettuato da
settembre 2001 ad Agosto 2002.
I risultati dello studio mettono in evidenza come esiste una distribuzione spaziale dei
diversi contaminanti e che le zone con più alta concentrazione siano nella parte centrooccidentale del salento. Gli autori concludono come “Le zone a più alta concentrazione
non vanno interpretate come zone di produzione degli inquinanti, bensì come zone di
ricaduta in considerazione che i campionamenti prescindono dalla sorgente, ma si
riferiscono alle ricadute piovose nelle diverse città oggetto dell’indagine. La
conclusione che si può trarre da tali grafici è che il polo di Taranto sembra
influenzare tali ricadute più che il polo di Brindisi.”
2.2 Studi modellistici
Tali attività consistono nel valutare il trasporto e la dispersione dei contaminanti emessi
in aria in funzione della meteorologia ed eventuale trasformazione chimica. L’analisi
delle emissioni provenienti da tutti i settori emissivi per le province di Taranto, Brindisi
e Lecce mettono in evidenza come tra i macroinquinanti misurati nelle diverse
centraline in modo routinario
quello che che segnala l’impatto delle emissioni
industriali è il biossido di zolfo per le provincie di Br e Ta. Pertanto il biossido di zolfo
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10
può essere considerato un buon tracciante delle emissioni industriali. I lavori di Mangia
et al. 2000, 2007, 2008 mettono in evidenza come in determinate condizioni
meteorologiche (Figure 2.2.1, 2.2.2) si verificano delle ricadute sia dagli impianti di
Brindisi che di Taranto.
24 luglio
25 luglio
26 lugliostep-
27 luglio step-
00003_NO2_Lev=0001_AVRG_Tim
00004_NO2_Lev=0001_AVRG_Tim
e=0025-0048-step=0001
e=0049-0072-step=0001
stepstep00005_NO2_Lev=0001_AVRG_Tim
28
luglio
00006_NO2_Lev=0001_AVRG_Tim
e=0073-0096-step=0001 e=0097-0120-step=0001
stepO2_Lev=0001_AVRG_Tim
step121-0144-step=0001
00007_NO2_Lev=0001_AVRG_Tim
e=0121-0144-step=0001
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Figura 2.2.1 Campi di concentrazione media giornaliera di NO2 per i giorni 24-28
luglio 2008 (Fonte Mangia et al 2008)
4 ottobre
5 ottobre
stepstep6 ottobre
7 ottobre
00003_NO2_Lev=0001_AVRG_Tim
00002_NO2_Lev=0001_AVRG_Tim
e=0025-0048-step=0001
e=0001-0024-step=0001
stepstep00004_NO2_Lev=0001_AVRG_Tim
00005_NO2_Lev=0001_AVRG_Tim
e=0049-0072-step=0001
e=0073-0096-step=0001
8 ottobre
stepstep00006_NO2_Lev=0001_AVRG_Tim
e=0097-0120-step=0001
Lev=0001_AVRG_Tim
Figura 2.2.2 Campi di concentrazione media giornaliera di NO2 per i giorni 4-8
0120-step=0001
Ottobre 2008
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Nel Piano Regionale di qualità dell’aria l’analisi è stata condotta per un intero anno
meteorologico ( si veda anche Schipa et al 2011) considerando le emissioni di tutti i
settori (energetico, industriale trasporti, riscaldamento etc.) . In figura 2.2.3 è mostrata
la mappa di distribuzione dell’inquinante SO2 sull’intera Puglia Figura
Figura 2.2.3. Mappa della media di concentrazione di SO2 (µg/m3),
inverno (sx) ed estate (dx) 2005
(Fonte PRQA- ARPA PUGLIA)
Le zone che mostrano valori in media più elevati sono quelle ad elevata presenza di
impianti industriali come le zone di Taranto e di Brindisi. Le particolari circolazioni
dei venti nella zona di Taranto, con prevalenza di situazioni di W-NW e venti meno
intensi, portano ad una distribuzione media degli inquinanti in particolare
nell’entroterra. La zona di ricaduta delle emissioni convogliate dal camino più alto
investono un’ampia zona intorno a Taranto. Sulla costa orientale la prevalenza di venti
da N-NW, caratterizzati anche da un’intensità maggiore, porta invece ad una
distribuzione media degli inquinanti lungo l’asse Brindisi-Lecce. Nella Provincia di
Lecce i valori di SO2 si mantengono abbastanza bassi con valori in media più
elevati nella zona del Nord-Salento, ma comunque al di sotto dei limiti di legge,
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dove è evidente la ricaduta di inquinanti dei poli industriali ed energetici di
Brindisi.
Per quanto riguarda la distribuzione al suolo delle concentrazioni di NO2 valgono
alcune considerazioni fatte per il biossido di zolfo. Le circolazioni dei venti e la
distribuzione delle sorgenti emissive portano tale inquinante a distribuirsi nell’area del
barese e nord barese, lungo l’asse Brindisi-Lecce e nell’entroterra tarantino. I valori
elevati di NO2 sono da alla combinazione dei settori industriali e dei trasporti
terrestri e marini nella Penisola Salentina.
Figura 2.2.4. Mappa della media di concentrazione di NO2 (µg/m3) anno 2005
(Fonte PRQA- ARPA PUGLIA)
Nel lavoro di Contini, Mangia et al. 2008 viene presentato un caso specifico verificatosi
dal 4-9 Novembre 2006. I risultati mettono in evidenza:
1) Nella campagna sperimentale condotta a Nardo’ nel periodo tra il 25/10/2006 e
il 9/11/2006 è stato osservato nel periodo 5/11/2006- 9/11/2006 un aumento
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delle concentrazioni di vari metalli pesanti contenuti nel particolato
atmosferico rispetto al periodo precedente in particolare alcuni metalli
compatibili con emissioni industriali di rame (Cu), nichel Ni e zinco (Zn)
2) Il rapporto PM2.5/PM10 risulta piu’ alto durante il periodo 5/11/20069/11/2006 e ciò è compatibile con un evento in cui sé aumentato l’aerosol
primario
da processi ed emissioni industriali sia con un contributo di
aerosol secondario prodotto da trasformazioni gas-particelle.
3) Le simulazioni meteodispersive (figura 2.2.5) condotte nello stesso periodo
5/11/2006- 9/11/2006 confermano che le condizioni meteorologiche del
periodo hanno favorito il trasporto di inquinanti dagli impianti di Brindisi
e Taranto. Risulta rilevante il contributo del comparto industriale energetico ed
industriale di Taranto sia nelle sue componenti primarie che secondarie.
4) Il contributo complessivo, dovuto alle sorgenti industriali di Taranto e
Brindisi è dell’ordine della decina di microgrammi e spiega solo una parte
del particolato misurato. Ciò ad indicare che al contributo di origine
industriale vanno poi a sommarsi contributi di origine differente da
approfondire.
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Figura 2.2.5 Concentrazione media giornaliera di PM10 (μg/m3) nei giorni 4-5-6-7-8-9
Novembre 2006 simulata a partire dalle emissioni industriali.
Nei casi precedenti
le emissioni sono state considerate in normali condizioni di
esercizio.
Il lavoro di Arpa Puglia condotto per il Piano di risanamento di Torchiarolo ( BUR
2013) presenta inoltre delle simulazioni di ricadute al suolo del PM10 solo di origine
primario in condizioni di esercizio in regime transitorio (Per regime transitorio si
intende uno stato di funzionamento dell’impianto durante le fasi di accensione e
spegnimento) della centrale di Brindisi SUD . Non vengono presentati risultati su altri
inquinanti e sul PM10 di origine secondaria
Di seguito uno stralcio della relazione da cui si evince la differenza delle ricadute in
condizioni normali di esercizio e in condizioni di regime transitorio, molto piu’ alte nel
secondo caso. Nel caso specifico dei 3 giorni considerati si vede come nella stazione di
Santa Maria in Cerrate di Squinzano si ha il contributo maggiore il giorno 8 gennaio
pari 5 % della concentrazione di PM10 misurata di 8.10 micrg/m3. Il 9 gennaio il
contributo maggiore è a Torchiarolo pari a 21% della concentrazione di PM10 misurata
di 29.6 micrg/m3. Il 10 gennaio il contributo maggiore è ad Arnesano pari a 1% della
concentrazione di PM10 misurata di 29.4 micrg/m3). Le percentuali del contributo
industriale PM10 primario in alcune stazioni della provincia di Lecce nei tre giorni
considerati varia tra lo 0% al 8%. Il dominio di simulazione non consente di valutare il
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contributo in altre stazioni della provincia di Lecce dove pure il pennacchio sembra
estendersi.
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Nello studio modellistico presentato da ENEL nell’ambito dell’autorizzazione
ambientale (allegato D.1.6) si mette in evidenza come le aree a maggiore ricaduta siano
le aree a SUD dell’impianto di Cerano più frequentemente sottovento. In particolare la
zona maggiormente investita dalle ricadute degli inquinanti primari risulta quella del
Nord Salento. Mentre le zone di ricaduta di solfati, nitrati e ammonio sotto forma di
particolato secondario investono ampie zone tutto il Salento.
Sulla base degli studi analizzati è possibile concludere che esistono delle ricadute in
provincia di Lecce dei contaminanti emessi dagli impianti di Taranto e Brindisi. L’entità
di tali ricadute varia in dipendenza del periodo meteorologico, delle condizioni di
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esercizio dell’impianto e delle diverse tecniche di indagine. Sebbene contenute e al di
sotto dei limiti di legge sarebbe necessario un monitoraggio continuo della
caratterizzazione chimico fisica del particolato e delle simulazioni per lunghi periodi
con modelli avanzati per la stima degli inquinanti di origine secondaria interessando
questi le frazioni più fini del particolato.
Non è stato possibile esaminare i dati metalli pesanti e di benzo(a)pirene nel particolato
campionato nelle centralina di Santa Maria Cerrate (Squinzano), in quanto non ancora
disponibili al momento della stesura della relazione.
Terzo quesito
Tali ricadute hanno conseguenze nocive sulla salute umana ed, in particolare, e’
possibile riscontrare un nesso eziologico tra gli inquinanti emessi in atmosfera dagli
impianti di Cerano e Taranto e lo stato di salute dei cittadini nella provincia di Lecce?
Esistono numerose evidenze scientifiche riguardanti gli effetti sanitari degli inquinanti
della stessa natura chimica di quelli emessi dagli impianti industriali in oggetto, sia a
breve termine che a lungo termine. Molti studi, inoltre, mostrano che per molti di questi
inquinanti non esiste un livello-soglia al di sotto del quale non siano evidenziabili effetti
dell’inquinamento sulla salute (OMS, 2006). In particolare, l’Organizzazione Mondiale
della Sanità ha ribadito che anche al di sotto dei limiti di legge previsti per il particolato,
vi sono effetti sanitari sulle popolazioni esposte (cfr “Review of evidence on health
aspects of air pollution – REVIHAAP” )…omissis...”
***
Orbene, alla luce delle riportate evidenze scientifiche, non può dubitarsi dell’impatto
nocivo sull’Ambiente e sulla Salute dei cittadini della Provincia di Lecce, conseguente
alle emissioni degli inquinanti provenienti dal Polo industriale di Cerano, impatto
ancora più elevato in determinate condizioni anemologiche e, più in generale,
metereologiche.
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I danni cagionati arrecati da Enel S.p.a. alla Provincia di Lecce, infatti, potrebbero
essere oggetto di tutela risarcitoria e ripristinatoria sia in sede civile, sia in sede penale
che amministrativa. E’ ormai pacifico infatti che “Come questa Corte ha già avuto
modo di affermare (Sez. 3 n. 19437, 23 maggio 2012), il D.Lgs. n. 152 del
2006, art. 311 ha sì riservato allo Stato e, per esso, al Ministero dell'Ambiente e della
Tutela del Territorio e del Mare il potere di agire per il risarcimento del danno
ambientale, in forma specifica e, se necessario, per equivalente patrimoniale, anche
mediante l'esercizio dell'azione civile in sede penale, ma nel successivo art. 313, comma
7, stabilisce comunque, che "resta in ogni caso fermo il diritto dei soggetti danneggiati
dal fatto produttivo di danno ambientale, nella loro salute o nei beni di loro proprietà,
di agire in giudizio nei confronti del responsabile a tutela dei diritti e degli interessi
lesi". Ne consegue che gli enti locali, pur vedendo ridimensionato il loro ruolo, avendo
soltanto la facoltà di sollecitare l'intervento statale (art 309) e di ricorrere in caso di
inerzie od omissioni (art. 310), non hanno comunque perso la legittimazione ad agire
ed intervenire in proprio per il risarcimento del danno ambientale, rientrando nella
esclusiva pertinenza statale i profili strettamente riparatori dell'ambiente in sè, mentre
gli enti territoriali possono agire per il risarcimento dei danni diversi da
quello ambientale e derivanti dalla lesione di interessi locali specifici e differenziati (v.
anche Sez. 3 n. 633, 12 gennaio 2012; Sez. 3 n. 8091, 2 marzo 2011; Sez. 3 n. 41015, 22
novembre 2010; Sez. 3 n. 755, 11 gennaio 2010).” (Cass. pen. Sez. III, Sent., (ud. 2706-2013) 13-09-2013, n. 37546 .
Tanto premesso, la Provincia di Lecce, ut supra rappresentata e domiciliata, diffida
formalmente Enel S.p.a., dal proseguire nella condotta illecita sino ad oggi posta in
essere, intimandole, entro il termine perentorio di 30 giorni dal ricevimento della
presente, l’adozione di tutte le misure necessarie al fine di arginare ulteriori
conseguenze fatali per l’Ambiente e la Salute dei cittadini salentini. In mancanza, sarà
inevitabile adire la Magistrature nelle sedi competenti a tutela dell’ambiente e del
diritto alla salute dei cittadini della Provincia di Lecce.
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Con osservanza
Avv. Francesca G. Conte
Per ratifica ed accettazione
Il Presidente della Provincia di Lecce
Dott. Antonio Gabellone
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