N NE EW WS SL LE ET TT TE ER R1 19 9--2 20 01 14 4 (www.eltamiso.it) Iscriviti QUI alla Newsletter del Biologico…e non solo! ________________________________________________ NOTIZIE DALL’EUROPA E DAL MONDO EL BIOLOGICO IN PRÀ DOMENICA 11 MAGGIO 2014 PRATO DELLA VALLE - PADOVA ** scarica QUI il volantino completo…e vieni a trovarci domenica in Prato....ci saranno tante sorprese e tante cose buone!!!!! ** CITTADINI PREOCCUPATI PER LE VITI DI COR Il prosecco arriva in Valbelluna tra sbancamenti imponenti e agricoltori locali infuriati, ma c’è anche il rischio per la salute. BELLUNO. Lì dove un tempo c’era una delle piane più belle del Castionese, oggi ci sono ruspe e cumuli di terra movimentata. È forte il malumore degli abitanti di Castion che giustamente si sono sempre vantati di vivere in un territorio spettacolare. Da qualche tempo, però, due delle aree di maggior pregio sono coinvolte in operazioni che le stanno snaturando. Dopo Modolo, dove da quasi due anni centinaia di camion scaricano la terra di scavo del Col Cavalier, da qualche mese la piana di Cor è stata venduta ad imprenditori trevigiani, la Società Agricola Le Rughe, azienda vinicola di Conegliano specializzata nella produzione del prosecco, intenzionata a realizzare un vigneto di una ventina di ettari. Diplomato in agronomia e laureato in tecniche di radiologia, il consigliere comunale del Pd Mirco Costa in questo contesto ha le competenze adatte per raccogliere le proteste dei castionesi, preoccupati per l’economia agricola locale, ma anche per la salute della popolazione residente. «Non voglio fare allarmismi», spiega Costa, «ma conosco bene le tecniche di coltivazione delle viti e non si può ignorare la quantità di fitofarmaci necessari alla produzione del prosecco. Non voglio nemmeno contestare l’azienda trevigiana, che fa il suo lavoro, e riconosco che le colline di Conegliano sono bellissime proprio per i vitigni che le caratterizzano. Ma ci sono elementi da analizzare con attenzione». I dubbi riguardo al futuro vitigno di Cor, infatti, possono essere numerosi. Il paesaggio. I filari hanno bisogno di un terreno particolare, per esposizione, drenaggio e accessibilità dei macchinari quando si tratta di colture vaste. In futuro, a Cor, si vedranno delle belle viti, ma in questo momento gli amanti di quella piana si disperano guardano le montagne di terra movimentate dalle ruspe. La modifica del paesaggio ormai è da considerarsi irreversibile. L’agricoltura locale. «Mentre nel bellunese abbiamo sempre avuto un’agricoltura diversificata, attenta alla biodiversità e concentrata sulla sussistenza», spiega Costa, «in pianura si fa monocoltura intensiva. Gli imprenditori agricoli trevigiani, sostenuti da capitali rilevanti, sono arrivati a Belluno con le disponibilità per comprare o affittare i terreni migliori, spazi che non sono più disponibili per i bellunesi. In un periodo come questo in cui l’agricoltura potrebbe essere una buona alternativa alla crisi manufatturiera, questo è un brutto colpo». Due sono i motivi che spingono i produttori di prosecco a sbarcare in Valbelluna (c’è già un grande vigneto a Limana e si parla di altri contratti conclusi da poco). Il primo è climatico: le temperature si sono alzate e la Valbelluna è diventata (c’è chi dice tornata) adatta a quella produzione, che nella bassa invece peggiora portando a un vino troppo dolce. In secondo luogo la Regione ha esteso la superficie certificata DOCG e i produttori hanno bisogno di terra per stare al passo con le richieste. Problemi simili agli imprenditori trentini di mele arrivati da qualche anno nel feltrino, non senza impatto. Agricoltura biologica. «C’è chi dice che i vitigni di Cor saranno biologici», dice ancora Costa, ma è davvero difficile coltivare la vite senza l’uso dei pesticidi. Ne servono anche 30 trattamenti all’anno, cioè la vite va continuamente irrorata con i pesticidi per crescere sana». Nei pressi del futuro vitigno, però, ci sono diverse piccole imprese agricole che con molta fatica stanno cercando di crescere proprio grazie al marchio bio. Piccoli frutti, miele e cereali castionesi aspirano all’eccellenza bio, ma la legge dice che non può esserci una fonte inquinante o una coltura intensiva a poca distanza, quindi il lavoro fatto dagli agricoltori locali rischia di essere vanificato e va detto che sono proprio loro i più arrabbiati per l’arrivo dei concorrenti trevigiani. La salute. L’ultima, ma solo per evitare allarmismo, preoccupazione riguarda la salute. I fitofarmaci (o pesticidi) sono noti per le loro proprietà cancerogene e sono nocivi a tutti gli esseri viventi. Ciò che viene usato in agricoltura non scompare nel nulla: i pesticidi vengono assorbiti dalla terra, dalle falde acquifere e dagli organismi. In alcune zone i residenti vengono avvisati di chiudere le finestre e rimanere in casa nelle ore in cui vengono spruzzati i fitofarmaci sulle viti. L’Usl n.7 di Pieve di Soligo ha anche fatto uno screening su 500 persone, per lo più bambini, nei comuni dell’area del prosecco scoprendo la presenza di consistenti residui nelle urine. «Il punto sta nell’evitare la sommatoria di fonti inquinanti», precisa Costa che lancia il suo appello ai proprietari di terreni: «La politica non basta se i cittadini non sono sensibili. Dobbiamo mantenere le nostre terre come patrimonio, non svenderle a chi paga di più, ma questa è una battaglia che ci chiede di fare squadra». (dal Corriere delle Alpi - maggio 2014) NON CI SARÀ PIÙ DA MANGIARE Inquinamento, pesticidi e deforestazione spazzano via il 95% degli alveari nelle campagne cinesi e milioni di contadini sono ora costretti a impollinare a mano per sostituire gli insetti. Riportiamo oggi una notizia uscita su La Repubblica il 24 aprile. Non è una bella notizia, e sebbene sia stata pubblicata ormai una decina di giorni fa, ci teniamo a tenere alta l’attenzione su un argomento che ci sta particolarmente a cuore (abbiamo di recente avviato una campagna): la sparizione progressiva e inesorabile delle api. Questa volta siamo in Cina, dove il fenomeno sta raggiungendo i livelli di vera e propria calamità. Inquinamento, pesticidi e deforestazione spazzano via il 95% degli alveari nelle campagne cinesi e milioni di contadini sono ora costretti a impollinare a mano per sostituire gli insetti. Vittime dei propri veleni, sparsi per moltiplicare il raccolto, i contadini cinesi sono costretti a trasformarsi in insetti: «In Asia – scrive il corrispondente Giampalo Visetti su Repubblica – vengono chiamati uomini-ape e sono oggi il simbolo del disastro globale della natura» I numeri sono impressionanti: stiamo parlando di milioni di frutticultori che devono sostituire gli sciami arrampicandosi sugli alberi per impollinare a mano ogni fiore. Come fanno? Pennellano ogni gemma con stami essiccati e polverizzati e con una piuma di gallina fissata su una canna di bambù spargono il polline sui fiori appena schiusi. Hanno le ore contate: «uno sciame di api feconda 200 alberi al giorno, un esperto può farne non più di venti in dieci ore, l'impollinazione deve concludersi in due settimane… Per chi possiede migliaia di piante la sfida è impossibile, a meno di non reclutare un esercito di uomini-ape a costi proibitivi. Per sostituire gli insetti un migrante chiedeva 7 euro al giorno nel 2010, 9 nel 2012 e oggi siamo a 15» scrive Visetti. Epicentro della devastazione, il Sichuan nel Sudest della Cina, e le regioni del Nord, famose per mele e pere. La tragedia delle api distrutte è tale per cui per salvare i raccolti i contadini devono assumere migliaia di api umane, reclutate in tutto il Paese. Nel villaggio di Nanxin, considerato il luogo d’origine della mela, la fecondazione a mano quest’anno ha raggiunto il 95%. Nei villaggi più vicini alle città sono comparsi apicoltori ambulanti che affittano gli sciami sopravvissuti per l’impollinazione naturale. E la distruzione delle api è un cataclisma anche per l’economia. La Banca Mondiale calcola che il valore dell’impollinazione a livello globale è di 170 miliardi di euro. Le ragioni della sparizione? Le conosciamo bene: neonicotinoidi, fertilizzanti, anticrittogamici tossici, deforestazione, urbanizzazione, inquinamento soprattutto della chimica in agricoltura. In tre parole: è “tutta colpa nostra”. La situazione in Europa? Non siamo certo al livello della Cina ma c’è poco da stare allegri: leggete QUI la riflessione di Silvia Ceriani (Api, il bottino avvelenato) sul recente report di Greenpeace che ci mette in guardia sulla contaminazione agrochimica nel polline...Insomma, la Rivoluzione verde che avrebbe dovuto garantire l'accesso al cibo per tutti, sta minando la possibilità di poterlo coltivare... (dalla Newsletter di Slow Food - maggio 2014) ALTE DOSI DI ERBICIDA ROUNDUP NELLA SOIA GM: UNO STUDIO NORVEGESE PARLA DI LIVELLO ESTREMO DI CONTAMINAZIONE I residui di erbicida Roundup sulla soia GM hanno superato i limiti tollerati. I ricercatori della University of the Arctic in Norvegia hanno trovato alte dosi di erbicida Roundup a base di glifosato, prodotto da Monsanto, nel 70% dei campioni di soia geneticamente modificata analizzati, come affermano nello studio pubblicato dalla rivista Food Chemistry. L’indagine ha messo a confronto l’accumulo di pesticidi e diserbanti in 31 campioni coltivati nello Iowa (USA), suddividendoli in tre gruppi: soia geneticamente modificata, soia non geneticamente modificata coltivata in modo chimico convenzionale e quella coltivata con il metodo biologico. La soia Roundup Ready (coltura geneticamente modificata, a marchio registrato della Monsanto) è stata progettata proprio per resistere all’irrorazione di erbicidi a base di glifosato, ma col tempo le erbe infestanti sono diventate più resistenti agli erbicidi, rendendo necessario un loro utilizzo più massiccio, responsabile dell’accumulo nelle piante. I ricercatori norvegesi hanno rilevato una media di nove milligrammi di erbicida Roundup per chilogrammo di soia geneticamente modificata. Uno studio della stessa Monsanto del 1999 stabiliva in 5,6 milligrammi per chilogrammo il limite oltre il quale si deve parlare di “livello estremo” di contaminazione. La soia GM è l’unica ad avere alti residui di erbicida, la migliore è quella da agricoltura biologica. In particolare, nella soia geneticamente modificata, l’analisi ha rilevato una media di 3,26 mg/kg di glifosato e di 5,74 mg/kg di Aminomethylphosphonic acid (AMPA), il principale prodotto della degradazione del glifosato. Nella soia coltivata tradizionalmente o biologicamente, queste sostanze erano assenti. I ricercatori norvegesi osservano che la mancanza di dati sui residui di antiparassitari nelle principali piante coltivate costituisce una grave lacuna di conoscenze, con potenziali conseguenze per la salute umana e animale. Lo studio rileva inoltre che le differenti pratiche agricole hanno anche un diverso impatto sulla composizione nutrizionale della soia, che ha un profilo migliore se coltivata in modo biologico. (da ilfattoalimentare.it - maggio 2014) PIOVE CEMENTO A BRUSEGANA La Giunta di Padova ha approvato una lottizzazione a Brusegana in un’area agricola compresa tra il supermercato Top Ten (fronte ex “Salata”), il Bacchiglione e il Brentella (CLICCA QUI). Il progetto prevede una cinquantina di lotti con villette singole, bi-tri- quadrifamiliari e a schiera, per un totale di 43.938 mc, cui potrebbero aggiungersi altri 7.000 mc con l’approvazione del 2° stralcio. L’avallo al progetto da parte del Comune di Padova è assolutamente non condivisibile, innanzitutto perché sottrae all’agricoltura più di 50.000 mq di superfice permeabile in un’area soggetta sia al rischio di ristagno idrico, sia al rischio di esondazione dei fiumi, come indicato nella Carta delle fragilità del Piano di Assetto Territoriale. Giova poco a questo proposito ricordare che le sempre più frequenti piogge intense e le piene dei fiumi sono fenomeni in sé differenti: in quest’area infatti il rischio è doppio. Il progetto di lottizzazione in via Monte Rua prevede uno scolo a cielo aperto che raccoglierà le acque, scaricandole sul Brentella, e di qui poi sul Bacchiglione. Ma cosa accadrebbe se una forte pioggia avvenisse in contemporanea ad una piena del Bacchiglione? Nel 2010 e nel 2013 i due fenomeni si sono verificati a maggio, quindi nello stesso periodo stagionale, e nel febbraio di quest’anno è bastata la piena del Bacchiglione a impedire il deflusso del Brentella, provocando tracimazioni dei canali ad esso collegati proprio in questa zona. E allora perché non pensare alla prevenzione evitando di urbanizzare un’area a rischio? Lo stesso CdQ 6 aveva espresso parere contrario, prevalentemente per l’impatto viabilistico lungo la già trafficata Via dei Colli, ma ancor più grave per noi è l’impatto edilizio in un’area censita come “ambito naturalistico di livello regionale”. A tal proposito, il documento finale del percorso partecipato sul Parco agro-paesaggistico indica, tra le sue finalità, la “riduzione del consumo di suolo e la salvaguardia dello spazio dell’agricoltura” e addirittura la “riconversione, dove possibile, di spazi urbanizzati per l’agricoltura e l’allevamento”, l’esatto contrario di quanto l’Amministrazione sta facendo! Infine, con questo progetto il Comune si vanta di acquisire una quota dei terreni per la realizzazione di un parco pubblico; in realtà, col baratto della perequazione non si aumenta il verde e si permette anzi la cementificazione di terreni che andrebbero preservati. Il verde pubblico che ne risulterà sarà a destinazione agricola nelle aree di rispetto fluviale, che sarebbero rimaste comunque campi, e a destinazione parco a ridosso delle nuove case. Ma è davvero interesse della collettività realizzare e mantenere con soldi pubblici del verde pubblico di fronte alle nuove villette? Il progetto di via Rua si poteva fermare se lo scorso 21 marzo il Sindaco Ivo Rossi non si fosse ostinato a voler approvare un PAT concepito nel 2009 e assolutamente inattuale, basato sulla previsione di 24.000 nuovi residenti in 10 anni a fronte di un effettivo calo di 4.000 unità negli ultimi 4, invece di optare per una sostanziale revisione. Per la legge veneta, il PAT può anche far decadere i piani urbanistici attuativi incompatibili con esso: un PAT diverso, che fermasse urbanizzazioni come questa per restituire ai terreni la loro vocazione agricola senza oneri per il Comune, era possibile, così come è ancora possibile una sua Variante. Ora, lo strumento che rimane per limitare i danni è quello della Variante. Per questo scopo, Legambiente e altre associazioni stanno raccogliendo le firme sulle cartoline indirizzate ai candidati sindaci delle prossime elezioni (firma anche tu, cliccando QUI) che verranno consegnate all’incontro pubblico di venerdì 16 maggio alla Fornace Carotta (partecipa anche tu, clicca QUI per maggiori informazioni). Sandro Ginestri, coordinatore Legambiente Padova (da Ecopolis Newsletter - maggio 2014) CONSIGLIO UE, "OGM E SICUREZZA ALIMENTARE NON NEGOZIABILI" Lo ha detto il Commissario all'Agricoltura, Dacian Ciolos, al Consiglio UE tra i 28 ministri dell'Agricoltura ad Atene. Perplessità sul Partenariato di libero scambio tra Europa e USA. Consiglio UE, OGM e ormoni sirene d'allarme per l'agricoltura: Il Partenariato di libero scambio (TTIP) tra l’Unione Europea e gli USA riguarda anche l'agricoltura. Se n'é parlato al Consiglio UE - informale - tra i 28 Ministri dell'Agricoltura ad Atene, dove il Commissario UE competente, il rumeno Dacian Ciolos, ha messo i puntini sulle i: “L'Europa non deve assumere una posizione difensiva in queste negoziazioni. Molti ministri hanno sottolineano la necessità di preservare il nostro modello agroalimentare che deve essere la base dell'accordo”. Il TTIP sotto la lente di Ciolos e del Consiglio: Si tratta appunto dell'accordo di libero scambio tra UE e USA in via di definizione in questi mesi, l'accordo commerciale più grande al mondo. Secondo le stime, con questo accordo l’UE vedrebbe un aumento del proprio Pil del 2,2 per cento, vale a dire 275 miliardi di euro. Tuttavia il negoziato è stato fortemente criticato sia per la scarsa trasparenza sui progressi finora compiuti che per il timore di un indebolimento delle norme sanitarie, ambientali e sociali europee. Allarme OGM e ormoni: Queste sono le due sirene di allarme dell'agricoltura e degli allevamenti europei che temono una deregulation causata dalle diverse sensibilità e legislazioni d'oltre Oceano. Su questo Ciolos ha cercato di essere categorico: “Le problematiche degli OGM, degli ormoni, le norme sulla sicurezza alimentare, non sono negoziabili. I consumatori europei non li vogliono, e questo è qualcosa che la Commissione non può ignorare". Una presa di posizione notevole visto che proprio nel suo parere d'origine, la Romania, ci sono colture OGM. Verdi europei sul piede di guerra: Secondo il gruppo dei Verdi, al Parlamento europeo in gioco ci sarebbe non solo la tenuta del settore agroalimentare ma soprattutto la sicurezza del consumatore finale. Yannick Jadot, eurodeputato francese, parla di “minaccia aperta agli standard e alle regole europee su sicurezza pubblica, sicurezza alimentare, OGM, indicazione di origine e altri standard ambientali”. Tutela per l'agricoltura locale tipica in Europa: I Ministri riunitisi ad Atene hanno invece sottolineato come proprio l'agricoltura di piccola scala, prevalente in Europa, sia meno vulnerabile a certe malattie o a incidenti climatici e che è proprio per questo che deve essere maggiormente tutelate. “La diversità aumenta l'adattabilità, è un'esigenza per l'intero settore di fronte al cambiamento climatico”, ha affermato il Ministro greco dell'Agricoltura, Athanassios Tsaftaris. Il Circolo di campagna® WIGWAM® “IL PRESIDIO…sotto il portico…” A.P.S. di Camin (PD) - Via Gramogne 41 organizza la X. FESTA DI PRIMAVERA - 11 MAGGIO 2014 Il ricco programma della giornata sarà il seguente: • • • • Ore 9.45 Arrivo al Presidio: Iscrizione dei partecipanti, saluti, consegna dei materiali utilizzati durante la giornata; Ore 10.00: Passeggiata alla ricerca delle piante spontanee commestibili, accompagnati dai nostri “esperti” tra gli orti e i prati del Presidio; Ore 11:45 Mille torte sotto il portico: Gara di torte, con iscrizione libera, ma assaggio obbligatorio!!! Saranno premiate con ricchi premi le torte più buone, più belle, più originali da una giuria di esperti riconosciuti. Le torte a fine gara non saranno – ahimé - restituite…. Ore 13:00 Spuntino rurale: a Km 0, a cura dell’organizzazione, con il contributo tecnico del fantastico club ippico Zoccolo d’Oro (ma ogni altro contributo è ben accetto…). e nel pomeriggio: • “Toca mi” (giochi vecchi di una volta): Giochi antichi di corte, scaeon, pindoeo, bandiera, salto dea corda, tegna alta… • • • • • • • Mercatino dello scambio: Un mercato dove si scambia e baratta! Porta le tue vecchie cose e potrai scambiarle con altri. Tutti possono partecipare allestendo un piccolo spazio o portando con se gli oggetti che intendono scambiare: libri, indumenti, ricette, idee, letture, informazioni. Sarà presente anche una zona adibita agli scambi tra bambini: giochi, libri, fumetti o oggetti di produzione propria. Sarà presente (e ben fornito) anche un punto book-crossing; Gruppo Acquisto Solidale: Un punto informativo del circolo Tuttogas Acli PD dove trovare informazioni, visionare i prodotti, scambiare idee e suggerimenti su questo modo di acquistare prodotti locali, buoni, puliti e giusti, un modo intelligente di favorire l’economia locale e rispettoso delle persone e dell’ambiente; Puliamo Via Gramogne!: Per i più volenterosi, un piccolo esercizio per smaltire il pranzo: dateci un piccolo aiuto per raccogliere i rifiuti che i soliti maleducati hanno abbandonato nella zona durante l’inverno!; Salviamo il Paesaggio: punto informativo sulla campagna nazionale http://www.salviamoilpaesaggio.it/ forum italiano dei movimenti e delle associazioni per la terra e il paesaggio, raccolta firme a sostegno della campagna per la formazione di un parco agricolo paesaggistico tra brenta e bacchiglione (http://www.legambientepadova.it/PetizioneParco); “Civiltà Contadina”: Durante la giornata sarà allestito anche un gazebo a cura della associazione con esposizione di antiche varietà di piante e semi; Truccabimbi , Bolle giganti e Palloncini!: Spazio di animazione bimbi a cura di Patrizia e Moreno; Ecocourts: Punto informativo e distribuzione materiale riguardante il progetto http://www.life-ecocourts.it/ Giornata aperta a tutti i soci del circuito Wigwam® in regola con l’iscrizione 2014 e ai partecipanti al progetto "Camin Facendo"; sarà peraltro possibile iscriversi al momento. Per motivi fiscali e assicurativi tutti i maggiorenni devono essere tesserati. L’organizzazione non si assume alcuna responsabilità per danni a persone o cose durante l’evento; Il programma potrebbe subire dei cambiamenti a insindacabile giudizio dell’organizzazione; E’ richiesto un piccolo contributo per lo spuntino rurale, le altre attività sono gratuite Per prenotazioni ed informazioni: [email protected] -- cell. 338-4238191 (da Circolo Il Presidio Wigwam - maggio 2014) GITA SOCIALE 2014 DEL TAMISO: 14 e 15 GIUGNO 2014 SULL’ALTOPIANO DI ASIAGO Sono aperte le iscrizioni per la prossima, consueta, annuale gita sociale della nostra Cooperativa, che quest'anno avrà come destinazione l'Altopiano di Asiago. La vicinanza alla località scelta e la semplicità di rapporti ci permette di invitare più persone possibili a partecipare, per scoprire con noi valori di una storia e di un modello di sviluppo a noi vicino. Vi invitiamo a dare fin da adesso la vostra adesione, e quota di 50€, in particolare per la prenotazione dell’albergo. Questo il programma di massima: Alloggio presso l'albergo alle Alpi di Foza, con cena di sabato, camera da uno, due o tre letti, prima colazione, eventuale pranzo al sacco. Le giornate sarebbero così impegnate con il bel tempo, sempre con l'accompagnamento del professionista ed amico Gianbattista Rigoni Stern. Nel pomeriggio di sabato è prevista una escursione al monte Fior, Castelgomberto, Tonderecar e malga Lora, tutti luoghi citati da E. Lussu all'inizio del suo libro ”Un anno sull' Altipiano”, luoghi ricchi di testimonianze (trincee, cimiteri, alloggiamenti) oltreché atti a godere di un panorama unico verso la porzione nord dell'Altipiano. Dopo la cena visita al Museo dell'emigrazione di Foza che ci ospiterà nella sala convegni con una lezione sulla gestione delle malghe e dei boschi di proprietà collettiva. Domenica, visita alle malghe di Marcesina con la possibilità di vedere la lavorazione del latte e la sua trasformazione in formaggio e burro. Pranzo al sacco e pomeriggio visita libera in Asiago. BIOGAS: ESPOSTO PRESENTATO ALLA PROCURA DELLA RE-PUBBLICA DI PADOVA DALL’ ASSOCIAZIONE IL MORARO DI BAGNOLI (PD) Giovedì 10 aprile, elle 8.30 ho ricevuto 2 telefonate che mi avvertivano che in via Mameli, presso l’azienda agricola S. Anna, era in funzione un getto di irrigazione aerea su colture di Triticale. L’irrigazione avveniva con l’uso dei liquami provenienti dai 2 impianti di biogas collegati, uno dell’az. S. Anna e l’altro della Tenuta di Bagnoli ( la proprietà è la stessa). Avendo letto che questa pratica agronomica non è consentita, mi sono recato sul posto assieme a una signora che abita in via Mameli, vicino al luogo dove avveniva lo spargimento dei liquami e abbiamo fatto alcune fotografie. Alle 9.15 ho telefonato all’Arpav di Padova per chiedere informazioni, mi è stato risposto (dott. Gabrieli) che “chi doveva intervenire per primo era il Comune di Bagnoli facendo uscire i vigili per accertare il fatto”. Alle 9,30 ho telefonato all’ufficio tecnico del comune al geometra Roberto Brigo per informarlo, e chiedergli se tale operazione è consentita e chiedere un intervento sul posto per le dovute verifiche ricevendo da questi una risposta interlocutoria. Più tardi ho ritelefonato in Comune per conoscere le decisioni prese dal tecnico comunale. Il sig. Brigo mi ha riferito di aver parlato con l’ARPAV di Padova (dott. Suman) e con gli uffici dell’ULSS 17 (sig. Tasinato), ma entrambi non hanno saputo dare indicazioni sul da farsi e sul rispetto delle normative dell’operazione in atto nell’azienda agricola. Alle 12,00 ho telefonato ancora una volta al geometra Brigo che mi ha riferito di suoi contatti con alcuni responsabili delle asociazioni agricole, che informalmente hanno parlato di pratica illecita ma che comunque, presso l’azienda avrebbero dovuto esserci delle autorizzazioni da parte della Provincia, che - peraltro - prevedono un interramento dei liquami e non lo spargimento per via aerea. Il geom. Brigo mi ha altresì comunicato che, per eventuali interventi, avrebbe avuto bisogno di altre verifiche. L’impianto ha continuato a funzionare anche nei giorni seguenti. Da alcuni anni l’Associazione il Moraro di Bagnoli, di cui faccio parte (che si occupa di ambiente e salute dei cittadini), chiede con interrogazioni in consiglio comunale, osservazioni scritte in Regione, articoli sulla stampa locale e manifesti pubblici, se le operazioni di raccolta e smaltimento dei liquami, messe in atto dai proprietari di queste aziende, rispettino le normative di legge. Si ricorda infatti che gli impianti di biogas presenti nel territorio comunale, raccolgono i reflui in grandi fosse a cielo aperto (lagoni-lagune) che complessivamente raggiungono una superficie di quasi 10.000 mq. Abbiamo più volte chiesto se queste fosse, costruite 40 anni fa, usate per decenni come fosse di raccolta delle deiezioni degli allevamenti bovini allora presenti, sono adeguate alle leggi nazionali e alle prescrizioni regionali, approvate successivamente, e se rispettano gli stessi regolamenti di polizia rurale approvati dal comune di Bagnoli. Si ricorda infine che il Comune di Bagnoli non si è ancora dotato del “Regolamento comunale per l’utilizzazione di effluenti zootecnici e delle acque reflue” che la Regione Veneto aveva previsto fin dal 2007 (DGR n. 2439). A queste domande non si sono mai avute risposte nè dal Comune, da ULSS, Arpav, né dalla Regione Veneto (Ente re-sponsabile delle autorizzazione e del regolare funzionamento degli impianti di biogas). Si segnala inoltre che, lo scorso 29 agosto 2013, il Mattino di Padova riportava la notizia in prima pagina, di una anziana di Bagnoli di Sopra ricoverata in gravissime condizioni in seguito alla puntura di una zanzara che aveva trasmesso il Virus Del Nilo (virus West Nile), primo caso in provincia di Padova. Immediatamente, l’ULSS 17 ha fatto scattare un piano di disinfestazione e pubblicizzazione di norme di precauzione per limitare il pericolo di infezione, norme subito riprese da una ordinanza del Comune di Bagnoli in cui si invitavano i cittadini a “svuotare frequentemente i sottovasi e i contenitori di acqua, oltre che la bonifica di tutte le aree di ristagno di acque meteoriche o di altra provenienza”. Lo stesso Sindaco, in un intervista al Mattino del 31 agosto, invitava i cittadini ad eliminare i ristagni di acqua. Dalla scorsa estate nessun intervento e verifiche sono state eseguite sui lagoni di raccolta dei liquami di biogas, nè sul regolare smaltimento degli stessi liquami. Tutto ciò premesso si chiede alla S.V. di voler verificare se nei fatti suesposti, siano sussistenti comportamenti penalmen-te rilevanti e di adottare tutti i provvedimenti eventualmente anche cautelari che riterrà necessari. (**scarica QUI il numero di maggio di “Terra Informa”, di cui El Tamiso è sponsor, con altri interessanti articoli sul territorio e sulle prossime scadenze elettorali) (da Associazione Il Moraro - maggio 2014) PIÙ CORAGGIO! OSSERVAZIONI DI LEGAMBIENTE AL REGOLAMENTO EDILIZIO COMUNALE Il Consiglio comunale di Padova ha adottato unavariante al regolamento edilizio, inserendo degli articoli sulla sostenibilità ambientale nelle ristrutturazioni e nelle nuove costruzioni. Le modifiche sono arrivate dopo un lungo e partecipato percorso coordinato dall’ufficio Agenda 21 del Comune di Padova che ha visto la presenza di molte realtà come, per citarne solo alcune, l’Associazione costruttori, Confindustria, ordini professionali, sindacati, associazioni di architetti e associazioni ambientaliste. Agenda 21 ha prodotto 2 documenti ma solo uno si è trasformato in norma. Ecco, quindi, cheLegambiente ha presentato agli uffici preposti le sue osservazioni per migliorare il documento approvato in consiglio comunale considerando anche i principi che erano stati previsti nell’altro. Ecco, in breve, le osservazioni di Legambiente: E’ scontato: l’acqua è un bene prezioso, anche quella piovana. Perché farla scolare via tutta e non reimpiegarla infiltrandola in falda come si fa già in Germania e nei Paesi nordici, o facendo in modo che anche le coperture verdi dei piani interrati la possano trattenere? Se vogliamo davvero prevenire gli allagamenti, che sono sempre più spesso all’ordine del giorno, il suolo deve essere permeabile e il regolamento non dovrebbe aver paura di innalzarne le percentuali minime. E perché non stabilire in anticipo quale superficie destinare ad alberi e aiole in un parcheggio? Questo è un accorgimento che favorirebbe la permeabilità del suolo e inoltre ne limiterebbe l’effetto “isola di calore”… perché non procedere a normarlo in maniera puntuale? In giardini e spazi privati, poi, bisognerebbe essere anche più virtuosi, non meno. Non solo raccomandare, ma rendere obbligatorio per le nuove costruzioni l’utilizzo di spazi in cui l’uomo fosse già presente, per limitare il consumo di suolo. L’efficienza energetica, e quindi la vivibilità degli spazi abitativi, può migliorare molto creando le condizioni di un ricambio d’aria adeguato, progettando case con doppia esposizione, e non solo evitando ma vietando di costruire alloggi con unica esposizione a nord. Energie rinnovabili? Certo, ma pensiamo prima a “involucri” veramente isolanti. Se siamo preoccupati per l’inquinamento da radon (e dovremmo, stando, a dati dell’Arpav) vorremmo che tutti gli edifici ne fossero protetti: ecco un altro requisito che potrebbe diventare obbligatorio. Vogliamo incentivare il trasporto pubblico e i servizi di car- e bike-sharing? Facciamo in modo che gli edifici commerciali vengano posizionati anche tenendo conto della raggiungibilità con questi mezzi. E, naturalmente, se vogliamo che i cittadini usino di più la bici, bisogna permettere loro di custodirle adeguatamente: consentiamo il parcheggio delle bici in tutti i cortili dei condomini già esistenti. Molte ottime idee sono state recepite nella variante al Regolamento Edilizio, eppure si potrebbero rendere obbligatori ancora molti requisiti solo raccomandati, senza paura di osare. Se Padova intende davvero diventare la città verde che promette di essere, dovrebbe cominciare a farlo subito e puntando alto in direzione della tutela dell’ambiente, di un reale contrasto al consumo di suolo, di un vero risparmio energetico. Piero Decandia, Legambiente Padova (da Ecopolis Newsletter - maggio 2014) OGM: LA FRANCIA METTE AL BANDO IL MAIS MONSANTO, I CAMPI VERRANNO DISTRUTTI In Francia il fronte anti-OGM festeggia una nuova vittoria. Il Parlamento francese ha approvato in modo definitivo la proposta di legge che vieta la coltivazione di mais geneticamente modificato e di qualsiasi altra varietà OGM che l'Europa introdurrà in futuro, compreso il mais Pioneer 1507 di DuPont. Si tratta di un'importante traguardo che premia l'impegno degli ambientalisti e che rispecchia le posizioni di numerosi politici francesi contrari agli OGM e all'operato delle relative multinazionali. La nuova legge prevede la distruzione dei campi coltivati con sementi OGM dagli eventuali trasgressori. Lo scorso 2 maggio un centinaio di attivisti francesi, guidati all'eurodeputato José Bové o membri di Greenpeace, sono stati protagonisti di un blitz presso un campo francese coltivato con mais OGM. Hanno strappato le piante di mais transgenico ancora giovani per sostituirle con il mais bio in una porzione di terreno di 11 ettari situata alla periferia di Tolosa. Gli attivisti hanno srotolato degli striscioni con messaggi forti e chiari: "OGM, contaminazione in corso" e "Un campo trovato, dieci nascosti?". La decisione francese di dire stop agli OGM sarebbe avvenuta per due ragioni principali: la preoccupazione per i danni all'ambiente e all'agricoltura e la constatazione che il divieto di coltivazione del mais Monsanto non avrebbe provocato alcun effetto negativo sull'economia del Paese. Scivolano dunque sempre più in basso le ipotesi del ricorso agli OGM come strumento per risollevare l'economia agricola. I parlamentari francesi avranno tenuto conto anche del discusso studio condotto oltralpe sui possibili effetti negativi degli OGM sulla salute? La messa al bando francese segue di poche settimane la decisione del Tar del Lazio di riconfermare la validità del decreto interministeriale che vieta la coltivazione di Ogm in Italia. Ora si attendono gli interventi dall'alto che dovrebbero vedere protagonista il nostro Paese durante il semestre di presidenza europea. L'UE dovrebbe modificare la Direttiva 2001/18/CE per consentire agli Stati membri di decidere in autonomia se limitare o vietare la coltivazione di OGM sul proprio territorio. Come sottolinea la Coldiretti, sono soltanto 5 su 28 i Paesi europei a dare ancora spazio alla coltivazione di OGM, con particolare riferimento al mais Monsanto (unica varietà al momento approvata dall'UE). Si tratta di Spagna, Portogallo. Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania. La speranza è che l'Italia possa rimanere ferma sulle proprie posizioni ed essere d'esempio, insieme alla Francia, per vietare la coltivazione di Ogm in tutta Europa. (da Greenme.it - maggio 2014) MARCIA PER LA PACE A PADOVA Prima edizione - 11 Maggio 2014 Camminiamo per la Pace dalle CASERME ai PARCHI Perché Padova sia davvero città di pace, camminiamo per la pace! Per info: Associazione per la Pace: [email protected] Legambiente: [email protected], tel 049.8561212 M.I.R.: [email protected] …prima di darci appuntamento per domenica, in Prato della Valle a Padova, per la Festa del Biologico, raccomandiamo di leggere anche: La storia di Mariano: con lui è rinato un pezzetto di Sicilia e Happy Goodyear, il documentario che racconta le morti nella fabbrica di Cisterna di Latina da Il Cambiamento – maggio 2014 La fine della burocrazia e A chi serve il Senato da Altreconomia – maggio 2014 Il profeta inascoltato della questione morale da Eddyburg – maggio 2014 Ciaooo!
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