newsletter 19-2014

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NOTIZIE DALL’EUROPA E DAL MONDO
EL BIOLOGICO IN PRÀ
DOMENICA 11 MAGGIO 2014
PRATO DELLA VALLE - PADOVA
** scarica QUI il volantino completo…e vieni a trovarci domenica
in Prato....ci saranno tante sorprese e tante cose buone!!!!! **
CITTADINI PREOCCUPATI PER LE VITI DI COR
Il prosecco arriva in Valbelluna tra sbancamenti imponenti e agricoltori locali infuriati,
ma c’è anche il rischio per la salute.
BELLUNO. Lì dove un tempo c’era una delle piane più belle del Castionese, oggi ci sono ruspe e
cumuli di terra movimentata. È forte il malumore degli abitanti di Castion che giustamente si
sono sempre vantati di vivere in un territorio spettacolare. Da qualche tempo, però, due delle
aree di maggior pregio sono coinvolte in operazioni che le stanno snaturando.
Dopo Modolo, dove da quasi due anni centinaia di camion scaricano la terra di scavo del Col
Cavalier, da qualche mese la piana di Cor è stata venduta ad imprenditori trevigiani, la Società
Agricola Le Rughe, azienda vinicola di Conegliano specializzata nella produzione del prosecco,
intenzionata a realizzare un vigneto di una ventina di ettari.
Diplomato in agronomia e laureato in tecniche di radiologia, il consigliere comunale del Pd
Mirco Costa in questo contesto ha le competenze adatte per raccogliere le proteste dei
castionesi, preoccupati per l’economia agricola locale, ma anche per la salute della popolazione
residente. «Non voglio fare allarmismi», spiega Costa, «ma conosco bene le tecniche di
coltivazione delle viti e non si può ignorare la quantità di fitofarmaci necessari alla produzione
del prosecco. Non voglio nemmeno contestare l’azienda trevigiana, che fa il suo lavoro, e
riconosco che le colline di Conegliano sono bellissime proprio per i vitigni che le caratterizzano.
Ma ci sono elementi da analizzare con attenzione».
I dubbi riguardo al futuro vitigno di Cor, infatti,
possono essere numerosi. Il paesaggio. I filari
hanno bisogno di un terreno particolare, per
esposizione, drenaggio e accessibilità dei
macchinari quando si tratta di colture vaste.
In futuro, a Cor, si vedranno delle belle viti, ma
in questo momento gli amanti di quella piana si
disperano guardano le montagne di terra
movimentate dalle ruspe.
La modifica del paesaggio ormai è da
considerarsi irreversibile. L’agricoltura locale.
«Mentre nel bellunese abbiamo sempre avuto
un’agricoltura diversificata, attenta alla biodiversità e concentrata sulla sussistenza», spiega
Costa, «in pianura si fa monocoltura intensiva. Gli imprenditori agricoli trevigiani, sostenuti da
capitali rilevanti, sono arrivati a Belluno con le disponibilità per comprare o affittare i terreni
migliori, spazi che non sono più disponibili per i bellunesi. In un periodo come questo in cui
l’agricoltura potrebbe essere una buona alternativa alla crisi manufatturiera, questo è un
brutto colpo».
Due sono i motivi che spingono i produttori di prosecco a sbarcare in Valbelluna (c’è già un
grande vigneto a Limana e si parla di altri contratti conclusi da poco). Il primo è climatico: le
temperature si sono alzate e la Valbelluna è diventata (c’è chi dice tornata) adatta a quella
produzione, che nella bassa invece peggiora portando a un vino troppo dolce. In secondo luogo
la Regione ha esteso la superficie certificata DOCG e i produttori hanno bisogno di terra per
stare al passo con le richieste. Problemi simili agli imprenditori trentini di mele arrivati da
qualche anno nel feltrino, non senza impatto.
Agricoltura biologica. «C’è chi dice che i vitigni di Cor saranno biologici», dice ancora Costa, ma
è davvero difficile coltivare la vite senza l’uso dei pesticidi. Ne servono anche 30 trattamenti
all’anno, cioè la vite va continuamente irrorata con i pesticidi per crescere sana». Nei pressi del
futuro vitigno, però, ci sono diverse piccole imprese agricole che con molta fatica stanno
cercando di crescere proprio grazie al marchio bio.
Piccoli frutti, miele e cereali castionesi aspirano all’eccellenza bio, ma la legge dice che non può
esserci una fonte inquinante o una coltura intensiva a poca distanza, quindi il lavoro fatto dagli
agricoltori locali rischia di essere vanificato e va detto che sono proprio loro i più arrabbiati per
l’arrivo dei concorrenti trevigiani.
La salute. L’ultima, ma solo per evitare allarmismo, preoccupazione riguarda la salute. I
fitofarmaci (o pesticidi) sono noti per le loro proprietà cancerogene e sono nocivi a tutti gli
esseri viventi. Ciò che viene usato in agricoltura non scompare nel nulla: i pesticidi vengono
assorbiti dalla terra, dalle falde acquifere e dagli organismi. In alcune zone i residenti vengono
avvisati di chiudere le finestre e rimanere in casa nelle ore in cui vengono spruzzati i
fitofarmaci sulle viti. L’Usl n.7 di Pieve di Soligo ha anche fatto uno screening su 500 persone,
per lo più bambini, nei comuni dell’area del prosecco scoprendo la presenza di consistenti
residui nelle urine.
«Il punto sta nell’evitare la sommatoria di fonti inquinanti», precisa Costa che lancia il suo
appello ai proprietari di terreni: «La politica non basta se i cittadini non sono sensibili.
Dobbiamo mantenere le nostre terre come patrimonio, non svenderle a chi paga di più, ma
questa è una battaglia che ci chiede di fare squadra».
(dal Corriere delle Alpi - maggio 2014)
NON CI SARÀ PIÙ DA MANGIARE
Inquinamento, pesticidi e deforestazione spazzano via il 95% degli alveari nelle
campagne cinesi e milioni di contadini sono ora costretti a impollinare a mano per
sostituire gli insetti.
Riportiamo oggi una notizia uscita su La Repubblica il 24
aprile. Non è una bella notizia, e sebbene sia stata
pubblicata ormai una decina di giorni fa, ci teniamo a
tenere alta l’attenzione su un argomento che ci sta
particolarmente a cuore (abbiamo di recente avviato
una campagna): la sparizione progressiva e inesorabile
delle api.
Questa volta siamo in Cina, dove il fenomeno sta
raggiungendo i livelli di vera e propria calamità.
Inquinamento, pesticidi e deforestazione spazzano via il
95% degli alveari nelle campagne cinesi e milioni di
contadini sono ora costretti a impollinare a mano per sostituire gli insetti. Vittime dei propri
veleni, sparsi per moltiplicare il raccolto, i contadini cinesi sono costretti a trasformarsi in
insetti: «In Asia – scrive il corrispondente Giampalo Visetti su Repubblica – vengono chiamati
uomini-ape e sono oggi il simbolo del disastro globale della natura» I numeri sono
impressionanti: stiamo parlando di milioni di frutticultori che devono sostituire gli sciami
arrampicandosi sugli alberi per impollinare a mano ogni fiore.
Come fanno? Pennellano ogni gemma con stami essiccati e polverizzati e con una piuma di
gallina fissata su una canna di bambù spargono il polline sui fiori appena schiusi. Hanno le ore
contate: «uno sciame di api feconda 200 alberi al giorno, un esperto può farne non più di venti
in dieci ore, l'impollinazione deve concludersi in due settimane… Per chi possiede migliaia di
piante la sfida è impossibile, a meno di non reclutare un esercito di uomini-ape a costi
proibitivi. Per sostituire gli insetti un migrante chiedeva 7 euro al giorno nel 2010, 9 nel 2012 e
oggi siamo a 15» scrive Visetti.
Epicentro della devastazione, il Sichuan nel Sudest della Cina, e le regioni del Nord, famose per
mele e pere. La tragedia delle api distrutte è tale per cui per salvare i raccolti i contadini
devono assumere migliaia di api umane, reclutate in tutto il Paese. Nel villaggio di Nanxin,
considerato il luogo d’origine della mela, la fecondazione a mano quest’anno ha raggiunto il
95%. Nei villaggi più vicini alle città sono comparsi apicoltori ambulanti che affittano gli sciami
sopravvissuti per l’impollinazione naturale.
E la distruzione delle api è un cataclisma anche per l’economia. La Banca Mondiale calcola che
il valore dell’impollinazione a livello globale è di 170 miliardi di euro. Le ragioni della
sparizione? Le conosciamo bene: neonicotinoidi, fertilizzanti, anticrittogamici tossici,
deforestazione, urbanizzazione, inquinamento soprattutto della chimica in agricoltura.
In tre parole: è “tutta colpa nostra”. La situazione in Europa? Non siamo certo al livello della
Cina ma c’è poco da stare allegri: leggete QUI la riflessione di Silvia Ceriani (Api, il bottino
avvelenato) sul recente report di Greenpeace che ci mette in guardia sulla contaminazione
agrochimica nel polline...Insomma, la Rivoluzione verde che avrebbe dovuto garantire
l'accesso al cibo per tutti, sta minando la possibilità di poterlo coltivare...
(dalla Newsletter di Slow Food - maggio 2014)
ALTE DOSI DI ERBICIDA ROUNDUP NELLA SOIA GM: UNO STUDIO
NORVEGESE PARLA DI LIVELLO ESTREMO DI CONTAMINAZIONE
I residui di erbicida Roundup sulla soia GM hanno superato i limiti tollerati.
I ricercatori della University of the Arctic in Norvegia
hanno trovato alte dosi di erbicida Roundup a base di
glifosato, prodotto da Monsanto, nel 70% dei campioni
di soia geneticamente modificata analizzati, come
affermano nello studio pubblicato dalla rivista Food
Chemistry.
L’indagine ha messo a confronto l’accumulo di pesticidi e
diserbanti in 31 campioni coltivati nello Iowa (USA),
suddividendoli in tre gruppi: soia geneticamente
modificata, soia non geneticamente modificata coltivata
in modo chimico convenzionale e quella coltivata con il
metodo biologico.
La soia Roundup Ready (coltura geneticamente modificata, a marchio registrato della
Monsanto) è stata progettata proprio per resistere all’irrorazione di erbicidi a base di glifosato,
ma col tempo le erbe infestanti sono diventate più resistenti agli erbicidi, rendendo necessario
un loro utilizzo più massiccio, responsabile dell’accumulo nelle piante. I ricercatori norvegesi
hanno rilevato una media di nove milligrammi di erbicida Roundup per chilogrammo di
soia geneticamente modificata. Uno studio della stessa Monsanto del 1999 stabiliva
in 5,6 milligrammi per chilogrammo il limite oltre il quale si deve parlare di “livello
estremo” di contaminazione.
La soia GM è l’unica ad avere alti residui di erbicida, la migliore è quella da agricoltura
biologica. In particolare, nella soia geneticamente modificata, l’analisi ha rilevato una media di
3,26 mg/kg di glifosato e di 5,74 mg/kg di Aminomethylphosphonic acid (AMPA), il principale
prodotto della degradazione del glifosato. Nella soia coltivata tradizionalmente o
biologicamente, queste sostanze erano assenti.
I ricercatori norvegesi osservano che la mancanza di dati sui residui di antiparassitari nelle
principali piante coltivate costituisce una grave lacuna di conoscenze, con potenziali
conseguenze per la salute umana e animale. Lo studio rileva inoltre che le differenti pratiche
agricole hanno anche un diverso impatto sulla composizione nutrizionale della soia, che ha un
profilo migliore se coltivata in modo biologico.
(da ilfattoalimentare.it - maggio 2014)
PIOVE CEMENTO A BRUSEGANA
La Giunta di Padova ha approvato una
lottizzazione a Brusegana in un’area agricola
compresa tra il supermercato Top Ten
(fronte ex “Salata”), il Bacchiglione e il
Brentella (CLICCA QUI).
Il progetto prevede una cinquantina di lotti
con villette singole, bi-tri- quadrifamiliari e a
schiera, per un totale di 43.938 mc, cui
potrebbero aggiungersi altri 7.000 mc con
l’approvazione del 2° stralcio.
L’avallo al progetto da parte del Comune di
Padova è assolutamente non condivisibile,
innanzitutto perché sottrae all’agricoltura più di 50.000 mq di superfice permeabile in un’area
soggetta sia al rischio di ristagno idrico, sia al rischio di esondazione dei fiumi, come indicato
nella Carta delle fragilità del Piano di Assetto Territoriale.
Giova poco a questo proposito ricordare che le sempre più frequenti piogge intense e le piene
dei fiumi sono fenomeni in sé differenti: in quest’area infatti il rischio è doppio. Il progetto di
lottizzazione in via Monte Rua prevede uno scolo a cielo aperto che raccoglierà le acque,
scaricandole sul Brentella, e di qui poi sul Bacchiglione. Ma cosa accadrebbe se una forte
pioggia avvenisse in contemporanea ad una piena del Bacchiglione?
Nel 2010 e nel 2013 i due fenomeni si sono verificati a maggio, quindi nello stesso periodo
stagionale, e nel febbraio di quest’anno è bastata la piena del Bacchiglione a impedire il
deflusso del Brentella, provocando tracimazioni dei canali ad esso collegati proprio in questa
zona. E allora perché non pensare alla prevenzione evitando di urbanizzare un’area a rischio?
Lo stesso CdQ 6 aveva espresso parere contrario, prevalentemente per l’impatto viabilistico
lungo la già trafficata Via dei Colli, ma ancor più grave per noi è l’impatto edilizio in un’area
censita come “ambito naturalistico di livello regionale”. A tal proposito, il documento finale del
percorso partecipato sul Parco agro-paesaggistico indica, tra le sue finalità, la “riduzione del
consumo di suolo e la salvaguardia dello spazio dell’agricoltura” e addirittura la “riconversione,
dove possibile, di spazi urbanizzati per l’agricoltura e l’allevamento”, l’esatto contrario di
quanto l’Amministrazione sta facendo!
Infine, con questo progetto il Comune si vanta di acquisire una quota dei terreni per la
realizzazione di un parco pubblico; in realtà, col baratto della perequazione non si aumenta il
verde e si permette anzi la cementificazione di terreni che andrebbero preservati. Il verde
pubblico che ne risulterà sarà a destinazione agricola nelle aree di rispetto fluviale, che
sarebbero rimaste comunque campi, e a destinazione parco a ridosso delle nuove case.
Ma è davvero interesse della collettività realizzare e mantenere con soldi pubblici del verde
pubblico di fronte alle nuove villette? Il progetto di via Rua si poteva fermare se lo scorso 21
marzo il Sindaco Ivo Rossi non si fosse ostinato a voler approvare un PAT concepito nel 2009 e
assolutamente inattuale, basato sulla previsione di 24.000 nuovi residenti in 10 anni a fronte di
un effettivo calo di 4.000 unità negli ultimi 4, invece di optare per una sostanziale revisione.
Per la legge veneta, il PAT può anche far decadere i piani urbanistici attuativi incompatibili con
esso: un PAT diverso, che fermasse urbanizzazioni come questa per restituire ai terreni la loro
vocazione agricola senza oneri per il Comune, era possibile, così come è ancora possibile una
sua Variante. Ora, lo strumento che rimane per limitare i danni è quello della Variante.
Per questo scopo, Legambiente e altre associazioni stanno raccogliendo le firme sulle cartoline
indirizzate ai candidati sindaci delle prossime elezioni (firma anche tu, cliccando QUI) che
verranno consegnate all’incontro pubblico di venerdì 16 maggio alla Fornace Carotta
(partecipa anche tu, clicca QUI per maggiori informazioni).
Sandro Ginestri, coordinatore Legambiente Padova
(da Ecopolis Newsletter - maggio 2014)
CONSIGLIO UE, "OGM E SICUREZZA ALIMENTARE NON NEGOZIABILI"
Lo ha detto il Commissario all'Agricoltura,
Dacian Ciolos, al Consiglio UE tra i 28 ministri
dell'Agricoltura ad Atene. Perplessità sul
Partenariato di libero scambio tra Europa e
USA.
Consiglio UE, OGM e ormoni sirene d'allarme per
l'agricoltura: Il Partenariato di libero scambio
(TTIP) tra l’Unione Europea e gli USA riguarda
anche l'agricoltura.
Se n'é parlato al Consiglio UE - informale - tra i
28 Ministri dell'Agricoltura ad Atene, dove il
Commissario UE competente, il rumeno Dacian Ciolos, ha messo i puntini sulle i:
“L'Europa non deve assumere una posizione difensiva in queste negoziazioni. Molti ministri
hanno sottolineano la necessità di preservare il nostro modello agroalimentare che deve essere
la base dell'accordo”.
Il TTIP sotto la lente di Ciolos e del Consiglio: Si tratta appunto dell'accordo di libero
scambio tra UE e USA in via di definizione in questi mesi, l'accordo commerciale più grande al
mondo. Secondo le stime, con questo accordo l’UE vedrebbe un aumento del proprio Pil del 2,2
per cento, vale a dire 275 miliardi di euro. Tuttavia il negoziato è stato fortemente criticato sia
per la scarsa trasparenza sui progressi finora compiuti che per il timore di un indebolimento
delle norme sanitarie, ambientali e sociali europee.
Allarme OGM e ormoni: Queste sono le due sirene di allarme dell'agricoltura e degli
allevamenti europei che temono una deregulation causata dalle diverse sensibilità e legislazioni
d'oltre Oceano. Su questo Ciolos ha cercato di essere categorico: “Le problematiche degli OGM,
degli ormoni, le norme sulla sicurezza alimentare, non sono negoziabili. I consumatori europei
non li vogliono, e questo è qualcosa che la Commissione non può ignorare". Una presa di
posizione notevole visto che proprio nel suo parere d'origine, la Romania, ci sono colture OGM.
Verdi europei sul piede di guerra: Secondo il gruppo dei Verdi, al Parlamento europeo in
gioco ci sarebbe non solo la tenuta del settore agroalimentare ma soprattutto la sicurezza del
consumatore finale. Yannick Jadot, eurodeputato francese, parla di “minaccia aperta agli
standard e alle regole europee su sicurezza pubblica, sicurezza alimentare, OGM, indicazione di
origine e altri standard ambientali”.
Tutela per l'agricoltura locale tipica in Europa: I Ministri riunitisi ad Atene hanno invece
sottolineato come proprio l'agricoltura di piccola scala, prevalente in Europa, sia meno
vulnerabile a certe malattie o a incidenti climatici e che è proprio per questo che deve essere
maggiormente tutelate. “La diversità aumenta l'adattabilità, è un'esigenza per l'intero settore
di fronte al cambiamento climatico”, ha affermato il Ministro greco dell'Agricoltura, Athanassios
Tsaftaris.
Il Circolo di campagna® WIGWAM® “IL PRESIDIO…sotto il portico…”
A.P.S. di Camin (PD) - Via Gramogne 41
organizza la
X. FESTA DI PRIMAVERA - 11 MAGGIO 2014
Il ricco programma della giornata sarà il seguente:
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Ore 9.45 Arrivo al Presidio: Iscrizione dei partecipanti, saluti, consegna dei
materiali utilizzati durante la giornata;
Ore 10.00: Passeggiata alla ricerca delle piante spontanee
commestibili, accompagnati dai nostri “esperti” tra gli orti e i prati del
Presidio;
Ore 11:45 Mille torte sotto il portico: Gara di torte, con iscrizione libera, ma
assaggio obbligatorio!!! Saranno premiate con ricchi premi le torte più buone,
più belle, più originali da una giuria di esperti riconosciuti. Le torte a fine gara
non saranno – ahimé - restituite….
Ore 13:00 Spuntino rurale: a Km 0, a cura dell’organizzazione, con il
contributo tecnico del fantastico club ippico Zoccolo d’Oro (ma ogni altro
contributo è ben accetto…).
e nel pomeriggio:
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“Toca mi” (giochi vecchi di una volta): Giochi antichi di corte, scaeon,
pindoeo, bandiera, salto dea corda, tegna alta…
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Mercatino dello scambio: Un mercato dove si scambia e baratta! Porta le tue
vecchie cose e potrai scambiarle con altri. Tutti possono partecipare allestendo
un piccolo spazio o portando con se gli oggetti che intendono scambiare: libri,
indumenti, ricette, idee, letture, informazioni. Sarà presente anche una zona
adibita agli scambi tra bambini: giochi, libri, fumetti o oggetti di produzione
propria. Sarà presente (e ben fornito) anche un punto book-crossing;
Gruppo Acquisto Solidale: Un punto informativo del circolo Tuttogas Acli PD
dove trovare informazioni, visionare i prodotti, scambiare idee e suggerimenti
su questo modo di acquistare prodotti locali, buoni, puliti e giusti, un modo
intelligente di favorire l’economia locale e rispettoso delle persone e
dell’ambiente;
Puliamo Via Gramogne!: Per i più volenterosi, un piccolo esercizio per
smaltire il pranzo: dateci un piccolo aiuto per raccogliere i rifiuti che i soliti
maleducati hanno abbandonato nella zona durante l’inverno!;
Salviamo il Paesaggio: punto informativo sulla campagna nazionale
http://www.salviamoilpaesaggio.it/ forum italiano dei movimenti e delle
associazioni per la terra e il paesaggio, raccolta firme a sostegno della
campagna per la formazione di un parco agricolo paesaggistico tra brenta e
bacchiglione (http://www.legambientepadova.it/PetizioneParco);
“Civiltà Contadina”: Durante la giornata sarà allestito anche un gazebo a cura
della associazione con esposizione di antiche varietà di piante e semi;
Truccabimbi , Bolle giganti e Palloncini!: Spazio di animazione bimbi a cura
di Patrizia e Moreno;
Ecocourts: Punto informativo e distribuzione materiale riguardante il progetto
http://www.life-ecocourts.it/
Giornata aperta a tutti i soci del circuito Wigwam® in regola con l’iscrizione 2014 e ai
partecipanti al progetto "Camin Facendo"; sarà peraltro possibile iscriversi al
momento. Per motivi fiscali e assicurativi tutti i maggiorenni devono essere tesserati.
L’organizzazione non si assume alcuna responsabilità per danni a persone o cose
durante l’evento; Il programma potrebbe subire dei cambiamenti a insindacabile
giudizio dell’organizzazione; E’ richiesto un piccolo contributo per lo spuntino rurale, le
altre attività sono gratuite
Per prenotazioni ed informazioni:
[email protected] -- cell. 338-4238191
(da Circolo Il Presidio Wigwam - maggio 2014)
GITA SOCIALE 2014 DEL TAMISO:
14 e 15 GIUGNO 2014 SULL’ALTOPIANO DI ASIAGO
Sono aperte le iscrizioni per la prossima, consueta, annuale gita sociale della nostra
Cooperativa, che quest'anno avrà come destinazione l'Altopiano di Asiago.
La vicinanza alla località scelta e la semplicità di rapporti ci permette di invitare più
persone possibili a partecipare, per scoprire con noi valori di una storia e di un
modello di sviluppo a noi vicino.
Vi invitiamo a dare fin da adesso la vostra adesione, e quota di 50€, in particolare per
la prenotazione dell’albergo.
Questo il programma di massima:
Alloggio presso l'albergo alle Alpi di Foza, con cena di sabato, camera da uno, due o
tre letti, prima colazione, eventuale pranzo al sacco. Le giornate sarebbero così
impegnate con il bel tempo, sempre con l'accompagnamento del professionista ed
amico Gianbattista Rigoni Stern.
Nel pomeriggio di sabato è prevista una escursione al monte Fior, Castelgomberto,
Tonderecar e malga Lora, tutti luoghi citati da E. Lussu all'inizio del suo libro ”Un anno
sull' Altipiano”, luoghi ricchi di testimonianze (trincee, cimiteri, alloggiamenti) oltreché
atti a godere di un panorama unico verso la porzione nord dell'Altipiano.
Dopo la cena visita al Museo dell'emigrazione di Foza che ci ospiterà nella sala
convegni con una lezione sulla gestione delle malghe e dei boschi di proprietà
collettiva. Domenica, visita alle malghe di Marcesina con la possibilità di vedere la
lavorazione del latte e la sua trasformazione in formaggio e burro. Pranzo al sacco e
pomeriggio visita libera in Asiago.
BIOGAS: ESPOSTO PRESENTATO ALLA PROCURA DELLA RE-PUBBLICA
DI PADOVA DALL’ ASSOCIAZIONE IL MORARO DI BAGNOLI (PD)
Giovedì 10 aprile, elle 8.30 ho ricevuto 2 telefonate che
mi avvertivano che in via Mameli, presso l’azienda
agricola S. Anna, era in funzione un getto di irrigazione
aerea su colture di Triticale.
L’irrigazione avveniva con l’uso dei liquami provenienti
dai 2 impianti di biogas collegati, uno dell’az. S. Anna e
l’altro della Tenuta di Bagnoli ( la proprietà è la
stessa). Avendo letto che questa pratica agronomica
non è consentita, mi sono recato sul posto assieme a
una signora che abita in via Mameli, vicino al luogo
dove avveniva lo spargimento dei liquami e abbiamo
fatto alcune fotografie.
Alle 9.15 ho telefonato all’Arpav di Padova per chiedere informazioni, mi è stato risposto (dott.
Gabrieli) che “chi doveva intervenire per primo era il Comune di Bagnoli facendo uscire i vigili
per accertare il fatto”. Alle 9,30 ho telefonato all’ufficio tecnico del comune al geometra
Roberto Brigo per informarlo, e chiedergli se tale operazione è consentita e chiedere un
intervento sul posto per le dovute verifiche ricevendo da questi una risposta interlocutoria.
Più tardi ho ritelefonato in Comune per conoscere le decisioni prese dal tecnico comunale. Il
sig. Brigo mi ha riferito di aver parlato con l’ARPAV di Padova (dott. Suman) e con gli uffici
dell’ULSS 17 (sig. Tasinato), ma entrambi non hanno saputo dare indicazioni sul da farsi e sul
rispetto delle normative dell’operazione in atto nell’azienda agricola.
Alle 12,00 ho telefonato ancora una volta al geometra Brigo che mi ha riferito di suoi contatti
con alcuni responsabili delle asociazioni agricole, che informalmente hanno parlato di pratica
illecita ma che comunque, presso l’azienda avrebbero dovuto esserci delle autorizzazioni da
parte della Provincia, che - peraltro - prevedono un interramento dei liquami e non lo
spargimento per via aerea. Il geom. Brigo mi ha altresì comunicato che, per eventuali
interventi, avrebbe avuto bisogno di altre verifiche. L’impianto ha continuato a funzionare
anche nei giorni seguenti.
Da alcuni anni l’Associazione il Moraro di Bagnoli, di cui faccio parte (che si occupa di ambiente
e salute dei cittadini), chiede con interrogazioni in consiglio comunale, osservazioni scritte in
Regione, articoli sulla stampa locale e manifesti pubblici, se le operazioni di raccolta e
smaltimento dei liquami, messe in atto dai proprietari di queste aziende, rispettino le
normative di legge. Si ricorda infatti che gli impianti di biogas presenti nel territorio comunale,
raccolgono i reflui in grandi fosse a cielo aperto (lagoni-lagune) che complessivamente
raggiungono una superficie di quasi 10.000 mq.
Abbiamo più volte chiesto se queste fosse, costruite 40 anni fa, usate per decenni come fosse
di raccolta delle deiezioni degli allevamenti bovini allora presenti, sono adeguate alle leggi
nazionali e alle prescrizioni regionali, approvate successivamente, e se rispettano gli stessi
regolamenti di polizia rurale approvati dal comune di Bagnoli.
Si ricorda infine che il Comune di Bagnoli non
si è ancora dotato del “Regolamento comunale
per l’utilizzazione di effluenti zootecnici e delle
acque reflue” che la Regione Veneto aveva
previsto fin dal 2007 (DGR n. 2439).
A queste domande non si sono mai avute
risposte nè dal Comune, da ULSS, Arpav, né
dalla Regione Veneto (Ente re-sponsabile delle
autorizzazione e del regolare funzionamento degli impianti di biogas). Si segnala inoltre che, lo
scorso 29 agosto 2013, il Mattino di Padova riportava la notizia in prima pagina, di una anziana
di Bagnoli di Sopra ricoverata in gravissime condizioni in seguito alla puntura di una zanzara
che aveva trasmesso il Virus Del Nilo (virus West Nile), primo caso in provincia di Padova.
Immediatamente, l’ULSS 17 ha fatto scattare un piano di disinfestazione e pubblicizzazione di
norme di precauzione per limitare il pericolo di infezione, norme subito riprese da una
ordinanza del Comune di Bagnoli in cui si invitavano i cittadini a “svuotare frequentemente i
sottovasi e i contenitori di acqua, oltre che la bonifica di tutte le aree di ristagno di acque
meteoriche o di altra provenienza”. Lo stesso Sindaco, in un
intervista al Mattino del 31 agosto, invitava i cittadini ad
eliminare i ristagni di acqua.
Dalla scorsa estate nessun intervento e verifiche sono state
eseguite sui lagoni di raccolta dei liquami di biogas, nè sul
regolare smaltimento degli stessi liquami.
Tutto ciò premesso si chiede alla S.V. di voler verificare se
nei fatti suesposti, siano sussistenti comportamenti
penalmen-te rilevanti e di adottare tutti i provvedimenti
eventualmente anche cautelari che riterrà necessari.
(**scarica QUI il numero di maggio di “Terra Informa”, di cui El Tamiso è sponsor,
con altri interessanti articoli sul territorio e sulle prossime scadenze elettorali)
(da Associazione Il Moraro - maggio 2014)
PIÙ CORAGGIO! OSSERVAZIONI DI
LEGAMBIENTE AL REGOLAMENTO EDILIZIO
COMUNALE
Il Consiglio comunale di Padova ha adottato unavariante al
regolamento
edilizio, inserendo
degli
articoli
sulla
sostenibilità ambientale nelle ristrutturazioni e nelle nuove
costruzioni.
Le
modifiche
sono
arrivate
dopo
un
lungo
e
partecipato percorso coordinato dall’ufficio Agenda 21 del Comune di Padova che ha visto la
presenza di molte realtà come, per citarne solo alcune, l’Associazione costruttori,
Confindustria, ordini professionali, sindacati, associazioni di architetti e associazioni
ambientaliste. Agenda 21 ha prodotto 2 documenti ma solo uno si è trasformato in
norma. Ecco, quindi, cheLegambiente ha presentato agli uffici preposti le sue osservazioni per
migliorare il documento approvato in consiglio comunale considerando anche i principi che
erano stati previsti nell’altro.
Ecco, in breve, le osservazioni di Legambiente:
E’ scontato: l’acqua è un bene prezioso, anche quella piovana. Perché farla scolare via tutta e
non reimpiegarla infiltrandola in falda come si fa già in Germania e nei Paesi nordici, o facendo
in modo che anche le coperture verdi dei piani interrati la possano trattenere? Se vogliamo
davvero prevenire gli allagamenti, che sono sempre più spesso all’ordine del giorno, il suolo
deve essere permeabile e il regolamento non dovrebbe aver paura di innalzarne le percentuali
minime. E perché non stabilire in anticipo quale superficie destinare ad alberi e aiole in un
parcheggio? Questo è un accorgimento che favorirebbe la permeabilità del suolo e inoltre
ne limiterebbe l’effetto “isola di calore”… perché non procedere a normarlo in maniera
puntuale? In giardini e spazi privati, poi, bisognerebbe essere anche più virtuosi, non meno.
Non solo raccomandare, ma rendere obbligatorio per le nuove costruzioni l’utilizzo di spazi in
cui l’uomo fosse già presente, per limitare il consumo di suolo.
L’efficienza energetica, e quindi la vivibilità degli spazi abitativi, può migliorare molto creando
le condizioni di un ricambio d’aria adeguato, progettando case con doppia esposizione, e non
solo evitando ma vietando di costruire alloggi con unica esposizione a nord. Energie
rinnovabili? Certo, ma pensiamo prima a “involucri” veramente isolanti. Se siamo preoccupati
per l’inquinamento da radon (e dovremmo, stando, a dati dell’Arpav) vorremmo che tutti gli
edifici ne fossero protetti: ecco un altro requisito che potrebbe diventare obbligatorio.
Vogliamo incentivare il trasporto pubblico e i servizi di car- e bike-sharing? Facciamo in modo
che gli edifici commerciali vengano posizionati anche tenendo conto della raggiungibilità con
questi mezzi. E, naturalmente, se vogliamo che i cittadini usino di più la bici, bisogna
permettere loro di custodirle adeguatamente: consentiamo il parcheggio delle bici in tutti i
cortili dei condomini già esistenti.
Molte ottime idee sono state recepite nella variante al Regolamento Edilizio, eppure si
potrebbero rendere obbligatori ancora molti requisiti solo raccomandati, senza paura di osare.
Se Padova intende davvero diventare la città verde che promette di essere, dovrebbe
cominciare a farlo subito e puntando alto in direzione della tutela dell’ambiente, di un reale
contrasto al consumo di suolo, di un vero risparmio energetico.
Piero Decandia, Legambiente Padova
(da Ecopolis Newsletter - maggio 2014)
OGM: LA FRANCIA METTE AL BANDO IL MAIS MONSANTO, I CAMPI
VERRANNO DISTRUTTI
In Francia il fronte anti-OGM festeggia una nuova vittoria. Il
Parlamento francese ha approvato in modo definitivo la
proposta
di
legge
che vieta la coltivazione di mais
geneticamente modificato e di qualsiasi altra varietà OGM
che l'Europa introdurrà in futuro, compreso il mais Pioneer
1507 di DuPont.
Si tratta di un'importante traguardo che premia l'impegno
degli ambientalisti e che rispecchia le posizioni di numerosi
politici francesi contrari agli OGM e all'operato delle relative multinazionali. La nuova legge
prevede la distruzione dei campi coltivati con sementi OGM dagli eventuali trasgressori. Lo
scorso 2 maggio un centinaio di attivisti francesi, guidati all'eurodeputato José Bové o
membri di Greenpeace, sono stati protagonisti di un blitz presso un campo francese coltivato
con mais OGM. Hanno strappato le piante di mais transgenico ancora giovani per sostituirle
con il mais bio in una porzione di terreno di 11 ettari situata alla periferia di Tolosa. Gli attivisti
hanno srotolato degli striscioni con messaggi forti e chiari: "OGM, contaminazione in corso" e
"Un campo trovato, dieci nascosti?".
La decisione francese di dire stop agli OGM sarebbe avvenuta per due ragioni principali: la
preoccupazione per i danni all'ambiente e all'agricoltura e la constatazione che il divieto di
coltivazione del mais Monsanto non avrebbe provocato alcun effetto negativo sull'economia del
Paese. Scivolano dunque sempre più in basso le ipotesi del ricorso agli OGM come strumento
per risollevare l'economia agricola. I parlamentari francesi avranno tenuto conto anche
del discusso studio condotto oltralpe sui possibili effetti negativi degli OGM sulla salute?
La messa al bando francese segue di poche settimane la decisione del Tar del Lazio di
riconfermare la validità del decreto interministeriale che vieta la coltivazione di Ogm in Italia.
Ora si attendono gli interventi dall'alto che dovrebbero vedere protagonista il nostro Paese
durante il semestre di presidenza europea.
L'UE dovrebbe modificare la Direttiva 2001/18/CE per consentire agli Stati membri di decidere
in autonomia se limitare o vietare la coltivazione di OGM sul proprio territorio. Come sottolinea
la Coldiretti, sono soltanto 5 su 28 i Paesi europei a dare ancora spazio alla coltivazione di
OGM, con particolare riferimento al mais Monsanto (unica varietà al momento approvata
dall'UE). Si tratta di Spagna, Portogallo. Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania. La speranza è
che l'Italia possa rimanere ferma sulle proprie posizioni ed essere d'esempio, insieme alla
Francia, per vietare la coltivazione di Ogm in tutta Europa.
(da Greenme.it - maggio 2014)
MARCIA PER LA PACE A PADOVA
Prima edizione - 11 Maggio 2014
Camminiamo per la Pace dalle CASERME ai PARCHI
Perché Padova sia davvero città di pace, camminiamo per la pace!
Per info:
Associazione per la Pace: [email protected]
Legambiente: [email protected], tel 049.8561212
M.I.R.: [email protected]
…prima di darci appuntamento per domenica, in Prato della Valle a Padova,
per la Festa del Biologico, raccomandiamo di leggere anche:
La storia di Mariano: con lui è rinato un pezzetto di Sicilia
e
Happy Goodyear, il documentario che racconta le morti nella fabbrica
di Cisterna di Latina
da Il Cambiamento – maggio 2014
La fine della burocrazia
e
A chi serve il Senato
da Altreconomia – maggio 2014
Il profeta inascoltato della questione morale
da Eddyburg – maggio 2014
Ciaooo!