Cresce la spesa per i Ministeri

Servizi, salasso per le Regioni
cresce la spesa dei ministeri
•Manovra: via 5 miliardi agli enti locali, più 300 milioni per lo Stato
ROMA Niente tagli nei ministeri
alla voce acquisti, salasso per
Regioni e Comuni. Dovevano
essere il fulcro della spending
review post-Cottarelli, invece i
bilanci dei ministeri alla voce
"beni e servizi" non solo non
sono stati ridotti ma registrano un incremento di 300 milioni di euro di spese. Gli enti
locali dovranno invece fare a
meno di 5 miliardi. La legge di
stabilità finirà dunque per pesare Quasi esclusivamente lon-
tano dallo Stato centrale. I dicasteri hanno risparmiato su
incentivi e personale ma non
sulle voci più caratteristiche
della spending review.
Cifoni a pag. 7
Acquisti, niente tagli nei ministeri
• Con la legge di Stabilità ridotta la spesa per beni e servizi
• I dicasteri hanno risparmiato su incentivi e personale,
di Regioni e Comuni mentre quella dello Stato centrale cresce ma non sulla voce più caratteristica della "spending review"
to, ricavata da quelle inviate dal
governo in Parlamento (i cui daROMA Dovevano essere il fulcro ti sono espressi in milioni di eudella spending review post-Cot- ro) nel totale delle amministratarelli: quando è stato chiaro zioni pubbliche per il 2015 queche il commissario venuto da sta voce viene ridotta con la legWashington sarebbe tornato al ge di Stabilità da circa 128,1 miFondo monetario, il governo liardi tendenziali a 122,9 miliaraveva fatto sapere che i miliardi di programmatici (ossia posti
di necessari risparmi sarebbero come obiettivo dal governo). Il
stati ottenuti decurtando in per- risparmio è quindi di oltre 5 micentuale i bilanci dei ministeri. liardi, con una variazione perSi trattava ovviamente di un'ap- centuale negativa del 4 per cenprossimazione, perché lo Stato to.
Questo risultato però non è ricentrale è solo una parte e nemmeno la più estesa del comples- partito in modo uguale su tutte
so delle amministrazioni pub- le componenti dello Stato: cosa
bliche e dei suoi oltre 800 mi- che sarebbe abbastanza logica
liardi di spesa l'anno; e dunque in valori assoluti, visto che gli
era chiaro che Regioni, provin- acquisti delle amministrazioni
ce e Comuni sarebbero state locali valgono circa sei volte
coinvolte. Come in effetti sono quelle delle amministrazioni
state, con disappunto in partico- centrali, comprendendo tra l'altro anche la spesa sanitaria affilare dei presidenti regionali.
data alle Regioni. Stavolta però
LE TABELLE
la differenza salta agli occhi perAnche i ministeri, che dello Sta- ché nel caso dello Stato centrale
to centrale sono il pezzo più rile- c'è addirittura un segno positivante, hanno dato il proprio vo: la spesa aumenta di quasi
contributo: che però non si nota 300 milioni, ovvero del'1,4 per
osservando la voce più caratteri- cento. Gli enti territoriali invece
stica ai fini della revisione della si vedono applicare con la maspesa, quella relativa agli acqui- novra un calo dal tendenziale al
sti di beni e servizi. Nel gergo del programmatico di 5,3 miliardi,
bilancio pubblico, si parla di ossia tutto il risparmio comples"consumi intermedi". Come si sivo e anche qualcosa di più.
può notare dalla tabella qui sotNella realtà la sostanza di
IL CASO
questi tagli deve essere ancora
decisa, visto che è ancora in corso un confronto con il governo,
ed in ogni caso il sacrificio dovrà essere ripartito tra i vari enti
interessati, a partire dalle Regioni. I ministeri invece hanno perduto con la legge di Stabilità circa 2 miliardi, che però non sono
relativi ad acquisti di beni e servizi (se non in minima parte)
ma ad altre voci quali spese per i
dipendenti, incentivi alle imprese, trasferimenti e così via.
LE USCITE TOTALI
Se si guarda infine al totale della
spesa corrente (a parte gli interessi sul debito pubblico) emerge ugualmente una differenza
di segno tra amministrazioni
centrali, le cui uscite programmatiche aumentano rispetto ai
valori tendenziali, e quelle locali, che invece registrano un calo
di oltre sette miliardi. Ma in questo caso bisogna tener conto del
fatto che pesano sullo Stato centrale una serie di interventi di
politica economica fortemente
voluti dal governo: non solo spese vere e proprie, come quelle
relative al finanziamento dei
nuovi ammortizzatori sociali o
all'assunzione dei precari della
scuola, ma anche i 9,5 miliardi
del bonus fiscale da 80 euro, che
in base alle regole contabili sono registrati come spesa sociale
e non come riduzione di imposta.
Luca Cifoni
VIENE DAGLI ENTI
TERRITORIALI
TUTTA LA DECURTAZIONE
COMPLESSIVA,
PARI A OLTRE
CINQUE MILIARDI
La spesa nel 2015 prima e dopo la legge di Stabilità
CONSUMI INTERMEDI
•
tendenziale
programmatico
SPESE CORRENTI NETTO INTERESSI
variazione %
tendenziale
programmatico
Amministrazioni
centrali
17.718
17.972
+1,43%
376.966
389.574
Enti
di previdenza
2.632
2.530
-3,88%
336.644
337.954
Amministrazioni
locali
107.725
102.410
196.596
189.268
Amministrazioni
pubbliche
128.075
122.912
701.251
704.228
-4,03%
Datiinmilionidiei.ro
Delle spese delle amministrazioni centrali (e di quelle pubbliche) fanno parte anche i 9.500 milioni del bonus 80 euro
variazione %