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Gestione e Governo
dei rischi:
2014 annus mirabilis
mirabilis??
Rosa Cocozza
Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari
Università degli Studi di Napoli Federico II
Obiettivo
dell’intervento
• Il punto della situazione in merito ai temi oggetto
dell’attuale discussione.
• Principali sollecitazioni istituzionali e regolamentari
• Circolare 263 e Circolare 285 Banca d’Italia
• Punti nevralgici sui quali si concentra attualmente
l’attenzione degli intermediari e quali sono le aree
critiche di intervento
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Fonti
Circ. 263
TIT. V
CAPP. 7,
8e9
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Circ. 285
Governo societario
Controlli interni
Gestione dei rischi
3
TIT. IV
CAPP.
I e II
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Agenda
• Contestualizzazione del tema
• Aspetti salienti dei profili attuativi della nuova
disciplina di vigilanza bancaria in termini di governance
• Disamina Titolo IV
• Capitolo I (Governo societario)
• Aspetti teorici, prescrizioni, situazione attuale
• Capitolo II (Remunerazione)
• Conclusioni
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Risk management
come core business
• Il risk management attiene alla identificazione, misurazione e
gestione dei rischi inerenti i portafogli di intermediazione
finanziaria
• La gestione è quell’attività risultante di atti e fatti concorrenti al
fine dell’azienda (Amodeo)
• La produzione bancaria è essenzialmente un processo di
trasformazione di risorse finanziarie e, quindi, di rischi
conto proprio e conto terzi
• Il risk management è parte integrante/qualificante del core
business degli intermediari finanziari (Allen & Santomero
Santomero))
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Risk Governance
• La governance è quell’insieme di regole, di ogni livello (leggi,
regolamenti etc.) che disciplinano la gestione e la direzione
di una società
• Se il risk management è parte del core business dell’impresa
bancaria, la risk governance diventa parte centrale della
governance delle banche delineando e strutturando rapporti,
funzioni e responsabilità tra organi, nello specifico caso in
esame, direttivi ed esecutivi (Circolare 285
285).
).
• Con il fine ultimo di ottimizzare i risultati dell’attività di
impresa con riferimento a tutti gli stakeholder interessati
(sana e prudente gestione).
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Il Processo di gestione
dei rischi
• Il processo di gestione dei rischi è l’insieme delle regole,
delle procedure, delle risorse (umane, tecnologiche e
organizzative) e delle attività di controllo volte a
identificare, misurare o valutare, monitorare, prevenire
o attenuare nonché comunicare ai livelli gerarchici
appropriati tutti i rischi assunti o assumibili nei diversi
segmenti, a livello di portafoglio di impresa e di
gruppo, cogliendone, in una logica integrata, anche le
interrelazioni reciproche e con l’evoluzione del
contesto esterno
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Il rischio è il mio
mestiere
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La struttura
della 285
Parte Prima
• Norme di attuazione della disciplina contenuta nella CRD IV da recepire
negli ordinamenti (disposizioni in materia di autorizzazione all’attività
bancaria, operatività transfrontaliera, riserve di capitale e processo di
controllo prudenziale)
Parte Seconda
• Indicazione, a titolo ricognitivo, delle norme europee immediatamente
applicabili; definisce, se del caso, le linee guida utili alla piena e agevole
applicazione del CRR; individua le discrezionalità nazionali esercitate dalla
Banca d’Italia, le unità organizzative responsabili e i termini dei procedimenti
amministrativi che hanno nel CRR la loro fonte diretta
Parte Terza
• Materie o tipologie di rischi che non hanno una derivazione normativa
comunitaria, ma sono necessarie per rendere il sistema regolamentare italiano
allineato agli standard di vigilanza definiti dagli organismi internazionali
Parte Quarta
• Disposizioni transitorie
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Le nuove disposizioni
• Le disposizioni mirano a promuovere il rafforzamento della capacita
capacità̀ della
banca di gestire i rischi aziendali, in una prospettiva anche di
sensibilizzazione sulla centralità del risk management
• Momento fondante nella definizione degli assetti di governance
• Ruolo degli organi aziendali con responsabilità definite per l’approvazione del
modello di business
business,, la formalizzazione delle politiche di governo dei rischi, la
verifica del processo di gestione dei rischi
• Introduzione di specifici principi generali di organizzazione
• Sistema dei controlli interni più robusto e gestione dei rischi più efficace
• Rafforzamento dei poteri del Risk Management
• Competenze e professionalità necessarie
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La struttura del
TITOLO IV – capitolo I
• TITOLO IV - Governo societario, controlli interni, gestione
dei rischi
• Capitolo I – Governo Societario (6
(6° agg
agg.. 06
06/
/05
05/
/2014
2014))
• Sezione I – Disposizioni di carattere generale
• Sezione II – Sistemi di amministrazione e controllo e progetto
di governo societario
• Sezione III – Compiti e poteri degli organi sociali
• Sezione IV – Composizione e nomina degli organi sociali
• Sezione V – Funzionamento degli organi, flussi informativi e
ruolo del presidente
• Sezione VI – Autovalutazione degli organi
• Sezione VII – Obblighi di informativa al pubblico
• Sezione VIII – Disposizione transitorie e finali
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La struttura deL
TITOLO IV – capitolo II
• TITOLO IV - Governo societario, controlli interni, gestione
dei rischi
• Capitolo II – Politiche e prassi di remunerazione e
incentivazione (7° agg
agg.. 18
18/
/11
11/
/2014
2014))
• Sezione I – Disposizioni di carattere generale
• Sezione II – Ruolo e responsabilità dell’assemblea e degli
organi aziendali
• Sezione III – La struttura dei sistemi di remunerazione e
incentivazione
• Sezione IV – La politica di remunerazione per particolari
categorie di personale
• Sezione V – Disposizioni di carattere particolare
• Sezione VI – Obblighi di informativa e di trasmissione dei dati
• Sezione VII – Disposizioni transitorie e finali
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La filosofia di fondo
• La Banca d’Italia, con l’adozione della nuova
disciplina, non si è limitata ad aggiornare le
disposizioni sul governo societario, risalenti al marzo
del 2008 e confluite nella Circolare n. 263
263/
/2006
2006,, ma ha
proceduto ad una riorganizzazione delle previsioni in
materia societaria incorporando nel nuovo documento
disposizioni, chiarimenti e indirizzi applicativi forniti
al sistema bancario tra il 2008 e il 2014
• Abbandono della regolamentazione per principi, in
funzione della circostanza che le regole in materia di
governo delle banche devono essere modellate sul
quadro aziendale di riferimento
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Le funzioni
• La disciplina si riferisce alle funzioni sulla base della
circostanza che esse possono essere svolte da organi
diversi secondo il modello di amministrazione e
controllo scelto
Supervisione strategica
Gestione
Controllo
• determinazione degli
indirizzi e degli
obiettivi aziendali
strategici e verifica
della loro attuazione
• conduzione
dell’operatività
aziendale volta a
realizzare le strategie
• verifica della
regolarità
dell’amministrazione
e dell’adeguatezza
degli assetti
organizzativi e
contabili della banca
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Gli ambiti di novità
• Capitolo I – Governo Societario
• Rimodulazione del principio di proporzionalità
• Composizione degli organi
• Numerosità
• Diversificazione soggettiva
• Consiglieri indipendenti
• Specificazione dell’autovalutazione come strumento di autoautoanalisi
• Capitolo II – Politiche e Prassi di Remunerazione e
Incentivazione
•
•
•
•
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Personale Interessato
Rapporto remunerazione fissa/variabile
Remunerazione presidente
Remunerazione funzioni di controllo
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Proporzionalità
• La rimodulazione del principio di proporzionalità è ascrivibile, per lo più, al
Regolamento (UE) 1024
1024/
/2013 (Regolamento sul Meccanismo di Vigilanza
Unico) il quale ha operato una distinzione tra
•
•
banche of significant relevance
banche less relevant
relevant..
• Le nuove disposizioni, infatti, nello specificare che l’applicazione del
principio di proporzionalità deve avvenire secondo criteri che tengano conto
“della dimensione e della complessità della banca”,
banca”, fanno riferimento a parametri
che consentono di suddividere le banche in tre categorie:
•
•
•
banche di maggiori dimensioni o complessità operativa (vigilanza BCE e quotate)
banche intermedie (attivo tra 3,5 - 30 mld
mld.. di euro)
banche di minori dimensioni o complessità operativa (attivo =< 3,5 mld
mld.. euro)
• Lo stesso documento
documento,, infine, specifica che con la locuzione “banche di
maggiori dimensioni o complessità operativa” debbono intendersi proprio
quelle considerate “of
“of significant relevance
relevance”” dall’art. 6 del Regolamento 1024
1024..
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La numerosità:
l’aspetto teorico
• Controversi i pro e i contro di board più o meno numerosi
• tradetrade-off tra funzione di advisory e costo dell’organo
• organi più numerosi potrebbero garantire ampiezza di
expertise ma al contempo possono essere meno efficaci
nell’attività di monitoraggio del management (free riding
riding,,
allungamento dei tempi del processo decisionale)
• organi meno numerosi sono meno frammentati e meno
contentious e, in ultima analisi, più efficaci ed efficienti
• Meglio non troppo numerosi
• La numerosità dei componenti degli organi sociali deve
essere commisurata alle dimensioni e alla complessità
operativa della banca, garantendo l’efficienza della
gestione e l’efficacia dei controlli
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La Numerosità: la
prescrizione
• Riduzione delle posizioni esistenti
• Sistema tradizionale max 15 componenti
• Sistema monistico max 19 componenti
• Sistema dualistico max 22 componenti (CDG + CDS)
Costi
• Modifica degli assetti
• Difficoltà di coordinamento
• Mancata rappresentazione di interessi
• Limitazione dell’autonomia statutaria
Benefici
• Miglioramento dell’efficacia
• Riduzione dei costi operativi
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La numerosità:
La situazione
• Le società del settore bancario hanno mostrato negli
ultimi anni una numerosità media degli organi sociali
superiore a quella degli altri settori
• L’importanza della composizione quantitativa degli
organi sociali è stata riconosciuta e sancita nel principio
previsto secondo cui la composizione degli organi non
deve risultare pletorica
• Dal 2008
2008,, la numerosità dei board
board,, pur in presenza di un
modesto trend discendente, ha continuato a rimanere
elevata per le banche di maggiori dimensioni
• In questo senso, l’impostazione principle
principle--based della
normativa si è rivelata non del tutto efficace
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La numerosità:
qualche dato (Or.SO
Or.SO.. 2013)
Numero
Media
Mediana
MAX
378
9,1
9
16
36
11,1
10
23
Banche S.p.A.
180
9,6
9
25
Totale
594
9,3
9
25
BCC
Banche Popolari
Fondi Intermediati
Numero
Media
Mediana
MAX
>60 mld €
4
17,0
16,5
23
Grandi
26 - 60
5
14,2
13
22
Medie
9 - 26
25
11,4
11
17
Piccole
1,3 - 9
98
10,4
10
17
Minori
<1,3
457
8,8
9
16
589
9,3
9
23
Maggiori
Totale
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20
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/12
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La numerosità (segue)
Numero Organo
Tradizionale
Dualistico
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Media
Mediana
MAX
12
CDA
17,3
12
25
3
CDG
CDS
7,7
20,3
4
9
10
23
21
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12
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La diversificazione
• Il concetto di “diversificazione” (per professionalità, genere, età,
proiezione internazionale) è piuttosto articolato ed ampio e richiede:
•
•
•
che gli organi aziendali assicurino un’adeguata rappresentanza delle
diverse componenti della base sociale (investitori istituzionali, minoranze
qualificate);
che siano presenti componenti di età, genere e provenienza geografica
diverse;
che i componenti siano dotati di professionalità adeguate al ruolo da
ricoprire e calibrate in relazione alle caratteristiche operative e
dimensionali della banca
• Il fatto che i componenti degli organi sociali siano rappresentanza di
compagini variegate elimina il rischio di appiattimento su opinioni
maggioritarie e consente di assumere decisioni che risultano
adeguatamente ponderate e che danno luogo ad una sintesi dialettica
frutto dell’apporto di esperienze e visioni differenti
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La composizione
degli organi
Il processo di nomina è volto ad
assicurare che negli organi di
amministrazione e controllo
siano presenti soggetti idonei a
svolgere in modo efficace il
ruolo loro attribuito. Ciò
richiede che le professionalità
necessarie a realizzare questo
risultato siano chiaramente
definite ex ante, ed
eventualmente riviste nel tempo
per tenere conto delle criticità
emerse, e che il processo di
selezione e di nomina dei
candidati tenga conto di tali
indicazioni.
Esecutivi
Non esecutivi con compiti e ruoli ben
definiti e competenze su:
Business bancario
Sistema economico-finanziario
Regolamentazione
Metodologie di gestione e controllo dei rischi
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La diversificazione:
la situazione
• All’esito dell’analisi di autovalutazione delle banche esaminate (35
(35
capogruppo e 8 banche individuali anno 2012
2012)) è emerso che:
• il 93
93%
% dei componenti i board delle banche esaminate è rappresentato da
uomini, con nessuna donna presidente e una sola amministratore delegato
• il dato, coerente con una tendenza rilevata anche per le società quotate italiane, è
in forte disallineamento con gli intermediari esteri
•
“curiosità”: l’81
l’81%
% dei rispondenti non ha preso in considerazione la diversità di genere e
il tema non è trattato nella relazione sull’analisi d’impatto prodotta dalla Banca d’Italia
• In media i consiglieri hanno più di 60 anni (60
(60,,4)
• l’ età media è superiore a quella rilevata per le società quotate italiane di maggiori
dimensioni, in sostanziale disallineamento rispetto alla media europea
• La permanenza media nei board è di 6,2 anni, con allungamento dei tempo
per le posizioni apicali
• I consiglieri sono per circa il 70
70%
% laureati (più della metà in Economia)
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I consiglieri
indipendenti
• Grande rilievo e spazio ai consiglieri indipendenti per assicurare
che gli amministratori agiscano nell’interesse della società e della
generalità degli azionisti, sia di maggioranza, sia di minoranza
• La figura dell’amministratore indipendente è tipicamente
associata all’esercizio delle funzioni di monitoraggio dirette a
evitare comportamenti opportunistici degli amministratori
esecutivi
• Il ruolo degli indipendenti comprende anche funzioni tipiche degli
amministratori non esecutivi, e in ultima analisi, un contributo al
governo della banca e al perseguimento dell’interesse sociale
• La qualificazione di un amministratore come indipendente indica
l’assenza di elementi che ne possano compromettere l’autonomia
di giudizio sull’operato del management e sulle proposte di
delibera
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I consiglieri: la
prescrizione
• Almeno un quarto dei componenti devono possedere i requisiti di
indipendenza
•
•
Obbligo di perseguire l’interesse complessivo della banca
Obbligo di dedicare tempo e risorse adeguate all’incarico
• Le banche di maggiori dimensioni devono dotarsi di comitati endoconsiliari
(nomine, rischi e remunerazione)
Costi
• Limitazione dell’autonomia statutaria
• Individuazione e remunerazione di soggetti idonei caratterizzati da requisiti di indipendenza
Benefici
• Bilanciamento degli organi
• Rafforzamento dei presidi a tutela di un’azione del consiglio effettivamente indirizzata verso
l’interesse sociale.
• La percentuale introdotta è una percentuale minima, e dunque in questo senso rispettosa del
principio di proporzionalità, che non impedisce considerazioni relative a elementi di specificità
della singola banca
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I consiglieri indipendenti:
la situazione
dimensione
quota
Banche Popolari
Maggiori e grandi
Medie piccole e minori
Totale
27,3%
37,9%
36,8%
Banche S.p.A.
Maggiori e grandi
Medie piccole e minori
Totale
22,1%
24,6%
24,0%
Totale complessivo (52)
29,0%
1° quartile
mediana
3° quartile
16,7%
22,2%
31,6%
Quartili
• La mediana è pari a 22
22%:
%: pertanto in più della metà dei casi lo
statuto prevede che meno del 25
25%
% di consiglieri indipendenti
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L’Autovalutazione
• Introduzione di regole specifiche in relazione al processo di
autovalutazione degli organi con funzione di supervisione
strategica e di gestione e, in particolare, principi generali sulle
finalità del processo e i suoi elementi fondamentali, insieme a
specifiche linee applicative su elementi più specifici (l’oggetto, i
destinatari, la periodicità e le forme di tale processo), illustrate da
correlativi criteri per lo svolgimento di tale processo
Costi
• Costi diretti per la realizzazione di un processo di autovalutazione articolato
• Costi indiretti legati al tempo necessario per un corretto svolgimento del processo di
autovalutazione
Benefici
• Crescente consapevolezza dell’efficacia dell’esercizio di valutazione
• Individuazione di lacune nel funzionamento del consiglio
• Benefici a più livelli (organi, consiglieri, altri portatori di interesse) che traggono vantaggio da
un efficace funzionamento degli organi aziendali nel loro complesso
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Le aree di interesse
dei Board
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Sintesi:
• Evitare composizione pletoriche degli organi
• Adeguata diversificazione soggettiva
• Composizione coerente con gli obiettivi di bilanciamento generale
• Indicazioni dettagliate sul “procedimento di nomina” con
specifica attenzione alla fase di selezione
• Piani di formazione specifica e permanente
• Ordinata successione nelle cariche
• Adeguata dedizione di tempo all’incarico
• Chiarezza e semplicità del rinnovo degli organi aziendali
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Grazie
• [email protected]
• www.docenti.unina.it/rosa.cocozza
•
Rosa Cocozza
rosakoko
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