PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO DIPARTIMENTO DELLA CONOSCENZA SERVIZIO UNIVERSITÀ E RICERCA SCIENTIFICA Rapporto finale di valutazione anno 2014 Programma Pluriennale della Ricerca per la XIV legislatura periodo 2010 – 2013 Legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14 A cura del Comitato di valutazione della ricerca Trento 28 febbraio 2014 Rapporto finale di valutazione anno 2014 Il Comitato di valutazione della ricerca, istituito dalla Legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14, è composto da: Alberto Silvani (Presidente) AnnaFlavia Bianchi Piera Magnatti Marco Paolucci Giuseppe Scellato E’ componente interno il Dirigente generale del Dipartimento competente in materia di ricerca. Svolge le funzioni di Segretario il Dirigente del Servizio Università e Ricerca Scientifica Rapporto finale di valutazione – anno 2014 2 INDICE INTRODUZIONE Parte Prima - IL RAPPORTO: IL CONTESTO, LE RISORSE, LE CRITICITA’ 7 9 1. Presentazione del documento 1.1 Finalità e obiettivi del Rapporto 1.2 Azioni svolte dal CVR 10 10 11 2. Il quadro di riferimento e il contesto 2.1 Il Programma di Sviluppo Provinciale e la ricerca 2.2 Il Programma Pluriennale della Ricerca 2.2.1 Obiettivi generali 2.2.2 Obiettivi specifici 2.2.3 Linee di intervento 2.2.4 Strumenti 2.2.5 Aree di ricerca prioritarie 2.2.6 Piattaforme tecnologiche 2.2.7 Criteri di valutazione 2.3 Gli Accordi di Programma 2.4 Le prospettive: verso l’Accordo unitario inter enti 13 14 16 17 18 19 22 23 23 23 23 28 3. Il quadro finanziario: lo stato di attuazione 3.1 Elementi di confronto nell’attuazione del Programma Pluriennale della Ricerca 3.2 La ripartizione delle risorse finanziarie per strumenti di intervento 3.3 La ripartizione delle risorse finanziarie per linee di intervento 3.4 Quadro riepilogativo delle risorse mobilitate con i bandi 3.5 Quadro riepilogativo delle risorse mobilitate con gli accordi 3.6 Analisi dei bilanci dei soggetti finanziati in via istituzionale dagli Accordi 3.7 Sul grado di autofinanziamento negli Accordi di Programma 3.7.1 Fondazione Bruno Kessler 3.7.2 Fondazione Edmund Mach 3.7.3 Museo delle Scienze 3.7.4 Prime conclusioni sull’autofinanziamento 3.7.5 Valutazioni pro futuro fra contesto ed ipotesi applicative 31 31 32 34 35 42 45 48 49 50 51 51 52 4. Criticità che emergono dalla documentazione 4.1 Le risorse 4.2 Gli strumenti 4.3 Il processo: programmazione, monitoraggio e gestione 4.4 La dimensione di sistema 4.5 Ricerca vs innovazione 4.6 Saper fare/poter fare delle scelte anche rispetto all’impatto atteso 55 55 56 57 57 58 59 Parte seconda - LE RACCOMANDAZIONI 60 5. Raccomandazioni generali 5.1 Sul disegno del sistema in relazione alla sua efficienza e sostenibilità 5.2 Sul rapporto fra Provincia e Fondazioni rispetto ad autonomia e capacità di indirizzo 5.3 Sulla logica di programmazione 5.4 Sull’impatto 5.5 Sulle prospettive future 61 61 62 63 64 64 6. Raccomandazioni per la Fondazione Bruno Kessler 6.1 Attività e performance della ricerca scientifica 6.2 Internazionalizzazione della ricerca 6.3 Programmazione strategica 66 66 67 68 Rapporto finale di valutazione – anno 2014 3 6.4 Trasferimento tecnologico 6.5 Sistema interno di valutazione 6.6 Contributo a STAR 69 70 70 7. Raccomandazioni per la Fondazione Edmund Mach 7.1 Attività e performance della ricerca scientifica 7.2 Governance dei processi e consapevolezza delle criticità 7.3 Programmazione e visione a lungo termine 7.4 Internazionalizzazione 7.5 Impatto sul territorio attraverso il trasferimento 7.6 Sistema interno di valutazione 7.7 Integrazione e contributo a STAR 71 71 72 73 74 75 76 77 8. Raccomandazioni per il Museo delle Scienze 8.1 Quadro generale 8.2 Focalizzazione degli ambiti disciplinari e visione di lungo termine 8.3 Internazionalizzazione 8.4 Impatto sul territorio 8.5 Sistema interno di valutazione 8.6 Capacità di autofinanziamento 8.7 Integrazione e contributo a STAR 78 78 78 78 79 79 79 79 Parte terza - GLI APPROFONDIMENTI 9. Gli incentivi a favore della ricerca industriale 9.1 Premessa 9.2 La Base informativa 9.3 Analisi dei risultati 9.3.1 I progetti presentati 9.3.2 Esito delle richieste di finanziamento 9.4 Distribuzione dei progetti per area tematica 9.5 Le collaborazioni scientifiche 9.6 La gestione della procedura 9.6.1 La performance dell’amministrazione 9.6.2 Gli esperti 9.7 La procedura automatica 9.8 Verso una valutazione d’impatto 9.9 L’indagine e le interviste 9.9.1 Considerazioni generali 9.9.2 Considerazioni sullo strumento della procedura valutativa 9.9.3 Considerazioni sull’impatto 9.10. Conclusioni e raccomandazioni 9.10.1 Focalizzazione dello strumento 9.10.2 Quali lezioni per quale strategia 10. Trento RISE 10.1 Introduzione 10.2 Le attività di Trento RISE 10.2.1 Premessa 10.2.2 Area Ricerca 10.2.3 Area Formazione 10.2.4 Area business, innovazione e trasferimento tecnologico 10.3 Risorse finanziarie 10.4 Considerazioni utili per un processo di valutazione 10.4.1 Governance e programmazione delle attività 10.4.2 Strumento del Pre-Commercial Procurement 10.4.3 Attrazione e sviluppo di nuovi talenti 10.4.4 Flagship projects Rapporto finale di valutazione – anno 2014 81 82 82 82 84 84 85 86 89 89 89 91 92 94 94 95 96 96 97 98 99 101 101 104 104 104 105 106 108 109 109 111 113 114 4 10.4.5 Relazione con altri soggetti trentini attivi negli stessi ambiti settoriali 10.4.6 Autovalutazione ed accountability 10.5 Conclusioni 114 116 116 11. L’indagine sui soggetti provinciali 11.1 Premessa 11.2 L’indagine 11.3 L’analisi delle risposte 11.4 Considerazioni conclusive 119 119 119 120 125 CONCLUSIONI E SINTESI 127 12. Conclusioni generali e sintesi del Rapporto 12.1 Presentazione 12.2 Le criticità 12.3 Le raccomandazioni 127 127 127 129 Allegati 134 Allegato 1 - Quadro ufficiale delle informazioni statistiche nel settore della ricerca 135 Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler 2.1 Introduzione 2.1.1 Sintesi degli obiettivi dell’Accordo di Programma 2.1.2 Fonti e qualità dei dati per la valutazione 2.1.3 Criteri per la valutazione 2.2 Valutazione delle attività 2.2.1 Qualità della produzione scientifica 2.2.2 Internazionalizzazione delle attività di ricerca 2.2.3 Integrazione nel Sistema Trentino dell’Alta Formazione e Ricerca 2.2.4 Impatto sul territorio: trasferimento tecnologico 2.2.5 Sistema interno di valutazione 2.2.6 Programmazione e sviluppo delle attività di ricerca 2.2.7 Capacità di autofinanziamento 2.3 Considerazioni 2.3.1 Sulla programmazione delle attività di ricerca e sulla definizione della missione di lungo periodo della Fondazione 2.3.2 Sull’internazionalizzazione delle attività di ricerca 2.3.3 Sull’impatto sul territorio attraverso il trasferimento di tecnologia e conoscenza scientifica 2.3.4 Sul sistema interno di valutazione 2.3.5 Sull’integrazione nell’ambito del Sistema Trentino dell’Alta Formazione e della Ricerca 142 142 142 144 144 145 145 148 150 150 152 152 153 155 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach 3.1 Introduzione 3.1.1 Sintesi degli obiettivi dell’Accordo di Programma 3.1.2 I risultati attesi dall’Accordo di Programma 3.1.3 Fonti e qualità dei dati per la valutazione 3.1.4 Criteri per la valutazione 3.2 Valutazione delle attività 3.2.1 Qualità della produzione scientifica 3.2.3 Sul benchmarking 3.2.4 Internazionalizzazione della ricerca 3.2.5 Integrazione nel Sistema Trentino dell’Alta formazione e della Ricerca 3.2.6 Impatto sul territorio: trasferimento tecnologico 3.2.7 Sistema interno di valutazione 3.2.8 Programmazione e sviluppo delle attività di ricerca 3.2.9 Capacità di autofinanziamento 3.3 Considerazioni 161 161 161 161 162 162 163 165 169 170 171 175 178 181 181 183 Rapporto finale di valutazione – anno 2014 157 158 158 159 160 5 3.3.1 Sulla programmazione delle attività di ricerca e sulla definizione della missione di lungo periodo della Fondazione 3.3.2 Sull’internazionalizzazione delle attività di ricerca 3.3.3 Sull’impatto sul territorio attraverso il trasferimento di tecnologia e conoscenza scientifica 3.3.4 Sul sistema interno di valutazione 3.3.5 Sull’integrazione nell’ambito del Sistema Trentino dell’Alta Formazione e della Ricerca 183 185 185 187 187 Allegato 4 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze 4.1 Introduzione 4.1.1 Sintesi degli obiettivi dell’Accordo di Programma 4.1.2 I risultati attesi dall’Accordo di Programma 4.2 Valutazione delle attività 4.2.1 Dati quantitativi 4.2.2 Qualità della produzione scientifica 4.2.3 Internazionalizzazione delle attività di ricerca 4.2.4 Impatto sul territorio 4.2.5 Sistema interno di valutazione 4.2.6 Capacità di autofinanziamento 4.2.7 Integrazione nel Sistema Trentino dell’Alta Formazione e della Ricerca 4.3 Considerazioni 4.3.1 Sul processo di focalizzazione degli ambiti disciplinari di interesse e connesso sviluppo della missione di lungo periodo del Museo 4.3.2 Sull’internazionalizzazione delle attività di ricerca 4.3.3 Sull’impatto per il territorio 4.3.4 Sul sistema interno di valutazione 4.3.5 Sulla capacità di autofinanziamento 4.3.6 Sull’integrazione nel Sistema Trentino dell’Alta Formazione e della Ricerca 189 189 189 189 190 191 193 201 202 203 205 206 207 Allegato 5 – Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità 5.1 Il quadro di riferimento 5.2 La metodologia di valutazione 5.3 La compilazione della griglia di valutazione 211 211 212 213 Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale) 6.1 Analisi delle richieste di finanziamento 6.2 Distribuzione dei progetti per area tematica 6.3 Struttura delle collaborazioni scientifiche 6.4 Tempi di svolgimento delle procedure 6.5 Costi sostenuti per gli esperti 6.6 Questionario utilizzato per le interviste delle imprese 6.7 Il distretto del porfido 6.8 Propensione all’innovazione delle aziende in Trentino e in Italia (2008-2010) 222 222 224 225 226 227 229 234 235 Allegato 7 - Traccia dell’indagine sugli stakeholder della ricerca 237 INDICE TABELLE RAPPORTO 239 INDICE TABELLE ALLEGATI 240 Rapporto finale di valutazione – anno 2014 208 209 209 209 209 209 6 INTRODUZIONE Il presente Rapporto del Comitato di valutazione della Ricerca (CVR) fa seguito a quello, datato dicembre 2012, che, pur giungendo in una fase avanzata della legislatura, è stato denominato Rapporto intermedio. Come ricordato nella premessa di quel documento, i cardini dell’analisi del CVR sono costituiti dai documenti di programmazione, in particolare il Programma Pluriennale della Ricerca (PPR) per la XIV Legislatura, approvato per il periodo 2010 – 2013 con deliberazione della Giunta provinciale n. 2902 del 14 dicembre 2010, e gli Accordi di Programma (AdP) per il periodo 2010 – 2013 con la Fondazione Bruno Kessler, con la Fondazione Edmund Mach e con il Museo delle Scienze, approvati rispettivamente con deliberazioni della Giunta provinciale n. 3072, n. 3074 e n. 3073 del 23 dicembre 2010. Dato il relativamente breve periodo di tempo intercorso tra il Rapporto intermedio e quello finale, il Comitato ha deciso di produrre un nuovo testo che fosse strutturalmente basato sul lavoro precedente, procedendo a tre specifiche integrazioni. In primo luogo si è provveduto a un aggiornamento dei dati e della documentazione, anche grazie alla richiesta, inviata alle Fondazioni e al Museo, di informazioni aggiuntive. Inoltre, come ipotizzato nel Rapporto intermedio, nel periodo intercorso sono stati resi disponibili gli esiti dell’analisi comparativa realizzata in sede ANVUR (l’Agenzia Nazionale di Valutazione dell’Università e della Ricerca) a cui hanno volontariamente partecipato anche le due Fondazioni trentine, dati che forniscono un interessante studio di posizionamento nazionale per i gruppi scientifici che operano all’interno delle Fondazioni. Questi dati, e i relativi commenti, sono collocati all’interno dei capitoli sul monitoraggio che sono specifici per ogni istituzione. Secondariamente si è proceduto a tracciare il follow-up delle raccomandazioni contenute nel Rapporto intermedio, raccomandazioni che sono state oggetto di presentazione e dibattito con le diverse realtà a cui erano state indirizzate. L’esito di questo processo, che avrebbe richiesto tempi più lunghi rispetto a quelli intercorsi, ha portato il Comitato a reiterare in molti casi indicazioni e suggerimenti già presentati. Il che ovviamente non significa che nulla sia intervenuto nel frattempo, ed è per questo motivo che i corrispondenti commenti sono stati inclusi nel testo. Infine sono stati sviluppati tre approfondimenti specifici in coerenza con il mandato del CVR circa la valutazione dello sforzo e dell’impatto provinciale in materia di finanziamento pubblico della ricerca. Rispettivamente: a) attraverso una rilettura dell’intervento a sostegno della ricerca industriale (legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6), in particolare relativamente al periodo della procedura unificata di selezione come indicata dalla legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14; b) rispetto all’esperienza di Trento RISE, che nel periodo considerato ha assunto una maggiore concretezza di azioni e iniziative, pur non potendo contare su tutta la documentazione che sarebbe stata necessaria; c) realizzando una serie di interviste con interlocutori privilegiati con l’obiettivo di cogliere la conoscenza, la condivisione, il giudizio e i suggerimenti circa l’intervento provinciale in materia di ricerca e innovazione. L’insieme di questa documentazione rappresenta in molti casi più un’esplorazione Rapporto finale di valutazione – anno 2014 7 per approfondimenti futuri che una compiuta analisi di realtà, che rivestono una rilevanza di per sé e per i loro effetti sull’insieme del sistema provinciale nel suo complesso. Per questo motivo si è deciso di considerarli in una sezione a parte, anche se molti argomenti ad essi relativi sono già trattati nel Rapporto. L’obiettivo in ogni caso è stato quello di rendere il Rapporto fruibile nel suo insieme e leggibile per temi e parti, questo anche al fine di dare visibilità a indicazioni che, per la vastità e complessità (e interdipendenza) degli argomenti trattati rischiavano di non essere chiaramente percepite. Il sistema informativo e i materiali che il CVR ha raccolto e prodotto costituiscono in ogni caso una risorsa per successive analisi o interventi, a partire da quanto già presente nel Rapporto intermedio e nei suoi allegati. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 8 Parte Prima IL RAPPORTO: IL CONTESTO, LE RISORSE, LE CRITICITA’ Parte Prima - IL RAPPORTO: IL CONTESTO, LE RISORSE, LE CRITICITA’ Rapporto finale di valutazione – anno 2014 9 1. Presentazione del documento 1.1 Finalità e obiettivi del Rapporto Il Rapporto finale, oltre a presentare compiutamente il processo valutativo realizzato, individua e dettaglia alcune raccomandazioni che, partendo da quanto già contenuto nel Rapporto intermedio, sono ritenute le più rilevanti rispetto all’esperienza maturata nella passata legislatura. Il contesto in cui si è operato ha condizionato fortemente gli esiti. Da una parte permangono le caratteristiche, già evidenziate nel Rapporto precedente, di un quadro in evoluzione, o ancora condizionato dai recenti processi ri-organizzativi, che non facilita una linearità nella programmazione. Difficoltà accentuate da una carenza di informazioni, e quando disponibili per lo più di natura ex-post, che non solo non corrispondono ancora a quanto auspicato dallo schema di rilevazione predisposto dal CVR ma sembrano anche non corrispondere pienamente alle modalità gestionali e conoscitive delle strutture. Ma la difficoltà, e anomalia, principale risulta confermata in un sistema di finanziamento che assegna in forma impropria a uno strumento, l’Accordo di Programma, la funzione di garantire allo stesso tempo il funzionamento e il raggiungimento di specifici obiettivi, finendone per vanificare la logica che dovrebbe essere quella di una condivisione selettiva di obiettivi da perseguire con risorse dedicate. Gli obiettivi che il Rapporto si pone sono riassunti nell’elenco seguente: 1. verificare la coerenza e i risultati nello svolgimento del Programma Pluriennale della Ricerca e Accordi di Programma (al di là della valutazione dei singoli risultati non di pertinenza del CVR); 2. dare seguito e concrete indicazioni ai meccanismi premiali previsti dagli stessi documenti; 3. fornire raccomandazioni e suggerimenti anche rispetto all’impatto atteso; 4. ragionare sulla natura strategica e addizionale di quanto previsto dagli Accordi di Programma; 5. riflettere sulla gamma degli strumenti utilizzati anche rispetto alla loro ripartizione; 6. fornire suggerimenti rispetto alla sostenibilità del sistema e alle iniziative da intraprendere. Questi obiettivi vengono rappresentati nel Rapporto in forma integrata e sono finalizzati a giustificare e motivare un insieme di raccomandazioni che costituiscono l’output più rilevante dell’azione svolta e l’elemento principale su cui concentrare l’utilizzo dello stesso per gli opportuni approfondimenti. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 10 Queste raccomandazioni sono il frutto di un attento lavoro che deriva, in parte, dall’analisi delle criticità rilevate e qui riportate e, in misura più consistente, dai rapporti specifici di monitoraggio che sono dettagliati nella parte finale del documento tra gli allegati. Le raccomandazioni sono di conseguenza distinte tra generali e specifiche. 1.2 Azioni svolte dal CVR Il consolidamento del modello di valutazione, già predisposto nel precedente mandato del Comitato e confermato successivamente, ha rappresentato lo schema concettuale che ha guidato le attività, con un approccio esplicito e condiviso con gli evaluandi e, più in generale con la realtà trentina degli amministratori e degli amministrati come nella presentazione alla Conferenza di informazione del Consiglio della Provincia autonoma di Trento, tenutasi il 22 giugno 20121. Giova ricordare che il modello di valutazione a cui si fa riferimento non è imposto dall’alto e prevede un coinvolgimento attivo delle strutture sottoposte a tale esercizio con la creazione, con modalità autonome, di strutture, responsabilità e strumenti all’interno delle stesse e con il ricorso a una pluralità di fonti informative a supporto. Nella appena conclusa legislatura, pur caratterizzata da significative turbative e cambiamenti, si sono registrati rilevanti avanzamenti sul versante della capacità di autovalutazione delle strutture, a cui il CVR ha contribuito con azioni di monitoraggio e di accompagnamento. La situazione, caratterizzata da profonde diversità nelle tre realtà oggetto degli Accordi di Programma, è ancora lontana dall’aver raggiunto un equilibrio consolidato, sia per le risorse messe a disposizione sia per la qualità delle informazioni trattate, ma vanno in ogni caso sottolineati i – positivi - cambiamenti intercorsi. Cambiamenti che hanno trovato, ad esempio, un momento di allineamento con l’adesione (della Fondazione Edmund Mach nel suo complesso e dei due Centri tecnologici, Centro Materiali e Microsistemi -CMM- e Centro per le Tecnologie dell’Informazione -CIT-, nel caso della Fondazione Bruno Kessler) all’esercizio nazionale di valutazione, promosso dall’ANVUR (VQR) che ha permesso, pur con distinguo e precisazioni, un’analisi di posizionamento nei confronti delle altre realtà di ricerca nazionali. La partecipazione alla VQR, di natura onerosa e volontaria, ha anche richiesto la produzione di dati armonizzati, come indicato in tale esercizio, dati che, sebbene non completamente coerenti (per entità, definizioni e periodi di osservazione) con quelli contenuti nel sistema informativo direttamente attivato dal CVR, costituiscono un bagaglio informativo importante che lo stesso CVR ha utilizzato all’interno di questo Rapporto. 1 Gli atti completi e il materiale accessorio della conferenza (Trento 22 giugno 2012), sono disponibili all’indirizzo http://www.consiglio.provincia.tn.it/banche_dati/articoli/art_documento_campi.it.asp?pagetype=camp&app=art&ar_id= 232755&carica_var_session=1&suffix=_campi&type=testo&blank=N&ZID=6728175 . Rapporto finale di valutazione – anno 2014 11 La progettazione, la predisposizione (e la condivisione col Comitato tecnicoscientifico per la ricerca e l’innovazione - CTS) del sistema informativo a supporto della valutazione, con la raccolta delle relative informazioni2 costituisce, oltre che il rispetto di quanto contenuto come impegno negli Accordi di Programma, anche uno strumento importante di analisi delle dinamiche sottese al finanziamento pubblico provinciale. La natura di raccolta ex post delle informazioni ha finora reso, nella configurazione attuale, tale strumento più come una “piattaforma informativa d’ingresso”, funzionale a rappresentare la situazione di avvio del Programma e degli Accordi, piuttosto che uno strumento di monitoraggio circa l’efficacia del loro svolgimento. L’anno intercorso dal Rapporto intermedio ha per la prima volta fornito un dato relativo al periodo di vigenza degli Accordi, di per sé comunque insufficiente a restituire un quadro certo circa la loro performance. E’ questo il motivo per cui, anche per il Rapporto finale, si è fatto ricorso a indagini più dirette (incontri e interviste) e ad altri strumenti informativi (in primo luogo la bibliometria ove disponibile e coerente con le questioni da trattare). Applicare queste informazioni per l’attuazione del principio della “premialità”3 previsto dagli Accordi, come è avvenuto alla fine del mandato, ha fatto emergere una serie di contraddizioni che dovranno essere oggetto di un attento ripensamento, sia rispetto ai criteri, sia in riferimento alle modalità di attribuzione dell’incentivo, oggi di importo non molto rilevante (massimo 4%) ma che deve crescere di ruolo, rilevanza e coerenza rispetto alle modalità di attribuzione. Infine, va ricordata l’interazione con il CTS (con cui sono stati realizzate iniziative e incontri comuni) e che ha confermato l’introduzione nella procedura di reporting di VALGO. 2 Il Documento di indirizzo sul sistema informativo della ricerca per la valutazione è stato approvato nella seduta del 26 luglio 2011 dal Comitato di valutazione della ricerca, di concerto con il Comitato tecnico-scientifico per la ricerca e l’innovazione, che ha provveduto al riguardo nella seduta del 6 settembre 2011. Il documento di indirizzo è consultabile al sito http://www.uniricerca.provincia.tn.it/binary/pat_uniricerca/documentazione 3 Con gli Accordi di Programma per la XIV Legislatura con la Fondazione Bruno Kessler, la Fondazione Edmund Mach e il Museo delle Scienze si è per la prima volta applicato lo strumento della premialità, presente anche in quelli della XIII Legislatura e di fatto disatteso. L’attività sia di impostazione che di valutazione è illustrata nell’Allegato 5. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 12 2. Il quadro di riferimento e il contesto Le politiche pubbliche per la ricerca e l’innovazione tendono a rispondere a due motivazioni fondamentali dei cosiddetti “fallimenti del mercato”, quelle di origine economica, legate ai rischi e ai costi, e quelle di natura sociale, legate alle opportunità e alla carenza di domanda. Ma queste politiche, in una società e un’economia sempre più condizionate dalla produzione, dalla diffusione e dall’impiego di conoscenze, devono essere in grado di mutare nel tempo, adattandosi ai contesti, alla natura e alle caratteristiche dei soggetti e, soprattutto, al mix degli obiettivi che le guida. Al crescere dell’attenzione nei loro confronti e del loro peso specifico rispetto alle altre politiche industriali e di sviluppo ha corrisposto un mutamento del baricentro, dal centro verso la periferia, nell’esercizio delle competenze e nella disponibilità di risorse. La titolarità territoriale su una parte delle iniziative, e il processo di produzione legislativa con gli strumenti e i soggetti a essa conseguenti, disegnano uno scenario in cui gli amministratori si trovano investiti di compiti sostanzialmente nuovi. Contemporaneamente emerge un crescente interesse per l’impatto, inteso come il ritorno sulla realtà territoriale delle politiche intraprese e delle azioni realizzate. La realtà specifica della Provincia autonoma di Trento4 si caratterizza nel panorama italiano su questi temi, in quanto: ha sviluppato nel tempo5 (a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso) una originale politica della ricerca che, sebbene in maniera non lineare, ha progressivamente consolidato strutture, competenze e iniziative, generando anche un consistente portafoglio di risultati; ha sostenuto tale politica attraverso risorse aggiuntive crescenti nel tempo che si sono sommate a quelle che le diverse istituzioni erano in grado di raccogliere sul “mercato della ricerca”. Più recentemente si sono aggiunti nuovi strumenti di programmazione, concertazione e di governo della spesa, come gli Accordi di Programma, e nuove modalità di intervento verso il sistema delle imprese e per la cooperazione internazionale. 4 Si rinvia a Nulli Michele (a cura di), Lo stato della ricerca in Trentino: il quadro normativo e istituzionale (anno 2012), Provincia autonoma di Trento, Trento 2012, integralmente consultabile al sito http://www.uniricerca.provincia.tn.it/binary/pat_uniricerca/documentazione 5 Il supporto diretto alla ricerca rappresenta una tradizione consolidata, che risale alla creazione - circa cinquanta anni fa - dell’Istituto Trentino di Cultura, al varo dell’Università (successivamente statalizzata) e alla creazione di strutture autonome di ricerca sostenute con risorse provinciali. Un disegno che si è andato arricchendo nel tempo con l’attrazione di istituzioni extra-provinciali e con la stipula di accordi e convenzioni. Tappe fondamentali di tale disegno sono state l’attenzione alla ricerca industriale (contenuta nella legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6) ma, soprattutto la legge provinciale 20 marzo 2000, n. 3. Questa legge ha: (1) istituito il Fondo per i progetti di ricerca (fondo addizionale ed integrativo alle dotazioni ordinarie), aperto anche a soggetti che realizzano attività di ricerca diversi dalle imprese e dall’università; (2) costituito il Comitato di indirizzo e valutazione della ricerca (e l’Osservatorio provinciale della ricerca, con compiti di rilevazione), come strutture per indirizzare e monitorare il sistema; (3) introdotto il finanziamento su base competitiva e istituzionale; stabilita la regola del coordinamento nelle convenzioni con enti di ricerca. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 13 Solo pochi anni dopo (nel 2004-5), e in continuità politica con la precedente amministrazione provinciale, lo stesso sistema della ricerca trentino è stato oggetto di un ulteriore e più radicale processo di riforma strutturale, concretizzatosi nella legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14. Un provvedimento determinato dalla volontà, espressa dalla Giunta, di superamento di quelle che venivano considerate le criticità della ricerca trentina emerse dall’esperienza precedente: sproporzione tra impegni e risultati, con l’eccessiva dipendenza dai trasferimenti pubblici, e scollamento tra ricerca, sistema produttivo e realtà territoriale. Due gli obiettivi generali e principali del provvedimento: un processo di riordino e semplificazione dei soggetti pubblici della ricerca, favorendo una migliore dimensione di sistema, integrato e aperto a livello nazionale e internazionale, e un rinnovato ruolo della Provincia nel governo e nel disegno dello stesso sistema, con la ridefinizione degli strumenti di supporto, nel quadro di una rafforzata integrazione tra la programmazione generale e la programmazione di settore. Infatti un aspetto particolarmente significativo è l’introduzione di un livello di programmazione generale finalizzato ad agevolare l’integrazione tra tutti gli ambiti e i soggetti attivi coinvolti, orientandoli verso alcuni obiettivi strategici comuni, e coordinando la gestione e il finanziamento della ricerca pubblica “a bando” e quella della ricerca applicata delle imprese. Lo strumento strategico di pianificazione è il Programma Pluriennale della Ricerca (correlato al Programma di Sviluppo Provinciale), che definisce gli obiettivi da perseguire e le linee generali di intervento; le priorità e le aree di ricerca di interesse prioritario; i criteri generali per la valutazione delle attività; i settori per l’adozione dei bandi. Sul piano dei contenuti la riforma ha, inoltre, definito la trasformazione degli istituti di ricerca locali da enti funzionali a Fondazioni, con personalità giuridica di diritto privato e con il riconoscimento dell’interesse provinciale. 2.1 Il Programma di Sviluppo Provinciale e la ricerca Il Programma di Sviluppo Provinciale (PSP) per la legislatura 2009 – 20136 è stato incentrato attorno al concetto, proposto dall’OCSE e dalla Commissione europea, di capitale territoriale, a partire dal quale ha distinto 6 assi strategici intersettoriali sui quali promuovere la sua valorizzazione, completamento e riproduzione. Ciascuno degli assi strategici – 1.capitale umano, 2.capitale produttivo, 3.capitale sociale e welfare, 4.capitale identitario e culturale, 5.capitale ambientale e infrastrutturale, 6.capitale istituzionale e partecipativo – si è articolato in più ambiti e temi di intervento. Quelli riconducibili alla ricerca hanno fatto diretto riferimento all’asse 1 e, in maniera indiretta, all’asse 2. Nella difficile congiuntura internazionale, la programmazione della passata legislatura ha preso avvio da un’analisi economica e sociale del Trentino che ne ha 6 Il Programma di Sviluppo Provinciale per la XIV Legislatura è stato approvato con deliberazione della Giunta provinciale n. 608 del 26 marzo 2010. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 14 messo in luce le principali problematicità e linee di intervento, declinando tale analisi a livello della ricerca e individuando per il settore i seguenti 1. punti di forza: a. elevato investimento pubblico in ricerca e sviluppo confermato nel tempo (cumulatività e specializzazione); b. buona presenza di addetti alla Ricerca & Sviluppo e loro collocazione in reti di qualità; c. crescita della capacità competitiva e rafforzamento delle competenze distintive. 2. punti di debolezza: a. contenuto investimento privato in ricerca e sviluppo; b. scarso trasferimento dei risultati nell’attività di ricerca alla realtà locale. Infatti, nonostante il Programma abbia individuato nella vasta e consolidata rete della ricerca pubblica trentina un punto di forza in grado di costituire “la base non solo per lo sviluppo di innovazione generata localmente, ma anche per l’aumento del potenziale innovativo generato al di fuori del territorio”, nel contesto dell’asse 1, rivolto allo sviluppo del Capitale umano, si è osservato che “…prese singolarmente le istituzioni scientifiche trentine non posseggono dimensioni tali da consentire la formazione di una massa di ricercatori e di progetti di ricerca sufficiente a competere sul mercato scientifico internazionale”. E si è suggerito di integrare le attività delle istituzioni attraverso la costituzione del Sistema Trentino di Ricerca (poi denominato STAR) con riferimento in particolare alla collaborazione (a) nelle aree e nei progetti di ricerca, (b) nell’allocazione del personale ricercatore, (c) nella logistica e nei grandi laboratori di ricerca, (d) negli strumenti di supporto alla ricerca, (e) nei servizi di supporto al personale. A partire da tali considerazioni sono stati, quindi, delineati i seguenti “Obiettivi e linee prioritarie”: 1. favorire la costituzione di STAR, promuovendone l’integrazione in una rete di rapporti internazionali; 2. perseguire l’eccellenza: a. sviluppando gli strumenti di incentivazione legati al merito; b. selezionando le aree di competenza; 3. intensificare i rapporti con l’ambiente locale valorizzando: c. ogni opportunità di trasferimento cognitivo verso il sistema delle imprese; d. ogni esternalità volta al rinnovo del tessuto imprenditoriale locale (ad esempio: spin-off e mobilità risorse). E, infine, sono state suggerite le seguenti “Azioni strategiche” 1. promuovere STAR anche attraverso un adeguamento della normativa e degli strumenti attuativi; 2. migliorare l’integrazione tra Università e Fondazioni; 3. definire un Accordo unitario inter-enti; 4. confermare e qualificare gli investimenti pubblici e rafforzare la cooperazione con le imprese private; Rapporto finale di valutazione – anno 2014 15 5. sviluppare azioni per il radicamento europeo mediante chiamate internazionali e partecipazione ai progetti europei (con particolare attenzione ad accordi con la Provincia autonoma di Bolzano e il Land Tirolo); 6. introdurre meccanismi che premino la cooperazione sia sul fronte europeo che sul fronte locale delle imprese. 2.2 Il Programma Pluriennale della Ricerca Le politiche della Provincia sono ripartite, poi, con la XIV legislatura (2008 – 2013) con l’adozione di due significativi atti. Il primo è rappresentato da un nuovo Programma7, che ha richiesto al settore della ricerca una maggiore contaminazione con i settori dell’alta formazione e dell’innovazione e ha preconizzato la costituzione di STAR. Dall’altra, il pianificatore provinciale ha aperto pure al tema del distretto dell’ICT, al fine di considerarne la fattibilità, oltre a confermare l’opzione del Distretto dell’energia e dell’ambiente. Del tutto correlata al distretto dell’ICT e contestualmente aperta a rivedere le politiche della ricerca è stata la concretizzazione, avvenuta a partire dal 1 gennaio 2012, della possibilità che il sistema trentino, a seguito dell’esito positivo della call comunitaria 2009, potesse divenire sede di riferimento nazionale dell’Istituto Europeo di Tecnologia ed Innovazione (EIT) nel campo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) con la prospettiva di posizionare la ricerca trentina in questo ambito a livelli avanzati e di far confluire nel locale sistema di ricerca competenze e risorse. La costituzione del polo EIT a Trento può essere considerato, infatti, come il coronamento di un processo pluriennale, che ha visto il costante investimento di risorse provinciali nella ricerca sulle ICT. Al di là della promozione di ricerche di alto livello e di qualificate collaborazioni internazionali che originerà dall’insediamento dell’EIT, ne è derivato un impegno di risorse sostanziale tramite la convenzione con l’associazione Trento RISE che, incaricata per l’esercizio delle funzionalità previste nel progetto in parola, ha aggregato in una logica cooperativa e per finalità di interesse generale non economico gli attori pubblici del sistema trentino, che sono stati i proponenti in sede comunitaria. Il secondo passaggio, molto importante e qualificante per le politiche della ricerca e nel solco di un allargamento degli orizzonti (dalla dimensione della ricerca all’innovazione ed alta formazione), è stata la delega che il Governo nazionale ha attribuito a favore della Provincia autonoma di Trento nel settore proprio dell’Università degli studi (si tratta della legge 23 dicembre 2009, n. 191 e, in particolare, articolo 2, commi 106 – 125)8. Questa delega rimane straordinaria e singolare, perché, da un lato, riguarda un rapporto tra la Provincia, seppure a regime speciale, e un unico Ateneo, e non è una delega in materia universitaria, essendovi il riferimento alla sola Università degli 7 Approvato con deliberazione della Giunta provinciale n. 2902 del 14 dicembre 2010 La delega che la Provincia autonoma di Trento ha avuto da parte del Ministero non riguarda l’ordinamento didattico né lo stato giuridico dei docenti, ma può invece riguardare – e questo è molto importante – tutti gli aspetti organizzativi che vengono ad essere a sostegno sia per il settore della ricerca che per la didattica. 8 Rapporto finale di valutazione – anno 2014 16 Studi di Trento, e perché, dall’altra, trova gli architravi in tre importanti strumentazioni: a) la norma di attuazione, il cui schema, dopo l’esame della commissione paritetica fra Stato, Regione Trentino Alto Adige e le due Province, è stato definitivamente approvato con il varo del decreto legislativo 18 luglio 2011, n. 1429; b) il nuovo statuto per l’Università di Trento10; c) la nuova disciplina da adottare con legge provinciale, che a fronte delle prime indicazioni contenute all’articolo 68 della legge provinciale 27 dicembre 2011, n. 18, completa il processo in termini di programmazione della spesa, assicurando gli strumenti nuovi di raccordo con l’Ateneo e superando la logica addizionale in termini puramente finanziari. Il Programma, nel ribadire i criteri generali per la valutazione delle attività e dei progetti e per la verifica dei risultati, nella sostanza ha previsto esplicitamente tre principi fondamentali: la valutazione dei risultati conseguiti dal programma stesso, inserendola nel circuito della programmazione e della sua periodica ridefinizione; la definizione delle linee di principio di un sistema informativo per la valutazione; la previsione dell’obbligo dei soggetti beneficiari degli interventi di sottoporsi alla raccolta dei dati e delle informazioni necessarie per la valutazione. La novità introdotta nel documento di programmazione è stata quindi costituita dall’esplicito riferimento al sistema informativo (per un corretto monitoraggio delle iniziative) e alla tecnostruttura (per un supporto tecnico alle attività), operativamente preposta alla gestione degli interventi e competente nella rilevazione dei dati e nella gestione del sistema informativo della ricerca, e dotata, per tale fine, di adeguate risorse professionali e strumentali. 2.2.1 Obiettivi generali Gli elementi che hanno caratterizzato la nuova programmazione per il periodo 2010 – 2013 sono stati: la costituzione del sistema trentino della ricerca (STAR) attraverso l’Accordo unitario inter enti; la revisione delle aree di ricerca anche per le piattaforme tecnologiche; la correlazione fra rendicontazione amministrativa e quella scientifica; 9 Si è previsto un Consiglio di amministrazione come luogo di controllo, di indirizzo e di programmazione e si è spostato il livello di governo accademico da un lato sul rettore, come rappresentante dell’Ateneo, e dall’altra sul Senato accademico come espressione maggiore del corpo accademico. Così, per quanto riguarda la valutazione, nella norma di attuazione si è sostenuto che l’Ateneo di Trento partecipi al sistema nazionale di valutazione, ma al tempo stesso la Provincia si riservi un ulteriore livello di valutazione da ancorare a dei parametri maggiormente incisivi rispetto a quelli nazionali. 10 Emanato con il Decreto Rettorale n. 167 del 23 aprile 2012 e sul quale va richiamata la deliberazione della Giunta provinciale n. 784 del 20 aprile 2012, con cui si è esercitato con esito positivo il prescritto controllo di legittimità e di merito. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 17 il richiamo all’ordinamento comunitario per la nozione di soggetto di ricerca e per la disciplina contabile; l’indicazione del quadro finanziario complessivo per la ricerca; la rivisitazione dell’Accordo di Programma; la creazione del sistema informativo e della tecnostruttura; la tracciabilità dell’investimento in ricerca e l’introduzione di VALGO, come strumento per accompagnare la valutazione d’impatto; la ridefinizione della missione dei comitati (CTS e CVR); l’internazionalizzazione di STAR; l’aggiornabilità alla luce della delega in materia di Università di Trento e dell’operazione Trento RISE. L’importanza dell’apertura internazionale e il richiamo alla nozione guida di Spazio Europeo della Ricerca (ERA) caratterizzano, inoltre, STAR, da sviluppare lungo tre direttrici principali: 1. l’Accordo unitario inter enti, che riguarda la individuazione di una strategia e di una metodologia condivise tra i vari attori della ricerca al fine di porsi, come unico sistema territoriale; 2. il posizionamento del sistema rispetto al panorama europeo in termini di partecipazione all’area comune di ricerca europea, alle sue piattaforme tecnologiche e infrastrutture di ricerca; 3. il rafforzamento dell’azione di internazionalizzazione in differenti contesti geopolitici ed in diversi ambiti (i paesi dell’Europa; gli Stati Uniti, il Giappone ed Israele; Cina e India). 2.2.2 Obiettivi specifici Rispetto al Programma della XIII legislatura, è stata individuata una maggiore incisività per quanto riguarda la dimensione della valutazione. Infatti, l’esperienza considerata non completamente soddisfacente degli Accordi di Programma 20062008, unitamente ai commenti e ai suggerimenti del CVR nella passata legislatura, ha portato a concepire i nuovi Accordi di Programma 2010-201311 con le Fondazioni in una chiave più coerente in materia di pianificazione e di concertazione. Sono stati introdotti negli Accordi, sebbene in forme e contenuti da dettagliare ulteriormente, le indicazioni degli obiettivi generali e dei risultati che la Provincia si aspettava da parte della Fondazione; è stato previsto un sistema di monitoraggio e di valutazione anche tramite indicatori; è stato fortemente spinto anche il rapporto tra il Comitato di valutazione della ricerca e i nuclei di valutazione, da costituirsi ed entrare a pieno regime all’interno degli Enti di ricerca provinciali. Si è stabilito anche l’obbligo della previsione di un report annuale da parte dei singoli Enti di ricerca e, soprattutto, si è posto il fondamento per realizzare un sistema informativo della ricerca a livello della Provincia, in 11 La Giunta provinciale con deliberazione n. 3072, 3073 e 3074 del 23 dicembre 2010 ha approvato lo schema di Accordo di Programma tra la Provincia Autonoma di Trento e rispettivamente la Fondazione Bruno Kessler, il Museo Tridentino di Scienze Naturali (ora, dal 2011, Museo delle Scienze per come viene citato nel presente documento) e la Fondazione Edmund Mach per la XIV legislatura, assegnando le relative risorse. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 18 grado di restituire una serie di dati e informazioni, che anche ove esistenti, risultavano dispersi in sedi e con modalità poco dialoganti tra di loro. In questo modo sono state poste le condizioni per reimpostare le politiche provinciali basandole su dati certi e sottoposti a una loro interpretazione a cui doveva concorrere la presenza di una struttura tecnica in grado di gestire con competenza il sistema informativo e i processi di valutazione e le varie metodologie di valutazione adottate. In sintesi, i nuovi accordi, a livello di impostazione, si sono connotati per questi profili: indicazione esplicita degli obiettivi della Provincia e del singolo ente; vincolo a cooperare fra soggetti mediante l’Accordo unitario inter-enti per STAR; sistema della premialità in relazione al raggiungimento e miglioramento degli obiettivi fissati sulla scorta degli indicatori convenuti con relativa previsione di una quota del finanziamento pari al 4% (fino al 30% complessivo); previsione, nell’ambito di un sistema di una rendicontabilità per progetti, di un fondo di funzionamento, per coprire, tra l’altro, le spese del personale a tempo indeterminato (non presentabili su altri interventi), e di un fondo dedicato alle iniziative e ai progetti; individuazione delle attività a supporto della Provincia quale valorizzazione della ricerca; esplicitazione dell’obbligo di fornire informazioni e dati alla Provincia; introduzione del bilancio sociale come strumento di accountability; accessibilità interattiva con il sistema informativo del singolo ente; valutazione tramite indicatori mediante giudizio dei pari e raccordo con il singolo nucleo di valutazione; riferimento al nuovo regime sui diritti di proprietà intellettuale. Inoltre, sono state stabilite le seguenti indicazioni: 1. gli attori di STAR erano tenuti ad incrementare la quota di autofinanziamento su fondi non provinciali dedicati alla ricerca dovendo adottare iniziative congiunte in vista dell’elaborazione del nuovo Programma Quadro europeo nel settore della ricerca; 2. la Fondazione Bruno Kessler, anche avvalendosi della rete di collaborazione sviluppata con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, era chiamata ad inserire i laboratori legati alle micro-nano-tecnologie nella rete virtuale dei laboratori di riferimento europeo; 3. la Fondazione Edmund Mach doveva perseguire l’obiettivo di sviluppare una infrastruttura di rilievo internazionale nel settore della genomica e della post genomica per le piante da frutto. 2.2.3 Linee di intervento La logica di programmazione, che è stata perseguita con il Programma per la XIII legislatura e che continua in quello della XIV legislatura, è basata sulla costruzione di un portafoglio sostenibile nel medio - lungo periodo, realizzato: Rapporto finale di valutazione – anno 2014 19 1. tra iniziative con risultati previsti a breve o brevissimo termine e iniziative nelle quali occorre investire per alcuni anni per poter ottenere risultati (grado di maturità); 2. tra iniziative a forti ricadute applicative (con o senza elevata qualità scientifica) e iniziative prive di ricadute ma caratterizzate da leadership scientifica internazionale e forti ritorni di immagine e di attrattività per i giovani (ricadute applicative); 3. tra iniziative di elevato standing di ricerca e iniziative a minore successo/visibilità, ma degne di ricevere supporto in vista di risultati promettenti (anche se rischiosi) in futuro, oppure in grado di generare ricadute applicative di interesse locale (qualità scientifica); 4. tra iniziative a forte crescita (e quindi alti investimenti) e iniziative consolidate (tasso di crescita); 5. tra iniziative prive di strozzature e iniziative nelle quali occorre una attenta pianificazione per evitare colli di bottiglia (ostacoli). Sono state individuate quattro linee di intervento, in coerenza con il quadro degli interventi a livello nazionale: a. Grandi progetti12; b. Progetti di sviluppo13; c. Accordi14; 12 I Grandi progetti sono iniziative che si propongono di fare progredire il sistema di ricerca trentino in direzioni strategiche suscettibili di notevoli sviluppi, sia in termini di risultati scientifici sia in termini di potenzialità applicative. Il Grande progetto si pone obiettivi ampi di lungo termine, ed implica la mobilitazione di risorse umane qualificate, la realizzazione di nuovi laboratori o specifiche infrastrutture di ricerca. Pertanto la realizzazione di un Grande progetto si articola in due fasi: una di progettazione, per delimitare con chiarezza gli obiettivi e definire precise deliveries di ricerca al termine del finanziamento, ed una successiva di attivazione, attraverso bandi e intese specifiche. 13 I Progetti di sviluppo sono progetti finalizzati allo sviluppo del territorio, alla cui realizzazione contribuiscono soggetti differenti (aziende, enti pubblici, fondazioni, università etc.) e all’interno dei quali sia individuabile un preciso ruolo degli enti di ricerca. Il Progetto di sviluppo è l’intervento appropriato per favorire il rapporto tra mondo della ricerca e quello della produzione su cui si basa la possibilità di un contributo della ricerca all’innovazione del territorio. Lo schema di applicazione cui fare riferimento è quello già messo in opera per il progetto del distretto tecnologico relativo alle tecnologie per l’edilizia sostenibile, fonti rinnovabili e gestione del territorio, vale a dire: - una programmazione a grandi linee, che segue un’iniziale ricognizione delle capacità e competenze; - l’individuazione del gruppo di progettazione, che definisca obiettivi, scelte tecnologiche, specifiche, etc.; - l’individuazione dei soggetti in grado di contribuire alle linee di sviluppo progettate (in questa fase dovrà essere esplicitato il ruolo eventuale di strutture di ricerca); - le risorse disponibili e le modalità di finanziamento; - la definizione dei criteri e dei metodi di gestione. Le successive fasi (approvazione definitiva del progetto, costituzione del gruppo responsabile, definizione delle modalità di erogazione dei fondi, etc.) andranno definite tenendo conto della natura dei soggetti che contribuiscono al finanziamento come alla realizzazione. Queste iniziative richiedono una progettazione concordata tra diversi attori, che ne definisca gli obiettivi, le modalità per raggiungerli, i criteri di gestione del progetto, etc., e devono realizzarsi attraverso la convergenza di più tipi di finanziamento (fondo per la ricerca, finanziamenti per l’innovazione industriale, fondi per la sanità, etc.). Lo strumento attuativo di questa linea d’intervento è il bando. Essendo progetti che coinvolgono risorse e competenze diverse è necessaria una fase negoziale, che consenta di verificare le capacità dei gruppi che si candidano per il finanziamento, e che veda coinvolti i responsabili della realizzazione dell’intero progetto. 14 Per Accordi si intendono quegli atti a contenuto e forma negoziali, con cui la Provincia autonoma di Trento definisce insieme a soggetti istituzionali o governativi le attività di ricerca di riconosciuto interesse comune e il relativo regime di ordine finanziario e gestionale. In particolare, consentono il sostegno sia di attività di ricerca specifiche dei soggetti interessati sia di progetti rientranti nelle aree tematiche non incluse dal Programma. Per ragioni strategiche e per grado di rilevanza si tratta primariamente degli Accordi di Programma a sostegno principale del sistema trentino Rapporto finale di valutazione – anno 2014 20 d. Progetti esplorativi15. La programmazione degli interventi è stata subordinata ai seguenti principi ispiratori. focalizzazione su temi prioritari che verranno rimodulati in base agli esiti di un sistema di valutazione di risultati ed impatto territoriale; coerenza con le scelte programmatiche ed i grandi investimenti della Provincia; eccellenza su temi strategici, destinando al contempo fondi anche al sostegno di quei ricercatori od unità che abbiano ottenuto risultati di eccellenza anche su tematiche indipendenti e non comprese nei temi strategici; apertura internazionale quale volano culturale a beneficio dell’intero territorio; vocazione alpina, territoriale e ambientale (ad esempio: Dolomiti come patrimonio dell’umanità); equilibrio nelle componenti economiche, produttive, sociali, culturali, solidaristiche; disseminazione al fine sia di rendere conto alla comunità degli investimenti nell’ambito della ricerca sia di contribuire ad uno sviluppo culturale della società. Per il modello di impostazione scientifica e le relative politiche di finanziamento sono state individuate due direzioni di supporto alla ricerca, uno per la ricerca strategica e uno per la ricerca indipendente. Per l’attuazione delle quattro linee di intervento sopra prospettate, nell’arco di vigenza del Programma, le risorse per la ricerca, sono state indicativamente ripartite secondo le seguenti percentuali: 65% per gli Accordi di Programma a sostegno principale del sistema trentino della ricerca e dell’alta formazione; 25% per i Grandi progetti e i Progetti di sviluppo; 10% per i Progetti esplorativi e gli altri Accordi. A specifiche iniziative sono stati riservati i massimi livelli agevolativi16 della Provincia nel campo della ricerca, attraverso gli strumenti della legge e della legge della ricerca e dell’alta formazione, riguardando la Fondazione Bruno Kessler e la Fondazione Edmund Mach, ai sensi dell’articolo 20 della legge nonché l’Università degli studi di Trento per l’attività di ricerca, ai sensi dell’articolo 19 della legge, e il Museo di Scienze. Con minore impatto e con funzione diversa, delineata dalla legge medesima, vi rientrano in secondo piano anche gli accordi con: a) gli organismi di ricerca, come definiti dalla normativa comunitaria, che svolgono attività di ricerca sul territorio provinciale, ai sensi dell’articolo 21 della legge; b) governi locali, a livello nazionale e internazionale, ai sensi dell’articolo 16, comma 2 della legge. 15 I Progetti esplorativi sono i progetti che danno un valore aggiunto rispetto a quanto già realizzato dagli enti di ricerca. Lo strumento si presta in modo particolare alla promozione di nuove linee di ricerca, al sostegno di proposte di ricerca di giovani ricercatori, alla collaborazione interna ed esterna. Tra le possibili modalità di attuazione di questa linea di intervento si prevede l’attivazione di bandi per giovani ricercatori di talento come strumento per sostenere tematiche di ricerca non prioritarie o non sufficientemente sviluppate per divenire un asse strategico dell’attività degli enti. Questo strumento rimane aperto a diverse opzioni e possibilità, in quanto potrebbe essere attivato anche a fronte di rapide evoluzioni del panorama scientifico internazionale. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 21 provinciale 13 dicembre 1999, n. 6, nel rispetto della normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato. 2.2.4 Strumenti Alle linee di intervento sono stati associati, con combinazioni diverse, gli strumenti prefigurati dalla legge di riforma: intese con governi, accordi di programma con le fondazioni ed organismi di ricerca, bandi a contributo e a commessa, agevolazioni ai sensi della legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6. La tabella seguente fornisce un quadro riassuntivo degli strumenti a disposizione rispetto a ogni linea d’intervento, mentre nei successivi tre paragrafi vengono riassunte, in sequenza, le aree prioritarie, le piattaforme e i criteri valutativi. Tabella 1 - Strumenti per l’attuazione delle linee generali di intervento LINEE DI INTERVENTO Grandi progetti Progetti di sviluppo Accordi 16 STRUMENTI bandi – contributo RIFERIMENTO NORMATIVO art. 22 l.p. 14/05 artt. 8-12 l.p. 14/05 bandi-commessa art. 22 l.p. 14/05 Accordi di Programma artt. 19-20-21 l.p. 14/05 bandi – contributo art. 22 l.p. 14/05 artt. 8-12 l.p. 14/05 bandi-commessa art. 22 l.p. 14/05 SOGGETTI organismi di ricerca, fondazioni Kessler e Mach tutti i soggetti art. 4 l.p. 14/05 Università di Trento, fondazioni Kessler e Mach, organismi di ricerca organismi di ricerca, fondazioni Kessler e Mach agevolazioni per l’innovazione art. 5 l.p. 6/99 e altri tutti i soggetti art. 4 l.p. 14/05 accordi di Programma artt. 19-20-21 l.p. 14/05 imprese Università di Trento, Nello specifico: i grandi progetti, sostenuti attraverso gli strumenti della legge, da realizzarsi nelle seguenti aree, con possibilità di bandi monotematici: Tecnologie dell’informazione e della comunicazione; energie rinnovabili e ambiente – ecologia; salute e assistenza; il progetto di sviluppo rappresentato dal distretto dell’ICT e dal distretto tecnologico relativo alle tecnologie per l’edilizia sostenibile, fonti rinnovabili e gestione del territorio, sostenuto con gli strumenti della legge e della legge provinciale n. 6 del 1999; le iniziative di ricerca applicata, sostenute con gli strumenti della legge provinciale n. 6 del 1999, che prevedono costi di ricerca contrattuale derivanti da collaborazioni, realmente dimostrate, con organismi di ricerca pubblici o privati operanti sul territorio provinciale, per importi non inferiori al 10% del costo del progetto; i progetti esplorativi specificatamente rivolti all’accrescimento del capitale umano (in particolare qualora realizzati da ricercatori post-doc e piccole unità di ricerca), sostenuti con gli strumenti della legge. Sulle aree di intervento indicate nella lettera a) è possibile dedicare strumenti esplorativi monotematici; i progetti esplorativi specificatamente rivolti a nuove iniziative imprenditoriali ad alto contenuto tecnologico come spin off o start up della ricerca, sostenuti con gli strumenti della legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6. Sulle aree di intervento indicate nella lettera a) è possibile dedicare strumenti esplorativi monotematici. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 22 Progetti esplorativi bandi – contributo art. 22 l.p. 14/05 artt. 8-12 l.p. 14/05 bandi-commessa art. 22 l.p. 14/05 agevolazioni per l’innovazione art. 5 l.p. 6/99 e altri fondazioni Kessler e Mach, organismi di ricerca organismi di ricerca, fondazioni Kessler e Mach tutti i soggetti art. 4 l.p. 14/05 imprese 2.2.5 Aree di ricerca prioritarie 1. Ambiente e gestione delle risorse naturali (ecologia, rischio ambientale, evoluzione climatica, biodiversità); 2. Scienza dei materiali: micro- nano-tecnologie inorganiche e ibride; 3. Tecnologie dell’informazione e della comunicazione; 4. Biotecnologie, genomica, post-genomica, biologia computazionale; 5. Neuroscienze e scienze cognitive; 6. Governance territoriale e standard globali dopo la crisi; 7. Diritto ed economia per la valutazione delle politiche. 2.2.6 Piattaforme tecnologiche 1. Tecnologie per la produzione sostenibile (fonti energetiche rinnovabili, produzione compatibili con l’ambiente, industria verde); 2. Applicazioni delle biotecnologie vegetali; 3. Tecnologie alimentari per la valorizzazione della qualità nutrizionale, la tracciabilità e la salubrità dei prodotti; 4. Tecnologie dei sistemi e servizi di WEB, di interazione uomo-macchina, sensoristiche e di embedded intelligence; 5. Tecnologie per la gestione del territorio e la sua valorizzazione. 2.2.7 Criteri di valutazione 1. Presenza rilevante nella letteratura internazionale; 2. Partecipazione a programmi internazionali di ricerca; 3. Partecipazione a programmi nazionali di ricerca; 4. Realizzazioni; 5. Brevetti e sviluppo di tecnologie; 6. Capacità di acquisizione di fondi da agenzie nazionali e internazionali. 2.3 Gli Accordi di Programma Gli Accordi di Programma 2010-2013 con la Fondazione Bruno Kessler, con la Fondazione Edmund Mach e il Museo delle Scienze, sono stati approvati rispettivamente con deliberazioni della Giunta provinciali n. 3072, n. 3074 e n. 3073 del 23 dicembre 2010. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 23 Contengono espliciti riferimenti alle modalità metodologiche e procedurali17: indicazione esplicita degli obiettivi della Provincia e del singolo ente; sistema della premialità in relazione al raggiungimento e miglioramento degli obiettivi fissati sulla scorta degli indicatori convenuti con relativa previsione di una quota del finanziamento pari al 4% (fino al 30% complessivo); 17 Di seguito si riporta la formulazione adottata. Riquadro: Previsione Tipo degli Accordi di Programma Art. … Modalità per valutare congiuntamente i risultati dell’attività di ricerca Le Parti convengono che l’attività di ricerca è oggetto di monitoraggio in itinere e di valutazione finale volta a valutare il raggiungimento e miglioramento degli obiettivi fissati nell’accordo, sulla scorta degli indicatori convenuti, al fine di verificare: α) la qualità del lavoro scientifico svolto; β) la rilevanza e la ricaduta delle attività; χ) la capacità di autofinanziamento. Il monitoraggio è svolto entro giugno 2012. La valutazione è svolta entro tre mesi dal termine della validità dell’Accordo stesso. Il monitoraggio e la valutazione sono effettuati sulla base della procedura, della metodologia e della reportistica definita congiuntamente tra il Comitato tecnico-scientifico per la ricerca e l’innovazione e il Comitato di valutazione della ricerca, sentito … (l’ente) . Per il monitoraggio e la valutazione i comitati potranno avvalersi anche di esperti esterni, come previsto dalla LP 14 del 2005. Gli indicatori afferiscono ad alcuni dei macroambiti di indagine individuati nel Modello di Analisi d’impatto: diversi strumenti concorrono a popolare di dati quanti/qualitativi i suddetti indicatori, comprese eventuali indagini di approfondimento realizzabili ad hoc ed integrazioni di informazioni provenienti dal sistema informativo armonizzato della ricerca. Ciascun indicatore concorre ad esplicitare la ricaduta delle attività e quindi a descrivere rappresentarne l’impatto atteso. I fattori considerati per la valutazione della performance del … (l’ente) (con una prima individuazione di indicatori) sono da valutare in base agli obiettivi riportati all’articolo 1 e sono: a) presenza rilevante nella letteratura internazionale (collaborazioni e coautoraggio), ovvero la riconosciuta capacità di contribuire all’avanzamento scientifico nei rispettivi ambiti di intervento attraverso la produzione di nuova conoscenza; b) partecipazione a programmi internazionali di ricerca (accordi e collaborazioni), come indicatore sia della capacità relazionale sia della capacità competitiva misurata attraverso il successo nel mercato della ricerca; c) partecipazione a programmi nazionali di ricerca (progetti di ricerca in collaborazione, accordi e collaborazioni), come sopra ma a scala nazionale; d) realizzazioni, anche in termini di eventi, sviluppo di metodi e procedure, spin-off e nuove imprese, ovvero la capacità di generare output e ricadute non misurabili con i tradizionali strumenti scientifici; e) brevetti e sviluppo di tecnologie (creazione marchi); f) capacità di acquisizione di fondi da agenzie nazionali e internazionali (contratti); g) ricadute sul territorio (occupazione e supporto alle imprese). La ulteriore declinazione dei fattori sopra individuati in indicatori specifici attraverso una più puntuale definizione delle richieste sarà oggetto di specifiche intese tra la Provincia e … (l’ente), con il coinvolgimento del Comitato di valutazione della ricerca e del Comitato tecnico-scientifico per la ricerca e l’innovazione, tenendo in debito conto la pluralità di soggetti che afferiscono a … (l’ente). L’esito della valutazione finale ha effetto sul riconoscimento definitivo di una quota pari al 4% del finanziamento complessivo, riferito ai singoli soggetti che afferiscono a … (l’ente). Qualora la valutazione portasse al riconoscimento di una percentuale inferiore, si procederà mediante compensazione con le risorse dell’Accordo successivo. L’ … (l’ente) si impegna, altresì, a proseguire nel percorso avviato con l’Accordo di programma 2007-2008 volto a definire modalità di autovalutazione, con la nomina di un proprio nucleo di valutazione, che procederà alla valutazione delle attività del … (l’ente) secondo standard e procedure utilizzate a livello internazionale. Annualmente il nucleo di valutazione produce un rapporto, che viene reso pubblico, e si riunisce in sessione plenaria con il Comitato di valutazione della ricerca. Il rapporto del nucleo, in base all’ordinamento del … (l’ente) e in un’ottica di riconoscimento del merito, potrà servire anche a ridefinire la distribuzione delle risorse finanziarie fra le diverse unità di ricerca e sulla progressione economica e remunerazione del personale dipendente. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 24 esplicitazione dell’obbligo di fornire informazioni e dati alla Provincia; accessibilità interattiva con il sistema informativo del singolo ente; valutazione tramite indicatori mediante giudizio dei pari e raccordo con il singolo nucleo di valutazione. Inoltre, tali accordi provvedono a: 1. prefigurare un sistema di monitoraggio e di valutazione anche tramite indicatori; 2. affermare la necessità di un rapporto tra il Comitato di valutazione della ricerca e i nuclei di valutazione, che dovranno essere costituiti ed entrare a pieno regime all’interno degli Enti di ricerca provinciali; 3. stabilire l’obbligo della realizzazione di un report annuale da parte dei singoli Enti di ricerca; 4. porre il fondamento per realizzare un sistema informativo della ricerca a livello della Provincia, che permetta di raccogliere in maniera organica dati e informazioni. Per quanto riguarda il Sistema informativo, gli accordi in parola prevedono: razionalizzazione dei flussi informativi esistenti, con l’introduzione di descrittori (maschere di raccolta dei dati e VALGO per il monitoraggio d’impatto) e l’istituzionalizzazione del rapporto tra CVR, il Servizio Statistica e le diverse strutture dell’amministrazione preposte agli interventi attuativi; esplicitazione dell’obbligo, sanzionabile, di fornire dati ed informazioni alla Provincia, secondo gli standard e con gli strumenti indicati; avvio di nuovi strumenti di raccolta dei dati, e raccolta sistematica delle informazioni che derivano “in automatico” dallo svolgimento delle attività amministrative di attuazione delle politiche; necessità della tecnostruttura e livelli diversi di fruizione. In sintesi gli Accordi di Programma hanno delineato in modo innovativo ed esplicito, in sintonia con le linee di indirizzo dettate dal Programma, un quadro rinnovato per quanto riguarda gli aspetti della valutazione oggetto del presente Rapporto. Tale quadro è basato sostanzialmente sui seguenti elementi: un organico Sistema informativo della ricerca a livello della Provincia, con la definizione di un set di indicatori di performance a supporto dell’attività di valutazione18; una tecnostruttura provinciale a presidio di tale Sistema informativo; la presenza attiva in ogni ente di ricerca di un nucleo di valutazione interno; la definizione di una procedura con la quale la Provincia autonoma di Trento, nell’ambito del proprio ruolo di finanziatore e di responsabile di scelte di indirizzo strategico, assegna all’ente di ricerca degli obiettivi 18 Il documento sul sistema informativo è stato definito dal CVR di concerto con il CTS ed è disponibile all’indirizzo http://www.uniricerca.provincia.tn.it/binary/pat_uniricerca/Presentazione/Sistema_informativo_ricerca.1316080973.pdf . Rapporto finale di valutazione – anno 2014 25 quantitativi riferiti a ciascuno degli indicatori in funzione della premialità; la previsione, da parte del CVR, di un Rapporto di valutazione intermedio nel 2012 e di un Rapporto finale al termine della validità degli Accordi. Nella tabella che segue sono riassunti, in un quadro sinottico relativo alle Fondazioni e al Museo delle Scienze, i “Temi generali di interesse comune”, gli “Obiettivi generali prioritari”, i “Risultati di carattere generale” e i “Risultati specifici” contenuti all’articolo 1 di ogni singolo Accordo di Programma. Tabella 2 - Quadro sinottico degli Accordi di Programma per la XIV Legislatura con i principali enti strumentali di ricerca della Provincia. FBK Temi generali di interesse comune Obiettivi generali prioritari Risultati di carattere generale • tecnologie FEM Museo delle Scienze • produzioni agricole •biodiversità ed ecologia degli ecosistemi • qualità nutrizionale e salutistica dei prodotti •scienze della terra alimentari •preistoria alpina • istruzione e formazione • documentazione e professionale conservazione delle • sviluppo sostenibile e collezioni salvaguardia della naturalistiche biodiversità • valorizzazione del patrimonio ambientale dell’informazione e della comunicazione • scienza dei materiali: materiali innovativi, micro-nanotecnologie, studi di fisica nucleare • discipline umanistiche: studi storici italogermanici, scienze religiose • condurre ricerca di alta • condurre ricerca di alta qualità, visibile qualità, visibile internazionalmente internazionalmente sviluppando in • assicurare al territorio particolare trentino risultati un’infrastruttura di innovativi nel campo rilievo internazionale della ricerca e della nel settore della disseminazione della genomica e postconoscenza genomica delle piante • concorrere da frutto all’affermazione e • assicurare al territorio all’implementazione trentino risultati del Sistema Trentino innovativi nel campo Alta formazione e della ricerca e della Ricerca (STAR) disseminazione della • contribuire alla conoscenza anche costruzione del attraverso servizi di Distretto dell’ICT consulenza tecnica • sostenere l’applicabilità agli agricoltori industriale edi risultati • concorrere della ricerca all’affermazione e • sostenere l’iniziativa all’implementazione Trento RISE del Sistema Trentino Alta formazione e Ricerca (STAR) • promuovere l’istruzione e la formazione professionale • rafforzare l’azione di • rafforzare la sostenibilità internazionalizzazione e competitività delle produzioni agricole • dimostrare attrattività nei Rapporto finale di valutazione – anno 2014 •condurre ricerca di alta qualità, visibile internazionalmente •assicurare al territorio trentino risultati innovativi nel campo della ricerca e della disseminazione della conoscenza •concorrere all’affermazione e all’implementazione del Sistema Trentino Alta formazione e Ricerca (STAR) •promuovere lo studio del sistema geodinamico alpino •valorizzare gli archivi di biodiversità •approfondire i rapporti tra scienza e società •proseguire lo studio volto a definire il ruolo della ricerca nel nuovo MUSE •dimostrare attrattività nei confronti di ricercatori di livello 26 confronti di ricercatori di livello internazionale e stringere accordi e programmi di scambio con istituzioni di ricerca a livello europeo • mantenere e, dove possibile, incrementare la credibilità scientifica internazionale • sviluppare attività di trasferimento tecnologico e stimolare idee brevettali • assicurare al territorio trentino una crescente diffusione dei risultati della ricerca prodotti • formare giovani ricercatori Risultati specifici del territorio locale • migliorare i processi di trasformazione e valorizzazione dei prodotti della filiera agro-alimentare • approfondire il rapporto tra ecologia, biodiversità e biocomplessità • dimostrare attrattività nei confronti di ricercatori di livello internazionale e stringere accordi e programmi di scambio con istituzioni di ricerca a livello europeo • mantenere e, dove possibile, incrementare la credibilità scientifica internazionale • formare giovani ricercatori e tecnologi • Al fine di dare coesione • Al fine di dare coesione a STAR, promuovere a STAR, promuovere una discussione una discussione pubblica di livello pubblica di livello internazionale quale internazionale quale metodo di metodo di aggiornamento del aggiornamento del piano strategico 2009piano strategico 20092013 e di 2013 e di riprogrammazione riprogrammazione 2014-2018 2014-2018 • Raggiungimento di una • Raggiungimento di una quota di quota di autofinanziamento autofinanziamento entro il 2012 da entro il 2012 da mantenere nel 2013 mantenere nel 2013 del del 1. 28% per il Centro • 35% per il polo Ricerca e tecnologico Innovazione (CMM, CIT, (CRI) ECT*) 2. 17% per il Centro • 10% per il polo di Trasferimento umanistico (ISIG, Tecnologica ISR) (CTT) • Il costante sostegno alle • La costituzione o la imprese generate promozione, entro il prima del 2009 e la 2012, di centri di creazione di almeno 2 rilevanza nuove imprese entro il internazionale 2012 nell’ambito della • Il supporto e l’adesione, biologia sistemi e del entro il 2010, al legno e delle foreste soggetto deputato a • L’adesione, entro il esercitare le 2012, a piattaforme funzionalità previste Rapporto finale di valutazione – anno 2014 internazionale e stringere accordi e programmi di scambio con istituzioni di ricerca a livello europeo •mantenere e, dove possibile, incrementare la credibilità scientifica internazionale •assicurare al territorio trentino una crescente diffusione dei risultati della ricerca prodotti •formare giovani ricercatori •Al fine di dare coesione a STAR, promuovere una discussione pubblica di livello internazionale quale metodo di aggiornamento del piano strategico 20092013 e di riprogrammazione 2014-2018 •Raggiungimento di una quota di autofinanziamento entro il 2012 da mantenere nel 2013 del 20% •Rafforzare, entro il 2012, la partecipazione alla piattaforma scientifica sulla biodiversità animale e vegetale •Attivare, entro il 2011 e negli anni successivi, iniziative unitarie nel settore della comunicazione scientifica con gli altri attori di STAR col ruolo di referente principale •La valorizzazione delle attività di ricerca attraverso la consulenza a PAT 27 da Trento RISE • Il supporto e l’adesione, entro il 2012, al Distretto dell’ICT • L’adozione, entro il 2011, di uno specifico programma di supporto alle imprese nel settore dell’informatica, con particolare riferimento alle aree sanitaria e sociale • La valorizzazione delle attività di ricerca attraverso la consulenza a PAT • L’inserimento, entro il 2012, dei laboratori legati alle micronano-tecnologie nella rete virtuale dei laboratori di riferimento europei • Il rilancio delle discipline umanistiche attraverso l’adozione, entro il 2011, di uno specifico piano strategico pluriennale • L’attivazione di percorsi di selezione di nuovi talenti • • • • • tecnologiche sulle piante perenni La valorizzazione delle attività di ricerca attraverso la consulenza a PAT La realizzazione di azioni concrete nell’ambito della valorizzazione e del trasferimento tecnologico L’attivazione di un corso di specializzazione vivaistica Il rafforzamento dell’internazionalizza zione nell’ambito degli studi enotecnici Un programma di supporto alle aziende in relazione alla problematica dell’ energia 2.4 Le prospettive: verso l’Accordo unitario inter enti In conformità alla legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14 e tenendo conto della necessità di stringere un raccordo efficace fra ricerca e accademia alla luce della delega, la Provincia ha deciso di rafforzare i propri sforzi, attuando una strategia di sviluppo territoriale basata sulla conoscenza e riconoscendo nella promozione, nella crescita e nella diffusione della ricerca e dell’innovazione uno strumento fondamentale per la crescita del capitale umano, per lo sviluppo del sistema delle imprese e della qualità e competitività dell’intero territorio provinciale. La realizzazione di questo fondamentale indirizzo implica che la Provincia valorizzi il patrimonio di conoscenze generato dai soggetti che operano nel campo della ricerca e dell’innovazione, promuova forme di collaborazione e di coordinamento fra i diversi attori della ricerca e innovazione operanti sul territorio, incentivi forme di collaborazione e cooperazione del sistema produttivo locale con il sistema provinciale della ricerca e dell’innovazione. Tra gli obiettivi della legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14 vi è proprio quello di realizzare un sistema provinciale della ricerca, al perseguimento delle cui finalità sono ammessi a concorrere, fra gli altri, l’Università di Trento, la Fondazione Bruno Kessler e la Fondazione Edmund Mach, il Museo delle Scienze e gli organismi di Rapporto finale di valutazione – anno 2014 28 ricerca che svolgono attività di ricerca sul territorio provinciale con i quali la Provincia può stipulare Accordi di Programma, ai sensi degli articoli 19, 20 e 21 della medesima legge, per realizzare interventi o progetti di ricerca e innovazione di particolare interesse. Secondo il Programma la costituzione di STAR può essere rafforzata con la previsione di una sede di coordinamento in cui siano definiti e focalizzati in termini di convergenza gli obiettivi comuni assunti a sistema e in chiave aperta all’internazionalizzazione, in modo da orientare la condivisione di infrastrutture e risorse di personale, avviare procedure omogenee di reclutamento dei ricercatori, facilitare la circolazione di idee e la partecipazione congiunta a iniziative nazionali e comunitarie. Lo stesso Programma Pluriennale ha anche prefigurato, per il raggiungimento di una maggiore integrazione tra Università ed Enti di Ricerca, la creazione di cluster dove concentrare progetti di collaborazione, già avviati o da avviare, con un coordinamento congiunto; tali cluster avranno il compito di provvedere al collegamento sinergico tra didattica e ricerca, di concerto tra Istituzioni che pure mantengono le loro individualità, sia nel controllo della forza lavoro sia per l’identità delle iniziative poste in essere. Questa esigenza di maggiore coesione della rete di soggetti che operano nel settore della ricerca e dell’alta formazione scaturisce al contempo dalle riflessioni indotte dalla grave crisi economica mondiale, che spinge inevitabilmente a preferire la competizione del sistema trentino su scala internazionale rispetto a dinamiche competitive interne al sistema, che, pur presentando aspetti salutari, rischiano - se vengono declinate sulla strategia – di produrre interferenze e tensioni non più sostenibili sotto il profilo finanziario ed istituzionale. Per questa ragione la sede di coordinamento, può essere perfezionata mediante un Accordo unitario inter enti19. Come primo e coerente passaggio in vista di uno schema rafforzato di cooperazione maggiormente formalizzato in termini di impegni, strategie e codeterminazioni, così come peraltro previsto nel Programma Pluriennale della Ricerca, si è ritenuto di 19 Tale Accordo si deve prefiggere di: 1. individuare una strategia e una metodologia condivise, al fine di porsi – rispetto allo scenario internazionale – non solo come soggetti autonomi, ma anche come unico sistema territoriale (STAR, Sistema Trentino della Ricerca e dell’Alta Formazione) in grado di promuovere la cooperazione scientifica e tecnologica internazionale sia nel campo della ricerca e dell’innovazione sia in quello dell’alta formazione; 2. intensificare le attività di trasferimento tecnologico e di ricaduta sul territorio, promuovendo il rinnovo del tessuto imprenditoriale locale; 3. collaborare sistematicamente con il sistema universitario trentino e non trentino nell’alta formazione (stages, master, dottorati di ricerca, postdottorati) e stringere rapporti strutturati al fine di una sempre maggiore collaborazione e sinergia soprattutto nell’utilizzazione delle infrastrutture materiali, nella realizzazione di nuove infrastrutture e nella valorizzazione comune del capitale umano, anche attraverso la sperimentazione di formule originali di reclutamento congiunto, di premialità, di interscambio di compiti; 4. promuovere l’apertura o il rafforzamento dell’azione di internazionalizzazione in differenti contesti geopolitici ed in diversi ambiti. A questo proposito si suggeriscono quattro scenari percorribili: l’interazione con soggetti leader (Paesi dell’Europa, Stati Uniti, Giappone ed Israele); l’interazione con i Paesi dell’Est (Cina e India), l’interazione con Paesi meno sviluppati (continente sudamericano e africano) e l’interazione con aree geograficamente e/o culturalmente vicine. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 29 formalizzare20 la costituzione di un Gruppo di coordinamento in materia di ricerca e innovazione, anche al fine di pianificare le attività, ottimizzare gli investimenti, garantire le sinergie tra le diverse iniziative e promuovere una strategia cooperativa fra i diversi attori coinvolti. Il Gruppo di coordinamento, che potrà coinvolgere altri soggetti del sistema trentino della ricerca, è chiamato a individuare una strategia per rendere visibili i soggetti della ricerca trentini come un unico sistema territoriale nello scenario internazionale per promuovere la cooperazione scientifica e tecnologica internazionale inclusa l’alta formazione e, per tali fini: intensificare le attività di trasferimento tecnologico e di ricaduta sul territorio, promuovendo il rinnovo del tessuto imprenditoriale locale; definire percorsi formativi congiunti ; stringere rapporti strutturati per l’utilizzazione e lo sviluppo di infrastrutture e di piattaforme tecnologiche; promuovere il rafforzamento delle azioni di internazionalizzazione. 20 Con deliberazione della Giunta provinciale n. 1590 di data 20 luglio 2012. I soggetti che in prima istanza fanno parte di questo Gruppo di coordinamento sono: - il Presidente della Provincia autonoma di Trento, con funzioni di coordinamento; - il Dirigente generale del Dipartimento della conoscenza, o suo delegato; - il Rettore dell’Università degli studi di Trento; - il Presidente della Fondazione Bruno Kessler; - il Presidente della Fondazione Edmund Mach; - il Presidente dell’associazione Trento RISE. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 30 3. Il quadro finanziario: lo stato di attuazione 3.1 Elementi di confronto nell’attuazione del Programma Pluriennale della Ricerca Un primo obiettivo di questo Rapporto riguarda il consolidamento nella ricostruzione certificata del quadro finanziario delle risorse a disposizione rispetto a quelle utilizzate e alla loro destinazione: obiettivo solo apparentemente semplice in quanto tra il momento della programmazione e la varietà delle sedi e delle modalità di impiego e destinazione si sono succeduti molti adeguamenti non sempre riconducibili a un unico quadro interpretativo. Cionondimeno nei paragrafi seguenti viene illustrata e commentata la ricostruzione con i dati disponibili presso l’Amministrazione provinciale. Nel capitolo 8.3 “Il Quadro delle risorse finanziarie” del Programma Pluriennale della Ricerca per la XIV legislatura sono presentate due tabelle: la tabella n. 1 indica la ripartizione delle risorse del bilancio provinciale secondo le linee di intervento; la tabella n. 2 riporta le medesime risorse ripartite secondo gli strumenti di intervento. “Linee di intervento” e “strumenti di intervento” sono due categorie definite nei capitoli precedenti del Programma Pluriennale della Ricerca. Le linee di intervento sono quattro come già illustrate nel capitolo precedente e precisamente: (i) Grandi progetti, (ii) Progetti di sviluppo, (iii) Accordi, (iv) Progetti esplorativi. Ogni linea di intervento può essere perseguita attraverso uno o più degli strumenti attuativi, definiti dalla legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14 (Accordi di Programma, bandi) o dalla legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6 (agevolazioni per l’innovazione quali la ricerca industriale, il fondo seed money, i finanziamenti per i poli innovazione, il fondo brevetti). Il quadro delle risorse utilizzato per la redazione delle due tabelle deriva dal bilancio provinciale per l’esercizio 2010 e pluriennale 2010-2012 (quello in vigore al momento di redazione del Programma). Si tenga conto che all’epoca la previsione del 2013 è stata tecnicamente possibile, in quanto la maggior parte dei capitoli interessati presentava degli stanziamenti quinquennali anziché triennali. Inoltre, precorrendo le prospettive presenti ora in sede comunitaria nel disegno di Horizon 2020 (H2020), volte a condividere in un unico schema finanziario tutti i possibili canali di finanziamento che concorrono al raggiungimento di un obiettivo, nella previsione finanziaria del Programma risultano acquisiti direttamente dalle strutture competenti i dati del Fondo sociale europeo (FSE) e del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), sotto riportati, non essendoci dei capitoli specifici del bilancio destinati a questi interventi. Poiché in sede di attuazione questa inclusione si è rivelata poco incisiva, essendosi questi interventi poi sviluppati su direttrici Rapporto finale di valutazione – anno 2014 31 diverse da quelle propriamente della ricerca, nelle considerazioni di seguito formulate questi dati sono stati epurati sia dalle tabelle iniziali che da quelle attuali. Tabella 3 - Indicazione quote FSE e FESR FSE e FESR 2010 stanziato 9.173.775,16 2011 stanziato 9.360.207,88 2012 stanziato 9.546.640,59 2013 stanziato 9.745.930,73 Totale 37.826.554,36 Appare altresì necessario precisare che i dati utilizzati nella costruzione delle due tabelle del Programma Pluriennale della Ricerca sono stati a suo tempo decurtati di una percentuale dell’1,4% (pari ad Euro 5.330.000 per il periodo 2010-2013, con importi variabili tra i diversi esercizi), quale somma da destinare al funzionamento della tecnostruttura. La riduzione delle risorse era stata imputata in maggior parte ai capitoli di bilancio destinati ai bandi e in misura minore al capitolo destinato al fondo seed money. 3.2 La ripartizione delle risorse finanziarie per strumenti di intervento Appare più immediata l’analisi della tabella n. 2 del Programma Pluriennale della Ricerca relativa alla ripartizione delle risorse per strumenti di attuazione previsti dalla legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14, qui riportata in tre modalità: con i valori originari del Programma Pluriennale della Ricerca per la XIV legislatura; con i valori degli stanziamenti al mese di febbraio 2014; con l’evidenzia degli scostamenti tra i dati originari e quelli attuali. Tabella 4 - Tabella 2 originaria PPR XIV Legislatura STRUMENTI del PPR al netto FSE e FESR accordi di Programma 2010 stanziato 2011 stanziato 2012 stanziato 73.165.000,00 73.925.000,00 bandi 4.158.500,00 9.901.000,00 7.300.000,00 agevolazioni per l'innovazione 4.225.000,00 13.350.000,00 1.283.250,00 81.548.500,00 97.176.000,00 TOTALE 2013 stanziato TOTALE XIV LEGISLATURA stanziato 72.991.000,00 69.392.000,00 % sul tot. 289.473.000,00 86,7% 4.300.000,00 25.659.500,00 7,7% 0,00 18.858.250,00 5,6% 81.574.250,00 73.692.000,00 333.990.750,00 100,0% Tabella 5 - Tabella 2 PPR XIV Legislatura con i valori attuali 2010 impegnato accordi di programma bandi agevolazioni per l'innovazione (*) 2011 impegnato 2012 impegnato 2013 impegnato totali 75.590.474,07 84.337.879,10 95.229.600,00 3.796.760,30 11.680.336,47 6.932.818,00 180.000,00 22.589.914,77 5,1% 14.843.000,00 21.055.030,32 17.321.582,00 21.735.000,00 74.954.612,32 16,9% Rapporto finale di valutazione – anno 2014 90.574.084,00 345.732.037,17 % sul tot. 78,0% 32 TOTALI ATTUALI 94.230.234,37 117.073.245,89 119.484.000,00 112.489.084,00 443.276.564,26 100,0% (*) si riporta il valore dell'impegnato sul bilancio provinciale che può differire dalle effettive concessioni a favore delle industrie, effettuate utilizzando risorse di anni precedenti presenti sul bilancio APIAE o assegnate all'Unicredit o i valori attualizzati dei limiti di impegno Tabella 6 - Quadro sinottico di confronto tra le due Tabelle precedenti (Tabella 2 originaria PPR XIV Legislatura e con i valori attuali) Sintesi differenze 2010 2011 2012 2013 2.425.474,07 10.412.879,10 22.238.600,00 21.182.084,00 accordi di programma bandi -361.739,70 1.779.336,47 -367.182,00 totali 56.259.037,17 -4.120.000,00 -3.069.585,23 7.705.030,32 16.038.332,00 21.735.000,00 56.096.362,32 agevolazioni per l'innovazione 10.618.000,00 Totale differenze 12.681.734,37 19.897.245,89 37.909.750,00 38.797.084,00 109.285.814,26 L’incremento di risorse rispetto a quanto preventivato si è determinato: 1. per una maggiore disponibilità di risorse di cui hanno goduto in questi anni i bilanci provinciali: di queste crescenti risorse ha beneficato anche il settore della ricerca, considerato uno dei settori strategici della XIV legislatura; 2. per l’inserimento, nell’ambito della voce “Accordi di Programma” della convenzione stipulata con l’associazione Trento RISE nell’ambito dell’EIT, che ha previsto un consistente stanziamento aggiuntivo dal 2011 al 2013, il quale giustifica da solo più della metà dell’incremento totale: Tabella 7 - Quota additiva per convenzione con Trento RISE 2010 Trento RISE 0 2011 5.000.000,00 2012 13.965.000,00 2013 8.543.390,00 totali 27.508.390,00 3. per una serie di interventi specifici, non inizialmente previsti. Tra questi: la Fondazione Edmund Mach (per il centro biocomputazionale, in particolare), la Fondazione Bruno Kessler (per il tema dei conflitti del rapporto pace/guerra, per il progetto relativo alla flagship “Graphene”) e l’Università degli studi di Trento per la funzione “ricerca”; questi incrementi sono legati ad iniziative che rientrano nella categoria del grande progetto quale linea di intervento (che qui si combina con lo strumento “Accordo di Programma”). Tabella 8 - Quota additiva per gli Accordi di Programma rispetto alle previsioni di inizio legislatura Ente/Anno Fondazione Edmund Mach Fondazione Bruno Kessler Università studi di Trento Totali 2010 277.986,81 1.550.000,00 0,00 1.827.986,81 Rapporto finale di valutazione – anno 2014 2011 2.754.062,10 3.720.000,00 1.000.000,00 7.474.062,10 2012 1.730.000,00 4.870.306,00 2.479.694,00 9.080.000,00 2013 958.000,00 5.056.000,00 4.524.694,00 10.538.694,00 totali 5.720.048,91 15.196.306,00 8.004.388,00 28.920.742,91 33 Per contro, sempre per la voce “accordi” sono stati ridotti gli stanziamenti previsti per gli Accordi di Programma “specifici” finalizzati alla realizzazione di singoli progetti. Ancora, rispetto agli incrementi evidenziati per lo strumento “accordi” le risorse per gli altri due strumenti sono state ridimensionate. Nello specifico, per lo strumento “bandi” la riduzione ha inciso sul budget messo a disposizione del bando “grandi progetti 2012”, attualmente in corso, e fa emergere uno scostamento significativo dalle indicazioni programmatiche, giustificata plausibilmente dalla scelta del decisore politico di privilegiare, in una situazione di grave crisi economica, il canale negoziale in luogo di quello competitivo, anche in ragione della tendenziale e riconosciuta capacità di joint programming degli stessi organismi trentini di ricerca. Per quanto riguarda lo strumento “agevolazioni per l’innovazione” l’andamento delle risorse, evidenzia solo in parte la modifica delle modalità di intervento intervenuta nel corso del periodo considerato: alcuni interventi quali il fondo seedmoney o il sostegno alla realizzazione di distretti sono stati realizzati attraverso strumenti diversi da quelli previsti (direttamente attraverso Trentino Sviluppo S.p.A.); anche il sostegno ai poli di innovazione si è concretizzato nel finanziamento di due sole realtà. 3.3 La ripartizione delle risorse finanziarie per linee di intervento La tabella n. 1 del Programma Pluriennale della Ricerca, come abbiamo già evidenziato, riporta i dati aggregati sulla base delle linee di intervento. Nella voce “accordi” sono riportati esclusivamente i valori relativi agli Accordi di Programma/convenzioni destinati al finanziamento istituzionale degli enti. Pertanto, sono riportati gli accordi con le Fondazioni Kessler e Mach, con l’Università degli studi di Trento, con il Museo delle Scienze e la convenzione con l’Associazione Trento RISE. Nella voce “grandi progetti e progetti di sviluppo” sono riportati i finanziamenti destinati: al bando “grandi progetti”; agli Accordi di Programma finalizzati al sostegno di specifici progetti; agli interventi per agevolare l’innovazione quali il fondo seed-money, il fondo brevetti, i poli di innovazione. Nella voce “progetti esplorativi” sono riportate le risorse destinate ai bandi per la selezione di progetti di ricerca presentati da ricercatori singoli o leader di piccole unità di ricerca (bandi post-doc o unità di ricerca). A livello di totali, ovviamente, le differenze tra i dati previsionali contenuti nel Programma Pluriennale della Ricerca e i dati attuali sono le stesse prima evidenziate. Per quanto riguarda le singole aree non rimane nulla da aggiungere alle motivazioni degli scostamenti sopra illustrate. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 34 Tabella 9 - Raffronto fra Tabella n.1 originaria PPR XIV Legislatura e Tabella con valori attuali Sintesi differenze 2010 ACCORDI 2011 2012 2013 totali 2.020.474,07 12.702.062,10 23.125.000,00 21.702.084,00 GRANDI PROGETTI E PROGETTI DI SVILUPPO al netto fondi FESR e FSE 11.023.000,00 PROGETTI ESPLORATIVI -361.739,70 TOTALI 8.493.569,32 14.180.137,00 18.515.000,00 -1.298.385,53 604.613,00 -1.420.000,00 59.549.620,17 52.211.706,32 -2.475.512,23 12.681.734,37 19.897.245,89 37.909.750,00 38.797.084,00 109.285.814,26 3.4 Quadro riepilogativo delle risorse mobilitate con i bandi La successiva tabella riporta i dati di bilancio concernenti lo strumento “bandi”, ampliati per intervallo temporale rispetto alla tabella del Programma Pluriennale della Ricerca, dato che alcuni bandi avviati nel periodo 2009-2013 trovano copertura con gli stanziamenti degli esercizi successivi (fino al 2016). Tabella 10 - Dati di bilancio per lo strumento “bandi” Tipologia Spesa Totali Attuali 2009 stanziato 2.700.000 2010 stanziato 4.158.500 2011 stanziato 11.680.337 2012 stanziato 6.932.818 2013 stanziato 219.000 2014 stanziato 2016 stanziato 2015 stanziato 2.267.000 1.571.399 1.650.000 I medesimi dati sono stati, quindi, disaggregati sulla base delle risorse dedicate alle diverse tipologie di bandi, attivati (o da attivare per quanto riguarda il nuovo bando post-doc 2014). Con le risorse del capitolo vengono, inoltre, sostenuti i costi per gli esperti a supporto del Comitato per gli incentivi alle imprese e del Comitato tecnicoscientifico per la ricerca e l’innovazione chiamati per la valutazione dei progetti di ricerca industriale e, fino al 2011, i costi di funzionamento dei due comitati previsti dalla legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14. Nel 2009 e 2010 una quota assai modesta delle risorse stanziate non è stata utilizzata entro la fine dell’anno di riferimento contabile. Tabella 11 - Dati di bilancio disaggregati per tipologia di bando TIPOLOGI 2009 2010 A SPESA impegnato impegnato Grandi progetti 2012 Progetti esplorativi Progetti esplorativi – COFUND 2.100.000 3.150.000 progetto Trentino 2011 impegnato Rapporto finale di valutazione – anno 2014 2012 2013 2014 2015 impegnato impegnato impegnato impegnato 2016 impegnato 6.278.722 2.728.205 0 1.071.399 1.000.000 1.585.836 1.991.607 2.030.000 * 500.000 * 500.000 * 3.241.007 1.951.006 0 0 0 35 comitati, esperti Totale impegnato economie, altro e per il 2014 e 2015 somme da destinare TOTALI ATTUALI 497.242 646.760 574.771 262.000 219.000 237.000 2.597.242 3.796.760 11.680.336 6.932.818 219.000 2.267.000 102.758 361.740 2.700.000 4.158.500 1.571.399 1.500.000 150.000 11.680.336 6.932.818 219.000 2.267.000 1.571.399 1.650.000 (*) 500.000 Euro/annui sono stanziati per l’attivazione di un nuovo bando post-doc per finanziare 10 progetti di durata triennale per 50 mila euro/annui. Appare utile richiamare come il meccanismo di finanziamento e di attuazione dei bandi influenzi la lettura della corrispondenza tra i dati di bilancio e le tempistiche di spesa. I bandi sono approvati con deliberazione della Giunta provinciale, che contestualmente impegna le risorse messe a disposizione, ripartendole su uno o più esercizi finanziari sulla base delle disponibilità di bilancio. Solo successivamente, dalla data di pubblicazione del bando, prendono avvio le procedure di presentazione delle proposte progettuali e di valutazione che si concludono, a seconda della difficoltà e complessità, in media entro un anno dall’attivazione, con l’approvazione di una graduatoria di progetti ammissibili a finanziamento. Sulla base delle risorse disponibili e dell’ordine in graduatoria, si procede al finanziamento con atto del Dirigente del Servizio. Gli stessi progetti, poi, possono dar luogo a richieste di proroga nel loro svolgimento che si traducono in ulteriori disallineamenti. A titolo esemplificativo, gli impegni per il bando “grandi progetti 2012” (complessivamente pari ad 11.078.278,34 Euro) sono sugli esercizi 2011, 2012, 2015 e 2016, mentre le procedure di valutazione si sono concluse nei primi mesi del 2013 e i sei progetti selezionati hanno avuto inizio in autunno 2013, con conclusione prevista a fine 2016. La Provincia ha con continuità investito molte risorse nei bandi “progetti esplorativi” destinati a ricercatori (singoli o leader di piccole unità di ricerca), che devono realizzare la propria attività di ricerca all’interno di strutture trentine allo scopo da una parte di favorire la crescita di un capitale umano giovane dall’altra di inserire elementi nuovi all’interno delle strutture per facilitare processi di crossfertilization. In particolare, nel periodo 2009-2012, sono stati attivati numerosi bandi sia post doc che per unità di ricerca, nell’ambito di un progetto co-finanziato dalla Commissione europea denominato “Trentino”, promosso tra le azioni People-Marie Curie del 7° programma quadro. A fronte di un co-finanziamento di circa 2.600.000,00 euro la Provincia ha mobilitato complessivamente 13.840.000,00 euro (tenuto conto anche dell’impegno assunto nel 2008). Rapporto finale di valutazione – anno 2014 36 Di seguito si espone la tabella riassuntiva sui bandi attivati nell’ambito del progetto COFUND-Trentino: Tabella 12 - Quadro informativo per bandi “progetti esplorativi” attivati nell’ambito del progetto COFUND-Trentino impegno durata progetti PAT dopo massima progetti progetti progetti in finanziati modifiche progetto presentati valutati graduatoria complessivo avviati in anni (€) DESCRIZIONE costo massimo annuo progetto Incoming postdoc 2009 50.000,00 3 125 122 66 22 3.200.474 12 Incoming team 2009 150.000,00 3 29 25 24 6 2.548.500 0 Outgoing postdoc 2009 60.000,00 3 36 34 32 12 1.891.736 12 Outgoing researchers 2009 60.000,00 1 10 9 6 5 140.945 5 Reintegration post-doc 2009 65.000,00 3 3 2 2 2 389.997 2 Reintegration team 2009 200.000,00 3 0 0 0 0 0 Incoming postdoc 2010 50.000,00 3 66 65 40 16 2.281.615 5 Outgoing postdoc 2010 60.000,00 3 23 22 16 13 2.291.169 13 Outgoing researchers 2010 60.000,00 1 5 5 4 4 125.578 4 Reintegration post-doc 2010 65.000,00 3 9 7 5 5 969.986 5 306 291 195 85 TOTALI 13.840.000 progetti cofinanziati 58 Inoltre, sono stati attivati un bando post-doc ed un bando per unità di ricerca per l’area delle humanities: Rapporto finale di valutazione – anno 2014 37 Tabella 13 – Quadro informativo per bandi “progetti esplorativi” attivati nell’area delle humanities costo annuo durata progetti impegno PAT dopo progetto massima progetti progetti progetti in DESCRIZIONE finanziati modifiche complessivo dopo progetto presentati valutati graduatoria avviati (€) modifiche (€) in anni post doc 2011 50.000,00 3 43 43 30 14 1.709.400 unità ricerca 2011 200.000,00 3 59 58 39 6 3.240.000 Le tematiche su cui sono stati attivati i bandi nel periodo considerato sono riprese dal Programma Pluriennale della Ricerca, tranne che per i due bandi di tipo umanistico, emanati ad hoc per dare spazio anche a questa area di ricerca. I 105 progetti esplorativi finanziati così si ripartiscono tra le aree tematiche previste dai bandi: Tabella 14 – Indicazione delle aree tematiche finanziate con lo strumento del bando “progetti esplorativi” nel periodo 2009 - 2013 Area tematica PPR totale costo finanziato Numero progetti finanziati Ambiente e gestione delle risorse naturali (ecologia, rischio ambientale, evoluzione climatica, biodiversità) 3.675.712,90 Biotecnologie, genomica, post-genomica, biologia computazionale 3.992.317,00 20 535.497,00 4 1.467.358,00 9 546.000,00 1 2.518.445,00 17 3.851.535 16 Diritto ed economia per la valutazione delle politiche Governance territoriale e standard globali dopo la crisi Neuroscienze e scienze cognitive Scienze dei materiali:micro- nano- tecnologie inorganiche e ibride Tecnologie dell'informazione e della comunicazione Tecnologie per la produzione sostenibile (fonti energetiche rinnovabili, produzioni compatibili con l'ambiente, industria verde) - PIATTAFORMA DEL PPR E NON AREA TEMATICA Humanities (non previsto dal PPR) Totale complessivo 22 5 832.197,00 1.358.500,00 11 18.777.561,90 105 Nel corso del 2012 è stato attivato un bando “grandi progetti”. Il bando (approvato con deliberazione della Giunta provinciale n. 2641 del 14 dicembre 2011) prevedeva due fasi di selezione. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 38 La prima fase è stata attivata con la pubblicazione del bando in data 27 marzo 2012 e si è conclusa con l’approvazione delle proposte progettuali ammesse alla seconda fase, deliberazione della Giunta provinciale n. 1825 del 31 agosto 2012. La seconda fase è stata attivata con l’invito ai soggetti coordinatori per la presentazione della proposta operativa (dal 25 settembre 2012) ed è terminata il 14 marzo 2013 con l’approvazione della graduatoria finale dei progetti ammissibili a finanziamento. Le proposte progettuali presentate alla prima fase sono state 36 (di cui 1 proposta non ammessa alla valutazione scientifica del Comitato tecnico scientifico per la ricerca e l’innovazione per carenza di requisiti soggettivi da parte di uno degli enti propositori del progetto). Sono stati ammessi alla 2° fase 11 progetti. Al termine del processo di valutazione tutti i progetti operativi sono stati considerati ammissibili al finanziamento e sulla base delle risorse disponibili sono stati finanziati i primi 6 progetti. I 6 progetti finanziati si sono distribuiti sulle seguenti aree tematiche: Tabella 15 – Indicazione delle aree tematiche finanziate con lo strumento del bando “ grandi progetti 2012 ” Area tematica PPR totale costo finanziato Numero progetti finanziati Biotecnologie, genomica, post-genomica, biologia computazionale 3.106.222,40 Energia, ambiente e gestione delle risorse naturali (fonti rinnovabili, ecologia, rischio ambientale, evoluzione climatica, biodiversità) 1.165.478,70 Neuroscienze e scienze cognitive 2.126.944,60 1 Scienze dei materiali:micro- nano- tecnologie inorganiche e ibride 4.679.632,64 2 11.078.278,34 6 Totale complessivo 2 1 La ripartizione complessiva delle risorse mobilitate dalla Provincia con lo strumento del bando (progetti esplorativi + grandi progetti) sulle aree tematiche è quindi: Tabella 16 - Indicazione delle aree tematiche finanziate con lo strumento del bando nel periodo 2009 – 2013 Area tematica PPR totale costo finanziato Numero progetti finanziati Ambiente e gestione delle risorse naturali (ecologia, rischio ambientale, evoluzione climatica, biodiversità) 3.675.712,90 Biotecnologie, genomica, post-genomica, biologia computazionale 7.098.539,40 22 535.497,00 4 Diritto ed economia per la valutazione delle politiche Rapporto finale di valutazione – anno 2014 22 39 Energia, ambiente e gestione delle risorse naturali (fonti rinnovabili, ecologia, rischio ambientale, evoluzione climatica, biodiversità) 1.165.478,70 Governance territoriale e standard globali dopo la crisi 1.467.358,00 9 Neuroscienze e scienze cognitive 2.672.944,60 2 Scienze dei materiali:micro- nano- tecnologie inorganiche e ibride 7.198.077,64 19 Tecnologie dell'informazione e della comunicazione 3.851.535,00 16 Tecnologie per la produzione sostenibile (fonti energetiche rinnovabili, produzioni compatibili con l'ambiente, industria verde) - PIATTAFORMA DEL PPR E NON AREA TEMATICA Humanities (NON PREVISTO DAL PPR) Totale complessivo 1 5 832.197,00 1.358.500,00 11 29.855.840,24 (*) In grassetto aree con grandi progetti 2012. Per quanto riguarda la ripartizione dei beneficiari dei finanziamenti è utile tenere distinti i due strumenti (progetti esplorativi e grandi progetti). Nel caso dei progetti esplorativi i beneficiari sono i vari organismi di ricerca presenti sul territorio trentino, dato che i ricercatori devono obbligatoriamente essere associati a una struttura per realizzare il proprio progetto di ricerca. La distribuzione (per numerosità e per dimensione media) dei progetti finanziati può essere un indice della capacità di attrazione e di indirizzo delle singole istituzioni. Tabella 17 – Indicazione per organismo di ricerca dei progetti finanziati con lo strumento del bando “progetti esplorativi” costo progetti finanziati n. progetti ORGANISMO DI RICERCA UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI TRENTO Costo Totale Finanziato 8.988.677,00 n. progetti FONDAZIONE EDMUND MACH Costo Totale Finanziato 4.601.710,90 n. progetti FONDAZIONE BRUNO KESSLER Costo Totale Finanziato 22 2.342.545,00 n. progetti CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE Costo Totale Finanziato 13 1.839.800,00 n. progetti MUSEO delle Scienze Costo Totale Finanziato 7 725.529,00 n. progetti FONDAZIONE MUSEO STORICO DEL TRENTINO Costo Totale Finanziato 5 157.300,00 n. progetti EURICSE (EUROPEAN RESEARCH INSTITUTE ON COOPERATIVE AND SOCIAL ENTERPRISES) Costo Totale Finanziato Rapporto finale di valutazione – anno 2014 56 1 122.000,00 40 n. progetti 1 18.777.561,90 Totale complessivo La stessa ripartizione (progetto per ente) per il solo bando “grandi progetti 2012” presenta un quadro altrettanto interessante. Il bando in questione prevede, infatti, la partecipazione di più organismi di ricerca alla realizzazione di un progetto con il vincolo che il soggetto coordinatore deve essere un ente trentino e che la quota destinata ad enti non presenti sul territorio provinciale non può superare il 40% del finanziamento totale richiesto. I progetti finanziati sono sei, di cui tre presentati dall’Università degli studi di Trento, due dalla Fondazione Edmund Mach ed uno dal Consiglio Nazionale delle Ricerche. Analizzando come sono ripartite le risorse si nota che la Fondazione Bruno Kessler, pur non avendo vinto alcun progetto come soggetto coordinatore, partecipa a ben 5 progetti su 6 finanziati ed ha ottenuto un ammontare complessivo di risorse superiore alla Fondazione Mach e poco inferiore all’Università degli studi di Trento. Tabella 18 – Indicazione per organismo di ricerca dei progetti finanziati con lo strumento del bando “grandi progetti 2012” costo progetti finanziati n. progetti ORGANISMO DI RICERCA UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI TRENTO Costo Totale Finanziato 3.544.366,50 n. progetti FONDAZIONE BRUNO KESSLER Costo Totale Finanziato 2.824.267,80 n. progetti FONDAZIONE EDMUND MACH Costo Totale Finanziato 5 751.127,00 n. progetti CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE Costo Totale Finanziato 2 1.799.443,00 n. progetti FONDAZIONE ISTITUTO ITALIANO DI TECNOLOGIA Costo Totale Finanziato 3 642.509,80 n. progetti ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE Costo Totale Finanziato n. progetti UNIVERSITÀ BOCCONI Costo Totale Finanziato 1 184.902,00 1 146.880,00 n. progetti UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Costo Totale Finanziato 1 418.474,00 n. progetti UNIVERSITA' DI EDIMBURGO Costo Totale Finanziato 2 312.229,20 n. progetti ETH ZURIGO Costo Totale Finanziato 1 239.999,04 n. progetti Rapporto finale di valutazione – anno 2014 6 1 41 MASSACHUSETTS GENERAL HOSPITAL Costo Totale Finanziato 214.080,00 n. progetti 1 11.078.278,34 Totale complessivo 3.5 Quadro riepilogativo delle risorse mobilitate con gli accordi Con lo strumento “Accordo di Programma” si finanziano due tipologie di intervento molto differenti tra loro in coerenza con la previsione che ne fa lo stesso Programma Pluriennale della Ricerca. Da una parte l’attività istituzionale dei principali organismi di ricerca presenti sul territorio: Fondazione Bruno Kessler, Fondazione Edmund Mach, Museo delle Scienze . Dall’altra si finanziano nella maggior parte dei casi progetti specifici promossi da enti sempre presenti sul territorio ma diversi da quelli sopra indicati. In alcuni casi sono stati finanziati progetti specifici realizzati sempre dalle Fondazioni, ma in collaborazione con enti di ricerca nazionali o internazionali. Per quanto riguarda questo tipo di intervento si riportano di seguito alcuni dati sintetici in ordine alle risorse mobilitate e alle aree tematiche toccate dai vari accordi. Tabella 19 - Quadro dei finanziamenti provinciali per ciascun esercizio finanziario del periodo 2009 – 2014 per lo strumento degli accordi per progetti specifici 2009 stanziato 2010 stanziato 2011 Stanziato 2012 stanziato 2013 stanziato 2014 stanziato 2.655.000,00 5.205.000,00 2.510.817,00 1.313.600,00 480.000,00 1.873.000,00 Tabella 20 – Indicazione delle aree tematiche finanziate con lo strumento dell’Accordo per progetti specifici AREA TEMATICA ACCORDO ENTE totale Ambiente e gestione delle risorse naturali Accordo COWPLUS 1.090.000,00 Genomica e biotecnologia Accordo Telethon 1.034.000,00 Scienze dei materiali Accordo Maryland - FBK Genomica e biotecnologia Accordo South Australia - FEM Governance territoriale e standard globali dopo la crisi Accordo EURICSE 2.000.000,00 Scienze dei materiali Centro BEC - CNR (INFM) 1.410.000,00 Scienze dei materiali Accordo Maryland - UNITN 94.000,00 Scienze dei materiali Accordo Maryland - UNITN 100.000,00 Scienze dei materiali Accordo Maryland - borse studio UNITN 46.000,00 Genomica e biotecnologia Accordo South Australia - UNITN 50.000,00 Tecnologie dell'informazione e della comunicazione Tecnologie dell'informazione e della comunicazione Rapporto finale di valutazione – anno 2014 Progetto AURORA - FBK - INFN Accordo Mozambico - FBK 100.000,00 53.700,00 1.365.000,00 803.500,00 42 Tecnologie per la produzione sostenibile Accordo CNR-UNITN Tecnologie per la produzione sostenibile Accordo CNR-IVALSA Tecnologie spaziali per l'osservazione della terra (non in PPR) Accordo ASI (*) 1.755.000,00 400.000,00 2.210.850,00 12.512.050,00 TOTALE IMPEGNI (*) Finanziamento revocato ad ottobre 2013, in quanto il progetto a distanza di tre anni dal finanziamento non era stato ancora avviato Per quanto riguarda, invece, gli Accordi di Programma di tipo “istituzionale” con la Fondazione Edmund Mach, con la Fondazione Bruno Kessler ed il Museo delle Scienze, si provveduto a dare attuazione a quanto previsto a matrice in ogni singolo Accordo di Programma. Infatti, è stato previsto che nel “Quadro delle risorse 20102013”, a decorrere dal 2011 e secondo modalità definite con la struttura provinciale competente in materia di ricerca, sia data evidenza della quota destinata al “funzionamento” (che copre, fra l’altro, i costi di personale a tempo indeterminato e i costi generali) rispetto a quella destinata alle iniziative e ai progetti. Pertanto, sono stati raccolti i dati relativi al costo del personale a tempo indeterminato al 1 gennaio 2011, al 1 gennaio 2012 e al 1 gennaio 2013 quale importo, che incrementato della percentuale forfetaria concordata, costituisce la quota di funzionamento rispettivamente per gli anni 2011, 2012 e 2013. Nella tabella, in coerenza con il trend internazionale che riconosce nel settore della ricerca un’aliquota maggiore di costi generale, si offre il risultato sia con la percentuale inizialmente convenuta del 10% sia con quella maggiormente allineata ai canoni comunitari del 20%. Il quadro complessivo evidenzia, da un lato, il significativo sforzo di stabilizzazione del personale a tempo determinato alla luce dei protocolli siglati con i sindacati in occasione dell’attuazione della legge di riforma della ricerca, dall’altra parte, offre per la riprogrammazione determinata dall’avvio della XV Legislatura chiavi di analisi interessanti per ripensare la configurazione degli obiettivi da assegnare secondo il criterio della focalizzazione, riqualificare più in generale la spesa in ricerca e indirizzarla secondo gli esiti cui perverranno le politiche per la ricerca e la strategia di specializzazione intelligente. Tabella 21 - Indicazione della quota destinata al funzionamento negli Accordi di Programma con i soggetti istituzionali FONDAZIONE BRUNO KESSLER 2011 preventivo 2012 preventivo 2013 preventivo Costo del personale a tempo indeterminato 15.390.821 16.742.053 18.028.381 Con incremento 10% 16.929.903 18.416.258 19.831.220 Con incremento 20% 18.468.985 20.090.463 21.634.058 FONDAZIONE EDMUND MACH 2011 consuntivo 2012 consuntivo 2013 preventivo Costo del personale a tempo indeterminato 23.210.325 24.564.762 24.540.205 Con incremento 10% 25.531.358 27.021.238 26.994.225 Rapporto finale di valutazione – anno 2014 43 Con incremento 20% MUSEO DELLE SCIENZE 27.852.391 2011 consuntivo 29.477.715 2012 consuntivo 29.448.246 2013 preventivo Costo del personale a tempo indeterminato 349.888 760.876 1.170.500 Con incremento 10% 384.877 836.963 1.287.550 Con incremento 20% 419.865 913.051 1.404.600 Tabella 22 - Indicazione della quota destinata al funzionamento negli Accordi di Programma con la Fondazione Edmund Mach: dettaglio dei principali Centri FEM – dettaglio Centro Ricerca e Innovazione 2011 consuntivo 2012 consuntivo 2013 preventivo Costo del personale a tempo indeterminato 6.316.941 6.518.494 6.440.825 Con incremento 10% 6.948.635 7.170.343 7.084.907 Con incremento 20% 7.580.329 7.822.192 7.728.990 FEM – dettaglio Centro Trasferimento Tecnologico 2011 consuntivo 2012 consuntivo 2013 preventivo Costo del personale a tempo indeterminato 7.575.794 8.136.599 7.840.048 Con incremento 10% 8.333.374 8.950.259 8.624.052 Con incremento 20% 9.090.953 9.763.918 9.408.057 FEM – dettaglio Centro Istruzione e Formazione 2011 consuntivo 2012 consuntivo 2013 preventivo Costo del personale a tempo indeterminato 5.109.457 5.239.766 5.130.127 Con incremento 10% 5.620.402 5.763.743 5.643.140 Con incremento 20% 6.131.348 6.287.719 6.156.153 In sintesi l’analisi del quadro finanziario fin qui svolta (e che potrà in seguito essere approfondita secondo altre prospettive) evidenzia: • il costante sforzo della Provincia, pur in una congiuntura economica difficile) di garantire al settore della ricerca e innovazione un finanziamento costante se non crescente, insieme ad una attenzione alle nuove opportunità e ai nuovi impegni (vedi la delega in materia di Università degli studi di Trento e l’iniziativa Trento RISE); • la crescente prevalenza dello strumento “Accordi di Programma” con le Fondazioni, Università di Trento e Museo delle Scienze rispetto agli altri strumenti, ben oltre le indicazioni programmatiche; • per quanto riguarda gli altri strumenti (bandi e altri accordi), la sostanziale prevalenza accordata alle tematiche di ricerca identificate come prioritarie nel Programma. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 44 3.6 Analisi dei bilanci dei soggetti finanziati in via istituzionale dagli Accordi Il Programma Pluriennale della Ricerca per la XIV Legislatura ha definito gli accordi quali atti a contenuto e forma negoziali, con cui la Provincia autonoma di Trento determina insieme a soggetti istituzionali o governativi le attività di ricerca di riconosciuto interesse comune e il relativo regime di ordine finanziario e gestionale. Per ragioni strategiche e per grado di rilevanza si tratta primariamente degli Accordi di Programma a sostegno principale del sistema trentino della ricerca e dell’alta formazione, riguardando la Fondazione Bruno Kessler e la Fondazione Edmund Mach, ai sensi dell’articolo 20 della legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14, e il Museo delle Scienze. Si reputa opportuno offrire un primo esame dei bilanci di questi enti in relazione all’Accordo di Programma che li finanzia in via istituzionale. Tabella 23 - Indicazioni dai bilanci della Fondazione Bruno Kessler a fronte dell’Accordo di Programma FBK - Bilanci annuali 2007 (10 mesi) Stanziamenti PAT AdP AdP disponibile (1) 2008 2009 2010 2011 2012 19.386 19.386 29.106 29.982 28.337 36.458 31.250 41.260 33.420 43.270 34.570 48.587 Valore della produzione 28.583 38.361 42.705 44.339 45.813 43.268 di cui: - AdP - Ricavi propri - Utilizzo fondo di gestione per chiusura attività ITC 16.812 7.539 4.232 23.719 9.792 4.851 25.904 13.062 3.740 30.589 13.482 269 31.289 14.379 145 30.541 12.728 0 Costi della produzione 28.433 38.217 42.597 43.977 45.410 42.895 di cui: - Personale - Servizi (al netto ADP Collegate) - ADP Collegate 12.097 10.981 17.133 10.319 2.936 19.489 12.180 3.544 20.447 14.722 4.876 21.421 14.302 6.248 21.662 12.911 5.153 3.493 4.300 34.782 34.841 ANALISI CONTO ECONOMICO (A) (2) VARIAZIONI IMMOBILIZZAZIONI (B) 432 1.361 4.336 4.148 NB: La Fondazione non contabilizza costi di ammortamento a fronte dei cespiti acquistati su AdP, ma il relativo contributo (in contropartita al fondo di ammortamento) senza movimentare il Conto Economico.- TOTALE ADP UTILIZZATO (A)+(B) 17.245 25.080 30.240 34.737 40.000 35.000 ADP DA CONTO ECONOMICO (A) 30.000 25.000 20.000 VARIAZIONI IMMOBILIZZAZIO NI (B) 15.000 10.000 5.000 0 2007 (10 mesi) 2008 2009 Rapporto finale di valutazione – anno 2014 2010 2011 2012 TOTALE ADP UTILIZZATO (A)+(B) 45 (*) 1. La differenza fra Accordo di Programma disponibile e stanziamenti del bilancio provinciale sugli accordi di Programma origina: a. da attività previste e finanziate a valere sull’Accordo di Programma, ma non concluse nell’esercizio in questione; b. dall’utilizzo di fondi provenienti dall’Istituto Trentino di Cultura a fronte di finanziamenti non interamente utilizzati; c. da economie evidenziate dalla Fondazione nei bilanci precedenti e rese disponibili per il finanziamento dei costi d’esercizio. Da notare come annualmente la Fondazione dia conto di tali risorse, oltreché delle economie registrate a valere dell’Accordo di Programma, in apposito allegato del Bilancio (allegato 5). (**) 2.Dato non evidenziato nel bilancio FBK. Dall’analisi del bilancio della Fondazione Bruno Kessler si evidenzia, dopo una prima fase di avvio e di assestamento, il consolidamento delle principali poste contabili, sia in ordine ai ricavi propri (che solo nell’ultimo esercizio segnano un decremento, imputabile principalmente ai minori ricavi registrati sulla ricerca locale), sia in ordine al personale. Per quanto riguarda le altre voci si evidenzia: • in merito all’utilizzo fondo di gestione per chiusura attività dell’Istituto Trentino di Cultura si tratta di impegni di spesa disposti sul bilancio del soppresso Istituto Trentino di Cultura, cui la Fondazione Bruno Kessler – ope legis - è subentrata nei rapporti giuridici attivi e passivi; la manifestazione economica di tali costi viene controbilanciata dall’utilizzo del fondo di gestione; tali poste si sono concluse con il consuntivo 2011; • in ordine ai servizi si rileva che in parte sono dovute a politiche di efficientamento poste in essere dalla Fondazione; • con riferimento alle realtà partecipate, che sono state collegate per il finanziamento all’Accordo di Programma, si segnala l’effetto dell’incorporazione dell’Associazione IRVAPP all’interno dei Centri della Fondazione (i relativi costi vengono pertanto registrati per natura). Rapporto finale di valutazione – anno 2014 46 Tabella 24 - Indicazioni dai bilanci della Fondazione Edmund Mach a fronte dell’Accordo di Programma FEM- Bilanci annuali e Relazioni sullo stato di att. AdP 2008 Stanziamenti PAT AdP AdP disponibile (1) 2009 2010 2011 2012 43.794 43.794 42.313 47.844 45.381 52.973 47.152 55.640 46.039 60.601 42.095 47.176 50.135 51.276 53.379 36.157 5.939 38.505 8.672 41.400 8.734 38.936 12.340 42.272 11.108 41.910 46.851 49.761 51.727 52.936 26.536 9.212 29.944 8.438 31.886 9.081 33.717 10.175 34.013 10.956 2.107 1.749 2.962 2.103 NB: A partire dal 1° gennaio 2010, la Fondazione non contabilizza costi di ammortamento a fronte dei cespiti acquistati su AdP, ma il relativo contributo (in contropartita al cespite) senza movimentare il Conto Economico.- 2.313 ANALISI CONTO ECONOMICO (A) Valore della produzione di cui: - AdP - Ricavi propri Costi della produzione di cui: - Personale - Servizi VARIAZIONI IMMOBILIZZAZIONI (B) TOTALE ADP UTILIZZATO (A)+(B) 38.263 40.253 44.362 41.038 44.585 45.000 ADP DA CONTO ECONOMICO (A) 40.000 35.000 30.000 25.000 VARIAZIONI IMMOBILIZZAZIO NI (B) 20.000 15.000 10.000 TOTALE ADP UTILIZZATO (A)+(B) 5.000 0 2008 2009 2010 2011 2012 (*) 1. La differenza fra Accordo di Programma disponibile e stanziamenti del bilancio provinciale sugli accordi di Programma origina unicamente da attività previste e finanziate a valere sull’Accordo di Programma, ma non concluse nell’esercizio in questione. Dall’analisi del Bilancio della Fondazione Edmund Mach si evidenzia, dopo una prima fase di avvio e di assestamento, l’andamento crescente dei costi della produzione il cui effetto negativo sul risultato d’esercizio è stato “sterilizzato” dall’andamento del valore della produzione e, in misura minore, dai saldi della parte straordinaria. Va comunque sottolineato come il positivo andamento del valore della produzione sia determinato, nell’ultimo biennio del periodo considerato, da un lato della diminuzione dei ricavi propri, dall’altro dell’aumentato ricorso all’Accordo di Programma. Inoltre, sempre con riferimento alla voce “Valore della produzione” dell’esercizio 2011, va sottolineato come in quell’anno la Fondazione abbia iscritto a ricavo la valorizzazione dello stato di avanzamento dei lavori in corso riferibili a progetti iniziati prima del 2008. Per effetto di tale circostanza, l’utilizzo 2011 dei trasferimenti provinciali sull’Accordo di Programma risulta anomalo e minore sia nei riguardi dell’anno precedente che rispetto all’esercizio successivo. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 47 Da notare, infine come il dato relativo agli investimenti risenta del cambio di metodologia di contabilizzazione descritto in tabella, sebbene al tempo stesso la serie 2011-2012 appaia omogenea. Tabella 25 - Indicazioni dai bilanci del Museo delle Scienze a fronte dell’Accordo di Programma MUSE- Piano dell'attività di ricerca 2009 2010 2011 2012 Quadro finanziario pe r macro voci di spesa Costo personale dipendente a tempo indeterminato Costo personale dipendente a tempo determinato Collaborazioni Spese minute e materiali di consumo Spese per l'editoria scientific a Attrezzature scientifiche e software Spese generali legate alla ricerca TOTALI 389 337 813 248 37 30 930 2.784 299 446 933 240 50 48 908 2.924 350 446 663 214 53 68 843 2.638 761 47 805 328 54 25 865 2.886 1.900 1.900 192 831 2.924 1.990 138 510 2.638 1.980 155 751 2.886 Fonti di finanziamento AdP PAT Attività a supporto PAT Altre entrate TOTALI 884 2.784 Relativamente al Museo delle Scienze preme ricordare che il quadro riportato evidenzia solo la rendicontazione del piano attuativo dell’attività di ricerca, che costituisce una parte dell’attività dell’Ente. I saldi riportati in tabella evidenziano una sostanziale invarianza, determinata anche dalla “rigidità” delle fonti di finanziamento. Da notare, nell’arco del quadriennio considerato, il crescente peso dei costi “diretti” della ricerca, e la sostanziale tenuta – pur in un contesto economico nazionale e internazionale non favorevole – della voce “Altre entrate”. 3.7 Sul grado di autofinanziamento negli Accordi di Programma Per autofinanziamento21 si intende: “l’utilizzo dei contributi e dei corrispettivi contabilizzati dalla Fondazione/Museo e provenienti da parte di soggetti diversi dalla Provincia Autonoma di Trento (ad eccezione dei contributi assegnati su base competitiva), per sostenere le attività rientranti nell’ambito della missione affidata alla Fondazione/al Museo, rispetto al finanziamento del presente Accordo, …”. - per la Fondazione Bruno Kessler: … destinato in maniera distinta ai poli “scientifico e tecnologico” ed “umanistico e delle scienze sociali”; qui si intende per “polo scientifico e tecnologico” la “somma” di Centro Materiali e Microsistemi (CMM), Centro per le Tecnologie dell’Informazione (CIT) e Centro europeo per gli Studi Teorici in fisica nucleare e Settori Collegati 21 Il riferimento è all’articolo 1 di ogni Accordo di Programma per la XIV Legislatura” stipulato con la Fondazione Bruno Kessler, la Fondazione Edmund Mach e il Museo delle Scienze. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 48 (ECT*), e per “polo umanistico e delle scienze sociali” quella di Istituto Storico Italo – Germanico (ISIG) e Centro per le Scienze Religiose (ISR); - per la Fondazione Edmund Mach: … distinti per centro.: qui si fa riferimento al Centro Ricerca e Innovazione (CRI) e al Centro Trasferimento Tecnologico (CTT); - per il Museo delle Scienze la definizione non viene ulteriormente declinata. - Nell’ambito degli Accordi di programma sono stati altresì stabiliti i livelli di autofinanziamento da raggiungere entro il 2012 e da mantenersi nel 2013 nei seguenti valori: - Fondazione Bruno Kessler: o polo scientifico e tecnologico, 35%; o polo umanistico e delle scienze sociali, 10% ; - Fondazione Edmund Mach: o CRI 28%; o CTT 17%; - Museo delle Scienze: 20%. Preliminarmente ad uno specifico commento sui dati forniti si ricorda che le Fondazioni hanno bilanci redatti ai sensi degli articoli 2423 e seguenti del Codice Civile, mentre il Museo delle Scienze ha un bilancio finanziario 3.7.1 Fondazione Bruno Kessler I dati evidenziano nel triennio il seguente andamento. Tabella 26 – Autofinanziamento FBK nel triennio 2010 - 2012 20% 55% 18% 50% Polo scientifico e tecnologico 45% 16% Polo umanistico e delle scienze sociali 14% limite posto dall'AdP per il polo scientifico e tecnologico 40% 12% limite posto dall'AdP per il polo umanistico e delle scienze sociali 10% 35% 8% 6% 30% 2010 2011 2012 2010 2011 2012 Relativamente ai criteri di elaborazione preme evidenziare che il valore è dato dal rapporto – calcolato per ogni “polo” - tra i ricavi da entrate proprie (aggregato A) sul totale dei ricavi (aggregato B): AGGREGATO A: - l’aggregato “ricavi da entrate proprie” è dato dalla somma di: o ricavi contabilizzati nel “valore della produzione”; o componenti positive di reddito contabilizzate nei “costi della produzione”; Rapporto finale di valutazione – anno 2014 49 o componenti positive di reddito contabilizzate nei “proventi e oneri finanziari” o nei “proventi e oneri straordinari” (es sopravvenienze attive). - i ricavi da entrate proprie contengono sia le attività di supporto dell’AdP che i ricavi da bandi PAT. AGGREGATO B: - il totale dei ricavi è dato dalla somma dei ricavi da entrate proprie (aggregato A) e dal ricavo da Accordo di programma; - l’aggregato “ricavi da Accordo di Programma”, a sua volta, è dato dalla somma di: o ricavo a fronte dei costi imputati su Accordo di Programma; o variazioni delle immobilizzazioni acquistate su AdP - comprende il valore dell’Accordo di Programma necessario a mandare in pareggio i costi diretti del Centro. 3.7.2 Fondazione Edmund Mach I dati evidenziano nel triennio il seguente andamento. Tabella 27 – Autofinanziamento FEM nel triennio 2010 - 2012 40% 65% 60% 35% 55% 50% 30% 45% CRI 40% limite posto dall'AdP per il CRI CTT 25% limite posto dall'AdP per il CRI 35% 30% 20% 25% 20% 15% 2010 2011 2012 2010 2011 2012 Relativamente ai criteri di elaborazione si specifica che in questo caso il rapporto è – per ciascuno dei Centri considerati - tra valore della produzione (AGGREGATO A) e il totale dei costi da coprire con l’Accordo di Programma (AGGREGATO B): AGGREGATO A: - comprende solo i ricavi contabilizzati nel valore della produzione (criterio diverso dalla Fondazione Bruno Kessler); - non comprende le attività di supporto dell’Accordo di Programma (criterio diverso dalla Fondazione Bruno Kessler); - comprende i ricavi da bandi emanati dalla Provincia autonoma di Trento (criterio uguale alla Fondazione Bruno Kessler). AGGREGATO B - comprende il valore dell’Accordo di Programma necessario a mandare in pareggio i costi diretti del Centro (criterio uguale alla Fondazione Bruno Kessler); Rapporto finale di valutazione – anno 2014 50 - non comprende il valore dell’Accordo di Programma destinato alla copertura dell’acquisto di immobilizzazioni (criterio diverso dalla Fondazione Bruno Kessler). 3.7.3 Museo delle Scienze I dati evidenziano nel triennio il seguente andamento. Presenta due versioni dei dati: 1. nella prima le attività implementative dell’Accordo di Programma vengono considerate al pari del finanziamento da Accordo di programma (e, quindi. non considerate al numeratore – versione 1); 2. nella seconda versione tali attività sono considerate come entrate proprie (versione 2). Gli aggregati di cui sopra vengono posti in relazione con il totale delle entrate riferibili all’Accordo di Programma della ricerca, con ciò ottenendo due serie storiche del triennio il cui andamento viene nel seguito evidenziato: Tabella 28 – Autofinanziamento MUSE nel triennio 2010 - 2012 40% 35% Versione 1 30% Versione 2 limite posto dall'Accordo di Programma 25% 20% 15% 2010 2011 2012 3.7.4 Prime conclusioni sull’autofinanziamento Come si evince anche dalle rappresentazioni grafiche, gli obiettivi posti “entro il 2012” sono stati conseguiti. Tuttavia, il ricorso a criteri di elaborazione/composizione degli aggregati diversi fra le Fondazioni e il Museo delle Scienze, se permette una comparabilità del dato a livello temporale, non permette di converso di operare confronti fra i dati di soggetti diversi. Peraltro, un’eventuale operazione di omogeneizzazione dei criteri di elaborazione work in progress pone il problema di ridefinizione degli obiettivi numerici posti a suo tempo e concordati con i diversi soggetti. Pertanto questa analisi va letta insieme alla proposta formulata da parte del Servizio Università e ricerca scientifica di un set unico di criteri di elaborazione dei dati di autofinanziamento (con applicazione peraltro “personalizzata” a seconda se il soggetto adotta o meno la contabilità economico-patrimoniale). Nell’elaborazione di tale proposta il Servizio ha tenuto anche in conto le indicazioni del CVR: “All’Accordo di Programma istituzionale si sommano infatti le risorse provenienti da altri accordi e quelle ‘guadagnate sul campo’ attraverso bandi (e, quindi attraverso strumenti di per sé competitivi), in cui, però, Rapporto finale di valutazione – anno 2014 51 la competizione limitata ai soggetti locali abbassa inevitabilmente la soglia di ingresso. A questo proposito ai fini della misurazione dell’autofinanziamento, andrebbero trattate separatamente le risorse acquisite su bandi esterni alla Provincia da quelle su bandi provinciali. Inoltre, le indicazioni seguenti mirano a rendere omogeneo il confronto fra anni stornando anche al denominatore sia le quote di ricavo da bandi sia quelle relative al Piano degli Investimenti ex Accordo di Programma”. 3.7.5 Valutazioni pro futuro fra contesto ed ipotesi applicative Per quanto riguarda i contributi/corrispettivi provenienti dalla Provincia autonoma di Trento ricorrono al momento le seguenti fattispecie: 1. Accordo di Programma ordinario; 2. Piano degli Investimenti (articolo 5 per la Fondazione Bruno Kessler; articolo 6 per la Fondazione Edmund Mach); 3. Attività a supporto della Provincia: attività implementative (articolo 7 per la Fondazione Bruno Kessler; articolo 8 per la Fondazione Edmund Mach; articolo 6 per il Museo delle Scienze); 4. Bandi di cui all’articolo 22 della legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14; 5. Accordi di Programma specifici, impegnati sul bilancio provinciale al capitolo 317000 art. 005 e che al 31 dicembre 2012 vedevano questi residui: o relativamente alla Fondazione Bruno Kessler: Accordo di Programma fra Provincia autonoma di Trento ed INFN; progetto “3D-Arch”; progetto “MEMS2”; progetto “Aurora”; progetto “Mozambico”; progetto “Maryland”; o relativamente alla Fondazione Edmund Mach il progetto “South Australia”. Per quanto concerne i contributi/corrispettivi derivanti da attività di ricerca svolta nell’ambito dell’articolo 5 della legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6, questi non vedono una relazione diretta fra Provincia e Fondazioni/Museo e, pertanto, devono essere considerati correttamente come provenienti da soggetti diversi dalla Provincia stessa. Se dal contesto passiamo alle ipotesi, si riporta quanto elaborato dal Servizio Università e ricerca scientifica. A) Ipotesi applicativa per i soggetti con contabilità economico-patrimoniale Il riferimento al “finanziamento del presente Accordo” deve essere interpretato come la somma dei ricavi contabilizzati nel Bilancio e riscontrabili da: - voce A) Valore della Produzione Rapporto finale di valutazione – anno 2014 52 - voci C) Proventi e Oneri Finanziari, D) Rettifiche di valore di attività finanziarie ed E) Proventi e Oneri Straordinari, limitatamente alle componenti positive di reddito. Inoltre, anche alla luce dell’allineamento da parte delle Fondazioni in ordine alle modalità di contabilizzazione delle immobilizzazioni, il concetto di “finanziamento del presente Accordo” deve ricomprendere necessariamente anche le variazioni annuali dei fondi ammortamenti per i cespiti acquisitati e finanziati su accordo di programma (voce Fondi ammortamento). Con queste premesse, la quota di autofinanziamento deriva dal seguente rapporto: Autofinanziamento = α / β dove: α “ricavi propri” β “ricavi totali” in cui: α componenti positive di reddito, contributi e corrispettivi provenienti da soggetti diversi dalla Provincia autonoma di Trento e contabilizzati alle voci A) , C) , D) ed E), al netto di eventuali contributi di provenienza non-provinciale destinati al finanziamento del Piano degli Investimenti; β totale delle componenti positive di reddito contabilizzate alle voci A) , C) , D) ed E) e della voce Fondi ammortamenti (come definite nelle premesse), al netto di quanto contabilizzato a ricavo: o sul Piano degli Investimenti (articolo 5 per la Fondazione Bruno Kessler; articolo 6 per la Fondazione Edmund Mach) sia di origine provinciale – confronta sopra punto 2. - che da soggetti diversi dalla Provincia autonoma di Trento; o come ricavo dalla Provincia autonoma di Trento e relativo ai bandi di cui all’articolo 22 della legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14 – confronta sopra punto 4. – o ad Accordo di Programma specifico – confronta sopra punto 5. –. Gli aggregati α e β dovranno essere conciliati con i dati riportati nel prospetto di Conto Economico, voci A), C), D) ed E) e di Stato Patrimoniale del Bilancio al 31 dicembre a livello di Fondazione. B) Ipotesi applicativa per i soggetti con contabilità finanziaria Il riferimento al “finanziamento del presente Accordo” deve essere interpretato come la somma delle entrate accertate dall’Ente a copertura delle spese di natura ordinaria, riscontrabili in appositi capitoli/articoli del Bilancio. La quota di autofinanziamento deriva dal seguente rapporto: Autofinanziamento = γ / δ dove: γ “entrate proprie” δ “entrate totali” Rapporto finale di valutazione – anno 2014 53 in cui: γ totale delle entrate accertate per contributi e corrispettivi provenienti da soggetti diversi dalla Provincia autonoma di Trento; totale delle entrate accertate sul bilancio dell’Ente e a copertura o δ delle spese di natura ordinaria, al netto di quanto accertato a fronte di progetti a bando di cui all’articolo 22 della legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14 – cfr. sopra punto 4. – o ad Accordo di Programma specifico – cfr. sopra punto 5. –. Gli aggregati γ e δ dovranno essere conciliati con il Bilancio Consuntivo annuale dell’Ente. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 54 4. Criticità che emergono dalla documentazione Sebbene nelle ultime tre legislature si sia assistito ad un crescente sforzo di collaborazione sia all’interno che nelle relazioni tra le istituzioni scientifiche trentine, grazie a un contesto che su questo obiettivo ha investito con bandi provinciali senza escludere bandi nazionali ed europei, si è ancora ben lontani da una programmazione delle risorse capace di tradursi in un vero impegno di sistema. Emblematico in questo senso il già ricordato Accordo unitario inter-enti la cui assenza costituisce una mancanza grave rispetto agli obiettivi indicati. Anche all’interno delle singole istituzioni l’individuazione dei progetti da promuovere non risulta prevalentemente basata su un programma concordato, ma sulla libera iniziativa di gruppi. L’elemento di maggiore debolezza, in particolare rispetto alle prospettive future, è risultato, come già nel Rapporto intermedio, quello della programmazione del personale. L’indicazione del Programma (sia di Sviluppo Provinciale, sia Pluriennale della Ricerca), laddove raccomandava una “selezione e qualificazione delle attività“, motivate dal fatto che “il sistema non può coprire la generalità degli ambiti disciplinari e trovarsi sempre alla frontiera del loro sviluppo” va quindi tradotta in azioni concrete. Questo sia per superare la partecipazione (non motivata e selettiva) alla generalità degli ambiti disciplinari per concentrare, viceversa, le proprie forze su selezionate aree conoscitive, sia per dotare il Trentino della necessaria massa critica di ricercatori e di progetti di ricerca sufficienti a collaborare e competere sul mercato scientifico internazionale che richiede allo stesso tempo alta specializzazione e capacità di coordinamento su obiettivi mirati. Questa indicazione coincide, peraltro, con quanto più volte affermato nei documenti da diversi organi di valutazione, circa la necessità di una riduzione e una migliore focalizzazione delle tematiche di ricerca anche, ma non esclusivamente, con riferimento ad obiettivi di sviluppo sociale e di ritorno economico. Nonostante ciò, i comportamenti della comunità scientifica sembrano essere andati nella direzione di aumentare, non di diminuire, gli ambiti di indagine, con iniziative di fatto estranee a una chiara logica di priorità e di programmazione. Da questo punto di vista la individuazione di aree prioritarie, e le conseguenti azioni volte a consolidare le scelte, rimangono gli aspetti più problematici nella integrazione del sistema della ricerca e costituiscono difficoltà crescenti nell’indirizzare le risorse verso obiettivi di programmazione generale, problema peraltro accentuato dalla certezza di una crescente difficoltà nell’assicurare risorse economiche al settore della ricerca e dell’innovazione in misura quantomeno pari a quelle garantite finora. Raggruppando le criticità per aree problematiche, emergono i seguenti blocchi principali. 4.1 Le risorse Sulla base della ricostruzione del quadro finanziario presentato nel capitolo precedente, pur caratterizzato dalla difficoltà interpretativa già evidenziata nella Rapporto finale di valutazione – anno 2014 55 corrispondenza tra impegni e spese, emerge, in particolare se relazionata alla dimensione territoriale e al grado di specializzazione delle competenze presenti sul territorio, una notevole disponibilità di risorse in grado non solo di rispettare le scadenze previste dalla programmazione ma anche di assorbire nuovi ingressi, uno su tutti la convenzione con Trento RISE, che, sebbene rimodulata e ridimensionata, costituisce l’elemento più rilevante di novità della passata legislatura con riferimento alla programmazione ipotizzata. Questa disponibilità e, soprattutto, la sua dinamica crescente, tale da consentire scelte aggiuntive più che selettive, accompagnata a una “garanzia di programmazione futura” che ha favorito i processi di consolidamento delle strutture in trasformazione sull’insieme delle attività inizialmente previste e di fatto confluite negli Accordi di Programma a seguito dei percorsi attivati dalla legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14, non costituisce di per sé una criticità ma lo diventa necessariamente al venir meno delle condizioni che hanno consentito tale opportunità. In altri termini se l’inserimento di un nuovo canale di finanziamento ritenuto rilevante, come Trento RISE o precedentemente il Distretto, fosse stato possibile solo a fronte di un ripensamento/ridimensionamento di uno di quelli inizialmente previsti, sarebbero sicuramente emerse criticità, se non altro sul versante procedurale rispetto alle modalità con cui realizzare tale operazione. 4.2 Gli strumenti La corrispondenza tra linee di intervento e strumenti a disposizione per il loro raggiungimento costituisce da sempre uno dei temi di approfondimento delle analisi valutative. Sulla base dei “dati freddi” riportati precedentemente lo strumento che presenta la maggior rilevanza è certamente quello degli accordi, sia nel suo utilizzo a sostegno della operatività delle Fondazioni provinciali/Museo delle Scienze, sia nella sua declinazione su obiettivi specifici, in alcuni casi ricadenti, come beneficiari, sugli stessi soggetti. Non si vuole certamente sostenere un modello che traduca la programmazione in rigidità operativa (sarebbe peraltro antitetico al concetto stesso d’accordo finalizzato a obiettivi) ma non vi è dubbio che la flessibilità deve essere accompagnata da chiarezza di obiettivi e strumenti di valutazione in grado di monitorare e correggere eventuali insufficienze o usi impropri. Da questo punto di vista la realtà provinciale ha fatto la scelta di non dotare le azioni di supporto informativo e monitoraggio, e l’operatività degli stessi Comitati, di competenze organiche inquadrate nel previsto disegno, la cosiddetta “tecnostruttura”22, preferendo contributi specifici, in molti casi precari e comunque incompleti e insufficienti, determinando con ciò una grave lacuna sul versante della gestione degli strumenti. Il tutto mentre le dinamiche di disponibilità e spesa suggerivano una maggiore attenzione ai processi programmatori e decisionali, separando le modalità di sostentamento “basale” delle istituzioni, anche queste sottoposte a valutazione e premialità, dalle attività finanziate per obiettivo sulla base di accordi anche interistituzionali, le più indicate nel favorire le azioni di 22 Di cui si parla nel paragrafo 2.3. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 56 coordinamento e convergenza. Vanno infine ricordate le diverse incidenze (e i relativi processi di governance) che la ricerca esercita nelle tre istituzioni maggiormente beneficiarie degli Accordi di Programma. Se, da una parte per la Fondazione Bruno Kessler è significativo il tema del coordinamento tra le diverse realtà, incluse le partecipate, ma tutte sostanzialmente operanti nel mondo della ricerca e dell’innovazione, la Fondazione Edmund Mach e il Museo delle Scienze solo parzialmente rientrano in canali di finanziamento e in modalità operative direttamente connesse alla ricerca. 4.3 Il processo: programmazione, monitoraggio e gestione La pluralità delle iniziative presenti e progettate si traduce in un processo complesso, articolato e caratterizzato da alcune difficoltà di allineamento tra le impostazioni, le decisioni e le esecuzioni. Rientrano in questa criticità gli elementi già ricordati, in particolare la disponibilità di risorse associata agli strumenti di cui è prevista l’utilizzazione. Infatti se si volesse privilegiare una maggior offerta di risorse competitive, sia ad accesso libero sia ripartite per priorità tematiche o piattaforme, oltre che per caratteristiche dimensionali (grandi progetti vs progetti esplorativi) come già avviene nella condizione attuale, spostando su questa modalità una quota di risorse oggi vincolata agli Accordi, questo richiederebbe un maggior controllo dei flussi finanziari, sia all’interno dell’Amministrazione, sia rispetto alle loro modalità di utilizzo all’interno degli enti beneficiari. Ancora una volta, pur riconoscendo gli sforzi e i miglioramenti introdotti sul versante del trattamento delle informazioni all’interno delle attività svolte dal Servizio preposto, emerge una parzialità nel monitoraggio continuo, soprattutto se collegata alla cumulatività e alla compatibilità delle scelte. La sistematica e positiva attività del CTS sulle singole iniziative attivate rende, infatti, tracciabile il processo nell’iter bando, candidatura, selezione, svolgimento, rendicontazione, con un’estensione, per la verità già modificata (cfr. il capitolo 9 di questo Rapporto) alle attività sostenute dalla legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6 in materia di innovazione e ricerca industriale. Tuttavia permane una difficoltà a ricondurre a un quadro sistematico le informazioni comunque presenti, di cui il capitolo precedente di questo Rapporto costituisce un buon esempio. Se queste difficoltà sono imputabili, a livello di Amministrazione provinciale, al mancato avvio della cosiddetta “tecnostruttura”, peraltro compensato dall’impegno e dalle competenze direttamente o indirettamente attivate dal Servizio a supporto delle attività dei Comitati, problema analogo si registra all’interno delle Fondazioni e, in misura minore, del Museo delle Scienze. 4.4 La dimensione di sistema Quanto citato nei paragrafi precedenti (risorse non destinate a crescere, strumenti da riverificare e da finalizzare, necessità di interventi rispetto a una “cabina di regia” dotata degli idonei supporti, da articolare nelle diverse sedi) pone l’accento sulla necessità inderogabile di un’accelerazione nel processo di consolidamento organizzativo, locale a livello interistituzionale e sovra locale a livello di reti e Rapporto finale di valutazione – anno 2014 57 cluster, l’unico in grado di offrire una prospettiva capace di adattarsi alle nuove sfide e alle nuove opportunità. Il tema non è certamente nuovo e sarebbe ingeneroso da parte del CVR non riconoscere gli avanzamenti registrati prevalentemente attraverso due modalità. La prima con il concorso di “driver esterni” e volta a forzare orientamenti e collaborazioni guidate da “superiori necessità” e incentivate con risorse provinciali. La seconda con iniziative interne, anche di natura normativa e procedurale, sempre con il concorso di risorse addizionali e incentivanti e, in alcuni casi, con la definizione di appositi strumenti e procedure. La criticità di entrambi gli approcci deriva dalla difficoltà a consolidare queste modalità in un sistema che ha finora goduto della possibilità di crescita senza ricorso a conseguenti tagli o razionalizzazioni. A cui si aggiunge la difficoltà a rendere coerente il definirsi di nuove opportunità per aree o settori rispetto alle preesistenze, attivando potenzialmente meccanismi di crescita a più velocità all’interno delle stesse aree e, in alcuni casi, della stessa istituzione. In altri termini a bilanciare i potenziali effetti destrutturanti che derivano da nuovi input con le opportunità e le nuove consapevolezze che si aggiungono a quanto già c’è. Da tutto questo si evidenzia un tema prioritario di “governance del sistema”, tema peraltro ciclicamente ricorrente nel dibattito di questi anni, a cui vengono associate risposte diverse. Nella governance andrebbe anche considerata la problematica del rapporto col sistema produttivo, non necessariamente quello solo locale, e con la realtà sociale del territorio. Al di là delle enunciazioni la realtà provinciale continua a operare in una logica lineare e sequenziale che separa il momento del finanziamento della ricerca (e al suo interno quello della big science) da quello dell’innovazione e della valorizzazione fino al supporto tecnico alle realtà produttive. Quando si realizza una maggiore integrazione, come nel caso delle Fondazioni (Edmund Mach, in particolare), non sembrano emergere evidenze circa la bidirezionalità dei flussi (informativi ed economici) in gioco, flussi che potrebbero essere oggetto di specifici interventi. 4.5 Ricerca vs innovazione L’accresciuta interazione tra il mondo della ricerca e lo sbocco sul “mercato”, in termini di innovazioni realizzate e non solo ipotizzate, e il traino costituito dalla domanda nel determinare i percorsi di sviluppo a cui ancorare scelte e risorse, non devono però tradursi in un indifferenziato sostegno ai processi “di trasferimento” che, soprattutto se realizzati con un orizzonte alla scala locale, debole per dimensione e per specializzazione produttiva, finirebbero con vanificare i paradigmi oggi dominanti dell’open innovation e del crowd sourcing e crowd funding. Pur avendo registrato una consapevolezza del problema nei soggetti monitorati, permangono due criticità, tendenzialmente complementari, su cui intervenire. La prima riguarda la sequenzialità con cui vengono considerate e strutturate le attività, sequenzialità che in moltissimi casi non paga e finisce con il trasformarsi nell’individuazione di ambiti circoscritti di responsabilità, spesso mascherati da Rapporto finale di valutazione – anno 2014 58 domini di competenze e di strumenti utilizzati, con il determinarsi di un rendimento complessivo del processo dipendente più dagli snodi che non dalle performance dei diversi contributi. La seconda consiste in un approccio “fai da te”, da non enfatizzare ulteriormente attraverso non idonei indicatori e criteri di valutazione, secondo la quale le istituzioni maggiori, le Fondazioni in particolare, privilegiano un approccio basato su “verticalità endogene” nei processi di innovazione. Ovvero non condividendo con altri soggetti sbocchi innovativi e così rinunciando a quella dimensione di sistema, e al contributo di altre competenze, in molti casi le sole in grado di dare un effettivo valore aggiunto. Ancora una volta gestire un sistema informativo in grado di individuare le esigenze e le opportunità indirizzandole verso le più idonee e coerenti competenze e, soprattutto, accompagnare i processi realizzativi della ricerca verso un possibile e auspicato utilizzo già nella fase di progettazione, richiede uno sforzo organizzativo e culturale non banale. 4.6 Saper fare/poter fare delle scelte anche rispetto all’impatto atteso Tutto quanto ricordato precedentemente si traduce nella necessità di associare un sistema di obiettivi, già oggi presente e articolato ai diversi livelli, a un set di scelte che riguardino i risultati attesi, ovviamente rispettando i livelli di dettaglio e di rischio insiti in attività di ricerca e di innovazione, privilegiando ove possibile una misurazione di impatto atteso, nelle sue varie declinazioni, come il modello a suo tempo predisposto dal CVR aveva individuato. Nella programmazione futura non è, infatti, pensabile che si presenti un elenco indeterminato di attività solo nominalmente incardinate sul set di obiettivi, oppure una lista di strumenti a disposizione per il loro raggiungimento, plasmabili all’occasione. Così facendo, infatti, si sposta il momento della scelta sul soggetto esecutore e si rinuncia a quella attività di indirizzo e orientamento propria dell’Amministrazione. Ancora una volta un deciso avanzamento sul fronte del monitoraggio dei processi, da realizzarsi anche ex ante, costituisce un prerequisito tanto più rilevante nel passaggio da scelte ritenute obbligate verso scelte più volute e in competizione con altre. Sul versante dell’Amministrazione questo implica una accresciuta capacità di programmazione e progettazione e la possibilità di dialogare, anche su materie tecniche, con l’autonoma capacità dei singoli soggetti in un quadro chiaro per ruoli, responsabilità e risorse. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 59 Parte seconda - LE RACCOMANDAZIONI Parte seconda LE RACCOMANDAZIONI Rapporto finale di valutazione – anno 2014 60 5. Raccomandazioni generali 5.1 Sul disegno del sistema in relazione alla sua efficienza e sostenibilità Dalle criticità schematizzate nel capitolo precedente ne deriva una raccomandazione di fondo: il modello attuale, pur foriero di eccellenti risultati e con un discreto grado di efficienza (dati e elementi che verranno commentati successivamente) non riuscirà a replicarsi e rafforzarsi ancora secondo lo schema oggi in essere, essenzialmente per due motivi: la necessità crescente di risorse per consolidare quanto già esiste e, nello stesso tempo, il bisogno di diversificare e di allargare la base degli interventi e delle relazioni. Il tutto a fronte di risorse non certamente in aumento e di una accresciuta competizione circa la destinazione dei fondi pubblici disponibili. Assieme ad un giudizio positivo sulle scelte fatte fino ad oggi, sono necessari suggerimenti per il consolidamento degli elementi di sviluppo e la minimizzazione dei rischi legati agli handicap strutturali dovuti alla limitata base territoriale e produttiva. E’ necessaria una sorta di adattamento della strategia generale. Di fatto, il Trentino si è conquistato uno spazio nel panorama globale e in misura minore in quello nazionale, perché ha indirizzato risorse con modalità e dimensione non confrontabili con altri competitori (fatta salva ovviamente la scala di interventi). Ma lo spazio va mantenuto con delle risorse e delle capacità specifiche. Accanto al tema della governance c’è quello fondamentale delle scelte. Non si tratta di dire quali scelte vanno fatte, ma di esprimersi sul metodo, rispetto al decisore politico-istituzionale (Giunta) e a quello tecnico-operativo (Fondazione o soggetti equivalenti). Sono due le modalità che paiono contendersi le possibilità di realizzazione: quello di una maggior concatenazione “istituzionale” tra i soggetti a prescindere dalle attività, sul modello “Fondazione delle Fondazioni” o di una cabina di regia stringente, e quello di una maggiore convergenza “per temi”, specializzando i singoli soggetti (con l’occasione da ripensare allo scopo) attraverso una verticalizzazione delle attività in un frame comune delle attività dei soggetti che su queste convergono. Per quanto riguarda il primo strumento, si rileva come la legislatura che si è appena conclusa sia stata inadempiente nel dare un concreto sbocco al “tavolo” fra Provincia, Fondazioni e Università, il primo passo della regia unica raccomandata dal Programma di Sviluppo Provinciale23. Per quanto riguarda la “verticalizzazione”, essa è stata avviata nei fatti come nel caso del Distretto o, più recentemente in Trento RISE o la struttura per filiera impostata dalla Fondazione Edmund Mach, il tutto però al di fuori di una strategia dichiarata. Il processo avviato, sotto la spinta esterna della Commissione Europea nel quadro della Smart Specialisation Strategy potrebbe in teoria costituire un utile acceleratore del processo, ma questa modalità andrebbe probabilmente focalizzata, 23 Si veda in proposito l’Accordo Unitario inter-enti citato al paragrafo 2.4. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 61 compresa e monitorata, in particolare rispetto al rischio di effetti destrutturanti quando non accompagnata da interventi organizzativi sulle strutture di appartenenza, come nel caso dell’area ICT per la Fondazione Bruno Kessler. Come già evidenziato dal CTS, e precedentemente dal CVR nella passata legislatura, vi è poi in ogni caso la necessità di accompagnare le scelte relative a nuove opportunità, o al consolidamento/internalizzazione di attività e realtà partecipate, con le opportune analisi di fattibilità e con la visione circa la sostenibilità futura. Infatti, la parola chiave del prossimo periodo diviene inevitabilmente la sostenibilità, tema che impone scelte rispetto agli argomenti e flessibilità e fantasia nei confronti degli strumenti da utilizzare. Questo implica modalità e strategie differenziate tra i diversi attori, in ragione delle responsabilità, delle competenze e degli interessi. 5.2 Sul rapporto fra Provincia e Fondazioni rispetto ad autonomia e capacità di indirizzo Si evidenzia, a distanza di quasi 10 anni dall’ipotesi costitutiva e a oltre 6 dalla concreta realizzazione, ancora una certa difficoltà a riuscire a leggere con concretezza commisurata alle scelte messe in atto, un’autonoma strategia da parte delle Fondazioni che non sia basata sulla “certezza” dei trasferimenti provinciali. Non si vuole ovviamente negare la complessità dei problemi da affrontare, le incertezze e gli avvicendamenti che hanno caratterizzato questi anni di avvio dei processi o i vincoli derivanti da rigidità e ruoli non tutti riconducibili ai responsabili delle strutture, ma è innegabile la prevalenza di una propensione alla continuità che certamente non facilita un tavolo di confronto negoziale con gli obiettivi strategici della Provincia, quando questo significa nuove proposte, se non accompagnate dalle corrispondenti risorse aggiuntive. Così facendo si privilegia di fatto la continuazione nella natura di ente sostanzialmente funzionale come quelli preesistenti alla riforma del 2005. E’ opportuna una riflessione sul percorso effettuato di cui alcuni nodi specifici sono i seguenti. 1. Il tema del personale e in particolare, da una parte, della mobilità interistituzionale e, dall’altra, dell’autonomia nella programmazione delle carriere. Questo elemento è trasversale ed evidentemente decisivo per delle strutture che si fondano per la loro stessa sussistenza sulla capacità di attrazione di capitale umano e sulla possibilità di offrire opportunità sistematiche di inserimento e progresso ai giovani. Superata la fase di consolidamento si pone oggi il problema di organizzare una prospettiva di crescita che però non coincida con l’espansione; 2. L’analisi dei rapporti e della coerenza tra gli strumenti di intervento: oggi per l’Accordo di Programma transita la gran parte del finanziamento trasformandosi in una sorta di “piè di lista” nonostante lo sforzo di intervento del CTS tramite la verifica puntuale dei Piani attuativi ex ante ed ex post. Si tratta di verificare se non ridurre il finanziamento tramite Accordo di Rapporto finale di valutazione – anno 2014 62 Programma distinguendo tra una quota “base” e il resto24 e di far transitare una quantità di risorse progressivamente maggiore tramite strumenti quali quelli dei bandi, per loro natura più selettivi. All’Accordo di Programma istituzionale si sommano, infatti, le risorse provenienti da altri Accordi e quelle “guadagnate sul campo” attraverso bandi (e quindi attraverso strumenti di per sé competitivi) in cui però la competizione limitata ai soggetti locali abbassa inevitabilmente la soglia d’ingresso. A questo proposito, ai fini della misurazione dell’autofinanziamento, andrebbero trattate separatamente le risorse acquisite su bandi esterni alla Provincia da quelle su bandi provinciali. 5.3 Sulla logica di programmazione Va riconosciuto al sistema trentino una forte attenzione a dare strumenti e coerenza a un modello di programmazione che pone in sequenza i momenti e i soggetti deputati, cercando di bilanciare le responsabilità con la terzietà e le competenze dei diversi contributi. Questo si traduce in un percorso di generazione e attuazione dei documenti di programmazione, che dal punto di vista del modello teorico di riferimento rispetta pienamente il processo gerarchico e bidirezionale che lega la programmazione generale a quella di settore e quest’ultima ai soggetti deputati all’interpretazione e all’attuazione. In pratica, però, il processo risulta sottodimensionato sugli strumenti effettivamente impiegati per il monitoraggio, nonostante una riconosciuta attenzione alla partecipazione effettiva, anche a causa della lentezza del processo. Per fare questo, si richiede un monitoraggio più stringente di quello che effettivamente succede nell’implementazione, in grado anche di cogliere i rimandi che i momenti attuativi generano al di là della loro verticalizzazione nominale. Inoltre, non c’è coerenza nella realizzazione di un sistema informativo, per cui pure si prevede un adeguato finanziamento, rispetto ai compiti assegnati, mentre si ripropone il rischio di una separatezza tra la ricerca accademica o delle istituzioni pubbliche e quella di interesse delle imprese. Le novità introdotte in questo campo nell’ultimo periodo si presentano contraddittorie, in quanto se, da una parte, inseriscono direttamente nel processo valutativo un’analisi di fattibilità economica, dall’altra, non vanno certamente nella direzione di rafforzare una visione unitaria e il supporto indipendente nei processi valutativi. I rischi che andrebbero scongiurati riguardano il pericolo di una “deriva burocratica”, in cui ci si limiti a verificare il rispetto formale delle procedure e la loro concatenazione, ma anche una programmazione negata dai fatti a seguito dell’introduzione di novità e variazioni che rendano difficilmente credibile uno sforzo progettato sul medio termine. 24 Gli Accordi di Programma con le Fondazioni e con il Museo delle Scienze già riportano, peraltro, che nel “Quadro delle risorse 2010-2013”, a decorrere dal 2011 e secondo modalità definite con la struttura provinciale competente in materia di ricerca, sia data evidenza della quota destinata al “funzionamento” (che copre, fra l’altro, i costi di personale a tempo indeterminato e i costi generali) rispetto a quella destinata alle iniziative e ai progetti. Si veda in proposito quanto riportato nel Cap.3. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 63 Ancora una volta la parola chiave diviene la sostenibilità motivata della programmazione intrapresa, in ragione della quale, prima di procedere a una sua modifica, deve essere garantita un’idonea valutazione che motivi la richiesta di cambiamento e ne ipotizzi il percorso realizzativo in grado di includere l’analisi delle conseguenze delle scelte che si intraprendono. Da questo punto di vista è auspicabile una maggiore interattività del CVR col Comitato per il Programma di Sviluppo Provinciale e col CTS, oltre che una maggiore continuità di rapporti con le strutture (Fondazioni/Museo). 5.4 Sull’impatto Il tema costituisce l’argomento più rilevante nei processi valutativi che riguardano il finanziamento pubblico, in particolare quando questo include attività a rischio o da affrontare con una forte autonomia realizzativa come nel caso della ricerca e dell’innovazione. Le varie strumentazioni messe in campo in questa direzione sono ancora ben lungi da aver consolidato un modello riconosciuto e, anche nella realtà trentina, è in corso da tempo un ampio dibattito su come popolare con altri soggetti che abbiano un ruolo di intermediazione e valorizzazione lo spazio che intercorre tra il risultato e il potenziale mercato. Ma, a monte di questo, vi è anche la necessità di associare una stima di impatto atteso alle scelte connesse a un quadro di risorse destinato a non crescere. Al fine di individuare indicatori utili allo scopo, in grado di agire ex ante, sono state prodotte iniziative sperimentali per la verità ancora lontane da un positivo giudizio consolidato. Ma ci sono anche iniziative di supporto e di contesto la cui presenza o meno è di per sé uno strumento di giudizio. Tra queste: la mobilità delle competenze, gli accordi extraterritoriali ad hoc, le filiere, tenendo nel debito conto gli esistenti vincoli (ad esempio: aiuti di stato, IPR, altre regole amministrative). Si deve tornare a parlare di uno specifico disegno di politica industriale capace di comprendere al suo interno la politica tecnologica e fornire il frame di riferimento. Ma un’altra dimensione dell’impatto da considerare è quella relativa ai rapporti interregionali, sia con le regioni limitrofe (italiane e non) sia senza vincoli di contiguità. Il Trentino attrae forze e competenze per la qualità e le risorse del suo sistema scientifico, ma non è pensabile un’azione meramente attrattiva se non bilanciata da partenariato da svilupparsi presso altre realtà territoriali. Questo è particolarmente vero per le ricadute tecnologiche e industriali non realizzabili su un debole e limitato sistema industriale locale non in grado, almeno nel medio termine, di valorizzare al meglio le potenzialità. 5.5 Sulle prospettive future La fase che si apre con questa legislatura presenta caratteristiche di unicità e originalità che devono essere affrontate a partire da alcuni temi che emergono dalle analisi e dal monitoraggio sviluppato dal CVR in questi anni. In primo luogo, il processo di rafforzamento della dimensione di sistema deve avvenire a fronte di risorse decrescenti, o quantomeno meno garantite, ovvero in presenza di una probabile aumentata competizione. Il ricorso a risorse esterne al Rapporto finale di valutazione – anno 2014 64 sistema provinciale, da tutti auspicato, significa in realtà riuscire a mettere a frutto la capacità competitiva e le competenze maturate in questi anni senza però potersi avvalere, almeno come in passato, di un vantaggio competitivo costituito dall’attrattività delle disponibilità di budget. Questo implica uno sforzo sul versante degli strumenti e della capacità della realtà provinciale di stabilire relazioni e collaborazioni che siano coerenti con un disegno strategico, tutto da costruire, che necessita di punti fermi e di obiettivi. Secondariamente, va battuto il rischio di una “provincializzazione” della realtà scientifica che, partendo dalla necessità di una maggior coesione interna, rinunci ad affidare il giudizio e la valutazione a soggetti terzi, rifugiandosi in un approccio di “partenariato forzato” che, nel quadro dato, potrebbe tradursi in logiche redistributive che sono esattamente l’antitesi di un processo volto a definire e selezionare obiettivi e percorsi realizzativi. Non è estranea a entrambe le questioni una riflessione sulle prospettive del rapporto tra il sistema pubblico della ricerca trentino e l’Università. Uno degli esiti sicuramente positivi della legge delega e della conseguente riforma non è tanto la “provincializzazione” dell’Ateneo quanto la certezza nel tempo di risorse che consentono, tra l’altro, un ulteriore passo in avanti (potenziale) verso una convergenza istituzionale, in grado di consolidare un requisito (potenziale) rispetto al processo di interscambiabilità e raggiungimento della massa critica. Appare singolare che questo tema risulti poco presente nel dibattito, anche rispetto al processo etichettato STAR. Infine è giunto sicuramente il momento di fare uno sforzo, aggiuntivo e specifico, nella cooperazione tra sistema della ricerca e imprese, il tutto mentre H2020 pone a livello continentale la stessa esigenza. Va seriamente ripensata la gamma di interventi a sostegno dell’innovazione, distinguendo i livelli, gli strumenti, gli interlocutori ma, soprattutto, aumentando il monitoraggio e la tracciabilità non tanto sulla selezione ex ante e sul rispetto delle condizioni di bando e contrattuali, quanto sui risultati e le loro applicazioni. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 65 6. Raccomandazioni per la Fondazione Bruno Kessler 6.1 Attività e performance della ricerca scientifica I dati relativi alle pubblicazioni scientifiche indicano in anni recenti una situazione sostanzialmente positiva per i centri di ricerca della Fondazione Bruno Kessler25, pur con una lieve flessione nel 2012. In particolare, si apprezza un progressivo riposizionamento su riviste caratterizzate da elevato impatto scientifico. La crescita, come prevedibile, è in larga misura ascrivibile alle attività dei centri CIT, CMM ed ECT*. La produzione scientifica dei centri ISIG ed ISR rimane sostanzialmente invariata in riferimento a monografie e contributi su capitoli di libro mentre sembra emergere un trend decrescente nei contributi su riviste internazionali. Nel complesso, anche tenuto conto della numerosità di ricercatori afferenti ai diversi centri, non si ravvedono particolari criticità, con un elevato livello di apertura internazionale, misurata sulla base delle co-autorazioni. L’incidenza di personale di ricerca inattivo in anni recenti è pari al 20%, mentre a livello di intera Fondazione si registra nel 2012 una produttiva media di 2 pubblicazioni internazionali all’anno. Rispetto a tali dati medi di produttività i recenti risultati della Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR 2004-2010) offrono una prospettiva di lettura comparativa della performance scientifica dei ricercatori afferenti alla Fondazione rispetto agli andamenti medi di area scientifica negli altri enti nazionali presi in esame dalla VQR. In questo caso emerge come per la Fondazione la percentuale di prodotti di ricerca mancanti rispetto ai prodotti attesi, tenuto conto del numero di ricercatori, sia inferiore alla media degli altri enti esaminati. Tuttavia, la distribuzione dei lavori scientifici sottoposti a valutazione su differenti classi di merito scientifico evidenzia, in aggregato, una performance inferiore alla media degli altri enti analizzati. In particolare, ciò deriva dalla comparazione dell’incidenza del numero di lavori scientifici giudicati eccellenti dai revisori utilizzati dalla VQR rispetto al totale dei lavori presentati dalla Fondazione. I dati della VQR mostrano, inoltre, una rilevante eterogeneità tra i centri della Fondazione: la quota di prodotti scientifici eccellenti è rispettivamente il 41,5% per il CMM ed il 25,7% per il CIT. Nel complesso il CMM ha ottenuto, nel proprio ambito scientifico, un voto medio dei propri prodotti scientifici superiore alla media degli altri enti valutati. E’ tuttavia importante ricordare che i prodotti analizzati dalla VQR si riferiscono all’intero periodo 2004-2010. In anni recenti i dati di natura bibliometrica sulla 25 Si ricorda che la Giunta provinciale con deliberazione n. 3072 di data 23 dicembre 2010 ha approvato l’Accordo di Programma per la XIV legislatura con la Fondazione Bruno Kessler, sottoscritto in data 27 gennaio - 4 febbraio 2011. In data 1 - 19 settembre 2011 è stato sottoscritto il Primo Atto Aggiuntivo all’Accordo di Programma, approvato con deliberazione della Giunta provinciale n 1609 del 29 luglio 2011. In data 8 - 11 gennaio 2012 è stato sottoscritto, poi, il Secondo Atto Aggiuntivo all’Accordo di Programma, approvato con deliberazione della Giunta provinciale n. 2602 di data 02 dicembre 2011. Infine, la Giunta provinciale con deliberazione n. 2160 di data 15 ottobre 2012 ha approvato la stipulazione del Terzo Atto Aggiuntivo, avvenuta in data 6 – 21 novembre 2012. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 66 produzione scientifica della Fondazione indicano una crescente focalizzazione su lavori di elevato impatto scientifico. Ad esempio, la quota di pubblicazioni che sono apparse su riviste collocate nel primo quartile di impact factor dei corrispondenti ambiti scientifici è cresciuta dal 47% nel 2010 al 55% del 2012 (fonte bilancio FBK 2012). In questa prospettiva, sebbene gli esiti della VQR forniscano un riferimento importante per la valutazione media della qualità nel periodo 2004-2010, si ritiene importante evidenziare la presenza di un trend positivo non esclusivamente sui volumi della produzione scientifica ma, soprattutto, sulla qualità dei lavori pubblicati. I dati VQR indicano d’altra parte un’ottima performance della Fondazione in merito alla competitività su bandi di finanziamento della ricerca in ambito nazionale ed internazionale. Nel complesso la lettura congiunta dei dati bibliometrici sugli anni più recenti e degli esiti della VQR sul periodo 2004-2010 conferma la presenza di un elevato potenziale di ricerca all’interno della Fondazione, soprattutto nelle aree disciplinari proprie del CMM. D’altra parte le potenziali criticità messe in luce dalla VQR, pur al netto delle specificità istituzionali della Fondazione rispetto ad altri enti di ricerca che hanno aderito al processo di valutazione, dovranno fungere da stimolo per la progettazione futura delle linee di ricerca nell’area ICT. Ciò è tanto più rilevante in ragione del consistente coinvolgimento della Fondazione nel progetto EIT ICT Labs attraverso Trento RISE. Le risorse provenienti dal settore privato, sia locale che non, mostrano una incidenza relativamente ridotta rispetto alle entrate totali. A questo riguardo, i dati più recenti disponibili mostrano una sostanziale tenuta, pur su livelli relativamente ridotti, anche in un contesto di perdurante crisi economica. Nel complesso la capacità di autofinanziamento rispetta i vincoli espressi dall’Accordo di Programma, che, tuttavia, non sarebbero soddisfatti se tra le entrate ulteriori rispetto all’Accordo di Programma non venissero conteggiati i fondi di ricerca assegnati sempre dalla Provincia autonoma di Trento sulla base di bandi di natura competitiva. In generale la capacità di autofinanziamento a livello dei singoli centri è molto eterogenea. Sebbene ciò sia in buona parte riconducibile alla oggettiva presenza di differenti opportunità di fundraising per differenti aree disciplinari, lo sviluppo di appropriate forme di progettualità congiunta tra i centri delle aree scientifiche e delle scienze umane, peraltro già enunciata come obiettivo, potrebbe rappresentare una azione importante per migliorare le capacità di autofinanziamento anche dei centri del polo delle scienze umane e sociali. Tema ancor più rilevante rispetto alla crescita dimensionale e all’allargamento delle attività previste per detto polo. 6.2 Internazionalizzazione della ricerca La quota di personale di ricerca straniero nella Fondazione è pari a circa il 30% (ma scende al 7% per il solo personale strutturato). Rispetto al contesto italiano tali valori sono certamente più elevati della mediana e testimoniano il potenziale di attrattività delle struttura di ricerca della Fondazione. La Fondazione ha anche Rapporto finale di valutazione – anno 2014 67 avviato recentemente delle iniziative per il finanziamento della mobilità internazionale temporanea dei propri ricercatori. In generale i dati sui co-autoraggi delle pubblicazioni scientifiche (la metà degli articoli scientifici su rivista internazionale pubblicati nel 2012 presenta almeno un co-autore straniero) e sui progetti europei (31 progetti europei di cui 5 in qualità di capofila acquisiti nel 2012) indicano un buon livello di apertura internazionale delle attività di ricerca, ma spazi di miglioramento sono certamente possibili. La Fondazione a partire dal 2012 ha deciso di dedicare specifiche risorse per il supporto alla mobilità outbound dei propri ricercatori. Per quanto concerne l’inbound la Fondazione ha beneficato di fondi europei “Marie Curie” per l’attrazione di ricercatori stranieri. Si ritiene importante nel contesto di ridefinizione delle attività di ricerca per il prossimo Accordo di Programma sottolineare l’importanza di processi di recruiting internazionale, non esclusivamente per le figure apicali dei centri. Inoltre, pur nella evidenza di collaborazioni costanti con altre organizzazioni, si raccomanda l’espansione e consolidamento di accordi strutturati con istituzioni di ricerca estere. 6.3 Programmazione strategica L’espansione delle attività riconducibili al polo delle scienze umane, con la costituzione di nuovi centri di ricerca interni, rappresenta una significativa divergenza rispetto alla pianificazione esplicitata nell’Accordo di Programma 20102013. Tali cambiamenti sono stati ratificati dalla Provincia autonoma di Trento nella prospettiva di un riassetto complessivo delle attività di ricerca locali e con l’obiettivo di ottenere specifiche sinergie. Tuttavia, non appare chiaro in che misura tali obiettivi della Provincia siano coerenti e compatibili con la missione di lungo periodo della Fondazione. In questa prospettiva, una più chiara identificazione del posizionamento tematico/disciplinare della Fondazione potrebbe arginare la tendenza da parte del decisore politico ad impiegarla quale contenitore di centri di ricerca ed iniziative specifiche che, pur meritevoli su piano scientifico, non presentino reali complementarietà. Una eccessiva eterogeneità disciplinare, peraltro già presente oggi, potrebbe indurre oggettive difficoltà di carattere gestionale ed indurre in futuro una ripartizione delle risorse (per altro soggette ad una probabile progressiva contrazione) non efficace nel mantenimento della massa critica di investimenti sulle aree di eccellenza internazionale della Fondazione. Nell’impianto originale dell’Accordo di Programma veniva identificato nel programma Embedded Systems il luogo virtuale di interazione tra i differenti centri, sia dell’area tecnologica che (almeno in parte) dell’area delle scienze umane. Nella successiva riprogrammazione delle attività sembra essersi palesata una certa difficoltà nella costruzione di programmi di ricerca interdisciplinari. In questa prospettiva la diversificazione in atto sul fronte delle scienze umane non sembra, a priori, garantire rispetto al passato maggiori opportunità di integrazione con l’area tecnologica. Inoltre, tenuto conto che l’Accordo di Programma pone una enfasi particolare sul trasferimento tecnologico, l’allocazione di risorse aggiuntive sull’area delle scienze sociali potrebbe nel complesso andare ad erodere gli investimenti in progetti di carattere tecnologico più applicativi o comunque più Rapporto finale di valutazione – anno 2014 68 funzionali al trasferimento tecnologico. Rispetto a queste considerazioni, è opportuno ribadire il giudizio positivo sul rinnovato meccanismo di governance del processo di programmazione strategica che la Fondazione Bruno Kessler ha adottato. In questo senso, la Fondazione ha tutti gli strumenti per definire un impianto strategico futuro declinato sulla eccellenza in specifici ambiti. Rispetto alla possibilità di ingenerare effettive sinergie tra i centri, si sottolinea l’importanza – nel contesto di programmazione futura delle attività della Fondazione - di individuare e finanziare, coinvolgendo direttamente i gruppi di ricerca, specifici progetti congiunti piuttosto che individuare semplicemente potenziali “aree” di interazione tra i centri stessi. La programmazione strategica futura dovrà inoltre tenere conto dell’interazione della Fondazione con Trento RISE, sia sotto il profilo delle gestione del personale sia dal punto di vista della convergenza di tematiche di ricerca ed innovazione. 6.4 Trasferimento tecnologico La specializzazione scientifica delle aree di ricerca della Fondazione e le caratteristiche del contesto industriale locale richiedono un importante sforzo progettuale per identificare nuovi strumenti e assetti organizzativi finalizzati a capitalizzare sul territorio, anche in termini economici, l’impegno in ricerca ed innovazione della Fondazione. Di conseguenza, il futuro impianto strategico della Fondazione dovrà necessariamente identificare una posizione netta in merito al tema del trasferimento tecnologico. Nel piano attuativo 2012 si fa riferimento esplicito al trasferimento tecnologico come uno dei driver principali della strategia futura. Nonostante i progressi in anni recenti nella percezione locale della rilevanza industriale delle attività di ricerca della Fondazione, nel complesso i dati disponibili (contratti di ricerca con imprese, attività brevettuale ed imprenditorialità sciencebased) sembrano indicare una situazione di potenziale criticità per il futuro. In questa prospettiva si raccomanda di esplorare ulteriori strumenti in aggiunta a quelli previsti dall’Accordo di Programma e focalizzati essenzialmente sull’attività di spin-off; in particolare si fa riferimento ad azioni dedicate alla mobilità delle competenze, all’attivazione di accordi extraterritoriali, allo sviluppo di progetti di partnership con soggetti privati per la ricerca e sviluppo lungo specifiche filiere tecnologiche e industriali. Tali azioni possono costituire delle leve importanti per ridurre progressivamente le barriere all’accesso alla conoscenza innovativa sviluppata dalla Fondazione percepite dalle imprese locali soprattutto di minori dimensioni. In ragione della oggettiva complessità del coniugare obiettivi di eccellenza scientifica e impatto in termini di trasferimento tecnologico (ad esempio per evidenti questioni legate al sistema di incentivi dei ricercatori o alla allocazione delle risorse in attività di ricerca più esplorativa o applicata), appare rilevante l’esigenza di progettare un efficace sistema di relazioni con soggetti istituzionalmente preposti alla intermediazione dell’offerta di competenze tecnologiche nei confronti dei soggetti del territorio. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 69 6.5 Sistema interno di valutazione Pur registrando significativi avanzamenti rispetto alla situazione pregressa in merito agli sforzi fatti nella costituzione del nucleo interno di valutazione, nel popolamento del sistema informativo, nella partecipazione alla VQR e nella definizione di una strategia organica di autovalutazione, restano alcuni aspetti importanti da considerare per la programmazione futura nell’area della valutazione e monitoraggio delle attività di ricerca. Questo riguarda in particolare l’allargamento della base informativa verso le realtà partecipate, anche quando non internalizzate, e i centri “periferici”. In secondo luogo si sottolinea che sarebbe rilevante ai fini della valutazione futura delle strategie di ricerca della Fondazione individuare dei potenziali soggetti benchmark in ambito internazionale, necessariamente distinti rispetto alle diverse componenti scientifiche presenti all’interno della Fondazione, non tanto per un confronto diretto di indicatori specifici di produttività della ricerca o di autofinanziamento, quanto piuttosto in relazione ad elementi quali la pianificazione strategica delle linee di ricerca, le scelte di diversificazione delle competenze interne e l’ottimizzazione dell’allocazione delle risorse tra infrastrutture per la ricerca e personale. Infine, tenuto conto della crescente complessità ed eterogeneità delle attività e dei centri di ricerca della Fondazione, si suggerisce di investire in modo significativo nello sviluppo in tempi ragionevoli di sistemi di controllo di gestione i quali, al di là dei requisiti di certificazione dei costi previsti da soggetti finanziatori (che la Fondazione per altro già può vantare, ad esempio, nel caso dei progetti finanziati dall’Unione Europea), garantiscano una migliore qualità delle informazioni di ordine finanziario ed una efficace gestione delle risorse stesse. 6.6 Contributo a STAR Come ricordato in precedenza, anche a seguito del terzo atto aggiuntivo all’Accordo di Programma, le attività della Fondazione stanno progressivamente incorporando specifiche componenti della ricerca trentina, sia nascenti sia già presenti sul territorio. Tenuto conto di ciò, oltre alla già menzionata necessità di pensare ad una strategia coerente in questa direzione a livello interno di Fondazione, diventa fondamentale la condivisione con gli altri attori di STAR in relazione a: piattaforme tecnologiche (in particolare quelle indicate nel Programma); servizi di valorizzazione del proprio patrimonio; linee di ricerca comuni anche con l’area Scienze Umani e Sociali. In particolare, il rapporto con Trento RISE viene ritenuto cruciale per la Fondazione soprattutto per le potenziali ricadute positive che esso potrà avere proprio su alcuni attuali elementi di criticità, in primo luogo il trasferimento tecnologico e lo sviluppo di partnership di ricerca con soggetti privati anche non locali. Le risorse in campo sono significative. Risulta quindi fondamentale l’impegno per lo sviluppo di progettualità condivisa tra la Fondazione e Trento RISE in modo da evitare disallineamenti rispetto alle competenze ed agli ambiti di ricerca del prossimo Accordo di Programma e al personale coinvolto. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 70 7. Raccomandazioni per la Fondazione Edmund Mach 7.1 Attività e performance della ricerca scientifica I dati complessivi relativi alle pubblicazioni scientifiche di ricercatori afferenti alla Fondazione Edmund Mach26 indicano in anni recenti una situazione sostanzialmente positiva e caratterizzata da una rilevante crescita nei volumi per l’anno 2012. In particolare nel 2012 sono state prodotte 229 pubblicazioni su riviste internazionali, con una crescita significativa rispetto al 2011 (+40%). I dati sull’insieme complessivo delle pubblicazioni indicano inoltre per la Fondazione uno stabile posizionamento dell’output scientifico su riviste mediamente caratterizzate da elevato impatto scientifico (Impact factor medio delle pubblicazioni su riviste indicizzate pari a 3,4 e presenza nel portafoglio di alcune pubblicazioni su riviste di fascia molto elevata quali PNAS e “Nature Genetics”). Per quanto concerne il grado di apertura internazionale del network di ricerca della Fondazione, i dati indicano che il 47% delle pubblicazioni più recenti hanno visto la partecipazione di autori afferenti ad istituzioni straniere, a conferma di un buon inserimento della Fondazione nelle reti di ricerca internazionale. Dal punto di vista della produttività individuale si nota la presenza di circa il 14% di ricercatori inattivi nell’ultimo anno. A fronte di tale dato si registra una produttività media annuale di pubblicazioni internazionali pari a 1,22 nel 2012 in crescita rispetto allo 0,87 del 2011. La lettura complessiva dei dati bibliometrici suggerisce la presenza di significativa eterogeneità nella produttività dei gruppi di ricerca, in parte riconducibile alle specificità dei differenti domini scientifici su cui la Fondazione è attiva. Rispetto a tali dati medi di produttività i recenti risultati della Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR 2004-2010) offrono una prospettiva di lettura comparativa della performance scientifica dei ricercatori afferenti alla Fondazione rispetto agli andamenti medi di area scientifica negli altri enti nazionali presi in esame dalla VQR. Le attività di ricerca della Fondazione prese in esame dalla VQR sono state ricondotte a tre aree: scienze chimiche, scienze biologiche e scienze agrarie e veterinarie. In tutte le aree la Fondazione ha presentato un numero di pubblicazioni in linea con quanto richiesto dal processo valutativo stante il personale impiegato in attività di ricerca. La distribuzione dei lavori scientifici sottoposti a valutazione su differenti classi di merito scientifico evidenzia, in aggregato, una performance superiore alla media degli altri enti analizzati. In particolare, ciò deriva dalla comparazione 26 Si ricorda che la Giunta provinciale con deliberazione n. 3074 di data 23 dicembre 2010 ha approvato l’Accordo di Programma per la XIV legislatura con la Fondazione Edmund Mach, sottoscritto in data 4 febbraio 2011. Con la deliberazione della Giunta provinciale n. 2096 di data 7 ottobre 2011 è stato approvato il “Primo Atto Aggiuntivo all’Accordo di programma per la XIV legislatura” e ne ha autorizzato la sottoscrizione, avvenuta in data 20 - 28 ottobre 2011. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 71 dell’incidenza del numero di lavori scientifici giudicati eccellenti dai revisori della VQR rispetto al totale dei lavori presentati dalla Fondazione. Nello specifico, le attività di ricerca ricondotte all’area della chimica, che valgono circa il 13% del complesso delle pubblicazioni della Fondazione sottoposte a valutazione, mostrano una incidenza di lavori giudicati eccellenti pari al 78% (a fronte di un dato medio dei soggetti comparabili pari a 48%). L’area delle scienze agrarie, che copre il 52% del portafoglio della Fondazione valutato, presenta una incidenza di prodotti eccellenti relativamente minore (49%) ma comunque ampiamente superiore rispetto agli andamenti medi degli altri soggetti valutati (32%). Inoltre i dati VQR indicano per l’area delle scienze agrarie un ottimo posizionamento in riferimento all’intensità delle collaborazioni internazionali di ricerca. Le analisi prodotte dalla VQR offrono anche delle prospettive di lettura con maggior livello di dettaglio, declinate sui singoli dipartimenti della Fondazione. A questo riguardo è importante esplicitare come un confronto diretto dei risultati ottenuti possa essere soggetto a criticità metodologiche derivanti dall’implicito utilizzo di metriche differenti da parte dei valutatori operanti su differenti sotto-settori scientifici. Tenuto conto di tali caveat, i dati indicano comunque come la buona performance complessiva della Fondazione derivi dal contributo di tutti i centri, nessuno dei quali ottiene uno score inferiore alla media del settore di riferimento. A titolo di esempio, il dipartimento qualità alimentare e nutrizione risulta essere primo tra 5 dipartimenti comparabili nell’area delle scienze agrarie e primo tra 8 dipartimenti di altri enti nell’area della scienze chimiche. Si noti che la VQR non permette una diretta comparazione delle attività di ricerca della Fondazione con dipartimenti universitari, in ragione dei differenti mandati istituzionali ed assetti organizzativi di questi ultimi rispetto al contesto di altri enti di ricerca27. Tuttavia da una lettura incrociata di diversi dati VQR, nel caso dell’area delle scienze agrarie, il portafoglio di pubblicazioni dell’istituto di San Michele collocherebbe la Fondazione in decima posizione tra i dipartimenti universitari italiani, sullo specifico indicatore relativo all’incidenza di pubblicazioni giudicate eccellenti. Nel complesso la decomposizione dei risultati della valutazione del merito scientifico sui singoli dipartimenti non sembra metter in luce specifici elementi di criticità. 7.2 Governance dei processi e consapevolezza delle criticità Il quadro fornito dalle analisi dei dati che presenta una positiva evoluzione dei parametri con riferimento in particolare alla qualità scientifica, ai risultati raggiunti, alle prospettive, come si evince dal paragrafo precedente, non esclude comunque la presenza di criticità di gestione, di programmazione e di relazione con gli stakeholder. Del resto questo tema è stato oggetto di riflessioni specifiche dalla 27 I benchmark utilizzati per la valutazione di FEM nel contesto della VQR comprendono, su differenti aree, dipartimenti di enti quali Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Italiano di Tecnologia, IRCCS, Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica Rapporto finale di valutazione – anno 2014 72 stessa Fondazione nei suoi documenti ufficiali, criticità che riguardano principalmente la mancanza di una garanzia pluriennale sul finanziamento, l’incertezza di interlocuzione con il sistema decisionale, le carenze nella valorizzazione del merito e nelle relazioni tra le diverse componenti della Fondazione Edmund Mach e più in generale nei processi di governance e nelle opportunità fornite dallo strumento Fondazione. Fra gli elementi critici sopra evidenziati si individuano, da un lato, una certa sofferenza nei rapporti con il principale sostenitore finanziario della Fondazione, nella periodicità annuale delle verifiche, dall’altro, il riconoscimento di potenzialità non ancora sviluppate – ad esempio in direzione della valorizzazione dei risultati conseguiti e della sperimentazione, consulenza e formazione nel mondo agricolo - e di carenze di integrazione sia interna che di sistema con altri istituti di ricerca. A questa consapevolezza non sembra però corrispondere un insieme coerente di iniziative volte ad affrontare le singole criticità in forma integrata pur riconoscendo a ognuna di esse una specificità. Su questo terreno sono possibili quindi ulteriori interventi a livello di management. Sul tema della governance e sul tema delle scelte, è indispensabile consolidare gli sforzi messi in atto nella costruzione dei laboratori di ricerca. Il modello ‘dipartimenti – filiere’ sembra interessante e promettente ma deve essere affrontato il tema delle dinamiche e dei cambiamenti che inevitabilmente intercorrono nella popolazione dei soggetti interessati, cercando di evitare una logica conservativa. Questo a maggior ragione rispetto all’individuazione di nuove traiettorie di ricerca che non siano meramente il risultato delle realtà esistenti o delle opportunità di finanziamento. Un’iniezione di maggior coraggio nel costruire un disegno nuovo, che includa un’attenta analisi dei percorsi da seguire, potrebbe essere una strada da prendere in considerazione. 7.3 Programmazione e visione a lungo termine Nella verifica dei risultati conseguiti in applicazione dell’Accordo di Programma i due elementi di forza che emergono dall’esame delle attività sono il raggiungimento di risultati di eccellenza scientifica, e un significativo e articolato sforzo di riprogrammazione delle attività di ricerca con attenzione anche al trasferimento tecnologico tramite l’approccio dei programmi per filiera. Relativamente ai risultati scientifici raggiunti, un quesito centrale riguarda la sostenibilità della qualità scientifica prodotta, fortemente connessa alla sofisticatezza e modernità degli strumenti scientifici a disposizione dei ricercatori e di fatto dipendente da questi. Il livello di programmazione intrinseco della Fondazione è molto alto, giunge a coprire l’assegnazione del personale ai gruppi, attività, laboratori, con gradi di autonomia molto limitati, tanto che l’Accordo di Programma contiene indicatori di risultato che altri istituti di ricerca non hanno, ma non necessariamente questa modalità di programmazione risulta efficace rispetto Rapporto finale di valutazione – anno 2014 73 alla compressione che si determina nelle aspirazioni e nei comportamenti di molti ricercatori, in particolare i più giovani. Nella definizione di una strategia di lungo termine, con la individuazione di nuovi settori di punta, andrà necessariamente rivisitato il rapporto tra autonomia e programmazione, partendo da una valutazione delle potenzialità e dalla qualità dei risultati raggiunti. Il processo di maggior selezione degli obiettivi, considerato inevitabile, deve però poggiare su un rafforzamento della capacità complessiva delle diverse entità di ricerca della Fondazione, potenzialmente complementari, a considerarsi - per scelta e non per decisioni gerarchiche - parte di un disegno comune. Un passo già messo in atto, anche se certamente non sufficiente, è rappresentato dalla ricomposizione del modello alta scuola, orientato anche a garantire ricadute sul territorio, ma ci si potrebbe spingere ad elaborare obiettivi più vicini agli stakeholder o ad aprirsi ad una maggior lungimiranza per formulare un nuovo obiettivo, con la stessa portata di sfida e di trascinamento – e di potenziale rilevanza nel successo - della mappatura genomica. Temi con ampie potenzialità a livello complessivo di sistema potrebbero essere lo snodo Ambiente - Salute e la sostenibilità dell’ambiente antropizzato. Di fronte ai successi conseguiti e alla soddisfazione delle tre condizioni di ricerca, trasferimento tecnologico e formazione, un nuovo tema con caratteristiche di catalizzatore per il sistema, rafforzerebbe le motivazioni di continuità di un finanziamento che richiede una pesante copertura. E con essa, la continuità di risorse necessarie a garantire l’alta qualità delle strumentazioni, riconosciuta anche dalla dirigenza dell’istituto di San Michele come una condizione della sostenibilità dei risultati di eccellenza. Ingenti risorse per la ricerca hanno ragion d’essere in un contesto sempre più competitivo, in cui un sistema territoriale decide di fare una scommessa ‘mondiale’ su un obiettivo, di giocare le carte su di esso. Concorrere alla identificazione di un nuovo obiettivo, nella corrente fase di riprogrammazione dell’attività, può essere di utilità al sistema complessivo come anche una partecipazione di successo, sul modello Trento RISE-FBK, alle call per le KIC di EIT. Nella Fondazione sembra che ci sia la flessibilità operativa e organizzativa in grado di accompagnare questo passaggio, ma un consistente aiuto dovrebbe provenire da una programmazione provinciale attenta a questo tema. 7.4 Internazionalizzazione Sul fronte ‘internazionalizzazione’, si sottolineano lusinghieri risultati registrati in termini di attrattività di ricercatori stranieri, ma mancano evidenze di una sistematica politica in tal senso in tutti gli ambiti di intervento come pure la definizione di obiettivi specifici da perseguire. Potrebbe essere, infatti, opportuno dare all'internazionalizzazione il rilievo di obiettivo prioritario da perseguire per sé, e non di sponda rispetto all’eccellenza scientifica, dotandolo di sotto-obiettivi propri esplicitati e rilevati, ed attribuendo maggiore attenzione anche all’outbound, puntando ad equilibrare i flussi internazionali di ricercatori sia dall’estero verso i laboratori trentini sia da questi verso centri di ricerca esteri. In tale ambito andrebbero anche pensati meccanismi premiali tali da favorire i processi. Tutto Rapporto finale di valutazione – anno 2014 74 questo anche in ragione del citato asset costituito dall’eccellenza scientifica e tecnologica delle apparecchiature disponibili presso la Fondazione. 7.5 Impatto sul territorio attraverso il trasferimento CRI e CTT sono due centri sostanzialmente indipendenti, frutto della separazione generata dalla scelta di campo nella gestione della Fondazione introdotta alla luce della legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14. La valutazione è stata finora focalizzata sulla parte più consistente dell’attività di ricerca, quella realizzata da CRI. Il CRI è una struttura funzionale che lavora per progetti di operatività, non è un centro di ricerca tradizionale e l’Accordo di Programma tiene conto di questo. A completamento del percorso di valutazione, accanto alle modalità di cooperazione ed ai canali di trasferimento da CRI a CTT, è necessario osservare più da vicino l’attività svolta da CTT, per comprendere i meccanismi che portano alle scelte tematiche, i livelli di approfondimento e la fruibilità dei risultati della ricerca realizzata da CTT da parte delle imprese, nonché i canali di trasferimento. Il modello a filiera, pur proponendo un articolato percorso di avvicinamento tra ricerca e applicazione dei risultati, non consente di per sé di qualificare il trasferimento tecnologico. E’ auspicata l’introduzione di strumenti che consentano di quantificare e sostanziare lo sforzo sulle filiere. Va approfondito lo sviluppo di meccanismi pilota con forme premiali, e va studiato l’impiego della quota di finanziamento alla ricerca che la Fondazione dedica a CTT (20% massimo per valorizzare l’attività del CTT) che non può essere basato sul mero effetto induttivo generato dalla ricerca in CRI. L’impatto della Fondazione sul territorio potrebbe essere favorito dai meccanismi basati su fattori costitutivi e sulla partecipazione e vicinanza con stakeholder, facendo leva sulla storia e sulla composizione del Consiglio di Amministrazione. Questo al fine di contribuire ad intensificare il rapporto di stimolo e indirizzo - in entrambe le direzioni - tra attività di ricerca – prevalentemente in capo a CRI - e attività di trasferimento tecnologico e assistenza tecnica della Fondazione - di competenza di CTT. E’ auspicata l’introduzione di una sistematica analisi dei flussi interni, delle domande dal CTT al CRI, delle richieste di approfondimento, che alimentino una domanda di ricerca veicolata da soggetti esterni. In un’ottica di consolidamento del riconoscimento del valore della ricerca svolta per il territorio, una sistematica registrazione da un lato delle segnalazioni di quesiti e problemi, e dall’altro delle comunicazioni dei risultati di ricerca a disposizione dei “trasferitori” operanti in CTT e delle imprese, fino alla registrazione di ‘commesse’ tra CTT e CRI, consentirà di rafforzare strumenti di rilevazione di come avvengono le modificazioni di comportamento del trasferimento tecnologico e di generare misurazioni dei flussi di attività. L’evoluzione del modello dal centro sperimentale “unitario” a uno schema articolato e distinto per funzioni, se aggiunge chiarezza nella specificazione delle competenze, introduce una separazione tra i due ambiti che rende auspicabili contromosse per minimizzare una distanza non proficua. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 75 Nella gestione del CTT, va assicurato il monitoraggio attraverso la disponibilità di informazioni relative al numero di imprese contattate, e seguite, e di imprese che si sono attivate autonomamente, alla rilevazione della corrispondenza fra temi di ricerca e interessi delle aziende agricole, alle azioni dei consorzi partecipati nell'orientamento e nell'indirizzo della ricerca e nel rapporto CTT->CRI->CTT. I ricavi derivanti da contratti a imprese non sono elevati, ma tenuto conto delle considerazioni e delle domande aperte, appare più utile accrescere la programmazione sul trasferimento tecnologico al territorio locale, di per sé non a scapito di altre azioni quali gli spin off o prestazioni consulenziali meramente finalizzate a ritorni economici a fronte dell’erogazione di servizi. Ciò richiede lo studio e la messa a punto di meccanismi che attuino la tesi secondo la quale il trasferimento tecnologico è efficace se dietro ha una ricerca eccellente che lo alimenta. Uno di tali potenziali meccanismi potrebbe essere l’introdurre come routine la rilevazione/comunicazione dei risultati ottenuti dalla ricerca finanziata tramite Accordo di Programma e degli impatti territoriali che tale attività genera e potrebbe generare, non solo legati al trasferimento tecnologico. Uno sforzo di comunicazione i cui frutti andrebbero poi pure monitorati. Procedure e problemi peraltro ben noti al punto che lo stesso Accordo di Programma aveva identificato in VALGO lo strumento per sostenere questi processi. 7.6 Sistema interno di valutazione La Fondazione si è impegnata nel mettere in campo strumenti di valutazione individuale e di gruppo delle attività di ricerca, e si è dotata di un comitato di valutazione al quale attribuisce anche un ruolo di guida/indirizzo, aderendo alla VQR. Si auspica che giunga a potenziare e ‘far propria’ l'autovalutazione, compresa la realizzazione di benchmark sulle variabili più rilevanti, sfruttando al meglio le potenzialità degli strumenti a disposizione quali la business intelligence e di supporti quali la contabilità analitica. Sembra infatti da migliorare l’uso di strumenti di monitoraggio informatico, anche per sostenere e approfondire la modalità di organizzazione del 30% del "curiosity driven" e generare una valutazione dei risultati conseguiti in tale ambito. All’interno di ciascun dipartimento e gruppo di ricerca, è auspicabile rilevare la concreta modalità di esercizio dell'autonomia dei ricercatori sia individuale sia per gruppo, ed effettuare la valutazione dei pro e contro delle prassi adottate, con casistica concreta, ripercorrendo periodicamente i percorsi di scelta ed effettuando una valutazione di efficacia degli strumenti incentivanti introdotti. I risultati della valutazione interna dovrebbero concorrere a sviluppare strumenti di 'garanzia' della sostenibilità del setting attuale, elaborare ed introdurre misure/obiettivo e provvedere a comunicare efficacemente agli stakeholder e ai potenziali fruitori i risultati raggiunti, anche al fine di garantire i relativi passaggi nel Consiglio di Amministrazione ed un livello di riconoscimento/supporto da parte dei suoi membri e delle comunità che essi rappresentano. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 76 7.7 Integrazione e contributo a STAR Tutti gli stakeholder sono impegnati – o dovrebbero esserlo - in una riflessione congiunta nella direzione di una valutazione di sostenibilità del modello attuale a fronte della probabile riduzione (o non crescita) delle risorse disponibili e un giudizio circa i fattori da considerare (o introdurre) per una migliore realizzabilità di STAR. E’ importante che l’esperienza e lo sforzo degli ultimi anni non si disperdano. E in questo disegno, tutti, anche Fondazione Edmund Mach, dovrebbero contribuire a mettere in campo elementi di certezza/sostenibilità per garantire che questo modello cresca. Per fare ciò, è necessario realizzare ricerca di qualità, ma anche ‘raccontare’ i risultati raggiunti, farsi promotori dell’integrazione e razionalizzazione degli sforzi, con l’obiettivo di rendere più visibile il motivo di investire in ricerca. Nell’ambito di STAR, la Fondazione investe in strumentazione e accoglie laboratori co-gestiti; auspica inoltre un unico centro di valorizzazione dei risultati della ricerca a livello provinciale, al quale – in sintonia con i dirigenti della Fondazione Bruno Kessler – si dichiara pronta a dedicare/distaccare alcune risorse qualificate. E’ necessario procedere e potenziare i tentativi di integrazione attuati finora, perseguire il potenziamento dell'integrazione con gli altri enti e con l’Ateneo di Trento, soprattutto per garantire l'update delle tecnologie. Si tratta di rafforzare e garantire il contributo allo sviluppo del "sistema" a partire in primo luogo dalle infrastrutture per la ricerca e dal capitale umano, impegnandosi e facendosi promotori di alleanze e collaborazioni strutturate con soggetti trentini e non. Ciò potrebbe richiedere un maggior impegno nell’organizzazione di un sistema di valorizzazione (spin off, ecc.) dei risultati della ricerca, connesso alla necessità/opportunità espressa di riempire il vuoto con nuovi intermediari. La richiesta di coinvolgimento di soggetti della ricerca minori operanti in Trentino dovrebbe inoltre portare la realtà di San Michele ad andare oltre un accordo di collaborazione, e a riuscire a trovare le forme ‘win-win’ per coinvolgere altri enti nella predisposizione di proposte per bandi di ricerca e progetti su fondi europei, nella garanzia della qualità della strumentazione scientifica operante in Trentino e nella sua accessibilità. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 77 8. Raccomandazioni per il Museo delle Scienze 8.1 Quadro generale L’apertura, il 27 luglio 2013, della nuova sede espositiva del Museo delle Scienze28 (MUSE), rappresenta certamente per l’organizzazione un punto di arrivo ma anche un nuovo punto di partenza denso di sfide. Quello che, nell’Accordo di Programma e nel Rapporto intermedio, era un processo in divenire ha quindi raggiunto oggi un significativo risultato anche se si è ancora lontani da un equilibrio consolidato nel nuovo ruolo e nella nuova logistica. La consapevolezza della necessità di un periodo di “assestamento” dopo lo sforzo profuso in funzione dell’apertura della nuova sede si accompagna alla percezione che l’aspetto della ricerca all’interno del Museo debba trovarvi al più presto chiare linee guida. 8.2 Focalizzazione degli ambiti disciplinari e visione di lungo termine Pur in considerazione della specificità del Museo, che suggerisce di mantenere un presidio di ricerca relativo alle aree tematiche di interesse, si ritiene opportuno confermare la raccomandazione relativa alla definizione di alcune priorità di ricerca su cui concentrare gli sforzi, anche per tentare di elevare la qualità della produzione scientifica corrispondente. La riaggregazione in tre macroaree (“Biodiversità ed Ecologia”, “Scienze del Territorio e del Paesaggio” e “Scienza e Società”) contribuisce sicuramente a rendere più leggibili gli obiettivi della ricerca ma andrà monitorata nella sua capacità in termini di effettiva concentrazione di risorse su temi specifici. 8.3 Internazionalizzazione Alcune evidenze, in particolare relative ai progetti internazionali attivati a partire dal 2011 nel settore “Biodiversità Tropicale” e nella macroarea “Scienza e Società” e all’alta formazione in contesto internazionale – summer school e coordinamento di dottorati – depongono a favore di una rinnovata attenzione a questo tema, assieme all’opportunità di “visibilità” dovuta alla nuova sede. Riteniamo opportuno segnalare come esistano comunque spazi di miglioramento, da perseguirsi in relazione alle aree tematiche di interesse (si veda il punto precedente) e attraverso sia la mobilità del personale di ricerca – pur con i limiti di manovra segnalati - sia tramite la strutturazione delle collaborazioni internazionali come già avviene per alcune di quelle italiane. 28 Si ricorda che a Giunta provinciale con deliberazione n. 3073 di data 23 dicembre 2010 ha approvato l’Accordo di Programma per la XIV legislatura con l’odierno Museo delle Scienze (allora denominato Museo Tridentino di Scienze Naturali), sottoscritto in data 4 febbraio 2011. Non vi sono stati Atti Aggiuntivi a differenza delle Fondazioni provinciali. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 78 8.4 Impatto sul territorio L’impatto dell’attività di ricerca del Museo sul territorio deriva principalmente dall’attività di consulenza realizzata per la Provincia su alcuni significativi problemi di sviluppo e tocca aspetti rilevanti per il territorio. Anche la parte di comunicazione ad ampio spettro della conoscenza accumulata ha un rilevante impatto di carattere sociale in chiave di diffusione territoriale e di divulgazione tecnica, oltre che di attrazione specifica tramite la nuova sede del MUSE. Una più puntuale definizione di questi diversi aspetti di impatto, legati alle varie forme di attività di ricerca del Museo, potrebbe essere propedeutica alla definizione di specifici indicatori da valutare nel corso del prossimo Accordo di Programma. 8.5 Sistema interno di valutazione E’ uno degli aspetti che ha mostrato notevoli progressi sia nella prospettiva complessiva della vigenza dell’Accordo di Programma sia nel periodo successivo al Rapporto intermedio di questo Comitato, con la nomina del Nucleo di Valutazione, la redazione del Bilancio Sociale, l’avvio del Sistema Informativo e l’inizio di una attività di benchmarking. Va completata la messa a regime del Sistema informativo, con l’inserimento - già iniziato - di informazioni relative all’attività museale (oltre a quelle relative ai prodotti dell’attività di ricerca) e che possono essere utili alla definizione di altri indicatori. Risulta positiva l’adozione da parte del comitato interno di valutazione della griglia di lavoro proposta dal Rapporto intermedio del CVR come strumento per riportare le informazioni al Comitato stesso. Si auspica d’altra parte un suo utilizzo anche verso l’interno, per governare i processi di definizione degli obiettivi della struttura e la rilevazione dei relativi risultati. 8.6 Capacità di autofinanziamento E’ in linea con le richieste dell’Accordo di Programma ed appare in crescita anche la quota completamente estranea alla Provincia autonoma di Trento, ma la comunque elevata “dipendenza” dalla stessa Provincia rende necessario un monitoraggio costante di tale capacità in funzione della sostenibilità di medio periodo. 8.7 Integrazione e contributo a STAR È in via di realizzazione, in collaborazione con gli altri enti del territorio all’interno del nuovo MUSE, la sezione che fungerà da “vetrina” della ricerca e dell’innovazione. I suoi effetti andranno puntualmente monitorati. Contestualmente, andranno attivate le “iniziative unitarie nel settore della comunicazione scientifica e dell’educazione alla scienza, assumendo il ruolo di referente principale”, indicate come azioni prioritarie nell’Accordo di Programma. Questo punto prevede a monte una più chiara definizione da parte della PAT del ruolo effettivo del Museo delle Scienze nell’ambito di STAR, sfruttandone al meglio le approfondite competenze nel campo della mediazione culturale, avendo Rapporto finale di valutazione – anno 2014 79 rilevato alcune incongruenze nell’avvio della funzione in qualità di “referente principale”. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 80 Parte terza - GLI APPROFONDIMENTI Parte terza GLI APPROFONDIMENTI Rapporto finale di valutazione – anno 2014 81 9. Gli incentivi a favore della ricerca industriale 9.1 Premessa La valutazione del sostegno pubblico ai soggetti industriali per rafforzare la loro capacità innovativa è ben presente nel dibattito di politica economica e ha da tempo dovuto fare i conti, da una parte, con una pluralità di strumenti e modalità per il loro utilizzo e, dall’altra, con crescenti vincoli procedurali, molti di matrice comunitaria, tesi a garantire parità di condizioni e confrontabilità tra i soggetti potenzialmente beneficiari. Rispetto a questo il CVR, nel porsi l’obiettivo di assolvere al proprio mandato per quanto riguarda la valutazione degli interventi di supporto alla ricerca industriale della Provincia si è dovuto misurare, anche in questo ambito, con una difficoltà nel poter disporre di informazioni armonizzate e coerenti che non fossero relative al singolo progetto. Trattandosi di ricerca di sicuro interesse economico, la tutela della riservatezza riveste un ruolo decisivo come pure la tempistica nei processi decisionali, ma anche nella loro esecuzione, condiziona in molti casi la credibilità delle iniziative. A questo si aggiunge, nell’esperienza trentina dello scorso decennio, una serie di modifiche procedurali, via via indirizzate ad armonizzare i processi, a qualificarli sul versante dell’istruttoria e a definirne con maggiore precisione i tempi. Tutto questo ha reso il percorso di analisi del Comitato più complesso, in particolare per quanto riguarda la comparabilità e la cumulatività. Al fine di rendere più lineare la lettura del lavoro svolto sono state perciò separate le considerazioni generali e i risultati dell’analisi, incluse le raccomandazioni e i suggerimenti per il lavoro futuro, che vengono presentate nel seguito del capitolo, dai dati aggiuntivi e dagli approfondimenti che sono inseriti, con gli opportuni rinvii, nell’Allegato 6. 9.2 La Base informativa Il punto di partenza è stato l’utilizzo del file disponibile all’interno del Servizio Università e Ricerca Scientifica e contenente una dettagliata serie di informazioni di tipo amministrativo sui progetti presentati dalle imprese a partire dal 2006 in ordine all’ottenimento delle agevolazioni previste dalla legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6, per quanto riguarda la Ricerca Industriale e lo Sviluppo Precompetitivo. L’archivio è stato concepito come supporto gestionale all’attività di valutazione ex ante da parte del CTS a seguito dell’unificazione procedurale nella selezione introdotta dalla legge provinciale 2 agosto 2005, n. 1429. Come è noto, 29 L’articolo 23, comma 1, lettera b) della legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14, prevede l’istituzione del Comitato tecnico-scientifico per la ricerca e l’innovazione (CTS) con l’attribuzione, innovativa rispetto al panorama provinciale, della funzione di cui all’articolo 5 della legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6. Fino all’entrata in vigore della legge provinciale 27 dicembre 2010, n. 27 (legge provinciale finanziaria 2011) l’articolo 5 della legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6 affidava al CTS il compito di valutare i progetti di ricerca industriali esaminati nell'ambito della procedura valutativa. L’articolo 71 della legge provinciale 27 dicembre 2010, n. 27, ha modificato l’articolo 5 della legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6, ed in particolare ha disposto che i progetti di ricerca industriale esaminati nell'ambito delle procedure valutativa e negoziale sono valutati dal Comitato per gli incentivi alle imprese previsto Rapporto finale di valutazione – anno 2014 82 precedentemente non esistevano informazioni strutturate in un file elettronico e successivamente, a partire dalla seconda metà del 2011, la procedura è nuovamente cambiata con una diversa responsabilità assegnata a un Comitato più ampio in capo all’Agenzia provinciale per l’incentivazione delle attività economiche (APIAE), in cui il CTS è rappresentato. A seguito di tale modifica della procedura, il file di cui sopra è stato manutenuto solo in modo parziale per quanto riguarda i progetti presentati a partire da novembre 2011. Per integrare le informazioni presenti nel Servizio, a tale file è stato perciò affiancato un altro file fornito da APIAE e contenente una serie di informazioni riassuntive richieste da questo Comitato e relative ai progetti di competenza in ordine alla procedura valutativa per il periodo 2011-2012. Con l’occasione APIAE ha fornito, sempre su richiesta del Comitato, informazioni sui progetti sottoposti dal 2006 alla procedura automatica. La completezza delle informazioni è pertanto da ritenersi coerente con l’obiettivo, con l’esclusione di 28 progetti (di cui una dozzina approvati) nel 2012 in risposta al bando FESR 2/2011 che non risultano presenti nel file. In totale i progetti considerati nell’arco dei sette anni oggetto di indagine (dal 2006 al 2012) sono 261 di cui 225 di competenza CTS e 36 di competenza APIAE secondo la nuova procedura. C’è da tenere inoltre presente che, mentre la maggioranza dei progetti (204) sono stati presentati secondo la procedura “a sportello”, i rimanenti 57 sono stati presentati nell’ambito di bandi FESR cofinanziati al 30% dalla Provincia autonoma di Trento, al 30% dall’Unione Europea e al 40% dal Governo italiano. Va ancora una volta segnalato come la raccolta delle informazioni, oltre a un tempo di produzione non indifferente, sconti comunque tuttora residue incertezze, almeno per quanto riguarda dati non specificatamente amministrativi (tempi e collaborazioni scientifiche) nonostante il sostegno pieno ottenuto da parte del Servizio. La motivazione alla base di tali difficoltà è la mancanza di una base dati strutturata e certificata che contenga le informazioni relative ai progetti stessi. La costruzione di una tale base dati, possibilmente come parte di un più articolato sistema informativo sulla ricerca, sarà necessaria qualora si ritenga utile conseguire ulteriori e auspicabilmente più approfonditi monitoraggi dell’utilizzo degli strumenti della legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6, orientati alla ricerca e all’innovazione usufruendo di elementi di tipo quantitativo. dall'articolo 15 bis della medesima legge provinciale 13 dicembre 199, n. 6, appositamente integrato dal presidente del CTS o suo delegato, e da un altro componente da lui delegato. Sempre l’articolo 71, comma 5, della legge provinciale 27 dicembre 2010, n. 27, comma 15, prevede che siano sottoposti alla valutazione del Comitato per gli incentivi alle imprese i progetti di ricerca industriale presentati dal giorno successivo alla nomina del Comitato stesso. Il Comitato per gli incentivi è stato nominato con deliberazione n. 2269 del 28 ottobre 2011, per cui la valutazione ex ante dei progetti di ricerca industriale presentati dal 29 ottobre 2011 è in capo al Comitato per gli incentivi alle imprese e, conseguentemente, anche la valutazione in itinere e la valutazione ex post degli eventuali progetti finanziati sulla base del giudizio ex ante. Peraltro, APIAE ha richiesto al Servizio Università e ricerca scientifica di provvedere alla nomina degli esperti per la valutazione dei progetti di ricerca industriale come previsto dall’art. 5 della legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6, in continuità con quanto fatto per la nomina degli esperti a supporto del CTS. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 83 A questo proposito un primo elenco di interventi possibili riguardano in primo luogo l’utilizzo delle informazioni amministrative già disponibili negli archivi provinciali e una maggiore standardizzazione nei format di presentazione e rendicontazione, inclusi quelli relativi all’illustrazione dei risultati (attesi e raggiunti) secondo un modello adattato a partire da quanto predisposto per la ricerca pubblica (VALGO) nell’ovvia tutela della riservatezza. Sempre curando la riservatezza, si dovrebbe poter accedere in maniera integrata alle informazioni di tipo descrittivo (abstract, rapporti di valutazione e monitoraggio). Inoltre, dovrebbe essere possibile definire e utilizzare criteri condivisi di classificazione delle informazioni relative ai progetti per obiettivi, settori e temi. 9.3 Analisi dei risultati 9.3.1 I progetti presentati Per quanto riguarda la dinamica di presentazione dei progetti, nelle successive tabelle 29, 30 e 31 vengono esposte informazioni sintetiche sulla presentazione dei progetti tra il 2006 e il 2012. Tabella 29 - Andamento della presentazione di progetti – per anno Tabella 30 - Andamento della presentazione di progetti (sportello) – per anno Tabella 31 - Andamento della presentazione di progetti (bandi FESR) – per anno Rapporto finale di valutazione – anno 2014 84 La dinamica di presentazione ha un andamento decisamente incostante sia nel numero che nel costo medio dei progetti e questo pur tenendo conto che probabilmente le “punte” negli anni 2009 e 2011 possono essere state causate dalla presenza dei bandi FESR (tabella 31). Si assiste tra il 2011 e il 2012 a una consistente riduzione del numero dei progetti presentati. Considerando solo i progetti presentati “a sportello,” e quindi escludendo i bandi FESR, si passa da 42 a 21, mentre se si considerano anche i bandi si passa da 70 a 49 – dato calcolato tenendo conto della mancanza, nell’archivio da noi elaborato, dei progetti relativi al bando FESR 2/2011, come evidenziato nel paragrafo precedente. Risulta ovviamente difficile interpretare questo fenomeno: due fattori possibili sono individuabili da una parte nella generale difficile congiuntura economica, dall’altra dall’introduzione nel 2011 della norma per cui non è sostanzialmente possibile presentare un nuovo progetto prima della fine di un precedente. Ma dalle tabelle emergono anche altri due dati molto rilevanti: da una parte il costo medio per progetto è di oltre un milione e mezzo di Euro e sono molto numerosi progetti con importi pari ad alcuni milioni di Euro, mentre, rapportando il volume dei progetti presentati alla loro durata, si ricava un costo medio per mese di quasi 63.000 Euro per una durata media di circa due anni. Sono progetti quindi mediamente con un importo e una durata di tutto rispetto per imprese spesso di medie se non piccole dimensioni. 9.3.2 Esito delle richieste di finanziamento Se si passa a esaminare l’esito di tali richieste, ripartendo per anno di presentazione e classi dimensionali30, emergono alcune letture possibili rispetto al tasso di abbattimento del finanziamento accordato e alla ripartizione nel rapporto tra finanziamento per Ricerca Industriale (RI) e per Sviluppo Precompetitivo (SP) che sono i campi tipici di intervento della valutazione ex-ante. Le relative tabelle sono presenti nell’allegato 6 a questo rapporto: Tabelle [All.6] 1 - 8. In sintesi: rispetto alla “dimensione” dell’intervento si evidenziano: • il costo presentato totale nel periodo considerato è di Euro 407.554.175,13 con una media annua di Euro 58.222.025.02; • il costo ammesso totale è di Euro 268.856.417,88 con una media annua di Euro 38.408.059,70; • il finanziamento accordato (ma non ancora “erogato”, perché sono ancora possibili rinunce o revoche) è di Euro 147.272.371,89 con una media annua di Euro 21.038.910,27; 30 Sono state individuate 5 classi, rispettivamente: < 300.000€, < 500.000€, < 1.000.000€, < 2.000.000€, > 2.000.000€ Rapporto finale di valutazione – anno 2014 85 • tenendo conto del cofinanziamento sui bandi FESR, l’impegno complessivo per il bilancio provinciale è di Euro 135.478.900,48 con una media annua di Euro 19.354.128,64. Attraverso la riduzione delle risorse accordate, e la loro diversa ripartizione, risulta evidente il lavoro di ‘filtro’ esercitato dal CTS (27-28%). Emerge anche una dimensione media molto elevata, dovuta a un’assenza di tetti al finanziamento. Questo si è tradotto nell’ammissibilità di tutti i progetti ritenuti sopra soglia (sufficienti per qualità scientifica e sostenibilità economica) a differenza di quanto normalmente avviene in altre situazioni, dove il livello di ammissibilità non corrisponde alla capienza delle risorse. Il tasso di abbattimento non appare, invece, influenzato dal fattore “dimensione” del progetto e la percentuale di ‘rinunce’ sembra fisiologica (4,98%). Per quanto riguarda l’altro abbattimento, quello relativo al divario tra costo presentato e costo ammesso sulla base del lavoro istruttorio degli esperti, questo è circa il 10% (9,41% per l’esattezza) con percentuali più elevate per i progetti di maggiori dimensioni. Le dimensioni della media dei progetti (costo proposto: Euro 1.561.510,25; costo ammesso: Euro 1.430.087,33; finanziamento: Euro 783.363,68) restano comunque notevoli per un sistema produttivo di scala regionale e con prevalenza di imprese medio-piccole, come pure la percentuale di finanziamento media dei progetti (49,62% del costo presentato e 54,78 di quello ammesso) è decisamente significativa. Si evidenzia che l’intervento nella rideterminazione del costo ammesso per i progetti approvati insiste oltre che nella diminuzione del costo vista prima, nello spostamento di costi dalla Ricerca Industriale a Sviluppo Precompetitivo. Complessivamente lo spostamento ha un valore di 8,53% portando il rapporto tra Ricerca Industriale e Sviluppo Precompetitivo da un proposto di 75,86 a 24,14 ad un ammesso di 67,33 a 32,67. Si tratta di un classico intervento volto a evitare distorsioni derivanti dal tentativo di spostare le attività verso quelle a maggiore livello di sovvenzione. In conclusione comunque si evidenzia un positivo e sistematico intervento di filtro che prevalentemente ha operato sul giudizio di attendibilità del progetto: gli interventi successivi di rideterminazione del costo e della sua ripartizione fra Ricerca Industriale e Sviluppo Precompetitivo incidono meno significativamente sugli importi, anche in ragione di una procedura che non disciplina questa materia e di una dotazione che non impone ulteriori scelte. 9.4 Distribuzione dei progetti per area tematica Il Programma Pluriennale della Ricerca per la XIV legislatura evidenzia come l’efficacia della programmazione pluriennale della ricerca dipenda anche dalla capacità di coniugare l’implementazione delle tematiche prioritarie e la realizzazione delle piattaforme tecnologiche con esse coerenti. Il fine è, infatti, quello di dar corpo ad una rete di relazioni scientifiche, tecniche ed economiche in Rapporto finale di valutazione – anno 2014 86 grado di sostenere la catena del valore e la coesione sociale che motiva le prime e sorregge le seconde. Il Programma ha individuato alcune tematiche prioritarie, anche con l’obiettivo di coniugare l’implementazione di queste con la realizzazione delle piattaforme tecnologiche coerenti. L’obiettivo del CVR in questo ambito ha previsto la verifica di quanto le priorità siano state rispettate dal “mercato” (domanda di incentivazione da parte delle imprese trentine) e per ottenere questo si è “assegnato” – tramite un esame degli abstract – ogni progetto ad una delle aree/piattaforme elencate nel Programma Pluriennale della Ricerca (Allegato 6.2). Come illustrano le seguenti Tabelle 32 e 33, tra le priorità segnalate dal Programma stesso, l’area di ricerca a maggiore partecipazione è rappresentata dalle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, seguita dalla piattaforma Tecnologie per la produzione, dall’area Scienza dei materiali e dalla piattaforma Tecnologie dei sistemi e servizi di WEB, di interazione uomo-macchina, sensoristiche e di embedded intelligence. Con percentuali molto contenute si ritrovano poi l’area Ambiente e gestione delle risorse naturali, la piattaforma Tecnologie alimentari per la valorizzazione della qualità nutrizionale, la tracciabilità e la salubrità dei prodotti, l’area Biotecnologie, genomica, post-genomica, biologia computazionale e, infine, la piattaforma Applicazioni delle biotecnologie vegetali. I progetti degli altri settori (non prioritari) pesano numericamente per il 24,5%. L’incidenza di questo cluster in termini di costo proposto è pari al 30,7%, quella relativa al costo ammesso è pari al 35,9% mentre l’incidenza del finanziamento ottenuto dal settore sul totale è pari al 34,2%. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 87 Tabella 32 - Ripartizione per aree di ricerca prioritarie Aree di ricerca prioritarie Tecnologie dell’informazione e della comunicazione Scienza dei materiali: micro- nanotecnologie inorganiche e ibride Ambiente e gestione delle risorse naturali (ecologia, rischio ambientale, evoluzione climatica, biodiversità) Biotecnologie, genomica, post-genomica, biologia computazionale % costo % costo % domande proposto per ammesso per % finanziamento per settore settore sul tot settore sul per settore sul tot sul tot finanziamento costo tot costo domande proposto ammesso 36,8 27,1 21,8 24,8 10,3 11,8 10,0 10,8 3,1 2,8 3,0 2,3 1,1 1,2 0,7 0,2 Nessuna domanda è pervenuta su: - Neuroscienze e scienze cognitive - Governance territoriale e standard globali dopo la crisi - Diritto ed economia per la valutazione delle politiche Tabella 33 - Ripartizione per piattaforme tecnologiche Piattaforme tecnologiche Tecnologie per la produzione sostenibile (fonti energetiche rinnovabili, produzione compatibili con l’ambiente, industria verde) Tecnologie dei sistemi e servizi di WEB, di interazione uomo-macchina, sensoristiche e di embedded intelligence Tecnologie alimentari per la valorizzazione della qualità nutrizionale, la tracciabilità e la salubrità dei prodotti. Applicazioni delle biotecnologie vegetali % costo % costo % domande proposto per ammesso per % finanziamento per settore per settore sul tot settore sul tot settore sul sul tot tot costo finanziamento costo domande proposto ammesso 13,8 17,9 18,9 20,6 8,0 6,3 6,9 6,1 1,5 0,9 1,2 1,0 0,8 1,3 1,5 0,1 Nessuna domanda è pervenuta su Tecnologie per la gestione del territorio e la sua valorizzazione. L’analisi dei dati quindi conferma che i tre quarti delle domande di ricerca industriale si concentrano sui settori (aree e piattaforme) ritenuti prioritari dal Programma Pluriennale della Ricerca anche se, al loro interno, esistono forti polarizzazioni e tematiche, in primo luogo quelle di matrice sociale e territoriale, su cui non si registra alcuna domanda. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 88 9.5 Le collaborazioni scientifiche Uno dei temi che il CVR ha voluto affrontare in materia di ricerca industriale è quello delle ricadute sul sistema scientifico provinciale della ricerca extra muros affidata dalle imprese beneficiarie ad altri attori, in particolare gli organismi operanti in Provincia (Università e Fondazioni in primo luogo). In allegato sono presentate le tabelle che dettagliano i dati disponibili su un arco di tempo (2009-2012) non coincidente col resto delle rilevazioni ma sufficiente per cogliere le dinamiche (Tabelle [All.6] 9 e 10). Si evidenzia la, prevedibile, prevalente presenza dell’Università di Trento e della Fondazione Bruno Kessler tra le collaborazioni dichiarate. E’ pure presente in maniera significativa la collaborazione con altre Università ed Enti di ricerca italiani. La distinzione fra organismi di ricerca italiani e stranieri porta a rilevare che solo nel 2010 sono stati presentati progetti con collaborazioni esterne al territorio nazionale per un importo totale verso i 200000 Euro. Ai fini di un approfondimento di questa tematica le collaborazioni scientifiche potrebbero essere indagate ulteriormente esplorando l’altro versante del rapporto, ovvero gli input e gli effetti determinatisi all’interno degli organismi di ricerca. Il dato oggi disponibile (risorse acquisite) è ancora molto “sporco” e non tarato sulle specifiche commesse derivanti da progetti finanziati attraverso la legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6. Secondariamente, se si assegna alla politica di incentivazione il compito prioritario di innalzamento della qualità scientifico tecnica delle imprese operanti sul territorio, si può ipotizzare che la collaborazione non si esaurisca nella ricerca extra muros ma, a valle di questa, si creino condizioni per successivi rapporti e sviluppi. In pratica, una sorta di precondizione, e di palestra, per rapporti collaborativi di più elevata motivazione. 9.6 La gestione della procedura 9.6.1 La performance dell’amministrazione Uno dei problemi tradizionalmente considerati nelle analisi degli incentivi pubblici è la verifica procedurale (tempi dell’istruttoria, stipula e monitoraggio dei contratti, rendicontazione e liquidazione, contenziosi)31. Il CVR ha affrontato la questione con una restituzione sistematica, dettagliata nell’allegato 6 (Tabelle [All.6] 11 e 12), relativa al periodo 2006-201232, di cui l’ultimo anno secondo il nuovo modello. Sulla procedura vigente fino all’ottobre 2011, indicata schematicamente come di “competenza CTS” e che prevedeva una istruttoria scientifica da parte del CTS 31 Del resto il ritardo e l’incertezza procedurale è stata una delle motivazioni che ha portato all’attribuzione al CTS della procedura di valutazione della legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6, su queste materie nel quadro della riforma della legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14. 32 Da un punto di vista metodologico va sottolineato come, anche forse per il ridotto numero di casi, non si registrano significative variazioni dovute alla presenza di outlier, ovvero di quei casi così specifici con valori fortemente alterati. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 89 seguita da una istruttoria economico finanziaria di pertinenza Unicredit, sono possibili le seguenti considerazioni. • Il tempo medio di istruttoria del CTS e degli esperti esterni appare ragionevole (circa 4 mesi – 131 giorni) anche in considerazione che i progetti valutati hanno in media un costo di 1,5 milioni di Euro. Questa considerazione appare confermata dalle interviste in cui il tempo di istruttoria scientifica è percepito come sostanzialmente accettabile. • Il tempo medio per il trattamento amministrativo è probabilmente eccessivo, con una media di circa un mese e mezzo (circa 46 giorni) anche perché in alcuni casi è stato possibile ridurre tale durata a 6 giorni. come evidenziato dalla durata minima. • Il “Tempo extra” medio, ovvero quello resosi necessario per approfondimenti, è decisamente elevato (7,5 mesi – circa 230 giorni), pure tenendo presenti le reali necessità di istruttoria finanziaria sul richiedente. Questo tempo è il principale responsabile di un dilatamento temporale per il completamento dell’iter di approvazione del progetto. • Da tutto ciò (oltre che dalle integrazioni) nasce un tempo medio totale di 14,5 mesi (circa 435 giorni): si tratta di un valore eccessivo, incompatibile con il dinamismo dei processi di innovazione e questo è confermato a livello di “percezione” dalle interviste. Lo sforzo di rendere paralleli e non sequenziali i processi istruttori, che sta alla base della modifica introdotta nel 2011 (costituzione del Comitato per gli incentivi in seno ad APIAE per rendere possibile la sovrapposizione dei tempi dell’istruttoria scientifica con quelli dell’istruttoria economico/finanziaria e con risorse maggiori dedicate a quest’ultima), non è ancora supportato da dati significativi ed è sicuramente influenzato dalla riduzione complessiva delle domande che alleggerisce il carico di lavoro. E’ indubbio tuttavia che un miglioramento significativo si registra con la riduzione del tempo a una media di 239 giorni (da 14 a circa 8 mesi), da considerarsi di buon auspicio rispetto all’obbiettivo dei 180 giorni dichiarati dalla delibera di Giunta. In ogni caso in entrambe le procedure, come è del tutto ragionevole, la durata dell’istruttoria appare significativamente crescente in funzione della dimensione del progetto. Riteniamo comunque utile sottolineare come la terzietà del giudizio scientifico (in qualsiasi modo garantita) sia un presupposto necessario per la credibilità dello strumento agevolativo. Valga a titolo di confronto quanto pubblicato nel Rapporto “Migliorare le politiche di ricerca e innovazione per le Regioni”, a cura del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione (2009)33. In un campione di amministrazioni, è 33 Il rapporto, a cura di Andrea Bonaccorsi con il supporto di un gruppo di esperti, fornisce spunti di riflessione, indicazioni di policy e strumentazione tecnica per migliorare le politiche delle Amministrazioni centrali e regionali per la ricerca e l’innovazione e aumentarne l’impatto sullo sviluppo del Paese. Il documento rappresenta uno dei risultati del Progetto di Accompagnamento del Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013, promosso dal Dipartimento per Rapporto finale di valutazione – anno 2014 90 emerso che il tempo medio di svolgimento delle varie fasi della gestione del bando per ricerca industriale e sviluppo pre-competitivo è di 249 giorni, circa 8 mesi, di cui circa 64 giorni (parzialmente sovrapposti) tuttavia impegnati nella stesura dei bandi34. Si tratta in ogni caso di un tempo simile a quello raggiunto dalla Provincia autonoma di Trento con la nuova procedura ma alcune Regioni (Piemonte, Toscana) sono in grado di completare il ciclo di valutazione in sei mesi circa, valore che rappresenta il benchmark da raggiungere. 9.6.2 Gli esperti La procedura di valutazione ex ante in capo al CTS prevede il ricorso al contributo tecnico scientifico di esperti esterni, individuati dal Comitato, che rappresentano un costo da includere tra quelli relativi alla valutazione. Alcuni di questi esperti sono stati anche impiegati nel monitoraggio, ovvero nella valutazione in itinere dei progetti stessi e, in misura minore, ai fini dell’approvazione finale ex-post. I dati relativi a questo aspetto della procedura sono contenuti in allegato (Tabelle [All.6] 13 e 14). Il costo, pur raggiungendo negli anni una cifra significativa (circa 730.000 €)35, rappresenta una percentuale assolutamente piccola rispetto al costo complessivo presentato (lo 0,18%) ed all’impegno di finanziamento da parte della Provincia autonoma di Trento (0,54%) e quindi ampiamente nei margini considerati fisiologici per gli esercizi di valutazione. Nei termini in cui è stato utilizzato, e scontando comunque possibili miglioramenti, risulta uno strumento estremamente importante per la qualità ed indipendenza del giudizio. Un aspetto migliorabile, che emerge da una breve analisi comparata dei rapporti di valutazione, potrebbe essere quello di rendere maggiormente confrontabili, e monitorabili, i giudizi producendo delle indicazioni esplicite, comprensive di definizioni e casi di uso, anche per indirizzare l’attenzione verso aspetti che risultano, ad una analisi ex post, più critici. lo Sviluppo e la Coesione economica (DPS) del Ministero dello Sviluppo Economico, al fine di costituire una piattaforma di discussione inerente i temi della Priorità 2 - Ricerca e Innovazione. Il documento è disponibile all’indirizzo http://www.dps.tesoro.it/documentazione/docs/all/DPS_Rapporto_Ricerca_e_Innovazione.pdf. 34 Ancora una volta va ricordato che questo confronto è viziato dalla diversa dimensione dei progetti finanziati e dall’approccio non tematizzato dei bandi provinciali che rendono più complessa l’istruttoria in sede trentina. 35 Come negli altri casi le tabelle di dettaglio sono presentate nell’allegato 6. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 91 9.7 La procedura automatica La legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6, agli articoli 5 e 13 disciplina la procedura cosiddetta “automatica”. Si tratta di contributi erogati a valle di una attività già effettuata di Ricerca Industriale e/o Sviluppo Precompetitivo a fronte della documentazione relativa alla esecuzione del progetto stesso. Le percentuali di incentivazione previste sono inferiori, non è prevista una istruttoria scientifica e, per questo motivo, è stato ipotizzato un completamento dell’istruttoria in 90 giorni. Vista la dimensione delle richieste e del finanziamento e la disponibilità di informazioni sui singoli progetti, ci si è limitati ad una suddivisione dei risultati per anno. Nelle tabelle seguenti vengono rappresentati i dati, ripartiti tra progetti approvati e non approvati e i dati procedurali (costo presentato, costo ammesso, costo finanziato e i tempi di istruttoria). Tabella 34 - Rapporto fra progetti approvati e non approvati – per anno Rapporto finale di valutazione – anno 2014 92 Tabella 35 - Costo proposto, costo ammesso, finanziamento e tempi di istruttoria per i progetti approvati – per anno In sintesi la dimensione dell’intervento è sensibilmente inferiore a quella realizzata in regime di procedura valutativa., • Il costo presentato totale è di Euro 28.878.232,16 con una media annua di Euro 4.125.461.64. • Il tasso di successo della richiesta è stato del 92.47% in termini numerici e del 94,61% in termini di importo presentato. • Il costo ammesso totale è di Euro 25.796.583,77 con una media annua di Euro 3.685.226,25 e la percentuale del costo ammesso su concesso è stata del 94,42% con un abbattimento quindi del 5,58% dipendente con ogni evidenza da errori “formali” nella presentazione della domanda. • Il finanziamento accordato ammonta ad Euro 3.512.915,71 con una media annua di Euro 501.845,10. Si tratta evidentemente di un intervento di dimensioni assolutamente ridotte rispetto a quello ottenuto tramite la procedura valutativa insistendo su un numero considerevolmente inferiore di progetti (93 contro i 261 della procedura valutativa: il 35,63%), di dimensione inferiore (in questo caso esiste un limite che è di Euro 500.000 e la media di costo proposto è stata di Euro 310.518,63 contro Euro 1.561.510,25 della procedura valutativa: il 19,89%) e con una percentuale di finanziamento accordato inferiore (13,62% contro il 54,78% della procedura valutativa). Tutto ciò ha portato ad un “impegno” complessivo da parte della Provincia autonoma di trento nei sette anni considerati di Euro 3.512.915,71 contro Euro 135.478.900,48 della procedura valutativa ovvero il 2,59%. Dal punto di vista dei tempi di istruttoria, anche in questo caso il passaggio dalla valutazione da parte dell’istituto di credito convenzionato alla valutazione da parte del Comitato per gli incentivi – valido a partire dal 2011 - ha consentito un drastico contenimento dei tempi riportandoli in linea con la delibera di Giunta relativa. Come in tutte le procedure automatiche l’idea che guida questi interventi è quella di abbassare una soglia d’ingresso al mondo dell’innovazione senza necessariamente passare attraverso modalità valutative ex ante. Diventa perciò importante monitorare Rapporto finale di valutazione – anno 2014 93 i successivi passi dei beneficiari e la loro possibile evoluzione verso modalità e processi più selettivi (e premiali) di incentivi alla ricerca. 9.8 Verso una valutazione d’impatto La valutazione dell’impatto degli incentivi pubblici alla ricerca è sicuramente il punto d’arrivo dei processi valutativi. Se da una parte, infatti, non è sufficiente mostrare “come si sono utilizzate” le risorse pubbliche, dall’altra i processi valutativi realizzati ex post faticano a restituire correttamente l’incidenza dei fattori e delle loro relazioni. Occorre in ogni caso mostrare che l’incentivo pubblico produce un effetto addizionale, che non si sarebbe verificato in assenza dell’intervento, e che l’utilizzo delle risorse è migliore rispetto a usi alternativi, compreso, ovviamente, l’accettazione dei fallimenti che, nel loro manifestarsi, introducono elementi conoscitivi utili allo sviluppo della ricerca futura. Quando si può, si ricorre all’utilizzo di metodi controfattuali, che implicano la costruzione, secondo criteri rigorosamente definiti, di campioni di controllo di imprese che non differiscono dalle imprese incentivate per aspetti strutturali o di comportamento, ma che, non ricevendo l’incentivo, possono essere ritenute utili per il confronto al fine di poter dimostrare la presenza o meno del “valore aggiunto”36 che deriva dalla disponibilità dell'incentivo. Nel caso del Trentino l’applicazione di metodi controfattuali è fortemente limitato, rispetto ai beneficiari dell’articolo 5, dalla numerosità dei casi e dalla pervasività degli strumenti di incentivazione che rendono problematica l’identificazione di un credibile campione di confronto37. 9.9 L’indagine e le interviste Allo scopo comunque di iniziare un’indagine sugli effetti degli incentivi erogati dalla legge di riferimento e di sondare la percezione che le aziende beneficiarie hanno dei meccanismi sottesi alla stessa, si è pensato di proporre ad alcune aziende un questionario di tipo qualitativo, presentato nell’allegato (All. 6.6), affiancandolo con una breve intervista che permettesse: • di inquadrare sinteticamente le caratteristiche dell’azienda e il significato del progetto agevolato all’interno del suo percorso; 36 Peraltro sulla valutazione di impatto e sul metodo controfattuale esiste una letteratura specializzata anche in riferimento al caso italiano. 37 Per uno studio sulle misure di agevolazione delle imprese in Provincia di Trento si veda l’analisi anche delle difficoltà metodologiche che da ultimo troviamo al capitolo 5, paragrafo 5, in Roberto Gabriele, Comportamento d’Impresa e politiche industriali, Franco Angeli, Milano 2013. Questo studio mostra un effetto di addizionalità dei sussidi in Ricerca e Sviluppo, per quanto riguarda gli investimenti in beni intangibili e capitale umano che persistono ad uno a due e a tre anni dalla concessione dell’incentivo. Non emergono, invece, effetti su indicatori di profittabilità e produttività del lavoro (o sono molto deboli nel caso della produttività del lavoro). L’Autore avanza l’ipotesi che la mancanza di significatività su questi aspetti di competitività sia da addebitare all’impossibilità di analizzare lag temporali più lunghi dopo la concessione dell’incentivo (ad esempio 5 o 6 anni), e questo pare tenere conto del fatto che gli investimenti in Ricerca e Sviluppo necessitano di tempi maggiori per espletare un effetto di “mercato. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 94 • di cogliere l’opinione sullo strumento agevolativo nei suoi aspetti positivi e negativi; • di cogliere l’impatto del progetto sulla vita aziendale e sul contesto provinciale. Le interviste sono state rivolte a nove aziende che hanno già terminato almeno un progetto agevolato tramite l’articolo 5 della legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6. Si è trattato dunque di un vero e proprio “sondaggio” più che di una indagine a campione vista la scarsa numerosità dei soggetti interessati. L’identificazione delle aziende è stata fatta in accordo e su suggerimento del Servizio responsabile, cercando di avere comunque una gamma di casi diversificata in termini di dimensioni, di settore, di attitudine alla ricerca. D’altra parte, dati i tempi e la natura dell’indagine, il suggerimento del Servizio non poteva che indicare soggetti particolarmente collaborativi e interessati, con questo probabilmente penalizzando la rappresentatività dell’intera popolazione dei beneficiari e privilegiando viceversa soggetti disponibili e motivati per quanto riguarda l’attenzione agli aspetti indagati. 9.9.1 Considerazioni generali • E’ stata apprezzata la natura dell’indagine “qualitativa” che ha consentito di rispondere in maniera corretta ma senza necessità di approfondimenti tecnici particolari. E’ apparso evidente un interesse a dialogare sugli strumenti, sul proprio collocamento e sulla “strategia” della Provincia autonoma di Trento in termini di ricerca e innovazione. • Nella maggioranza le persone incontrate hanno manifestato motivazioni forti dal punto di vista aziendale e con orizzonti di riferimento ampi. Si potrebbe trattare quindi di una “risorsa” importante da considerare anche per una progettazione della strategia stessa della ricerca e innovazione della Provincia autonoma di Trento. • Sembra esistere una notevole propensione all’innovazione e anche rapporti di ricerca diversificati e talvolta internazionali; ma difficilmente si poteva pensare diversamente visto i soggetti dell’indagine e la loro modalità di individuazione. • In relazione alla qualità e utilità delle collaborazioni scientifiche, queste si sono rilevate sempre almeno in linea con le aspettative e nella grande maggioranza dei casi molto importanti se non indispensabili per il successo del progetto. • Nonostante la bassa numerosità delle interviste, si evidenziano chiaramente tra i soggetti intervistati tre modalità diverse di utilizzo dello strumento molto caratterizzate: o casi di utilizzo per specifici progetti con obiettivo determinato; o casi di utilizzo ripetuto della legge a scopo di mantenimento di un vantaggio competitivo in mercati di punta; o casi di utilizzo della legge per facilitare la nascita di una startup. • Con i soggetti (4 su 9 - abbastanza in linea in termini di numerosità con le risultanze dell’analisi per settore) impegnati nel campo dell’ICT ci è sembrata Rapporto finale di valutazione – anno 2014 95 doverosa una domanda sia pure di carattere generale su Trento RISE, se non altro per la rilevanza e l’attualità anche in relazione alla stesura di questo Rapporto, volta a sondare eventuali rapporti e/o aspettative. Di fatto al momento: o non sembra emergere una approfondita conoscenza dell’Associazione e dei suoi compiti; o non sembrano esistere rapporti – anche per chi ha invece rapporti stabili con la Fondazione Bruno Kessler; o c’è una percezione di incertezza circa la possibilità che lo strumento come tale dia frutti per le realtà ICT trentine già presenti e operanti anche nei campi coperti dagli appalti precommerciali di Trento RISE. 9.9.2 Considerazioni sullo strumento della procedura valutativa Qui il giudizio è largamente positivo, in particolare: • La modalità e l’entità dello stanziamento sono giudicati congrui rispetto agli obiettivi. • I tempi di istruttoria, pur se non ottimali, non sono risultati troppo critici: il termine positivo dell’istruttoria scientifica da parte del CTS è stato spesso considerato come una conclusione di fatto e la delibera che pure giungeva molto dopo solo un problema di ratifica. • Invece sono criticate – nei casi delle strutture più piccole - la necessità di fideiussione, le modalità di rendicontazione e soprattutto i tempi di erogazione della seconda tranche (50%), a valle della rendicontazione e del suo controllo. Risultano tempi “accettabili” solo per chi ha già un flusso adeguato, quindi di norma aziende di una certa dimensione e consolidate. Si preferirebbe in questo caso tranche più piccole e posticipate ad un anticipo molto sostanzioso seguito da un saldo molto in là nel tempo. • Diversificata la risposta sull’eventuale effettuazione dell’investimento in ricerca in mancanza della legge: in generale l’investimento sarebbe da tutti stato fatto lo stesso ma nella grande maggioranza con livello innovativo e ammontare nettamente inferiore. Ma esistono casi in cui si sarebbe fatto comunque negli stessi termini con tempi dilatati o addirittura con gli stessi tempi facendo ricorso a mezzi propri o all’indebitamento con le banche. • Gli esiti sono quasi sempre molto soddisfacenti (in un solo caso “abbastanza”): essendo la ricerca e l’innovazione comunque un’attività considerata a rischio (da cui anche la possibilità di incentivi generosi) probabilmente questo è un effetto amplificato dal criterio di selezione utilizzato. 9.9.3 Considerazioni sull’impatto Questa sezione del questionario e, soprattutto, le interviste, hanno evidenziato alcune considerazioni interessanti, tendenzialmente positive. Tra queste: Rapporto finale di valutazione – anno 2014 96 • A partire da esiti giudicati molto soddisfacenti, evidentemente ne derivano effetti importanti sull’azienda anche se declinati in maniera diversa a seconda della natura della stessa. • A seconda del soggetto e del suo posizionamento sul mercato, dal punto di vista occupazionale gli esiti sono stati sia di aumento ma anche di “non diminuzione” come nel caso di una impresa estrattiva alle prese con una crisi molto forte del settore. Questo ultimo caso è stato in parte approfondito, come documentato in allegato (All. 6.7). • In più casi di aziende di punta, particolarmente presenti su mercati internazionali, solo il continuo e rapido investimento in ricerca reso possibile dallo strumento agevolativo di cui all’articolo 5 della legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6, consente di fronteggiare il mercato e/o, con il raggiungimento di standard di qualità difficilmente riproducibili, di arginare fenomeni di delocalizzazione industriale. • Oltre alle conseguenze dirette sull’impresa e sul suo posizionamento si possono indicare anche questi fattori di impatto significativi: o in parecchi casi una parte consistente dell’incentivo rifluisce su altri soggetti trentini della ricerca pubblica (in particolare Università e Fondazione Bruno Kessler); o in maniera più generale, laddove la ricerca si appoggia non solo su un’attività intellettuale ma dove è necessaria anche la realizzazione o almeno la prototipizzazione di linee di produzione o infrastrutture, esiste un significativo indotto su altre aziende locali. 9.10. Conclusioni e raccomandazioni Le analisi riportate nei paragrafi precedenti delineano un quadro di elevata positività dello strumento di cui all’articolo 5 della legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6, rivolto al sostegno ai progetti di Ricerca Industriale e Sviluppo Competitivo. L’elevata percentuale finanziata, e la natura a fondo perduto dell’incentivo, hanno costituito certamente un meccanismo di attrazione importante (anche nel “percepito” da parte delle aziende) affiancati a una dotazione economica che ne ha garantito la possibilità di applicazione a tutti i progetti che sono stati ritenuti almeno “sufficienti” dal punto di vista scientifico ed economico/finanziario. Su quest’ultimo aspetto sarebbe forse opportuno chiedersi quanto questa situazione sia dovuta alla bassa domanda e quanto ad una disponibilità particolarmente elevata. Un simile interrogativo non è tuttavia tra i compiti di questo Comitato e in particolare la scarsità della domanda non può essere certamente imputata alle caratteristiche dello strumento qui analizzato. Una breve riflessione con alcuni dati quantitativi di raffronto fra la propensione all'innovazione delle aziende in Trentino e in Italia è in ogni caso contenuta nell'allegato (All. 6.8). È stato realizzato un approfondimento circa l’utilizzo da parte delle imprese di altri strumenti di incentivazione, oltre all’articolo 5 della legge provinciale 13 dicembre Rapporto finale di valutazione – anno 2014 97 1999, n. 6. L’obiettivo era verificare quanto l’abbondanza di contributi con altre finalità abbia disincentivato il ricorso all’articolo 5, “mascherando” la ricerca e innovazione all’interno di altri incentivi. Non si è trovata chiara evidenza di questo38, ma è emersa comunque una domanda di incentivo particolarmente attiva39: dall’analisi di 172 imprese beneficiarie dell’articolo 5 è emerso che, sempre relativamente alla legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6, nel periodo 2006-2011 il 71,51% ha anche fatto ricorso agli incentivi di cui all’articolo 3 (investimenti fissi), il 54,65% all’articolo 4 (protezione ambientale), il 16,28% all’articolo 34 (investimenti fissi – ambientali. Seed money), il 10% circa all’articolo 7 (export). Un aspetto su cui apparentemente resta ancora qualche passo da fare è quello della tempistica di approvazione (ancora al di sopra dell’auspicato 90+90 che resta il target da perseguire, nonostante i miglioramenti intervenuti su questo terreno nel 2011-2012 con l’introduzione del Comitato per gli incentivi in APIAE) e presumibilmente in quello della velocità nel controllo della rendicontazione e quindi nell’erogazione del saldo, anche se sarebbe necessario su questo una verifica ad hoc in quanto tali tempi non risultano dalla nostra rilevazione ma solo da una piuttosto concorde, ma evidentemente “interessata”, considerazione nelle interviste. Questo quadro largamente positivo è evidentemente influenzato in grande misura dallo squilibrio ricordato tra la domanda e l’offerta che rende possibile, tra l’altro, un utilizzo molto duttile e differenziato dello strumento nei confronti di aziende con caratteristiche di settore, dimensionali e di situazione storica completamente diversa. A conclusione di questa analisi riteniamo comunque di poter esprimere alcune raccomandazioni, utili in particolare nel caso si volesse evolvere il sistema o per necessità dovute alla contrazione delle risorse finanziarie disponibili, o in ogni caso per l’impegno ad una più finalizzata allocazione delle stesse. 9.10.1 Focalizzazione dello strumento Come già evidenziato precedentemente, risulta evidente che lo strumento di cui all’articolo 5 della legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6, è stato utilizzato in situazioni e per scopi molto diversi fra di loro. Potrebbe essere opportuno, se non in sede legislativa, almeno in sede di istruttoria di valutazione ex ante ed ex post, tenere conto di questa diversità adottando strategie diverse nei diversi casi. In subordine ciò potrebbe, precisando le procedure, definire meglio anche i tempi di istruttoria e le modalità di erogazione dell’incentivo. • Sono stati presentati progetti con obiettivi definiti in numero limitato, volti a sviluppare o migliorare nell’azienda precisi prodotti e/o processi che consentono di meglio affrontare il mercato. L’azienda ha fatto riferimento allo 38 Nelle interviste è sembrato evidente un ricorso privilegiato all’incentivo di cui all’articolo 5 proprio per la sua natura e “ricchezza”. 39 Il dato è confermato anche nel documento datato ottobre 2013 e curato dal Servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento L’innovazione in Trentino Anni 2008-2010, che può essere consultato all’indirizzo http://www.statistica.provincia.tn.it/binary/pat_statistica_new/ricerca_sviluppo_innovazione/InnovazioneInTrentino208 _2010.1381913831.pdf Rapporto finale di valutazione – anno 2014 98 strumento in modo sporadico. Questi sono i casi più aderenti alla natura dell’incentivazione di cui ci stiamo occupando. Per questi l’attuale procedura è considerata adeguata, ma il vincolo dei 90+90 giorni per l’approvazione è assolutamente da conseguire. • Alcune aziende presentano invece progetti ripetutamente, talvolta con più obiettivi, con importi spesso molto significativi, in quanto la ricerca è parte integrante della loro possibilità di stare al passo con mercati altamente competitivi e/o per garantire la possibilità di mantenere in Trentino una presenza che potrebbe altrimenti essere delocalizzata. In tali casi, più che di un finanziamento “a progetto” si tratta sostanzialmente di “accordi” o procedure negoziate di più lunga durata e come tali andrebbero approvati e monitorati. • Per alcune aziende infine, il progetto presentato è sostanzialmente quello che attiva la nascita startup dell’azienda stessa. In questi casi, pur senza ledere la possibilità del rischio imprenditoriale di alcuno, si suggerisce di adottare un approccio alla selezione simile a quello utilizzato per l’ingresso nel capitale di rischio delle imprese startup, ponendo estrema cura nella definizione del mercato, della concorrenza, dell’accessibilità di sbocco finale e della distribuzione commerciale, delle tecnologie principali e complementari, della robustezza del piano finanziario. 9.10.2 Quali lezioni per quale strategia Non è evidentemente l’analisi di un unico strumento di incentivazione la sede adatta a definire strategie di sviluppo economico e di politica industriale, ma, data la dimensione della struttura produttiva locale, del territorio interessato e delle considerazioni espresse in precedenza all’interno di questo Rapporto, riteniamo che anche nell’utilizzo di un singolo strumento si possano fare scelte significative. • Per quanto riguarda imprese presenti sul territorio e impegnate su mercati internazionali altamente competitivi - come alcune di diverse dimensioni incontrate durante le interviste - è necessaria una particolare attenzione alla loro evoluzione, al mantenere le caratteristiche di contesto per cui il Trentino resti attrattivo, alla possibilità di “utilizzarle” per una promozione del territorio nel contesto internazionale in cui operano e per una promozione sul territorio degli esiti positivi della sinergia tra iniziativa privata e supporto pubblico. • E’ necessario fare attenzione all’equilibrio fra l’utilizzo della legge in funzione di “attrazione” per investimenti di aziende originariamente fuori provincia, rispetto a quella di supporto alle aziende locali, soprattutto le migliori, per una loro crescita, consolidamento, apertura di nuovi mercati. Il versante “attrattività”, vista l’entità percentuale dei finanziamenti, dovrebbe porre particolare attenzione alla dirette o indirette ricadute in Trentino, siano esse occupazionali, ma anche fiscali, di know-how, di networking: questo soprattutto laddove l’attività intellettuale è preponderante e lascia spazio a comportamenti opportunistici in fase di rendicontazione. • Date le dimensioni medio-piccole della gran maggioranza delle aziende trentine, potrebbero essere incentivate maggiormente le soluzioni che Rapporto finale di valutazione – anno 2014 99 propongono aggregazioni locali o anche esterne allo scopo di stimolare il sistema ad un minor grado di frammentazione. • In questo quadro il settore dell’ICT merita qualche considerazione specifica. Innanzitutto è un settore che sembra rappresentare un “distretto” nonostante non sia formalizzato in termini ufficiali: infatti i progetti presentati che possono essere considerati in diversa misura afferenti a questo ambito rappresentano il 44,83% del totale (117 su 261) per un costo complessivo presentato del 33,46% avendo un costo per progetto abbastanza inferiore alla media (poco sotto Euro 1.200.000 contro una media generale di poco superiore ad Euro 1.500.000). Se si analizzano i dati in termini di finanziamento accordato, i progetti afferenti all’ICT in termini di numero rappresentano il 42,02% (79 su 188), in termini di costo ammesso il 28,77% ed in termini di finanziamento il 30,91%. Una seconda considerazione nasce dalla parziale sovrapposizione di argomenti rintracciabile in una lettura comparata dei progetti presentati. L’attenzione a questi elementi di sovrapposizione sia di argomenti di ricerca, sia di ambiente applicativo, che oggi a loro volta si sovrappongono ad altre iniziative che insistono sugli stessi ambiti come gli appalti precommerciali di Trento RISE, si rende tanto più necessaria poiché parecchie imprese proponenti sono legate (e ciò viene documentato in modo chiaro dalle dichiarazioni relative alle collaborazioni scientifiche) al mondo della ricerca pubblica trentina da rapporti multipli e consolidati nel tempo, con il rischio di forme di sussidiazione pubblica prolungata e di assenza sostanziale di competizione. Oggi sul tema ricerca e innovazione nel campo ICT insistono finanziamenti che giungono in modalità diversa (al Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione dell’Università di Trento, al CIT della Fondazione Bruono Kessler, a Trento RISE ma anche in maniera cospicua, come abbiamo visto, alle aziende tramite lo strumento di cui all’articolo 5 della legge provinciale 13 dicembre 1999). Sicuramente ICT è una tecnologia “pervasiva” e, quindi gli ambiti di ricerca e applicazione sono immensi. Risulta quindi probabilmente opportuna una visione più integrata per ottenere effettivamente risultati di ricerca, di sviluppo economico e di ricaduta sul territorio proporzionali allo sforzo messo in campo. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 100 10. Trento RISE 10.1 Introduzione Trento RISE è stata costituita nel dicembre 2010 come associazione tra la Fondazione Bruno Kessler e l’Università degli Studi di Trento, con l’obiettivo di agire come partner associato dell’EIT ICT Labs, una delle prime “Knowledge and Innovation Communities” (KIC) create dall’Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia (EIT), su iniziativa dell’Unione Europea. Con una prima Convenzione del maggio 201140 la Provincia autonoma di Trento ha stabilito di sostenere l’associazione Trento RISE fino alla fine del 2014, esplicitando una serie di obiettivi e risultati attesi connessi al contributo finanziario concesso: 40 La legge provinciale di Trento 2 agosto 2005, n. 14 (legge sulla ricerca) ha riordinato l’intero sistema della ricerca trentino, nonché il ruolo della Provincia nel governo e nel sostegno dello stesso. L’articolo 21 bis della legge sulla ricerca assicura il sostegno della Provincia autonoma di Trento all’iniziativa “Trento research, innovation and education system” (Trento RISE), “nodo associato dell’EIT ICT Labs”, consorzio selezionato dall’Istituto Europeo di Tecnologia ed Innovazione (istituito dal regolamento (CE) n. 294/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio dell'11 marzo 2008 e riferibile alla funzione di catalizzatore dell’innovazione. In particolare, al fine di rafforzare la cooperazione dei soggetti operanti nel campo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, con riferimento alla ricerca, all'innovazione e all'alta formazione e comunque per finalità d'interesse generale non economico, si prevede che la Provincia autonoma di Trento può sostenere programmi di attività dell’iniziativa Trento RISE mediante convenzione stipulata con enti o organismi costituiti da soggetti pubblici aderenti all’iniziativa. Nel dicembre 2010 l’Università degli studi di Trento e la Fondazione Bruno Kessler hanno costituito l’Associazione Trento RISE, il cui fine è agire come partner associato dell’EIT ICT Labs e contribuire alla creazione nel territorio trentino di un polo di eccellenza nella ricerca, innovazione e alta formazione nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. La Giunta provinciale con deliberazione n. 2902 del 14 dicembre 2010 ha approvato il Programma Pluriennale della Ricerca per la XIV Legislatura che individua tra le aree di ricerca d’interesse prioritario per il territorio provinciale l’area delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Il Programma Pluriennale della Ricerca per la XIV Legislatura espressamente afferma che l’ente, incaricato per l’esercizio delle funzionalità previste nel progetto Trento RISE, è chiamato ad aggregare in una logica cooperativa e per finalità di interesse generale non economico gli attori pubblici del sistema trentino, che sono stati i proponenti in sede comunitaria, e venga finanziato a carico del bilancio provinciale con fondi oggetto di uno strumento convenzionale. Con deliberazione n. 621 di data 1 aprile 2011 la Giunta provinciale ha approvato lo schema di convenzione con Trento RISE, poi sottoscritta in data 11 maggio 2011, mentre con deliberazione n. 1149 dell’8 giugno 2012 è stato approvato l’atto aggiuntivo a fronte del riconoscimento di nodo nazionale dell’ICT per l’EIT, decorrente dal 1 gennaio 2012. In quest’ultimo provvedimento si è maggiormente focalizzata la correlazione fra Provincia autonoma di Trento e Trento RISE nell’espletamento di attività a titolo di supporto per gli appalti precommerciali. Da ultimo, si richiama anche la deliberazione della Giunta provinciale n. 2502 del 23 novembre 2012, con cui sono state individuate due ulteriore iniziative di innovazione in materia di agricoltura, turismo, commercio e promozione nonché di territorio, ambiente e foreste, per un importo di Euro 600.000,00 ciascuna e da realizzarsi, ai sensi e con le modalità previste dall’articolo 4 del Primo atto aggiuntivo alla Convenzione in essere tra Trento RISE e la Provincia, dalla Associazione citata, attraverso l’integrazione del Piano attuativo 2012. La legge provinciale 27 dicembre 2012, n. 25 (legge finanziaria provinciale 2013) ha rimodulato gli stanziamenti del capitolo-articolo 317000-010 “cofinanziamento dell’iniziativa Trento RISE nell’ambito dell’Istituto europeo di tecnologia ed innovazione (EIT)” che ora interessano anche gli esercizi finanziari 2016, 2017 e 2018, mantenendo invariato il finanziamento provinciale complessivo nell’arco di tempo 2011 – 2018. Con deliberazione n. 643 di data 12 aprile 2013 la Giunta provinciale ha provveduto alla conseguente rimodulazione degli impegni sino al 2018, mentre con deliberazione della Giunta provinciale n. 2336 di data 24 ottobre 2013 è stato approvato il Secondo Atto Aggiuntivo, sottoscritto in data 6 – 8 novembre 2013: in tal modo è stato approvato il nuovo piano 2011 – 2018 ed è stata estesa la durata, stabilita dall’articolo 11 della Convenzione e rivista dall’articolo 3 del Primo Atto Aggiuntivo alla Convenzione, fino al 31 dicembre 2018 a parità di risorse già assegnate e allo stesso tempo con la previsione di un secondo monitoraggio nel 2016. Le deliberazioni ora richiamate sono consultabili sul sito http://www.delibere.provincia.tn.it/. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 101 • • • • • • promuovere progetti di ricerca ed innovazione tecnologica in area ICT; attrarre talenti in ambito internazionale sulle tematiche ICT (con l’obiettivo di diventare uno degli 8 principali hub internazionali in questo ambito); sviluppare un modello di supporto all’innovazione che possa consentire l’inserimento del Sistema Trentino della Ricerca e dell’Alta Formazione (STAR) nel circuito internazionale EIT ICT Labs; assicurare ricadute occupazionali in ambito industriale; introdurre un sistema di “doppia affiliazione” per i ricercatori afferenti ad istituzioni locali presenti sul territorio; attrarre investimenti sul territorio da parte di imprese e multinazionali. Nel giugno 2012 la Giunta provinciale ha approvato il “Primo Atto Aggiuntivo” alla Convenzione già in essere, unitamente al “Quadro delle Risorse 2011-2015” (che ha sostituito il precedente contenuto nell’Allegato B della Convenzione del maggio 2011) e al “Piano delle attività per l’anno 2012”. In quest’ultimo provvedimento, conseguente al riconoscimento di Trento Rise quale nodo nazionale dell’ICT per l’EIT, la Provincia autonoma di Trento attribuisce a Trento RISE la possibilità di mettere in atto azioni di supporto per gli appalti pre-commerciali. L’attivazione di tali progetti prevede una preliminare attività di raccolta e identificazione dei fabbisogni e delle opportunità̀ di innovazione presso le strutture provinciali di merito e la condivisione con i dipartimenti delle strategie per ciascun ambito tematico individuato. In seguito al riconoscimento dell’associazione Trento RISE quale nodo del consorzio EIT ICT Labs, l’impegno della Provincia autonoma di Trento a sostenere l’associazione stessa viene prorogato a fine 2015, con un incremento delle risorse assegnate da 20 a 76 milioni di Euro. Va però ricordato che il piano pluriennale delle attività approvato con la Convenzione del maggio 2011 era già basato su un’ipotesi di finanziamento complessivo di 76 milioni di Euro. In base a quanto stabilito nella Convenzione del maggio 2011, il contributo della Provincia autonoma di Trento è inteso come finanziamento generale delle attività di Trento RISE. Le risorse erogate dalla Provincia non possono coprire costi dell’associazione già coperti con altri finanziamenti, anche non provenienti dalla Provincia. In particolare, i costi del personale dipendente dei soggetti che contribuiscono all’associazione e che sono già finanziati dalla Provincia non possono essere coperti con le risorse provinciali erogate a favore di Trento RISE. Il modello prevede un meccanismo di co-finanziamento pubblico, basato su un’alleanza pubblico-privata dove al contributo privato corrisponde tipicamente un uguale contributo da parte pubblica. In questo schema, e secondo le previsioni indicate nei primi documenti di programmazione, il contributo della Provincia autonoma di Trento dovrebbe progressivamente ridursi, all’aumentare del contributo privato. In particolare, la Convenzione prevede l’obiettivo del raggiungimento, nel settore della ricerca, di un livello di autofinanziamento (cioè apporto di contributi e corrispettivi da parte di soggetti diversi dalla Provincia autonoma di Trento) pari al Rapporto finale di valutazione – anno 2014 102 30% entro il 2013, da elevarsi al 32% entro il 2014. All’autofinanziamento possono concorrere anche i fondi assegnati dalla Provincia su base competitiva. A regime quindi Trento RISE dovrebbe generare un indotto superiore al contributo pubblico ricevuto. A questo riguardo, a seguito della rimodulazione degli impegni di spesa effettuata ad aprile 2013 sul periodo 2013-2018, le previsioni di progressiva autosostenibilità dell’associazione Trento RISE non sono state riviste. Il contributo privato si sostanzia in contributo in kind da parte di centri di ricerca (che apportano esclusivamente personale) e imprese, che apportano personale o altre risorse. La Provincia autonoma di Trento stabilisce il proprio contributo annuale sulla base di quanto indicato nel Piano attuativo annuale. L’erogazione del contributo avviene su base quadrimestrale, in relazione all’effettivo andamento della spesa (il contributo già erogato deve essere speso per almeno l’80%). Più che un vero e proprio monitoraggio, reso difficile dalla tempistica e da una disponibilità non molto strutturata di informazioni, sebbene molto più ricche di quelle disponibili un anno fa nel Rapporto intermedio, il CVR ha deciso di affrontare il tema attraverso una breve rassegna delle principali attività realizzate od in corso di realizzazione da parte di Trento RISE che riassumono gli elementi ad oggi disponibili in riferimento al piano di sviluppo dell’associazione per i prossimi anni, che vengono presentati nel paragrafo che segue. Il terzo paragrafo sintetizza il prospetto delle risorse finanziarie. Il quarto paragrafo presenta una riflessione su come Trento RISE si colloca nel contesto del sistema trentino della ricerca ed innovazione, con specifico riferimento al processo di sviluppo e consolidamento sul territorio dell’associazione. Infine, nel quinto paragrafo si avanzano alcune proposte ritenute rilevanti nella prospettiva di futura programmazione pluriennale delle attività di Trento RISE. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 103 10.2 Le attività di Trento RISE 10.2.1 Premessa Al momento della redazione di questo documento, l’associazione Trento RISE ha portato a compimento le fasi di integrazione nel sistema europeo EIT ICT Labs, di strutturazione operativa e di definizione degli strumenti di intervento. Tali attività hanno caratterizzato il primo anno di vita dell’associazione. Il ciclo di vita di un progetto come Trento RISE ha necessariamente un orizzonte di medio lungo periodo. Tale caratteristica limita chiaramente la possibilità di misurare quantitativamente, ad oggi, delle ricadute locali dell’iniziativa. In ragione di tale rilevante premessa, le considerazioni espresse in questo documento si focalizzeranno necessariamente sugli aspetti relativi all’impianto progettuale nel suo complesso, all’efficacia attesa del modello di governance adottato e alla appropriatezza degli strumenti messi in campo sino ad ora o già previsti per il prossimo futuro. Ad oggi non è ancora disponibile il nuovo piano strategico di Trento RISE, che dovrebbe comunque essere pubblicato a breve. I contenuti e le valutazioni riportate in questo documento intendono comunque offrire degli spunti utili a tale processo di programmazione. Le informazioni riportate in questo documento derivano sia da documentazione ufficiale di Trento RISE (bilanci 2011 e 2012), sia da interviste che sono state realizzate nel corso del 2013 con i responsabili dell’associazione. Seguendo l’impianto organizzativo e funzionale che Trento RISE si è data in riferimento alla propria missione, la rassegna degli ambiti di attività e le relative iniziative sono stati suddivisi tra area ricerca, area formazione ed area business. Elemento trasversale a tali aree è il ruolo di “catalizzatore” dell’innovazione a livello sistemico di Trento RISE: le competenze e i risultati della ricerca generati dall’Università di Trento e dalla Fondazione Bruno Kessler vengono valorizzati e resi fruibili sul mercato attraverso il ricorso a molteplici strumenti (dal supporto all’imprenditorialità hi-tech, al sostegno a progetti flagship, all’alta formazione in area ICT, all’attrazione sul territorio di player industriali, al sostegno all’apertura internazionale dei network di ricerca ed innovazione attraverso le opportunità offerte dal sistema EIT ICT Labs). 10.2.2 Area Ricerca La missione dell’associazione Trento RISE prevede esplicitamente che non sia realizzata in proprio attività di ricerca di base. L’associazione ha invece un ruolo di supporto allo sviluppo di progetti di ricerca strategici congiunti tra i soci ed anche con altre realtà locali, favorendo l’avvio di partnership di ricerca con altri soggetti della rete EIT ICT Labs, individuando opportunità di ricerca e “catalizzando” le attività dei soci e partner (locali e non) attorno a progetti con elevato potenziale di ricaduta economica ed industriale. Per queste finalità nel 2011 è stato costituito il Research Board di Trento RISE, un organo che rappresenta 12 aree scientifiche, composto da ricercatori provenienti da diverse Rapporto finale di valutazione – anno 2014 104 istituzioni (nello specifico Fondazione Bruno Kessler, Università di Trento, CREATE-NET, Graphitech, CELCT, e CNR ISTC-LOA). Trento RISE ha permesso la partecipazione diretta dei ricercatori locali alla redazione del bando annuale EIT ICT Labs. L’associazione ha anche supportato la predisposizione di domande di finanziamento su tali fondi europei. Nel complesso sono state sottomesse 68 proposte per il 2013, di cui 9 guidate direttamente da Trento RISE. Nel 2012 Trento RISE ha, inoltre, supportato lo sviluppo di domande di finanziamento su fondi Europei e italiani (MIUR). I dati disponibili indicano per il 2012 circa 7,5 milioni di Euro di fondi di ricerca assegnati per progetti di istituzioni locali in cui Trento RISE è partner e circa 1,5 Milioni per progetti direttamente attribuiti a Trento RISE (fonte Bilancio Trento RISE). All’area della ricerca sono inoltre riconducibili le iniziative di Trento RISE denominate flagship projects: “Smart Campus”, “Open Data”, “Big Data”. Tali progetti si basano sullo sviluppo di piattaforme open source per la generazione di applicativi secondo il paradigma dei living labs territoriali. L’impatto di Trento RISE sul potenziale del sistema della ricerca trentina nelle aree ICT non è chiaramente riconducibile solo alla competitività per l’acquisizione di risorse pubbliche in ambito internazionale. Le attività di Trento RISE dovrebbero infatti, in primo luogo, supportare la capacità dei soggetti locali di costruire network internazionali di ricerca accademica ed industriale. Tale obiettivo viene perseguito da Trento RISE fornendo ai soggetti presenti sul territorio informazioni su opportunità tecnologiche, sui trend nell’attività di innovazione in area ICT a livello globale, sulla localizzazione di cluster e filiere di interesse. 10.2.3 Area Formazione Per quanto concerne le attività dirette di formazione, Trento RISE è stata impegnata nelle seguenti iniziative: • EIT in ICT Labs Master School: Trento RISE ha sostenuto questa iniziativa di alta formazione in collaborazione con 19 Università e Istituti europei e i 6 colocation centers. In particolare, Trento RISE partecipa come “entry point” (primo anno del master) per il Master in Security and Privacy. • EIT ICT Labs Doctoral School in ICT and Innovation. • Doctoral Training Center on ICT for Quality of Life. • Contributo alle attività outreach lanciate da EIT. • Collaborazione alle iniziative di EIT ICT Labs indirizzate alla formazione post-dottorato. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 105 • Camp invernale internazionale sulle tecnologie del linguaggio e della conoscenza al fine di attirare un numero limitato di studenti master selezionati, interessati alla scuola PhD. Trento RISE ha inoltre avviato azioni di supporto alla formazione nelle aree ICT specificamente finalizzate all’innovazione e imprenditorialità. Tra queste si cita l’iniziativa per il co-advising per gli studenti di dottorato da parte di centri di ricerca e aziende. Inoltre, il piano di sviluppo di Trento RISE prevede l’avvio di un programma specifico per l’attrazione di ricercatori stranieri di talento. L’obiettivo di supportare l’attrattività internazionale del sistema locale è stato ad oggi perseguito principalmente nella prospettiva dell’imprenditorialità hi-tech attraverso l’iniziativa “TechPeaks”. 10.2.4 Area business, innovazione e trasferimento tecnologico Le linee di azione di Trento RISE nell’area del trasferimento tecnologico e creazione di impresa sono riconducibili ai seguenti aspetti: • attrazione di laboratori di ricerca di aziende innovative a livello nazionale e internazionale e promozione di solidi rapporti di collaborazione con imprese locali; • sviluppo di iniziative orientate all’internazionalizzazione del sistema scientifico ed industriale locale nelle aree ICT; • definizione di accordi formali con i principali centri di ricerca, le associazioni e le istituzioni locali per l’utilizzo di servizi già esistenti da parte delle nuove imprese; • organizzazione di eventi specifici (ad es. weekend di avviamento, camps, innovation labs) finalizzati allo sviluppo di attitudine imprenditoriale legata alla ricerca e all’ICT. Per quanto concerne la capacità di attrazione sul territorio di laboratori di ricerca, ad oggi hanno realizzato degli investimenti per la co-localizzazione di laboratori le seguenti principali realtà industriali41: • • • • • • IBM - Center for Advanced Studies of Trento; Engineering - Engineering Society and Territory Trento Research Office; GPI- Centro Ricerche; Telecom Italia - Semantics& Knowledge Innovation Lab; Point Grey; Expert Systems. 41 Sono presenti tra i soggetti co-localizzati anche ulteriori imprese di minori dimensioni. Si rimanda al sito di Trento RISE ed al bilancio 2012. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 106 Al momento risultano essere in corso di definizione ulteriori accordi di insediamento con importanti realtà industriali italiane, tra cui Poste Italiane, ENEL ed ST Microelectronics. Il 2012 ha visto l’avvio dell’attività relativa ai bandi pre-commercial procurement (PCP)42. Tale strumento di finanziamento rappresenta, ad oggi, la principale leva strategica sfruttata da Trento RISE per favorire lo sviluppo locale di competenze e sistemi di relazioni per l’innovazione nell’ambito delle tematiche dell’EIT ICT Labs. Sono stati banditi 7 avvisi pubblici per la realizzazione di progetti di innovazione, secondo il modello PCP. Trento RISE si pone come soggetto attivo lungo tutto il processo di gestione dei PCP, dall’individuazione del problema da affrontare e dei relativi requisiti, alla gestione ed integrazione dei progetti, alla valorizzazione dei risultati. Le macro-aree di interesse dei progetti di innovazione sono: i) turismo, cultura e scuola; ii) sanità, salute, sociale; iii) energia ed ambiente. La seguente tabella sintetizza l’attuale stato di avanzamento dei bandi. Tabella 36 – Stato avanzamento bandi PCP a febbraio 2014 Progetto A PLATFORM FOR ENHANCED TOURIST EXPERIENCE MANAGEMENT - valore complessivo di Euro 7.500.000 su 3 anni; co-investimento dell’aggiudicatario del 53% Stato attuale Partecipanti: 2 RTI Aggiudicato ad un RTI (mandatario: Engineering Ingegneria Informatica SPA) ADVANCED ICT SERVICES FOR WELL BEING AT HOME valore complessivo di Euro 4.500.000 su 3 anni; co-investimento dell’aggiudicatario del 52 Partecipanti: 1 RTI ed una impresa singola poi esclusa per mancata presentazione della proposta nei termini del bando. Aggiudicato ad un RTI (mandatario GPI Spa) ORGANISATIONAL AND PROCESS MODELS ENABLING TECHNOLOGY TRANSFER AND THE APPLICATION OF INNOVATIVE SOLUTIONS - valore complessivo di Euro 7.473.000 su 3 anni; co-investimento dell’aggiudicatario del 50%. PLATFORM FOR INTELLIGENT PROVISION AND UBIQUITOUS ACCESS TO INFORMATION AND SERVICES FOR THE CULTURAL HERITAGE valore complessivo di Euro 5.400.000 su 3 anni SMART SPACE MANAGEMENT PLATFORM - PCP in fase di aggiudicazione per un valore complessivo di Euro 2.100.000 Partecipanti: 2 imprese singole di cui una esclusa in quanto non ammissibile per i criteri del bando. Aggiudicato a Deloitte Consulting Srl ICT PLATFORM FOR SMART BUILDING ENERGY OPTIMIZATION AND SMART GRID INTEGRATION – PCP in fase di aggiudicazione per un valore complessivo di Euro 4.500.000 PIATTAFORMA ICT A SUPPORTO DI UN MODELLO DI INTEGRAZIONE DI SERVIZI SOCIOASSISTENZIALI, EROGATI IN FORMA ORCHESTRATA - in fase di aggiudicazione per un valore complessivo di Euro 5.000.000, coinvestimento dell’aggiudicatario del 50%. Partecipanti: 2 RTI Ancora in fase di aggiudicazione Partecipanti: 2 RTI Ancora in fase di aggiudicazione Partecipanti: 3 RTI Ancora in fase di aggiudicazione Chiusura bando prima fase 25 febbraio 2014 42 Per una disamina dell’istituto dell’appalto precommerciale e delle relative esperienze in Italia si rinvia a Michele Nulli (a cura di), Gli appalti precommerciali in Italia: una ricostruzione fra teoria generale ed esperienze regionali, Provincia autonoma di Trento, Trento 2013, disponibile sul sito http://www.uniricerca.provincia.tn.it . Rapporto finale di valutazione – anno 2014 107 Trento RISE ha inoltre avviato la progettazione di procedure di tipo PCP specificamente dedicate a piccole e medie imprese (valore massimo pari a circa 200mila Euro, 12-18 mesi per la realizzazione e cofinanziamento privato al 2530%). Trento RISE è stata anche impegnata nell’avvio di laboratori territoriali: tali laboratori sono pensati per testare sul campo soluzioni tecnologiche, anche in riferimento ad aspetti organizzativi e di user acceptance. Fra questi si ricorda il laboratorio territoriale “Smart Campus” finalizzato alla sperimentazione di servizi per gli studenti che saranno disponibili anche attraverso dispositivi mobili. Per quanto concerne le attività a supporto dell’imprenditorialità, Trento RISE nel corso del 2013 ha avviato il progetto “TechPeaks”. Il programma si differenzia rispetto a tradizionali forme di seed money e incubazione. Il bando è, infatti, progettato in modo da favorire l’attrazione sul territorio di imprenditori esterni e si basa sul sostegno alla accelerazione delle idee imprenditoriali con programmi residenziali. I potenziali imprenditori beneficiano dell’accesso a risorse e competenze tecnologiche del sistema locale della ricerca. Il programma ha una dotazione finanziaria pari a circa 450 mila Euro. Ad oggi è stata chiusa la prima selezione di 66 candidati. Il programma “TechPeaks” prevede, a valle di un processo di screening realizzato anche da operatori del settore del venture capital, la possibilità di un contributo di 25mila Euro per lo sviluppo dell’idea imprenditoriale e un eventuale successivo matching fund di 200 mila Euro per quelle imprese che siano riuscite nell’arco di 12 mesi ad attrarre capitali privati. A gennaio 2014 è stato chiuso il secondo bando “TechPeaks” che prevede il supporto finanziario per 50 soggetti. Il bando prevede il finanziamento aggiuntivo di 5 idee imprenditoriali, per un massimo di 50 mila Euro, conseguentemente alla costituzione di startup sul territorio locale. Sempre sul versante del finanziamento dell’innovazione, Trento RISE ha realizzato degli accordi con soggetti quali H-Farm Ventures e Mind the Bridge con l’obiettivo di accrescere la visibilità internazionale delle proprie iniziative a sostegno dell’imprenditorialità hi-tech nel settore ICT. 10.3 Risorse finanziarie In base agli ultimi dati disponibili (bilancio 2012) i costi annuali complessivi della struttura sono stati pari a circa 4,1 milioni di Euro, di cui circa 2,8 milioni riferiti a servizi amministrativi e generali. Per quanto concerne le aree di intervento, quella che assorbe maggiori risorse è denominata da Trento RISE nel proprio piano di contabilità analitica “supporto all’innovazione” (circa 1 milione di Euro). Il personale impiegato nelle aree gestione, segreteria e comunicazione ha invece generato un costo pari a circa 0,7 milioni. Dal bilancio non è possibile ricavare delle informazioni puntuali sulla composizione delle entrate di Trento RISE. I dipendenti di Trento RISE in forza a dicembre 2013 sono 42 (41 a tempo determinato) con un Rapporto finale di valutazione – anno 2014 108 costo complessivo annuo pari a circa 2,2 milioni di Euro. Nello stesso anno i contratti di collaborazioni a progetto sono stati 55 per un valore complessivo di circa 1,5 milioni di Euro. Si hanno a disposizione informazioni indirette solo su entrate provenienti da finanziamenti extra-Provincia in ambito europeo e nazionale, che ammontano a circa 1,4 Milioni di Euro per il 2012 (vedi la Nota integrativa bilancio 2012). Nell’aprile 2013 la Giunta provinciale ha realizzato una rimodulazione degli impegni di spesa a favore di Trento RISE su un orizzonte temporale che si estende ora sino al 2018, secondo la ripartizione indicata nella tabella sottostante. Le strategie atte a garantire la sostenibilità finanziaria dell’associazione saranno esplicitate nel contesto del futuro piano strategico attualmente in fase di elaborazione. Tuttavia, nel corso delle audizioni del CVR con la Fondazione è stato prospettato un assetto futuro dell’associazione sintetizzabile nei seguenti elementi. In primo luogo, si conferma la volontà di contenere le dimensioni dell’associazione che non sarà attiva nella ricerca ed i cui costi fissi saranno relativi in larga misura al solo personale preposto alla gestione degli strumenti per l’innovazione, alle infrastrutture ed agli immobili. Inoltre, per quanto concerne il personale, si prevede la presenza di un nucleo stabile di dimensioni relativamente ridotte di soggetti altamente qualificati, a cui si affiancherebbero soggetti contrattualizzati in base agli specifici progetti attivi, in modo da garantire un adeguato grado di flessibilità della struttura. Infine, la sostenibilità̀ finanziaria si fonderà sia sull’impiego di servizi e le competenze presenti nei soci fondatori, sia sul cofinanziamento delle attività da parte degli enti di finanziamento e dei privati. Tabella 37 – Stanziamenti della Provincia autonoma di Trento Anno 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Stanziamenti bilancio (migliaia di Euro) 8.543 6.385 10.385 11.000 11.000 9.722 10.4 Considerazioni utili per un processo di valutazione Nei seguenti paragrafi, a partire da quanto emerso nelle azioni sinora sviluppate da Trento RISE, sono presentati e discussi alcuni elementi di possibile criticità con l’obiettivo di fornire considerazioni utili per la programmazione futura delle attività dell’associazione. 10.4.1 Governance e programmazione delle attività Uno degli aspetti di maggiore rilevanza nella valutazione delle potenziali ricadute future dell’iniziativa attiene il modello di governance e la connessa capacità dell’associazione di generare ritorni addizionali rispetto all’agire disgiunto dei due soci fondatori. In linea di principio esiste, infatti, un non trascurabile rischio Rapporto finale di valutazione – anno 2014 109 di possibili sovrapposizioni e/o duplicazioni di ruoli e mandati. Diviene, quindi, essenziale una discussione in merito alle modalità organizzative e gestionali più efficaci per garantire tale principio di addizionalità ed assicurare il raggiungimento di un adeguato livello di autonomia della struttura stessa nel campo delle tecnologie abilitanti. A questo riguardo, è fondamentale ricordare che Trento RISE dichiara di non realizzare direttamente attività di ricerca e innovazione, elemento di netta distinzione rispetto ai soci. Trento RISE dichiara di sviluppare competenze e presidiare aree non coperte dai soci, integrando il loro operato in quegli ambiti più prossimi al mercato e che richiedono competenze specialistiche difficilmente sviluppabili internamente dai soci stessi. Dal momento che Trento RISE si è candidata, quindi, a rivestire un ruolo sostanzialmente di “innovation-hub” rispetto alle istituzioni socie, risulta cruciale il processo di orientamento e allineamento delle attività rispetto alle linee di ricerca dei soci, al fine di garantire il raggiungimento di opportune sinergie a supporto dell’innovazione. Nella fase di start-up dell’associazione, questo processo di coordinamento sembra essere stato subordinato alla necessità di sperimentare differenti strumenti di intervento e di creare una massa critica di iniziative e contenuti riferibili all’associazione, che ne favorissero la visibilità, la connotassero in ambito nazionale ed internazionale e le permettessero di intercettare potenziali opportunità di investimento da parte di soggetti privati. Anche in conseguenza di tale approccio iniziale nella programmazione delle attività, l’attuale spettro degli ambiti di applicazione ICT coperto dalle differenti iniziative messe in campo da Trento RISE risulta essere assai ampio (si vedano gli ambiti tematici ed applicativi dei PCP, quelli della formazione su master e dottorati, quelli dei progetti per PMI, quelli dei flagship projects, quelli di centri di ricerca delle imprese co-localizzate o in procinto di insediarsi). Al momento le attività di Trento RISE coprono di fatto tutti i “four pillars” contenuti nel documento programmatico di ICT Labs a livello Europeo (EIT ICT Labs “Strategic Innovation Agenda 2013”). Inoltre, lo sviluppo del contesto del nodo italiano della rete ICT Labs, ad esempio con l’insediamento di centri di ricerca di soggetti privati, ha condotto a un incremento significativo del numero di stakeholder coinvolti nella definizione di una agenda delle priorità tematiche/progettuali (EIT ICT Labs, Fondazione Bruno Kessler e Università di Trento, Provincia autonoma di Trento, imprese co-locate, altri soggetti affiliati al nodo). In ottica di programmazione strategica delle attività future e della capacità di competizione nello scenario internazionale diviene indispensabile una valutazione in merito alla sostenibilità e competitività di un modello che, pur nel contesto ICT, appare significativamente diversificato. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 110 Per questa ragione appare prioritario un affinamento del modello di governance di Trento RISE che preveda la costituzione di un board che garantisca trasparenza verso gli stakeholder stessi nel processo di definizione del mandato dell’associazione e rafforzi la partecipazione alla governance delle scelte strategiche. Chiaramente, l’assetto del futuro modello di governance dovrà necessariamente derivare anche dalle scelte in merito alla strategia di sviluppo futuro dell’associazione, la quale, in ragione del rilevante impegno economico della Provincia, si trova ad opera in un regime differente rispetto agli altri nodi della rete EIT ICT Labs. Rispetto a tale questione centrale è possibile prevedere due principali dinamiche future di sviluppo, in cui il baricentro delle attività di Trento RISE è focalizzato rispettivamente verso il supporto all’accesso al network internazionale di EIT, oppure verso azioni di supporto alla Provincia nella gestione di iniziative per il sistema locale di innovazione, anche con ambiti di interesse non strettamente legati alle tematiche proprie della rete EIT. In linea di principio le due linee strategiche di sviluppo - il coordinamento di azioni locali e il supporto all’internazionalizzazione delle attività di ricerca applicata ed innovazione nell’ICT - non appaiono necessariamente incompatibili. Tuttavia, un ampliamento degli ambiti di intervento di Trento RISE nel contesto di STAR richiederebbe, a maggior ragione, un più intenso processo di coordinamento con gli altri stakeholder ed una contestuale esplicita ridefinizione delle finalità del sostegno da parte della Provincia. Una parziale ridefinizione del mandato inizialmente previsto per Trento RISE, a favore del supporto alla Provincia e al coordinamento di STAR, impone una riflessione in merito agli effetti prodotti sul personale stesso di Trento RISE. Un allargamento del perimetro del mandato dell’associazione rispetto al focus disciplinare ed applicativo proprio dell’EIT ICT Labs potrebbe svalutare l’asset fondamentale dell’iniziativa che consiste specificamente nella opportunità di mettere in collegamento con reti di innovazione europee l’ecosistema locale della ricerca ed il tessuto imprenditoriale attivo su tali tematiche. Proprio per questa ragione, si sottolinea l’importanza per Trento RISE di includere anche nello statuto dell’associazione un esplicito riferimento sia alla rete EIT ICT Labs sia alla convenzione con la Provincia. 10.4.2 Strumento del Pre-Commercial Procurement L’ampio e pervasivo terreno dell’ICT costituisce un’area di specializzazione portatrice di rilevanti potenzialità di miglioramento delle funzionalità della Pubblica Amministrazione e in senso lato delle attività gestite e coordinate in Rapporto finale di valutazione – anno 2014 111 ambito pubblico. In questo senso lo strumento dei PCP43 presenta in linea di principio elevate potenzialità proprio sui domini tecnologici presidiati da Trento RISE. Lo sfruttamento delle potenzialità di stimolo dell’innovazione derivante dalla domanda pubblica richiede però l’identificazione di ambiti di attività e servizi di cui si auspica il progresso e che possa essere sostenuto da un percorso di ricerca e sviluppo e prototipazione. Si chiede a imprese e istituti di ricerca di condividere con l’amministrazione pubblica il peso del rischio connesso allo sforzo di ricerca, con la prospettiva che – oltre all’assunzione di una parte dei costi di ricerca e sviluppo – il soggetto pubblico costituisca un mercato conosciuto e coordinato per i prototipi che le imprese saranno in grado di offrire. Nel disegno europeo, l’effetto di stimolo alle imprese si completa poi affiancando alla guida nella direzione di ricerca e al sostegno di una parte dei costi di ricerca, la competizione fra sforzi di ricerca e idee progettuali. Infatti il bando PCP dovrebbe condurre alla selezione di almeno tre progetti e almeno due sviluppi, in competizione fra di essi. Alla fine del percorso, anche se non si sarà scelti come fornitori, si sarà comunque accumulata esperienza tale da poter offrire il risultato raggiunto in altri ambiti pubblici e privati. Rispetto a tali finalità e modalità di gestione tipici dei contratti derivanti da bandi per il PCP, l’analisi (ad oggi necessariamente ancora parziale) dei bandi gestiti da Trento RISE mette in evidenza i seguenti aspetti. Il testo dei bandi indica in modo piuttosto ampio e generale gli ambiti applicativi su cui si chiede ai candidati di proporre progetti di ricerca che scaturiscono in progetti realizzativi. A questo riguardo, sarebbe risultato utile indicare più esplicitamente le funzionalità di cui si chiede il miglioramento, fornendo quando possibile alcuni parametri di misura dell’accrescimento atteso delle funzionalità richieste. Per quanto concerne la scelta delle tematiche progettuali, con l’eccezione dei bandi per turismo e beni culturali, sui quali si è rilevata una certa interazione con le strutture di merito della provincia, negli altri casi non si sono reperite sufficienti informazioni relative a sistematiche indagini svolte nell’ambito dell’ente Provinciale sui bisogni, su una visione di sviluppo della Pubblica amministrazione e delle attività ad essa afferenti, né sulla possibile interazione con le caratteristiche distintive del territorio e dei soggetti economici e della ricerca ivi operanti. Nella prima serie di PCP attivati da Trento RISE non era previsto un processo “ad imbuto” per favorire la competizione fra più partecipanti assegnatari di un cofinanziamento della ricerca. Per altro, il numero di proposte iniziali ricevute sui differenti bandi è risultato essere relativamente ridotto (mai superiore a 3 imprese o RTI) e di fatto non compatibile con uno schema tradizionale di PCP articolato su più fasi con progressiva riduzione dei soggetti finanziati44. Le motivazioni di 43 Per un’analisi anche giuridica dei PCP banditi da Trento RISE sino al mese di settembre 2013 si veda il già citato M. Nulli (a cura di), Gli appalti precommerciali in Italia: una ricostruzione fra teoria generale ed esperienze regionali, Provincia autonoma di Trento, Trento 2013, pag. 68 e ss. 44 Confronta M. Nulli (a cura di), Gli appalti precommerciali in Italia: una ricostruzione fra teoria generale ed esperienze regionali, Provincia autonoma di Trento, Trento 2013, pag. 68 e ss., disponibile sul sito http://www.uniricerca.provincia.tn.it . Rapporto finale di valutazione – anno 2014 112 tali numerosità, a fronte delle significative risorse finanziarie messe in campo da Trento RISE, dovranno essere oggetto di opportune considerazioni nella fase di programmazione di nuovi bandi. A questo riguardo, si evidenzia invece come il più recente bando PCP concernente su “Piattaforma ICT a supporto di un modello di integrazione di servizi socioassistenziali, erogati in forma orchestrata” preveda in modo appropriato tre fasi (solution design, prototype development e small scale development and field test) con la progressiva riduzione del numero dei soggetti coinvolti da 4 ad 1. Entrando nel merito di aspetti tecnici dei bandi, si nota che non viene definito un termine massimo entro cui chiudere la consultazione interattiva con il mercato tramite gli operatori preselezionati, e il regime in materia di diritti di proprietà intellettuale non è predefinito in termini di indirizzo ed è rimesso alla chiusura del dialogo. Tali scelte potrebbero aver ridotto il grado di trasparenza dei bandi. Infine, nell’ottica della futura valutazione ex post dell’impatto del finanziamento attraverso i PCP, sarebbe stato utile prevedere dei parametri di riferimento dei progressi attesi ai quali rapportare quelli effettivamente raggiunti. 10.4.3 Attrazione e sviluppo di nuovi talenti Il sostegno alla capacità del sistema Trentino di attrarre ricercatori di talento ed individui con elevato potenziale nelle aree ICT rappresenta uno degli elementi principali del mandato di Trento RISE. L’attrazione di capitale umano può chiaramente avere molteplici forme. Le attività di Trento RISE che hanno una potenziale ricaduta positiva in questo ambito comprendono la formazione sui master EIT ICT Labs, le borse di dottorato, i programmi di mobilità internazionale dei dottorandi, i ricercatori operanti nei centri di ricerca delle imprese co-locate, l’iniziativa “TechPeaks”, oltre agli innovation manager direttamente assunti da Trento RISE. Nel complesso gli strumenti messi in campo appaiono potenzialmente efficaci ed in alcuni casi (ad esempio per quanto concerne l’iniziativa “TechPeaks”) anche innovativi nel contesto europeo. Nel caso specifico di “TechPeaks”, proprio in ragione della innovatività dello strumento, si sottolinea l’importanza di mettere in campo delle azioni finalizzate al monitoraggio ex post degli esiti industriali delle idee che sono state promosse attraverso l’iniziativa. Tale sistema di monitoraggio, a valle dell’attuale fase di start-up del progetto, dovrebbe permettere sia un affinamento dei criteri di selezione e supporto finanziario, sia la valutazione delle ricadute sul territorio dell’iniziativa. Solo la tracciabilità a 2 o 4 anni degli “innovatori” stranieri supportati dal programma (non solo in termini di successo imprenditoriale ma anche di networking generato per il territorio) potrà confermare la presenza di un effettivo differenziale positivo dell’iniziativa rispetto a strumenti tradizionali di supporto all’imprenditorialità high-tech. Sebbene non sia ancora realizzabile una quantificazione sistematica delle ricadute complessive di Trento RISE sul piano occupazionale, e tenendo conto della Rapporto finale di valutazione – anno 2014 113 centralità del capitale umano come leva di sviluppo, si ritiene che l’impegno dell’associazione su tale dimensione debba crescere nella programmazione futura. In particolare, tale impegno potrebbe concretizzarsi su due dimensioni: i) la destinazione di risorse finanziarie specifiche ad un programma Talenti di Trento RISE per l’attrazione di ricercatori; ii) la progettazione di call internazionali per i soggetti (innovation manager) chiamati a gestire e sviluppare il network di Trento RISE. 10.4.4 Flagship projects Il portafoglio di attività di Trento RISE comprende 3 progetti flagship (“Smart Campus”, “Open Data”, “Big Data”) che prevedono lo sviluppo di piattaforme open-source che dovrebbero essere successivamente fruibili, anche da imprese locali, per lo sviluppo di applicativi. Al momento, per il progetto “Smart campus” vi è evidenza di un effettivo ritorno sul territorio, quantomeno in termini di visibilità e fruibilità. In particolare, alcune amministrazioni locali si sono interessate alla piattaforma per veicolare servizi ai cittadini. Sono state inoltre sottomesse delle richieste di finanziamento sempre a EIT ICT Labs, basate sullo sfruttamento della piattaforma. Gli altri flagship projects si trovano ancora in una fase di sviluppo. In linea di principio, i flagship projects potrebbero configurarsi come l’elemento di attrazione locale anche per gli altri soggetti italiani appartenenti alla rete ICT Labs e dovrebbero quindi fondarsi sulle punte di eccellenza locale sul piano della ricerca. Secondo questa prospettiva, non sembra esservi una chiara convergenza tra i contenuti dei PCP, i programmi di attività dei laboratori co-locati e tali progetti flagship. Al momento, le applicazioni dei progetti flagship appaiono principalmente rivolte verso soggetti locali. Ciò da una parte si giustifica chiaramente in una ottica di supporto allo sviluppo locale di living labs che svolgono un ruolo di stretta complementarietà nello sviluppo delle piattaforme stesse. Dall’altra, si ritiene però importante che Trento RISE svolga il proprio ruolo di ponte verso la rete europea anche, o forse soprattutto, per i progetti flagship. Nell’ottica di una futura programmazione pluriennale potrebbe essere utile identificare progetti flagship che si connotino per una maggiore capacità di agglomerazione di risorse ed obiettivi dei soggetti afferenti al network ICT Labs. 10.4.5 Relazione con altri soggetti trentini attivi negli stessi ambiti settoriali Dopo la prima fase di lancio appare opportuno riflettere sui confini istituzionali e tematici di Trento RISE. I dodici gruppi di lavoro congiunti attivati nella fase progettuale e di impostazione della struttura, e i relativi dodici direttori di ricerca, che hanno rappresentato l’apice della spinta positiva variegata e aperta dell’iniziativa a sostegno dell’innovazione, sono stati poi fortemente prosciugati per concentrare gli sforzi per rispondere alla logica della gara EIT. I partner piccoli non rientrarono nella struttura che si doveva rafforzare in quella fase per Rapporto finale di valutazione – anno 2014 114 candidarsi con chance di successo, e non sembrano essere stati coinvolti in modo rilevante neppure successivamente. Le aree su cui la gamma di attività avviate da Trento RISE può avere un impatto sono numerose: diverse funzioni all’interno della Provincia autonoma di Trento (quali sanità, scuola e turismo), le strutture provinciali Trentino Sviluppo S.p.A. e Informatica trentina S.p.A., il processo di elaborazione della strategia di specializzazione intelligente, le iniziative per le start up, ecc. Sembra quindi necessario da un lato concentrare gli sforzi su una selezione di aree, verso il mercato, dall’altro ampliare la partecipazione ad una forma di coordinamento che smussi gli attriti, e le possibili sovrapposizioni o duplicazioni, valorizzando ruoli e compiti distinti e ben definiti ed in grado di dare a Trento RISE costanti elementi di indirizzo. Con l’obiettivo di esemplificare le modalità di interazione tra Trento RISE, Trentino Sviluppo S.p.A. ed Informatica Trentina S.p.A., si riportano qui sotto degli estratti dalle interviste realizzate con la direzione di Trento RISE. Quali sono i rapporti con Trentino Sviluppo, agenzia provinciale attiva anche nel sostegno all’imprenditorialità, rispetto alla linea di attività ‘Business’ del piano di lavoro di Trento RISE? “Per quanto riguarda le attività relative alla creazione di nuove imprese è stato mantenuto aperto un canale di comunicazione e collaborazione tra il gruppo di Creazione di Nuova Impresa di Trento RISE e l’Area di Servizi per Imprenditorialità di Trentino Sviluppo [….] Trento RISE e Trentino Sviluppo hanno pianificato insieme l’offerta di formazione imprenditoriale dei due enti rivolta a nuovi imprenditori per l’anno 2013: tale offerta si è concretizzata in un corso con il contributo di entrambi gli enti per la formazione dei partecipanti alla finale del concorso D2T del 2013 e con la partecipazione di Trento RISE alla giuria dello stesso concorso. Infine, è avvenuto durante tutto il 2012, un confronto sulle startup innovative che richiedevano il supporto all’uno o all’altro ente, in modo da coordinare il supporto fornito pur mantenendo l’indipendenza decisionale e operativa sulle singole iniziative. Trento RISE ha coinvolto Trentino Sviluppo sulle attività cosiddette di “soft landing” messe in atto da EIT ICT Labs, ovverosia tutta la tipologia di servizi volti a favorire l’insediamento di aziende estere sul territorio trentino. Durante il 2012, non si sono tuttavia verificate richieste provenienti da questo canale per cui operativamente non è stato eseguito alcun insediamento. Qual è il rapporto con Informatica Trentina? “Il rapporto con Informatica Trentina si articola attraverso la condivisione informativa e il confronto critico […] Informatica Trentina, in qualità di strumento di sistema della Provincia, è stata continuamente coinvolta nella maggior parte dei progetti PCP attivati, per il tramite della PAT. In modo Rapporto finale di valutazione – anno 2014 115 sintetico, la suddivisione dei ruoli è la seguente: Trento RISE attiva le iniziative di innovazione, mentre Informatica Trentina le istanzia su progetti pilota mirati a capitalizzare i risultati sull’utente PAT”. A fronte di queste percezioni dei confini di responsabilità ed operatività di Trentino Sviluppo e di Informatica Trentina rispetto a Trento RISE, è auspicato un ripensamento delle aree di operatività delle due prime al fine di garantire la valorizzazione delle risorse umane e dell’esperienza accumulata, in ottica collaborativa e addizionale. Nei concreti casi della definizione dei bandi PCP e della futura valutazione e possibile selezione ai fini di adozione dei prototipi che scaturiranno dalla realizzazione delle attività di ricerca e sviluppo, il coinvolgimento di Informatica Trentina S.p.A. potrebbe essere ampliato e reso continuativo. 10.4.6 Autovalutazione ed accountability Trento RISE ha provveduto a nominare un proprio nucleo di valutazione. Il modello valutativo di EIT ICT Labs si basa sulla definizione e misura di specifici Key performance indicators (a livello di intera KIC, di Co-Location Center, e di specifiche aree business – education – research). Rispetto all’impianto metodologico già disponibile a livello europeo, Trento RISE dovrà sviluppare un modello che tenga conto delle peculiarità del sistema Trentino e dello specifico assetto dell’associazione per quanto concerne i soggetti finanziatori. Per questa ragione nel processo di auto-valutazione dovranno trovare spazio indicatori relativi anche alla capacità di autofinanziamento tramite l’attrazione di capitali extra Provincia e misure di impatto sulla qualità dei servizi della pubblica amministrazione. In questa fase si raccomanda che il piano pluriennale delle attività in corso di finalizzazione contenga già un esplicito riferimento ai parametri utili per la valutazione in itinere ed ex-post delle iniziative. 10.5 Conclusioni Trento RISE ha portato a compimento le fasi di integrazione nella rete europea EIT ICT Labs, di strutturazione operativa e di definizione degli strumenti di intervento. Nella fase di start up l’associazione ha avviato un numero significativo di iniziative declinate su differenti strumenti di intervento. Durante questo periodo sono stati raggiunti una serie di importanti risultati: • • • • • co-localizzazione di centri di ricerca; avvio di iniziative di alta formazione nell’ICT; lancio di strumenti innovativi per l’imprenditorialità; iniziative di animazione scientifica e culturale; assegnazione di risorse su bandi di pre-commercial procurement. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 116 Sul piano finanziario l’incidenza maggiore è stata quella sui bandi pluriennali per la ricerca applicata. Se si considerasse Trento RISE prevalentemente un gestore di fondi della Provincia per strumenti dedicati allo sviluppo scientifico e industriale nell’area ICT, il rapporto tra le risorse erogate ai percipienti finali (imprese/centri ricerca/studenti) e i costi gestionali della struttura dell’associazione potrebbe indurre valutazioni negative sull’efficienza di tale tipologia di iniziativa. In questa prospettiva, il mandato di Trento RISE si giustifica solo in ragione del valore aggiunto sulla qualità delle ricadute di medio e lungo periodo generate sul territorio, in conseguenza della capacità di qualificare la domanda e l’offerta di innovazione grazie all’accesso al network europeo ed alla dotazione di capitale umano altamente qualificato derivante dai soci. La capacità futura di Trento RISE di sviluppare e rendere effettive tali potenziali ricadute appare essere condizionata da una serie di fattori che attengono alla governance adottata e agli strumenti su cui si investirà. A questo riguardo è importante sottolineare come la possibile futura contrazione delle risorse messe a disposizione dalla parte della Provincia rappresenterà un fattore determinante per scelte in merito al riassetto organizzativo della struttura e alla focalizzazione delle attività. In particolare, i dati più recenti in merito al costo del personale (2,2 milioni annui per personale dipendente a tempo determinato ed 1,5 milioni annui per contratti co.co.pro.) appaiono di difficile sostenibilità di medio periodo in assenza di una significativa capacità di autofinanziamento della struttura su fondi extra-provinciali. Rispetto alla questione della governance e del conseguente perimetro degli ambiti di interesse di Trento RISE, si selezionano le seguenti aree di riflessione. • Definizione di un piano strategico che tracci il percorso futuro rispetto a tre assi fondamentali: i) rapporti con la Provincia, ii) ruolo del personale dei soci operanti in Trento RISE, iii) rapporti con gli altri soggetti di STAR. • Chiarificazione del baricentro delle attività di Trento RISE rispetto a due differenti poli: ruolo di supporto all’accesso al network internazionale di EIT, ruolo di supporto alla Provincia nella gestione di iniziative per il sistema locale di innovazione, anche con ambiti di interesse non strettamente legati alle tematiche proprie della rete EIT. • Adozione di un modello di governance che garantisca trasparenza verso gli stakeholder nel processo di definizione del mandato dell’associazione e rafforzi la partecipazione nelle scelte strategiche. • Ridefinizione di un assetto organizzativo snello con l’obiettivo di contenere i costi del personale e contestuale investimento nel fundraising extra-Provincia per supportare la sostenibilità economica di medio periodo. • Riaffermazione della divisione dei ruoli con Trentino Sviluppo S.p.A. e Informatica Trentina S.p.A., tramite una stabile e strutturata collaborazione. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 117 Rispetto alle specifiche azioni sviluppate e ai connessi strumenti, si evidenziano i seguenti elementi che possono costituire input per gli interventi futuri: • Indirizzo di stimoli innovativi a una rosa più ampia di imprese: maggior dialogo con il mondo economico trentino, coinvolgimento di imprese trentine e attrazione di imprese extra-territorio con caratteristiche complementari a quelle già insediate e radicate in Trentino. • Ampliamento della funzione di monitoraggio di opportunità innovative nel mercato per le aree di ricerca dei due soci fondatori, offrendo questo servizio di supporto anche agli altri soggetti coinvolti nelle attività; tenuto conto della rete di relazioni, dell’accesso a un volume rilevante di fondi, e della capacità di acquisire risorse qualificate, è indispensabile che questa funzione venga messa a disposizione di altri soggetti. • Progettazione dei bandi PCP. La qualità degli esiti dei futuri bandi dipenderà dall’efficacia dell’interazione con i componenti della Pubblica Amministrazione potenzialmente beneficiari, in quanto espressione dei fabbisogni innovativi e adottatori finali dei prodotti/servizi. Il numero di proposte iniziali ricevute sui differenti bandi è risultato essere relativamente ridotto. Le motivazioni di tali numerosità, a fronte delle significative risorse finanziarie messe in campo da Trento RISE, dovranno essere oggetto di opportune considerazioni nella fase di programmazione di nuovi bandi. • Mantenimento degli scambi di esperienze e della costruzione di collaborazioni con gli istituti omologhi di EIT, in quanto tale legame e la rete di opportunità e di collaborazioni che dal legame scaturiscono, costituiscono il plus, la raison d’etre di Trento RISE, da valorizzare ben oltre la sfera dei due soci. • Identificazione di progetti flagship che si connotino per una maggiore capacità di agglomerazione di risorse ed obiettivi dei soggetti afferenti al network ICT Labs. • Investimento in forma mirata sul capitale umano destinando risorse specifiche a un programma Talenti di Trento RISE. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 118 11. L’indagine sui soggetti provinciali 11.1 Premessa Tra gli elementi emersi al momento della presentazione del Rapporto intermedio in merito alla percezione dello sforzo fatto negli anni in materia di ricerca e innovazione e all'impatto che si è determinato sul territorio e sulla realtà trentina, era stata da più parti sottolineata l’esigenza di una migliore conoscenza di come alcuni rilevanti interlocutori privilegiati, non precedentemente contattati, fossero allo stesso tempo in grado di esprimere opinioni e promuovere suggerimenti. Questo anche sulla falsariga di una precedente esperienza del CVR nel 2008 che aveva visto intervistare un campione pesato della popolazione al fine di comprendere il grado di conoscenza e di partecipazione ai processi di trasformazione in atto. Venuta meno l’opportunità, per motivazioni economiche e temporali, di potersi avvalere delle stesse competenze della passata edizione, in particolare il Servizio Statistica e la consulenza del prof. M. Bucchi dell’Università di Trento, il CVR, nel quadro degli approfondimenti previsti per la redazione di questo Rapporto, ha promosso con risorse proprie un’indagine esplorativa verso stakeholder del sistema pubblico della ricerca, realizzata con il supporto del Servizio Università e Ricerca scientifica tra il mese di agosto e settembre 2013. 11.2 L’indagine L’indagine è consistita in 19 interviste a esponenti istituzionali e della comunità scientifica, individuati come figure dirigenziali della Pubblica Amministrazione o con profili di responsabilità tra i ricercatori senior, e in ogni caso selezionati per la prossimità di ruolo o per l’esperienza acquisita in ambiti di attività propri del sistema trentino della ricerca. Vista la stagione dell’anno e la richiesta di disponibilità con limitato preavviso, si è operato su un campione non rappresentativo in termini statistici ma certamente indirizzato a rappresentare una varietà di tipologie corrispondenti agli obiettivi dell’indagine e, in particolar modo, a cogliere indicazioni circa le criticità e suggerimenti in merito alle prospettive. La disponibilità e l’interesse unanimemente espressi dagli interlocutori hanno suggerito ai conduttori di favorire l’esposizione estesa del proprio punto di vista e la personale lettura di singoli aspetti del sistema della ricerca, piuttosto che richiamare a una puntuale trattazione dei temi in elenco, accettando che, anche per i ruoli diversi ricoperti, non tutti rispondessero a ogni domanda e alle stesse domande. Le interviste, che hanno comportato una durata complessiva di oltre 50 ore, sono state condotte tutte in presenza e in forma di colloquio libero, a partire da una traccia tematica trasmessa anticipatamente (presente negli allegati di questo Rapporto come traccia sintetica). Rapporto finale di valutazione – anno 2014 119 11.3 L’analisi delle risposte Per come è stata svolta l’indagine e per la tipologia delle risposte raccolte, il Comitato ha privilegiato l’aggregazione delle segnalazioni che sono state clusterizzate in base anche a una loro riclassificazione per numerosità e rilevanza. La natura esplorativa e qualitativa ha favorito questo processo il cui scopo principale è stato quello di raccogliere commenti, indicazioni e suggerimenti, in linea di principio in ordine inversamente proporzionale come numero. Tra le considerazioni ricorrenti, e tralasciando le numerose notazioni inerenti in modo specifico la strumentazione predisposta per il funzionamento delle politiche della ricerca e i meccanismi di finanziamento dei diversi soggetti e altri aspetti più tecnici, da rinviare per un’analisi più dettagliata alle ipotesi di revisione e di ridefinizione normativa, ricorrono da parte degli intervistati alcune riflessioni di carattere più complessivo ampiamente condivise e mancate risposte meritevoli di attenzione. Pochi e tendenzialmente positivi i commenti rilasciati a proposito degli strumenti di programmazione e finanziamento pubblici della ricerca scientifica – Programma Pluriennale della Ricerca, Accordi di Programma e Bandi – ritenuti migliorabili in alcuni aspetti ma complessivamente adeguati ed efficaci, e soprattutto attestanti una dimensione di considerevole lungimiranza politica che è stata anche fautrice nel tempo di un'aumentata sensibilità culturale nella comunità trentina verso i temi della ricerca. Più numerosi e controversi i commenti relativi alle modalità di supporto della ricerca industriale, in particolare per quanto riguarda la procedura a sportello, la generosità dei contributi e la tempistica di erogazione. Nello specifico dei meccanismi operativi, l’articolata organizzazione delle politiche di finanziamento alla ricerca pubblica, e le relative modalità di attuazione, risultano conosciute in termini piuttosto generici dalla dirigenza provinciale interpellata (otto intervistati), che afferma di avere cognizioni approfondite esclusivamente riferibili al settore di competenza, mentre i referenti della comunità scientifica dimostrano una maggiore dimestichezza con le problematiche, le procedure e i meccanismi della materia in senso lato. Appare quindi evidente un’asimmetria tra i soggetti scientifici maggiormente motivati a ricercare i diversi possibili canali di finanziamento e i responsabili amministrativi maggiormente incardinati sui propri domini. Gli intervistati, riconducibili a centri di ricerca o al mondo universitario, pur esprimendo riflessioni derivate dalla propria esperienza specialistica e connesse a specifici settori scientifici, sembrano rappresentare una buona consapevolezza del contesto istituzionale di riferimento e della complessità del sistema provinciale della Rapporto finale di valutazione – anno 2014 120 ricerca, e questo è di buon auspicio rispetto al processo costitutivo di un sistema trentino maggiormente integrato. Tra i temi maggiormente esplorati e sui quali si sono addensati numerosi commenti da parte di tutti gli interlocutori, emerge quello delle relazioni, sia interne alla Provincia, sia esterne, tra l’Amministrazione e gli altri attori del Sistema, tema che può essere declinato in tante direzioni e che include, nella sua trattazione, diverse responsabilità ma può essere ricondotto a un ripensamento circa la governance. Ugualmente sentito il tema della comunicazione in senso lato sul territorio, con suggerimenti di incontri mirati rivolti ai diversi target interessati – dai soggetti sociali agli organismi di rappresentanza locali - e indicazioni di una più efficace qualità informativa delle iniziative, ma anche di azioni dirette a un maggiore coinvolgimento e responsabilizzazione della cittadinanza più genericamente intesa. Emerge forte e da parte di quasi tutti, la richiesta di una partecipazione più costante nel processo decisionale finalizzata a una maggiore condivisione delle scelte. Si delinea con chiarezza, sebbene resti da capire se sia causa o effetto di una conoscenza parziale del sistema, la sensazione, da parte degli intervistati, che scelte e indirizzi vengano definiti “altrove”, in una dimensione dove il loro coinvolgimento non è previsto, e il cui disegno politico non è tracciato con chiarezza e comunque non è percepito affatto. Nonostante l'unanime riconoscimento che molti passi avanti positivi nelle politiche della ricerca sono stati realizzati, per la definizione di una cornice di sistema, molti interlocutori lamentano il fatto che non ci sia oggi un disegno generale in cui riconoscersi, che quello che succede avviene per decisione di pochi, se non proprio casualmente, senza un esplicito progetto di sviluppo o una regia che dica dove si vuole puntare.45 Questo mancato coinvolgimento è denunciato: lato dirigenza, quasi come una insufficienza progettuale, di programmazione e di gestione, come l’assenza di una riflessione e condivisione dei temi importanti per il Trentino, sui quali il territorio può e deve svilupparsi, e che tutti ritengono essere tre o quattro, in testa a tutti 45 “Ci vuole uno strumento che faccia sintesi, che raccogliendo gli stimoli dei vari ambiti sappia integrare i vari piani di settore in una programmazione complessiva e armonizzata, anche dove ci sono interessi contrastanti"; "ci deve essere un indirizzo della Provincia, che espliciti le caratteristiche del modello a cui vogliamo tendere, quali sono le nostre possibilità reali, dove possiamo crescere realmente"; "bisogna portare a compimento una capacità di governo della ricerca”; “la funzione di coordinamento deve essere costituita e questa funzione deve assorbire la responsabilità sullo sviluppo della ricerca futura"; "il sistema trentino è ancora incapace di fare rete, non c'è sinergia e reale integrazione nelle competenze”; “rilevo una mancanza di raccordo e di conoscenza, di messa in comune delle informazioni, di un luogo dove si condividano le scelte, anche con le categorie e le parti sociali, al di là di un Piano di sviluppo troppo astratto (...) non ci hanno mai abituati a lavorare insieme, e anche agli enti è andato bene lavorare separati”; “ci vuole una azione di governance tra ricerca lavoro formazione..."; "ci vuole oggi un ulteriore scatto in avanti, una programmazione coordinata, in particolare per temi trasversali, che riguardano l'industria ma anche la formazione, la trasformazione, e così via..." Rapporto finale di valutazione – anno 2014 121 ‘territorio e ambiente”; lato ricerca, come un mancato coinvolgimento sulle tematiche per le quali ci sono un potenziale di ricerca e attività significativi. Se spazi di collegialità sono previsti dal sistema pubblico per il confronto e l'assunzione dei principi di programmazione generale, di fatto sembrano essere stati poco o mal praticati, per quanto riguarda almeno gli orientamenti delle politiche per la ricerca. Da parte loro, dicono alcuni ricercatori che, non capendo dove la Provincia vuole andare, né quali siano gli obiettivi dell’Amministrazione, all’interno del loro stesso campo non sono in grado di orientare il lavoro su una specifica pista piuttosto che un’altra; potrebbero essere molto utili lavorando su un fronte e magari si trovano invece impegnati su un altro. Sono difficoltà di dialogo, di coordinamento, e quindi di finalizzazione, che ostacolano l'incrocio virtuoso tra le diverse possibilità di ricerca che il territorio esprime e le richieste che potrebbero arrivare dalla Provincia46. La narrazione proposta dalle interviste delinea un quadro nel quale la componente scientifica e tecnica è in grado di muoversi nel mondo della ricerca con buona cognizione di causa, mentre quella gestionale amministrativa è più discontinua sugli indirizzi da promuovere; se la comunità scientifica sa di cosa si parla, è motivata, è in grado di definire quali obiettivi perseguire e cosa può fare, l’Amministrazione, anziché essere identificata come il soggetto pubblico che indirizza e supporta, finisce col rappresentare unicamente quello che garantisce la disponibilità delle risorse. Il rapporto tra la comunità scientifica, capace di pianificare e condurre senza soluzione di continuità le proprie attività, anche in assenza di espliciti desiderata del finanziatore pubblico, e il mondo della pubblica amministrazione, più forte e credibile nella disponibilità di risorse che nel qualificare i compiti della ricerca, le competenze da rafforzare, e nel definire un piano strategico a lungo termine e in modo coerente i documenti programmatici conseguenti, avrebbe comunque prodotto negli anni una sorta di equilibrio non formalizzato tale da consentire una crescita generale del sistema, messo in crisi solo recentemente dalla prospettata contrazione dei finanziamenti. Affiora infatti, dalle riflessioni degli intervistati, la crescente consapevolezza che l'inevitabile prossima contrazione delle risorse, e la conseguente modifica della loro 46 "I vertici delle istituzioni sono quelli che hanno sicuramente la visione più completa, ma anche una maggiore distanza dal momento operativo"; " sarebbero utili consultazioni allargate, specialmente facendo riferimento al mondo tecnico, non tanto agli AD ma agli operatori, ai responsabili di produzione”; “potrebbe servire qualche incontro allargato, che permetta di approfondire specifiche tematiche, incontro non solo tra i decisori, ma con lo staff tecnico, in affiancamento ai dirigenti, che devono essere supportati da persone con qualche ora da dedicare, qualcuno che abbia tempo di assumere le cose, vagliarle, entrare un po' nell'argomento, vedere se c'è qualche spunto importante, dire in che direzione si sta andando e si può andare, per evitare processi decisionali fatti anche in buona fede ma senza la conoscenza del livello operativo”; “c'è bisogno di capire quali infrastrutture industriali privilegiare, quali ricadute si perseguono”; “vanno introdotti meccanismi di accountability e responsabilità delle persone”; “va esercitato un indirizzo ma dentro una continuità temporale, creare un'agenda di sviluppo e poi sostenerla nel tempo". Rapporto finale di valutazione – anno 2014 122 gestione e delle normative che ne determinano l'impianto di erogazione, comporteranno in modo sempre più stringente la necessità di privilegiare anche a livello territoriale alcune specializzazioni piuttosto che altre, che permettano di finalizzare meglio investimenti e attività. Se ne ricava così l'impressione che sia questo il vero tema che oggi mette in discussione il bilanciamento del passato tra gli attori in campo e fa reclamare da parte dei soggetti intervistati una maggiore condivisione e uno schema cooperativo nel quale ogni attore possa riconoscersi. Una cooperazione più vissuta come strumento di difesa che non percorso obbligato per la crescita e lo sviluppo. Nasce anche da qui la richiesta di un percorso leggibile di produzione del processo decisionale, dove le giustificazioni siano argomentate, i tavoli di confronto aperti, anche a livelli diversi di responsabilità e operatività, efficaci e in grado di favorire il dialogo tra gli attori e le differenti visioni, i luoghi di confronto riconosciuti, i contributi di ognuno accolti e approfonditi, in una cornice organizzativa dove l'elaborazione delle politiche passi attraverso nuove modalità di concertazione. E in vista della maggiore selettività e attenzione nell'impiego e nell'utilizzo programmato delle risorse si sostanzia anche la richiesta di una governance diversa, rappresentativa dell'interesse delle diverse questioni in campo. Più di un interlocutore denuncia un deficit strutturale di identificazione di un luogo di confronto che veda dialogare decisori, operatori amministrativi ed esecutori scientifici, superando le dinamiche che hanno finora visto prevalere i rapporti personali anziché quelli strutturati, nel quadro di una dimensione finalmente istituzionale.47 La difficoltà infine, in particolare da parte della dirigenza provinciale, a identificare risultati significativi della ricerca trentina, sembra confermare, da un lato, un'insufficienza comunicativa del sistema, poco incline o capace di restituire alla collettività il senso della ricerca sostenuta e degli investimenti fatti e, dall'altro, il persistere di un'asimmetria tra la forte attenzione dell'Ente pubblico al tema della ricerca e dell'innovazione, e l'assunzione, da parte dello stesso soggetto amministratore, di una responsabilità conoscitiva di quali siano gli esiti effettivamente prodotti dalle proprie politiche. 47 "Il sistema si muove ancora in maniera disordinata, mancando di visione strategica (...) emergono iniziative anche di alto livello, ma non orientate, prive di una finalizzazione esplicita, senza una strategia di lungo termine, a partire dal posizionamento del Trentino per quello specifico settore"; “serve una cabina di regia che coinvolga tutti gli attori, pubblici e privati: se manca un riferimento chiaro, ognuno programma per sé (...) ritengo che sia un'esigenza molto sentita e diffusa anche da parte del privato, che ha bisogno di capire dove la Provincia vuole andare, ed essere parte di un momento di condivisione su questo, nel quadro di un impegno comune a fare sistema. Altrimenti ognuno si ingegna a modo suo, prova, va per tentativi" ; "si sono creati in ambito provinciale dei territori di grande autoreferenzialità, molto impegnati a sancire la loro bravura e i risultati, ma poco inclini a vedere l'aspetto di sistema"; "ci vuole un luogo dove questi rapporti vengano tenuti, dove venga gestito il monitoraggio, raccogliendo e organizzando le informazioni su cosa si sta facendo, ma anche sul modo in cui le iniziative potrebbero essere raccordate”; "è necessario un approccio organico e interrelato tra settori che hanno una valenza di interesse comune"; “credo che a monte vada condiviso un modello di sviluppo economico: tutto il resto diventa strumentale, attuativo, interpretativo". Rapporto finale di valutazione – anno 2014 123 Tra le altre considerazioni raccolte, numerose quelle relative al mondo imprenditoriale trentino, spesso giudicato impreparato o comunque insufficientemente ricettivo nei confronti della ricerca e quindi incapace di sviluppare con questa un rapporto virtuoso che lo veda interessato a utilizzarne i risultati, sostanzialmente più attento a miglioramenti incrementali di carattere tecnologico che a progetti di partenariato scientifico. Sul fronte degli Enti di ricerca, d'altro canto, di cui pure si misura tutta la distanza dal tessuto economico locale, con il quale non sembrano ancora essere maturate organiche sinergie, non è risolta e, anzi, è elemento di tensione, la dicotomia tra attività di ricerca a valenza internazionale e iniziative con dirette ricadute locali sul mondo produttivo.48 Nello specifico delle aree prioritarie, quelle, ampie, indicate dai documenti di programmazione, non vengono contestate in riferimento all'ambito coperto, mentre ciò che viene discusso è l'assenza di argomentazioni a loro giustificazione, e le aggettivazioni e specificazioni utilizzate, giudicate incomprensibili in quanto slegate da una reale programmazione. Ancora una volta si sottolinea come la chiarezza auspicata sia possibile solo coinvolgendo le persone che si occupano dei temi specifici, con un livello di consultazione oggi mancante e di verifica in itinere, ad esempio con dei sopralluoghi. L'informazione, viene detto, passa oggi solo attraverso gli atti formali, e questo è frustrante.49 Il tema delle vocazioni territoriali, se non si risolve in una lettura corale delle prospettive di sviluppo, registra comunque molte voci convergenti e il richiamo alla necessità di prestare massima attenzione alle possibilità offerte dall'innovazione e dalla tecnologia. Turismo, agroalimentare, risorse rinnovabili ed energia, territorio e ambiente, sono ritenuti gli ambiti da presidiare e su cui investire maggiormente; connessi e talvolta in competizione tra loro, a volte costosi, rappresentano comunque a detta di tutti competenze distintive del territorio, che possono bene avvantaggiarsi 48 "Tesaurizziamo i risultati e vediamo cosa possiamo farne (...) C'è la possibilità di attivare iniziative o pensare che ci siano aree in cui sviluppare un comparto industriale? Per quale motivo l'industria non guarda alle soluzioni tecnologiche che la ricerca ha prodotto? Non pensa di investire in questo? Forse mancano le competenze tecniche specifiche"; "le associazioni di categoria conoscono molto poco della ricerca, non interagiscono, non chiedono, bisogna creare tra loro conoscenza, che è anche meglio che dare un contributo al singolo imprenditore"; "bisognerebbe anche capire la percezione che il mondo produttivo ha della ricerca, se ci sono dei desiderata andrebbero espressi e raccolti”; "l'offerta da parte della ricerca è molto ampia ma l'impresa trentina non ne approfitta, è più interessata all'innovazione, le categorie sono ascoltate ma non sono in grado di qualificare la domanda”; “l'impressione che il pubblico sia più pronto del privato ad agire in modo orientato a sistema, è una caratteristica positiva”; "l'impresa fa fatica a concepire il trasferimento del ricercatore in pianta stabile, la ricerca è concepita ancora come un modulo”; “gli incentivi alle imprese garantiscono un aggiornamento tecnologico, una rigenerazione dell'apparato produttivo, sono una spinta verso l'innovazione incrementale" ;"non si parla abbastanza di settori di intervento che hanno particolare rilevanza per il Trentino in termini di ricadute produttive"; “accanto all'esito dell'obiettivo della ricerca, va valutata la capacità di generare crescita economica, con l'individuazione dei fabbisogni”; “penso a un Centro di competenza comune tra comparto della ricerca e comparti produttivi, che affronti argomenti orizzontali di interesse di tutti i comparti produttivi, dove si cerchi di integrare le capacità dell'ente di ricerca, l'università e le esigenze del mondo produttivo, un luogo di produzione e di applicabilità della conoscenza, uno strumento a valle, in modo da lavorare sulla ricaduta fin dal momento stesso in cui un'iniziativa parte.” 49 "Per utilizzare la nostra ricerca, si deve sapere cosa stiamo facendo (…) così per poterla mettere in relazione con altri progetti, facilitare la maggiore e migliore definizione dei temi, trasferire informazioni, condividere un lessico". Rapporto finale di valutazione – anno 2014 124 dell'importante apporto della ricerca e dell'innovazione e beneficiare dei processi di trasferimento tecnologico.50 Infine, i commenti sugli aspetti della comunicazione propri della ricerca, testimoniano un grado molto variabile di approfondimento ma anche la costante convinzione che ci sia ampio margine di miglioramento e affinamento per questa funzione, sia tra i protagonisti interni al sistema che verso l'esterno, la collettività, per quanto attiene ad esempio ai temi e agli esiti dei progetti. E' concorde l'opinione che sia necessario andare al di là delle relazioni per e tra i singoli attori, a favore di una visione, anche negli aspetti comunicativi, di sistema, ben oltre l'informazione sui soli dati quantitativi. Non solo i diversi soggetti ma anche la Provincia deve spiegare perché e cosa fa per la ricerca, e i risultati della sua politica, con un modello di comunicazione finalizzato, orientato al sistema delle imprese, dei professionisti, delle associazioni di categoria, e lo svolgimento di un ruolo più efficace di intermediazione, che curi la ricaduta della ricerca sul territorio e le sue applicazioni, attraverso figure intermediarie con le competenze adeguate per una comunicazione diversificata. Di particolare rilievo è ritenuta, da parte di diversi intervistati, l'attività di comunicazione diretta sul territorio e in periferia, nei confronti dei Comuni, delle Comunità di valle e degli stakeholder in generale, per attivare un processo organico, dove la dimensione dello sviluppo si integri con altre dimensioni, tenendo conto che più l'utenza è generalizzata più i professionisti della comunicazione possono supportare i diversi soggetti nel trattare i temi sensibili con alti livelli di interesse tra la popolazione. 11.4 Considerazioni conclusive L’indagine restituisce una fotografia della situazione, letta attraverso le interviste a alcuni interlocutori privilegiati, che può essere interpretata secondo due direzioni di analisi. Da una parte il tema delle relazioni e della comunicazione e, dall’altro, una domanda di coordinamento e di maggior conoscenza circa le prospettive future. Appare in un certo senso curioso il richiamo a un disegno generale per una realtà che su questi temi ha fatto delle precise scelte di programmazione (strumenti, soggetti, risorse) anche se in alcuni casi non sempre rispettate, soprattutto se si accompagna questa riflessione a una percepita scarsa conoscenza di quello che effettivamente si sta facendo. Il problema è destinato ad aumentare in occasione degli avvicendamenti in atto e della riduzione di risorse, entrambi elementi che potrebbero favorire un approccio difensivo che già emerge in alcune risposte. E, soprattutto, servono interventi radicali in grado di ribaltare l’asimmetria tra una comunità scientifica che ritiene di sapere quello che vuole e un sistema di governo parcellizzato, asimmetria che rischia di replicare la situazione già verificatasi in occasione della stesura degli 50 “Bisogna coordinare con sapienza le richieste vecchie e nuove del territorio, le conoscenze del nostro patrimonio di risorse, capire come gestire il conflitto, attraverso un sistema interdisciplinare di conoscenze per una comune visione sulle principale fonti di ricchezza del Trentino e decidere assieme in che direzione vogliamo andare." Rapporto finale di valutazione – anno 2014 125 Accordi di Programma e del limitato incardinamento tra gli indirizzi e le scelte del Programma Pluriennale della Ricerca e la sua implementazione nei fatti. Al di là degli aspetti nominali il rischio di autoprogrammazione può essere affrontato impegnando nel processo decisionale competenze e responsabilità esterne al sistema, come con lungimiranza si è dato seguito in modo formale da quasi tre lustri anche se questo può suonare un costo o un ritardo rispetto a una soluzione “fai da te” volta a tradurre la necessaria partecipazione, da tutti auspicata, in modelli potenzialmente consociativi. Anche perché, così facendo, si spezzerebbe quell’equilibrio, una sorta di accordo non formalizzato, che prevedeva una sorta di eterodirezione da parte della componente tecnico scientifica rispetto alla crescita generale. Nella situazione attuale, riducendosi le risorse, la componente tecnico scientifica faticherà sempre di più a convergere sulle esigenze rendendole compatibili tra di loro, impegnando di conseguenza la dirigenza politica e amministrativa a un ulteriore e significativo passo in avanti nel definire linee e obiettivi. Il percorso attivato negli ultimi mesi e relativo alla produzione del documento di “specializzazione intelligente” rappresenta un punto di coagulo di questi processi che va al di là della scadenza in quanto tale. Ancora una volta sulla spinta di vincoli esterni, ora H2020 e Smart Specialisation Strategy, si creano le condizioni perché il triangolo costituito dai decisori politici, dai soggetti amministrativi e dalla comunità scientifica organizzata nelle sue strutture e istituzioni, converga in un processo decisionale e selettivo che, per la prima volta deve fare i conti con risorse interne certamente decrescenti e con un contesto esterno nazionale impoverito e internazionale ancora più competitivo. La domanda di un luogo unitario di confronto, che non necessariamente coincide con la realizzazione di una “cabina di regia”, può dunque essere letta come una prima risposta positiva rispetto alle incertezze del futuro e starà all’Amministrazione determinare le condizioni per una risposta. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 126 CONCLUSIONI E SINTESI 12. Conclusioni generali e sintesi del Rapporto 12.1 Presentazione Questa sezione del Rapporto contiene la sintesi ragionata degli elementi chiave del documento, a partire dal richiamo al percorso seguito che può essere schematizzato secondo quattro fasi, corrispondenti a distinti momenti che hanno caratterizzato il lavoro del Comitato e che sono riassunti nell’elenco seguente: 1. La validazione, con i relativi aggiornamenti, del modello di valutazione predisposto dallo stesso Comitato e condiviso con gli altri attori e decisori, e degli strumenti necessari per la sua implementazione 2. La raccolta e l’armonizzazione della documentazione, delle informazioni e dei dati necessari all’esercizio valutativo e, anche attraverso questi, il sostegno alla creazione di un’autonoma capacità operativa e organizzativa in materia di valutazione all’interno dei soggetti provinciali 3. La produzione di un Rapporto intermedio che, a partire dal monitoraggio sugli avanzamenti delle attività nell’esecuzione dei documenti di indirizzo e programmazione, fosse in grado di tradurre le criticità individuate in raccomandazioni, graduando le stesse in ragione degli interlocutori e della praticabilità 4. Il completamento dell’analisi interpretativa e l’aggiornamento dei dati disponibili per il monitoraggio attraverso la raccolta di nuove informazioni, il dialogo con i soggetti in merito alle raccomandazioni proposte, l’estensione a tre nuove aree di indagine (la ricerca industriale, l’Associazione Trento RISE e le interviste ad alcuni stakeholder provinciali) che costituiscono la seconda parte di questo Rapporto e le cui considerazioni, per gli ambiti di competenza, sono parte integrante delle raccomandazioni. 12.2 Le criticità Una prima considerazione, già presente in tutto lavoro del Comitato e confermata in tutte le sedi e circostanze (interviste incluse) riguarda una necessità di selezione e indirizzo nell’allocazione delle risorse, se non altro a fronte della contrazione del budget a disposizione. Alla domanda di “selezione e qualificazione delle attività “, motivata dal fatto che “il sistema non può coprire la generalità degli ambiti disciplinari e trovarsi sempre alla frontiera del loro sviluppo”, come indicato dal PPR che si è appena concluso, non ha corrisposto se non in parte un comportamento coerente, e questo a tutti i livelli. Nel periodo considerato sono cresciuti soggetti, azioni, strumenti, interventi, ben al di fuori di quanto una programmazione flessibile avrebbe dovuto consentire. In molti casi sulla spinta di opportunità, in altri anche in assenza di una valutazione stimata circa gli effetti che si andavano a determinare. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 127 Un nuovo strumento di programma deve quindi dotarsi, al di là delle enunciazioni, di strumenti di indirizzo, monitoraggio e gestione, che risultano ancora oggi non coordinati o comunque insufficienti, tali da trasformare l’auspicio di scelte in azioni e comportamenti concreti e misurabili, da sanzionare qualora non perseguiti. Secondariamente, sebbene nelle ultime tre legislature si sia assistito a un crescente sforzo di collaborazione tra le istituzioni scientifiche trentine, sia nel contesto dei bandi a progetto finanziati dalla Provincia sia nel contesto dei bandi nazionali ed europei, è ancora debole e volontaria una programmazione delle risorse capace di tradursi in un vero impegno di sistema. Anche all’interno delle singole istituzioni, l’individuazione dei progetti da promuovere non si è chiaramente basata su un programma concordato, ma sulla libera iniziativa di gruppi. L’elemento di maggiore debolezza è risultato quello della programmazione del personale ma anche la mobilità inter-enti o la costruzione di credibili progetti comuni con una visione a medio termine sono oggi scarsamente visibili. Anche qui l’introduzione di meccanismi premiali o incentivanti potrebbe essere la leva per far fare un passo in avanti verso una reale visione di sistema. Risorse e strumenti costituiscono a loro volta gli elementi che condizionano gli esiti del processo di programmazione degli interventi che, sebbene correttamente inquadrato in uno schema funzionale che definisce nominalmente i rapporti tra le diverse realtà, nel concreto è stato sottoposto, in particolare nel periodo sotto osservazione, a forzature e cambiamenti che ne hanno fortemente condizionato la leggibilità secondo il tradizionale approccio valutativo: obiettivi indicati-risultati raggiunti. Rientra tra le carenze in merito agli strumenti la non realizzazione di una struttura tecnica di supporto, peraltro prevista dai documenti sottoscritti, a cui si è supplito con gli interventi del Servizio e con iniziative ad hoc, ma che rappresenta un oggettivo collo di bottiglia per lo sviluppo del sistema. Struttura tecnica che per quanto riguarda la valutazione deve essere in grado di operare sui temi specifici e con le necessarie competenze. Quanto appena ricordato (risorse destinate a decrescere, strumenti da riverificare e da finalizzare, carenze di una visione di sistema e difficoltà nella sua realizzazione, necessità di interventi rispetto a una “cabina di regia” che favorisca i processi aggregativi, da poi articolare nelle diverse sedi), già individuato un anno fa nel Rapporto intermedio, risulta confermato dai tre approfondimenti. Questi hanno rispettivamente evidenziato: a. per la ricerca industriale, la necessità di interventi maggiormente finalizzati rispetto ai risultati attesi oltre a una riflessione circa le risorse disponibili per singolo progetto; b. per Trento RISE, la necessità di una maggiore chiarezza circa il disegno di sviluppo dell’associazione a partire dalla sua governance; c. per gli stakeholder, la necessità di una chiusura della forbice tra la tendenziale autodeterminazione della comunità scientifica e una debole capacità di indirizzo e di scelta dei decisori. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 128 Tutto ciò ripropone l’esigenza di un’accelerazione nel processo di crescita e strutturazione della “governance del sistema”, a cui andrebbe anche associata la problematica del rapporto col sistema produttivo, non necessariamente quello solo locale, e con la realtà sociale del territorio. Al di là delle enunciazioni la realtà provinciale continua a operare in una logica lineare e sequenziale che separa il momento del finanziamento della ricerca (e al suo interno in particolare quello della big science) da quello dell’innovazione e della valorizzazione che arriva fino al supporto tecnico alle realtà produttive. Quando si realizza una maggiore integrazione, come nel caso delle Fondazioni (Edmund Mach, in particolare), non sembrano emergere evidenze circa la bidirezionalità dei flussi (informativi ed economici) in gioco, flussi che potrebbero essere oggetto di specifici interventi. La stessa analisi degli incentivi industriali, della funzione business di Trento RISE, i commenti raccolti con le interviste o gli esiti della valutazione VQR per quanto riguarda la terza missione delle Fondazioni registrano positive collaborazioni ma ancora insufficienti per attivare un circuito positivo che dall’innovazione alimenti, per ricaduta, la ricerca, e non solo viceversa. Tutto ciò influenza, in senso negativo, l’impatto che si determina tra lo sforzo in ricerca e innovazione e i benefici che ne derivano. Da qui la necessità di specializzare e motivare gli interventi indirizzati in favore della ricerca da quelli a sostegno dell’innovazione, non separati ma differenziati per modalità, bacino di riferimento e strumenti di monitoraggio e controllo. Associare maggiormente un sistema di obiettivi, già oggi presente e articolato ai diversi livelli, a un set di scelte che riguardino i risultati attesi diventa quindi un indirizzo ineludibile da tradursi in azioni e strumenti, più di quanto fatto finora. Nella programmazione futura non è, infatti, pensabile che si presenti un elenco indeterminato di attività solo nominalmente incardinate sul set di obiettivi, oppure una lista di strumenti a disposizione per il loro raggiungimento, plasmabili all’occasione. Così facendo, infatti, si sposta il momento della scelta sul soggetto esecutore e si rinuncia a quella attività di indirizzo e orientamento, propria dell’Amministrazione. Ancora una volta un deciso avanzamento sul fronte del monitoraggio dei processi, da realizzarsi anche ex ante, costituisce un prerequisito tanto più rilevante nel passaggio da scelte ritenute obbligate verso scelte più volute e in competizione con altre. Sul versante dell’Amministrazione questo implica una accresciuta capacità di programmazione e progettazione e la possibilità di dialogare, anche su materie tecniche, con l’autonoma capacità dei singoli soggetti in un quadro chiaro per ruoli, responsabilità e risorse. 12.3 Le raccomandazioni Le criticità precedentemente elencate, che già includono suggerimenti e indicazioni, si concretizzano in una raccomandazione di fondo: il modello attuale, pur foriero di eccellenti risultati e con un discreto grado di efficienza, come confermato dai dati raccolti e dalle analisi comparative, non è destinato a crescere secondo lo schema oggi in essere. E questo essenzialmente per due motivi: la necessità crescente di risorse per consolidare quanto già esiste e, nello stesso tempo, il bisogno di Rapporto finale di valutazione – anno 2014 129 diversificare e di allargare la base degli interventi e delle relazioni. Assieme ad un giudizio positivo sulle scelte fatte fino ad oggi, si rendono necessari interventi che, da una parte non vanifichino, cancellandoli, gli sforzi fatti e, dall’altra, sappiano intervenire sui punti deboli, avendo cura di affrontare i rischi legati agli handicap strutturali dovuti alla limitata base territoriale e produttiva per portare a un adattamento della strategia generale finalizzata a obiettivi proiettati verso il futuro. Lo spazio conquistato “sul campo” dal Trentino, grazie allo sforzo prolungato e cumulato nel tempo e nelle tematiche, va mantenuto utilizzando, o ponendo in essere se non disponibili, risorse e capacità specifiche, coordinando gli interventi in materia di governance, con quelli relativi alle scelte. Va di conseguenza definito chiaramente un modello di riferimento rispetto ad alternative possibili, sia di natura strutturale, sia per il coordinamento dei processi decisionali. La parola chiave del prossimo periodo non può che essere la sostenibilità, tema che impone scelte rispetto agli argomenti e flessibilità e fantasia nei confronti degli strumenti da utilizzare. Questo implica modalità e strategie differenziate tra i diversi attori, in ragione delle responsabilità, delle competenze e degli interessi. A questo proposito, pur a fronte di significativi miglioramenti, permane una difficoltà nel riuscire a cogliere con chiarezza le decisioni e le motivazioni connesse alla dimensione strategica delle Fondazioni in relazione al loro processo di crescita e consolidamento, anche rispetto alle aree di intervento, alle loro realtà partecipate e alle iniziative intraprese. Concorrono a rendere problematico lo scenario le carenze, che necessitano interventi specifici, quali quelli relativi al personale (mobilità, in particolare interistituzionale, e prospettive di carriera) e la debole coerenza tra la necessità di sostenere il funzionamento delle istituzioni (anche in relazione alla loro natura di fatto di enti funzionali) e il loro indirizzo verso obiettivi condivisi e selezionati, come ci si aspetterebbe da un corretto utilizzo dello strumento degli Accordi e delle clausole di premialità51. Interventi chiarificatori in tale direzione sono quanto mai auspicabili. Va riconosciuta al sistema trentino una forte attenzione a dare strumenti e coerenza a un modello di programmazione che pone in sequenza i momenti e i soggetti deputati, cercando di bilanciare le responsabilità con la terzietà di giudizio e le competenze dei diversi contributi. In pratica, però, il processo risulta sottodimensionato sugli strumenti effettivamente impiegati per il monitoraggio. Permangono deficit e incoerenze nel sistema informativo, come evidenziato dall’analisi degli incentivi industriali o dalla difficoltà di fare passi in avanti nell’uso sistematico dello strumento di rappresentazione dei risultati costituito da VALGO, mentre se il passaggio al comitato misto di APIAE ha rappresentato un’accelerazione sui tempi ciò non deve portare alla cancellazione della terzietà e della comparabilità della valutazione della qualità tecnico scientifica dei progetti candidati, a maggior ragione a fronte degli importi in gioco. 51 Per l’applicazione del meccanismo della quota premiale si rinvia all’approfondimento dell’Allegato 5, oltre ai richiami puntuali nel testo. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 130 Il pericolo di una “deriva burocratica”, in cui ci si limiti a verificare il rispetto formale delle procedure e la loro concatenazione, o i rischi derivanti dall’introduzione, non prevista e non programmata, di novità e variazioni, andrebbero bilanciati con un’attenta valutazione ex ante che dovrebbe accompagnare la fattibilità delle decisioni da prendere. Ancora una volta la parola chiave diviene la sostenibilità motivata della programmazione intrapresa, in ragione della quale, prima di procedere a una sua modifica, deve essere garantita un’idonea valutazione che motivi la richiesta di cambiamento e ne ipotizzi il percorso realizzativo in grado di includere l’analisi delle conseguenze delle scelte che si intraprendono. Qualsiasi scelta di modifica organizzativa del quadro istituzionale dovrebbe aver ben presente l’esperienza fatta e la cumulatività di un processo che ha rappresentato un punto di riferimento confrontabile con le migliori realtà internazionali. A tal proposito l’impatto, sia nella sua dimensione attesa che in quella effettivamente realizzata, deve entrare più di quanto avviene oggi, nei diversi processi decisionali. Al fine dell’individuazione di indicatori utili allo scopo, in grado di agire ex ante, sono state prodotte iniziative sperimentali, per la verità ancora lontane da un condiviso giudizio consolidato. Ma ci sono anche interventi di supporto e di contesto la cui presenza o meno è di per sé uno strumento di giudizio. Tra queste: la mobilità delle competenze, gli accordi extraterritoriali ad hoc, le filiere, tenendo nel debito conto gli esistenti vincoli (ad esempio: aiuti di stato, IPR, altre regole amministrative). Le esperienze maturate in quest’ultimo anno, in preparazione di H2020 e, soprattutto, per la produzione del documento di specializzazione intelligente per i Fondi Strutturali vanno appunto in questa direzione. Si deve perciò tornare a parlare di uno specifico disegno di politica industriale, capace di comprendere al suo interno la politica tecnologica, e in grado di fornire a questa il frame di riferimento. Accanto a questo vanno considerati i rapporti interregionali, sia con le regioni limitrofe (italiane e non) sia senza vincoli di contiguità. Il Trentino attrae forze e competenze per la qualità e le risorse del suo sistema scientifico, ma non è pensabile un’azione meramente attrattiva se non bilanciata da partenariato da svilupparsi presso altre realtà territoriali. Questo è particolarmente vero per le ricadute tecnologiche e industriali non realizzabili su un debole e limitato sistema industriale locale non in grado, almeno nel medio termine, di valorizzare al meglio le potenzialità. Queste raccomandazioni generali sono poi commentate e dettagliate nel Rapporto in forma specifica per le tre istituzioni che hanno sottoscritto gli Accordi di Programma, ovvero le due Fondazioni e il Museo delle Scienze. Emergono temi comuni, sebbene distinti nelle raccomandazioni, quali la qualità della ricerca realizzata, l’internazionalizzazione, gli interventi in favore dell’autovalutazione e dell’impatto, la capacità di autofinanziamento, il contributo al sistema territoriale della ricerca (STAR) ed altre più specifiche legate alle singole realtà in ragione della diversa natura, storia e organizzazione. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 131 Molte di queste riprendono quelle precedentemente incluse nel Rapporto intermedio che hanno riscosso una condivisone da parte dei soggetti valutati. Il relativo breve periodo di tempo trascorso non ha consentito un’ulteriore verifica dei procedimenti messi in atto nelle diverse realtà ma già la condivisione, e l’attivazione dei relativi processi correttivi, costituiscono un utile indicatore circa la credibilità e l’efficacia del processo di valutazione attivato ormai molti anni fa con la costituzione del CIVR prima (2000) e del CVR poi (2006)52. 52 La legge provinciale 20 marzo 2000, n. 3, che ha istituito il Fondo per i progetti di ricerca, ha avuto anche il merito di introdurre due novità costituite dal Comitato di indirizzo e valutazione della ricerca (CIVR) e dall’Osservatorio provinciale della ricerca (con compiti di rilevazione), come strutture per indirizzare e monitorare il sistema; oltre ad aver introdotto il finanziamento su base competitiva e istituzionale. A questo ha fatto seguito un profondo riordino del legislatore provinciale con la riforma (legge provinciale 2 agosto 2005, 14), che ha determinato un ripensamento delle strutture di conoscenza, indirizzo e valutazione e la sostituzione degli organismi precedenti, dando in particolare evidenza alla funzione di valutazione. I due nuovi Comitati in cui si è articolato il sistema, hanno ripartito le funzioni secondo una sequenza temporale e di dimensione di analisi, trovando conferma nelle competenze utilizzate, Rispetto alla valutazione il CTS ha assunto il compito di considerare il progetto tecnico e scientifico in tutte le sue fasi, dalla candidatura, alla selezione, all’esecuzione fino al giudizio finale, mentre il CVR si è impegnato a cogliere l’altra faccia della valutazione, quella rappresentata dall’impatto che le politiche per la ricerca, anche attraverso l’attivazione di strumenti come il bando e gli accordi di programma, vengono a dare alla realtà territoriale trentina, traguardando l’osservazione a una scala più ampia che non include il singolo progetto. La distinzione, e la non sovrapponibilità dei due Comitati, pur nel quadro di una consolidata collaborazione, ha consentito la fornitura di input e indicazioni per la programmazione provinciale su fasi ed esigenze distinte, dando luogo a un’originale modalità di strutturazione delle azioni di supporto tale da costituire un caso ritenuto di riferimento nel panorama italiano e nel contesto internazionale. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 132 Ringraziamenti. Questo Rapporto conclude un lavoro pluriennale che ha visto il CVR impegnato in un momento particolarmente complesso dell’esperienza trentina in materia di ricerca e innovazione. E’ quindi d’obbligo un ringraziamento non formale a chi ha reso possibile questo lavoro e lo ha alimentato con contributi, competenze e impegno quotidiano. Un riconoscimento va in primo luogo ad Andrea Bonaccorsi e Giuseppe Catalano che hanno anticipatamente lasciato il Comitato per altri impegni e destinazioni ma non hanno fatto mai mancare il loro sostegno e i loro suggerimenti. E a tutte le persone del Dipartimento, cominciando dal Dirigente generale che ne è componente effettivo, e al Dirigente del Servizio Università e Ricerca che ha garantito molto di più della mera funzione segretariale prevista dalla legge. Tante le persone che si sono prodigate in un lavoro sempre piuttosto avaro di riconoscimenti formali, in particolare il Dirigente del Servizio Michele Nulli e Roberta Vergani, Lucia Cella, Filippo Bonella, Romano Svaldi e Alessandro Tuccio e tutti gli altri colleghi impegnati in maniera meno continuativa, o che, dopo un anno, sono stati destinati ad altre responsabilità, come Fernando Guarino, a tutti i quali vanno in forma collettiva i sinceri ringraziamenti dell’intero Comitato. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 133 Allegati Rapporto finale di valutazione – anno 2014 134 Allegato 1 - Quadro ufficiale delle informazioni statistiche nel settore della ricerca Allegato 1 - Quadro ufficiale delle informazioni statistiche nel settore della ricerca La spesa in ricerca e sviluppo del 201153 ammonta complessivamente a 316.071 migliaia di Euro con la conferma del livello della spesa in ricerca privata che allinea i dati del Trentino (46,10% della spesa privata sul dato complessivo) a quelli nazionali e li avvicina alle situazioni delle regioni leader a livello italiano (Lombardia, Lazio, Piemonte ed Emilia Romagna). In termini di rapporto al PIL viene consolidato il valore del 2% circa emerso nel triennio 2009 – 2011, che vede fra le regioni italiane il Trentino al primo posto. Questa rappresentazione del dato in termini di incidenza sul PIL, infatti, permette di cogliere meglio le differenti realtà regionali in rapporto alle potenzialità del rispettivo sistema economico. Riguardo alla composizione della ricerca pubblica si segnala la felice anomalia di un sistema caratterizzato dalla presenza di un ateneo statale, a carico del bilancio provinciale, e di fondazioni provinciali della ricerca come elementi portanti, a cui contribuisce significativamente il contestuale radicamento di realtà strutturate dei maggiori enti nazionali di ricerca e di altre istituzioni. Quanto detto riguardo alla spesa si trasferisce in modo quasi speculare al personale addetto alla ricerca. Il 2011, dopo un rimbalzo per così dire tecnico, registrato nel 2010, conferma in modo convinto l’aumento misurato nel 2009 dagli addetti del settore privato, garantendo così la prosecuzione del processo di crescita. Di seguito si riproducono le ultime tabelle disponibili per la spesa in ricerca e sviluppo54. Tabella [All.1] 1 - Spesa in ricerca e sviluppo (R&S) intra-muros per settore istituzionale (2007- 2011) (valori in migliaia di euro) Anni 2007 2008 2009 2010 2011 Istituzioni pubbliche 66.127 72.493 75.144 91.094 89.210 Università 58.609 62.436 69.263 71.035 73.950 Istituzioni private non profit 4.841 7.329 9.125 8.050 7.138 Imprese 53.132 61.005 184.708 157.514 145.773 Totale 182.709 203.263 338.240 327.693 316.071 Incidenza (%) sul PIL 1,16 1,27 2,15 2,04 1,93 Incidenza (%) su investimenti fissi lordi 4,17 4,24 8,23 7,73 7,22 Fonte: ISTAT - PAT, Servizio Statistica 53 Ultimo dato disponibile. Si ricorda che le indagini sulla spesa vengono effettuate a consuntivo e successivamente elaborate. Questo porta a un ritardo di circa due anni rispetto ai dati da commentare. 54 Vedi l’Annuario Statistico della Provincia autonoma di Trento 2012, consultabile all’indirizzo http://www.statweb.provincia.tn.it/annuario . Le tabelle corrispondono alle Tavole VIII.01 – VIII.11 per le tabelle qui indicate rispettivamente ai numeri 1.1, 1.3, 1.4, 1.6, 1.8, 1.9, 1.10, 1.11, 1.12, e 1.13. Invece, le tabelle corrispondenti ai numeri 1.2, 1.5, 1.7 e 1.14 sono state anticipate dal Servizio Statistica. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 135 Allegato 1 - Quadro ufficiale delle informazioni statistiche nel settore della ricerca Tabella [All.1] 2 - Spesa in ricerca e sviluppo (R&S) intra-muros per settore istituzionale (serie storica completa: 2000 -2011) Totale Incidenza (%) sul PIL Incidenza (%) su Investimenti fissi lordi 29.425 88.643 0,72 2,83 - 32.687 114.657 0,89 3,56 41.322 738 35.569 136.030 1,03 3,55 70.273 49.578 1.328 24.585 145.764 1,07 3,96 2004 66.457 50.782 3.320 26.052 146.611 1,04 3,75 2005 69.638 50.967 4.848 31.626 157.079 1,09 3,66 2006 67.590 56.669 7.868 45.981 178.108 1,19 4,02 2007 66.127 58.609 4.841 53.132 182.709 1,16 4,17 2008 72.493 62.436 7.329 61.005 203.263 1,27 4,24 2009 75.144 69.263 9.125 184.708 338.240 2,15 8,23 2,04 7,73 1,93 7,22 Università Istituzioni private non profit Imprese 31.693 27.525 - 2001 44.174 37.796 2002 58.401 2003 Anni Istituzioni pubbliche 2000 2010 91.094 71.035 8.050 157.514 327.693 2011 89.210 73.950 7.138 145.773 316.071 Tabella [All.1] 3 - Spesa in ricerca e sviluppo (R&S) intra-muros per settore istituzionale (20072011) (valori percentuali) Anni Istituzioni pubbliche 2007 2008 2009 2010 2011 Istituzioni private non profit Università 36,2 35,7 22,2 27,8 28,2 32,1 30,7 20,5 21,7 23,4 Imprese 2,6 3,6 2,7 2,5 2,3 Totale 29,1 30,0 54,6 48,1 46,1 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: ISTAT - PAT, Servizio Statistica Tabella [All.1] 4 - Addetti alla ricerca e sviluppo R&S) per settore istituzionale (2007-2011) (unità equivalenti tempo pieno) Anni 2000 2005 2007 2008 2009 2010 2011 Istituzioni pubbliche Università 452 873 908 863 889 923 1.005 629 672 727 731 718 794 Istituzioni private non profit 80 113 140 141 176 149 Imprese 474 355 781 921 1.592 1.374 1.579 Totale 926 1.937 2.473 2.650 3.353 3.191 3.526 Addetti per 1.000 ULA 4,0 8,4 10,3 11,1 14,0 13,4 14,7 Fonte: ISTAT - PAT, Servizio Statistica Rapporto finale di valutazione – anno 2014 136 Allegato 1 - Quadro ufficiale delle informazioni statistiche nel settore della ricerca Tabella [All.1] 5 - Addetti alla ricerca e sviluppo (R&S) per settore istituzionale (serie storica completa 2000 - 2011) Anni 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Istituzioni Università pubbliche 452.0 504.0 789.0 807.0 817.0 873.0 849.8 908.0 862.5 889.4 922.5 1,005.4 == == 550.0 534.0 559.0 628.9 657.1 671.7 726.8 730.5 718.4 793.5 Istituzioni private non profit Imprese Totale == == 17.0 37.0 40.0 80.0 95.7 112.5 139.6 141.4 175.5 148.8 474.0 495.0 489.0 293.7 348.0 354.9 489.3 781.0 920.9 1,591.7 1,374.4 1,578.7 == == 1,845.0 1,671.7 1,764.0 1,936.8 2,091.9 2,473.2 2,649.8 3,353.0 3,190.8 3,526.4 Addetti ETP per 1.000 ULA == == 7.88 7.15 7.53 8.37 8.90 10.34 11.06 13.98 13.42 14.71 Tabella [All.1] 6 - Stanziamenti di bilancio per la ricerca e sviluppo (R&S) della Provincia autonoma di Trento (2008-2012) Anni 2008 2009 2010 2011 2012 Capitoli di spesa interamente o parzialmente destinati a spese per ricerca (valori in migliaia di euro) 110.238 177.917 96.215 164.853 175.045 Stanziamento per abitante (euro per abitante) Incidenza (%) sul PIL 0,69 1,13 0,60 1,00 1,07 213,40 340,63 182,52 312,71 331,78 Incidenza (%) sul totale delle spese delle AAPP 1,47 2,22 1,20 2,00 2,11 Fonte: ISTAT - PAT, Servizio Statistica Rapporto finale di valutazione – anno 2014 137 Allegato 1 - Quadro ufficiale delle informazioni statistiche nel settore della ricerca Tabella [All.1] 7 - Stanziamenti di bilancio per la ricerca e sviluppo (R&S) della Provincia autonoma di Trento (serie storica completa 2003-2012) Stanziamenti Incidenza destinati a spese per Anni (%) sul ricerca (valori in PIL migliaia in euro) 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 82,150 95,331 99,525 124,311 102,717 110,238 177,917 96,215 164,853 175,045 Incidenza (%) sul totale delle spese delle AAPP 0.60 0.68 0.69 0.83 0.65 0.69 1.13 0.60 1.00 1.07 1.32 1.41 1.50 1.83 1.42 1.47 2.22 1.20 2.00 2.11 Tabella [All.1] 8 - Stanziamenti per la ricerca e sviluppo (R&S) della Provincia autonoma di Trento. Confronti Trentino, Italia, UE15, UE27, Area Euro (17), UE 27 (2012) Confronti Trentino Italia UE15 Area Euro (17) UE27 Capitoli di spesa interamente o parzialmente destinati a spese per ricerca (valori in migliaia di euro) 175.045 8.759.100 82.395.442 67.615.719 85.963.700 Stanziamenti per abitante (euro per abitante) Incidenza (%) sul PIL 1,07 0,56 0,69 0,71 0,67 Incidenza (%) sul totale delle spese delle AAPP 331,78 144,00 202,90 170,80 2,11 1,11 1,46 1,48 1,42 Fonte: Eurostat - PAT, Servizio Statistica Tabella [All.1] 9 - Stanziamenti della Provincia autonoma di Trento per obiettivo socio-economico prevalente (2008-2012) (valori in migliaia di euro) 2008 Obiettivo socio-economico Importo Esplorazione e utilizzazione dell'ambiente terrestre Controllo e tutela dell'ambiente Esplorazione e utlizzazione dello spazio Sistemi di trasporto, di telecomunicazione e altre infrastrutture Produzione, distribuzione e uso razionale dell'energia Produzioni e tecnologie industriali Protezione e promozione della salute umana Agricoltura Istruzione e formazione Cultura, tempo libero, religione e mezzi di comunicazione di massa Sistemi, strutture e processi politici e sociali Promozione della conoscenza di base - Rapporto finale di valutazione – anno 2014 2009 % Importo 2010 % Importo 2011 % Importo 2012 % Importo % 1.553 1,4 2.300 1,3 2.329 2,4 4.152 2,5 3.294 1,9 5.444 - 4,9 - - - - - 3.290 - 2,0 - 1.951 - 1,1 - - - 1.000 0,6 4.750 4,9 1.284 0,8 19.947 11,4 8.782 8,0 1.372 0,8 - - 8.834 5,4 0 0,0 54.576 49,5 137.882 77,5 68.111 70,8 54.411 33,0 43.001 24,6 10.685 9,7 1.500 0,8 2.100 2,2 9.470 5,7 22.250 12,7 19.227 938 17,4 0,9 23.003 865 12,9 0,5 975 1,0 26.409 1.103 16,0 0,7 25.430 756 14,5 0,4 826 0,7 1.452 0,8 2.107 2,2 1.193 0,7 824 0,5 746 0,7 793 0,4 2.777 2,9 1.782 1,1 1.343 0,8 7.460 6,8 7.750 4,4 13.065 13,6 52.925 32,1 56.251 32,1 138 Allegato 1 - Quadro ufficiale delle informazioni statistiche nel settore della ricerca Ricerche non finanziate dal Fondo Ordinario per le Università Totale 110.238 100,0 177.917 100,0 96.215 100,0 164.853 100,0 175.045 100,0 Fonte: Eurostat - PAT, Servizio Statistica Tabella [All.1] 10 - Occupati in settori ad alto contenuto tecnologico o ad alta intensità di conoscenza (2008-2012) (numero occupati in migliaia) Anni Manifatturiero totale di cui manifatturiero ad alto e medio-alto contenuto tecnologico 36 38 38 37 37 8 8 8 9 11 2008 2009 2010 2011 2012 Servizi totale di cui servizi ad alta intensità di conoscenza tecnologica di cui servizi ad alta intensità di conoscenza non tecnologica Settori ad alto contenuto tecnologico (1) 5 4 4 5 5 82 85 87 84 83 6 5 6 7 6 155 158 158 156 159 Totale attività 227 228 229 230 230 Fonte: Eurostat (1) Manifatturiero ad alto contenuto tecnologico e servizi ad alta intensità di conoscenza tecnologica Tabella [All.1] 11 - Percentuale e numero occupati in settori ad alto contenuto tecnologico o ad alta intensità di conoscenza (2012) (numero occupati in migliaia) Confronti Trentino Italia UE15 Area Euro (17) di cui manifatturiero ad Manifatturiero alto e medio-alto totale contenuto tecnologico 37 4.202 25.045 22.317 11 1.346 9.661 8.597 di cui servizi ad alta intensità di conoscenza tecnologica Servizi totale 159 15.652 126.211 100.208 5 543 5.151 3.990 di cui servizi ad alta intensità di conoscenza non tecnologica 83 7.119 66.489 51.369 Settori ad alto contenuto tecnologico Totale attività (1) 6 762 7.043 5.563 230 22.843 172.082 140.194 Fonte: Eurostat - PAT, Servizio Statistica (1) Manifatturiero ad alto conteunto tecnologico e servizi ad alta intensità di conoscenza tecnologica (percentuale sul totale degli occupati) Confronti Trentino Italia UE15 Area Euro (17) Manifatturiero totale 16,2 18,4 14,6 15,9 di cui manifatturiero ad alto e medio-alto contenuto tecnologico 5,0 5,9 5,6 6,1 Servizi totale 69,2 68,5 73,3 71,5 di cui servizi ad alta intensità di conoscenza tecnologica 2,3 2,4 3,0 2,8 di cui servizi ad Settori ad alta intensità di alto conoscenza non contenuto tecnologica tecnologico (1) 36,3 2,7 31,2 3,3 38,6 4,1 36,6 4,0 Fonte: Eurostat - PAT, Servizio Statistica Rapporto finale di valutazione – anno 2014 139 Allegato 1 - Quadro ufficiale delle informazioni statistiche nel settore della ricerca Tabella [All.1] 12 - Stock delle risorse umane in scienza e tecnologia (2002-2012) Risorse umane in scienza e tecnologia Anni Migliaia di persone 2002 2005 2008 2009 2010 2011 2012 73 78 90 94 95 95 95 Percentuale sul totale della popolazione 20,1 20,9 23,5 24,3 24,2 24,0 23,8 Percentuale sul totale della popolazione attiva 31,8 31,6 35,2 36,0 35,7 35,6 34,9 Risorse umane in scienza e tecnologia-core Migliaia di persone 20 24 30 30 31 32 32 Percentuale sul totale della popolazione 5,4 6,3 7,8 7,8 8,0 8,1 8,0 Percentuale sul totale della popolazione attiva 9,5 10,5 12,8 12,8 13,1 13,2 13,2 Fonte: Eurostat - PAT, Servizio Statistica Tabella [All.1] 13 - Stock delle risorse umane in scienza e tecnologia (2012) Risorse umane in scienza e tecnologia Confronti Migliaia di persone Trentino Italia UE27 95 9.738 114.438 Percentuale sul totale della popolazione 23,8 21,2 30,4 Percentuale sul totale della popolazione attiva 34,9 32,9 40,9 Risorse umane in scienza e tecnologia-core Migliaia di persone 32 3.206 45.588 Percentuale sul totale della popolazione 8,0 7,0 12,1 Percentuale sul totale della popolazione attiva 13,2 12,5 18,9 Fonte: Eurosta t- PAT, Servizio Statistica Rapporto finale di valutazione – anno 2014 140 Allegato 1 - Quadro ufficiale delle informazioni statistiche nel settore della ricerca Tabella [All.1] 14 - Incidenza percentuale della spesa in ricerca e sviluppo (R&S) intra-muros sul PIL: confronti regionali (2011) Trento Piemonte Lazio Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Liguria Lombardia ITALIA Toscana Campania Veneto Umbria Abruzzo Sicilia Sardegna Marche Puglia Bolzano/Bozen Basilicata Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste Incidenza della spesa R&S Totale su PIL Calabria Incidenza della spesa R&S delle Imprese su PIL Molise 0.00 0.20 0.40 Rapporto finale di valutazione – anno 2014 0.60 0.80 1.00 1.20 1.40 1.60 1.80 2.00 141 Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler 2.1 Introduzione 2.1.1 Sintesi degli obiettivi dell’Accordo di Programma La transizione dall’Istituto Trentino di Cultura alla Fondazione Bruno Kessler secondo le direttrici indicate dalla legge provinciale n. 14/2005 ha avuto luogo nel quadriennio 2007–2011, con un accordo transitorio per il periodo 2007–2008 e con l’avvio del primo Accordo di Programma per il quadriennio 2010–2013. I passaggi fondamentali di tale transizione sono stati la costituzione formale della Fondazione, la strutturazione dei centri di ricerca e la loro progressiva aggregazione attorno a due “poli” (Scientifico e Tecnologico e delle Scienze Umane e Sociali), l’adozione di un nuovo contratto collettivo di lavoro di impostazione privatistica. In questi anni la Fondazione ha inoltre proceduto alla costruzione degli strumenti di supporto alla programmazione, alla gestione delle attività di ricerca ed alla loro valorizzazione socioeconomica. Gli obiettivi esplicitati nell’Accordo di Programma 2010–2013 sono i seguenti: condurre ricerca di alta qualità, visibile internazionalmente, e focalizzata su tematiche specifiche; assicurare al territorio trentino risultati innovativi nel campo della ricerca e della disseminazione della conoscenza; sostenere l’iniziativa Trento RISE nell’ambito dell’Istituto Europeo per l’Innovazione la Tecnologia; dimostrare attrattività nei confronti di ricercatori di livello internazionale; sviluppare attività di trasferimento tecnologico e stimolare idee brevettali; formare giovani ricercatori; contribuire alla costruzione del Distretto dell’ICT. Oltre a tali traguardi di portata generale l’Accordo di Programma include anche ulteriori specifici obiettivi: raggiungimento di un livello di autofinanziamento per il polo scientifico e tecnologico pari al 35%, e per il polo umanistico e delle scienze sociali pari al 10% entro il 2012 e da mantenersi nel 2013. Tali soglie di autofinanziamento sono calcolate nell’accordo di programma comprendendo tra i ricavi ulteriori rispetto all’Accordo di Programma anche i bandi di finanziamento della ricerca di natura competitiva emanati dalla Provincia Autonoma di Trento; la creazione, nell’ambito della valorizzazione della ricerca e dell’incremento del tasso di trasferimento tecnologico, di almeno due nuove imprese (start – up e spin – off) entro il 2012; Rapporto finale di valutazione – anno 2014 142 Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler il supporto e l’adesione, entro il 2010, al soggetto deputato ad esercitare le funzionalità previste dal progetto Trento RISE; il supporto e l’adesione, entro il 2012, al Distretto dell’ICT. l’adozione, entro il 2011, di uno specifico programma di supporto alle imprese nel settore dell’informatica, con particolare riferimento alle aree sanitaria e sociale. Gli obiettivi sopra riportati costituiscono gli elementi guida considerati nella presente valutazione. La Fondazione, nel rispetto di quanto previsto dall’Accordo di Programma, ha sviluppato un piano pluriennale delle attività e dei successivi piani annuali di attuazione dell’accordo. Gli indirizzi strategici principali contenuti nel piano pluriennale 2010–2013 sono sintetizzabili nei seguenti punti. scelta strategica di focalizzazione delle attività su un numero ridotto di assi di ricerca sui quali la Fondazione ha un migliore posizionamento in ambito nazionale ed internazionale; sostegno alla cooperazione tra i centri e tra le unità di ricerca anche attraverso la definizione di programmi strutturati che promuovano il perseguimento di obiettivi comuni e che creino sinergie nell’impiego di infrastrutture e piattaforme per la ricerca; selezione di programmi di ricerca in grado di generare risultati rilevanti sui differenti stadi del processo innovativo: dalla ricerca di base allo sviluppo di prodotti e soluzioni tecniche con potenziale commerciale e di trasferimento tecnologico; impulso alla internazionalizzazione delle attività di ricerca attraverso differenti strumenti: partnership con soggetti industriali ed istituzioni pubbliche di ricerca, mobilità dei ricercatori in ingresso ed uscita, programmi di alta formazione; sviluppo di una funzione di Grant Office centralizzato, con l’obiettivo di supportare la ricerca nelle fasi di proposta progettuale e successiva gestione; sviluppo di una funzione dedicata alla valutazione della ricerca, per monitorare la produzione scientifica della Fondazione, implementare indicatori di qualità e produttività, migliorare nel complesso l’accountability delle attività di ricerca realizzate. Dal punto di vista del quadro complessivo delle attività di ricerca del polo scientifico il piano pluriennale vede la focalizzazione su 3 programmi: il Centro Materiali e Microsistemi (CMM) è impegnato principalmente sullo sviluppo di Nano-Micro Tecnologie, il Centro per le Tecnologie dell’Informazione (CIT) si focalizza sul programma Future Internet. Il programma Embedded Intelligence and System si configura invece come l’asse portante per lo sviluppo di sinergie e collaborazioni fra i due centri. Inoltre, il piano pluriennale dichiara che i tre macro-programmi di ricerca sono orientati principalmente verso alcuni domini applicativi di interesse per il territorio, con specifico riferimento ai servizi di pubblica utilità, le biotecnologie per la scienza della vita e della salute e le applicazioni per l’energia e l’ambiente. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 143 Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler L’impianto complessivo del piano pluriennale è stato poi oggetto di aggiustamenti negli anni successivi con contestuali variazioni anche negli assetti organizzativi di alcuni centri. Ad esempio, sono state riaggregate su specifici cluster le unità di ricerca afferenti al CMM. In particolare, rispetto alla versione iniziale dell’Accordo di programma sono state realizzate tre successive integrazioni55. Dal punto di vista del quadro complessivo delle attività di ricerca della Fondazione gli elementi più rilevanti prodotti da tali integrazioni sono rappresentati dalla espansione e diversificazione delle attività nell’ambito del polo delle scienze umanistiche e sociali, con l’incorporazione di nuovi centri di ricerca. Tale sviluppo del polo è accompagnato da un significativo aumento delle risorse finanziarie ad esso destinate. Nel piano delle attività di ricerca del 2012 viene definito un nuovo impianto degli ambiti di ricerca del polo umanistico della Fondazione, che è costituito da due macro-aree, nell’ambito delle quali si ricomprendono le attività dei singoli centri (ISIG, ISR, IRVAPP) e dei progetti esplorativi: i) miglioramento del benessere dei cittadini in un contesto di maggiore efficienza e responsabilità del sistema pubblico; ii) dinamiche economiche e sociali tra cooperazione e conflitto. 2.1.2 Fonti e qualità dei dati per la valutazione Le considerazioni riportate in questo documento sono fondate sulla rielaborazione di dati ottenuti da fonti diverse. Parte dei dati sono stati forniti al CVR direttamente dalla Fondazione Bruno Kessler. Ulteriori informazioni sulle risorse finanziarie sono stati prodotte dal Servizio Università e Ricerca della Provincia Autonoma di Trento. Infine, si è fatto ricorso a banche dati internazionali per l’elaborazione di alcune informazioni aggiuntive sulle pubblicazioni scientifiche riconducibili alla Fondazione. La complessità e l’eterogeneità delle aree scientifiche su cui è attiva la Fondazione pongono chiaramente alcune criticità in fase di valutazione, in ragione delle differenti forme degli output della ricerca e delle diverse opportunità di finanziamento sul mercato nazionale ed internazionale della ricerca. Tale contesto richiederebbe quindi una puntuale disaggregazione dei dati a livello di singolo centro di ricerca. Ove possibile l’analisi ha adottato questo approccio. Tuttavia, rispetto ad alcune dimensioni della valutazione di impatto si è necessariamente optato per una analisi aggregata a livello di Fondazione. 2.1.3 Criteri per la valutazione La valutazione proposta in questo documento adotta una serie di metriche che tentano di cogliere le dimensioni e gli obiettivi esplicitati all’interno dell’Accordo di Programma. In questa prospettiva la valutazione è orientata sia ad un giudizio di coerenza tra obiettivi dichiarati negli Accordi di programma ed azioni effettivamente messe in atto, sia ad un giudizio più generale sulla efficacia ed 55 Tali integrazioni sono state ratificate dal soggetto finanziatore dell’Accordo di Programma nel Settembre 2011, Gennaio 2012 e Ottobre 2012 (come riassunto nella deliberazione della Giunta provinciale n.2160 di data 15 ottobre 2012). Rapporto finale di valutazione – anno 2014 144 Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler efficienza di tali azioni in termini di ritorni sul piano scientifico e di impatto sul territorio. E’ opportuno chiarire come nelle valutazioni di questo rapporto non si sia fatto ricorso ad analisi dirette di benchmarking, pur essendo evidente l’importanza di tale approccio per la validazione di giudizi di efficienza nell’impiego delle risorse. Tale scelta è stata indotta dalla oggettiva difficoltà nella identificazione di soggetti istituzionali - impegnati nella ricerca scientifica in ambito italiano o internazionale - caratterizzati da un portafoglio di attività assimilabile a quello della Fondazione e al tempo stesso coinvolti in un sistema di governance e di finanziamento esterno comparabili a quello locale. In questa prospettiva, la scelta della Fondazione di aderire, anche su invito del CVR, al processo di valutazione VQR 2004-2010 ha rappresentato un passo importate per la produzione di indicatori di performance corretti per le dinamiche medie settoriali – con riferimento agli altri enti di ricerca italiani valutati- almeno per i due centri principali (CMM e CIT) che si sono sottoposti alla valutazione. Riteniamo, comunque, che in aggiunta a tale iniziativa sarà importante, nel contesto di un dialogo tra CVR e Fondazione, l’identificazione di possibili soggetti benchmark, eventualmente differenziati rispetto alle diverse componenti scientifiche presenti all’interno della Fondazione. Tenuto conto delle criticità appena espresse, la comparazione con tali soggetti non sarà da intendersi in relazione al confronto diretto di indicatori specifici di produttività della ricerca o di autofinanziamento, ma piuttosto in relazione ad elementi quali la pianificazione strategica delle linee di ricerca, le scelte di diversificazione delle competenze interne e l’ottimizzazione della allocazione delle risorse tra infrastrutture per la ricerca e personale. 2.2 Valutazione delle attività 2.2.1 Qualità della produzione scientifica I dati relativi sulla produzione scientifica su riviste internazionali mostrano nel complesso una buona performance della Fondazione. In particolare, il numero complessivo di pubblicazioni scientifiche su riviste censite nel database Web of Science passa da 126 nel 2009 a 163 nel 2011. Tuttavia, nel 2012 si osserva una contrazione del numero di pubblicazioni (127 pubblicazioni internazionali su riviste indicizzate) parzialmente ascrivibile ad una riduzione degli organici del CMM. Circa la metà delle pubblicazioni più recenti sono apparse su riviste con elevati indici citazionali. I dati aggregati riflettono, quindi, in certa misura un processo di miglioramento della produttività media ed una crescente attenzione alla divulgazione dei prodotti della ricerca su riviste internazionali con elevato impatto scientifico. L’analisi delle co-autorazioni internazionali delle pubblicazioni con almeno un autore affiliato alla Fondazione evidenzia, inoltre, la presenza di un sistema di networking ampio e diversificato. Le co-autorazioni confermano inoltre, anche in anni recenti, una incidenza non trascurabile di collaborazioni con ricercatori dell’Università di Trento. Complessivamente i dati più recenti (anno 2012) sui differenti centri di ricerca Rapporto finale di valutazione – anno 2014 145 Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler della Fondazione mostrano un’incidenza del personale di ricerca inattivo relativamente ridotta: il 20% del personale strutturato non ha almeno una pubblicazione scientifica su riviste internazionali negli ultimi 2 anni, anche in coautoraggio56. Per il 2012 si registra una produttività media pari a circa 2 pubblicazioni l’anno, valore riferito ad una popolazione che comprende sia il personale di ricerca strutturato che i collaboratori a progetto. Rispetto a tali dati medi di produttività i recenti risultati della Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR 2004-2011) offrono una prospettiva di lettura comparativa della performance scientifica dei ricercatori afferenti alla fondazione rispetto agli andamenti medi di area scientifica negli altri enti nazionali presi in esame dalla VQR. In questo caso emerge come per la Fondazione la percentuale di prodotti di ricerca mancanti rispetto ai prodotti attesi, tenuto conto del numero di ricercatori, sia inferiore alla media degli altri enti esaminati. Tuttavia, la distribuzione dei lavori scientifici sottoposti a valutazione su differenti classi di merito scientifico evidenzia, in aggregato, una performance inferiore alla media degli altri enti analizzati. In particolare, ciò deriva dalla comparazione dell’incidenza del numero di scientifici lavori giudicati eccellenti sul totale dei lavori presentati dalla Fondazione. I dati mostrano una rilevante eterogeneità tra i centri della Fondazione: la quota di prodotti scientifici eccellenti è rispettivamente il 41,5% per il CMM ed il 25,7% per il CIT. Nel complesso il CMM ha ottenuto, nel proprio ambito scientifico, un voto medio dei propri prodotti scientifici superiore alla media degli altri enti valutati. E’ tuttavia importante ricordare che i prodotti analizzati dalla VQR si riferiscono all’intero periodo 2004-2010. In anni recenti i dati di natura bibliometrica sulla produzione scientifica della fondazione indicano una crescente focalizzazione su lavori di elevato impatto scientifico. Ad esempio, la quota di pubblicazioni della fondazione che sono apparse su riviste collocate nel primo quartile di impact factor dei corrispondenti ambiti scientifici è cresciuta dal 47% nel 2010 al 55% del 2012 (fonte bilancio FBK 2012). In questa prospettiva, sebbene gli esiti della VQR forniscano un riferimento importante per la valutazione media della qualità nel periodo 2004-2010, si sottolinea la presenza di un trend positivo non esclusivamente sui volumi della produzione scientifica ma, soprattutto, sulla qualità dei lavori pubblicati. Una riaggregazione settoriale delle pubblicazioni scientifiche attribuibili ad autori affiliati alla fondazione (per le sole aree del polo scientifico ed adottando la ripartizione settoriale di primo livello delle riviste proposta dal database ISI) mostra una netta prevalenza dell’area delle fisica, mentre i settori engineering, instruments, computer science hanno incidenze comparabili. E’ interessante notare come complessivamente le riviste su cui sono apparsi i contributi scientifici presentino un non trascurabile livello di interdisciplinarietà. Nella seguente tabella 56 Dato comunicato dalla Fondazione Bruno Kessler, la percentuale sale al 23% nel caso in cui si tenga conto anche di personale con contratto di lavoro a progetto (anno 2012). Rapporto finale di valutazione – anno 2014 146 Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler la somma delle quote settoriali eccede il 100% per la presenza di riviste classificate in più di un macro settore. Tabella [All.2] 1 - Incidenza di pubblicazioni su riviste internazionali afferenti a differenti ambiti scientifici Periodo pubblicazioni Physics Engineering Instruments Computer science Materials science Nuclear science technology Chemistry Science technology other topics Spectroscopy Optics 01/2011 - 08/2012 49.1% 14.6% 15.5% 14.2% 11.5% 9.3% 9.7% 7.5% 6.6% 4.9% Fonte: Elaborazione su dati estratti dal database ISI-Web of Science Nella successiva tabella è riportato il trend delle pubblicazioni scientifiche a livello aggregato di Fondazione e suddivise per centro di ricerca. Le pubblicazioni sono assegnate sulla base della presenza di almeno un ricercatore afferente alla Fondazione al momento della pubblicazione. I dati per il 2012 sono disponibili solo a livello aggregato di intera Fondazione FBK. Tabella [All.2] 2 - Trend temporale per differenti tipologie di pubblicazioni scientifiche FBK CIT CMM ECT* ISIG Riviste ISI Altre riviste internazionali Conference Proceedings Capitoli Monografie 2009 126 47 303 37 7 2010 146 31 298 51 5 2011 163 37 279 39 7 Riviste ISI Altre riviste internazionali Conference Proceedings Capitoli Monografie Riviste ISI Altre riviste internazionali Conference Proceedings Capitoli Monografie Riviste ISI Altre riviste internazionali Conference Proceedings Capitoli Monografie Riviste ISI Altre riviste internazionali 26 18 184 16 2 80 19 109 6 0 20 0 4 0 0 0 12 30 12 175 18 1 89 4 110 8 2 27 1 7 0 0 0 6 44 3 169 11 1 99 10 96 5 2 30 5 5 1 1 0 2 Rapporto finale di valutazione – anno 2014 2012 127 62 267 Non disponibile 2 147 Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler ISR Conference Proceedings Capitoli Monografie Riviste ISI Altre riviste internazionali Conference Proceedings Capitoli Monografie 3 12 4 0 10 3 3 1 3 14 2 0 6 1 11 0 3 14 2 0 7 1 8 1 A livello di intera Fondazione, il 49% delle pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali ed il 14% delle monografie realizzate nel 2012 vedono la presenza di coautori stranieri. La successiva tabella mostra l’andamento dell’incidenza delle co-autorazioni internazionali in anni recenti. Tabella [All.2] 3 - Incidenza di pubblicazioni con coautori stranieri Tipologia pubblicazione Articoli su riviste scientifiche internazionali Monografie 2009 40.0% 33.0% 2010 49.0% 39.0% 2011 45.0% 14.0% 2012 49.0% 14.0% 2.2.2 Internazionalizzazione delle attività di ricerca L’accordo di programma indica tra gli obiettivi strategici fondamentali il sostegno all’internazionalizzazione del sistema locale della ricerca. I dati sulle coautorazioni scientifiche presentati nella precedente sezione testimoniano la presenza di costanti scambi di conoscenza con soggetti esteri. A tale dimensione della internazionalizzazione è però importante affiancare anche ulteriori analisi basate su indicatori relativi a: i) partnership di ricerca internazionali finanziate da progetti dall’Unione Europea o supportate da programmi quadro di collaborazione; ii) mobilità in ingresso ed in uscita di personale impegnato in attività di ricerca; iii) attività di organizzazione di eventi di disseminazione scientifica di profilo internazionale. In riferimento alle attività di cooperazione scientifica internazionale supportate da specifici programmi comunitari, nel periodo 2011-2012 sono stati assegnati complessivamente alla fondazione 32 progetti europei. Le risorse nette assegnate per i progetti del 2011 e 2012 sono state pari a circa 4 milioni di Euro/anno. Tabella [All.2] 4 - Programmi internazionali di ricerca Numero di progetti di ricerca internazionali assegnati in qualità di partner Numero di progetti di ricerca internazionali assegnati in qualità di coordinatore Volume totale di risorse assegnate (migliaia di Euro) Fonte: Dati forniti da FBK al CVR 2010 5 0 2017 2011 6 5 4016 2012 26 5 3900 Per quanto riguarda i programmi quadro di collaborazione scientifica, la Fondazione ha complessivamente 13 accordi attivi nel 2012. A tali accordi si affiancano chiaramente ulteriori collaborazioni di ricerca, anche continuative nel tempo, ma non formalizzate da accordi. Nel corso del 2012 la Fondazione ha Rapporto finale di valutazione – anno 2014 148 Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler aderito con successo ad un importante progetto pluriennale internazionale della Commissione Europea dedicato allo studio del grafene. Tabella [All.2] 5 - Accordi quadro di collaborazione scientifica con centri di ricerca esteri attivi nel 2011 MIMOS Berhad, Kuala Lumpur, Malaysia: advanced informatics, wireless communications, information security, knowledge technology, artificial intelligence, grid computing. Universidade Federal De Santa Catarina, Santa Catarina, Brasil: material science, micro and nano technologies, life science and environmental control sciences. Pacific Northwest National Laboratory, Richland (WA), USA: new materials for energy. Massachusetts Institute Of Technology – Mobile Experience Lab, Boston (MA), USA. National Research Center Kurchatov Institute, Moscow, Russia University of Addis Ababa, Addis Ababa, Ethiopia: R&D in information technologies. State Aviation Technological University, Moscow, Russia: advanced materials, nanocomposites, nanotechnology. Instituto de Microelectronica de Barcelona, Barcelona, Spain: micro and nano Integrated systems. University Of Sheffield, Sheffield, UK: experimental and computational investigation of the secondary electron energy spectra. Know-Center GmbH, Graz, Austria. Pontificia Universidade Catolica Do Rio Grande Do Sul, Porto Alegre, Brasil. exchange and mobility. National Institute of Information and Communications Technology, Tokyo, Japan: information and communication technology and Future Internet research. Comision Nacional De Actividades Espaciales, Buenos Aires, Argentina: Microsystems Technologies for Space Applications. I seguenti dati illustrano la composizione del personale della Fondazione per provenienza geografica e sintetizzano alcune recenti iniziative per il supporto all’internazionalizzazione. Nell’ambito della ricerca, l’incidenza di personale di provenienza estera (dato 31/12/2011) è 7.5% per il personale dipendente e del 32.3% per il personale a contratto, per una percentuale complessiva del 13.4%. Nel corso del 2012 è stato attivato un programma per la mobilità internazionale (outbound) riservato a ricercatori della Fondazione57. Il fondo di dotazione per il 2012 è di Euro 104.000, sui quali sono stati finanziati 9 progetti per junior e 9 per senior. Nel 2011 la Fondazione si è inoltre aggiudicata un finanziamento di Euro 476.000 (budget totale Euro 1.190.000) per un'azione Marie Curie (programma FP7 COFUND) finalizzata alla messa a bando di borse di studio internazionali per lo 57 Vedi http://mobility.fbk.eu . Rapporto finale di valutazione – anno 2014 149 Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler sviluppo di carriere nella ricerca58. Sono 7 le borse assegnate a ricercatori e ricercatrici che conducono la propria ricerca all'interno di unità della Fondazione. Per quanto concerne l’attività di divulgazione scientifica, la Fondazione ha realizzato in anni recenti numerose conferenze rivolte alla comunità scientifica in ambito internazionale, workshop internazionali e scuole per l’alta formazione secondo quanto riportato dalla seguente tabella. Tabella [All.2] 6 - Eventi rivolti alla comunità scientifica Eventi di ambito locale Partecipanti ad eventi locali Eventi di ambito internazionale Partecipanti ad eventi internazionali 2010 2011 5 285 45 2280 6 330 70 10400 2012 26 730 106 7360 2.2.3 Integrazione nel Sistema Trentino dell’Alta Formazione e Ricerca In questa sezione si richiamano sinteticamente le principali iniziative finalizzate all’integrazione tra le attività di ricerca e le competenze scientifiche della Fondazione e dei principali soggetti del sistema trentino della ricerca. Limitando l’analisi a partire dall’anno 2010, si menzionano i seguenti progetti: Laboratorio Interdisciplinare di Scienza Computazionale (LISC), anno 2010 – calcolo scientifico e simulazione numerica (Università di Trento e Fondazione Bruno Kessler); Laboratory of Sequence and Structure Analysis for Health (LSSAH), anno 2012 – studio e ricerca di tecniche e metodologie sperimentali nell’ambito delle scienze della vita (Università di Trento, Fondazione Bruno Kessler, Consiglio Nazionale delle Ricerche); TNLabs, anno 2010 – un network per la condivisione di strumentazione e personale nel campo della caratterizzazione dei materiali (Università di Trento, Fondazione Bruno Kessler); Convenzione tra ISIG ed Università, anno 2012 – compartecipazione alle attività del corso di laurea magistrale interateneo (Università di Trento e Fondazione Bruno Kessler) in Scienze Storiche. Nella relazione sulla gestione del bilancio 2012 della Fondazione Bruno Kessler sono esposte delle considerazioni relative allo sviluppo di attività connesse a Trento RISE quale strumento funzionale alla interazione tra i soci di Trento RISE ed altri soggetti di STAR. Per una discussione di tali aspetti si rimanda alla sezione di questo rapporto dedicata a Trento RISE. 2.2.4 Impatto sul territorio: trasferimento tecnologico Le attività di trasferimento tecnologico, anche con specifico riferimento al contesto locale, sono analizzate sul piano quantitativo attraverso misure relative alla imprenditorialità, alla valorizzazione e commercializzazione di diritti di 58 Per ogni informazione si rinvia a http://cofund.fbk.eu . Rapporto finale di valutazione – anno 2014 150 Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler proprietà intellettuale ed alla erogazione di servizi di ricerca a favore di soggetti privati. Nel corso del 2010 dalle attività della Fondazione sono nate 4 imprese spin-off, una nel 2011 e una nel 2012. A fine 2012 complessivamente sono presenti all’interno della Fondazione 10 spin-off con un fatturato complessivo di circa 3 milioni di Euro. Per quanto concerne l’attività di brevettazione, gli ultimi dati disponibili indicano il deposito tra il 2011 e il 2012 complessivamente di 8 domande di cui 5 in uffici esteri. Nel 2012 è stata ottenuta l’assegnazione di 4 brevetti derivanti da precedenti depositi. Nel 2012 sono state concesse complessivamente 8 licenze. Le royalties complessive sono relativamente ridotte. Tabella [All.2] 7 - Trasferimento tecnologico: spin-off, brevetti e licensing Numero di nuove spin-off Stock di imprese considerate spin-off Fatturato annuo delle spin-off iscritte (migliaia.di Euro) Occupazione totale delle spin-off iscritte Numero totale di depositi brevettuali Numero di depositi brevettuali in uffici esteri Numero di marchi depositati Numero di licenze concesse Ricavi da brevetti e licenze (migliaia.di Euro) 2010 2011 2012 4 16 1 17 1 10 8085 11324 3093 119 7 122 6 33 2 3 5 0 1 13 0 21 0 8 26 20 12 I dati sui ricavi annui per commesse di ricerca da parte di soggetti privati mostrano una sostanziale stabilità in anni recenti. Nel complesso nel 2012 i ricavi da commesse di ricerca da parte di soggetti privati locali incidono per il 40% del fatturato FBK da contrati con privati, per l’8% dei ricavi al netto dell’accordo di programma e per il 2,6% dei ricavi totali comprensivi dell’AdP. Chiaramente tale dato è in parte associabile a problemi sul lato della domanda locale di servizi avanzati di ricerca e sviluppo. Dal punto di vista dell’offerta esso d’altra parte risente inevitabilmente del differente potenziale di trasferimento tecnologico di diversi ambiti scientifici presenti in Fondazione. Tabella [All.2] 8 - Ricavi da contratti da soggetti privati (in migliaia di Euro) Privati internazionali Privati nazionali Privati locali Totale privati 2010 486 573 1057 2011 637 669 1247 2012 870 544 1003 2116 2553 2417 Alle precedenti misure orientate prevalentemente al settore privato dell’economia locale si affiancano ovviamente iniziative di trasferimento tecnologico e di knowhow a favore di soggetti pubblici. A tale tipologia di interazione con il territorio sono riconducibili una serie di iniziative condotte nel periodo 2010-2012 dalla Fondazione attraverso i propri centri di ricerca. Tra le principali si ricordano: i) la linea strategica che punta allo sviluppo di tecnologie per la comunicazione e Rapporto finale di valutazione – anno 2014 151 Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler l’informazione per la qualità della vita in un territorio intelligente; ii) i laboratori territoriali diffusi; iii) il progetto sistema di cartella clinica personale; iv) il sistema per il monitoraggio automatico di eventi in gallerie (Smart Tunnel). Nel complesso i dati disponibili sembrano evidenziare una situazione di criticità nell’efficacia del trasferimento tecnologico a favore del comparto privato del territorio. Tali criticità non sono chiaramente del tutto ascrivibili alle scelte strategiche ed operative della Fondazione nel campo del trasferimento tecnologico. Tuttavia, soprattutto alla luce degli intenti dichiarati nell’accordo di programma risulta fondamentale una esplicitazione degli interventi che la Fondazione ha adottato o intende adottare in futuro. In questa prospettiva, Trento RISE rappresenta certamente un asse strategico rilevante per aumentare, nell’ambito ICT, la capacità di trasferimento tecnologico di FBK. 2.2.5 Sistema interno di valutazione Nel periodo 2010-2012 la Fondazione ha investito in modo significativo nello sviluppo di un sistema interno di valutazione basato su dati quantitativi relativi alla produzione scientifica. In particolare è stato sviluppato un sistema interno di incentivi collegato anche alle metriche sugli output della ricerca. Per quanto attiene al sistema degli incentivi per il personale di ricerca (per i dipendenti della Fondazione, regolamentato da specifiche norme contrattuali), nel corso del 2012 si è proceduto ad una riforma del sistema con l’introduzione di un meccanismo di valutazione del risultato basato su riscontri quantitativi, che incide per il 50% della premialità erogata ed elimina la componente assegnata sulla sola base salariale. Il restante 50% è distribuito sulla base del giudizio di merito qualitativo dei responsabili della ricerca. L’adesione al processo di valutazione VQR 2004-2010 ha, inoltre, rappresentato un passaggio rilevante per l’affinamento del processo di autovalutazione. In riferimento alla VQR la Fondazione ha trasmesso complessivamente 617 prodotti della ricerca, con una incidenza di prodotti mancanti pari al 3.6%59. Nel 2012 la Fondazione ha pubblicato un rapporto di autovalutazione in cui vengono esplicitati i meccanismi di governance del processo di autovalutazione. Il documento riporta anche delle analisi specifiche di posizionamento per alcuni centri della Fondazione. 2.2.6 Programmazione e sviluppo delle attività di ricerca A partire dal 2011 la Fondazione ha avviato un processo di ridefinizione dei metodi e degli strumenti per la programmazione e verifica delle proprie attività. Tale processo appare essere stato determinato dalla necessità di: i) focalizzare i compiti del Comitato Scientifico sulle fasi di programmazione strategica; ii) integrare nel processo di programmazione anche una fase di autovalutazione 59 Dati comunicati dalla Fondazione. Per l’intera VQR, la percentuale media di prodotti mancanti su tutte le aree disciplinari `e del 5.3%, ed attorno al 3% nelle aree di interesse per la Fondazione. Occorre tuttavia notare che gli autori FBK erano tenuti a presentare un numero di lavori quasi doppio rispetto alla media VQR: 4.64 in media per gli autori FBK e 2.76 in media per gli autori dell’Area Disciplinare 09 (quella di riferimento per i centri della Fondazione). Rapporto finale di valutazione – anno 2014 152 Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler basata su indicatori quantitativi; iii) adottare strumenti di peer-review nella programmazione di tipo pluriennale; iv) sviluppare un Nucleo di Valutazione della Ricerca (NVR) per la gestione dei dati e delle relative metodologie di trattamento. Gli elementi di maggior rilevanza del processo del sistema di programmazione sono sintetizzati nella seguente tabella che riporta ruoli e competenze dei soggetti coinvolti. Il disegno complessivo del sistema di programmazione appare essere ben articolato con il contributo di soggetti esterni operanti su livelli e con tempistiche diverse nel processo di programmazione/verifica. Tabella [All.2] 9 - Ruoli e funzioni dei soggetti coinvolti nel processo di programmazione e verifica Ruolo Comitato Scientifico Commissione di Esperti Nucleo di Valutazione Nomina Nominato dal Consiglio di Amministrazione su proposta del Presidente. Il mandato dei membri è quadriennale, rinnovabile una sola volta. Nominata dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione Tre persone, nominate dal Presidente e dal Segretario Generale per una durata di cinque anni Funzioni valutazione (ex-ante) dei piani programmatici – annuali e pluriennali. Fornisce parere obbligatorio sui contenuti tecnici e scientifici delle attività predisposte dai responsabili della ricerca e sui relativi dati economico-finanziari. valutazione ex-post dei risultati e della qualità delle attività di ricerca e della coerenza delle stesse con i piani programmatici, gli scopi e gli indirizzi della Fondazione. Interviene: 1. a metà del periodo corrispondente al Piano pluriennale 2. alla conclusione del periodo corrispondente al Piano Pluriennale, per fornire al Consiglio di Amministrazione ed al Presidente una valutazione dei risultati conseguiti, ed indicazioni per la definizione del Piano Pluriennale successivo I rapporti del NVR sono quadrimestrali: 1. Accertare, anche attraverso audizioni interne, il rispetto dei requisiti quantitativi e qualitativi nei processi che regolano la programmazione e la gestione della ricerca; 2. Accertare se e come i responsabili delle attività di ricerca tengano conto delle valutazioni e indicazioni espresse dal Comitato Scientifico e dalla Commissione di Esperti; 3. proporre azioni e formulare raccomandazioni volte a migliorare la qualità dell’attività di ricerca della Fondazione. 2.2.7 Capacità di autofinanziamento Questa sezione prende in esame, a livello di intera Fondazione e dei singoli centri di ricerca, il grado di autofinanziamento rispetto al contributo della Provincia sia attraverso l’Accordo di Programma che attraverso canali di finanziamento competitivo aggiuntivi. Tabella [All.2] 10 - Composizione dei ricavi e quota di autofinanziamento rispetto al contributo in accordo di programma Accordo di programma Accordo di programma (escluse partecipate)* Agenzie internazionali Bandi di Ricerca Europei Anno 2010 30589 25712 65.6% Anno 2011 31289 25040 42 0.1% 4329 11.0% Rapporto finale di valutazione – anno 2014 % % 63.5% Anno 2012 30541 25387 % 66,8% 588 1.5% 193 0,5% 3419 8.7% 3883 10,2% 153 Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler Agenzie Nazionali 715 1.8% 690 1.8% 479 1,3% Bandi di ricerca locali (PAT e altri) Altri enti pubblici 4074 10.4% 4767 12.1% 3076 8,1% 41 0.1% 1 0.0% 303 0,8% Privati internazionali 486 1.2% 637 1.6% 870 2,3% Privati nazionali 573 1.5% 669 1.7% 544 1,4% Privati locali 1057 2.7% 1247 3.2% 1003 2,6% Altri soggetti 2165 5.5% 2361 6.0% 2246 5,9% Totale escluse partecipate 39194 100.0% 39419 100.0% 37984 100.0% Autofinanziamento: 34.4% 36.5% 33.2% Fonte: Elaborazione su dati bilancio 2011 e 2012 FBK. Dati in migliaia di Euro. Nella successiva tabella si riporta la valutazione del livello di autofinanziamento per i singoli centri di ricerca e per le partecipate come da bilancio della Fondazione Bruno Kessler 2012. Per i singoli centri l’autofinanziamento è valutato non in termini di composizione dei ricavi complessivi ma come incidenza dei ricavi non derivanti dall’Accordo di Programma rispetto ai costi complessivi dei centri stessi. Tabella [All.2] 11 - Livello di autofinanziamento rispetto al contributo in accordo di programma Centro Ricavi non AdP 2010 2011 2012 Costi complessivi 2010 2011 2012 Autofinanziamento 2010 2011 2012 CIT 5814 5561 5374 11495 11328 10819 50.6% 49,7% 60.2% 49.1% 54,81 % 75.3% CMM 5104 6040 4424 10163 11020 9414 50.2% ECT* 669 1462 634 1111 1941 1099 CIRM 48 68 47 236 221 225 20.3% 30.8% 20,9% ISIG 63 59 128 909 1063 788 6.9% 5.6% 16,2% ISR 44 76 66 677 554 514 6.5% 13.7% 12,8% CREATE-NET 2907 4220 nd 5932 7624 nd 49.0% 55.4% nd GRAPHITEC 417 486 nd 775 865 nd 53.8% 56.2% nd CELCT 45 8 nd 298 281 nd 15.1% 2.8% nd IRVAPP 66 59 nd 726 993 nd 9.1% 5.9% nd 47,0% 57,7% Fonte: Elaborazione su dati bilancio 2011 e 2012 FBK. Dati in migliaia di Euro Oltre ai progetti europei, di cui si sono presentati i dati nella precedente sezione, nella seguente tabella sono riportati i contratti derivanti da ulteriori agenzie nazionali ed internazionali. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 154 Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler Tabella [All.2] 12 - Finanziamento attraverso fondi da agenzie nazionali ed internazionali Numero di contratti di ricerca acquisiti Ammontare dei contratti acquisiti (in migliaia di Euro) 2010 2011 2012 88 89 43 1811 1980 2141 2.3 Considerazioni Nel complesso i dati esposti nei precedenti paragrafi contribuiscono a delineare per la Fondazione un profilo caratterizzato dai seguenti aspetti. La produzione scientifica complessiva risulta essere di buon livello e caratterizzata da un trend positivo. L’aumento delle pubblicazioni scientifiche è più elevato per il sottoinsieme di riviste con impact factor (censite dal database Web of Science) ed i dati mostrano chiaramente una scelta di riposizionamento su tali riviste rispetto ad ulteriori riviste internazionali. La comparazione tra i dati 2009 e 2011 mostra chiaramente come la crescita dei volumi sia in larga misura ascrivibile alle attività dei centri CIT, CMM ed ECT*. Nel 2012 si registra un certa contrazione nei volumi di pubblicazioni scientifiche. I dati derivanti dalla VQR e riferiti al periodo 2004-2010 per i centri CIT e CMM indicano un differente posizionamento dei due centri rispetto ad un benchmark rappresentato dalla performance media degli altri enti valutati ed operanti in ambiti scientifici omogenei. In particolare, solo nel caso del CMM i dati evidenziano una performance superiore alla media. Tale risultato è basato sulla osservazione dei prodotti giudicati eccellenti dai reviewer della VQR. Come già sottolineato nei precedenti paragrafi, le valutazioni della VQR si riferiscono all’intero periodo 2004-2010 ed in anni recenti (2010 e 2012) la quota di pubblicazioni della fondazione che sono apparse su riviste collocate nel primo quartile di impact factor dei corrispondenti ambiti scientifici è cresciuta dal 47% nel 2010 al 55% del 2012. Ciò evidenzia la presenza di un trend significativo di riposizionamento verso la fascia alta delle riviste scientifiche. Tuttavia, l’esito della VQR dovrà certamente fungere da stimolo nella programmazione futura delle attività di ricerca dei centri, con specifico riferimento alla selezione delle tematiche ed alla concentrazione di risorse sugli ambiti più promettenti. La produzione scientifica dei centri ISIG ed ISR rimane sostanzialmente invariata in riferimento a monografie e contributi su capitoli di libro mentre sembra emergere un trend decrescente (anni disponibili 2009-2011) nei contributi su riviste internazionali. L’interpretazione di tali trend deve necessariamente tener conto delle significative diversità strutturali tra i centri sia in merito ai processi di produzione di sapere scientifico sia nelle forme di divulgazione. La produzione scientifica complessiva della Fondazione, anche relativa a monografie e capitoli di libro, è caratterizzata da un elevato livello di apertura internazionale, misurata sulla base delle co-autorazioni. L’incidenza di personale di ricerca inattivo in anni recenti è pari al 20% e mediamente a livello di intera Rapporto finale di valutazione – anno 2014 155 Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler Fondazione si registra nel 2012 una produttiva media di 2 pubblicazioni internazionali all’anno. La Fondazione in anni recenti ha mostrato una buona performance sul mercato del finanziamento europeo della ricerca. Ciò è per altro confermato anche dal posizionamento relativo secondo la VQR dei centri CIT e CMM rispetto agli altri enti su questa specifica dimensione di performance. Le risorse provenienti dal settore privato, sia locale che non, mostrano invece una incidenza relativamente ridotta rispetto alle entrate totali. Tali risorse si sono però mantenute relativamente stabili in anni caratterizzati da un contesto di rilevante crisi economica. Nel complesso la capacità di autofinanziamento rispetta i vincoli espressi dall’Accordo di Programma. Tuttavia, gli stessi vincoli non sarebbero soddisfatti se tra le entrate ulteriori rispetto all’Accordo di Programma non venissero conteggiati i fondi di ricerca assegnati sempre dalla Provincia Autonoma di Trento sulla base di bandi di natura competitiva. La capacità di autofinanziamento a livello dei singoli centri è molto eterogenea. Sebbene ciò sia in buona parte riconducibile alla oggettiva presenza di differenti opportunità di fundraising per differenti aree disciplinari, lo sviluppo di appropriate forme di progettualità congiunta tra i centri delle aree scientifiche e delle scienze umane potrebbe rappresentare una azione rilevante per migliorare le capacità di autofinanziamento anche dei centri del polo delle scienze umane e sociali. La quota di personale di ricerca straniero nella Fondazione è pari a circa il 13% nel 2011. Tale incidenza sale ad oltre il 30% nel caso si considerino i soli collaboratori di ricerca (7% nel caso del personale strutturato). Rispetto al contesto italiano tali valori sono certamente più elevati della mediana e testimoniano il potenziale di attrattività delle struttura di ricerca della Fondazione. La Fondazione ha anche avviato recentemente delle iniziative per il finanziamento della mobilità internazionale temporanea dei propri ricercatori. Sul fronte della programmazione e valutazione delle attività di ricerca, la Fondazione ha ridefinito recentemente il processo di sviluppo dei propri piani strategici Le evidenze riportate nei precedenti paragrafi, alla luce sia degli obiettivi espressi nell’Accordo di Programma 2010-2013, sia dei più generali indirizzi strategici della politica per la ricerca della Provincia Autonoma di Trento, suggeriscono alcune specifiche riflessioni sulle seguenti dimensioni. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 156 Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler 2.3.1 Sulla programmazione delle attività di ricerca e sulla definizione della missione di lungo periodo della Fondazione L’espansione delle attività riconducibili al polo delle scienze umane, con la costituzione di nuovi centri di ricerca interni, rappresenta una significativa divergenza rispetto alla pianificazione esplicitata nell’Accordo di Programma 2010-2013. Tali cambiamenti sono stati ratificati dalla Provincia Autonoma di Trento nella prospettiva di un riassetto complessivo delle attività di ricerca locali e con l’obiettivo di ottenere specifiche sinergie. Tuttavia, non appare chiaro in che misura tali obiettivi della PAT siano coerenti e compatibili con la missione di lungo periodo della Fondazione. In questa prospettiva, una più chiara identificazione del posizionamento tematico/disciplinare della fondazione potrebbe arginare la tendenza da parte del decisore politico ad impiegarla quale contenitore di centri di ricerca ed iniziative specifiche che, pur meritevoli su piano scientifico, non presentino reali complementarietà. Una eccessiva eterogeneità disciplinare potrebbe indurre oggettive difficoltà di carattere gestionale ed indurre in futuro una ripartizione delle risorse (per altro soggette ad una probabile progressiva contrazione) non efficace nel mantenimento della massa critica di investimenti sulle aree di eccellenza internazionale della Fondazione. Nell’impianto originale dell’Accordo di Programma veniva identificato nel programma Embedded Systems il luogo virtuale di interazione tra i differenti centri, sia dell’area tecnologica che (almeno in parte) dell’area delle scienze umane. Nella successiva riprogrammazione delle attività sembra essersi palesata una certa difficoltà nella costruzione di programmi di ricerca interdisciplinari. In questa prospettiva la diversificazione in atto sul fronte delle scienze umane non sembra, a priori, garantire rispetto al passato maggiori opportunità di integrazione con l’area tecnologica. Inoltre, tenuto conto che l’Accordo di Programma pone una enfasi particolare sul trasferimento tecnologico, l’allocazione di risorse aggiuntive sull’area delle scienze sociali potrebbe nel complesso andare ad erodere gli investimenti in progetti di carattere tecnologico più applicativi o comunque più funzionali al trasferimento tecnologico. Discorso analogo vale per la questione dell’autofinanziamento: sebbene nel complesso la fondazione rispetti la soglia imposta dalla Provincia è evidente che la capacità di raccolta di fondi per la ricerca sia notevolmente superiore nel caso dei centri del polo tecnologico. Rispetto a queste considerazioni, è opportuno ribadire il giudizio positivo sul rinnovato meccanismo di governance del processo di programmazione strategica che la Fondazione Bruno Kessler ha adottato. In questo senso, la Fondazione ha tutti gli strumenti per definire un impianto strategico futuro veramente declinato sulla eccellenza in specifici ambiti. Rispetto alla possibilità di ingenerare effettive sinergie tra i centri, si sottolinea l’importanza – nel contesto di programmazione futura delle attività della fondazione - di individuare e finanziare, coinvolgendo direttamente i gruppi di ricerca, specifici progetti congiunti piuttosto che individuare semplicemente potenziali “aree” di interazione tra i centri stessi. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 157 Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler 2.3.2 Sull’internazionalizzazione delle attività di ricerca In generale i dati sui co-autoraggi delle pubblicazioni scientifiche e sui progetti Europei indicano un buon livello di apertura internazionale delle attività di ricerca. Tuttavia, sul fronte della internazionalizzazione tramite mobilità del personale di ricerca si ritiene che vi siano spazi di miglioramento. La Fondazione a partire dal 2012 ha deciso di dedicare specifiche risorse per il supporto alla mobilità outbound dei propri ricercatori, mentre sull’inbound non sembra esserci una strategia altrettanto aggressiva. A questo riguardo, è rilevante sottolineare come l’incidenza di personale estero sia molto superiore, ad oggi, nel caso delle posizioni di ricerca temporanee (circa 30% contro una media del 7% su tutto il personale strutturato). Il dato potrebbe in parte riflettere una criticità nel processo di internazionalizzazione dettata dai vincoli imposte dalle direttive della Provincia in merito al contenimento dei costi del personale (le direttive sul personale e sul contenimento delle spese sono assunte con deliberazione della Giunta provinciale sulla base della proposta del dipartimento affari finanziari e del dipartimento del personale). Tuttavia, si ritiene importante nel contesto di ridefinizione delle attività di ricerca per il prossimo Accordo di Programma sottolineare l’importanza di processi di recruiting internazionale, non esclusivamente per le figure apicali dei centri. Inoltre, pur nella evidenza di collaborazioni costanti con altre organizzazioni, si raccomanda l’espansione e consolidamento di accordi strutturati con istituzioni di ricerca estere. 2.3.3 Sull’impatto sul territorio attraverso il trasferimento di tecnologia e conoscenza scientifica Il futuro impianto strategico della Fondazione dovrà necessariamente identificare una posizione netta in merito al tema del trasferimento tecnologico. La specializzazione scientifica delle aree di ricerca della fondazione e le caratteristiche del contesto industriale locale richiedono infatti un importante sforzo progettuale per identificare nuovi strumenti ed assetti organizzativi finalizzati ad capitalizzare sul territorio, anche in termini di economici, l’impegno in ricerca ed innovazione della fondazione. Nel piano attuativo 2012 si fa riferimento esplicito al trasferimento tecnologico come uno dei driver principali della strategia futura. Nonostante i progressi in anni recenti nella percezione locale della rilevanza industriale delle attività di ricerca della fondazione nel complesso i dati disponibili (contratti di ricerca con imprese, attività brevettuale ed imprenditorialità science-based) sembrano indicare una situazione di potenziale criticità per il futuro. In questa prospettiva si raccomanda di esplorare ulteriori strumenti in aggiunta a quelli previsti dall’Accordo di Programma e focalizzati essenzialmente sull’attività di spin - off. In particolare si fa riferimento ad azioni dedicate alla mobilità delle competenze, all’attivazione di accordi extraterritoriali, allo sviluppo di progetti di partnership con soggetti privati per la ricerca e sviluppo lungo specifiche filiere tecnologiche e industriali. Tali azioni possono costituire delle leve importanti per ridurre progressivamente le barriere all’accesso alla Rapporto finale di valutazione – anno 2014 158 Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler conoscenza innovativa sviluppata dalla fondazione percepite dalle imprese locali soprattutto di minori dimensioni. In ragione della oggettiva complessità del coniugare obiettivi di eccellenza scientifica ed impatto in termini di trasferimento tecnologico (ad esempio per evidenti questioni legate al sistema di incentivi dei ricercatori o alla allocazione delle risorse in attività di ricerca più esplorativa o applicata), appare evidente l’importanza di progettare un efficace sistema di relazioni con soggetti istituzionalmente preposti alla intermediazione dell’offerta di competenze tecnologiche nei confronti dei soggetti del territorio. Trento RISE rappresenta certamente una iniziativa potenzialmente in grado generare un significativo salto di qualità nella capacità di trasferimento tecnologico e di avvicinamento al mercato dei risultati della ricerca dei centri di FBK. Per questa ragione si renderà necessaria una riorganizzazione delle attività di trasferimento tecnologico di FBK per evitare duplicazioni e favorire il più possibile delle sinergie rispetto agli interventi in questa direzione messi in campo attraverso Trento RISE. 2.3.4 Sul sistema interno di valutazione In questo rapporto è stato evidenziato il giudizio positivo in merito agli sforzi fatti nella costituzione del nucleo interno di valutazione, nel popolamento del sistema informativo, nella partecipazione alla VQR e nella definizione di una strategia organica di autovalutazione. Restano alcuni aspetti importanti da considerare per la programmazione futura nell’area della valutazione e monitoraggio delle attività di ricerca. In particolare si menziona l’importanza di un futuro allargamento della base informativa verso i centri “periferici”. In secondo luogo si sottolinea che sarebbe rilevante ai fini della valutazione futura delle strategie di ricerca della fondazione individuare dei potenziali soggetti benchmark in ambito internazionale, necessariamente differenziati rispetto alle diverse componenti scientifiche presenti all’interno della Fondazione. La comparazione con tali soggetti non sarà da intendersi in relazione al confronto diretto di indicatori specifici di produttività della ricerca o di autofinanziamento, ma piuttosto in relazione ad elementi quali la pianificazione strategica delle linee di ricerca, le scelte di diversificazione delle competenze interne e l’ottimizzazione della allocazione delle risorse tra infrastrutture per la ricerca e personale. Infine, tenuto conto della crescente complessità ed eterogeneità delle attività e dei centri di ricerca della Fondazione, si suggerisce di investire in modo significativo nello sviluppo in tempi ragionevoli di sistemi di controllo di gestione i quali, aldilà dei requisiti di certificazione dei costi previsti da soggetti finanziatori (che la Fondazione per altro già può vantare, ad esempio, nel caso dei progetti finanziati dall’Unione Europea), garantiscano una migliore qualità delle informazioni di ordine finanziario ed una efficace gestione delle risorse stesse. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 159 Allegato 2 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Bruno Kessler 2.3.5 Sull’integrazione nell’ambito del Sistema Trentino dell’Alta Formazione e della Ricerca Come ricordato in precedenza, anche a seguito del terzo atto aggiuntivo all’Accordo di Programma, le attività della Fondazione stanno progressivamente incorporando specifiche componenti della ricerca trentina, sia nascenti sia già presenti sul territorio. Tenuto conto di ciò, oltre alla già menzionata necessità di pensare ad una strategia coerente in questa direzione a livello interno di fondazione, diventa fondamentale la condivisione con gli altri attori di STAR in relazione a: piattaforme tecnologiche (in particolare quelle indicate nel Programma); servizi di valorizzazione del proprio patrimonio; linee di ricerca comuni anche con l’area SUS. In particolare, il rapporto con Trento RISE sarà cruciale per la Fondazione soprattutto per le potenziali ricadute positive che esso potrà avere proprio su alcuni attuali elementi di criticità delle attività della fondazione, in primo luogo il trasferimento tecnologico e lo sviluppo di partnership di ricerca con soggetti privati anche non locali. Le risorse in campo sono significative. Risulta quindi fondamentale l’impegno per lo sviluppo di progettualità condivisa tra la Fondazione e Trento RISE in modo da evitare disallineamenti rispetto alle competenze ed agli ambiti di ricerca del prossimo Accordo di Programma. Da tale progettualità condivisa discende anche una connessa gestione economica del personale della Fondazione impegnato in attività relative a Trento RISE. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 160 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach 3.1 Introduzione 3.1.1 Sintesi degli obiettivi dell’Accordo di Programma Gli Accordi di Programma, costituendo la parte preponderante dell’impegno a sostegno della ricerca della Provincia Autonoma di Trento, determinano la direzione di sviluppo per i settori a cui fanno riferimento le istituzioni firmatarie. La Fondazione Edmund Mach, che costituisce per storia, radicamento e visibilità rispetto agli attori locali e non, uno dei soggetti principali trentini, essendo basata sulla naturale evoluzione di una storica istituzione quale l’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige (IASMA), ha individuato per il periodo 2010-2013 un insieme di obiettivi per le attività di ricerca, in linea con gli obiettivi generali presenti nel Programma Pluriennale della ricerca. Tra questi: la ricerca di alta qualità su genomica e post-genomica per le piante da frutto; i risultati e la disseminazione di conoscenza per gli agricoltori; il contributo a STAR attraverso la condivisione di strategie, infrastrutture e servizi tra tutte le realtà presenti sul territorio; la promozione di istruzione e formazione professionale, creando capitale umano da investire sul territorio. 3.1.2 I risultati attesi dall’Accordo di Programma I risultati attesi dal sostegno all’attività di ricerca svolta dalla Fondazione sono: a) per la ricerca: 1. la discussione pubblica di livello internazionale; 2. il conseguimento entro il 2012 di: un autofinanziamento nel 2012 e mantenuto nel 2013: per il Centro Ricerca e Innovazione (CRI) al 28% e per il Centro Trasferimento Tecnologico (CTT) al 17%; la costituzione di centri a rilevanza internazionale su biologia dei sistemi (agro-ambientale e nutrigenomica) legno e foreste; l’adesione a piattaforme tecnologiche sulle piante perenni, sulle malattie di vite e melo e su qualità alimentare dei prodotti; la consulenza a favore della Provincia autonoma di Trento (art. 8). b) per le attività rivolte al territorio: un portafoglio brevetti e l’incubazione di imprese (start up e spin-off) con almeno una nuova iniziativa entro il 2012; un corso di specializzazione vivaistica entro il 2012; una rete di collaborazione internazionale; il supporto ad aziende agricole su energia (vedi il progetto TERRA); Rapporto finale di valutazione – anno 2014 161 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach un corso faunistico nel Centro Istruzione e Formazione (CIF). Gli obiettivi indicati nell’Accordo di programma tra Provincia e Fondazione costituiscono il riferimento base utilizzato dalla presente valutazione in quanto ripresi e sviluppati nel piano pluriennale delle attività e nei successivi piani annuali di attuazione dell’accordo redatti dalla Fondazione. Gli indirizzi strategici principali erano anche presenti nel documento di programmazione pluriennale “Verifica dell’implementazione del passaggio da I.A.S.M.A. a F.E.M. Piano quadriennale di sviluppo della Fondazione E. Mach” (2010). Già in questo documento, la dirigenza della Fondazione aveva tenuto conto – oltre agli indirizzi di ricerca e agli obiettivi di eccellenza scientifica – di altri due indirizzi centrali per il tessuto provinciale: l’assicurare la copertura finanziaria all’attività di formazione e soprattutto lo sviluppare sinergie tra istituti di ricerca volte a sostenere l’attivazione di progetti di ricerca adatti alla competizione internazionale e a garantire il trasferimento di conoscenze al territorio60. 3.1.3 Fonti e qualità dei dati per la valutazione Le fonti di informazione e dati su cui si è costruita la valutazione sono principalmente documenti di programmazione della Provincia Autonoma di Trento e della Fondazione Edmund Mach, documenti amministrativi e di autovalutazione della Fondazione, raccolta diretta dei dati da parte della Fondazione sulla base di una griglia predisposta dal CVR, e incontri con la dirigenza della Fondazione preparati dalla fornitura di quesiti e temi sui quali si richiedeva un approfondimento (visite per interviste realizzate il 26 ottobre e 21 novembre 2012, e gli scambi intercorsi successivamente al Rapporto intermedio CVR, nella primavera 2013). Fra questi, i principali sono il Piano delle attività 2010-2013 FEM, la Relazione sullo stato di attuazione dell’Accordo di Programma 2012 - FEM, il Bilancio d’esercizio 2012 FEM, il Bilancio di previsione 2013 – Piano attuativo 2013 – Piano degli investimenti approvato nella seduta del Consiglio di Amministrazione del 17 dicembre 2012, il Bilancio di Previsione 2014 - Piano Attuativo e Piano degli Investimenti approvato nella seduta del Consiglio di Amministrazione di data 20/12/2013, i Documenti programmatici di filiera, fra cui Melo e altri fruttiferi, il Report CRI FEM 2011-2012, VQR 2004-2010, OpenPub FEM, dati forniti dalla Fondazione e dati raccolti da PAT per la gestione dei finanziamenti a sostegno della ricerca. 3.1.4 Criteri per la valutazione La valutazione proposta in queste pagine è basata su elementi qualitativi e su metriche volte a cogliere le dimensioni e gli obiettivi esplicitati all’interno dell’Accordo di Programma. In questa prospettiva la valutazione è orientata sia a un giudizio di coerenza tra obiettivi dichiarati nell’Accordo di Programma e azioni effettivamente messe in atto, sia ad un giudizio più generale sulla efficacia ed 60 Vedi il Programma di Sviluppo Provinciale per la XIV legislatura, Provincia autonoma di Trento. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 162 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach efficienza di tali azioni in termini di ritorni sul piano scientifico e di impatto sul territorio. L’orizzonte temporale preso in esame è relativo agli anni dal 2010 in poi. Nelle valutazioni di questo rapporto non si è utilizzata l’analisi diretta di benchmarking. Tuttavia la scelta della Fondazione di aderire, anche su invito del CVR, al processo di valutazione VQR 2004-2010 ha fornito l’opportunità per poter disporre di indicatori di performance corretti e confrontabili per le dinamiche medie settoriali. Si ritiene, comunque, che in aggiunta a tale iniziativa sia importante, nel contesto di un dialogo tra CVR e Fondazione e di percorsi di autovalutazione, l’identificazione di possibili soggetti benchmark, in relazione ad elementi quali la pianificazione strategica delle linee di ricerca, le scelte di diversificazione delle competenze interne e l’ottimizzazione della allocazione delle risorse tra infrastrutture per la ricerca e personale. Un costante sforzo di proiezione verso il futuro, alla ricerca delle condizioni di sostenibilità del soggetto di ricerca e di possibili strategie e percorsi migliorativi ha accompagnato il lavoro. 3.2 Valutazione delle attività La Fondazione Edmund Mach continua le attività dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige (IASMA), fondato nel 1874, che nel 2008 ha dato vita alla Fondazione insieme al Centro di Ecologia Alpina (CEA), precedentemente un ente funzionale della Provincia Autonoma di Trento, il cui compito principale è favorire, sviluppare e realizzare attività di ricerca, educazione ed informazione sugli ecosistemi delle Alpi. La Fondazione Edmund Mach si articola in tre aree di lavoro principali: CTT – Centro Trasferimento Tecnologico (Agricoltura, Ricerca), in cui sono confluite le funzioni istituzionali e di servizio alle imprese di IASMA; CIF Centro Istruzione e Formazione; CRI Centro Ricerca e Innovazione in cui sono confluite le componenti di ricerca di IASMA e CEA. All’interno della Fondazione opera Aqa certificazioni, struttura che promuove e svolge attività di certificazione, ispezione e controllo in campo agricolo, alimentare, forestale e della filiera legno. Nel presente documento, l’attenzione relativamente all’attività di ricerca si concentra su quanto svolto da CRI, e si estende ai flussi di conoscenze e alle collaborazioni tra CRI e CTT, e tra CRI e CIF. Ulteriori linee di valutazione riguardano l’integrazione e la collaborazione tra la Fondazione e gli altri soggetti della ricerca operanti in Trentino e la visibilità e l’impatto delle attività svolte dalla stessa Fondazione nel contesto economico-territoriale del Trentino, nonché la loro efficacia e sostenibilità. In base agli ultimi dati disponibili a bilancio (2012) la Fondazione Edmund Mach ha circa 400 dipendenti di cui una cinquantina ricercatori, novanta circa Rapporto finale di valutazione – anno 2014 163 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach tecnologi/sperimentatori e quasi ottanta docenti61. A questi vanno aggiunti i collaboratori ed il personale PAT distaccato presso FEM. I dipartimenti, nei quali si è organizzata la struttura del CRI, sono: 1. dipartimento agro-ecosistemi sostenibili e biorisorse; 2. dipartimento biodiversità ed ecologia molecolare; 3. dipartimento genomica e biologia delle piante da frutto; 4. dipartimento qualità alimentare e nutrizione; 5. dipartimento di biologia computazionale. Le aree principali di ricerca si concentrano nelle scienze biologiche e nelle scienze agrarie e veterinarie. La Fondazione Edmund Mach, con lo sforzo di strutturazione di laboratori di ricerca avanzata e l’attrazione di ricercatori qualificati, ha inteso interpretare la propria missione verso lo sviluppo di attività di ricerca tali da renderlo un punto di riferimento nazionale e uno dei centri di livello internazionale nei settori scientifici prioritari per la Fondazione. Oltre alle attività di ricerca condotte in linea con gli impegni definiti nell’Accordo di programma, CRI è impegnato anche in progetti sostenuti da altre fonti di finanziamento, prevalentemente sempre di matrice pubblica, come fondi per la ricerca provinciali e nazionali ed europei, fondi strutturali, convenzioni. In ambito provinciale, FEM ha acquisito l’assegnazione da parte di PAT di due grandi progetti 2012 e di 22 progetti esplorativi, che si sviluppano lungo ramificazioni e approfondimenti delle aree di ricerca e di applicazione dei risultati scientifici prodotti. Nella tabella di seguito si dà conto dei progetti più recenti finanziati con fondi europei (FP7) alla cui realizzazione FEM contribuisce con il ruolo di coordinatore del progetto (tre progetti) e come partecipante attivo nelle attività di ricerca. Tabella [All.3] 1 - Progetti finanziati nell’ambito del Settimo Programma Quadro della Commissione europea, con coinvolgimento di FEM (dal 2010 in avanti) nome e titolo del progetto periodo ruolo di FEM INNOVA - Innovative bio-based pesticides to minimize chemical residue risk on food GRAPERIPE - The role of ethylene and of ERF gene regulators in the grapevine berry ripening AIRFORS - Aircraft for Environmental and Forest Science 2013-01-01 2016-12-31 coordinatore 2012-06-01 coordinatore 2016-05-31 2012-01-01 2015-12-31 coordinatore 2013-06-01 2013-12-31 FBK-RN2013 - KM0 Research partecipante FRUIT BREEDOMICS - Integrated approach for 2011-03-01 - partecipante 61 Il dato ufficiale di fine 2012 fornito sul sito FEM e nell’ultimo Bilancio d’esercizio 2012: 408 dipendenti di cui 54 ricercatori, 93 tecnologi/sperimentatori e 77 docenti fra laureati e diplomati. Dato il trend positivo dell’attività di formazione di CIF, attualmente (2014) i docenti sono giunti ad essere un centinaio, di cui 67 a tempo indeterminato. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 164 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach increasing breeding efficiency in fruit tree crops GHG EUROPE - Greenhouse gas management in European land use systems PURE - Pesticide Use-and-risk Reduction in European farming systems with Integrated Pest Management EUROWESTNILE - European West Nile collaborative research project 2015-08-31 2010-01-01 - partecipante 2013-09-30 partecipante 2011-03-01 2015-02-28 2011-03-01 - partecipante 2014-08-31 2011-11-01 - partecipante 2015-10-31 2012-12-01 - partecipante 2017-05-31 2010-05-01 - partecipante 2013-04-30 2012-06-01 - partecipante 2016-05-31 2012-01-01 - partecipante 2016-06-30 2012-11-01 - partecipante 2016-04-30 partecipante TREES4FUTURE - Designing Trees for the future EU BON - EU BON: Building the European Biodiversity Observation Network CONGRESS - Conservation genetic resources for effective species survival PIMMS - Proton Ionization Molecular Mass Spectrometry CO-FREE - Innovative strategies for copper-free low input and organic farming systems ANAEE - Infrastructure for Analysis and Experimentation on Ecosystems REDHOTGEN 2 - Genetic and physiological regulation of skin red colour development on apples under high temperature environments: Genetic tools 2012-03-01 for developing heat tolerant red-skinned apples 2015-02-28 Fonte: http://cordis.europa.eu/fp7/projects_en.html 3.2.1 Qualità della produzione scientifica Il CRI intende contribuire allo sviluppo di un’economia basata sulle conoscenze nei settori agroalimentare e ambientale ai fini della crescita socioeconomica del territorio e di una migliore qualità della vita in un mondo in rapido cambiamento. Il CRI utilizza approcci scientifici avanzati e si pone come forza di attrazione per percorsi di formazione universitaria e post-universitaria con elevato contenuto di ricerca in un contesto internazionale. Ambisce a diventare il punto di riferimento nazionale e uno dei centri leader a livello internazionale in alcuni settori specifici: la genomica della vite e delle piante da frutto, allo scopo di sfruttare gli strumenti della biologia moderna per mantenere la sostenibilità e la competitività delle produzioni agricole; i processi di trasformazione e valorizzazione dei prodotti alimentari, focalizzando sulla qualità organolettica e sensoriale ma anche la tracciabilità e la salubrità dei prodotti; l’impatto della dieta sulla salute umana, sfruttando i collegamenti tra la genomica umana e quella vegetale e puntando all’ulteriore valorizzazione del valore nutrizionale dei frutti e di altri prodotti di qualità; lo studio della funzionalità dei sistemi naturali in un contesto di rapida evoluzione del livello di antropizzazione, dei sistemi rurali e del paesaggio Rapporto finale di valutazione – anno 2014 165 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach montano e dei mutamenti climatici: relative conseguenze per la qualità della vita e lo sviluppo socio-economico. All’interno di questo orizzonte di riferimento, sono stati identificati i seguenti settori di attività prioritari per CRI: la genomica delle piante da frutto e d’interesse forestale, finalizzata alla sostenibilità e competitività delle produzioni agro-forestali; i processi di trasformazione e valorizzazione dei prodotti alimentari: qualità organolettica e sensoriale, tracciabilità e salubrità nonché impatto della dieta sulla salute; la funzionalità dei sistemi ecologici naturali in un contesto di rapida evoluzione del livello di antropizzazione dei sistemi rurali e del paesaggio montano e dei mutamenti climatici; i meccanismi di interazione tra organismi in sistemi ecologici dinamici al fine di salvaguardare la biodiversità e la sostenibilità degli ecosistemi. L’eccellenza della ricerca prodotta da CRI è stata tracciata in numerosi documenti e trova riscontro nei giudizi prodotti dalla valutazione dell’ANVUR nell’esercizio VQR. I dati complessivi relativi alle pubblicazioni scientifiche di ricercatori afferenti alla Fondazione Edmund Mach62 indicano in anni recenti una situazione sostanzialmente positiva e caratterizzata da una rilevante crescita nei volumi per l’anno 2012. In particolare nel 2012 sono state prodotte 229 pubblicazioni su riviste internazionali, con una crescita significativa rispetto al 2011 (+40%). I dati sull’insieme complessivo delle pubblicazioni indicano inoltre per la Fondazione uno stabile posizionamento dell’output scientifico su riviste mediamente caratterizzate da elevato impatto scientifico (Impact factor medio delle pubblicazioni su riviste indicizzate pari a 3,4 e presenza nel portafoglio di alcune pubblicazioni su riviste di fascia molto elevata quali PNAS e “Nature Genetics”). Per quanto concerne il grado di apertura internazionale del network di ricerca della Fondazione, i dati indicano che il 47% delle pubblicazioni più recenti hanno visto la partecipazione di autori afferenti ad istituzioni straniere, a conferma di un buon inserimento della Fondazione nelle reti di ricerca internazionale. Dal punto di vista della produttività individuale si nota la presenza di circa il 14% di ricercatori inattivi nell’ultimo anno. A fronte di tale dato si registra una produttività media annuale di pubblicazioni internazionali pari a 1,22 nel 2012 in crescita rispetto allo 0,87 del 2011. La lettura complessiva dei dati bibliometrici suggerisce la presenza di significativa eterogeneità nella produttività dei gruppi di ricerca, in parte riconducibile alle specificità dei differenti domini scientifici su cui la Fondazione è attiva. 62 Si ricorda che la Giunta provinciale con deliberazione n. 3074 di data 23 dicembre 2010 ha approvato l’Accordo di Programma per la XIV legislatura con la Fondazione Edmund Mach, sottoscritto in data 4 febbraio 2011. Con la deliberazione della Giunta provinciale n. 2096 di data 7 ottobre 2011 è stato approvato il “Primo Atto Aggiuntivo all’Accordo di programma per la XIV legislatura” e ne ha autorizzato la sottoscrizione, avvenuta in data 20 - 28 ottobre 2011. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 166 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach Rispetto a tali dati medi di produttività, i recenti risultati della Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR 2004-2010) offrono una prospettiva di lettura comparativa della performance scientifica dei ricercatori afferenti alla Fondazione rispetto agli andamenti medi di area scientifica negli altri enti nazionali presi in esame dalla VQR. Le attività di ricerca della Fondazione prese in esame dalla VQR sono state ricondotte a tre aree: scienze chimiche, scienze biologiche e scienze agrarie e veterinarie. In tutte le aree la Fondazione ha presentato un numero di pubblicazioni in linea con quanto richiesto dal processo valutativo stante il personale impiegato in attività di ricerca. La distribuzione dei lavori scientifici sottoposti a valutazione su differenti classi di merito scientifico evidenzia, in aggregato, una performance superiore alla media degli altri enti analizzati. In particolare, ciò deriva dalla comparazione dell’incidenza del numero di lavori scientifici giudicati eccellenti dai revisori della VQR rispetto al totale dei lavori presentati dalla Fondazione. Nello specifico, le attività di ricerca ricondotte all’area della chimica, che valgono circa il 13% del complesso delle pubblicazioni della Fondazione sottoposte a valutazione, mostrano una incidenza di lavori giudicati eccellenti pari al 78% (a fronte di un dato medio dei soggetti comparabili pari al 48%). L’area delle scienze agrarie, che copre il 52% del portafoglio della Fondazione valutato, presenta una incidenza di prodotti eccellenti relativamente minore (49%) ma comunque ampiamente superiore rispetto agli andamenti medi degli altri soggetti valutati (32%). Inoltre i dati VQR indicano per l’area delle scienze agrarie un ottimo posizionamento in riferimento all’intensità delle collaborazioni internazionali di ricerca. Le analisi prodotte dalla VQR offrono anche delle prospettive di lettura con maggior livello di dettaglio, declinate sui singoli dipartimenti della Fondazione. A questo riguardo è importante esplicitare come un confronto diretto dei risultati ottenuti possa essere soggetto a criticità metodologiche derivanti dall’implicito utilizzo di metriche differenti da parte dei valutatori operanti su diversi sottosettori scientifici. Tenuto conto di tali caveat, i dati indicano comunque come la buona performance complessiva della Fondazione derivi dal contributo di tutti i centri, nessuno dei quali ottiene uno score inferiore alla media del settore di riferimento. A titolo di esempio, il dipartimento qualità alimentare e nutrizione risulta essere primo tra 5 dipartimenti comparabili nell’area delle scienze agrarie e primo tra 8 dipartimenti di altri enti nell’area della scienze chimiche. Si noti che la VQR non permette una diretta comparazione delle attività di ricerca della Fondazione con dipartimenti universitari, in ragione dei differenti mandati istituzionali e assetti organizzativi di questi ultimi rispetto al contesto di altri enti di ricerca63. Tuttavia da una lettura incrociata di diversi dati VQR, nel caso 63 I benchmark utilizzati per la valutazione di FEM nel contesto della VQR comprendono, su differenti aree, dipartimenti di enti quali Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Italiano di Tecnologia, IRCCS, Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica Rapporto finale di valutazione – anno 2014 167 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach dell’area delle scienze agrarie, il portafoglio di pubblicazioni dell’istituto di San Michele collocherebbe la Fondazione in decima posizione tra i dipartimenti universitari italiani, sullo specifico indicatore relativo all’incidenza di pubblicazioni giudicate eccellenti. Nel complesso la scomposizione e successiva aggregazione dei risultati della valutazione del merito scientifico sui singoli dipartimenti non sembra metter in luce specifici elementi di criticità. Per la realizzazione del suo programma il CRI ha una struttura composta da due Aree, cinque Dipartimenti, uno dei quali dedicato alla gestione di una piattaforma trasversale di biologia computazionale. La funzionalità integrata e multidisciplinare del Centro è garantita da una struttura a matrice che prevede l’integrazione trasversale dei cinque Dipartimenti con strutture dedicate alla valorizzazione della ricerca, alla biologia computazionale, e ai programmi di dottorato. Inoltre nel 2012 è divenuto pienamente operativo il Programma che raccorda la ricerca ed il trasferimento tecnologico sviluppato sulla filiera del melo. Una operazione analoga è stata avviata anche per i Programmi basati sulla vite, i piccoli frutti e le scienze ambientali, e nel 2012-inizio 2013 questi Programmi sono stati formalmente autorizzati dal Consiglio di Amministrazione. Ai Dipartimenti si è affiancato nel 2012 il progetto PHOTOLAB, frutto della collaborazione inter-istituzionale fra l’Università di Trento, quella di Monaco di Baviera e FEM. Lo scopo del progetto è l’approfondimento delle conoscenze dei meccanismi biochimici, molecolari e fisiologici della fotosintesi per poterne quindi sviluppare delle soluzioni biotecnologiche. Un altro progetto strategico promosso dalla direzione FEM è FoxLab, costituito nel 2011 quale Associazione temporanea di scopo (ATS) tra CNR e FEM, per operare congiuntamente in alcuni settori d’interesse comune fra i quali monitoraggio e pianificazione forestale, bilancio del carbonio negli ecosistemi terrestri, per promuovere un’aggregazione di strutture, laboratori e persone che possa arrivare, a regime, a raggiungere oltre cento unità tra ricercatori e tecnici in un raggio di pochi chilometri. Con l’iniziativa FIRE, evoluzione del progetto “Genomica Traslazione”, FEM intende inoltre promuovere e sostenere progetti emergenti dalle attività di ricerca CRI e finalizzati alla realizzazione di proprietà intellettuali (IP) e/o lo sviluppo di know how esclusivo. La protezione e valorizzazione delle IP generate vengono perseguite anche tramite la ricerca e reperimento di finanziamenti esterni dedicati e/o l’attivazione di attività d’impresa (start up, spin off). L’attività dell’Area di Valorizzazione della Ricerca continua a essere importante per la capacità di proporsi sullo scenario scientifico internazionale. Nel 2012 inoltre è stata creata l’Area di Supporto alla Ricerca allo scopo di coordinare il supporto logistico e amministrativo del CRI al fine di conseguire un risparmio Rapporto finale di valutazione – anno 2014 168 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach gestionale e garantire un supporto standardizzato alle strutture del CRI, razionalizzandone nel contempo le procedure. L’ASR è organizzata in aree funzionali: supporto amministrativo-finanziario; supporto alla comunicazione; supporto informatico; supporto segretariale centralizzato. Tutte le strutture operano in collaborazione con la sede dei Servizi Centrali di FEM. Al 31/12/2012, ovvero all’ultimo bilancio pubblicato, i collaboratori del CRI a contratto (a tempo indeterminato, determinato, co.co.pro) risultano essere 221,5. A questi vanno aggiunti 74 borsisti (di cui 29 hanno iniziato la propria attività nell’anno considerato) e 41 “frequentanti” (tirocinanti, tesisti o stagisti). Gli uomini sono il 53% e le donne il 47%; gli italiani il 77% e gli stranieri il 23%, provenienti da 33 Paesi. Gli articoli pubblicati su riviste con fattore d’impatto realizzati da ricercatori del Centro Ricerca e Innovazione seguono un trend positivo anche nel 2013, passando da 229 nel 2012 a 258 nel 2013. Nello stesso anno sono stati inoltre presentati 288 lavori a conferenze scientifiche, ed è stata realizzata la curatela di due volumi, sono stati pubblicati 3 libri e sette capitoli di libri collettanei64, mantenendo la produttività scientifica dei ricercatori a livelli elevati. 3.2.3 Sul benchmarking Relativamente al benchmarking internazionale, la mission del CRI è volta al perseguimento dell’eccellenza scientifica in un’arena internazionale per massimizzare le ricadute a livello locale. Sono stati completati progetti di ricerca ambiziosi che hanno proiettato il Centro sulla scena internazionale. A partire dai progetti “SafeCrop” e CSBT, basati su finanziamenti ordinari e che hanno coinvolto reti di ricerca internazionali, altri progetti finanziati dall’esterno hanno avuto respiro internazionale. Esempi concreti della capacità di leadership internazionale di ricercatori del CRI deriva dai progetti di sequenziamento del genoma promossi dall’ente tramite il coordinamento di reti di ricerca internazionali. Il primo progetto, completato nel 2007, ha realizzato il sequenziamento completo del genoma della vite tramite il coordinamento di un consorzio di 9 istituzioni di ricerca in Italia, USA, Gran Bretagna e Belgio. Il secondo, completato nel 2010, ha realizzato il sequenziamento del genoma del melo ed ha coinvolto 11 Istituzioni in Italia, USA, Nuova Zelanda, Francia e Belgio. Ricercatori del CRI hanno giocato un ruolo primario anche nel consorzio internazionale che ha completato il sequenziamento del genoma della fragola, pubblicato nel 2011. Il progetto di sequenziamento del genoma umano completato nel 2001 ha rivoluzionato completamente l’approccio tecnologico e strumentale alla ricerca. Le piattaforme tecnologiche che ne sono derivate (le cosiddette “omiche”) rappresentano oggi lo stato dell’arte nella biologia moderna anche in campo vegetale. Sulla base di un inventario delle dotazioni strumentali per la ricerca disponibili presso IASMA, che aveva evidenziato il bisogno di necessari 64 Dati estratti da OpenPub in febbraio 2014. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 169 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach ammodernamenti della strumentazione di base, si è intrapreso a partire dal 2006 un piano di rinnovamento del parco macchine finalizzato all’implementazione di piattaforme tecnologiche abilitanti approcci di systems biology. Il consistente piano d’investimenti mobilizzati nell’arco degli ultimi anni, per un valore di oltre 8 milioni di euro, ha consentito la realizzazione di laboratori di sequenziamento/genotipizzazione e metabolomica all’avanguardia a livello nazionale e l’ammodernamento tecnologico in settori quali: a) genomica funzionale; b) analisi isotopiche; c) modellistica climatologica; d) GIS e remote sensing. Da questi investimenti sono derivate: ricadute sul piano della produzione scientifica (quantità e impatto dei lavori pubblicati); partecipazione a reti di ricerca internazionali (e a conseguenti fondi esterni); capacità di attrazione a San Michele di giovani ricercatori (dottorandi e post-doc) da tutto il mondo. Oggi, una delle sfide che la Fondazione si trova ad affrontare è come mantenere tale capacità di attrazione e come giustificare l’immobilizzo di fondi sufficienti ad aggiornare le sofisticate apparecchiature indispensabili per poter continuare a condurre le ricerche alla base della qualità dei suoi risultati scientifici. 3.2.4 Internazionalizzazione della ricerca Come già rilevato, per la realizzazione del suo programma, il CRI si è dotato di una struttura comprendente per il 23% collaboratori non italiani provenienti da 33 paesi esteri. Nell’ambito di sei anni, la proporzione dei ricercatori stranieri è salita dall’1% del totale al 23%. Più di un quarto dei responsabili di Gruppo di Ricerca o Piattaforma Tecnologica è di provenienza estera. Di norma, i bandi di selezione del personale sono pubblicati su riviste e siti specializzati internazionali (ad esempio: “Nature”, “NatureJobs”, “New Scientist”) e le procedure di selezione sono basate su standard internazionali e si svolgono in lingua inglese. Le procedure di selezione internazionali adottate hanno anche avuto riscontri positivi sul fenomeno del brain drain, in quanto più di un quarto dei ricercatori assunti presso la Fondazione che hanno beneficiato dell’agevolazione fiscale “rientro dei cervelli” sono di origine italiana. (2011 Legge 238/10 Controesodo). Anche grazie a tale demografia, la produttività annua media in pubblicazioni ISI WoS per unità di ricercatore/tecnologo è salita consistentemente negli ultimi anni. Il CRI ha continuato a perseguire l’obiettivo della mobilità e del turnover del personale, affiancato a politiche di stimolo della produzione e della qualità Rapporto finale di valutazione – anno 2014 170 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach scientifica grazie a schemi di premialità basati sul raggiungimento di risultati scientifici. Ad esempio nel 2012 sono state attivate 29 PhD Fellowship come parte dei programmi di alta formazione e post-graduate research training, che aggiungendosi ai dottorandi già coordinati dalla Scuola di ricerca FIRST porta i dottorando al numero di 74 e la quota di personale in formazione (dottorandi, tesisti, tirocinanti) al 34% dei collaboratori del Centro. Le collaborazioni internazionali sono la norma. Il programma internazionale di dottorato in “Genomics and Molecular Physiology of Fruit” (GMPF), fornisce evidenza del posizionamento internazionale di CRI. Il GMPF, fondato nel 2008, ha sede a San Michele all’Adige ed è gestito da un tutorial board costituito da rappresentanti dei soci fondatori internazionali che comprendono le più prestigiose Istituzioni operanti in questi settori65. Dalla sua istituzione il tutorial board ha assegnato oltre 25 borse di studio per le quali sono state ricevute più di 1500 domande. Dalla costituzione del GMPF i programmi di dottorato e i processi di formazione sono stati posti al centro dello sviluppo del CRI. Sulla base del successo dell’iniziativa GMPF, è stata istituita presso il CRI la “FEM International Research School of Trentino” (FIRS>T). FIRS>T coordina, oltre a GMPF, anche l’International PhD Program (IPP) che ospita progetti di dottorato nelle aree di attività non coperte da GMPF. FIRS>T coordina la erogazione delle borse di dottorato. Questo avviene tramite un processo competitivo interno per l’assegnazione dei progetti e successivamente, attraverso bandi internazionali, la selezione dei candidati. I candidati selezionati ricevono una borsa della durata massima di 4 anni e possono iscriversi ad un corso di dottorato in una delle istituzioni partecipanti. FIRS>T nel 2011 gestiva 59 studenti di dottorato di cui il 50% di origine straniera, provenienti da 14 paesi, a cui nel 2012 si sono aggiunte 48 posizioni a bando per un totale di circa 2.000 domande ricevute da oltre 140 nazioni. Il CRI conferma quindi il riconoscimento internazionale e la capacità di attrazione di ricercatori e collaboratori stranieri. 3.2.5 Integrazione nel Sistema Trentino dell’Alta formazione e della Ricerca Il principale contributo a STAR, fornito dalla Fondazione, è costituito dall’impegno nel campo della ricerca su temi di interesse per il settore agricolo trentino, dai risultati conseguiti e dalle collaborazioni con soggetti esterni ed esteri 65 Weizmann Institute of Science, Department of Plant Science, Israele; UC Davis, Department Plant Sciences, California, USA; Università di Ghent, Belgio; Plant Research International, Biodiversity and breeding, Wageningen, Olanda; INRA di Montpellier, Francia; IRTA, Cabrils, Spagna; SCRI, Invergowrie, Dundee, Scozia; The Hebrew University of Jerusalem, Israele; INRA, Angers, Francia; BTI, Cornell University, Ithaca, New York, USA; Washington State University, Department of Horticulture, USA; INRA-agro, Montpellier, Angers, Francia; Università di Stellembosch, Sud Africa; Università Statale, DIPROVE, Milano, Italia; Università degli Studi, Facoltà di scienze, Trento, Italia; Università degli Studi, Facoltà di Agraria, Bologna, Itala; Julius Kühn Institut, Dresda, Germania. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 171 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach attratti dalla visibilità che tali risultati hanno dato al CRI. Il terreno di ricerca preponderante è il miglioramento genetico di mele e viti, a cui si aggiungono fragola e pesco e piccoli frutti, lampone, mirtillo. La Fondazione, inoltre, contribuisce a STAR con attività divulgative, con la messa a disposizione di nuovi metodi e procedure, e con la registrazione di brevetti e lo sviluppo di tecnologie (marchi). Partecipa a consorzi con soggetti privati - come il Consorzio Innovazione Frutta (CIF) costituito da APOT (socio di maggioranza), FEM e COVIFT e il Consorzio Innovazione Vite (CIVIT) costituito da AVIT (socio di maggioranza) e FEM – che sostiene in quanto strumenti realizzati per promuovere l’innovazione varietale di vite e fruttiferi (dal laboratorio al campo) in Trentino con il coinvolgimento delle associazioni dei produttori e del mondo vivaistico. E’ previsto un rafforzamento delle attività dei consorzi tramite il reperimento di finanziamenti dedicati e l’adozione di piani industriali per la valorizzazione delle nuove varietà di melo, vite, lampone e mirtillo generate dai piani di miglioramento genetico del CRI. Sulla base dei dati disponibili nelle tabelle seguenti si dà conto in termini quantitativi delle attività e dei risultati raggiunti nel corso degli ultimi anni. Gli indicatori testimoniano un trend che risulta confermato dai colloqui e dalle illustrazioni qualitative fornite nei documenti ufficiali della Fondazione. Tabella [All.3] 2 - Quadro riepilogativo degli eventi realizzati Realizzazione di eventi 2008 2009 - numero di eventi di ambito 3 14 locale - numero di eventi di ambito 0 2 nazionale o internazionale 2010 2011 11 19 3 93 Fonte: dati forniti dalla Fondazione Edmund Mach secondo la rilevazione CVR Tabella [All.3] 3 - Quadro riepilogativo dei metodi e procedure sviluppate Sviluppo di metodi e 2008 2009 2010 2011 procedure Indicatori di produzione: - numero di metodi e procedure sviluppati – 9 2 10 software - numero di metodi e 1 1 22 procedure sviluppati – altri - numero di elementi di documentazione tecnica di 1 1 5 supporto Indicatori di impatto: - numero di utilizzatori dei 10.000 metodi e procedure di cui utilizzatori si è a conoscenza. a livello mondiale Rapporto finale di valutazione – anno 2014 2012 17 38 16 - 172 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach Fonte: dati forniti dalla Fondazione Edmund Mach secondo la rilevazione CVR Tabella [All.3] 4 - Quadro riepilogativo degli indicatori per spin–off Spin-off e indicatori di 2008 2009 2010 2011 impatto Indicatori di produzione - numero di spin-off costituite nell’anno 0 2* 0 0 (Registro delle Imprese); - stock di imprese considerate spin-off (al netto delle imprese 3 2 2 cessate o per le quali sia decaduta la qualifica di spin-off). Indicatori di impatto: - fatturato annuo totale delle spin-off iscritte nell’anno, rapportate al 355.527 394.437 533.596 ciclo di vita (anzianità) dell’impresa in Euro; - occupazione totale delle spin-off iscritte 3 2 2 nell’anno (come sopra); 29 - utile netto totale delle spin-off iscritte _ _ _ nell’anno (come sopra) in Euro 2012 1 Nota*: imprese costituite nel 2008: Consorzio Innovazione Frutta (0 dipendenti); Glures – Spin-off Università Ca’ Foscari con un socio dipendente della Fondazione Edmund Mach (0 dipendenti). Una ricercatrice della Fondazione era socia, nel 2008, di uno spin-off di un altro ente. Nel 2009 si è dimessa. Fonte: dati forniti dalla Fondazione Edmund Mach secondo la rilevazione CVR Tabella [All.3] 5 - Quadro di sintesi per eventi, contratti e progetti di ricerca Indicatori Media 2010 2011 2012 2008-2010 Brevetti e marchi - depositati 0,66 1 1 8 - ottenuti 0,33 0 1 2 - fatturato 29.385 57.375 36.777 35.470 ricavato (in Euro) Numero di contratti di ricerca acquisiti (almeno con firma di lettere di ordine) Rapporto finale di valutazione – anno 2014 18 13 22 31 173 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach Numero dei progetti di ricerca acquisiti dalla Provincia su base competitiva. Ammontare dei progetti di ricerca acquisiti dalla Provincia su base competitiva. Ammontare dei contratti acquisiti, al netto dei grandi progetti finanziati dalla Provincia (in migliaia di Euro) ripartito per anni 3,3 1 41 32 1.836.514 1.895.4 66 3.569.31 5 2.118.81 6 668.194 743.932 783628 804.406 Fonte: dati forniti dalla Fondazione Edmund Mach secondo la rilevazione CVR Oltre ai risultati qui sinteticamente presentati, appare significativa anche l’attenzione prestata alle collaborazioni, all’integrazione funzionale e alla razionalizzazione degli investimenti nei laboratori di ricerca del Trentino. La Fondazione dichiara la volontà di collaborazione con gli altri istituti di ricerca e l’attenzione a evitare duplicazioni sia in termini di strumenti di laboratorio sia di competenze e specializzazioni tematiche. Questo costituisce un elemento di forza del sistema trentino della ricerca e una delle condizioni di sostenibilità per il futuro. Esempi di tale volontà e dell’interesse a far fiorire sinergie dove possibile sono: a) la creazione e co-gestione di laboratori condivisi; b) la apertura di laboratori di ricerca afferenti ad altri istituti; c) l’avvio di collaborazioni inter-istituzionali come il laboratorio Fox Lab; d) il sistema di comunicazione sviluppato nel 2011 tra il DB Pollini del centro di monitoraggio aerobiologico della Fondazione e il sistema TreC (Cartella Clinica dei Cittadini) della Fondazione Bruno Kessler; e) l’impegno di avvicinamento all’Università di Trento e di condivisione delle attività ove possibile. L’intento esplicitato dalla Fondazione Edmund Mach è ampliare le occasioni di collaborazione in direzione della razionalizzazione degli sforzi e degli investimenti in apparecchiature, personale, attività per il rafforzamento del sistema della ricerca trentino. Passi ulteriori in questa direzione dovranno essere elaborati in linea con gli obiettivi provinciali e sotto la guida di un coordinamento complessivo. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 174 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach 3.2.6 Impatto sul territorio: trasferimento tecnologico La Fondazione ha strutturalmente al proprio interno, accanto alla struttura dedicata alla ricerca, il Centro Trasferimento Tecnologico (CTT) e il Centro Istruzione e Formazione (CIF). Questa articolazione, generata dalla legge provinciale n. 14/2005, era sotto osservazione fin dalla sua nascita e nel 2010, la Fondazione rifletteva sul potenziale risultato della trasformazione nei seguenti termini: “La scarsa interazione tra innovazione e divulgazione da più parti evidenziata nell’ex IASMA ha in parte motivato il cambiamento strutturale più rilevante della riorganizzazione in FEM e cioè il passaggio in blocco di personale (addetto a servizi e sperimentazione) dal CS al CTT. Questo non è stato tuttavia accompagnato dall’implementazione di strumenti a sostegno di una maggiore integrazione tra CRI e CTT con il rischio che in FEM non si sfrutti fino in fondo il collegamento tra ricerca e trasferimento.”66 L’impatto sul territorio in termini di trasferimento tecnologico e qualificazione di risorse umane tramite i programmi di formazione è fondamentalmente generato dall’attività di CTT e CIF. In base ai dati raccolti nei paragrafi precedenti e ai riconoscimenti e risultati raggiunti, è indubbio che la Fondazione sul fronte della ricerca scientifica si è dotata di risorse umane qualificate, con apertura con l’esterno e turn over tali da garantire ricambio e arricchimento, si è dotata di laboratori con strumentazioni di pregio che consentono analisi articolate e sistematiche e attirano ricercatori ed istituti esteri qualificati, e si è così collocata ad ottimi livelli. L’obiettivo era: non fermarsi in una posizione di inseguimento, ma raggiungere la frontiera e per puntare a questo obiettivo è stata realizzata una riorganizzazione della Fondazione, con la creazione di una struttura di ricerca autonoma altamente qualificata. Il CTT gestisce una quota di ricerca, limitata nell’Accordo di Programma massimo al 20% del totale del sostegno alla ricerca che la Provincia assegna alla Fondazione, per non ricadere nella situazione che si è voluto correggere sette anni fa, quando gli sforzi per la ricerca andavano prevalentemente a supporto di servizi. L’attività di ricerca di CTT è organizzata all’interno di due Dipartimenti, uno dedicato alla sperimentazione e ai servizi tecnologici e l’altro alle filiere agroalimentari67. 66 Così nel Piano quadriennale di sviluppo della Fondazione Edmund Mach (2010). I due Dipartimenti e relative aree di ricerca sono: A) Dipartimento sperimentazione e servizi tecnologici 1. economia e territorio; unità protezione delle piante e biodiversità agroforestale 2. ecotossicologia e declino delle api; 3. sperimentazione fitoiatrica per un'agricoltura ecocompatibile; 4. difesa delle foreste; 5. controllo artropodi d'interesse igienico-sanitario; 6. castagno; unità chimica vitienologica e agroalimentare 7. sperimentazione enologica/alimentare; unità biomasse ed energie rinnovabili 8. studio dei processi e delle tecnologie di valorizzazione delle biomasse per la produzione di energia rinnovabile; 67 Rapporto finale di valutazione – anno 2014 175 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach Si tratta di progetti che scaturiscono anche dalla diretta raccolta di interessi da parte delle imprese supportate dai tecnici di CTT e vengono sviluppati in parte in cooperazione con i laboratori di CRI. Il CTT è composto da 120 persone, rivolte alle 14mila aziende agricole del territorio, 62 persone delle quali nelle valli a dare consulenza tecnica diretta, supportati da una rete agrometeorologica e da un sistema capillare di diffusione dell’informazione. Fra i risultati dell’attività svolta dal CTT, si segnala che nell’arco di un anno vengono effettuate analisi su circa 30.000 campioni e 800 avvisi tecnici per agricoltori. Il CTT lavora annualmente con quasi 60068 aziende (enti pubblici e imprese private) dei settori agricolo, alimentare, chimico e ambientale, il 4% straniere, quasi la metà di altre regioni italiane, con incidenza maggiore delle regioni limitrofe ma con contatti in praticamente tutte le regioni italiane (ad esclusione di Valle d’Aosta e Molise). I servizi riguardano Diagnostica fitopatologica, Selezione sanitaria, Sperimentazioni fitopatologiche (Centro di saggio), Analisi chimiche/microbiologiche, Analisi post-raccolta, micro-vinificazioni, Agrometeorologia, Rilievi fisiologici e nutrizionali, Qualità biologica corsi d’acqua. unità agricoltura biologica 9. consulenza specialistica e attività dimostrativa a supporto dell'agricoltura biologica unità sistema informativo geografico; 10. sviluppo di carte pedologiche e di sistemi di telecontrollo e sensori per l’irrigazione; 11. Pica: realizzazione della piattaforma integrata cartografica agriviticola (p.i.c.a.) e studio di caratterizzazione del territorio e delle potenzialità viticole dell’area di produzione delle cantine sociali afferenti a Cavit; B) Dipartimento filiere agroalimentari unità viticoltura 12 elezione clonale sanitaria in viticoltura e frutticoltura; 13 nutrizione e fisiologia in viticoltura e frutticoltura; 14 sperimentazione in viticoltura; unità piccoli frutti e centro di competenze 15. progetto centro competenze piccoli frutti; a) studi eco-fisiologici e nutrizionali; b) controllo patologie e distribuzione antiparassitari; c) emergenza drosophilasuzukii; d) confronto varietale portinnesti; e) progetto valorizzazione ciliegio; f) architettura e biologia fiorale ; g) qualità della ciliegia. 16. indagini sul comportamento e la biologia di drosophila suzukii in Trentino e valutazione di alcuni metodi di controllo sostenibili; 17. albicocco. unità frutteto sperimentale e frigoconservazione 18. frutteto sperimentale; 19. prove di conservazione di prodotti ortofrutticoli trentini e prevenzione di fisiopatie e malattie fungine in conservazione; 20. conservazione di mele in ipogeo: soluzioni tecnologiche e studio comportamentale delle mele di origine trentina; unità acquacoltura e idrobiologia 21. carpiogarda; 22. z.e.fi.re.: zero-energy fish farming research. sistema modulare innovativo ad alta efficienza energetica per acquacoltura. 68 557 aziende nel 2012. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 176 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach Nel riflettere sull’impatto sul tessuto agricolo ed economico, per ampliare le ricadute dell’attività dei ricercatori sull’assistenza tecnica, per generare sinergie tra queste attività e le funzioni di ricerca volte all’eccellenza e per superare le inerzie legate alle distinte missioni di ciascuna area funzionale della Fondazione, nel corso del 2012, e con progressivi sviluppi e ampliamenti nel 2013, FEM ha elaborato una nuova linea strategica trasversale rispetto alla struttura dei Dipartimenti e dei tre centri che la costituiscono. E’ stata elaborata una spinta riorganizzativa e di programmazione delle attività orientata alla aggregazione strategica della ricerca. Uno strumento centrale di tale percorso è rappresentato dai Progetti di filiera che si articolano in: frutticole, sostenibilità, vinicola, ricerca ambientale. Questi Progetti si situano a matrice rispetto alla struttura esistente e dovrebbero diventare gli strumenti di delivery e soprattutto di raccordo e integrazione e collaborazione dei Centri in cui FEM è articolata. Il programma di filiera elaborato – applicato al melo in primo luogo, ed esteso ad altri frutti, vite, ambiente ed in prospettiva in altri campi – è rivolto a coordinare i progetti di ricerca orientandoli verso l’innovazione di prodotto e di sistema di ciascuna filiera prescelta69. 69 Il Documento programmatico di filiera – predisposto a metà 2012 - recita: “Scopo primario di questo programma è quello di garantire innovazione di prodotto e di sistema nella filiera melo territoriale. La strategia è di produrre soluzioni volte alla riduzione dell’input nel frutteto(inteso sia come input chimico, che energetico, che di manodopera, ecc.), e dalla ottimizzazione della qualità della filiera melo (intesa come qualità generale,dalla gestione del frutteto, fino alla qualità del frutto).All’interno di questo quadro strategico, il programma persegue gli obiettivi di: 1. anticipare e soddisfare i bisogni del settore per garantirne la sostenibilità economica e la competitività offrendo soluzioni innovative di prodotto e di sistema; 2. garantire la disponibilità di sistemi di supporto e assistenza tecnologica adeguati alle richieste avanzate dagli stakeholder del settore (cooperative, associazioni produttori, ecc.) 3. promuovere la formazione, la sperimentazione di campo, la ricerca e l’innovazione biotecnologica tramite appropriati programmi di carattere internazionale che consentano di collocare FEM tra i primi tre centri di riferimento per la ricerca avanzata sul melo, a livello mondiale. Questi obiettivi sono raggiunti mediante il coordinamento dei progetti proposti e sviluppati dai gruppi in un Centro di Competenza articolato in: · Aree Funzionali (AF) distinte in pre-impianto, post-raccolta, difesa, qualità del frutto con finalità di progettazione e realizzazione di attività volte a rispondere alle esigenze degli stakeholder. La loro azione è coordinata e armonizzata dalla definizione di obiettivi comuni e riconosciuti. · Strumenti realizzativi distinti in servizi, trasferimento tecnologico e ricerca, con lo scopo di rendere fruibili dagli stakeholder le attività svolte dalle AF. La loro funzione è quindi quella di interfacciare le esigenze operative dei produttori e agricoltori con la programmazione della ricerca, calibrandola sulle esigenze delle realtà produttive. La distinzione tra lo Strumento Servizi e Trasferimento Tecnologico è funzionale unicamente alla descrizione strutturale, mentre nella pratica i due strumenti sono tra loro integrati ed interconnessi, così come ricerca e sperimentazione/trasferimento tecnologico”. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 177 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach Tabella [All.3] 6 - Modello organizzativo per Aree Funzionali (AF) Fonte: schema elaborato dalla Fondazione Edmund Mach Questo schema rappresenta i canali di scambio e collaborazione dalla ricerca ai terreni applicativi e viceversa dai produttori, assistiti dalle figure impegnate nel trasferimento tecnologico, verso i coordinatori della ricerca. Il nuovo schema di coordinamento e sviluppo di attività trasversali di ricerca, sperimentazione e attività agricola si basa sull’organizzazione di gruppi di lavoro detti ‘tavoli’ – e finalizzata a coordinare e sviluppare la presenza sul territorio. Oltre a Melo e altri fruttiferi, sono stati costituiti tavoli su Viticoltura sostenibile, Cantina, Azienda agricola e nel 2012, approvato dal CdA all’inizio del 2013 il tavolo Ambiente. Per supportare le attività sperimentali e innovative sul campo con maggior efficacia e sostenere la diffusione e valorizzazione economica delle conoscenze prodotte, un ulteriore passo della Fondazione è stato, come già anticipato precedentemente, la creazione di Consorzi con aggregazioni di operatori come APOT Associazione produttori ortofrutticoli del Trentino per il Consorzio innovazione e frutta, costituito nel 2009, e AVIT Consorzio vivaisti viticoli trentini per il consorzio Vite, costituito nel 2012. L’approccio e il corrispondente disegno organizzativo costruito dalla Fondazione sembrano adatti a rispondere al potenziale scollamento rilevato tra CRI e CTT, proponendo aree di lavoro comune e di intersezione tra sfera della ricerca avanzata e mondo produttivo/applicativo. In questo contesto, i Consorzi partecipati – Consorzio Innovazione della Frutta e Consorzio per l‘Innovazione in viticoltura - svolgono un ruolo nell'orientamento e nell'indirizzo della ricerca che sembra rafforzato all’interno dello schema “filiere”. 3.2.7 Sistema interno di valutazione La Fondazione si è dotata di tre organi di guida/valutazione/supporto scientifico: Rapporto finale di valutazione – anno 2014 178 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach 1. Comitato Scientifico, nominato dal Consiglio di Amministrazione e composto da tre membri70: è organo tecnico di consulenza per le attività di ricerca a supporto del Presidente e del Consiglio di Amministrazione e del responsabile della Ricerca; 2. Comitato di Valutazione, nominato dal Consiglio di Amministrazione, attivato nel 2013 in quanto è operativo solo dopo il terzo anno di attività della Fondazione, valuta l’attività di ricerca scientifica, con periodicità almeno triennale, secondo standard e procedure utilizzate a livello internazionale; 3. Comitato Tecnico-scientifico, nominato dal Consiglio di amministrazione e composto da quattro membri71, valuta le attività scolastiche secondo quanto previsto dalla normativa provinciale Nell’ambito del CRI, il sistema interno di valutazione si è basato su una Matrice, sottoposta e approvata dal Comitato esecutivo di FEM, utilizzata sia per la selezione in entrata e sia per la attribuzione di livelli stipendiali. Si tratta di una tabella che sostituisce gli scatti di anzianità con livelli di progressione (intraposizione) basate sulla performance scientifica. La Matrice è stata sviluppata nel 2008, si sono fatte già sei progressioni, ed è stata utilizzata fino al blocco delle progressioni verticali del personale di ricerca72. Gli elementi della matrice di indicatori di performance sono: quantità di prodotti e pubblicazioni scientifiche; qualità delle pubblicazioni scientifiche (IF delle riviste); finanziamenti esterni ottenuti; visibilità internazionale; misure di stima. Relativamente ai premi su performance (articolo 70 del CCPL delle Fondazioni di Ricerca), sia per progressioni di carriera che salariali, dal 2010 si è definito un metodo basato sulla sommatoria di tre fattori: ISI, fattori di impatto, e autofinanziamento per il quale si calcola una premialità per i gruppo. CRI dispone di tre strumenti per il monitoraggio dei prodotti di ricerca e di indicatori di performance: 1. “OpenPub”: applicata alle pubblicazioni, utilizza un sistema che cattura dati del processo autorizzatorio; 2. “Researchfunding”: è dedicata alle proposte progettuali, pure monitorati in base al processo autorizzatorio, con un processo che richiede ancora l’intervento umano. 3. “M@RC”: è un software che gestisce l’accesso alla banca dati del personale, relativa a contratti, collocazione nei dipartimenti e nei gruppi di ricerca. Su base annuale, la valutazione della performance delle singole strutture impatta (con pesature diverse) sulla attribuzione delle seguenti risorse: 70 71 72 Prof. Howard Davies, presidente; prof. Wayne Powell; prof. John Grace. Prof. Marco Dal Rì; prof. Michele Covi; prof. Michele Pellerey; dott. Arduino Salatin. Cambiamento richiesto da PAT. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 179 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach assegnazione personale di supporto dimensionamento budget consumabili; estensione budget missioni; attribuzione di borse di studio di dottorato straordinarie; disponibilità di fondi ordinari per rinnovi contrattuali di personale assunto su fondi esterni. La Fondazione ha, inoltre, attivato un sistema di referaggio esterno (visiting group) composto da un team che include tre membri del Comitato Scientifico e integrato da altri esperti. Tale team dovrebbe lavorare con il meccanismo del panel, prevedendo la stanzialità e colloqui con group leader di CRI, al fine di produrre un giudizio di posizionamento relativo ad altri istituti di ricerca a livello europeo e internazionale, ma anche di essere propedeutico al sistema di riorganizzazione interno e per contribuire a ridefinire gli obiettivi del futuro Accordo di programma con la Provincia. L’intento è focalizzare il lavoro del team su tre settori: (i) agricoltura genoma; (ii) alimentare contenuto organolettico; (iii) ambiente. Al visiting group chiede, accanto ad elementi di giudizio e valutazione, anche elementi di guida, come ad esempio: per la genomica della frutta, l’obiettivo è diventare uno dei primi cinque o addirittura tre a livello mondiale. Al team viene chiesto a che distanza si trova la Fondazione e dove/come dovrebbe agire per innalzare il risultato scientifico. viene inoltre chiesto un aiuto per valutare il posizionamento a livello internazionale della ricerca ambientale sviluppata dalla Fondazione Mach. La Fondazione Edmund Mach, infine, ha aderito al processo di Valutazione della Qualità della Ricerca 2004-2010 (VQR 2004-2010) predisposto da ANVUR, e nell’ottobre 2012 ha prodotto il primo rapporto di autovalutazione. In questo documento, oltre al dettaglio degli elementi di valutazione e autovalutazione delle attività e della gestione delle strutture e del personale, vengono anche indicate tre aree di debolezza: la complessità strutturale, i ritardi informatici e amministrativi e la gestione delle aspettative degli stakeholder. Quest’ultimo punto, affrontato anche durante gli incontri, è riconosciuto come il più urgente al fine di dare stabilità e forza alla programmazione della Fondazione. Le diverse anime presenti fra gli stakeholder – sia diretti che indiretti – sono identificate nel documento come segue73: “il mondo agricolo locale, che richiede interventi rapidi a sostegno delle proprie istanze e progettualità con ricadute a breve termine; la comunità scientifica che opera su orizzonti di medio-lungo termine e con criteri di valutazione ed accountability spesso incomprensibili per gli altri stakeholder; le agenzie di finanziamento internazionali, che chiedono qualità scientifica e visione strategica; 73 Vedi il rapporto di autovalutazione della Fondazione Edmund Mach a cura del direttore del CRI, pag. 20. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 180 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach infine l’opinione pubblica, che attribuisce alla Fondazione un ruolo di mediatore nel dirimere problematiche anche complesse che emergono sul territorio e che vedono i vari attori su posizioni diverse”. A questi va aggiunto il principale sostenitore (la Provincia Autonoma di Trento), che pure esprime, anche con il presente impegno di analisi e tentativo di valutazione della addizionalità che genera, un interesse diretto alla miglior valorizzazione degli sforzi e diffusione dei risultati nel territorio. 3.2.8 Programmazione e sviluppo delle attività di ricerca La governance complessiva è stata supportata e rafforzata durante gli ultimi anni da uno sforzo di programmazione orientato alla integrazione delle differenti aree della Fondazione, al mantenimento degli obiettivi dichiarati e negoziati con la Provincia, allo sforzo di comunicazione dei risultati raggiunti e di condivisione dei programmi per il futuro con i propri organi di governo. La crescita del settore di ricerca ambientale ha visto l’integrazione presso la Fondazione di ricercatori provenienti dal Dipartimento VRN dello IASMA, dal Centro Ecologia Alpina (CEA) e dal Museo delle Scienze. Il potenziamento dell’area di ricerca dedicata all’Ambiente porta la Fondazione ad affrontare nuove sfide di ricerca per i prossimi anni, ad esempio come si può coniugare il concetto di ambiente alpino con l’ambiente antropizzato. Gli obiettivi principali perseguiti dalla Fondazione per CRI sono l’internazionalizzazione, l’eccellenza scientifica e la traduzione dei risultati in ricadute per il territorio, sia economiche che culturali. Obiettivi da definire per il prossimo futuro sono da un lato l’individuazione degli strumenti di consolidamento del riconoscimento conseguito in termini di eccellenza scientifica, dall’altro la definizione dell’impegno da dedicare a ‘nuovi’ filoni scientifici e applicativi di possibile interesse nel panorama integrato della ricerca e del territorio trentino, come ad esempio la salute e/o la scienza alimentare. 3.2.9 Capacità di autofinanziamento La capacità dei soggetti finanziati di raggiungere un adeguato livello di sostenibilità finanziaria rappresenta uno dei principi cardine dell’impianto degli Accordi di Programma. In particolare, l’Accordo di Programma per la XIV legislatura prevedeva per la Fondazione Edmund Mach delle soglie di autofinanziamento diversificate per i propri principali centri, identificate anche in ragione delle peculiarità istituzionali ed operative di questi ultimi. Tali soglie sono pari al 28% per il CRI e il 17% per il CTT da raggiungersi nel 2012 e da mantenere successivamente. I parametri sono definiti come incidenza dei ricavi non riferiti ai trasferimenti PAT su AdP rispetto al totale dei ricavi del periodo di riferimento. Si noti che, stante questa definizione, il numeratore del rapporto che definisce la soglia può comunque comprendere risorse provenienti da PAT su misure di finanziamento (es. bandi) ulteriori rispetto all’AdP. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 181 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach La verifica puntuale del raggiungimento di tali soglie di autofinanziamento è affetta da possibili criticità derivanti da almeno due macro fattori: le specificità delle procedure contabili adottate per determinare il valore della produzione in un certo anno a livello di intera Fondazione; le metodologie impiegate dalla Fondazione per l’imputazione dei costi indiretti ai singoli centri. Tenuto conto di queste criticità nella successiva tabella si presenta una sintesi dei dati economici disponibili per il periodo 2010-2012. A febbraio 2014 non sono ancora disponibili i dati consuntivi per l’anno 2013. La tabella illustra il grado di autofinanziamento rispettivamente su dati aggregati di intera Fondazione e sui due centri CRI e CTT. Nel caso dei due centri l’autofinanziamento è calcolato sia rispetto al totale dei soli costi diretti sia rispetto al totale dei costi diretti e indiretti imputati ai centri. I dati impiegati nella tabella derivano dai bilanci della FEM (consuntivi e previsionali) e dalle relazioni sull’avanzamento degli accordi di programma redatti dalla Fondazione. Nel complesso i dati mettono in luce una adeguata capacità di autofinanziamento per i due centri presi in esame rispetto alle soglie definite in AdP. Tenendo conto dei soli costi diretti generati dai 2 centri, il CRI presenta una relativamente migliore capacità di autofinanziamento. I dati mostrano, inoltre, come i due centri CRI e CTT abbiano generato in anni recenti circa il 60% dei ricavi complessivi della Fondazione non riconducibili al finanziamento PAT tramite Accordo di Programma. Tabella [All.3] 7 – Analisi capacità di autofinanziamento per centri Fondazione Edmund Mach - Anni 2010 - 2012 Dati in migliaia di Euro Valore della produzione di cui AdP Ricavi propri Costi della produzione AUTOFINANZIAMENTO COMPLESSIVO (Ricavi no PAT/Val produzione) 2010 50135 2011 51276 2012 53379 41400 8734 49761 38936 12340 51727 42272 11108 52936 17.4% 24.1% 20.8% 2671 5525 4245 2050 2337 2770 Ricavi propri CRI (al netto attività supporto PAT) Ricavi CTT (al netto attività supporto PAT) INCIDENZA RICAVI PROPRI CRI SU TOT RICAVI PROPRI FEM INCIDENZA RICAVI PROPRI CTT SU TOT RICAVI PROPRI FEM 30.6% 44.8% 38.2% 23.5% 18.9% 24.9% COSTI CENTRI (SOLO COSTI DIRETTI) COSTI DIRETTI CRI 11564 8800* 12474 Rapporto finale di valutazione – anno 2014 182 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach COSTI DIRETTI CTT AUTOFINANZIAMENTO CRI (I) AUTOFINANZIAMENTO CTT (I) 9690 23.1% 21.2% 8960 62.8% 26.1% 8506 34.0% 32.6% COSTI INDIRETTI IMPUTATI AI CENTRI COSTI INDIRETTI IMPUTATI A CRI COSTI INDIRETTI IMPUTATI A CTT AUTOFINANZIAMENTO CRI (II) AUTOFINANZIAMENTO CTT (II) 4696 3532 16.4% 15.5% 5151 3272 39.6% 19.1% 5020 3384 24.3% 23.3% (I): ricavi propri / costi diretti (II): ricavi propri/(costi diretti + costi indiretti) * Dato influenzato da recupero contabile. Fonte: dati di Bilancio di esercizio 2012 Fondazione Edmund Mach 3.3 Considerazioni L’analisi dei documenti disponibili e gli incontri con i responsabili e delle principali aree di attività portano a ritenere che la Fondazione stia lavorando in modo conforme a quando delineato insieme alla Provincia, non rilevando significative discrepanze rispetto a quanto definito nell’Accordo di Programma. In un’ottica migliorativa, vari aspetti critici o non completamente esplicitati, vengono riproposti in sintesi. Ampliando l’orizzonte di osservazione e riconoscendo che nella Fondazione Edmund Mach esiste da tempo uno sforzo volto alla consapevolezza, si ricordano qui di seguito le criticità di gestione, di programmazione e di relazione con gli stakeholder. Fra gli elementi critici sopra evidenziati, si individuano da un lato una certa sofferenza nei rapporti con il principale sostenitore finanziario della Fondazione, nella periodicità annuale delle verifiche, dall’altro il riconoscimento di potenzialità non ancora completamente esplorate – ad esempio in direzione della valorizzazione dei risultati conseguiti e della sperimentazione, consulenza e formazione nel mondo agricolo - e di carenze di integrazione sia interna che di sistema con altri istituti di ricerca. 3.3.1 Sulla programmazione delle attività di ricerca e sulla definizione della missione di lungo periodo della Fondazione I due elementi di forza che emergono dall’esame delle attività svolte dalla Fondazione in linea con l’Accordo di Programma con la Provincia autonoma di Trento sono il raggiungimento di risultati di eccellenza scientifica, e un significativo e articolato sforzo di riprogrammazione delle attività di ricerca con attenzione anche al trasferimento tecnologico tramite l’approccio dei programmi per filiera. Relativamente ai risultati scientifici raggiunti, un quesito centrale riguarda la sostenibilità della qualità scientifica prodotta, fortemente connessa alla sofisticatezza e modernità degli strumenti scientifici a disposizione dei ricercatori Rapporto finale di valutazione – anno 2014 183 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach e dipendente da queste. Il livello di programmazione intrinseco della Fondazione è molto alto, giunge a coprire l’assegnazione del personale ai gruppi attività laboratori, con gradi di autonomia molto limitati, tanto che l’Accordo di Programma contiene indicatori di risultato che altri istituti di ricerca non hanno. La macchina funziona dal punto di vista dell’Accordo di Programma, ma è necessario sostenerla maggiormente con la definizione di una strategia di lungo termine, con l’individuazione di nuovi settori di punta, verificando nel contempo quanta partecipazione nelle decisioni e coinvolgimento nella definizione dei temi futuri vengano offerti ai ricercatori che chiedono più spazio e possibilità di intervento. Sul tema della governance e sul tema delle scelte, è indispensabile consolidare gli sforzi messi in atto nella costruzione dei laboratori di ricerca. Il modello “dipartimenti – filiere” sembra interessante e promettente. E’ auspicabile che venga dedicata attenzione a presentare e a rendere difendibile questo modello di fronte agli stakeholder esistenti, ma, soprattutto, rispetto al manifestarsi di nuovi che inevitabilmente questo modello sollecita. E per delineare in quali direzioni diversificare l’attività di ricerca, un’iniezione di maggior coraggio nel costruire un disegno nuovo potrebbe essere una strada da prendere in considerazione. A questo proposito e riguardo alle possibili strade seguire per gestire al meglio il possibile conflitto tra e con gli obiettivi di eccellenza, un passo già messo in atto è rappresentato dalla ricomposizione del modello alta scuola, orientato anche a garantire ricadute sul territorio. Non solo: ci si potrebbe spingere a elaborare obiettivi più vicini agli stakeholder, o aprirsi con una maggior lungimiranza a cercare di formulare un nuovo obiettivo, con la stessa portata di sfida e di trascinamento – e di potenziale rilevanza nel successo - della mappatura genomica. Temi con interesse di sistema potrebbero essere sia lo snodo Ambiente e Salute, sia la sostenibilità dell’ambiente antropizzato. L’essere riusciti a far interagire positivamente i tre ambiti della ricerca, del trasferimento tecnologico e della formazione, potrebbe essere replicato in un nuovo tema che assuma la caratteristica di catalizzatore per il sistema, rafforzando come tale la giustificazione di una richiesta di continuità di un finanziamento consistente, oggi più di ieri in competizione con altre destinazioni. Continuità di risorse necessarie a poter garantire l’alta qualità delle strumentazioni, condizione indispensabile e riconosciuta dalla dirigenza della Fondazione per la sostenibilità e la replicabilità dei risultati di eccellenza. Infatti, se un sistema territoriale decide di affrontare una scommessa ‘mondiale’ su un obiettivo, questo implica una politica di alleanze e un attento percorso di selezione e di analisi della sostenibilità che porti alla identificazione di un nuovo obiettivo, coerente e praticabile nella fase di riprogrammazione dell’attività, e, come tale, utile al sistema complessivo. Va riconosciuto che presso la Fondazione appaiono essere presenti la flessibilità operativa e organizzativa in grado di accompagnare questo passaggio. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 184 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach 3.3.2 Sull’internazionalizzazione delle attività di ricerca A CRI vengono riconosciuti buoni risultati in termini di visibilità e riconoscimento internazionale, di cooperazione con istituti stranieri, e di capacità di attrazione di risorse umane qualificate straniere che mantengono un legame anche dopo il periodo di permanenza nella Fondazione. La dirigenza dell’ente considera il conseguimento di questi risultati strettamente connesso alla elevata qualità delle apparecchiature di cui sono dotati i propri laboratori e alle qualificate competenze che su esse operano. Sul fronte ‘internazionalizzazione’, si sottolineano lusinghieri risultati registrati in termini di attrattività di ricercatori stranieri, ma mancano evidenze di una sistematica politica in tal senso in tutti gli ambiti di intervento come pure la definizione di obiettivi specifici da perseguire. Potrebbe essere, infatti, opportuno dare all'internazionalizzazione il rilievo di obiettivo prioritario da perseguire per sé, e non di sponda rispetto all’eccellenza scientifica, dotandolo di sotto-obiettivi propri esplicitati e rilevati, ed attribuendo maggiore attenzione anche all’outbound, puntando ad equilibrare i flussi internazionali di ricercatori sia dall’estero verso i laboratori trentini sia da questi verso centri di ricerca esteri. In tale ambito andrebbero anche pensati meccanismi premiali tali da favorire i processi. Tutto questo anche in ragione del citato asset costituito dall’eccellenza scientifica e tecnologica delle apparecchiature disponibili presso la Fondazione. 3.3.3 Sull’impatto sul territorio attraverso il trasferimento di tecnologia e conoscenza scientifica Sul fronte del travaso di saperi e di risultati di ricerca dall’ambito di ricerca proprio del CRI verso il CTT, e tramite esso alla costruzione dei ponti e dei “traduttori” necessari a renderli fruibili e ad indirizzarli verso i terreni di potenziale impiego nel mondo produttivo, i piani di riflessione sono più numerosi e articolati. CRI e CTT sono due centri sostanzialmente indipendenti, frutto della separazione generata dalla scelta di campo nella gestione della Fondazione introdotta alla luce della legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14. La valutazione è stata finora focalizzata sulla parte più consistente dell’attività di ricerca, quella realizzata da CRI. Il CRI è una struttura funzionale che lavora per progetti di operatività, non è un centro di ricerca tradizionale e l’Accordo di Programma tiene conto di questo. A completamento del percorso di valutazione, accanto alle modalità di cooperazione ed ai canali di trasferimento da CRI a CTT, è necessario osservare più da vicino l’attività svolta da CTT, per comprendere i meccanismi che portano alle scelte tematiche, i livelli di approfondimento e la fruibilità dei risultati della ricerca realizzata da CTT da parte delle imprese, nonché i canali di trasferimento. Il modello a filiera, pur proponendo un articolato percorso di avvicinamento tra ricerca e applicazione dei risultati, non consente di per sé di qualificare il trasferimento tecnologico. E’ auspicata l’introduzione di strumenti che consentano di quantificare e sostanziare lo sforzo sulle filiere. Va approfondito lo sviluppo di meccanismi pilota con forme premiali, e va studiato l’impiego della quota di Rapporto finale di valutazione – anno 2014 185 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach finanziamento alla ricerca che la Fondazione dedica a CTT (20% massimo per valorizzare l’attività del CTT) che non può essere basato sul mero effetto induttivo generato dalla ricerca in CRI. L’impatto della Fondazione sul territorio potrebbe essere favorito dai meccanismi basati su fattori costitutivi e sulla partecipazione e vicinanza con stakeholder, facendo leva sulla storia e sulla composizione del Consiglio di Amministrazione. Questo al fine di contribuire ad intensificare il rapporto di stimolo e indirizzo - in entrambe le direzioni - tra attività di ricerca – prevalentemente in capo a CRI - e attività di trasferimento tecnologico e assistenza tecnica della Fondazione - di competenza di CTT. E’ auspicata l’introduzione di una sistematica analisi dei flussi interni, delle domande dal CTT al CRI, delle richieste di approfondimento, che alimentino una domanda di ricerca veicolata da soggetti esterni. In un’ottica di consolidamento del riconoscimento del valore della ricerca svolta per il territorio, una sistematica registrazione da un lato delle segnalazioni di quesiti e problemi, e dall’altro delle comunicazioni dei risultati di ricerca a disposizione dei “trasferitori” operanti in CTT e delle imprese, fino alla registrazione di ‘commesse’ tra CTT e CRI, consentirà di rafforzare strumenti di rilevazione di come avvengono le modificazioni di comportamento del trasferimento tecnologico e di generare misurazioni dei flussi di attività. L’evoluzione del modello dal centro sperimentale “unitario” a uno schema articolato e distinto per funzioni, se aggiunge chiarezza nella specificazione delle competenze, introduce una separazione tra i due ambiti che suggerisce auspicabili contromosse per minimizzare una distanza non proficua. Nella gestione del CTT, va assicurato il monitoraggio attraverso la disponibilità di informazioni relative al numero di imprese contattate, e seguite, e di imprese che si sono attivate autonomamente, alla rilevazione della corrispondenza fra temi di ricerca e interessi delle aziende agricole, alle azioni dei consorzi partecipati nell'orientamento e nell'indirizzo della ricerca e nel rapporto CTT->CRI->CTT. I ricavi derivanti da contratti a imprese non sono elevati, ma tenuto conto delle considerazioni e delle domande aperte, appare più utile accrescere la programmazione sul trasferimento tecnologico al territorio locale, di per sé non a scapito di altre azioni quali gli spin off o prestazioni consulenziali meramente finalizzate a ritorni economici a fronte dell’erogazione di servizi. Ciò richiede lo studio e la messa a punto di meccanismi che attuino la tesi secondo la quale il trasferimento tecnologico è efficace se dietro ha una ricerca eccellente che lo alimenta. Uno di tali potenziali meccanismi potrebbe essere l’introdurre come routine la rilevazione/comunicazione dei risultati ottenuti dalla ricerca finanziata tramite Accordo di Programma e degli impatti territoriali che tale attività genera e potrebbe generare, non solo legati al trasferimento tecnologico. Uno sforzo di comunicazione i cui frutti andrebbero poi pure monitorati. Procedure e problemi peraltro ben noti al punto che lo stesso Accordo di Programma aveva identificato in VALGO lo strumento per sostenere questi processi. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 186 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach 3.3.4 Sul sistema interno di valutazione La Fondazione si è impegnata nel mettere in campo strumenti di valutazione individuale e di gruppo delle attività di ricerca, e si è dotata di un comitato di valutazione al quale attribuisce anche un ruolo di guida/indirizzo, aderendo alla VQR. Si auspica che giunga a potenziare e ‘far propria’ l'autovalutazione, compresa la realizzazione di benchmark sulle variabili più rilevanti, sfruttando al meglio le potenzialità degli strumenti a disposizione quali la business intelligence e di supporti quali la contabilità analitica. Sembra infatti da migliorare l’uso di strumenti di monitoraggio informatico, anche per sostenere e approfondire la modalità di organizzazione del 30% del "curiosity driven" e generare una valutazione dei risultati conseguiti in tale ambito. All’interno di ciascun dipartimento e gruppo di ricerca, è auspicabile rilevare la concreta modalità di esercizio dell'autonomia dei ricercatori sia individuale sia per gruppo, ed effettuare la valutazione dei pro e contro delle prassi adottate, con casistica concreta, ripercorrendo periodicamente i percorsi di scelta ed effettuando una valutazione di efficacia degli strumenti incentivanti introdotti. I risultati della valutazione interna dovrebbero concorrere a sviluppare strumenti di 'garanzia' della sostenibilità del setting attuale, elaborare ed introdurre misure/obiettivo e provvedere a comunicare efficacemente agli stakeholder e ai potenziali fruitori i risultati raggiunti, anche al fine di garantire i relativi passaggi nel Consiglio di Amministrazione ed un livello di riconoscimento/supporto da parte dei suoi membri e delle comunità che essi rappresentano. 3.3.5 Sull’integrazione nell’ambito del Sistema Trentino dell’Alta Formazione e della Ricerca Tutti gli stakeholder sono impegnati – o dovrebbero esserlo - in una riflessione congiunta nella direzione di una valutazione di sostenibilità del modello attuale a fronte della probabile riduzione (o non crescita) delle risorse disponibili e un giudizio circa i fattori da considerare (o introdurre) per una migliore realizzabilità di STAR. E’ importante che l’esperienza e lo sforzo degli ultimi anni non si disperdano. E in questo disegno, tutti, anche Fondazione Edmund Mach, dovrebbero contribuire a mettere in campo elementi di certezza/sostenibilità per garantire che questo modello cresca. Per fare ciò, è necessario proseguire nel realizzare ricerca di qualità, ma anche ‘raccontare’ i risultati raggiunti, farsi promotori dell’integrazione e razionalizzazione degli sforzi, con l’obiettivo di rendere più visibile il motivo di investire in ricerca. Nell’ambito di STAR, la Fondazione investe in strumentazione e accoglie laboratori co-gestiti; auspica inoltre un unico centro di valorizzazione dei risultati della ricerca a livello provinciale, al quale – in sintonia con i dirigenti della Fondazione Bruno Kessler – si dichiara pronta a dedicare/distaccare alcune risorse qualificate. E’ necessario procedere e potenziare i tentativi di integrazione attuati finora, rafforzando l'integrazione con gli altri enti e con l’Ateneo di Trento, soprattutto Rapporto finale di valutazione – anno 2014 187 Allegato 3 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con la Fondazione Edmund Mach per garantire l'update delle tecnologie. Si tratta di garantire il contributo allo sviluppo del "sistema" a partire in primo luogo dalle infrastrutture per la ricerca e dal capitale umano, impegnandosi e facendosi promotori di alleanze e collaborazioni strutturate con soggetti trentini e non. Ciò potrebbe richiedere un maggior impegno nell’organizzazione di un sistema di valorizzazione (spin off, ecc.) dei risultati della ricerca, connesso alla necessità/opportunità espressa di riempire il vuoto con nuovi intermediari. La richiesta di coinvolgimento di soggetti della ricerca minori operanti in Trentino dovrebbe inoltre portare la realtà di San Michele ad andare oltre un accordo di collaborazione, e a riuscire a trovare le forme ‘win-win’ per coinvolgere altri enti nella predisposizione di proposte per bandi di ricerca e progetti su fondi europei, nella garanzia della qualità della strumentazione scientifica operante in Trentino e nella sua accessibilità. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 188 Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze Allegato 4 - Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze 4.1 Introduzione 4.1.1 Sintesi degli obiettivi dell’Accordo di Programma Di seguito vengono elencati sinteticamente gli elementi fondamentali relativi all’accordo come riportati all’articolo 1. I temi generali sono: I. biodiversità ed ecologia degli ecosistemi; II. scienza della terra; III. preistoria alpina; IV. documentazione e conservazione delle collezioni naturalistiche. Gli obiettivi generali prioritari sono finalizzati a: 1. condurre ricerca di alta qualità, visibile internazionalmente, e focalizzata sulle tematiche chiave definite congiuntamente dalle Parti e tradotte nel documento che, denominato “Piano pluriennale dell’attività di ricerca 2010 - 2013” ed allegato al presente Accordo, definisce il Piano delle attività di ricerca per la XIV legislatura di cui all’articolo 3; 2. assicurare al territorio trentino risultati innovativi nel campo della ricerca e della disseminazione della conoscenza; 3. concorrere all’affermazione e all’implementazione del Sistema Trentino dell'Alta Formazione e Ricerca (STAR) attraverso la progressiva condivisione di strategie, infrastrutture e servizi tra tutte le realtà presenti sul territorio; 4. promuovere lo studio del sistema geodinamico alpino al fine di comprenderne i processi costitutivi, l’evoluzione nel tempo, le forme del divenire biologico e del primo popolamento antropico, e le sue trasformazioni in rapporto al sistema morfoclimatico; 5. valorizzare gli archivi di biodiversità e approfondire le conoscenze sulla biodiversità e sul funzionamento degli ecosistemi acquatici e terrestri naturali, anche in relazione ai cambiamenti climatici e ambientali;6. approfondire i rapporti tra scienza e società in termini di risposta alla domanda di conoscenze, di elementi a sostegno dell’identità territoriale, di interpretazione e valorizzazione dei territori e, più in generale, informare, dialogare, formare e ispirare sui temi della natura, della scienza e del futuro sostenibile; 7. proseguire lo studio volto a definire il ruolo della ricerca nel nuovo Museo delle Scienze (MUSE). 4.1.2 I risultati attesi dall’Accordo di Programma Entro la cornice disegnata dall’articolo 1 sono elencati risultati di carattere generale: Rapporto finale di valutazione – anno 2014 189 Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze • dimostrare attrattività nei confronti di ricercatori di livello internazionale e stringere accordi con istituzioni di ricerca a livello europeo, nonché programmi di scambio; • mantenere, e dove possibile, incrementare la credibilità scientifica internazionale tramite pubblicazioni scientifiche riconosciute a livello internazionale • assicurare al territorio trentino una crescente diffusione dei risultati della ricerca prodotta; • formare giovani ricercatori. Quali, invece, risultati specifici sono formulate due previsioni: • al fine di dare coesione a STAR, la promozione di una discussione pubblica di livello internazionale con i vari attori del sistema trentino della ricerca quale metodo da seguire in termini sia di aggiornamento del piano strategico del Museo 2010-2013 sia di riprogrammazione per il periodo 2014 - 2018; • il conseguimento di azioni ritenute prioritarie: 1. il raggiungimento del livello di autofinanziamento pari al 20% entro il 2012 e da mantenersi nel 2013; 2. il rafforzamento della partecipazione, entro il 2012, nell’ambito della programmazione congiunta di iniziative e all’interno della strategia, di un maggiore autofinanziamento, alla piattaforma scientifica sulla biodiversità vegetale ed animale; 3. l’attivazione entro il 2011 e negli anni successivi, ai fini di un maggiore raccordo con gli attori di STAR, di iniziative unitarie nel settore della comunicazione scientifica e dell’educazione alla scienza, assumendo il ruolo di referente principale anche in vista dell’entrata in funzione del nuovo MUSE, prevista per il 2013; 4. la valorizzazione delle attività di ricerca anche attraverso la consulenza nei confronti della Provincia autonoma di Trento a titolo di attività di supporto, così come declinata secondo le modalità dell’articolo 6. Per autofinanziamento si intende l’utilizzo dei contributi e dei corrispettivi contabilizzati dal Museo e provenienti da parte di soggetti diversi dalla Provincia autonoma di Trento (ad eccezione dei contributi assegnati su base competitiva), per sostenere le attività rientranti nell’ambito della missione affidata al Museo rispetto al finanziamento complessivo dell’accordo in parola. 4.2 Valutazione delle attività Ogni riflessione riguardante l’attività del Museo delle Scienze e l’applicazione dell’Accordo di programma per la XIV legislatura deve tenere conto: • delle specifiche caratteristiche riguardanti l’attività di ricerca in ambito museale ed in particolare la rilevanza dell’interazione con l’attività di mediazione culturale; Rapporto finale di valutazione – anno 2014 190 Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze • del particolare periodo di transizione da Museo Tridentino di Scienze Naturali al nuovo MUSE; • del fatto che la modalità di specifica dell’accordo di programma pluriennale viene per la prima volta attivata per il Museo con questo Accordo per la XIV legislatura. Le considerazioni che seguono sono descritte secondo sei tematiche che raggruppano gli obiettivi e i risultati attesi descritti nell’Accordo di programma. 4.2.1 Dati quantitativi Tabella [All.4] 1 - Quadro di raffronto per il Finanziamento e il Personale Fonti di finanziamento Finanziamento ordinario servizio ricerca (a) Attività a supporto PAT accordo di programma (b0) Altre entrate da servizi PAT (b1) Altre entrate PAT su base competitiva (b2) anno 2008 anno 2009 anno 2010 Media 08-10 anno 2011 1.600.000,00 1.900.000,00 1.900.000,00 1.800.000,00 192.487,26 64.162,42 138.000,00 109.472,50 36.490,83 61.908,00 anno 2012 1.990.000,00 1.980.000,00 154.700,00 71.193,60 237.537,00 232.507,00 508.116,00 326.053,33 144.650,00 Altre entrate extra-PAT (c ) 290.000,00 355.000,00 213.867,30 286.289,10 303.404,55 Totale entrate ricerca Autofinanziamento secondo AdP 2.127.537,00 2.487.507,00 2.923.943,06 2.512.995,69 24,80% 23,62% 28,44% 25,62% 19,33% 26,03% 13,63% 14,27% 7,31% 11,74% 11,50% 18.6% 23 23 23 23 21 34,50 34,50 34,50 34,50 39 Finanziamento extra-PAT Dati personale Personale ricerca (totale e parziale) stabilizzato T.p.e. impegnato su ricerca 143.330,00 536.710,20 2.637.962,55 2.885.933,80 44,55 Tabella [All.4] 2 - Riepilogo per Indicatori anno 2008 anno 2009 anno 2010 Media 08 - 10 anno 2011 anno 2012 1 - articoli ISI 2 - monografie rivolte a un pubblico internazionale; 3 - relazioni in atti di convegni internazionali 23 27 41 30,33 34 45 0 0 0 0,00 3 0 32 22 35 29,67 36 6 4 - percentuale in co-authorship con autori affiliati a istituzioni straniere. 50% 50% 63% 54% 56% 38% 0% 0% 0% 0% 33% 0% 50% 47% 38% 45% 33% 0% 5 - citazioni ricevute da tutte le pubblicazioni prodotte negli ultimi tre anni (ultimi due anni per 2011 e 2012); 68 65 45 59,33 100 85 7 - percentuale Highly Cited Scientists o con h-index 0% 0% 0% 0% 0% 0% Indicatori richiesti Presenza rilevante nella letteratura internazionale Rapporto finale di valutazione – anno 2014 191 Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze superiore a 30 8 - numero totale di ricercatori non attivi 9 - numero totale di ricercatori meno attivi 10 - percentuale sul totale dei ricercatori. 11 - articoli ISI pro capite; 12 - citazioni pro capite (ultimi due anni per 2011 e 2012). 2 2 2 2,00 4174 3 3 3 3,00 48 21,74% 21,74% 21,74% 21,74% 14,49% 14,49% 14,49% 14,49% 1,00 1,17 1,78 1,32 0,67 0,78 1,19 0,88 2,96 2,83 1,96 2,58 1,97 1,88 1,30 1,72 1 1 1 57,00% 67,00% 0,667 0,714 1,961 1,349 0 2 3 1 0 0 0 22.224,00 37.956,00 0,00 101.223,57 185.093,07 9 12 19 13 16 10.288 9.908 13.350 nd nd 139 254 279 63 64 non rilevato 52 38 5 10 10 10 10 5 5 21 26 19 27 33 474.413,00 560.980,00 782.935,00 386.984,94 534.383,15 Partecipazione a programmi internazionali di ricerca 13 - numero di progetti di ricerca internazionali 14 - progetti 13 con ruolo di coordinatore. 15 - volume di risorse nette per progetti 13 Realizzazioni anche in termini di eventi, sviluppo di metodi e procedure, spin-off e nuove imprese 19 - numero di eventi di ambito locale; 21 - partecipanti agli eventi 22 - articoli/citazioni dedicati agli eventi - locali 22 - articoli/citazioni dedicati agli eventi - nazionali 23 - numero di metodi e procedure sviluppati; Capacità di acquisizione di fondi da agenzie nazionali e internazionali 39 - contratti di ricerca acquisiti 40 - ammontare dei contratti di ricerca Va rilevato che, per quanto riguarda i dati finanziari, la tavola sconta una certa disomogeneità dovuta al fatto che i dati 2008 e 2009 sono tratti dai rendiconti generali mentre per il 2010, 2011 e 2012 i dati sono stati forniti al Servizio su richiesta esplicita. 74 Negli ultimi due anni. Sono inclusi anche i mediatori culturali, i tecnici delle collezioni e i tecnici coinvolti nella gestione di alcune sedi territoriali. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 192 Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze 4.2.2 Qualità della produzione scientifica Come già anticipato, l’attività di ricerca scientifica svolta dal Museo delle Scienze ha caratteristiche peculiari tali da richiedere, da un lato, alcune interpretazioni necessarie per comprendere la portata delle sue attività e, dall’altro, l’aggiunta di alcune variabili utili a definire un quadro più completo del suo funzionamento. Il Museo è impegnato nel settore della ricerca naturalistica, di base e applicata, in ambiente prevalentemente montano - alpino, a livello sia locale che internazionale, ma anche nel settore della conservazione di reperti naturalistici, memorie della diversità biologica e ambientale del territorio, nel settore educativo e nel settore della mediazione culturale. Studio e conservazione della natura e mediazione culturale richiamano la mission del Museo. Le attività di ricerca del Museo dell’anno 2010 erano raggruppate in 8 Programmi articolati in commesse e progetti di ricerca che hanno viste coinvolte le otto sezioni scientifiche. Dal 2011, il Museo ha attivato il programma Scienza e Società, che quindi non era presente in fase di preventivo. Programma 1R. Documentazione e conservazione della natura Programma 2R. Ecologia e biodiversità di ecosistemi montani in relazione ai cambiamenti climatici e ambientali Programma 3R. Seed Bank e conservazione ex situ Programma 4R. Diversità biologica e conservazione delle regioni tropicali e subtropicali Programma 5R. Scienze della Terra Programma 6R. Preistoria Alpina Programma 7R. Collezioni scientifiche Programma 9R. Scienza e società A questi 8 programmi si sono aggiunte la Mediazione culturale (Programma 8), e l’Editoria scientifica (Programma 10), programmi a supporto delle attività di ricerca che a vario titolo vedono coinvolte le sezioni scientifiche del Museo. Complessivamente i 10 programmi hanno sommato 68 commesse e 118 progetti di ricerca. Con il piano attuativo del 2012 il Museo ha recepito le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico per la ricerca e l’innovazione, rilasciato nella seduta di marzo 2011, relativamente alla richiesta di minore frammentazione degli obiettivi e dei programmi di ricerca e di una contestuale maggiore focalizzazione. Pertanto, l’organizzazione del comparto ricerca è stata semplificata, eliminando la ripartizione in Programmi, ma mantenendo e valorizzando la suddivisione nelle Sezioni scientifiche che effettivamente corrispondono a unità di ricerca con proprio referente e focus disciplinare. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 193 Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze Come risulta dal piano di attività 2012 e del 2013, il Museo delle Scienze ha individuato delle aree prioritarie di ricerca ovvero “Biodiversità ed Ecologia” (che accorpa 5 sezioni: Botanica, Biodiversità Tropicale, Limnologia e Algologia, Zoologia degli Invertebrati e Idrobiologia, Zoologia dei Vertebrati) e “Scienze della Terra e del Paesaggio” (oggi “Scienze del Territorio e del Paesaggio”) (che accorpa 2 sezioni: Geologia e Preistoria). I progetti di ricerca delle 7 sezioni scientifiche tradizionali del Muse rientrano in queste macroaree a cui, nel 2011, si è aggiunta la macroarea “Scienza e Società” coordinata dall’omonima Sezione. Oltre alla riorganizzazione tematica, a fine 2011 si è anche avviata la strutturazione del nuovo Sistema Informativo della ricerca del Museo delle Scienze, con l’adozione del programma SURplus, implementato da CILEA. Le relative procedure informatiche e di organizzazione dei dati sono iniziate nella primavera del 2012. A contribuire a dare visibilità alla ricerca del Museo è stato implementato MOA, Muse Open Archive, il nuovo repository della ricerca alla cui configurazione si è lavorato a partire dal 2012. Nel corso del 2012 il software SURplus, ideato da CILEA (Consorzio Interuniversitario Lombardo per l’Elaborazione Automatica), è stato acquistato (solo il modulo base) e testato in una versione demo per diventare operativo e fruibile nel corso del 2013. Come richiesto (Art. 11 dell’AdP), nel 2012 e stato nominato il responsabile del Sistema Informativo del Museo (Valeria Lencioni) e il Nucleo di Valutazione della ricerca del MUSE (Michele Lanzinger, Roland Psenner e Mario Panizza) con il compito di procedere alla valutazione delle attività del Museo secondo standard e procedure utilizzate a livello internazionale con la restituzione al CVR di un rapporto annuale. Sempre nel 2012 sono ripresi anche gli incontri con il neo-Comitato Scientifico del Museo (Leonardo Alfonsi, Università di Perugia; Luigi Boitani, Università di Roma “La Sapienza”; Aldo Gabbi, Centro formazione insegnanti di Rovereto; Mikko Myllykoski, Heureka Science Centre Vantaa; Roland Psenner, Università di Innsbruck) al fine di iniziare un processo di autovalutazione delle linee e dei prodotti della ricerca del Museo, processo utile alla programmazione delle attività. La consistenza numerica dei prodotti principali della ricerca (pubblicazioni scientifiche, libri e relazioni tecniche) mostra una concentrazione in due degli otto programmi, 1R. (Documentazione e conservazione della natura) e 2R (Ecologia e biodiversità di ecosistemi montani in relazione ai cambiamenti climatici e ambientali), che insieme accorpano la maggioranza delle sezioni scientifiche Rapporto finale di valutazione – anno 2014 194 Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze Tabella [All.4] 3 - Quadro delle pubblicazioni 2011 per programmi di ricerca Pubblicazioni (autori/coautori con PR1 PR2 PR3 PR4 indirizzo del Museo) per programma di ricerca n. pubblicazioni 16 11 0 8 scientifiche su riviste ISI n. pubblicazioni scientifiche su riviste non 10 4 0 0 ISI n. pubblicazioni 2 1 0 0 divulgative n. capitoli di libri 5 0 0 2 n. report di attività 12 5 9 2 Fonte: Rapporti del Museo di Scienze, varie annualità PR5 PR6 PR7 PR8 PR9 PR10 Totale Museo 6 1 0 0 0 0 42 9 9 2 0 0 0 34 11 3 0 1 0 0 18 5 3 1 0 1 1 0 10 0 0 7 0 21 42 Tabella [All.4] 4 - Quadro delle pubblicazioni per il periodo 2010 – 2012 Pubblicazioni (autori/coautori con indirizzo del Museo) n. pubblicazioni scientifiche su riviste ISI n. pubblicazioni scientifiche su riviste non ISI n. relazioni tecniche n. monografie, libri o capitoli di libri n. comunicazioni orali (con riassunto pubblicato) n. comunicazioni orali (senza riassunto pubblicato) n. poster (con riassunto pubblicato) n. poster (senza riassunto pubblicato) n. articoli divulgativi n. partecipazione a convegni n. progetti di ricerca n. corsi e master (docenza universitaria) n. seminari n. post-doc n. dottorati n. tesi laurea Fonte: Rapporti del Museo di Scienze, varie annualità 2010 28 20 23 2011 42 34 40 2012 44 22 14 32 21 6 2 0 44 49 13 34 2 6 14 Tabella [All.4] 5 - Quadro delle pubblicazioni media 2008 – 2009 Pubblicazioni (autori/coautori con indirizzo del Museo) n. pubblicazioni scientifiche su riviste con peer review (IF o ISI) n. pubblicazioni scientifiche su riviste con peer review (no ISI) n. pubblicazioni scientifiche su riviste senza peer review n. libri o capitoli n. pubblicazioni divulgative n. comunicazioni orali (con abstract pubblicato) n. comunicazioni orali (senza abstract pubblicato) n. partecipazioni a congressi Fonte: Rapporti del Museo di Scienze, varie annualità 2008 - 2009 44 67 4 28 28 39 22 64 Secondo i responsabili del Museo le aree di ricerca relative a Biodiversità e al Sistema geodinamico alpino sono a un livello scientifico soddisfacente mentre l’area di ricerca relativa alla preistoria, molto attiva nel passato, vive oggi un momento di difficoltà. Il numero totale/anno di articoli pubblicati su riviste scientifiche e tecniche con comitato di valutazione scientifica internazionale è aumentato progressivamente Rapporto finale di valutazione – anno 2014 195 Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze dal 2008 al 2012, con l’unica eccezione del 2011 in cui si è registrato invece il più alto numero di relazioni in atti di convegni internazionali. Solo nel 2011 sono state pubblicate monografie rivolte a un pubblico internazionale. Il numero totale di citazioni ricevute da tutte le pubblicazioni prodotte nel biennio 2011-2012 (N. medio= 92) è significativamente più elevato rispetto a quello del triennio precedente (N. medio= 59). La percentuale di ricercatori “non attivi” (che non hanno almeno una pubblicazione scientifica su riviste internazionali in un periodo di riferimento, pari al triennio 2008-2010 nel primo monitoraggio e al biennio 2011-2012 nel secondo monitoraggio) e “meno attivi” (che non hanno almeno una pubblicazione scientifica su riviste internazionali nell’ultimo anno del periodo di riferimento, anche in co-autoraggio) risulta essere molto più elevata (oltre il 50%) nel biennio 2011-2012. Questo riflette da un lato il maggior coinvolgimento dello staff di ricerca nel progetto speciale MUSE (progetto espositivo, allestimenti, ecc.), dall’altro l’aver incluso nel calcolo di tale percentuale per il biennio 2011-2012 anche personale il cui compito principale non riguardava la produzione di pubblicazioni scientifiche, in quanto viceversa coinvolto nella gestione delle collezioni, di sedi territoriali e nella mediazione culturale. Tali persone, attualmente inserite nello staff di ricerca dall’Amministrazione del Museo, non erano state considerate nei calcoli riferiti al triennio 2008-2010. Anche per questo il Museo ha proposto indicatori aggiuntivi relativi alla specificità della ricerca museale, assumendo che una consistente porzione della produzione scientifica e della divulgazione scientifica museale è relativa allo studio delle collezioni e ai progetti di documentazione del territorio. Il numero totale di articoli pubblicati su riviste scientifiche e tecniche con comitato di valutazione scientifica internazionale pro capite è risultato in crescita nel periodo 2008-2010: era infatti pari a 1 nel 2008 e a 1,78 nel 2010. Al contrario, il numero totale di citazioni ricevute da tutte le pubblicazioni prodotte dai ricercatori nei tre ultimi anni pro capite è risultato in diminuzione: 2,96 nel 2008 e 1,96 nel 2010. Nel biennio 2011-2012 entrambi i numeri pro capite sono calati sensibilmente. Vale però la stessa spiegazione fornita per la percentuale di ricercatori “meno attivi” e “non attivi” ovvero la popolazione di riferimento. Tra gli indicatori ritenuti rilevanti dal Museo vi sono: • Presenza nella letteratura scientifica nazionale; • Curatela e ricerca sulle collezioni del Museo; • Editoria scientifica Muse. La presenza nella letteratura scientifica nazionale può essere meglio compresa alla luce dei dati contenuti nelle seguenti tabelle: Tabella [All.4] 6 - Numero di pubblicazioni con comitato di valutazione nazionale 2008 41 Rapporto finale di valutazione – anno 2014 2009 20 2010 21 196 Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze Tabella [All.4] 7 - Numero di relazioni tecniche e/o piani di gestione che vengono prodotti nell’ambito di progetti di documentazione e gestione delle risorse naturali 2008 non informatizzato 2009 non informatizzato 2010 19 Nel 2011-2012 sono state prodotte 57 pubblicazioni non indicizzate, prevalentemente con comitato di valutazione nazionale, 29 pubblicazioni divulgative, 65 report di progetti di ricerca. Tali numeri sono mediamente più elevati rispetto alla media del triennio precedente (2008-2010). Tabella [All.4] 8 - Elenco per Volumi prodotti dalla Editoria Scientifica del Museo (Studi Trentini di Scienze Naturali Quaderni del Museo, Atlanti, Monografie, Natura Alpina) Titolo della Serie Numero volumi 2012 Numero pagine 2012 STUDI TRENTINI DI SCIENZE NATURALI 4 868 MONOGRAFIE DEL MUSEO TRIDENTINO DI SCIENZE NATURALI 1 112 NATURA ALPINA 2 189 LIBRI 3 910 Totale 10 2079 Titolo della Serie Numero volumi 2011 Numero pagine 2011 STUDI TRENTINI DI SCIENZE NATURALI 2 506 MONOGRAFIE DEL MUSEO TRIDENTINO DI SCIENZE NATURALI 1 175 NATURA ALPINA 2 226 LIBRI 2 465 Totale 7 1372 Titolo della Serie Numero volumi 2010 Numero pagine 2010 STUDI TRENTINI DI SCIENZE NATURALI 1 288 MONOGRAFIE DEL MUSEO TRIDENTINO DI SCIENZE NATURALI 1 124 NATURA ALPINA 2 246 LIBRI 1 566 Totale 5 1224 Totale Numero volumi 2009 1 1 1 2 4 1 4 14 Totale Numero volumi 2008 1 1 3 3 4 6 Titolo della Serie ACTA BIOLOGICA ACTA GEOLOGICA PREISTORIA ALPINA QUADERNI MTSN LIBRI FASCICOLI BIODIVERSITA’ NATURA ALPINA Titolo della Serie ACTA GEOLOGICA QUADERNI MTSN STUDI TRENTINI DI SCIENZE NATURALI PREISTORIA ALPINA NATURA ALPINA Numero pagine 2009 180 180 250 300 1150 100 208 2368 Numero pagine 2008 347 191 504 970 276 791 Il Museo delle Scienze ha editato 17 volumi (libri, numeri delle due riviste scientifiche, Studi Trentini di Scienze Naturali e Preistoria alpina, e della rivista Rapporto finale di valutazione – anno 2014 197 Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze divulgativa Natura alpina) per un totale di 3451 pagine stampate. In media nel periodo 2008-2012 sono stati editati 8 volumi/anno per un totale di circa 1600 pagine stampate/anno. I numeri più elevati sono stati registrati nel 2009 e nel 2012. Per quanto riguarda le collezioni, nel 2012 il numero totale è salito a 297, per un totale di pezzi/campioni stimati pari a 4,939,550 (+1% rispetto al 2010). La curatela e ricerca sulle collezioni del Museo comprende: 1. N. di nuove schede di catalogo informatizzate: il valore fornisce un’indicazione quantitativa in merito all’attività di catalogazione delle collezioni. 2. N. di schede di catalogo trattate: il numero di schede trattate viene ricavato sommando il numero di schede inserite nell’anno considerato al numero di schede revisionate nell’anno considerato e inserite in precedenza (le schede inserite e aggiornate nel corso dello stesso anno vengono conteggiate una sola volta). Il valore fornisce un’indicazione quantitativa relativamente all’attività di inserimento, revisione e aggiornamento delle schede informatizzate; esso contribuisce a chiarire il volume di lavoro condotto complessivamente sul catalogo. 3. N. nuovi reperti acquisiti: il valore, non sempre quantificabile con facilità, indica l’incremento delle collezioni dovuto a specifiche campagne di raccolta, donazioni e acquisti. 4. N. prestiti (per studio e per esposizioni temporanee): il valore riflette l’interesse e l’uso delle collezioni da parte di soggetti terzi, per studio o per esposizioni temporanee 5. N. pubblicazioni: il valore riflette l’interesse e l’uso delle collezioni per la realizzazione di contributi scientifici o divulgativi. Vengono considerate le pubblicazioni relative al materiale conservato realizzate sia da personale interno che da terzi. Tabella [All.4] 9 - Stato delle collezioni al 2010 N. collezioni 2012 N. collezioni 2010 1 1 44 44 8 8 12 12 195 196 Sezioni Biodiversità tropicale Botanica Geologia Limnologia e Algologia Preistoria Zoologia degli Invertebrati 17 Zoologia dei Vertebrati 19 Totale 296 Fonte: dati forniti dal Museo 17 19 297 Oggetti stimati 2010 4.024 150.000 16.700 7.454 95.600 Oggetti stimati 2012 4.250 150.000 16.700 8.000 95.000 4.500 4.500 10.750 11.300 289.028 289.750 Pezzi/campioni stimati 2010 4.050 370.000 42.000 8.500 3.250.000 Pezzi/campioni stimati 2012 4.250 370.000 42.000 10.000 3.300.000 1.200.000 12.000 4.886.550 1.200.000 13.300 4.939.550 L’attività più intensa sulle collezioni è stata svolta tra il 2008 e il 2011, mentre nel 2012 il personale tecnico si è dedicato maggiormente alla pianificazione dell’imballaggio e trasloco delle collezioni nella nuova sede. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 198 Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze Tabella [All.4] 10 – Indicatori relativi alle collezioni Collezioni 2011 2012 N. prestiti per studio 16 6 N. prestiti per mostre 11 3 N. pubblicazioni sulle collezioni 34 5 N. nuovi reperti acquisiti 2.699 2.215 N. nuove schede di catalogo 9.144 8.785 N. schede di catalogo trattate 57.529 14.102 Il numero dei ricercatori è aumentato dal 2008 al 2012, raggiungendo nel 2012 il numero di 63 persone per un totale di 44,6 equivalenti tempo pieno. Si precisa che le 12 persone aggiuntesi nel 2012 rispetto al 2011 sono state coinvolte tutte nel progetto MUSE. Lo staff di ricerca del Museo delle Scienze comprende funzionari conservatori e tecnici con ruolo, i primi, di “ricercatore museale” o di “mediatore culturale”; i secondi con ruolo di tecnico di ricerca e collezioni. L’attività di mediazione culturale intesa come divulgazione degli outreach della ricerca svolta all’interno dell’ente con diversi format, dal seminario per il grande pubblico, alla mostra temporanea, allo spettacolo teatrale, viene svolta dai “ricercatori museali”, impegnati anche in attività di alta formazione (es. organizzazione di summer school), talvolta con il supporto dei “mediatori culturali s.s.”, impegnati in attività di divulgazione, educazione ecc. di temi scientifici anche non connessi con la ricerca del museo. Ad oggi solo 6 dei “mediatori culturali s.s.” sono coinvolti part-time nelle attività di outreach della ricerca del Museo delle Scienze, gli altri sono coinvolti in attività di mediazione non necessariamente connesse con la ricerca del Museo delle Scienze e pertanto sono supportati dal servizio cultura. Di seguito sono riportate le definizioni delle diverse figure professionali che rientrano, almeno quota parte, nello staff di ricerca. Viene fornita di seguito la definizione di “ricercatore museale” da tenere in considerazione per la valutazione della produttività dei ricercatori stessi. Conservatore: la figura professionale indica personale impegnato in attività di ricerca, gestione delle collezioni, divulgazione, alta formazione, progettazione e coordinamento delle esposizioni permanenti e temporanee del museo e attività editoriali. Tale definizione è avvalorata dalla “Carta nazionale delle professioni museali”, approvata dall’ICOM e promossa dalla Conferenza Permanente delle Associazioni museali italiane: AMACI, AMEI, ANMLI, ANMS, ICOM ITALIA, SIMBDEA (Milano, 24 luglio 2006), secondo la quale “Il conservatore è responsabile della conservazione, della sicurezza, della gestione e della valorizzazione delle collezioni a lui affidate. È responsabile, in concorso con il direttore, dell’identità e della missione del museo. In particolare: – programma e coordina le attività di inventariazione e catalogazione delle collezioni secondo gli standard nazionali e regionali e ne garantisce la pubblica fruizione, Rapporto finale di valutazione – anno 2014 199 Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze – – – – – predispone i piani di manutenzione ordinaria, di conservazione e di restauro, partecipa ai programmi per l’incremento delle collezioni, contribuisce a elaborare i criteri e i progetti di esposizione delle raccolte, conduce e coordina attività di ricerca scientifica, collabora alla valorizzazione delle collezioni attraverso le attività culturali, educative e di divulgazione scientifica, – progetta e coordina attività relative alle esposizioni temporanee e di editoria del museo. In assenza del direttore, il conservatore è anche il consegnatario delle collezioni e ne è responsabile nei confronti dell’ente proprietario. Mediatore culturale: la figura professionale indica il personale impegnato in attività di divulgazione scientifica, di consulenza, di promozione e diffusione della cultura scientifica (incluso lo sviluppo di nuove forme e linguaggi), di alta formazione e convegnistica, di progettazione scientifica e coordinamento delle esposizioni permanenti e temporanee del museo, della cura dei cataloghi e delle pubblicazioni relative alle esposizioni da lui progettate, della progettazione scientifica delle attività didattiche e educative e degli eventi rivolti al pubblico. Tecnico: personale impegnato in attività a supporto dell’attività di ricerca e curatela delle collezioni. Collaboratore all’attività di ricerca: personale impegnato in attività di ricerca a diverso titolo (ricercatori post-doc, dottorandi, collaboratori coordinati continuativi o collaboratori a progetto, borsisti). L’inquadramento delle figure professionali di cui sopra nell’ambito del personale “di ricerca” è sostenibile alla luce della riorganizzazione generale provinciale, dalla quale emerge la necessità di provvedere ad una ripartizione della funzione Ricerca che permetta di cogliere gli aspetti peculiari del Museo quale istituzione di ricerca. Tale definizione implica una lettura ampia del concetto di ricerca scientifica, della comunicazione della ricerca e della collocazione nel sistema provinciale, dove il Museo delle Scienze è stato riconfigurato come un museo di nuova generazione. Questa idea ha permesso di inserire nella struttura funzioni di alta professionalità e competenza per declinare la funzione di ricerca di alto profilo del Museo. In aggiunta, a sostegno di quanto sopra, il MIUR (bando 6/2000) ha introdotto i progetti di diffusione scientifica nei compiti che le istituzioni di ricerca hanno l’incarico di sviluppare, confermando in questo modo le diverse sfaccettature che il ruolo di “ricercatore” può assumere. Pur in considerazione della specificità del Museo che suggerisce di mantenere un presidio di ricerca relativo alle aree tematiche di interesse, si ritiene opportuno che venga identificata una strategia relativa alla definizione di alcune priorità su Rapporto finale di valutazione – anno 2014 200 Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze cui concentrare gli sforzi, anche per tentare di elevare la qualità della produzione scientifica corrispondente. 4.2.3 Internazionalizzazione delle attività di ricerca Analogamente a quanto evidenziato in corrispondenza dell’eccellenza scientifica, anche il tema dell’internazionalizzazione delle attività di ricerca vede il Museo in via di affinamento delle proprie strategie. Un esempio di ciò è dato dalla percentuale degli articoli pubblicati su riviste scientifiche e tecniche con comitato di valutazione scientifica internazionale realizzati in collaborazione con autori affiliati a istituzioni straniere, cresciuta dal 2008 al 2010, poi diminuita nel biennio successivo. La partecipazione a programmi internazionali di ricerca è ancora molto contenuta, anche se in leggera crescita (1 rispettivamente nel 2008 e 2008, 0 nel 2010, 2 nel 2011 e 3 nel 2012). Inoltre, non viene rilevato alcun evento a carattere internazionale organizzato dal Museo. Prosegue l’internazionalizzazione nel settore Biodiversità Tropicale (con fondi internazionali) e di Scienza e Società (con fondi europei), i quali ultimi afferiscono principalmente all’Area Sviluppo del Museo. Fino al 2010 è chiara una forte dipendenza dalla PAT (i fondi extra PAT si aggiravano attorno al 10%) per la ricerca tradizionale (nel settore delle scienze naturali). A partire dal 2011 nel settore Scienza e Società il Museo ha ottenuto finanziamenti UE (completamente extra PAT) che hanno visto il coinvolgimento di mediatori culturali e di un numero estremamente ridotto di ricercatori s.s. Le collaborazioni internazionali dichiarate nella documentazione pubblica sono molto numerose (114 di cui 57 in Italia principalmente con Università e Musei naturalistici e 57 all’estero principalmente con Università e Giardini botanici), ma tale numerosità comprende anche contatti ancora poco strutturati; ciò si può desumere dalla presentazione delle collaborazioni adottata nel 2012 dal Museo, che suddivide le stesse in nazionali e internazionali a loro volta suddivise in 4 tipologie (convenzione, protocollo d’intesa, partenariato e altro es. coautoraggio, consulenze a titolo gratuito, stesura di proposte di progetto, partecipazione a tavoli di lavoro ecc.); Tabella [All.4] 11 – Struttura delle collaborazioni scientifiche Collaborazioni scientifiche Collaborazioni strutturate con Protocollo di intesa o Convenzione Collaborazioni con enti partner di progetti Altre collaborazioni (co-autoraggio, consulenze, ecc.) Totale In Italia 18 All’estero 0 10 33 29 24 57 57 I responsabili del Museo confermano la percezione della modesta collaborazione internazionale per quanto riguarda la ricerca mentre, al contrario, appare in questo Rapporto finale di valutazione – anno 2014 201 Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze momento rilevante la collaborazione internazionale con partner qualificati per quanto riguarda l’attività museale. Per quanto riguarda invece la mobilità dei ricercatori, l’attenzione del Museo su questo aspetto ha iniziato a manifestarsi attraverso la partecipazione a una call inbound gestita dalla Provincia di Trento. Si ritengono particolarmente significative anche le attività di alta formazione svolte sempre più in un contesto internazionale: per esempio organizzazione di summer school internazionali, nella sede tanzaniana del Museo delle Scienze, o il coordinamento di dottorati svolti in università straniere (es. Belgio, Spagna, Svizzera, Egitto). La scarsa attrattività per ricercatori stranieri (1 solo post doc incoming) si ritiene da parte del Museo in parte legata all’impossibilità del Museo di bandire direttamente borse di studio (es. di dottorato). 4.2.4 Impatto sul territorio L’impatto dell’attività di ricerca del Museo si è manifestato in particolare tramite le consulenze alla Provincia autonoma di Trento riguardanti alcuni significativi problemi di sviluppo, tra cui, ad esempio. • sulle Dolomiti – patrimonio dell’umanità; • sullo sviluppo turistico della Marmolada; • sulle soluzioni migliori per la realizzazione di bacini idrici per l’innevamento artificiale; • sulla definizione di aree protette. Una risultante importante delle attività di studio sul territorio è legata alle ricadute sociali. In questo senso il Museo ha seguito dal 2008 al 2012 progetti provinciali di analisi e valorizzazione delle componenti naturali del territorio, anche in chiave economica, nell’ambito di progetti di ricerca s.s., di progetti “territoriali” (es. Memorie del Sottosuolo, OPENLOC) e nell’ambito di attività svolte presso le sedi territoriali, in primo luogo il Museo di Predazzo e il Museo delle Palafitte di Ledro. Ogni anno i conservatori e ricercatori del Museo hanno organizzato momenti di formazione e di divulgazione tecnica, partecipato a Comitati faunistici, Comitati Parco e Rete delle Riserve, confermando il contributo ordinario del Museo delle Scienze e il suo inserimento nel sistema amministrativo e gestionale della PAT. Negli ultimi cinque anni (2008-2012) il Museo delle Scienze ha progettato e realizzato, con la collaborazione dello staff di ricerca, 80 eventi per il pubblico (media= 16/anno) per un totale di 53.334 affluenze (media= 667/anno). Il più alto numero di eventi, affluenze e citazioni sulla stampa locale e nazionale si è avuto nel 2010-2011. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 202 Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze 4.2.5 Sistema interno di valutazione Lo strumento dell’autovalutazione consente di avere un monitoraggio in itinere del progresso della propria strategia. È quindi innanzitutto uno strumento a favore della crescita dell’istituzione, prima che una interfaccia adeguata per l’attività di valutazione richiesta dal soggetto finanziatore. In tale campo sono stati fatti dei passi sia nella nomina dei componenti del nucleo di autovalutazione di cui all’articolo 12 dell’Accordo di Programma sia nell’adozione del programma SURplus per la strutturazione del nuovo Sistema Informativo della ricerca. Il Museo ha attivato quattro modalità principali di autovalutazione: 1. Stesura di un Report di attività biennale, in lingua inglese (2008-2009 e 20102011), pubblicati anche sul sito web del Museo 2. Redazione del Bilancio sociale annuale (prima edizione anno 2011, disponibile anche come file pdf sul sito web del Museo) 3. Studio di benchmarking quindi confronto con altre realtà museali italiane e straniere 4. Dotazione del software SURplus di CINECA per l’archiviazione e valorizzazione di tutti i “prodotti” della ricerca Per quanto riguarda lo studio di benchmarking, nel 2009 il Museo ha iniziato un processo di confronto con altri musei naturalistici, per conoscere i migliori standard di performance e capire e gestire i fattori determinanti al fine di raggiungere risultati e prestazioni superiori (benchmarking). Il Museo si è scontrato immediatamente con le difficoltà che tipicamente si incontrano quando si intraprende per la prima volta uno studio di benchmarking quali per esempio lunghi tempi di realizzazione. Innanzitutto il Museo ha individuato alcuni indicatori quantitativi di performance, invitando Musei europei, nazionali e locali al confronto su questi. Gli indicatori selezionati sono stati 22 raggruppati in 4 macroaree: 1. Composizione dello staff di ricerca (fte = full time equivalent) • Conservatori responsabili di sezione - ricercatori dipendenti • Collaboratori di ricerca (co.co.co., co.co.pro., borse di studio) • Tecnici di ricerca • Mediatori culturali • Post doc strutturati presso il museo • Totale personale attivo nel settore di ricerca (fte) 2. Pubblicazioni • n. pubblicazioni scientifiche su riviste ISI • n. pubblicazioni scientifiche su riviste non ISI • n. pubblicazioni divulgative • n. monografie, libri e capitoli di libri • n. totale di pagine di pubblicazioni edite dal Museo Rapporto finale di valutazione – anno 2014 203 Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze 3. Alta formazione e Progetti di ricerca • Attività docenza (corsi, master) • Seminari presso università, musei, altri istituti di ricerca • Relazioni a congressi (comunicazioni e poster) • Organizzazione in sede di convegni o workshop • Tesi di laurea triennali e specialistiche (con tutoraggio da parte di personale del museo) • Dottorati di ricerca (con tutoraggio da parte di personale del museo) • Progetti di ricerca (finanziati o co-finanziati dal museo) 4. Collaborazioni interistituzionali (in Italia e all’Estero) • Università • Istituti di ricerca • Musei • Enti e istituzioni pubbliche e private Sono stati coinvolti nel confronto 12 Musei di cui 3 Europei (di cui uno universitario): National Museum of Natural History (Naturalis) di Leiden, Nederland Natural History Museum of Denmark, Zoology Museum, University of Copenhagen, Copenhagen, Denmark Botanical Museum of Berlin, Berlin, Germany 7 Musei di Storia Naturale italiani (di cui uno universitario) Museo Civico di Storia Naturale di Verona Museo Civico di Storia Naturale di Milano Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara Museo Civico di Zoologia Naturalistico di Roma Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino Museo Civico di Storia Naturale di Genova Museo di Storia Naturale dell'Università degli Studi di Firenze, Sezione di Zoologia “La Specola”, Firenze 2 Musei naturalistici locali: Museo Civico di Rovereto (TN) Museo di Scienze Naturali dell’Alto-Adige, Bolzano. Solo 4 dei 12 musei contattati ha dato risposta (almeno parziale) in tempi utili. Il Museo delle Scienze rispetto ai quattro Musei italiani coinvolti nello studio, emerge per investimenti nel personale di ricerca e mediazione culturale, numero di progetti di ricerca e attività di alta formazione (tesisti, dottorati, post-doc strutturati presso il museo) da cui una cospicua partecipazione a congressi e numero di pubblicazioni confrontabili con quelle di un museo universitario. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 204 Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze 4.2.6 Capacità di autofinanziamento Bisogna notare che l’obiettivo 20% di autofinanziamento è richiesto nell’Accordo di programma solo a partire dal 2012 con mantenimento nel 2013. In ogni caso l’obiettivo è stato già ottenuto largamente nel 2010. Molto minore risulta il valore del finanziamento alla ricerca extra PAT che, pur non richiesto dall’Accordo di Programma, indica il grado di “dipendenza” dalla Provincia e quindi va monitorato in funzione della sostenibilità di medio periodo. I progetti condotti dalle Sezioni scientifiche del Museo, nonché le attività a supporto della ricerca, sono stati cofinanziati da enti diversi dalla PAT o comunque al di fuori dell’Accordo di Programma. Tra gli Enti che hanno sostenuto economicamente le ricerche del Museo delle Scienze, a livello locale, vi sono stati Enti Parco, Comuni e Fondazioni; a livello nazionale il MIUR nell’ambito di Progetti PRIN, Università, Associazioni; a livello internazionale la Commissione Europea, Fondazioni private, Università. I dati relativi all’autofinanziamento del MUSE vengono presentati nella tabella che segue e nel successivo grafico di sintesi in due versioni: nella prima le attività a supporto PAT previste dall’Accordo di Programma vengono considerate al pari del finanziamento da Accordo di programma (e quindi non considerate al numeratore – versione 1), nella seconda versione tali attività sono considerate come entrate proprie (versione 2). Tabella [All.4] 12 – Dati relativi all’autofinanziamento Rapporto finale di valutazione – anno 2014 205 Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze 40% 35% Versione 1 30% Versione 2 limite posto dall'Accordo di Programma 25% 20% 15% 2010 2011 2012 Secondo entrambe le versioni l’obiettivo richiesto dall’Accordo di Programma è stato decisamente raggiunto nel 2012 e sostanzialmente anche negli anni precedenti. Nonostante si sia mantenuto per tutto il periodo 2008-2012 un elevato grado di “dipendenza” dalla PAT, è da notare comunque la crescita nel tempo della percentuale di finanziamento completamente estraneo alla PAT che raggiunge nel 2012 il 18,6%. 4.2.7 Integrazione nel Sistema Trentino dell’Alta Formazione e della Ricerca Secondo i responsabili del Museo le linee di collaborazione all’interno di STAR sono - partecipazione congiunta ai bandi di ricerca provinciali; - proposte congiunte di dottorati di ricerca con la Fondazione Mach e l’Università; - stesura di protocolli di intesa/convenzioni per l’accesso a facilities delle fondazioni e/o università; - progetti congiunti in funzione Museo delle Scienze – es. con la Fondazione Bruno Kessler per la realizzazione di nuovi dispositivi e interfacce di guida alla visita. Sulla linea dell’utilizzo della competenza di mediazione culturale del Museo in funzione della promozione di STAR, è progettata all’interno del nuovo MUSE una sezione, aperta a vari soggetti fra cui le Fondazioni, come “vetrina” della ricerca e dell’innovazione. Sono d’altra parte ancora da attivare le “iniziative unitarie nel settore della comunicazione scientifica e dell’educazione alla scienza, assumendo il ruolo di referente principale” indicate come azioni prioritarie nell’Accordo di Programma. Un passo importante in questo ambito è la firma di una convenzione in Dicembre 2012 per realizzare un tavolo di coordinamento della ricerca ambientale tra FEM e Museo delle Scienze, accordo poi avviato nel 2013 e che mira a proporre azioni congiunte per il finanziamento Provinciale a partire dal prossimo Accordo di Programma. La valorizzazione dei rispettivi e complementari ruoli dei due enti Rapporto finale di valutazione – anno 2014 206 Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze per la promozione della ricerca ambientale - sia in Trentino che in contesto internazionale – è ritenuto un passo strategico di valenza critica. Nell’ambito di progetti di ricerca provinciali quali ACE-SAP e OPENLOC si sono strutturate collaborazioni con diversi dipartimenti delle due fondazioni e dell’università. Collaborazioni strutturate e di lunga durata con il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento e con la Fondazione Kessler, hanno arricchito le risorse a disposizione del Museo delle Scienze nell’ambito delle ricerche preistoriche sul territorio. Da un lato, l’applicazione di tecnologie d’avanguardia nell’acquisizione dei dati sul campo e nell’analisi dei materiali archeologici hanno permesso di incrementare le potenzialità conoscitive della ricerca; dall’altro la partecipazione di studenti dell’ateneo trentino ha permesso di integrare le attività archeologiche sul territorio nella formazione universitaria. Sulla linea dell’utilizzo della competenza di mediazione culturale del Museo in funzione della promozione di STAR, è progettata all’interno del nuovo Museo delle Scienze una sezione, aperta a vari soggetti fra cui le Fondazioni, come “vetrina” della ricerca e dell’innovazione. Inoltre, i laboratori aperti al pubblico saranno una vetrina (unica in Italia nel contesto museologico) di presentazione al pubblico della ricerca. Nell’outreach della ricerca il Museo sta lavorando per la creazione di un distretto culturale attivo anche nel settore turistico. È in corso la progettazione di iniziative unitarie nel settore della comunicazione scientifica e dell’educazione alla scienza (es. Nature & Food), indicate come azioni prioritarie nell’Accordo di Programma, che coinvolgeranno ricercatori di tutti gli istituti di ricerca trentini. 4.3 Considerazioni Nel complesso i dati esposti nei precedenti paragrafi contribuiscono a delineare ad oggi per il Museo delle Scienze un profilo caratterizzato dai seguenti aspetti. La produzione scientifica complessiva risulta essere di discreto livello per alcune aree tematiche e in considerazione delle specificità dell’Ente. La partecipazione a programmi internazionali di ricerca è contenuta anche se in crescita a partire dal 2011 nel settore “Biodiversità Tropicale” e nella macroarea “Scienza e Società”; le collaborazioni internazionali dichiarate nella documentazione pubblica sono molto numerose ma tale numerosità comprende anche contatti ancora poco strutturati. Per quanto riguarda invece la mobilità dei ricercatori, l’attenzione del Museo a questo aspetto ha iniziato a manifestarsi in tempi recenti. Complessivamente, la collaborazione internazionale per quanto riguarda la ricerca appare modesta; al contrario, è rilevante la collaborazione internazionale con partner qualificati per quanto riguarda l’attività museale. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 207 Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze L’impatto dell’attività di ricerca del Museo sul territorio deriva principalmente dall’attività di consulenza realizzata per la Provincia su alcuni significativi problemi di sviluppo e tocca aspetti rilevanti per il territorio. Anche la parte di comunicazione ad ampio spettro della conoscenza accumulata ha un rilevante impatto di carattere sociale in chiave di diffusione territoriale e di divulgazione tecnica, oltre che di attrazione specifica tramite la nuova sede del MUSE. Per ciò che riguarda l’autovalutazione sono stati fatti notevoli progressi sia nella prospettiva complessiva della vigenza dell’AdP sia nel periodo successivo al rapporto intermedio di questo Comitato, con la nomina del Nucleo di Valutazione, la redazione del Bilancio Sociale, l’avvio del Sistema Informativo e l’inizio di una attività di benchmarking. Nel complesso la capacità di autofinanziamento rispetta i vincoli espressi dall’Accordo di Programma. L’integrazione nel Sistema Trentino dell’Alta formazione e Ricerca fino ad oggi ha significato soprattutto la partecipazione e/o definizione di protocolli e progetti comuni con gli altri soggetti del territorio per attività specifiche ed in funzione dell’apertura della nuova sede del MUSE. Ancora da definire – certamente non solo per responsabilità del Museo – le “iniziative unitarie nel settore della comunicazione scientifica e dell’educazione alla scienza, assumendo il ruolo di referente principale” indicate come azioni prioritarie nell’Accordo di Programma. In sintesi, va riconosciuto lo sforzo fatto dal Museo per far tesoro delle raccomandazioni dei comitati e, in particolare, del rapporto intermedio del CVR. Con l’apertura del MUSE (27 luglio 2013) la struttura ha avviato un percorso di rafforzamento di attività su alcuni dei fronti segnalati dall’AdP (ad es. internazionalizzazione e impatto sul territorio); tali progressi sono ancora di difficile valutazione e la loro dimensione potrà essere più compiutamente apprezzata in futuro. Le evidenze riportate nei precedenti paragrafi, alla luce sia degli obiettivi espressi nell’Accordo di Programma 2009-2013, sia dei più generali indirizzi strategici della politica per la ricerca della Provincia autonoma di Trento, suggeriscono alcune specifiche riflessioni sulle seguenti dimensioni. 4.3.1 Sul processo di focalizzazione degli ambiti disciplinari di interesse e connesso sviluppo della missione di lungo periodo del Museo Pur in considerazione della specificità del Museo, che suggerisce di mantenere un presidio di ricerca relativo alle aree tematiche di interesse, si ritiene opportuno che venga identificata una strategia relativa alla definizione di alcune priorità su cui concentrare gli sforzi, anche per tentare di elevare la qualità della produzione scientifica corrispondente. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 208 Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze La riaggregazione operata dal Museo, che ha portato alla nascita delle tre macroaree, contribuisce sicuramente a rendere più leggibili gli obiettivi della ricerca. Il prossimo rapporto di autovalutazione dovrà focalizzarsi sui risultati di tale aggregazione, per ora nominale, verificandone i risultati in termini di effettiva concentrazione di risorse su temi specifici. 4.3.2 Sull’internazionalizzazione delle attività di ricerca Sul fronte della internazionalizzazione vi sono ampi spazi di miglioramento, da perseguirsi in relazione alle aree tematiche di interesse (si veda il punto precedente) e attraverso sia la mobilità del personale di ricerca sia per mezzo di collaborazioni internazionali strutturate. 4.3.3 Sull’impatto per il territorio L’attivazione del nuovo Museo dovrà consentire uno sviluppo di questo obiettivo che riguarda il trasferimento sia di tecnologia sia di conoscenza scientifica. Si raccomanda, quindi, una puntale definizione delle diverse modalità attraverso cui la conoscenza accumulata verrà trasferita a livello locale (oltre alle consulenze a favore della Provincia). 4.3.4 Sul sistema interno di valutazione Va completata la messa a regime del Sistema informativo con l’inserimento (già iniziato) di informazioni relative all’attività museale (oltre a quelle relative ai prodotti dell’attività di ricerca) e che possono essere utili alla definizione di altri indicatori. Risulta positiva l’adozione da parte del comitato interno di valutazione della griglia di lavoro proposta dal rapporto intermedio del CVR come strumento per riportare le informazioni al Comitato stesso. Si auspica d’altra parte un suo utilizzo anche verso l’interno, per governare i processi di definizione degli obiettivi della struttura e la rilevazione dei relativi risultati. 4.3.5 Sulla capacità di autofinanziamento E’ in linea con le richieste dell’AdP ed appare in crescita anche la quota completamente estranea alla PAT, ma la comunque elevata “dipendenza” dalla Provincia rende necessario un monitoraggio costante di tale capacità in funzione della sostenibilità di medio periodo. 4.3.6 Sull’integrazione nel Sistema Trentino dell’Alta Formazione e della Ricerca È in via di realizzazione, in collaborazione con gli altri enti del territorio all’interno del nuovo MUSE, la sezione che fungerà da “vetrina” della ricerca e dell’innovazione. I suoi effetti andranno puntualmente monitorati. Contestualmente, andranno attivate le “iniziative unitarie nel settore della comunicazione scientifica e dell’educazione alla scienza, assumendo il ruolo di referente principale” indicate come azioni prioritarie nell’Accordo di Programma. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 209 Allegato 4 – Monitoraggio dell’Accordo di Programma con il Museo delle Scienze Questo punto prevede a monte una più chiara definizione da parte della PAT del ruolo effettivo di MUSE nell’ambito di STAR, sfruttandone al meglio le approfondite competenze nel campo della mediazione culturale, avendo rilevato alcune incongruenze nell’avvio della funzione in qualità di “referente principale”. Si sottolinea positivamente d’altro canto la firma della convenzione tra FEM e Museo delle Scienze per realizzare un tavolo di coordinamento della ricerca ambientale come passo dell’auspicata individuazione, in sinergia con gli altri attori di STAR, di programmi di ricerca a partire dal largo spettro e dalla interdisciplinarietà che caratterizza l’approccio del Museo alla ricerca stessa. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 210 Allegato 5 - Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità Allegato 5 – Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità 5.1 Il quadro di riferimento Ai fini dell’attribuzione di quanto previsto dal Programma Pluriennale della Ricerca per la XIV Legislatura, negli Accordi di Programma con gli enti di ricerca, la premialità, da calcolarsi in relazione al raggiungimento e al miglioramento degli obiettivi fissati sulla scorta di indicatori convenuti, è stata determinata con una quota di finanziamento pari al 4%, nettamente inferiore a un potenziale tetto del 30% complessivo. Gli Accordi di Programma per il periodo 2010 – 2013 con la Fondazione Bruno Kessler, con la Fondazione Edmund Mach e con il Museo delle Scienze, hanno individuato come rappresentativi dell’attività di ricerca, oggetto di monitoraggio in itinere e di valutazione finale, indicatori relativi a: : 1. la qualità del lavoro scientifico svolto; 2. la rilevanza e la ricaduta delle attività; 3. la capacità di autofinanziamento. Il Documento di indirizzo sul sistema informativo della ricerca per la valutazione75 costituisce, oltre che un rispetto di quanto contenuto come impegno negli Accordi di Programma, anche uno strumento importante di analisi delle dinamiche sottese al finanziamento pubblico provinciale. Il Documento di indirizzo sul sistema informativo della ricerca per la valutazione fornisce al paragrafo 6.4 le indicazioni da seguire per la fissazione dei target e, di conseguenza, la relativa baseline è stata definita e validata unitamente alla determinazione della lista di indicatori strategici. In ordine alla premialità, il Documento di indirizzo sopra richiamato prescrive comunque che: “la Provincia definisce il numero minimo di indicatori per i quali si richiede il raggiungimento dei target al fine di assegnare la quota di premialità. Sono possibili diverse soluzioni: a) fissare una soglia identificata con un valore corrispondente a un numero minimo di obiettivi da raggiungere per assegnare la premialità (ad esempio: minimo raggiungimento obiettivi su 80% degli indicatori); il mancato raggiungimento della percentuale fissata degli obiettivi implica la perdita dell’intera premialità, senza possibilità di compensazione tra obiettivi; b) determinare la premialità pesandola in proporzione al numero di indicatori per i quali si è raggiunto l’obiettivo. Sono possibili ulteriori varianti: considerare alcuni indicatori più importanti di altri definendo dei pesi; 75 Il documento è stato approvato nella seduta del 26 luglio 2011 dal Comitato di valutazione della ricerca, di concerto con il Comitato tecnico-scientifico per la ricerca e l’innovazione, che ha provveduto al riguardo nella seduta del 6 settembre 2011. Lo si può consultare all’indirizzo http://www.uniricerca.provincia.tn.it/documentazione / . Rapporto finale di valutazione – anno 2014 211 Allegato 5 - Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità considerare alcuni indicatori come soglie assolute selettive, il mancato raggiungimento dei quali si traduce nel blocco della premialità”. 5.2 La metodologia di valutazione In conformità è stata individuata la metodologia di valutazione da parte del CVR in raccordo con il CTS76. Tenuto conto che il Rapporto Intermedio di Valutazione è stato reso disponibile nel primo trimestre del 2013 e ha fatto riferimento a una disponibilità e significatività di dati sostanzialmente coincidenti con il periodo di avvio degli Accordi, si è oggi nell’impossibilità materiale, alla scadenza del periodo di validità degli Accordi , di individuare dei target comparativi in grado di certificare gli andamenti e le dinamiche degli indicatori. Con questi presupposti il CVR ha suggerito di rimandare alla prossima legislatura, quando il quadro informativo sarà maggiormente esaustivo e utilizzabile, anche grazie alla disponibilità dei dati comparativi dell’esercizio valutativo nazionale VQR 2004 - 2010, e delle successive evoluzioni, cui hanno partecipato e presumibilmente parteciperanno le Fondazioni Bruno Kessler ed Edmund Mach, l’impegno di fissare da parte della Provincia la lista degli indicatori strategici relativi agli obiettivi di crescita rispetto alla baseline: Questo anche al fine di ridurre i dubbi interpretativi e le incomprensioni rispetto alla comparabilità dei periodi di osservazione, chiarendo la distinzione tra rispetto dell’esecutività e risultati effettivamente raggiunti e possibili applicazioni di metodiche differenti quali quelle per cui l’obiettivo di crescita può essere espresso in termini assoluti o relativi. Ai fini del rispetto di quanto contenuto negli Accordi 2010 – 2013 si è fatto ricorso a un confronto tra obiettivi prioritari e risultati attesi, utilizzando gli indicatori già presenti, dell’attività posta in essere, sotto il profilo strategico, in corrispondenza dei singoli punti dettagliatamente indicati e della performance dell’ente di ricerca, inerente sia l’impatto sia il posizionamento scientifico. Si precisa che tale quota non è aggiuntiva, ma costituisce parte del finanziamento già previsto nel quadro delle risorse finanziarie e non risulta, sotto questo profilo, addizionale rispetto al valore totale del quadro in parola. 76 Si tratta del documento “Metodologia per la determinazione della premialità in relazione al raggiungimento e al miglioramento degli obiettivi fissati negli Accordi di Programma per la XIV Legislatura (2010 – 2013) con la Fondazione Bruno Kessler, la Fondazione Edmund Mach e il Museo delle Scienze “, adottato dal CVR nella seduta del 20 settembre 2013, in raccordo con il CTS che ne ha preso positivamente atto nella seduta del 14 – 17 ottobre. Il testo è riportato all’indirizzo http://www.uniricerca.provincia.tn.it/documentazione / . Sui criteri per la determinazione della quota premiale è stata data informazione alla Fondazione Bruno Kessler, alla Fondazione Edmund Mach e al Museo di Scienze rispettivamente con lettere prot. n. S116/2013/MN/545693/23-2009-83 di data 08.10.2013, prot. n. S116/2013/MN/545748 /23-2009-91 di data 08.10.2013 e prot. n. S116/2013/MN/5455649/23-2009-111 di data 08.10.2013. Entro il termine previsto non sono pervenute osservazioni ad eccezione di quelle presentate dalla direzione generale delle Fondazione Edmund Mach. Sul punto si conferma che, ai fini della determinazione della quota premiale, le pesature del grado di conseguimento appaiono equilibrate, dal momento che in relazione al profilo sollevato l’obiettivo è conseguito, se il grado di conseguimento dell’obiettivo è compreso tra l’80% e il 100%. L’abbassamento al 70%, come proposto dalla Fondazione Edmund Mach, rischiava di ridurre il significato e il carattere sfidante propri di una valutazione della “performance” e non è del tutto allineata ai canoni normalmente seguiti a livello internazionale. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 212 Allegato 5 - Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità 5.3 La compilazione della griglia di valutazione La griglia, predisposta dal Servizio Università e ricerca scientifica77 che ha tenuto conto delle criticità oggettive e dell’apporto comunque assicurato dagli enti di ricerca, è stata impostata col duplice obiettivo di garantire in ogni caso la coerenza della valutazione con il quadro degli obiettivi e dei risultati, così come risultante dall’Accordo di Programma vigente e di rappresentare in forma credibile e condivisa lo stato attuale del processo valutativo rispetto alle informazioni disponibili. 77 Per la parte della Fondazione Edmund Mach è stato acquisito il riscontro positivo del Servizio Agricoltura che con nota prot. S164/2014/134529/1.9/45-2010 di data 11.03.2014 ha risposto alla nota del Servizio Università e ricerca scientifica prot. N. 117547/S116/MN di data 03.03.2014. La griglia per tutti e tre gli enti di ricerca sarà sottoposta anche al CTS. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 213 Allegato 5 - Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità Tabella [All.5] 1 - Griglia di valutazione compilata per la Fondazione Bruno Kessler nell’ambito dell’Accordo di Programma per la XIV Legislatura OBIETTIVI GENERALI PRIORITARI Oggetto della verifica Indicatori di Grado di Peso specifico Valore riferimento eventuale conseguimento conseguito • condurre ricerca di alta qualità, visibile internazionalmente qualità del scientifico svolto lavoro 1, 2 e 3 100 4,5 4,50 • assicurare al territorio trentino risultati innovativi rilevanza e ricaduta delle 4, 5 e 7 nel campo della ricerca e della disseminazione della attività conoscenza 70 4 2,80 • concorrere all’affermazione e all’implementazione del Sistema Trentino Alta formazione e Ricerca (STAR) lavoro 1, 2 e 3 70 4,5 3,15 • contribuire alla costruzione del Distretto dell’ICT rilevanza e ricaduta delle 4, 5 e 7 attività 100 4 4,00 • sostenere l’applicabilità industriale e di risultati della ricerca rilevanza e ricaduta delle 4, 5 e 7 attività 70 4 2,80 • sostenere l’iniziativa Trento RISE rilevanza e ricaduta delle 4, 5 e 7 attività 100 4 4,00 qualità del scientifico svolto RISULTATI GENERALI • rafforzare l’azione di internazionalizzazione qualità del scientifico svolto lavoro 1, 2 e 3 100 4,5 4,50 • dimostrare attrattività nei confronti di ricercatori di livello internazionale e stringere accordi e programmi di scambio con istituzioni di ricerca a livello europeo • mantenere e, dove possibile, incrementare la credibilità scientifica internazionale qualità del scientifico svolto lavoro 1, 2 e 3 70 4,5 3,15 qualità del scientifico svolto lavoro 1, 2 e 3 100 4,5 4,50 • sviluppare attività di trasferimento tecnologico e stimolare idee brevettali rilevanza e ricaduta delle 4, 5 e 7 attività 100 4 4,00 Rapporto finale di valutazione – anno 2014 214 Allegato 5 - Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità • assicurare al territorio trentino una crescente diffusione dei risultati della ricerca prodotti rilevanza e ricaduta delle 4, 5 e 7 attività 70 4 2,80 • formare giovani ricercatori qualità del scientifico svolto 100 4,5 4,50 1. Al fine di dare coesione a STAR, promuovere una discussione pubblica di livello internazionale quale metodo di aggiornamento del piano strategico 2009-2013 e di riprogrammazione 2014-2018 qualità del scientifico svolto 70 4,5 3,15 2. Raggiungimento di una quota di autofinanziamento entro il 2012 da mantenere nel 2013 del capacità di autofinanziamento 100 15 15,00 lavoro 1, 2 e 3 RISULTATI SPECIFICI lavoro 1, 2 e 3 6 35% per il polo tecnologico (CMM, CIT, ECT*) 10% per il polo umanistico (ISIG, ISR) 3. Il costante sostegno alle imprese generate prima del 2009 e la creazione di almeno 2 nuove imprese entro il 2012 rilevanza e ricaduta delle 4, 5 e 7 attività 100 4 4,00 4. Il supporto e l’adesione, entro il 2010, al soggetto deputato a esercitare le funzionalità previste da Trento RISE rilevanza e ricaduta delle 4, 5 e 7 attività 100 4 4,00 5. L’adozione, entro il 2011, di uno specifico programma di supporto alle imprese nel settore dell’informatica, con particolare riferimento alle aree sanitaria e sociale rilevanza e ricaduta delle 4, 5 e 7 attività 70 4 2,80 6. La valorizzazione delle attività di ricerca attraverso la consulenza a PAT rilevanza e ricaduta delle 4, 5 e 7 attività 100 4 4,00 Rapporto finale di valutazione – anno 2014 215 Allegato 5 - Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità 7. L’inserimento, entro il 2012, dei laboratori legati alle micro-nano-tecnologie nella rete virtuale dei laboratori di riferimento europei qualità del scientifico svolto lavoro 1, 2 e 3 70 4,5 3,15 8. Il rilancio delle discipline umanistiche attraverso l’adozione, entro il 2011, di uno specifico piano strategico pluriennale qualità del scientifico svolto lavoro 1, 2 e 3 100 4,5 4,50 9. L’attivazione di percorsi di selezione di nuovi talenti qualità del scientifico svolto lavoro 1, 2 e 3 100 4,5 4,50 89,80 Livello di raggiungimento del benchmark [90%-100%] [80%-89%] [70%-79%] [50%-69%] [30%-49%] [15%-29%] [5%-14%] [0%-4%] Rapporto finale di valutazione – anno 2014 % quota premiale 2010-2013 da assegnare 100% 90% 80% 70% 50% 30% 15% 0% valore conseguito quota 89,80 100% 216 Allegato 5 - Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità Tabella [All.5] 2 - Griglia di valutazione compilata per la Fondazione Edumnd Mach nell’ambito dell’Accordo di Programma per la XIV Legislatura OBIETTIVI GENERALI PRIORITARI Oggetto della Indicatori di Grado di Peso specifico Valore verifica riferimento conseguimento conseguito eventuale • condurre ricerca di alta qualità, visibile internazionalmente sviluppando in particolare un’infrastruttura di rilievo internazionale nel settore della genomica e post-genomica delle piante da frutto qualità del lavoro 1, 2 e 3 scientifico svolto 100 4,9 4,90 • assicurare al territorio trentino risultati innovativi nel campo della rilevanza e ricaduta 4, 5 e 7 delle attività ricerca e della disseminazione della conoscenza anche attraverso servizi di consulenza tecnica agli agricoltori 100 4,5 4,50 • concorrere all’affermazione e all’implementazione del Sistema Trentino Alta formazione e Ricerca (STAR) qualità del lavoro 1, 2 e 3 scientifico svolto 70 4,9 3,43 • promuovere l’istruzione e la formazione professionale rilevanza e ricaduta 4, 5 e 7 delle attività 100 4,5 4,50 RISULTATI GENERALI • rafforzare la sostenibilità e competitività delle produzioni agricole del territorio locale rilevanza e ricaduta 4, 5 e 7 delle attività 100 4,5 4,50 • migliorare i processi di trasformazione e valorizzazione dei prodotti della filiera agro-alimentare rilevanza e ricaduta 4, 5 e 7 delle attività 100 4,5 4,50 • approfondire il rapporto tra ecologia, biodiversità e biocomplessità qualità del lavoro 1, 2 e 3 scientifico svolto 100 4,9 4,90 • dimostrare attrattività nei confronti di ricercatori di livello internazionale e stringere accordi e programmi di scambio con istituzioni di ricerca a livello europeo qualità del lavoro 1, 2 e 3 scientifico svolto 100 4,9 4,90 • mantenere e, dove possibile, incrementare la credibilità scientifica internazionale qualità del lavoro 1, 2 e 3 scientifico svolto 100 4,9 4,90 Rapporto finale di valutazione – anno 2014 217 Allegato 5 - Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità • formare giovani ricercatori e tecnologi qualità del lavoro 1, 2 e 3 scientifico svolto 100 4,9 4,90 RISULTATI SPECIFICI 1. Al fine di dare coesione a STAR, promuovere una discussione pubblica di livello internazionale quale metodo di aggiornamento del piano strategico 2009-2013 e di riprogrammazione 2014-2018 qualità del lavoro 1, 2 e 3 scientifico svolto 70 4,9 3,43 2. Raggiungimento di una quota di autofinanziamento entro il 2012 da mantenere nel 2013 del capacità di autofinanziamento 100 15,4 15,40 qualità del lavoro 1, 2 e 3 scientifico svolto 100 4,9 4,90 rilevanza e ricaduta 4, 5 e 7 delle attività 70 4,5 3,15 5. La valorizzazione delle attività di ricerca attraverso la consulenza a PAT rilevanza e ricaduta 4, 5 e 7 delle attività 100 4,5 4,50 6. La realizzazione di azioni concrete nell’ambito della valorizzazione e del trasferimento tecnologico rilevanza e ricaduta 4, 5 e 7 delle attività 70 4,5 3,15 100 4,5 4,50 8. Il rafforzamento dell’internazionalizzazione nell’ambito degli studi enotecnici rilevanza e ricaduta 4, 5 e 7 delle attività qualità del lavoro 1, 2 e 3 scientifico svolto 100 4,9 4,90 9. Un programma di supporto alle aziende in relazione alla problematica dell’ energia rilevanza e ricaduta 4, 5 e 7 delle attività 70 4,5 3,15 6 28% per il Centro Ricerca e Innovazione (CRI) 17% per il Centro di Trasferimento Tecnologica (CTT ) 3. La costituzione o la promozione, entro il 2012, di centri di rilevanza internazionale nell’ambito della biologia sistemi e del legno e delle foreste 4. L’adesione, entro il 2012, a piattaforme tecnologiche sulle piante perenni 7. L’attivazione di un corso di specializzazione vivaistica 93,01 Livello di raggiungimento Rapporto finale di valutazione – anno 2014 % quota premiale 20102013 valore conseguito 218 quota Allegato 5 - Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità del benchmark [90%-100%] [80%-89%] [70%-79%] [50%-69%] [30%-49%] [15%-29%] [5%-14%] [0%-4%] Rapporto finale di valutazione – anno 2014 da assegnare 100% 90% 80% 70% 50% 30% 15% 0% 100% 93,01 219 Allegato 5 - Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità Tabella [All.5] 3 - Griglia di valutazione compilata per il Museo delle Scienze nell’ambito dell’Accordo di Programma per la XIV Legislatura OBIETTIVI GENERALI Oggetto della Indicatori di riferimento Grado di Peso specifico Valore PRIORITARI verifica eventuale conseguimento conseguito • condurre ricerca di alta qualità, visibile internazionalmente qualità del lavoro 1, 2 e 3 scientifico svolto 100 4,55 4,55 • assicurare al territorio trentino risultati innovativi nel campo della ricerca e della disseminazione della conoscenza rilevanza e delle attività ricaduta 4, 5 e 7 100 8,1 8,10 • concorrere all’affermazione e all’implementazione del Sistema Trentino Alta formazione e Ricerca (STAR) qualità del lavoro 1, 2 e 3 scientifico svolto 70 4,55 3,19 • promuovere lo studio del sistema geodinamico alpino qualità del lavoro 1, 2 e 3 scientifico svolto 70 4,55 3,19 • valorizzare gli archivi di biodiversità qualità del lavoro 1, 2 e 3 scientifico svolto 100 4,55 4,55 100 8,1 8,10 del lavoro 1, 2 e 3 • dimostrare attrattività nei confronti di ricercatori qualità scientifico svolto di livello internazionale e stringere accordi e programmi di scambio con istituzioni di ricerca a livello europeo 100 4,55 4,55 • mantenere e, dove possibile, incrementare la credibilità scientifica internazionale qualità del lavoro 1, 2 e 3 scientifico svolto 100 4,55 4,55 • assicurare al territorio trentino una crescente diffusione dei risultati della ricerca prodotti rilevanza e delle attività ricaduta 4, 5 e 7 100 8,1 8,10 • formare giovani ricercatori qualità del lavoro 1, 2 e 3 scientifico svolto 100 4,55 4,55 • proseguire lo studio volto a definire il ruolo della rilevanza e delle attività ricerca nel nuovo MUSE ricaduta 4, 5 e 7 RISULTATI GENERALI RISULTATI SPECIFICI Rapporto finale di valutazione – anno 2014 220 Allegato 5 - Attuazione della clausola per l’attribuzione della Premialità 1. Al fine di dare coesione a STAR, promuovere qualità del lavoro 1, 2 e 3 una discussione pubblica di livello internazionale scientifico svolto quale metodo di aggiornamento del piano strategico 2009-2013 e di riprogrammazione 20142018 70 4,55 3,19 2. Raggiungimento di una quota di autofinanziamento entro il 2012 da mantenere nel 2013 del 20% capacità di autofinanziamento 100 15 15,00 3. Rafforzare, entro il 2012, la partecipazione alla piattaforma scientifica sulla biodiversità animale e vegetale rilevanza e delle attività ricaduta 4, 5 e 7 70 8,1 5,67 4. Attivare, entro il 2011 e negli anni successivi, rilevanza e iniziative unitarie nel settore della comunicazione delle attività scientifica con gli altri attori di STAR col ruolo di referente principale ricaduta 4, 5 e 7 70 8,1 5,67 5. La valorizzazione delle attività di ricerca attraverso la consulenza a PAT ricaduta 4, 5 e 7 100 8,1 8,10 rilevanza e delle attività 6 91,05 Livello di raggiungimento del benchmark [90%-100%] [80%-89%] [70%-79%] [50%-69%] [30%-49%] [15%-29%] [5%-14%] [0%-4%] Rapporto finale di valutazione – anno 2014 % quota premiale 2010-2013 da assegnare 100% 90% 80% 70% 50% 30% 15% 0% valore conseguito quota 91,05 100% 221 Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale) Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale) Nel seguito di questo capitolo, laddove nelle tabelle si indica una suddivisione "per anno" si intende che i dati sono stati ottenuti aggregando le informazioni relative ai progetti suddivisi per "anno di presentazione della domanda", mentre laddove si indica una suddivisione "per dimensione" si intende che i dati sono stati ottenuti aggregando le informazioni relative ai progetti suddivisi per "costo totale presentato". 6.1 Analisi delle richieste di finanziamento Il paragrafo contiene le tavole illustrative di quanto commentato nel testo del Capitolo 9. Le tabelle sono ripartite per anno e dimensione e sono relative alla sintesi degli esiti delle richieste (Tabelle 1 e 2), al rapporto tra progetti approvati e non (Tabelle 3 e 4), al rapporto tra costi presentati, ammessi e finanziamenti concessi, per i progetti approvati (Tabelle 5 e 6) e alla ripartizione del rapporto tra Ricerca industriale e Sviluppo precompetitivo nel passaggio dal finanziamento richiesto a quello approvato (Tabelle 7 e 8). Tabella [All.6] 1 - Sintesi degli esiti delle richieste di finanziamento presentate – per anno Rapporto finale di valutazione – anno 2014 222 Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale) Tabella [All.6] 2 - Sintesi degli esiti delle richieste di finanziamento presentate – per dimensione Tabella [All.6] 3 - Rapporto fra progetti approvati e non approvati (respinti, rinunce, revoche) – per anno Tabella [All.6] 4 - Rapporto fra progetti approvati e non approvati (respinti, rinunce, revoche) – per dimensione Tabella [All.6] 5 - Rapporto fra costo presentato, costo ammesso e finanziamento per i progetti approvati – per anno Rapporto finale di valutazione – anno 2014 223 Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale) Tabella [All.6] 6 - Rapporto fra costo presentato, costo ammesso e finanziamento per i progetti approvati – per dimensione Tabella [All.6] 7 - Rapporto fra ricerca industriale e sviluppo precompetitivo in termini di costo proposto e costo ammesso per i progetti approvati – per anno Tabella [All.6] 8 - Rapporto fra ricerca industriale e sviluppo precompetitivo in termini di costo proposto e costo ammesso per i progetti approvati – per dimensione 6.2 Distribuzione dei progetti per area tematica Nell’archivio contenente i progetti esaminati sono state introdotte tre nuove informazioni (disciplina, tipo settore, settore) utili all’elaborazione e alla classificazione dei dati per area tematica prevalente allo scopo di rendere “leggibili” anche per il futuro i dati contenuti nell’archivio utilizzato. Si è proceduto a una classificazione ex-post basandosi su una lettura degli abstract e sull’anagrafica delle imprese per come disponibile in rete e negli archivi. Al fine di rimediare in futuro a eventuali carenze o imprecisioni si suggerisce però che una tale classificazione possa essere effettuata secondo criteri condivisi tra gli ambiti Rapporto finale di valutazione – anno 2014 224 Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale) della ricerca pubblica e di quella privata all’atto della presentazione del progetto stesso. • “Disciplina”: è stata inserita la descrizione dell’ambito secondo la classificazione contenuta nel PPR • “Tipo settore”: è stata utilizzata la seguente codifica: o A: Aree di ricerca prioritarie (vedi PPR Tabella n. 4 pag. 27) o P: Piattaforme tecnologiche (vedi PPR Tabella n. 5 pag. 28) o Z: Progetti non riconducibili ad aree e piattaforme indicate in PPR • “Settore”: è stata utilizzata la seguente codifica: o A1: Ambiente e gestione delle risorse naturali (ecologia, rischio ambientale, evoluzione climatica, biodiversità) o A2: Scienza dei materiali: micro- nano-tecnologie inorganiche e ibride o A3: Tecnologie dell’informazione e della comunicazione o A4: Biotecnologie, genomica, post-genomica, biologia computazionale o P1: Tecnologie per la produzione sostenibile (fonti energetiche rinnovabili, produzioni compatibili con l’ambiente, industria verde) o P2: Applicazioni delle biotecnologie vegetali o P3: Tecnologie alimentari per la valorizzazione della qualità nutrizionale, la tracciabilità e la salubrità dei prodotti o P4: Tecnologie dei sistemi e servizi di WEB, di interazione uomo-macchina, sensoristiche e di embedded intelligence o Z: resto (altri settori) 6.3 Struttura delle collaborazioni scientifiche Le tabelle seguenti mostrano in valore assoluto e in percentuale la struttura delle collaborazioni scientifiche con organismi di ricerca. I dati sono stati ottenuti a partire da rilevazioni effettuate dal Servizio Università e Ricerca scientifica su un arco temporale diverso rispetto a quello preso in considerazione per le altre elaborazioni (2009-2012). Tabella [All.6] 9 - Valore economico delle collaborazioni scientifiche per anno e competenza Rapporto finale di valutazione – anno 2014 225 Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale) Tabella [All.6] 10 - Valore economico delle collaborazioni scientifiche per organismo 6.4 Tempi di svolgimento delle procedure Le tabelle seguenti restituiscono le analisi dei tempi utilizzati nelle procedure e sono relative al periodo considerato, ripartito nelle due fasi (a totale gestione CTS, a gestione del Comitato incentivi APIAE). Si richiamano qui le definizioni adottate nelle tabelle: • Tempo CTS no integ = numero di giorni in cui la pratica è stata in carico al CTS depurato quindi dell’eventuale tempo per la produzione delle integrazioni • Tempo CTS = numero di giorni in cui la pratica è stata in carico al CTS • Tempo Servizio = numero di giorni in cui la pratica è rimasta “giacente” nel servizio Università e Ricerca e non ancora o non più in carico al CTS • Tempo Extra = numero di giorni “esterni” all’attività del Servizio Università e Ricerca scientifica • Tempo globale = numero di giorni dalla presentazione all’approvazione del finanziamento dato con delibera del Servizio Industria. Una nota metodologica si impone, in riferimento alla presenza di outlier nelle distribuzioni. In base all’evidenza di delta estremamente elevati tra tempi Max e Min, in ogni singolo segmento considerato si è provato a depurare l’analisi dai progetti portatori di tali tempi, eliminandoli come outlier. Tuttavia il dato “depurato” non è risultato significativamente diverso, per cui si presentano qui i dati complessivi provenienti da tutti i progetti analizzabili. Tabella [All.6] 11 - Tempo di svolgimento delle procedure – per anno Rapporto finale di valutazione – anno 2014 226 Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale) Tabella [All.6] 12 - Tempo di svolgimento delle procedure – per dimensione 6.5 Costi sostenuti per gli esperti Si presentano i dati amministrativi del totale dei costi degli esperti utilizzati, ripartiti per anno di presentazione del progetto e per dimensione dei progetti. Pur essendo nettamente prevalenti i costi per l’istruttoria ex-ante, i dati comprendono anche i costi relativi al monitoraggio e alla valutazione finale. Tabella [All.6] 13 - Costi per gli esperti – per anno Rapporto finale di valutazione – anno 2014 227 Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale) Tabella [All.6] 14 - Costi per gli esperti – per dimensione dei progetti Rapporto finale di valutazione – anno 2014 228 Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale) 6.6 Questionario utilizzato per le interviste delle imprese PARTE GENERALE Anagrafica compilatore Nominativo: _________________________________________________________ Ruolo nell’azienda: ___________________________________________________ Responsabilità oggi: ___________________________________________________ Responsabilità all’epoca del progetto in esame: ______________________________ Anagrafica dell’impresa Ragione sociale: ______________________________________________________ Indirizzo: ____________________________________________________________ Addetti 2012 ______________ (% laureati_____________) Fatturato 2012 ________________ (% investimento in R&S______________) 1. La sua azienda ha oggi una struttura interna dedicata alla Ricerca e Sviluppo (R&S)? SI/NO. In caso di risposta positiva alla domanda 1 1.1. Quanti sono gli addetti impiegati nell’area R&S? _____ 1.2. Qual è la percentuale dei laureati impiegati nell’area R&S? _____ 1.3. Nel 2006, quanti erano gli addetti impiegati nell’area R&S? _____ 1.4. Nel 2006, qual era la percentuale dei laureati impiegati nell’area R&S? _____ 2a. Indichi quali fra le seguenti innovazioni sono state realizzate dall’azienda tra il 2006 e il 2012 (è ammessa la risposta multipla): 2.1. Introduzione di una generazione di prodotto successiva a quella pre‐esistente e caratterizzata da un miglioramento delle prestazioni ___ 2.2. Introduzione di prodotti completamente nuovi che integrano nuove tecnologie o che combinano in modo diverso quelle già utilizzate dall’azienda ___ 2.3. Introduzione di impianti, macchinari e attrezzature basate su nuove tecnologie di produzione ___ 2.4. Introduzione di nuovi metodi di produzione o di erogazione del servizio (es. just in time, lean manufacturing, cross‐docking nella logistica, etc.) ___ 2.5. Introduzione di nuovi sistemi informativi ___ 2.6. Introduzione di nuove procedure previste dalle certificazioni relative ai sistemi di qualità (es.: Vision, Six Sigma) ___ 2.7. Investimenti in attività di ricerca di base e/o applicata che non hanno ancora portato allo sviluppo di nuovi prodotti e processi. ___ 2.8. Non è stata introdotta nessuna di tali innovazioni ___ 2b. Quali delle innovazioni indicate alla domanda 2a è associabile a un contributo pubblico (incentivo e/o progetto)? (elencare usando la numerazione della domanda 2a) ______________ Rapporto finale di valutazione – anno 2014 229 Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale) 3. L’impresa ha definito accordi di cooperazione, relativamente a progetti di tecnologia e/o Ricerca & Sviluppo, con altre imprese o istituzioni a partire dall’anno 2006? SI/NO In caso di risposta positiva alla domanda 3, rispondere alle domande 3a e 3b 3a. Ci sono accordi associabili a un contributo pubblico (incentivo e/o progetto)? SI/NO 3b. Indicare le tipologie delle organizzazioni con cui si è collaborato e la loro localizzazione geografica: PAT Altre regioni italiane (specificare) Estero (specificare) Altre imprese dello stesso gruppo Fornitori di attrezzature, materiali, componenti o software Clienti Imprese concorrenti o altre imprese operanti nello stesso settore Consulenti, istituti di ricerca e laboratori privati Università o altri istituti di istruzione superiore Istituti di ricerca pubblici 4. Negli anni 2006-2012, l’impresa ha beneficiato di altri finanziamenti pubblici oltre all’incentivo di cui alla LP 6/99 art. 5? SI/NO In caso di risposta positiva alla domanda 4, rispondere alla domanda 4° 4a. Negli anni 2006-2012 la consistenza degli altri finanziamenti pubblici è stata inferiore/simile/superiore all’incentivo di cui alla LP 6/99 art. 5? Inferiore/Simile/Superiore PAT (altre leggi o altri articoli LP6/99) Amministrazioni centrali dello Stato (Ricerca e Sviluppo) Unione Europea (Ricerca e Sviluppo) Amministrazioni centrali dello Stato (altri capitoli) Unione Europea (altri capitoli) Complesso dei finanziamenti di cui alle righe precedenti Rapporto finale di valutazione – anno 2014 230 Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale) PARTE RELATIVA AL PROGETTO (In caso di più progetti terminati compilare una scheda per progetto) Acronimo o titolo del progetto: ______________________________________ Data di presentazione: _________ 5. In generale, i risultati del progetto di R&S finanziato dall’incentivo LP 6/99 art. 5 sono stati? • • • • Molto positivi Abbastanza positivi Abbastanza negativi Molto negativi __ __ __ __ 6. Indicatori occupazionali 6.1. Quanti dipendenti (Equivalenti Tempo Pieno) dall’azienda sono stati occupati nella realizzazione del progetto? _____ 6.2. Quanti dipendenti sono stati stabilizzati al termine del progetto? _____ 6.3. Quanti direttamente collegati a funzioni di ricerca e innovazione? _____ 6a. Qual è la sua stima dell’effetto occupazionale del progetto: • • • nessun effetto occupazionale l’occupazione è aumentata a seguito del progetto l’occupazione non è diminuita o è diminuita in misura minore a seguito del progetto __ __ __ 7. In mancanza dell’incentivo, l’investimento nel progetto sarebbe comunque stato effettuato? SI/NO In caso di risposta positiva alla domanda 7, rispondere alle domande 7a, 7b, 7c 7a. In mancanza dell’incentivo, l’investimento nel progetto sarebbe stato effettuato? • • • • Con lo stesso livello innovativo e la stessa tempistica Con lo stesso livello innovativo ma con tempistica dilatata Con livello innovativo lievemente inferiore Con livello innovativo decisamente inferiore __ __ __ __ 7b. In mancanza dell’incentivo, l’investimento nel progetto sarebbe stato effettuato? • Con lo stesso ammontare e la stessa tempistica __ • Con lo stesso ammontare ma con tempistica dilatata __ • Con un ammontare lievemente inferiore __ • Con un ammontare decisamente inferiore __ 7c. In mancanza dell’incentivo, l’investimento nel progetto sarebbe stato effettuato facendo ricorso? Possibili fino a due risposte • a fonti proprie __ • al leasing __ Rapporto finale di valutazione – anno 2014 231 Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale) • • • al credito a medio lungo termine __ all’indebitamento verso le banche __ al mercato dei capitali __ altro (specificare) ___________________________________________ 8. Qual è il suo giudizio sugli (eventuali) rapporti di collaborazione esterna di ricerca utilizzati nel corso del progetto? 8.1 Rispetto alla utilità: marginali (M)/utili (U) /importanti (IM) /indispensabili (IN) PAT Altre regioni italiane (specificare) Estero (specificare) Altre imprese dello stesso gruppo Fornitori di attrezzature, materiali, componenti o software Clienti Imprese concorrenti o altre imprese operanti nello stesso settore Consulenti, istituti di ricerca e laboratori privati Università o altri istituti di istruzione superiore Istituti di ricerca pubblici 8.2 Rispetto alle aspettative: inferiori (I)/in linea (IL)/superiori (S) PAT Altre regioni italiane (specificare) Estero (specificare) Altre imprese dello stesso gruppo Fornitori di attrezzature, materiali, componenti o software Clienti Imprese concorrenti o altre imprese operanti nello stesso settore Consulenti, istituti di ricerca e laboratori privati Università o altri istituti di istruzione superiore Istituti di ricerca pubblici 9. Indicare il grado di importanza dei seguenti effetti del progetto: valori possibili: nullo/basso/medio/alto Effetti generali sull'impresa Aumento dei profitti dell'azienda Miglioramento delle prospettive future dell'azienda Miglioramento dell'organizzazione interna dell'azienda Aumento del livello tecnologico dell'impresa Effetti sui prodotti Aumento nel numero di prodotti e servizi offerti alla clientela Accesso a nuovi mercati o aumento della propria quota di mercato Rapporto finale di valutazione – anno 2014 232 Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale) Miglioramento della qualità dei propri prodotti e servizi Effetti sui processi Maggiore flessibilità nella produzione o nella fornitura di servizi Maggiore capacità di produzione o di fornitura di servizi Riduzione del costo del lavoro per unità di prodotto Riduzione dei costi di materiali ed energia per unità di prodotto Riduzione dell'impatto ambientale o del rischio di incidenti sul lavoro Adeguamento a normative e standard Aumento della capacità di networking Altri effetti (specificare): __________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ 10. Esprima, in base alla Sua esperienza, una valutazione delle caratteristiche dello strumento LP 6/99 articolo 5 valori possibili da 1 a 5: 1 insufficiente/2 scarso/3 sufficiente/4 buono/5 ottimo Modalità di assegnazione dell'incentivo Modalità di incentivazione (es. fondo perduto, credito agevolato credito d'imposta) Entità dell'agevolazione Capacità di influire sulle decisioni di investimento Capacità di influire sui tempi di investimento Tempi di approvazione Tempi di erogazione Certezza nell'ottenimento dell'incentivo Semplicità della procedura Presenza di regole amministrative non discrezionali Chiarezza delle procedure amministrative Conoscenza delle procedure da parte dell'amministrazione Semplicità dei controlli Qualità del rapporto con la pubblica amministrazione Altre considerazioni rispetto allo strumento: ___________________________________________ _______________________________________________________________________________ Rapporto finale di valutazione – anno 2014 233 Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale) 6.7 Il distretto del porfido Nell’indagine sull’impatto realizzata attraverso alcune interviste a imprese beneficiarie di incentivi pubblici, ci si è imbattuti in un caso che poteva presentare caratteristiche tali da poter esser considerato all’interno di un settore preciso, quello del porfido, che riveste per il Trentino, in particolare per la valle di Cembra e zone limitrofe, carattere di distretto, come dimostrato appunto dalla presenza della struttura mista pubblico privata “Distretto del porfido e delle pietre Trentine”. Tramite intervista al direttore di questa struttura abbiamo voluto provare a indagare il posizionamento dell’azienda che ha usato dello strumento LP 6/99 art.5 rispetto alle altre aziende del settore e la percezione dello strumento stesso. Ecco alcune sintetiche considerazioni • Il settore risulta altamente polverizzato (358 aziende censite con una media di 4,6 dipendenti per azienda). Questo fatto, insieme ad una situazione positiva per l’intero settore fino a circa quattro anni fa, ha portato ad un bassissimo impegno in ricerca e innovazione (meno di 5 progetti di ricerca e innovazione nell’arco degli ultimi 10 anni). Il settore ha utilizzato in maniera molto più sostanziosa gli incentivi legati a investimenti fissi e macchinari. • Il caso dell’impresa Zanettin, che ha acceduto alla legge per finanziare la realizzazione di un sistema di selezione automatica del prodotto, è riconosciuta all’interno del settore come caso estremamente positivo, sia come percezione da parte delle altre aziende sia da parte del distretto. • Il progetto è stato focalizzato sul miglioramento di processo, anche se questo ha reso possibile anche una diversificazione di tipologie di prodotto pur all’interno della particolare specializzazione aziendale. Il risultato è stato la disponibilità di una varietà di prodotti di più elevata qualità, di specifica colorazione, a costi di produzione contenuti e non più dipendenti da un aumento del personale. Purtroppo la situazione di mercato al momento non ha ancora premiato questa scelta, in quanto non è in grado di assorbire il potenziale aumento della qualità e quantità di produzione, anche se è possibile affermare che il cambiamento strutturale messo in atto posiziona l’azienda nelle condizioni migliori per sfruttare una eventuale evoluzione più positiva dell’andamento del mercato stesso. • Dal punto di vista generale si può invece identificare, pur nella difficoltà a indicare soluzioni, la situazione problematica in cui si trova ad operare il distretto anche nel momento in cui vengono identificate potenziali direzioni di ricerca. Questo si trova infatti stretto fra l’impossibilità, per la sua natura parzialmente pubblica, di usufruire in prima persona degli incentivi (ad esempio per arrivare alla realizzazione di prototipi), la mancanza di capacità/possibilità di iniziativa da parte di aziende così piccole, e una certa scarsa sensibilità al tema da parte della ricerca pubblica. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 234 Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale) 6.8 Propensione all’innovazione delle aziende in Trentino e in Italia (20082010) Nel triennio 2008–2010 il 32,3% delle imprese trentine con più di 10 addetti ha introdotto nel proprio processo produttivo almeno una innovazione di prodotto/servizio o processo. In Italia tale percentuale sale al 33,7%.78 Punte di innovazione più elevate si riscontrano, in provincia di Trento come in Italia, nel settore industriale, con percentuali che si attestano nel triennio 20082010 rispettivamente al 45,0% e al 45,4%. Rispetto alle medie nazionali, in Trentino si rileva una maggior propensione all’innovazione tecnologica nelle imprese dei servizi: in Italia sono state il 26,8% le imprese del settore dei servizi che hanno svolto attività di innovazione tecnologica, mentre in Trentino la percentuale sale al 31,8%. Comparando i risultati di tre cicli di indagine a livello nazionale e locale (20042006 2006-2008 2008-2010) si osserva che mentre le imprese italiane hanno costantemente incrementato l’introduzione di innovazione tecnologica, passando dal 27,9% del triennio 2004-2006 al 33,7% del triennio 2008-2010; le imprese trentine, invece, hanno dapprima aumentato la quota di innovazione (dal 22,5% al 37,2%) e successivamente l’hanno ridimensionata, posizionandosi intorno al 32,3%. Questo calo sembra da imputare alla diminuzione di innovazione sviluppata dalle imprese del settore delle costruzioni e alla minor propensione ad investire in innovazione da parte delle imprese dei servizi. Nel triennio 2008–2010 più della metà delle imprese innovatrici in Trentino ha innovato sia i prodotti che i processi produttivi (48% in Italia). Nel 2010 le imprese trentine hanno investito complessivamente quasi 196 milioni di euro per innovazione con una spesa media per addetto di 6.682 euro. La spesa per addetto varia notevolmente a livello settoriale: nell’industria si ha un valore pari a 9.000 euro, mentre nei servizi e nelle costruzioni si attesta poco sopra i 5.000 euro. Rispetto al dato nazionale, la spesa per addetto in Trentino è mediamente inferiore, fatta eccezione per il settore delle costruzioni. Tabella [All.6] 15 - Spesa media per innovazione tecnologica per addetto e macro settore (2010) - Migliaia di euro settore Industria Costruzioni Servizi Totale Spesa media per addetto Trentino 9,0 5,1 5,1 6,7 Italia 9,4 4,3 5,8 7,7 Circa l’80% della spesa sostenuta in provincia di Trento è costituita dalla spesa per attività di Ricerca e Sviluppo e da investimenti in macchinari e apparecchiature. Rispetto al dato nazionale la composizione della spesa è però piuttosto diversa: in Trentino risulta inferiore l’incidenza della spesa rivolta ad attività di Ricerca e 78 Servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento (2013), L’innovazione in Trentino Anni 2008-2010 Rapporto finale di valutazione – anno 2014 235 Allegato 6 – Documentazione relativa al capitolo 9 (incentivi in favore della ricerca industriale) Sviluppo, sia svolta internamente che extra muros, mentre maggiore è la spesa per l’acquisto in macchinari e impianti innovativi. In Italia il 29,8% delle imprese innovatrici ha dichiarato di aver ricevuto un contributo pubblico; in provincia, invece, la quota si attesta a un 56,2%, quasi il doppio del dato nazionale. Il maggior finanziamento pubblico a livello locale si rileva in tutti i settori produttivi, ma è particolarmente significativo nel settore dell’industria e in quello delle costruzioni. Emerge chiaramente dai dati il diverso ruolo svolto dalle amministrazioni locali nell’incentivare lo sviluppo dell’innovazione all’interno del tessuto economico: il 44,2% in Trentino contro il 21,2% dell’Italia. Anche se relativamente poco importanti come peso percentuale, in Trentino si osserva una quota di finanziamenti provenienti dall’Unione Europea pari al 4,4% del totale, rispetto al 2,9% del dato nazionale. Diversamente dallo scenario nazionale, in Trentino vi è una maggiore tendenza alla stipula di accordi di cooperazione per innovazione tecnologica: questo fenomeno è particolarmente significativo nel settore dell’industria e nel settore delle costruzioni. Tale dato è direttamente correlato alla dimensione aziendale; infatti le imprese medio – piccole (10 – 49 addetti) tendono a collaborare di meno con le altre imprese, mentre aumentando il numero di occupati, cresce la tendenza alla stipula di accordi. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 236 Allegato 7 - Traccia dell’indagine sugli stakeholder ricerca Allegato 7 - Traccia dell’indagine sugli stakeholder della ricerca INDAGINE PILOTA REFERENTI ISTITUZIONALI E STAKEHOLDER DELLA RICERCA TRENTINA – agosto/settembre 2013 TRACCIA INTERVISTA a) Ruolo √ RUOLO, E COMPITI OPERATIVI con riferimento alla MISSION della propria organizzazione, inclusi quelli impliciti di sostegno al sistema ricerca √ Risultati raggiunti e prospettive future b) Supporto al sistema ricerca innovazione √ STRUMENTI, FINANZIAMENTI, RISULTATI, √ AREE DI √ ATTORI e DINAMICHE del sistema PAT della ricerca, quali CRITICITÀ SUGGERIMENTI per superarle raggiungimento degli obiettivi espressi nella programmazione di settore (documenti di programmazione PAT: Piano di sviluppo provinciale e Programma pluriennale della ricerca) (espresse nei documenti di programmazione PAT) - Ambiente e gestione delle risorse naturali (ecologia, rischio ambientale, evoluzione climatica, biodiversità), - Scienza dei materiali: (micro- nanotecnologie inorganiche e ibride, - Tecnologie dell’informazione e della comunicazione Biotecnologie, genomica, post-genomica, biologia computazionale, - Neuroscienze e scienze cognitive, - Governance territoriale e standard globali dopo la crisi - Diritto ed economia per la valutazione delle politiche; attualità – riproponibilità - modifiche o integrazioni RICERCA ED INNOVAZIONE PRIORITARIE √ strumenti PAT di finanziamento alla ricerca e all’innovazione PUNTI DI FORZA e CRITICITÀ √ STRUMENTI e o PROCEDURE ATTUALI: INTERVENTI per MIGLIORARE LA RICADUTA √ MANCANZA di strumenti adottati invece in ALTRI contesti/luoghi c) Effetti e Conseguenze √ RISULTATI √ EFFETTI INDIRETTI GENERATI della ricerca trentina RITENUTI RILEVANTI (vantaggi competitivi) Rapporto finale di valutazione – anno 2014 dal finanziamento pubblico 237 Allegato 7 - Traccia dell’indagine sugli stakeholder ricerca d) Visione √ PROGRAMMAZIONE POLITICA: Elementi √ POLITICHE DI RICERCA E INNOVAZIONE: orientamento privilegiato tra - POTENZIAMENTO DELLE VOCAZIONI TERRITORIALI preesistenti - CREAZIONE EX NOVO di aree di ricerca - SOSTEGNO a nuovi insediamenti produttivi di matrice del sistema ricerca da RAFFORZARE tecnologica √ RAFFORZARE √ DOMANDA SOCIALE √ RAPPORTO RICERCA INNOVAZIONE E SOCIETÀ: la DIFFUSIONE e la VALORIZZAZIONE DEI RISULTATI: - SUGGERIMENTI PER I SOGGETTI OPERATIVI - SUGGERIMENTI PER LA PAT di SVILUPPO DEL TERRITORIO: capacità della politica di interpretarla iniziative e strumenti per la partecipazione pubblica e) Giudizio sintetico √ Come giudica le possibilità e il posizionamento del sistema trentino ricerca-innovazione, rispetto alle nuove sfide internazionali che lo attendono, anche in ragione delle ridotte prospettive economiche per il suo sostentamento. Rapporto finale di valutazione – anno 2014 238 INDICE TABELLE RAPPORTO Tabella 1 - Strumenti per l’attuazione delle linee generali di intervento........................................................ 22 Tabella 2 - Quadro sinottico degli Accordi di Programma per la XIV Legislatura con i principali enti strumentali di ricerca della Provincia............................................................................................................. 26 Tabella 3 - Indicazione quote FSE e FESR ..................................................................................................... 32 Tabella 4 - Tabella 2 originaria PPR XIV Legislatura ................................................................................... 32 Tabella 5 - Tabella 2 PPR XIV Legislatura con i valori attuali...................................................................... 32 Tabella 6 - Quadro sinottico di confronto tra le due Tabelle precedenti (Tabella 2 originaria PPR XIV Legislatura e con i valori attuali).................................................................................................................... 33 Tabella 7 - Quota additiva per convenzione con Trento RISE........................................................................ 33 Tabella 8 - Quota additiva per gli Accordi di Programma rispetto alle previsioni di inizio legislatura........ 33 Tabella 9 - Raffronto fra Tabella n.1 originaria PPR XIV Legislatura e Tabella con valori attuali.............. 35 Tabella 10 - Dati di bilancio per lo strumento “bandi” ................................................................................. 35 Tabella 11 - Dati di bilancio disaggregati per tipologia di bando ................................................................. 35 Tabella 12 - Quadro informativo per bandi “progetti esplorativi” attivati nell’ambito del progetto COFUND-Trentino.......................................................................................................................................... 37 Tabella 13 – Quadro informativo per bandi “progetti esplorativi” attivati nell’area delle humanities ........ 38 Tabella 14 – Indicazione delle aree tematiche finanziate con lo strumento del bando “progetti esplorativi” nel periodo 2009 - 2013 .................................................................................................................................. 38 Tabella 15 – Indicazione delle aree tematiche finanziate con lo strumento del bando “ grandi progetti 2012 ”.............................................................................................................................................................. 39 Tabella 16 - Indicazione delle aree tematiche finanziate con lo strumento del bando nel periodo 2009 – 2013 ................................................................................................................................................................. 39 Tabella 17 – Indicazione per organismo di ricerca dei progetti finanziati con lo strumento del bando “progetti esplorativi”...................................................................................................................................... 40 Tabella 18 – Indicazione per organismo di ricerca dei progetti finanziati con lo strumento del bando “grandi progetti 2012” ................................................................................................................................... 41 Tabella 19 - Quadro dei finanziamenti provinciali per ciascun esercizio finanziario del periodo 2009 – 2014 per lo strumento degli accordi per progetti specifici ...................................................................................... 42 Tabella 20 – Indicazione delle aree tematiche finanziate con lo strumento dell’Accordo per progetti specifici............................................................................................................................................................ 42 Tabella 21 - Indicazione della quota destinata al funzionamento negli Accordi di Programma con i soggetti istituzionali ...................................................................................................................................................... 43 Tabella 22 - Indicazione della quota destinata al funzionamento negli Accordi di Programma con la Fondazione Edmund Mach: dettaglio dei principali Centri............................................................................ 44 Tabella 23 - Indicazioni dai bilanci della Fondazione Bruno Kessler a fronte dell’Accordo di Programma 45 Tabella 24 - Indicazioni dai bilanci della Fondazione Edmund Mach a fronte dell’Accordo di Programma 47 Tabella 25 - Indicazioni dai bilanci del Museo delle Scienze a fronte dell’Accordo di Programma.............. 48 Tabella 26 – Autofinanziamento FBK nel triennio 2010 - 2012 ..................................................................... 49 Tabella 27 – Autofinanziamento FEM nel triennio 2010 - 2012..................................................................... 50 Tabella 28 – Autofinanziamento MUSE nel triennio 2010 - 2012 .................................................................. 51 Tabella 29 - Andamento della presentazione di progetti – per anno .............................................................. 84 Tabella 30 - Andamento della presentazione di progetti (sportello) – per anno ............................................ 84 Tabella 31 - Andamento della presentazione di progetti (bandi FESR) – per anno ....................................... 84 Tabella 32 - Ripartizione per aree di ricerca prioritarie ................................................................................ 88 Tabella 33 - Ripartizione per piattaforme tecnologiche.................................................................................. 88 Tabella 34 - Rapporto fra progetti approvati e non approvati – per anno ..................................................... 92 Tabella 35 - Costo proposto, costo ammesso, finanziamento e tempi di istruttoria per i progetti approvati – per anno........................................................................................................................................................... 93 Tabella 36 – Stato avanzamento bandi PCP a febbraio 2014....................................................................... 107 Tabella 37 – Stanziamenti della Provincia autonoma di Trento................................................................... 109 Rapporto finale di valutazione – anno 2014 239 INDICE TABELLE ALLEGATI Tabella [All.1] 1 - Spesa in ricerca e sviluppo (R&S) intra-muros per settore istituzionale (2007-2011)... 135 Tabella [All.1] 2 - Spesa in ricerca e sviluppo (R&S) intra-muros per settore istituzionale (serie storica completa: 2000 -2011) .................................................................................................................................. 136 Tabella [All.1] 3 - Spesa in ricerca e sviluppo (R&S) intra-muros per settore istituzionale (2007-2011)... 136 Tabella [All.1] 4 - Addetti alla ricerca e sviluppo R&S) per settore istituzionale (2007-2011)................... 136 Tabella [All.1] 5 - Addetti alla ricerca e sviluppo (R&S) per settore istituzionale (serie storica completa 2000 - 2011) .................................................................................................................................................. 137 Tabella [All.1] 6 - Stanziamenti di bilancio per la ricerca e sviluppo (R&S) della Provincia autonoma di Trento (2008-2012) ....................................................................................................................................... 137 Tabella [All.1] 7 - Stanziamenti di bilancio per la ricerca e sviluppo (R&S) della Provincia autonoma di Trento (serie storica completa 2003-2012) .................................................................................................. 138 Tabella [All.1] 8 - Stanziamenti per la ricerca e sviluppo (R&S) della Provincia autonoma di Trento. Confronti Trentino, Italia, UE15, UE27, Area Euro (17), UE 27 (2012) ..................................................... 138 Tabella [All.1] 9 - Stanziamenti della Provincia autonoma di Trento per obiettivo socio-economico prevalente (2008-2012) ................................................................................................................................. 138 Tabella [All.1] 10 - Occupati in settori ad alto contenuto tecnologico o ad alta intensità di conoscenza (2008-2012) ................................................................................................................................................... 139 Tabella [All.1] 11 - Percentuale e numero occupati in settori ad alto contenuto tecnologico o ad alta intensità di conoscenza (2012) ...................................................................................................................... 139 Tabella [All.1] 12 - Stock delle risorse umane in scienza e tecnologia (2002-2012) ................................... 140 Tabella [All.1] 13 - Stock delle risorse umane in scienza e tecnologia (2012)............................................. 140 Tabella [All.1] 14 - Incidenza percentuale della spesa in ricerca e sviluppo (R&S) intra-muros sul PIL: confronti regionali (2011) ............................................................................................................................. 141 Tabella [All.2] 1 - Incidenza di pubblicazioni su riviste internazionali afferenti a differenti ambiti scientifici........................................................................................................................................................ 147 Tabella [All.2] 2 - Trend temporale per differenti tipologie di pubblicazioni scientifiche ........................... 147 Tabella [All.2] 3 - Incidenza di pubblicazioni con coautori stranieri........................................................... 148 Tabella [All.2] 4 - Programmi internazionali di ricerca .............................................................................. 148 Tabella [All.2] 5 - Accordi quadro di collaborazione scientifica con centri di ricerca esteri attivi nel 2011 ............................................................................................................................................................... 149 Tabella [All.2] 6 - Eventi rivolti alla comunità scientifica ........................................................................... 150 Tabella [All.2] 7 - Trasferimento tecnologico: spin-off, brevetti e licensing................................................ 151 Tabella [All.2] 8 - Ricavi da contratti da soggetti privati (in migliaia di Euro).......................................... 151 Tabella [All.2] 9 - Ruoli e funzioni dei soggetti coinvolti nel processo di programmazione e verifica........ 153 Tabella [All.2] 10 - Composizione dei ricavi e quota di autofinanziamento rispetto al contributo in accordo di programma ................................................................................................................................................ 153 Tabella [All.2] 11 - Livello di autofinanziamento rispetto al contributo in accordo di programma ............ 154 Tabella [All.2] 12 - Finanziamento attraverso fondi da agenzie nazionali ed internazionali ...................... 155 Tabella [All.3] 1 - Progetti finanziati nell’ambito del Settimo Programma Quadro della Commissione europea, con coinvolgimento di FEM (dal 2010 in avanti)........................................................................... 164 Tabella [All.3] 2 - Quadro riepilogativo degli eventi realizzati ................................................................... 172 Tabella [All.3] 3 - Quadro riepilogativo dei metodi e procedure sviluppate................................................ 172 Tabella [All.3] 4 - Quadro riepilogativo degli indicatori per spin–off ......................................................... 173 Tabella [All.3] 5 - Quadro di sintesi per eventi, contratti e progetti di ricerca............................................ 173 Tabella [All.3] 6 - Modello organizzativo per Aree Funzionali (AF) ........................................................... 178 Tabella [All.3] 7 – Analisi capacità di autofinanziamento per centri Fondazione Edmund Mach - Anni 2010 - 2012.................................................................................................................................................... 182 Tabella [All.4] 1 - Quadro di raffronto per il Finanziamento e il Personale ............................................... 191 Rapporto finale di valutazione – anno 2014 240 Tabella [All.4] 2 - Riepilogo per Indicatori .................................................................................................. 191 Tabella [All.4] 3 - Quadro delle pubblicazioni 2011 per programmi di ricerca .......................................... 195 Tabella [All.4] 4 - Quadro delle pubblicazioni per il periodo 2010 – 2012 ................................................. 195 Tabella [All.4] 5 - Quadro delle pubblicazioni media 2008 – 2009 ............................................................. 195 Tabella [All.4] 6 - Numero di pubblicazioni con comitato di valutazione nazionale ................................... 196 Tabella [All.4] 7 - Numero di relazioni tecniche e/o piani di gestione che vengono prodotti nell’ambito di progetti di documentazione e gestione delle risorse naturali........................................................................ 197 Tabella [All.4] 8 - Elenco per Volumi prodotti dalla Editoria Scientifica del Museo (Studi Trentini di Scienze Naturali Quaderni del Museo, Atlanti, Monografie, Natura Alpina)............................................................ 197 Tabella [All.4] 9 - Stato delle collezioni al 2010 .......................................................................................... 198 Tabella [All.4] 10 – Indicatori relativi alle collezioni .................................................................................. 199 Tabella [All.4] 11 – Struttura delle collaborazioni scientifiche.................................................................... 201 Tabella [All.4] 12 – Dati relativi all’autofinanziamento .............................................................................. 205 Tabella [All.5] 1 - Griglia di valutazione compilata per la Fondazione Bruno Kessler nell’ambito dell’Accordo di Programma per la XIV Legislatura ..................................................................................... 214 Tabella [All.5] 2 - Griglia di valutazione compilata per la Fondazione Edumnd Mach nell’ambito dell’Accordo di Programma per la XIV Legislatura ..................................................................................... 217 Tabella [All.5] 3 - Griglia di valutazione compilata per il Museo delle Scienze nell’ambito dell’Accordo di Programma per la XIV Legislatura ............................................................................................................... 220 Tabella [All.6] 1 - Sintesi degli esiti delle richieste di finanziamento presentate – per anno....................... 222 Tabella [All.6] 2 - Sintesi degli esiti delle richieste di finanziamento presentate – per dimensione ........... 223 Tabella [All.6] 3 - Rapporto fra progetti approvati e non approvati (respinti, rinunce, revoche) – per anno ............................................................................................................................................................... 223 Tabella [All.6] 4 - Rapporto fra progetti approvati e non approvati (respinti, rinunce, revoche) – per dimensione..................................................................................................................................................... 223 Tabella [All.6] 5 - Rapporto fra costo presentato, costo ammesso e finanziamento per i progetti approvati – per anno........................................................................................................................................................ 223 Tabella [All.6] 6 - Rapporto fra costo presentato, costo ammesso e finanziamento per i progetti approvati – per dimensione............................................................................................................................................... 224 Tabella [All.6] 7 - Rapporto fra ricerca industriale e sviluppo precompetitivo in termini di costo proposto e costo ammesso per i progetti approvati – per anno ...................................................................................... 224 Tabella [All.6] 8 - Rapporto fra ricerca industriale e sviluppo precompetitivo in termini di costo proposto e costo ammesso per i progetti approvati – per dimensione ............................................................................ 224 Tabella [All.6] 9 - Valore economico delle collaborazioni scientifiche per anno e competenza.................. 225 Tabella [All.6] 10 - Valore economico delle collaborazioni scientifiche per organismo ............................. 226 Tabella [All.6] 11 - Tempo di svolgimento delle procedure – per anno ....................................................... 226 Tabella [All.6] 12 - Tempo di svolgimento delle procedure – per dimensione............................................. 227 Tabella [All.6] 13 - Costi per gli esperti – per anno..................................................................................... 227 Tabella [All.6] 14 - Costi per gli esperti – per dimensione dei progetti ....................................................... 228 Tabella [All.6] 15 - Spesa media per innovazione tecnologica per addetto e macro settore (2010) Migliaia di euro............................................................................................................................................. 235 Rapporto finale di valutazione – anno 2014 241
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