DEF-relazione-geologica-geotecnica

GENIO CIVILE BACINO ARNO – TOSCANA CENTRO
SEDE DI AREZZO
PROGETTO DEFINITIVO
SISTEMAZIONE IDRAULICA DEL TORRENTE ESSE DI MONTE SAN SAVINO (AR)
RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA
COMMITTENTE
Regione Toscana - Giunta Regionale
D.G. Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici
Settore: GENIO CIVILE BACINO ARNO – TOSCANA CENTRO
Dir. Resp. Dott. Geol. Francesca Romana Pittaluga
PROGETTISTI
IL RESPONSABILE UNICO
DEL PROCEDIMENTO
Ing. Marianna Bigiarini
Ing. Alessandro Boganini
Dott. Geol. Antonella Bellotti
Dott. Geol. Barbara Strillozzi
DIRETTORI DEI LAVORI
COLLABORATORI ALLA PROGETTAZIONE
Ing. Marianna Bigiarini
P.I. Giulio Frasconi
Geom. Claudio Grazi
COLLABORATORI alla D.LL
COORDINATORE DELLA PROGETTAZIONE
P.I. Giulio Frasconi
Ing. Anna Valoriani
Geom. Claudio Grazi
COORDINATORE PER LA SICUREZZA IN FASE
DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE
geom. Antonello Mazzolin
PD_G_RGT_001_00
DATA: 25/08/14
1
Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
INDICE GENERALE
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
8.1
8.2
8.2
8.3
8.4
9.
10.
11.
PREMESSA .............................................................................................................................................................. 2
INQUADRAMENTO GEOLOGICO ....................................................................................................................... 3
Fig. 1 Carta geologica (estratto CARG).................................................................................................................... 4
INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO ......................................................................................................... 5
Fig. 2 Carta geomorfologica del R.U........................................................................................................................ 6
Fig. 3 Carta della pericolosità geomorfologica del PAI............................................................................................ 7
INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO ............................................................................................................. 7
INDAGINI GEOTECNICHE IN SITO E MODELLO GEOLOGICO..................................................................... 9
CARATTERIZZAZIONE GEOTECNICA ............................................................................................................ 14
ANALISI SISMICA................................................................................................................................................ 16
VERIFICHE GEOTECNICHE ............................................................................................................................... 18
VERIFICHE DI STABILITÀ ................................................................................................................................. 19
VERIFICA CAPACITÀ PORTANTE ARGINE.................................................................................................... 21
STIMA DEI CEDIMENTI...................................................................................................................................... 22
LIQUEFAZIONE.................................................................................................................................................... 24
VERIFICA AL SIFONAMENTO........................................................................................................................... 24
GESTIONE E RIUTILIZZO DELLE TERRE........................................................................................................ 26
MATERIALE PER RILEVATO ARGINALE ....................................................................................................... 28
CONTROLLI ESECUTIVI SUI MATERIALI DEL RILEVATO ARGINALE.................................................... 29
ALLEGATI: SEZIONI GEOLOGICHE.....................................................................................................................
ALLEGATI: PROVE PENETROMETRICHE E MASW ..........................................................................................
ALLEGATI: ANALISI DI LABORATORIO (GEOTECNICHE E CHIMICHE) .....................................................
APPENDICE 1: CALCOLO AZIONE SISMICA ......................................................................................................
APPENDICE 2: VERIFICHE DI STABILITÀ ..........................................................................................................
APPENDICE 3: CALCOLO DEI CEDIMENTI ........................................................................................................
2
Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
1. PREMESSA
Il Documento annuale per la difesa del suolo 2014, approvato con Delibera di Giunta Regionale n.
1194 del 23.12.2013, individua, tra gli interventi ammessi a finanziamento, la sistemazione
idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino, finalizzata alla riduzione del rischio idraulico del
territorio, per il quale è previsto un finanziamento di € 1.000.000,00. Il suddetto piano ha ammesso
a finanziamento anche lo studio finalizzato alla sistemazione del torrente Esse a Monte San Savino,
per un importo di € 50.000,00. Quest’ultimo importo è stato utilizzato per effettuare il rilievo
topografico delle sezioni fluviali del Torrente Esse, nel tratto compreso tra il ponte della linea
ferroviaria Arezzo-Sinalunga e la confluenza con il torrente Leprone, e la campagna di indagini
geognostiche e geofisiche, oltre che le analisi chimiche dei terreni costituenti l’argine attuale. Tali
indagini sono state effettuate prevalentemente nel tratto compreso tra il ponte della linea ferroviaria
ed il ponte della S.P. 25, perché sulla base del’esito della verifica idraulica e considerato il
finanziamento disponibile, si è ritenuto di concentrare l’intervento in tale tratto, con l’obiettivo del
riassetto e adeguamento della sezione idraulica e delle strutture arginali del torrente Esse ai fini
della messa in sicurezza idraulica per un tempo di ritorno duecentennale.
Il progetto consiste pertanto nel sovralzo e ringrosso arginale, in modo da garantire una larghezza
in sommità di 4 metri ed un franco adeguato rispetto al livello di piena associato ad tempo di ritorno
duecentennale. Verrà inoltre realizzato un ampliamento della sezione mediante la realizzazione di
una banca interna (di larghezza pari a 3.5 metri), necessaria per consentire ai mezzi meccanici la
manutenzione del canale, in sinistra nel tratto compreso tra il ponte della ferrovia ed il ponte della
S.R. 73, in destra idraulica tra il ponte della S.R. 73 ed il guado esistente, e di nuovo in sinistra tra il
guado ed il ponte della S.P. 25. L’ubicazione della banca talora in sinistra, talora in destra idraulica,
si rende necessaria a causa della presenza di abitazioni in sinistra, a valle del ponte della S.R. 73, ed
in destra a monte della S.P. 25, e per evitare l’ampliamento lato campagna nelle particelle di
proprietà dello stabilimento Santa Fiora, in modo tale da non interferire con i pozzi minerali
esistenti.
La presente relazione viene redatta ai sensi del D.Lgs 163/2006, del D.P.R. 207/2010 ed in
conformità al D.M. 14 gennaio 2008 e alla relativa circolare esplicativa n. 617 del 02/02/2009. La
relazione è stata redatta in coerenza anche con l’art. 6, comma 2 ,del D.P.G.R. 36/R/2009.
I rilevati arginali, inquadrati come opere in materiale sciolto, sono disciplinati nei paragrafi 6.8 e
7.11.4 delle Norme Tecniche per le Costruzioni 2008; saranno pertanto eseguite le verifiche agli
SLU idraulici (filtrazione e sifonamento), le verifiche agli SLU (capacità portante e stabilità globale
in condizioni statiche e sismiche) e le verifiche agli SLE (calcolo dei cedimenti).
Per quanto riguarda i vincoli, la zona non è soggetta né a vincolo idrogeologico, né a vincolo
paesaggistico. In particolare, per quanto concerne quest’ultimo, il Torrente Esse di Foiano, iscritto
nell’elenco delle acque pubbliche della Provincia di Arezzo con n. 181, nel tratto oggetto degli
interventi è stato svincolato con D.C.R.T. n. 95 del 11/03/1986 “ Determinazione dei fiumi, torrenti,
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Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
corsi d’acqua classificati pubblici da escludere, in tutto o in parte, dal vincolo paesaggistico per la
loro irrilevanza a tali fini (legge 8 agosto 1985 n. 431, articolo 1/quater); approvazione dell’elenco
regionale dei tratti esclusi”.
2. INQUADRAMENTO GEOLOGICO
La zona in esame è situata nella pianura alluvionale, incisa dal Torrente Esse, disposta in direzione
NW-SE a quote comprese tra 260 e 270 metri s.l.m..
Dal punto di vista geologico la zona è caratterizzata dalla presenza dei sedimenti alluvionali
olocenici (b), che poggiano sui depositi fluvio-lacustri pleistocenici (d) (Fig. 1).
In particolare, nell’area in esame affiorano le alluvioni fluviali recenti ed attuali (b) costituite da
limi sabbiosi e sabbie argillose di colore bruno-avana, con intercalate lenti di sabbia e, più
raramente, di ghiaia e ciottolami. Talora sono presenti anche melme lacustri e palustri di epoca
recente ed attuale. Tali depositi presentano una giacitura sub-orizzontale e si collocano in
discordanza stratigrafica sui sottostanti sedimenti fluvio-lacustri.
I depositi pleistocenici appartengono alla formazione delle argille, argille siltose e sabbie di
Foiano della Chiana (Sub-Sintema di Marciano della Chiana) e sono costituiti da argille ed argille
siltose plastiche (mar_d) di colore da grigio scuro a nocciola, con screziature ocracee e turchine o
bruno-avana, con resti di frustoli di carbone e talora livelli con scarse ghiaie arrotondate e appiattite
a composizione arenacea.
Frequente è la presenza di caliche di dimensioni da millimetriche a decimetriche.
Intercalate alle argille si trovano sabbie e siltiti sabbiose che formano i seguenti livelli dal basso
verso l’alto:
mar_d2 sabbie fini o silt avana, screziate, con frequenti livelli a caliche o con noduli di
manganese;
mar_d3 sabbie da fini a grossolane di colore bruno-arancio, talora laminate, con frequenti livelli a
caliche;
mar_d4 sabbie quarzose prevalentemente medie o medio-grossolane di colore bruno arancio.
Lo spessore dell’intera unità è di circa 50 metri.
Il substrato geologico dell’area è rappresentato dalle arenarie della formazione del Macigno
(MAC) che affiorano in corrispondenza dell’abitato di Monte San Savino. Si tratta di arenarie
torbiditiche terrigene, in strati da centimetrici a metrici, talora a base erosiva e/o amalgamata,
intercalate ad argilliti ed argilliti siltose grigio scure da centimetriche a decimetriche. Gli strati più
spessi e grossolani si susseguono l’uno sopra l’altro costituendo intervalli, spessi anche alcune
decine di metri, separati da altrettanti intervalli nei quali prevalgono gli strati torbiditici e fini.
L’assetto stratigrafico-strutturale, a scala regionale, evidenzia la presenza di una profonda incisione
fluvio-lacustre bordata da strutture tettoniche e colmata da sedimenti medio-grossolani, alla base,
appartenenti a conoidi e con sedimenti più fini al tetto, di chiara origine fluviale. La formazione del
Macigno ha una giacitura a monoclinale con immersione verso est.
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Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
Fig. 1 – Carta geologica (estratto CARG sezione 298050) scala fit.
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Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
3. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO
La zona in esame da un punto di vista morfologico è caratterizzata da due elementi principali: la
pianura alluvionale, incisa dal Torrente Esse, disposta in direzione NW-SE a quote di circa 260-270
metri s.l.m. e la dorsale arenacea di Monte San Savino, che si sviluppa a quote di circa 300-400
metri s.l.m..
Le zone di affioramento dei litotipi lapidei della formazione del Macigno presentano forme dolci
ed arrotondate come conseguenza dell’azione erosiva, che agisce prevalentemente sulle frazioni
argillitiche; la pianura alluvionale è invece interessata dalla deposizione di sedimenti
prevalentemente fini e non presenta fenomeni di subsidenza in atto.
Il bacino sedimentario della Val di Chiana, caratterizzato nel passato da laghi e paludi, è stato
oggetto di bonifica in più fasi, in tempi storici, con la realizzazione di canali di drenaggio e/o di
bonifica e di colmate.
La zona oggetto d’intervento si sviluppa nella pianura alluvionale che, per sua natura, non
presenta problematiche di carattere geomorfologico.
Come risulta dalla consultazione della carta geomorfologica allegata al Regolamento Urbanistico
(Fig. 2) le uniche forme che caratterizzano la zona sono gli argini artificiali ed alcune tracce di
paleoalvei del T. Esse.
Gli interventi in progetto consistono essenzialmente nel sovralzo e ringrosso arginale, in modo da
garantire una larghezza in sommità di 4 metri ed un franco adeguato rispetto al livello di piena
associato a tempo di ritorno duecentennale, oltre all’ampliamento della sezione mediante la
realizzazione di una banca interna (di larghezza pari a 3.5 metri), necessaria per consentire ai mezzi
meccanici la manutenzione del canale. Tale banca sarà realizzata in sinistra nel tratto compreso tra
il ponte della ferrovia ed il ponte della S.R. 73, in destra idraulica tra il ponte della S.R. 73 ed il
guado esistente, e di nuovo in sinistra tra il guado ed il ponte della S.P. 25.
L’ubicazione della banca talora in sinistra, talora in destra idraulica, si rende necessaria a causa
della presenza di abitazioni in sinistra, a valle del ponte della S.R. 73, ed in destra a monte della
S.P. 25, e per evitare l’ampliamento lato campagna nelle particelle di proprietà dello stabilimento
Santa Fiora, in modo tale da non interferire con i pozzi minerali esistenti.
Tali interventi non comporteranno alterazione della attuale situazione geomorfologica dell’area.
Nello strumento urbanistico comunale vigente, redatto ai sensi del D.P.G.R. 26/R/2007, la pianura
alluvionale del Torrente Esse è inserita in classe di pericolosità geologica bassa G.1, mentre gli
argini ricadono in pericolosità elevata G.3, in quanto rilevati antropici.
Nel PAI (stralcio n. 147) l’area alluvionale non ricade in alcuna classe di pericolosità
geomorfologica, mentre le zone collinari limitrofe sono classificate in PF1 (Fig. 3).
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Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
7
Fig. 2 – Carta geomorfologica del Regolamento Urbanistico.
Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
Fig. 3 – Estratto della carta della pericolosità geomorfologica del PAI.
4. INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO
La struttura idrogeologica della zona è caratterizzata da un’ampia pianura alluvionale, con
sedimenti che presentano spessori dell’ordine di alcune decine di metri (20-40 m), formati
prevalentemente da litologie limoso-argillose di colmata.
La permeabilità dei depositi alluvionali è del tipo primario per porosità, legata quindi alla
granulometria ed al grado di addensamento del sedimento, mentre le rocce del substrato presentano
una permeabilità secondaria per fratturazione.
Nei sedimenti alluvionali sono presenti due livelli acquiferi: il primo è costituito da sabbie poste a
profondità comprese tra 4 e 20 m dal p.c. ed il secondo, di natura più grossolana (sabbie con
ciottolami), è situato alla base della formazione alluvionale ad una profondità media di circa 35 m
dal p.c. La superficie piezometrica della falda è localizzata nel primo acquifero ad una profondità di
circa 4-5 m dal p.c..
Una stima di maggior dettaglio dei livelli idrici più superficiali è stata fatta a seguito
dell’installazione di piezometri a tubo aperto sia nei fori dei due sondaggi geognostici, sia in 8
prove penetrometriche; la tabella sottostante riporta i valori del rilievo, eseguito tra le date del
30/06/2014 e del 02/07/2014, con la quota calcolata rispetto al piano campagna della prova.
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Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
Prova
Quota piezometrica falda dal p.c.
S1
S2
CPTU1
CPTU2
CPTU3
CPTU5
CPTU6
CPTU7
CPTU10
CPTU13
CPTU15
2.90*
4.65
4.20
5.20
4.10
5.10
4.73
4.65
4.73
5.00
4.20
* valore anomalo corrispondente alla misura dell’acqua usata nel sondaggio
Verificate le sezioni idrauliche e considerata la quota alla quale si attesta mediamente il battente
idrico nel periodo di morbida, i valori misurati definiscono una relazione diretta tra fiume e falda.
Il livello freatico varia mediamente tra 4.10 (settore di monte) e 5.20 metri (settore di valle) al di
sotto del piano campagna.
In fase di cantiere si dovrà provvedere alla sistemazione dei piezometri interferenti con i lavori e
quelli non necessari per il monitoraggio, al fine di tutelare la falda ed evitare fenomeni di
filtrazione.
A tale scopo se ne dispone la cementazione realizzata come segue:
- rimozione del chiusino metallico e smaltimento (o recupero) degli stessi;
- getto nel perforo, a risalire fino in sommità, di miscela di bentonite e cemento idraulico;
- eliminazione e smaltimento a norma di legge della porzione eccedente del terminale
piezometrico qualora la quota del piano di campagna attuale sia superiore alla quota di progetto.
Al di sotto dei depositi alluvionali sono presenti sedimenti fluvio-lacustri, di natura argillosolimosa prevalente, fino a profondità di circa 80 metri, che presentano una scarsa permeabilità
primaria. Alla base di tali depositi si rinvengono materiali più grossolani, costituiti da ciottolami
arenacei e sabbie, riferibili a strutture sedimentarie di conoidi pedemontane della fase glaciale di
riempimento della depressione tettonica pleistocenica. Tali sedimenti sono sede dell’acquifero
sfruttato dalla limitrofa Concessione Santafiora. Questi poggiano sulle arenarie del basamento
lapideo del bacino ad una profondità variabile da 100 a 120 metri dal p.c.. L’assetto strutturale della
formazione del Macigno, con immersione degli strati verso est e quindi in direzione della pianura
alluvionale, favorisce il deflusso idrico verso il centro del bacino, garantendo una continua
alimentazione degli acquiferi di fondovalle.
L’acquifero alluvionale e quello fluvio-lacustre risultano in zona fortemente sfruttati con
formazione di fenomeni di interferenza tra le varie opere di captazione presenti.
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Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
L’area di pianura afferisce all’acquifero fluvio-lacustre della Val di Chiana, dichiarato vulnerabile
da nitrati di origine agricola in ottemperanza alla Direttiva 91/676/CEE. L’uso del suolo della zona
risulta infatti prevalentemente agricolo, con colture a seminativo di tipo intensivo.
Nel progetto “Piano Stralcio Bilancio Idrico” dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno, adottato
con delibera di Comitato Istituzionale n. 204 del 28/02/2008, l’area in esame ricade in parte in zona
D1 (acquiferi con bilancio prossimo all’equilibrio e a bilancio positivo - aree ad elevata
disponibilità) ed in parte in zona D2 (acquiferi con bilancio prossimo all’equilibrio e a bilancio
positivo – aree a disponibilità prossima alla ricarica), per le quali si applicano le indicazioni di cui
all’art. 11 delle misure di salvaguardia.
5. INDAGINI GEOTECNICHE IN SITO E MODELLO GEOLOGICO
Allo scopo di caratterizzare i terreni in esame, dal punto di vista litostratigrafico e geotecnico,
sono state effettuate n° 15 prove penetrometriche statiche con piezocono CPTU e n. 2 sondaggi a
carotaggio continuo (S1, S2), ubicati come riportato in allegato, tutti spinti fino alla profondità di 10
m dal p.c., con prelievo nei fori di sondaggio di n. 4 campioni indisturbati da sottoporre ad analisi di
laboratorio e di n. 4 campioni disturbati da sottoporre ad analisi chimiche per la determinazione dei
metalli pesanti e degli idrocarburi (Arsenico, Cadmio, Cromo totale, Cromo esavalente, Nichel,
Piombo, Rame, Zinco, Idrocarburi pesanti, IPA), oltre alla esecuzione di prove SPT.
All’interno dei fori di sondaggio sono state eseguite anche prove di permeabilità Lefranc a carico
variabile, della durata di 30 minuti, che ci hanno permesso di definire i coefficienti di permeabilità
in situ dei terreni indagati, confermati anche dai valori ricavati durante l’esecuzione delle prove
edometriche:
n. sondaggio
Profondità (m)
litologia
falda
S1
1.50-2.00
assente
S1
3.50-4.00
assente
2.33E-08
S2
1.50-2.00
assente
5.57E-08
S2
3.00-4.00
Ghiaie e clasti in
matrice
limoso
argillosa
Argilla
limosa
molle
Limo sabbioso e
sabbia limosa
Limo sabbioso e
sabbia limosa
Coefficiente di
permeabilità K
(m/sec)
4.65E-07
assente
4.96E-07
In allegato vengono riportati i dati delle penetrometrie e le stratigrafie dei sondaggi, eseguiti dalla
Ditta Tecna di Arezzo, oltre ai report dei laboratori geotecnico e chimico.
Per le prove penetrometriche, i risultati di ciascun test eseguito, elaborati con software dedicato,
sono consultabili nei report specifici.
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Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
Per ciascun Test sono forniti i valori registrati (con passo di 2 cm) in formato numerico e grafico
dei valori dei seguenti parametri del terreno:
Resistenza alla punta Qc (MPa)
Resistenza laterale Fs (KPa)
Pressioni interstiziali U (kPa)
Rapporto di frizione (%)
Inclinazione dalla verticale Tilt (°)
Velocità di Avanzamento Speed (cm/s)
Resistenza alla punta Normalizzata Qt (MPa)
Differenza Pressioni neutrali attorno al cono e Pressione idrostatica U-U0 (kPa)
Sono stati prodotti esempi di elaborazione dei risultati per fini litostratigrafici e geotecnici,
mediante l’ausilio del software “CPeT-IT v.1.7.6.42-CPTU data presentation & interpretation
software”, che dovranno essere valutati e definiti ai fini della caratterizzazione geomeccanica dei
terreni propedeutici alle verifiche delle opere in progetto.
I campioni di terreno indisturbati prelevati in ciascun foro di sondaggio, rispettivamente alle
profondità di 1.0-1.50 m e di 3.00-3.50 m dal p.c., sono stati sottoposti alle seguenti determinazioni
(laboratorio Laboter S.n.c.):
analisi granulometrica completa di tutti i campioni;
analisi delle caratteristiche fisiche mediante la determinazione del contenuto d’acqua
naturale, della porosità, dell’indice dei vuoti, del peso di volume naturale e saturo e del
peso specifico dei grani;
analisi delle proprietà indice dei terreni mediante la determinazione dei limiti di Atterberg;
classificazione dei terreni mediante il sistema AASHTO;
esecuzione di prove di compattazione (prova Proctor Standard);
esecuzione di prova di compressione semplice (a espansione laterale libera ELL);
ersecuzione di prova di taglio diretto consolidata drenata C.D:
esecuzione di prove edometriche e di permeabilità in cella edometrica.
Sono state inoltre effettuate n. 2 indagini sismiche del tipo MASW allo scopo di definire la
categoria di suolo di fondazione (vedi allegati).
Per quanto riguarda il calcolo del parametro sismico Vs30, questo è stato ottenuto partendo dai
valori delle velocità delle onde SH e dai risultati ottenuti è possibile classificare il terreno degli
argini oggetto di studio in Categoria C ossia:
Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina mediamente
consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle
proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 180 e 360 m/s (ovvero 15 <
Nspt,30 < 50 nei terreni a grana grossa e 70 < cu,30 < 250 kPa nei terreni a grana fina).
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Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
E’ comunque da tenere presente, che considerata la notevole estensione dell’intervento, che
complessivamente (destra e sinistra idraulica) ricopre uno sviluppo superiore a 3 Km, non è stato
possibile indagare la struttura arginale in modo continuativo e per tutta la sua estensione, e pertanto,
trattandosi di un’opera antropica, è probabile che disomogeneità litologiche e di compattazione
siano comunque presenti, rimanendo tuttavia impossibile stabilirne in questa sede entità e tipologia.
Eventuali anomalie o non compatibilità che dovessero emergere nel corso dei lavori, o difformità
rispetto a quanto a disposizione e rilevato nel corso delle indagini, dovranno accuratamente essere
evidenziate e risolte in fase di esecuzione dei lavori, in modo che in corso d’opera possano essere
messi a punto piani di intervento mirati alla risoluzione di problematiche specifiche.
Uno degli obiettivi di maggior interesse dello studio è stato quello di ricostruire il modello
geologico dell’area di intervento sulla base dei dati acquisiti durante le campagne geognostiche.
Si riporta di seguito la descrizione del modello geologico ricavata dall’elaborazione dei sondaggi e
delle prove penetrometriche limitatamente al tratto oggetto del presente studio:
S1
0.0-0.80 m
0.80-1.00 m
1.00-1.50 m
1.50-2.30 m
2.30-2.60 m
2.60-3.00 m
3.00-3.50 m
3.50-4.70 m
4.70-6.40 m
6.40-7.00 m
7.00-8.70 m
8.70-10.0 m
S2
0.0-0.15 m
0.15-0.70 m
0.70-1.00 m
1.00-1.50 m
1.50-1.80 m
1.80-2.00 m
2.00-3.00 m
3.00-3.50 m
3.50-4.70 m
4.70-5.70 m
5.70-6.50 m
6.50-7.50 m
7.50-8.00 m
Terreno di riporto con resti vegetali nei primi 20 cm costituito da ghiaie e
frammenti di laterizi in matrice argilloso limosa marrone
Campione rimaneggiato 1 (sabbia limosa compatta di colore marrone)
Campione indisturbato 1 (sabbia limosa con ciottoletti e tracce torbose
mediamente addensata, di colore marrone)
Ghiaie e clasti in matrice limoso argillosa marrone
Sabbia limosa marrone
Campione rimaneggiato 2 (sabbia limosa molle di colore marrone)
Campione indisturbato 2 (limo sabbioso molle di colore marrone)
Argilla limosa grigia molle
Argilla grigia consistente (NSPT = 15 colpi a 5 m di profondità)
Argilla debolmente sabbiosa di colore grigio-verde
Argilla limoso sabbiosa ocra a bande grigie e marroni con piccoli clasti (NSPT =
21 colpi a 8 m di profondità)
Argilla marrone consistente con rara sabbia
Terreno di riporto con resti vegetali
Sabbia limosa marrone con presenza di rari ciottoli verso il basso dello strato
Campione rimaneggiato 1 (limo sabbioso marrone)
Campione indisturbato 1 (sabbia limosa marrone)
Limo sabbioso e sabbia limosa marrone
Campione rimaneggiato 2 (sabbia limosa molle di colore marrone)
Limo sabbioso e sabbia limosa marrone
Campione indisturbato 2 (sabbia fine leggermente limosa, poco addensata, di
colore marrone)
Limo sabbioso e sabbia limosa marrone
Limo sabbioso grigio e sabbia limosa
Argilla plastica grigia (NSPT = 5 colpi a 6 m di profondità)
Argilla sabbiosa marrone
Limo sabbioso grigio molle alternato ad argilla sabbiosa
12
Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
8.00-8.60 m
8.60-9.00 m
9.00-9.50 m
9.50-10.0 m
Argilla limoso sabbiosa ocra con piccoli ciottoli (NSPT = 13 colpi a 8.5 m di
profondità)
Limo sabbioso ocra con piccoli ciottoli
Sabbia limosa ocra e marrone
Argilla marrone con limo e sabbia
CPTU1
0.0-1.00 m
1.00-5.00 m
5.00-7.70 m
7.70-10.0 m
Terreno di riporto costituente il rilevato arginale
Sabbie limose e limi sabbiosi con rari ciottoli
Argille limose molli
Argille limose e limi argillosi
CPTU2
0.0-4.70 m
4.70-10.0 m
Sabbie limose e limi sabbiosi con rari ciottoli
Argille limose alternate a limi sabbiosi e limi argillosi
CPTU3
0.0-1.00 m
1.00-4.50 m
4.50-6.50 m
6.50-10.50 m
Terreno di riporto costituente il rilevato arginale
Sabbie limose e limi sabbiosi
Argille limose molli
Argille limose e limi argillosi
CPTU4
0.0-5.00 m
5.00-6.50 m
6.50-10.0 m
Sabbie limose e limi sabbiosi con rari ciottoli
Argille limose molli
Argille limose e limi argillosi con livelli di limi sabbiosi
CPTU5
0.0-5.20 m
5.20-9.80 m
Sabbie limose e limi sabbiosi
Argille limose e limi argillosi
CPTU6
0.0-5.50 m
5.50-7.80 m
7.80-10.0 m
Sabbie limose e limi sabbiosi con rari ciottoli
Argille limose molli
Argille limose e limi argillosi con livelli di limi sabbiosi
CPTU7
0.0-4.50 m
4.50-6.70 m
6.70-8.80 m
Sabbie limose e limi sabbiosi
? (perdita di dati)
Argille limose e limi argillosi
CPTU9
0.0-4.60 m
4.60-5.70 m
5.70-10.0 m
Sabbie limose e limi sabbiosi con rari ciottoli
Argille limose molli
Argille limose e limi argillosi
13
Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
CPTU11
0.0-4.80 m
4.80-7.00 m
7.00-10.0 m
Sabbie limose e limi sabbiosi con rari ciottoli
Argille limose molli
Argille limose e limi argillosi
CPTU15
0.0-4.80 m
4.80-7.50 m
7.50-10.50 m
Sabbie limose e limi sabbiosi con rari ciottoli
Argille limose molli
Argille limose e limi argillosi
Più in generale possiamo schematizzare il modello geologico rappresentativo dell’intero tratto
oggetto di studio come di seguito indicato (vedi sezioni geologiche in allegato):
0.0-0.50/1.00 m
0.50/1.00-3.50/5.70 m
3.50/5.70-10.0 m
Terreni di riporto costituenti l’argine
Sedimenti alluvionali costituiti da sabbie limose e limi sabbiosi di colore
marrone, talora con ghiaie e ciottoli in matrice limoso-argillosa
Argille limose e limi argillosi di origine fluvio-lacustre di colore grigio,
talora con lenti di argille molli e livelletti di sabbie limose
14
Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
6. CARATTERIZZAZIONE GEOTECNICA
Il progetto prevede il sovralzo ed il ringrosso arginale, oltre alla messa in opera di una
controbanca, per la cui realizzazione è previsto uno scavo superficiale minimo di 50 cm, sul quale
verrà impostato il cassonetto di fondazione. Inoltre, per garantire adeguata ammorsatura con il
rilevato esistente, si consiglia di eseguire una gradonatura sul fianco di questo con dimensione dei
gradoni pari ad almeno 1.5 m/1.0 m (larghezza/altezza).
Sulla base della campagna di indagini geognostiche e geofisiche effettuate è stato possibile
stimare la profondità del corpo arginale attuale, contraddistinto da litologie sabbioso-limose, tra gli
0.5 ed 1.0 m.
A profondità maggiori si estendono invece i terreni in posto che risultano caratterizzati da
granulometrie analoghe a quelle del rilevato arginale fino alla profondità massima di 5.70 m dal p.c.
e poi da granulometrie più fini con la profondità (terreni argilloso-limosi).
Lo scavo per la realizzazione della controbanca di progetto interesserà i sedimenti alluvionali e
pertanto i terreni di fondazione della stessa saranno del tipo sabbioso-limoso.
Nella tabella sottostante sono riportati i valori dei parametri meccanici associati al materiale
analogo a quello che costituisce l’argine derivanti dalle prove di laboratorio:
campione
litologia
S1C2
Sabbia con
limo
debolmente
argillosa e
ghiaiosa
Sabbia limosa
S2C2
Prof.
(m)
1.0-1.50
γsat
(KN/mc)
19.4
γ
(KN/mc)
18.2
φ'
(°)
26.1
c’
(KN/mq)
10.2
cu
(KN/mq)
43
1.0-1.50
19.8
18.2
27.1
13.1
47
Dai risultati delle prove CPTU, per quanto riguarda l’angolo di attrito del terreno alluvionale che
sarà utilizzato per la realizzazione del rilevato arginale, se si mediano i risultati tra i primi 15 strati
corrispondenti ad uno spessore complessivo pari a 5 m, si ottengono i seguenti valori (utilizzando la
formula di correlazione tra qc e φ' di Koppejan:
φ' media = 31°
Sempre dai risultati delle prove CPTU, per quanto riguarda la coesione non drenata del terreno
alluvionale costituente il rilevato arginale, se si mediano i risultati tra i primi 15 strati corrispondenti
ad uno spessore complessivo pari a 5 m, si ottengono i seguenti valori (utilizzando la formula di
correlazione tra qc e cu di Bligh con Nk=22):
15
Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
cu media = 40 KPa
Per quanto riguarda invece il peso di volume del terreno d’argine nonché il peso di volume saturo,
dalle prove CPTU si possono ricavare rispettivamente i seguenti valori medi:
γ=18 kN/mc e γsat=19.4 kN/mc.
Quindi, in base a quanto detto si sono assunti per il corpo arginale i seguenti valori cautelativi da
intendersi come caratteristici:
γsat
(KN/mc)
19.4
γ
(KN/mc)
18
φ' (°)
26
c’
(kg/cmq)
0.10
cu
(kg/cmq)
0.40
In merito al terreno di fondazione, dalle prove CPTU si sono potuti ottenere i seguenti valori medi
relativi al peso di volume ed al peso di volume saturo:
γ=18 kN/mc e γsat= 19 kN/mc
Per desumere, invece, l’angolo di attrito e la coesione non drenata dello strato di fondazione dai
risultati delle CPTU si è proceduto nel modo seguente. Sia la correlazione di Koppejan che quella di
Bligh necessitano di conoscere il valore della tensione litostatica efficace ad una certa profondità. Il
rilevato arginale che emerge fuori terra può essere considerato come un carico agente a quota piano
campagna che induce un certo stato tensionale che si dissipa con l’aumentare della profondità (∆σ).
L’incremento tensionale ∆σ ad ogni profondità può essere calcolato con il diagramma di
Steinbrenner. Poiché il diagramma considera l’incremento tensionale sulla verticale dello spigolo
dell’impronta di carico rettangolare, volendo trovare l’incremento tensionale al centro del rilevato,
occorrerà considerare metà larghezza del rilevato stesso e applicare il principio di sovrapposizione
degli effetti sommando i 4 contributi.
Al variare della profondità la tensione efficace da utilizzare all’interno delle due correlazioni sarà
data quindi dalla somma di ∆σ più la tensione litostatica efficace calcolata a partire dal piano
campagna.
Il terreno di fondazione dell’argine esistente è costituito da uno strato più superficiale (spessore
all’incirca 5 m) caratterizzato da valori più alti di resistenza alla punta (valore medio circa 27
kg/cmq) e da uno più profondo (avente spessore massimo di 2.0 m) caratterizzato invece da valori
molto bassi di resistenza alla punta (valore medio di circa 4 kg/cmq). Al di sotto di questo strato di
caratteristiche geomeccaniche peggiori, la resistenza alla punta ritorna ad assumere valori più alti.
Per quanto riguarda il modulo edometrico del terreno di fondazione su cui poggerà la nuova
controbanca esterna (ai fini del calcolo dei cedimenti), dai risultati delle prove CPTU si può
ricavare un valore medio di circa 150 kg/cmq.
Quindi, in base a quanto detto per il terreno di fondazione si sono assunti i seguenti valori
cautelativi da intendersi come valori caratteristici:
16
Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
strato
dal p.c. fino alla quota di
3.5/5.7 m: sabbie limose
e limi sabbiosi
dalla quota di 3.5/5.7 m
a 4.70/7.50 m: argilla
limosa poco consistente
(livello non sempre
presente)
da -4.70/7.50 m in poi:
argille limose e limi
argillosi
mediamente
consistenti
γsat
(KN/mc)
19
γd
(KN/mc)
18
φ'
(°)
25
c’
(kg/cmq)
0.10
cu
(kg/cmq)
0.40
Ed
(kg/cmq)
150
19
18
20
0.10
0.30
30
19
18
24
0.15
0.80
70
7. ANALISI SISMICA
Con Decreto MM. LL. PP n° 177 del 19.03.1982,. il territorio del Comune di Monte San Savino
fu dichiarato “zona sismica” (soggetta a rischio sismico) di 3a categoria con grado di sismicità S =
6.
Nell'Ordinanza PCM n. 3274 del 20.03.2003 (nuova classificazione sismica), recepita
inizialmente dal D.M. 14.10.2005 ("Norme tecniche per le costruzioni") ed attualmente dalla nuova
versione del D.M. 14.01.2008, e nella D.G.R. n° 878 del 08.10.2012 si riconferma la sismicità del
territorio comunale con attribuzione alla zona 3.
La normativa sismica D.M. 14 gennaio 2008 ha evoluto la stima della pericolosità sismica, intesa
come accelerazione orizzontale su suolo rigido (Vs30 > 800 m/s), secondo un approccio sito
dipendente e non più con un approccio zona dipendente.
Secondo l'allegato A del D.M. 2008, definite le coordinate del sito interessato dal progetto, questo
sarà sempre compreso fra 4 punti della griglia di accelerazioni; tramite media pesata si otterranno i
parametri spettrali ag (accelerazione massima al suolo), Fo (valore massimo del fattore di
amplificazione dello spettro in accelerazione orizzontale), Tc (periodo di inizio del tratto a velocità
costante dello spettro in accelerazione orizzontale) per la determinazione dell'azione sismica.
La categoria di sottosuolo, per la valutazione della risposta sismica locale (incremento sull’azione
sismica), è stata dedotta utilizzando i dati geofisici acquisiti in sito elaborando il profilo sismico
eseguito.
L'elaborazione dei dati geofisici Vs, estrapolabili con buon grado di attendibilità, viste le
conoscenze dell'area, a tutta l’estensione arginale in progetto, ha indotto ad attribuire ai terreni nei
30 m di profondità dal piano di posa del rilevato arginale, in coerenza ai contenuti della Tabella
3.2.II – Categorie di sottosuolo delle NTC/08, una categoria di sottosuolo C: Depositi di terreni a
grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina mediamente consistenti con spessori
superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la
17
Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
profondità e da valori di Vs,30 compresi tra 180 m/s e 360 m/s (ovvero 15 < NSPT,30 < 50 nei
terreni a grana grossa e 70 < cu,30 < 250 kPa nei terreni a grana fina).
La conformazione geometrica degli argini, che predispone a fenomeni localizzati di
amplificazione morfologica, induce, inoltre, anche ad incrementare l'azione sismica adottando una
categoria topografica T3 - rilievi con larghezza in cresta molto minore che alla base e inclinazione
media 15° ≤ i ≤ 30°.
L'elaborazione sito dipendente per l'area d'intervento è stata eseguita, di concerto con gli altri
tecnici del gruppo di progettazione, utilizzando un software gratuito della GeoStru, che consente di
risalire ai parametri e coefficienti spettrali normativi per i vari stati limite SLO, SLD, SLV, SLC, in
relazione all'ubicazione ed alle caratteristiche e funzione dell'opera da realizzare:
• coordinate in gradi sessadecimali (ED50): latitudine 43,335049 e longitudine 11,736553;
• vita nominale Vn di un'opera strutturale - opere ordinarie di dimensioni contenute ed
importanza normale Vn = 50;
• classe d'uso – Classe III, costruzioni il cui uso preveda affollamenti significativi. Industrie con
attività pericolose per l’ambiente. Reti viarie extraurbane non ricadenti in Classe d’uso IV. Ponti e
reti ferroviarie la cui interruzione provochi situazioni di emergenza. Dighe rilevanti per le
conseguenze di un loro eventuale collasso.
• categoria di sottosuolo suolo C (Vs30 = 247-268 m/sec), categoria topografica T3;
• Coefficiente d'uso Cu (classe d'uso III) = 1.5, Periodo di riferimento per l’azione sismica Vr
= Vn x Cu = 75 anni.
L’elaborazione dei parametri sismici in relazione ai vari stati limite sono specificati
nell’Appendice 1.
In particolare si può quindi calcolare il periodo di ritorno dell’azione sismica TR, sapendo che la
probabilità di superamento nella vita di riferimento PVR è pari al 10% nel caso si consideri come
stato limite ultimo lo SLV:
Note le coordinate geografiche del sito di interesse e il tempo di ritorno, si possono valutare i
parametri dell’azione sismica:
latitudine = 43.335049
longitudine = 11.736553
ag=0.166 g = 1.63 m/s2
F0=2.451
TC*=0.284 s
Ai fini della definizione dell’azione sismica di progetto, il profilo stratigrafico del suolo rientra
all’interno della categoria C e il coefficiente di amplificazione stratigrafica Ss è pari a:
SS = 1.46
18
Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
Vista la topografia del sito, si assume che il coefficiente di amplificazione topografica ST sia pari
a 1.20.
In assenza di analisi specifiche della risposta sismica locale, l’accelerazione massima attesa al sito
può essere valutata con la relazione:
a max = SS · ST · ag = 1.46 · 1.20 · 1.63 m/s2 = 2.85 m/s2
Le componenti orizzontale e verticale dell’azione statica equivalente con cui viene rappresentata
l’azione sismica sono esprimibili come aliquote del peso del volume di terreno potenzialmente
instabile W:
Fv = W · Kv
Fh = W · Kh
dove:
βs = coefficiente di riduzione dell’accelerazione massima al sito = 0.24
Quindi si ottiene:
Kh = 0.070
Kv = ± 0.035
8. VERIFICHE GEOTECNICHE
Il progetto di un manufatto di materiali sciolti deve tenere conto dei requisiti prestazionali
richiesti e delle caratteristiche dei terreni di fondazione. Esso deve comprendere la scelta dei
materiali da costruzione e la loro modalità di posa in opera.
I criteri per la scelta dei materiali da costruzione devono essere definiti in relazione alle funzioni
dell’opera, tenendo presenti i problemi di selezione, coltivazione delle cave, trasporto, trattamento e
posa in opera, nel rispetto dei vincoli imposti dalla vigente legislazione.
Nel progetto devono essere indicate le prescrizioni relative alla qualificazione dei materiali e alla
posa in opera precisando tempi e modalità di costruzione, in particolare lo spessore massimo degli
strati in funzione dei materiali. Sono altresì da precisare i controlli da eseguire durante la
costruzione e i limiti di accettabilità dei materiali, del grado di compattazione da raggiungere e della
deformabilità degli strati.
Le verifiche SLU per opere di materiali sciolti devono essere effettuate secondo l’Approccio 1,
Combinazione 2: (A2+M2+R2), tenendo conto dei valori dei coefficienti parziali per le azioni e per
i parametri geotecnici riportati rispettivamente nelle tabelle 6.2.I, 6.2.II delle NTC08; relativamente
al coefficiente di sicurezza R2 (stabilità globale) vale quello prescritto alla tabella 6.8.I (γR = 1.1).
La stabilità globale dell’insieme manufatto-terreno di fondazione deve essere studiata nelle
condizioni corrispondenti alle diverse fasi costruttive, al termine della costruzione e in esercizio. Le
19
Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
verifiche locali devono essere estese agli elementi artificiali di rinforzo, eventualmente presenti
all’interno ed alla base del manufatto, con riferimento anche ai problemi di durabilità. Se l’opera ha
funzioni di ritenuta idraulica, lo stato limite ultimo è da verificarsi con riferimento alla stabilità dei
paramenti, in tutte le possibili condizioni di esercizio. Si deve porre particolare attenzione alle
problematiche relative al sifonamento ed all’erosione, in relazione alle caratteristiche dei terreni di
fondazione dei materiali con i quali è realizzata l’opera, tenendo conto di quanto indicato al punto
6.2.3.2 - verifiche nei confronti degli stati limite ultimi idraulici (sollevamento o sifonamento).
I dati disponibili hanno consentito valutazioni qualitative sull’entità dei fenomeni di filtrazione
idrica nel corpo arginale, sul sifonamento, sollevamento e suscettibilità ai fenomeni di liquefazione.
Il punto 6.8.3 - verifiche in condizioni di esercizio SLE definisce, poi, che si debba verificare che
i cedimenti del manufatto, dovuti alla deformazione dei terreni di fondazione e dell’opera, siano
compatibili con la sua funzionalità.
Per la sezione di progetto rappresentativa sono stati pertanto valutati soprattutto i cedimenti totali
(di consolidazione) attesi del terreno di fondazione in relazione al peso proprio del rilevato ed i
condizionamenti prodotti da questi nella realizzazione e durabilità dell'opera. In tal senso molto
utile si è rivelato osservare in campagna, e non solo ai fini della stima dei cedimenti, lo stato di
stabilità attuale e deformazione degli argini.
8.1 VERIFICHE DI STABILITÀ
Le verifiche di stabilità globale (A2+M2+R2) ai sensi delle NTC08 sono state eseguite in sponda
destra e sinistra del rilevato arginale in progetto nella sezione n. 35, geometricamente
rappresentativa delle condizioni più critiche per altezza del rilevato arginale e massimo battente
raggiunto dalla piena con tempo di ritorno duecentennale.
In linea ai dettami della specifica normativa DM 24/3/82 per le dighe di ritenuta in materiali
sciolti, la stabilità è stata verificata nelle seguenti condizioni (punto H.5):
- a termine costruzione in assenza di acqua;
- con il livello di massima piena;
- a rapido svaso.
Tenuto conto delle durate complessivamente modeste dell'evento di piena duecentennale atteso
rispetto ai tempi di ricorrenza degli eventi simici, di norma nella seconda e terza condizione di cui
sopra non si considera l’azione del sisma, ritenendo improbabile la concomitanza dello stesso con il
livello di massimo invaso ed il successivo rapido svaso. Tuttavia, ai fini cautelativi, si è ritenuto di
effettuare tutte le verifiche in condizioni sismiche.
Le verifiche sono state eseguite in condizioni drenate (lungo termine) ed in condizioni non
drenate (breve termine) nel caso del rapido svaso.
Per lo studio della stabilità è stato utilizzato il software “STAP FULL 11.0” prodotto da Aztec
Informatica S.r.l., adottando il metodo di Spencer.
20
Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
STAP è un programma per l’analisi di stabilità dei pendii in terra e rocce con i metodi
all’equilibrio limite e con il metodo di Newmark. Consente di analizzare sia superfici di rottura
circolari sia di forma generica, in presenza di falda, sisma e terreno pluristratificato.
Per l’analisi di stabilità all’equilibrio limite dell’argine oggetto di studio, è stato deciso di
utilizzare il metodo di Spencer (1967) definito di tipo rigoroso poiché si basa solo su un numero di
assunzioni strettamente necessario; tale metodo, descritto nei passaggi analitici dei reports di
verifica allegati, rispetto ai non rigorosi, fornisce risultati più accurati che soddisfano tutte le
condizioni di equilibrio sia per i singoli conci che per la massa totale.
La verifica a termine costruzione è stata eseguita in condizioni sismiche (più critiche rispetto alle
statiche) inserendo i parametri di amplificazione kh e kv (SLV) ricavati dall'inquadramento sismico
sito dipendente per la categoria di sottosuolo C e la categoria topografica T3.
La combinazione di verifica A2+M2+R2 ha imposto di considerare come parametri di progetto
M2 del terreno quelli ottenuti riducendo i parametri geotecnici caratteristici delle unità geotecniche
definite con i coefficienti parziali da normativa. In particolare, γϕ′ = 1,25 per la tangente
dell’angolo di resistenza al taglio, γc′ = 1,25 per la coesione efficace, γcu = 1,4 per la resistenza
non drenata e γy = 1,0 per il peso dell'unità di volume, come da Tabella 6.2.II delle NTC 2008.
Nelle verifiche è stato considerato anche un carico variabile sfavorevole A2, opportunamente
amplificato, pari a 250 kg/mq, distribuito in testa all'argine e riconducibile al transito e
stazionamento di mezzi meccanici pesanti.
La superficie di filtrazione all'interno del corpo arginale nelle condizioni di massimo invaso è
stata ipotizzata con riferimento a schematizzazioni di letteratura. Essa si sviluppa dal livello di
massima piena per un tempo di ritorno pari a 200 anni lato fiume fino alla base dell'argine lato
campagna con una pendenza di 1:6 (9°).
Tale asserzione risulta senz'altro cautelativa considerato che i tempi di durata della massima
altezza di battente di piena non saranno tali, con ogni probabilità, da consentire la saturazione di
tutta la porzione di rilevato arginale oggetto di verifica.
Stessa condizione di cautela sussiste anche per la verifica al rapido svaso, per la quale si ipotizza
che il rilevato arginale della cassa rimanga totalmente saturo al di sotto della linea di filtrazione di
massimo invaso, mentre il livello idrico scende a livello di fondo alveo.
Nella tabella seguente sono sintetizzate le condizioni di verifica ed i relativi coefficienti di
sicurezza R2:
scenario
Fine lavori sponda dx
Fine lavori sponda sx
Massimo invaso sponda dx
Massimo invaso sponda sx
Rapido svaso sponda dx
condizioni di analisi
sismiche drenate (lungo termine)
sismiche drenate (lungo termine)
sismiche drenate (lungo termine)
sismiche drenate (lungo termine)
sismiche non drenate (breve
termine)
21
coefficienti di sicurezza
R2
1.23
1.34
1.57
1.80
1.75
Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
Rapido svaso sponda sx
sismiche
termine)
non
drenate
(breve
1.58
Dalle verifiche emergono coefficienti di sicurezza nei vari scenari e condizioni di analisi
ampiamente superiori ai minimi normativi (R2 > 1.1), con i valori nelle condizioni drenate
generalmente inferiori a quelli non drenati e le superfici cilindriche di scorrimento più critiche
concentrate fra il corpo arginale e l'unità di sottofondo costituita da sabbie limose alluvionali.
La relazione di calcolo completa di tutti i tabulati e delle sezioni di output con indicazione della
superficie di instabilità più critica (quella a minor coefficiente di sicurezza R2) è riportata in
Appendice 2.
8.2 VERIFICA CAPACITÀ PORTANTE FONDAZIONE ARGINE
Come riportato nel paragrafo 6.8.2 del D.M. 2008 tale verifica deve essere effettuata secondo
l’Approccio 1 Combinazione 2 (A2+M2+R2):
γG = coefficiente amplificativo peso rilevato = 1.00
γQ = coefficiente amplificativo carichi accidentali = 1.30
γφ = coefficiente riduttivo tangente angolo attrito = 1.25
γγ = coefficiente riduttivo peso specifico del terreno = 1.00
γcu = coefficiente riduttivo coesione non drenata = 1.40
γc’ = coefficiente riduttivo coesione efficace = 1.25
γR = coefficiente sicurezza = 1.10
La verifica di capacità portante è stata eseguita in corrispondenza della sez. 18 (in sponda
sinistra), ritenuta essere quella con maggiore incremento di carico sul terreno di fondazione.
Facendo riferimento agli esiti della campagna geognostica e al modello geotecnico dei terreni, sono
state considerate le caratteristiche geometriche ed i parametri geotecnici di seguito indicati:
H = altezza rilevato = 1.94 m
B = larghezza base rilevato = 9.86 m
D = profondità minima fondazione rilevato = 0.50 m
q peso proprio = (1.94 m · 18 kN/mc) · 1.00 = 34.92 kN/mq
q accidentale = 2.50 kN/mq applicato sulla sommità arginale (su una striscia larga 4.0 m)
Quindi si è ottenuto una pressione sollecitante massima di calcolo pari a:
q sollecitante = 34.92 kN/mq + 1.30 · 2.50 kN/mq (4.0/9.86) = 36.24 kN/mq
Verifica a breve termine
cu = 40 kPa
γ = 18 kN/mc (terreno di fondazione)
cuD = 28.6 kPa (valore ridotto secondo il coefficiente M2)
Nc = 5.14
Nq = 1
22
Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
q resistente = Nc · cu + γ · D · Nq = 5.14 · 28.6 + 18 · 0.5 · 1 = 156 kN/mq
q resistente / q sollecitante = 156/36.24 = 4.30 > γR = 1.10 (VERIFICA SODDISFATTA)
Verifica a lungo termine
γ = 18 kN/mc (terreno di fondazione)
φ' = 25°
c’ = 10 kPa
φ'D = 20 ° (valore ridotto secondo il coefficiente M2)
c’D = 8 kPa (valore ridotto secondo il coefficiente M2)
Nc = 14.84 (Meyerhof, 1963)
Nq = 6.40 (Meyerhof, 1963)
Nγ = 2.87 (Meyerhof, 1963)
q resistente = Nc · c’ + γ · D · Nq + 0.5 γ · B · Nγ = 14.84 · 10 + 18 · 0.5 · 6.40 + 0.5 · 18 · 9.86 · 2.87
= 460.7 kN/mq
q resistente / q sollecitante = 460.7/36.24 = 12.7 > γR = 1.10 (VERIFICA SODDISFATTA)
8.3 STIMA DEI CEDIMENTI
Per la stima dei cedimenti dei rilevati arginali si è usato il software Loadcap (applicativo “modulo
rilevati”) prodotto da Geostru Software s.a.s.. Tale applicativo utilizza ed implementa il metodo
edometrico.
Il calcolo è stato effettuato nello specifico sulla sezione n. 18 (in sponda sinistra), ritenuta la più
significativa in relazione alla maggiore altezza del rilevato arginale, semplificando ad una forma
simmetrica opportuna la geometria del rilevato arginale (il software non prevede calcoli di
cedimento edometrico per geometrie asimmetriche).
I parametri geotecnici dei terreni di sottofondo inseriti nel calcolo (Peso di volume del rilevato e
del terreno di sbancamento, Modulo Edometrico degli strati) sono quelli delle unità geotecniche già
introdotti ai paragrafi precedenti.
Relativamente al terreno di rilevato, si è attribuito il peso di volume 1,8 t/mc, mentre si è
considerato un piano di posa (incastro) ad una profondità di 0.50 m come da progetto.
Relativamente alla determinazione del grado di consolidazione OCR (rapporto fra pressione di
preconsolidazione e tensione verticale efficace attuale), che rappresenta la storia tensionale del
deposito, per le varie unità geotecniche sono stati utilizzati valori cautelativi corrispondenti a terreni
normalconsolidati. Come pressione di imposta sul rilevato è stato considerato il carico derivante dal
transito dei mezzi pesanti per la manutenzione.
Nella tabella seguente si sintetizzano i valori del cedimento di consolidazione per il rilevato
arginale di riferimento in corrispondenza dell'asse, del bordo e del piede:
23
Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
Cedimenti per ogni strato
Strato
Spessore DH Modulo
Grado di
strato
edometrico consolidazio
(mt)
(Kg/cm²)
ne OCR
1
3,70
150
1
2
1,80
30
1
3
4,50
70
1
Asse
(cm)
0,603
0,892
0,643
Cedimenti totali
Asse
Bordo
Piede
IV Punto
Bordo
esterno
(cm)
0,542
0,809
0,574
2,138
1,925
0,82
0,046
Piede
(cm)
0,119
0,363
0,338
IV Punto
(cm)
0,003
0,01
0,033
cm
cm
cm
cm
Di tali valori di cedimento si dovrà tener conto per l'ultimazione della livelletta in sommità.
I dettagli delle verifiche sono riportati nei report di output allegati in Appendice 3.
Relativamente allo sviluppo dei cedimenti nel tempo, è stata eseguita una stima mediante la
relazione:
nella quale cv è il coefficiente di consolidazione ricavato dalle prove edometriche sui campioni
considerando i carichi complessivi indotti, t è il tempo corrispondente al grado di consolidazione
medio Um e H è la metà dello spessore dello strato considerato; le relazioni tra Um, grado di
consolidazione medio, e Tv, fattore di tempo, sono, invece, le seguenti (espressioni di Sivaram e
Swamee):
In corrispondenza della sezione di verifica è stato calcolato un valore medio di cv = 0,0011
cm/sec per lo spessore complessivo di 10 ml; in particolare si sono eseguite due distinte valutazioni:
- fissato un tempo t = 1 anno, si è calcolato Tv ed il corrispondente Um, grado di consolidazione
medio (%); ne è emerso un Tv = 0,139 cui corrisponde un Um = 42% che è la percentuale di
esaurimento del cedimento di consolidazione dopo un anno; nel caso dell'asse il cedimento esaurito
è 2.138 · 42% = 0.90 cm, mentre nel caso del bordo è 1.925 · 42% = 0.81 cm.
24
Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
- calcolo del tempo t necessario all'esaurimento del 90% del cedimento, con Tv = 0,139 in
corrispondenza di U90% ; il tempo necessario all’esaurirsi del 90% del cedimento è stato stimato
pari a circa 2 anni e 2 mesi; di tale dato si dovrà tener conto soprattutto in relazione alla durata del
cantiere.
8.4 LIQUEFAZIONE
I riferimenti normativi più rigorosi sono indicati nelle NTC 2008 al paragrafo 7.11.3.4 – Stabilità
nei confronti della liquefazione. In particolare, al paragrafo, 7.11.3.4.2 vengono elencate le
circostanze che portano all'esclusione della verifica a liquefazione.
I dati stratigrafici disponibili per l'area nei primi metri dal p.c. escludono la presenza di importanti
livelli di sabbie fini monogranulari sciolte e sature, mentre, di contro, l'eterogeneità dei sedimenti e
soprattutto la componente coesiva, che non subisce alcuna perdita di resistenza per effetti indotti da
sisma, costituiscono fattori di riduzione della suscettibilità alla liquefazione.
Analizzando, infatti, le granulometrie eseguite sui 4 campioni dei sondaggi emergono percentuali
di frazione argillosa significative ( > 15% con un solo campione > 13%).
Da tenere conto poi del carattere discontinuo della falda superficiale.
Le considerazioni di cui sopra portano a collocare le distribuzioni granulometriche dei vari
campioni sempre in parte esterna ai fusi indicati nella Figura 7.11.1(a e b) delle NTC 2008 con la
conclusione di escludere i terreni di sottofondo da verifiche a liquefazione.
L’esame inoltre della “mappa iterativa di pericolosità sismica” (disaggregazione del valore di ag
con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni) permette di rilevare che nei quattro nodi che
definiscono la maglia in cui ricade l’area in oggetto, la coppia magnitudo-distanza, che contribuisce
maggiormente alla pericolosità sismica dell’area è caratterizzata da una magnitudo inferiore a 5
(4.74) e pertanto si può omettere la verifica a liquefazione.
8.5 VERIFICA AL SIFONAMENTO
Il fenomeno del sifonamento è uno degli effetti peggiori legati alle problematiche di filtrazione,
consiste nella variazione del regime delle pressioni rispetto alla spinta idrostatica ed è innescato da
una differenza di pressione tra la parte a monte e a valle di un'opera di sostegno. Il flusso idraulico
che si crea annulla il peso proprio del terreno che, in mancanza di adeguata coesione, tende ad
essere trascinato via creando vuoti fino a provocare il completo collasso dell’opera.
Si verifica sifonamento, ragionando in termini di tensioni, quando la tensione interstiziale
instabilizzante in un punto (a profondità z) è maggiore della pressione stabilizzante:
ciò di fatto avviene quando il gradiente idraulico diventa pari al cosiddetto gradiente idraulico
critico, cioè quando la tensione efficace del terreno in un punto si annulla:
25
Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
essendo γ’ il peso di volume immerso del terreno.
Per le opere in materiale sciolto le N.T.C. 2008 danno un valore minimo del coefficiente di
sicurezza rispetto al sifonamento γR pari a 1.10 (Tab. 6.8.1) da intendersi come valore minimo di
riferimento: “I livelli di sicurezza prescelti devono essere giustificati in relazione alle conseguenze
del raggiungimento dello stato limite ultimo… Valori superiori possono essere assunti e giustificati
tenendo presente della pericolosità del fenomeno in relazione alla natura del terreno nonché dei
possibili effetti della condizione di collasso.”
Quindi premesso ciò si ritiene opportuno adottare un coefficiente di sicurezza cautelativo γR = FS
= 3.5
Si è pertanto effettuato un calcolo, con metodo speditivo, del gradiente che si instaura
immediatamente a valle del rilevato arginale con riferimento alla sezione di progetto n. 35:
iVALLE = ∆H/LMIN,FILTRAZIONE = 0.15
dove AH = 1.30 m (altezza massima di invaso rispetto alla base del rilevato arginale)
LMIN, FILTRAZIONE = 8.40 m (larghezza di base del rilevato arginale)
se si assume che a valle la componente verticale del gradiente di filtrazione sia pari a tale valore:
iVERTICALE = iVALLE
essendo il gradiente critico pari a:
iCRITICO = γ’/γw = (19-9.8)/9.8 ≈ 0.94
si è ottenuto un valore del coefficiente di sicurezza nei confronti del sifonamento
pari a:
FS = iCRITICO/iVERTICALE = 0.94/0.15 = 6.27 > FSminimo=3.5
Ai sensi del D.M. 2008 la stabilità al sifonamento si determina verificando che il valore di
progetto della pressione interstiziale instabilizzante (uDST,D) risulti non superiore al valore di
progetto della tensione totale stabilizzante (σSTB,D), tenuto conto dei coefficienti parziali di cui alla
Tab. 6.2.4:
uDST,D < σSTB,D
quindi:
iE · γG,DST < iC · γG,STB
dove iE ed iC sono rispettivamente il gradiente di efflusso ed il gradiente critico e γG,DST (1.30) e
γG,STB (0.90) sono i coefficienti parziali da applicare ai sensi della normativa vigente ad iE, azione
permanente sfavorevole e ad iC, azione permanente favorevole.
26
Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
Per la determinazione di iE si fa riferimento al metodo grafico di Lancellotta, 1992 di seguito
riportato:
Il moto di filtrazione si considera al di sotto del rilevato arginale, considerando un livello dell’acqua
nell’estradosso coincidente con il piano campagna ed individuando con h l’altezza del pelo libero
dell’acqua in condizioni di massima piena, con B la larghezza del rilevato arginale in sezione e con
d la profondità della base di appoggio del rilevato arginale.
Con riferimento alla sezione di progetto n. 35 si ha:
B (m)
h (m)
d (m)
d/B
B/h
iE · B/h iE
uDST
σSTB,D
esito
8.40
1.30
0.50
0.06
6.46
1.50
0.30
0.85
VERIFICATO
0.23
E’ opportuno precisare che la verifica al sifonamento, intesa come valutazione del flusso idraulico
alla base del rilevato arginale, non è stata effettuata con i metodi indicati da Bligh e Lane in quanto
tali regole risultano appropriate per terreni caratterizzati dalla presenza di litologie prevalentemente
sabbiose e ghiaiose ma non rispetto a terreni dotati di coesione, come nel caso in questione
(riferimento “Elementi di geotecnica” F. Coleselli e P.Colombo); infatti nei terreni con abbondante
frazione limosa e argillosa sono sufficienti piccoli valori della coesione per impedire l’asportazione
delle particelle di terreno anche in condizioni di gradiente idraulico prossimo al valore critico.
9. GESTIONE E RIUTILIZZO DELLE TERRE (ART. 185 d.Lgs. 152/2006)
Le terre prodotte nel cantiere saranno completamente riutilizzate al proprio interno, ragione per
cui è possibile avvalersi degli ambiti di esclusione dall’applicazione della parte quarta del D.Lgs
27
Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
152/2006 e ss.mm.ii. ed in particolare dell’art. 185 comma 1 alinea c), ossia “suolo non contaminato
e altro materiale allo stato naturale escavato nel corso di attività di costruzione, ove sia certo che
esso verrà riutilizzato a fini di costruzione allo stato naturale e nello stesso sito in cui è stato
escavato”.
Risulta quindi necessario dimostrare che l’intero volume escavato trovi riutilizzo all’interno del
cantiere e che il suolo non sia contaminato.
Il primo obiettivo è quindi definire i fabbisogni, per poi valutare come farvi fronte in relazione
alla quantità e alla qualità del materiale di scavo prodotto.
Dai computi effettuati risulta che i nuovi rilevati arginali avranno un volume complessivo di ca.
26349 mc; in relazione alle valutazioni esposte nel paragrafo relativo ai cedimenti si stima che gli
scavi dovrebbero essere maggiorati di circa 1000 mc rispetto al volume degli argini a causa del
diverso addensamento tra terreno in situ e terreno messo in opera sul rilevato. Lo scavo previsto dal
progetto risulta pari a circa 33595 mc e quindi compatibile con quanto sopra enunciato.
Il terreno vegetale proveniente dallo scotico dell’area sarà riutilizzato come terreno vegetale sulle
scarpate degli argini.
Durante la predisposizione delle indagini a supporto della progettazione in oggetto, sono stati
prelevati anche quattro campioni disturbati che sono stati inviati al laboratorio Biochemie Lab per la
verifica della presenza di possibili inquinanti. I risultati (certificati di laboratorio e rapporti di
indagine) sono riportati in Allegato, dai quali si evince che tutti gli analiti presi in considerazione
risultano al di sotto delle concentrazioni soglia di contaminazione previsti per le destinazioni a
verde pubblico, privato e residenziale (colonna A, tabella 1, allegato 5, Titolo V, parte IV del D.Lgs
152/06).
Per completezza di esposizione si descrive di seguito il piano delle investigazioni eseguito, il cui
dimensionamento ha tratto spunto dagli indirizzi operativi per la gestione delle terre e rocce da
scavo redatte dall’ARPA Veneto, sulla base dei seguenti dati:
- Profondità massima di scavo: 2.0 m,
- Classificazione urbanistica: area agricola.
Tenuto conto che l’area di intervento è una zona agricola con limitata variabilità di uso del suolo
al suo interno, si è ritenuta adeguata l’adozione di uno schema di campionamento delle terre
secondo un metodo sistematico.
La caratterizzazione delle terre si è spinta fino alla massima profondità di scavo che è di circa 2
m. Per questo motivo in ogni punto di campionamento si sono prelevati due campioni uno nella
porzione tra 0 ed 1 m e uno nella porzione tra 1 e 2 m, per un totale di 4 campioni. Per difficoltà
riscontrate durante l’esecuzione del sondaggio 1 (presenza di riporti con sottostanti terreni
grossolani costituiti da ghiaie e clasti) il secondo campione in tale sondaggio è stato prelevato ad
una profondità maggiore di 2.0 m (2.60-3.00 m).
Il terreno campionato è stato riposto in idoneo contenitore refrigerato e trasportato in laboratorio.
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Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
Nell’area in esame non erano note attività attuali o pregresse che potessero aver determinato
oggettivamente qualche forma di contaminazione. Per l’individuazione degli analiti da ricercare nei
terreni ci si è quindi ricondotti ad un elenco delle sostanze più comuni, riservandosi in corso
d’opera di apportare eventuali modifiche o integrazioni, qualora necessarie.
Nella frazione passante al setaccio 2 mm di ogni campione di terreno, preventivamente
omogeneizzato, sono stati ricercati i seguenti analiti:
- Arsenico, Cadmio, Cromo totale, Cromo esavalente, Nichel, Piombo, Rame, Zinco, Idrocarburi
C>12, IPA.
La tecnica analitica adottata doveva consentire la verifica del non superamento rispetto alle
concentrazioni soglia di contaminazione CSC di cui alla tabella 1 allegato 5 parte IV del D.Lgs.
152/06.
10. MATERIALE PER RILEVATO ARGINALE
Il corpo arginale anche se realizzato in materiale sciolto è una “costruzione” con valenza
strutturale per cui di seguito sono individuate le caratteristiche che dovranno essere soddisfatte dai
materiali utilizzati per la costruzione stessa.
Facendo riferimento alle Linee guida per la progettazione delle casse di laminazione a cura
dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno, il materiale da costruzione da utilizzare dovrà appartenere
ad una delle seguenti classi (classificazione AASHO, UNI 10006):
- classe A6 argille poco compressibili con contenuto minimo in sabbia pari al 15%;
- classe A4 limi poco compressibili con contenuto in sabbia compreso tra 15% e 50%;
- classe A4, A6 E A7-6 con contenuto minimo in sabbia pari al 15% e con indice di plasticità
inferiore a 25.
Dalle analisi geotecniche dei campioni analizzati il materiale presente in sito è risultato del tipo
A4 e quindi idoneo per l’utilizzo.
Il materiale dovrà essere posto in opera a strati di 25-30 cm, costipati meccanicamente con rulli a
piedi costipanti per terre fini, con eventuale aggiunta di acqua in modo tale da ottenere una densità
> 95% di quella ottenuta in laboratorio con la Prova Proctor Standard (peso di volume secco
massimo γd =17 KN/mc, tenore in acqua ottimo 12.5%) . La compattazione dovrà assicurare sempre
un addensamento uniforme all’interno dello strato per tutta la larghezza del rilevato arginale.
In generale, prima della messa in opera del terreno, accantonato in cantiere, si dovrà verificare il
suo stato di umidità, provvedendo all’umidificazione/essiccazione qualora risulti troppo
secco/umido rispetto al contenuto di acqua optimum di progetto.
Dalla consultazione delle fonti bibliografiche risulta che i migliori mezzi per il costipamento dei
terreni fini sono i rulli statici, risultando i rulli gommati ed, in subordine, i rulli a zampe (o a punte)
i più indicati.
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Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
Il terreno dovrà essere messo in opera per strati il cui spessore finito non sia superiore a 25-30 cm
e si dovrà garantire il collegamento tra uno strato e l’altro mediante erpicatura o altri procedimenti
di pari efficacia.
Sulla scorta delle prove di laboratorio, il contenuto d’acqua del materiale impiegato per ogni strato
deve essere mantenuto nei limiti ammessi dalla D.L. (di norma 2% del valore corrispondente
all’ottimo con le prove AASHO), sia mediante inumidimento, sia mediante essiccamento all’aria
con rimescolamento dello strato stesso. Se non occorre modificare il contenuto d’acqua, una volta
steso il materiale, lo strato deve essere immediatamente compattato.
Il coefficiente di permeabilità del materiale posto in opera, dopo il costipamento, dovrà essere:
K<10-7 m/s
Il campione ricostruito di cui al paragrafo successivo, sottoposto a prova di taglio diretto C.D.
dovrà avere almeno i seguenti parametri:
angolo d’attrito efficace ≥ 26°
coesione efficace ≥ 10kPa
Il campione ricostruito di cui al paragrafo successivo, sottoposto a prova di Espansione Laterale
Libera dovrà avere almeno:
coesione non drenata ≥ 40kPa
11. CONTROLLI ESECUTIVI SUI MATERIALI DEL RILEVATO ARGINALE
I terreni utilizzati per la costruzione del rilevato arginale dovranno essere preventivamente
classificati e caratterizzati dal punto di vista meccanico da un Laboratorio Ufficiale. Le analisi di
laboratorio sono di seguito elencate:
Classificazione delle terre UNI 10006
Prova di Costipamento Proctor Standard
Determinazione del coefficiente di permeabilità diretta *
Prova di taglio Diretto C.D. *
Espansione Laterale Libera *
* su campione ricostruito secondo le direttive impartite dalla D.L.
Il prelievo dei campioni sarà effettuato in contraddittorio con la D.L. la quale provvederà ad
indicare il nominativo del laboratorio (o dei laboratori) presso il quale l’impresa provvederà a far
eseguire le prove.
Le suddette prove di controllo, per garantire gli standard individuati nel progetto esecutivo,
verranno eseguite almeno ogni 2000 mc di terra fornita e posta in opera ed ogni qualvolta vari la
natura o la provenienza della terra.
Tutta la terra che in base alle prove di controllo risulti avere caratteristiche fisico-meccaniche, in
relazione all’impiego per rilevati arginali, peggiori di quelle del campione accettato dalla D.L.,
dovrà essere rimossa ed allontanata immediatamente dal cantiere.
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Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
La corretta posa in opera della terra impiegata per la costruzione degli argini sarà accertata
mediante le seguenti prove geotecniche condotte in sito:
Massa volumica in sito
Controllo umidità
A rullatura eseguita, la densità in sito dovrà risultare almeno pari al 95% della massa volumica
AASHTO determinata sui campioni di terra. Le suddette prove di controllo verranno eseguite in
generale ogni 200 mc di terra posata in opera.
Qualora a seguito delle verifiche di cui sopra risultassero tratti di rilevato non adeguatamente
costipati, si provvederà, in tali tratti, alla rimozione di almeno 60 cm di terra messa in opera,
ripetendo successivamente le operazioni di rullatura per strati. Al termine di tali operazioni
verranno ripetute le misure di verifica a spese della Ditta sui tratti interessati nella misura di 1 ogni
100 m di sviluppo lineare dell’argine. Le operazioni di rimozione, stesura, rullatura si ripeteranno
fino a quando non sarà raggiunto il grado di addensamento precedentemente definito.
Inoltre, il Direttore dei Lavori potrà richiedere l’esecuzione delle prove di controllo ogni qualvolta
lo riterrà opportuno. In caso di esito negativo delle prove, l’Impresa dovrà provvedere
immediatamente al raggiungimento dei parametri minimi previsti.
Arezzo, 25 agosto 2014
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Sistemazione idraulica del Torrente Esse a Monte San Savino
ALLEGATI
SEZIONI GEOLOGICHE
PROVE PENETROMETRICHE E MASW
ANALISI DI LABORATORIO (GEOTECNICHE E CHIMICHE)
APPENDICE 1 CALCOLO AZIONE SISMICA
APPENDICE 2 VERIFICHE DI STABILITÀ
APPENDICE 3 CALCOLO DEI CEDIMENTI
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