IN SINTESI… Nel mondo pag.2 In Italia pag.5 IN

II TRIMESTRE 2014
Numero 2/14
5 agosto 2014
IN SINTESI…
Nel mondo



pag.2
Poche le notizie sulla produzione del
prossimo autunno. Per adesso solo qualche
indicazione che arriva dalla Spagna
porterebbe fra pensare ad una produzione
non all’altezza di quella 2013/1014 che ha
quasi raggiunto 1,8 milioni di tonnellate.
Le tendenze flessive si sono sentite sui prezzi
alla produzione spagnoli fino a maggio. Poi,
da giugno, i primi rumors sulla prossima
raccolta hanno fatto invertire la tendenza. In
Grecia il mercato è apparso più stabile e solo
con l’inizio dell’estate si sono avuti pochi
centesimi di aumento sull’extravergine.
Dopo la battuta d’arresto del 2013, dovuta in
larga parte alle minori disponibilità spagnole,
nel primo trimestre 2014 gli scambi
internazionali sono ripartiti in modo molto
dinamico segnando un +9% dei volumi
accompagnati da una leggera flessione del
valore corrispondente dovuta alla drastica
riduzione dei listini, spagnoli in particolare.
In Italia
pag.5

Il secondo trimestre 2014 ha segnato, in
controtendenza con la Spagna, un
incremento dei listini per l’extravergine,
mentre il lampante ha seguito le sorti
negative dell’analogo prodotto iberico.
 La domanda interna di olio di oliva dei primi
sei mesi del 2014 è scesa in volume,
trascinata soprattutto dal segmento dello
sfuso, mentre segni positivi si registrano per
l’olio confezionato. In ascesa i valori. Cresce
la domanda dei succedanei dell’olio di oliva,
cioè olio di semi e margarina.
 Gli ordini in linea con le aspettative e la
flessione delle scorte riportano su terreno
positivo il clima di fiducia dell’industria
olearia.
 I primi quattro mesi del 2014 hanno visto una
ripresa degli scambi in volume sia sul fronte
dell’import (+34%) che dell’export (+6%). In
valore, invece, ad un +6% della spesa fa eco
una sostanziale stabilità degli introiti che
porta in negativo di 7 milioni di euro la
bilancia commerciale.
IN EVIDENZA…
Nel mondo
In Italia
Olio extravergine di oliva: prezzi internazionali
alla produzione (€/kg)
Olio di oliva: prezzi alla produzione nei diversi
segmenti (€/kg)
3,70
3,70
3,20
3,20
2,70
2,70
2,20
2,20
1,70
1,70
1,20
I
trim
12
Tunisia
II
III
IV
I
trim
13
Spagna
II
III
IV
Grecia
I
trim
14
II
1,20
I trim II
12
Italia
III
Extravergine
IV I trim II
13
Vergine
III
IV I trim II
14
Lampante
Prezzi franco partenza produttore, in cisterne, Iva esclusa.
Prezzi franco partenza produttore, in cisterne, Iva esclusa.
Fonte: Ismea
Fonte: Ismea
1
1.
Nel mondo
1.1 Gli scambi
Dopo la battuta d’arresto del 2013, dovuta in larga parte alle minori disponibilità spagnole, nel primo trimestre
2014 gli scambi internazionali sono ripartiti in modo molto dinamico segnando un +9% dei volumi
accompagnati da una leggera flessione del valore corrispondente, dovuta alla drastica riduzione dei listini
internazionali e, in particolare, spagnoli. Tale risultato è da imputare essenzialmente all’olio di oliva (voce
doganale 1509) che segna un +20% rispetto al primo trimestre 2013, attribuibile per intero agli oli di oliva di
pressione. E’ del -15%, invece il risultato degli oli di sansa.
Il maggior dinamismo mostrato dagli scambi internazionali, in realtà, sembra una partita a due giocata quasi
per intero da Spagna, tra gli esportatori, e dall’Italia tra gli importatori.
La ritrovata disponibilità spagnola, infatti, ha fatto sì che il Paese iberico riprendesse il proprio ruolo di assoluto
dominatore, in termini di volumi, dei mercati internazionali. Prima destinazione, quasi obbligata, di questa
maggior offerta è stata appunto l’Italia.
La prima cosa da mettere in evidenza è che, proprio grazie ai volumi spagnoli, la Ue nel sul complesso ha
tagliato la domanda presso i fornitori terzi (-68%). A subire la scure di questa mancata richiesta comunitaria è
stata essenzialmente la Tunisia (-80%) che tuttavia, con 5 mila tonnellate sulle 13 mila importate dai Paesi Ue,
resta il principale fornitore della Ue. Con 4 mila tonnellate ed un incremento del 28% su base annua, balza al
secondo posto il Marocco scavalcando la Turchia che, nel frattempo, ha ridotto a poco più di 900 tonnellate le
proprie consegne entro i confini comunitari.
Dal punto di vista della composizione delle importazioni comunitarie si evidenzia, come tradizione, che più
della metà è rappresentata dal segmento al vertice della piramide qualitativa (extravergine e vergine).
Anche sul fronte della spesa, per le importazioni di olio di oliva e sansa, il risparmio comunitario è notevole. I
26 milioni di euro, infatti, risultano in meno del 71% rispetto agli 86 del primo trimestre 2013.
Tab. 1.1– I principali Paesi importatori di olio
d’oliva e di sansa (000 t)
Tab. 1.2 – I principali Paesi importatori di olio
d’oliva e di sansa (mln euro)
gen-mar 13
gen-mar 14
var.%
Import tot.*
462
504
9,0
Italia
gen-mar 13
gen-mar 14
var.%
1.311
1.296
- 1,1
Import tot.*
131
180
37,0
Italia
342
373
9,3
Stati Uniti
77
74
- 3,1
Stati Uniti
210
200
- 4,8
Francia
24
23
- 3,7
Francia
75
65
- 13,6
Portogallo
25
21
- 14,1
Brasile
76
63
- 16,5
Brasile
20
17
- 14,2
Germania
54
58
6,5
Germania
16
17
5,6
Giappone
44
50
14,7
Regno Unito
16
17
4,1
Portogallo
63
45
- 27,9
Spagna
65
16
- 75,0
Regno Unito
40
44
11,3
Giappone
12
13
9,3
Canada
33
32
- 3,3
Canada
10
10
0,6
Spagna
118
24
- 79,3
Russia
6
8
28,8
Australia
20
22
10,2
Grecia
1
7
833,3
Cina
37
22
- 39,9
Australia
Cina
Belgio
Altri
6
7
13,0
Russia
16
21
29,5
11
7
- 37,6
Belgio
15
15
2,0
4
5
10,5
Svizzera
14
14
0,1
38
81
114,2
154
246
59,7
Altri
*Stima Ismea
*Stima Ismea
Fonte: Ismea su dati Gta
Fonte: Ismea su dati Gta
2
II trimestre 2014
Scorrendo la lista dei principali Paesi importatori, a dimostrazione che almeno per i primi mesi il grosso della
partita degli scambi si è giocato soprattutto tra Spagna e Italia, si evidenzia la flessione delle richieste da parte
di molti dei principali acquirenti mondiali.
Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno ridotto le proprie richieste soprattutto in Tunisia, Grecia e Turchia. In grande
ripresa, invece, la domanda statunitense di olio spagnolo, con l’Italia che mantiene comunque la propria
leadership, con una quota in volume del 48%.
In flessione anche l’import della Francia, mentre aumentano le richieste della Germania e del Regno Unito.
Poche le buone notizie provenienti dai nuovi mercati. Sia la Cina che il Brasile, infatti, mostrano flessioni
importanti, mentre cresce la Russia.
Tab. 1.3 – I principali Paesi esportatori di olio
d’oliva e di sansa (000 t)
Tab. 1.4 – I principali Paesi esportatori di olio
d’oliva e di sansa (mln euro)
gen-mar 13
gen-mar 14
var.%
Export tot.*
462
504
9,0
Spagna
134
307
130,0
Italia
103
108
4,2
Grecia
100
19
Tunisia
40
Turchia
40
Portogallo
gen-mar 13
gen-mar 14
var.%
Export tot.*
1.311
1.296
- 1,1
Spagna
382
697
82,4
Italia
349
352
1,0
- 81,0
Grecia
254
58
- 76,9
9
- 77,2
Tunisia
95
24
- 75,3
8
- 78,9
Turchia
93
22
- 76,0
24
32
33,7
Portogallo
78
85
9,5
Marocco
7
6
- 12,2
Francia
8
10
25,4
Stati Uniti
3
3
- 11,9
Marocco
10
8
- 23,0
Argentina
3
3
4,9
Cile
5
7
25,0
Cile
1
2
27,2
Stati Uniti
7
7
- 2,5
Francia
1
2
25,0
Argentina
7
6
- 11,4
Altri
8
6
- 19,6
23
21
- 10,2
Altri
*Stima Ismea
*Stima Ismea
Fonte: Ismea su dati Gta
Fonte: Ismea su dati Gta
L’analisi dei Paesi esportatori, alla luce di quanto detto prima, diventa quasi ripetitiva. Per le note vicende
produttive, infatti, nel primo trimestre 2014 la Spagna è tornata sui livelli medi degli ultimi anni.
Verosimilmenete nel caso poi dell’Italia, la maggiore disponibilità di olio di oliva sfuso proveniente da
oltreconfine, ha permesso al Paese di produrre maggiori quantitativi di confezionato e quindi di esportarlo.
Sono, invece, crollate le esportazioni di Grecia, Tunisia e Turchia sempre per motivi di minori volumi prodotti.
1.3 Il mercato
Il mercato dell’olio di oliva è da sempre molto sensibile alle notizie sulle previsioni di produzione provenienti
da Madrid. Già da qualche tempo i primi rumors sulla campagna prossima parlano di una raccolta quantomeno
non all’altezza di quella record del 2013/14 che ha raggiunto 1,77 milioni di tonnellate, triplicando quasi le 618
mila tonnellate dell’anno prima.
Sebbene sia ancora piuttosto prematuro fare previsioni, sembra che il mercato abbia da subito accolto questa
primissima indicazione con un rialzo dei listini.
In Spagna, infatti, dopo mesi in cui le quotazioni alla produzione dell’extravergine avevano perso centesimo
dopo centesimo - arrivando a 2,02 euro al chilo del mese di maggio, dai 2,16 di gennaio -, in giugno si è
assistito alla repentina risalita fino a 2,11 euro al chilo.
C’è stata una domanda un po’ più dinamica da parte degli imbottigliatori, sia interni sia esteri, che ha permesso
ai detentori di riprendere fiato.
A Jaen in giugno si è arrivati a chiudere contratti a 2,4 euro al chilo, mentre in altre parti dell’Andalusia si sono
sfiorati anche i 2,60 euro al chilo.
A dimostrazione di questo ritrovato “entusiasmo” del mercato iberico anche i dati relativi al lampante.
In giugno infatti questo prodotto è salito a 1,88 euro al chilo guadagnano 21 centesimi rispetto al mese prima.
Anche il mercato dei futures di Jaen, l’unico di questo tipo nel mercato dell’olio, sembra aver recepito le notizie
della prossima raccolta con incrementi delle quotazioni sui contratti a termine.
Nonostante questo mercato, in parte rivitalizzato, il secondo trimestre 2014 ha chiuso in lieve flessione rispetto
3
II trimestre 2014
al trimestre precedente, -3%, sia nell’extravergine che nel lampante. La situazione è molto più pesante se il
confronto si fa in termini tendenziali o considerando il dato cumulato da gennaio a giugno. In entrambi i casi
le variazioni negative superano il 25%.
Segnali molto positivi per i produttori spagnoli sono arrivati, invece, con il mese di luglio, che ha visto i listini
medi dell’extra iberico salire a 2,38 euro al chilo mentre l’extra ha superato di nuovo la soglia dei due euro.
Fig. 1.1 – Spagna: prezzi all’origine (€/kg)
Fig. 1.2 – Grecia: prezzi all’origine(€/kg)
3,00
2,80
2,60
2,40
2,20
2,00
1,80
1,60
1,40
2,90
2,70
2,50
2,30
2,10
1,90
1,70
1,50
1,30
I
trim
12
II
III
IV
I
trim
13
II
III
extravergine
IV
I
trim
14
II
I
II
trim
12
lampante
III
IV
extravergine
I
II
trim
13
III
IV
I
II
trim
14
lampante
Prezzi franco partenza produttore, in cisterne, Iva esclusa.
Prezzi franco partenza produttore, in cisterne, Iva esclusa.
Fonte: Ismea
Fonte: Ismea
Stranamente la Grecia non è sembrata così prontamente reattiva agli aumenti spagnoli. Nel Paese ellenico,
che a differenza della Spagna, non aveva nella campagna in corso alcuna flessione delle quotazioni, da marzo
ad ora si registrano prezzi alla produzione dell’extra stabili sui 2,79-2,80 euro al chilo, mentre sul lampante
giugno ha mostrato qualche tendenza ribassista attestandosi a 1,79 euro rompendo una certa stabilità di 1,88
euro dei tre mesi precedenti. Forse le esportazioni in caduta libera sono uno dei motivi che non spingono i
produttori a tirare troppo sui prezzi. Il confronto dei listini medi del secondo trimestre 2014 risulta leggermente
in positivo per l’extravergine (+1%) e, di contro, leggermente negativo per il lampante (-2%). Su base
tendenziale il primo è in crescita del 6%, mentre è stabile il secondo. Considerando, invece, il dato cumulato
da gennaio a giugno si ha una dinamica positiva per l’extra (+5%), mentre è minima la perdita del lampante.
Qualche tiepido passo in avanti si è avuto in luglio per l’extravergine, la cui quotazione si è attestata a 2,82
euro al chilo, mentre il lampante ha perso un centesimo sul mese precedente.
Anche in Tunisia, parallelamente a quanto accaduto in
Tab. 1.3 – Tunisia: prezzi all’origine (€/kg)
Spagna, giugno ha fatto guadagnare all’extravergine
qualche centesimo sul mese precedente. Le quotazioni,
2,70
infatti, si sono attestate a 2,38 euro al chilo. Questo però
2,50
non ha impedito al dato medio trimestrale di chiudere in
2,30
flessione del 3%. Più consistente il calo del lampante (2,10
14%). Quest’ultimo, peraltro perde il 28% su base
tendenziale a fronte del -9% dell’extravergine.
1,90
1,70
1,50
1,30
I
II III IV I
II
trim
trim
12
13
extravergine
III
IV
I
II
trim
14
lampante
Fonte: Ismea
4
II trimestre 2014
2.
In Italia
Il secondo trimestre del 2014 ha segnato, in controtendenza con la Spagna, un incremento dei listini per
l’extravergine mentre il lampante ha seguito le sorti negative dell’analogo prodotto iberico. Intanto la domanda
interna di olio di oliva dei primi sei mesi del 2014 è scesa più in volume, trascinata soprattutto dal segmento
dello sfuso mentre segni positivi si registrano per l’olio confezionato. In ascesa i valori. Sul fronte industriale,
secondo rilevazioni Ismea, gli ordini risultano in linea con le ottimistiche aspettative, mentre le scorte sono in
flessione. Questo ha contribuito a riportare su terreno positivo il clima di fiducia dell’industria olearia. Peraltro,
a differenza del solito, nel trimestre in esame il settore risulta uno dei meglio posizionati dell’intero settore
agroalimentare.
In tema di commercio con l’estero, secondo elaborazioni Ismea su dati Istat, i primi quattro mesi del 2014
hanno visto una ripresa, peraltro ampiamente prevedibile, degli scambi in volume sia sul fronte dell’import
(+34%) che dell’export (+6%). In valore, invece, ad un +6% della spesa fa eco una sostanziale stabilità degli
introiti che porta in negativo di 7 milioni di euro la bilancia commerciale. I costi dei mezzi produttivi crescono,
invece, anche se di poco su base congiunturale mentre il 2013 nel suo complesso ha chiuso con un incremento
a due cifre. Intanto gli ordini non in linea con le aspettative riportano su terreno negativo il clima di fiducia
dell’industria olearia. Saldo positivo, e pari a 151 milioni di euro, quello della bilancia commerciale del settore
olio di oliva e sansa del 2013. In volume, si è evidenziata una minore domanda italiana all’estero (-20%) a
fronte di un -8% delle consegne.
Nel frattempo Istat ha reso noto il dato produttivo del 2013 che si attesta a 461 mila tonnellate, il 9% in meno
rispetto alla produzione 2012. Tale dato risulta in linea con le stime che Ismea, in collaborazione con alcune
associazioni di prodittori (Aifo, Cno e Unaprol), aveva elaborato all’inizio di campagna quando erano state
stimate poco meno di 470 mila tonnellate.
Tab 2.1 Il settore dell’olio di oliva in sintesi
2013
Var. %
2014/13
-
Tab 2.2– Tendenze del settore olivario
IV trim 13/IV
trim 12
2014
- Produzione (000hl)*
- Export (000hl)
461
385
404
5,0
- Import (000hl)
481
577
20,0
- prezzi all’origine
124,6 119,0
-4,5
- prezzi dei mezzi di prod
142,6 143,5
0,6
Indice dei pezzi1
*Dato Istat al 4 agosto 2014; In grigio le variabili stimate; 1)
calcolato da gennaio al trimestre in corso; 2) Base2010=100;
3) Base 2000=100
I trim 14/
I trim 13
II trim 14/
II trim 13
Produzione
-
nd
nd
Prezzi alla produzione
-
+
+
Prezzi dei mezzi di produzione
+
+
+
Import (volume)
-
+
+
Export (volume)
-
+
+
Consumo delle famiglie
-
-
-
Prezzi al consumo
-
+
+
In grigio le variabili stimate
Fonte: Ismea
Fonte: Ismea
2.1 La produzione
2.1.1 La produzione industriale
Nel secondo trimestre 2014 il clima di fiducia dell’industria olearia è migliorato fino a toccare il record degli
ultimi tre anni, registrando peraltro il miglior risultato del trimestre tra tutti i settori dell’agroalimentare. Gli ordini
sembrano in aumento, così come la produzione. Da ricordare che tale indicatore viene calcolato sulla base di
interviste effettuate alle aziende industriali che, come noto, confezionano a partire sia da olio italiano che
importato.
Altra nota positiva sono le scorte che, invece, risultano inferiori a quanto considerato “normale”.
Il settore dell’olio di oliva risulta, quindi, in controtendenza rispetto all’agroalimentare nel suo complesso che,
peggiora e va su terreno negativo.
5
II trimestre 2014
Fig. 2.1 – L’indice del clima di fiducia
nell’industria olearia italiana
Fig. 2.2 – Evoluzione dell’indice del clima di
fiducia dell’industia olearia e alimentare
+29,0
-4,9
35
25
15
5
-5 I trim II
III
12
IV I trim II
13
III
IV I trim II
14
-15
-25
ind. olearia
ind. alimentare
Legenda: freccia scura trimestre di riferimento; freccia chiara Fonte: Ismea
trimestre precedente (max: 100, min: -100).
Fonte: Ismea
2.2 Gli scambi
In una campagna di produzione italiana non eccezionale e con la Spagna che è tornata a produrre quasi 1,8
milioni di tonnellate di olio di pressione, i dati dell’import-export nazionale dei primi quattro mesi del 2014 non
arrivano certo inattesi. Comunque, al netto aumento delle importazioni in volume e con un +6% del valore, fa
eco una progressione più contenuta delle esportazioni in termini quantitative e sostanzialmente a parità di
introiti rispetto allo scorso anno. Tale dinamica riporta in negativo di 7 milioni di euro il saldo della bilancia
commerciale del settore.
Tab. 2.3 – la bilancia commerciale dell’olio di oliva e sansa gennaio-aprile 2014
(var.%)
2014/2013
gen-apr
2014*
mln €
quant.
(var.%)
2014/2013
gen-apr
2014*
valore
val.un.
mln € quant.
export
gen-apr
2014*
valore
val.un.
(var.%)
2014/2013
mln € quant.
import
valore
saldo
totale
- UE 27
463
6,0
0,0
-5,7
470
34,4
6,4
-20,8
-7
142,1
-133,1
166
-2,8
-8,7
-6,1
457
52,6
19,5
-21,7
-291
86,5
45,0
- Paesi terzi
297
12,2
5,7
-5,8
13
-73,9
-77,6
-14,3
284
50,6
28,0
*2014 provvisorio
Fonte: Ismea su dati Istat
Certo, le 227 mila tonnellate di olio di oliva e sansa importate nei primi quattro mesi dell’anno, con una
progressione del 34% su base annua, risultano vicine solo a quelle dello stesso periodo del 2011, quando a
fine anno era stato toccato il record di 612 mila tonnellate arrivate dall’estero. E’ troppo presto, con i dati Istat
che arrivano ad aprile, per dire se il 2014 si candida ad avvicinarsi a tale livello, ma per ora c’è da registrare
questa decisa impennata della domanda oltre i confini nazionali. Domanda, come di consueto, concentrata sui
segmenti alti della piramide qualitativa, cioè extravergine e vergine, anche se le performance migliori in termini
percentuali sono riferite all’olio lampante e al raffinato.
In valore, invece, l’incremento è decisamente più contenuto e questo è conseguenza della flessione dei prezzi
internazionali, o meglio spagnoli, che nello stesso periodo sono diminuiti del 27% nel segmento
dell’extravergine e del 33% nel lampante.
2.2.1 La destinazione e l’origine degli scambi
La Spagna assorbe ben l’88% del totale importato dall’Italia. Nei primi quattro mesi del 2014, peraltro, il Paese
iberico, con 200 mila tonnellate ha praticamente quadruplicato le proprie consegne in Italia rispetto allo stesso
periodo del 2013. Da segnalare, comunque, che l’anno anomalo è stato proprio il 2013 quando la Spagna ha
dovuto fare i conti con una campagna di produzione 2012/2013 a dir poco scarsa.
6
II trimestre 2014
Tab. 2.4 – Principali Paesi fornitori dell’Italia nel
settore dell’olio di oliva e sansa (t)
gen-apr 2013
gen-apr 2014*
Tab. 2.5 – Principali Paesi fornitori dell’Italia
nel settore dell’olio di oliva e sansa (000 €)
gen-apr 2013
var.%
gen-apr 2014*
var.%
Mondo
168.800
226.857
34,4
Mondo
441.658
470.135
6,4
Spagna
45.905
199.930
335,5
Spagna
121.413
405.245
233,8
Grecia
95.644
13.499
- 85,9
Grecia
252.354
32.644
- 87,1
2.153
6.411
197,8
Portogallo
22.311
4.604
- 79,4
Tunisia
-
1.018
-
Francia
528
542
2,7
Turchia
1.754
483
- 72,4
506
371
- 26,8
Altri
Portogallo
Tunisia
Australia
Altri
6.728
17.217
155,9
54.871
9.186
- 83,3
-
2.177
-
Francia
1.330
1.266
- 4,8
Turchia
3.964
1.145
- 71,1
999
1.256
25,7
Australia
*2014 provvisorio
*2014 provvisorio
Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat
Fonte: Elaborazione Ismea su dati Istat
La performance 2014 della Spagna ha, di fatto, cannibalizzato tutti gli altri Paesi tradizionalmente fornitori
dell’Italia, a partire dalla Grecia che, comunque, ha dovuto fare i conti con una produzione 2013 non
particolarmente abbondante e con prezzi alla produzione in aumento. Crollata anche la domanda italiana di
olio proveniente da Tunisia e Turchia.
Tab. 2.6 – Principali Paesi clienti dell’Italia nel
settore dell’olio di oliva e sansa (t)
gen-apr 2013 gen-apr 2014*
Mondo
Tab. 2.7 – Principali Paesi clienti dell’Italia nel
settore dell’olio di oliva e sansa (000 €)
gen-apr 2013 gen-apr 2014*
var.%
var.%
133.631
141.712
6,0
Mondo
462.880
463.102
0,0
Stati Uniti
40.454
42.801
5,8
Stati Uniti
141.071
141.663
0,4
Germania
14.404
14.984
4,0
Germania
55.131
56.500
2,5
Canada
6.528
10.725
64,3
Giappone
33.864
34.594
2,2
Francia
8.351
10.403
24,6
Canada
22.994
32.838
42,8
Giappone
8.398
8.633
2,8
Francia
30.933
26.045
- 15,8
Regno Unito
19.556
18.085
- 7,5
42
12.580
29.805,2
- 10,4
Grecia
10
6.232
62.198,1
Regno Unito
5.352
5.213
- 2,6
Grecia
Belgio
2.489
2.801
12,5
Svizzera
12.537
11.233
Australia
3.002
2.601
- 13,3
Belgio
9.124
9.054
- 0,8
Cina
3.121
2.554
- 18,2
Australia
9.649
8.225
- 14,8
Svizzera
2.540
2.255
- 11,2
Cina
9.833
7.956
- 19,1
Polonia
1.631
2.049
25,7
Russia
4.954
7.192
45,2
Austria
1.359
1.840
35,4
Polonia
5.632
6.419
14,0
Russia
1.356
1.785
31,7
Austria
5.491
6.202
13,0
Brasile
1.123
1.743
55,2
Brasile
4.387
6.067
38,3
Taiwan
1.268
1.579
24,5
Svezia
5.626
5.693
1,2
Svezia
1.512
1.547
2,3
Taiwan
4.325
5.547
28,3
30.735
21.967
- 28,5
87.732
67.207
- 23,4
Altri
Altri
*2014 provvisorio
*2014 provvisorio
Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat
Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat
Spostando l’analisi alla sezione attiva della bilancia commerciale si evidenzia il dato estremamente positivo
del segmento al vertice della piramide qualitativa che fa segnare un +15% in volume, accompagnato da un
+7% in valore. Questo evidenzia, quindi un flessione del valore medio all’export, nonostante i listini interni degli
oli extravergini italiani nei primi quattro mesi dell’anno non abbiano subito le flessioni viste per la Spagna,
tutt’altro. Da gennaio ad aprile, infatti, secondo rilevazioni Ismea i prezzi alla produzione in Italia
dell’extravergine sono lievemente in crescita, mentre le flessioni si sono evidenziate nel segmento del vergine
(-8%) e del lampante (-23%). Nel complesso, quindi, l’indice dei prezzi alla produzione Ismea segna un -7%
7
II trimestre 2014
per il comparto dell’olio di pressione.
C’è sempre, comunque, da considerare il fatto che l’Italia per sua natura è un Paese importatore di olio sfuso
ed esportatore di blend confezionati, per cui le dinamiche del valore medio all’export sono molto influenzate
dai prezzi internazionali. Scorrendo la lista dei Paesi clienti si evidenziano performace positive in tutti i principali
clienti a partire dal +6% in volume messo a segno negli Usa e non si possono non sottolineare le progressioni
a due cifre del Canada e della Francia. Nel Paese transalpino scende però il valore.
La scarsa produzione ellenica ha fatto sì che nel primo quadrimestre 2014 siano aumentati in modo sostanziale
gli invii di olio dall’Italia alla Grecia, mentre per il motivo opposto hanno mostrato un vero e proprio crollo quelle
verso la Spagna. Ad avvio di anno l’export di olio dall’Italia ha segnato una decisa battuta d’arresto alla volta
della Cina, mentre ha avuto un netto progresso in Russia. Bene anche nei Paesi Scandinavi.
2.3 La domanda
2.3.1 La domanda delle famiglie
In un contesto di aumento dei consumi domestici
degli oli e grassi vegetali, per l’olio di oliva
Tab. 2.8 – Dinamica degli acquisti domestici e
continuano i segni negativi già evidenziati nel corso
della spesa per gli oli vegetali (var. %)
dello scorso anno.
gen-giu 2014/ gen-giu 2013
Nei primi sei mesi dell’anno, infatti, dai dati
q.tà
val. val. unitario
Ismea/Gfk-Eurisko si evidenzia una frenata degli
1,8
3,0
1,1
acquisti delle famiglie in termini quantitativi, mentre
Oli e grassi vegetali
la spesa aumenta per la crescita dei listini. In tema
Olio di oliva
-2,8
1,0
3,9
di olio di oliva, per la verità, c’è da sottolineare il fatto
- Olio confezionato
3,1
4,6
1,4
che la flessione complessiva è totalmente imputabile
extravergine
2,3
3,6
1,3
al prodotto sfuso, dizione impropria (perché la norma
normale
4,0
6,9
2,8
impone che il prodotto destinato al consumo finale
sansa
42,0
39,6
-1,7
sia confezionato in contenitori al massimo di cinque
- Olio extravergine sfuso
-35,8
-9,6
40,7
litri). Fenomeno questo in atto già da tempo che
trova giustificazione in una molteplicità di cause tra
Oli di semi
6,4
8,6
2,0
cui i prezzi elevati. Del resto l’olio extravergine
Margarina
7,4
2,6
-4,4
acquistato dal frantoio ha un prezzo più elevato della
maggior parte del prodotto proposto dagli scaffali
Fonte: Ismea, panel famiglie Gfk/EuriskoFonte: Ismea, panel della
Distribuzione moderna. Non a caso
famiglie Gfk/Eurisko
quest’ultimo, quindi l’olio di oliva confezionato, nei
primi sei mesi del 2014 ha registrato un incremento
del 3% in volume e del 4% in valore. Questo inverte la tendenza del 2013. Analizzando i singoli segmenti
emerge che, nei primi sei mesi del 2014, a fronte di aumenti contenuti dell’olio di oliva extravergine e dell’olio
di oliva “normale”, si ha una vera e propria impennata dell’olio di sansa di oliva, e questo per il suo prezzo, più
basso rispetto all’extravergine.
Nei prodotti sostitutivi dell’olio di oliva si evidenzia una situazione analoga in volume per oli di semi e
margarina. Per entrambi i primi sei mesi del 2014 hanno comportato significativi incrementi dei volumi.
Opposto, invece, l’andamento dei valori medi.
2.4 Il mercato
2.4.1 I prezzi alla produzione
Il settore dell’olio di oliva, trascinato essenzialmente dall’olio extravergine, da gennaio ad ora è in decisa
controtendenza rispetto alla Spagna.
Secondo l’indice dei prezzi Ismea (che nel frattempo è stato calcolato su base 2010=100 e al quale sono stati
apportate delle variazioni relative ai pesi che i diversi prodotti rivestono all’interno dell’aggregato stesso), il
secondo trimestre del 2014 segna, infatti, un incremento dell’intero aggregato olio di oliva del 6% su base
congiunturale, in decisa controtendenza anche rispetto al totale agricoltura (-2%) e del comparto coltivazioni
(-3%). Tutti negativi, invece i confronti su base tendenziale.
All’interno del settore dell’olio di oliva, comunque, le tendenze non sono univoche.
Come ribadito, a portare su terreno positivo la variazione dell’intero aggregato è essenzialmente l’olio
extravergine, aumentato negli ultimi tre mesi del 12% su base congiunturale. Di segno completamente
opposto, invece, l’andamento del lampante che, essendo un prodotto più di massa ed indifferenziato, segue
le sorti dell’omologo prodotto spagnolo.
8
II trimestre 2014
Fig. 2.3 – Indice dei prezzi alla produzione
(2010=100)
Fig. 2.4 – Indice dei prezzi alla produzione
dell’olio di pressione in Italia (2010=100)
150
135
140
125
130
115
120
110
105
100
95
90
85
I trim II
12
III
olio di oliva totale
IV I trim II
13
III
coltivazioni
IV I trim II
14
80
I trim II
12
IV I trim II
13
extravergine
totale agricoltura
Fonte: Ismea
III
III
IV I trim II
14
vergine
lampante
Fonte: Ismea
Tab. 2.9 – Prezzi medi alla produzione dell’olio di oliva per segmento (€/kg)
var. % II trim 14
I trim14
II trim14
II trim13
I trim 14
Extravergine
III trim13
3,01
2,91
IV trim 13
3,12
3,48
8,9
11,5
Vergine
2,44
2,28
2,30
2,33
-8,2
1,3
Lampante
2,16
1,87
1,74
1,60
-34,4
-8,0
Prezzi franco partenza produttore, in cisterne, Iva esclusa.
Fonte: Ismea
Per l’olio extravergine, in particolare, non si può non sottolineare il deciso incremento anche a livello
tendenziale. Cosa, questa, del tutto inattesa all’inizio della campagna quando a guidare il mercato erano i
ribassi consistenti delle piazze spagnole.
Da aprile a giugno, infatti, i listini medi sono costantemente cresciuti passando da 3,42 a 3,61 euro al chilo,
per poi arrivare ai 3,65 di luglio. Non è superfluo indicare che da gennaio ad ora ci sono ben 64 centesimi in
più.
Sono le piazze del Nord della Puglia ad aver determinato questa evoluzione positiva delle quotazioni
all’origine. Nel Barese che dall’inizio dell’anno a fine luglio si è passati da 2,88 a 3,68 euro al chilo, mentre nel
Foggiano la progressione è stata da 2,83 a 3,66 euro al chilo.
A sostenere i prezzi italiani è stata sicuramente una produzione italiana ridotta rispetto allo scorso anno ed il
fatto che le partite di qualità migliori sono state molto richieste e ben pagate.
2.4.2 I prezzi delle Dop in Italia
Nel segmento delle Dop il primo semestre 2014 ha mostrato tendenze alterne e non sempre in linea con
l’andamento dell’olio extravergine convenzionale. E questo trova una ragione nel fatto che i prodotti Dop,
essendo considerarti il vertice della piramide qualitativa, hanno delle dinamiche di mercato che in molti casi si
differenziano da quelle del prodotto extravergine “convenzionle”, che possiamo definire più standardizzato.
Analizzando più nel dettaglio le singole Dop e considerando solo i primi due prodotti in termini produttivi si
evidenzia il calo dell’Igp Toscano a fronte dell’aumento del Terre di Bari.
Da considerare che in Puglia il gap tra il prezzo dell’olio extravergine convenzionale e quello Dop non è
particolarmente elevato.
9
II trimestre 2014
Tab. 2.10 – Prezzi all’origine degli oli Dop
(€/kg)
gen-giu 13
gen-giu 14
Alto Crotonese
4,15
4,14
Var. % I
sem 14 /I
sem 13
-0,4
Aprutino Pescarese
6,54
4,16
-36,4
18
18
0,0
Bruzio
3,49
3,72
6,6
Canino
7,7
7,7
0,0
7,75
7,8
0,6
Cilento
nq
4,25
-
Colline Salernitane
nq
4,43
-
Colline Teatine
4,12
4,17
1,2
Dauno
3,65
3,67
0,5
Garda
9,25
9,25
0,0
Laghi Lombardi
14,5
14,5
0,0
Lametia
4,11
3,98
-3,2
6,75
6,75
0,0
10,08
9,62
-4,6
1,6
Brisighella
Chianti Classico
Monti Iblei
Riviera Ligure
Sabina
6,4
6,5
Terre di Bari
3,16
3,33
5,4
Toscano
7,01
6,78
-3,3
Umbria
7,5
7,5
0,0
Valli Trapanesi
3,75
4,1
9,3
Val di Mazara
3,45
3,8
10,1
Veneto
9,52
9,5
-0,2
Valle del Belice
3,75
4,1
9,3
Prezzi franco partenza produttore, in cisterne, Iva esclusa.
Fonte: Ismea
Sembrano, inoltre in deciso apprezzamento le Dop
siciliane, soprattutto della parte occidentale
dell’isola, mentre la Dop Monti Iblei non sembra
particolarmente dipendente dalle oscillazioni di
mercato.
Qualche segno negativo si evidenzia anche per le
produzioni del Nord, a cominciare dalla Dop Riviera
Ligure, mentre è stabile la Dop Garda.
2.4.3 I prezzi dei mezzi di produzione
L’indice dei prezzi mezzi correnti di proiduzione per
il secondo trimestre del 2014, a fronte di listini
all’origine del settore oleario in lieve rialzo, mostra
una sostanziale stabilità su base congiunturale. In
lieve crescita dell’indicatore calcolato per il totale
agricoltura.
Minime le variazioni anche su base tendenziale
anche se per olivicoltura e totale coltivazioni la
variazione è positiva mentre per il totale agricoltura
risulta negativa e, comunque, entro l’1%.
Su base tendenziale, quindi rispetto al secondo
trimestre 2013, si segnala una lieve crescita per
olivicoltura e coltivazioni, mentre per l’agricoltura si
registra una flessione. Nell’uno e nell’altro caso il
valore assoluto della variazione è contenuto entro
l’1%.
Situazione analoga considerando il dato cumulato
da gennaio a giugno 2014 rispetto ai primi sei mesi
del 2013.
Tab. 2.11 – Indice dei prezzi dei mezzi di
produzione (2000=100)
145
2.4.5 I prezzi al consumo
Il secondo trimestre del 2014 ha segnato per il
comparto olio di oliva un rialzo dei prezzi al consumo
su base tendenziale. Per tutti i segmenti, infatti, si
140
evidenziano segni positivi ad esclusione dell’olio di
sansa. Il più importante è sicuramente quello
138
dell’extravergine sfuso.
135
Da sottolineare la differenza tra l’andamento del prezzo
I
II III IV
I
II III IV
I
II
dell’olio sfuso, acquistato di norma direttamente dal
trim
trim
trim
frantoiano e caratterizzato dal fatto di essere un olio
12
13
14
olivicoltura
tot. agricoltura
coltivazioni
extravergine di provenienza italiana, e quello dell’olio
confezionato. Quest’ultimo infatti comprende anche
Fonte: Ismea
l’olio ottenuto da blend di oli italiani, comunitari e non
che, come visto precedentemente, seguono maggiormente le sorti del mercato all’origine spagnolo.
Situazioni opposte per oli di semi e margarina: salgono i primi, mentre la seconda scende del 3%.
143
10
II trimestre 2014
Tab. 2.11 – Valori medi unitari al consumo (€/litro)
III trim 2013
IV trim 2013
I trim 14
II trim 14
Var.% II bim
14/II bim 13
Oli e grassi
2,78
3,50
2,78
3,02
6,9
Olio di oliva
3,88
4,67
4,00
4,38
9,0
- Olio di oliva confezionato
3,69
3,60
3,59
3,60
0,4
extravergine
3,79
3,67
3,63
3,71
0,6
normale
3,40
3,43
3,48
3,33
0,2
sansa
2,81
2,73
2,85
2,73
-1,4
- Sfuso
5,70
7,70
9,90
9,23
29,0
Olio di semi
1,52
1,52
1,59
1,61
3,5
Fonte: Ismea, panel famiglie Gfk/Eurisko
Area Mercati
Responsabile di redazione: Giovanna Ferrari
Redazione a cura di: Tiziana Sarnari, Francesca Monduzzi
e-mail: [email protected]
www.ismeaservizi.it
www.ismea.it
11
II trimestre 2014