“I direttori delle Asl possono avere interesse a tagliare fuori il Csi”

Torino
“I direttori delle Asl possono avere interesse a
tagliare fuori il Csi”
Il presidente: “Monferino aveva il mito del libero mercato così l’informatizzazione della sanità
è un bel minestrone”
SARA STRIPPOLI
LA POLITICA di Paolo Monferino sugli appalti era pura «miopia». «D’altronde lui aveva il mito del libero mercato.
Ha dato il “liberi tutti” alle aziende, dove i direttori possono avere loro interessi». Davide Zappalà è il presidente del
Consorzio informatico che da anni è in cerca d’identità all’interno della sanità regionale. Zappalà, centrodestra e
presidente in scadenza fra un mese («Conosco lo spoils system e non ho intenzione di candidarmi con una Regione
guidata da Sergio Chiamparino »), non ha molte remore a definire l’informatizzazione della sanità «un gran minestrone,
un enorme pasticcio». I direttori di azienda non dovrebbero poter fare scelte autonome sull’informatizzazione, incalza
«le decisioni dovrebbero spettare alla Regione che avrebbe il compito di intervenire in termini di sistema », dice,
mostrando di condividere la tesi espressa ieri su Repubblica da Antonio Saitta. Zappalà è arrivato al Csi dopo che la
vicenda dell’appalto dell’Asl To3 — 46 milioni di euro per nove anni per l’informatizzazione quando il Csi si offriva di
realizzare il progetto per 36 milioni — era chiusa. Dice però che al di là di singoli casi, la situazione è un caos: «Noi
non possiamo partecipare alle gare ma l’Asl di Biella ci ha appena dato un incarico diretto e altre aziende lo fanno. Il
risultato è che si procede a macchia di leopardo senza alcun criterio. Il Csi dovrebbe avere gli appalti
sull’informatizzazione in affidamento diretto, perché se è vero che in alcuni casi il prezzo può essere leggermente più
alto, le economie di scala che si avrebbero sarebbero evidenti ». Saitta comunque non si preoccupi, aggiunge: «Il Csi
può assicurare senza ombra di dubbio di poter garantire prezzi in linea con il mercato».
Il direttore del Csi Ferruccio Ferranti, da una anno alla guida del Csi, tenta di guardare al futuro ma conferma che il Csi
viene scelto ancora da poche aziende: «Degli 85 milioni spesi lo scorso anno per l’informatizzazione al Csi ne sono
andati solo 25, la maggioranza pertanto degli appalti è messa a gara con assegnazioni a privati. Di recente abbiamo
avuto appalti da alcune aziende, Cuneo, Asti e Biella. E stiamo lavorando al Svoracup per l’Asl To1 di Torino».
Secondo il direttore, negli ultimi mesi della precedente giunta (era Pichetto- Cavallera, per intenderci) e nei primi mesi
dell’amministrazione di Sergio Chiamparino i segnali sono confortanti: «Mi pare che Fulvio Moirano nei colloqui con i
direttori generali che ha avuto nei giorni scorsi abbia anche toccato il tema degli appalti. Penso che si stia andando nella
direzione giusta. Il problema è che la situazione piemontese è peggiore di quella di molte altre regioni italiane. Qui
abbiamo 780 applicazioni diverse, le aziende non sono in grado di dialogare, per anni ognuna è andata per proprio
conto».
Ieri, durante il Tg serale del Grp Piemonte, sulla vicenda dell’appalto milionario è intervenuto anche l’ex-assessore
regionale all’innovazione Massimo Giordano. La sua ricostruzione confermerebbe che la giunta aveva deciso di
fermare l’assegnazione alla Dedalus per 46 milioni. «Su quella gara, febbraio 2013, avevo fatto fuochi e fiamme in
giunta e alla fine era stata approvata una delibera di revoca dell’appalto. Pochi giorno dopo, a seguito dell’inchiesta che
mi aveva coinvolto, mi sono dimesso. Pensavo che quella delibera sarebbe stata eseguita. Scopro adesso che invece è
andata avanti».
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Zappalà: la Regione dovrebbe intervenire in termini di sistema, noi garantiamo forti risparmi
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LA STAMPA
GIOVEDÌ 11 SETTEMBRE 2014
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Cronaca di Torino .41
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“La sanità in situazione drammatica”
L’allarme di Saitta: “Altri 60 milioni di buco dalle Asl, o nel 2015 si uscirà dal piano di rientro o salta tutto”
Polemica la minoranza in Consiglio: “La giunta di centrodestra aveva lasciato i conti in regola e in pareggio”
ALESSANDRO MONDO
Eterologa
LA SVOLTA
a notizia, comunicata da Antonio
Saitta a margine
della seduta del
Consiglio regionale, è stata confermata dall’interessato durante le comunicazioni in aula. E non è
di quelle buone.
L
Un “segretario”
per governare
la macchina
Nuovo buco
I conti della sanità continuano a franare. Nemmeno il
tempo di riaversi dalla comunicazione di due giorni fa, 20
milioni di scoperto emersi
durante l’approvazione dei
bilanci 2012 delle Asl piemontesi, ed ecco che la cifra
aumenta di tre volte. Conferma l’assessore regionale alla
Sanità: «Nulla che non ci
aspettassimo, non a caso la
Regione è sottoposta al piano di rientro concordato con
il governo. Ma dalla ricognizione dei bilanci delle Asl, in
questo caso parliamo del
2013, emergono altri milioni
scoperti». Quanti? «Una cifra significativa, intorno ai
60 milioni».
Un’altra doccia fredda.
Chissà cosa riserveranno i
conti del 2014 se è vero che, in
base alle prime stime, non si
trova conforto neppure nei
primi sei mesi di quest’anno: il
«rosso», lo scoperto, si aggirerebbe attorno ai 40 milioni.
Complessivamente stiamo
parlando di oltre 100 milioni.
Da qui la sorpresa, manifestata dallo stesso Chiamparino, evidentemente spiazzato
dalle voci poi tramutatesi in
comunicazione ufficiale. «Ma
come? Non eravamo rimasti a
20 milioni di scoperto?», aveva domandato ai cronisti nel
primo pomeriggio.
L’allarme di Saitta
Insomma: una situazione
drammatica. Quanto basta
per spingere Saitta a predire
che o nel 2015 si uscirà dal
piano di rientro oppure la sanità subalpina salterà: alla
stregua di un’impresa insolvente costretta a portare i libri in Tribunale. La dimostrazione, se non altro, che finora
Il Consiglio regionale ha approvato a larga
maggioranza il disegno
di legge, proposto dall’assessore al personale
Ferraris, che prevede
l’introduzione della figura del segretario generale della giunta: contrario al gran completo il
Movimento 5 Stelle. Tra
i compiti della nuova figura apicale, voluta da
Chiamparino, il coordinamento delle direzioni
regionali. La nomina,
circolano i nomi di Bolatto, Bertolino e Vaciago, avverrà con un bando ad hoc. Sul fronte occupazionale, è stato sottoscritto un accordo per
stabilizzare il restante
personale precario della
Regione a decorrere dal
1° ottobre 2014.
1
Bilanci nel mirino
I controlli sui bilanci delle Asl stanno portando a scoperte
piuttosto pesanti dal punto di vista finanziario
Oms
Modello Molinette
per il Mediterraneo
1 L’ O r g a n i z z a z i o n e
Mondiale della Sanità ha
scelto la Città della Salute
di Torino e il Centro per
l’Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica della
Regione Piemonte, diretto
dal dottor Nereo Segnan,
come riferimento italiano
per la diagnosi precoce e
gli screening del cancro,
definendo un programma
di collaborazione per i
prossimi 4 anni. Oggi, alle
13, nell’Aula Magna delle
Molinette, si discuterà delle diverse strategie di controllo dei tumori nei Paesi a
basso e medio reddito.
non sono bastati il controllo sui
conti e i reiterati moniti ai direttori regionali delle Asl, messi sotto stretta osservazione.
L’altra faccia della medaglia,
secondo l’assessorato di corso
Regina Margherita, è proprio
la trasparenza dei conti: l’approvazione dei bilanci 2012
vuole essere, oltre che un atto
dovuto, un segnale di buona volontà diretto al governo. Della
serie: ora non si gioca più a rimpiattino con i numeri.
Minoranza all’attacco
Anche così, non sono mancati i
contraccolpi in Consiglio, che
ieri si è riunito per la prima volta dopo la pausa estiva. Fa fede
la presa di posizione di Gilberto Pichetto, oggi capogruppo di
Forza Italia in Regione, l’uomo
che fino a pochi mesi fa sovrintendeva con Ugo Cavallera i
conti dell’ente: compresa la Sanità. «Guardando al passato,
come fa il neo assessore, mi
verrebbe spontaneo e troppo
facile ricordare che quando il
governo era in mano a Bresso il
disallineamento annuale era
pari a oltre 500 milioni - attacca Pichetto -. Ma quello che
conta è che la giunta di centrodestra aveva lasciato i conti in
regola e in sostanziale pareggio e il piano di rientro, che ricordo è caratterizzato da criteri di progressivo allineamento,
funzionava come dimostrato
anche dai dati comunicati da
Saitta. Era prevedibile insomma un minimo di divaricazione
della spesa».
Dello stesso avviso il capogruppo della Lega Nord, Gianna Gancia: «Per la sanità piemontese la strada era tracciata, Cota ha lasciato conti in ordine per la prima volta dopo
anni in equilibrio finanziario.
Ora a deragliare è la politica
del centrosinistra».
Eterologa, sono quattro
i centri autorizzati
pronti a partire lunedì
Domani s’insedia
il Comitato
scientifico guidato
da Moirano
ELISA BARBERIS
Dopo la Toscana, anche il
Piemonte è pronto a scrivere
una nuova pagina sulla fecondazione eterologa. La data di
svolta è fissata: lunedì 15 settembre l’assessore alla Sanità Antonio Saitta porterà all’esame della giunta la delibera che recepisce l’intesa delle
Regioni italiane raggiunta la
scorsa settimana a Roma, poi
si potrà partire. Certo, avvisa, i tempi tecnici non saranno brevi: nonostante nell’incontro con gli altri governatori siano state definite le linee guida generali, le questioni – pratiche e bioetiche –
da definire nelle prossime
settimane sono molte.
Chi può donare
A cominciare dall’elenco dei
donatori, che dovranno presentarsi spontaneamente nei
centri di raccolta, non potranno donare più di dieci gameti e
saranno «schedati» su base
nazionale.
Toccherà adesso al Comitato scientifico, che si insedierà domani mattina, sciogliere i nodi ancora irrisolti e
dare indicazioni più precise
per chi voglia mettersi in lista il prima possibile. L’équipe, presieduta dal nuovo direttore regionale della Sanità
Fulvio Moirano, sarà composta dai direttori sanitari e dai
responsabili dei tre centri
pubblici di procreazione me-
dicalmente assistita – il Sant’Anna e il Maria Vittoria di Torino e l’Ospedale Civile di Fossano – insieme a un biologo e
un genetista. Saranno loro a vigilare sulla qualità e l’applicazione nelle tre strutture ad oggi autorizzate in Piemonte, a
cui se ne aggiunge una quarta:
si tratta del centro Promea di
Torino, accreditato fino al terzo livello.
Monitoraggio
Compito della squadra sarà soprattutto monitorare gli eventuali problemi che nasceranno e
rispondere alle domande più importanti: quali tutele si daranno
al nascituro? Come sarà gestito
il Registro dei donatori? Quanto
costerà ai futuri genitori tutta la
procedura? Su questo fronte, in
particolare, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin si è già
impegnata a verificare la possibilità di inserire nei Lea nazionali le spese. «Noi però speriamo
che si possa giungere a stabilire
un ticket fisso che valga in tutta
Italia e si aggiri intorno ai 500600 euro», precisa Saitta. Dell’ipotesi di uniformare il prezzo
di questa prestazione sanitaria
se ne parlerà, infatti, di nuovo a
Roma il 26 settembre.
Le richieste
Intanto, nonostante decine di richieste siano già pervenute sia
al Sant’Anna sia negli altri centri
pubblici e privati, l’impressione
dell’assessore è che finché il
quadro non sarà chiaro a tutti gli
operatori, non ci si potrà aspettare grandi numeri: «Resta da
capire dove trovare e come distribuire le risorse a disposizione per far partire, e partire bene,
l’eterologa. Non ci interessa arrivare prima: vogliamo dare una
risposta vera a un diritto che deve essere garantito a tutti».
Torino
LA POLEMICA
Saitta: fino a 100 milioni il debito della
sanità Pichetto: “Dà solo numeri”
IBUCHIdella sanità crescono e altri pesanti sacrifici si affacciano all’orizzonte per
il futuro. Le perdite create dai bilanci delle aziende sanitarie negli anni 2012 e
2013 salgono a 100 milioni di euro. E ancora mancano all’appello i conti del 2014
che si conosceranno soltanto ad aprile del prossimo anno. Ne ha parlato ieri in aula
a Palazzo Lascaris l’assessore alla sanità Antonio Saitta. Dopo aver approvato in
giunta lunedì i bilanci del 2012 che evidenziano una perdita di 6 milioni per le
aziende sanitarie e gli ospedali ai quali bisogna però sommare circa 10 milioni
della Città della Salute, (il saldo esatto si conoscerà solo il 20 settembre). Nelle
ultime ore l’esame dei bilanci del 2013 coordinato dal tecnico Agenas Thomas
Schael conferma «che quei 16-20 milioni di perdita si sono triplicati nel 2013».
Cresce dunque a ottanta milioni, ma potrebbe appunto salire fino a 100, il totale
delle perdite solo nel biennio 2012-2013. «Chiuderemo questa verifica entro
ottobre chiarisce l’assessore - poi ci sarà da affrontare il nodo del 2014, anno per il
quale le perdite del primo trimestre erano fra i 30 e i 40 milioni. Nell’ultimo
periodo, in cui non c’era quasi più governo, i controlli si sono allentati e questo è il
risultato». L’ex-vicepresidente della Regione e capogruppo di Forza Italia Gilberto
Pichetto contrattacca: «L’assessore alla sanità continua dare numeri ma ancora
nessuna soluzione. Così bilancio e sanità rischiano di deragliare. Le revoche delle
delibere da parte dell’attuale giunta, i me- si di vacatio del periodo elettorale e i
mesi seguenti possono aver dato spazio ad un “liberi tutti” sulla spesa sanitaria e
siamo molto preoccupati per il futuro». E mentre Aldo Reschigna si mette le mani
nei capelli e conferma che solo nel 2015 si potrà tentare di recuperare, Antonio
Saitta si mostra abbastanza ottimista ma sferza i direttori generali: «Non ci sono
rischi di commissariamento e restiamo convinti di poter uscire dal piano di rientro
entro il 2015. Adesso abbiamo i conti esatti che prima mancavano, non sapevano a
quanto ammontasse la perdita ma sapevamo che c’era».
(s. str.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Le prime cifre del biennio 2012/2013 L’assessore: senza governo meno controlli
Antonio Saitta