Il Dea sarà declassato? Ci opporremo con forza

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TORINO CRONACA
IX
la Repubblica GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE 2014
SU INTERNET
Altre notizie di cronaca
sul sito torino.repubblica.it
Ospedali, Saitta conferma Cota
chiusi Oftalmico e Amedeo di Savoia
Lo stop imposto dal piano
di rientro del ministero che
non può essere modificato
Qualche possibilità
di “salvezza” per Valdese
e Maria Adelaide
SARA STRIPPOLI
L’
OSPEDALE OFTALMICO sarà
chiuso, ma non prima di
aver garantito il servizio
di pronto soccorso oculistico e
trovato la soluzione per collocare
le specialità. La data fissata dal
cronoprogramma del Tavolo
Massicci indica il termine di dicembre 2014, ma Antonio Saitta
si prenderà ancora qualche mese
di tempo per organizzare il trasferimento. C’è più respiro invece per l’Amedeo di Savoia, la cui
dead line è fissata a dicembre
2015. C’è ancora tempo quindi
per stabilire dove trasferire l’infettivologia, che nelle intenzioni
resta individuata alla Città della
Salute. L’ospedale Valdese sarà
destinato alla continuità assistenziale, anche se resta ancora
in campo il nodo della breast unit.
Il servizio per le donne è giudicato essenziale e il Valdese è ancora
in corsa per ospitarla. Ma anche
su questo punto l’assessore alla
sanità sceglierà dopo aver chiuso
il capitolo della riorganizzazione
della rete ospedaliera. Il Maria
Adelaide è già stato declassato
dalla precedente amministrazione, ma se quegli spazi non saranno indispensabili per il Cto, i locali di lungo Dora potrebbero essere destinati alla lungodegenza.
Le decisioni assunte dall’amministrazione di centrodestra
non possono essere cambiate: i
criteri lasciano pochi margini
perché sono quelli fissati dalle
norme nazionali, decreto Balduzzi, Patto per la salute e indicazioni del Tavolo Massicci di economia e salute. Quello che cambia,
spiega l’assessore, è un metodo
opposto: «Prima si creano i servizi nuovi, poi si chiudono gli spazi
da riconvertire o chiudere»
Ieri, durante la commissione
sanità, Antonio Saitta ha elencato i nodi ancora da sciogliere sulla riorganizzazione della rete
ospedaliera. Il ruolo di “hub”, ovvero ospedale di alta intensità,
andrà o al San Luigi o Mauriziano
e anche se la scelta pare ormai
compiuta a favore del declassamento del San Luigi, l’assessore
ha voluto consultare i consiglieri.
Un probabile declassamento pare segnato anche per il Martini,
sul quale il Tavolo Massicci ha da
tempo espresso perplessità. Si
dovrà scegliere se penalizzare
Verbania o Domodossola: per tutti e due non ci sono i numeri.
Quanto ai punti nascita, lo
schema appare chiaro. Chiuderà
Acqui Terme; resta confermata
la decisione della chiusura del
San Lorenzo di Carmagnola; le
donne di Susa saranno dirottate
a Rivoli. Segnato anche il punto
nascita di Bra, con le pazienti dirottate a Cuneo o Savigliano. Anche Tortona perde i parti: Alessandria e Casale saranno i punti
di riferimento. L’unica deroga,
anche se i parti sono solo 480 (20
sotto la soglia di sicurezza che è di
500) è per Casale, che è anche sede di Dea.
I numeri parlano chiaro e le esigenze di sicurezza fissate dai parametri nazionali del rapporto
fra volumi ed esiti non saranno
smentiti. L’assessore alla sanità
Antonio Saitta lo ha ribadito ieri
in commissione sanità, dove ha
chiesto un parere sugli ultimi
punti controversi. Gianluca Vignale di Forza Italia è fortemente
critico: «Oggi il centrosinistra ha
svelato le sue carte smentendo sé
LA POLEMICA
Graduatorie
per i bidelli
un nuovo
scandalo
STEFANO PAROLA
POSSIBILI RISPARMI PER 150 MILIONI
S
Fuori Torino aboliti
i punti nascita a Acqui
Terme, Carmagnola,
Bra e Tortona
stesso. Fino a poco tempo diceva
esattamente il contrario e i consiglieri facevano la gara a partecipare ai comitati di protesta». Il
Movimento 5 stelle attacca: «In
soldoni, si parla come al solito di
chiusure ospedaliere e potenziamenti fantomatici del territorio.
Come e dove non si sa ancora.
Non possiamo accettare che passi sempre la logica dell’emergenza». Per il Pd il presidente della
commissiona sanità Domenico
Ravetti commenta: «Nel testo si
trovano importanti provvedimenti tra i quali: la valorizzazione degli ospedali territoriali, la
chiusura della esperienza dei primariati a scavalco».
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L’assessore: “In Piemonte
troppi esami medici inutili ”
T
ROPPE prestazioni sanitarie, troppa
medicina difensiva. Mentre per il resto
d’Italia il numero pro capite è 12, i
piemontesi fanno 16 prestazioni e mezzo
all’anno., 4 più dello standard nazionale.
Antonio Saitta chiede che i numeri siano
ridotti con una migliore appropriatezza:
«Considerando che il valore medio è di 15
euro per ciascuna prestazioni, significa che
una riduzione di due a testa all’anno
porterebbe ad un risparmio di 130 milioni. Il
costo complessivo delle prestazioni
specialistiche per la sanità piemontese si
aggira sul miliardo all’anno». Oggi, rileva
l’analisi dell’assessorato, nessuna azienda
piemontese rispetta le indicazioni ricevute su
un contenimento degli esami di laboratorio e
Torino è certamente quella che registra i
volumi più elevati: punte di 15,8 prestazioni
nella To2 e 14,8 pro capite nella To1. Con una
risonanza in meno ogni 100 abitanti si
possono risparmiare 5 milioni all’anno.
L’assessore annuncia anche la creazione di
un call center unico per le prenotazioni.
(s.str.)
ONO passati sei anni, eppure
lo spettro di “Bidellopoli”
aleggia ancora. Nel 2008 un
controllo a tappeto dell’Ufficio
scolastico provinciale e un’inchiesta della Procura scoprirono
circa 400 persone che erano state inserite in modo illegittimo
nelle graduatorie da cui le scuole chiamavano per nominare i
propri collaboratori. Alcune non
avevano neppure presentato domanda. A destare sospetto furono fenomeni curiosi, come i più
di cento bidelli chiamati dalla
provincia di Vibo Valentia, di cui
70 dallo stesso paesino. Ebbene,
ora l’Ufficio scolastico ha scoperto che circa 40 delle persone
espulse nel 2008 quest’anno si
sono ripresentate dichiarando
però un punteggio più elevato
del dovuto. Il motivo: avevano
considerato il famoso anno di
“Bidellopoli” come buono a tutti
gli effetti, nonostante in realtà ai
tempi fossero stati “depennati”.
In questo modo hanno scavalcato diversi concorrenti nella
corsa a un posto da bidello che si
è scatenata per quest’anno scolastico. «Abbiamo ricevuto alcune segnalazioni e abbiamo provveduto a eseguire i controlli del
caso», racconta il direttore dell’Usp Paola D’Alessandro. In effetti, continua la dirigente, «alcuni candidati avevano dichiarato di aver prestato servizio in
un determinato anno, dopo aver
però ottenuto una nomina che
per noi è irregolare». Così gli uffici di via Coazze hanno dovuto
rimetter mano alle graduatorie,
che tra l’altro risalgono al 2001:
«Abbiamo tolto i punti in eccesso, anche perché avrebbero consentito a queste persone di aumentare le possibilità di essere
chiamati in servizio quest’anno».
Storia chiusa? No. Perché 5 di
questi 40 bidelli hanno deciso di
portare il ministero dell’Istruzione di fronte a un giudice del lavoro. Ritengono di essere stati
penalizzati ingiustamente. Per
il momento l’Ufficio scolastico
regionale, che rappresenta il
“Miur” nelle vertenze, ha ottenuto una prima ordinanza cautelare che va a proprio favore.
Ma è solo un primo round di una
battaglia legale che potrebbe diventare piuttosto lunga.
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SCANDALO GRINZANE: UN ALTRO MILIONE MEZZO DI RISARCIMENTO DAL FRATELLO E DA ALTRI COMPLICI
P R E F A B B R I C A T I
La Corte dei conti chiede 6 milioni a Soria PRE SAL
<DALLA PRIMA DI CRONACA
OTTAVIA GIUSTETTI
A
LLA quale, a sorpresa, l’ex patron ha rinunciato a difendersi, non costituendosi
in giudizio e rischiando, così, una condanna in contumacia. Oltre a lui, che in sede penale
è stato condannato in primo grado a 14 anni e
sei mesi, tra le altre cose per uso illecito di fondi
pubblici nella gestione del premio letterario, è
imputato il fratello Angelo, ex dirigente regionale, che invece era in aula insieme al cuoco Bruno Libralon accusato per aver ottenuto finanziamenti per la realizzazione di una scuola di cucina nel Castello di Costigliole.
La richiesta di risarcimento è legata alla presunta distrazione di fondi del premio Grinzane
Cavour e delle associazioni che ruotavano intorno. Che sono a loro volta chiamate in giudizio:
Premio Grinzane, Antenna Culturale Europea,
Rassegna del 13 novembre.pdf
Civiltà dei Territori Letterari, Studi Iberici e Icif.
Il conto più salato, chiaramente, è quello presentato a Giuliano Soria che dai finanziamenti
pubblici per lavori di ristrutturazione del Castello di Rorà, del Palazzo Grinzane e del Museo
Fondi distratti per comprare
e ristrutturare le case
dell’ex boss del premio
a Torino, Ospedaletti e a Parigi
del Territorio di Costigliole d’Asti, ha distratto
fondi per comprare l’immobile di via Montebello che aveva la doppia funzione di sede del Premio e sua abitazione, per lavori di ristrutturazione lì a Ospedaletti e a Parigi e per altre iniziative. Di «prassi lassiste» nell’assegnazione
dei contributi ha parlato il pm, Giancarlo Astegiano puntando il dito sulle determine, 11 quelle contestate, con cui dalla Regione Angelo Soria avrebbe assegnato contributi alle associazioni del fratello con «palesi profili di illegittimità: assenza di domanda, pagamenti superiori a quelli richiesti, accettazioni in tempi brevissimi, presentazione di domande dopo lo
svolgimento dell’evento, destinazione di soldi
diversa dalle finalità previste».
Per il magistrato contabile «l’accordo tra i
due fratelli Soria è dimostrato: loro stessi definivano il meccanismo un “innocuo escamotage”. E che fosse innocuo è discutibile» ha detto
Astegiano. «Per avere responsabilità erariale ci
vuole un danno erariale, che in questo caso non
c’è», ha sostenuto l’avvocato Alessandra Cardella, difensore di Angelo Soria e Bruno Libralon che ha chiesto l’assoluzione.
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pagina 55
Sanità Socio-Assistenziale
12
LA STAMPA
GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE 2014
Acqui e Ovada .55
.
Ex stazione tram: tetto subito
per fermare il grave degrado
Restyling definitivo nel 2015, ma la copertura va rifatta entro Natale
Fatiscente
il caso
L’ex stazione
tramviaria di
Ovada in
piazza Castello è in condizioni di grave
degrado
Ritardata
l’apertura di
un Caffè al
piano terreno
per i danni
causati dall’umidità
DANIELE PRATO
OVADA
S
tando al piano triennale dei lavori pubblici, nel 2015 il Comune di Ovada dovrebbe scucire 250
mila euro per una ristrutturazione radicale da cima a fondo
(e si vedrà se così sarà). Nell’attesa, Palazzo Delfino sarà
costretto ad aprire comunque
il portafoglio, se non vorrà che
l’inverno comprometta definitivamente l’ex stazione
tramviaria di piazza Castello,
edificio comunale che con il
suo degrado sminuisce anche
il recente restyling della scalinata dall’altra parte della
strada. Le infiltrazioni dal tetto, che proseguono da anni,
sono peggiorate dopo l’ondata
di maltempo di inizio ottobre,
e ancora negli ultimi giorni.
La pioggia s’è insinuata tra le
tegole, danneggiando il primo
piano (vuoto) e arrivando fino
al piano terra dove ci sono
un’edicola e un bar. Quest’ultimo – il Caffè Piazza Castello –
ha cambiato gestione il 30 ottobre ma l’apertura era prevista 20 giorni prima. «Abbiamo dovuto aspettare proprio
per riparare i danni causati
dall’umidità» raccontano le
socie Paola Bava e Patrizia Toc- tenzionato a lasciar passare un
caceli. C’erano danni all’im- altro inverno senza fare nulla e,
pianto elettrico e al sistema quindi, investirà 20 mila euro
d’allarme, ed è stato necessario almeno per rifare il tetto ed evirifare da capo la controsoffitta- tare altri problemi. «Si tratta di
tura. «E’ un pecun intervento
cato – dicono «SI VENDA» tampone, da conche questa strut- Minoranza contraria cludere in tempi
tura, in una posibrevi, anche per
“Quel bene deve venire incontro
zione vantaggioessere alienato” alla nuova gestiosa, di fronte alla
nuova scalinata
ne del bar – spieche dovrebbe essere uno dei bi- ga l’assessore ai Lavori pubbliglietti da visita di Ovada, sia ri- ci, Sergio Capello -. Le tegole
dotta in queste condizioni».
sono spostate, i travetti marci.
Per quanto riguarda le fac- Bisognerà lavorare per risisteciate, tutto è rimandato al 2015. marli entro Natale». Da vedere
Ma il Comune non sembra in- se i tempi saranno rispettati.
Rassegna del 13 novembre.pdf
Intanto, il consigliere di minoranza Giorgio Bricola, capogruppo di Patto per Ovada, polemizza sul fatto che si continuino a spendere soldi per l’edificio. «L’ex stazione va alienata –
spiega -. Palazzo Delfino potrebbe ricavarne denari per
l’esproprio della casa all’ingresso dell’ex frantoio Gentile
di via Novi. Un passo fondamentale se si vorrà riqualificare quella zona, unendola al vicino Monferrato Story Park. altrimenti i 170 mila euro che si
vorrebbero investire sull’area,
da trasformare in giardino, saranno soldi buttati».
pagina 56
Ospedale di Acqui: mobilitazione contro possibile declassamento
ACQUI. SINDACO: BASTA TAGLI ALL’OSPEDALE
“Il Dea sarà declassato?
Ci opporremo con forza”
«Basta tagli per l’ospedale».
E’ la decisa presa di posizione
di molti acquesi alla vigilia
della pubblicazione del nuovo
Piano sanitario regionale che
ridisegnerà la sanità piemontese. Ieri, i vertici dell’AslAl
erano ad Acqui per la riapertura della nuova camera calda
dell’ex Pronto soccorso, che
consentirà nuovamente l’accesso ad ambulanze e auto
che trasportano i malati, direttamente al primo piano
dell’ospedale, dove si trovano
gli ambulatori, il punto prelievi e il servizio di radiologia. A
mettere nuovamente le mani
avanti contro ulteriori tagli
che potrebbero ridurre ulteriormente i servizi è stato il
sindaco Enrico Bertero: «Ritengo che l’eventuale declassamento del Dipartimento
emergenza in pronto soccorso
semplice sia una cosa inaccettabile e un insulto alle popolazioni dell’Acquese già alle prese con molte problematiche,
non ultima la soppressione del
punto nascite» ha spiegato e ha
aggiunto: «L’opposizione sarà
forte e decisa visto che, con
l’eventuale declassamento del
Dea, verrebbero messi a serio
rischio anche la rianimazione e
l’unità di terapia intensiva coronarica». Una riduzione dell’attività del servizio di rianimazione potrebbe produrre riflessi negativi anche sull’attività
operatoria svolta quotidianamente dalle branche chirurgiche, messe a dura prova dalla
recente adozione del modello
d’intensità di cura, che ha comportato l’accorpamento di chirurgia generale, urologia, otorinolaringoiatria, ortopedia,
traumatologia e ginecologia. In
particolare, con l’adozione di
questo modello tra venerdì sera
e lunedì mattina vengono meno
21 posti letto. Non resta che attendere la pubblicazione del
nuovo piano regionale per sapere se l’ospedale di Acqui sarà ulteriormente penalizzato. [G. L. F.]
Sanità Socio-Assistenziale
12 45
LA STAMPA
GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE 2014
Contro i tagli al Dea
politica e comitati
cercano la via d’uscita
Convocati i Consigli a Verbania e Domodossola
“Assurdo far decidere al territorio chi si salva”
RENATO BALDUCCI
VERBANIA
Verbania
«Un tavolo di lavoro
per piazza Bandiera»
1I
consiglieri comunali
Carlo Bava e Renato Brignone hanno presentato un ordine del giorno con il quale si
vuole impegnare il sindaco a
costituire un apposito «tavolo di lavoro» per il previsto
intervento di riqualificazione
e valorizzazione di piazza
Fratelli Bandiera. In rapporto con la Commissione lavori
pubblici «si darebbe vita a
uno spazio di lavoro meno
formale».
[S.R.]
Verbania
Cambiano i requisiti
per il buono scuola
1 Il Consiglio regionale ha
approvato la rimodulazione
delle fasce di reddito per accedere ai buoni scuola. Con le
nuove norme il tetto massimo dell’Isee sarà di 26 mila
euro. Il buono dovrà essere
speso per coprire l’acquisto
di libri, materiale scolastico e
trasporti. Info negli uffici comunali.
[F.RU.]
Verbania
Scelta la commissione
per il paesaggio
1 Nominata
dall’amministrazione comunale la Commissione locale per il paesaggio. Sarà formata da cinque
architetti che sono stati candidati dal museo del Paesaggio come previsto dal regolamento del comune. I professionisti sono: Massimiliano
Zappa, Maurizio Forella, Silvia Monaco, Matteo Fieni e
Antonio Montani.
[F.RU.]
Sindaci e amministratori presenti lunedì a Omegna
Le reazioni alle parole di Saitta
«Questopianoèpenalizzantepertutti»
1 «Torino sappia che le
aree alpine e marginali, purtroppo mai dimenticate dagli
esattori delle tasse, non sono
per nulla disposte a farsi piccole prima che la mannaia abbia tagliato costi e sprechi
ben più imbarazzanti di una
struttura ospedaliera di periferia». Questa la risposta che
il Moto (Movimento ossolano
tutela ospedale) manda alla
Regione decisa a tagliare uno
dei due Dea attualmente presenti nell’Asl Vco. «L’invito a
trovare un accordo tra Domo
e Verbania - dice Graziella
Marchesi - è un inganno davanti a politici e sindacati
proni agli ordini dell’alto: già
hanno alzato le mani in segno
di resa». Dall’Ossola arriva
anche l’appello del Tribunale
dei diritto del malato. Rober-
to Munizza parla di «scelta
grave che penalizza il territorio, ma soprattutto l’Ossola
alla quale, senza il Dea, non rimarrebbe nulla. Chiaramente il territorio del Vco ne uscirà comunque depauperato,
ma può ancora provare a
esprimere un indirizzo per limitare il danno». In difesa del
Castelli di Verbania interviene invece il Comitato Salute
Vco: «La scelta di fare del San
Biagio di Domo l’ospedale
provinciale decreterebbe la
morte della sanità pubblica.
Dal Sud quanti si recheranno
a Nord farsi curare? Quale sicurezza per i pazienti da un
numero irrisorio di interventi
chirurgici? E poi il Dea di Verbania ha accessi nettamente
superiori a quelli di Domo[RE. BA.]
dossola».
Oggi incontro a Pallanza
Auxologico di Piancavallo
“Il nostro futuro a rischio”
I problemi economici della
Regione mettono in difficoltà
l’istituto Auxologico di Piancavallo dove lavorano oltre
500 persone. È per questo
che oggi è stato fissato un incontro, in municipio a Verbania, che vedrà di fronte il sindaco Silvia Marchionini, una
rappresentanza dell’istituto
e delle organizzazioni sindacali. Sarà presente il vicepresidente della Regione Aldo
Reschigna. «Abbiamo voluto
questo incontro - spiega Riccardo Negrino responsabile
del settore sanitario della Cisl del Piemonte Orientale -
VCO .53
In breve
SANITA’. DOMANI A OMEGNA LA RAPPRESENTANZA DEI SINDACI
Con la convocazione imminente dei consigli comunali di
Verbania e Domodossola e
della rappresentanza dei sindaci dell’Asl, la politica affronta l’«ultimatum» dell’assessore regionale alla Sanità,
Antonio Saitta che, a Omegna, ha chiesto «al territorio
di decidere quale dei Dea
chiudere tra Domodossola e
Verbania. Altrimenti lo farà
la Regione». Saitta ha ricordato che «il Vco non può avere due ospedali dello stesso livello ma solo uno spoke di
media intensità e l’altro senza
Dea, ma con un semplice
pronto soccorso». Se ne parlerà già domani nel corso della rappresentanza dei sindaci
dell’Asl, convocata alle 18 dal
primo cittadino di Omegna,
Adelaide Mellano. Sabato alle
15 si riunirà il Consiglio comunale di Verbania, mentre a
Domodossola la seduta è lunedì sera alle 21.
Sull’argomento interviene
Matteo Marcovicchio, verbanese, consigliere provinciale
di Ncd: «Il doppio reparto e
l’ospedale plurisede non hanno alternativa nel futuro della
sanità del Vco». Marcovicchio critica il sindaco di Verbania: «Mi stupiscono le sue
dichiarazioni: da un lato invoca l’unità del territorio e dall’altro diffonde i numeri dei
Dea per far capire che la scelta deve cadere su Verbania.
Scelta che non è da fare. Il
Vco non deve perdere nessun
dea. L’invito al territorio a decidere è inaccettabile». Parla
anche il sindaco di Seppiana,
Alberto Preioni: «Il Pd ha fatto la fortuna elettorale su
sparate continue contro la
passata amministrazione regionale. Adesso vogliamo coerenza perché fino a pochi
mesi fa sbandierava la difesa
dei due Dea. Ma il concetto è
questo: in montagna non si
tocca nulla. S’inizia a razionalizzare a Torino e pianura».
.
per coinvolgere gli amministratori su un problema che se
non si risolve può avere degli
effetti devastanti sull’occupazione, ma anche sui servizi sanitari che vengono forniti. Con
i tagli che ci sono stati è impossibile andare avanti. Bisogna
capire insieme quali strade si
possono intraprendere per dare continuità all’ospedale».
Quali sono i motivi delle difficoltà le spiega Sergio Zaninelli presidente dell’istituto
Auxologico che ha sede a Milano e opera anche in altre località della Lombardia: «A oggi
non sono stati ancora definiti
Rassegna del 13 novembre.pdf
L’auxologico di Piancavallo
con la Regione Piemonte il
contratto di finanziamento per
l’anno 2013, né quelli relativi al
2014 e 2015. Sono anche in alto
mare una serie di altre pendenze tra le quali il nulla osta
per proseguire i lavori di ri-
Bognanco
L’Unione discute
delle «Aree interne»
1 Si
parla del programma
«Aree interne» e dell’Unione
dei comuni domani alle 20,45
a Bognanco San Lorenzo. Intervengono Enrico Borghi, il
sindaco domese Mariano
Cattrini, il presidente della
Provincia Stefano Costa, il
presidente dell’Unione dei
comuni Marzio Bartolucci e
il sindaco di Bognanco Remigio Mancini.
[RE. BA.]
Domodossola
Iniziano alla Prateria
le cene didattiche
1 Iniziano
domani le cene
del ciclo «Imparar mangiando» della cooperativa La Prateria alle Nosere. L’appuntamento è alle 19 con una lezione sulla cucina ossolana dell’800 con Paola Caretti; poi
cena a 20 euro. Info 0324.
249260 o al 348.3301143. [F.ZA.]
strutturazione dell’ospedale
San Giuseppe di Piancavallo.
Inoltre non è stato sottoscritto
l’accordo sulla compensazione
dei budget che riguardano le
degenze e i servizi ambulatoriali relativi al 2009 e al 2010».
Sottolinea Zaninelli: «In
estrema sintesi l’istituto non è
in grado di sostenere i tagli per
svariati milioni di euro, perché
si riflettono sull’attività già
svolta nel 2013 per quella in
corso e per quella futura». I tagli ai servizi sanitari convenzionati si sono manifestati già
nel 2011 con una riduzione del
5% del budget regionale. Tuttavia l’Auxologico era stato tra
quelli che avevano sofferto di
meno per via dei finanziamenti che arrivavano dallo Stato
per la ricerca. «Ora però - sottolinea Negrino - sono stati ridotti anche quelli: manca qualcosa come il 13% delle risorse
rispetto a prima».
[F. RU.]
pagina 57
Sanità Socio-Assistenziale
12 45 67 18
LA STAMPA
GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE 2014
il caso
ALESSANDRO MONDO
A
Eccesso di esami
Parliamo della diagnostica, il
nuovo fronte aperto dall’assessore regionale alla Sanità
Antonio Saitta dopo quello
della spesa farmaceutica.
Tema nazionale, che in Piemonte ha una valenza in più:
il valore pro capite della specialistica ambulatoriale assicurata ai residenti è pari a
252,15 euro, con punte massime di 310 euro pro capite e
soglie minime di 201 euro; la
nostra regione sfora più di
altre gli standard nazionali
previsti per le «prestazioni»
(vedi tabella).
Le reazioni
LA SITUAZIONE
In Italia
12
In Piemonte
Valore medio
di ogni esame
(dato 2013)
Esami pro capite
l’anno
TAC
7,5 esami
4,5 esami
per 100 abitanti
l’anno lo standard
nazionale
ogni 100 abitanti
l’anno lo standard
nazionale
standard
nazionale
7,88 esami
5,14 esami
il target fissato
in Piemonte nel 2014
ogni 100 abitanti
il target fissato
in Piemonte
nel 2014
11,50
la previsione
a fine anno
8,66 esami
Piemonte
6,81 esami
il dato attuale
(solo Verbano
e Cuneese
rispettano
il parametro)
15 euro
Costo annuo
degli esami
specialistici
per la sanità
piemontese
Fonte:
Assessorato
Regionale
alla Sanità
1 miliardo
di euro
Centimetri-LA STAMPA
“Sanità, in Piemonte
si fanno troppi esami”
FUORI CONTROLLO
L’assessore Saitta: si possono risparmiare 130 milioni
Verso la revisione degli ospedali: “ Chiederò nuove assunzioni”
Sulla «Stampa»
Riforma degli ospedali
Prime tensioni nel Pd
Migliori e peggiori
Parola d’ordine: governare la
domanda ed evitando il «consumismo diagnostico all’americana». Vale per gli esami di
laboratorio, che rappresentano il 70% del volume di prestazioni specialistiche ambulatoriali. Oggi nessuna delle Asl e
delle Aso rispetta le indicazioni per contenere le prestazioni. Torino registra i volumi più
elevati, con punte di 15.8 esami pro capite nelle Asl Torino
1 e 2. Risonanze magnetiche:
gli scostamenti maggiori riguardano le Asl Torino 1, 2, 3 e
5; qualche contrazione si è registrata ad Alessandria, Novara e Cuneo. Ancora Saitta:
RISONANZE
MAGNETICHE
16,5
In Italia lo standard di riferimento sul numero medio di
prestazioni pro capite l’anno è
di 12, 9 per le analisi di laboratorio: in Piemonte ci si attesta
su una media pro capite di
15,5. «Dato che il valore medio
di una prestazione è di 15 euro
ciascuna - calcola Saitta -, la
riduzione di 2 prestazioni a testa, da sola, permetterebbe al
Piemonte di risparmiare 130
milioni senza fatica».
ANALISI
DI LABORATORIO
9
Costi insostenibili
Nel mirino gli esami
di laboratorio,
Tac e risonanze
Cronaca di Torino .47
I numeri
Numero medio
degli esami specialistici
pro capite l’anno
nalisi di laboratorio, risonanze
magnetiche, Tac:
una batteria di
esami specialistici sovente prescritti dai medici per eccesso di zelo o a scopo
«difensivo», cioè per evitare
di incorrere in cause giudiziarie, che gravano sui costi del
sistema sanitario regionale.
.
Saitta frena sul 118: non sarà separato dal sistema sanitario
Sulla «Stampa»
il caso
ALESSANDRO MONDO
I
l piano sanitario? Quello
sì che farà discutere: un
buon lavoro, ma tosto».
Così commentava ieri
l’assessore al Bilancio
Reschigna, durante una pausa del Consiglio regionale, in
vista del piano di revisione
della rete ospedaliera che lunedì approderà in giunta: il
provvedimento più importante, e più pesante, dopo la manovra fiscale.
Tensioni nel Pd
Non a caso, ieri sera la questione è stata affrontata in un vertice di maggioranza. Non a caso,
si registrano le prime fibrillazioni tra i democratici. Emblematica quella di Nino Boeti, medico e consigliere Pd: «In un piano complessivo di ridimensionamento dei pronto soccorso si
Filtrano le prime indiscrezioni sul piano di revisione della rete ospedaliera: la riforma, tra le altre
cose, ridimensionerebbe il
San Luigi di Orbassano.
2
Conto alla rovescia
Lunedì l’assessore Saitta presenterà il piano di revisione
della rete ospedaliera: nervi tesi nella maggioranza
vello a Torino, a meno di un chilometro di distanza: Mauriziano e
Città della Salute». E uno. «Anche sul Martini - aggiunge Boeti occorre andare oltre la mera que-
Frenata sul 118
Dibattito aperto sul 118. Ieri è
stata approvata la mozione,
primo firmatario Alfredo Monaco, Scelta civica, che impe-
118. Sulla stessa posizione Simeu, Società italiana di medicina di emergenza-urgenza. «Il
118 non dovrà essere inteso come un settore a sé stante ri-
Il piano di revisione della rete ospedaliera e il nuovo
ruolo del 118 aveva creato attriti nel Pd
1
sumo di risonanze magnetiche
fa il paio con il prevalere delle
erogazioni svolte dal privato accreditato (74%) rispetto a quelle da parte della sanità pubblica
(26%). Esami radiologici: solo il
Verbano e il Cuneese rispettano
il target fissato dalla Regione
per il 2014, ancora sforamenti
alle Asl Torino 1, 3 e 4. Anche a
Vercelli, Biella, Novara e Asti si
registrano più di 6 TAC all’anno
ogni 100 abitanti. «Bisognerà
creare il call center unico per il
Torinese così da gestire le prenotazioni comprendendo sia le
otto aziende pubbliche che il sistema del privato convenzionato», conclude l’assessore.
Revisione degli ospedali
«Se risparmiassimo una risonanza ogni 100 abitanti, solo a
Torino risparmieremmo 5 milioni ogni anno». Nella città metropolitana torinese l’iper-con-
Sempre ieri ha illustrato in commissione le linee-guida del piano
di riordino della rete ospedaliera,
con un risparmio atteso di 300
milioni entro due-tre anni: risorse
da reinvestire non negli ospedali
ma nell’assistenza territoriale e
domiciliare. I risparmi derivanti
dalle prossime manovre sulla farmaceutica e sulla diagnostica
permetteranno al sistema sanitario di non sforare il «budget» di 8
miliardi trasferiti dallo Stato.
Assunzioni di personale
Nell’occasione, Saitta ha annunciato che il 20 novembre,
durante l’incontro con il ministero, chiederà la possibilità di
derogare all’annoso blocco del
turn over per assumere subito
personale nelle realtà più critiche: medici e soprattutto infermieri di cui il sistema sanitario
necessita per continuare a garantire i servizi. A fine 2015,
quando la Sanità piemontese
uscirà dal piano di rientro del
deficit, la questione si porrà anche per i primari: un centinaio i
reparti carenti.
Nodi in sospeso
In tema di riordino degli ospedali i nodi in sospeso sono diversi. A Torino si giocano il grado di ospedale «hub», cioè di riferimento, il Mauriziano e il
San Luigi: a detta di Saitta il
primo ha più requisiti, ma il dibattito è aperto. In forse il destino del Martini: il Dea di primo livello potrebbe essere declassato a pronto soccorso
semplice. Probabile la richiesta, rivolta al ministero, di una
deroga per stabilire dove ricollocare i servizi dell’Oftalmico. Per quelli dell’Amedeo di
Savoia c’è tempo fino a dicembre 2015. Bisognerà decidere
quale, tra gli ospedali di Verbania e Domodossola, diventerà
di territorio. Resteranno entrambe di territorio le strutture di Acqui e Tortona. L’ospedale di Lanzo sarà trasformato
in poliambulatorio.
Divisi medici
di base
e specialisti
ELENA LISA
I camici bianchi concordano
con l’assessore Saitta: sì, è vero,
in Piemonte il numero di esami
diagnostici è esagerato. L’armonia traballa non appena si
tenta di individuare i responsabili dell’eccesso, però.
Per i medici di base sono gli
specialisti a doversi dare una
regolata, a smettere di spedire
«malati» che affollano ambulatori. «Perché non sappiamo come comportarci - dice Angelo
Testa, presidente di Snami, il
sindacato nazionale autonomo
dei medici italiani - con gli approfondimenti richiesti da cardiologi, ginecologi o fisioterapisti. Cosa facciamo: ci rifiutiamo
di prescriverli ai pazienti che
arrivano con la lista?». Ma pure
gli specialisti individuano altrove la responsabilità: è proprio
chi staziona nei corridoi di
ospedali pubblici e privati ad
aver perso il senso della misura. «Nell’epoca del consumismo
- osserva Ottavio Davini, responsabile di radiologia delle
Molinette - per sentirsi in salute è diventato necessario “consumare” sanità». Mangiarsela
a suon di ricette. Come se stare
senza un faldone sulla mensola,
con gli esami ordinati fin dalla
cresima, ci facesse venire un
mancamento. Ma se invertiamo rotta, come la mettiamo poi
con la prevenzione?
«La tutela è anche psicologica - aggiunge Davini - Su cento
persone la metà ha problemi di
schiena. Siamo imperfetti senza per questo doverci preoccupare. Eppure il responso inutile
di una risonanza mette in ansia.
Fa vivere male anche quando
l’acciacco è poca cosa. In più le
Tac emettono raggi pericolosi
se se ne abusa. Lo dico da radiologo: meno risonanze e più prevenzione. Vera. I vaccini, quelli
servono, per esempio».
Torinesi ipocondriaci? «Poco informati - aggiunge il presidente del sindacato - e non curanti del fatto che l’esame esentato non è gratis. Tutti dovrebbero sentirsi responsabili della
spesa pubblica: sia chi fa la prova per il colesterolo ogni tre
mesi, sia gli specialisti. Sono
vent’anni che lo consigliamo ai
vari assessori della Sanità:
mettiamo anche loro nelle condizioni di prescrivere esami.
Mettere le richieste nero su
rosso, quello del ricettario, renderà tutti più consapevoli».
Borgo Vittoria
La scuola nell’occhio
del ciclone
Un caso di scabbia alle Elementari
Genitori infuriati: avvisati in ritardo
L’elementare Don Murialdo
riceve da tempo il sostegno
concreto dei genitori ad
esempio nella ripittura
delle aule
«Non ci sono
epidemie,
ma meglio avere
un medico fisso»
PAOLO COCCORESE
Le mamme dell’elementare
Don Murialdo lo hanno scoperto leggendolo sul diario
che la scabbia e l’Epatite A
era arrivata nella classe dei figli. «E’ stato segnalato un caso. Leggere le informative, firmare e consegnare l’assenza
dopo aver eseguito i controlli
sanitari richiesti», ha dettato
la maestra agli alunni della sua
quarta. Per la mattina seguente
è scattato l’assoluto divieto di
entrare a scuola per i bambini,
una ventina. Vaccino obbligatorio per tutti negli ambulatori
Asl di via della Consolata. Precauzione necessaria per debellare il rischio contagio nell’istituto di via Casteldelfino.
A scuola il silenzio
Dietro il cancello dell’istituto
comprensivo «Vivaldi Murialdo» pochi hanno voglia di parlare. Bocche quasi cucite, nessuno ha voglia di alzare polveroni su una delle scuole più
importanti del quartiere che
da un mese vive con l’incubo
della malattia.
Rassegna del 13 novembre.pdf
Le ansie dei genitori
«A meta ottobre abbiamo scoperto dell’Epatite da una semplice comunicazione. Siamo
stati costretti a correre a fare le
vaccinazioni nell’ultimo giorno
dell’incubazione», dicono i genitori. Una bambina, dopo aver
scoperto che la vaccinazione
voleva dire «una punturina»,
avrebbe nascosto l’avviso. E
non solo, la settimana scorsa, il
bambino malato giocando con il
vicino di banco, ha confidato
anche un altro segreto. «Ho la
scabbia, adesso ti contagio»,
avrebbe detto all’amichetto.
L’Epatite è un’infezione che si
può contrarre mangiando cibi e
acqua sporca. Discorso diverso,
per la scabbia. E’ una malattia
alle malattie croniche - aggiunge Grassi -. Penso, però, che una
presenza fissa di un operatore
sanitario non farebbe male».
Ripulite le aule
provocata da un parassita. Il
contagio avviene tramite il contatto prolungato con la pelle del
malato. E’ un problema che di
solito colpisce le case di riposo e
in alcuni casi le scuole. In città,
la Murialdo potrebbe non essere l’unico istituto a rischio.
Rispettato il protocollo
Il dirigente scolastico della «Vivaldi Murialdo» getta acqua sul
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fuoco. «Non ci sono epidemie»,
dice Francesco Augusto Grassi,
da tre anni sulla poltrona dell’istituto comprensivo. «Abbiamo fatto tutto quello previsto
dai protocolli». Posizione condivisa dall’assessorato ai Servizi
Educativi che non concede altre informazioni. «Il Miur e
l’azienda sanitaria hanno firmato un documento per permettere alle scuole di far fronte
L’elementare Don Murialdo è
un istituto di periferia dove i genitori sono in prima linea per
renderlo più bello. La settimana
scorsa si sono organizzati per
ridipingere le aule. «La scuola
ha informato tutte le famiglie –
dice la vicepresidente del Comitato genitori, Emanuela Pelagatti -. E’ stata fatta la pulizia
dell’aula e siamo stati rassicurati». Di umore diverso i genitori della quarta finita nell’occhio
del ciclone. Per tre giorni, la
metà ha tenuto a casa i figli.
Sanità Socio-Assistenziale