gennaio 2014 www.raiffeisen.ch /prospettive PROSPETTIVE Informazioni economiche e finanziarie Boom delle azioni nonostante un’economia mondiale più debole Per l’investitore azionario il 2013 è stato un anno straordinariamente buono. L’andamento è stato volatile e a giugno dopo le dichiarazioni di Bernanke sul tapering sembrava addirittura che gli utili guadagnati fino a quel momento dovessero essere di nuovo persi. Poi però i mercati hanno riflettuto e si sono preparati a una nuova caccia di record. Naturalmente solo dopo che il Presidente della Banca centrale statunitense ha preso di nuovo le distanze dall’uscita dalla politica monetaria espansiva. Chi è riuscito a mantenere i nervi saldi, ha quindi ottenuto una bella performance. Ad eccezione dell’Australia e di Hong Kong, nel 2013 tutti i maggiori indici azionari mondiali hanno registrato aumenti a due cifre. Per contro, numerose materie prime e soprattutto i metalli preziosi, guidati dall’argento, hanno subito perdite in misura analoga o addirittura maggiore. Segnali sbagliati Se si considera che il 2013 è stato un anno difficile e in parte addirittura turbolento, sorprende l’euforia sui mercati azionari. La faticosa ripresa congiunturale in Europa, le notizie negative dal fronte del debito e perfino il penoso shutdown in America hanno frenato i mercati solo provvisoriamente. Nel 2013, i dati fondamentali non sono stati certamente i fattori propulsivi del notevole andamento, dato che hanno fornito come sempre indizi troppo poco chiari per giustificare un tale rialzo delle azioni. Anzi: dati fondamentali buoni hanno provocato addirittura crolli dei corsi, mentre dati congiunturali più deboli un loro aumento. La borsa era per così dire sottosopra, perché non tentava di scontare i dati, ma le relative conseguenze sulla politica monetaria. La forte performance dei mercati azionari nel 2013 è quindi da attribuire quasi esclusivamente alla politica monetaria. A posteriori non è del tutto paradossale concludere che quasi l’intero rialzo azionario da marzo 2009 si è basato soprattutto sulle speranze politico-monetarie, le quali alle fine sono state sempre soddisfatte. Quando alla metà del 2011 la crisi del debito europea aveva determinato flessioni sui mercati, con il suo allentamento quantitativo la BCE ha creato il terreno fertile per nuovi aumenti dei corsi. E ultimamente anche il Giappone è saltato sul treno dell’espansione monetaria e ha catapultato l’indice Nikkei a una velocità incredibile ad altezze vertiginose. Anno dell’affermazione Anche se la crescita economica globale nel 2014 accelererà di nuovo, ciò non fornirà necessariamente un’ulteriore spinta ai mercati. Infatti il 2014 diventerà l’anno della verità politicomonetaria sotto tre punti di vista. In primo luogo deve essere chiaro quando la politica monetaria americana abbandonerà definitivamente gli acquisti di obbligazioni. In secondo luogo, l’Abenomics in Giappone deve dare i suoi frutti, in concreto mantenere elevata la crescita e aumentare l’inflazione verso l’obiettivo auspicato del 2%, altrimenti in Giappone c’è il rischio di una depressione. E in terzo luogo in Europa gli sforzi di consolidamento fiscale devono essere portati avanti coerentemente, senza mettere in pericolo la crescita non molto robusta. Si tratta di un programma molto impegnativo che promette tensioni, ma si spera anche chiarezza. Nel caso ideale, la performance azionaria nel 2014 verrà stimolata dal miglioramento dei dati fondamentali, che compensa il timore per il ritiro del denaro a buon mercato. Ma la strada è ancora molto lunga. Un inizio d’anno fulmineo sembra in ogni caso piuttosto improbabile. L’inversione dei tassi è irreversibile Sui mercati obbligazionari si è imposta l’opinione che l’abbandono della politica monetaria ultraespansiva è solo una questione di tempo. Per questo motivo, neppure l’eccessivo rialzo dei tassi dopo il campanello d’allarme di Bernanke a maggio è stato completamente scontato. L’inversione sui mercati obbligazionari è quindi avvenuta nel 2013. Anche se i tassi nella maggior parte dei paesi industrializzati dovessero ora di nuovo aumentare, i timori sono immotivati. Per il momento l’aumento sarà infatti contenuto e determinerà quindi solo una normalizzazione delle curve dei tassi. Non metterà dunque a rischio la debole ripresa. E a medio termine può determinare addirittura un umore positivo, se risultasse che il rialzo dei tassi avviene a causa di una ripresa congiunturale. Questo sarebbe veramente un passo importante nel 2014. Si prega di tenere conto degli importanti avvertimenti legali riportati nell’ultima pagina Economia e mercati finanziari Economia mondiale: si attende una ripresa Come nei due anni precedenti, nel 2013 la crescita dell'economia mondiale è diminuita. Soprattutto le enormi misure di risparmio negli Stati Uniti e la persistente debolezza dei paesi emergenti hanno frenato la dinamica. In Europa invece la congiuntura è migliorata leggermente e il PIL è diminuito meno rispetto all'esercizio precedente. L'economia svizzera è cresciuta soprattutto grazie agli impulsi del commercio estero. Nel 2014, l'economia mondiale dovrebbe registrare una ripresa. Negli USA e in Europa la politica fiscale sarà meno restrittiva. Il miglioramento del mercato del lavoro e della fiducia dei consumatori dovrebbe far aumentare la domanda interna. Ci sono ancora fattori d'incertezza, tra cui la controversia sul bilancio negli Stati Uniti e la riduzione degli acquisti di obbligazioni da parte della Fed. Aumento della dinamica di crescita nei paesi industrializzati Crescita del PIL rispetto all’anno precedente, in % Inflazione: ancora nessuna pressione inflazionistica Anche nel 2013, la politica monetaria estremamente accomodante non si è riflessa sui prezzi al consumo. Il prezzo del petrolio non ha quasi influenzato l’inflazione. Nel 2013, negli Stati Uniti e nell’Eurozona l’inflazione è diminuita, poiché dalla congiuntura sono giunti solo modesti impulsi inflazionistici. In Svizzera i prezzi sono diminuiti in misura minore rispetto all’esercizio precedente. Sulla scia della ripresa congiunturale è aumentato l’utilizzo delle capacità. Inoltre si è arrestato gradualmente il calo dei prezzi dei prodotti importati, dovuto alla rivalutazione del franco. Nel 2014, in Svizzera e negli Stati Uniti l’inflazione dovrebbe aumentare a causa del maggior utilizzo delle capacità produttive. Nell’Eurozona, la crescita è ancora troppo bassa per generare impulsi inflazionistici. Politica monetaria con scarso effetto sull’inflazione Inflazione rispetto all’anno precedente, in % Politica monetaria: persiste una politica molto espansiva Nel 2013, le banche centrali hanno mantenuto la politica monetaria accomodante. Gli USA hanno proseguito gli acquisti di obbligazioni e in Giappone la Banca centrale li ha aumentati. Il totale di bilancio delle due banche centrali è quindi aumentato, mentre quello della BCE è diminuito per il rimborso anticipato dei crediti alle banche. Nell'Eurozona si è avuto un ulteriore allentamento con la riduzione del tasso di riferimento. La BNS ha mantenuto il corso minimo per l'euro e nel 2013 l'ha difeso senza interventi valutari. Nei paesi industrializzati, la politica monetaria rimane espansiva anche nel 2014. Il nuovo Presidente della Fed dovrebbe ridurre gli acquisti di obbligazioni, ma in generale mantenere l'orientamento espansivo di Bernanke. Non prevediamo quindi alcun aumento dei tassi. Le banche centrali mantengono un orientamento ultraespansivo Andamento del bilancio delle banche centrali dall’inizio del 2008, indicizzato Obbligazioni societarie: i rendimenti seguono i titoli di stato La pluriennale tendenza ribassista dei rendimenti delle obbligazioni societarie si è lentamente arrestata nel 2013. I costi di rifinanziamento per le imprese investment grade sono aumentati in linea con il rialzo dei tassi per i titoli di stato a lungo termine. La differenza d’interesse tra le obbligazioni societarie e i titoli di stato è rimasta costante. L’aumento del rendimento assoluto è stato più forte per le obbligazioni societarie in USD, probabilmente per l’annunciata inversione di tendenza nella politica monetaria della Fed. I tassi per i titoli in CHF continuano a rimanere su un livello relativamente basso, ma sono sensibilmente aumentati. Nel 2014, con il previsto ulteriore graduale irripidimento della curva dei tassi vediamo anche per le obbligazioni societarie una tendenza rialzista di ugual misura. Obbligazioni societarie: interruzione della tendenza ribassista dei costi di finanziamento Rendimenti delle obbligazioni societarie a 5 anni in % (media investment grade) RAIFFEISEN PROSPETTIVE | 01 / 2014 4 3 2 1 0 -1 -2 -3 -4 -5 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 USA Eurolandia Svizzera 4 3 2 1 0 -1 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 USA Eurolandia Svizzera 450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 2008 2009 2010 2011 BCE BNS Fed BoJ 2012 2013 7 6 5 4 3 2 1 0 Gen 08 Ott 08 Lug 09 Apr 09 Gen 11 Ott 11 Lug 12 Apr 13 EUR USD CHF Si prega di tenere conto degli importanti avvertimenti legali riportati nell’ultima pagina Economia e mercati finanziari Obbligazioni: inversione dei tassi avvenuta Nella primavera 2013, sui mercati obbligazionari globali è avvenuta l’inversione dei tassi. La robusta crescita economica negli Stati Uniti e una lieve ripresa nell’Eurozona segnalano ancora un leggero aumento dei rendimenti delle obbligazioni. La riduzione degli acquisti di obbligazioni da parte della Fed statunitense dovrebbe confermare questa tendenza. A causa della bassa inflazione, dell’elevata liquidità e della persistente necessità d’investimenti in titoli fruttiferi da parte di investitori privati e istituzionali non prevediamo tuttavia un improvviso aumento dei rendimenti. Con l’avvenuta inversione dei tassi, per gli investitori i titoli di stato rimangono poco attraenti, soprattutto nelle durate più lunghe. Agli investitori conservativi sconsigliamo di cercare premi di rendimento nei paesi periferici dell’Eurozona. Il moderato aumento dei rendimenti dovrebbe proseguire 5% 4% 3% 2% 1% 0% 2008 2009 Svizzera 2010 2011 2012 Germania USA 2013 2014 Divise: le previsioni delle banche centrali rimangono i driver Ultimamente, le variabili previsioni sul momento dell’inizio della normalizzazione dei tassi negli Stati Uniti e nell’Eurozona hanno determinato le oscillazioni nel cambio EUR / USD. Sostanzialmente nel 2014 la situazione non dovrebbe cambiare. Le previsioni relativamente più favorevoli per una ripresa negli Stati Uniti segnalano un’anticipazione del cambio di politica da parte della Fed. Ciò dovrebbe favorire l’USD. Nonostante la propensione al rischio di nuovo in aumento sui mercati finanziari, il franco non è riuscito a spostarsi di molto dalla soglia minima del tasso di cambio. Con la crisi del debito ancora irrisolta e con la sopravvalutazione del franco, a nostro parere solo moderata, su un periodo di 12 mesi per l’EUR / CHF vediamo pochissimo movimento. Sopravvalutazione solo moderata del franco Tassi di cambio reali ponderati su base commerciale, indice (media a lungo termine = 100) Azioni: inizio d'anno prudente Ultimamente i mercati azionari sono stati spinti dalla politica monetaria, mentre i dati fondamentali delle società sono rimasti in secondo piano. Tenendo presente i mercati finanziari, la comunicazione dei banchieri centrali su una fine del tassi bassi dovrebbe rimanere molto prudente e tranquillizzare in questo modo i mercati azionari. Nei prossimi mesi, l'abbandono della politica dei tassi zero dovrebbe però essere almeno discusso e determinare nervosismo sul mercato azionario. La valutazione dei mercati azionari, sulla base del rapporto prezzo / utile, non sembra conveniente nel confronto storico, se si escludono le esagerazioni al cambio del millennio. Partiamo complessivamente prudenti nell'anno borsistico 2014. I settori difensivi e le strategie dei dividendi offrono il migliore potenziale di rischio / rendimento. Azioni non convenienti in base al rapporto prezzo/utile (P/U) Materie prime: l’oro è di nuovo un tema dopo la correzione Gli investimenti in materie prime hanno perso nettamente il favore degli investitori, dopo che il crollo dei prezzi del petrolio e, di recente, anche dell’oro ne ha evidenziati i rischi. In un portafoglio diversificato vediamo l’oro ancora come un’integrazione opportuna. Sebbene nei prossimi mesi prevediamo un aumento dell’USD e una bassa inflazione, l’oro all’attuale livello non ci sembra più troppo caro. La crisi del debito in Europa e negli Stati Uniti non è finita e quindi anche la politica del denaro a buon mercato rimane invariata. L’oro rimane pertanto relativamente attraente rispetto agli investimenti fruttiferi e risponde al bisogno di stabilità. Quanto al prezzo del petrolio, con la ripresa congiunturale globale prevediamo un leggero aumento. Materie prime soggette a correzioni RAIFFEISEN PROSPETTIVE | 01 / 2014 115 120 115 110 105 100 95 90 85 80 75 95 97 EUR 99 01 03 05 CHF USD 07 09 11 13 25 20 15 10 5 94 96 98 P/U Svizzera 00 02 04 06 08 10 12 P/U Europa P/U Stati Uniti 2000 160 1800 140 1600 120 1400 100 1200 80 1000 800 60 600 40 400 20 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Oro USD / oncia Greggio (Brent) USD / barile (scala di destra) Si prega di tenere conto degli importanti avvertimenti legali riportati nell’ultima pagina Economia svizzera e tassi d’interesse Ripresa della dinamica del commercio estero La crescita economica svizzera dovrebbe accelerare anche nel 2014, supportata da un ulteriore pilastro di crescita. La ripresa congiunturale dopo la crisi finanziaria dipendeva ancora in modo determinante dal consumo privato. Oltre la metà della crescita economica svizzera negli anni 2012 e 2013 era infatti da attribuire a tale tipo di consumo. La combinazione di basso tasso di disoccupazione, forte immigrazione e bassi tassi d’interesse aveva generato un boom dei consumi. Il commercio estero, tradizionalmente un fattore propulsivo dell’economia svizzera, ha contribuito all’accelerazione della crescita solo nel corso del 2013. La forza del franco è stata certamente frenata dai bassi tassi d’interesse e dal limite minimo del tasso di cambio EUR / CHF, ma la debolezza globale della domanda – soprattutto dei principali partner commerciali nell’Eurozona – ha penalizzato notevolmente il commercio estero. Per i prossimi trimestri, i rapporti di forza delle componenti di crescita dovrebbero spostarsi leggermente. Le premesse della forza dei consumi (mercato del lavoro robusto, bassi tassi d’interesse) rimangono intatte. Con un recupero persistente nell’Eurozona prevediamo inoltre una ripresa degli impulsi dal commercio estero. Anche se nel complesso la crescita nell’Eurozona rimane contenuta, la Germania continua a mostrare una notevole forza trainante e di recente anche i paesi in crisi, Italia e Spagna, hanno trovato la strada per uscire dalla contrazione economica. La ripresa dell’Unione europea è un elemento fondamentale per le esportazioni svizzere, che per il 55% sono destinate all’UE. Poiché, nonostante la ripresa, la situazione nell’Eurozona rimane tesa, non prevediamo forti stimoli per le esportazioni come negli anni dal 2004 al 2008 con contributi alla crescita da parte del commercio estero mediamente di circa 1.5 punti percentuali (vedi figura). Valori di 0.5 punti percentuali corrisponderebbero piuttosto alla ripresa congiunturale globale da noi prevista. Per il 2014 prevediamo quindi complessivamente una crescita del PIL svizzero del 2.6%. Mercati dei tassi distorti La forte dinamica congiunturale mostra lentamente i suoi effetti sui mercati dei tassi. I rendimenti dei titoli della ConfederazioCommercio esterno con dinamica in crescita 6% 5% 4% 3% 2% 1% 0% -1% -2% -3% -4% 04 05 06 07 08 09 10 11 Consumo privato Edilizia Consumo delle amministrazioni pubbliche Attrezzatura Commercio estero 12 13 14 PIL, a/a Magazzini La congiuntura segnala rendimenti superiori 3.5% 3.0% 2.5% 2.0% 1.5% 1.0% 0.5% 0.0% 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 Valore equo CHF a 10 anni (stima Raiffeisen) Rendimento Svizzera a 10 anni ne a dieci anni hanno registrato un’inversione dei tassi. Durante l’anno scorso i tassi sono raddoppiati, aumentando di circa 50 punti base a oltre l’1%. Sulla base della produzione svizzera, la tendenza dovrebbe puntare ancora verso l’alto, nonostante l’inflazione negativa. Fino a quando le banche centrali, come la Fed statunitense, alterano i mercati obbligazionari con i loro interventi, i rendimenti, sulla base dell’andamento economico reale, rimangono troppo bassi. Nel secondo semestre 2014 prevediamo però un aumento dei tassi decennali svizzeri all’1.60%. Sull’estremità breve, la Banca nazionale svizzera (BNS) dovrebbe confermare l’obiettivo per il Libor a tre mesi possibilmente vicino allo zero. La combinazione di forte dinamica congiunturale e bassi tassi cela senza dubbio il rischio di allocazioni errate, che in parte sono già riscontrabili sui mercati finanziari e immobiliari. Ma la Banca centrale statunitense e soprattutto la Banca centrale europea (BCE) hanno detto chiaramente che l’inversione dei tassi si è allontanata di molto. Pertanto, considerando la valuta, anche la BNS dovrebbe intervenire sui tassi solo nel primo semestre 2015. EUR / CHF: si cerca una strategia di uscita Il dibattito sulla forza del CHF dovrebbe diventare sempre meno acceso; è quindi probabile che si intensificheranno le discussioni su una possibile strategia di uscita della BNS dal limite minimo. L’EUR dovrebbe però rimanere strutturalmente debole. Tuttavia, la crisi dell’euro non sembra più esistenziale e la fuga speculativa verso il CHF appare limitata. Nei prossimi mesi prevediamo un tasso di cambio EUR / CHF tra 1.21 e 1.24. L’USD potrebbe invece aumentare notevolmente rispetto al CHF, non appena l’attenzione dei mercati sarà puntata sulla fine della politica dei tassi zero negli Stati Uniti. A quel punto un USD / CHF vicino alla parità ci sembra opportuno. Si prega di tenere conto degli importanti avvertimenti legali riportati nell’ultima pagina RAIFFEISEN PROSPETTIVE | 01 / 2014 Focus Alla ricerca della stabilità finanziaria I recenti dati dell’Europa danno una leggera speranza, poiché negli ultimi mesi i segnali indicano una lieve ripresa. Una tendenza che secondo le nostre previsioni dovrebbe continuare nel prossimo futuro, ma che non riesce a nascondere l’irrisolta problematica del debito: nel 2012, ogni paese dell’euro aveva mediamente un debito di oltre il 92% del prodotto interno lordo. Un miglioramento non è in vista e il limite del debito annuale stabilito nel trattato di Maastricht sarà superato anche nei prossimi anni da parecchi stati dell’euro. Per trovarli è necessario saper differenziare. I paesi emergenti per esempio, ossia i BRICS, dal punto di vista del debito non sono in sé una buona possibilità d’investimento. L’India per esempio dalla fine del millennio ha un deficit medio di oltre l’8% del PIL e registra già un debito pubblico pari a oltre il 66% del PIL. Come per i paesi emergenti, anche per i paesi europei è indispensabile un punto di vista critico. Non tutta l’Eurozona si trova nella spirale del debito. L’Estonia per esempio, con un tasso d’indebitamento inferiore al 10% e un’eccedenza media (!) è un modello di riferimento. Permane quindi un indebitamento eccessivo e il riacutizzarsi della crisi del debito pubblico dovrebbe essere solo una questione di tempo. E non solo nell’Europa da molti criticata. Se si prendono come termine di paragone i criteri di Maastricht, certamente non vincolanti per i paesi non aderenti all’euro ma comunque funzionali, (debito pubblico massimo pari al 60% del PIL e deficit annuo massimo pari al 3% del PIL), emerge un quadro scoraggiante. Quasi la metà dei 189 paesi considerati dal Fondo Monetario Internazionale non è riuscita a soddisfare tali requisiti, se si considera il tasso d’indebitamento alla fine 2012 e i deficit medi dall’inizio del nuovo millennio. Nell’area dell’euro, fatta eccezione per quattro paesi, tutti gli altri non rispettano i criteri. Se si considera poi il limite del debito annuale pari al 3% del PIL, come di fatto prevederebbe il trattato di Maastricht, solo tre paesi dell’euro soddisfano le condizioni. Questi esempi mostrano che è opportuno un nuovo raggruppamento al di fuori dei gruppi tradizionali (vedi figura); a medio termine la situazione è favorevole per i paesi emergenti finanziariamente stabili. Altrettanto positivo dovrebbe essere l’andamento delle nazioni industriali finanziariamente stabili, mentre i paesi al di fuori di questi due gruppi prima o poi risentiranno delle conseguenze del loro elevato debito. Diversificazione! Soprattutto per i paesi emergenti La stabilità finanziaria dovrebbe quindi diventare più importante per i paesi industrializzati, ma anche per i paesi emergenti. Per questi ultimi, in futuro le sole aspettative di crescita non saranno più sufficienti come criterio di successo. In particolare in caso di normalizzazione globale del tassi, indotta dagli Stati Uniti, il favore degli investitori dovrebbe abbandonare di nuovo i paesi molto indebitati. Le nazioni industrializzate stabili rimangono i «porti sicuri» , anche se con potenziale di rendimento limitato. I rendimenti maggiori si potranno ottenere con i paesi emergenti stabili, ma anche lì la normalizzazione dei tassi dovrebbe andare di pari passo con un aumento della volatilità. Nell’attuale contesto di tassi bassi, rimane attraente un impegno ampiamente diversificato e in misura adeguata, effettuato in seguito a considerazioni di rischio/rendimento. Stabilità invece di crescita Per l’investitore, la ricerca di paesi con finanze sane diventa sempre più importante e difficile: Importante, perché in futuro l’attenzione del mercato dovrebbe spostarsi sempre più dalla crescita alla stabilità anche nei paesi emergenti, con la conseguente differenziazione dei premi di rischio per azioni e obbligazioni. La ricerca si rivela difficile, poiché sono sempre meno i paesi che non devono lottare con l’indebitamento eccessivo. Debito pubblico 2012 (in % del PIL) In alcuni casi finanze pubbliche in ordine 160 GRE 140 ITA POR 120 IRL Paesi emergenti finanziariamente stabili Stati euro finanziariamente stabili Stati industrializzati finanziariamente stabili (Ex Eurozona) Paesi europei non conformi al trattato di Maastricht FMI paesi 100 BEL FRA 80 Messico, Perù, Cile, Cina, Indonesia, Filippine, Tailandia, Vietnam, Hong Kong, Lettonia, Bulgaria, Russia, Nigeria, Sudafrica 60 40 20 0 -8 -7 -6 CYP ESP AUT MLT Svizzera, Danimarca, Svezia, Nuova Zelanda, Norvegia GER NED SLO FIN SVK EST -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 Deficit / eccedenza (media 2000–2012, in % del PIL Si prega di tenere conto degli importanti avvertimenti legali riportati nell’ultima pagina RAIFFEISEN PROSPETTIVE | 01 / 2014 Check degli investimenti Il vostro deposito è pronto per il 2014? La situazione sui mercati finanziari globali rimane tesa nonostante gli indicatori sempre più positivi. Ma anche le situazioni di mercato difficili offrono opportunità che non si dovrebbero perdere. Richiedete un check degli investimenti per avere un quadro della situazione. Cominciate il nuovo anno facendo controllare i vostri investimenti da un consulente Clientela finanziaria Raiffeisen. Una consulenza non si conclude dopo una prima proposta d’investimento. Presso Raiffeisen la base della consulenza agli investimenti è rappresentata dai vostri obiettivi e desideri. Partendo dalla vostra situazione finanziaria, dalla vostra capacità di rischio e dalla propensione al rischio definiamo assieme la strategia d’investimento adatta a voi. Potete scegliere tra cinque strategie d’investimento con rischio differenziato e un’adeguata combinazione delle categorie d’investimento. Una strategia d’investimento ha senso solo se viene mantenuta invariata per un periodo prolungato. Diversi studi hanno dimostrato che il 70 – 80% del successo di un investimento dipende dalla composizione strategica del portafoglio. Necessità di un monitoraggio periodico La composizione strategica del portafoglio si modifica in base agli sviluppi del mercato. Soprattutto in periodi turbolenti, una categoria d’investimento può avere improvvisamente una sovraponderazione indesiderata nel vostro deposito. Se per esempio i corsi delle azioni scendono notevolmente e quelli delle obbligazioni aumentano, la quota obbligazionaria supera nettamente il valore stabilito nella strategia. Oppure le scadenze comportano una riduzione eccessiva della quota di obbligazioni. Il vostro deposito deve quindi essere controllato periodicamente ed eventualmente modificato, affinché rientri di nuovo all’interno delle linee guida della vostra strategia. Magari potete cercare anche un’alternativa per alcuni titoli del vostro portafoglio. Il vostro consulente, grazie all’esperienza maturata e ■■ ■■ ■■ Nuova situazione di vita – verifica della strategia d’investimento Una strategia d’investimento è una tabella di marcia a lungo termine per raggiungere i propri obiettivi. Gli investitori dovrebbero modificare la propria strategia solo se cambia la loro situazione finanziaria o la loro propensione al rischio. Le cause possono essere nuove condizioni finanziarie generali, come una sensibile variazione del reddito, il pensionamento, un’eredità considerevole, l’acquisto di una casa oppure una nuova situazione familiare. In casi del genere può essere opportuno un nuovo orientamento della strategia d’investimento. Una verifica risulta necessaria anche dopo alcuni anni. Il vostro consulente Raiffeisen sarà lieto di verificare assieme a voi se la vostra strategia e il vostro deposito necessitano di modifiche. La strategia non dovrebbe invece essere modificata sulla base di dati economici negativi di breve periodo oppure del calo dei corsi di borsa, poiché una buona strategia d’investimento dovrebbe essere mantenuta nel tempo. In ultima analisi, conviene puntare sul lungo termine. Se per esempio vendete le vostre azioni durante una flessione dei corsi, perderete probabilmente la fase di recupero. Fissate un appuntamento Approfittate dell’inizio dell’anno per un check degli investimenti e fatevi consigliare dai nostri esperti presso la vostra Banca Raiffeisen. Il nostro modello di consulenza consente di tradurre le vostre esigenze e i vostri obiettivi individuali in una soluzione personalizzata. Il check degli investimenti è inoltre gratuito e non vincolante. Fissate oggi stesso un appuntamento. Ne vale la pena. nti convien e nto? d’investime ia g te a tr s a vostr hia ancora la c c ? e p s ri o it s o ora adeguata c n a è to ti Il vostro dep n e d’investim li investimen o ia g g in s te i a e tr d s a amento La vostr ntrollo l’and o c zioni o tt o s te lle ridistribu a e v Mantene ti la re elle proposte Attuazione d é un Ecco perch ■■ investime check degli alle solide informazioni del settore Research, vi assiste e può mostrarvi soluzioni concrete. Si prega di tenere conto degli importanti avvertimenti legali riportati nell’ultima pagina RAIFFEISEN PROSPETTIVE | 01 / 2014 Congiuntura e mercati finanziari 2011 2012 Ult. valore Previsione 2013 Previsione 2014 PIL Crescita annua media (in %) Svizzera 1.9 1.0 2.1 1.9 2.6 Germania 3.3 0.7 0.5 0.6 1.7 Eurozona 1.6 -0.6 -0.5 -0.4 0.9 USA 1.8 2.8 1.6 1.6 2.5 Cina 9.3 7.7 7.5 7.5 7.2 -0.6 1.9 1.2 2.0 1.3 3.9 3.2 – 2.9 2.9 Svizzera 0.2 -0.7 0.0 -0.2 0.3 Germania 2.1 2.0 1.5 1.5 1.5 Giappone Global (PPP) Inflazione Crescita annua media (in %) Eurozona 2.7 2.5 1.5 1.4 1.2 USA 3.1 2.1 1.4 1.6 2.1 Cina Giappone 2.0 -2.6 2.6 2.6 3.1 -0.5 -0.5 0.7 0.3 2.4 2011 2012 Attuale* Previsione a 3 mesi Previsione a 12 mesi Libor a 3 mesi Fine anno (in %) CHF 0.52 0.12 0.02 0.05 0.15 EUR 1.36 0.19 0.22 0.20 0.20 USD 0.58 0.31 0.24 0.25 0.35 JPY 0.20 0.18 0.14 0.16 0.18 Tassi d’interesse del mercato dei capitali Rendimenti dei titoli di stato decennali (a fine anno; rendimenti in %) CHF 0.66 0.53 0.95 1.2 1.6 EUR (Germania) 1.83 1.32 1.76 1.9 2.2 EUR (PIIGS) 8.80 5.30 4.63 4.6 4.4 USD 1.88 1.76 2.78 2.9 3.3 JPY 0.99 0.79 0.63 0.8 1.2 Tassi di cambio Fine anno EUR/CHF 1.21 1.21 1.23 1.24 1.21 USD/CHF 0.94 0.92 0.91 0.95 0.98 JPY/CHF (per 100 JPY) 1.22 1.06 0.90 0.94 0.93 EUR/USD 1.30 1.32 1.23 1.30 1.24 USD/JPY 76.91 86.75 101.14 101 105 Materie Fine anno Greggio (Brent, USD/barile) Oro (USD/oncia) prime 107 111 110 110 115 1575 1662 1244 1330 1420 * 22.11.2013 Si prega di tenere conto degli importanti avvertimenti legali riportati nell’ultima pagina RAIFFEISEN PROSPETTIVE | 01 / 2014 Maggiori possibilità di rendimento per i vostri fondi previdenziali. Con il nuovo Raiffeisen Index Fonds – Pension Growth. Con questo nuovo fondo previdenziale approfittate delle opportunità di rendimento offerte dai mercati dei capitali per i vostri fondi previdenziali. Il Raiffeisen Index Fonds – Pension Growth investe circa il 67% dei fondi previdenziali in azioni selezionate. Si tratta di un’alternativa interessante ai depositi di risparmio sui conti previdenza o di libero passaggio. Richiedete subito informazioni presso la vostra Banca Raiffeisen. Con noi per nuovi orizzonti Il Raiffeisen Index Fonds – Pension Growth è un fondo soggetto al diritto svizzero. La presente pubblicazione non rappresenta né un’offerta di vendita né di sottoscrizione di quote. Le sottoscrizioni vengono effettuate unicamente in base all’attuale prospetto/contratto del fondo, che contiene l’ultimo rapporto annuale ed eventualmente l’ultimo rapporto semestrale. Questi documenti possono essere richiesti gratuitamente a Raiffeisen Svizzera società cooperativa, Raiffeisenplatz, 9001 San Gallo e FundPartner Solutions (Suisse) S.A., 60, Route des Acacias, 1211 Ginevra 73. Il presente opuscolo ha scopo puramente informativo e non costituisce né un’offerta né un invito alla presentazione di un’offerta, né una raccomandazione di acqui sto o di vendita di prodotti finanziari; inoltre, esso non esonera il destinatario dalla valutazione in base al proprio giudizio. L’opuscolo non rappresenta né un annuncio di quotazione né un prospetto di emissione ai sensi dell’art. 652a o dell’art. 1156 CO. A causa delle restrizioni legali in singoli Paesi, tali informazioni non sono rivolte alle persone la cui nazionalità o il cui domicilio si trova in un Paese in cui l’autorizzazione dei prodotti descritti nel presente opuscolo è soggetta a limitazioni. L’opuscolo non ha lo scopo di offrire all’investitore una consulenza in materia d’investimento e non deve essere inteso quale supporto per le decisioni d’investimento. Gli investimenti nei prodotti descritti nel presente documento possono essere effettuati soltanto dopo aver verificato, eventualmente con l’ausilio di un consulente, le informazioni in particolare riguardo alla compatibilità con i propri rapporti e alle conseguenze giuridiche, normative e fiscali e/o dopo aver analizzato gli attuali prospetti di vendita. Gli acquisti e le vendite devono essere effettuati soltanto sulla base degli attuali prospetti di vendita o regolamenti e di un eventuale rapporto di gestione (o di un rapporto semestrale nel caso sia più attuale). Inoltre, solo chi è al corrente dei rischi del prodotto che sta per acquistare e ha i mezzi economici per sostenere le eventuali perdite, può effettuare una simile operazione. L’opuscolo «Rischi particolari nel commercio con valori mobiliari» fornisce informazioni standardizzate sui rischi di prodotti finanziari. Tutti i documenti citati possono essere richiesti gratuitamente a Raiffeisen Svizzera società cooperativa, San Gallo. I corsi dei prodotti menzionati nel presente opuscolo possono subire rialzi o ribassi. La performance positiva conseguita nel passato da singoli prodotti non costituisce una garanzia per un’evoluzione positiva nel futuro. Il presente opuscolo non può essere copiato o pubblicato né integralmente né parzialmente senza previa autorizzazione scritta di Raiffeisen. L’opuscolo è stato allestito in collaborazione da Vontobel e Raiffeisen e non è il risultato di un’analisi finanziaria. Le «Direttive sulla garanzia dell’indipendenza delle analisi finanziarie» dell’Associazione svizzera dei banchieri (ASB) non trovano pertanto applicazione in questo opuscolo. 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