Gennaio 2015 Investire 2015 Raiffeisen Economic Research [email protected] Tel. +41 (0)44 226 74 41 Niente postumi della sbornia dopo il party L’anno finanziario 2014 è ora alle nostre spalle. E si può essere contenti per un risultato superiore alla media soprattutto per gli investimenti svizzeri. Sia le azioni sia, in modo anche un po’ sorprendente, le obbligazioni mostrano una notevole performance. Ciò non era assolutamente prevedibile nel corso dell’anno. I mercati hanno registrato talvolta fortissime oscillazioni. Dopo un inizio del 2014 ancora molto positivo per l’economia mondiale le aspettative si sono dimostrate troppo euforiche. Ciò ha determinato in autunno maggiori timori per la crescita, anzitutto per la paura di una nuova recessione nell’Eurozona. Ma anche se le previsioni di una ripresa nelle grandi economie che non hanno avviato con decisione le riforme, quali Italia e Francia, rimangono moderate, non si riscontra un crollo della domanda europea e soprattutto globale. Tuttavia, la congiuntura globale più debole e in modo particolare la ripresa estremamente lenta nell’Eurozona ha (avuto) conseguenze per la politica monetaria: che a causa della bassa pressione inflazionistica rimane sempre molto espansiva o diventa addirittura più accomodante. L’attivismo delle banche centrali ha dato un’ulteriore spinta ai mercati azionari. Dato che contemporaneamente i tassi a lungo termine hanno raggiunto nuovi minimi record, il rendimento complessivo delle obbligazioni mostra una tendenza sempre rialzista. Pertanto, nell’anno passato i titoli di stato dell’Eurozona figurano tra gli investimenti più positivi, il che all’inizio dell’anno non era stato previsto da nessuno. La politica monetaria non diventa un peso Il supporto della politica monetaria non verrà meno neppure nel 2015. Dopo oltre sei anni di politica dei tassi zero, per gli Stati Uniti si intravede l’inizio di una normalizzazione. Il fragile contesto e non da ultimo il quadro inflazionistico sempre moderato inducono però attualmente la Fed a non agire in fretta e quindi a non intervenire rapidamente. Il Giappone e l’Eurozona, invece, continuano ad aumentare enormemente la massa monetaria a causa della peggiore situazione economica. Nel complesso, ciò dovrebbe consentire a livello mondiale, ove possibile, solo un aumento relativamente limitato dei tassi a lungo termine. Pertanto, le previsioni sui rendimenti per il 2015 rimangono abbastanza accettabili anche dopo i risultati già ottimi dell’anno precedente. Il limitato potenziale rialzista dei tassi non dovrebbe determinare forti perdite di valore delle obbligazioni. Soprattutto le obbligazioni societarie con durata media dovrebbero fruttare un rendimento accettabile. Anche per le azioni lo scenario rimane positivo. Nel frattempo, i livelli dei prezzi sono però molto elevati. Le aziende devono presentare risultati ancora migliori per giustificare la valutazione. Anche nel 2015 dovrebbero verificarsi continuamente delle correzioni che tuttavia inducono poi di nuovo a entrare nel mercato. Infatti, nonostante l’indebolimento della congiuntura le aspettative economiche della maggior parte delle aziende non mostrano alcun sensibile peggioramento della situazione. Qui è di supporto la forte svalutazione dell’EUR rispetto all’USD, che a causa della soglia minima del tasso di cambio incide nella stessa misura sulle aziende svizzere. Quest’anno, tale svalutazione dovrebbe riflettersi sempre più positivamente nei margini degli esportatori, a differenza dell’incerta domanda nell’Europa continentale. Alla fine dell’anno, il cambio EUR / CHF si è avvicinato moltissimo alla soglia di 1.20. Se non si verificherà di nuovo un duraturo e drastico aumento degli afflussi di capitale, la Banca nazionale svizzera dovrebbe saper difendere bene il limite minimo senza dover intervenire massicciamente. Con il calo dei tassi, i previsti rendimenti dei dividendi hanno ulteriormente aumentato il loro vantaggio rispetto ai pagamenti di interessi sulle obbligazioni (vedi grafico). Ciò dovrebbe offrire un buon cuscinetto contro i crolli e continua a rendere le azioni una categoria d’investimento relativamente interessante. Dividendi più interessanti delle cedole 8% 7% 6% 5% 4% 3% 2% 1% 0% Jan.07 Jan.09 Jan.11 Jan.13 Rendimento delle obbligazioni, CHF, BBB Rendimento dei dividendi Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research Fiducia nonostante elevata incertezza Indubbiamente le incertezze per il nuovo anno rimangono notevoli. Divampano tra l’altro numerosi conflitti geopolitici. Non è affatto certo che la prevista riduzione della velocità della crescita in Cina avvenga in modo controllato. Le riforme strutturali nell’Eurozona non sono affatto sufficienti e il focolaio della crisi del debito potrebbe riaccendersi di nuovo. La manipolazione dei mercati da parte delle banche centrali può inoltre generare turbolenze in ogni momento. In sintesi: le possibilità che soprattutto un portafoglio diversificato anche quest’anno dia un risultato poco spettacolare ma comunque soddisfacente non sono poi così negative. Congiuntura La congiuntura continua a lasciare margine di manovra alle banche centrali Ultimamente, i timori di recessione per l’Eurozona sono diminuiti. Nel terzo trimestre, l’economia è riuscita a registrare di nuovo una crescita contenuta. Tuttavia, la previsione per la fine dell’anno rimane moderata dopo la forte correzione degli indicatori della fiducia che però nel frattempo mandano in misura maggiore segnali di una stabilizzazione. Ciò si riflette anche nei dati per la Svizzera. Favorita dai bassi prezzi delle materie prime e dall’effetto stimolante del calo della valuta, all’inizio del prossimo anno la congiuntura dovrebbe rimanere sulla buona strada. Per quanto riguarda l’Eurozona, per il 2015 vediamo però complessivamente solo una moderata crescita del PIL dell’1.0%. Con l’1.6% la Svizzera dovrebbe continuare a registrare un andamento migliore, uguale al livello di quest’anno. La situazione economica negli Stati Uniti rimane sempre robusta. La crescita è sostenuta soprattutto dalla dinamica congiunturale, alimentata dalla continua ripresa sul mercato del lavoro. Nella seconda economia, la Cina, il calo dei prezzi immobiliari e il settore edilizio hanno un effetto negativo. I dati del PIL per il terzo trimestre mostravano un ulteriore indebolimento della velocità della crescita, che tuttavia, come programmato dal governo, finora ha un andamento controllato. Nel complesso, gli impulsi di crescita della maggior parte dei paesi emergenti rimangono robusti, anche se meno forti rispetto agli anni precedenti. Aspettative inflazionistiche ulteriormente in calo L’indebolimento della congiuntura mondiale ha un effetto sempre frenante sull’inflazione. Oltre al sottoutilizzo in parte sempre elevato, soprattutto il calo dei prezzi delle materie prime determina una bassa pressione sui prezzi. Di conseguenza le aspettative inflazionistiche sono sensibilmente diminuite non solo per l’Eurozona ma anche per gli Stati Uniti. In Svizzera il tasso d’inflazione annuo oscilla sempre intorno allo zero e anche nel 2015 prevediamo una media annuale molto bassa. Previsioni sui tassi posticipate In questo contesto, dopo il pacchetto di misure già deciso la BCE tende ad allentare ulteriormente la politica monetaria all’inizio del 2015, infine anche tramite l’acquisto di titoli di stato. La BNS continuerà a difendere la soglia minima del tasso di cambio. Ulteriori misure, quali tassi negativi, dovrebbero però essere adottate solo nel caso di emergenza, quale massiccia fuga di capitali verso il franco. Le proiezioni inflazionistiche molto moderate e anche l’atterraggio morbido da noi previsto sul mercato immobiliare svizzero danno margine di manovra alla BNS per questa evenienza. La bassa pressione inflazionistica rende meno urgente un’azione più rapida della Fed in caso di dati sempre buoni del mercato del lavoro. Continuiamo a prevedere un primo aumento dei tassi verso la metà del 2015. I funzionari della Fed non mostrano tuttavia alcuna fretta. Pertanto, negli ultimi mesi anche per gli Stati Uniti le previsioni sui tassi a medio termine non si sono mosse ulteriormente al rialzo. La correzione della fiducia nell'Eurozona sta finendo, con prospettive sempre robuste per gli Stati Uniti Indici dei responsabili degli acquisti dell'industria manifatturiera 65 60 55 50 45 40 35 30 Gen.08 Gen.09 Gen.10 Gen.11 Gen.12 Gen.13 Gen.14 USA Svizzera Eurozona Cina Fonte: Markit, Raiffeisen Research La domanda globale più debole mantiene bassa la pressione inflazionistica a livello mondiale Prezzi al consumo, in % rispetto all'anno precedente 9.0 8.0 7.0 6.0 5.0 4.0 3.0 2.0 1.0 0.0 -1.0 -2.0 Gen.08 Gen.09 Gen.10 Gen.11 Gen.12 Gen.13 Gen.14 USA Svizzera Eurozona Cina Fonte: Markit, Raiffeisen Research L'allentamento della BCE diminuisce ulteriormente le previsioni sui tassi; anche per la Fed è previsto una normalizzazione dei tassi più lenta Tassi d'interesse del mercato monetario previsti fra 2 anni, in % 5.0 4.5 4.0 3.5 3.0 2.5 2.0 1.5 1.0 0.5 0.0 Gen.08 Gen.09 Gen.10 Gen.11 Gen.12 Gen.13 Gen.14 USA Eurozone Svizzera Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research Investire 2015 | 2 Obbligazioni Ricerca di rendimenti sempre più difficile Le accanite discussioni sulla recessione e sulla deflazione hanno fatto scendere i rendimenti obbligazionari nel 2014 ancora a nuovi livelli minimi. La nuova valanga di misure della Banca centrale europea (BCE) ha regalato ai debitori tassi ancora più bassi e agli investitori obbligazionari lauti utili di corso. Per reinvestimenti gli attuali rendimenti sono poco interessanti, ciononostante gli investitori si rifugiano sempre nei sicuri titoli di stato. In Svizzera, i rendimenti dei titoli della Confederazione inferiori allo 0.4% non riflettono più da molto tempo i dati fondamentali. Ma anche per il 2015 non prevediamo un forte aumento dei tassi a lungo termine in Europa e quindi neppure in Svizzera. La BCE saprebbe impedire i forti aumenti dei rendimenti con ulteriori misure, eventualmente con acquisti di titoli di stato. Riteniamo tuttavia i rendimenti supplementari per durate lunghe non adeguati all’aumento del rischio di modifica dei tassi d’interesse e preferiamo le durate medie. Rimaniamo prudenti per quanto riguarda le obbligazioni statunitensi, poiché la normalizzazione dei tassi dovrebbe iniziare molto prima rispetto all’Europa. Titoli a lunga scadenza con rischi, titoli a breve scadenza senza rendimento Curva dei tassi svizzeri – negativa fino a 5 anni Obbligazioni societarie favorite A causa delle banche centrali espansive e della ricerca di rendimento da parte degli investitori, i rendimenti delle obbligazioni societarie mostrano una tendenza negativa da cinque anni – anche nel settore delle obbligazioni ad alto rendimento con bassa qualità del credito (high yield). A causa della politica monetaria sempre espansiva in Europa raccomandiamo una quota neutrale nelle obbligazioni high yield nonostante il calo dei rendimenti. Per gli obbligazionisti riteniamo più interessanti le obbligazioni societarie nel settore investment grade inferiore (BBB). I premi di rischio rispetto ai titoli di stato di durate comparabili ammontano a un po’ di più di 100 punti base (cfr. figura) – molto meno rispetto al periodo successivo alla crisi finanziaria, ma sempre adeguati ai rischi. Anche le obbligazioni societarie dell’Eurozona dovrebbero continuare a essere risparmiate dai forti aumenti dei rendimenti a fronte della stabilizzazione economica con attività delle banche centrali sempre intense. La differenza degli interessi delle aziende rimane interessante Rendimenti delle obbligazioni svizzere e differenza di rendimento 0.7% 0.6% 0.5% 0.4% 0.3% 0.2% 0.1% 0.0% -0.1% -0.2% 1 A. 2 A. 3 A. 4 A. 5 A. 6 A. 7 A. 8 A. 9 A. 10 A. Svizzera Germania Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research 6% 350 5% 300 4% 250 3% 200 2% 150 1% 100 0% 50 -1% Gen.08 Gen.09 Gen.10 Gen.11 Gen.12 Gen.13 Gen.14 Differenza d'interesse, punti base, scala di destra Titoli Confederazione 3-5 anni Aziende Svizzera, CHF, BBB 0 Fonte: Datastream, Raiffeisen Research Paesi emergenti sotto l’influenza dei tassi statunitensi Sottoponderiamo leggermente le obbligazioni dei paesi emergenti in valuta locale. Gli aumenti dei tassi negli Stati Uniti dovrebbero influire su questo segmento. Riteniamo più interessanti le obbligazioni dei Paesi emergenti in USD a causa dei minori rischi a fronte di un interessante premio di rendimento. Protezione contro l’inflazione quando le aspettative sono basse Le obbligazioni protette contro l’inflazione sono adatte a un contesto dei tassi, nel quale l’inflazione prevista dal mercato viene ritenuta troppo bassa, il che a nostro avviso, con l’attuale aspettativa inflazionistica è opportuno soprattutto negli Stati Uniti. Tatticamente, all’interno dei titoli di stato sovraponderiamo quindi leggermente gli «Inflation-Linker», chiamati TIPS negli Stati Uniti (Treasury Inflation Protected Securities). La bassa aspettativa inflazionistica è favorevole ai TIPS L'aumento delle aspettative inflazionistiche determina un'outperformance dei TIPS rispetto ai Treasuries 3.5% 115 3.0% 110 2.5% 105 2.0% 100 1.5% 95 0.5% 1.0% 0.0% 90 -0.5% 85 80 Dic.02 -1.0% Dic.04 Dic.06 Dic.08 Dic.10 Dic.12 -1.5% Performance relativa dei TIPS rispetto ai Treasu-ries, indicizzata Inflazione USA atte-sa, scala di destra Fonte: Datastream, Raiffeisen Research Investire 2015 | 3 Azioni Nel 2015 l’aria sul mercato azionario diventa più rarefatta Per gli investitori azionari, il 2014 è stato di nuovo un anno superiore alla media, anche se nel corso dell’anno le aspettative congiunturali globali sono peggiorate. La Banca centrale europea (BCE) ha reagito sempre con nuove contromisure. Anche la Fed statunitense non ha accennato ad abbandonare rapidamente la politica dei tassi zero. Nel frattempo, il margine di manovra per ulteriori misure di stimolo da parte dei banchieri centrali è limitato. Alla BCE rimane ancora un possibile programma di acquisti di titoli di stato. Negli Stati Uniti, i segnali indicano invece aumenti dei tassi. Oltre alle previsioni sui tassi, anche le incertezze congiunturali globali dovrebbero occupare i mercati nei prossimi mesi. Il rallentamento della crescita viene confermato dagli attuali indicatori economici e dovrebbe impedire un rapido aumento dei corsi azionari globali, anche se non prevediamo un’altra recessione nell’Eurozona. In questo contesto, a differenza degli anni precedenti per il 2015 non ci aspettiamo una performance azionaria superiore alla media. Tuttavia, le prudenti banche centrali e i solidi profitti aziendali ci fanno prevedere un rendimento positivo. Alle attuali valutazioni sono però sempre prevedibili correzioni lampo, come quelle del mese di ottobre 2014. La relativa attrattiva dei titoli con dividendi rispetto alle obbligazioni è sempre favorevole alle azioni. Dopo il continuo calo dei rendimenti dei mercati dei capitali, i dividendi azionari sono diventati ancora più interessanti rispetto alle cedole delle obbligazioni. Anche se l’economia statunitense mostra attualmente molto slancio, soprattutto in quel Paese le elevate aspettative del mercato con la prossima fine della politica dei tassi zero si trovano davanti a una difficile sfida. Le aspettative per l’Eurozona sono meno ambiziose. Inoltre, la BCE si trova sempre in modalità espansiva. Di conseguenza preferiamo l’Europa rispetto agli Stati Uniti, mentre per la Svizzera ci posizioniamo in modo neutrale. Il mercato azionario statunitense anticipa il ciclo dei tassi Rally azionario di 6 anni con tasso zero negli Stati Uniti 7% 2100 6% 1900 5% 1700 4% 1500 1300 3% 1100 2% 900 1% 700 0% Gen.99 Mag.01 Set.03 Gen.06 Mag.08 Set.10 Gen.13 S&P 500 Tasso di riferimento USA, scala di destra Fonte: Datastream, Raiffeisen Research Dividendi più interessanti delle cedole Rendimenti obbligazionari rispetto ai rendimenti dei dividendi in Svizzera 8% 7% 6% 5% 4% 3% 2% 1% Valutazioni elevate in Svizzera Dopo sei anni di rally azionario, in Svizzera le valutazioni sono elevate. Sulla base del rapporto corso / utile, la maggior parte dei settori in un confronto a lungo termine è piuttosto cara – soprattutto i titoli difensivi dei settori sanità e alimentari. Il settore sanità (industria farmaceutica) rimane però uno dei nostri preferiti a causa del costante potenziale di crescita. I titoli ciclici hanno già anticipato gran parte del rallentamento congiunturale previsto e nel corso 2014 sono quotati chiaramente nel settore negativo – a differenza del mercato complessivo in rialzo. Quanto ai prodotti industriali, a fronte di una congiuntura mondiale stabile, anche se non euforica, vediamo un certo potenziale di recupero. Anche per i titoli tecnologici rimaniamo ottimisti con una valutazione storicamente vantaggiosa. 0% Gen.07 Gen.09 Gen.11 Gen.13 Rendimento delle obbligazioni, CHF, BBB Rendimento dei dividendi Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research Valutazioni elevate dopo il rally azionario Rapporto corso / utile della maggior parte dei settori svizzeri superiore alla media di lungo termine 50% 40% 30% 20% 10% 0% -10% -20% -30% -40% 30 25 20 15 10 5 0 P/U atteso, scala di destra. P/U a lungo termine (2005), scala di destra P/U attualmente previsto in % della media a lungo termine Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research Investire 2015 | 4 Investimenti alternativi Situazione moderata sui mercati delle materie prime Per l’oro riteniamo opportuna una leggera sovraponderazione. Infatti, anche se come sempre generalmente a un basso livello per il 2015 prevediamo un leggero aumento dell’inflazione, con l’aumento più forte negli Stati Uniti e in Cina. Per questo motivo, la domanda di oro come investimento contro l’incremento dell’inflazione dovrebbe aumentare di nuovo leggermente. A ciò si aggiungono le azioni valutate in modo elevato e i rendimenti estremamente bassi delle obbligazioni, il che proprio per gli investitori interessati alla stabilizzazione fa sembrare interessante l’oro come protezione del portafoglio. Ciò è complessivamente favorevole a una leggera tendenza rialzista del prezzo dell’oro. Per i metalli industriali, quest’anno la tendenza ribassista dovrebbe stabilizzarsi. Anche per il 2015 è prevedibile un nuovo calo della dinamica di crescita in Cina, il che dovrebbe influenzare la domanda di metalli industriali. Nel complesso prevediamo tuttavia che la crescita economica globale, guidata dalla solida crescita negli Stati Uniti, accelererà leggermente rispetto al 2014. Per questo motivo riteniamo opportuno un posizionamento neutrale per i metalli industriali. Contesto difficile per il petrolio Dopo la decisione dell’OPEC di non ridurre nonostante l’eccesso dell’offerta di petrolio i quantitativi estratti target, in vigore dal 2011, il greggio rimane sotto pressione. L’attuale livello dei prezzi – il più basso da oltre cinque anni – dovrebbe quindi rimanere ulteriormente sotto pressione nei prossimi mesi. Per il 2015 è previsto un leggero aumento della domanda globale di petrolio, ma non prevediamo alcuna sensibile distensione sul mercato petrolifero. Infatti, a condizione che non si verifichino seri crolli della redditività delle compagnie di estrazione, in primo luogo una notevole quota dell’aumento della domanda dovrebbe essere coperta dall’ulteriore incremento della produzione statunitense. E in secondo luogo per il primo semestre 2015 le previsioni sulla domanda di petrolio dell’OPEC sono nettamente inferiori al quantitativo estratto dell’OPEC di 30 milioni di barili al giorno, cosicché l’eccedenza di petrolio dovrebbe durare ancora. Sul periodo di 12 mesi vediamo quindi il prezzo del petrolio di poco superiore al livello attuale, per cui raccomandiamo un posizionamento leggermente sovraponderato. Interessanti investimenti alternativi La ricerca del rendimento nel contesto di tassi bassi continua anche nel 2015 e dovrebbe favorire quindi le strategie alternative. Come già il mese di ottobre 2014 ha mostrato, la volatilità delle categorie d’investimento tradizionali può aumentare improvvisamente in poco tempo. Assieme alla valutazione già ambiziosa delle azioni, questo fa sembra interessante per la diversificazione del portafoglio soprattutto le strategie d’investimento alternative non direzionali. Sovraponderiamo quindi leggermente gli investimenti alternativi. Metalli: Consolidamento dopo la caduta libera La svendita dei metalli dovrebbe arrestarsi nel 2015 (indicizzato, 100 = livello massimo 2014) 100 95 90 85 80 75 70 Lug.14 Ago. 14 Set.14 Ott.14 Nov.14 Oro Argento Palladio Alluminio Rame Platino Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research Il mercato del petrolio fisico è alterato In seguito al boom del fracking negli Stati Uniti il mondo produce più greggio del necessario 3.0 115 2.5 105 2.0 1.5 95 1.0 85 0.5 0.0 75 -0.5 -1.0 Gen. Fév. Mars Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. 65 Eccedenza / carenza di produzione globale di greggio (milioni di barili / giorno) Brent future a 1 mese (USD / barile; scala di destra Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research Le incertezze possono aumentare rapidamente Anche nel 2014 erano presenti brevi fasi di forti incertezze sui mercati azionari 28 26 24 22 20 18 16 14 12 10 Gen. Fév. Mars Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Volatilità (S&P 500) nel corso dell'anno Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Research Investire 2015 | 5 Valute Il rally dell’USD ampiamente terminato EUR/USD La retorica sempre prudente della Fed, che non lascia intravedere nessuna intenzione di procedere affrettatamente per normalizzare i tassi, e il calo delle aspettative inflazionistiche hanno determinato un rallentamento del movimento rialzista dell’USD. La ripresa estremamente lenta della congiuntura dell’Eurozona e la tendenza della BCE ad adottare ulteriori misure non convenzionali sono però sfavorevoli a una duratura inversione del cambio EUR / USD. Nonostante l’avvicinarsi di un primo aumento dei tassi della Fed, non prevediamo però neppure un’ulteriore forte rivalutazione dell’USD. Lo sganciamento della politica monetaria dell’Eurozona da quella degli Stati Uniti dovrebbe essere già ampiamente scontata. Anche l’eccedenza delle partite correnti dell’Eurozona ha un effetto stabilizzante sulla domanda di euro. A breve termine vediamo ancora un leggero potenziale ribassista a 1.22 per l’EUR / USD a causa della probabilità di ulteriori azioni della BCE. Sul periodo di 12 mesi, con una ripresa della congiuntura dell’Eurozona vediamo un livello di 1.26. USD / CHF A causa della deludente congiuntura dell’Eurozona e dell’iniziativa sull’oro respinta il cambio EUR / CHF è di nuovo scivolato vicino alla soglia minima del tasso di cambio di 1.20. Prima del referendum, la BNS ha dovuto probabilmente intervenire di nuovo leggermente dopo parecchio tempo. Ma senza un riaccendersi della crisi del debito, la necessità di difendere il cambio dovrebbe essere limitata, nonostante l’ulteriore allentamento politico-monetario da parte della BCE. Pertanto, le maggiori oscillazioni del cambio USD / CHF dovrebbero essere di nuovo alimentate dai movimenti del cambio EUR / USD. Di conseguenza, sul periodo di 3 mesi prevediamo un cambio USD / CHF a 0.99 e sul periodo di un anno a 0.96. In linea di massima, a differenza della BNS vediamo il franco non estremamente sopravvalutato. Sulla base dell’andamento relativo dei prezzi alla produzione importanti per la competitività internazionale, il cambio EUR / CHF è scambiato attualmente vicino al suo valore «equo». JPY / CHF Negli ultimi due anni il fortissimo allentamento della politica monetaria da parte della Bank of Japan (BoJ), avviato nell’ambito dell’«Abenomics», allentamento che dopo la fine degli acquisti di obbligazioni da parte della Fed è stato ancora incrementato, ha fatto svalutare drasticamente lo yen. Dopo l’aumento dell’IVA del mese di aprile, la congiuntura giapponese è di nuovo scivolata in recessione. E la crescita dei salari e le aspettative inflazionistiche sono inferiori a quanto auspicato dalla banca centrale. Pertanto, quest’anno sono previsti ulteriori interventi della BoJ. Di conseguenza, sul periodo di 12 mesi vediamo il cambio JPY / CHF ancora leggermente più debole a 0.80 (per 100 JPY). Per il nostro portafoglio la previsione valutaria significa un posizionamento aperto rispetto all’EUR. Una moderata quota di USD serve per la diversificazione, mentre la prevista flessione dello JPY viene interamente coperta. CHF nettamente più- debole a causa del legame con l'EUR; l'«Abenomics» mantiene lo JPY in caduta libera Tassi di cambio 1.7 1.5 1.3 1.1 0.9 0.7 Gen.08 Gen.09 Gen.10 Gen.11 Gen.12 Gen.13 Gen.14 EUR/USD USD/CHF EUR/CHF JPY/CHF Fonte: Datastream, Raiffeisen Research Al netto dei prezzi, l'USD e l'EUR rimangono vicini al valore medio di lungo termine Tasso di cambio effettivo reale , 100 = media di lungo termine 130 120 110 100 90 80 70 Gen.99 Mag.01 Set.03 Gen.06 Mag.08 Set.10 Gen.13 CHF EUR JPY USD Fonte: Datastream, Raiffeisen Research CHF non eccessivamente sopravvalutato; sulla base dei prezzi alla produzione vicino al valore «equo» Tassi di cambio sulla base delle parità del potere d'acquisto (PPP) 1.7 1.6 1.5 1.4 1.3 1.2 1.1 Gen.99 Apr.01 Giu.03 Oct.05 Gen.08 Apr.10 Giu.12 PPP-prezzi alla produzione PPP-prezzi al consumo EUR/CHF Fonte: Datastream, Raiffeisen Research Investire 2015 | 6 EDITORE Raiffeisen Svizzera, Economic Research Economista capo Martin Neff Brandschenkestrasse 110d, CH-8002 Zurigo Tel.: 044 226 74 41 E-Mail: [email protected] AUTORI Roland Kläger (Svizzera) E-Mail: [email protected] Tel.: 044 226 74 35 Santosh Brivio (Economia mondiale) E-Mail: [email protected] ETel.: 044 226 74 22 Alexander Koch (UME, Germania) Tel.: 044 226 74 37 E-Mail: [email protected] Domagoj Arapovic (USA, Economia mondiale) Tel.: 044 226 74 38 E-Mail: [email protected] Desiderate abbonare le nostre pubblicazioni? È possibile abbonare le nostre pubblicazioni all’indirizzo http://www.raiffeisen.ch/web/research+publikationen. Chiusura redazionale: 1° dicembre 2014 Importanti note legali Esclusione di offerta I contenuti della presente pubblicazione vengono forniti esclusivamente a titolo informativo. Essi non rappresentano pertanto dal punto di vista legale né un‘offerta né una raccomandazione all‘acquisto ovvero alla vendita di strumenti d‘investimento. La presente pubblicazione non rappresenta né un annuncio di quotazione né un prospetto di emissione ai sensi dell‘art. 652a o dell‘art. 1156 CO. Le condizioni complete applicabili e le avvertenze dettagliate sui rischi relativi a questi prodotti sono contenute nel rispettivo prospetto di quotazione. A causa delle restrizioni legali in singoli paesi, tali informazioni non sono rivolte alle persone la cui nazionalità o il cui domicilio si trova in un paese in cui l‘autorizzazione dei prodotti descritti nella presente pubblicazione è soggetta a limitazioni. La presente pubblicazione non ha lo scopo di offrire all‘investitore una consulenza in materia d‘investimento e non deve essere intesa quale supporto per le decisioni d‘investimento. Gli investimenti qui descritti dovrebbero essere effettuati soltanto dopo un‘adeguata consulenza Clientela privata e/o dopo l‘analisi dei prospetti informativi di vendita vincolanti. Decisioni prese in base alla presente pubblicazione avvengono a rischio esclusivo dell‘investitore. Esclusione di responsabilità Raiffeisen Svizzera società cooperativa intraprenderà tutte le azioni opportune atte a garantire l‘affidabilità dei dati presentati. Raiffeisen Svizzera società cooperativa non fornisce tuttavia alcuna garanzia relativamente all‘attualità, all‘esattezza e alla completezza delle informazioni contenute in questa pubblicazione. Raiffeisen Svizzera società cooperativa non si assume alcuna responsabilità per eventuali perdite o danni (diretti, indiretti e consecutivi), causati dalla distribuzione della presente pubblicazione o dal suo contenuto oppure legati alla sua distribuzione. In particolare, non si assume alcuna responsabilità per le perdite derivanti dai rischi intrinseci ai mercati finanziari. Direttive per la salvaguardia dell‘indipendenza dell‘analisi finanziaria La presente pubblicazione non è il risultato di un‘analisi finanziaria. Le «direttive per la salvaguardia dell‘indipendenza dell‘analisi finanziaria» dell‘Associazione Svizzera dei Banchieri (ASB) non trovano di conseguenza applicazione nella presente pubblicazione.
© Copyright 2024 ExpyDoc