Cambiare pay out per aumentare il PREU? I congegni leciti non sono videopoker e per riomologare “tutto” ci vogliono 18 mesi 15 ottobre 2014 da Ufficio Stampa in Comunicati Procediamo con ordine: Ipotizzando un aumento del PREU, rappresentato come sostenibile per via del contro-bilanciamento del pay out, le criticità del processo sono sostanzialmente due: a) Abbattimento radicale della appetibilità del congegno lecito, con conseguente crollo della raccolta (ovvero la base imponibile); b) La tempistica entro la quale può essere attuato il “cambio” del pay out, che non coincide con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del provvedimento, ma con la conclusione di un complesso processo tecnico-regolamentare – burocratico – industriale. Gli algoritmi di pagamento “autorizzati” non si comprano sugli scaffali di un supermercato, e l’industria non li può generare solo cambiando un numero ad una funzione. Più è sensibile la “mutazione”, poi, più è complicata la progettazione ingegneristica. I software di gioco non possono essere messi in commercio se non dopo una procedura di omologazione che richiede “storicamente” dai sei ai 18 mesi. Il mercato (che grazie alle etiche banche non ha un euro di linea di credito) può offrire in distribuzione solo quei lotti di prodotti che si presume siano acquistati e pagati, ma soprattutto può distribuire solo ciò che l’A.d.M. autorizza tramite il rilascio di un nulla osta “per ogni” congegno (posto che neppure le slot “legali” si trovano sugli scaffali dei supermercati). Ciò determina automaticamente un contingentamento distributivo connesso alla capacità di emettere i nulla osta da parte dell’Amministrazione Finanziaria, la quale, tuttavia, non può derogare alle verifiche che deve attuare per rilasciare l’autorizzazione, né sospendere ogni altra attività per fare “solo quello”. L’esempio più lampante lo abbiamo sotto gli occhi: il recente cambio di pay out dal 75 al 74 ha comportato una “assimilazione” del mercato che ancora oggi non è completata, e che neppure una teorica (e comunque assente) ricchezza di comparto avrebbe potuto completare prima. Sul fronte delle VLT il discorso è solo in parte diverso, posto che la omologazione di una modifica al motore di pagamento di una piattaforma di gioco richiede normalmente sei mesi, cui si sommano i tempi per le ri-omologazioni di tutte le sale VLT ospitanti la piattaforma. Nel frattempo (ovvero in tutto il periodo in cui l’operatore non potrà che operare con un pay out che non può essere sopportato perché incompatibile con l’innalzamento del PREU) l’operatore chiude? Le convenzioni si sospendono ? Le Regioni accetteranno la rimozione e la nuova installazione successiva ? Nessuna VLT attuale sarà mai offerta al giocatore se dovrà affrontare un PREU più alto, al pari delle AWP: non si fallisce per diletto. Senza “raccolta lecita” che PREU si penserà mai di incamerare ? Una sola riflessione “politica” conclude l’analisi: la legge delega fiscale si proponeva di ristrutturare il mondo del gioco lecito mettendo “la persona – utente” al centro dell’attenzione e della tutela. Abbassare il montepremi per “lucrare” sul (solo) profitto erariale va nella direzione opposta. Avv. Massimiliano Pucci, Presidente AS.TRO ENADA, SAPAR COMPATTA CONTRO AUMENTO TASSAZIONE SU APPARECCHI Scritto da Corrado Luca Bianca Venerdì 17 Ottobre 2014 16:50 ENADA, SAPAR COMPATTA CONTRO L'AUMENTO DELLA TASSAZIONE SUGLI APPARECCHI: "PROVVEDIMENTO SBAGLIATO" Ultimo giorno di Enada Roma 2014, la 42esima edizione della Mostra Internazionale degli apparecchi da gioco e da intrattenimento organizzata dall'Associazione Nazionale Sapar (Sezione Apparecchi per le Pubbliche Attrazioni Ricreative) e da Rimini Fiera. Una manifestazione nella quale hanno tenuto banco, inevitabilmente, le notizie sull'aumento della tassazione sugli apparecchi, una misura che nel settore desta una forte preoccupazione e contro la quale tutta la Sapar, associazione che rappresenta oltre 1.500 gestori e produttori di macchine da gioco, si schiera compatta. E oggi i vicepresidenti presenti tra gli stand hanno fortemente criticato i contenuti della legge di stabilità, unendosi all'allarme lanciato nelle ore precedenti dal presidente Raffaele Curcio ("Dall'1 gennaio 2015 le aziende chiuderanno i battenti"). Secondo Domenico Distante, "il provvedimento è totalmente sbagliato perché va a colpire una sola forma di gioco, bisogna dirlo con forza. Anche prevedere una diminuzione delle vincite del 4 per cento non è accettabile perché non si tutelano i giocatori. Non ci sono i margini per proseguire l'attività e le aziende non ci riusciranno, anche perché sarà difficile sostenere i costi dell'aggiornamento delle macchine e la diminuzione degli incassi. Assisteremo a un nuovo favore all'illegalità, con i "totem" che già spuntano dalla sera alla mattina, e rappresentano concorrenza sleale che nessuno contrasta: le sanzioni previste dalla nuova legge sono insufficienti". D'accordo Luca Patoia, che ritiene "inapplicabili le nuove misure fiscali sugli apparecchi, che penalizzano anche i giocatori nel momento in cui si chiede al settore di fare di più per tutelare i soggetti più deboli". Soddisfazione per l'edizione dell'Enada Roma appena conclusa: "E' tornata a essere la "nostra" fiera, senza i concessionari. C'è tanto lavoro da fare in futuro, e spero di vedere in fiera più apparecchi per il puro intrattenimento, come per esempio avviene nelle fiere statunitensi. Dobbiamo cercare di rivitalizzare il settore delle comma 7, imprigionato da lungaggini burocratiche come i tempi di omologa". Il bilancio di Enada Roma 2014 è positivo anche per Paolo Dalla Pria: "Molto interesse ha suscitato soprattutto l'amusement, segno che il comparto è vivo. Le fiere sempre sono un momento importante per curare i rapporti con gli altri operatori del settore, per incontrarsi visto che ormai siamo sempre più rinchiusi nei nostri uffici". AUMENTO TASSE SU NEWSLOT, COSI' SI UCCIDE IL GIOCO LEGALE Scritto da Corrado Luca Bianca Mercoledì 15 Ottobre 2014 06:35 AUMENTO TASSE SU NEWSLOT, CURCIO (ASS. SAPAR): «COSI' SI UCCIDE IL GIOCO LEGALE, IL SETTORE FINIREBBE NELL'ILLEGALITA' NON CI SONO PIU' I MARGINI PER PROSEGUIRE LE ATTIVITA', EFFETTI DEVASTANTI SULLA CATEGORIA E SULL'OCCUPAZIONE» «Non ci sono più i margini per continuare le attività, se passasse l’aumento della tassazione il settore andrebbe a ricadere completamente nell’illegalità: così si uccidono le aziende degli apparecchi e il gioco legale». È l’allarme lanciato da Raffaele Curcio, presidente dell’Associazione Nazionale Sapar (Sezione Apparecchi per le Pubbliche Attrazioni Ricreative), in rappresentanza di oltre 1.500 gestori e produttori di macchine da gioco, che commenta così l’ipotesi valutata dal governo di incrementare il Prelievo Unico Erariale sulle newslot. «Con un ulteriore aumento della tassazione, che supererebbe quello già previsto a partire dall’1 gennaio 2015, quando il PREU sulle newslot raggiungerà il 13 per cento, gli effetti sul settore degli apparecchi sarebbero devastanti: in questo modo si ucciderebbe una categoria che crea occupazione in tutto il territorio nazionale secondo le regole stabilite dallo Stato. L’ulteriore aumento diminuirebbe ancora di più i margini per le aziende, già ridotti al minimo a causa della crisi economica, della diminuzione del giocato intorno al 5 per cento e dei provvedimenti restrittivi disposti da molte amministrazioni locali. Il risultato sarebbe uno solo: uscita dal mercato delle aziende, minor gettito erariale per lo Stato, e sostituzione dell’offerta di gioco lecita con quella illegale, come “totem” e Ctd, che sfugge al controllo e non prevede forme di tutela per i soggetti più deboli. Tutto questo non è più un semplice rischio, ma sta già avvenendo. Lo dice l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nell’ultima relazione presentata alla Camera: dal 2013 al 2014, 24mila aziende collegate agli apparecchi da gioco non hanno rinnovato l’iscrizione all’apposito registro, i sistemi illegali proliferano, il gettito derivante dalle macchine è in calo da tempo e aumentare le tasse, unendo questa misura al rinnovo forzato del parco apparecchi, provocherebbe danni per le casse dello Stato tra i 9 e i 13 miliardi di euro. Prevedere un aumento superiore al 13 per cento dunque provocherebbe l’effetto inverso rispetto a quello desiderato: con l'obiettivo di fare cassa oggiAggiungi un appuntamento per oggi si produrrebbero danni gravissimi anche all'occupazione». Nuove slot e aumento del Preu: la parola a gestori e produttori Categoria principale: Newslot / Vlt Creato Sabato, 18 Ottobre 2014 09:01 Data pubblicazione Scritto da Sara Michelucci e Alessio Crisantemi Roma – Le notizie giunte dal Consiglio dei Ministri in ordine all’aumento della tassazione sul gioco pubblico arrivano come un fulmine a ciel sereno per gli addetti ai lavori, proprio mentre era in corso la fiera Enada di Roma, chiusasi ieri. Al punto da scatenare una serie di reazioni a catena. "L'aumento del Preu per slot machine e Vlt ha a dir poco dell'incredibile. Non capisco come vengano pensate queste norme". Parola di Domenico Distante, vice presidente di Sapar, che commenta così le misure contenute nella legge di Stabilità. "Così non si fa altro che dare un colpo al gioco lecito. Andare a toccare la vincita significa costringere le aziende di gestione a dover cambiare tutto il parco macchine, con costi che ovviamente non tutti possono permettersi", aggiunge. "Andare a pagare le tasse sull'In è una mossa ingiusta che penalizza le aziende e anche il mercato". E sulla delega fiscale sottolinea ancora: "Sicuramente la riforma contenuta nella legge delega per il settore del gioco è importante, per questo non capiamo una mossa del Governo di questo tipo. Si rischia così che le solo le aziende oneste ci rimettano". Il presidente Sapar, Raffaele Curcio, rincara la dose: "Un aumento della tassazione è negativo da tutti i punti di vista, in un settore in recessione anche per la situazione che si è creata con le leggi regionali restrittive per il gioco legale. Si va a toccare così l'operatività delle aziende. Le aziende si vedono ridurre il margine, ritornando a una situazione di cambio macchine che non è ora sostenibile. Questo settore è tenuto in considerazione solo quando deve fornire maggiore gettito. Anche questa situazione della delega fiscale, con dei tempi di attesa dilatati, non porta molti benefici. Ogni anno siamo sottoposti a dover essere la 'cassa' per lo stato per dover risolvere le questioni finanziarie. Non si tiene così in considerazione uno dei pochi settori che dà gettito allo stato. C'è bisogno di una 'rivoluzione di sistema'". LA PAROLA DEI COSTRUTTORI – “Come costruttori attendiamo di capire con urgenza le tempistiche che verranno considerate dal governo per l’introduzione delle nuove macchine che non può essere in nessun modo un passaggio banale”, spiega il Direttore generale di Acmi, Gennaro Parlati. “Su questo punto si è espressa anche Sogei, spiegando come non sia banale mettere in piedi una nuova produzione di macchine e per questo è necessario avere risposte certe quanto prima da Monopoli e governo”. - Sui tempi tecnici si concentra anche Eugenio Bernardi, consulente tecnico ed esperto di apparecchi da intrattenimento: “Pensare a una ridefinizione del Preu e ad un adeguamento del payout in questi termini risulta del tutto improponibile. Non solo perché c’è un serio rischio che il gioco possa perdere appeal da parte dei giocatori, ma anche e soprattutto da un punto di vista tecnico: oltre al fatto che si I RISCHI DELLA MANOVRA dovrà attuare una nuova procedura di certificazione delle nuove slot, difficilmente fattibile per il primo gennaio, bisogna tener presente che le nuove macchineal 70 percento una volta installate andranno a fianco delle attuali slot al 74 percento. E pare scontato che i giocatori preferiranno quelle a payout maggiore, mentre agli operatori andrà applicato un prelievo del 17 percento che a quel punto sarà sicuramente insostenibile”. E aggiunge: “Spero di sentire a breve il parere dei Monopoli di Stato, perché ritengo insostenibile un silenzio di fronte all’assurdità che si sta per compiere da parte del governo. Fermo restando che non sembrano esserci margini da cui attingere alle slot, credo comunque che, se proprio lo Stato ha bisogno urgente di fondi, sarebbe tanto meglio far pagare una quota una tantum per ogni apparecchio posseduto, piuttosto che mettere a repentaglio l'intera filiera come succederebbe in caso di aumento Preu”. Astro: “Roma e Milano decretano il ‘game over’ per il gioco lecito” In: Associazioni, Politica, Primopiano2 17 ottobre 2014 - 09:25 (Jamma) – Di seguito una nota dell’associazione Astro: “Nessuna industria può vivere come lecita attività, se la medesima politica che ne ha decretato la nascita si diletta a “sfregiarla” con provvedimenti di mera impronta “punitiva”. Da Roma il messaggio ricevuto è forte e chiaro: le slot vanno punite attraverso una imposizione tributaria insostenibile, con esclusivo guadagno per l’Erario. Se vogliono continuare ad esistere queste sono le condizioni. Da Milano si anticipano i tempi, decretando la immediata scomparsa del 70% della capacità di raccolta degli apparecchi legali installati nel comprensorio comunale, attraverso un’ordinanza che statuisce limitazione orarie addirittura peggiori di quelle che all’epoca vennero stabilite a Genova, e tali (per esempio) da impedire a tabacchi e bar di proporsi come punti vendita effettivi del gioco lecito. La “presentazione” del provvedimento comunale del resto è molto chiara: impedire alla maggior parte della popolazione di reperire accesi i congegni legali, in quanto oggetti intrinsecamente dannosi alla salute. Il “salto logico” è quindi il seguente: dal divieto alle imprese di proporre gioco nelle aree sensibili, al “divieto per i cittadini di giocare ovunque ai prodotti leciti”. Su queste basi si proporrà sicuramente un ricorso al T.A.R. che comunque ha ben pochi margini di positivo esito: l’idea che si afferma è oramai chiara nell’escludere la compatibilità tra “Stato” e gestione del gioco, dovendosi relegare nell’alveo della “tossicità” il gioco a premio. Genova e Bolzano non hanno insegnato nulla agli Amministratori Locali, per i quali, evidentemente, la involuzione del rispettivo territorio a ostello delle offerte illegali e non controllate di gioco e scommesse, non suscita alcun problema, al pari del licenziamento di tutti gli addetti che il calo della raccolta espelle dal loro impiego “lecito”. Se il gioco dello Stato è veramente l’unico demonio che rende l’Italia il Paese in cui non è più possibile costruire qualcosa di bello e importante, allora si aprano i festeggiamenti. Il momento di “fermarsi” è quindi prossimo, e prescinde persino dalle oggettive condizioni fiscali in cui si vuole (o vorrebbe) far lavorare gli apparecchi leciti: non si può pretendere di marchiare di infamia lavoratori, imprenditori, commercianti, esercenti, tabaccai che si limitano ad applicare la legge onorando quella fondamentale mission di tutela dell’ordine pubblico che si sostanzia nell’offerta al pubblico “della meno redditizia” tra le sfide di sorte, ovvero quella legale, controllata e tassata. Se gli apparecchi da gioco lecito sono l’unico problema del Paese, si inizi pure a risolvere anche le altre “inezie” che ci stanno condannando alla perenne crisi. Nessun operatore del gioco lecito può ancora sentirsi impunemente accusare di essere un “untore di peste”, e contemporaneamente assistere al trionfo delle offerte di gioco non autorizzato sul mercato. Con che coraggio e con quale onestà intellettuale sarà ancora possibile istruire le nostre imprese al rispetto integralistico della legalità, se il risultato di tale virtù si materializza nei recenti eventi?”.
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