Salvini non ha comunicato i suoi spostamenti

L'AGGUATO A BOLOGNA
Il questore: Salvini?
Ci ha detto che tardava
«La scorta c'era ma lui ci ha chiamati
quando era già al parcheggio. E gli
aggressori sono arrivati prima di noi»
Franco Giubilei A PAGINA 4
"La scorta era pronta
Ma Salvini non ha
comunicato l'arrivo"
Il questore si difende: il capo della Digos
ha chiamato e gli hanno detto che erano in ritardo
Ha
detto
Colloquio
FRANCO GIUBILEI
BOLOGNA
«c
hi è sottoposto a tutela deve
fornire alla polizia
gli orari e il programma dettagliato dei suoi spostamenti in
modo che vengano predisposti i
servizi del caso, cosa che sabato
non è avvenuta, e l'on. Salvini
fra l'altro viaggiava su un'auto
privata, quando in casi del genere si deve usare un mezzo delle
forze dell'ordine». Il questore di
Bologna Vincenzo Stingone sin-
Conferenza stampa
Il giornalista ferito
Si sono fermati con
i giornalisti. Quando
ci siamo mossi, erano
già stati aggrediti
Contro Salvini un atto
inqualificabile e quello
contro il cronista
una vera vigliaccata
tetizza così il black out di informazioni fra lo staff del leader
della Lega Nord e la Digos che
ha portato all'aggressione indisturbata dell'altra mattina da
parte di un gruppo di militanti dei
centri sociali. Già, perché mentre
il campo nomadi dove Salvini era
atteso era presidiato da un centinaio di agenti in tenuta antisommossa, il segretario della Lega e i
suoi si sono trovati da soli a scappare a bordo di una Volvo, con gli
antagonisti aggrappati alla macchina. «Non so come sia successo,
non compete a me la gestione dell'ordine pubblico e non so chi non
abbia coordinato - commenta il
capo del Carroccio -. Dal parcheggio ho parlato con un funzionario
di polizia, mi hanno detto che sarebbero arrivati subito e invece
sono arrivati prima i cattivi dei
buoni». La ricostruzione del questore però racconta una storia diversa, che è poi regola e prassi di
ogni trasferimento sotto tutela,
dai magistrati ai personaggi a rischio: «La persona tutelata,
quando si sposta, deve comunicare i suoi spostamenti e gli orari di
partenza e d'arrivo alla questura
d'origine, in questo caso Milano,
in modo che una volta arrivata al
luogo di destinazione, in questo
caso Bologna, possa essere prelevata da un'altra scorta». Sabato la
questura di Bologna aveva previsto che Salvini venisse scortato
da un'auto della Digos e da un
mezzo con dodici agenti del reparto mobile dal casello al campo
nomadi, perché si prevedeva di
dover forzare il blocco dei collettivi. Invece le cose sono andate
storte fin dall'inizio: «Noi sapevamo solo che verso le 11 doveva far
visita al campo, la questura di Milano non ci ha comunicato altro
perché non era stata informata spiega Stingone -. Abbiamo preso
contatti con la consigliera della
Lega Borgonzoni, che era in auto
con Salvini, chiedendole di dirci
l'orario d'arrivo al casello. Alle 11
non c'erano ancora, allora il capo
della Digos ha chiamato, sentendosi rispondere che erano in ritardo a causa del traffico. Abbiamo aspettato fino alle 11,50 e il capo della Digos ha inviato un sms
chiedendo dove fossero. Poco dopo ci hanno chiamati: erano già al
parcheggio dell'ippodromo (non
lontano dal campo nomadi, ndr)
coi giornalisti. A questo punto ci
siamo mossi, ma due minuti dopo
la consigliera ci ha ritelefonato dicendo che erano stati aggrediti».
A quanto pare c'è stato il tempo
per convocare una conferenza
stampa volante, poi bruscamente
interrotta dall'arrivo degli antagonisti, che erano organizzati in
staffette in bicicletta e verosimilmente hanno seguito fin lì i giornalisti, ma non per avvertire la
polizia che il politico da scortare
si trovava nei paraggi. I sei aggressori, compresi i tre che si sono avventati sulla macchina venendo poi sbalzati via, sono stati
individuati e saranno denunciati
per violenza privata aggravata e
danneggiamento. «Tre di loro so-
no più che noti e sono già stati denunciati più volte per episodi di
violenza - aggiunge il questore -.
L'aggressione a Salvini è un gesto
inqualificabile, e quella al giornalista del Resto del Carlino (Enrico
Barbetti, circondato da una decina di persone, si è rotto un gomito
dopo essere stato spintonato,
ndr) è un gesto da gran vigliacchi». Intanto il tour in regione del
segretario della Lega, che ha già
annunciato che tornerà a Bologna e si rifarà vivo anche al campo nomadi ma senza dare pubblicità all'iniziativa, continua: in vista della sua visita a Parma di domani, qualcuno ha imbrattato la
saracinesca della sede del Carroccio con la scritta «Ci vediamo
martedì», firmata dalla A di anarchia e da stelle a cinque punte.