PROJECT MANAGEMENT

CLAMDA Giuseppe Gherardi
PROJECT MANAGEMENT
Tecniche per la gestione efficiente di
progetti complessi
Lion-2
Project Management
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Project Management
Project Management
1. 
Introduzione al Project Management
2. 
L’impostazione del progetto
3. 
La pianificazione del progetto
4. 
Il controllo del progetto
5. 
Case Study – Esercizio
2
CLAMDA Giuseppe Gherardi
2. L’IMPOSTAZIONE DI PROGETTO
a. 
b. 
c. 
d. 
Ciclo di vita
Il piano di progetto
La WBS di progetto
La matrice di responsabilità
Project Management
3
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Ciclo di vita del progetto
¤ 
Il progetto ha una dimensione temporale definita: ha quindi
un inizio ed una fine.
¤ 
Tra questi due estremi si verificano tutte le attività che
concorrono a risultato finale.
¤ 
All’inizio è importantissima la fase di impostazione del
progetto, lo spazio ove vengono definite le attività e gli
strumenti attraverso i quali controllare e guidare il progetto.
Project Management
4
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Ciclo di vita del progetto
¤ 
Il progetto ha un ciclo di vita. Come un prodotto o come un essere
vivente. Tipicamente abbiamo:
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
una fase iniziale – comprendente la definizione degli obiettivi, lʼ’ideazione, la
valutazione di fattibilità, la definizione delle modalità;
una fase intermedia – comprendente la pianificazione di dettaglio,
lʼ’organizzazione, la realizzazione, il controllo e gli aggiustamenti;
una fase finale – comprendente il completamento, la valutazione dei risultati,
la gestione del post-progetto
Parallelamente alla dimensione temporale del ciclo di vita del progetto,
si può valutare anche un andamento tipico della dimensione delle
risorse economico-finanziarie.
Project Management
5
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Ciclo di vita del progetto
Risorse
Tempo
Ideazione
Val Fattibilità
FASE INIZIALE
Project Management
Pianif.icaz / Org.
Realizz. / Contr
FASE INTERMEDIA
Valutaz. obj
Esercizio
FASE FINALE
6
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Ciclo di vita del progetto
¤ 
Attenzione! Occorre distinguere progetti aventi come finalità
dei prodotti da progetti aventi altre finalità non tangibili.
¤ 
Infatti nei primi si ravvisano tutte le fasi del ciclo di vita e
vanno tutte pianificate per consentirne l’attivazione nei tempi
e costi coerenti con gli obiettivi posti.
¤ 
Nei secondi spesso la pianificazione riguarda solo le fasi
centrali, mentre può essere completamente assente la fase di
esercizio e controllo.
¤ 
In realtà spesso i progetti non aventi come finalità un oggetto
fisico, ma una procedura, una riorganizzazione, ecc.., si
rivelano più complessi.
Project Management
7
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Ciclo di vita del progetto
CICLO DI VITA TECNICO DEL PROGETTO
¤ 
Consiste nella definizione approfondita delle attività relative alle diverse fasi
del ciclo di vita del progetto.
¤ 
Per ogni fase vengono dettagliati gli obiettivi, gli input che ne attivano
lʼ’operatività, gli output attesi.
Fase
Ideazione
Valutazione fattibilità
Pianificazione operativa e organizzazione
Realizzazione e controllo
Esercizio e manutenzione
Oggetto
intuizione di un nuovo obiettivo da raggiungere
e prima definizione delle sue caratteristiche
Analisi dettagliata delle caratteristiche dell'idea.
Definizione degli aspetti tecnici, organizzaztivi,
economici e di rischio
Definizione delle modalità esecutive del
progetto, pianificazione, attribuzione delle
risorse e dei tempi, organizzazione
Avvio delle attività. Verifica periodica
dell'andamento lavori vs pianificato; utilizzo
risorse vs atteso. Valutazione continua della
qualità del risultato
Utilizzo del risultato di progetto
Project Management
Input
idea o rilevazione di un problema da risolvere
Decisione di continuare
Output
Decisione di continuare, di approfondire
maggiormente o di rinunciare
Studio di fattibilità, ipotesi di attività, decisione
ok o ko sul progetto
Decisione ok
Piano di progetto
Specifiche del Piano di progetto
Report avanzamento; risultati di progetto
Consegna
Report periodici su efficienza ed efficacia del
risultato. Interventi di manutenzione
8
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Ciclo di vita del progetto
CICLO DI VITA TECNICO DEL PROGETTO
¤ 
Nelle primissime fasi del progetto deve essere definito un
capo progetto (Project Manager).
¤ 
Prima dellʼ’avvio delle attività devono essere acquisiti i fattori
produttivi e attivati gli accordi con fornitori, partner,
consulenti.
¤ 
Durante lʼ’intero ciclo di progetto, questi deve essere gestito.
Occorre definire un piano di progetto fin dalla fase di
ideazione. In mancanza di esso la gestione viene lasciata agli
attori del progetto.
Project Management
9
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Ciclo di vita del progetto
CICLO DI VITA ORGANIZZATIVO DEL PROGETTO
¤ 
Il ciclo organizzativo è lʼ’insieme delle azioni di natura organizzativa
che vengono attuate in supporto al ciclo tecnico di progetto. Esse
appaiono meno visibili, ma sono determinanti ai fini del successo del
progetto.
¤ 
Definizione puntuale dell’obiettivo di progetto;
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
Individuazione chiara dello sponsor di progetto;
Impostazione delle attività secondo la cultura di progetto e sua diffusione;
Verifica dell’esistenza di sistemi incentivanti/motivanti di progetto;
Definizione del capoprogetto;
Definizione del team;
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
Autonomia del team;
Definizione dei ruoli puntuale;
Attenzione e comunicazione al resto dell’organizzazione;
Piano di rientro delle risorse del team a fine progetto.
Project Management
10
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Ciclo di vita del progetto
CICLO DI VITA TECNICO E ORGANIZZATIVO DEL PROGETTO
¤ 
Il ciclo tecnico esprime le attività sequenziali che determinano il
conseguimento dell’obiettivo, mentre il ciclo organizzativo suggerisce le
regole da applicare per svolgere al meglio il ciclo tecnico;
¤ 
Non vi sono coincidenze tra le fasi di un ciclo e le considerazioni
dell’altro;
¤ 
Secondo riferimenti logici, è necessario identificare le fasi sequenziali in
cui coordinare le attività dei due cicli.
¤ 
La gestione e il coordinamento dei due cicli è opportuno che sia
presidiata dal Project Manager.
¤ 
Il grado di rischio maggiore nei progetti deriva dalla tensione e
dall’insicurezza che le persone hanno nel momento in cui intraprendono
lʼ’impresa per le caratteristiche di: innovazione, relazionali, incertezza
delle prospettive lavorative post progetto.
Project Management
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2. L’IMPOSTAZIONE DI PROGETTO
a. 
b. 
c. 
d. 
Ciclo di vita
Il piano di progetto
La WBS di progetto
La matrice di responsabilità
Project Management
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Il Piano di Progetto
¤ 
Il Piano di Progetto è lo strumento che descrive come si possono
realizzare gli obiettivi del progetto, considerate le (limitate) risorse
disponibili.
¤ 
Costituisce una delle condizioni organizzative essenziali del Project
Management.
¤ 
Il Piano consiste nella:
¤ 
Definizione delle attività da svolgere;
Tempificazione delle attività;
Descrizione delle modalità con cui le singole attività interagiscono o
interdipendono;
Definizione e allocazione delle risorse nelle varie attività;
¤ 
Definizione dei costi associati alle singole attività.
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
Il Piano di Progetto non è solo uno strumento descrittivo, ma costituisce
lo strumento di gestione del progetto nel suo ciclo di vita.
Project Management
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Il Piano di Progetto
¤ 
Chi redige il PdP?
¤  Il Project Leader insieme al team
¤  Importanza della condivisione e accettazione dei contenuti
¤  Modalità di lavoro ad azione e retroazione mano a mano
che il team si stabilizza: prima stesura, coinvolgimento di
risorse, verifica con le nuove risorse coinvolte, successiva
stesura…
¤ 
Il piano è un processo di continua azione e retroazione in
quanto spesso, mano a mano che si procede, è necessario
tornare al punto precedente per aggiornarne il contenuto.
¤ 
Una volta avviate la attività il piano va aggiornato con i dati di
consuntivo.
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Il Piano di Progetto
¤ 
Il contenuto del PdP
¤  Può variare a seconda della tipologia di progetto
¤  Tecniche di pianificazione a seconda della fase del PdP:
1.OBIETTIVI
2.ATTIVITAʼ’
3.COMPETENZE
4.ASSEGNAZIONE
Cosa
Come
Quali capacità
Chi fa cosa
WBS e simili
Matrice di resp
Sist reporting
Progr retic / Gantt
Budget di prj
8.RISK SOLVING
7.CONTROLLO
6.RIS ECONOMICHE
5.SHEDULING
Quali rischi
Come
verificare
Quanto
Quando
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1.OBIETTIVI
Il Piano di Progetto
1. 
OBIETTIVI DEL PROGETTO
¤ 
Accurata definizione degli obiettivi
¤ 
Definizione puntuale e specifica (prodotti fisici o logici)
¤ 
Raramente gli sponsor sono bravi nella definizione degli obj
¤ 
Spesso sono generici desiderata di miglioramento
¤ 
¤ 
¤ 
Cosa
Migliorare il clima aziendale
Migliorare la qualità
…
¤ 
Eʼ’ quindi compito del team chiarire gli obiettivi…
¤ 
…una domanda ben posta è già una mezza risposta.
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Il Piano di Progetto
2.ATTIVITAʼ’
Come
2. 
ATTIVITAʼ’ DA SVOLGERE
¤ 
In questa fase si censiscono le attività necessarie per
raggiungere gli obiettivi di progetto
¤ 
Ogni attività può a sua volta essere descritta come insieme di
compiti elementari
¤ 
Eʼ’ necessario condividere tale elencazione tra tutti i membri
del team per evitare che qualche cultura non sia
rappresentata
¤ 
La definizione delle attività si avvale di una tecnica chiamata
WBS (Work Breakdown Structure)
Project Management
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Il Piano di Progetto
3.COMPETENZE
Quali
3. 
COMPETENZE NECESSARIE
¤ 
Eʼ’ necessario definire chiaramente quali competenze tecnico,
organizzative e relazionali sono necessarie per ogni attività
per PdP
¤ 
Eʼ’ opportuno ragionare a capacità infinita in modo da
rendersi conto delle potenzialità del progetto qualora ci si
trovi nelle migliori condizioni possibili
¤ 
Attenzione alle distorsioni organizzative, per cui si scelgono le
risorse in funzione di equilibri di potere o per generiche
motivazioni..
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Il Piano di Progetto
4.ASSEGNAZIONE
Chi fa cosa
4. 
ASSEGNAZIONE DELLE RISORSE
¤ 
Definite le attività, si assegna a ciascuna la o le risorse
necessarie al loro completamento
¤ 
Le risorse possono essere sia umane che mezzi fisico-tecnici
(es: una macchina o un centro di lavoro)
¤ 
In questa fase si può costruire lo strumento Matrice Di
Responsabilità
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Il Piano di Progetto
5.SCHEDULING
Chi fa cosa
5. 
SCHEDULING DI PROGETTO
¤ 
A questo punto si associa a ciascuna attività lʼ’informazione
della sua durata
¤ 
Si costruiscono le relazioni di interdipendenza delle attività in
modo da poterle posizionare nella corretta sequenza
¤ 
Si verifica che le risorse attribuite a ciascuna attività siano
effettivamente disponibili nel tempo in cui lʼ’attività è prevista; in
caso di conflitti si rischedulano le attività
¤ 
Si possono così definire i tempi di inizio e fine di ciascuna attività,
nonché il tempo di fine dellʼ’intero progetto
¤ 
Tecniche di pianificazione reticolare (PERT) o GANTT
Project Management
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Il Piano di Progetto
6.RIS ECONOMICHE
Quanto
6. 
RISORSE ECONOMICHE DI PROGETTO
¤ 
Una volta definite le attività, le risorse e i tempi di esecuzione, si
possono associare valori economici per ciascuna fase del
progetto
7.CONTROLLO
Come verificare
7. 
CONTROLLO DEL PROGETTO
¤ 
Devono essere definiti i criteri di controllo dellʼ’avanzamento del
progetto
¤ 
Quali variabili controlliamo? (tempi, costi, qualità, …)
¤ 
Chi controlla? Quando controlla? Come controlla?
Project Management
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CLAMDA Giuseppe Gherardi
Il Piano di Progetto
8.RISK SOLVING
Quali rischi
8. 
RISCHI E MODALITAʼ’ SOLUZIONE PROBLEMI
¤ 
Nonostante la migliore delle pianificazioni, non è possibile
prevedere tutti gli aspetti e gli imprevisti di un progetto
¤ 
Il Project Leader deve affrontare e risolvere le criticità di
percorso
¤ 
Occorre tuttavia immaginare i principali fattori di rischio del
progetto, i possibili effetti, e definire una strategia di
correzione per ognuno di essi (FMEA di progetto)
Project Management
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CLAMDA Giuseppe Gherardi
2. L’IMPOSTAZIONE DI PROGETTO
a. 
b. 
c. 
d. 
Ciclo di vita
Il piano di progetto
La WBS di progetto
La matrice di responsabilità
Project Management
23
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La WBS di progetto
¤ 
La WBS (Work Breakdown Structure) è una tecnica di scomposizione
strutturata delle attività di un progetto e risponde alla domanda:
Cosa dobbiamo fare concretamente?
¤ 
Partendo dagli obiettivi di progetto, il team declina i sottobiettivi
e, per ciascuno di essi, le attività che concorrono al loro
raggiungimento e, per ciascuna attività, i compiti elementari che
le costituiscono. Si ottiene così una struttura ad albero:
OBIETTIVO DEL PROGETTO
Sotto obiettivo
Attività
Compito
Sotto obiettivo
Sotto obiettivo
Attività
Compito
Project Management
Maggior
dettaglio
24
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La WBS di progetto
¤ 
Fino a che punto spingere lʼ’analiticità della classificazione?
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
Se il progetto ha molti elementi di certezza, dettagliare molto le
attività può portare alla standardizzazione e quindi ad un maggiore
livello di efficienza
Se il progetto ha attività di natura tecnico-ingegneristico, vale la
pena dettagliare rami di attività che potranno essere utilizzati
modularmente su più progetti (es: impianto elettrico)
Tanta più delega si vuole attivare verso i ruoli esecutivi (quindi
impatto positivo sulla motivazione) e tanto meno dettagliata deve
essere la WBS, in quanto può divenire elemento prescrittivo eccessivo
Se ad ogni casella della WBS si associa la risorsa responsabile
dellʼ’attività (non necessariamente coincidente con il
realizzatore), si descrive la struttura OBS (Organizational Breakdown
Structure)
Project Management
25
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La WBS di progetto
¤ 
Alla WBS, in corrispondenza di ciascuna attività, si possono
aggiungere i tempi ed i costi relativi.
¤ 
Si parte sempre dal livello più basso; i valori dei livelli superiori
sono la somma di quelli inferiori (ricordarsi che il tempo totale di
progetto non è, in questa fase, attendibile, in quanto manca dei
vincoli tra le attività)
OBIETTIVO DEL PROGETTO
11
28
7
Sotto obiettivo
4
Attività
22
6
Compito
3
10
Sotto obiettivo
Sotto obiettivo
Attività
Compito
4
Project Management
12
26
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La WBS di progetto
¤ 
Esempio: WBS per la ristrutturazione di un appartamento
RISTRUTTURAZIONE APP.TO
Interventi
murari
Demolizioni
Demolizione
parete ovest
Demolizione
parete Est
Project Management
Impianto
elettrico
Impianto
termico
Ricostruzioni
Costruzione
transetto
cucina
Imbiancatura
27
CLAMDA Giuseppe Gherardi
2. L’IMPOSTAZIONE DI PROGETTO
a. 
b. 
c. 
d. 
Ciclo di vita
Il piano di progetto
La WBS di progetto
La matrice di responsabilità
Project Management
28
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La Matrice di Responsabilità
¤ 
La Matrice di Responsabilità definisce lʼ’allocazione delle persone
alle attività e compiti, assegnando loro la responsabilità
sullʼ’esecuzione.
¤ 
In molti casi risulta utile indicare il tipo di responsabilità
necessario:
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
Coordinamento (C)
Partecipazione (D)
Conoscenza (I)
Consulto (Co)
Realizzazione diretta (O)
Lʼ’assegnazione delle risorse alle attività deve avvenire per
competenza
Project Management
29
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La Matrice di Responsabilità
¤ 
La Matrice indica alle risorse coinvolte sia su cosa saranno
coinvolte nel progetto e con quali responsabilità
¤ 
Da indicazione su come comportarsi nel gestire le relazioni e
responsabilità di altre persone coinvolte
¤ 
La Matrice costituisce un forte elemento di motivazione per le
persone coinvolte.
Project Management
30
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La Matrice di Responsabilità
¤ 
Esempio di Matrice di Responsabilità
Attività (da WBS)
Subobiettivo
Interventi murari
Attività
Compiti
Risorse
Progettista
D
Demolizioni
Geometra
Muratore
Manovale Imbianchino
C
Dem Parete ovest
Dem parete est
Ricostruzioni
C
C
O
O
C
Costr par cucina
Imbiancatura
O
I
I
O
C=coordina - D=decide - Co=consultato - O=opera - I=informato
Project Management
31
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Project Management
Project Management
1. 
Introduzione al Project Management
2. 
L’impostazione del progetto
3. 
La pianificazione del progetto
4. 
Il controllo del progetto
5. 
Case Study – Esercizio
32
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3. LA PIANIFICAZIONE
a.  La pianificazione dei tempi
b.  La pianificazione delle risorse
c.  La pianificazione economica
Project Management
33
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
¤ 
Una buona pianificazione di progetto ricorda il copione di un
film…
¤ 
Sono definite le scene e vi sono indicazioni sulla loro
successione logica…
¤ 
Sono definiti gli attori, quando dovranno entrare in gioco e la
parte che ciascuno di essi dovrà interpretare…
¤ 
Eʼ’ quindi uno strumento che rende noto a tutti il percorso per
arrivare al risultato, evidenzia i rischi e le aree di debolezza,
permette di confrontare quello che è stato fatto realmente
con ciò che ci si attendeva, evidenziando se sono necessari
interventi per ripristinare le condizioni di successo del
progetto.
Project Management
34
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
¤ 
Avere un buon piano permette di:
1. 
Stabilire obiettivi di riferimento;
2. 
Oggettivizzare le attività che permettono di raggiungere gli obj
3. 
Verificare i tempi delle attività
4. 
Identificare le responsabilità
5. 
Avere una visione completa ed integrata del progetto
6. 
Intervenire sulla riduzione dei tempi totali di progetto
7. 
Avere una base di comunicazione con enti interni/esterni/clienti
8. 
Ridurre i rischi, evidenziarli affinché vi si diano risposte
9. 
Avere una base concreta per le analisi C/B e di budgeting di
progetto
Project Management
35
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
Check list di pianificazione
1. 
Definire gli obiettivi finali e intermedi, rispetto a tempi, costi e risorse;
2. 
Definire la WBS completa delle attività;
3. 
Costruire la matrice di responsabilità e sviluppare la OBS;
4. 
Stimare le attività in termini di durata, costi e risorse necessarie;
5. 
Determinare le interazioni/vincoli/sequenze tra le attività;
6. 
Definire il calendario di progetto;
7. 
Definire le date minime/massime di inizio e fine, gli scorrimenti, i percorsi
critici delle attività (CPM)
8. 
Costruire il diagramma a barre (GANTT)
9. 
Analizzare il carico delle risorse ed effettuare gli opportuni aggiustamenti;
10.  Sviluppare il budget di progetto.
Project Management
36
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
Costruire la WBS
¤ 
La WBS è la tecnica per definire il lavoro da compiere nel
progetto mediante la scomposizione in sottosistemi sempre più
piccoli fino a definire pacchetti di attività operative chiaramente
identificabili, attribuibili e misurabili (quindi programmabili,
schedulabili e controllabili).
¤ 
Perché è difficile costruire la WBS? …Perché occorre un criterio,
un metodo di classificazione che deve valutare e dare risposta ai
seguenti aspetti:
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
Quale struttura?
Quali criteri di scomposizione delle attività?
Come descrivere i blocchi di attività scomposte?
Quale livello di dettaglio?
Quali modalità di aggregazione?
Project Management
37
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
Costruire la WBS – Quale struttura?
¤ 
La struttura della WBS è solitamente gerarchico - piramidale
¤ 
Evidenziando una logica top-down “dal generale al
particolare”
¤ 
Le attività o gli obiettivi previsti ad un livello dipendono da
quelli situati al livello sottostante…
Project Management
38
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
Costruire la WBS – Quali criteri di scomposizione delle attività?
¤ 
La WBS deve contenere tutte le voci consegnabili (deliverables - prodotti
del progetto, o milestones – punti di controllo), e tutte le attività principali
ad esse necessarie.
¤ 
CRITERIO PER OBIETTIVI – in questa logica lʼ’obiettivo del progetto è
suddiviso in sub obiettivi e sotto ciascun sub obiettivo si descrivono i
processi e le attività necessarie.
PROGETTO
Obiettivo 1
Project Management
Obiettivo 2
Obiettivo 3
39
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
¤ 
CRITERIO PER PROCESSO – il progetto viene disaggregato in base
ai processi che si dovranno attivare per raggiungere i
deliverables. Il primo livello della WBS sarà allora un insieme di
processi. Il limite è che non è sempre possibile assegnare la
responsabilità di un processo ad una sola risorsa… questa logica
è più adatta a progetti ripetitivi, quindi più predittivi.
RISTRUTTURAZIONE APP.TO
Interventi murari
Demolizioni
Demoliz.
parete
ovest
Demoliz.
parete Est
Project Management
Impianto
elettrico
Impianto
termico
Ricostruzioni
Costruzione
transetto
cucina
Imbiancatura
40
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
¤ 
CRITERIO PER FASE / CICLO DI VITA – secondo questa logica la
WBS presenta allʼ’ultimo livello i deliverables o milestones. Più
coerente per progetti interni.
PROGETTO FESTA AZIENDALE
Definizione evento
Sceneggiatura
Eventi
Coreografia
Project Management
Contratti
Ospiti
Preparazione
Gestione evento
Comunicazione
Pubblicità
Att. operative
Inviti
41
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
¤ 
CRITERIO PER LOCALIZZAZIONE – secondo questa logica la
WBS è suddivisa per pacchetti situati in diverse collocazioni
spaziali (es: film realizzato in diversi paesi).
1 PROGETTO DOCUMENTARIO
1.1 Riprese Africa
Project Management
1.2 Riprese Italia
1.3 Montaggio Roma
42
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
¤ 
Descrizione – ciascun elemento della WBS è identificato da una
descrizione e da un codice attività strutturato in livelli.
1.1 Riprese Africa
1.1.1 xxxxx
1.1.2 yyyy
1.1.2.1 nnn
¤ 
1.1.2.2 kkkk
Livello di dettaglio – di livello in livello si riduce ampiezza e complessità.
Lʼ’ultimo livello è il pacchetto di lavoro non ulteriormente scomponibile –
work package – avente le seguenti caratteristiche:
¤ 
¤ 
¤ 
programmabile nei tempi, nei costi e nelle risorse,
assegnabile ad un solo responsabile,
di durata limitata vs lʼ’insieme del progetto.
Project Management
43
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
¤ 
Il work package – per ogni w-p dovranno essere definiti:
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
Descrizione del lavoro da svolgere
Risorsa responsabile
Tempi, costi e risorse necessarie
Input richiesti ad altri w-p
Gli output attesi
Input: Flusso
materiali e volumi
¤ 
1.1 – Def. layout
5gg
Dir Op
Output: Layout
(disegni e file .dwg)
Gli input e gli output rappresentano gli aspetti di interfaccia da e
verso altri w-p, aspetti che devono essere valutati correttamente
dal Project Manager. I w-p sono poi aggregati secondo la
struttura della wbs.
Project Management
44
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
LA PIANIFICAZIONE – CRONOGRAMMA DI GANTT
¤ 
Il diagramma di GANTT (o diagramma a barre) è stata la prima
forma di pianificazione formalizzata moderna. Eʼ’ una
visualizzazione grafica del progetto contenente tutte le
informazioni di pianificazione dei tempi. Fu messo a punto da
Henry Gantt (1861-1919), ingegnere industriale, discepolo di
Taylor e consulente del Ministero della Guerra USA, nei primi
anni del 1900.
¤ 
È una rappresentazione su scala temporale dell'evoluzione del
progetto. Ogni barra rappresenta un'attività, la lunghezza di
ognuna di esse è proporzionale alla durata dell'attività che
rappresenta e viene collocata sulla scala temporale in
prossimità dellʼ’attività stessa.
Limite: non sono evidenziati i legami logici tra le attività, né le
risorse deputate al loro svolgimento.
¤ 
Project Management
45
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
LA PIANIFICAZIONE
CRONOGRAMMA DI GANTT
A
B
ATTIVITA'
C
D
GEN
FEB
MAR
APR
MAG
GIU
LUG
TEMPO
Project Management
46
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
LA PIANIFICAZIONE RETICOLARE – PERT / CPM
¤ 
La Pianificazione Reticolare è la rappresentazione grafica
delle attività; illustra la sequenza temporale di tutti i compiti
che devono essere svolti affinché il progetto venga
completato.
¤ 
Il PERT (Program Evaluation and Review Technique), è stato il
primo sistema di pianificazione reticolare sviluppato nel
1958-59 da una società di consulenza di Washington (ORS)
per la US Navy Special Projects Office in occasione del
progetto del primo sommergibile nucleare Polaris. La marina
sapeva che ogni progetto subappaltato subiva ritardi, quindi
cercava un sistema di pianificazione che permettesse un
maggiore controllo
Project Management
47
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
LA PIANIFICAZIONE RETICOLARE – PERT / CPM
¤ 
Nel PERT tutte le attività della WBS devono essere visualizzate
in sequenza logica in un network (reticolo).
¤ 
La stima dei tempi di ciascuna attività avviene utilizzando
una funzione di probabilità secondo tre criteri: ottimistico,
pessimistico e probabile. Sono calcolabili il Percorso Critico e
i tempi probabili.
¤ 
Permette di razionalizzare attività complesse, ha una natura
probabilistica, permette di calcolare il rischio, ma è molto
complesso da utilizzare.
Project Management
48
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
LA PIANIFICAZIONE RETICOLARE – PERT / CPM
¤ 
Il CPM (Critical Path Method), è una successiva applicazione semplificata
del PERT.
¤ 
Nel CPM la determinazione delle durate è deterministica (più precisa),
quindi scompare la funzione di probabilità.
¤ 
Nel CPM è più facile calcolare la percentuale di completamento delle
attività rispetto al PERT.
¤ 
Nel CPM si ottengono in maniera univoca i parametri Early and Late Start
and Ending per identificare le attività più rigide (path critico).
¤ 
Il PERT è indicato in caso di progetti in cui i tempi possono essere molto
variabili (es: progetti di R&D), mentre il CPM è più coerente in situazione di
maggiore accuratezza di dipendenza tra risorse e tempi.
¤ 
Per costruire il reticolo occorre partire dalla WBS dove sono state elencate
tutte le attività previste dal progetto e sono state stimate le loro durate.
Project Management
49
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
LA PIANIFICAZIONE RETICOLARE – PERT / CPM
Sequenza logiche delle attività
¤ 
Dopo aver identificato le attività del progetto e averne stimato le
durate, occorre definire i vincoli logici, ovvero le dipendenze
sequenziali tra le attività.
¤ 
Per ciascuna attività occorre capire quale attività deve essere
completata precedentemente, affinché questa possa iniziare, e
quali attività non possono iniziare prima della fine di quella in
oggetto.
1.1 – Def. Flussi materiali
Resp Log
2gg
1.2 – Calcolo volumi
Resp Prd
Project Management
1.4 – Def. Layout
Dir Op
5gg
5gg
50
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
LA PIANIFICAZIONE RETICOLARE – PERT / CPM
Sequenza logiche delle attività
¤ 
La sequenza logica descritta definisce che lʼ’attività 1.4 può
iniziare solo se le attività 1.1 e 1.2 sono finite. Tale condizione si
esprime con la sigla FS (Finish to Start – oppure FI, Fine Inizio) ed è
formalizzata nel seguente modo:
Cod.
1.1
1.2
1.4
Attività
Definizione flussi materiali
Stima volumi
Definizione Layout
Resp
Durata
Resp Log 2gg
Resp Prd 5gg
Dir Op
5gg
Predecessori
1.1FS, 1.2FS
1.1 – Def. Flussi materiali
Resp Log
2gg
1.2 – Calcolo volumi
Resp Prd
Project Management
1.4 – Def. Layout
Dir Op
5gg
5gg
51
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
LA PIANIFICAZIONE RETICOLARE – PERT / CPM
Sequenza logiche delle attività
¤ 
Vi sono quattro tipi di vincoli logici di precedenza:
FS – Finish to Start: lʼ’attività B non può iniziare se lʼ’attività A non è finita (FI)
SF – Start to Finish: lʼ’attività B non può finire se lʼ’attività A non è iniziata (IF)
SS – Start to Start: lʼ’attività B non può iniziare se lʼ’attività A non è iniziata (II)
FF – Finish to Finish: lʼ’attività B non può finire se lʼ’attività A non è finita (FF)
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
A
A
B
FS
Project Management
B
SF
A
A
B
B
SS
FF
52
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
LA PIANIFICAZIONE RETICOLARE – PERT / CPM
Durata delle attività e milestones
¤ 
Dopo aver definito la successione logica delle attività, occorre stimarne
la durata e definire il calendario di progetto.
¤ 
Il calendario di progetto consiste nel definire la data di inizio del progetto
e i giorni lavorativi (si inseriscono i giorni festivi e il numero di ore standard
per giorno lavorativo) per ciascuna risorsa del progetto.
¤ 
La durata può essere espressa in qualsiasi unità di tempo (ore, giorni,
settimane).
¤ 
Occorre inoltre identificare momenti cardine del progetto, chiamati
milestones, in corrispondenza dei quali avvengono eventi particolari
(kick off, verifiche periodiche, approvazioni, consegna cliente, ecc). Tali
oggetti si assumono con durata nulla per definizione.
Project Management
53
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
LA PIANIFICAZIONE RETICOLARE – PERT / CPM
¤ 
La pianificazione reticolare mediante CPM consiste in un
algoritmo sequenziale mediante il quale si compongono le
attività nel rispetto dei vincoli temporali e di successione esistenti.
¤ 
Mediante lʼ’algoritmo CPM si ottengono le seguenti informazioni:
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
Date minime di inizio e fine di ciascuna attività
Date massime di inizio e fine di ciascuna attività
La data di fine progetto
I percorsi critici di progetto (sequenze di attività per le quali uno
slittamento temporale determina uno slittamento della data di fine
progetto)
Gli eventuali scorrimenti ammissibili delle attività che compongono i
percorsi non critici (ovvero quanto tempo può tardare una attività
prima di impattare sulla durata totale del progetto).
Project Management
54
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
LA PIANIFICAZIONE RETICOLARE – PERT / CPM
¤ 
La data di inizio progetto – EST = Early Start Time
¤ 
La data minima di inizio – ES = Early Start Date – rappresenta la data di
calendario alla quale PUOʼ’ iniziare al più presto lʼ’attività.
¤ 
La data minima di fine – EF = Early Finish Date – rappresenta la data di
calendario alla quale si PUOʼ’ completare al più presto lʼ’attività.
¤ 
La data massima di inizio – LS = Late Start Date – rappresenta la data di
calendario alla quale DEVE iniziare al più tardi lʼ’attività per non
compromettere il tempo totale di fine progetto.
¤ 
La data massima di fine – LF = Late Finish Date – rappresenta la data di
calendario alla quale si DEVE completare al più tardi lʼ’attività.
Project Management
55
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
LA PIANIFICAZIONE RETICOLARE – PERT / CPM – esempio
Codice
1
2
3
4
5
6
7
Descrizione
Start
Att. A
Att. B
Att. C
Att. D
Att. E
End
Durata
0
7
5
2
17
12
0
Reticolo di progetto:
2
7g
6
0g
Cod
3
5g
E
Start
1
1
2
1
4
2,4
3,5,6
C
Durata
Project Management
4
Vincolo di prec.
FS
FS
FS
FS
FS
FS
B
A
Descrizione
Att. Prec.
2g
End
12g
7
0g
D
5
17g
56
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
LA PIANIFICAZIONE RETICOLARE – PERT / CPM – esempio
¤ 
Per il calcolo delle date minime di inizio e fine attività, a partire dalla data di inizio
progetto (EST = giorno 1), si procede in avanti seguendo le sequenze di attività presenti nel
reticolo e sommando, di volta in volta, la loro durata (al più presto).
¤ 
EFA = ESA + DuA = 1+7 (-1*) = 7 (* x considerare che si parte contando il giorno di partenza)
¤ 
EFc = ESC + DuC = 1+2 (-1*) = 2
¤ 
Proseguendo lungo il reticolo ci accorgiamo che la data minima di inizio dellʼ’attività B
dipende dalla data minima di fine dell’attività che lo precede (la A).
1 A
2
1 Start
1
7
7g
6
1 C
4
Project Management
3
12
5g
8 E
1
0g
8 B
2
2g
19
12g
3 D
5
20 End
7
20
0g
19
17g
57
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
LA PIANIFICAZIONE RETICOLARE – PERT / CPM – esempio
Codice
1
2
3
4
5
6
7
Descrizione
Start
Att. A
Att. B
Att. C
Att. D
Att. E
End
Durata
0
7
5
2
17
12
0
1 A
2
1 Start
1
7
7g
3
6
1 C
4
Project Management
8 B
12
2
2g
19
12g
3 D
5
Data min fine
1
7
12
2
19
19
20
Data fine progetto
5g
8 E
1
0g
Data min inizio
1
1
8
1
3
8
20
20 End
7
20
0g
19
17g
58
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
LA PIANIFICAZIONE RETICOLARE – PERT / CPM – Relazioni tra date
¤ 
Per l’attività start di inizio, la data minima di inizio è uguale alla data minima
di fine (durata 0)
Early Start Time EST = ESstart= EFstart
¤ 
Per l’attività i-esima, la data minima di inizio è uguale al massimo delle date
minime di fine delle attività antecedenti
ESi = max (EFP) = max (ESP + DuP)
¤ 
Per l’attività i-esima, la data minima di fine è uguale alla data minima di
inizio più la durata
EFi = (ESi + DuP) = max (EFP) + Dui
¤ 
Per l’attività end di fine, la data minima di inizio è uguale alla data minima
di fine reticolo e corrisponde al massimo delle date minime di fine delle
attività finali
Early Finish Time EFT = ESend= EFend = max (EFP)
(attenzione allʼ’effetto “cambio del giorno”)
Project Management
59
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
LA PIANIFICAZIONE RETICOLARE – PERT / CPM – Relazioni tra date
Assumendo di partire il giorno 1, i calcoli sullʼ’esempio dato, risulterebbero:
¤ 
Data minima inizio Start = 1
¤ 
Data minima di inizio att i = max (date minime di fine attività precedenti)
¤ 
Data minima di fine = data minima di inizio + durata attività
¤ 
Data minima di inizio end = max (date minime di fine attività finali)
ES
EF
B (8 – 12)
A (1 – 7)
2
7g
Start (1 – 1)
1
0g
C (1 – 2)
4
Project Management
2g
3
5g
E (8 – 19)
End (20 – 20)
6
7
12g
0g
D (3 – 19)
5
17g
60
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
LA PIANIFICAZIONE RETICOLARE – PERT / CPM – Relazioni tra date
¤ 
Per il calcolo delle date massime, si procede a ritroso a partire dallʼ’ultima
attività posizionata con la data di fine coincidente con la data obiettivo
di fine progetto (al più tardi). In questo esempio consideriamo la data
massima di fine progetto coincidente con la data minima di fine progetto.
Si ha (per le attività B,D,E):
LSB = LFB – DuB = 20-5 = 15
LSD=LFD – DuD = 20-17 = 3
LSE=LFE – DuE = 20-12 = 8
¤ 
Procedendo a ritroso, lʼ’attività A, per consentire a B e a E di partire il 15 e il
8, deve finire il 7.
¤ 
Quindi la data massima di fine di una attività dipende dalla più breve
delle date massime di inizio delle attività successive.
* ATTENZIONE, utilizzando i giorni come unità di tempo, lʼ’attività successiva inizia sempre il giorno dopo la fine dellʼ’attività precedente,
quindi nel calcolo matematico si aggiunge 1 per raccordarsi ai giorni di calendario.
Project Management
61
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
LA PIANIFICAZIONE RETICOLARE – PERT / CPM – Relazioni tra date
¤ 
Per l’attività finale, la data massima di fine è uguale alla data massima di
fine dellʼ’intero reticolo. Nel caso l’attività END sia a durata 0, LF=LS
Late Finish Time LFT = LFend= LSend
¤ 
Per l’attività i-esima, la data massima di fine è uguale al minimo delle date
massime di inizio delle attività immediatamente successive
LFi = min (LSq) = min (LFq - Duq)
¤ 
Per l’attività i-esima, la data massima di inizio è uguale alla differenza tra la
data massima di fine dellʼ’attività e la sua durata
LSi = (LFi - Dui) = min (LSq) - Dui
¤ 
La durata totale (TD) del reticolo è data dalla differenza tra la data
minima di inizio e la data massima di fine del reticolo
TD = LFT - EST
Project Management
62
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
LA PIANIFICAZIONE RETICOLARE – PERT / CPM – Relazioni tra date
Reticolo con le date massime e le date minime
¤ 
ES
EF
LS
LF
A (1–7 / 1-7)
2
7g
Start (1-1 / 1-1)
1
0g
C (1–2 / 1-2)
4
¤ 
2g
B (8–12 / 15-19)
3
5g
E (8–19 / 8-19)
End (20–20 / 20-20)
6
7
12g
0g
D (3–19 / 3-19)
5
17g
La differenza tra le date massime e le date minime di ciascuna attività ne
misura la flessibilità, ovvero quanto tempo può essere ritardata senza che
questo impatti sulla data finale del progetto. Tale misura è detta
SCORRIMENTO
Project Management
63
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
LA PIANIFICAZIONE RETICOLARE – PERT / CPM – Critical Path
¤ 
Si definisce attività critica ogni attività a scorrimento nullo.
A (1–7 / 1-7)
2
7g
Start (1-1 / 1-1)
1
0g
C (1–2 / 1-2)
4
¤ 
2g
B (8–12 / 15-19)
3
5g
E (8–19 / 8-19)
End (20–20 / 20-20)
6
7
12g
0g
D (3–19 / 3-19)
5
17g
Si definisce percorso critico (critical path) la sequenza di attività critiche
dal nodo di start al nodo di end del reticolo.
Project Management
64
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Esempio:
3
B
13
13
16
17
15
18
31
31
G
0
30
31
3
15
1
A
0
1
5
2
0
2
C
12
3
3
6
10
15
3
D
15
2
2
22
13
16
10
40
41
21
30
41
H
0
0
30
41
16
F
0
16
0
15
3
13
15
3
E
20
20
0
5
45
Legend
20
18
40
ES
ID
Slack
CPM= ADFGH
Project Management
45
0
0
23
40
LS
EF
Slack
Durat
LF
65
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
LA PIANIFICAZIONE RETICOLARE – PERT / CPM – Critical Path
¤ 
Se la data minima di fine progetto è uguale alla data massima di
fine progetto deve esistere almeno un percorso critico
¤ 
I percorsi critici sono quelli che hanno durata più lunga
¤ 
Un’attività critica può appartenere a più di un percorso critico
¤ 
Se unʼ’attività critica è in ritardo, il suo ritardo si ribalta sulle attività
successive che giacciono sullo stesso percorso critico e quindi sulla
data finale del progetto.
¤ 
Se si verificano più ritardi su un percorso critico, questi ritardi si
cumulano.
Project Management
66
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
LA PIANIFICAZIONE SINTETICA – GANTT
¤ 
Il diagramma di GANTT, modificato con lʼ’aggiunta dei vincoli logici
tra le attività e le risorse assegnate, costituisce lo strumento più
semplice per la pianificazione dei progetti.
¤ 
Ha assorbito quindi la valenza di network logico propria del CPM.
¤ 
Ne è così scaturito uno strumento molto immediato ed efficace,
tanto da avere sostituito largamente la rappresentazione PERT/
CPM
FS
FS
FS
FS
FS
FS
Project Management
67
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
LA PIANIFICAZIONE – Dalla WBS al GANTT – esempio
RISTRUTTURAZIONE APP.TO
Interventi
murari
Impianto
elettrico
Demolizioni
Ricostruzioni
Demoliz.
parete ovest
Costruz. parete
cucina
Demoliz.
parete Est
Muratura
sottotraccia
Tracciatura
Impianto
termico
Placche e p.l.
Tracciatura
Installazioni
Tubature
Cablaggi
Caldaia
Cavi
Frutti
Sanitari
Tagliole
Muratura tub
idrauliche
Imbiancatura
Project Management
68
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
LA PIANIFICAZIONE – GANTT
Project Management
69
CLAMDA Giuseppe Gherardi
Tecniche di pianificazione
Project Management
70
CLAMDA Giuseppe Gherardi
3. LA PIANIFICAZIONE
a.  La pianificazione dei tempi
b.  La pianificazione delle risorse
c.  La pianificazione economica
Project Management
71
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione delle risorse
¤ 
Fino ad ora abbiamo pianificato senza porci alcun problema sulla
disponibilità delle risorse. Abbiamo quindi ragionato a capacità
infinita.
¤ 
Tuttavia le risorse non sono illimitate, quindi è necessario stabilire
un legame logico tra il tempo di esecuzione delle attività e le
risorse che vi sono dedicate. Capacità finita.
¤ 
Vedremo quindi come integrare la pianificazione dei tempi con la
pianificazione delle risorse, come definirne la disponibilità, come
bilanciare lʼ’impiego di risorse, come sopperirne la mancanza.
¤ 
Le risorse non si limitano a quelle umane, ma comprendono
anche macchinari, beni strumentali, risorse informative, strutture.
Project Management
72
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione delle risorse
¤ 
Unità di misura – il primo tema da porsi una volta individuate le
tipologie di risorse necessarie al progetto è quello di come
misurarne lʼ’impiego. La scelta dellʼ’unità di misura dipende in
larga parte da come vengono stimati i costi unitari relativi:
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
Ore-uomo, giorni-uomo
Ore macchina
Ore di progettazione
Ore di elaborazione dati
….
Project Management
73
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione delle risorse
¤ 
Integrare tempi e risorse è un’operazione critica. Per definire
quale delle due variabili prevale, occorre capire in quale
situazione di pianificazione siamo:
¤  Situazione Time Limited – il progetto deve essere completato
entro una certa data e non può essere ritardato. La variabile
critica è quindi il tempo. Ogni sovrassegnazione deve essere
soddisfatta incrementando la disponibilità di risorse. Es: caso di
progetti con penali.
¤  Situazione Resource Limited – il progetto deve essere
terminato nel più breve tempo possibile, ma nel rispetto dei
vincoli imposti dalle risorse. La variabile critica è quindi la
risorsa. Ogni sovrassegnazione sarà quindi non risolvibile con
un aumento di risorse e causerà quindi un ritardo. Es: progetti
che necessitano di risorse uniche.
Project Management
74
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione delle risorse
Project Management
75
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione delle risorse
¤ 
Una volta stimata la quantità di risorsa necessaria per svolgere
le attività nei tempi richiesti dalla pianificazione, si deve
valutare lʼ’impiego totale della risorsa nel progetto (carico/
risorsa).
¤ 
Le informazioni necessarie a gestire i carichi di risorsa sono:
¤  La descrizione della risorsa – è il suo identificativo
¤  La quantità di impiego – è la modalità temporale di
impiego della risorsa definita dal calendario di progetto
(es: se la risorsa è disponibile per un dato progetto part
time, avrà un calendario di 4 ore/giorno di lavoro)
¤  La durata della risorsa – per quanto tempo la risorsa è
impegnata sull’attività
Project Management
76
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione delle risorse
¤ 
B
Riprendendo lʼ’esempio:
A
E
S
F
C
D
Codice
1
2
3
4
5
6
7
¤ 
Descrizione
Start
Att. A
Att. B
Att. C
Att. D
Att. E
End
Durata
0
7
5
2
17
12
0
Att. Prec.
1
2
1
4
2,4
3,5,6
Risorsa
Riffoni
Cerami
Massi
Massi
Cerami
FS
Quantità (h)
Impegno (g)
8
8
8
8
8
7
5
2
17
12
Lʼ’unità di misura del tempo è il giorno standard considerato di 8 ore.
Tutte le risorse sono impiegate al 100% per un tempo pari alla durata
delle attività.
Project Management
77
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione delle risorse
¤ 
Riprendendo lʼ’esempio:
B
A
E
S
F
C
D
Project Management
78
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione delle risorse
¤ 
Il Diagramma di Carico della risorsa Riffoni sarà:
¤ 
In questo caso Riffoni viene impiegato 8 ore al giorno per i primi 7 giorni di
progetto.
Project Management
79
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione delle risorse
¤ 
Il Diagramma di Carico della risorsa Cerami sarà:
¤ 
Nel caso di Cerami, si nota come questo sia sovrautilizzato fino al 200% della
sua disponibilità..
Project Management
80
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione delle risorse
¤ 
In questo caso, infatti, il sig. Cerami somma lʼ’impegno
sullʼ’attività B con lʼ’impegno sull’attività E. Le due attività
viaggiano in parallelo per una quota parte.
¤ 
Nel caso di Massi, invece, non cʼ’è nessun sovraccarico in
quanto le due attività sulle quali è impegnato non si
sovrappongono neppure parzialmente.
¤ 
Data lʼ’impossibilità, per Cerami, di lavorare 16 ore per 5 giorni
di fila, sorge il problema di come agire per rendere il progetto
possibile.
¤ 
Questo genere di tema viene risolto con le tecniche di
livellamento delle risorse.
Project Management
81
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione delle risorse
TECNICHE DI LIVELLAMENTO RISORSE
¤ 
Nell’operazione di assegnazione delle attività alle risorse, occorre
sempre tenere presente gli eventuali vincoli nellʼ’utilizzo della
risorsa.
¤ 
Una volta effettuato il carico, si possono presentare due casi:
¤  Sovraccarico di risorsa (overload) – le risorse richieste
eccedono la disponibilità. Questa situazione, se non corretta,
provoca sicuramente un ritardo nel completamento del
progetto.
¤  Sottocarico di risorsa – le risorse richieste sono inferiori alle
risorse disponibili. Si possono creare situazioni di sottoutilizzo di
risorse che, nel caso siano assegnate al progetto, ne
aumentano i costi.
Project Management
82
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione delle risorse
TECNICHE DI LIVELLAMENTO RISORSE
¤ 
Il LIVELLAMENTO consiste nell’operazione di spostamento nel
tempo di una o più attività in modo tale da riportare i diagrammi
di carico delle risorse coinvolte entro i livelli consentiti (<= 100%).
¤ 
Approccio ottimizzazione – utilizza modelli e algoritmi matematici,
mutuati dalla ricerca operativa, fornendo la soluzione ottima per
lʼ’insieme di variabili obiettivo dichiarate (es.: minor utilizzo delle
risorse più costose, minor tempo totale di progetto, miglior
sequenziamento delle attività critiche…)
¤ 
Approccio euristico – consiste nella riallocazione temporale delle
attività con lʼ’obiettivo di portare lʼ’utilizzo delle risorse non oltre il
100%. Eʼ’ più utilizzato nella realtà, nonostante manchi di rigorosità
matematica.
Project Management
83
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione delle risorse
TECNICHE DI LIVELLAMENTO RISORSE
¤ 
Partendo dalla schedulazione, si analizza, risorsa per risorsa,
l’impiego di unità di risorsa.
¤ 
Se si verifica che, in un determinato intervallo di tempo, una
risorsa risulta sovrassegnata, il modello euristico esamina le
attività del periodo e le sposta temporalmente, riallocando
così le risorse scarse in sequenza secondo priorità definite.
Project Management
84
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione delle risorse
TECNICHE DI LIVELLAMENTO RISORSE
¤ 
Riprendendo l’esempio, Cerami risultava impegnato per 5 giorni
per 16 ore al giorno: livello la risorsa!
¤ 
Definisco le priorità tra le due attività che determinano la
sovrassegnazione (così stabilisco un ordine tra le attività da
spostare);
Project Management
85
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione delle risorse
TECNICHE DI LIVELLAMENTO RISORSE
¤ 
Se supponiamo che lʼ’attività B sia prioritaria rispetto all’attività E,
allora l’attività E potrà essere spostata in avanti di 5 giorni per
livellare il carico su Cerami.
¤ 
In tal caso il progetto ritarda e terminerà non più il giorno 19, ma
il giorno 24!
¤ 
Anche il percorso critico si modifica: infatti le attività C e D,
acquisiscono uno scorrimento pari a 0 e a 5.
Project Management
86
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione delle risorse
TECNICHE DI LIVELLAMENTO RISORSE
¤ 
Se adesso valutiamo la scheda di Cerami, si osserva che i
picchi sono stati livellati
Project Management
87
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione delle risorse
TECNICHE DI LIVELLAMENTO RISORSE
¤ 
Se invece dell’attività B, avessimo dato priorità all’attività E, e
avessimo spostato quindi la B, avremmo questa situazione:
¤ 
Il progetto terminerà sempre il giorno 24 e le uniche attività
critiche rimarranno la A e la B.
Project Management
88
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione delle risorse
TECNICHE DI LIVELLAMENTO RISORSE
¤ 
Se le risorse sovrassegnate fossero più di una, in caso di
livellamenti manuali, occorre stabilire una struttura d’ordine,
per poi livellare una risorsa per volta.
¤ 
Criteri per la struttura dʼ’ordine:
Prima le attività più brevi
Prima le attività a minore impatto sulla durata del progetto
Prima le attività che utilizzano la medesima risorsa
Prima le attività che hanno la domanda più elevata di risorse
Prima le attività a minor scorrimento totale
Prima le attività con maggior numero di attività critiche
successive
¤  Prima le attività con maggior numero di attività successive
¤  Prima le attività con data massima di fine più elevata
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
Project Management
89
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione delle risorse
TECNICHE DI LIVELLAMENTO RISORSE
¤ 
La scelta di due diversi livellamenti può portare a diversi risultati in
termini di allungamento del progetto o di aumento / diminuzione
delle attività critiche.
¤ 
Nella pratica si rileva che, in caso di progetti aventi un numero
significativo di attività, non è possibile valutare tutti i conflitti
manualmente
¤ 
Si utilizzano allora appositi software dotati di un motore di
schedulazione che rende il livellamento automatico una volta
dichiarati i parametri di lavoro.
Project Management
90
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione delle risorse
TECNICHE DI LIVELLAMENTO RISORSE
¤ 
Obiettivo secondario del livellamento delle risorse è quello di
regolarizzare l’utilizzo delle risorse coinvolte nel progetto
¤ 
Infatti non sono opportune ampie fluttuazioni del carico di
lavoro in quanto richiedono un maggiore sforzo di gestione
da parte del Project Manager
¤ 
Attenzione, spesso il livellamento non è necessario per
sovrassegnazioni limitate di alcune risorse. Infatti in questi casi,
prima di accettare un livellamento (e un conseguente
slittamento della fine progetto), si possono attivare le seguenti
azioni: straordinario, aumento di unità, decentramento dellʼ’attività
allʼ’esterno (outsourcing)
Project Management
91
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione delle risorse
TECNICHE DI LIVELLAMENTO RISORSE
¤ 
Straordinario
¤ 
In questo caso la variabile di lavoro diventa il calendario di risorsa,
ovvero si personalizza il calendario di progetto solo per la risorsa
interessata dallo straordinario, inserendo un orario di lavoro
incrementato per i giorni necessari.
Project Management
92
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione delle risorse
TECNICHE DI LIVELLAMENTO RISORSE
¤ 
Aumento di unità
¤  In questo caso la variabile di lavoro diventa il numero di
unità che possono lavorare contemporaneamente
sullʼ’attività. Raddoppiando le risorse per i giorni di
sovrassegnazione del Cerami, la sovrassegnazione
scompare
¤  Outsourcing: Lʼ’attività viene attribuita ad una risorsa
esterna, senza che vi sia gestione del carico (delegato al
fornitore)
Project Management
93
CLAMDA Giuseppe Gherardi
3. LA PIANIFICAZIONE
a.  La pianificazione dei tempi
b.  La pianificazione delle risorse
c.  La pianificazione economica
Project Management
94
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
¤ 
In fase di pianificazione di progetto, tutte le scelte di
allocazione di risorse, siano esse RU, strumentali o
economiche, impattano direttamente sui costi di progetto.
¤ 
Eʼ’ quindi necessario, accanto alla pianificazione dei tempi e
delle risorse, definire una pianificazione dei fabbisogni
economico-finanziari del progetto. Il budget di progetto.
¤ 
Nel budget di progetto sono indicati gli importi previsionali di
risorse economiche necessari in corrispondenza di ciascuna
attività, nonché la definizione delle misure di performance
economica del progetto, ovvero gli strumenti attraverso i
quali controllare le modalità di assorbimento delle risorse
economiche.
Project Management
95
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
¤ 
L’economicità del progetto è leggibile secondo due diverse
chiavi di lettura:
¤  Efficacia / Efficienza – ovvero la capacità di raggiungere gli
obiettivi del progetto (efficacia) in condizioni di equilibrio
economico e con il minor dispendio di risorse (efficienza).
Efficacia ed efficienza sono scomponibili in costi, tempi e
qualità.
¤  Obiettivo di progetto – lʼ’obiettivo, il risultato, determina il
successo impreditoriale del progetto in termini competitivi, di
mercato, economici e sono rapportabili alla creazione di
ricchezza o al ritorno dellʼ’investimento effettuato.
¤ 
Ci riferiamo in via preferenziale alla misurazione della variabile
costo.
Project Management
96
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
¤ 
Tuttavia la valutazione del costo di progetto, inteso come le
modalità di assorbimento di risorse economico-finanziarie,
presenta notevoli difficoltà:
¤ 
¤ 
¤ 
I progetti sono costituiti da attività complesse, non ripetitive, legate
da connessioni logiche e temporali molteplici;
I progetti hanno durate di medio-lungo periodo;
I progetti hanno output non ripetitivi.
¤ 
Queste caratteristiche rendono difficile la correlazione anticipata
tra obiettivi e risultati propria di processi ripetitivi quali quelli
standard aziendali (predittivi).
¤ 
Occorre quindi presidiare economicamente i progetti in corso
dʼ’opera.
Project Management
97
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
¤ 
Questo significa considerare la variabile tempo nelle
misurazioni economiche:
¤  sia in fase previsionale – elaborazione del budget di
progetto, revisioni, simulazioni economiche di situazioni
time streching
¤  Sia in fase consuntiva - valutazione congiunta della
performace di costo e di avanzamento – modello earned
value
Project Management
98
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
IL BUDGET DI PROGETTO
¤ 
Le attività di progetto hanno intensità non lineari nel tempo, ne
consegue che neppure lʼ’assorbimento di risorse economiche è
lineare. Eʼ’ importante cercare di programmare in anticipo la
collocazione temporale degli impegni.
1. 
2. 
Analisi dei costi previsionali per ogni attività
Determinazione per ciascuna attività del costo medio per unità di
tempo
Cost Slope = costo attività / durata attività
3. 
Si individua un intervallo temporale significativo, e si stima, per ogni
intervallo, il riepilogo costi di periodo. Si può costruire così il Project
Cost Schedule. Il Project Cost Schedule può essere la base per la
costruzione di un Gantt Cost Schedule.
Project Management
99
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
IL BUDGET DI PROGETTO – esempio
Sia dato un progetto caratterizzato dalla struttura di pianificazione come
illustrato nel Gantt sottostante:
Project Management
10
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
IL BUDGET DI PROGETTO – esempio
1.  Si definiscono i costi delle singole attività e si calcola il cost slope
Activity
Facility flow definition
Volumes definition
Layout
Preliminary design
Price list
Contracts
Executive design
Area research
Cost
Duration
Cost slope
eur
w eek
eur/w eek
3000
1600
6000
22000
20000
8000
18000
5000
2
2
2
4
3
2
5
2
1.500
800
3.000
5.500
6.667
4.000
3.600
2.500
Si assume un intervallo di pianificazione economica di 3 settimane
Project Management
10
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
Slot
Activity
Duration Cost slope TOTAL
w eek
eur/w eek eur/period
1-3
Fac flow def
Volumes def
2
1
1.500
800
4-6
Volume def
Layout
1
2
800
3.000
7-9
Preliminary design
3
5.500
10-12
Preliminary design
Price list
1
2
5.500
6.667
13-15
Price list
Contracts
1
2
6.667
4.000
16-18
Executive design
3
3.600
19-21
Executive design
Area research
2
1
3.600
2.500
22-24
Area research
1
2.500
TOTAL PROJECT COST
Project Management
3.000
800
3.800
800
6.000
6.800
16.500
16.500
5.500
13.334
18.834
6.667
8.000
14.667
10.800
10.800
7.200
2.500
9.700
2.500
2.500
83.601
BUDGET DI PROGETTO – Project
Cost Schedule
2. 
Si definisce il numero di cluster
in cui suddividere il periodo di
pianificazione. Il numero
dipende dal grado di dettaglio
che si vuole ottenere e dalla
lunghezza totale del progetto.
La tabella del punto 1 e del
punto 2 possono costituire un
unico elaborato
3. 
Si costruisce il Budget di
progetto assegnando ad ogni
cluster i costi relativi alle quote
di attività che vi sono
assegnate, mediante l’utilizzo
del Cost Slope
10
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
BUDGET DI PROGETTO – Gantt Cost Schedule
4. 
Se è richiesta una visione di insieme della pianificazione
congiuntamente con le variabili economiche, si può costruire il
Gantt Cost Schedule
Project Management
10
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
BUDGET DI PROGETTO – Bar Chart Cost Schedule
5.  Si procede poi alla costruzione del Bar Chart Cost Schedule, dove
si evidenziano i livelli di impegno economico per ogni periodo.
20000
18000
16000
14000
12000
10000
8000
6000
4000
2000
0
10-12
1-3
6. 
4-6
13-15
16-18
19-21
22-24
7-9
Mediante analisi del Gantt, è possibile individuare le attività che,
avendo un Cost Slope elevato, potrebbero essere spostate per
avere una migliore distribuzione temporale dei costi (sempre nel
rispetto dei vincoli operativi).
Project Management
10
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
VALUTAZIONI DI CONVENIENZA – Time-Cost Trade-Off Analysis
¤ 
Un progetto può richiedere lʼ’attivazione di misure eccezionali per
accelerarne i tempi (straordinario, inserimento di risorse
aggiuntive, forniture urgenti, ecc.)
¤ 
Tali misure aumentano i costi di progetto. Es: assegnare più risorse
ad una attività ne accorcia i tempi, ma la rende più costosa
¤ 
Eʼ’ quindi interessante verificare le scelte di convenienza tra
alternative diverse: tempi normali di progetto (normal timing) e
prestazioni di rottura (crash timing), la Time-Cost Trade-Off
Analysis
¤ 
Chiaramente anche la riduzione del tempo totale di progetto è
da valutare in termini di beneficio economico
Project Management
10
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
VALUTAZIONI DI CONVENIENZA – Time-Cost Trade-Off Analysis
L’obiettivo della Time-Cost Trade-Off Analysis è la riduzione della
durata originale del progetto, definita attraverso il metodo CPM,
per raggiungere uno specifico risultato temporale
¤ 
Tale circostanza può risultare necessaria nei seguenti casi:
¤ 
Deadline di progetto più stringente rispetto alla normale pianificazione
¤ 
Necessità di recuperare i ritardi accumulati durante le prime fasi del
progetto
¤ 
Necessità di liberare velocemente risorse chiave per utilizzarle in altri
progetti
¤ 
Migliorare il cash flow di progetto
¤ 
Evitare previste condizioni meteo avverse
Project Management
10
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
VALUTAZIONI DI CONVENIENZA – Time-Cost Trade-Off Analysis
La durata delle attività può essere ridotta adottando alcune delle
seguenti misure:
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
¤ 
Attivare più turni di lavoro
Attivare lavoro straordinario
Offrire incentivi per aumentare la produttività personale
Attivare lavoro durante i week end e le festività
Utilizzare risorse aggiuntive
Ricorrere all’outsourcing
Utilizzare materiali e metodi a rapida resa
Meno costose sono le risorse e più tempo occorrerà per
completare le attività
Project Management
10
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
VALUTAZIONI DI CONVENIENZA – Time-Cost Trade-Off Analysis
¤ 
Se consideriamo una sola attività, la correlazione tra aumento
costi e riduzione tempi si esprime come Cost Slope Differenziale:
Diff Cost slope = (crash cost – normal cost) / (normal timing – crash timing)
Project Management
10
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La pianificazione economica
Cost slope = (crash cost – normal cost) / (normal timing – crash timing)
= (10.000-6.000) / 8-6 = 2.000
Project Management
10
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
VALUTAZIONI DI CONVENIENZA – Time-Cost Trade-Off Analysis
¤ 
Da tenere conto che:
¤  La diminuzione della durata del progetto comporta un intervento
sulle sole attività che compongono il percorso critico (altrimenti
abbiamo solo aumento di costi, ma nessun beneficio)
¤  Non sempre la riduzione dei tempi determina una situazione in cui
il risparmio economico per la minor durata compensa il maggior
costo per le attività che sono state “Accelerate”
¤  Spesso i costi indiretti sono allocati in funzione della durata del
progetto, quindi una riduzione di quest’ultima determina anche
una riduzione dell’incidenza costi indiretti.
Project Management
11
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
VALUTAZIONI DI CONVENIENZA – Time-Cost Trade-Off Analysis
Esempio:
Un subcontractor di una grande opera infrastrutturale deve realizzare 8.400 mq di
impalcature metalliche. Il contractor può utilizzare un numero variabile di operatori a
costi diversi. L’aspettativa è che la produttività si modifichi in funzione del numero di
risorse impiegate, i cui costi sono:
Caposquadra: 144€/giorno
Operatore: 96€/giorno
Carpentiere: 128€/giorno
Set attrezzature: 60€/giorno
Determinare i costi diretti in funzione di diverse configurazioni di risorse
impiegate
Project Management
111
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
VALUTAZIONI DI CONVENIENZA – Time-Cost Trade-Off Analysis
¤ 
Soluzione:
Costruiamo le seguenti analisi:
Produzione giornaliera 166 204 230 Numero risorse 5 6 7 Composizione risorse 1 set a)rezzatura + 2 operatori + 2 carpenieri + 1 caposquadra 2 set a)rezzatura + 3 operatori + 2 carpenieri + 1 caposquadra 2 set a)rezzatura + 3 operatori + 3 carpenieri + 1 caposquadra Numero risorse 5 6 7 Durata (giorni) 51 42 37 Cos7 51 x (1x60 + 2x96 + 2x128 + 1x144) = 33.252€ 42 x (1x60 + 3x96 + 2x128 + 1x144) = 33.936€ 37 x (2x60 + 3x96 + 3x128 + 1x144) = 34.632€ Cost Slope Diff tra 5 e 6 risorse: Cost Slope Diff tra 6 e 7 risorse: Project Management
€ 76,00 € 139,20 11
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
VALUTAZIONI DI CONVENIENZA – Time-Cost Trade-Off Analysis
¤ 
Relazioni tra tempi e costi:
Il costo totale di progetto è dato dalla somma dei COSTI DIRETTI e dei COSTI INDIRETTI
Costi diretti: materiali, lavoro, materiali di consumo, energia, acquisti
Costi indiretti: costi
generali, costi
amministrativi, costi non
direttamente imputabili
ad un singolo progetto
La durata ottima del
progetto è quella durata
che rende minimi i costi
totali di progetto
Project Management
11
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
VALUTAZIONI DI CONVENIENZA – Time-Cost Trade-Off Analysis
¤ 
Il tempo minimo possibile per completare un progetto è
chiamato Project Crash Time
¤ 
Il tempo minimo di completamento di un progetto è definibile
applicando il CPM e settando le durate di ogni attività al minimo
valore possibile
¤ 
In questa condizione, si calcola il Project Crash Cost
¤ 
Dal momento che ci sono alcune attività non localizzate sul
percorso critico, queste attività possono essere riportate ad una
durata più lunga senza per questo incidere sulla durata generale
del progetto, bensì diminuendo i costi
Project Management
11
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
VALUTAZIONI DI CONVENIENZA – Time-Cost Trade-Off Analysis
Metodo:
¤ 
1. 
2. 
3. 
4. 
5. 
6. 
7. 
8. 
9. 
Costruire la programmazione reticolare del progetto
Applicare il CPM assumendo i costi minimi di risorsa per ciascuna attività, sopportando
quindi le durate più lunghe
Esaminare le attività sul percorso critico e fare le ipotesi di riduzione dei tempi di
esecuzione delle attività che appaiono incrementare meno i costi al decrescere dei
tempi
Per ogni attività sul percorso critico su cui si è ipotizzato di ridurre i tempi si calcola il Cost
Slope Differenziale
Stilare la lista delle attività sul percorso critico ordinate per Cost Slope Differenziale
crescente
Si procede tagliando i tempi delle attività che hanno più basso Cost Slope Differenziale
Così procedendo la durata totale di progetto si ridurrà, ma si modificheranno anche i
percorsi critici, quindi occorrerà valutare le attività su tale nuovo percorso critico,
ordinandole per Cost Slope Differenziale decrescente
Aggiornare i tempi delle attività, il percorso critico e gli scorrimenti
L’incremento di costo dovuto al taglio dei tempi è calcolabile come cost slope
moltiplicato per la durata delle attività i cui tempi sono stati tagliati
Project Management
11
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
VALUTAZIONI DI CONVENIENZA – Time-Cost Trade-Off Analysis
¤ 
Esempio:
Sia dato il progetto illustrato nella CPM sottostante. E’ necessario ridurre la durata
originale del progetto fino a 111 giorni. Si assuma che l’incidenza giornaliera dei
costi indiretti sia 100€. Il costo totale di budget del progetto è 48.300€
0 141 120 A (120)
20 0 141 21 Start (0)
0 End (0)
140 0 60 C (40)
0 0 20 B (20)
0 Project Management
20 141 20 61 21 80 61 90 D (30)
60 90 91 141 140 E (50)
91 140 F (60)
31 90 11
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
VALUTAZIONI DI CONVENIENZA – Time-Cost Trade-Off Analysis
¤ 
Esempio:
AGvità A B C D E F AGvità A B C D E F Normal Crash Predecessori Dura7on (day) Cost (€) Dura7on (day) Cost (€) 120 € 12.000 100 € 14.000 20 € 1.800 15 € 2.800 B 40 € 16.000 30 € 22.000 C 30 € 1.400 20 € 2.000 D 50 € 3.600 40 € 4.800 B 60 € 13.500 45 € 18.000 TOTALE € 48.300 € 63.600 N.D. 120 20 40 30 50 60 Project Management
C.D. 100 15 30 20 40 45 Delta D 20 5 10 10 10 15 C.C. € 14.000 € 2.800 € 22.000 € 2.000 € 4.800 € 18.000 Procediamo a
“Tagliare” le
attività al massimo
delle loro
possibilità,
valutando il
relativo nuovo
costo:
N.C. Delta C Slope Cost Diff € 12.000 € 2.000 € 100 € 1.800 € 1.000 € 200 € 16.000 € 6.000 € 600 € 1.400 € 600 € 60 € 3.600 € 1.200 € 120 € 13.500 € 4.500 € 300 11
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
VALUTAZIONI DI CONVENIENZA – Time-Cost Trade-Off Analysis
¤ 
Esempio:
L’attività sul percorso critico avente il più basso cost slope differenziale è la D.
Questa attività può essere tagliata di 10 giorni. Quindi si procede a ridurla e a
correggere il CPM verificando se si modifica il percorso critico
0 141 120 A (120)
20 0 141 21 Start (0)
0 End (0)
140 0 60 C (40)
0 0 20 B (20)
0 Project Management
20 141 20 60 21 80 61 90 D (30->20)
61 90 91 141 140 E (50)
91 140 F (60)
31 90 11
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
VALUTAZIONI DI CONVENIENZA – Time-Cost Trade-Off Analysis
¤  Esempio:
Un nuovo percorso critico si creato (Start-B-F-E-End). La nuova durata del
progetto è diventata 131 giorni. I costi diretti si sono incrementati di: 10 x 60 =
600€. Quindi i costi diretti totali diventano: 48.300€ + 600€ = 48.900€
0 131 120 A (120)
10 0 131 21 Start (0)
0 End (0)
130 0 60 C (40)
0 0 20 B (20)
0 Project Management
20 131 20 60 21 80 61 80 D (20)
61 90 81 131 130 E (50)
81 130 F (60)
31 90 11
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
VALUTAZIONI DI CONVENIENZA – Time-Cost Trade-Off Analysis
¤ 
Esempio:
A questo punto occorre tagliare la durata dell’attività E, in quanto questa appartiene a due
percorsi critici ed è quella a minor Cost Slope Differenziale. L’attività E è tagliata di 10 giorni.
Risultato: la nuova durata del progetto è 121 giorni. Tutte le attività diventano critiche. I costi
diretti di progetto si incrementano di 10 x 120€ = 1.200€. I costi totali diretti di progetto
diventano 48.900€ + 1.200€ = 50.100€
0 121 120 A (120)
0 0 121 21 Start (0)
0 End (0)
120 0 60 C (40)
0 0 20 B (20)
0 Project Management
20 121 20 60 21 80 61 80 D (20)
61 90 81 121 120 E (50->40)
81 120 F (60)
31 90 12
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
VALUTAZIONI DI CONVENIENZA – Time-Cost Trade-Off Analysis
¤ 
Esempio:
A questo punto risulta difficile raggiungere l’obiettivo di tagliare ulteriormente la durata dell’intero progetto
procedendo con una sola attività, vista la sovrapposizione di più percorsi critici. Le attività A e B devono
essere tagliate contemporaneamente di 5 giorni, ora, in quanto presentano i più bassi Cost Slope
Differenziali (100 e 200). Risultato: la nuova durata del progetto è di 115 giorni. I costi diretti di progetto si
incrementano di 5 x (100€+200€)= 1.500€ Portando i costi totali diretti di progetto a 51.600€
0 116 115 A (120->115)
0 0 116 16 Start (0)
0 End (0)
115 0 55 C (40)
0 0 15 B (20->15)
0 Project Management
15 116 16 55 16 75 56 75 D (30)
56 75 76 116 115 E (40)
76 115 F (60)
16 55 12
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
VALUTAZIONI DI CONVENIENZA – Time-Cost Trade-Off Analysis
¤ 
Esempio:
La durata dell’attività A può essere tagliata ancora perché non abbiamo utilizzato tutta la
capacità di contrazione crash che aveva. La portiamo quindi a 110 giorni. Per incidere sulla
data finale, tuttavia, occorre portare C a 35 giorni e F a 55 giorni. Quindi, raggiungendo il
risultato di diminuire la durata globale del progetto a 111 giorni, abbiamo un incremento di
costi di: 5 x (100€+600€+300€) = 5.000€
0 111 110 A (115->110)
0 0 End (0)
110 0 111 16 50 Start (0)
C (40->35)
0 16 50 16 70 0 0 15 B (20->15)
0 Project Management
15 111 51 70 D (30)
51 70 71 111 110 E (40)
71 110 F (60->55)
16 70 12
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
VALUTAZIONI DI CONVENIENZA – Time-Cost Trade-Off Analysis
¤ 
Esempio:
A questo punto possiamo tabellare in forma riassuntiva le operazioni:
Durata (g) 140 130 120 115 110 D.C. € 48.300 € 48.900 € 50.100 € 51.600 € 56.600 I.C. € 14.000 € 13.000 € 12.000 € 11.500 € 11.000 Total € 62.300 € 61.900 € 62.100 € 63.100 € 67.600 130 giorni è il punto di minimo dei costi
di progetto
120 giorni è un punto di ottimo sotto il
profilo del risultato di contrazione senza
superare il costo iniziale
Project Management
12
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
VALUTAZIONI DI CONVENIENZA – Time-Cost Trade-Off Analysis
¤ 
Occorre quindi bilanciare il risparmio per la riduzione dei tempi con i
maggiori costi che tali attività implicano
¤ 
Con questa logica, è conveniente cominciare a tagliare i tempi a
cominciare dalle attività con Cost Slope Differenziale più basso
posizionate sul percorso critico della pianificazione (compro tempo
contro denaro)
¤ 
Tuttavia occorre prestare attenzione perché la riduzione dei costi
indiretti ha andamento lineare, mentre l’aumento dei costi diretti è
più che lineare in quanto parte dalle attività a cost slope più basso,
quindi vi sarà un punto di equilibrio oltre il quale la riduzione dei costi
indiretti non compensa più l’aumento dei costi diretti.
¤ 
Definito un valore a giornata di incidenza dei costi indiretti di
progetto, si può affermare che il costo totale di progetto inizia a
diminuire quando si riducono attività il cui Cost Slope Differenziale ha
valore inferiore al coefficiente unitario di costi indiretti, mentre
aumentano quando il nuovo cost slope ha valore superiore.
Project Management
12
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
VALUTAZIONI DI CONVENIENZA – Time-Cost Trade-Off Analysis
Esempio:
Sia dato il progetto illustrato nella CPM sottostante. E’ richiesto di determinare la
durata ottimale. Si assuma che l’incidenza giornaliera dei costi indiretti sia 400€.
Sia dato il progetto illustrato nella CPM sottostante. E’ necessario ridurre la durata
originale del progetto fino a 111 giorni. Si assuma che l’incidenza giornaliera
dei costi indiretti sia 100€. Il costo totale di budget del progetto è 48.300€
Project Management
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CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
VALUTAZIONI DI CONVENIENZA – Time-Cost Trade-Off Analysis
Esempio
Project Management
12
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
VALUTAZIONI DI CONVENIENZA – Time-Cost Trade-Off Analysis
Esempio
ID Ac7vity Pred 1 SHIP DESIGN 2 HULL MOULD + DECK MOULD 3 NORMAL DURATION (days) COST DURATION (days) € 3.000 14 € 3.900 10 1 € 7.000 14 € 8.000 12 HULL MOULDING 2 € 24.000 21 € 28.000 18 4 DECK MOULDING 2 € 9.000 7 € 10.000 5 5 HULL + DECK ASSEMBLY 3; 4 € 10.000 14 € 11.500 11 6 INNER COMPLETION 5 € 4.000 7 € 4.300 6 7 SHIP LAUNCH 6 € 8.000 14 € 9.800 12 8 SHIP COMPLETION 7 € 10.000 7 € 15.000 5 € 75.000 98 € 90.500 79 Project Management
COST CRASH 12
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
Se non disponiamo di un budget abbastanza capiente, o se il
vantaggio conseguibile con il crash time non giustifica l’incremento di
costo, è conveniente cercare valori di crash solo per alcune attività
critiche, aventi i minori cost slope
Possiamo quindi immaginare una serie di azioni con un miglioramento
marginale decrescente connesso alla riduzione del tempo e fermarci
in corrispondenza al valore massimo di costo reso possibile dal budget
(es: 4.000€)
ID Ac7vity N.D. 1 SHIP DESIGN 2 HULL+DECK MOULD 3 HULL MOULDING 4 DECK MOULDING 5 HULL+DECK ASS 6 INNER COMPL 7 SHIP LAUNCH 8 SHIP COMPL INDIRECT COSTS DAILY COEFFICIENT Project Management
C.D. 14 14 21 7 14 7 14 7 10 12 18 5 11 6 12 5 € 500 Delta D 4 4 3 2 3 1 2 2 21 C.C. € 3.900 € 8.000 € 28.000 € 10.000 € 11.500 € 4.300 € 9.800 € 15.000 N.C. Delta C Slope Cost Diff € 3.000 € 900 € 225 € 7.000 € 1.000 € 250 € 24.000 € 4.000 € 1.333 € 9.000 € 1.000 € 500 € 10.000 € 1.500 € 500 € 4.000 € 300 € 300 € 8.000 € 1.800 € 900 € 10.000 € 5.000 € 2.500 12
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
PROJECT NORMAL ACTIVITY DURATION COST 92 € 75.000 88 SHIP DESIGN 86 INNER COMPLETION 82 HULL MOULD + DECK MOULD 80 DECK MOULDING 77 HULL + DECK ASSEMBLY 75 SHIP LAUNCH 72 HULL MOULDING 70 SHIP COMPLETION Project Management
Diff Cost Slope € 225 € 300 € 250 € 500 € 500 € 900 € 1.333 € 2.500 REDUCED DAYS 4 2 4 2 3 2 3 2 22 DIR COST CUMULATIVE INCREASING DIR COST INCR € 900 € 600 € 1.000 € 1.000 € 1.500 € 1.800 € 4.000 € 5.000 € 15.800 PROJECT DIR COSTS € 900 € 75.900 € 1.500 € 77.400 € 2.500 € 79.900 € 3.500 € 83.400 € 5.000 € 88.400 € 6.800 € 95.200 € 10.800 € 106.000 € 15.800 € 121.800 12
CLAMDA Giuseppe Gherardi
La pianificazione economica
Se inseriamo nel modello anche I costi indiretti, possiamo agevolmente tracciare
le due curve di costo: i costi indiretti (attribuiti come quota per unità di tempo)
decresceranno al decrescere del tempo, mentre i costi diretti aumenteranno. La
somma delle due curve presenterà un punto di minimo
INDIRECT COSTS DAILY COEFFICIENT € 500 PROJECT PROJECT DIRECT INDIRECT COSTS INDIRECT DURATION COST NORMAL CRASH COSTS 92 € 75.000 € 46.000 € 46.000 88 € 75.900 € 2.000 € 44.000 86 € 77.400 € 1.000 € 43.000 82 € 79.900 € 2.000 € 41.000 80 € 83.400 € 1.000 € 40.000 77 € 88.400 € 1.500 € 38.500 75 € 95.200 € 1.000 € 37.500 72 € 106.000 € 1.500 € 36.000 70 € 121.800 € 1.000 € 35.000 € 11.000 TOTAL COSTS € 121.000 € 119.900 € 120.400 € 120.900 € 123.400 € 126.900 € 132.700 € 200.000
€ 142.000 € 156.800 € 150.000
€ 100.000
€ 50.000
€70 72 75 77 80 82 86 88 92
Project Management
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