DI QUMraN

La Biblioteca
DI QUMRAN
2
TORAH
Esodo – Levitico – Numeri
Edizione e traduzione
dei manoscritti ebraici, aramaici e greci
Direzione di Katell Berthelot e Thierry Legrand
Edizione italiana a cura di
Giovanni Ibba
con la collaborazione di
Andrea Ravasco
EDIZIONI DEHONIANE BOLOGNA
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la biblioteca di qumran II
Una pubblicazione secondo tre insiemi:
La Legge, gli scritti profetici, gli altri scritti
Sulla base di ciò che diverrà in seguito il canone delle Scritture, La Biblioteca
di Qumran è divisa in tre insiemi: la Legge (Torah), gli scritti profetici, gli altri
scritti. Il primo volume dei tre dedicati alla Torah è consacrato alla Genesi, il
secondo a Esodo-Levitico-Numeri, il terzo al Deuteronomio. In ogni volume
sono dapprima presentati i manoscritti biblici, di cui viene fornita una lista
esauriente (cf. pp. 1, 233, 285); ma sono riportati, citati, tradotti e annotati,
solo quelli che differiscono in modo significativo dal TM. Di seguito vengono
i testi non biblici che si collegano per tema o per forma alla Genesi, all’Esodo, al Levitico, ai Numeri e al Deuteronomio. Se, come per i Giubilei, il testo
rimanda in modo privilegiato a due libri che si susseguono (nel caso specifico
Genesi ed Esodo), lo scritto prende posto dopo i testi del secondo. Se si tratta
di riferimenti più disparati, è stata presa una decisione caso per caso. Le composizioni contenenti halakha, cioè prescrizioni giuridico-religiose (4QMMT,
Rotolo del Tempio, Regole diverse ecc.), saranno raggruppate alla fine del volume III, dopo l’insieme del Pentateuco. Ciò non significa che esse contengano
esclusivamente rimandi ai primi cinque libri della Bibbia. Così, la Regola della
Comunità e il Documento di Damasco citano parimenti libri profetici, e possono
anche ispirarsi a testi che godevano all’epoca di una grande autorità, ma che
in seguito non saranno inclusi nel canone dei «libri sacri». In linea generale, i
riferimenti biblici che contengono le composizioni del tipo della Regola o del
Documento di Damasco e l’importanza che rivestono le questioni di halakha
spingono ad avvicinarli ai libri del Pentateuco (dall’Esodo al Deuteronomio).
Il secondo insieme (gli scritti profetici) include non solamente i manoscritti
biblici e non biblici che si collegano ai libri che, da Giosuè a 2Re e da Isaia a
Malachia, oggi costituiscono la sezione «Profeti» (Neviim) della Bibbia ebraica, ma anche Daniele che era considerato a Qumran uno scritto profetico
e a cui si faceva riferimento esattamente come al libro di Isaia o al libro di
Geremia. La testimonianza dei testi stessi deve qui prevalere sulla concezione
canonica posteriore, che non si è imposta prima del II secolo cristiano. Numerosi specialisti stimano oggi che il canone della Bibbia ebraica non si sia
stabilizzato prima dell’inizio del II secolo dell’era corrente, forse addirittura
alla metà di esso.
Infine, il terzo insieme (gli altri scritti) riunisce tutti gli altri testi. I Salmi
rappresentano un caso particolare. Secondo alcuni testi qumranici, Davide era
un profeta e ha composto i suoi canti e i suoi poemi sotto l’ispirazione di
uno spirito di profezia (11Q5 XXVII). Inoltre, a Qumran sono stati trovati
dei pesharim dei Salmi (1Q16, 4Q171 e 4Q173). Ora, si è considerato per
un certo periodo che i pesharim non riguardassero che i testi rilevanti degli
scritti profetici. In realtà bisogna distinguere tra l’appartenenza a un gruppo o
una categoria di libri, come nella concezione canonica posteriore, e la nozione
d’ispirazione profetica, molto più vasta e fluida. Se i Salmi sono senza dubbio
un’opera segnata dal sigillo dell’ispirazione profetica agli occhi dei redattori
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introduzione
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di molti testi di Qumran, come del resto agli occhi dell’autore del Vangelo
di Luca, ciò non implica che fossero classificati in un insieme che avrebbe
compreso nello stesso tempo Giosuè, Isaia, Ezechiele o ancora i dodici profeti
minori. La questione probabilmente deve rimanere aperta, lo stato attuale della documentazione mostra che durante il II e il I secolo a.C. la categoria «libri
profetici» era aperta e in evoluzione. Nel quadro della Biblioteca di Qumran è
stato deciso di pubblicare i Salmi in un volume a parte, dove saranno raggruppati con altri testi liturgici, inni, preghiere ecc.
Alcuni testi posti negli «altri scritti» corrispondono così ai libri biblici inclusi negli «Scritti» (Ketuvim), la terza parte del canone della Bibbia ebraica.
È il caso, per esempio, del Cantico dei cantici, di Giobbe, dei Proverbi, di
Qoèlet, di Rut, di Ezra-Neemia o delle Cronache. Questa parte include anche
alcuni libri deuterocanonici, come Tobia o il Siracide, di cui si sono ritrovati
esemplari, nella loro lingua originale, a Qumran e a Masada. Altri testi mantengono un legame tematico o formale con uno o un altro degli «Scritti». Si
censisce così un «Proto-Ester»: come indica il nome, prefigura probabilmente
il libro biblico di Ester (assente dalla collezione dei manoscritti di Qumran).
Si trova anche un frammento di proverbi in aramaico che ricorda il libro dei
Proverbi canonico, anche se un collegamento preciso non può essere fatto. In
linea generale, dal punto di vista del genere o della forma letteraria, emergono
due sotto-insiemi: i testi sapienziali e i testi liturgici. Infine, sono ugualmente
raggruppati in questa terza parte testi che non hanno a priori nessun legame
con un libro biblico conosciuto. È il caso, per esempio, degli oroscopi e dei
testi fisiognomici1 trovati nella grotta 4. Nel quadro di questa pubblicazione,
l’espressione «gli altri scritti» non rimanda obbligatoriamente alla terza sezione del canone delle Scritture.
In realtà, nel II e nel I secolo prima della nostra era non si può parlare senza
anacronismo di canone della Bibbia ebraica, al limite nemmeno di Bibbia tout
court (visto che la parola «Bibbia» implica l’idea di un insieme di testi chiusi e
definiti, e dunque di un canone). Nell’epoca in cui i testi di Qumran vengono
copiati o composti, non si può parlare che di un processo di canonizzazione. E
la proliferazione di composizioni letterarie intorno a un libro è precisamente
un aspetto essenziale del suddetto processo. Il fatto che un testo sia utilizzato,
citato e commentato significa che gli si riconosceva un’eccellenza particolare
e che godeva di una certa autorità. Questi riferimenti o questi commenti contribuiscono di rimando alla sua popolarità o alla sua autorità; in ultimo, alla
sua integrazione nel canone. Classificare i manoscritti di Qumran in funzione
della loro relazione con i libri biblici dovrebbe così permettere di analizzare
meglio il processo di canonizzazione delle Scritture tra il II secolo a.C. e il II
della nostra era.
La fisiognomia, una tecnica conosciuta dall’antichità, consiste nello studiare il temperamento e il carattere di un individuo a partire dalle sue caratteristiche fisiche, e in
particolare dai tratti del volto. Ma nei testi di Qumran la fisiognomia serve a determinare il destino dell’individuo, ed è associata a considerazioni astrologiche.
1
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Così, malgrado i suoi limiti, la classificazione dei testi di Qumran che abbiamo scelto presenta il vantaggio di proporre una nuova visione della biblioteca; di facilitare anche altri tipi di analisi, tanto sul piano dei temi affrontati
da questa ricca letteratura quanto su quello della storia della canonizzazione
del corpus ebraico dei libri sacri. Infine, questo cantiere editoriale si propone di
essere nello stesso tempo scientifico, culturale e pedagogico. La sua ambizione
è di far progredire la nostra comprensione di questi testi antichi, senza tuttavia
sacrificare lo sforzo necessario per la loro appropriazione da parte di persone
volenterose di comprendere meglio le radici lontane della loro cultura.
Il volume II: Esodo, Levitico, Numeri
Come ricordato precedentemente, questo secondo volume raggruppa i testi
biblici e non biblici in rapporto con i libri dell’Esodo, del Levitico e dei Numeri.
Si recensiscono circa 17 manoscritti dell’Esodo a Qumran, nelle grotte 1, 2
e 4; fra essi, due sono scritti in paleo-ebraico. Brani cospicui dell’Esodo sono
pure citati in 4QDeuteronomioj coll. IX-X (Es 12–13), così come nel «Pentateuco riscritto» (Reworked Pentateuch), che sarà presentato nel volume III della
Biblioteca di Qumran. A questi manoscritti in ebraico se ne aggiunge uno in
greco, su papiro, emerso dalla grotta 7. In due – e anche probabilmente tre –
manoscritti, il libro dell’Esodo è copiato dopo la Genesi. In un altro caso,
Esodo e Levitico si succedono sullo stesso rotolo. Nove manoscritti in ebraico
– ossia circa la metà degli esemplari trovati a Qumran – sono stati inclusi in
questa pubblicazione perché contengono qua e là brani con varianti significative in rapporto al TM. Così, 2Q2 presenta un certo numero di letture in accordo con i LXX, come anche alcune lezioni proprie. 2Q3 potrebbe consistere
in un florilegio, una raccolta di estratti o ancora un testo biblico riscritto. 4Q1
è molto simile al TM, ma contiene nondimeno un brano più vicino ai LXX,
con un ordine delle parole talvolta leggermente diverso. 4Q13 è vicino al testo
ebraico a partire dal quale furono stabiliti i LXX. 4Q14 appare nell’insieme
vicino al TM, ma numerose varianti minori l’apparentano tanto alla versione
samaritana, quanto alla Vorlage ebraica dei LXX. Di 4Q15 non resta che un
solo frammento, nel quale manca un brano; si potrebbe trattare di un testo abbreviato o di un manoscritto liturgico. Lo stesso vale per 4Q16, del quale resta
un unico frammento di piccolo taglio e potrebbe inserirsi in una di queste categorie. 4Q17, che contiene delle varianti vicine alla versione samaritana, rappresenta probabilmente un caso di testo non allineato, non corrispondendo ad
alcun tipo di testo conosciuto precedentemente. 4Q22, al contrario, può essere
classificato come versione «proto-samaritana»: come la versione samaritana,
cerca di armonizzare i racconti dell’Esodo e del Deuteronomio cancellando
le loro differenze. Infine, per quanto concerne 7Q1, la versione greca preservata da questo manoscritto è differente dai LXX, ma molto vicina al TM. In
linea generale, il numero di varianti nei manoscritti in ebraico sono di ordine
ortografico e dovute alla scrittura piena; altre consistono nell’aggiunta o omis-
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introduzione
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sione di una particella, nel cambiamento di una preposizione, nell’inversione
dell’ordi­ne delle parole o ancora nella scelta di un’altra forma verbale.
Molte composizioni non bibliche si collegano almeno in parte all’Esodo,
come i Giubilei, le Visioni del testamento di Amram o ancora un testo molto frammentario in greco che potrebbe essere stato un apocrifo dell’Esodo
(4Q127). Sono tuttavia molto meno numerose di quelle che concernono la
Genesi. D’altro canto si recensiscono almeno due composizioni in rapporto
con la Genesi e l’Esodo: 4Q422 (Parafrasi della Genesi-Esodo) e Giubilei. Infine, bisogna notare che probabilmente quest’ultimo libro è stato esso stesso
oggetto di una parafrasi (4Q217, 4Q482), che ha ispirato altre composizioni
(l’insieme degli Pseudo-Giubilei, corrispondenti a 4Q225-227) e che è anche
citato in un altro testo (4Q228; si veda anche il Documento di Damasco, CD
XVI 3-4). Aggiunto al gran numero di copie dei Giubilei trovate a Qumran,
questo fenomeno rivela l’autorità di cui godeva questo libro nei circoli giudaici
che furono all’origine della biblioteca.
Per ciò che concerne il libro del Levitico, si recensiscono a Qumran 12
manoscritti in ebraico sorti dalle grotte 1, 2, 4, 6 e 11, di cui quattro scritti in
paleo-ebraico. A questi 12 esemplari si aggiungono due rotoli in greco trovati
nella grotta 4, così come due manoscritti in ebraico scoperti a Masada. Esiste
inoltre, nella biblioteca di Qumran, una traduzione aramaica molto letterale
di qualche versetto del Levitico, fatta a partire da un testo ebraico somigliante
al TM (4Q156). I passi preservati non permettono di affermare che si tratti di
un targum. In uno dei manoscritti in ebraico (4Q17), il Levitico segue l’Esodo.
In un altro rotolo (4Q23), è seguito dai Numeri. Inoltre, uno dei manoscritti
in paleo-ebraico (1Q3) sembra anch’esso aver compreso Levitico e Numeri.
Quattro esemplari del Levitico in ebraico, ossia un terzo dei manoscritti trovati a Qumran, sono stati tenuti in considerazione qui per le varianti significative che contengono; quelli di Masada sono da parte loro conformi al TM.
In 4Q23, si constatano soprattutto omissioni di gruppi di parole, perfino di un
versetto nella sua integrità. Allo stesso modo, si osserva in 4Q24 un’omissione
di diversi versetti, che può essere dovuta a un caso di aplografia o corrispondere a una versione più corta del TM. 4Q26 rappresenta un caso di testo vicino
nello stesso tempo ai LXX e al PS. 11Q1 appartiene alla categoria dei testi non
allineati, atipici. Per ciò che riguarda i manoscritti in greco, 4Q119 contiene
delle varianti uniche, che riflettono un testo ebraico differente da quello soggiacente ai LXX. Quanto a 4Q120, si tratta di un testo vicino ai LXX, ma che
utilizza il nome divino Iao là dove i LXX impiegano Kurios, «Signore».
Il libro dei Numeri, di cui sono stati trovati a Qumran 6-7 esemplari in
ebraico nelle grotte 1, 2 e 4 (se si suppone che 1Q3 contenesse nello stesso
tempo Levitico e Numeri), dei libri della Torah è quello meno rappresentato.
In uno di questi manoscritti, i Numeri seguono il Levitico. La grotta 4 ha
d’altro canto consegnato un manoscritto greco. I manoscritti in ebraico sono
nell’insieme conformi al TM, salvo 4Q37 che è spesso vicino al testo samaritano, ma anche talvolta ai LXX, e contiene d’altra pare varianti proprie; si tratta
dunque di fatto di un testo non allineato. Quanto al rotolo in greco 4Q121,
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esso testimonierebbe un testo ebraico più vicino al TM e più antico di quello
a partire dal quale furono stabiliti i LXX.
Molte composizioni non bibliche si collegano tematicamente al Levitico e
ai Numeri, e sono state poste dopo l’insieme dei manoscritti biblici corrispondenti a questi due libri. Si tratta dei testi relativi alle leggi di purità rituale, che
s’ispirano principalmente a Lv 13–14 e 15 e a Nm 19. Le altre opere trovate
a Qumran che si riferiscono all’Esodo, al Levitico o ai Numeri in maniera
massiccia o puntuale sono state inserite sia nel volume III, anche quando vi
erano riferimenti al Deuteronomio, sia nei volumi seguenti, quando questi
riferimenti consistevano solo in citazioni puntuali e quando queste opere si
collegavano maggiormente ad altro/i libro/i biblico/i.
Si noterà, per finire, che l’esistenza di manoscritti contenenti successivamente Genesi-Esodo, o Esodo-Levitico, o ancora Levitico-Numeri, testimonia la formazione dell’insieme conosciuto sotto il nome di Torah o Pentateuco,
così come l’ordine dei libri che conosciamo oggi. Quanto al Deuteronomio,
sembra aver beneficiato di uno statuto particolare, essendo esso di sicuro intrinsecamente legato agli altri tre libri contenenti le leggi.
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2QEsodoa (2QExoda)
2Q2
La grotta 2 di Qumran ha consegnato due manoscritti dell’Esodo. I 3 frammenti presentati qui sotto provengono dalla prima copia che comprende 13
frammenti di formato e di contenuto diseguali ma che non oltrepassano le 10
linee (cf. fr. 5)1. I frammenti preservati riprendono l’insieme del libro dell’Esodo a eccezione degli ultimi capitoli consacrati all’erezione del santuario, dopo
l’episodio del vitello d’oro. La calligrafia è erodiana2 e il testo presenta delle
grafie piene, un certo numero di varianti dei LXX così come qualche lezione
propria.
DJD III (M. Baillet), 49-50.
Davila J.R., «Text-type and Terminology: Genesis and Exodus as Test Cases», in RQ
16(1993)1, 3-37.
Id., Unpublished Pentateuchal Manuscripts from Cave IV, Qumran: 4QGen-Exa, 4QGenbh-j-k
, Ph.D. Dissertation, Harvard University 1988.
Tov E., «Hebrew Biblical Manuscripts from the Judaean Desert: Their Contribution
to Textual Criticism», in JJS 39(1988), 5-37.
Id., «Groups of Biblical Texts Found at Qumran», in D. Dimant – L.H. Schiffman
(edd.), Time to Prepare the Way in the Wilderness, Leiden 1995, 85-102.
Ulrich E., «The Dead Sea Scrolls and the Biblical Text», in P.W. F lint – J.C. VanderKam (edd.), The Dead Sea Scrolls after Fifty Years, Leiden 1999, 79-100.
Id., «The Dead Sea Scrolls and the Hebrew Scriptural Texts», in J.H. Charlesworth
(ed.), The Bible and the Dead Sea Scrolls: Scripture and the Scrolls, Waco 2006, 77-99.
S.A.
Corrispondono a Es 1,11b-14; 7,1-4; 9,27-29; 11,3-7; 12,32-41; 21,18-20(?);
26,11-13; 30,23-25; 32,32-34.
2
La calligrafia detta «erodiana», secondo la terminologia di F.M. Cross, si è sviluppata tra il 30 a.C. e il 70 d.C. Si caratterizza per il suo stile uniforme, la grandezza
delle lettere e il gusto dell’ornamento. La descrizione di ciascuna delle lettere si trova
in F.M. Cross, «The Development of the Jewish Scripts», in G.E. Wright (ed.),
The Bible and the Ancient Near East: Essays in Honor of W.F. Albright, Garden City
1961, 173-181.
1
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4
2QEsodoa
2Q2 fr. 1 (Es 1,11b-14)
Testo parallelo: 4Q1 fr. 17-18 (Es 1,3-17.22)a
]... ‫ לפרעה את פתום ואת רעמסס‬c‫מ[ס]כ[נות‬
֯
‫] ערי‬b‫ ויבנו‬... 1,11b[ 1
]‫[ במאד מאד ויקוצו מצרים‬f‫ וכן ישרצו‬e‫ כן י[ר]בו‬d‫וכאשר י]ענו אותם‬12[ 2
]‫וימררו את‬14 ‫ויעבדו מצרים את[ בני ישראל בפרך‬13 ‫ [מפני ב]ני ישראל‬3
]‫ [חייהם] בעבדה קשה בחמר ובלבנים [בכל עבדה בשדה את‬4
]‫ [כל ע]בודתם אשר עבדו בהם בפרך[ כן ירבו וכן ישרצו במאד‬5
]… g‫ [מאד ]ויקוצו מצרים מפני בני ישרא[ל‬6
[...] vacat [...] 7
2Q2 fr. 3 (Es 9,27b-29)
Testi paralleli: 4Q14 col. II fr. 17-18 (Es 9,28-31)h
e 4Q11 fr. 5 (Es 9,25-29)i
]‫ ורב מהיות‬j‫העתירו‬28 ‫הר]ש[עים‬
֯
[‫ יהוה הצ]דיק ואני ועמי‬9,27[ 1
k
]‫ [קולות אלו]הים וברד ואש [ ואשלחה אתכם ולוא תוספון‬2
DJD XII ( J.R. Davila), 18-19.
Il testo parallelo 4Q1 presenta una forma al sg. (‫ )ויבן‬che si accorda con il TM. Ma
la forma pl. qui restituita si accorda con le altre forme verbali di questo frammento così
come con i LXX.
c
Si potrebbe ugualmente restituire ‫מבצרות‬, «fortezze» (LXX) al posto di ‫מסכנות‬,
«magazzini» (cf. 4Q1 e TM con grafia difettiva).
d
Si nota la grafia piena del pronome con la waw aggiunta nell’interlinea, così come
la forma pl. che si accorda con i LXX contro 4Q1 e il TM (‫)אתו‬.
e
La forma verbale al pl. si accorda con i LXX contro 4Q1 e il TM (‫)ירבה‬.
f
La lezione di 2Q2, ‫ישרצו‬, differisce da quella di 4Q1 e dal TM (‫)יפרץ‬.
g
La seconda parte della l. 5 seguita dalla l. 6 sembra ripetere la formula delle ll. 2-3
(Es 1,12). Questa ripetizione è propria di 2Q2.
h
DJD XII ( J.E. Sanderson), 107-108. I frammenti non sono sufficienti per ravvicinare 4Q14 a una famiglia testuale conosciuta. 4Q14 mostra talvolta letture proprie al
TM, al PS (come 4Q22) o ai LXX, e talvolta una lettura originale. La stessa constatazione può essere fatta per 4Q11.
i
DJD IX (P.W. Skehan – E. Ulrich – J.E. Sanderson), 29.
j
‫העתירו אל יהוה‬, secondo il TM (cf. i LXX).
k
Baillet legge ‫«( ואש‬e il fuoco»), ma non si vede la ‫ ש‬nella fotografia. Comunque,
lo spazio permette la restituzione ‫ ואש‬prima della forma verbale ‫ואשלחה‬, e offre una
lezione parallela a quella dei LXX (και πυρ). Segnaliamo che a questo punto i frammenti paralleli non sono leggibili.
a
b
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Es
2Q2
5
2Q2 fr. 1 (Es 1,11b-14)
Testo parallelo: 4Q1 fr. 17-18 (Es 1,3-17.22)
1 [1,11b Costruirono] città d’ap[p]ro[vvigionamento1 per il Faraone, Pitom e
Ramses…] 2 [12Ma più] (gli Egiziani) li opprimevano, più si [mol]tiplicavano e
abbondavano2 [pericolosamente3 al punto che gli Egiziani temettero4] 3 [i f ]igli
d’Israele. 13Gli Egiziani assoggettarono5 (dunque) i [figli d’Israele con crudeltà. 14Resero loro la vita amara] 4 con un duro lavoro, argilla e mattoni, [tutti i
lavori dei campi,] 5 [e tutti i la]vori con cui potevano asservirli con crudeltà.
[ È così che si moltiplicarono e abbondarono pericolosamente] 6 al punto che
gli Egiziani temettero i figli d’Israe[le6…]. 7 […] vacat […]
2Q2 fr. 3 (Es 9,27b-29)
Testi paralleli: 4Q14 col. II fr. 17-18 (Es 9,28-31)
e 4Q11 fr. 5 (Es 9,25-29)
1 [9,27b YHWH è giu]sto, sono io e il mio popolo[ che siamo col]pe[voli! 28Pregate!7] 2 [(Abbiamo) abbastanza rombi8 di Di]o9, grandine e fuoco10! [Vi mando
1
O «di difesa» se si segue la lezione dei LXX (N.d.C.: o «città fortificate», si veda ora
l’edizione bilingue dell’Esodo dei LXX a cura di G. Ibba, in La Bibbia dei Settanta I.
Pentateuco, 299-467).
2
La radice verbale sharats privilegiata da 2Q2 è un sinonimo di parats (TM) e si trova
altrove: Gen 1,20-21; 7,21; 8,17; Es 1,7 per formulare la benedizione di YHWH sulla
sua creazione, mentre la radice parats è propria alla benedizione di Giacobbe (Gen
28,14; 30,30; 30,43).
3
L’avverbio «molto» in ebraico come in greco indica un rafforzamento: si sceglie di
tradurlo evidenziando il punto di vista egiziano e cioè il pericolo rappresentato dal
numero degli Israeliti.
4
O anche «detestavano i figli d’Israele» (LXX). La scelta della traduzione è motivata
dalla presenza della preposizione min davanti al complemento.
5
Le ll. 3-5 giocano sulla ripetizione della stessa radice ebraica, intensificando la
schiavitù dei figli d’Israele. Questa radice è tradotta diversamente con «asservire»,
«fatica» e «lavoro/lavori».
6
La ripetizione di questa frase intera è propria di questo manoscritto.
7
«Pregate YHWH!» secondo il TM; «Pregate dunque per me!» seguendo i LXX.
8
Il termine ebraico qol è qui al pl., può essere tradotto con «voce», «rumore (rombo)»,
«suono» o «proclamazione».
9
Letteralmente «le voci di Dio», lo stesso alla l. 4.
10
La lezione «e il fuoco», propria di questo manoscritto così come dei LXX (salvo il
Codice Vaticano), si armonizza evidentemente con Es 9,24: «E c’era la grandine e il
fuoco ardente nella grandine…».
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4QLXXLeviticoa (4QLXXLeva)
4Q119
4QLXXLeviticoa è un esemplare in greco proveniente dalla grotta 4. Non
ne rimane che un frammento di 28 linee, corrispondenti a Lv 26,2-16 (le
benedizioni promesse ai figli d’Israele se osservano i comandamenti, seguite
dalle maledizioni che li colpiranno se disobbediscono). Le parole greche sono
generalmente legate senza spazi (scriptio continua)1, salvo in certi casi. L’analisi
paleografica indica che 4Q119 è databile alla fine del II secolo o all’inizio del I
secolo a.C., e che precede di conseguenza di tre o quattro secoli gli altri testimoni della versione greca del Levitico2.
4Q119 contiene 16 varianti, di cui molte sono uniche o attestate solo in
uno o due manoscritti. Si tratta dunque probabilmente della traduzione di un
testo ebraico leggermente diverso da quello a partire dal quale furono stabiliti
i LXX, che si avvicinano maggiormente al TM.
DJD IX (P.W. Skehan – E. Ulrich – J.E. Sanderson), 161-166.
Faulkenberry Miller J.B., «4QLXXLeva and Proto-Septuagint Studies: Reassessing Qumran Evidence for the Urtext Theory», in M.T. Davis – B.A. Strawn
(edd.), Qumran Studies. New Approaches, New Questions, Grand Rapids-Cambridge
2007, 1-28.
Skehan P.W., «The Qumran Manuscripts and Textual Criticism», in Volume du Congrès de Strasbourg 1956 (VT.S 4), Leiden 1957, 148-160.
Ulrich E., «The Septuagint Manuscripts from Qumran: A Reappraisal of Their Value», in G.J. Brooke – B. Lindars (edd.), Septuagint, Scrolls and Cognate Writings:
Papers Presented to the International Symposium on the Septuagint and Its Relations
to the Dead Sea Scrolls and Other Writings (Manchester, 1990), Atlanta 1992, 49-80.
P.M.
Tuttavia, per una maggiore leggibilità, la spaziatura delle parole è mantenuta nella
trascrizione del testo greco edito. Allo stesso modo, le parole tagliate alla fine delle linee nel testo greco non sono tagliate nella traduzione italiana. Questo si applica anche
ai mss 4Q120 e 4Q121.
2
Per maggiori dettagli, ci si riferirà a DJD IX, 7-10.
1
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4QLXXLeviticoa
4Q119 fr. 1 (Lv 26,2-16)
1 [και απο των αγιωνa μο]υ φοβηθησεσθε εγ[ω ειμιb vacat 3Εαν τοις]
2 [προσταγμασιν μου π]ο̥ρευησθε και τας εντ[ολας μου φυλασσησθεc]
3 [4και δωσω τον υετον τ]η̥ι γηι υμωνd εν καιρωι αυ[του και η γη δωσει]
4 [τα γενηματα αυτης κ]α̥ι τον ξυλινον καρ̥○[e… 5και]
5 [καταλημψεται υμιν ]ο̥ αμητοςf[ τον ] τρυγ[ητονg και ο τρυγητος]
6 [καταλημψεται τον σ]πορον κα̥[ι φα]γεσθ[ε τον αρτον υμων εις]
7 [πλησμονην και κ]ατοικησ[ετε μετα ασφαλειας επι της γης υ]
8 [μων 6και δωσω ε]ι ̥ρηνην εν τ[ηι γηι υμων ]και ̥[ κοιμηθησεσθε και]
9 [ουκ εσται ο ]εκφοβων υμας κ̥[αι α]πολω[ θηρια πονηρα εκ της]
10 [γης υμων κ]α̥ι πολεμος ου δ̥ι[ελε]υσετ[αι δια της γης υμωνh 7και]
11 [διωξεσθ]ε τους εχθρους υμων [κ]αι π̥[εσουνται εναντιον υμων φο]
12 [νωι 8και διωξ]ονται πεντε υμωνi εκ̥[ατον και εκατον υμων διω]
13 [ξοντ]α̥ι μ̥υριαδας και πεσουντα[ι οι εχθροι υμων εναντιον υμων]
14 [μαχαιρα]ι 9και επιβλεψω εφ υμας[ και αυξανω υμας και πληθυνω
υμας]
15 [και εσται μο]υ η διαθηκη εν υμι ̥ν̥j[ 10και φαγεσθε παλαια και πα]
16 [λαια εξοισετ]ε μετα̥ των νεωνk[ 11και θησω την σκηνην μου εν υμιν]
17 κ̥αι ου βδ̥ελυξομαιl υμας 12και εσομ[αι υμιν θεοςm vacat ]
Restituzione secondo i LXX.
In rapporto ai LXX, questo manoscritto sembra omettere sistematicamente il nome
κυριος, «Signore», da cui la restituzione proposta.
c
In rapporto all’edizione di Göttingen (Septuaginta. Vetus Testamentum Graecum Auctoritate Academiae Scientiarum Gottingensis editum, 20 voll., Göttingen 1931- ; J.W.
Wevers – U. Quast, Leviticus, Göttingen 1986), la dimensione della lacuna costringe
a ricostituire un testo più corto di circa 16 lettere.
d
La variante τ]ηι γηι («sulla terra») è attestata nel targum Pseudo-Gionata (Lv 26,4)
ma non nei LXX (τον υετον υμιν), nel TM e nel PS.
e
Il testo differisce qui dal TM, dal PS e dai LXX, che hanno τα ξυλα των πεδιων
αποδωσει τον καρπον αυτων.
f
LXX (con il TM e il PS): αλοητος. La lettura αμητος si trova comunque in alcuni
manoscritti dei LXX, come il codex Alexandrinus e il codex Vaticanus.
g
Lo scriba aveva cominciato a scrivere σπορ, come in σπορον alla linea seguente, poi
ha barrato queste lettere e ha scritto τρυ di sopra.
h
Nei LXX le parole και πολεμος ου διελευσεται δια της γης υμων compaiono all’ini­
zio di Lv 26,6. Ma 4Q119 corrisponde qui al TM e al PS.
a
b
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Lv
4q119
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4Q119 fr. 1 (Lv 26,2-16)
1 [… e] voi proverete un timore rispettoso [rispetto al ]m[io santuario].
I[o sono1. vacat 3Se] 2 [voi seg]uite [i miei ordini e se osservate i miei]
com[andamenti]2, 3 [4io] vi [darò la pioggia sull]a terra nella s[ua] stagione,
[e la terra darà] 4 [i suoi prodotti, e] il fru[tto] dell’albero3 [… 5E ] 5 [per
voi] il tempo della mietitura4[ durerà fino alla ]vende[mmia e la vendemmia]
6 [durerà fino alla se]mina, e[ voi man]gerete[ il vostro pane a] 7 [sazietà e a]
bite[rete in sicurezza nella vostra terra.] 8 [6Stabilirò la ]pace5 nel [vostro paese ]e[ voi dormirete] 9 [e non ci sarà nessuno] per spaventarvi, e[ st]erminerò
[ le bestie feroci dal] 10 [vostro paese, e] la guerra non pas[ser]à[ attraverso il vostro paese.] 11 [7Voi inseguire]te i vostri nemici [e]d essi c[adranno
davanti a voi di] 12 [morte violenta]. 8Cinque di voi ne [insegui]ranno c[ento, cento di voi ne inseguira]nno 13 diecimila, e [i vostri nemici]
soccombe[ranno davanti a voi] 14 [sotto la spad]a. 9E mi prenderò cura di
voi,[ vi farò crescere, vi moltiplicherò,] 15 [e la m]ia alleanza [dimorerà]
in mezzo a voi6.[ 10Voi mangerete del vecchio raccolto e] 16 [dovrete disfarvi del vecchio raccolto] per il nuovo7.[ 11Stabilirò la mia tenda in mezzo a voi] 17 e non vi avrò più in disgusto8. 12Io sar[ò per voi Dio9 vacat ]
LXX (con il TM e il PS): εξ υμων πεντε.
LXX (con il TM e il PS): και στησω την διαθηκην μου μεθ υμων.
k
LXX (con il TM e il PS): εκ προσωπου νεων εξοισετε.
l
LXX (con il TM e il PS): βδελυξεται η ψυχη μου.
m
LXX (con il TM e il PS): και εμπεριπατησω εν υμιν και εσομαι υμων θεος.
i
j
Rispetto ai LXX, questo manoscritto omette sistematicamente il nome Kurios, «Signore», da cui la restituzione proposta.
2
La lunghezza della linea obbliga a ricostituire un testo più corto di quello dei LXX
nell’edizione di Göttingen.
3
Nei LXX (in accordo con il TM e il PS) si legge: «la terra darà i suoi prodotti e gli
alberi dei campi il loro frutto». Cf. ll. 3-4 con Ez 34,26-27.
4
Il TM, il PS e alcuni manoscritti dei LXX hanno: «il tempo della spulatura».
5
Le prime parole di 26,6 LXX («la guerra non attraverserà il vostro paese») sono
disposte un po’ più lontano, l. 10.
6
LXX (in accordo con TM e PS): «stabilirò la mia alleanza con voi».
7
LXX (in accordo con TM e PS): «voi farete uscire il vecchio al posto del nuovo».
L’idea sembra essere identica: il vecchio raccolto non sarà ancora finito nel momento
in cui il nuovo sarà ammucchiato.
8
LXX (in accordo con TM e PS): «e la mia anima non vi avrà più in disgusto».
9
LXX (in accordo con TM e PS): «camminerò in mezzo a voi e sarò il vostro Dio».
Cf. 2Cor 6,16b.
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