MOGLI COMPAGNE AMANTI Mogli, compagne e

MOGLI COMPAGNE AMANTI
Mogli, compagne e amanti di artisti sono spesso artiste a loro volta e contribuiscono
all’elaborazione teorica; a volte, sul terreno creativo, sono loro ad anticipare o a suggerire
nuove forme e nuove soluzioni.
Sono tante le coppie protagoniste delle avanguardie storiche e sono tante le artiste che si
prendono la loro meritata rivincita su un amante-marito troppo ingombrante.
Natalija Goncarova e Michail Larionov,
Wassily Kandinsky e Gabriele Munter,
Robert Delaunay e Sonia Delaunay,
Jean Arp e Sophie Taeuber,
Georg Schrimpf e Maria Uhden,
Felice Casorati e Daphne Maugham,
Mario Mafai e Antonietta Raphael,
Mario Broglio e Edita Broglio,
Pollock e Lee Krasner.
Vite di coppia velocemente consumate in breve tempo per Georg Schrimpf e Maria Udhen,
morta a 26 anni dopo un solo anno di vita in comune con il marito artista, due mesi dopo
aver dato alla luce il loro primo e unico figlio, ma anche legami durati tutta una vita, come
per Larionov e Natalija Goncarova.
O relazioni intense, chiuse dopo un’assidua convivenza, come per Kandinski e Munter .
E c’è il caso di una simbiosi emotiva, quando si viaggia insieme, si guardano gli stessi
paesaggi, si leggono gli stessi libri e si frequentano le stesse persone, fino ad un lavoro in
tandem, come alcune volte succede ai Broglio, sullo stesso foglio o sulla stessa scultura.
C’è l’allieva, come Daphne Maugham, discepola e moglie di Casorati, che nonostante il
maestro-marito, continuerà a dipingere per tutta la vita, rivelando un personalissimo
universo pittorico.
Ci sono le segretarie, che silenziosamente hanno aiutato i compagni a formulare teorie
artistiche, come Gabriele Munter che ha corretto e redatto i testi per Kandinski, e lo
stesso per Lucia Schulz.
Fu Gabriele Munter per prima a scoprire il fascino dell’arte popolare bavarese, in
particolare i dipinti su vetro di tema religioso, per i quali subito dopo Kandinsky cominciò a
nutrire un’autentica passione, che, oltre a diventare un tassello della loro vita di coppia
come fatto collezionistico, si trasformerà per entrambi gli artisti in topos creativo,
rielaborato nei dipinti astratti di Kandinsky e nelle misteriose nature morte della Münter.
Fu Gabriele Munter per prima a scoprire il fascino dell’arte popolare bavarese, in
particolare i dipinti su vetro di tema religioso, per i quali subito dopo Kandinsky cominciò a
nutrire un’autentica passione, che, oltre a diventare un tassello della loro vita di coppia
come fatto collezionistico, si trasformerà per entrambi gli artisti in topos creativo,
rielaborato nei dipinti astratti di Kandinsky e nelle misteriose nature morte della Münter.
“Io criticavo lui e lui criticava me. Ma quando diventava troppo complicato mantenere
un’autonomia artistica, me ne andavo”.
Eccolo, il tono semplice e schietto di Antonietta Raphael per raccontare il suo rapporto con
Mario Mafai, un rapporto solido, alimentato dalla stessa passione per l’arte, ma anche
dalla consapevolezza di non dover annullare la propria personalità artistica in funzione di
quel rapporto. I due formano una coppia dal 1925, da quando si incontrano la prima volta
a Roma. Vivono di uno scambio proficuo, fruttuoso, che non conosce confronti con altri.
Essi si riflettono l’uno nell’altro, si guardano e si dipingono a vicenda, lui ritrae Antonietta
nello studio, lei coglie Mario che beve o che legge. “Ma è difficile vivere insieme per due
artisti che hanno la stessa arte nel cuore”.
Così, quando avverte che la propria identità comincia a languire, Antonietta se ne va, si
allontana, riprende il suo cammino di nomade, quel suo girovagare da ebrea errante, cui è
stata abituata fin da piccola, quando alla morte del padre rabbino, fu costretta a lasciare la
Russia per Londra, Parigi e Roma. E’ un modo per ossigenare la sua arte. Per poi
ritornare dall’amato uomo.
Antonietta Raphael e Mario Mafai, due artisti che hanno saputo amarsi e, allo stesso
tempo, maturare un linguaggio artistico individuale senza compromessi. E nella coppia,
tutte e due rimangono protagonisti, nessuno rimane schiacciato all’ombra del compagno.
Una coppia privilegiata, forse. Una delle più audaci e forti, sicuramente.
Può capitare, poi, che se gli artisti rimangono ancorati ad una formula espressiva, molte
artiste abbiano sviluppato una creatività versatile a largo raggio che si estende non solo
nel campo della pittura o della scultura, ma tocca vari aspetti dell’arte.
Tanto si deve all’entusiasmo sperimentale delle donne, che affrancano i compagni da un
impaccio stilistico. Così Felice Casorati trova una nuova maniera di dipingere, più chiara e
ariosa sotto l’influsso della giovane moglie Daphne Maugham che spinge il marito a
dipingere anche ‘en plein air’.
E anche nel linguaggio di Mario Mafai si avvertono nuove suggestioni nel momento in cui
entra in contatto, a Roma, con Antonietta Raphaël che porta con sé dalla natia Lituania un
immaginario orientale, visionario, costruito su un intento cromatismo e una potente
espressività.
Se volete conoscere le artiste e gli artisti di cui parlo basta cercare in rete; il catalogo più
ampio e suggestivo che io abbia mai avuto a disposizione. Anche per le informazioni
contenute in questo scritto.
Pina Nuzzo