SB 2014 N 3 WEB - Salesiani Don Bosco

N. 3 2° semestre 2014
EXALLIEVI Don Bosco
Spediz. in A. P. - Art. 2 comma 20/c - Legge 662/96 - Filiale di Torino
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B
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BICENTENARIO DELL A NASCITA
1815 - DON BOSCO - 2015
IL DIRETTORE
“Appartenere di più a Dio”
Carissimi ex-allievi,
il bicentenario della nascita di don Bosco,
inaugurato solennemente al Colle don Bosco il 15-16 agosto, viene dopo il 27° Capitolo
generale che ha rinnovato i vertici della Congregazione e ci ha donato don Fernandez Angel Artime come X successore di don Bosco.
Vorrei lasciare la parola a lui che attraverso
la sua prima lettera circolare indirizzata ai
Salesiani di tutto il mondo traccia il cammino per tutta la Famiglia Salesiana in questo
anno significativo.
“Appartenere di più a Dio, di più ai confratelli, di più ai giovani”, questo è il titolo del
documento. La triplice ripetizione di questo
“di più” mi richiama la triplice domanda di
Gesù a Pietro: “Mi ami tu più di costoro?”.
Quello che ci viene chiesto, al di là dei nostri
limiti, delle nostre fragilità, è un’intensificazione del nostro vivere salesiano che già esiste, ma che ha sempre bisogno di rinnovamento e di crescita nell’ottica dello “appartenere”. Anche questo termine mi richiama
la scelta di Gesù dei dodici apostoli che così
viene descritta dall’evangelista Marco: “Ne
costituì Dodici che stessero con lui” (3,14). La
nostra prima preoccupazione è stare, appartenere a Gesù perché, come Lui ci dice: “senza di me non potete fare nulla”.
Don Bosco, come il Cafasso ed il Cottolengo,
è definito “Santo sociale” per il suo apostolato verso la gioventù più povera.
Un Santo però è, per sua natura, sociale in
quanto la sua profonda unione, il suo stare, il suo appartenere a Dio lo rende capace
di considerare la realtà in tutti i suoi fattori
costitutivi , visibili e non visibili, generando
percorsi “profetici” nella storia.
Celebrare questo bicentenario è un’occasione di grazia per comprendere l’eredità che
don Bosco ci ha lasciato e mantenere sempre
più fede a quello che aveva promesso: “Ho
promesso a Dio che fin l’ultimo mio respiro
sarebbe stato per i miei poveri giovani.”
Fa eco a questa promessa il motto che cam-
2 SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014
peggiava nell’ufficio di don Bosco sul muro
dietro la sua scrivania: “Da mihi animas coetera tolle”.
Tutta la vita , l’operato di don Bosco fu finalizzato a salvare le anime dei suoi ragazzi;
il resto era strumento. Per lui ogni ragazzo
era una parte insostituibile del progetto di
Dio per l’umanità: non poteva andare perso.
A ricordarci questo amore stupendo alla gioventù che trova la sua origine in Gesù crocifisso, morto e risorto per noi quest’anno sarà anche l’esposizione della Sindone che ha
come slogan: “L’amore più grande”. E non
mancherà la presenza di Papa Francesco a
spronarci nella fede, nell’amore, nella misericordia di Dio e nella carità verso il prossimo.
A tutto ciò va ad aggiungersi anche la decisione della Chiesa di fare del 2015 l’anno della
“vita religiosa”.
Se questo non è un anno di grazia particolare!!
A noi la fortuna e la gioia di viverlo con l’impegno di lasciarci sollecitare nello spirito da
questi avvenimenti.
Colgo l’occasione per augurare a tutti voi e
alle vostre famiglie un Santo Natale ed un sereno 2015.
Don Vincenzo Caccia
IL PRESIDENTE
Saluti a voi tutti
Un cordiale saluto a tutti Voi cari amici ex-allievi, eccomi qui dopo il rinnovo del consiglio,
ancora una volta in veste di presidente .
Permettetemi di ringraziare tutti i miei consiglieri per avermi dato la loro fiducia per altri
quattro anni e la mia famiglia che mi ha consentito di accettare questo incarico, nonostante
altri vari impegni che mi portano già parecchio
fuori casa.
Soprattutto sono grato ad uno di voi, per me
completamente sconosciuto sino al giorno del
convegno annuale, che ha contribuito molto su
questa importante decisione. Questa persona
senza molte parole ma con il suo esempio mi ha
fatto capire che a volte è necessario mettersi a
servizio degli altri anche se può essere faticoso.
Ebbene, durante il convegno ho ricevuto una
lettera di ringraziamento di un ex allievo a cui
era stato comunicato che in quel giorno avrebbe ricevuto il premio di fedeltà. Lui mi spiegava
che non poteva essere presente per altri impegni ma mi ringraziava della notizia, anche se
non mi conosceva personalmente.
Questa lettera mi ha incuriosito moltissimo. In
un momento in cui le persone sono sempre di
corsa e normalmente con fatica si dice grazie
anche a chi ci sta vicino, trovare qualcuno che
“spreca” il suo tempo a ringraziare uno sconosciuto presidente per un qualcosa che gli spetta
di diritto è alquanto insolito.
Ho deciso quindi di fare una telefonata almeno
per ricambiare la cortesia e con molto stupore
mi sono sentito dire: “Era da tantissimo tempo che aspettavo questo premio, purtroppo ho
preso un impegno per quel giorno e ora non
posso tirarmi indietro”. Approfondendo la cosa, ho capito che veramente non era una frase
di rito ma questa persona ci teneva veramente
a ricevere questo premio ma aveva dovuto rinunciarci per disponibilità verso gli altri.
Essere exallievi vuol dire anche essere disponibili, soprattutto in una società piena di frenesia,
egoismo e indifferenza simile a quella in cui
stiamo vivendo oggi, anche se talvolta questo
va a discapito di noi stessi.
Don Bosco ha fatto una promessa: la sua vita
sarebbe stata per i suoi ragazzi. Noi raccoglia-
ELEZIONI del CONSIGLIO
di Presidenza 2014-2018
Il 29 settembre nel corso del convegno annuale si sono effettuate le votazioni del Consiglio di presidenza. Mercoledì
8 ottobre si è proceduto alla nomina della nuova presidenza che risulta così composta:
PRESIDENTE
Vezzetti Lamberto
Vicepresidente
Dellerba Franco
Vicepresidente GEX Coha Marco
Segretario
Cagnardi Paolo
Tesoriere
Naretto Giampiero
Consiglieri
Notario Silvano
Sacco Santino
Torasso Gianpaolo
D’Introna Fabio
Turchetto Tiziano
Rabino Marco
Francone Michele
Cassetta Enrico
Bianco Diego
Revisiore dei conti Cagno Sergio
Delegati
Ceppa Franco
Don Lacchia Franco
ALLA NUOVA PRESIDENZA
I MIGLIORI AUGURI DI BUON LAVORO
mo questo suo insegnamento: rendiamoci disponibili verso gli altri.
Vi auguro quindi che il Natale sia per voi e per
i vostri cari un’occasione per prendervi cura di
chi vi sta vicino soprattutto in questo periodo
in cui tutti abbiamo paura che chi ci sta intorno possa da un momento all’altro portare via i
nostri diritti acquisiti.
Permettetemi ancora un grazie al Direttore Don
Vincenzo e a tutti i suoi confratelli con i quali spero di poter collaborare nei prossimi anni
come è stato fatto fino ad ora.
Lamberto Vezzetti
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SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014
L’OPINIONE
Gavettoni
Vanno molto di moda i gavettoni d’acqua gelata a scopo
di beneficenza contro la SLA.
Cosa c’entrino i gavettoni
con la ricerca scientifica non
lo so: comunque se fanno del
bene, altrettanto ben vengano. Però vedere i politici gavettonati... Già alcuni son ridicoli di per sé, figuriamoci
sotto simile doccia.
ALLUVIONI E
RESPONSABILITÀ
Intanto un brutto gavettone
se lo sono preso a ottobre Genova e varie altre parti d’Italia.
Però per una volta chiederei
di smetterla di prendercela
solo con i politici (tipo povero sindaco Doria che non
può portarsi addosso il peso
di decenni altrui) e di rivolgerci anche ad altre sfere.
La prima e più importante
riguarda la nostra ipocrisia.
Siamo sinceri: se ce lo permettono non ci facciamo
scrupolo di arrivare anche al
limite, costruendo negli alvei
dei fiumi, sulle pareti a strapiombo, sotto terra, a due
passi da una fabbrica (salvo
poi lamentarci delle conseguenze).
La seconda sfera è la burocrazia. Veramente riconosco
che i sindaci spesso non possono fare niente, bloccati come sono da regole assurde.
La terza è l’eccesso di ricorso
alla magistratura. Tar e controTar, ma intanto Genova è
affondata. Che se poi dài un
pre-avviso eccessivo vai nei
guai per procurato allarme;
se non lo dài, vai in galera per
4 SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014
di Marco Notario
omissione. Se poi ancora fai
di tua iniziativa, come il sindaco di Niella Tanaro che dopo l’alluvione del 1994 a sue
spese decise di togliere i detriti dal fiume, vai a processo
perché non avevi l’autorizzazione.
SE LA METTIAMO COSÌ
Insomma, gavettone assurdo
è quello dei cavilli. Per esempio, ultimamente è stato assolto dall’accusa di omicidio
un tizio perché ubriaco cronico e quindi incapace di intendere e volere. Fatemi capire: mo’ anch’io incomincio
a scolarmi due pinte di whisky al giorno e quanto prima
potrò tranquillamente ammazzare il direttore di questo giornale?
Parimenti un pirata della
strada non viene condannato
per omicidio perché non c’è
ancora una legge sull’omicidio stradale. Fatemi nuovamente capire: domani uccido
mia moglie con una sedia in
testa e la faccio franca perché
non c’è una legge sull’omicidio sediale?
SVEGLIATI OCCIDENTE
Passiamo a gavettoni internazionali.
Anche qui abbiamo sbagliato
tutto. A cominciare dall’entusiasmo per la cosiddetta
primavera araba.
Alla faccia della primavera.
Abbiamo esultato alla caduta dei relativamente moderati Mubarak e Ben Ali e non è
che in Egitto e Tunisia le cose siano migliorate. Abbia-
mo esultato alla caduta dei
dittatori Saddam e Gheddafi
e vediamo come sta tragicamente continuando in Iraq e
in Libia. Lo stesso errore forse lo stiamo facendo in Siria e
così via. Intanto l’ISIS e i vari
califfati che lo imitano (Boko
Haram in Nigeria come quelli
in Mali, in Somalia, in Algeria), quelli li abbiamo sempre
sottovalutati.
Ma scherziamo? Rapire duecento ragazze e venderla
schiave? Farsi scudo con ragazzini? Sgozzare con coltellacci da cucina persino chi
era andato ad aiutarli? Certo è proprio da coraggiosi,
con mitra e cappuccio per
non essere individuati, farsi
riprendere mentre si infierisce su un malcapitato indifeso. Questi sarebbero gli eroi?
Una volta c’era una dignità
persino nella guerra e i prigionieri non dico che fossero
ben trattati, ma almeno venivano risparmiati. Questi
li torturano e poi li fucilano,
senza alcun ritegno, al punto che di fronte a simili nuovi soggetti persino Ben Laden
diventa Madre Teresa.
E noi, occidente, che facciamo? Niente. Le convenzioni
di Ginevra valgono solo per la
tanto vituperata civiltà occidentale. La tolleranza religiosa deve solo essere praticata
da noi. Mentre lasciamo pure che i nostri fratelli cristiani
nelle altre parti del mondo siano perseguitati, cacciati, uccisi, torturati, crocifissi.
L’Onu si preoccupa del gender, l’UE del cioccolato fon-
L’OPINIONE
dente e l’Italia dell’orsa Daniza.
IO STO CON LE PECORE
Già, l’orsa Daniza. Per carità,
poverina lei e poverini i cuccioli rimasti orfani. Ma vorrei
sapere cosa avrebbe detto la
Michela-Vittoria-capelli-dicarota se la suddetta orsa
avesse azzannato il suo bel
posteriore. E poi, scusate signori animalisti, nessuno di
voi ha pietà delle povere pecore inseguite fino in casa e
sbranate? Di fronte a tanto
razzismo ovino, io sto con le
pecore...
GAVETTONI
DI CASA NOSTRA
Alessia Marcuzzi dice che il
Grande Fratello è l’esempio
della vera cultura italiana.
A quanto pare il suo bifidus
ha fatto effetto anche dalla
bocca.
A Forum, ove non si trova
una famiglia, una, che sembri normale (possibile che
in Italia tutte siano allargate,
aperte, pluri, ampie, espanse,
complicate, esoteriche, sfasciate, spaccate e sconnesse?) per giustificare una di
tali situazioni la serafica Palombelli se ne esce con: “Erano solo compagni di letto”.
A quando una sana causa
condominiale dei tempi di
Sante Licheri? Arridateci persino Rita Dalla Chiesa!
Ma è Natale, andiamo su gavettoni più simpatici
INCOMINCIAMO
CON I SALES
È stato un anno particolarmente intenso per i Salesiani di San Benigno. L’urna di
don Bosco da noi! I 135 anni
dei Salesiani a San Benigno.
E, dopo quasi 100 predecessori tra monaci, cardinali, vescovi, canonici e marchesi,
Fruttuaria ha un abbas salesiano, Don Gaetano. Che, dai
sondaggi dei nostri istituti di
demoscopia, ha già un bel
credito di consenso presso
la popolazione.
Gli stessi sondaggi ci dicono
che un altro Salesiano ha acquisito un buon patrimonio
di simpatia in paese quest’estate: don Vincenzo. Come?
Praticamente diventando a
furor di popolo priore e allenatore del Rione La’ Drint
durante la giostra dei borghi
di San Tiburzio. Così il direttore dell’istituto salesiano si è
trovato in calzoncini a gareggiare nel calcio delle scope o
a dirigere il lancio delle palle
d’acqua. Oltre tutto risollevando le sorti del povero bor-
go che, meschino per la sua
scarsa popolazione, è risalito
in classifica grazie all’apporto
del cielo... pardon dei Sales.
PAPA FRANCESCO
E in tema di simpatia, non
possiamo che passare anche
qui alle alte sfere.
Due papi che canonizzano altri due papi (Roma, 27
aprile 2014 - oltre al quinto
fatto beato il 19 ottobre) è un
evento che resterà in tutti i libri di Storia.
Come pure la data del 21 settembre con Papa Francesco
in Albania. Nella piazza in
cui Enver Hoxha dichiarava
di voler eliminare Dio... appena qualche decennio dopo
un papa dice la Messa.
Povero Oxha, mi fa quasi pena. E pensiamo a quando
(prima o poi capiterà) un papa parlerà sulla Piazza Rossa di Mosca: poveri Lenin e
Stalin!
E visto che siamo in tema di
simpatie clericali, ho trovato
una bella vignetta sul papa,
che ripropongo, convinto di
non essere blasfemo, ma anzi
di incrementarne la infinita
umanità.
Dunque, papa Francesco, ha
aperto al pubblico i giardini
di Gastel Gandolfo. E...
5
SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014
STRENNA 2015
Come Don Bosco,
con i giovani, per i giovani
1. Una bella eredità spirituale
La Strenna è sempre stata molto a cuore a
Don Bosco. I primi messaggi – a mo’ di Strenna – raccolti nella nostra tradizione, risalgono alla decade del 1850. Fin dai primi anni
dell’Oratorio, Don Bosco aveva cominciato
a consegnare, verso la fine dell’anno, una
Strenna indicante alcuni modi di procedere
e degli aspetti da tenere presenti per il buon
andamento dell’anno che stava per cominciare.
Nell’ultima Strenna chiese ai suoi che gli promettessero di amarsi come fratelli… e che
raccomandassero la comunione frequente
e la devozione a Maria Santissima Ausiliatrice.
2. La Strenna come parola di unità
per tutta la Famiglia Salesiana
La nostra Famiglia Salesiana si caratterizza
per il fatto di essere una famiglia carismatica.
In questa comunione riconosciamo la diversità e allo stesso tempo l’unità che ha la sua
6 SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014
sorgente nella consacrazione battesimale,
nel condividere lo spirito di Don Bosco e nella partecipazione alla missione salesiana al
servizio dei giovani, specialmente più poveri.
In ogni Strenna la finalità è essere un messaggio creatore di unità e di comunione per
tutta la Famiglia Salesiana, in un obiettivo
comune.
3. Come Don Bosco:
con il suo cuore pastorale
e la sua azione educativa,
coinvolti nella trama di Dio
Il cuore di Gesù, Buon Pastore, contrassegna
tutto il nostro agire pastorale: ne troviamo la
concretizzazione, ‘alla maniera salesiana’,
in Don Bosco. È quel che chiamiamo carisma salesiano, che abbraccia e accoglie tutti e tutte.
“Don Bosco svolse un’impressionante attività
per i giovani, soprattutto manifesta un’attenzione premurosa, rivolta alle loro persone,
perché nel suo amore di padre i giovani possano cogliere il segno di un amore più alto”.
“Secondo gli stessi criteri e col medesimo
spirito suscitò altri collaboratori – uomini
e donne – associati nella condivisione degli
ideali pedagogici e apostolici”. A tutto questo si aggiunge il fatto di essere promotore di
una speciale devozione a Maria Ausiliatrice
dei Cristiani e Madre della Chiesa, e la sua
cura ed affetto costante per i propri ex-allievi
che si concretizzava nella possibilità di vivere
come onesto cittadino e come figlio di Dio.
Se arriviamo a sentire nel più profondo di
ciascuno/a di noi quella passione educativa
che portava Don Bosco a incontrarsi con ogni
giovane a tu per tu, credendo in lui, credendo
che in ciascuno vi è sempre un seme di bontà
e del Regno, per aiutarli a dare il meglio di se
STRENNA 2015
stessi ed avvicinarli all’incontro col Signore
Gesù, staremo certamente concretizzando
nella nostra vita il meglio del carisma salesiano, secondo le nostre modalità e possibilità.
Il carisma salesiano non è proprietà nostra
né dei salesiani e nemmeno di tutta la Famiglia Salesiana.
Con tutta chiarezza il Papa Francesco nella
Evangelii gaudium dice che lo Spirito Santo
arricchisce tutta la Chiesa con diversi carismi che “sono doni per rinnovare ed edificare
la Chiesa”. Non sono un patrimonio chiuso,
consegnato ad un gruppo perché lo custodisca; piuttosto si tratta di regali dello Spirito
integrati nel corpo ecclesiale.
Il carisma salesiano è certamente uno di
quei doni con cui lo Spirito Santo ha arricchito la Chiesa affinché possiamo essere un
regalo prezioso per i giovani.
Per questo, Vangelo, cuore pastorale per i
giovani e comunione sono garanzia di Identità e di Fedeltà per noi, Famiglia di Don Bosco, Famiglia Salesiana.
4. Con i giovani!
perché il punto di partenza del nostro fare
carne e sangue (INCARNARE) il carisma salesiano, è quello di STARE CON I GIOVANI,
stare con loro e in mezzo a loro, incontrarli
nella vita quotidiana, conoscere il loro mondo e amarlo, stimolarli ad essere protagonisti
della loro vita, risvegliare il loro senso di Dio,
incitandoli a porsi delle mete alte, a vivere la
vita come la visse il Signore Gesù.
La predilezione pastorale per i giovani, si
manifesterà in noi, come in Don Bosco, come una vera e propria ‘passione’ nel cercare il loro bene, impegnandovi tutte le nostre
energie.
5. Per i giovani!...
Specialmente i più poveri
Papa Francesco parla di andare alla periferia, ci sta chiedendo di stare con i giovani della periferia, lontani quasi da
tutto, esclusi, quasi senza opportunità.
La periferia è qualcosa di costitutivo del
DNA salesiano. Cos’è stata la Valdocco di
Don Bosco se non una periferia della grande città? Negli ultimi, nei più poveri, in quelli
che più hanno bisogno di noi, risiede l’elemento più specifico del nostro DNA come
carisma salesiano.
“I giovani poveri sono stati e sono tuttora un
dono per noi”. Sono essi, i primi che ci fanno
del bene, che ci evangelizzano e ci aiutano
a vivere veramente il Vangelo. Aiutandoci
ad uscire dalla nostra routine, dalle nostre
inerzie e dai nostri timori, a tenere il cuore
e la mente aperti a ciò che lo Spirito ci può
chiedere.
6. Nel bicentenario della nascita
di Don Bosco
Il Bicentenario della nascita di Don Bosco, ci
lancia tutti in un cammino di fedeltà a quella
stessa chiamata che egli sentì, ascoltò e che
tradusse in vita.
Papa San Giovanni Paolo II, nella Lettera “Iuvenum patris”, ci invita ad avere sempre davanti a noi Maria Santissima, “A Lei io affido
voi e insieme con voi affido tutto il mondo
dei giovani, affinché essi, da Lei attratti, animati e guidati, possano conseguire, con la
mediazione della vostra opera educativa, la
statura di uomini nuovi per un mondo nuovo: il mondo di Cristo, Maestro e Signore”.
P. Angel Fernandez Artime
Rettor Maggiore
(Sintesi)
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SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014
CONVEGNO
105° Convegno Annuale
28 settembre 2014
Il tavolo delle votazioni per la nuova presidenza
La segreteria al lavoro
Accoglienza
Omaggio ai Salesiani defunti
8 SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014
CONVEGNO
Assemblea Annuale con la presenza del presidente
ispettoriale Bianco Michelangelo
EX-allievi doc: Germanetti Giuseppe lascia la segreteria dopo 33 anni
e il 90°enne Comazzi Giuseppe sempre presente al nostro convegno
Santa Messa presieduta dal Don Pietro Mellano
Giovani ex
PREMI DI FEDELTA’ 2014: Albano Franco, Fiorina
Carlo, Fornero Ettore, Pollino Pietro, Torasso Luigi,
Torasso Silvio
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SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014
CONVEGNO
Foto di gruppo
A tavola
Gli ex del ’54
Il segno del successo
Gli ex del ’64
10 SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014
RICORDIAMO
Olivero Francesco Giuseppe
In una delle nostre ultime chiacchierate, ricordo che andai a trovarlo a casa. Era l’estate di qualche anno fa. Appena messo piede
in salotto, rimasi colpito da una parete. Era
piena piena di fotografie. Alcune nuove, altre
sbiadite dal tempo.
E poi i riconoscimenti. Tanti, tantissimi.
Commendatore, Grand’Ufficiale, Cavaliere,
Maestro del Lavoro. Per la Repubblica Italiana, s’era meritato i più alti onori. Ma anche
per il Reale Ordine di Cipro, o i comuni di
Cocconato, Castelnuovo Don Bosco, Cuorgné, Feletto, Robella d’Asti, tanto per citarne
alcuni. Senza dimenticare quelli ricevuti dal
“suo” Borgo, il San Pietro: è stato “Personaggio dell’anno”, nel 2010, ma anche presidente
onorario. Quest’ultimo riconoscimento, che
all’epoca non c’era ancora sulla parete, Giuseppe Francesco Olivero l’ha ricevuto solo
lo scorso giugno. Lui non c’era, ma per lui
c’erano la moglie e gli amici di sempre. Era
l’ultimo riconoscimento di una vita vissuta
al massimo.
Classe 1934, Olivero è uno di quei chivassesi che i suoi 80 anni se li è vissuti tutti filati.
Troppo giovane per arruolarsi alla seconda
Guerra Mondiale, ma abbastanza grande per
ricordarsi la sua casa di via Paleologi spazzata
via dal bombardamento del 1944. Militare al
servizio dell’Aeronautica di Latina, entrò in
Fiat giovanissimo, per rimanere al Lingotto
per 41 anni, sempre fedele all’azienda. Talmente fedele da trasferirsi in Brasile, per tre
anni, poco prima della pensione. Rio De Janeiro, Brasilia, San Paolo. Fu il periodo più
lungo che trascorse lontano da Chivasso.
Dall’addio alla Fiat, Olivero ha potuto dedicarsi un po’ di più alla sua amata Chivasso.
Fino a che la salute gliel’ha permesso, non
c’è festa, anniversario, ricorrenza in cui non
sia stato presente. Al sociale ha dato l’altra
parte della sua vita. È entrato nel Consiglio
di amministrazione dell’asilo Beato Angelo
Carletti.
È stato consigliere dell’Opera Pia Clara, l’ente
che ha in gestione la casa di riposo, ed è stato
per quindici anni presidente del Borgo San
Pietro. Oltre ad essere stato presidente effettivo e poi onorario degli ex Allievi Salesiani
di San Benigno.
Allievo lui stesso negli anni (1946-1949), fu
presidente dal 1976 al 1982.
Numerose furono le iniziative intraprese
durante la sua presidenza, in particolare si
battè per avere una sede idonea alle esigenze
dell’associazione.
Fu fautore delle nuove relazioni che l’Unione
ha allacciato con la comunità del paese che
la ospita: sua l’ideazione e l’organizzazione
dei vari convegni nei paesi e città di appartenenza degli ex-allievi. I tanti e stretti contatti
avuti con i datori di lavoro in occasione delle
Feste di Don Bosco hanno facilitato l’inserimento di molti giovani nel mondo del lavoro.
È con particolare gratitudine che lo vogliamo
ricordare come esempio di attiva ex-allievità
e di affettuosa sincera devozione a Don Bosco, di cui è stato entusiasta ammiratore e
devoto.
GRAZIE, FRANCESCO
(tratto da la “Voce”)
Il 18 gennaio 2014 quando l’urna
di Don Bosco passò da S. Benigno.
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SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014
INCONTRI
Don Nicola Faletti…
il “Don Bosco” del Canavese
Il vicario di Cristo che si china a baciare le mani, a rendere omaggio ad un piccolo,
grande prete di campagna
che è entrato nel cuore dei
canavesani. Sono immagini
emozionanti, commoventi,
quelle che testimoniano l’incontro avvenuto in Vaticano
tra Papa Francesco ed il sacerdote salesiano don Nicola
Faletti, originario di San Raffaele Cimena, 97 anni compiuti lo scorso 26 gennaio,
che il 2 luglio ha festeggiato
i settant’anni di ordinazione
presbiterale che hanno coinciso con il conferimento della cittadinanza onoraria di
Cuorgnè.
In occasione della messa solenne celebrata nella chiesa
parrocchiale di San Dalmazzo e presieduta dal cardinale
Tarcisio Bertone, che di don
Nicola fu allievo da giovane
chierico a San Benigno, per
don Faletti era arrivata anche la speciale benedizione
di Papa Bergoglio e del Pontefice emerito, Benedetto
XVI. Ora, l’atteso incontro
con il Santo Padre argentino
con solide origini piemontesi nell’ambito di un pellegrinaggio nella Città del Vaticano con un gruppo di amici.
La foto è inequivocabile e
racconta più di mille parole.
Don Nicola quasi a disagio,
nella sua umiltà, per il gesto
spontaneo del Santo Padre.
12 SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014
Come Francesco, il poverello
di Assisi, al cospetto di innocenzo III.
Da oltre un quarto di secolo
parroco di Villa Castelnuovo
e punto di riferimento per i
fedeli della Valle Sacra, dal
settembre 1965 anima dell’istituto salesiano Giusto Morgando di Cuorgnè, instancabile promotore di pellegrinaggi mariani e custode della memoria dei Santi martiri
salesiani don Callisto Caravario e monsignor Luigi Ver-
siglia, don Faletti incarna
nel migliore dei modi il volto e lo spirito del Santo della
gioventù in Alto Canavese. È
stato anche catechista negli
istituti salesiani di Chieri, san
Benigno (1942-1959) e Fossano.Un personaggio straordinario l’anziano religioso, oltre che un prezioso uomo di
Dio, che ha saputo meritarsi
l’affetto di credenti e non e
di tantissimi exallievi che lo
ricordano con affetto riconoscente.
Per evitare spedizioni inutili invitiamo a
segnalare CAMBI DI INDIRIZZI o DECESSI
di exallievi di cui abbiate notizia, anche solo
con un messaggio al 3346269240.
GRAZIE!
CFP
San Benigno con don Bosco
per gli svantaggiati
Carissimi ex-allievi,
desidero soffermarmi molto brevemente sui “numeri”
ovvero sulle ore-corso, metro
con il quale “misuriamo” per
così dire la nostra “produttività”, che rimangono costanti
su tutte le direttive principali (cosa da non sottovalutare
visto il momento economico particolarmente difficile,
specie per la nostra regione)
e addirittura in aumento nel
“libero mercato”, ovvero nelle attività a finanziamento
“privato”, cosa questa che suscita in noi un “discreto” ottimismo ma voglio concentrare il focus dell’articolo sul
“tema”, o meglio, sull’attività,
che in questi ultimi anni ha
rappresentato e rappresenta
un ulteriore motivo di orgoglio per il nostro Centro: IL
SOSTEGNO, ovvero l’attività
di supporto “scolastico-professionale” per quegli allievi
(ragazzi e ragazze) inseriti
nei corsi dell’obbligo di istruzione in possesso di certificata disabilità sia essa intellettiva che fisica.
Nel corrente anno formativo
la nostra realtà, e qui è opportuno citare qualche numero, erogherà ad oltre 50,
tra ragazzi e ragazze inseriti
nei corsi di formazione volti
all’assolvimento dell’obbligo scolastico, ben 7300 ore
di sostegno complessive.
Una squadra, costruita negli
anni, di formatori con specifiche competenze sia professionali, per alcuni, che didattico pedagogiche, per altri,
rappresenta lo strumento attraverso il quale questi nostri
allievi vengono aiutati nel
loro quotidiano percorso di
formazione che, in taluni casi, gli consentirà di raggiungere anche la qualifica professionale o, in alternativa,
una certificazione di competenze comunque spendibile
nel mondo del lavoro.
Negli anni, numerose famiglie, con ragazzi e/o ragazze
in questa situazione, si sono
rivolte a noi consapevoli di
poter trovare nel Centro di
San Benigno un ambiente
“protetto” dove i loro figli potessero ricevere oltre che un
adeguato percorso di formazione un altrettanto adeguato percorso di crescita umana e relazionale, per un pieno
inserimento nella società.
La fiducia a noi accordata da
queste famiglie se per un verso ci rende orgogliosi dall’altro ci obbliga ad un costante processo di adeguamento delle competenze e delle professionalità al fine di
rendere sempre più efficace
il nostro operare verso questi giovani.
La missione di Don Bosco
che, giova ricordarlo non solo
perché ci troviamo nell’anno
del Bicentenario, era quella di
aiutare i giovani più bisognosi, molto spesso emarginati
dalla società del suo tempo,
stando loro vicino, non solo
a parole (sempre importanti) ma attraverso gesti concreti, oggi si realizza anche e
soprattutto aiutando coloro i
quali sono in possesso di una
“diversa abilità” ovvero di diverse capacità, magari non
immediatamente spendibili
nei percorsi di apprendimento strutturati. Per essere più
chiari se un allievo, per documentate situazioni, necessita
di più tempo per apprendere
o di modalità differenti per
raggiungere la meta, qualunque essa sia, noi, per cercare
di vivere a pieno il mandato di
Don Bosco, dobbiamo spenderci con tutte le nostre capacità e, ahimè, anche con tutti i
nostri limiti, per far sì che ciò
avvenga.
Formare professionalmente
ma ancor più educare rappresenta una sfida sempre
più ardua. In una società che
diventa ogni giorno più “sorda”, malgrado i tanti mezzi a
sua disposizione per comunicare, saper ascoltare chi
chiede aiuto, ancor più se
svantaggiato, rappresenta, a
mio avviso, un modo concreto per “essere prossimo”
Salutandovi, come sempre, vi
invito a “passare dall’Istituto” , non solo per l’annuale
raduno ma, specie per quelli
di una certa età, per vedere
come, malgrado i tanti cambiamenti, il “collegio” come
molti lo ricordano, non è poi
così diverso; semplicemente
si è adeguato al tempo che
passa ed alle situazioni che
mutano, sempre e comunque fedele al mandato di
Don Bosco.
Carlo Vallero
Direttore del C.F.P.
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SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014
RICORDI
La salita alla Torre campanaria
Nell’estate 1954, a bordo di
un motoscooter di seconda
mano, guidato da mio padre, lasciavo definitamente S. Benigno per la fine del
quinquennio. Durante quel
tragitto pensavo di lasciarmi
alle spalle un’infinità di ricordi dei lunghi anni di collegio
e di affrontare una nuova vita, invece non fu così. Tantissimi ricordi sono rimasti
scolpiti nella mia memoria
e sussistono ancora, come
quello della salita sulla torre
campanaria. Un giorno imprecisato il catechista guidò
un gruppetto di ragazzi, tra i
quali vi ero anch’io, alla scoperta dell’antica torre campanaria di S. Benigno. La magnifica costruzione è quanto
rimane dell’antico complesso dell’abbazia benedettina. La sua struttura è a dir
poco poderosa, è costituita
da pesanti pietre squadrate
e abbellita dai caratteristici
archetti e bifore romaniche.
Tanto per farsi un’idea delle
sue proporzioni basti pensare che il vano scala in muratura che sale al piano delle
campane è ricavato dentro
lo spessore del muro stesso.
Fu un vero privilegio per noi
visitare la storica torre. Mentre si saliva ci raccontavano
che avremmo potuta vedere l’impronta della mano del
diavolo impressa nel muro
della bifora sul lato est della
torre e che era ancora annerita dalla mano infuocata.
Quando giunsi a quell’altez-
14 SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014
za notai che era stato murato un mattone romano con la
classica impronta della mano
per l’impugnatura, in basso
vi erano ancora le gocce di
cera usata per annerire quel
tratto... ed ebbe i miei dubbi.
Tuttavia è stato emozionante
entrare nel cuore della torre e
respirare mille anni di storia
che mi lasciarono un ricordo
indelebile.
Cossa Giovanni
PROSSIMI APPUNTAMENTI
24 GENNAIO 2015
CELEBRAZIONI BICENTENARIO
della nascita di DON BOSCO
Ore 10.30 S. Messa Basilica Maria Ausiliatrice
Ore 15.00 Commemorazione ufficiale al Teatro Regio di Torino
FESTE DI DON BOSCO 2015
31 gennaio 2015 Festa Don Bosco a Rivarolo e Foglizzo (ore 18.00)
1 gennaio 2015
Festa di Don Bosco a S. Benigno e S. Giusto
8 febbraio 2015
Festa di Don Bosco a Feletto
15 febbraio 2015 Festa di Don Bosco a Bosconero
14 marzo 2015
Festa di Don Bosco a Volpiano
NOTIZIE DI CASA NOSTRA
DEFUNTI
Olivero Francesco Giuseppe, ex presidente di Chivasso
Papà di Tasca Alessandro di San Benigno
Scilligo Raniero, ex 69di Formazza
Mamma di Vecchia Pierpaolo di San Benigno
Mamma di Bobbio Angelo e Marco di San Benigno
Naretto Giovanni, ex 64
NEWS
Arrivi
“Dopo (quasi) 60 abati monaci benedettini, dopo (circa) 30 abati commendatari
tra cardinali, vescovi e marchesi, dopo quattro parroci
dicocesani e tre abati parroci, Fruttuaria e San Benigno
hanno per la prima volta un
salesiano insignito del titolo
abbaziale e incaricato del ministero di parroco”.
Così il prof. Marco Notario,
nostro ex-allievo, presentava il 18/09/14 su ‘Il Risveglio
Popolare’ l’insediamento del
nuovo parroco di San Benigno Don Gaetano Finetto,
classe 1952, nativo di Schio,
sacerdote dal 1980.
Per la verità era già da mol-
ti giorni con la sua comunità e non aveva mancato, con
molto tatto e discrezione, di
fare i primi giri del paese, a
cominciare dal camposanto. Chi aveva avuto modo
di “placcarlo” per strada era
stato molto colpito dalla sua
semplicità, insomma la faccia del buon pastore c’è l’ha.
E anche l’esperienza. Infatti è stato parroco nella Carnia, a Terni e Verona. Adesso
era tranquillo da un anno a
Roma... quando gli è toccato
San Benigno.
A lui l’augurio più sincero di
una felice e fruttuosa permanenza fra noi, con la promessa di una collaborazione
nello spirito di don Bosco,
per il bene pastorale di San
Benigno con un’attenzione
particolare alle famiglie e ai
giovani.
BENVENUTO!
ISTITUTO SALESIANO S. BENIGNO IN CIFRE 2014-2015
MEDIA
1A = 19
2A = 24 3A = 17 1B = 18
2B = 25
3B = 20 TOTALE ALLIEVI = 123
Docenti = 13 + 3 (salesiani) = TOTALE DOCENTI = 16
CFP
Settore RISTORAZIONE
Settore ESTETICA
Settore ELETTRICO
Settore MECCANICA
Specializzazioni
(Estetiste/elettro-PLC/ristorazione)
309corsi
11
98corsi
4
116corsi
5
69corsi
3
TOTALE ALLIEVI
652corsi 26
CORSI SPECIALI
OPERATORI SANITARI
Docenti laici: 5Professionisti
42 Formatori dipendenti
11collaboratori
2 salesiani
TOTALE DOCENTI = 60
60corsi
3
28
corsi 1
TOTALE ALLIEVI = 803
TOTALE DOCENTI = 76
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SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014
Buone Feste
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Periodico trimestrale – Direttore responsabile Silvano Notario – Stampa: Higraf - Mappano – Autorizz. Trib. di Torino n° 3470
del 20-12-1984 – Piazza Guglielmo da Volpiano, 2 – Tel. 011.98.24.310 – 10080 S. Benigno C.se (TO)
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