N. 3 2° semestre 2014 EXALLIEVI Don Bosco Spediz. in A. P. - Art. 2 comma 20/c - Legge 662/96 - Filiale di Torino o n g i n e B San BICENTENARIO DELL A NASCITA 1815 - DON BOSCO - 2015 IL DIRETTORE “Appartenere di più a Dio” Carissimi ex-allievi, il bicentenario della nascita di don Bosco, inaugurato solennemente al Colle don Bosco il 15-16 agosto, viene dopo il 27° Capitolo generale che ha rinnovato i vertici della Congregazione e ci ha donato don Fernandez Angel Artime come X successore di don Bosco. Vorrei lasciare la parola a lui che attraverso la sua prima lettera circolare indirizzata ai Salesiani di tutto il mondo traccia il cammino per tutta la Famiglia Salesiana in questo anno significativo. “Appartenere di più a Dio, di più ai confratelli, di più ai giovani”, questo è il titolo del documento. La triplice ripetizione di questo “di più” mi richiama la triplice domanda di Gesù a Pietro: “Mi ami tu più di costoro?”. Quello che ci viene chiesto, al di là dei nostri limiti, delle nostre fragilità, è un’intensificazione del nostro vivere salesiano che già esiste, ma che ha sempre bisogno di rinnovamento e di crescita nell’ottica dello “appartenere”. Anche questo termine mi richiama la scelta di Gesù dei dodici apostoli che così viene descritta dall’evangelista Marco: “Ne costituì Dodici che stessero con lui” (3,14). La nostra prima preoccupazione è stare, appartenere a Gesù perché, come Lui ci dice: “senza di me non potete fare nulla”. Don Bosco, come il Cafasso ed il Cottolengo, è definito “Santo sociale” per il suo apostolato verso la gioventù più povera. Un Santo però è, per sua natura, sociale in quanto la sua profonda unione, il suo stare, il suo appartenere a Dio lo rende capace di considerare la realtà in tutti i suoi fattori costitutivi , visibili e non visibili, generando percorsi “profetici” nella storia. Celebrare questo bicentenario è un’occasione di grazia per comprendere l’eredità che don Bosco ci ha lasciato e mantenere sempre più fede a quello che aveva promesso: “Ho promesso a Dio che fin l’ultimo mio respiro sarebbe stato per i miei poveri giovani.” Fa eco a questa promessa il motto che cam- 2 SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014 peggiava nell’ufficio di don Bosco sul muro dietro la sua scrivania: “Da mihi animas coetera tolle”. Tutta la vita , l’operato di don Bosco fu finalizzato a salvare le anime dei suoi ragazzi; il resto era strumento. Per lui ogni ragazzo era una parte insostituibile del progetto di Dio per l’umanità: non poteva andare perso. A ricordarci questo amore stupendo alla gioventù che trova la sua origine in Gesù crocifisso, morto e risorto per noi quest’anno sarà anche l’esposizione della Sindone che ha come slogan: “L’amore più grande”. E non mancherà la presenza di Papa Francesco a spronarci nella fede, nell’amore, nella misericordia di Dio e nella carità verso il prossimo. A tutto ciò va ad aggiungersi anche la decisione della Chiesa di fare del 2015 l’anno della “vita religiosa”. Se questo non è un anno di grazia particolare!! A noi la fortuna e la gioia di viverlo con l’impegno di lasciarci sollecitare nello spirito da questi avvenimenti. Colgo l’occasione per augurare a tutti voi e alle vostre famiglie un Santo Natale ed un sereno 2015. Don Vincenzo Caccia IL PRESIDENTE Saluti a voi tutti Un cordiale saluto a tutti Voi cari amici ex-allievi, eccomi qui dopo il rinnovo del consiglio, ancora una volta in veste di presidente . Permettetemi di ringraziare tutti i miei consiglieri per avermi dato la loro fiducia per altri quattro anni e la mia famiglia che mi ha consentito di accettare questo incarico, nonostante altri vari impegni che mi portano già parecchio fuori casa. Soprattutto sono grato ad uno di voi, per me completamente sconosciuto sino al giorno del convegno annuale, che ha contribuito molto su questa importante decisione. Questa persona senza molte parole ma con il suo esempio mi ha fatto capire che a volte è necessario mettersi a servizio degli altri anche se può essere faticoso. Ebbene, durante il convegno ho ricevuto una lettera di ringraziamento di un ex allievo a cui era stato comunicato che in quel giorno avrebbe ricevuto il premio di fedeltà. Lui mi spiegava che non poteva essere presente per altri impegni ma mi ringraziava della notizia, anche se non mi conosceva personalmente. Questa lettera mi ha incuriosito moltissimo. In un momento in cui le persone sono sempre di corsa e normalmente con fatica si dice grazie anche a chi ci sta vicino, trovare qualcuno che “spreca” il suo tempo a ringraziare uno sconosciuto presidente per un qualcosa che gli spetta di diritto è alquanto insolito. Ho deciso quindi di fare una telefonata almeno per ricambiare la cortesia e con molto stupore mi sono sentito dire: “Era da tantissimo tempo che aspettavo questo premio, purtroppo ho preso un impegno per quel giorno e ora non posso tirarmi indietro”. Approfondendo la cosa, ho capito che veramente non era una frase di rito ma questa persona ci teneva veramente a ricevere questo premio ma aveva dovuto rinunciarci per disponibilità verso gli altri. Essere exallievi vuol dire anche essere disponibili, soprattutto in una società piena di frenesia, egoismo e indifferenza simile a quella in cui stiamo vivendo oggi, anche se talvolta questo va a discapito di noi stessi. Don Bosco ha fatto una promessa: la sua vita sarebbe stata per i suoi ragazzi. Noi raccoglia- ELEZIONI del CONSIGLIO di Presidenza 2014-2018 Il 29 settembre nel corso del convegno annuale si sono effettuate le votazioni del Consiglio di presidenza. Mercoledì 8 ottobre si è proceduto alla nomina della nuova presidenza che risulta così composta: PRESIDENTE Vezzetti Lamberto Vicepresidente Dellerba Franco Vicepresidente GEX Coha Marco Segretario Cagnardi Paolo Tesoriere Naretto Giampiero Consiglieri Notario Silvano Sacco Santino Torasso Gianpaolo D’Introna Fabio Turchetto Tiziano Rabino Marco Francone Michele Cassetta Enrico Bianco Diego Revisiore dei conti Cagno Sergio Delegati Ceppa Franco Don Lacchia Franco ALLA NUOVA PRESIDENZA I MIGLIORI AUGURI DI BUON LAVORO mo questo suo insegnamento: rendiamoci disponibili verso gli altri. Vi auguro quindi che il Natale sia per voi e per i vostri cari un’occasione per prendervi cura di chi vi sta vicino soprattutto in questo periodo in cui tutti abbiamo paura che chi ci sta intorno possa da un momento all’altro portare via i nostri diritti acquisiti. Permettetemi ancora un grazie al Direttore Don Vincenzo e a tutti i suoi confratelli con i quali spero di poter collaborare nei prossimi anni come è stato fatto fino ad ora. Lamberto Vezzetti 3 SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014 L’OPINIONE Gavettoni Vanno molto di moda i gavettoni d’acqua gelata a scopo di beneficenza contro la SLA. Cosa c’entrino i gavettoni con la ricerca scientifica non lo so: comunque se fanno del bene, altrettanto ben vengano. Però vedere i politici gavettonati... Già alcuni son ridicoli di per sé, figuriamoci sotto simile doccia. ALLUVIONI E RESPONSABILITÀ Intanto un brutto gavettone se lo sono preso a ottobre Genova e varie altre parti d’Italia. Però per una volta chiederei di smetterla di prendercela solo con i politici (tipo povero sindaco Doria che non può portarsi addosso il peso di decenni altrui) e di rivolgerci anche ad altre sfere. La prima e più importante riguarda la nostra ipocrisia. Siamo sinceri: se ce lo permettono non ci facciamo scrupolo di arrivare anche al limite, costruendo negli alvei dei fiumi, sulle pareti a strapiombo, sotto terra, a due passi da una fabbrica (salvo poi lamentarci delle conseguenze). La seconda sfera è la burocrazia. Veramente riconosco che i sindaci spesso non possono fare niente, bloccati come sono da regole assurde. La terza è l’eccesso di ricorso alla magistratura. Tar e controTar, ma intanto Genova è affondata. Che se poi dài un pre-avviso eccessivo vai nei guai per procurato allarme; se non lo dài, vai in galera per 4 SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014 di Marco Notario omissione. Se poi ancora fai di tua iniziativa, come il sindaco di Niella Tanaro che dopo l’alluvione del 1994 a sue spese decise di togliere i detriti dal fiume, vai a processo perché non avevi l’autorizzazione. SE LA METTIAMO COSÌ Insomma, gavettone assurdo è quello dei cavilli. Per esempio, ultimamente è stato assolto dall’accusa di omicidio un tizio perché ubriaco cronico e quindi incapace di intendere e volere. Fatemi capire: mo’ anch’io incomincio a scolarmi due pinte di whisky al giorno e quanto prima potrò tranquillamente ammazzare il direttore di questo giornale? Parimenti un pirata della strada non viene condannato per omicidio perché non c’è ancora una legge sull’omicidio stradale. Fatemi nuovamente capire: domani uccido mia moglie con una sedia in testa e la faccio franca perché non c’è una legge sull’omicidio sediale? SVEGLIATI OCCIDENTE Passiamo a gavettoni internazionali. Anche qui abbiamo sbagliato tutto. A cominciare dall’entusiasmo per la cosiddetta primavera araba. Alla faccia della primavera. Abbiamo esultato alla caduta dei relativamente moderati Mubarak e Ben Ali e non è che in Egitto e Tunisia le cose siano migliorate. Abbia- mo esultato alla caduta dei dittatori Saddam e Gheddafi e vediamo come sta tragicamente continuando in Iraq e in Libia. Lo stesso errore forse lo stiamo facendo in Siria e così via. Intanto l’ISIS e i vari califfati che lo imitano (Boko Haram in Nigeria come quelli in Mali, in Somalia, in Algeria), quelli li abbiamo sempre sottovalutati. Ma scherziamo? Rapire duecento ragazze e venderla schiave? Farsi scudo con ragazzini? Sgozzare con coltellacci da cucina persino chi era andato ad aiutarli? Certo è proprio da coraggiosi, con mitra e cappuccio per non essere individuati, farsi riprendere mentre si infierisce su un malcapitato indifeso. Questi sarebbero gli eroi? Una volta c’era una dignità persino nella guerra e i prigionieri non dico che fossero ben trattati, ma almeno venivano risparmiati. Questi li torturano e poi li fucilano, senza alcun ritegno, al punto che di fronte a simili nuovi soggetti persino Ben Laden diventa Madre Teresa. E noi, occidente, che facciamo? Niente. Le convenzioni di Ginevra valgono solo per la tanto vituperata civiltà occidentale. La tolleranza religiosa deve solo essere praticata da noi. Mentre lasciamo pure che i nostri fratelli cristiani nelle altre parti del mondo siano perseguitati, cacciati, uccisi, torturati, crocifissi. L’Onu si preoccupa del gender, l’UE del cioccolato fon- L’OPINIONE dente e l’Italia dell’orsa Daniza. IO STO CON LE PECORE Già, l’orsa Daniza. Per carità, poverina lei e poverini i cuccioli rimasti orfani. Ma vorrei sapere cosa avrebbe detto la Michela-Vittoria-capelli-dicarota se la suddetta orsa avesse azzannato il suo bel posteriore. E poi, scusate signori animalisti, nessuno di voi ha pietà delle povere pecore inseguite fino in casa e sbranate? Di fronte a tanto razzismo ovino, io sto con le pecore... GAVETTONI DI CASA NOSTRA Alessia Marcuzzi dice che il Grande Fratello è l’esempio della vera cultura italiana. A quanto pare il suo bifidus ha fatto effetto anche dalla bocca. A Forum, ove non si trova una famiglia, una, che sembri normale (possibile che in Italia tutte siano allargate, aperte, pluri, ampie, espanse, complicate, esoteriche, sfasciate, spaccate e sconnesse?) per giustificare una di tali situazioni la serafica Palombelli se ne esce con: “Erano solo compagni di letto”. A quando una sana causa condominiale dei tempi di Sante Licheri? Arridateci persino Rita Dalla Chiesa! Ma è Natale, andiamo su gavettoni più simpatici INCOMINCIAMO CON I SALES È stato un anno particolarmente intenso per i Salesiani di San Benigno. L’urna di don Bosco da noi! I 135 anni dei Salesiani a San Benigno. E, dopo quasi 100 predecessori tra monaci, cardinali, vescovi, canonici e marchesi, Fruttuaria ha un abbas salesiano, Don Gaetano. Che, dai sondaggi dei nostri istituti di demoscopia, ha già un bel credito di consenso presso la popolazione. Gli stessi sondaggi ci dicono che un altro Salesiano ha acquisito un buon patrimonio di simpatia in paese quest’estate: don Vincenzo. Come? Praticamente diventando a furor di popolo priore e allenatore del Rione La’ Drint durante la giostra dei borghi di San Tiburzio. Così il direttore dell’istituto salesiano si è trovato in calzoncini a gareggiare nel calcio delle scope o a dirigere il lancio delle palle d’acqua. Oltre tutto risollevando le sorti del povero bor- go che, meschino per la sua scarsa popolazione, è risalito in classifica grazie all’apporto del cielo... pardon dei Sales. PAPA FRANCESCO E in tema di simpatia, non possiamo che passare anche qui alle alte sfere. Due papi che canonizzano altri due papi (Roma, 27 aprile 2014 - oltre al quinto fatto beato il 19 ottobre) è un evento che resterà in tutti i libri di Storia. Come pure la data del 21 settembre con Papa Francesco in Albania. Nella piazza in cui Enver Hoxha dichiarava di voler eliminare Dio... appena qualche decennio dopo un papa dice la Messa. Povero Oxha, mi fa quasi pena. E pensiamo a quando (prima o poi capiterà) un papa parlerà sulla Piazza Rossa di Mosca: poveri Lenin e Stalin! E visto che siamo in tema di simpatie clericali, ho trovato una bella vignetta sul papa, che ripropongo, convinto di non essere blasfemo, ma anzi di incrementarne la infinita umanità. Dunque, papa Francesco, ha aperto al pubblico i giardini di Gastel Gandolfo. E... 5 SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014 STRENNA 2015 Come Don Bosco, con i giovani, per i giovani 1. Una bella eredità spirituale La Strenna è sempre stata molto a cuore a Don Bosco. I primi messaggi – a mo’ di Strenna – raccolti nella nostra tradizione, risalgono alla decade del 1850. Fin dai primi anni dell’Oratorio, Don Bosco aveva cominciato a consegnare, verso la fine dell’anno, una Strenna indicante alcuni modi di procedere e degli aspetti da tenere presenti per il buon andamento dell’anno che stava per cominciare. Nell’ultima Strenna chiese ai suoi che gli promettessero di amarsi come fratelli… e che raccomandassero la comunione frequente e la devozione a Maria Santissima Ausiliatrice. 2. La Strenna come parola di unità per tutta la Famiglia Salesiana La nostra Famiglia Salesiana si caratterizza per il fatto di essere una famiglia carismatica. In questa comunione riconosciamo la diversità e allo stesso tempo l’unità che ha la sua 6 SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014 sorgente nella consacrazione battesimale, nel condividere lo spirito di Don Bosco e nella partecipazione alla missione salesiana al servizio dei giovani, specialmente più poveri. In ogni Strenna la finalità è essere un messaggio creatore di unità e di comunione per tutta la Famiglia Salesiana, in un obiettivo comune. 3. Come Don Bosco: con il suo cuore pastorale e la sua azione educativa, coinvolti nella trama di Dio Il cuore di Gesù, Buon Pastore, contrassegna tutto il nostro agire pastorale: ne troviamo la concretizzazione, ‘alla maniera salesiana’, in Don Bosco. È quel che chiamiamo carisma salesiano, che abbraccia e accoglie tutti e tutte. “Don Bosco svolse un’impressionante attività per i giovani, soprattutto manifesta un’attenzione premurosa, rivolta alle loro persone, perché nel suo amore di padre i giovani possano cogliere il segno di un amore più alto”. “Secondo gli stessi criteri e col medesimo spirito suscitò altri collaboratori – uomini e donne – associati nella condivisione degli ideali pedagogici e apostolici”. A tutto questo si aggiunge il fatto di essere promotore di una speciale devozione a Maria Ausiliatrice dei Cristiani e Madre della Chiesa, e la sua cura ed affetto costante per i propri ex-allievi che si concretizzava nella possibilità di vivere come onesto cittadino e come figlio di Dio. Se arriviamo a sentire nel più profondo di ciascuno/a di noi quella passione educativa che portava Don Bosco a incontrarsi con ogni giovane a tu per tu, credendo in lui, credendo che in ciascuno vi è sempre un seme di bontà e del Regno, per aiutarli a dare il meglio di se STRENNA 2015 stessi ed avvicinarli all’incontro col Signore Gesù, staremo certamente concretizzando nella nostra vita il meglio del carisma salesiano, secondo le nostre modalità e possibilità. Il carisma salesiano non è proprietà nostra né dei salesiani e nemmeno di tutta la Famiglia Salesiana. Con tutta chiarezza il Papa Francesco nella Evangelii gaudium dice che lo Spirito Santo arricchisce tutta la Chiesa con diversi carismi che “sono doni per rinnovare ed edificare la Chiesa”. Non sono un patrimonio chiuso, consegnato ad un gruppo perché lo custodisca; piuttosto si tratta di regali dello Spirito integrati nel corpo ecclesiale. Il carisma salesiano è certamente uno di quei doni con cui lo Spirito Santo ha arricchito la Chiesa affinché possiamo essere un regalo prezioso per i giovani. Per questo, Vangelo, cuore pastorale per i giovani e comunione sono garanzia di Identità e di Fedeltà per noi, Famiglia di Don Bosco, Famiglia Salesiana. 4. Con i giovani! perché il punto di partenza del nostro fare carne e sangue (INCARNARE) il carisma salesiano, è quello di STARE CON I GIOVANI, stare con loro e in mezzo a loro, incontrarli nella vita quotidiana, conoscere il loro mondo e amarlo, stimolarli ad essere protagonisti della loro vita, risvegliare il loro senso di Dio, incitandoli a porsi delle mete alte, a vivere la vita come la visse il Signore Gesù. La predilezione pastorale per i giovani, si manifesterà in noi, come in Don Bosco, come una vera e propria ‘passione’ nel cercare il loro bene, impegnandovi tutte le nostre energie. 5. Per i giovani!... Specialmente i più poveri Papa Francesco parla di andare alla periferia, ci sta chiedendo di stare con i giovani della periferia, lontani quasi da tutto, esclusi, quasi senza opportunità. La periferia è qualcosa di costitutivo del DNA salesiano. Cos’è stata la Valdocco di Don Bosco se non una periferia della grande città? Negli ultimi, nei più poveri, in quelli che più hanno bisogno di noi, risiede l’elemento più specifico del nostro DNA come carisma salesiano. “I giovani poveri sono stati e sono tuttora un dono per noi”. Sono essi, i primi che ci fanno del bene, che ci evangelizzano e ci aiutano a vivere veramente il Vangelo. Aiutandoci ad uscire dalla nostra routine, dalle nostre inerzie e dai nostri timori, a tenere il cuore e la mente aperti a ciò che lo Spirito ci può chiedere. 6. Nel bicentenario della nascita di Don Bosco Il Bicentenario della nascita di Don Bosco, ci lancia tutti in un cammino di fedeltà a quella stessa chiamata che egli sentì, ascoltò e che tradusse in vita. Papa San Giovanni Paolo II, nella Lettera “Iuvenum patris”, ci invita ad avere sempre davanti a noi Maria Santissima, “A Lei io affido voi e insieme con voi affido tutto il mondo dei giovani, affinché essi, da Lei attratti, animati e guidati, possano conseguire, con la mediazione della vostra opera educativa, la statura di uomini nuovi per un mondo nuovo: il mondo di Cristo, Maestro e Signore”. P. Angel Fernandez Artime Rettor Maggiore (Sintesi) 7 SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014 CONVEGNO 105° Convegno Annuale 28 settembre 2014 Il tavolo delle votazioni per la nuova presidenza La segreteria al lavoro Accoglienza Omaggio ai Salesiani defunti 8 SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014 CONVEGNO Assemblea Annuale con la presenza del presidente ispettoriale Bianco Michelangelo EX-allievi doc: Germanetti Giuseppe lascia la segreteria dopo 33 anni e il 90°enne Comazzi Giuseppe sempre presente al nostro convegno Santa Messa presieduta dal Don Pietro Mellano Giovani ex PREMI DI FEDELTA’ 2014: Albano Franco, Fiorina Carlo, Fornero Ettore, Pollino Pietro, Torasso Luigi, Torasso Silvio 9 SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014 CONVEGNO Foto di gruppo A tavola Gli ex del ’54 Il segno del successo Gli ex del ’64 10 SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014 RICORDIAMO Olivero Francesco Giuseppe In una delle nostre ultime chiacchierate, ricordo che andai a trovarlo a casa. Era l’estate di qualche anno fa. Appena messo piede in salotto, rimasi colpito da una parete. Era piena piena di fotografie. Alcune nuove, altre sbiadite dal tempo. E poi i riconoscimenti. Tanti, tantissimi. Commendatore, Grand’Ufficiale, Cavaliere, Maestro del Lavoro. Per la Repubblica Italiana, s’era meritato i più alti onori. Ma anche per il Reale Ordine di Cipro, o i comuni di Cocconato, Castelnuovo Don Bosco, Cuorgné, Feletto, Robella d’Asti, tanto per citarne alcuni. Senza dimenticare quelli ricevuti dal “suo” Borgo, il San Pietro: è stato “Personaggio dell’anno”, nel 2010, ma anche presidente onorario. Quest’ultimo riconoscimento, che all’epoca non c’era ancora sulla parete, Giuseppe Francesco Olivero l’ha ricevuto solo lo scorso giugno. Lui non c’era, ma per lui c’erano la moglie e gli amici di sempre. Era l’ultimo riconoscimento di una vita vissuta al massimo. Classe 1934, Olivero è uno di quei chivassesi che i suoi 80 anni se li è vissuti tutti filati. Troppo giovane per arruolarsi alla seconda Guerra Mondiale, ma abbastanza grande per ricordarsi la sua casa di via Paleologi spazzata via dal bombardamento del 1944. Militare al servizio dell’Aeronautica di Latina, entrò in Fiat giovanissimo, per rimanere al Lingotto per 41 anni, sempre fedele all’azienda. Talmente fedele da trasferirsi in Brasile, per tre anni, poco prima della pensione. Rio De Janeiro, Brasilia, San Paolo. Fu il periodo più lungo che trascorse lontano da Chivasso. Dall’addio alla Fiat, Olivero ha potuto dedicarsi un po’ di più alla sua amata Chivasso. Fino a che la salute gliel’ha permesso, non c’è festa, anniversario, ricorrenza in cui non sia stato presente. Al sociale ha dato l’altra parte della sua vita. È entrato nel Consiglio di amministrazione dell’asilo Beato Angelo Carletti. È stato consigliere dell’Opera Pia Clara, l’ente che ha in gestione la casa di riposo, ed è stato per quindici anni presidente del Borgo San Pietro. Oltre ad essere stato presidente effettivo e poi onorario degli ex Allievi Salesiani di San Benigno. Allievo lui stesso negli anni (1946-1949), fu presidente dal 1976 al 1982. Numerose furono le iniziative intraprese durante la sua presidenza, in particolare si battè per avere una sede idonea alle esigenze dell’associazione. Fu fautore delle nuove relazioni che l’Unione ha allacciato con la comunità del paese che la ospita: sua l’ideazione e l’organizzazione dei vari convegni nei paesi e città di appartenenza degli ex-allievi. I tanti e stretti contatti avuti con i datori di lavoro in occasione delle Feste di Don Bosco hanno facilitato l’inserimento di molti giovani nel mondo del lavoro. È con particolare gratitudine che lo vogliamo ricordare come esempio di attiva ex-allievità e di affettuosa sincera devozione a Don Bosco, di cui è stato entusiasta ammiratore e devoto. GRAZIE, FRANCESCO (tratto da la “Voce”) Il 18 gennaio 2014 quando l’urna di Don Bosco passò da S. Benigno. 11 SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014 INCONTRI Don Nicola Faletti… il “Don Bosco” del Canavese Il vicario di Cristo che si china a baciare le mani, a rendere omaggio ad un piccolo, grande prete di campagna che è entrato nel cuore dei canavesani. Sono immagini emozionanti, commoventi, quelle che testimoniano l’incontro avvenuto in Vaticano tra Papa Francesco ed il sacerdote salesiano don Nicola Faletti, originario di San Raffaele Cimena, 97 anni compiuti lo scorso 26 gennaio, che il 2 luglio ha festeggiato i settant’anni di ordinazione presbiterale che hanno coinciso con il conferimento della cittadinanza onoraria di Cuorgnè. In occasione della messa solenne celebrata nella chiesa parrocchiale di San Dalmazzo e presieduta dal cardinale Tarcisio Bertone, che di don Nicola fu allievo da giovane chierico a San Benigno, per don Faletti era arrivata anche la speciale benedizione di Papa Bergoglio e del Pontefice emerito, Benedetto XVI. Ora, l’atteso incontro con il Santo Padre argentino con solide origini piemontesi nell’ambito di un pellegrinaggio nella Città del Vaticano con un gruppo di amici. La foto è inequivocabile e racconta più di mille parole. Don Nicola quasi a disagio, nella sua umiltà, per il gesto spontaneo del Santo Padre. 12 SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014 Come Francesco, il poverello di Assisi, al cospetto di innocenzo III. Da oltre un quarto di secolo parroco di Villa Castelnuovo e punto di riferimento per i fedeli della Valle Sacra, dal settembre 1965 anima dell’istituto salesiano Giusto Morgando di Cuorgnè, instancabile promotore di pellegrinaggi mariani e custode della memoria dei Santi martiri salesiani don Callisto Caravario e monsignor Luigi Ver- siglia, don Faletti incarna nel migliore dei modi il volto e lo spirito del Santo della gioventù in Alto Canavese. È stato anche catechista negli istituti salesiani di Chieri, san Benigno (1942-1959) e Fossano.Un personaggio straordinario l’anziano religioso, oltre che un prezioso uomo di Dio, che ha saputo meritarsi l’affetto di credenti e non e di tantissimi exallievi che lo ricordano con affetto riconoscente. Per evitare spedizioni inutili invitiamo a segnalare CAMBI DI INDIRIZZI o DECESSI di exallievi di cui abbiate notizia, anche solo con un messaggio al 3346269240. GRAZIE! CFP San Benigno con don Bosco per gli svantaggiati Carissimi ex-allievi, desidero soffermarmi molto brevemente sui “numeri” ovvero sulle ore-corso, metro con il quale “misuriamo” per così dire la nostra “produttività”, che rimangono costanti su tutte le direttive principali (cosa da non sottovalutare visto il momento economico particolarmente difficile, specie per la nostra regione) e addirittura in aumento nel “libero mercato”, ovvero nelle attività a finanziamento “privato”, cosa questa che suscita in noi un “discreto” ottimismo ma voglio concentrare il focus dell’articolo sul “tema”, o meglio, sull’attività, che in questi ultimi anni ha rappresentato e rappresenta un ulteriore motivo di orgoglio per il nostro Centro: IL SOSTEGNO, ovvero l’attività di supporto “scolastico-professionale” per quegli allievi (ragazzi e ragazze) inseriti nei corsi dell’obbligo di istruzione in possesso di certificata disabilità sia essa intellettiva che fisica. Nel corrente anno formativo la nostra realtà, e qui è opportuno citare qualche numero, erogherà ad oltre 50, tra ragazzi e ragazze inseriti nei corsi di formazione volti all’assolvimento dell’obbligo scolastico, ben 7300 ore di sostegno complessive. Una squadra, costruita negli anni, di formatori con specifiche competenze sia professionali, per alcuni, che didattico pedagogiche, per altri, rappresenta lo strumento attraverso il quale questi nostri allievi vengono aiutati nel loro quotidiano percorso di formazione che, in taluni casi, gli consentirà di raggiungere anche la qualifica professionale o, in alternativa, una certificazione di competenze comunque spendibile nel mondo del lavoro. Negli anni, numerose famiglie, con ragazzi e/o ragazze in questa situazione, si sono rivolte a noi consapevoli di poter trovare nel Centro di San Benigno un ambiente “protetto” dove i loro figli potessero ricevere oltre che un adeguato percorso di formazione un altrettanto adeguato percorso di crescita umana e relazionale, per un pieno inserimento nella società. La fiducia a noi accordata da queste famiglie se per un verso ci rende orgogliosi dall’altro ci obbliga ad un costante processo di adeguamento delle competenze e delle professionalità al fine di rendere sempre più efficace il nostro operare verso questi giovani. La missione di Don Bosco che, giova ricordarlo non solo perché ci troviamo nell’anno del Bicentenario, era quella di aiutare i giovani più bisognosi, molto spesso emarginati dalla società del suo tempo, stando loro vicino, non solo a parole (sempre importanti) ma attraverso gesti concreti, oggi si realizza anche e soprattutto aiutando coloro i quali sono in possesso di una “diversa abilità” ovvero di diverse capacità, magari non immediatamente spendibili nei percorsi di apprendimento strutturati. Per essere più chiari se un allievo, per documentate situazioni, necessita di più tempo per apprendere o di modalità differenti per raggiungere la meta, qualunque essa sia, noi, per cercare di vivere a pieno il mandato di Don Bosco, dobbiamo spenderci con tutte le nostre capacità e, ahimè, anche con tutti i nostri limiti, per far sì che ciò avvenga. Formare professionalmente ma ancor più educare rappresenta una sfida sempre più ardua. In una società che diventa ogni giorno più “sorda”, malgrado i tanti mezzi a sua disposizione per comunicare, saper ascoltare chi chiede aiuto, ancor più se svantaggiato, rappresenta, a mio avviso, un modo concreto per “essere prossimo” Salutandovi, come sempre, vi invito a “passare dall’Istituto” , non solo per l’annuale raduno ma, specie per quelli di una certa età, per vedere come, malgrado i tanti cambiamenti, il “collegio” come molti lo ricordano, non è poi così diverso; semplicemente si è adeguato al tempo che passa ed alle situazioni che mutano, sempre e comunque fedele al mandato di Don Bosco. Carlo Vallero Direttore del C.F.P. 13 SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014 RICORDI La salita alla Torre campanaria Nell’estate 1954, a bordo di un motoscooter di seconda mano, guidato da mio padre, lasciavo definitamente S. Benigno per la fine del quinquennio. Durante quel tragitto pensavo di lasciarmi alle spalle un’infinità di ricordi dei lunghi anni di collegio e di affrontare una nuova vita, invece non fu così. Tantissimi ricordi sono rimasti scolpiti nella mia memoria e sussistono ancora, come quello della salita sulla torre campanaria. Un giorno imprecisato il catechista guidò un gruppetto di ragazzi, tra i quali vi ero anch’io, alla scoperta dell’antica torre campanaria di S. Benigno. La magnifica costruzione è quanto rimane dell’antico complesso dell’abbazia benedettina. La sua struttura è a dir poco poderosa, è costituita da pesanti pietre squadrate e abbellita dai caratteristici archetti e bifore romaniche. Tanto per farsi un’idea delle sue proporzioni basti pensare che il vano scala in muratura che sale al piano delle campane è ricavato dentro lo spessore del muro stesso. Fu un vero privilegio per noi visitare la storica torre. Mentre si saliva ci raccontavano che avremmo potuta vedere l’impronta della mano del diavolo impressa nel muro della bifora sul lato est della torre e che era ancora annerita dalla mano infuocata. Quando giunsi a quell’altez- 14 SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014 za notai che era stato murato un mattone romano con la classica impronta della mano per l’impugnatura, in basso vi erano ancora le gocce di cera usata per annerire quel tratto... ed ebbe i miei dubbi. Tuttavia è stato emozionante entrare nel cuore della torre e respirare mille anni di storia che mi lasciarono un ricordo indelebile. Cossa Giovanni PROSSIMI APPUNTAMENTI 24 GENNAIO 2015 CELEBRAZIONI BICENTENARIO della nascita di DON BOSCO Ore 10.30 S. Messa Basilica Maria Ausiliatrice Ore 15.00 Commemorazione ufficiale al Teatro Regio di Torino FESTE DI DON BOSCO 2015 31 gennaio 2015 Festa Don Bosco a Rivarolo e Foglizzo (ore 18.00) 1 gennaio 2015 Festa di Don Bosco a S. Benigno e S. Giusto 8 febbraio 2015 Festa di Don Bosco a Feletto 15 febbraio 2015 Festa di Don Bosco a Bosconero 14 marzo 2015 Festa di Don Bosco a Volpiano NOTIZIE DI CASA NOSTRA DEFUNTI Olivero Francesco Giuseppe, ex presidente di Chivasso Papà di Tasca Alessandro di San Benigno Scilligo Raniero, ex 69di Formazza Mamma di Vecchia Pierpaolo di San Benigno Mamma di Bobbio Angelo e Marco di San Benigno Naretto Giovanni, ex 64 NEWS Arrivi “Dopo (quasi) 60 abati monaci benedettini, dopo (circa) 30 abati commendatari tra cardinali, vescovi e marchesi, dopo quattro parroci dicocesani e tre abati parroci, Fruttuaria e San Benigno hanno per la prima volta un salesiano insignito del titolo abbaziale e incaricato del ministero di parroco”. Così il prof. Marco Notario, nostro ex-allievo, presentava il 18/09/14 su ‘Il Risveglio Popolare’ l’insediamento del nuovo parroco di San Benigno Don Gaetano Finetto, classe 1952, nativo di Schio, sacerdote dal 1980. Per la verità era già da mol- ti giorni con la sua comunità e non aveva mancato, con molto tatto e discrezione, di fare i primi giri del paese, a cominciare dal camposanto. Chi aveva avuto modo di “placcarlo” per strada era stato molto colpito dalla sua semplicità, insomma la faccia del buon pastore c’è l’ha. E anche l’esperienza. Infatti è stato parroco nella Carnia, a Terni e Verona. Adesso era tranquillo da un anno a Roma... quando gli è toccato San Benigno. A lui l’augurio più sincero di una felice e fruttuosa permanenza fra noi, con la promessa di una collaborazione nello spirito di don Bosco, per il bene pastorale di San Benigno con un’attenzione particolare alle famiglie e ai giovani. BENVENUTO! ISTITUTO SALESIANO S. BENIGNO IN CIFRE 2014-2015 MEDIA 1A = 19 2A = 24 3A = 17 1B = 18 2B = 25 3B = 20 TOTALE ALLIEVI = 123 Docenti = 13 + 3 (salesiani) = TOTALE DOCENTI = 16 CFP Settore RISTORAZIONE Settore ESTETICA Settore ELETTRICO Settore MECCANICA Specializzazioni (Estetiste/elettro-PLC/ristorazione) 309corsi 11 98corsi 4 116corsi 5 69corsi 3 TOTALE ALLIEVI 652corsi 26 CORSI SPECIALI OPERATORI SANITARI Docenti laici: 5Professionisti 42 Formatori dipendenti 11collaboratori 2 salesiani TOTALE DOCENTI = 60 60corsi 3 28 corsi 1 TOTALE ALLIEVI = 803 TOTALE DOCENTI = 76 15 SAN BENIGNO NOTIZIE 3-2014 Buone Feste I dati degli associati e dei simpatizzanti che ricevono “San Benigno Notizie” vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della pubblicazione e non vengono ceduti a terzi per alcun motivo. Sono custoditi nel nostro archivio, garantendo la massima riservatezza. Ogni associato o simpatizzante può richiederne la rettifica o la cancellazione. 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