alpamayo 2014: alpinismo e solidarieta

SPEDIZIONE 2014 SULLA CORDIGLIERA BIANCA
Alpinismo e solidarietà
Nell’agosto 2014 tre amici della sezione del Cai di Rimini, il riminese Massimo
De Paoli e i due sammarinesi Riccardo Stacchini e Michele Piva, sono stati in Perù sulla
Cordigliera Bianca.
La cosa è nata da un vecchio sogno “proibito” di Massimo: andare anche solo a vedere
l’Alpamayo, dal quale è rimasto folgorato guardando una fotografia 10 anni fa, come
accade col viso di una donna quando capita il “coup de foudre”, ma nasce anche da
una profonda amicizia ventennale che lega i tre a partire dalla comune passione per il
volo in deltaplano, e poi l’amore per la montagna (in tutte le sue forme) che Massimo
e Riccardo hanno trasmesso negli ultimi tempi anche a Michele.
I tre alpinisti, patrocinati dalla sezione del Cai di Rimini, hanno quindi progettato e
realizzato questo sogno apparentemente proibito.
Grazie all’appoggio dell’associazione "Don Bosco en los Andes" di Marcarà, hanno
percorso tre diverse quebradas (valli interne) con arrieros, muli e portatori, e hanno
scalato il Nevado Ishinca (5.530 mt), il Nevado Tocllaraju (6.050 mt.) e infine
l’Alpamayo (5.940 mt) , quest’ultimo lungo l’impegnativa via direttissima di ghiaccio
“dei francesi” sulla famosa parete sud – ovest.
Il tutto tra vallate e montagne stupende che parlano anche italiano: dai gestori dei
rifugi costruiti dai volontari dell’associazione Don Bosco, alla contemplazione delle vie
di Casarotto sul Huascaran Nord, di Bonatti, di Ferrari ed altri ancora, ammirate e
contemplate durante i trekking in alta quota e le scalate.
Un’esperienza grandiosa di montagna, di bellezza sconfinata, di gratitudine per come
tutto sia andato al meglio , ma anche di profonda amicizia.
Dalla spedizione è nata anche una interessante amicizia con le guide peruviane
dell’associazione “Don Bosco en los Andes”, nata grazie alla volontà e al lavoro dei
volontari italiani dell’Operazione Mato Grosso, presenti in Perù dagli anni ’70, ed in
particolare per il forte desiderio del salesiano lombardo Padre Ugo de Censi,
montanaro valtellinese trapiantato in Perù, che ha voluto creare così opportunità di
lavoro e di crescita per giovani peruviani.
Dai compensi dell’associazione delle guide Don Bosco (trekking, mountain-bike,
alpinismo) una percentuale è destinata a finanziare le attività dell’Operazione Mato
Grosso, che in questi ultimi anni ha costruito scuole, centro di formazione
professionale e un ospedale.
Il ricavato proveniente dalla gestione dei rifugi viene invece interamente destinato a
tali scopi.