Oggetto: - UPI - Friuli Venezia Giulia

PROVINCIA DI UDINE
DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO PROVINCIALE
adottata nella seduta del giorno
03 NOVEMBRE 2014
Sotto la Presidenza del sig. Fabrizio PITTON con l’assistenza del Segretario
Generale dott. Domenico Ricci e con l’intervento dei seguenti Consiglieri Provinciali:
01) BALLOCH Stefano
Pres.
17) GUERRA Alberto
Pres.
02) BARBERIO Leonardo
Pres.
18) LENARDUZZI Franco
Pres.
03) BORDIN Mauro
Pres.
19) LERUSSI Andrea Simone
Ass.
04) BRUNO Nino
Pres.
20) MARMAI Stefano
Pres.
05) CARLANTONI Renato
Pres.
21) MARZUCCHI Luca
Pres.
06) CICOGNA Luciano
Pres.
22) MATTIUSSI Franco
Pres.
07) CISILINO Eros
Pres.
23) PITASSI Gabriele
Pres.
08) CORSO Daniela
Pres.
24) PITTON Fabrizio
Pres.
09) DORBOLO’ Fabrizio
Pres.
25) PREMOSELLI Andrea
Pres.
10) DRI Pietro
Pres.
26) QUAI Marco
Ass.
11) DRIUTTI Lidia
Pres.
27) SCARABELLI Arnaldo
Pres.
12) FONTANINI Pietro
Pres.
28) SIMEONI Federico
Pres.
13) GALDI Carmen
Pres.
29) SORAMEL Alberto
Pres.
14) GONANO Erica
Pres.
30) SPITALERI Salvatore
Pres.
15) GONANO Luigi
Pres.
31) TEGHIL Carlo
Pres.
16) GRATTONI Zorro
Pres.
N°54 d'ordine
Oggetto:
Ordine del giorno sul Disegno di Legge Regionale sul riordino
del sistema Regione-Autonomie Locali del Friuli Venezia Giulia.
Ordinamento delle unioni territoriali intercomunali e
riallocazione di funzioni amministrative.
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Il Presidente del Consiglio Provinciale Fabrizio Pitton prima di passare la
parola per la presentazione dell’Ordine del Giorno in oggetto, ricorda come nella
giornata del 27 ottobre 2014 si sia tenuto un Consiglio straordinario aperto sul
progetto di Legge di riforma degli Enti Locali al quale hanno partecipato circa 130
tra Sindaci e Amministratori locali.
La seduta ha avuto inizio con la presentazione di un documento redatto dalla CGIA
di Mestre su commissione dell’UPI-FVG, che è stato esposto dal Direttore dott.
Fabrizio Cigolot. La parola è poi stata lasciata ai Gruppi politici presenti in Consiglio
Provinciale ed è proseguita con gli interventi dei Sindaci e del Presidente ANCI
Pezzetta.
Nel corso del Consiglio Provinciale aperto, in gran parte degli interventi, è emersa
una mancanza di comunicazione e confronto da parte della Regione con i Comuni
sui contenuti della riforma, una perplessità sulle possibili ricadute sul nostro
territorio, sui servizi erogati ai nostri cittadini, sui tempi di attuazione e sulle
dimensioni delle Unioni Territoriali Intercomunali.
La seduta, come da accordi assunti in sede di conferenza Capigruppo e Ufficio di
Presidenza, si è conclusa con l’impegno a redigere un Ordine del Giorno il più
possibile condiviso dai Gruppi Consiliari, tenendo in debito conto quanto sostenuto
dai Sindaci.
Il Presidente Pitton ringrazia a nome dell’Amministrazione Provinciale i
Sindaci che hanno partecipato attivamente al confronto e, evidenziando che è
terminata la fase di ascolto, invita il Consiglio Provinciale a procedere all’esame
dell’allegato Ordine del Giorno sottoscritto dai Consiglieri Stefano Balloch, Mauro
Bordin e Nino Bruno, presentato il 29/10/2014 e protocollato col n° 116965/2014;
Comunica che è pervenuto entro i termini l’emendamento con protocollo
n° 118178/2014 del 03/11/2014 sottoscritto dal Consigliere Federico Simeoni,
pertanto invita il Consiglio ad esaminare lo stesso;
Dato atto che l’emendamento è stato illustrato dal Consigliere Simeoni a
cui sono seguite le dichiarazioni di voto dei Consiglieri Spitaleri (Gruppo Consiliare
PD) che annuncia voto contrario, Bordin (Gruppo Consiliare LN) che annuncia voto
favorevole, Carlantoni (Gruppo Consiliare FI) che annuncia voto favorevole,
Fabrizio Dorbolò (Gruppo Consiliare MISTO) che annuncia il voto di astensione e
Stefano Marmai (Gruppo Consiliare UDC) che annuncia voto favorevole ;
Constatato il numero dei presenti pari a 29 (assenti Lerussi e Quai);
A voti palesi - resi con il sistema di votazione elettronico - n° 19
favorevoli, n° 9 contrari (Cicogna, Corso, Galdi, Gonano Erica, Lenarduzzi, Pitassi;
Scarabelli, Soramel, Spitaleri), n° 1 astenuto (Dorbolò) il Presidente del Consiglio
proclama l’esito della votazione e comunica l’approvazione dell’emendamento
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protocollo n. 118178/2014 presentato dal Consigliere Simeoni che viene inserito nel
testo dell’Ordine del Giorno;
Il Presidente Pitton dichiara aperta la discussione sull’Ordine del Giorno
avente ad oggetto: “Disegno di Legge Regionale sul riordino del sistema RegioneAutonomie Locali del Friuli Venezia Giulia. Ordinamento delle unioni territoriali
intercomunali e riallocazione di funzioni amministrative”;
Preso atto della discussione interamente registrata e agli atti - che qui si
intende integralmente richiamata - durante la quale sono intervenuti il Consigliere
Bordin che illustra l’argomento ed i Consiglieri Simeoni, Lenarduzzi, Soramel,
Dorbolò, Scarabelli, Gonano Erica, Carlantoni, Pitassi, Balloch, Dri, Marmai,
Spitaleri, Cicogna, Galdi, e la replica finale del Presidente Fontanini;
Viste le dichiarazioni di voto dei Consiglieri Spitaleri (Gruppo Consiliare
PD) che annuncia voto contrario, Bordin (Gruppo Consiliare LN) che annuncia voto
favorevole, Carlantoni (Gruppo Consiliare Fi) che annuncia voto favorevole,
Simeoni (Gruppo Consiliare MISTO) che annuncia voto favorevole;
Riscontrato che è entrato in sala l’Assessore Quai, mentre è uscito il
Consigliere Marmai;
Constatato il numero dei presenti pari a 29 (assenti Lerussi e Marmai);
A voti palesi - resi con il sistema di votazione elettronico - n° 19
favorevoli, n° 10 contrari (Cicogna, Corso, Dorbolò, Galdi, Gonano Erica,
Lenarduzzi, Pitassi; Scarabelli, Soramel, Spitaleri) ,
DELIBERA
1)
di approvare l’allegato ordine del giorno prot. n° 116965/2014 dd. 29/10/2014,
così come integrato dall’emendamento prot. 118178/2014, quale parte
integrante e sostanziale della presente deliberazione;
2)
di inviare l’Ordine del Giorno approvato al Presidente della Regione, al
Presidente del Consiglio Regionale, ai Consiglieri Regionali, agli Assessori
Regionali, ai Sindaci dei Comuni della nostra Regione, ai Presidenti delle
Province di Pordenone, Trieste e Gorizia;
3)
di diffondere la presente deliberazione tramite il sito internet della Provincia
di Udine, ai sensi del “Regolamento per la pubblicità degli atti”.
IL PRESIDENTE
f.to Pitton
IL SEGRETARIO GEN.LE
f.to RICCI
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OGGETTO: Ordine del giorno sul Disegno di Legge Regionale sul riordino del sistema RegioneAutonomie Locali del Friuli Venezia Giulia. Ordinamento delle unioni territoriali intercomunali e
riallocazione delle funzioni amministrative.-.
PREMESSO CHE:
La Giunta Regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato in via definitiva lo scorso 10 ottobre il
disegno di legge regionale concernente il riordino del sistema Regione – Autonomie Locali che
delinea un nuovo sistema istituzionale fondato sulla Regione e sui Comuni. Gli aspetti principali
della riforma proposta consistono nella predisposizione di:
-
Un Piano di riordino territoriale con cui vengono determinati i nuovi confini delle unioni
territoriali intercomunali;
-
L’individuazione delle funzioni comunali da svolgere in forma associata e di quelle
provinciali da riallocare in capo ai Comuni o alla Regione;
Tale DDLR si inserisce nella più ampia strategia che, attraverso la modifica costituzionale, porterà
alla soppressione delle Province del Friuli Venezia Giulia.
RICORDATO CHE il Consiglio delle Autonomie Locali nella seduta del 7 ottobre u.s. non ha
espresso l’intesa sullo schema di DDLR citato;
SOTTOLINEATO CHE il DDLR riduce il livello di democrazia togliendo ai cittadini-elettori la
possibilità di scegliere chi governerà l’ente di area vasta;
CONSIDERATO CHE:
-
Con il trasferimento delle funzioni dalla Provincia al Comune e alla Regione, viene smentita
la previsione del risparmio di spesa del personale, anzi vi è il rischio di un posizionamento
verso l’alto dei livelli retributivi nel passaggio dei dipendenti provinciali alla Regione, con
una possibile crescita della spesa per il personale del 15%;
-
Con la norma proposta non c’è traccia della mappa delle UTI (Unione Territoriali
Intercomunali), attribuendo di fatto alla Giunta Regionale una delega in bianco per la
definizione dei confini delle stesse;
-
La gestione delle UTI è destinata a scontrarsi con difficoltà nella concertazione dei Comuni
che ne fanno parte: tale situazione peggiorerebbe in presenza di maggioranze dai diversi
colori politici all’interno dei Consigli Comunali;
-
Non ci sono disposizioni sul regime economico e contabile che dovrà rappresentare la base
dei bilanci delle Unioni; inoltre potrebbero sorgere problematiche dall’effettiva volontà e
tempestività dei singoli Comuni nel trasferire risorse umane ed economiche alle UTI;
-
L’adesione alle UTI dei Comuni con popolazione con 5.000/3.000 è obbligatoria; di fatto la
Regione “minaccia” sanzioni finanziarie (taglio di risorse non inferiore al 30%) per chi non
aderirà;
-
Il sistema di elezione di 2° grado delle UTI rischia di penalizzare i Comuni più piccoli. Infatti,
i Comuni fino a 3.000 abitanti, che sono il 60% del totale regionale, rischia di esprimere
solo il 40% dei voti;
-
La previsione contenuta nel DDLR di un limite minimo di 40 mila abitanti per ciascuna
Unione (ovvero 30 mila abitanti qualora comprenda Comuni appartenenti o appartenuti a
Comunità montane) appare difficilmente perseguibile vista la conformazione della nostra
Regione e i livelli demografici dei singoli comuni che la compongono, mettendo, altresì, a
rischio l’autonomia dei singoli territori;
-
Le procedure previste per l’avvio della fusione dei comuni appaiono arbitrarie e
contraddittorie;
-
La minaccia di sanzioni contro i comuni non facenti parte di un’Unione contrastano
con ogni principio di federalismo, perequazione e responsabilità;
-
La previsione del trasferimento delle strade provinciali ai comuni avviene senza
previsione di concordato preventivo sulla riallocazione di risorse, personale e
mezzi;
-
Il DDLR viene proposto senza individuare le coperture collegate col bilancio
regionale;
-
L’accentramento in capo alla regione delle funzioni amministrative disattende l’art.
11 dello Statuto di Autonomia;
-
Manca qualsiasi previsione di misure atte a salvaguardare e promuovere lo sviluppo
delle comunità linguistiche regionali.
TENUTO CONTO delle considerazioni, delle osservazioni e, soprattutto, delle preoccupazioni
espresse dai Sindaci in occasione del Consiglio Provinciale aperto del 27.10.2014;
RICORDATO in particolare che nel dibattito è stato sottolineato che il Consiglio Provinciale è stata
una occasione importante per un confronto sul processo di riforme facendo emergere l’importanza
di un approfondimento sull’intero Disegno di Legge Regionale e che forzare le fusioni sarebbe un
errore anche perchè il potere di scelta deve essere sempre attribuito al cittadino;
PRESO ATTO che il contenuto della prospettata riforma delle autonomie locali incontra poco
gradimento tra i Primi cittadini, preoccupati per le probabili conseguenze negative in termini di
rappresentanza democratica, governabilità e di efficienza dei servizi ai cittadini;
CONSIDERATO che i tempi (01.08.2015) ipotizzati dalla Regione per la costituzione delle UTI e
per il passaggio ad esse di funzioni, personale e patrimonio delle Province e della Regione, sono
pressoché unanimemente considerati improponibili e impraticabili;
VISTO che il limite minimo di abitanti per ciascuna UTI, 40.000 ridotti a 30.000 per i Comuni
montani, costituisce una dimensione territoriale e demografica incompatibile con una gestione
efficiente ed efficace dei servizi pubblici, e contrasta con i dati certificati desunti dai Bilanci delle
autonomie locali, i quali individuano un’ottimizzazione del costo dei servizi e del prelievo fiscale nei
Comuni tra i 3.000 e i 10.000 abitanti;
PRESO ATTO che la prospettata riforma porterà, presumibilmente, ad una paralisi amministrativa,
ad un’ulteriore burocratizzazione, ad una moltiplicazione degli organi di governo, ad un
rallentamento dei tempi decisionali, con possibili incrementi di costi e, a parità di prelievo fiscale,
ad una riduzione del livello dei servizi offerti;
CONSIDERATO che il diretto coinvolgimento dei Sindaci nel processo riformatore consentirebbe di
ascoltare i suggerimenti, le indicazioni e le proposte di coloro che vivono direttamente i problemi
dei cittadini e conoscono le dinamiche dell’amministrazione locale;
VISTO che alcuni interventi correttivi, incidenti in particolare sulle tempistiche di entrata in vigore
della riforma, sulle materie da trasferire ai Comuni, sulla gestione del personale, e sulle dimensioni
delle UTI, consentirebbero di pervenire ad una riforma condivisa con le Amministrazioni locali e
conforme ai principi di efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa;
Tutto ciò premesso
IL CONSIGLIO PROVINCIALE
Chiede alla Regione di sospendere l’iter di approvazione della riforma delle autonomie locali, e di
aprire un tavolo di confronto con i Sindaci ed i presidenti delle Province, al fine recepire nel testo
del disegno di legge le preoccupazioni esposte in premessa;
Chiede alla Regione di differire al 01.01.2017 l’entrata in vigore della riforma delle autonomie
locali, prevedendo una serie di passaggi intermedi necessari a disciplinare e gestire con il
necessario buon senso il complesso passaggio di funzioni, di patrimonio e di personale;
Chiede alla Regione di rivedere la dimensione delle UTI in 10.000 abitanti, ridotti a 5.000 nelle
zone montane, lasciando, democraticamente, ai Comuni il compito di decidere con chi unirsi;
Chiede alla Regione di rivalutare il ruolo della Provincia come ente di area vasta con funzioni che
verranno valutate in ordine al proseguimento della riforma, che dovrà determinare il riparto delle
funzioni ascoltando i comuni, soggetti attuatori della riforma stessa e le Province che, attualmente,
svolgono proprio le funzioni di area vasta;
Chiede alla Regione di considerare nuovi compiti di area vasta da assegnare alle Province
non più concepite come enti preordinati ma messe al servizio delle Amministrazioni
Comunali con lo scopo di non disperdere le capacità funzionali e professionali già formate
e limitare nel contempo la moltiplicazione delle figure dirigenziali che si avrebbero con le
U.T.I.;
Chiede alla Regione di prevedere all’interno della riforma idonee misure atte a garantire
l’integrità delle comunità linguistiche regionali nonché la loro salvaguardia e sviluppo;
chiede al Presidente della Provincia di trasmettere il presente ordine del giorno al Presidente della
Regione, al Presidente del Consiglio Regionale, ai Consiglieri Regionali, agli Assessori Regionali,
ai Sindaci dei Comuni della nostra Regione, ai Presidenti delle Province di Pordenone, Trieste e
Gorizia;