Nuova Isee, cosa cambia

Associazione Sindacale
dell’Area Direttiva e
delle Alte Professionalità
del Credito ed Enti
assimilati delle Società
Assicurative e delle
Agenzie Esattoriali
Vicenza, 08 gennaio 2015
Nuovo Isee, ecco che cosa cambia
Dal 1° gennaio 2015 “l’indicatore della situazione economica equivalente” si è
trasformato: meno autocertificazione, più controlli, ma anche maggiore attenzione per
chi si trova in difficoltà. Tutto quello che bisogna sapere su moduli e calcoli
L’Isee, che cos’è e a che cosa serve. L’Isee (acronimo di “Indicatore situazione
economica equivalente”) è lo strumento che dal 1998 misura la situazione economica
delle famiglie italiane e serve allo Stato per decidere quanto far pagare determinati
servizi, venendo incontro soprattutto alle esigenze di chi ha redditi più bassi. In base
all’Isee, per esempio, si usufruisce di tariffe agevolate per la mensa scolastica, per gli
asili nido, per servizi universitari ecc. A partire dal 1° gennaio 2015 l’Isee è stato
ampiamente riformato e i parametri presi in considerazione per il suo calcolo (redditi,
patrimoni, numero dei componenti del nucleo familiare, qualità dei componenti) sono
stati modificati. Obiettivo della misura, spiega il documento ufficiale elaborato dal
ministero
del
Lavoro
(vedi
allegato
o
link
http://www.lavoro.gov.it/Notizie/Documents/RiformaISEE_OK.pdf), è avere uno
strumento più preciso per rilevare la condizione economica degli italiani ed eliminare
eventuali incongruenze. Da un recente studio del dipartimento Welfare della Cgil,
infatti, emerge che il 20% delle dichiarazioni “non corrisponde alle reali condizioni di
ricchezza”: ogni anno servizi sociali per due miliardi vengono erogati a chi non ne
avrebbe diritto.
Stop all’autodichiarazione. La prima novità riguarda la dichiarazione necessaria per
chiedere il calcolo Isee: solo una parte sarà affidata all’autodichiarazione, i dati fiscali
più rilevanti saranno compilati direttamente dalla pubblica amministrazione,
consultando le banche dati dell’Inps e dell’Agenzia delle Entrate (esattamente come
accadrà per il 730 precompilato). Come noto, l’Isee fa riferimento al reddito dell’ultima
dichiarazione, che a sua volta si riferisce all’anno precedente. Se però il reddito subisce
una flessione del 25% (nel caso in cui, per esempio, si perde il lavoro), il modello potrà
essere aggiornato senza aspettare le solite lungaggini burocratiche (in questo caso, si
parlerà di “Isee corrente”, cioè di un Isee temporaneo, a validità bimestrale, riferito a un
periodo di tempo limitato). Il nuovo Isee, inoltre, avrà una struttura modulare, con una
base valida per quasi tutte le situazioni, e una serie di moduli aggiuntivi per situazioni
particolari o prestazioni specifiche.
Una definizione di reddito più ampia. Altra novità riguarda i redditi da includere nella
dichiarazione. Insieme al reddito complessivo ai fini Irpef, infatti, nel calcolo del nuovo
Isee saranno valutati i redditi tassati con regimi sostitutivi o a titolo di imposta (quindi
contribuenti minimi, cedolare secca sugli affitti, premi di produttività ecc.), i redditi
esenti (quindi assegni al nucleo familiare, pensioni di invalidità, assegno sociale,
indennità di accompagnamento, in pratica tutti i trasferimenti monetari ottenuti dalla
Pubblica amministrazione), i redditi figurativi degli immobili non locati e delle attività
mobiliari. Dovranno, quindi, essere dichiarati anche assegni di accompagnamento,
assegni al nucleo familiare, borse di studio, pensioni di invalidità, cedolare secca, carte
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acquisti, indennità e ogni altra forma di reddito percepito a titolo di trattamento
assistenziale, previdenziale o di sostegno erogato dalle Pubbliche amministrazioni.
Maggiore attenzione per chi è in difficoltà. Con il nuovo Isee si punta a favorire le
situazioni di chi si trova in difficoltà, come chi ha un reddito basso o un disabile in
famiglia. Detrazioni sono previste per i redditi da lavoro dipendente (del 20%, fino a un
massimo di 3 mila euro), per le pensioni e i trattamenti assistenziali, previdenziali e
indennitari (fino a mille euro), per chi vive in affitto (aumenta da 5.165 a 7.000 euro
l’anno l’importo massimo della spesa effettivamente sostenuta per l’affitto registrato
che può essere portato in deduzione. Tale importo aumenta di 500 euro per ogni figlio
convivente successivo al secondo). Per le famiglie in cui sono presenti persone con
disabilità, poi, sono previste franchigie differenziate in base al tipo di handicap:
l’agevolazione ammonta a 4 mila euro se il familiare è maggiorenne e ha una disabilità
media. In caso di disabilità grave, il valore sale a 5.500 euro; se la persona non è
autosufficiente, il contributo arriva a 7.000 euro. Le somme passano rispettivamente a
5.500, 7.500 e 9.500 se si tratta di un minorenne.
Le novità sui patrimoni mobiliari e immobiliari. Nel nuovo Isee per gli immobili sarà
preso in considerazione il valore catastale rivalutato, già utilizzato per il calcolo
dell’Imu. Andrà dichiarata anche la prima casa, che non concorrerà al calcolo se la sua
rendita non supera il valore di 52.500 euro. Oltre ai patrimoni immobiliari, si devono
dichiarare anche quelli mobiliari, in particolare conti correnti bancari e postali, possesso
di titoli, depositi bancari e postali, fondi di investimento, carte di credito e ogni altra
forma di investimento finanziario o in titoli.
Controlli più serrati. Grazie a sistemi automatizzati e incrociati, da gennaio i controlli
diventeranno molto più frequenti. L’Agenzia delle Entrate segnalerà all’Inps eventuali
omissioni o difformità tra i dati inseriti nella dichiarazione Isee e quelli registrati nel
Sistema informativo dell’Anagrafe tributaria. Se si dichiara di non possedere neanche
un conto corrente, i controlli partono in automatico. Le Pubbliche amministrazioni
potranno consultare in tempo reale i dati dell’Anagrafe tributaria e dell’Anagrafe dei
conti correnti. In caso di eventuali difformità, scatta la segnalazione alla Guardia di
Finanza.
Come richiedere il nuovo Isee. Per richiedere il nuovo Isee basta recarsi in un Caf o al
Comune e compilare la Dsu 2015, cioè la “dichiarazione sostitutiva unica” propedeutica
al rilascio dell’Isee. Entro quattro giorni lavorativi la Dsu sarà smistata in via telematica
al sistema informativo dell’Isee gestito dall’Inps. Entro altrettanti giorni l’Inps
procederà al calcolo dell’Isee sulla base di quanto dichiarato nella Dsu e dei calcoli
incrociati. Concluso l’iter, il contribuente riceverà il proprio Isee dall’Inps.
Organo di Coordinamento di Gruppo - Banca Popolare di Vicenza
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