Documentazione per le Commissioni RIUNIONI INTERPARLAMENTARI Incontro tra la Presidente del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione, Laura Ravetto, e il Commissario europeo per gli Affari interni, Cecilia Malmström Milano, 8 luglio 2014 n. 30 3 luglio 2014 Camera dei deputati XVII LEGISLATURA Documentazione per le Commissioni RIUNIONI INTERPARLAMENTARI Incontro tra la Presidente del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione, Laura Ravetto, e il Commissario europeo per gli Affari interni, Cecilia Malmström Milano, 8 luglio 2014 n. 30 3 luglio 2014 Il dossier è stato curato dall’UFFICIO RAPPORTI CON L’UNIONE EUROPEA ( 066760.2145 - [email protected]) ________________________________________________________________ I dossier dei servizi e degli uffici della Camera sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge. INDICE SCHEDA DI LETTURA 1 PRIORITÀ DEL GOVERNO ITALIANO IN MATERIA DI IMMIGRAZIONE NELL’AMBITO DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DELL’UE 3 Programma di 18 mesi del Consiglio dell’UE 3 Programma della Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Europea (semestre 1° luglio 2014 - 31 dicembre 2014) 4 STATISTICHE SU IMMIGRAZIONE, ASILO, E FLUSSI IRREGOLARI 5 Flussi di immigrazione irregolare 5 Dati generali su immigrazione e asilo 5 RISORSE FINANZIARIE DELL’UE NEL SETTORE “ASILO E IMMIGRAZIONE” 7 Il periodo 2007-2013 7 Il periodo 2014- 2020 10 SISTEMA COMUNE EUROPEO DI ASILO – CEAS 12 Procedure di asilo comune (nuova direttiva “procedure”) 12 Condizioni minime di accoglienza (nuova direttiva “accoglienza”) 12 Criteri di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda d’asilo (nuovo regolamento sistema Dublino) 13 Nuovo regolamento sistema Eurodac 13 FRONTEX E IL CONTROLLO DELLE FRONTIERE ESTERNE 14 Competenze 14 Organi 15 Risorse 15 Attività dell’Agenzia (operazioni congiunte, squadre di intervento, interventi rapidi) 17 Eurosur 20 LE Nuovo regolamento in materia di sorveglianza delle frontiere marittime PROPOSTE DELLA TASK FORCE DECISIONI DEL CONSIGLIO EUROPEO MEDITERRANEO 21 E LE RECENTI 23 1 Scheda di lettura 2 3 PRIORITÀ DEL GOVERNO ITALIANO IN MATERIA DI IMMIGRAZIONE NELL’AMBITO DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DELL’UE Le priorità del Governo italiano in materia di immigrazione nell’ambito della Presidenza del Consiglio dell’Ue sono contenute nel Programma di 18 mesi del Consiglio dell’UE (1° luglio 2014 - 31 dicembre 2015) elaborato dalle Presidenze italiana, lettone e lussemburghese) e nel Programma della Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Europea (1° luglio 2014 - 31 dicembre 2014), presentato il 2 luglio 2014 al Parlamento europeo. Programma di 18 mesi del Consiglio dell’UE La sezione Affari interni del Programma contiene linee guida specifiche in materia di frontiere, migrazione legale e irregolare, visti e asilo. Nel documento si considerano il miglioramento e il rafforzamento della gestione integrata delle frontiere esterne dell'Unione europea quali priorità chiave dell’Unione europea, stabilendo come specifici obiettivi sia la piena operatività di strumenti recentemente adottati (ad esempio, il sistema di rilevazione Eurosur, e il regolamento in materia di operazioni di sorveglianza delle frontiere marittime coordinate da Frontex, l’Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea: vedi infra), sia la rapida adozione di nuovi dispositivi come il pacchetto frontiere intelligenti (vedi infra). Il Programma ipotizza, inoltre, l’avvio di un dibattito orientativo sul futuro sviluppo di Frontex, compresa la fattibilità di un sistema europeo di operatori di frontiera. Il Programma prevede altresì l'ulteriore sviluppo della politica comune dei visti, mirando in particolare alla piena messa a regime del Sistema d'informazione visti (VIS), al conseguimento di progressi nei dialoghi e nei negoziati sugli accordi di facilitazione del rilascio dei visti con numerosi paesi terzi del vicinato meridionale e orientale, e all'avvio di negoziati con la Cina nel quadro del dialogo ad alto livello sulla migrazione e la mobilità. In materia di immigrazione irregolare le tre Presidenze si impegnano ad incoraggiare il Consiglio dell’UE ad aggiornare la propria azione tenendo conto in particolare della comunicazione della Commissione europea sui risultati dei lavoro della task force "Mediterraneo" istituita dal Consiglio GAI dell'ottobre 2013 e accolta con favore dalle conclusioni del Consiglio europeo di ottobre e dicembre 2013 (vedi infra). Tra le priorità fondamentali in tale specifico ambito di intervento, il Programma prevede lo sviluppo di un insieme globale di accordi di riammissione con i paesi terzi interessati, così come il mantenimento del ritmo dei negoziati in corso e l'individuazione di altri paesi terzi con cui occorre negoziare accordi, nonché la promozione della cooperazione pratica con i paesi terzi nel settore del rimpatrio, 4 compreso il settore del rimpatrio volontario. Nel Programma si prevedono altresì sforzi ulteriori per l'attuazione efficace dei partenariati per la mobilità già esistenti (paesi del partenariato orientale, Tunisia e Marocco), nonché per l'istituzione di nuovi partenariati per la mobilità, con altri paesi delle regioni meridionale e sudorientale. È inoltre proposto l’avvio di un nuovo dialogo tra l'UE e i paesi dell'Africa orientale in materia di migrazione, specialmente per quanto riguarda la lotta contro la tratta degli esseri umani. Con riferimento alle questioni relative alla migrazione legale, il Programma prevede che il Consiglio rivolga particolare attenzione all'attuazione del piano d’azione sull’immigrazione legale, in particolare alle direttive sui lavoratori stagionali e sui trasferimenti intrasocietari, nonché alla ripresa prima possibile della negoziazione con il Parlamento europeo della proposta di modifica delle direttive 2004/114/CE e 2005/71 relative alle condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di paesi terzi per motivi di ricerca, studio, scambio di alunni, tirocinio retribuito o non retribuito, volontariato e collocamento alla pari. Si ricorda, inoltre, che in occasione del Consiglio dell’Unione europea Giustizia e affari interni del 6-7 giugno 2014, il Governo italiano ha altresì avanzato alcune proposte in materia di immigrazione, in vista delle prossime linee guida relative al Semestre italiano di Presidenza. In particolare, il Governo italiano ha indicato quali priorità specifiche: l’azione diretta in Africa per evitare le partenze; una gestione diretta da parte di Frontex dei soccorsi in mare; soluzioni per i richiedenti asilo politico. In materia di rifugiati politici, considerata l’impossibilità nell’immediato di modificare il Regolamento Dublino III (criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda di protezione internazionale) il Governo ha avanzato l’ipotesi di accordi bilaterali tra i Paesi che consentano un mutuo riconoscimento delle condizioni del diritto di asilo. Programma della Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Europea (semestre 1° luglio 2014 - 31 dicembre 2014) Nel Programma di Presidenza italiana si annuncia l’intenzione di migliorare e rafforzare la gestione integrata delle frontiere esterne nel pieno rispetto dei diritti fondamentali, in particolare mediante il rafforzamento delle sinergie tra i vari organi e sistemi, istituiti sinora, quali Frontex e l’EUROSUR, operanti nell’ambito della migrazione e della circolazione delle persone e, in termini di sicurezza, Europol ed Eurojust, che operano nel campo della prevenzione e repressione dei reati connessi ai transiti illegali. In tale contesto, la Presidenza intende sostenere inoltre il rafforzamento dell’acquis di Schengen, il possibile sviluppo di nuove norme sul riconoscimento reciproco delle decisioni in materia di asilo e l’idea di creare un sistema europeo di guardie di frontiera. La Presidenza ha inoltre preannunciato i suoi sforzi per promuovere in materia di immigrazione e asilo un’autentica solidarietà a livello europeo. 5 STATISTICHE SU IMMIGRAZIONE, ASILO, E FLUSSI IRREGOLARI Flussi di immigrazione irregolare Secondo dati diffusi dal Ministero dell’interno, dall’inizio del 2014 sarebbero circa 65 mila i migranti giunti via mare in Italia, dato che renderebbe reale la stima di possibili 100 mila sbarchi nell'anno solare (il numero di sbarchi nel 2013 attesta intorno ai 43 mila). Secondo le stime di Save the Children, dal gennaio al giugno 2014 tra tali migranti sarebbero stati rilevati circa 9.000 i minori, di cui più di 6 mila non accompagnati. Nella Quinta relazione semestrale sul funzionamento dello spazio Schengen 1° novembre 2013 – 30 aprile 2014, pubblicata il 26 maggio 2014 dalla Commissione europea, si riporta che, nel periodo novembre 2013 febbraio 2014, il numero di attraversamenti irregolari di cittadini extra-UE rilevati alle frontiere esterne (25.936 rilevamenti) sarebbe aumentato del 96% rispetto al periodo novembre 2012 – febbraio 2013. Nello stesso periodo Italia, Grecia, Ungheria, Spagna e Bulgaria avrebbero fatto registrare il numero più elevato di fermi. Nella Relazione si afferma altresì che complessivamente nel 2013 sono stati rilevati 107.365 attraversamenti illegali, il 48% in più rispetto al 2012. Il totale per il 2013 è paragonabile ai livelli del 2009-2010, anche se resterebbe in ogni caso inferiore a quello attestato durante la primavera araba del 2011. Le nazionalità predominanti relative a tali flussi irregolari in tutto il 2013 sarebbero quelle siriana, eritrea, afgana e albanese. Nel 2013 l’area del Mediterraneo centrale rappresenta la principale rotta di flussi irregolari, con oltre 40 mila rilevamenti (volume quadruplicato rispetto al 2012). Nei primi quattro mesi del periodo di riferimento per cui sono disponibili statistiche UE (novembre 2013-febbraio 2014), il numero di casi è quasi quadruplicato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (9.175 rilevamenti rispetto a 2.177); inoltre, mentre a novembre 2013 si è registrata una diminuzione dei rilevamenti rispetto al 2012, nel dicembre 2013 il totale ha superato quello dello stesso mese del 2012 di cinque volte, e a gennaio e febbraio 2014 di 58 e 61 volte rispettivamente rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente. Dati generali su immigrazione e asilo Secondo i dati diffusi con la V Relazione annuale sull’immigrazione e l’asilo, pubblicata dalla Commissione europea il 22 maggio 2014, all'inizio del 2013 la popolazione dell'UE si è attestata a 503 milioni, con 20,4 milioni di cittadini di paesi terzi, corrispondenti al 4% della popolazione complessiva. Nel 2012 i permessi di soggiorno rilasciati a cittadini di paesi terzi sono stati 2,1 milioni, il 32% dei quali concessi per motivi familiari, il 23% per attività remunerate, il 22% 6 per motivi di studio e il 23% per motivi vari (tra cui la protezione internazionale). I paesi i cui cittadini hanno ottenuto il numero più elevato di permessi sono stati: Stati Uniti, seguiti da Ucraina, Cina e India (rispettivamente 163 000, 161 000 e 157 000). Un numero significativo di permessi (tra il 5% e il 2,5% del totale dell'UE) è stato rilasciato a cittadini provenienti dal Marocco (102 000), dalla Russia (66 000), dalle Filippine (62 000), dalla Turchia (59 000) e dal Brasile (51 000). Il numero totale di domande di asilo nel 2013 è stato di 434.160, dato che registra un incremento sensibile di circa 100.000 richiedenti rispetto all'anno precedente. Il numero più consistente di richiedenti asilo è giunto dalla Siria (50.470, vale a dire il 12% di tutte le domande), mentre gli altri paesi più significativi sono stati Russia, Afghanistan, Serbia, Pakistan e Kosovo. Di tutti i richiedenti asilo, 112.730 hanno ottenuto protezione in prima istanza (49.510 rifugiati, 45.540 beneficiari di protezione sussidiaria e 17.685 beneficiari di protezione per motivi umanitari), pari al 35% circa di tutte le decisioni adottate in prima istanza . L’Italia nel 2013 ha gestito 27.930 richieste d’asilo, in aumento del 60.9% rispetto allo stesso periodo del 2012 (17.352 richieste). Inoltre, in Italia su un totale di 25.245 decisioni (incluse decisioni su casi pendenti degli anni precedenti): 16.185 sono state positive (64%), a 3.110 (12%) è andato lo status di rifugiato; a 5.550 la protezione sussidiaria (22%); a 7.525 ragioni umanitarie (30%); 9.060 le respinte (36%). 7 RISORSE FINANZIARIE DELL’UE NEL SETTORE “ASILO E IMMIGRAZIONE” Il periodo 2007-2013 Per il periodo 2007-13 per il Programma generale "Solidarietà e gestione dei flussi migratori" sono stati stanziati quasi 4 miliardi di euro, distribuiti tra quattro strumenti separati: (Fonte Commissione europea, DG Affari interni) Totale Programma SOLID (2007-13) – (in milioni Tipo di azioni finanziate Quattro strumenti di euro) Sviluppo di capacità: procedure Fondo europeo per i rifugiati (ERF) d'asilo; infrastrutture per la 700 ricezione; integrazione dei rifugiati; re insediamento; misure di emergenza. Fondo Europeo per l'integrazione di cittadini di paesi terzi (EIF) Misure dirette all’integrazione (ad 825 esempio, corsi di lingua, corsi di orientamento civico, preparazione alla partenza nei Paesi non UE). Rimpatri volontari e forzati; operazioni congiunte di rimpatrio; Fondo europeo per i rimpatri (RF) cooperazione tra Stati UE Stati di 630 rimpatrio dell'UE; miglioramento della gestione dei rimpatri; assistenza alla reintegrazione nello Stato ritorno. Infrastrutture e attrezzature per le Fondo europeo per le frontiere esterne (EBF) 1.820 frontiere esterne dell'UE; politica dei visti; componenti nazionali dei sistemi SIS/VIS. Totale 3.975 8 Si riportano di seguito tabelle comparative recanti le risorse UE articolate per Fondo (nell’ambito del programma SOLID), destinate all’Italia, e il confronto con alcuni Stati membri. Fondo europeo per i rifugiati (in euro) 2008 Italia 2.821.520 2009 2010 2011 2012 2013 4.470.815 7.202.618 7.740.535 6.992.321 6.858.797 9.169.710 9.367.839 10.724.670 11.537.287 13.539.829 13.643.432 7.142.310 10.434.904 10.714.260 11.727.1960 13.972.940 15.409.818 6.868.880 15.872.002 7.951.006 8.895.463 10.971.910 14.520.721 Svezia 11.873.311 15.027.846 17.196.880 16.054.966 17.015.699 17.173.400 Grecia 1.571.280 3.313.487 4.832.783 5.042.269 4.015.377 3.163.323 Spagna 1.130.925 1.557.827 1.757.719 1.872.234 1.621.162 1.584.966 Regno Unito Francia Germania Occorre considerare che gli stanziamenti indicati sono quelli inizialmente previsti. In ragione delle esigenze sopravvenute in presenza di situazioni di emergenza gli stanziamenti effettivamente assegnati all’Italia risultano i seguenti importi: 2008 2009 2010 Azioni previste inizialmente 2.821.520 4.470.815 7.202.618 Misure di emergenza 7.088.000 Totale 9.909.520 4.470.815 7.202.618 2011 2012 2013 7,740,535 6.992.321 6.858.797 12.100.000 5.000.000 12.000.000 19.840.535 11.992.321 18.858.797 9 Fondo integrazione 2008 Italia 2009 2010 8.590.945 15.062.036 20.445.052 11.570.478 13.374.840 15.138.593 5.976.341 7.096.301 10.808.668 Svezia Grecia Regno Unito Francia Germania Spagna 2011 27.136.905 2012 2013 34.173.524 36.956.522 17.904.293 24.283.908 29.834.692 8.130.873 9.714.302 13.007.749 15.250.915 12.388.883 13.582.676 14.535.129 16.813.650 17.258.742 1.408.301 1.913.972 2.297.641 2.825.958 3.424.985 4.199.605 2.063.575 2.653.009 2.946.352 3.280.005 4.115.432 4.178.416 11.392.323 14.764.541 14.284.794 17.815.509 22.039.481 23.542.717 2011 2012 Fondo rimpatri 2008 Italia 2009 2010 2013 5.867.478 6.029.379 6.769.510 6.921.174 9.066.985 9.155.187 7.640.785 9.273.917 12.844.301 17.414.635 23.792.029 27.947.021 5.323.948 7.006.678 9.652.232 12.530.501 15.746.260 18.621.477 Germania 4.184.171 3.703.821 3.664.850 3.859.045 5.287.660 7.609.749 Svezia 1.819.156 1.485.592 1.503.728 2.559.853 5.080.126 7.273.730 Grecia 5.379.392 7.497.847 14.389.434 24.975.339 37.357.613 35.544.340 Spagna 4.758.824 5.971.877 9.070.986 12.871.751 18.786.416 22.288.403 Regno Unito Francia 10 Fondo gestione frontiere 2008 2009 17.153.194 17.712.943 20.265.224 32.715.580 52.787.940 84.633.220 8.504.172 10.553.050 13.972.352 17.889.233 24.060.716 29.974.731 Germania 7.008.338 7.153.018 8.017.995 10.279.864 14.384.407 18.946.616 Svezia 1.291.343 1.428.836 1.290.490 1.320.946 1.945.364 2.285.522 Grecia 13.743.088 23.459.507 27.448.280 40.919.759 44.745.804 44.033.646 Spagna 29.934.747 32.802.046 40.099.177 44.819.607 48.154.233 61.916.627 Italia Regno Unito Francia 2010 2011 2012 2013 Si ricorda che la Commissaria Malmström, rispondendo ad un’interrogazione presentata al Parlamento europeo, ha ricordato che l’Unione europea ha stanziato nel periodo 2007-2013 a favore dell’Italia oltre 500 milioni di euro per le politiche di immigrazione e asilo (compresa la gestione delle frontiere); in particolare a seguito dell’emergenza Lampedusa di ottobre 2013 l’Unione europea ha previsto un intervento straordinario di 30 milioni di euro a sostegno delle azioni italiane nel Mediterraneo di cui 23 direttamente a favore del nostro paese (nell’ambito del Fondo per i rimpatri, del Fondo per le frontiere esterne, e del Fondo per i rifugiati), e. 7,9 milioni di euro per rafforzare l’attività di Frontex. Nella stessa occasione sono stati stanziati ulteriori 20 milioni per le politiche di accoglienza e asilo a favore degli altri Stati membri. Il periodo 2014- 2020 Il quadro finanziario pluriennale 2014-2020 ha operato una semplificazione dei programmi nel settore degli affari interni, riorganizzando le voci in due fondi: il Fondo per l’asilo l’immigrazione e l’integrazione, focalizzato sulla gestione sui flussi delle popolazioni migranti e sulla gestione integrata dell’immigrazione, a sostegno delle azioni concernenti tutti gli aspetti delle migrazioni, compresi l’asilo, la migrazione legale, l’integrazione, il rimpatrio e il soggiorno irregolare dei cittadini extra-UE; il Fondo sicurezza interna, a supporto dell’attuazione della strategia di sicurezza interna a alla cooperazione di polizia, che include la gestione delle frontiere esterne dell’Unione, compreso la sviluppo di nuove 11 tecnologie dell’informatica come ad esempio il futuro Sistema di entrata/uscita e il futuro Programma registrato dei viaggiatori. Il Sistema di entrata/uscita consisterà in uno strumento di registrazione, mediante una banca dati elettronica, della data, del luogo d'ingresso, e della durata del soggiorno di breve durata autorizzato, in sostituzione dell'attuale sistema di apposizione di timbri sui passaporti. Il Programma per viaggiatori registrati mira a consentire ai cittadini di Stati terzi, previo esame preventivo appropriato, di beneficiare di verifiche di frontiera semplificate entrando nell'UE attraverso apposite porte automatiche. In particolare il Fondo Asilo, migrazione e integrazione, istituito con regolamento del 16 aprile 2014, ha una dotazione globale di 3.137 milioni di euro, articolati in 2.752 milioni di euro per i programmi nazionali degli Stati membri, e 385 milioni di euro per le azioni dell’Unione, l’assistenza emergenziale, la rete europea sulle migrazioni e l’assistenza tecnica della Commissione, di cui almeno il 30 % è utilizzato per le azioni dell’Unione e la rete europea sulle migrazioni. Il fondo sostituisce parzialmente il programma Solid del periodo di riferimento precedente, in particolare i tre strumenti relativi al Fondo rimpatri, al Fondo rifugiati e al Fondo integrazione, mentre lo strumento relativo alla gestione delle frontiere è confluito in parte del Fondo di sicurezza interno. Circa la ripartizione per Stato membro per il periodo 2014-2020, per l’Italia sono previsti 310,3 milioni. Per quanto riguarda alcuni degli Stati membri più esposti al fenomeno dei flussi migratori, si ricorda che sono stati assegnati: 257 milioni alla Spagna, 259 alla Grecia, 370 milioni al Regno Unito, 208 alla Germania, 265 alla Francia, 118 alla Svezia. Nell’ambito del Fondo sicurezza interna, con regolamento del 20 maggio 2014 l’Unione europea ha altresì istituito lo strumento di sostegno finanziario per le frontiere esterne e i visti. Le risorse globali per l’attuazione dello strumento ammontano a 2.760 milioni di EUR a prezzi correnti di cui 1.551 milioni di EUR per i programmi nazionali degli Stati membri Circa la ripartizione per Stato membro per il periodo 2014-2020 si ricorda che all’Italia sono assegnati 156,3 milioni. Si segnala che sono inoltre stati assegnati: 195 milioni alla Spagna, 167 alla Grecia, 51 alla Germania, 85 alla Francia, 11 alla Svezia. 12 SISTEMA COMUNE EUROPEO DI ASILO – CEAS Nel giugno 2013 le Istituzioni europee hanno definitivamente approvato il pacchetto di proposte relativo al cosiddetto nuovo Sistema comune europeo di asilo – CEAS. Si tratta in particolare: della nuova direttiva “procedure” (2013/32/UE): procedure comuni ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di protezione internazionale; della nuova direttiva “accoglienza” (2013/33/UE): norme relative all’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale. del nuovo regolamento (604/2013) circa i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda di protezione internazionale) (sistema cosiddetto Dublino); del nuovo regolamento sul sistema Eurodac (603/2013): sistema di confronto delle impronte digitali per l'efficace applicazione del nuovo regolamento Dublino, e per le richieste di confronto con i dati Eurodac presentate dalle autorità di contrasto degli Stati membri e da Europol a fini di contrasto; Appartiene a tale Sistema anche la direttiva “qualifiche” (2011/95/UE): norme sull’attribuzione, a cittadini di paesi terzi o apolidi, della qualifica di beneficiario di protezione internazionale, su uno status uniforme per i rifugiati o per le persone aventi titolo a beneficiare della protezione sussidiaria, nonché sul contenuto della protezione riconosciuta (rifusione) (approvata il 13 dicembre 2011). Procedure di asilo comune (nuova direttiva “procedure”) Rispetto al regime precedente le nuove regole applicano scadenze comuni per la gestione delle domande di asilo (un termine generale di sei mesi, derogabile in un numero limitato di casi); sono altresì previste norme più rigorose in materia di formazione del personale che si occupa dei richiedenti (in particolare, del personale dell’autorità competente per l’esame delle domande), nonché nuove disposizioni per le esigenze particolari dei minori non accompagnati e di altre persone vulnerabili. Condizioni minime di accoglienza (nuova direttiva “accoglienza”) Tra i principali miglioramenti alla direttiva del 2003 sull'accoglienza, figurano le disposizioni relative a detenzione e condizioni di vita dignitose, a una valutazione medica e psicologica tempestiva delle esigenze dei richiedenti asilo e a un accesso più rapido al mercato del lavoro (nove mesi dopo la presentazione di una domanda d'asilo). In linea generale, se i richiedenti asilo sono detenuti, dovranno essere ospitati in appositi centri di detenzione. 13 Criteri di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda d’asilo (nuovo regolamento sistema Dublino) Il regolamento Dublino (III) stabilisce i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l'esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri. I criteri per stabilire la competenza sono, in ordine gerarchico: considerazioni di natura familiare, il possesso recente di un visto o di un permesso di soggiorno in uno Stato membro, l'ingresso regolare o irregolare del richiedente nell'UE. Il regolamento Dublino III si applica dal 1º gennaio 2014 in tutti gli Stati membri, compreso il Regno Unito, l'Irlanda e la Danimarca (in virtù di un accordo internazionale concluso nel 2006 tra la Comunità europea e la Danimarca), nonché nei quattro paesi terzi che partecipano all'accordo di Schengen (Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein). Secondo le nuove regole i richiedenti asilo non potranno essere trasferiti verso Paesi dell'Unione europea in cui sussista il rischio di trattamenti inumani o degradanti. È previsto inoltre un meccanismo di allarme rapido per far fronte ai problemi nei sistemi nazionali d'asilo prima che si trasformino in crisi. Si segnala che il 26 giugno 2014 la Commissione europea ha presentato una proposta di regolamento che modifica il Regolamento Dublino III rendendo più chiare le norme in materia di competenza per l'esame delle domande di protezione internazionale presentate da minori non accompagnati che non hanno familiari, fratelli o parenti nel territorio dell'UE. Nuovo regolamento sistema Eurodac Il Sistema Eurodac permette alle autorità nazionali di verificare, tramite una banca dati delle impronte digitali, se una domanda di protezione internazionale è già stata presentata in un altro Paese membro o se il richiedente e' entrato illegalmente nell'Ue in passato. Il nuovo regolamento mira a semplificare le procedure esistenti e a permettere agli Stati membri di determinare in modo rapido lo Stato membro responsabile dell'esame di una domanda d'asilo. La nuova disciplina, d’altra parte, consente (in casi determinati e a condizioni limitate) anche la consultazione della banca dati a fini di prevenzione e per indagare su reati di terrorismo; il Parlamento europeo ha introdotto disposizioni più rigorose di protezione dei dati e nuove garanzie per assicurare che i dati non siano utilizzati per altri fini. 14 FRONTEX E IL CONTROLLO DELLE FRONTIERE ESTERNE L’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea – Frontex, con sede a Varsavia, è attiva dal 2005. Frontex è stata istituita con il regolamento (CE) n. 2007/2004 del Consiglio del 26 ottobre 2004. Il quadro giuridico è stato modificato (ai fini del potenziamento dell’Agenzia) attraverso i successivi regolamenti n.863/2007 dell’11 luglio 2007 e n. 1168/2011 del 25 ottobre 2011. Competenze Secondo il vigente assetto, Frontex ha il compito di: coordinare la cooperazione operativa tra gli Stati membri nella gestione delle frontiere esterne; assistere gli Stati membri in materia di formazione del corpo nazionale delle guardie di confine, anche per quanto riguarda la definizione di standard comuni di formazione; effettuare analisi dei rischi, compresa la verifica della capacità degli Stati membri di far fronte a minacce e pressioni alle frontiere esterne; partecipare agli sviluppi della ricerca pertinenti al controllo e alla sorveglianza delle frontiere esterne; assistere gli Stati membri in circostanze che richiedono una maggiore assistenza tecnica e operativa alle frontiere esterne, tenendo conto del fatto che alcune situazioni possono comportare emergenze umanitarie e il soccorso in mare; assistere gli Stati membri in circostanze che richiedono una maggiore assistenza tecnica e operativa alle frontiere esterne, in particolare quelli che fanno fronte a pressioni specifiche o sproporzionate; istituire squadre europee di guardie di frontiera da impiegare durante le operazioni congiunte, i progetti pilota e gli interventi rapidi; offrire agli Stati membri il supporto necessario e, se richiesto, il coordinamento o l'organizzazione di operazioni congiunte di rimpatrio; inviare guardie di frontiera appartenenti alle squadre europee di guardie di frontiera negli Stati membri per operazioni congiunte, progetti pilota o interventi rapidi in conformità del regolamento (CE) n. 863/2007; sviluppare e gestire, in conformità del regolamento (CE) n. 45/2001, sistemi informativi che consentano scambi rapidi e affidabili di informazioni sui rischi emergenti alle frontiere esterne, compresa la rete di informazione e coordinamento creata con decisione 2005/267/CE del Consiglio; 15 prestare la necessaria assistenza per sviluppare e gestire un sistema europeo di sorveglianza di frontiera e, ove opportuno, per creare un ambiente comune di condivisione delle informazioni, compresa l'interoperabilità dei sistemi. Organi La struttura di governo dell’Agenzia prevede anzitutto un consiglio di amministrazione (eventualmente assistito da un comitato esecutivo) composto da un rappresentante di ciascuno Stato membro e da due rappresentanti della Commissione. Il Consiglio elegge il presidente tra i suoi membri. Tale organo adotta i documenti e le decisioni più importanti come la relazione generale dell'Agenzia relativa all'anno precedente e il programma di lavoro per l’anno successivo (documenti trasmessi, in linea di massima, al Parlamento europeo, al Consiglio e alla Commissione europea). Le decisioni relative ad attività specifiche da effettuare alle frontiere esterne di un determinato Stato membro, o nelle immediate vicinanze delle stesse, richiedono il voto favorevole alla loro adozione da parte del membro del consiglio di amministrazione che rappresenta detto Stato membro. Tra gli organi direttivi dell’Agenzia figura altresì un direttore esecutivo, nominato dal consiglio su proposta della Commissione, al quale – in estrema sintesi - spettano la preparazione e l’attuazione delle decisioni, dei programmi e delle attività adottate dal consiglio di amministrazione. Risorse Secondo quanto indicato nei documenti contabili pubblicati il 14 febbraio 2014 sul sito web dell’Agenzia, il bilancio di Frontex per il 2014 ammonta a circa 89,2 milioni di euro. Ai sensi dell’articolo 29 del regolamento istitutivo di Frontex, le entrate dell'Agenzia sono costituite, fatte salve altre entrate, da: un contributo della Comunità iscritto nel bilancio generale dell'Unione europea (sezione «Commissione»), un contributo dei paesi terzi associati all'attuazione, all'applicazione e allo sviluppo dell'acquis di Schengen, compensi per i servizi forniti, contributi volontari degli Stati membri. Il personale impiegato da Frontex è composto da agenti temporanei, agenti contrattuali, ed esperti nazionali distaccati: secondo i dati riportati nel Programma annuale 2013, Frontex disponeva nel 2011 di 304 persone (distribuito tra le figure citate), mentre per il 2012 l’autorità di bilancio ha approvato un ammontare di 314 posti; nel 2013 sono stati approvate 318 unità di cui effettivamente impiegati 302; per il 2014 sono state proposte 317 unità (fonte Frontex). 16 Si riportano alcuni dati sull’allocazione delle risorse a disposizione dell’Agenzia nel 2013: distribuzione del fondi a disposizione di Frontex: il 66 per cento del bilancio è destinato alle attività operative. distribuzione delle spese tra le varie tipologie di attività operative di Frontex: il 46,2 per cento è destinato alle operazioni localizzate alle frontiere marine. 17 Attività dell’Agenzia (operazioni congiunte, squadre di intervento, interventi rapidi) Operazioni congiunte Il regolare controllo di frontiera è normalmente di competenza esclusiva degli Stati membri; il ruolo di Frontex si concentra invece sul coordinamento e l’impiego di esperti e attrezzature tecniche in quelle aree di confine sotto significativa pressione. Tale coordinamento si esplica attraverso lo strumento delle cosiddette operazioni congiunte, ovvero missioni, cui partecipano guardie di frontiera di diversi Stati membri, studiate e sviluppate sulla base di una analisi dei rischi che analizza il probabile futuro rischio di migrazione irregolare e la criminalità transfrontaliera lungo un settore della frontiera esterna dell'UE. Durante gli incontri annuali con gli Stati membri l'Agenzia individua tra le operazioni congiunte proposte le missioni da considerarsi prioritarie in base alla loro importanza e alle risorse disponibili al fine di assicurare una risposta efficace. Al riguardo si ricorda che ai sensi dell’articolo 3 del regolamento istitutivo di Frontex (come modificato dai regolamenti successivi citati) l'Agenzia valuta, approva e coordina le proposte degli Stati membri relative alle operazioni congiunte e ai progetti pilota, comprese le richieste degli Stati membri riguardanti circostanze che richiedono una maggiore assistenza tecnica e operativa, in particolare in caso di pressioni specifiche o sproporzionate. Inoltre l'Agenzia stessa può avviare e realizzare operazioni congiunte e progetti pilota in cooperazione con gli Stati membri interessati e di comune accordo con gli Stati membri ospitanti. Essa può inoltre decidere di mettere le proprie attrezzature tecniche a disposizione degli Stati membri che prendono parte alle operazioni congiunte o ai progetti pilota. I dettagli organizzativi delle operazioni congiunte (durata della missione, area geografica interessata, composizione e compiti dei membri delle squadre, etc) sono contenuti nei piani operativi, di norma stabiliti dal direttore esecutivo dell’agenzia e concordati con gli Stati membri ospitanti (consultati gli Stati partecipanti). Si segnala che a seguito delle modifiche introdotte al quadro giuridico di Frontex introdotte dal regolamento n. 2007/2004 il piano operativo è diventato uno strumento giuridico vincolante non solo rispetto agli interventi rapidi ma anche con riferimento a tutte le operazioni coordinate dall’Agenzia. Si ricorda che con l’adozione del regolamento (UE) n. 1168/2011 il ruolo di Frontex è stato potenziato conferendole il potere di coordinare le operazioni congiunte, nonché prevedendo l’obbligo a carico degli Stati membri (sulla base di negoziati preventivi) di fornire personale per la costituzione di squadre europee di frontiera e di mettere a 18 disposizione attrezzature tramite il Registro centralizzato delle attrezzature tecniche disponibili (CRATE), è il principale risultato raggiunto attraverso l’adozione da parte dell’Unione europea del. Si segnala infine che l'Agenzia finanzia o cofinanzia le operazioni congiunte e i progetti pilota con sovvenzioni dal proprio bilancio, conformemente alla normativa finanziaria applicabile all'Agenzia. Squadre di intervento L’Agenzia istituisce le cosiddette “squadre europee di guardie di frontiera” per il loro eventuale impiego nelle operazioni congiunte. Gli Stati membri predispongono un contingente nazionale, designando le guardie di frontiera corrispondenti ai profili richiesti. Il contributo degli Stati membri, relativamente alle loro guardie di frontiera, a operazioni congiunte e a progetti pilota specifici è programmato sulla base di negoziati e accordi annuali bilaterali tra l'Agenzia e gli Stati membri. Conformemente a tali accordi, gli Stati membri tengono a disposizione dell'Agenzia le guardie di frontiera per il loro impiego su richiesta della stessa, salvo che si trovino a far fronte a una situazione eccezionale che incide in misura sostanziale sull'adempimento dei compiti nazionali. In altre parole, l’Agenzia, insieme con il paese ospitante, opera una valutazione del numero di agenti con competenze specifiche e la quantità e il tipo di attrezzatura tecnica necessaria; Frontex poi indirizza una richiesta a tutti gli Stati membri e paesi associati Schengen per gli ufficiali necessari, specificando chiaramente i loro profili richiesti (esperti di documenti falsi, di controlli alle frontiere, esperti di sorveglianza, esperti appartenenti a unità cinofile), nonché attrezzature specifiche necessarie per l'operazione (ad esempio, elicotteri, aerei, auto di pattuglia, attrezzature, rilevatori di battito del cuore termo - vision). Il CRATE - Registro centralizzato delle attrezzature tecniche disponibili, denominato anche Toolbox, censisce le attrezzature tecniche che gli Stati membri, su base volontaria, sono disposti a fornire, per un tempo determinato, ad uno Stato membro che ne faccia richiesta per operazioni di controllo e sorveglianza delle frontiere. Frontex fornisce formazione ai membri delle squadre citate con particolare riguardo al pertinente diritto dell’Unione europea, al diritto internazionale, compresi di diritti fondamentali, e l’accesso alla protezione internazionale. Attività nel Mediterraneo centrale Secondo quanto riportato sul sito internet di Frontex, le più recenti seguenti recenti operazioni congiunte nel bacino del Mediterraneo che hanno visto l’Italia come Stato membro ospitante: “Enea”: nel mare Ionio, concernente i flussi di immigrazione irregolare provenienti dalla Turchia, Albania ed Egitto, diretti verso le coste di Puglia 19 e Calabria. Il budget della sessione di missione dal 3 giugno 2013 al 31 dicembre 2013 è risultato di oltre 2,1 milioni di euro; “Hermes”: localizzata nel mare di Sicilia, concernente i flussi provenienti da Tunisia, Libia e Algeria, in particolare verso l’isola di Lampedusa. La prima missione Hermes è stata avviata alla fine del 2011 per sostenere le autorità italiane nella gestione dell’afflusso di migranti dal Nord Africa in direzione, per lo più, di Lampedusa. L’operazione, a cui partecipano, oltre all’Italia come Stato membro ospitante, anche Francia, Malta, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Austria, Belgio, Romania e Svizzera, ha previsto il dispiegamento di unità navali ed aeree nonché l’invio di esperti, allo scopo di: fornire assistenza nell’individuazione della nazionalità dei migranti, prevenire attività criminali alle frontiere esterne UE, organizzare operazioni di rimpatrio, collaborare con le autorità italiane nell’elaborazione di analisi dei rischi. L’operazione ha coinvolto anche l’agenzia Europol. La sessione di missione iniziata il 6 maggio scorso e terminata il 31 dicembre 2013 è stata supportata con uno stanziamento di oltre 5,6 milioni di euro. Tra le operazioni congiunte alle frontiere terrestri, marittime e aeree esterne degli Stati membri sotto l’egida di Frontex si ricordano in particolare le operazioni Hubble (finalizzata all’identificazione di migranti irregolari in arrivo nei principali aeroporti europei); Hera (contrasto all’immigrazione illegale proveniente dall’Africa occidentale diretta verso le Isole Canarie); Unity (operazione alle frontiere orientali dell’UE, basata sullo scambio di informazioni tra gli Stati Membri, Federazione Russa e Repubblica di Bielorussia e dispiegamento di esperti di sorveglianza e controllo alle frontiere terrestri esterne dell’UE). Squadre di intervento rapido Si segnala infine il meccanismo per la creazione di squadre di intervento rapido (RABIT), introdotto con il regolamento (CE) n.863/2007 dell’11 luglio 2007: le squadre RABIT, costituite da guardie di frontiera appositamente distaccate, hanno il compito di fornire assistenza operativa rapida per un periodo limitato allo Stato membro che ne faccia richiesta e che si trovi a fare fronte a sollecitazioni urgenti ed eccezionali. In tal caso, su richiesta di uno Stato membro che si trovi a far fronte a pressioni urgenti ed eccezionali, specie in caso di afflusso massiccio alle frontiere esterne di cittadini di paesi terzi che tentano di entrare illegalmente nel territorio di tale Stato membro, l'Agenzia può inviare per un periodo limitato nel territorio dello Stato membro richiedente una o più squadre europee di guardie di frontiera, per la durata necessaria (articolo 8 bis). Il regolamento prevede altresì che in tali situazioni gli Stati membri comunicano immediatamente, su richiesta dell’Agenzia, il numero, i nomi e i profili delle guardie di frontiera del loro pool nazionale che possono mettere a disposizione entro cinque giorni per far parte di una squadra; gli Stati membri mettono a disposizione le guardie di frontiera su richiesta dell’Agenzia a meno che si trovino a far 20 fronte a una situazione eccezionale che incide in misura sostanziale sull’adempimento dei compiti nazionali. La squadra è costituita secondo le indicazioni contenute nel piano operativo concordato tra direttore esecutivo dell’Agenzia e Stato membro ospitante. Infine, per le guardie di frontiera che fanno parte del pool d’intervento rapido di cui all’articolo 4, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 863/2007, l’Agenzia organizza formazioni avanzate in relazione ai loro compiti e alle loro competenze, prevedendo nel programma di lavoro annuale anche esercitazioni periodiche. Attività di rimpatrio Nel mandato dell’Agenzia è inclusa anche l’attività di assistenza e, su istanza degli Stati membri partecipanti, di coordinamento o organizzazione delle operazioni congiunte di rimpatrio degli Stati membri. L'Agenzia finanzia o cofinanzia le operazioni e i progetti appartenenti a tale ambito con sovvenzioni dal proprio bilancio, ma può altresì usufruire degli strumenti finanziari dell'Unione previsti appositamente per il rimpatrio. Secondo quanto riportato nel Rapporto generale dell’Agenzia per il 2013, in tale anno nell’ambito delle operazioni congiunte sono state rimpatriate 2.152 persone (con un leggero aumento rispetto ai 2.110 del 2012); nell’ambito delle operazioni di rimpatrio congiunte organizzate dall’Italia sono stati effettuati 175 rimpatri, tutti in Nigeria. Secondo quanto riportato sul sito on line dell’Agenzia nel 2014 Frontex avrebbe coordinato tre operazioni congiunte nell’ambito delle quali l’Italia figura come Stato membro ospitante della missione, aventi ad oggetto il rimpatrio di immigrati irregolari in Nigeria, missioni supportate da stanziamenti per un ammontare complessivo di circa 740 mila euro Eurosur Sulla Gazzetta ufficiale del 6 novembre 2013 è stato pubblicato il Regolamento (UE) n. 1052/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 ottobre 2013, che istituisce il sistema europeo di sorveglianza delle frontiere (Eurosur). Tale sistema consiste in una rete di comunicazione volta a migliorare la gestione delle frontiere esterne dell'Unione europea, intensificando lo scambio di informazioni tra i Paesi europei e con l'Agenzia europea per la gestione delle frontiere Frontex. Il sistema consente la condivisione di dati, immagini e d'intelligence di varie autorità in tempo reale, compresi strumenti di sorveglianza, come satelliti o sistemi di notifica delle navi, tramite una rete di comunicazione protetta. Si ricorda che, a seguito dell’intervento degli eurodeputati, il testo (che dovrà passare al vaglio del Consiglio per l’adozione definitiva) prevede che Eurosur sia utilizzato anche per contribuire a salvare la vita dei migranti qualora si trovino in pericolo. Il testo, frutto della mediazione raggiunta tra Parlamento e Consiglio, prevede che per utilizzare Eurosur i Paesi UE debbano rispettare i diritti umani, in particolare il principio recante il divieto di 21 respingimento che non permette il rimpatrio di persone minacciate di vita o private della libertà, e il diritto alla protezione dei dati personali. Nuovo regolamento in materia di sorveglianza delle frontiere marittime Il 15 maggio 2014, il Consiglio dell’Unione europea ha adottato un regolamento recante norme per quanto riguarda la sorveglianza delle frontiere marittime esterne nel contesto della cooperazione operativa coordinata dall'Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea (Frontex). Si tratta di regole d'ingaggio comuni a tutti gli Stati membri affinché le operazioni di soccorso in mare dei migranti si svolgano secondo procedure condivise, indipendentemente dalla nazionalità delle unità impiegate. La disciplina tiene conto sia degli aggiornamenti del quadro giuridico di Frontex, sia dei principi contenuti in una recente sentenza della Corte europea dei diritto dell’uomo (causa Hirsi Jamaa e altri contro Italia) relativi alla necessità di chiarire i concetti di intercettazione e di soccorso. In particolare, la decisione della Corte di Strasburgo ribadisce l’esigenza di tutelare i diritti fondamentali dei soggetti intercettati in mare e il principio di non respingimento nelle operazioni marittime. Tale principio ha trovato accoglimento in particolare nell’articolo 4 del regolamento ai sensi del quale, tra l’altro, nessuno può, in violazione del principio di non respingimento, essere sbarcato, costretto a entrare, condotto o altrimenti consegnato alle autorità di un paese in cui esista, tra l'altro, un rischio grave di essere sottoposto alla pena di morte, alla tortura, alla persecuzione o ad altre pene o trattamenti inumani o degradanti, o in cui la vita o la libertà dell'interessato sarebbero minacciate a causa della razza, della religione, della cittadinanza, dell'orientamento sessuale, dell'appartenenza a un particolare gruppo sociale o delle opinioni politiche dell'interessato stesso, o nel quale sussista un reale rischio di espulsione, rimpatrio o estradizione verso un altro paese in violazione del principio di non respingimento. Il testo definitivo è frutto dell’accordo di compromesso raggiunto l’11 febbraio 2014 tra Parlamento europeo e Consiglio dell’Unione europea, che prevede un particolare rafforzamento della tutela dei diritti umani di migranti e richiedenti asilo. Si segnalano in particolare i seguenti elementi chiave: le operazioni di sorveglianza coordinate da Frontex dovranno comprendere procedure per garantire che le persone che necessitano di protezione internazionale, le vittime della tratta di esseri umani, i minori non accompagnati, e altre persone vulnerabili, siano identificati e adeguatamente aiutati; solo a seguito dell’identificazione sarà possibile adottare eventuali misure coercitive; le disposizioni UE sull’identificazione avranno inoltre natura obbligatoria, mentre quelle relative alle misure coercitive saranno facoltative; 22 saranno rafforzate le disposizioni volte a garantire il rispetto del principio del non respingimento, in particolare l’obbligo per le guardie di frontiera che decidano di sbarcare persone intercettate o soccorse in un paese terzo di seguire determinate procedure (ad esempio, l'identificazione, la valutazione personale, le informazioni sul luogo dello sbarco, ecc.), nonché la possibilità che il loro operato sia oggetto di ispezione; l’eliminazione dal testo originariamente proposto dalla Commissione di una disposizione che avrebbe potuto consentire operazioni di respingimento in alto mare; rimane come unica possibilità quella di "mettere in guardia e ordinare" alla la nave di non entrare nelle acque territoriali di uno Stato membro; la previsione del divieto di sanzioni penali comminate a capitani e ad equipaggi per il solo motivo di avere prestato soccorso a persone in difficoltà e di averle portate in un luogo di sicuro. 23 LE PROPOSTE DELLA TASK FORCE MEDITERRANEO E LE RECENTI DECISIONI DEL CONSIGLIO EUROPEO In seguito ai tragici naufragi di Lampedusa di settembre - ottobre 2013, anche sotto impulso del Governo italiano, il Consiglio europeo del 24 e 25 ottobre 2013 ha discusso la questione dei flussi migratori verso l’Europa, esprimendo l’intenzione di tornare sulle questioni dell’asilo e della migrazione in una prospettiva più ampia e più a lungo termine nel giugno del 2014, al momento della definizione degli orientamenti strategici per l’ulteriore programmazione legislativa ed operativa nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Il Consiglio europeo ha inoltre accolto con soddisfazione la creazione della Task Force “Mediterraneo” (TFM) volta ad individuare, “sulla base dei principi di prevenzione, protezione e solidarietà”, le azioni prioritarie per un utilizzo a breve termine più efficiente delle politiche e degli strumenti europei. La Commissione europea il 4 dicembre 2013 ha pubblicato una comunicazione che illustra le proposte elaborate in seno Task force: si tratta di trentotto azioni operative, secondo un calendario preciso indicato dalla Commissione, articolate in cinque settori: azioni in cooperazione con paesi terzi; protezione regionale, reinsediamento e rafforzamento delle possibilità di immigrazione legale in Europa; lotta contro la tratta, il traffico e la criminalità organizzata; rafforzamento della sorveglianza delle frontiere, per contribuire a migliorare il quadro situazionale marittimo e a proteggere e salvare i migranti nel Mediterraneo; assistenza e solidarietà nei confronti degli Stati membri che devono affrontare forti pressioni migratorie. Circa l’ultimo ambito di intervento citato, sono previsti finanziamenti aggiuntivi per gli Stati membri maggiormente esposti: come accennato, all’Italia a seguito dell’emergenza di Lampedusa di ottobre 2013 sono stati destinati finanziamenti fino a 30 milioni di euro. Per altri Stati membri sono stati stanziati circa 20 milioni di euro al fine di affrontare la crescente pressione a livello dell’UE e la conseguente insufficienza delle capacità nazionali. La Commissione europea ha inoltre previsto la possibilità che gli Stati membri particolarmente interessati a flussi di migranti e richiedenti asilo possano chiedere assistenza, “se opportuno”, al meccanismo europeo di protezione civile (EUCPM). Inoltre, ferma restando, in base al Regolamento Dublino, la responsabilità dello Stato membro competente all’esame e valutazione della domande di asilo, la Commissione ha preannunciato un progetto pilota da parte dell’Ufficio europeo di supporto all’asilo (EASO) che dovrebbe aiutare gli Stati membri nella gestione delle domande di asilo. 24 Il Consiglio dell’Unione europea del 6-7 giugno 2014 ha preso atto del rapporto preparato dalla Commissione europea circa l'attuazione delle azioni concepite in seno alla Task Force Mediterraneo. Il rapporto presenta lo stato dell’arte dei programmi finanziati dall’Ue in materia di asilo, gestione delle frontiere e dell’immigrazione irregolare Infine il Consiglio europeo del 26-27 giugno 2014, particolarmente incentrato sulla definizione delle linee strategiche per i prossimi anni nei settori Giustizia e Affari interni, ha tra l’altro indicato alcuni obiettivi in materia di immigrazione e asilo. In particolare secondo le conclusioni del Consiglio citato, occorrono: • il potenziamento e l’espansione dei programmi di protezione regionale, in particolare nelle vicinanze delle regioni di origine, in stretta collaborazione con l'UNHCR; aumento dei contributi a favore degli sforzi di reinsediamento a livello mondiale, considerando in particolare l'attuale protrarsi della crisi in Siria; • una lotta più incisiva contro il traffico e la tratta di esseri umani, incentrandosi sui paesi e le rotte prioritari; • l’istituzione di un'efficace politica comune di rimpatrio e applicazione degli obblighi in materia di riammissione di cui agli accordi con i paesi terzi; • la piena attuazione "Mediterraneo". delle azioni individuate dalla task force Per quanto riguarda specificamente la gestione delle frontiere esterne comuni, il Consiglio europeo ha altresì concluso indicando come orientamenti generali: • la modernizzazione della gestione integrata delle frontiere in particolare mediante il sistema di ingresso/uscita e il programma per viaggiatori registrati (strumenti tuttora all’esame delle istituzioni UE), con il sostegno della nuova agenzia per i sistemi IT su larga scala (eu-LISA); • il rafforzamento di Frontex in particolare per sostenere gli Stati membri esposti a forte pressione alle frontiere esterne, e aumentare la reattività ai rapidi sviluppi dei flussi migratori, avvalendosi pienamente del nuovo sistema europeo di sorveglianza delle frontiere EUROSUR; Il sistema di sorveglianza delle frontiere Eurosur, istituito dal 2013, consiste in una rete di comunicazione al fine di intensificare lo scambio di informazioni tra i Paesi europei e con l'Agenzia europea per la gestione delle frontiere Frontex. Il sistema consente la condivisione di dati, immagini e d'intelligence di varie autorità in tempo reale, compresi strumenti di sorveglianza, come satelliti o sistemi di notifica delle navi, tramite una rete di comunicazione protetta. Il regolamento istitutivo prevede che Eurosur sia utilizzato anche per contribuire a salvare la vita dei migranti qualora si trovino in 25 pericolo e che per suo utilizzo i Paesi UE debbano rispettare i diritti umani, in particolare il principio recante il divieto di respingimento che non permette il rimpatrio di persone minacciate di vita o private della libertà, e il diritto alla protezione dei dati personali; • la possibilità, nel contesto dello sviluppo a lungo termine di Frontex, di istituire un sistema europeo di guardie di frontiera per migliorare le capacità di controllo e di sorveglianza alle frontiere esterne. A seguito dell’intensificarsi degli sbarchi presso le coste italiane, nonché di ulteriori tragici episodi di perdita di vite umane nelle acque del Mediterraneo centrale accaduti nel mese di giugno 2014, i ambito UE sono stati annunciati alcuni interventi volti a sostenere gli Stati esposti (in particolare l’Italia) ai flussi irregolari attraverso Mediterraneo. In particolare si segnala che fonti vicine a Jean-Claude Juncker (riportate sui maggiori organi di informazione), avrebbero indicato che il prossimo Presidente designato della Commissione starebbe pensando di inserire nella sua squadra per il nuovo Esecutivo Ue un Commissario ad hoc, dedicato alla questione delle migrazioni e della mobilità (allo stato competenze specifiche del Commissario agli Affari interni), annunciando altresì che la questione dovrebbe essere dibattuta dopo il 16 luglio giorno in cui il Presidente designato dai 28 Stati membri dovrebbe ricevere l’investitura formale dal Parlamento europeo. Si ricorda inoltre che secondo quanto annunciato il 30 giugno 2014 dalla Commissaria Malmström la Commissione europea starebbe preparando un piano UE contro il traffico di migranti, con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, in particolare Europol e Frontex, e concentrandosi su azioni prioritarie in collaborazione con i principali paesi terzi interessati (il progetto sarebbe finalizzato in particolare a combattere le reti criminali coinvolte in tale attività illecita). La Commissaria uscente ha altresì annunciato che la Commissione europea starebbe attualmente mettendo a disposizione dell'Italia 4 milioni di euro nel quadro dell’assistenza all’emergenza, e che sta cercando ulteriori modalità per contribuire, nell'ambito delle risorse disponibili, al finanziamento degli sforzi italiani nell’ospitalità dei migranti e dei rifugiati. La Commissaria ha infine ribadito l’invito agli Stati membri a contribuire a fornire posti di reinsediamento dei rifugiati in Europa, direttamente dai campi profughi nei paesi terzi, nel quadro dei programmi in corso svolti dall'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, ciò al fine proprio di evitare a tali persone vulnerabili di mettere la loro vita nelle mani dei trafficanti, per cercare di raggiungere le coste europee e di ottenere la protezione internazionale.
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