5.3 Osho e il Counseling

OSHO PARLA DEL COUNSELING
Prima di tutto si deve andare oltre la mente, questo è il requisito di base, perché solo in
questo modo è possibile vederne le funzioni, le sue sottili attività, i suoi angoli più oscuri.
Dalla vetta della non-mente tutta la valle si apre davanti a te e tu sei un semplice testimone,
un testimone obiettivo.
La non-mente non è contrapposta alla mente. La non-mente è al di là dalla mente: è una
chiarezza, un silenzio, che possono darti la più profonda intuizione sulla mente. Puoi
scorrerne tutti gli strati; ma questo è possibile solo stando sul punto più alto.
Qual è lo scopo di un percorso di Counseling?
Semplicemente quello di renderti cosciente dei modelli innaturali che hai sviluppato nel tuo
essere.
Ti aiuta a farti vedere l’innaturalità della tua vita. e vedendola, comincia a dileguarsi.
Vederla, è annullarla, perché una volta che hai visto qualcosa di innaturale nel tuo essere,
non puoi persistere a lungo nel tuo comportamento.
E nel vedere qualcosa di innaturale, hai anche sentito cosa sia naturale, anche se la
percezione è ancora vaga, nebulosa.
Ciò che è chiaro è che hai visto che esiste in te qualcosa di innaturale e scoprendo
l’innaturale, puoi percepire anche ciò che è naturale.
Vedendo l’innaturale non puoi più dargli il tuo appoggio, la tua cooperazione.
Lo scopo è quindi farti capire dove sei, cosa hai fatto di te stesso; quanto male ti sei fatto e
continui a farti, quali ferite crei nel tuo essere.
Su ciascuna di quelle ferite c’è la tua firma: questo è lo scopo del Counseling.
Renderti consapevole di aver apposto la tua firma.
Farti vedere che tu hai firmato, che non è stato nessun altro a farlo, che tutte le catene che ti
imprigionano le hai create tu, sono opera tua, nessuno te le sta imponendo.
Se vedi questo, cioè “io sto creando la mia prigione”, per quanto tempo potrai tenerla in vita?
Se vuoi viverci va bene , ma sii consapevole che è una tua scelta, non dare la responsabilità
a nessun altro.
Freud è uno dei pessimisti più grandi: dice che l’uomo non ha speranza, perché nell’infanzia
gli è stato imposto un modello e quel modello si è assestato definitivamente, per cui continui a
ripetere lo stesso schema di comportamento.
Ancora una volta, la responsabilità viene respinta. In questo caso i tuoi genitori sono i
responsabili, e anche loro non possono farci nulla, perché a loro volta danno la responsabilità
ai loro genitori, e così via.
Il Counseling serve a renderti consapevole che ne Dio, ne la società, ne i tuoi genitori sono
responsabili. E questo martellare è importantissimo, perché quando hai capito che sei tu che
fai del male a te stesso, le porte si aprono,c’è speranza, qualcosa diventa possibile.
La rivoluzione diventa possibile attraverso la responsabilità individuale.
Puoi trasformarti, lasciar cadere tutti i vecchi modelli che non sono il tuo destino, ma se tu li
accetti come il tuo destino, lo diventano. Il problema è tutto qui: dare loro appoggio oppure
no!
E ricorda: non sto dicendo che i genitori non hanno fatto niente, che la società non ha fatto
niente, anzi hanno fatto moltissimo!! I genitori, l’educazione, i preti hanno fatto molto.
Tuttavia, alla fine di tutto la chiave è comunque sempre nelle tue mani.
Puoi liberarti di tutti i condizionamenti, puoi cancellare qualsiasi cosa perché la tua
consapevolezza, nel suo centro più profondo, resta sempre libera.
“responsabilità” è la parola chiave del processo di Counseling.
Nessuno vuole assumersi la responsabilità, perché fa male; il riconoscere che “io sono la
causa della mia miseria” ferisce profondamente.
Se possiamo dare la colpa a qualcun’altro, si può accettare. Ma se io sono la causa allora il
mio orgoglio, il mio ego viene ferito
“ nessuno è responsabile, tranne te”: è una delle verità più difficili da accettare.
Ma una volta accettata, porta una grande libertà, crea uno spazio immenso.
Grazie a questa comprensione, ti si aprirà immediatamente un’altra possibilità: “se sono il
responsabile, allora posso cambiare, sennò come posso farlo?”
La mente stessa è il problema. Puoi rimuovere un problema quando lo comprendi, ed è molto
costoso, ma la mente continua ad esistere e creerà un nuovo problema, più complicato di
quello appena risolto.
Da solo il Counseling non basta per annullare la mente.
La Meditazione invece è qualcosa di completamente diverso, è un salto al di fuori della
mente. È una dimensione totalmente diversa: non fai altro che osservare la mente e nell’
osservarla, ne esci. E piano piano, la mente con tutti i suoi problemi, scompare. La mente è il
tuo unico problema, tutti gli altri non sono che ramificazioni della mente. La Meditazione
recide la mente proprio alle radici.
L’occidente ha vissuto con la mente, l’oriente è vissuto al di là della mente . Per questo i loro
problemi sembrano essere così diversi.
L’occidente è rimasto totalmente centrato sulla mente; i temi fondamentali del pensiero
occidentale sono stati la materia e la mente: la materia è la realtà, la mente è solo un suo
derivato. Al di là della mente non c’è niente.
L’oriente non si è mai preoccupato della mente, non l’ha proprio considerata, l’ha ignorata
totalmente; in oriente la materia è illusoria e la mente è un derivato delle tue illusioni, delle tue
proiezioni, dei tuoi sogni. La tua realtà è al di là della materia e della mente; la materia ha una
realtà relativa, non è del tutto reale, lo è solo relativamente, la mente è assolutamente irreale
e l’anima è assolutamente reale.
La Meditazione ignora semplicemente la mente. Essa scavalca la mente, va al di là della
mente e una volta che è andata aldilà della mente acquista un potere di gran lunga superiore.
E in quello spazio oltre la mente, il dolore non è mai entrato. La beatitudine è semplicemente
ciò che esiste oltre la mente.
Non dovete interferire con la vostra mente, limitatevi ad osservare, a essere testimoni.
Per interferire dovete essere presenti; per interferire, per lottare, dovete restare dentro la
mente. Non occorre lottare, ne occorre interferire: tutto ciò che serve è il distacco.
Tutte le religioni hanno ferito l’orgoglio delle persone credendo di aiutarle: la loro idea fissa è
quella di aiutarvi, altrimenti vi perdereste.
Non hanno fiducia nella vostra libertà e non hanno rispetto della vostra dignità.
Vi hanno ridotti veramente male e non c’è neppure una persona che obietta quando Gesù
dice: “voi siete le pecore e io sono il pastore”.
Non possono essere state che delle pecore se nessuno si è mai alzato in piedi per
rispondere: ”questo è troppo! Ti sei messo su un piedistallo così alto e ci chiami anche
pecore: ci stai perfino degradando da esseri umani!”
Socrate è sicuramente stato avvelenato a causa dei suoi discorsi rivoluzionari che alla
vecchia generazione di greci hanno fatto paura: la sua influenza sulla gioventù ha spaventato
il potere all’idea che se ne sarebbero dovuti andare e lasciarlo a lui.
Un uomo che era contro la tradizione, contro Dio, contro inferno e paradiso, contro ogni tipo
di idiozia e che insisteva su un’unica cosa: la verità, affermando che questa verità è negli
esseri umani, non nelle sacre scritture, non in un salvatore e neppure in un messaggero di
Dio.
Il ruolo del Counselor è qualcosa di molto delicato e complesso.
Anzitutto, il Counselor soffre degli stessi problemi che sta cercando di curare negli altri.
Egli è solo un tecnico, non un maestro.
Come prima cosa non dobbiamo pensare quindi di aiutare gli altri, di essere dei salvatori, dei
maestri (il nostro ego dobbiamo tenerlo a bada).Invece della parola “aiuto” usiamo la parola
“condivisione”.
Condividi le tue intuizioni, qualunque esse siano. Chi ti trovi davanti non è inferiore a te, forse
solo un po’ meno consapevole di te.
Se vuoi gonfiare il tuo ego, dovrai farlo a scapito dell’ego altrui: se assumi il ruolo di colui che
aiuta, la persona che viene aiutata non ti perdonerà mai, hai ferito il suo orgoglio, il suo ego,
anche se non era nelle tue intenzioni.
Ma non puoi gonfiare il tuo ego senza ferire gli altri: il tuo ego, diventato più grosso, ha
bisogno di maggior spazio e gli altri devono ridurre il loro, devono ridurre la loro personalità.
Cerca di essere una persona autenticamente amorevole, ama le persone che ti troverai
davanti e sii uno di loro, non più in alto o più santo.
Chiarisci bene questo concetto fin dall’inizio: “ queste sono le tecniche che ho imparato, a cui
ho aggiunto un po’ della mia esperienza, e queste mie conoscenze le vorrei condividere con
te e vorrei che tu condividessi con me le tue di conoscenze”.
Inoltre, anche voi imparate sempre qualcosa mentre ascoltate i problemi delle persone che si
trovano in difficoltà, che soffrono di fragilità umana, esattamente come te.
Senza condanna, quindi ma con grande amore, aiutali ad aprirsi: e questo è possibile solo se
tu stesso ti apri.
Crea un’atmosfera ricca d’amore, nella quale la gente possa aprire il proprio inconscio
represso, senza alcuna paura di essere derisa.
E se puoi sostenere le persone con alcune idee, intuizioni o osservazioni, ok.
La prima funzione del Counselor è quella di aprire il proprio cuore, dimostrando che anche lui
è umano, tanto quanto i suoi clienti, che soffre delle stesse debolezze, ha le stesse brame, lo
stesso desiderio di potere, di denaro.
Che soffre di angoscia, ansia, ha paura della morte.
Apri il tuo cuore totalmente: questo aiuterà gli altri a fidarsi di te, perché tu non fingi.
La fiducia nasce da sola, non può essere richiesta, non si deve fare niente per ottenerla:
basta essere disponibili, al momento giusto, nel posto giusto.
Nessuno ti può salvare all’infuori di te stesso: aiutare è possibile ad una condizione, che arrivi
con amore, con gratitudine, perché i tuoi clienti hanno avuto fiducia in te e ti hanno aperto il
loro cuore.
Il Counselor deve saper creare valori affermativi, vivendoli egli stesso, andando verso i silenzi
del suo cuore.
Quanto più profondamente sei con te stesso, tanto più profondamente puoi raggiungere gli
altri; se capisci il tuo essere, potrai capire qualsiasi altro essere.
E poi capisci che anche tu sei stato sciocco, che anche tu hai sbagliato molte volte, hai
commesso errori contro te stesso e contro gli altri, e questa tua consapevolezza renderà
consapevoli gli altri.
Dominare è dominare, sia che tu lo faccia con gli altri, sia che tu lo faccia con te stesso. Non
sono due cose separate. Se stai dominando te stesso, in modi sottile stai dominando gli altri.
Il primo dominio che devi lasciar perdere non è quello sugli altri, ma quello su te stesso.
Un Sannyasin, è colui che inizia a cercare nella sua soggettività, dal suo interno e diventa
consapevole di tesori incredibili, inesauribili.
Solo allora smetterai di dominare te stesso e gli altri: non c’è ne affatto bisogno.
Da quel momento, tutto il tuo sforzo sarà teso a rendere consapevole ognuno della propria
individualità, della propria libertà, delle proprie sorgenti inesauribili di beatitudine, di
appagamento, di pace.
Per me, se il Counseling prepara il terreno alla Meditazione, è una cosa che va bene.
Ma il Counseling in sé è incompleto: perfino un Counselor perfetto non è che il primo gradino.
Senza il secondo, il primo rimane privo di significato. Lascia quindi i clienti al punto in cui
cominciano a muoversi verso la Meditazione.
Crea nei loro cuori una profonda aspirazione verso la Meditazione e dì loro che anche la
Meditazione è solo un gradino, il secondo.
Il Counseling non dovrebbe essere altro che un’apertura alla Meditazione, allora ha un valore
inestimabile.
Dal mio punto di vista, la mente in quanto tale è malata. A meno che tu non ne venga fuori,
non puoi aiutare la tua povera mente a rinsavire: sei troppo identificato con lei.
Non essere identificato con la mente, è la via più breve per raggiungere il tuo Essere, e il tuo
Essere è sempre sano, non sa neppure cosa sia la malattia. Non può saperlo, non è nella sua
natura.
Così come la mente non può conoscere la pace, il tuo essere non può conoscere tensioni,
ansie, angoscia.
Il problema non è curare la mente, il problema è spostare la tua intera energia, la tua intera
prospettiva esistenziale, dalla mente all’essere.
La Meditazione ti aiuta a operare questo spostamento incredibile della tua attenzione, della
tua consapevolezza.
La Meditazione è solo una tecnica per raggiungere lo stato dell’estasi, lo stato do ebbrezza
divina. È una tecnica semplice, ma la mente la rende molto complicata. La mente deve
renderla molto complicata e difficile, in quanto le due realtà non possono coesistere.
La Meditazione è la morte della mente, naturalmente la mente si oppone ad ogni sforzo teso
verso la Meditazione.
E se perseveri, senza ascoltare la mente, essa è abbastanza intelligente e furba da darti false
direzioni e dare loro il nome di Meditazione.
La Meditazione inizia con l’essere separati dalla mente, dall’essere un testimone.
Questo è l’unico modo di separarti da qualsiasi cosa.
L’osservazione è la chiave della Meditazione. Osserva la tua mente, non fare nulla, limitati ad
osservare qualsiasi cosa faccia la mente. Non disturbarla, non prevenirla, non reprimerla,
limitati ad essere un osservatore. E il miracolo dell’osservare, è Meditazione.
Allorché ti limiti ad osservare, piano piano la mente si svuota di pensieri; ma non ti
addormenti, anzi, divieni più sveglio, più consapevole.
E con lo svuotarsi della mente, la tua energia diviene una fiamma di risveglio. Questa fiamma
è il risultato della Meditazione; per cui si può dire che la Meditazione è un altro nome per
designare l’osservazione, l’essere testimone, il guardare libero da qualsiasi giudizio e da
qualsiasi valutazione.
Allorché la mente è assolutamente assente, per la prima volta diventi consapevole di te
stesso, perché la stessa energia che era assorbita dalla mente, non trovandola più si ribalta
su se stessa.
Ricorda che l’energia è movimento costante e quando si volge all’interno, porta con se una
gioia infinita, una delizia orgasmica.
Osho Rajneesh