10808/14 - consilium

CONSIGLIO
DELL'UNIONE EUROPEA
Bruxelles, 16 giugno 2014
10808/14
UEM 260
ECOFIN 648
SOC 499
COMPET 401
ENV 600
EDUC 237
RECH 296
ENER 304
JAI 498
NOTA
del:
al:
n. prop. Comm.:
Oggetto:
Segretariato generale
Comitato dei rappresentanti permanenti/Consiglio
10524/14 EIM 188 ECOFIN 566 SOC 434 COMPET 340 ENV 531 EDUC
178 RECH 237 ENER 241 JAI 419 - COM(2014) 401 final
Raccomandazione di RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO
sull’attuazione degli indirizzi di massima per le politiche economiche degli
Stati membri la cui moneta è l’euro
Si allega per le delegazioni il progetto di raccomandazione del Consiglio in oggetto, riveduto e
approvato da vari comitati del Consiglio, basato sulla proposta della Commissione
COM (2014) 401 final.
________________________
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RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO
del
sull’attuazione degli indirizzi di massima
per le politiche economiche degli Stati membri
la cui moneta è l’euro
IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in particolare l’articolo 136 in combinato
disposto con l’articolo 121, paragrafo 2,
visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della
sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle
politiche economiche 1, in particolare l’articolo 5, paragrafo 2,
visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del
16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici 2, in particolare
l’articolo 6, paragrafo 1,
1
2
GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.
GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.
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vista la raccomandazione della Commissione europea,
viste le conclusioni del Consiglio europeo,
visto il parere del comitato economico e finanziario,
visto il parere del comitato di politica economica,
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considerando quanto segue:
(1)
L’attuale contesto economico della zona euro è caratterizzato da una ripresa economica
graduale ma tuttora fragile. Nel corso del 2013 e all’inizio del 2014 l’inflazione della zona
euro è nettamente scesa e dovrebbe salire soltanto molto gradualmente nel periodo oggetto
delle previsioni, di riflesso all’attuale ristagno nonché all’aggiustamento dei prezzi relativi
in atto nelle economie vulnerabili e al precedente apprezzamento del tasso di cambio
dell’euro. Inoltre, benché la ripresa stia allargandosi a una base più ampia, restano rilevanti
le divergenze tra gli Stati membri la cui moneta è l'euro ("Stati membri della zona euro").
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(2)
La zona euro è più della mera somma dei membri che la compongono: la crisi economica e
finanziaria ha messo chiaramente in luce le strette interrelazioni al suo interno e ha
sottolineato l’esigenza che gli Stati membri della zona euro coordinino in modo più saldo
le politiche finanziarie, strutturali e di bilancio per assicurare una linea politica coerente
nella zona euro nel suo complesso. Il 2 marzo 2012, con la firma del trattato sulla stabilità,
sul coordinamento e sulla governance nell’Unione economica e monetaria, gli Stati
membri della zona euro si sono impegnati ad attuare una serie di ampie riforme politiche e
un coordinamento delle politiche. L’entrata in vigore dei cosiddetti regolamenti "twopack" 1 nel 2013 ha ulteriormente approfondito il coordinamento delle politiche
economiche e di bilancio nella zona euro. Gli Stati membri della zona euro hanno la
specifica responsabilità di dare efficacemente attuazione al nuovo quadro di governance.
Occorrono a tal fine una più forte pressione tra pari a sostegno dell’attuazione delle riforme
sul piano nazionale e della prudenza in materia di bilancio, una valutazione più profonda
delle riforme nazionali nell’ottica della zona euro, l’internalizzazione delle potenziali
ricadute e lo stimolo a attuare le politiche particolarmente importanti per il buon
funzionamento dell’Unione economica e monetaria. È inoltre necessaria un'appropriata
comunicazione sulla strategia relativa alla zona euro.
1
Regolamento (UE) n. 472/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2013,
sul rafforzamento della sorveglianza economica e di bilancio degli Stati membri nella zona
euro che si trovano o rischiano di trovarsi in gravi difficoltà per quanto riguarda la loro
stabilità finanziaria (GU L 140 del 27.5.2013, pag. 1); regolamento (UE) n. 473/2013 del
Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2013, sulle disposizioni comuni per il
monitoraggio e la valutazione dei documenti programmatici di bilancio e per la correzione dei
disavanzi eccessivi negli Stati membri della zona euro (GU L 140 del 27.5.2013, pag. 11).
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(3)
Dato l’alto grado di interdipendenza tra gli Stati membri della zona euro, l’attuazione di
riforme strutturali può provocare ricadute consistenti di cui occorre tener conto per
garantire un impianto e un’attuazione ottimali delle politiche nei singoli Stati membri della
zona euro e nella zona nel suo complesso. Un’azione più concertata nell’attuazione delle
riforme, ad esempio, favorirebbe la necessaria convergenza tra Stati membri. A tal
proposito, sono di cruciale importanza una discussione preliminare dei piani di riforma
degli Stati membri della zona euro a partire dalle pratiche esistenti e un’effettiva
applicazione della procedura per gli squilibri macroeconomici.
(4)
Una delle grandi sfide politiche che incombe sulla zona euro è ridurre il debito pubblico
mediante il perseguimento di politiche di bilancio differenziate e favorevoli alla crescita, al
tempo stesso rafforzando il potenziale di crescita della zona e affrontando le conseguenze
sociali della crisi. Grazie agli sforzi di risanamento profusi negli ultimi anni, la situazione di
bilancio della zona euro è migliorata, ma per vari Stati membri della zona euro resta
comunque necessario perseverare nell’aggiustamento di bilancio per diminuire gli
elevatissimi livelli del debito. Tutti gli Stati membri della zona euro dovrebbero migliorare la
qualità delle finanze pubbliche nell’intento di promuovere la produttività e l’occupazione.
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(5)
Gli investimenti nella zona euro, diminuiti drasticamente nella fase iniziale della crisi, non
sono ancora risaliti alla loro media a lungo termine. La fiacchezza degli investimenti è
dovuta all’effetto combinato di riduzione dell’indebitamento nel settore privato,
frammentazione finanziaria e necessario sforzo di risanamento di bilancio con conseguente
calo degli investimenti pubblici. Per sostenere la ripresa e favorire la crescita potenziale è
essenziale aumentare gli investimenti nelle infrastrutture e nelle competenze. Gran parte
dell’investimento deve provenire dal settore privato, ma le autorità pubbliche possono
svolgere un ruolo importante instaurando le condizioni di supporto.
(6)
Il flusso del credito verso l’economia reale resta debole nella zona euro e alta è ancora la
frammentazione dei mercati finanziari nonostante le minori pressioni che pesano sul debito
sovrano. L’accesso al credito, che resta problematico in molti Stati membri, in particolare
per le piccole e medie imprese, rischia di pregiudicare la ripresa economica. Ne consegue
l’esigenza di intervenire per ripristinare i flussi del credito, approfondire i mercati dei
capitali e promuovere il finanziamento a lungo termine dell’economia. Al fine di
individuare le restanti sacche di vulnerabilità e instillare fiducia nel settore bancario nel
suo complesso, gioverebbero interventi quali il completamento del risanamento dei bilanci
delle banche, la prosecuzione, ove necessaria, del rafforzamento delle riserve di capitale
proprio, le revisioni della qualità degli attivi e le prove di stress. Sono stati compiuti
progressi significativi in relazione all’Unione bancaria, in particolare con l’istituzione del
meccanismo di vigilanza unico e con l’accordo sul meccanismo di risoluzione unico.
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(7)
La crisi finanziaria ha fatto emergere alcune falle nell’architettura dell’Unione economica e
monetaria. Al fine di lanciare il dibattito europeo al riguardo, il 28 novembre 2012 la
Commissione ha presentato il piano per un’Unione economica e monetaria autentica e
approfondita. Il 5 dicembre 2012 il presidente del Consiglio europeo, in stretta
collaborazione con il presidente della Commissione europea, il presidente dell’Eurogruppo
e il presidente della Banca centrale europea, ha presentato una relazione che sviluppa
diverse idee tratte dal piano della Commissione e che comprende un calendario e un
processo per fasi verso il completamento dell’Unione economica e monetaria. Il
Parlamento europeo si è espresso al riguardo con la risoluzione del 20 novembre 2012. Da
allora sono state avviate iniziative rilevanti. Nel dicembre 2013 il Consiglio europeo si è
pronunciato ulteriormente in merito. L’ulteriore sviluppo dell’Unione economica e
monetaria comporterà un approccio a tappe in cui si combinino disciplina e solidarietà. I
cosiddetti "six pack" 1 e "two pack" prevedono che si proceda entro il 2014 a un primo
riesame dell'attuazione degli atti di cui constano,
1
Regolamento (UE) n. 1177/2011 del Consiglio, dell'8 novembre 2011, che modifica il
regolamento (CE) n. 1467/97 per l’accelerazione e il chiarimento delle modalità di
attuazione della procedura per i disavanzi eccessivi (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 33);
direttiva 2011/85/UE del Consiglio, dell’8 novembre 2011, relativa ai requisiti per i quadri
di bilancio degli Stati membri (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 41); regolamento (UE)
n. 1173/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, relativo
all’effettiva esecuzione della sorveglianza di bilancio nella zona euro (GU L 306 del
23.11.2011, pag. 1); regolamento (UE) n. 1174/2011 del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 16 novembre 2011, sulle misure esecutive per la correzione degli squilibri
macroeconomici eccessivi nella zona euro (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 8); regolamento
(UE) n. 1175/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, che
modifica il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio per il rafforzamento della
sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle
politiche economiche (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 12); regolamento (UE) n. 1176/2011
del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la
correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).
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RACCOMANDA che, fatte salve le competenze del Consiglio in materia di coordinamento delle
politiche economiche degli Stati membri, con particolare riferimento al coordinamento delle
politiche economiche nell’ambito dell’Eurogruppo, nel periodo 2014-2015 gli Stati membri della
zona euro adottino provvedimenti individuali e collettivi finalizzati a:
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1.
promuovere e monitorare, in stretta collaborazione con la Commissione, l’attuazione delle
riforme strutturali nei settori più rilevanti per un corretto funzionamento della zona euro al
fine di favorire la crescita e convergenza e l'aggiustamento degli squilibri interni ed esterni;
valutare e incoraggiare i progressi nella concretizzazione degli impegni di riforma negli
Stati membri della zona euro che presentano squilibri eccessivi e nell'attuazione della
riforma negli Stati membri della zona euro con squilibri che richiedono un intervento
risoluto, al fine di limitare le ricadute negative nel resto della zona euro; promuovere nei
paesi con consistenti avanzi delle partite correnti adeguate politiche intese a contribuire
alle ricadute positive; tenere periodicamente discussioni tematiche sulle riforme strutturali
dei mercati del lavoro e dei prodotti che comportano effetti potenzialmente consistenti di
ricaduta, incentrandole sulla riduzione dell’elevato cuneo fiscale sul lavoro e sulla riforma
dei mercati dei servizi;
2.
coordinare le politiche di bilancio degli Stati membri della zona euro collaborando
strettamente con la Commissione, in particolare nella valutazione dei documenti
programmatici di bilancio, per assicurare che l’intera zona euro si attenga in tema di
bilancio a una linea coerente e favorevole alla crescita; migliorare la qualità e la
sostenibilità delle finanze pubbliche attribuendo la priorità agli investimenti materiali e
immateriali a livello nazionale e dell'UE; assicurare la solidità dei quadri di bilancio
nazionali, compresi i consigli nazionali per le finanze pubbliche;
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3.
assicurare la resilienza del sistema bancario, in particolare intervenendo opportunamente
nella scia della revisione della qualità degli attivi e delle prove di stress, nonché dando
attuazione alla normativa sull’Unione bancaria e portando avanti gli ulteriori lavori previsti
nel corso del periodo di transizione verso il meccanismo di risoluzione unico; stimolare gli
investimenti del settore privato e aumentare il flusso del credito verso l’economia agendo
per migliorare l’accesso delle piccole e medie imprese ai finanziamenti, approfondendo i
mercati dei capitali e rilanciando il mercato delle cartolarizzazioni, sulla base delle
proposte e del calendario previsti dalla comunicazione della Commissione sul
finanziamento a lungo termine dell’economia europea;
4.
portare avanti i lavori sull’approfondimento dell’Unione economica e monetaria e
concorrere, in occasione dei riesami previsti per fine 2014, al miglioramento del quadro di
sorveglianza economica.
Fatto a Bruxelles, il
Per il Consiglio
Il presidente
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