ESTRATTI RASSEGNA STAMPA “POLLICINO” Dalla Romagna un nuovo omaggio alle “fiabe scure” dei Fratelli Grimm ed ai loro percorsi iniziatici seguendo, Propp alla mano, il filo rosso della Paura che aiuta i bambini a salvarsi in un mondo di adulti crudeli, spesso assassini per fame della loro stessa prole. E’ il caso di questo “Pollicino” di Accademia Perduta, riscritto da Marcello Chiarenza, dipanando la storia anche con l’uso dei suoi magici oggetti di scena: case di bambola sospese e minuscole teleferiche, piumini che ricordano alberi innevati, cassetti che prendono fuoco, la ferocia dell’Orco evocata dalle mandibole di un teschio di vacca. […] Una sfida, un elogio alla creatività raccolto da Marcello Chiarenza che si conferma il più fantasioso e fertile artista del nostro teatro di figura; e dal bravissimo Casadio narratore, attore impegnato in più parti e manipolatore a vista di oggetti di scena. Nico Garrone – La Repubblica Un’atmosfera cupa come i timori atavici della storia è ravvivata dalle trovate visive che puntano sull’essenzialità degli oggetti e dei simboli scenici. La casetta illuminata della pover famigliola, i fatidici sassolini disposti accanto ai rametti che fungono da bosco, una neve di piume, un teschio di bovino dalle fauci bramose per indicare l’Orco, compongono l’apparato strumentale dell’attore Claudio Casadio, solo sul palco a dare vita, corpo e anima a tutta la rappresentazione. Cronaca di Roma – Il Tempo Uno spettacolo essenziale e per questo particolarmente suggestivo, realizzato da una delle compagnie di tetro per bambini e giovani più serie del momento, vincitrice quest’anno di due premi Eti Stregagatto, uno per I musicanti di Brema e l’altro per il miglior festival di Teatro Ragazzi. Casadio, orecchie grandi sotto il cappellino di lana e volto da scugnizzo, ben impersona l’apparentemente innocuo fratellino, ultimo e piccolo, <<piccolo come il dito grosso, il pollice>>. […]L’abilità dell’attore e la suggestione delle immagini, costruite con pochi ma evocativi oggetti, creano dei momenti particolarmente intensi… quando cade la neve e gli uccelli volano via dagli alberi a beccare le briciole, quando l’orco, rappresentato da un grosso teschio animale, muove la mascella divaricando le fauci in una danza macabra. La crudeltà dei genitori, il terrore dell’ignoto, il buio e il mostro, tutti gli elementi orrorifici della fiaba tradizionale sono mostrati con delicatezza ma senza mezze misure… e lo spettacolo sembra perpetuare, pur con leggerezza, il senso del racconto come momento di iniziazione alla vita, guida alla crescita. Sabrina Lombardi – Inscena Per un bimbo, il nonno che gli racconta una favola è già spettacolo. Se è poi un attore narratore a raccontarla dal palcoscenico con il supporto di oggetti molto evocativi, allora la suggestione sale alle stelle. E’ quanto accaduto al Piccolo Eliseo di Roma per la rappresentazione di Pollicino. Il racconto si caricava di originali effetti scenici che esaltavano i valori sottesi all’immortale fiaba di Perrault. La singolarità di questo caso è nel concentrare l’azione su un attore solo, Claudio Casadio, il quale realizza […] un Pollicino che potrebbe considerarsi “teatro povero” ma in realtà nasce da una raffinata condensazione del racconto chiamando in causa la fantasia dello spettatatore piccino, con mezzi semplici ed elaboratissimi. Toni Colotta – www.cinematografo.it
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