Gated communities in Sardegna: una proposta di analisi Manuela Porcu Dipartimento di Giurisprudenza Università di Cagliari [email protected] XXVIII convegno SISP, Perugia, 11-13 settembre 2014 Sezione: Metodologia della ricerca Panel: Studiare la dimensione spaziale. Ricerche e riflessioni metodologiche Chair: Paolo Costa. Discussant: Marco Castrignanò 1. Gated communities in Italia Nei rari riferimenti alla presenza di comprensori sicurizzati nel contesto italiano, è opinione diffusa che si tratti di un fenomeno circoscritto e non particolarmente degno di nota. Gli esempi riscontrabili non sono numericamente significativi o sono addirittura nulli; per alcuni l’Italia rientrerebbe tra i contesti «without gated communities» (Cséfalvay, Webster, 2012: 299; Quarta, 2009), per altri lo sviluppo del fenomeno sarebbe recente, tant’è che per la prima gated community bisognerebbe attendere il 2011 con l’edificazione di Cascina Vione nei pressi di Milano (Ciulla, 2011; Deriu, 2011). Nel nostro paese sarebbero presenti forme di sicurizzazione dell’habitat residenziale ma sono altra cosa, sostengono alcuni, rispetto alle gated community “vere e proprie”. Il termine di paragone sono gli Stati Uniti e l’America Latina, contesti geografici maggiormente segnati da questa tipologia abitativa. Lo scarto rispetto a questi modelli, le cui caratteristiche idealtipiche non sempre sono esplicitate, giustificherebbe l’affermazione che in Italia ci troviamo davanti a un fenomeno marginale (Chiodi, 2012; Regione Piemonte, 2013). I casi rilevati sarebbero quindi trascurabili per la scarsa superficie occupata o per l’esiguo numero di abitanti, perché non costituirebbero realtà abitative autosufficienti o perché il controllo degli accessi non sarebbe abbastanza severo. Tuttavia, questi elementi non sono necessari per definire un gruppo di abitazioni come gated community. Una delle definizioni più note e più citate è stata formulata da Blakely e Snyder (1999), che si riferiscono a quelle aree residenziali in cui l’accesso è limitato per permettere ai soli residenti di usufruire di spazi e servizi comprensoriali. Questa fruizione esclusiva è regolamentata attraverso accordi di carattere privato tra i proprietari e grazie al pagamento di imposte per la gestione. Il campo delineato da questa definizione permette di rendere conto della varietà che caratterizza il contesto statunitense. In generale, i comprensori residenziali sicurizzati variano per estensione, rispetto ai residenti, alle modalità abitative e ai servizi offerti, fino alle stesse forme di chiusura, in un continuum da una sorveglianza attiva con personale adibito al controllo a dispositivi di carattere puramente simbolico (Grant, Mittelsteadt, 2004)1. L’eventuale scostamento rispetto al modello statunitense non giustifica l’affermazione che in Italia o altrove il fenomeno sia marginale, conclusione cui non è possibile arrivare senza aver 1 Si veda a questo proposito la definizione proposta da Grant e Mittelsteadt (2004: 913-914): «Una gated community è un complesso residenziale con strade private chiuse al traffico da un cancello nell’accesso primario. Il comprensorio può essere circondato da recinzioni, mura o altre barriere naturali che limitano ulteriormente il pubblico accesso». 1 analizzato empiricamente il contesto di riferimento. Il caso francese è a questo proposito emblematico: seppur lontano dal suburbio americano e con elementi di polarizzazione sociale non altrettanto marcati come l’America Latina, è caratterizzato da una diffusione significativa di ensembles résidentiels fermés. Nel 2007 sono state censite 434 edificazioni sicurizzate di recente realizzazione attraverso l’analisi dei siti internet dei costruttori immobiliari. La ricerca ha evidenziato un’offerta estremamente diversificata per tipologia abitativa, popolazione, estensione, servizi e modalità di chiusura, in alcuni casi limitata alle sole vetture. Il risultato più interessante, che ha confermato una precedente rilevazione del 2002, riguarda la larga diffusione dei comprensori sicurizzati in tutte le regioni francesi, sebbene con concentrazioni diverse (Billard et al., 2009). Nel nostro paese è possibile ritrovare esempi di complessi residenziali chiusi di gran lunga precedenti l’edificazione di Cascina Vione a Milano. Uno tra i più significativi è la Pineta di Arenzano, nei pressi di Genova, edificata negli anni cinquanta ed estesa per 150 ettari. Comprensorio di prime e seconde case ospita circa 2.000 unità abitative; ad esso si accede varcando tre ingressi vigilati (Porcu, 2011). A Palermo, una mappatura basata su immagini satellitari e sopralluoghi ha rilevato 177 lottizzazioni fortificate (Tulumello, 2011). In Sardegna, una ricerca dei primi anni ottanta censiva la presenza nelle coste settentrionali e meridionali di «insediamenti “fortificati”» inaccessibili ai non residenti. A Santa Margherita di Pula, nei pressi di Cagliari, la fruizione di circa tre chilometri di spiaggia era -ed è tutt’ora- destinata ai frequentatori dei comprensori di seconde case o agli esercizi alberghieri; nelle lottizzazione chiuse individuate nel litorale settentrionale, la strada di accesso era «controllata da un guardiano posto all’entrata dell’insediamento» (Price, 1983: 222). La diffusione di comprensori sicurizzati rappresenta nel nostro paese un argomento inesplorato. Questo contributo presenta un tentativo di mappatura dei comprensori sicurizzati in una singola regione, la Sardegna, dove sono prevalentemente legati all’offerta turistica per la stagione estiva. Le considerazioni riportate di seguito si riferiscono a quei comprensori residenziali che, in ragione della presenza di barriere e dispositivi di recinzione del perimetro, sono distinti e identificabili rispetto al territorio circostante e in cui i residenti condividono in modo esclusivo spazi e servizi. Sono quindi esclusi altri tipi di utilizzo privatistico di vaste porzioni del territorio per fini turisticoricettivi, quali villaggi vacanza, resort, camping. Attraverso le immagini satellitari e le descrizioni presenti negli annunci immobiliari, sono stati identificati 76 comprensori chiusi, cui si aggiungono una quarantina di casi che necessiteranno di ulteriori verifiche sul campo. I testi promozionali hanno inoltre fornito informazioni sulle rappresentazioni dello spazio, della chiusura e dei fruitori. I paragrafi seguenti illustreranno dapprima il metodo di rilevazione e in seguito i principali risultati raggiunti. 2. Metodo di rilevazione Le immagini satellitari costituiscono uno dei modi più immediati per individuare i comprensori sicurizzati in un dato territorio. Disponibili online, permettono attraverso la visione dall’alto di rilevare le strade senza uscita, i confini lineari che delimitano queste lottizzazioni o le file di abitazioni edificate secondo criteri omogenei: elementi, questi, che possono segnalare la presenza di un comprensorio sicurizzato2. 2 L’opzione street view di Google Maps fotografa il territorio selezionato a 360° e permette di verificarne le modalità di limitazione degli accessi e quindi l’effettiva chiusura. 2 Per censire i comprensori sardi, la rilevazione satellitare è stata integrata con l’analisi di circa 60 siti internet di affitti e compravendite immobiliari, in lingua italiana e inglese. Sono stati selezionati gli annunci che menzionavano limitazioni dell’accesso o dispositivi di chiusura del perimetro. Le descrizioni presenti negli annunci sono state integrate, qualora presenti, con informazioni reperite dai portali degli stessi comprensori o da brochure pubblicitarie maggiormente dettagliate. I risultati presentati di seguito sono inevitabilmente parziali. Dalla mappatura sono stati esclusi i casi rispetto ai quali non è stato possibile risalire sia alle immagini satellitari sia agli annunci immobiliari. La mancata corrispondenza tra le due modalità di rilevazione è infatti causa di lacune nelle informazioni necessarie per censirli. In particolare, dei comprensori rilevati esclusivamente tramite satellite non è stato possibile verificare l’effettiva destinazione abitativa. Dalle immagini non è sempre possibile distinguere tra una lottizzazione di seconde case e un villaggio turistico o un resort che, seppur con qualche affinità, costituiscono una tipologia turistico-abitativa differente. Dei comprensori rilevati mediante annunci immobiliari, di cui non è stata individuata un’esatta posizione nella mappa, non è invece possibile verificare l’effettiva presenza dei dispositivi di chiusura menzionati nelle descrizioni. In definitiva appare più che probabile che in questa fase della ricerca il fenomeno sia sottostimato. Si consideri che sono stati individuati esclusivamente quei complessi residenziali nei quali, al momento della rilevazione, erano in vendita o in affitto proprietà immobiliari. Infine, non sempre negli annunci è esplicitata la presenza di dispositivi di chiusura e sorveglianza. A titolo esemplificativo, 46 comprensori sicurizzati sono stati identificati esclusivamente tramite immagine satellitare (tab. 2) e quindi non sono stati inseriti nella mappatura. Nonostante questi limiti, annunci e immagini satellitari hanno permesso di sviluppare alcune considerazioni interessanti. Tra queste la più ovvia, ma non per questo meno significativa, è che la chiusura residenziale costituisce tutt’altro che una realtà estranea rispetto al nostro paese. Dai testi analizzati è stato inoltre possibile ricavare alcune informazioni fondamentali: la tipologia dell’offerta abitativa, le dimensioni delle lottizzazioni, i servizi a uso esclusivo dei residenti e le differenze nei dispositivi di chiusura adottati. I testi degli annunci promozionali sono stati esaminati attraverso l’applicazione degli strumenti concettuali della critical discourse analysis (CDA). Sono stati vagliati i principali argomenti di vendita dei promotori immobiliari e le modalità attraverso cui questo segmento di mercato è definito e promosso. La costruzione delle frasi, le figure retoriche, le scelte semantiche e, più in generale, le strategie discorsive rinviano a particolari rappresentazioni dello spazio e dei destinatari degli annunci. La CDA, approccio di ricerche e studi interdisciplinari, considera il discorso un «evento comunicativo» (van Dijk, 1998: 194) che coinvolge diversi attori in un dato contesto sociale. Il discorso è inteso come pragmatico perché le parole, nel definire una data situazione, danno forma alla realtà sociale secondo la prospettiva ideologica di chi le pronuncia (Fairclough, 1995; van Dijk, 2004). Obiettivo dell’analisi critica del discorso è svelare le dimensioni nascoste e implicite di un testo e rivelare i diversi interessi - politici, economici, culturali - in campo. Attraverso la combinazione di analisi linguistica e teoria sociale è stato possibile rilevare e analizzare contraddizioni e criticità del rapporto ormai decennale tra turismo e speculazione immobiliare in Sardegna. La chiusura residenziale costituisce una lente attraverso cui guardare questo fenomeno: le barriere a delimitazione dei comprensori acuiscono e radicalizzano, rendendole più visibili, le esternalità negative legate all’edificazione di seconde case e strutture ricettive destinate al turismo stagionale. 3 3. Principali caratteristiche e localizzazione Una prima considerazione che emerge dall’analisi degli annunci immobiliari riguarda i termini utilizzati per definire i comprensori sicurizzati. L’espressione gated community compare unicamente negli annunci in lingua inglese, destinati a un’utenza straniera che, si presume, ha maggiore familiarità con questo segmento immobiliare. In alcuni casi sono presenti specifici riferimenti alla chiusura o al carattere privato ed esclusivo dei complessi residenziali come selfenclosed complex, private gated country club, exclusive gated community o gated luxury community. Nel nostro paese non esiste, né nel linguaggio specialistico né in quello di uso comune, un’espressione condivisa per indicare questo tipo di lottizzazioni private. Il risultato è una panoplia di locuzioni, non sempre appropriate, che possono ingenerare confusione. I testi degli annunci ricorrono tanto a espressioni generiche o fuorvianti come quella di villaggio o residence, quanto a precisi riferimenti allo statuto giuridico della proprietà, rinviando alle casistiche della comunione, del condominio, del consorzio o della multiproprietà (tab. 1). Anche in questo caso, però, il riferimento all’istituto giuridico non sempre indica qualcosa di immediatamente chiaro e univoco. La normativa italiana sui complessi residenziali è lacunosa se non silente. Significativo è l’esempio dei consorzi di urbanizzazione cui non corrisponde una specifica disciplina giuridica. Dato il regolamento statutario e lo scopo non lucrativo sono assimilabili per alcuni elementi agli istituti della comunione o del condominio, per altri alle associazioni non riconosciute (Terzago, 2010; Triola, 2013). Si tratta di figure atipiche, nate per realizzare opere di urbanizzazione primaria e secondaria e servizi di uso comune in aree residenziali o turistiche. I proprietari al momento dell’acquisto entrano obbligatoriamente a far parte del consorzio, acquisendo oneri e vantaggi legati alla gestione consortile. Tabella 1 Espressioni utilizzate per riferirsi ai comprensori sicurizzati DEFINIZIONI DEI COMPRENSORI insediamento lottizzazione privata struttura chiusa e recintata comprensorio complesso privato / di ville/ residenziale borgo SIMILITUDINI CON ALTRI centro residenziale SPAZI parco residenziale residence privato villaggio comunione RIFERIMENTO ALLA FORMA GIURIDICA DELLA consorzio condominio PROPRIETÀ multiproprietà exclusive gated community / gated luxury community TERMINI INGLESI private gated country club self-enclosed complex RIFERIMENTO ALLA STRUTTURA In Sardegna la presenza dei comprensori sicurizzati è strettamente legata allo sviluppo del settore turistico. La quasi totalità dei casi rilevati si caratterizza per una fruizione stagionale. Si tratta prevalentemente di seconde case affittate per periodi limitati di tempo o occupate nei mesi estivi dai proprietari. Sono concentrate nelle fasce costiere nei pressi delle località balneari più note (fig. 1). 4 Figura 1 Comprensori sicurizzati in Sardegna Numero comprensori sicurizzati Fonte: annunci immobiliari e immagini satellitari Dei 76 casi individuati, 36 sono localizzati nella provincia di Olbia Tempio (tab. 2), in particolare in Gallura, regione geografica che ha conosciuto un forte sviluppo turistico legato a opere di urbanizzazione privata, con un’offerta di seconde case fortemente sbilanciata rispetto a tutte le altre tipologie ricettive (Donato, Battino, 2009). Il territorio maggiormente interessato è il comune di Arzachena, con 13 comprensori. Non è un caso che il fenomeno sia concentrato in questa zona. 3.500 ettari e 55 chilometri di costa del territorio arzachenese, e in misura minore di quello di Olbia, sono gestiti dagli anni sessanta dal Consorzio Costa Smeralda. Seppur accessibile anche ai non residenti, il Consorzio Costa Smeralda è un comprensorio privato che offre una fruizione esclusiva di spazi e servizi collettivi, gestiti grazie a un articolato apparato amministrativo e a regolamenti interni che preservano l’estetica della zona e la tranquillità dei frequentatori (Porcu, 2013). 5 Tabella 2 Comprensori sicurizzati in Sardegna per provincia: casi censiti e casi rilevati da satellite ancora da verificare sul campo Provincia Casi censiti Olbia Tempio 36 Immagini satellitari 25 Cagliari 21 15 Sassari 12 4 Carbonia Iglesias 4 2 Medio Campidano 1 - Ogliastra 1 - Oristano 1 - Nuoro - Totale 76 46 Sino a metà degli anni settanta, la gestione del patrimonio ambientale costiero è stata affidata all’azione economica privata nella sostanziale assenza di una regolamentazione pubblica degli interventi. È del 1976 la legge regionale numero 10 che vieta l’edificazione nei 150 metri dalla battigia, limite esteso nel 2004 ai 2.000 metri dal mare3. A testimonianza di questo ritardo nella tutela del paesaggio non è difficile scorgere abitazioni, hotel o complessi residenziali edificati a pochi metri dalla spiaggia, che in alcuni casi precludono il pubblico accesso. In aree ancora incontaminate, i costruttori privati si sono sostituiti alle amministrazioni pubbliche nella pianificazione dello sviluppo, predisponendo tanto le infrastrutture necessarie all’urbanizzazione quanto i regolamenti interni per limitarne la crescita. I complessi residenziali sicurizzati sono parte di questa più ampia tendenza alla privatizzazione: costituiscono l’esempio più visibile della sostituzione degli investitori privati alle amministrazioni pubbliche nella realizzazione di opere di urbanizzazione e nella fornitura dei servizi municipali. Ne rappresentano un caso insieme particolare ed emblematico, in cui la gestione privata e la fornitura esclusiva di spazi e servizi è segnalata e rafforzata dalla presenza di barriere fisiche e simboliche. A questo proposito, occorre precisare che i dispositivi di chiusura adottati variano da comprensorio a comprensorio. Negli annunci immobiliari il riferimento più frequente riguarda le limitazioni all’accesso per i non residenti (tab. 3). In qualche caso sono precisate le procedure di «identificazione e registrazione», con riferimento al personale incaricato di questo compito o sono menzionate le modalità di chiusura impiegate. Meno frequente è il riferimento alla recinzione dell’intero perimetro. Tabella 3 Riferimenti alla chiusura e alla sicurizzazione negli annunci immobiliari LIMITAZIONI ALL’ACCESSO PER I NON RESIDENTI PERSONALE DI SICUREZZA E 3 N* 39 Riferimenti alla chiusura e alla sicurizzazione dei comprensori accesso riservato ai soli proprietari delle ville / accesso privato e custodito / accesso consentito solo ai condomini / villaggio con entrata privata servizio di portineria 24 ore su 24 con identificazione e registrazione accessi accesso da sbarra automatizzata con telecomando l’accesso, delimitato da una sbarra e da una reception, è riservato facilmente accessibile attraverso due cancelli elettrici / cancello automatico 29 vigilanza interna / vigilanza ininterrotta sulle proprietà / ausilio di guardie giurate / sorvegliato giorno e notte dal guardiano / guardiania / dotato di un servizio di guardia 24 su 24 parco con custodia tutto l’anno / dotato di custode interno 24 ore su 24 / custodito tutto l’anno videosorveglianza Legge regionale 25 novembre 2004, n. 8. 6 villini manutenuti e sorvegliati dal nostro personale per 365 giorni l’anno PORTINERIA residence totalmente privato e recintato/ interamente cintato villaggio cintato /residence chiuso il complesso è all’interno di un recinto circondato da un ampio giardino condominiale completamente recintata e sorvegliata per dare la massima sicurezza ai residenti recinzione con ingresso pedonale e carraio * frequenza del riferimento negli annunci immobiliari RECINZIONE DEL PERIMETRO 12 4. Le funzioni della chiusura tra socialità, servizi e sicurezza Gli annunci immobiliari costituiscono un «territorio retorico» (Augé, 1994: 48) d’indubbio interesse: evocano immagini e rinviano a particolari rappresentazioni dello spazio e dei destinatari del messaggio. Non vendono unicamente un’abitazione ma promettono un modo di vivere. Se destinati a un pubblico agiato riproducono l’idea che la desiderabilità di un luogo sia strettamente legata alla distinzione sociale che deriva dall’abitarci (Duncan, Duncan, 2004). Per le proprietà più lussuose le descrizioni ricorrono a uno stile evocativo, in cui le informazioni materiali, come il numero di stanze o il prezzo non sono menzionate: «Lo stile è meno telegrafico, ma il messaggio resta breve ed enuncia senza insistervi qualche cruda verità atta ad allontanare dai comuni mortali la tentazione di andare a vedere più da vicino. (…) Il prezzo, indicazione volgare o inutile, non è sempre menzionato» (Augé, 1994: 28). Non è un caso quindi che non tutti gli annunci immobiliari analizzati facciano riferimento al numero di unità abitative o alla superficie lungo cui si estendono i comprensori. Dalle informazioni rilevate e dalle immagini satellitari se ne deduce comunque una significativa variabilità. L’estensione delle lottizzazioni rimanda a diverse tipologie abitative e a differenti servizi per i frequentatori: i comprensori più estesi sono quelli che ospitano campi da golf e grandi ville unifamiliari; di dimensioni ridotte sono invece i complessi residenziali di appartamenti i cui spazi comuni si limitano alle strade interne e al verde condominiale. La piscina e i campi da tennis sono spesso presenti e frequentemente menzionati negli annunci (tab. 4). Più raramente è possibile usufruire di altre tipologie di servizi: esercizi commerciali, presidi medici, piccoli porticcioli che permettono l’alloggio delle imbarcazioni. Non ci troviamo di fronte a enti autonomi, ma a ibridi in cui si fondono elementi del pubblico e del privato. In questa commistione, ambiti d’intervento e competenze si mischiano non senza conflitti o elementi di sovrapposizione. Nel contesto sardo queste problematiche sono acuite dalla natura stagionale dei comprensori e dai conseguenti flussi di utenze che variano in maniera significativa nei diversi periodi dell’anno. Un documento che rende l’idea delle implicazioni connesse alla presenza di comprensori chiusi sul più ampio territorio circostante è costituito dalla relazione tecnica per l’appalto del servizio di raccolta dei rifiuti nel comune di Villasimius4, nota località turistica nei pressi di Cagliari. Il documento, preciso e dettagliato, fornisce indicazioni sulle procedure da seguire per servire i comprensori chiusi localizzati nel territorio, precisando modalità di accesso e frequenza della raccolta, intensificata nei mesi estivi: «Il villaggio comprende circa 90 unità abitative con viabilità privata e cancello di accesso. È stato attivato un punto di raccolta in area interna privata recintata»; «la tipologia dei condomini è simile, (…) presentano tre entrate distinte con cancello elettrico e viabilità privata. (…) Il transito dei veicoli di raccolta avverrà in parte su strade pubbliche e in parte su viabilità privata»; «entrambe le sezioni presentano due 4 Documento reperibile sul sito: http://www.comune.villasimius.ca.it/ 7 entrate, da entrambe i lati della strada statale, delimitate da sbarra elettrica con viabilità privata. La Ditta dovrà eseguire la raccolta domiciliare porta-porta per singola utenza». Tabella 4 Riferimenti ai servizi offerti ai residenti per comprensorio negli annunci immobiliari SERVIZI N Piscina 35 Tennis 25 Giochi bambini 12 Calcio 11 Alloggio imbarcazioni 8 Club House 7 Bocce 6 Negozi 6 Solarium 5 Guardia medica 5 Pallavolo 4 Golf 2 Chiesa 2 Basket 2 La variabilità dei comprensori si riflette negli aggettivi che qualificano l’offerta abitativa e forniscono una prima indicazione dei destinatari cui l’annuncio è rivolto e, più in generale, delle funzioni della chiusura residenziale. Sono rilevabili quattro principali argomentazioni di vendita: la tranquillità del luogo; la sicurezza delle persone e della proprietà; lo status e il prestigio che deriva dalla scelta abitativa; la qualità e la gamma dei servizi offerti (tab. 4). A seconda di queste caratteristiche gli annunci sono rivolti ora alle «famiglie con bambini», ora a «chi ama rilassarsi e fare attività sportive», a chi «vuole trascorrere le proprie vacanze con tutte le comodità», a «un pubblico medio alto», agli «amanti della quiete della natura», della «privacy e dei servizi» o a chi «ama la mondanità». Nella tabella seguente non sono riportate le variazioni di grado con cui sono declinati gli aggettivi che denotano i comprensori; l’uso del superlativo è frequente, così come il ricorso a espressioni iperboliche che ne accentuano i pregi: «miriadi di calette naturali»; «vista mozzafiato»; «folgorati dalla “malia” del luogo»; «senza essere travolti dalla massa»; «porticcioli dove sbarca ogni estate la magia». Questi espedienti retorici producono immagini caricaturali, in cui le caratteristiche positive della natura, degli abituali frequentatori, dei servizi offerti così come i vantaggi della chiusura sono esagerate allo scopo di invogliare l’acquisto. Tabella 5 Argomentazioni di vendita e funzioni della chiusura residenziale: aggettivi per la qualificazione dei comprensori OASI tranquillo piccolo poco trafficato silenzioso Funzioni della chiusura residenziale SICUREZZA STATUS SERVIZI sorvegliato noto curato vigilato lussuoso accogliente custodito riservato well equipedd sicuro esclusivo da resort di lusso colto signorile elegante prestigioso 8 Poco frequente, negli annunci immobiliari, è il riferimento al tema della sicurezza. La chiusura residenziale è raramente ricondotta all’incolumità degli abitanti o alla protezione delle loro abitazioni. A differenza di altri contesti geografici non rappresenta il punto di forza dell’offerta immobiliare e passa in secondo piano rispetto alla presenza di servizi ricreativi o alla possibilità di godere pienamente delle bellezze naturali locali. Nei rari casi in cui il marketing pubblicitario tematizza questo aspetto, il riferimento è alla famiglia, ai bambini in particolare, o alla difesa delle proprietà immobiliari da eventuali furti: «Un posto dove sentirsi protetti dal servizio di vigilanza che opera tutti i giorni dell’anno sulla proprietà e sulle persone, garantendo il controllo sugli accessi e la vigilanza ininterrotta sulle proprietà. Due elementi fondamentali che servono a garantire la qualità del vostro soggiorno e la tranquillità delle persone»; «inoltre, trovandosi in un privato e signorile condominio, permetteva ai nostri figli di scendere in spiaggia e giocare nel viale in tutta sicurezza con i loro amichetti». Non è un caso che in quest’ultimo stralcio, tratto da un annuncio di un inserzionista privato, sia presente il pronome possessivo nostro: lo stile di scrittura informale, non privo di isolate espressioni colloquiali («scendere in spiaggia», «amichetti»), rimanda a un ambiente familiare che oppone coloro che abitano lo spazio interno a chi non è ammesso alla sua fruizione. Recinzioni e sistemi di sorveglianza non garantiscono solo la sicurezza dei frequentatori e delle loro proprietà ma ne segnalano lo status privilegiato, che è tale proprio in ragione dell’esclusione dell’esterno. Gli annunci promettono un «vicinato selezionato» e una convivialità “controllata”. Le congiunzioni concessive e avversative evidenziate nella tabella 6 segnalano il necessario legame tra una data “comunità” e l’“esclusione” di chi non ne può e non ne deve far parte. Tabella 6 Rappresentazioni della socialità Comunità vs. esclusivismo Il modello tipologico abitativo, ripetuto con varianti diversificate ed armoniose, configura un borgo unitario, interamente al servizio della comunità che garantisce la riservatezza ed allo stesso tempo stimola la convivenza amichevole. Le abitazioni sono aggregate secondo connessioni che conferiscono al Villaggio un alto significato di “comunità” pur mantenendo, per la loro conformazione a guscio chiuso, un elevato grado di privacy. Il Parco si distingue per la particolare atmosfera conviviale, ma riservata, ideale per gli amanti della natura della privacy e della tranquillità. [Il consorzio provvede alla] tutela dell’uniformità dell’aspetto esteriore di tutti i fabbricati in relazione alla eleganza, al decoro, all’immagine elitaria complessiva. Ambienti raffinati, dove respirare un clima di rilassata consuetudine. Una rete di conoscenze e di persone assolutamente di livello con una identica passione per le cose belle e di pregio. Per essere sicuri di vivere la vacanza nella assoluta riservatezza e privacy. Un ambiente circostante intatto nella bellezza della natura che rimane intatto per aumentare il valore nel corso del tempo (…) un ambiente a misura d’uomo, dove si può vivere la vacanza senza essere travolti dalla massa Il Consorzio Is Molas rappresenta un interessante connubio di esclusività e sicurezza. Esteso per 600 ettari nel comune di Pula (CA) ospita 406 residenze per una popolazione che nei mesi estivi supera le 1.500 unità. Al suo interno sono presenti due campi da golf, uno di 18 buche e uno di 9, e 240 ville firmate dall’archistar Massimiliano Fuksas, «protette gelosamente da un’incantevole cornice paesaggistica che garantisce totale privacy, relax e riservatezza». Un complesso apparato amministrativo, affidato al Consiglio di Amministrazione e all’assemblea di consorziati, si occupa della gestione del territorio e della fornitura di servizi a uso esclusivo degli abitanti. La selezione dei frequentatori è garantita tanto dalle norme di sicurezza quanto dalla regolamentazione interna che comprende disposizioni edilizie e regole per la sistemazione di aree 9 verdi e giardini. Al fine di salvaguardare l’estetica del comprensorio, sono fornite indicazioni riguardo le specie di piante consentite e vietate o i materiali utilizzabili nelle costruzioni. All’interno del comprensorio è vietata la cartellonistica pubblicitaria, la sistemazione di tende, roulotte o imbarcazioni, pena sanzioni monetarie. Norme di comportamento prescrivono inoltre condotte appropriate in tema di rumore, animali, esposizione biancheria, deposito dei rifiuti e rispetto delle aree comuni. L’accesso al comprensorio è delimitato da due sbarre elettriche e sorvegliato da una guardiania con personale attivo 24 ore su 24. Le guardie giurate, oltre alla sorveglianza del comprensorio, hanno il compito di prevenire i reati e di risolvere eventuali «micro conflitti» tra gli abitanti. Non è solo la natura a proteggere il Consorzio Is Molas: la migliore protezione sono i servizi che offre: il servizio di portineria 24 ore su 24 con identificazione e registrazione di tutti gli accessi; il servizio di vigilanza interna che attraverso il Marshall verifica che imprese, artigiani e i consorziati che effettuano lavori all’interno delle residenze siano autorizzati e in possesso di nulla osta da parte del Comitato Edilizia e Ambiente e/o dell’ufficio tecnico; il servizio di video sorveglianza sul perimetro del comprensorio collegato 24 ore su 24 alla Centrale operativa di Cagliari, in collaborazione con le locali forze dell’ordine; l’ausilio di guardie giurate che nelle ore notturne del periodo estivo effettuano la sorveglianza di tutto il territorio consortile5. Figura 2 Ingresso del comprensorio Is Molas In Italia le lottizzazioni progettate intorno a campi da golf costituiscono un segmento del mercato in particolare espansione, come dimostra l’incremento dei prezzi al metro quadro delle abitazioni limitrofe e la diffusione di nuovi comprensori appartenenti a questa tipologia 6. Le prime residenze sono state realizzate negli anni ottanta in corrispondenza all’aumento d’interesse per la pratica del golf. L’edificazione di ville e appartamenti ha permesso di ammortizzare i costi elevati per la progettazione e la gestione dei campi e delle infrastrutture offerte ai golfisti. Negli anni, la pace e la tranquillità dei comprensori, combinate alla vicinanza rispetto alle grandi città, hanno influenzato la scelta di trasferirsi stabilmente, non solo per i weekend e le vacanze. Il successo di questa tipologia abitativa risiede nell’offerta di «un ambiente ristretto ed elitario. Motivo per cui l’attenta selezione della clientela può fare ancora oggi la differenza per il successo o meno di un determinato golf 5 6 http://www.consorzioismolas.com/ Abitare nel verde. Nei golf il mattone vale doppio, «Golf e Turismo», 6/7, agosto, settembre, 2007, dati House&Loft. 10 club»7. Se per alcuni la diffusione di campi da golf con annesse residenze può rappresentare un fruttuoso investimento o una piacevole alternativa alla vita cittadina, non mancano i dubbi e le perplessità su queste nuove comunità dello svago. Gli ambientalisti denunciano i danni ambientali, lo spreco di risorse idriche, la distruzione di ettari boschivi e l’uso massiccio di prodotti chimici, nonché la incontrollata spinta alla cementificazione del territorio 8. 5. Rappresentazioni della natura A livello internazionale, la diffusione dei comprensori residenziali privati ha incontrato critiche serrate tanto nel dibattito accademico che nell’opinione pubblica. Saggi e inchieste giornalistiche hanno evidenziato i rischi connessi a una città frammentata in isole socialmente omogenee, alla privatizzazione dei servizi pubblici, alla desolidarizzazione dei legami sociali, a una qualità dei servizi modellata intorno alle possibilità economiche dei residenti e degli utenti. In Sardegna la natura stagionale dei comprensori sicurizzati mitiga in parte queste problematiche, concentrandole nei due mesi di maggiore afflusso turistico della stagione estiva. Le criticità che sembrano acuite, se confrontate ai comprensori urbani di prime case, riguardano piuttosto l’impatto sull’ambiente e sulle risorse naturali. A dispetto delle retoriche della promozione immobiliare, i comprensori sicurizzati privatizzano e utilizzano a fini speculativi l’ambiente naturale, considerato a tutti gli effetti bene acquistabile sul mercato e merce da cui è possibile estrarre un profitto. Lo sfruttamento della natura non costituisce un fenomeno contemporaneo, tuttavia un tratto peculiare del presente riguarda la sua legittimazione e i suoi mascheramenti retorici. La diffusione, a partire dalla fine degli anni settanta, di istanze ambientaliste e la presa di coscienza da parte dell’opinione pubblica dello stato di salute del pianeta obbligano gli attori politici ed economici a una maggiore attenzione verso queste tematiche (Hajer, Versteeg, 2005). Nessun imprenditore dichiarerebbe pubblicamente di essere disinteressato o di non rispettare l’ambiente naturale. Non è detto però che a questa dichiarazione d’intenti corrisponda una condotta coerente. Una pratica retorica diffusa è quella del greenwashing, espressione riferita a quelle organizzazioni pubbliche o private che promuovono la propria immagine attraverso campagne di marketing fondate su tematiche ambientaliste, senza tuttavia impiegare alcuno sforzo per diminuire il proprio impatto in termini di inquinamento (Greer, Bruno, 1996). A titolo esemplificativo, non deve dunque stupire se compagnie petrolifere (Alexander, 2009) o centrali a carbone (Colombo, Porcu, 2014) oggettivamente inquinanti, investano in strategie pubblicitarie che vantano il loro impegno nella causa ambientale. Allo stesso modo può non essere inusuale che costruttori immobiliari definiscano i comprensori di nuova edificazione come un esempio di tutela del paesaggio. Negli annunci immobiliari analizzati le qualità dell’ambiente naturale costituiscono un’argomentazione di vendita ricorrente. È possibile ritrovare quattro immagini principali, tutte riconducibili all’utile ricavato dal suo sfruttamento: l’ambiente naturale fornisce protezione rispetto all’esterno, integrandosi con i dispositivi di chiusura e controllo installati dall’uomo; è fruibile in modo esclusivo, grazie a una privatizzazione degli spazi in molti casi non formale ma effettiva; è 7 Una casa sui campi da golf, «Investire», novembre 2009. Legambiente denuncia il passaggio dalla realizzazione dei campi da golf a operazioni di speculazione immobiliare grazie all’ampliamento delle superfici edificabili e ai cambi di destinazione d’uso dei terreni. «Non semplici ‘Club House’ ma vere e proprie cittadine private che poco o nulla hanno a che fare con lo sport», dichiarano i portavoce dell’associazione ambientalista. Per non parlare dei diversi progetti golfistici, combinati all’edificazione di strutture ricettive turistiche nel sud Italia, che hanno visto la partecipazione finanziaria dello stato per milioni di euro (Buche di cemento, «Left», 13, 28 marzo 2008). 8 11 “addomesticato” per rispondere alle esigenze di comodità dei fruitori; se rappresentato come incontaminato, è considerato un panorama che soddisfa la vista del turista. Tabella 7 Rappresentazioni della natura negli annunci immobiliari PROTEZIONE PRIVATIZZAZIONE MANIPOLAZIONE ESTETICA Rappresentazioni e sfruttamento della natura Ettari di verde lo proteggono dal mondo di tutti i giorni 240 prestigiose ville, “protette” gelosamente da un’incantevole cornice paesaggistica Segreto e protetto dalla macchia mediterranea Verde condominiale / giardini privati di uso comune Parco privato interamente cintato Spiaggia: riservata ai residenti / accessibile solo a chi alloggia nei condomini privati/ usufruibile solo dai condomini/ privata Esclusiva isola privata nel cuore di una riserva naturale Al centro di un parco naturale di macchia mediterranea In una posizione esclusiva, ormai tra le poche strutture realmente collocate sul mare Parco privato confinante col mare Giardini curatissimi e piante di olivo secolari nella macchia mediterranea Giardino: tropicale / con prato inglese / adornato / curato / prato verde Ornamento di verde e fiori costruirà in pochi anni un connubio di bellezza autentica La vegetazione fa da anfiteatro e sfondo Offre ai residenti il piacere di godere di una natura ancora selvaggia / calette dalla selvaggia bellezza Lo stagno e le zone limitrofe sono aree protette ricche di fauna e flora (…). Questa ricchezza faunistica favorisce un piacevole birdwatching Dalla casa si vede il luccichio dell’acqua Gli occhi si confondono nella folta macchia mediterranea tra rocce modulate dal vento che ricordano imponenti sculture: una vista di ineffabile bellezza Le ricorrenti metafore del paradiso o dell’oasi non si riferiscono a un territorio incontaminato, ma a curati giardini e prati inglesi in cui l’estetica e una parvenza di autenticità sono preservate dai cespugli e dagli arbusti di vegetazione indigena. Il risultato è artificiale: negli spazi verdi condominiali o delle abitazioni, la macchia mediterranea si alterna a prati inglesi e giardini tropicali, le piscine sono «incastonate» nelle rocce granitiche. La vegetazione locale è manipolata, addolcita, addomesticata, costretta in giardini e «umanizzata». Deve rispondere alle esigenze di comodità e confort di abitanti e fruitori, così come al loro gusto estetico (Harvey, 1996). Le abitazioni sono «poggiate, seminate, adagiate, armoniosamente inserite, nascoste, arrampicate, immerse, affacciate, perfettamente integrate nella natura, parte inscindibile del contesto, capaci di fondersi con la natura circostante senza distruggerla». L’edilizia turistica non è «in contrasto con il contesto naturale», piuttosto «ne esalta la bellezza», come segnala l’impiego frequente dei concetto di armonia e di equilibrio. «Il connubio tra edilizia e paesaggio è perfetto; l’impianto urbanistico è pensato per essere posseduto dalla natura». Imprenditori illuminati e architetti demiurghi «hanno voluto proteggere il patrimonio unico e irripetibile», «preservarlo, valorizzarlo attraverso la costruzione di abitazioni». Va da sé che la rappresentazione di una natura incontaminata non è compatibile con la realizzazione di opere di urbanizzazione e abitazioni: nel momento in cui è edificato un comprensorio turistico gli spazi diventano antropici e artificiali. Non solo, la bassa densità abitativa, evocata come garanzia del rispetto del contesto naturale, implica significativi costi ambientali in termini di consumo del suolo e di emissioni di CO2 (Glaeser, 2009). Le esternalità negative sull’ambiente circostante, sulla sua flora e fauna, sono maggiori per i comprensori edificati in un 12 contesto incontaminato rispetto a un gruppo di abitazioni realizzate in località già segnate dallo sviluppo edilizio. Sebbene questo ragionamento sia lapalissiano, la ridondanza delle retoriche degli immobiliaristi funziona come dispositivo di naturalizzazione di asserzioni semplicemente false. Il rapporto tra propositi di tutela della natura e la realizzazione di strutture abitative costituisce uno dei principali problemi di coerenza riscontrabili nei testi analizzati (van Dijk, 2004). Ne troviamo traccia a livello grammaticale, nell’impiego di congiunzioni concessive: «Seppur curato, nel giardino, domina la tipica vegetazione mediterranea. Ma c’è anche il prato»; in figure ossimoriche che svelano la necessaria contrapposizione tra ambiente inviolato e intervento dell’uomo: «il villaggio sorge nella natura incontaminata; è costruito nel pieno rispetto della natura»; infine in espressioni come «case-territorio, location esclusiva, attrazioni glamour, salvaguardia del paesaggio e dell’ambientazione», forzature del linguaggio «che corrispondono a una forzatura sulla natura: ma è perché la natura, coltivata sembri ancora più naturale, e le parole, violentate, ancora più forti» (Augé, 1994: 45). L’incoerenza semantica è più chiara se si guarda al non detto, a ciò che nel discorso non è svelato ma innervato implicitamente. Quello che negli annunci immobiliari è indicato con il termine natura è più propriamente definibile come paesaggio, come interazione tra uomo e ambiente naturale. Non la natura in sé, e quindi la vegetazione, la fauna, gli equilibri ecosistemici, ma la percezione e l’utilità che essa ha per l’uomo. La rappresentazione della natura come paesaggio costituisce una «macrostruttura semantica» che riflette un giudizio ideologico (van Dijk 1998: 206) consolidatosi negli anni, una costruzione sociale le cui radici sono rintracciabili a partire dal 1800, quando l’ambiente comincia a essere associato a pratiche di svago e consumo (Green, 1990). Oggetto di tutela e protezione non è la natura in sé, ma la sua fruizione esclusiva e l’appropriazione da parte di pochi fortunati. Se è indubbio che il turismo ha conosciuto negli anni una progressiva democratizzazione (Urry, 1992), i comprensori sicurizzati costituiscono delle enclavi in cui è ancora possibile fruire in modo esclusivo dell’ambiente naturale. La rappresentazione della natura s’intreccia con le dinamiche della stratificazione sociale, come suggerisce la valenza ideologica del concetto di paesaggio: «rappresenta un modo in cui certe classi di persone hanno significato se stesse e il loro mondo attraverso la loro relazione immaginata con la natura, e attraverso cui hanno sottolineato e comunicato il loro ruolo sociale e quello degli altri rispetto alla natura esterna» (Cosgrove, 1990: 35). La fruizione esclusiva dell’ambiente naturale, come qualsiasi altra preferenza espressa che conferma la distanza dal bisogno economico, è ragione di prestigio sociale: «Il consumo dell’opera d’arte, esempio fin troppo evidente di queste analisi, è solo una tra le tante pratiche distintive. Basti pensare al nuovo culto della natura, che la moda della seconda casa ed il rifugio del turismo piccolo borghese riportano in auge (…)» (Bourdieu, 1983: 294). Il turismo, e in generale la connotazione ludica e ricreativa dell’ambiente naturale, riducono quest’ultimo allo «statuto di paesaggio», permettendone «un’appropriazione simbolica» (Ivi: 53) che diventa effettiva grazie alle pratiche di chiusura residenziale. Nei comprensori chiusi la natura diventa bene commerciabile a tutti gli effetti, oggetto di un «consumo visivo» (Urry, 1992: 178) che riduce il suo valore alla sua valenza estetica. Le restrizioni all’accesso, la fruizione esclusiva di spazi naturali, in alcuni casi riserve o aree soggette a vincoli ambientali, sono condizione del prestigio e dell’esclusività dei comprensori, che possono essere considerati «luoghi di pratiche di consumo estetico» (Duncan, Duncan, 2004), beni posizionali (Hirsch, 1981), simboli di distinzione il cui valore risiede nell’essere fruibile da un numero limitato di persone. 13 Si pensi, ad esempio, all’Isola Piana, nella provincia di Carbonia Iglesias. Si tratta di un’isola interamente privata di 23 ettari, con circa 200 unità immobiliari. Qui i confini sono segnati dal mare. Per approdarvi serve l’autorizzazione dell’amministrazione del comprensorio. Un servizio navetta con tre barche condominiali collega l’isola alla Sardegna. Gli abitanti possono usufruire di due piscine, due campi da tennis, un campo da calcetto, un servizio di guardia medica, un mini market, un porticciolo e un ristorante. L’isola è una riserva naturalistica a causa della presenza di specie animali e vegetali protette. In passato ha ospitato monaci, una colonia penale, una tonnara 9. Storicamente di proprietà nobiliare, è stata acquistata negli anni settanta da una società genovese che vi ha realizzato un condominio residenziale. Può essere considerata un esempio di heritage conversion (Blandy, 2006), espressione coniata per riferirsi ai complessi residenziali realizzati mediante la ristrutturazione di edifici già esistenti, molti dei quali non erano originariamente destinati a un uso abitativo. Si tratta ad esempio di manicomi, prigioni, scuole, fabbriche o ospedali, i cui confini, utilizzati in passato per contenere, rispondono oggi all’obiettivo di garantirne la fruizione esclusiva. Conclusioni Il territorio italiano non è estraneo alla presenza di complessi residenziali chiusi. L’esiguità d i studi e ricerche facilita conclusioni affrettate riguardo un oggetto d’indagine perlopiù sconosciuto, derubricato in alcuni casi a fenomeno marginale e scarsamente rilevante. Questa assenza di attenzione - mediatica, politica, accademica – è verosimilmente riconducibile alla disattenzione rispetto ai processi di privatizzazione della sfera pubblica e del territorio. La diffusione di comprensori privati e sicurizzati è interpretabile come parte di una più ampia tendenza alla riduzione degli spazi pubblici aperti e al progressivo ricorso ad attori economici privati per la pianificazione, gestione e modificazione del territorio. In Sardegna, la diffusione dei comprensori sicurizzati si colloca nell’ambito di uno sviluppo turistico affidato prevalentemente al settore immobiliare, con un afflusso di presenze limitato alla stagione estiva. I 76 insediamenti rilevati sono localizzati nelle aree costiere, con particolare concentrazione nei pressi dei maggiori centri urbani e delle località turistiche più rinomate. Variano per dimensioni, dalle poche unità abitative alle centinaia, e rispetto ai servizi erogati, limitati agli spazi verdi comprensoriali o articolati in un’offerta più ampia che comprende strutture sportive, ricreative e commerciali. La mappatura, risultato della combinazione dell’analisi di annunci immobiliari e immagini satellitari, ha dunque mostrato una significativa incidenza del fenomeno, il cui impatto sul territorio circostante necessiterebbe di ulteriori ricerche e studi anche in vista di una sua regolamentazione pubblica. La chiusura residenziale sembrerebbe acuire limiti e criticità già rilevati a proposito dell’edificazione di seconde case in assenza di una pianificazione dello sviluppo: conflitti sull’uso del territorio, lavori stagionali e a basso reddito, aumento dei costi per il mantenimento di infrastrutture e servizi municipali, riduzione della biodiversità locale e privatizzazione di spazi e risorse naturali. Caratteristiche, queste, che avvicinerebbero il campo di indagine più allo studio dei processi relativi alla speculazione immobiliare che a quelli connessi alle dinamiche del turismo residenziale (Matteucci, Lund-Durlacher, Beyer, 2008). Le retoriche della sicurezza, centrali in altri contesti geografici e nell’immaginario comune legato alle gated communities, hanno un ruolo secondario nella promozione dei comprensori chiusi 9 http://www.condominioisolapiana.it/ 14 isolani. L’analisi contenutistica e semantica degli annunci immobiliari ha piuttosto rilevato la ricorrenza di argomentazioni incentrate sull’estetizzazione delle strutture residenziali e sul loro armonico rapporto con la natura circostante. Il valore di quest’ultima è subordinato alla sua fruizione esclusiva, garantita dalla presenza di barriere fisiche e simboliche a delimitazione dei comprensori. Bibliografia Alexander R.J. (2009), Framing Discourse on the Environment. A Critical Discours Approach, New York, Routledge. Augé M. (1994), Ville e tenute. Etnologia della casa di campagna, Milano, Elèuthera. Billard G., Chevalier J., Madoré F., Taburet A., Vuaillat F., Raulin F. 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