ver: 2.0 brief Date: 25/2/2014 target: stakeholders auth: Kilowatt 1 Progetto vincitore: Bando per l’innovazione creativa del Comune di Bologna 1 Bando della Fondazione Unipol per la promozione di startup culturali in forma cooperativa 2 Attività produttive della Regione Emilia-Romagna: “Sostegno allo sviluppo delle infrastrutture per la competitività e per il territorio” 3 In collaborazione con: Comune di Bologna Società consortile tra: Regione Emilia-Romagna, Università, CNR, ENEA, Associazioni di categoria e Unioncamere Redazione del Sole 24 Ore dedicata ai temi della ricerca e dell’innovazione Fondazione per la promozione della cultura scientifica 1 http://www.incredibol.net/ http://culturability.org/ 3 http://goo.gl/WyASgH/ 2 2 EXECUTIVE SUMMARY Il progetto Social Innovation Factory si configura come un nuovo modo di concepire il lavoro, basato sulla condivisione della conoscenza, dei network, degli spazi, degli strumenti e dei servizi, sull’empowerment delle persone e su un modello di welfare dal basso capace di conciliare la figura del genitore con quella del professionista. Si tratta di un modello innovativo di acceleratore d’innovazione ad alto valore sociale ed ambientale, animato da una rete di imprese, liberi professionisti e progettisti. Un progetto modulare con l’obiettivo di stimolare la nascita di nuove opportunità di lavoro, nuove collaborazioni professionali e relazioni sociali tra i membri della Factory, generando facilitazioni concrete per chi vuole fare impresa, per mamme e padri freelance, offrendo un luogo di confronto culturale e di contaminazione per gli innovatori tra cittadinanza, mondo dell’impresa, terzo settore e pubblica amministrazione. Attraverso un processo di riqualificazione di un immobile nel centro di Bologna trasformato in luogo di lavoro e per eventi, un’offerta di servizi di welfare innovativi e flessibili e un’attività strutturata di community management, l’organizzazione intende diventare un punto di riferimento per la città sui temi dell’innovazione sociale. La Factory offrirà spazi e strumenti di lavoro; momenti di formazione ed informazione; occasioni costanti di networking e stimoli per la co-progettazione di servizi, prodotti e processi; servizi ‘salvatempo’; uno spazio di accoglienza per bambini con attività educative innovative; eventi culturali ed artistici aperti alla cittadinanza. La flessibilità e la co-produzione di valore sono i due driver chiave dell’iniziativa, che contribuiranno a dare un’identità forte a tutto il progetto. La Social Innovation Factory intende rappresentare una risposta alle difficoltà occupazionali, all’evoluzione del mercato del lavoro e all’arretramento del welfare pubblico. 3 La Social Innovation Factory comprende quattro aree strategiche: HUB spazi condivisi CLOUD servizi condivisi ART spazi espositivi e progetti artistici FOOD servizi di ristorazione sostenibile 4 A cui fanno capo le seguenti attività: FOCUS: IL CO-BABY Innovare il mondo del lavoro ed i luoghi di lavoro significa promuovere i valori della condivisione e della collaborazione a nuovi driver dell’economia, assecondare i tempi dell’innovazione e della creatività, comprendere e valorizzare la flessibilità e la conseguente coincidenza tra vita lavorativa e vita personale. Partendo da questa visione e da questi obiettivi, il servizio di co-baby diventa uno degli assi portanti della Factory, uno dei servizi a maggiore valore aggiunto e di innovazione offerti ai nuovi lavoratori che desiderano conciliare la vita professionale col desiderio di diventare genitori e di stare insieme ai propri figli. Il co-baby è caratterizzato da un modello di business basato sull’offerta di servizi educativi estremamente flessibili e modulari, innovativi nell’offerta formativa e incentrati sul concetto di community proprio della Factory. Uno spazio dedicato accoglierà i bambini, favorendo le esigenze di quei genitori che intendono 5 trovare un punto di convergenza tra la propria vita professionale e quella familiare. Per neo-genitori freelance o liberi professionisti, per mamme che hanno concluso il periodo di maternità ma intendono prolungare quello di allattamento, per chi non gradisce la proposta formativa o la rigidità di orari degli asili nido. Il co-baby risponde di fatto ad un’esigenza diffusa, che fotografa l’evoluzione del mercato del lavoro e la integra con le necessità di chi non intende rinunciare a star vicino ai propri figli. Il modello è stato sviluppato attraverso un processo di co-progettazione che ha coinvolto un gruppo di 10 giovani mamme e papà freelance e 4 realtà che operano nel campo della formazione. Tramite gli strumenti del design thinking sono state elaborate le seguenti modalità operative e proposte educative: :: Flessibilità e modultarità: le mamme e i papà potranno comporre il servizio di co-baby a seconda delle loro esigenze lavorative, scegliendo l’orario di entrata e uscita e i giorni in cui portare il bimbo. Potranno inoltre beneficiare del co-baby come servizio educativo, inteso come un nuovo modello di asilo, ma anche come servizio di babysitting per il tempo di una riunione, di un incontro, per poter partecipare ad un workshop oppure ad un momento di networking. :: Innovazione nell’offerta formativa: lingue straniere, tecnologia, digitale, valorizzazione della creatività saranno gli elementi costitutivi dell’offerta formativa proposta. Inoltre, il fatto di essere inserito all’interno del luogo lavorativo del/dei genitori verrà valorizzato e considerato come opportunità formativa per i piccoli. :: Community: partecipazione alla creazione, alla scelta e anche all’offerta di servizi. Le mamme e papà infatti potranno scegliere che tipo di offerta formativa dare ai propri figli, introducendo contenuti, modalità e strumenti nuovi, e in alcuni casi partecipando direttamente all’offerta di attività specifiche, per le quali hanno competenze adatte. Tale modello implica che il gruppo dei bambini sia misto, e perciò lo spazio verrà organizzato e gestito in base alle diverse età dei bambini. Lo spazio sarà suddiviso in: :: zona del gioco libero: uno spazio che sia abbastanza grande in cui i bambini possono prendere in modo autonomo giochi, libri ecc. :: zona delle attività e del gioco simbolico: ogni settimana si svolgeranno delle attività organizzate dagli educatori. :: zona cambio dove ci sarà il fasciatoio, vasini o piccoli bagni, il tutto a misura di bambino. 6 :: angolo relax: riservato alle letture animate o semplicemente al riposo. :: piccolo nascondiglio: una tenda dove i bambini possono passare dei momenti da soli se ne hanno voglia. :: zona allattamento, perchè il co-baby dovrà servire alle mamme che desiderano prolungare l'allattamento oltre i tempi previsti dalla maternità o che hanno bisogno di lavorare subito dopo il parto. La zona allattamento è molto importante e sarà uno spazio possibilmente separato in modo che la mamma e il bambino siano tranquilli, comodi e intimi. :: cucina o zona pappa, uno spazio condiviso adatto alla pappa dei bimbi e al pranzo dei genitori pensato in modo che la pausa pranzo possa essere vissuta come un momento di comunità fra genitori e bambini. “per il bambino non vi è alcuna differenza fra gioco e lavoro, il gioco è per loro lavoro e con la stessa importanza deve essere trattato. Inoltre il bimbo non va escluso dai luoghi dei grandi ma devono essere questi spazi ad adattarsi alle esigenze dei piccoli per crescere responsabili, autonomi e coscienti”. (Montessori) 7 VALUE PROPOSITION La struttura delle attività della Factory è pensata per rispondere a due obiettivi: 1. la facilitazione all’ingresso nel mondo del lavoro ed il rafforzamento di startup e freelance attivi nel mondo della social innovation attraverso la fornitura di spazi, facilities e servizi a prezzi agevolati, la creazione di un ambiente stimolante e prolifico capace di generare collaborazioni, l’offerta di servizi di welfare familiare. 2. Il contatto ed il coinvolgimento della cittadinanza, perchè l’innovazione e le pratiche della partecipazione - caratterisiche della sharing economy - possano contaminare e diffondersi a servizio della comunità. L’attività e la sostenibilità della Factory si presta ad un roll out modulare. Il nucleo di base è costituito da: - attività di coworking (scrivanie, sala riunione, laboratori tecnologici, cucina condivisa, innovation room) - servizio di co-baby per i coworkers e per chi vorrà usufruire degli spazi di lavoro, delle attività di formazione o degli eventi di networking - attività al servizio del network (community management, project management, co-progettazione, comunicazione e promozione, servizi professionali condivisi) - bistrò con ristorantino sostenibile funzionale alla struttura e ai suoi ospiti LOCATION Il progetto si realizzerà all’interno del futuro HUB Bolognese dell’innovazione: Daisy-BO, che occuperà una superficie di 7.500 metri quadrati ad altissimo potenziale di sviluppo situata nel polmone verde della città: i Giardini Margherita. Tale compesso, di proprietà del Comune di Bologna, sarà concesso in comodato gratuito per 10 anni ad una rete di soggetti per lo svolgimento delle attività di supporto alle nuove imprese creative ed innovative, rendendo l’hub un punto di riferimento a livello territoriale ed internazionale per i portatori di idee imprenditoriali, startup, ma anche per i service providers e le imprese consolidate. 8 I principali partner coinvolti sono: Comune di Bologna, CNA, Fondazione Unipolis, Fondazione Marino Golinelli, il Sole 24 Ore, Aster e Kilowatt, selezionata dal bando Incredibol come “ente con provata capacità gestionale di spazi e di comunità attive sui temi della social innovation”. ASSONOMETRIA E FOTO DEL COMPLESSO 9 10 FOCUS: PROGETTI IN CORSO DI ATTIVAZIONE GESTIONE AUTOMATIZZATA DELLO SPAZIO Una piattaforma software permetterà a tutti i coworkers (mamme e papò compresi) di gestire in completa autonomia gli spazi ed i servizi offerti (postazioni cowo, sale riunioni, innovation room, babysitter ecc.). kW-Coin e work for equity E’ in corso di studio anche l’introduzione di un sistema elettronico di pagamento per i membri del network, che favorisca e velocizzi gli scambi, che non dovranno essere per forza in forma monetaria. INTERNAZIONALIZZAZIONE Kilowatt ha in corso un’attività di supporto e condivisione del Know How verso altre organizzazioni che stanno lavorando per replicare il modello Kilowatt in Europa. A tal proposito, entro febbraio 2014, sarà attivo il primo spazio spazio gemello a Berlino. BISOGNI E VANTAGGI PER CLIENTI E STAKEHOLDER La Factory si posiziona in modo coerente rispetto alle esigenze emergenti nel mercato del lavoro, che vede la crescente urgenza di spazi e servizi rivolti alle nuove figure di lavoratori: professionisti che hanno individuato nell’innovazione sociale e nella sharing economy il loro ambito d’azione. I servizi che si intendono offrire riguardano da una parte una facilitazione all’ingresso nel mondo del lavoro per startup e freelance attraverso la fornitura di spazi e 11 facilities a prezzi agevolati, dall’altro consistono nella creazione di un ambiente stimolante e prolifico, capace di generare collaborazioni. Il progetto di co-baby inoltre intende fornire un valido sostegno ai neo-genitori/lavoratori che desiderano conciliare vita professionale col desiderio di stare insieme ai propri figli. Il tutto all’interno di uno spazio che risponde al pressante bisogno di comprendere l’attività lavorativa all’interno di un più ampio stile di vita, dove la condivisione e la sostenibilità costituiscono due fattori centrali per la realizzazione sia professionale che esistenziale. In questa direzione pensiamo sia fondamentale la contiguità tra lo spazio di co-working, area ristorazione, area relax e le iniziative artistiche. I vantaggi reali sia per gli utenti che per gli stakeholders possono essere riassunti in un modello di spazio che facilita l’avvio di imprese attive nell’innovazione sociale e nella contestuale capacità di creare convergenza tra vita lavorativa e interessi personali. Area HUB CLOUD Target Bisogno a cui risponde Utilità/vantaggio - coworkers - genitori freelance - PA e imprese - organizzatori di eventi - nuove modalità di lavoro flessibile - riduzione dei costi - network collaborativo - possibilità di conciliare famiglia/lavoro - spazio aperto 24 ore - gestione flessibile e modulabile sulle esigenze di ciascuno - ambiente friendly, stimolante - generazione opportunità di lavoro - servizi di conciliazione dei tempi - servizi di nursery - proposta educativa alternativa - co-workers - PA e imprese - accesso a servizi professionali qualificati e a basso costo grazie alle economie di scala - accesso a community tematiche motivate e - comunicazione centralizzata - partecipazione alla creazione di un portafoglio integrato di servizi professionali veicolato dall’organizzazione - centro di alta formazione 12 ART FOOD competenti interno - facilità di creazione di collaborazioni professionali - co-workers - PA e imprese - curatori - cittadinanza - accesso a spazi attrezzati per organizzare eventi h.24 - accesso a spazi espositivi senza pagare biglietti e con servizio bar/ristorazione - pubblico fidelizzato - accesso ai canali comunicativi interni - spazi artistici - piste ciclabile - parcheggi - co-workers - PA e imprese - cittadinanza - riferimento sulla ristorazione sostenibile - possibilità di fare colazione, pranzare e cenare con continuità dalle 8 alle 24 - possibilità di organizzare pranzi o cene di lavoro nei pressi della propria postazione - menù del giorno bio, stagionale e a km 0 - gruppo d’acquisto - tavoli all’aperto nei mesi estivi - spazi verdi dove poter organizzare picnic - piste ciclabile - parcheggi INNOVATIVITA’ DEL PROGETTO Di seguito i principali elementi: 1. Non esistono sul territorio bolognese luoghi dedicati esclusivamente all’innovazione sociale. 2. A differenza di un semplice co-working, la factory non si propone come un mero distributore di servizi, ma individua nei network e nella gestione della community il suo punto di forza, con un’attenzione particolare alla sperimentazione di un “welfare dal basso” rivolto anche a 13 neo-mamme e neo-papà liberi professionisti. 3. In Italia si sta diffondendo un modello che vede da un lato gli incubatori d’impresa rivolgere la propria attenzione verso le esigenze delle singole startup senza creare contatti con la comunità di riferimento, e dall’altro la diffusione di co-working focalizzati prettamente sulla risoluzione del problema di spazi per nuovi lavoratori autonomi. Il posizionamento della Social Innovation Factory è quello di cercare un ideale bilanciamento tra questi due estremi, attraverso il coinvolgimento di differenti attività e imprese che vedono ridurre il rischio complessivo, e la creazione di economie di scala sulla gestione di uno spazio che si propone come luogo di aggregazione e creazione di valore diffuso 4. Ulteriore differenza rispetto ai classici co-working ed incubatori è rappresentata dall’ambiente culturale in cui è immerso lo spazio grazie all’organizzazione di eventi artistici e con un servizio bar/ristorante sostenibile attivo con continuità lungo tutta la giornata. L’ATTENZIONE ALL’AMBIENTE La riduzione dell’impatto ambientale sarà un elemento centrale durante tutto il ciclo di vita dell’impresa, in quanto la sostenibilità, nella sua accezione più ampia, è il driver chiave del progetto: dalla riqualificazione dell’immobile (seguendo i principi dell’edilizia sostenibile), all’allestimento, fino alla gestione, facendo particolare attenzione ad attuare scelte che favoriscano la diffusione di comportamenti sostenibili anche negli utenti. OBIETTIVI AMBIENTALI: - riduzione consumi energetici - risparmio risorse - riduzione spreco - gestione sostenibile dei rifiuti - promozione sostenibilità Il ristorantino utilizzerà materie prime stagionali, a "km 0" e bio (anche grazie alla creazione di un gruppo di acquisto interno alla struttura). Saranno adottate delle policy di risparmio energetico, idrico e di promozione di un’alimentazione più sana. Gli elettrodomestici saranno in classe energetica A e A+ (in grado di ridurre fino al 25% i consumi del ristorante4). Si sceglieranno prodotti per le pulizie certificati (Ecolabel, EPD, BlueAngel) e si presterà 4 Studio: Commercial Buildings Energy Consumption Survey (CBECS), Autorità Americana per l’energia 14 attenzione a ridurre lo spreco. L’allestimento e l’utilizzo degli spazi sarà pensato per massimizzare l’utilizzo della luce naturale, la condivisione di stampanti e strumenti informatici. La mobilità sostenibile sarà incentivata dalle piste ciclabili presenti e della ciclofficina. Per il co-baby sarà promosso l’uso di pannolini lavabili e prodotti per l’igiene e la pulizia ecologici e ‘alla spina’. La proposta culinaria, l’eliminazione dell’acqua in bottiglia, la promozione della raccolta differenziata: tutti questi elementi saranno parte fondamentale della comunicazione d’impresa volta a diffondere una cultura di sostenibilità. SETTORE DI RIFERIMENTO L’Innovation Union Europe 2020 flagship, riconosce l’innovazione sociale come “un nuovo settore molto importante che deve essere sostenuto". Il Programma UE per l’Innovazione ed il Cambiamento sociale (PSCI) è uno strumento gestito direttamente dalla Commissione, a sostegno delle politiche sociali ed occupazionali attraverso la UE. Esso è parte della proposta della Commissione per la politica regionale europea per l’occupazione e le politiche sociali. Dagli Stati Uniti all’Asia, dal Sud America all’Europa, con particolare riferimento a Gran Bretagna e Francia, l’innovazione sociale sta diventando mainstream, catalizzando l’attenzione del settore pubblico, del mercato, del terzo settore e dei media. Nel settore della finanza abbondano i fondi di impact investment che sostengono la crescita del settore della social innovation (Social Impact Bond, programmi pubblici d’investimento tramite Big Lottery Fund e Big Society Capital, etc) I principali driver dell’innovazione sociale europea possono essere condotti ai seguenti fattori: - Economici: istanze legate allo sviluppo sostenibile, alla domanda crescente di servizi pubblici efficenti in un contesto di riduzione della spesa pubblica; - Sociali: nuovi e vecchi bisogni (cura, re-inserimento, occupazione, salute, etc); - Politici: decentramento e forme di partecipazione, apertura a nuove soluzioni di governance; 15 - Culturali: comunità, cooperazione, collaborazione, co-produzione, co-lavoro, etc.; - Tecnologici: nuovi strumenti per creare relazioni, interazioni, partecipazione. A livello italiano le politiche governative sono coerenti al contesto europeo, basti pensare alle ultime azioni intraprese in merito: - Bando Smart cities e Social innovation: 240 milioni € per il sud , 700 milioni € per il centro-nord (294 domande di cui 188 per la sezione Social Innovation, 40 milioni di € ) - Task force per l’innovazione del Ministero dello Sviluppo – 12 esperti (1 di innovazione sociale) - Task force per l’innovazione del Ministero dell’Università e Ricerca – 6 esperti (1 di innovazione sociale) – Agenda digitale nazionale - Call per progetti di sviluppo della Agenda Digitale di Bologna, 100.000 €, 113 progetti presentati In Gran Bretagna l’impresa sociale sta crescendo notevolmente, soprattutto nel settore culturale, che rappresenta il 6% del PIL e impiega oltre 2 milioni di persone. Il nuovo rapporto di Social Enterprise UK5 rivela come il sociale stia conquistando l’imprenditoria del Regno Unito. Il numero delle startup sociali è tre volte tanto quello delle nuove imprese create negli altri settori, registrando un aumento del volume d’affari del +38% dal 2011 rispetto al 19% delle pmi. Tale successo è da ricondurre non solo alla crescente sensibilità sociale della nuova generazione di imprenditori, ma è anche il frutto di un cambiamento nel quadro economico del Paese, in cui i confini tradizionali tra pubblico, privato e non profit tendono a farsi sempre più sottili. La crisi inoltre, sembra essere tra i principali fautori della tendenza alla creazione di nuove imprese. E’ proprio nei tempi di maggior difficoltà economica che nascono nuove imprese, come tentativo di cercare modelli in grado di rispondere a nuove necessità. Il 91% delle imprese sociali hanno almeno una donna nel consiglio di amministrazione. Negli stati Uniti, il primo censimento sull’imprenditoria sociale negli Stati Uniti Great Social 5 http://www.socialenterprise.org.uk/uploads/files/2013/07/the_peoples_business.pdf 16 Enterprise Census6 , rileva come la social enterprise stia traghettando il terzo settore attraverso la crisi. L’imprenditoria sociale americana impiega su scala nazionale oltre 10 milioni di persone, con un giro d’affari di circa 500 miliardi di dollari, arrivando a rappresentare il 3,5% del PIL nazionale . Dai primi dati raccolti dal censimento, emerge chiaramente che, in media, le imprese sociali americane sono di piccole dimensioni : circa il 40% ha meno di 5 dipendenti e solo l’8% ne ha più di 100. Il 90% di esse è focalizzato su tematiche relative alla risoluzione di problemi che hanno un impatto su scala nazionale. A livello italiano, il 7° Rapporto dell’Osservatorio Isnet7 evidenzia come le imprese legate al mondo social, pur risentendo della crisi economica in atto, continuino a mantenere buoni livelli occupazionali e ad investire in innovazione preservando e creando posti di lavoro. La quota di imprese sociali con un trend positivo è del 24%, con un trend costante è del 39,7%: in totale oltre il 64%. Il successo è da ricondurre alla crescente sensibilità sociale dei nuovi imprenditori, al cambiamento del quadro economico e alla necessità di sviluppare nuove opportunità di business sostenibili orientati al cliente, in contrapposizione al modello fordista focalizzato esclusivamente sul prodotto. CHI SIAMO? Ragione sociale: Associazione Culturale Kilowatt Data costituzione: 23/2/2012 Numero associati: 378, con distribuzione nazionale concentrata su Emilia-Romagna Percentuali di genere: 53% donne, 47% uomini Legale rappresentante: Stefano Follador, via del Porto 52 Bologna Sede: via del Borgo di San Pietro 22 Bologna Sito: www.kilowatt.bo.it 6 7 http://socialenterprisecensus.org/about-us/ http://www.impresasociale.net/files/biblioteca/212.pdf 17 Social network: - http://www.facebook.com/kilowattbologna - https://twitter.com/kilowattBo L’Associazione Kilowatt unisce microimprese, terzo settore e liberi professionisti attivi nei campi della progettazione, comunicazione, digitale, sviluppo sostenibile e industria creativa. Kilowatt nasce con l’obiettivo di facilitare ed accelerare idee, progetti e flussi di lavoro tramite: - l’utilizzo di meccanismi partecipativi - la condivisione di spazi operativi, network conoscenze - l’uso di strumenti comuni Nel 2013 vince il bando Incredibol 8 per l’innovazione creativa del Comune di Bologna e il bando Culturability 9 della Fondazione Unipol. La storia di Kilowatt è anche in un documentario, arrivato nella shortlist del concorso internazionale di documentari brevi sul lavoro SHORT-on-WORK (http://www.youtube.com/watch?v=15kP80f7CdE). Attività: 2- principali video produzioni 10 : format TV Made in Green, campagna Edison Green Movie il protocollo europeo per la produzione di film sostenibili, campagna di lancio del progetto PETRICORstudio: S-Cambia cibo 3- community engagement: ideazione e promozione della campagna per lo sviluppo di filiere volt1- co-working 11 : - Età media coworker: 32 anni 8 http://www.incredibol.net/ http://culturability.org/ 10 Info su: http://kilowatt.bo.it/kilowatt-video/ 11 Info su: http://kilowatt.bo.it/lo-spazio/ 9 18 - Aziende coinvolte: 8 - Progetti partecipati sviluppati: 14 - Co-worker resident & nomad: 19 - Eventi: 6 al mese - Partecipanti agli eventi: 4700 in 13 mesi - Workshop: 5 al mese e alla creazione di un distretto del riuso a Ferrara 12 4- workshop: Digital Update, Business Design, Business Model Canvas, Social Workshop, Unibike: Alta Formazione sul ciclismo urbano, Coaching, etc 5- eventi: #KW4, un ciclo di eventi formativi che stanno portando a Bologna realtà, casi concreti, esperti e progetti emblematici sui temi dell’innovazione tecnologica e sociale; Raduno Spaghetti Opendata; Agenda Digitale Infrastrutture Smart City & Communities; OpenRicostruzione-Camp ; Vernissage artistici; incontri Google Developer Group; Business Pitch; eventi culinari; eventi musicali 6- GAS: gestione di un Gruppo d’Acquisto biologico e a Km zero con eventi di presentazione dei prodotti del territorio e dei produttori. 12 info su: http://kilowatt.bo.it/parte-lowaste-for-action-prima-community-per-leconomia-circolare-a-ferrara/ 19 20 21 22
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