36 FDS 222 ▼ Il Regno degli Ascolti C A UR P Om t e PL 00 8 O UR P E IN L A N A I D IN A Z eZ com ia di G ani ag oP Non un “semplice” integrato quanto piuttosto un “grande” integrato, grazie ad un valido stadio di conversione digitale-analogico interno, all’interfacciabilità immediata con un PC, senza dimenticare il vinile né le cuffie, in un fattore di forma pratico e compatto, ottimamente inseribile ovunque. Ecco l’Italia che ragiona. I ndiana Line è un’azienda italiana, che progetta in Italia e demanda la costruzione del prodotto alla Cina. Ve ne ha già parlato il Direttore, appena un paio di mesi fa, finendo con l’elogiare il rapporto qualità/prezzo ottenuto in una coppia di piccoli diffusori da scaffale, e stavolta parliamo di un amplificatore integrato. Il Puro 800 è un oggetto che presenta subito molta carne al fuoco, si colloca in una fascia che non oserei ancora chiamare media, direi mediobassa, accessibile a molti, ed offre una pletora di opzioni per in- INDIANA LINE PURO 800 ▼ FDS 222 terfacciarsi in un impianto antico oppure moderno, con molte sorgenti anche abbastanza atipiche. Estratto dall’imballo si presenta in un look snello e compatto, che litigherà difficilmente con il proprio salotto, e una volta collegato è così come appare, una passeggiata per essere messo in opera e ascoltato subito con soddisfazione. Ammiro sempre questa semplice, assennata ingegnerizzazione e molto spesso la identifico in prodotti concepiti nel nostro Bel Paese, che è un po’ allo sfascio in tutto, dalla politica all’economia, si dice che è lo specchio del modo di (s)ragionare all’italiana per molti aspetti, ma nonostante ciò... cova quella tradizione ingegneristica che ha sempre camminato a braccetto con il nostro senso dell’Arte, e che si vede in tante piccole cose, come un amplificatore hi-fi prodotto in serie. No-nonsense, direbbero gli Americani, a cui tocca ripeterselo frequentemente, non avendone affatto il dono innato: quel che serve, ben aggregato, senza orpelli inutili e complicazioni dannose. Indiana Line, guardando alla fascia popolare del mercato, sa che il keep it simple giova sia all’usabilità che al portafogli. Ora basta con i neologismi anglofoni, e via con gli ascolti. IL SUONO Il piacere di ascoltare un prodotto ad alta fedeltà di prezzo non stratosferico, che non impone un chissà quanto consapevole e ragionato percorso al pellegrino in cerca del suo sacro graal, ma piuttosto solletica il desiderio di ascoltare bene senza tante storie, è di trovarsi dinanzi una macchina priva di una forte caratterizzazione e di tremendi punti di favore e sfavore. Una macchina equilibrata, timbricamente abbastanza neutra, è già indice di quella maturità progettuale che la lascia raccomandare facilmente a chiunque non voglia essere sorpreso da effetti speciali alla lunga stancanti, e non doversi trovare a rincorrere il perfezionamento dell’impianto per stingere quella punta di esagerata brillantezza che sempre, quando si fa un po’ di esperienza, passa da elemento di iniziale attrazione a fonte di stanchezza e fastidio. Uso questo esempio perché moltissimi iniziandi cercano l’alta fe- teCNICA e COStRUZIONe 37 L’amplificatore integrato Indiana Line Puro 800, 80 watt su 8 ohm, 110 watt su 4 ohm, è un prodotto compatto, poco ingombrante a discapito delle sue molte funzioni, con un design sobrio e facile da inserire in casa. Con un piccolo display centrale, sottile, contornato da due manopole (una per la selezione dell’ingresso, usabile anche come balance e selettore della coppia di diffusori da pilotare, l’altra per il volume), un tasto d’accensione e i connettori mini jack per l’uscita cuffia e l’ingresso front (adatto a ricevere il segnale da un dispositivo portatile, ad esempio), il pannello frontale si mantiene abbastanza pulito. Il retro è adornato di connettori e porte, che danno rapidamente l’idea della sua versatilità: ingressi anche digitali su coassiale, ottico o USB, bypass per l’uso dell’amplificatore come finale, pre-out per far da preamplificatore, vari linea e un phono (solo MM). Il materiale usato per tutte le parti del telaio è l’alluminio, ben rifinito e satinato. Osservando l’interno, la sezione di alimentazione vede un toroidale di generose dimensioni nonostante la classe di funzionamento “efficiente” dei finali, tenuto a debita distanza dalle sensibili sezioni pre frapponendo nel mezzo quella finale, con il dissipatore piazzato longitudinalmente. L’amplificatore giunge in un imballo ben fatto, sicuro, con un cavo d’alimentazione e un buon manuale d’istruzioni in Italiano e in Inglese; un po’ scarno e parco d’informazioni, per i miei gusti, ma agile da consultare per la messa in opera. Questi manuali quick start sono, a mio avviso, un brutto vizio da perdere per oggetti di un certo spessore come i nostri giocattoli audio, che andrebbero sempre accompagnati da un minimo di filosofia spicciola e qualche lezione su un utilizzo consapevole e ottimizzato... Ma tant’è. L’amplificatore e le sue peculiarità si spiegano da soli, anche ad un utente inesperto. ◾ deltà nel registro acuto, e più ne sentono e più son felici, convinti che l’esubero di alte frequenze sia l’agognata trasparenza; tana facile di dettaglio, sì, ma quando il campanellino e il pizzichìo hanno stupito per la prima settimana, durante la seconda si inizia a percepire che sotto è il vuoto siderale, e forse l’alta fedeltà stava (anche) altrove. Ecco, il Puro 800 si qualifica subito come un prodotto pensato per chi ha già fatto il passettino iniziale, ha superato la sindrome da incontinenza del tweeter, in quanto la sua presentazione, lo anticipo subito in grande, è votata ad un suono pieno e corposo nel medio, leggermente ovattato in alta frequenza. Non necessariamente caldo per questo, anche se di sicuro non è freddo, ma con un avvertibile roll-off nel registro superiore e un carico di matericità nel medio non comune ad un amplificatore di questo tipo. Sembra, per alcuni versi, una pasta valvolare, senza essere lenta né colorata, ma così piena e succosa che lascia un attimo interdetti, specie in relazione al costo della macchina. Si è capito insomma, l’ho spiattellato subito, la parte più interessante di questo integrato è il suo registro medio. In realtà va molto bene anche all’infuori di esso, senza eccellere agli estremi: il basso più profondo è abbastanza latitante, avvertibile ma di poca sostanza, e si inizia a sentire qualcosa muoversi sul serio dal mediobasso, carnoso ma non strabordante, ben articolato, che ben sostiene l’anticipato medio fatto di spessore, profondità, dettaglio non esasperato ma sempre ottimo per la classe della macchina, eccellente anzi se misurato con l’immediatezza e la presenza fisica del suono. Insomma, voci umane, cariche e comunicative, chitarre di legni masselli, palpabili e vivide. Salendo, il medioalto c’è ma manca quell’apertura nell’estremo superiore che donerebbe ancora maggior dettaglio e una scena più olografica di quella proposta, pur buona anche se non particolarmente larga o profonda. 38 FDS 222 ▼ INDIANA LINE PURO 800 Classica l’impostazione circuitale, ben dimensionata la sezione di alimentazione e molto curata la realizzazione generale. INDIANA LINE PURO 800 ▼ FDS 222 Quel che c’è è sempre ben scandito e mai impastato o confuso, anche ad alto volume se la cava bene, diciamo che l’assenza di un grande lavoro di rifinitura e presenza negli estremi di banda sottrae un po’ di aria e profondità al suono del Puro 800. Dinamicamente, l’amplificatore è okay, senza strafare. In questa classe di prezzo è difficile stracciarsi le vesti per chissà quali finezze nei transienti, e l’Indiana Line non gioca in questo campo i suoi carichi vincenti, preferendo dar prova di capacità da fuoriclasse (sicuramente fuori dalla sua, almeno) nella liquidità e pienezza del medio, nella comunicazione di un messaggio sonoro corposo e coinvolgente. L’uscita cuffia è una funzione sempre piacevole da avere per le emergenze, in questo tipo di implementazioni non farà decollare le vostre cuffie hiend (che non dovreste infilare in questo buco, in ogni caso, tanto più che essendo un mini jack vi servirebbe un adattatore, a suggerirvi che state forzando la mano), ma è un fatto trito 39 e ritrito. Non posso purtroppo commentare lo stadio phono, in quanto inadatto alla mia correntemente unica testina MC, di uscita troppo bassa, ma posso dire ottime cose dell’ingresso digitale, in forma di USB collegata al mio MacBook Pro. Il funzionamento è stato immediato e perfetto, e la resa sonora sbalorditiva per un accessorio integrato in un amplificatore di questa fascia. L’equilibrio timbrico del DAC è agli antipodi di quello della sezione di amplificazione, evidentemente, perché non 40 FDS 222 ▼ INDIANA LINE PURO 800 appena ho usato quell’ingresso il Puro 800 si è aperto moltissimo, senza diventare un mostro dove prima non lo era – cosa che darebbe da pensar male circa il DAC, visto che l’oggetto da me usato precedentemente per la prova non era assolutamente chiuso – ma sicuramente sfoggiando un’aria e un’estensione un gradino superiori. Non lo stesso dettaglio del Wyred4Sound µDAC, ma nemmeno così lontano, e se si pensa che il W4S costa più della metà del Puro 800... La sezione preamplificatrice di questo integrato, come prevedibile, non poteva fare chissà che figura a pilotare i miei finali, che volano in un’orbita economica distante anni luce dall’Indiana Line; in generale, le se- zioni pre a questi livelli sono talmente semplici da non avere mai molto senso “da sole”, se non per pilotare un subwoofer o qualcosa del genere (brrr...). Lo stadio finale, preso singolarmente, suona come l’ampli stesso nel suo insieme. Con un pre linea anche molto economico si può (ri)ottenere all’incirca il suono dell’integrato, posto che interessi a qual- Sopra: il pulito e lineare pannello frontale con i luminoso display retroilluminato. Sotto: il pannello posteriore, molto generoso, con, da sinistra verso destra, gli ingressi analogici, quelli digitali e una doppia coppia di morsetti per il collegamento dei diffusori. INDIANA LINE PURO 800 ▼ FDS 222 cuno. Non vedo mai la necessità o l’opportunità di spaccare una macchina ben congegnata, che si integra perfettamente su sé stessa, con improbabili accostamenti di finali o preamplificatori a sbilanciare la ripartizione dei costi, e perciò sono sempre molto sbrigativo su queste funzionalità: però ci sono, e almeno due righe vanno spese. CONCLUSIONI È molto facile raccomandare questo integrato a chiunque sia in cerca di un suono di sostanza – ma mai grezzo o sparato nei denti – senza spendere una fortuna. È l’ideale per chi inizia con un impianto di discreto livello, ed è soprattutto indicato, a mio avviso, ad essere usato con il suo DAC interno. Oggigiorno la cosiddetta 41 musica liquida dilaga, ascoltare usando un PC come sorgente, sia esso un notebook o un HTPC o vattelapesca, è sempre più comune, e a parer mio estremamente sensato; il Puro 800 regala, in una sorta di “prendi due paghi uno”, uno stadio di conversione assolutamente adatto al livello della macchina. Insieme, sono un’accoppiata dallo straordinario rapporto qualità/prezzo, rapporto che sarebbe già favorevole al solo amplificatore integrato, per dare un’idea di cosa intendo. Se questo tipo di suono è quello che desiderate, e il budget quadra, fatevi pure lusingare dal pacchetto: c’è tanta di quella sostanza che vale davvero la pena di provare. Caratteristiche tecniche dichiarate 2 x 80 watt RMS / 2 channel driven (8 ohm) 2 x 110 watt RMS / 2 channel driven (4 ohm) 10 ÷ 80000 Hz +/- 0.5 dB frequency response 20 ÷ 20000 Hz +/- 0.5 dB (Phono) 0.006% THD @ 1 KHz (80% nominal power) > 92 dB A weighted signal noise ratio (CD, Aux) > 82 dB A weighted (MM Phono) 400 mV / 47 Kohm input sensitivity 1.2 mV (MM Phono) 750 mV / 600 ohm pre output 24 bit / 192 KHz digital to analog converter 500 mVpp / 75 ohm coaxial input JEITA format / CP-1212 optical input 32-96 KHz USB input sampling 220 ÷ 240 VAC / 50 Hz power supply 280 W max power consumption Dimensioni: 430 x 88 x 345 mm Peso: 8.2 Kg Remote control included Prezzo IVA inclusa: Euro 780,00 Distributore: CORAL ELECTRONIC Tel. 011 959 44 55 Web: www.coralelectronic.com
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