Banche e imprese IL RIASSETTO DEL SETTORE Lo scenario Fusioni, acquisizioni e cessioni potrebbero cambiare profondamente la geografìa italiana del credito Ilrisikocomincia da Nord-Est Veneto Banca, Vicenza e le popolari protagoniste del cantiere delle integrazioni Marco Ferrando La prima a partire doveva essere Banca Marche, con uno stock di sportelli più la Cassa di risparmio di Loreto pronti a finire alla Banca Popolare di Vicenza. Poi, nell'autunno scorso, sono arrivati i commissari, la crisi dell'istituto con sede a Jesi è stata sterilizzata e prima al traguardo è arrivata Tercas, finita nelle mani della Banca Popolare di Bari dopo essere stata al vaglio del Credito Valtellinese, nell'ambito di un'operazione finanziata fino a 280 milioni dal Fondo interbancario di tutela dei depositi e per questo indigesta a buona parte del sistema. Solo la prima scossa di quello che si preannuncia come un vero e proprio terremoto destinato a cambiare profondamente la geografia italiana del credito. Acquisizioni, fusioni, spezzatini attendono il settore in questa stagione di esami europei per le banche più grandi e per quelle piccole di redditività perduta ormai da tanto tempo, troppo per poter restare in piedi da sole. Così si spiegano i tanti colloqui informali del Forex di ieri e soprattutto l'attivismo - cercato o subito di diverse popolari mediosrandi, l'interesse crescente intorno a diverse banche cooperative medio-piccole e rifatto che tutti guardino al Veneto, dove la concentrazione di queste due tipologie di istituti è particolarmente elevata. Le prime mosse Sì, perché il risiko sta partendo proprio da Nord-Est. Dove c'è una banca, la Popolare di Vicenza, che da mesi non fa mistero di essere in cerca di qualche occasione a buon mercato, e - a 50 chilometri di distanza - ce n'è un'altra, Veneto Banca, cui la Vigilanza ha espressamente richiesto di valutare l'ipotesi di un'aggregazione. Entrambe popolari e non quotate, sulla carta le due banche - le più grandi rimaste autonome in Veneto da sempre sono le spose perfette, non a caso pure il governatore LucaZaiarecentemente è tornato a perorare la causa; «non ne parlo più», ha detto ieri l'ad di Veneto Banca, Vincenzo Consoli, mentre il collega vicentino Samuele Sorato ha parlato di «buon progetto», e in attesa che si capisca se gli ostacoli sono superabili, entrambi guardano a piccole operazioni preliminari: Veneto Banca alla cessione di Banca Intermobiliare, e la Vicenza alla Popolare di Marostica, piccola ma non troppo e per questo corteggiata anche dall'altoatesina Volksbank. Ma sempre Vicenza guarda, ufficialmente, anche ad altri dossier: piccoli, come alcuni sportelli della Cassa di risparmio di Ferrara, e non solo, visto che l'istituto è tra quelli in teoria interessati a un'offerta non vincolante per la Popolare delFEtruria. Il cantiere delle popolari Con le sue 175 filiali, la Popolare aretina - altra promessa sposa della Vigilanza - non è operazione alla portata di tutti: per dimensioni, e per la sua natura di quotata a Piazza affari non a caso è finita nel radar della Popolare dell'Emilia Romagna e di Ubi, anche se quest'ultima finora ha fatto capire che l'interesse alla partita è minimo. Un cantiere, quello di Etruria, utile a capire quale sarà la velocità di marcia delle integrazioni e a produrre la prima scossa vera dentro al sistema. Tra le popolari, dove un report di Mediobanca securities uscito in settimana vede in Ubi-Creval e Bper-Bpm le unioni ideali, ma anche fuori: Carige, alla vigilia di un aumento da almeno 700 milioni (atteso sul tavolo del cda il 25 marzo prossimo) potrebbe diventare un dossier interessante, e poi ancora Banca Marche, dove si è in attesa di un cavaliere bianco e in estate i tempi potrebbero essere di nuovo maturi per parlare di aggregazioni. Prede e predatori Di sicuro, poi, c'è l'offerta di Banco Desio per la Popolare di Spoleto (in vantaggio sulla cordata locale Clitumnus), l'aumento-monstre da tre miliardi del Monte dei Paschi e soprattutto la sensazione che il quadro si dividerà rapidamente in due, tra banche aggreganti e aggregate, tra prede e predatori: da un lato Intesa e UniCredit (in molti si chiedono fino a quando potranno restare lontane dal tavolo) insieme a Ubi e il Banco Popolare, che una volta uscito dall'aumento da 1,5 miliardi intende giocare da polo aggregante, come ha fatto intendere l'ad Pier Francesco Saviotti due settimane fa. Due, invece, le incognite: le mosse delle straniere Bnl e Cariparma dove gli ad Fabio Gallia e Giampiero Maioli finora si sono mostrati ultra-prudenti visto lo scetticismo sull'Italia delle capogruppo Bnp-Paribas e Crédit Agricole - e soprattutto la linea che intenderà adottare la Vigilanza. «Non intendiamo disegnare la mappa delle aggregazioni o decidere come dovrebbe muoversi il mercato», ha det- Prima le piccole, poi le grandi al centro delriassettodel settore to il governatore Ignazio Visco un paio di settimane fa (ieri non è tornato espressamente sul tema), ma l'azione di moral suasion è fuori discussione; soprattutto se ci sarà da convincere chi finora si è mostrat più refrattario allo shopping, o magari da attingere nuovamente al Fondo interbancario. ^0 @marcoferrando77 •Olili:il'JL!llZl'JMLl:i:.::i;VAlA I DOSSIER A giorni le offerte non vincolanti per Etruria Desio in poleposition per la Popolare di Spoleto e Volksbank per Marostica Volksbank BOLZANO C j Sotto vigilanza Bce Q 'icenza VICENZA 175 Gli sportelli Della Banca popolare dell'Etruria e del Lazio. Reduce da due aumenti di capitale da 100 milioni l'uno, l'istitutoconsedead Arezzocerca un partnercui federarsi su esplicita richiesta della Banca d'Italia o O O milioni VAILE D'AOSTA Commissariate VENEZIA GIULIA Veneto Banca MQNTEBELLUNi BP Marostica / VENETO MAROSTICA PIEMONTE I l piano di rafforzamento Chevedeimpegnata Banca Carige. Venduta la Sgr per circa 1 0 0 milioni, nella seduta d e l 2 5 marzo prossimo il consiglio d i amministrazione potrebbe valutare l'aumento d i capitale. Venerdì la Fondazione Carige, primo azionista, ha nominato Banca I m i come advisor 0 Banca Marche IESI (AN) Monte dei Paschi SIENA / * ^ ^ Banca Popolare di Spoleto SPOLETO Consoli: «Nessuna bad bank» Sui crediti deteriorati Veneto Banca procede da sola, non nel senso della creazione di un veicolo «bad bank» ma con la cessione di pacchetti di crediti, ognuno da 125 milioni: ad affermarlo ieri, a margine del Forex, è stato l'amministratore delegato dell'istituto, Vincenzo Consoli {nella foto a sinistra)
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