PSICOMOTRICITÀ FUNZIONALE E SHINTAIDO Dott.ssa Stefania Capra Le Boulche e la Psicomotricità Funzionale. In occasione della tesi di laurea in Psicomotricità Funzionale ho sviluppato un progetto di intervento per una comunità di recupero per tossicodipendenti nella quale lavoro. La Psicomotricità Funzionale è stata sviluppata dal francese Jean Le Boulche che attraverso le sue conoscenze in campo medico, psicologico e delle scienze motorie ha potuto realizzare un modello di psicomotricità che valuti le funzioni dell'individuo e le potenzi passando non per il problema bensì per la motivazione, l'interesse e l'intenzionalità. L'individuo quindi viene sostenuto nel suo benessere psicofisico attraverso il movimento con obiettivi che guardino al quadro funzionale sviluppato da Le Boulche e che è in stretta connessione con il quadro neurologico e quello biologico. In estrema sintesi, Le Boulche ci insegna che l'uomo agisce nell'ambiente le proprie Funzioni Operative che si dividono in Funzione di Aggiustamento e Funzione di Percezione. La prima riguarda sia l'aggiustamento globale, quindi le coordinazioni, i riflessi, l'equilibrio, gli aggiustamenti al tempo, allo spazio, allo spazio-tempo, all'altro, gli automatismi, il gioco libero, sia l'aggiustamento cognitivo, cioè la rappresentazione mentale. Attraverso tentativi ed errori il soggetto passa da uno stile impulsivo, inteso come spontaneo, a controllato andando quindi a modificare anche la risposta tonica. La funzione di percezione invece riguarda tutti i dati esterocettivi e propriocettivi che la persona riceve e che elabora ed integra nel proprio schema corporeo cosciente. Le due funzioni sono strettamente connesse tanto che se la difficoltà di una persona sta in una funzione ecco che lo psicomotricista passa dall'altra funzione per non far vivere al soggetto la sua difficoltà bensì farlo sentire capace. Le funzioni operative sono fortemente influenzate e a loro volta influenzano la Funzione Energetico Affettiva (F.E.A.) che si manifesta nella veglia. La veglia a livello cognitivo è rappresentata dall'attenzione e a livello motorio dal tono e si esprime in varie qualità quali interesse, motivazione ed intenzionalità. Questa funzione è fondamentale per lo sviluppo dell'essere umano perché permette lo scambio tra mondo interno e mondo esterno; se l'ipotetica linea che ci divide dall'ambiente, che rappresenta la Funzione di relazione, è in qualche modo bloccata dalle difficoltà del soggetto, lo scambio non avviene correttamente quindi le informazioni non entrano e la funzione di percezione ne risentirà e allo stesso modo la persona non agirà nel mondo attraverso un buon aggiustamento. Progetto di intervento psicomotorio funzionale nel servizio. Questo modello mi ha guidato nella realizzazione del progetto rivolto ad un gruppo di otto ragazzi dai 27 ai 50 anni con problemi di dipendenza da droghe o alcol e di cui la metà con un correlato disturbo psichiatrico. La dipendenza da sostanze ha in modo diverso in ciascuno di loro minato fortemente la Funzione Energetico Affettiva e questo di conseguenza ha influito sulle Funzioni Operative. In particolar modo l'intervento vuole agire sulla Funzione di Percezione al fine di far vivere esperienze positive di sé e del proprio corpo. Esse verranno così integrate nello schema corporeo cosciente e daranno un feedback positivo alla Funzione Energetico Affettiva attraverso il sistema limbico (emozioni positive e negative) che a sua volta, attraverso la formazione reticolare, andrà a correggere la risposta tonica ed attentiva e quindi la veglia. La prima fase del progetto prevede un momento di aggiustamento globale e di lavoro più centrato sul corpo e sulla relazione con il gruppo, sia per stimolare la F.E.A. nella motivazione ed intenzionalità sia per non andare subito a lavorare su aspetti che agiscono nel profondo del sé, come la respirazione e le tecniche distensive, senza prima vivere un'esperienza positiva di corpo. La seconda fase invece prevede esperienze più mirate alla percezione di sé e al rilassamento attraverso aggiustamento posturale, tecniche di respirazione e tecniche distensive, al fine di far vivere esperienze piacevoli al proprio corpo che vadano a nutrire F.E.A., schema corporeo cosciente e che abbattano il tono e quindi gli stati di tensione psichica. Shintaido e obiettivi psicomotori funzionali. A questo punto la difficoltà nel lavoro con l'adulto sta nel trovare delle esperienze dinamiche che siano sia divertenti e stimolanti sia valorizzanti, al fine di tenere viva la motivazione nella F.E.A. Mentre con il bambino la funzione di aggiustamento passa sempre dal gioco, il rischio con l'adulto sta nel far vivere esperienze di movimento vissute come svalutanti il loro ruolo di adulto. Così ho deciso di utilizzare lo Shintaido come strumento per raggiungere gli obiettivi psicomotori funzionali. Dopo il primo incontro di presentazione ed avvio del progetto, ho previsto due incontri che avevano come tema le esperienze di Shintaido con bastone il primo e Shintaido a mano aperta il secondo. Per selezionare le esperienze da proporre sono stata aiutata dagli Insegnanti Gianni Rossi, Aaron Zaretti e Patrizio Andreoli, che hanno lavorato con me per individuare le esperienze di Shintaido che più potevano rispondere agli obiettivi che mi ero preposta di raggiungere. Gli obiettivi riguardavano: · la Funzione di Relazione, cioè esperienze che permettessero un lavoro di gruppo e di collaborazione; · la Funzione Energetico Affettiva, cioè esperienze che nutrissero la motivazione dei ragazzi, il loro interesse e la loro intenzionalità a vivere diversamente il loro corpo; · la Funzione di Aggiustamento globale, con esperienze che facessero vivere il corpo nei suoi vari segmenti e possibilità di movimento sia a livello individuale (coordinazioni, equilibrio, riflessi) sia in termini di aggiustamento all'altro, quindi ascolto dell'altro, comunicazione e scambio; · la Funzione di Percezione, cioè portare i ragazzi a sentirsi a livello propriocettivo quindi nell'ascolto di sé. Esperienze di Shintaido con bastone. Abbiamo utilizzato un manico di scopa di legno in quanto era facilmente reperibile. Abbiamo iniziato con il riscaldamento con il bastone, poi abbiamo fatto alcune esperienze per prendere confidenza con lo strumento, come Mochikae, assorbire il bastone dall'alto verso il basso sfruttando la gravità e il lancio dello stesso. Le esperienze successive riguardavano uno scambio a coppie del bastone in varie posizioni (prima verticale, poi orizzontale) dove, entrambi attaccati ad un unico bastone, uno riceveva e l'altro donava, ambedue in ascolto del movimento dell'altro. L'esperienza è stata svolta sia da fermi sia con la guida nello spazio. Inoltre gradualmente sono arrivati a vivere anche l'esperienza del lancio. Hanno anche vissuto un'esperienza di gruppo, tutti connessi attraverso i bastoni con l'esperienza di Wakame. Infine, hanno sperimentato il massaggio al compagno con il bastone al fine di donare un'esperienza piacevole al corpo. Esperienze di Shintaido a mano aperta. Anche questo incontro è iniziato con una fase di riscaldamento dove si è andati a vivere il corpo nei suoi vari segmenti, dall'alto verso il basso, e vivendo l'esperienza di lasciarli andare gradualmente sotto l'effetto della forza di gravità, che produceva in loro già un iniziale effetto distensivo in quanto scaricava le tensioni muscolari. Le esperienze centrali riguardavano vari tipi di contatto: gradualmente si passava da un contatto palmo a palmo in verticale, a quello in orizzontale, alla presa al polso e a quella all'avambraccio. L'obiettivo era far vivere gradualmente l'esperienza di incontro con l'altro che in questo caso avveniva senza l'oggetto mediatore del bastone. Inoltre, l'idea era sempre quella di far vivere esperienze di ascolto dell'altro attraverso il donare/ricevere, la guida nello spazio e i salti. Un'esperienza significativa è stata quella di vivere il compagno attraverso l'appoggio schiena contro schiena, percepirne i punti di contatto per poi sollevare il compagno attraverso la presa al polso. Inoltre, in gruppo a turno ognuno di loro si sdraiava supino sulle schiene dei suoi compagni inginocchiati in quadrupedia e che si dondolavano per far vivere al compagno l'esperienza del contato della schiena con un piano d'appoggio vivo e in movimento, oltre che un'esperienza distensiva. Infine, abbiamo concluso l'incontro con un momento dedicato alla meditazione e al massaggio con l'esperienza di Wakame a coppie, dell'Aosora e del massaggio sia in stazione eretta sia proni. L'Aosora in particolare ha permesso loro di associare la respirazione al movimento al fine di regolarla e gestire gli stati ansiogeni anche a livello di rappresentazione mentale nei vari passaggi. Conclusioni. Credo che lo Shintaido sia un'esperienza arricchente non solo dal punto di vista personale, cosa che già ho provato personalmente, ma anche dal punto di vista della mia professione di Psicomotricista Funzionale. Le esperienze di Shintaido trovano ampia collocazione all'interno dei quadri di riferimento tanto che possono essere un valido strumento per l'intervento in progetti psicomotori funzionali, in particolar modo quelli rivolti all'adulto, per il quale le esperienze di movimento adeguate a disposizione non sono molte. La risposta dei ragazzi è stata sorprendente. Partecipi ed attenti hanno vissuto tutte le esperienze proposte con curiosità ed interesse, riuscendo a trarne beneficio. Particolarmente apprezzati sono state le fasi di riscaldamento e i massaggi, anche perché facilmente riproducibili individualmente. L'altro elemento che vale la pena sottolineare è l'esperienza di incontro con l'altro che lo Shintaido permette di fare. È stato meraviglioso vedere come riuscissero a comunicare con i loro compagni attraverso il corpo e come ne sentissero l'energia. È stata un'importante esperienza per allenare l'ascolto e il rispetto dell'altro e nutrire quella Funzione Energetico Affettiva che è energia di vita.
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