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LA SICILIA
Inserto in collaborazione con la PKSud
Sapori
e cultura
incanto
di Sicilia
DOMENICA 3 AGOSTO 2014
All’interno
ROCCELLA VALDEMONE
Natura e prodotti tipici
Un viaggio in un paesaggio incontaminato
FRANCESCA GULLOTTA PAG. 2
LINGUAGLOSSA
Premio Etna e concerti
Gli appuntamenti delle Esplosioni d’agosto
PAG. 6
EGIDIO INCORPORA
CASTIGLIONE
Il 10 agosto Calici di stelle
Alla rassegna le produzioni di tutta la Sicilia
PAG. 7
MICHELE LA ROSA
LE VIE DELLA MODA
Set naturali per stilisti
Le sfilate nei luoghi più suggestivi e ricercati
PAG. 8
GAL TERRE DELL’ETNA
Quattro percorsi turistici
Bus panoramici per scoprire paesi e civiltà
PAG. 10
BELPASSO
Storia, tradizioni e teatro
«Il cuore della nostra storia è il nostro futuro»
SONIA DISTEFANO
PAG. 13
MOTTA SANT’ANASTASIA
Dal 9 le Feste medievali
Ogni sera giochi, fuoco, musiche e danze
GIORGIO CICCIARELLA PAG. 15
LA SICILIA
DOMENIC A 3 AGOSTO 2014
2.
Roccella Valdemone
Percorsi trekking
e mountain bike
sui sentieri natura
Garantiti dal Comune la refezione scolastica, il trasporto alunni e la differenziata
Il tempo scorre lento e scandito da piccoli e semplici gesti quotidiani nel piccolo
centro di Roccella Valdemone, arroccato
a 825 metri d’altezza sul livello del mare,
ai piedi della rocca, chiamata Rocca granni, denominato anche la terrazza dell’Alcantara, dominando la Valle sottostante e
con la maestosa Etna che si erge di fronte.
L’abitato è diviso in quattro
quartieri che assumono nomi
diversi, a seconda della loro
allocazione, quali: a cruci, u
quartieri ra chiazza, u baglittu
ed il quartiere
di Santa Maria. La strada
principale è la
via Umberto I
in cui sorge il
Municipio,
l’ufficio postale ed alcuni
bar, punto di
ritrovo e di incontro per i
roccellesi, che
arriva fino al cuore del paese, la principale piazza Duomo su cui si affacciano la
Chiesa Matrice e il palazzo Spadafora,
del quale non si conosce l’esatta data di
costruzione, ma che fu sicuramente dimora dei principi Spadafora, primi feudatari di Roccella, sul quale, al centro
della porta, si nota lo stemma di famiglia
datato 1810.
Oltre la Chiesa Matrice, dedicata a San
Nicolò di Bari, è possibile ammirare la
Chiesa di Santa Maria dell’Udienza, la
Chiesa del Carmine e la Chiesa del Calvario, sulle quali sovrintende mons. Nicolò
La Fauci, considerata un’istituzione per i
roccellesi che proprio lo scorso 1 agosto
ha festeggiato i 60 anni di sacerdozio.
A fare gli onori di casa è il sindaco, Nino
Pillera, eletto nel 2012, che invita a visitare Roccella Valdemone ed a soggiornarvi per potervi trascorrere giorni tranquilli e sereni tra la quiete del luogo, garantendo accoglienza e ospitalità, godendo della singolarità del paesaggio e degustando i prodotti tipici quali il formaggio,
la ricotta e la carne di castrato e le caratteristiche pesche, non trattate con prodotti chimici. Nella parte più alta del
paese si sviluppano estesi noccioleti,
mente scendendo più a valle si coltivano
peschi, ulivi, peri, meli ed ortaggi. Variegata l’offerta che arriva dalla terra come
asparagi, origano, funghi, more, carciofi
selvatici e sparacogni, una varietà di erba
Si possono gustare pesche
biologiche, pere, mele, funghi,
more, ortaggi e gli sparacogni,
una varietà di erba selvatica
Apre la pagina il panorama del paese. Nella
foto in alto Palazzo Spadafora, a destra
veduta dell’Etna; sopra da sin. il
comandante della locale stazione dei
carabinieri, Riccardo Spanò, il sindaco
Antonino Pillera, il parroco, mons. Nicolò La
Fauci, il prefetto di Messina, Stefano Trotta, il
comandante della Compagnia di Taormina,
Francesco Filippo, il sostituto comandante il
Corpo della Forestale, Alfredo Lo Presti
selvatica dal sapore particolare che crescono spontaneamente nei boschi.
Roccella Valdemone, che conta circa 750
abitanti, fa delle risorse della terra fonte
di guadagno e di investimento, puntando
sull’agricoltura e sulla pastorizia da cui si
ricavano esclusivi prodotti caseari. Un
paese a misura d’uomo, in cui vengono
garantiti i servizi essenziali come la refezione scolastica, il trasporto degli alunni,
l’assistenza domiciliare agli anziani e
viene inoltre praticata la raccolta differenziata. Tra i progetti di prossima attuazione da parte dell’Amministrazione
Pillera vi è il recupero della sorgente di
Palazzolo, situata a circa 1.100 metri, per
far scorrere dai rubinetti delle civili abitazioni acqua potabile pura ed incontaminata.
Il Comune di Roccella, dispone inoltre di
alcune case-albergo, gestite direttamente
dall’Ente ed offre la possibilità di effettuare percorsi di trekking e mountainbike tra i sentieri naturalistici ed è meta
ambita per gli appassionati che compiono battute di caccia e per numerosi gruppi di scout che scelgono il parco sub urbano per i loro campi. Ma per Roccella
sono allo studio nuove strade per favorire lo sviluppo economico ed occupazionale come il riconoscimento del marchio
Dop per la ricotta ‘nfurnata (al forno) e
l’incentivazione di attività ricettive. Recente l’apertura di un nuovo agriturismo,
“La Valle dell’Etna”, che offre la degustazione di prodotti e vini tipici e pizza cotta in forno a legna.
FRANCESCA GULLOTTA
TRE GIORNI DI FESTA, DAL 14 AL 16 AGOSTO, DEDICATI ALLA VERGINE
Maria Santissima dell’Udienza, una vara con la statua del Gaggini
È Maria Santissima dell’Udienza che l’intera comunità di Roccella Valdemone venera a Ferragosto. Tre giorni di festa, dal
14 al 16 agosto, in cui il paese si ferma e
gli emigrati o coloro i quali risiedono altrove ritornano nel piccolo centro per
rendere omaggio alla Madonna. La statua, raffigurante la Vergine Maria con il
Bambino Gesù in braccio, realizzata dal
Gaggini, la mattina del 14 agosto è trasferita dalla Chiesa a lei dedicata alla Matrice, intitolata a San Nicolò di Bari, portata a spalla dai portatori della Vara, con il
“baiardu” dal peso di 7 quintali che si
sommano all’altrettanto carico del fercolo.
Il giorno più importante è il 15 di agosto
quando, nel tardo pomeriggio, la sacra
immagine viene portata in processione.
Prima di rientrare in Chiesa il simulacro
sosta nella principale piazza Duomo, per
accordare udienza ai suoi figli. Qui, i genitori presentano alla Vergine i loro bambini e i neonati. La festa si conclude il 16
agosto con il trasferimento della statua
nella Chiesa di Santa Maria dell’Udienza.
Numerosi gli appuntamenti collaterali:
tornei di calcetto e pallavolo e serate di
musica, che culmineranno nella serata
del 16 con il concerto dei “Tinturia”, che
si esibiranno in piazza Duomo alle 21,30.
F. G.
IL GRUPPO DEI PORTATORI DELLA VARA DEDICATA A MARIA SANTISSIMA DELL’UDIENZA
DOMENIC A 3 AGOSTO 2014
LA SICILIA
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Novara di Sicilia
Alcuni momenti
della festa di
Menzagustu con le
luminarie dedicate
alla Madonna
Madonna Assunta
la festa che unisce
e rinsalda la fede
Dal 13 al 15 agosto le celebrazioni con processioni e spettacoli pirotecnici
Come ogni anno con l’arrivo della festa di
Menzagustu, Novara di Sicilia si anima in
attesa di festeggiare la sua protettrice durante la solenne processione del 15 agosto.
Una tra le più belle e suggestive della provincia di Messina, inserita tra i beni immateriali della Regione Sicilia, che richiama
ogni anno migliaia di visitatori. È indescrivibile l’emozione che si prova a vedere la
Vara incedere con tutte le sue candele accese e gli ori, una Vara che pesa oltre 1.200
chili, portata a spalla dai
portatori fino alle due di
notte.
Ed ecco che già dalla fine di
luglio iniziano i festeggiamenti in onore della Madonna Assunta: l’ultima domenica di luglio c’è “A scinnuda da Madonna”, quando la
statua dell’Assunta lascia la
sua cappella e giunge sulla
Vara. Si procede il 31, a
mezzogiorno si svolge il rituale scampanio delle campane di tutte le chiese novaresi, ininterrottamente per quindici minuti accompagnate
dai “botti” (colpi di cannone) e si conclude
in serata con una processione interna alla
chiesa Madre, “A purtada da Madonna o so
logu”, in cui la Vara, viene portata “o so logu”, al centro della chiesa. Iniziano quindici giorni di preghiere, la quindicina.
Il 14 agosto si ripete il rito dello scampanio
delle campane di tutte le chiese di Novara a
mezzogiorno, alle 19 si svolge la processione delle reliquie di S. Ugo primo Abate della prima abbazia cistercense di Sicilia, pa-
trono di Novara di Sicilia, che raggiungono
la Chiesa Madre.
Il 15 agosto si apre con i “botti” segue la
Messa solenne alle undici e poi la Solenne
processione alle 21. Il 16 agosto pomeriggio
si svolge la processione di Sant’Ugo, che
verrà poi riportato nella sua chiesa, l’Abbazia, il 22 agosto.
La Novareventi Arte – Cultura – Tradizioni
Associazioni onlus che si è occupata di realizzare la parte civile della festa religiosa,
nel suo operare in tutti questi anni ha sempre trovato il mix ideale tra tradizione e modernità. È riuscita a ripetere appuntamenti
che stanno diventando a loro volta nuove
tradizioni. Uno di questi è sicuramente
quello con Light Stars – Luce, fuoco e musica. Il 13 agosto, per la terza svolta si svolgerà nel borgo uno spettacolo di accensione
di luminarie a ritmo di musica e fuochi
d’artificio, curato dalle ditte Novarlux snc
di Novara di Sicilia e Tumore s. r. l. di S. Fi-
Migliaia i visitatori che
giungeranno nella cittadina
per festeggiare la Protettrice
durante la processione
di Ferragosto, una tra le più
suggestive della Sicilia
Sopra la statua
della Madonna,
opera dello scultore
Colicci realizzata
nel 1754; nelle altre
foto le luminarie
artistiche. Il 13
agosto si svolgerà
uno spettacolo di
accensione di
luminarie a ritmo di
musica e fuochi
d’artificio
lippo del Mela. Inoltre sempre il 13 avrà
luogo la manifestazione “Notte in Piazza –
III edizione”. Si svolgerà la Festa della birra con focacciata a partire dalle 19. Seguiranno all’accensione delle luminarie il concerto del gruppo Stile Italiano in collaborazione con il giovane artista Carmine D’Orsi.
Il 15 agosto avrà luogo la solenne processione della Madonna e il 16 Novareventi offrirà
alla cittadinanza lo spettacolo pirotecnico
“Fuochi sotto la rocca- V edizione” conclusivo della festa. Confermato il concorso
fotografico, premio Roberto Rossello, con tema “La Fede a Menzagustu a Novara. I colori, le fatiche, la gioia”.
Quest’anno purtroppo, a causa della crisi
economica, la Novareventi, ha rinunciato a
realizzare lo spettacolo del 14 agosto, che
negli ultimi anni ha visto sul palco cantanti di fama come Mango, I Nomadi, Zarrillo e
Tozzi.
«Sono contento di poter realizzare anche
quest’anno degli spettacoli che possano rendere onore a Novara di Sicilia - dice il presidente di Novareventi Da Campo Ferrara
Giuseppe - ma rimane l’amarezza di vivere
un periodo di crisi, per la quale una festa
patronale importante come la nostra, si ritrova ad essere molto più sobria e a dover rinunciare a serate importantissime anche
per l’economia locale. L’invito è di venire a
Novara, durante i giorni della festa perchè
lo spettacolo di accensione è bellissimo e
poi perchè la solenne processione dell’Assunta non vi lascerà indifferenti. Io stesso,
sono un portatore dell’Assunta e questo è
per me un appuntamento irrinunciabile».
ANGELA PANTANO
LA SICILIA
DOMENIC A 3 AGOSTO 2014
4.
L’Alcantara
LUNGO IL FIUME
Nelle Gurne
l’habitat ideale
per specie rare
Il fiume Alcantara deriva dall’arabo Al Quantarah, ovvero “il ponte”. Numerose le testimonianze
storiche che, di volta in volta, appellarono il fiume con nomi diversi: dai Greci che chiamarono il
fiume Akesines o Assinos, a Plinio il Vecchio che lo nominò Asines, da Appiano Alessandrino fu
detto Onobalas, per Federico III
D’Aragona invece il fiume prese il
nome di Flumen Cantaris.
Nel tratto tra Castiglione e Francavilla di Sicilia, l’Alcantara grazie
all’incessante azione erosiva operata per millenni sulle colate laviche, ha creato una serie di laghetti dalla forma rotondeggiante conosciuti con il nome di Gurne.
Questi specchi d’acqua creano
l’habitat ideale per la vita di piante acquatiche come il Ranuncolo
a pennello (Ranunculus penicillatus) e la Lenticchia d’acqua (Lemma minore gibba), tipiche dei climi più continentali. Il Ranuncolo
a pennello in Sicilia si rinviene
solo lungo il corso dell’Alcantara
e del fiume Fiumefreddo. Si tratta di una pianta idrofita perenne
che vive in acque fredde. La fioritura avviene tra aprile e luglio.
Con le sue sorprendenti fioriture
a tappeto, è la prima fra le piante
della palude ad annunciare la bella stagione.
A destra il fiume
Alcantara a
Randazzo. Sotto le
Gurne che si
trovano in un
tratto del fiume
tra Castiglione e
Francavilla di Sicilia
Dalla foce alla sorgente
attraverso secoli di storia
Nei Comuni del Parco un ricco patrimonio
di testimonianze culturali e architettoniche
Tutti i Comuni del Parco fluviale dell’Alcantara presentano numerose testimonianze storiche, meritando una visita approfondita per conoscere meglio le origini della Valle e degli ambienti naturali di
notevole pregio naturalistico e paesaggistico che hanno contribuito alla istituzione del Parco.
Risalendo l’Alcantara, dalla foce sino alla sorgente, accoglie il visitatore Giardini
Naxos, prima colonia greca di Sicilia. Dal
Monte Tauro, sovrasta la pianura di Capo
Schisò Taormina, nota località turistica. I
due centri offrono al visitatore un ricco
patrimonio storico-culturale-architettonico, di cui si rinvengono testimonianze
nei Musei del luogo. Segue lungo la valle
Calatabiano, il suo nome deriva dall’arabo
Qalat-Bian, che significa Castello di Biano. Di notevole interesse la tradizionale
discesa di S. Filippo, la terza settimana di
maggio, occasione per visitare inoltre il
Castello medievale ed il Castello di S.
Marco, di tipica pianta rettangolare.
Gaggi, antico casale, trae il suo nome dall’arabo “Karigi” che tradotto significa canale d’acqua. Il centro si sviluppa in prossimità della bassa Valle del Fiume Alcantara, in prossimità del Monte La Guardia.
Più avanti, Graniti, conosciuto per la Pineta, è da sempre famoso per la ricca produzione di ciliegie.
Il nostro itinerario prosegue verso Motta
Camastra che ospita le famose “Gole dell’Alcantara”.
Più avanti, tra le Valli dell’Alcantara e del
fiume Zavianni, troviamo Francavilla di
Sicilia, sede amministrativa del Parco. Da
non perdere una visita al Convento dei
Frati Minori Cappuccini che ospita il Museo della testimonianza francescana ed
un herbarium costituito da piante officinali tipiche dell’ecosistema del territorio. Nelle vicinanze del Convento si svolse nel 1719 una cruenta battaglia tra gli
Spagnoli e gli Austriaci, documentata da
stampe ed una minuziosa descrizione dell’evento.
Castiglione di Sicilia ospita invece la sede
del Centro di ricerca, formazione e educazione ambientale sugli ecosistemi fluviali. Mojo Alcantara si sviluppa presso una
piana alluvionale, in prossimità del Monte Moio, uno dei crateri minori collegati
all’Etna. Proprio al cono piroclastico del
Monte Mojo fu originariamente attribuito
l’evento eruttivo da cui scaturirono le lave che interessano il letto del fiume Alcantara. Studi recenti ne hanno però negato l’ipotesi, attribuendo in realtà al
Monte Dolce, l’origine della colata lavica.
Malvagna offre la possibilità d’ammirare i
resti del seicentesco convento dei Frati
Minori e la Chiesetta bizantina a cella tricora risalente al VI-VII secolo denominata “Cuba”. L’antica Auricella, oggi Roccella Valdemone è collocata ai piedi della
punta di Castelluzzo.
Il viaggio all’interno della Valle si conclude a Randazzo, cittadina sede di tre Parchi
(Alcantara, Etna e Nebrodi) sede dell’omonimo Centro Visite, dalla ricca testimonianza storico-architettonica.
DOMENIC A 3 AGOSTO 2014
LA SICILIA
.5
I Nebrodi
A destra
peperoncini ripieni
al tonno e
all’acciuga, sotto
pesto al pistacchio
L’eccellenza
degli antipasti
e dei contorni
Paté, pesti, sughi, creme dolci, confetture deliziose per formaggi
Benvenuti nella Sicilia meno conosciuta, quella che ha un patrimonio naturale e paesaggistico stupefacente. Nella
campagna siciliana ricca di agrumeti, di
vitigni, ulivi, fichidindia. Benvenuti
nella Sicilia dal clima sempre mite, dai
molteplici profumi, dai variegati colori
che solo qua la natura generosa sa offrire. Benvenuti nelle nostre montagne,
nei nostri boschi, nei nostri parchi naturali. Benvenuti…
tutto l’anno… nella
nostra Sicilia più intima. Ai visitatori attenti agli aspetti ambientali, naturalistici ed enogastronomici non sfuggiranno le delizie del palato che propone le
“Tre Terre di Sicilia”, società la cui
azienda si trova a
Moio Alcantara.
Melanzane, zucchine, peperoni, carciofi, cipolle, pomodori, olive, funghi, prodotti genuini e ricchi di sapore, conditi secondo le ricette delle massaie
messinesi e trasformati mediante un
processo semi industrializzato, che
mantiene intatte le qualità organolettiche degli alimenti. sono i prodotti della società “Le Tre Terre”, che ha fatto
della qualità, della tracciabilità e della
sicurezza alimentare punti fissi della
sua politica aziendale.
«La produzione principale della nostra
azienda - afferma la signora Maria Pina
Cunsolo, che cura le ricette dei prodotti e la direzione della trasformazione
dell’azienda Tre Terre di Sicilia - consiste nelle verdure da noi prodotte (melanzane, zucchine, peperoni, cipolle,
pomodori, olive ecc.) e trasformate nel
nostro stabilimento mediante un pro-
«Punti fissi della nostra
politica aziendale sono
la qualità, la tracciabilità
e la sicurezza alimentare»
cesso semi industrializzato, utilizzando
però le antiche ricette delle massaie
messinesi, e utilizzando esclusivamente prodotti locali (comprese le spezie
raccolte nel Nostro territorio, in particolare nella zona nebroidea).
«Punti fissi della nostra politica aziendale sono la qualità, la tracciabilità, la
sicurezza alimentare. La qualità - continua la signora Cunsolo - vuole essere il
nostro biglietto da visita, tant’è che la produzione è appunto di qualità, anziché di quantità. Il nostro obiettivo è
quello di valorizzare
bene il prodotto fresco,
che viene seminato e
raccolto su circa 50.000
metri quadri di proprietà dell’Azienda e
lavorato entro 24 ore
dalla raccolta, lavorazione che permette di
dare al prodotto finito
uno standard di qualità
alto, anche tramite l’adozione di tecniche di
lavorazione prettamente manuali. La tecnologia c’è, ma è marginale! Il secondo, che
conduce anche al terzo, è sicuramente
un punto primario al giorno d’oggi. Poter tracciare i prodotti, dal singolo seme
alla fine, diventa una carta vincente per
assicurare al consumatore, centro delle
Nostre attenzioni, un prodotto qualitativamente elevato e sicuro».
MOIO ALCANTARA
Le Tre Terre nasce
dalle Valli di Sicilia
Le “Le Tre Terre di Sicilia” è una
società cooperativa, che ha sede in
via Regina Margherita 77 a
Francavilla di Sicilia in provincia di
Messina.
L’azienda, nata da un progetto
ambizioso, volto a esaltare il
prodotto locale, con le ricette di
ieri e la tecnologia di oggi, si trova
nel Comune di Moio Alcantara a
contrada Piana Moio. La sua
fondazione è stata ispirata
dall’antica divisione della Sicilia
nelle tre valli, Val di Noto, Val di
Mazara, Val Demone.
Per informazioni
info@letreterresicilia. it www.
letreterresicilia. it
LA SICILIA
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6.
Linguaglossa
Premio Etna 2013
al Soccorso Alpino
(archivio)
Esplosioni d’agosto
con il Premio Etna
concerti e raduni
Il riconoscimento, quest’anno attribuito all’Unesco, sarà consegnato il 7 agosto
Agosto a Linguaglossa, esplosivo di premi, raduni, teatro, musica, sfilate, rassegne artistiche. E proprio nel titolo delle
manifestazioni estive, “Linguaglossa Etna
esplosioni d’agosto”, è racchiuso l’intero
programma estivo del centro etneo. Punto centrale, ancora una volta, il Premio Etna 2014, entrato ormai fra gli appuntamenti regionali più attesi dell’anno e che
annovera, nel suo albo d’ora, grossissime
personalità del mondo culturale, artistico
e sportivo.
Quest’anno l’ambito riconoscimento viene attribuito alla “Commissione nazionale Unesco”; un meritato tripudio e ringraziamento all’organo che ha riconosciuto
l’Etna patrimonio dell’Umanità. Nell’ambito dello stesso premio, riconoscimento
particolare al regista Sebastiano Gesù per
la sua particolare cura di trasposizione cinematografica dell’Etna. La consegna avverrà il 7 agosto, nell’ambito di un’elegante rassegna che si svolgerà nel colonnato
dei Padri Domenicani, presentata da As-
sia D’Ascoli e animata dalle coreografie di
Carmen Cacciola.
Il Colonnato dei Padri Domenicani sarà
pure la giusta scenografia per l’attesissimo
concerto del noto baritono Simone Alai-
La presentazione della rassegna con il
sindaco Rosa Maria Vecchio e l’assessore
agli Eventi Rosario Grasso
mo e dei suoi allievi che, accompagnati al
pianoforte dal maestro Pietro Paolo Gurrera regaleranno agli astanti il concerto
“Anche le stelle ritornino a brillare”.
Ma Linguaglossa è anche montagna, Piano Provenzana. E così il 10 agosto appuntamento con “Calici di Stelle”: degustazione dei più prelibati vini del versante
ed escursioni notturne nel suggestivo paesaggio notturno del “Ragabo”, grazie anche alla collaborazione del Cai. Inoltre,
Piano Provenzana sarà la base per più
punti d’osservazione degli astri con l’ausilio di telescopi guidati nell’osservazione da esperti astrofili. E la degustazione
Il 10 agosto “Calici di stelle”,
degustazione di vini
nel suggestivo paesaggio
notturno della pineta Ragabo
dei vini vi sarà, per gli appassionati del
nettere etneo, anche dal cinque al dieci
agosto, su iniziativa dell’associazione
“Strada del Vino dell’Etna”.
“Linguaglossa-Esplosioni d’agosto” è anche un commovente ritorno alla tradizione, in forza dell’atteso raduno delle bande musicali del versante. E se di passato si
parla, si deve parlare di “Festa dell’Etna”,
che quest’anno ritorna, il 7 agosto con la
tradizionale sfilata di gruppi folkloristici
provenienti dalla Polonia, Colombia, Venezuela e Brasile, oltre i famosi sbandieratori del Rione Panzera di Motta Sant’Anastasia; una ghiotta occasione per assaggiare la locale salsiccia accoppiata alla
nordica polenta. E poi, ancora, tanto teatro oltre che le tradizionali feste religiose:
San Rocco e Sant’Egidio costituiscono infatti un legame atavico fra popolo e religione che viene rivissuto intensamente
anno dopo anno. Un programma tutto da
gustare.
EGIDIO INCORPORA
DOMENIC A 3 AGOSTO 2014
LA SICILIA
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Castiglione
In alto il Castello di Lauria, una delle attrazioni turistiche più
rinomate; a destra la Cuba bizantina, già monumento nazionale;
sotto la basilica Madonna Maria Santissima della Catena
Calici di stelle, la guida ai migliori vini
Il 10 agosto la rassegna di aziende vitivinicole da tutta la Sicilia
Storia e leggende si intrecciano per descrivere questo suggestivo centro medievale le cui origini affondano nel
passato remoto. Più che le parole e i
racconti a descrivere Castiglione ci sono i suoi monumenti, il suo centro storico, quelle testimonianze che lo hanno
fatto entrare a pieno titolo nei Borghi
più Belli d’Italia. Ma è proprio in quel
patrimonio di arte, architettura, cultura, nel cui territorio alcune emergenze
architettoniche impreziosiscono ancor
di più questa zona tra l’Alcantara e
l’Etna, come la Cuba bizantina (chiesa
di Santa Domenica), già monumento
nazionale, e che ha consentito al Comune di parte dell’Aceb, l’Associazione delle Città Eredi di Bisanzio.
Castiglione già da tempo rappresenta
una delle più dinamiche realtà turistiche del versante Nord Etna, con i suoi
oltre 700 posti letto costituiti da: 6
aziende agrituristiche, 4 turismi rurali,
5 bad & breakfast, 3 affittacamere, 3 alberghi, 2 case vacanza, 1 ostello. A
questi si aggiungono 7 ristoranti, 3 enoteche, 1 campo da golf, 3 società di
escursioni e servizi turistici. Ma è la
produzione di vini Doc dell’Etna che
costituisce una delle realtà più affermate nel mondo, basti pensare che oggi, in
base ai dati della Camera di Commercio di Catania e quelli del Comune, ci
sono ben 34 aziende vitivinicole che
producono, imbottigliano, e commercializzano vini prodotti con uve provenienti dal territorio di Castiglione di Sicilia, realtà queste che alimentano anche importanti flussi di enoturisti.
L’enogastronomia difatti rappresenta
uno dei settori trainanti del turismo,
così che l’Amministrazione comunale,
guidata dal sindaco Salvo Barbagallo,
punta molto alla valorizzazione dei
prodotti tipici locali, con una maggiore valorizzazione di quelle che sono
state tradizioni attraverso eventi mirati. “Calici di Stelle”, la notte del 10
agosto, è ormai l’evento top per quanto
riguarda la presentazione e la degustazione di vini siciliani, grazie all’adesione di aziende vitivinicole che provengono da tutta la Sicilia, ma anche per
quanto riguarda la sagra enogastronomica, durante le 3 giornate che precedono Calici di Stelle, divenuta ormai
una preziosa rassegna di sapori e gusti
del territorio castiglionese, le cui eccellenze agroalimentari, ricordiamo, sono
vino, olio, formaggi, nocciole e frutta
Il Comune, che fa parte dei
Borghi più belli d’Italia, è
una delle più dinamiche
realtà turistiche dell’Etna
secca in genere, dolciumi.
Castiglione ha un’offerta turistica variegata, potendo contare su alcune eccellenza naturalistiche, come l’Etna e
le Gole Alcantara. Già da qualche anno
l’Amministrazione ha avviato una partnership con Enel Green Power, società
che sul territorio castiglionese ha alcune centrali idroelettriche che è possibile visitare grazie a un percorso didattico che illustra il ciclo produttivo dell’energia elettrica. Ma è il Castello di
Lauria, i vicoli tutt’intorno e il borgo
medievale che sono la grande attrazione turistica, in una cornice architettonica e storica dove è possibile visitare
pure la Basilica della Madonna Maria
Santissima della Catena, la chiesa di
Sant’Antonio con i suoi intarsi marmorei e quella dei Santi Pietro e Paolo e la
meridiana solare. Ritorna in voga l’antica arte e tradizione dei ricami, dove il
punto inglese nel passato ha costituito
una fiorente attività artigianale contando anche centinaia di ricamatrici,
tanto che l’Amministrazione comunale ha avviato delle iniziative per far riscoprire e valorizzare quest’arte.
MICHELE LA ROSA
LA SICILIA
DOMENIC A 3 AGOSTO 2014
8.
Le vie della moda
Le modelle delle
Vie della moda,
progetto
dell’associazione
La via dei greci
Stilisti e designer
in set naturali
di grande fascino
«Vogliamo far conoscere luoghi suggestivi dove ospitare sfilate d’alta moda»
Dall’Alcantara ai Nebrodi, dalla Sicilia
Orientale all’entroterra isolano. Un vero e proprio itinerario attraverso location che ben si prestano per diventare
il set naturale di servizi fotografici, riprese televisive, sfilate vere e proprie.
“ Le vie della Moda”, è questo il progetto dell’associazione “La Via dei Greci” che ha sedi a Randazzo e Mojo Alcantara e
che è stato avviato già da
alcuni anni, ma che
adesso entra in una fase
avanzata, affinché si realizzi un vero e proprio
“sistema” in grado di
promuovere il territorio
attraverso iniziative mirate sulla moda.
«Abbiamo contattato già
diversi Comuni per chiedere la loro adesione gratuita mettendo
a disposizione strutture ed immobili,
come antichi palazzi, quartieri di interesse storico-architettonico, per ospitare saltuariamente eventi legati al mondo della moda - ci dice Michele La
Rosa, presidente dell’Associazione La
Via dei Greci e organizzatore di eventi - in questo contesto coinvolgiamo soprattutto stilisti emergenti e nuovi fashion designer che intendono aderire
al progetto, organizzando con loro degli shooting fotografici e video, sfilate,
conferenze stampa. Contestualmente
otteniamo un duplice risultato: contribuiamo a far conoscere i luoghi e a far
conoscere la creatività di giovani stili-
sti che non sempre trovano la giusta visibilità in Sicilia».
Il progetto è partito già qualche anno fa
con Akesines Moda, nome che deriva
dal toponimo greco del fiume Alcantara, rassegna di stilisti emergenti che ha
toccato Randazzo, Francavilla Sicilia,
Gaggi, dove si sono svolte delle sfilate
mati, che qui tra l’Alcantara ed i Nebrodi, potrebbero trovare le location
ideali ed alternative per presentare le
loro creazioni, contribuendo alla promozione del territorio grazie ai redazionali che poi in genere vengono diffusi dalle riviste di moda.
«Abbiamo già una banca dati dei fashion designer e pubblicazioni di moda - afferma ancora Michele La Rosa
che ha lanciato il progetto “Le vie della moda” -, ai quali periodicamente
«In palazzi antichi, quartieri
storici e monumenti gli
eventi moda che
promuovono il territorio»
vere e proprie, per poi toccare anche
Pantalica (Sr), Enna, lago Pozzillo a
Regalbuto (En), Forza d’Agrò (Me),
Porto di Riposto (Ct) dove invece si sono realizzati servizi fotografici e video. L’obiettivo adesso è più ambizioso e punta a coinvolgere stilisti affer-
In alto a sinistra la conferenza stampa di
presentazione de Le vie della Moda a
Taormina, sopra le modelle
segnaliamo location, strutture ricettive
e turistiche, affinché possano organizzare col nostro supporto i loro eventi
moda per presentare le loro collezioni
e allo stesso tempo promuovere quei
siti che ospitano questi eventi».
Intanto sono iniziate le registrazioni
del format tv “Salotto Taormina”, una
coproduzione di Sicilia Artistica, Eurotv, Associazione La Via Dei greci, in
partnership con il web magazine
www. taorminainforma. it, e lo staff
composto da Egidio Marisca, Mauro
Romano, Salvo Mannino, che vede come location Taormina, e dove proprio
per “Le vie della Moda” sono state
presentate le creazioni moda di Tina
Arena, stilista messinese, reduce da
una presentazione delle sue creazioni
moda a Parigi e che da
tempo è ospite di importanti sfilate a livello internazionale. «Siamo sempre alla ricerca di nuovi
siti e stilisti da coinvolgere - dice Francesca Sorbello, responsabile casting e pubbliche relazioni - Dall’Alcantara, all’Etna, ai Nebrodi, ci sono posti sconosciuti ma suggestivi per ospitare questi
eventi. Lavoriamo molto
con i social network come
Facebook, dove attraverso
il gruppo Moda Eventi Siciliavvenimenti abbiamo già la prima vera struttura organizzativa del progetto».
IL COMPOSITORE E PRODUTTORE INGRASSIA E LA PASSIONE PER LA MUSICA ELETTRONICA
Emilix, un dj che ha creato un laboratorio di idee tra l’Etna e l’Alcantara
Un tempo erano poeti e scrittori a raccontare il territorio e a trovare nella propria
terra l’ispirazione ai propri versi. Tra l’Alcantara e l’Etna anche un giovanissimo dj
trova in questo suggestivo territorio il suo
ambiente ideale per le sue produzioni discografiche e le sue innovative performance musicali. Lui è Emilix, all’anagrafe Emilio Ingrassia, 27 anni. Compositore
e produttore, si dedica allo studio dei sintetizzatori e della musica elettronica. La
sua musica è intesa come “suono sperimentale organizzato”; musica come cosmogonia, medicina, natura, quella incontaminata del suo studio di produzione
realizzato in un suggestivo immobile che
si affaccia sull’Alcantara e sullo sfondo i
Nebrodi, ed è proprio da qui che parte
l’avventura musicale di Emilix dj.
«Tutto nasce nel 2002 - dice - ascoltando
un disco che aveva dei suoni sperimentali con uno strumento elettronico, il Theremin che consiste in una sorta di antenna
che traduce il campo elettromagnetico in
suoni. Basta la semplice imposizione delle mani per modificare la disposizione di
questo campo per ottenere dei suoni variabili». Da lì inizia tutta la sua carriera e
produzione. Nel 2005 produce il suo primo disco “Metal sim acid”. Per lui inizia
come tanti l’avventura nelle radio locali,
mentre nel 2006 inizia a poter utilizzare
questi strumenti su pc. Nel 2012 viene
contattato da una etichetta di Berlino, la
Code 2 Records con la quale produce ben
dieci dischi e nel 2013 produce “Requiem”. Nel 2014 pubblica Aisha, Short
Dick Man, “I’ll fly with you “ progetto remix genere tech house in collaborazione
con Sagi Rei, mitico pezzo degli anni 90,
“No Words”, “Seclorum”. Lo abbiamo incontrato nel suo laboratorio di idee, una
terrazza sull’Alcantara dove sta sviluppando anche un progetto turistico, che
potrebbe diventare cenacolo per artisti e
discografici che si lasciano contaminare
da questo angolo tra l’Etna e il fiume.
MICHELE LA ROSA
EMILIX, ALL’ANAGRAFE EMILIO INGRASSIA
DOMENIC A 3 AGOSTO 2014
LA SICILIA
.9
Prodotti tipici
Il pecorino
classico, al
pistacchio e al
peperoncino
La sapienza antica
in provole, ricotte
e formaggi storici
L’Alcantara Formaggi: produzioni secondo le ricette tradizionali
Tuma, pecorino fresco e stagionato,
provole, ricotte al forno e salate, sono
le prelibatezze molle o rugose, dal sapore tradizionale e nelle specialità
che si arricchiscono di gustose varianti che una terra generosa, come quella
dell’Alcantara, e la sapiente lavorazione artigianale contribuiscono a rendere inconfondibili, dal
gusto pieno e saporito, e
che sono prodotte da
un’azienda, l’Alcantara
Formaggi, che si trova
nello splendido scenario
della valle del fiume Alcantara, alle pendici dell’Etna.
Da quattro generazioni
la famiglia Camuglia
persegue l’obiettivo di
salvaguardare la tipicità
delle proprie produzioni, attraverso un attento
studio della tradizione
dei formaggi storici siciliani.
Oggi Salvatore Camuglia e il figlio
Giuseppe hanno dato nuovo impulso
ad un’attività che si propone di diffondere la cultura di una sapienza antica.
Il paesaggio, in cui pascoli di mucche
e pecore, si distendono a campo aperto, è cornice di questa sapienza antica,
che la famiglia Camuglia tramanda da
generazioni, trasmettendo ai propri
prodotti un valore unico.
I prodotti di Alcantara Formaggi nascono dalla lavorazione del latte cru-
do, evitando, quindi, la pastorizzazione abitualmente usata nelle produzioni industriali. Il latte crudo è munto e
lavorato ogni giorno, è quindi freschissimo e monitorato quotidianamente.
Alcantara Formaggi utilizza solo latte
siciliano di animali al pascolo.
Le tecniche di lavorazione artigianali
contribuiscono a preservare caratteristiche organolettiche inconfondibili,
un gusto pieno che si arricchisce nelle varianti delle provole al limone, al
peperoncino, al pistacchio e nei formaggi bagnati nel mosto che li colora
di un gusto unico e intenso.
La passione di un’arte antica continua
nella produzione della tuma, del primo sale di classica fattura e del pecorino, con varianti aromatizzate al peperoncino ed alla rucola. Non mancano, inoltre, le tradizionali ricotte salate e al forno, affumicate dentro cioto-
La famiglia Camuglia
persegue l’obiettivo di
salvaguardare la tipicità
dei prodotti siciliani
Sopra la ricotta al
forno fresca che
viene messa in
apposite ciotole di
terracotta e viene
infornata ad alta
temperatura. Si
utilizza come
antipasto, accompagnata a rustici a
base di olive e
salame. A destra la
provola al limone
le di terracotta, che ne esaltano l’aroma, conservando il sapore del tempo
antico.
Non solo la continua attenzione a soddisfare le attese dei consumatori, ma
soprattutto l’impegno a mantenere intatte le caratteristiche sensoriali e nutrizionali di lavorazioni antiche, dove
il “latte crudo” permette di trasformare un ambiente incontaminato in
sapore tradizionale. Le produzioni avvengono ancora secondo le ricette tradizionali, ma attraverso l’utilizzo di
impianti di nuova concezione.
Tutte le lavorazioni non prevedono
l’utilizzo di conservanti e sono il risultato di una ricerca e una sperimentazione accurate. La tracciabilità e la
rintracciabilità sono requisiti cardine
della normativa europea e rispondono
all’esigenza di garantire la sicurezza
degli alimenti. Alcantara Formaggi
applica in modo rigoroso questa normativa, per garantire al Consumatore
l’autenticità dei propri prodotti.
Nel punto vendita di Alcantara Formaggi, ”La bottega dei sapori”, si trovano oltre ai prodotti caseari dell’azienda, tante eccellenze alimentari tipiche della Sicilia, come i prodotti al
pistacchio di Bronte, le conserve, i salumi, il miele e i pregiati vini dell’Etna, gli spumanti di rinomate aziende
del territorio. È possibile, inoltre, richiedere la degustazione dei formaggi
e di tutti gli altri prodotti, accompagnati anche da un buon bicchiere di
vino dell’Etna.
LA SICILIA
DOMENIC A 3 AGOSTO 2014
10.
Gal dell’Etna
L’Etna vista dalla
baia del porto
turistico di
Riposto
Quattro percorsi
per vivere l’Etna
e le terre d’Alcantara
Bus panoramici porteranno i turisti alla scoperta di luoghi mozzafiato
Dal corso principale di Taormina
fino a quota 200 metri sull’Etna,
tranquillamente in bus e con un
unico biglietto.
Il turismo guidato sull’Etna adesso
ha finalmente un nome. Si chiama
“Around Etna – Rural Sightseeing”, o meglio “Viaggiare nella
ruralità”, per chi preferisce la lingua italiana.
Si tratta di un progetto
promosso dal Gal Terre dell’Etna e dell’Alcantara, che, dopo
aver valorizzato le piccole imprese locali
agricole e rurali, adesso si candida a diventare il faro per la promozione turistica di
un territorio dal grandissimo potenziale
mai sfruttato del tutto.
Questo lo sa bene il
presidente Cettino Bellia, promotore ed anima, assieme all’assemblea del Gal, di “Around Etna” che
già da questa estate vuole diventare il principale vettore turistico
per l’intero territorio.
«Noi ci abbiamo sempre creduto. –
afferma Cettino Bellia – Ci credevamo fortemente quando il progetto era solo sulla carta, figuriamoci adesso che, acquistati i bus
panoramici. Questione di giorni,
vedrete e poi si procederà con il
viaggio inaugurale».
- Ma in cosa consiste il progetto
“Viaggiare nelle ruralità”?
«Around Etna, rural sightseeing” risponde Bellia - fa diventare anche nostri quei servizi turistici che
già da tempo si trovano nelle grandi città o nei territori attrezzati per
l’accoglienza.
«In pratica bus cabriolet accompagneranno i turisti alla scoperta
di luoghi e paesaggi mozzafiato.
Questo grazie anche “CityBySee”,
nostro fondamentale partner per
un progetto che per la prima volta
nella nostra storia permette al turista di arrivare, comodamente e con
un unico biglietto, dal corso centrale di Taormina fino all’Etna e
viceversa, oltrepassando paesi che
profumano di storia, tradizioni e
prodotti tipici.
«Il bello, infatti - aggiunge il presi-
dente del Gal Terre dell’Etna e dell’Alcantara - è che anche il turista
in questi paesi potrà fermarsi ammirarli, assaggiare i prodotti per
poi risalire sul nostro bus e completare il giro fino al capolinea».
«Ma non solo. – continua Bellia –
in ogni posto del bus ci saranno a
derlo e riportarlo comodamente a
casa.
«Questa è la nostra mission - aggiunge - al servizio del turismo del
territorio e delle imprese che in
noi hanno creduto e che per
“Around Etna” hanno standardizzato la qualità dei servizi resi per
trasformarsi nel
cuore attrattivo
del progetto».
Si potrà
Quattro i percorarrivare, con si di “Around
Itinerari
un unico biglietto, da Etna”.
che si incuneano in un territoTaormina all’Etna,
unico, con
attraversando paesi rio
un paesaggio naturale vivo, che
che profumano
essere scodi storia, tradizioni può
perto attraverso
l’acqua, la terra
e prodotti tipici
Il presidente del Gal Terre
e il fuoco che lo
dell’Etna Cettino Bellia
rappresentano
mirabilmente e
che si trasformano in percorsi.
Il primo percorso è chiamato “Water tour” in onore dell’acqua del
fiume Alcantara: da Taormina, Castelmola e Giardini Naxos raggiunge Linguaglossa facendo tappa a Calatabiano, Piedimonte Etneo, Castiglione di Sicilia, Fiumefreddo e Francavilla. In qualsiasi
di questi Comuni il turista potrà
fermarsi, ammirare, gustare e ripartire.
A Linguaglossa si incrocia il bus
che percorre il “Fire tour nord”
dedicato alle lave ed al fuoco dell’Etna e che fa tappa a Randazzo e
Piano Provenzana sul versante
nord dell’Etna. Poi c’è il “Land
tour” in onore della terra dell’Etna: il tragitto da Riposto porta a
Mascali, Sant’Alfio, Milo, Zafferana Etnea, Santa Venerina Giarre e
Riposto. Ed infine il “Fire tour
sud” che raggiunge il Rifugio Sapienza percorrendo l’anello Zafferana Trescastagni, Pedara, Nicolosi e Viagrande.
«Sono più di 200 - ribadisce Bellia
- le imprese che hanno creduto nel
abbiamo deciso di coccolarlo il tu- progetto e che insieme con noi
rista, accompagnandolo dove vuo- hanno scommesso. Imprese turile e, siccome il progetto coinvolge stiche ed enogastronomiche che
tanti privati che fanno accoglienza assieme al nostro imponente Vule mettono a disposizione prodotti cano, alla partenza del servizio,
tipici, vogliamo che il turista cono- saranno per tutti un po più vicini».
L. S.
sca queste aziende, per poi riprendi coniugare le esigenze della valorizzazione turistica con la necessità di colmare le lacune di una
mobilità che da noi finora non ha
mai favorito il turismo».
- Già perché il turismo da noi non
può contare su veri servizi.
«Noi invece – continua Bellia –
“
«AROUND ETNA»
Quattro i percorsi di “Around
Etna-Rural Sightseeing”, che si
caratterizzano per gli elementi
naturali dell’acqua, della terra
e del fuoco. A centro pagina: in
alto Castiglione di Sicilia, sotto
Taormina e a destra il bus
panoramico di “Around Etna”
disposizione degli auricolari con
un sistema multilingue in grado
di spiegare ai turista dove si trova
e cosa sta ammirando.
«Un sistema innovativo per noi. –
aggiunge - Semplice, ma allo stesso tempo rivoluzionario, in grado
DOMENIC A 3 AGOSTO 2014
LA SICILIA
.11
Bronte e Randazzo
Il Castello Nelson
magica atmosfera
della storia inglese
Nel Castello di San Martino il museo con vasi, monete e terrecotte
Il turista affascinato dai Castelli nel
versante nord dell’Etna troverà esempi
di architettura che affondano le proprie radici nella storia.
Il Castello Bronte a Bronte e quello di
San Martino a Randazzo, pur nella loro estrema diversità, infondono quel
fascino che solo la storia riesce a destare, trasformandosi in fedeli custodi dei preziosi
che conservano per farli
ammirare ai tanti visitatori che giungono ogni
anno.
Nel Castello Nelson di
Bronte, infatti, si respira
ancora quell’atmosfera
incantata della storia inglese, vera padrona di casa. Il castello, infatti, fu
donato da Re Ferdinando
I all’ammiraglio inglese
Horatio Nelson per premiarlo di aver soffocato
la rivolta partenopea.
Nelson ricostruì il castello e lo trasformò in dimora residenziale. Non
mise mai piedi nei possedimenti siciliani, né mai abitò a Bronte, a differenza dei suoi eredi che fino a pochi decenni fa vivevano quasi stabilmente
gli appartamenti ora trasformati in museo.
Visitare oggi il Castello Nelson vuol
dire passeggiare negli stessi viali attraversati dai nobili discendenti dei Nelson, godere della visione dell’imponente fabbricato che nasconde le came-
re private, le quali ci raccontano la lussureggiante vita del tempo e ci mostrano i tanti preziosi cimeli. I corridoi, infatti, sono impreziositi da quadri, lettere autografe dei reali d’Inghilterra, ordini militari, piani di battaglia e medaglie. Vi sono poi due bicchieri di cristallo e una bottiglia che Nelson uti-
lizzò prima della sua morte in battaglia.
Fra tante meraviglie il turista rimarrà
affascinato dal “mite” giardino, dove i
più esperti trovano piante importate
dall’Inghilterra, dai reperti archeologici e dagli scavi nel grande granaio, che
ci fanno intendere come forse non tutto sappiamo della Chiesa di Santa Maria, che accoglie i fedeli all’ingresso
con uno dei più bei portali delle chiese dei benedettini in Sicilia della seconda metà del XII secolo.
Diverso, ma altrettanto interessante, il
Castello di San Martino di Randazzo.
Due castelli e due storie dal
fascino unico: la cultura che
riesce ad attrarre studiosi
e turisti da tutto il mondo
Nelle foto in apertura
di pagina e a destra il
Castello Nelson a
Bronte, donato dal re
Ferdinando I di
Borbone per premiare
l’ammiraglio inglese
di aver soffocato la
rivolta partenopea.
Sopra il Castello di
San Martino a
Randazzo
Posto a strapiombo su una roccia lavica è l’unica torre rimasta dell’antica
cinta muraria che ha fatto di Randazzo
una formidabile roccaforte medievale.
Gli studiosi assicurano che esisteva
già ai tempi di Federico II di Svevia e
degli Aragonesi ed in tanti lo chiamano ancora “Castello carcere” perché ai
tempi del Giustiziere del Valdemone
divento una terribile prigione per condannati a morte. Lo dimostrano le anguste cellette ed il pozzo dei sepolti vivi che venivano calati con la carrucola.
Oggi in quella stanza è esposto il Pytos,
il grande vaso di creta risalente al 1500
a. C. trovato quasi per caso tra il 1968 e
il 1969 durante la costruzione della
strada “Quota 1000” che collega Randazzo a Linguaglossa. Alto circa un
metro e 30 il vaso impreziosisce la collezione di monete, vasi attici ed italioti in terracotta dipinta risalenti al IV e
V secolo a. C. che Paolo Vagliasindi riportò alla luce in contrada S. Anastasia, a 6 Km circa da Randazzo e che da
tempo sono custodite nel castello. Fra
i reperti più preziosi l’“Oinochoe” dalle decorazioni finissime che rappresentano il mito delle arpie che puniscono il Re Fineo, al cui soccorso giunsero i Boreadi.
Due castelli, due storie un unico fascino. Quello che solo la storia e la cultura riescono ad infondere, da sempre ricercate da studiosi e turisti smaniosi di
scoprire una fetta di noi che affonda le
proprie radici lontano nei tempi.
L. S
LA SICILIA
DOMENIC A 3 AGOSTO 2014
12.
Prodotti tipici
DUE PRODOTTI DOP
Ciliegia dell’Etna
compatta fuori
e croccante dentro
Ficodindia e ciliegia dell’Etna
dop: due gioielli della terra etnea.
L’identità delle due Dop nasce
dall’unicità della loro natura: una
fascia di terra che si estende dal
mar Ionio fino a 1600 metri lungo
i versanti est e sud-est dell’Etna.
La ciliegia dell’Etna Dop, il cui
luogo di origine è la fascia pedemontana dell’Etna, rivela all’assaggio il suo gusto inconfondibile,
compatta all’interno e croccante
all’esterno in un’armoniosa dolcezza è un capolavoro del gusto
nel settore dell’ortofrutta e delle
produzioni Dop in particolare grazie alle sue caratteristiche sia organolettiche che salutistiche
La campagna di produzione del
2014 inizia con il mese di giugno
e si conclude proprio in questi
giorni: il prodotto è stato distribuito in alcuni punti vendita della Gdo sia a livello locale che nazionale, riscontrando un successo
eccezionale tra i consumatori.
Ad agosto la ciliegia dell’Etna Dop
lascia il posto a un’altra eccellenza, il ficodindia dell’Etna Dop,
con il primo fiore prima e con i
“bastardoni” poi sarà presente su
mercato fino alla fine dell’inverno. Insomma la ciliegia consegna
il testimone al ficodindia ma il
denominatore è sempre lo stesso
“La montagna”.
Ficodindia e ciliegia
dell’Etna Dop: due
gioielli della terra
etnea che si estende
dal mare Ionio fino a
1600 metri di quota
lungo i versanti est e
sud-est del Vulcano
Ficodindia, pianta ecosostenibile
frutto ricco di qualità salutistiche
Un prodotto dalle proprietà “magiche” che è
presente sul mercato da agosto a dicembre
“La freschezza irresistibile di una natura vulcanica”. Non esiste pianta più
appropriata del ficodindia per identificare la Sicilia con la sua storia e le sue
tradizioni, la sua cultura e le sue colture di questi frutti concentrate in quattro
aree principali, l’Etna, San Cono, Santa Margherita di Belice e Roccapalumba. Le ricerche scientifiche fanno riferimento alle tante iniziative tese a sottolineare le proprietà “magiche” di
questa pianta in tutte le sue componenti, le pale (cladodi), i fiori e i frutti nei
suoi colori giallo (sulfarina), bianco
(muscaredda), rosso (sanguigna), con
una copiosa attività industriale che si
fonda proprio su questa coltivazione.
Euroagrumi ha dedicato due siti internet a questa prodigiosa pianta www. ficodindinnova. it e www. fruttaetna. it,
approfondendo nel primo gli aspetti
sulle innovazioni nella coltivazione e
nel secondo la diffusione delle cono-
scenze, foto curiosità e ricette a base di
ficodindia. Però ci sono alcuni aspetti
che meritano una riflessione perché
attengono alla ecosostenibilità della
pianta e alla tutela ambientale.
Il primo riguarda il ridotto uso di pratiche agronomiche come l’irrigazione o
la concimazione che fanno del ficodindia una coltura “simbolo” di sostenibilità ambientale, e quindi come una
coltura intercalare per territori che
hanno visto uno sfruttamento intensivo, agricolo e non, e che per la sua costituzione può costituire una pianta
“frangifuoco” in aree in cui l’esercizio
dell’agricoltura è stato messo a dura
prova dalle crisi ripetute del mercato, o
in aree marginali dove si ha una forte
presenza di terreni incolti ad alto rischio ambientale (incendi ed erosioni).
Sempre sul piano ambientale diventa
sempre più frequente l’insediamento
delle api per la produzione del miele in
coltivazioni di ficodindia.
Il popolo siciliano ha un legame forte
con il ficodindia, pianta che in passato
forniva preziosi alimenti nei momenti
di difficoltà. Forse per questo motivo
veniva visto come un frutto marginale
ed era sinonimo di “povertà”. Oggi
però il frutto si è affrancato da questo
pregiudizio e ha assunto una posizione
di nicchia per quei consumatori molto
attenti agli aspetti salutistici non solo
dei frutti ma anche del ciclo produttivo.
Ultimo, ma non meno importante, utilizzo che si faceva con i frutti più piccoli, la trasformazione in dolci e vino
cotto, così la “mostarda” diventava il
“dolce dei poveri” o i mustaccioli che
a Natale imbandivano le tavole di tutti i siciliani ed entrambi sono diventati oggi prelibatezze
Negli ultimi anni, dalla pala del ficodindia si lavorano oggetti di pelletteria,
scarpe, piastrelle, e chissà quante altre
sorprese ancora vedranno protagonista questo frutto nell’utilizzo farmacologico, cosmetico e financo nella gioielleria più ricercata.
DOMENIC A 3 AGOSTO 2014
LA SICILIA
.13
Belpasso
Panorama di via
Roma vista dal
Giardino
Martoglio
«La cultura, cuore
della nostra storia
è il nostro futuro»
«Le attrattive: monumenti, tradizioni dolciarie, teatro e la pietra lavica»
Tra arte, storia, natura, folklore, artigianato, specialità dolciarie, attrazioni acquatiche e commerciali, Belpasso, cittadina di 28mila abitanti, è una tappa
strategica alle pendici del Mongibello.
«Gode di un vastissimo territorio eterogeneo sotto molti punti di vista esordisce il giovane presidente del
Consiglio comunale, Salvo Licandri - capace anche di raccontare la storia del territorio». Una
storia ricca di fascino e
che ha lasciato il segno:
dai giorni della Regina
Eleonora D’Angiò, ai rapporti con i vicini borghi
medievali, passando per
le calamità legate agli
umori distruttivi dell’Etna del 1669 e del 1693
che hanno portato da
Malpasso a Fenicia Moncada fino all’attuale
“Scacchiera dell’Etna”.
«La nostra cittadina – prosegue Licandri - offre diverse peculiarità: monumenti, tradizioni dolciarie, cultura teatrale, “l’oro nero” dell’Etna, ovvero la
pietra lavica, senza dimenticare le tradizioni religiose».
La bella stagione si presenta dunque
come il periodo turisticamente più favorevole. «Belpasso è soprattutto una
meta per le ferie estive – ha proseguito Licandri - A segnalare un’impennata di presenze sono i dati che ci provengono da Etnaland, maggiore parco
acquatico del Meridione, da Etnapolis,
realtà non soltanto commerciale ma
soprattutto ricreativa. A ciò si aggiunge anche la struttura dell’anfiteatro nel
Parco urbano di piano Garofalo, che offre una rassegna di eventi artistici di
alto livello. In questo contesto la forza
del paese sono anche le strutture ricettive come i B&b, migliori nel contesto
etneo, al completo nei periodi delle
maggiori attrazioni come “le spaccate”
dei carri di S. Lucia, adesso riprese
anche ad agosto, e dell’atteso motoraduno internazionale dell’Etna».
«Ricoprire il ruolo di presidente del
Consiglio dà molto prestigio, ma anche
molta responsabilità. Se parlo di bilancio sento l’obbligo di lavorare in funzione del potenziamento dell’ufficio
Europa per individuare somme della
Comunità europea per i tanti progetti
che Belpasso da troppo tempo ha in
cantiere e che finalmente, con la nuo-
va amministrazione guidata dal giovane sindaco Carlo Caputo, potrà portare a compimento. Tra i progetti più
ambiziosi, la rete di collegamenti sia
per l’Etna, attraverso la “tangenziale”
che attraversi l’interno del territorio
belpassese, sia una superstrada che
colleghi il centro urbano a Belpasso
dalla tutela ambientale alla valorizzazione dei prodotti agricoli - con il miglior olio d’oliva, le arance rosse, i fichidindia belpassesi meglio noti come
“bastardoni” dell’Etna - il passo è breve.
Nel ventaglio delle tante risorse del
territorio un posto di rilievo va poi al-
sta guardare il basalto lavico di via Roma, gli storici palazzi e le tante chiese,
piene di opere d’arte, per arrivare poi
anche all’importante tradizione teatrale. Tutto ciò non è solo il cuore della
nostra storia ma deve essere il nostro
presente e il nostro futuro. Ecco perché
- prosegue Licandri - l’amministrazione, assieme alla
fondazione Bufali,
ha elaborato dei
Questo
progetti per repeufficio di
rire i finanziamenpresidenza ha
ti per recuperare i
saloni e le aree più
voluto sin dal
suggestive e artiprimo Consiglio
stiche della storicomunale la diretta ca struttura di Palazzo Bufali».
streaming e la
Così, già concluso
video-registrazione il primo anno di
attività dell’ammidelle sedute
Il presidente del Consiglio comunale
nistrazione Capudi Belpasso Salvo Licandri
to, il presidente
Licandri traccia
un primo bilancio. «L’età media così
giovane di tutti noi, amministratori
belpassesi, non ci ha impedito di raggiungere e di programmare politiche
importanti per la modernizzazione di
tante strutture del territorio, ma soprattutto per una modernizzazione
della cultura sociale. Abbiamo rilanciato il carnevale; abbiamo previsto,
nel prossimo bilancio, la realizzazione
dei capannoni dei carri di S. Lucia; abbiamo voluto fortemente
internalizzare il servizio di
trasporto alunni. E non abbiamo dimenticato figure
storiche del nostro passato
recente a cui è stata conferita la civica benemerenza alla memoria, come padre
Giuseppe Vasta, padre Alfio Signorelli, padre Luciano Cosentino, padre Giuseppe Arena e padre Orazio
Sanfilippo. Abbiamo puntato fortemente sulla trasparenza dei dati sensibili
la cultura. «La spaccata dei “carri di S. di tutti gli amministratori. Quest’uffiLucia” e la degustazione del torronci- cio di presidenza ha voluto sin dal prino Condorelli, sono attrazioni capaci mo Consiglio comunale la diretta
di far convergere nella “scacchiera del- streaming e la video-registrazione dell’Etna” importanti flussi turistici». Co- la seduta, accessibili dal sito internet
sì per una lettura completa della storia del Comune; senza dimenticare la vicidel territorio etneo, non si può non nanza del presidente del Consiglio e di
passare da Belpasso, rifiorita ai primi tutte le figure amministrative nei condel 700 con il duro lavoro degli scal- fronti della scuola e della cultura».
SONIA DISTEFANO
pellini e degli artigiani del posto. «Ba-
“
In alto l’ingresso di
Palazzo Bufali; sopra
un carro 2013 del
quartiere Matrice
per la festa della
Patrona; a destra la
Statua di Santa Lucia
e il Parco urbano
comunale
sud, velocizzando i collegamenti con
Etnapolis, e al futuro parcheggio scambiatore per la nascente metropolitana.
Belpasso è una risorsa unica al mondo,
una buona fetta di territorio particolarmente suggestiva ricade all’interno
dalla riserva del Parco naturale dell’Etna, che deve essere valorizzata, così
come questa amministrazione ha pensato nel proprio cronoprogramma». E
LA SICILIA
DOMENIC A 3 AGOSTO 2014
14.
Paternò e Adrano
LA CONTEA DI RUGGIERO
Un castello-torre
come avamposto
sul fiume Simeto
Il castello-torre o donjon di Adrano venne edificato probabilmente
negli anni della contea di Ruggero I (XI secolo) come avamposto
fortificato per la conquista della
piana e della città di Catania. Insieme a quelli delle vicine Paternò e Motta Sant’Anastasia, sarebbe stato costruito per controllare la via d’accesso all’entroterra
lungo la valle del fiume Simeto e
garantire ai conquistatori il controllo della città di Catania.
Ha una pianta rettangolare che
misura 20 per 16,70 metri ed
un’altezza che raggiunge i 33,70
metri. Alla base l’edificio è cinto
da una modesta bastionatura con
rondelle angolari di età moderna. L’edificio è stato eretto con la
consueta tecnica muraria composta da materiale lavico di varia
pezzatura e con cantonali realizzati tramite blocchi di basalto ben
lavorati. Lo spessore della muratura varia dai 2,60 ai 2,30 metri.
Lo spazio interno del donjon è ripartito in quattro piani oltre il
pianterreno: pianterreno e primo
piano sono coperti da volte a botte e a crociera. Fu residenza di
importanti famiglie, i Pellegrino,
gli Sclafani, i Moncada, che dall’alto della sua mole dominarono
Adrano e il suo territorio per lungo tempo.
Una sala del Castello
di Paternò che ha
una vista splendida
sulla Valle del
Simeto e sull’Etna.
Sotto una sala del
museo presente nel
Castello di Adrano
Il Donjon simbolo della città
eretto per controllare la Valle
Paternò. La magnifica torre ha finestre di
pietra bianca che risaltano sul nero del basalto
Una città ricca di storia e di grandi
tradizioni. Ecco Paternò che nel corso dei secoli ha visto sul proprio territorio bizantini, arabi, svevi, angioini ed aragonesi.
Per questo sono numerose e tutte di
gran pregio le testimonianze che oggi è possibile ammirare. Dall’ex Monastero della Santissima Annunziata, alla storica chiesa di Santa Barbara alle chiese costruite dall’epoca
normanna al Settecento ai palazzi
nobili ricchi di storia come Palazzo
Alessi (sede istituzionale del Comune di Paternò), Palazzo Moncada,
Portale Las Casas.
In tutto il suo maestoso splendore,
dominando dall’alto della Collina
storica, tutta la città e la Piana, ecco
il Castello Normanno: monumento
simbolo della città, venne fatto erigere nel 1072 dal Gran Conte Ruggero e
rappresenta il più grande dei tre don-
gioni della Valle del Simeto. Il maniero è un grande edificio fortificato
ed ha una pianta a forma di parallelepipedo irregolare, con una sporgenza di 1,50 metri che occupa l’intera altezza della costruzione presso
l’angolo sud-est. Le dimensioni complessive sono di 24,30 x 18 metri in
pianta e 34 metri in altezza, con uno
spessore della muratura, realizzata
con conci di pietra lavica di varie dimensioni e leggermente sbozzati, pari a 2,60 metro. Un gradevole effetto
donano i conci di pietra calcarea ben
squadrati presso i cantonali e quelli
finemente lavorati delle monofore e
delle bifore, creando una bicromia
caratteristica del donjon di Paternò.
Chiunque visiti il maniero, a parte
godere di una vista panoramica mozzafiato sulla Valle del Simeto e sul
Vulcano Etna, è ammaliato dalla magnificienza della torre e della bicro-
mia delle pietre di cui è formato. Nei
muri perimetrali del castello sono
praticate infatti numerose aperture
di diversa forma e dimensione, tutte
caratterizzate dalla pietra bianca calcarea, che le pone in risalto rispetto
alla pietra nera basaltica utilizzato
per la costruzione della torre. Le più
piccole di queste aperture sono di
forma rettangolare, strette e lunghe,
ed avevano funzione specificatamente difensiva: sono le classiche feritoie
attraverso le quali balestrieri ed arcieri potevano scagliare frecce sugli
assalitori.
Le finestre vere e proprie sono dette
monofore e presentano in genere una
forma di ogiva o di arco a pieno centro. Hanno funzione essenzialmente
pratica di aerazione ed illuminazione. Le bifore, invece, aggiungono a
questa funzione quella decorativa.
Queste ultime, per la proporzione, la
forma della colonnina centrale, la
foggia del capitello e la ghiera esterna, ricordano le bifore di alcuni edifici di Taormina e di Randazzo, e sono tipicamente duecentesche.
DOMENIC A 3 AGOSTO 2014
LA SICILIA
.15
Motta S. Anastasia
Miti e leggende
con la storia di
Tristano e Isotta
Le Feste medievali
artisti e cavalieri
e la «cena a corte»
Il viaggio nel tempo con i tre rioni Vecchia Matrice, Maestri e Panzera
Sulla rupe basaltica che domina
Motta S. Anastasia si tova la torre
normanna eretta tra il 1070 e il 1074
dal conte Ruggero di Altavilla. Un
maniero costruito su una preesistente fortificazione araba per impedire
gli attacchi contro Troina, in cui al
tempo soggiornava il conte Ruggero.
Un castello che si sviluppa su tre
elevazioni, somigliando molto alle
vicine e quasi coeve fortificazioni di
Paternò e Adrano. Ebbene, la torre
normanna, il circostante borgo medievale e altre zone della cittadina etnea faranno da suggestiva cornice alla XIX edizione delle “Feste Medievali”, tradizionale appuntamento organizzato dai dei tre rioni cittadini,
Vecchia Matrice, Maestri e Panzera,
con il patrocinio del Comune di Motta. Un viaggio a ritroso nel tempo
che sarà replicato ogni sera, tra il 9 e
il 17 agosto. «Come avviene da 19
anni - spiega Franco Guarnera, presi-
dente del rione Vecchia Matrice - riproporremo in piazza Castello le
“Feste Medievali”, con il sottotitolo
“Miti e Leggende”, rappresentando
la leggenda di Isotta e Tristano nello
spettacolo “Il Cuore e la Spada”. Si
esibiranno i giovani del rione con
giochi di bandiere e fuoco, musiche
e danze. A ciò aggiungeremo spettacoli di gruppi che arrivano da varie
parti d’Italia, artisti di strada, musicisti e giocolieri. Uno dei nostri pezzi
forti sarà la “Cena a Corte». «Quest’anno - afferma Dario Caruso, presidente del rione Maestri - puntiamo
molto sulla presenza di gruppi e attrazioni che per Motta e il circondario sono un’assoluta novità. Per il
resto manterremo le nostre tradizioni, per dare soddisfazione alle aspettative degli ospiti. Per questo invitiamo tutti a visitare quella che sarà
un’autentica festa di popolo, orga-
Ogni sera dal 9 al 17 agosto in
piazza Castello i giovani dei
rioni con giochi di bandiere,
fuoco, musiche e danze
nizzata dal nostro rione nella centralissima via Vittorio Emanuele e per
la quale si è mobilitato l’intero rione».
«Ricostruiremo un antico borgo medievale -sottolinea il vicepresidente
del rione Panzera, Puccio Bruno - al
cui interno si potrà trovare un mercato, una zona riservata agli spettacoli,
tende e taverne. Tutte le sere saranno
animate dai nostri sbandieratori e
musici e da gruppi esterni, con guerrieri, giocolieri, chiromanti, mangiafuoco e spettacoli a tema. Accoglieremo i nostri ospiti in viale Carmine
Caruso». Da sottolineare pure che gli
spettacoli saranno arricchiti da suggestive coreografie medievali, create
per l’occasione dai simpatizzanti dei
rioni. I visitatori, inoltre, potranno
concludere le loro serate con le degustazioni dei menù tipici della tradizione culinaria normanna e araba.
GIORGIO CICCIARELLA
LA SICILIA
16.
DOMENIC A 3 AGOSTO 2014