M e dig n i z a g a i ta l e PUBBLIC Periodico sindacale della CISL Funzione Pubblica Piemonte-Liguria-Valle d’Aosta n. 8 / 27 Giugno 2014 le Speciiazia Giust La grande riforma pag. 2 Verso un nuovo modello organizzativo pag. 4 La “guerra” di Piera pag. 6 La riforma della Giustizia pag. 10 Una piattaforma coraggiosa pag. 11 Il rischio di partorire un topolino pag. 14 Giudici di Pace, una storia tutta italiana pag. 17 L’attività della Corte d’Appello di Torino LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA A nche il Governo Renzi si è posto come obiettivo la riforma della giustizia. In realtà quest’ultima è stata il leitmotiv dei Governi degli ultimi venti anni. Eppure, nessuna delle pubbliche amministrazioni è stata riformata come la giustizia. A partire dalla riforma del Codice di Procedura Penale (fine anni ‘80 del secolo scorso), che ha visto la istituzione delle cosiddette Procure della Repubblica “circondariali”, poi soppresse, non si contano gli interventi normativi sulla giustizia. Tali interventi hanno avuto due fondamentali e costanti caratteristiche: la settorialità, cioè il fatto di riguar- dare non il “sistema” nella sua interezza ma singoli parti di esso; gli investimenti, pari o vicino allo zero. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: nessuna politica degli organici (l’ultimo concorso risale a dieci anni fa e la scopertura di personale ha raggiunto le circa ottomila unità); un salario accessorio ridotto ai minimi termini (un lavoratore del giudiziario percepisce un salario accessorio di circa trecento euro netti all’anno); nessun ammodernamento dei metodi di lavoro; una automazione dei servizi rabberciata benchè costata centinaia di milioni di euro; un massiccia chiusura degli uffici giudiziari (la cosiddetta. riforma della geogra- fia giudiziaria) che ha ingolfato gli uffici “accorpanti” senza procurare significativi risparmi. Non bisogna allora meravigliarsi se la lunghezza dei processi è aumentata fino all’inverosimile. La situazione nel penitenziario non è dissimile. Paradigmatica è la “riforma del fine pena”: per evitare onerosissime condanne per Stato da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, la legge sul “fine pena” ha disposto che gli ultimi anni di pena siano scontati ai domiciliari al fine di decongestionare le carceri. Ebbene, gli uffici preposti al controllo delle migliaia di detenuti scarcerati (gli Uffici per l’Esecuzione Pena- 2 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 8 27 Giugno 2014 PUBBLIC Verso un nuovo modello organizzativo le Esterna), non solo non sono stati rafforzati con nuove risorse umane e materiali, ma probabilmente l’organico degli assistenti sociali (che è la figura professionale cardine dell’esecuzione penale esterna) sarà “tagliato” in applicazione delle ultime manovre finanziarie. Al fine di coniugare la tutela dei lavoratori della Giustizia con l’interesse generale ad assicurare al cittadino sicurezza ed un servizio giustizia degno di un paese civile, la CISL, congiuntamente a CGIL e UIL, ha elaborato e proposto al Governo un compiuto ed organico progetto di riforma organizzativa di tutta la Giustizia (cioè delle amministrazioni giudiziaria, penitenziaria, della giustizia minorile e degli archivi notarili) incentrato sulla adozione di nuovi modelli organizzativi, sulla valorizzazione del personale e sulla ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse. Nello specifico abbiamo ritenuto indispensabile la realizzazione di un vero decentramento amministrativo, una informatizzazione completa dei processi civile e penale e dei servizi di cancelleria ad essi connessi, una razionalizzazione delle spese a parità di servizi (spending review) ed il reimpiego dei risparmi anche per la incentivazione del personale. Significativa è la parte relativa alla Fondo Unico di Amministrazione al fine di consentire ulteriori e periodiche progressioni economiche e la fruizione di un salario accessorio almeno pari agli standard delle altre pubbliche amministrazioni. Abbiamo sostenuto che il rifinanziamento del Fondo Unico di Amministrazione è possibile, pur in tempi di crisi, senza oneri per lo Stato, attingendo alle cospicue risorse del Fondo Unico Giustizia (oggi destinate solo al funzionamento degli uffici) ed attraverso la realizzazione di piani triennali di razionalizzazione della spesa ex art.16 lege 111/2011. Restiamo vigli in attesa che il Ministro Orlando, cui abbiamo tempestivamente inviato il nostro progetto, scopra le carte e, al di là dei proclami, ci consenta di capire come effettivamente voglia intervenire nella giustizia. Eugenio Marra Coordinatore nazionale Cisl Fp Giustizia valorizzazione del personale che, in questi anni, ha assicurato il servizio nonostante le scelte, spesso sbagliate, o l’inerzia dei governi senza maturare, unico caso nelle pubbliche amministrazioni, alcuna progressione professionale e percependo un salario accessorio inconsistente. Nella sostanza abbiamo ritenuto che il personale in questi anni abbia maturato un credito verso l’amministrazione che va soddisfatto prima di ogni altro intervento legislativo ed in particolare prima della immissione nei ruoli di personale proveniente dalle altre pubbliche amministrazioni ovvero prima della revisione del mansionario anche alla luce della introduzione dei processi, civile e penale, telematici. Tra le priorità vi sono certamente l’avvio di un percorso di ricomposizione dei profili professionali già collocati su due aree ed il rifinanziamento del PUBBLIC Progetto editoriale Rocco Zagaria Progetto grafico Andrea Pellissier Comitato di redazione: Santina Pantano, Gabriele Bertocchi, Jean Dondeynaz In redazione: Alessandro Bertaina, Andrea Cappello, Mario Caserta, Paolo Decembrino, Bruno Della Calce, Paola Famà, Domenico Mafera, Tiziana Matturro, Riccardo Negrino, Gian Piero Porcheddu, Fabrizio Sala e Rocco Zagaria Segretaria di redazione Roberta Potenza 3 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 8 27 Giugno 2014 PUBBLIC LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA LA STORIA D opo quasi 42 anni (22 dei quali di militanza Cisl) di onorato servizio, Piera Rolla, funzionario amministrativo al Tribunale di Torino, va finalmente in pensione. Emozionata per questo cambio epocale nella sua vita, Piera ha trascorso la bellezza di 40 anni negli Uffici Giudiziari di Torino. Dopo i primi due anni in Provincia e i successivi 7 in Pretura, la sua vita lavorativa è stata sempre il Tribunale. “Quarant’anni e non sentirli” scherza lei all’inizio della nostra chiacchierata che fila via piacevolmente e avviene proprio alla vigilia del fatidico giorno. Un colloquio che ripercorre non solo la sua storia lavorativa ma anche di un’amministrazione importante come quella della Giustizia. Ed ecco, quindi, la sua testimonianza, che ritengo un bel regalo per tutti noi, soprattutto per la grande umanità e l’esempio di chi, come lei, ha dedicato la sua vita e il suo impegno allo Stato, credendo sempre nel suo lavoro. Intervista a Piera Rolla, funzionario amministrativo al Tribunale di Torino, che va finalmente in pensione dopo quasi 42 anni di servizio (22 dei quali in Cisl). La sua testimonianza è una sorta di piccolo testamento sindacale in un Ministero chiave della nostra Pubblica amministrazione. L’intervista a Piera Rolla diventa anche una sorta di piccolo testamento sindacale in un Ministero chiave della nostra Pubblica amministrazione. Piera, dopo tanti anni, sei ancora innamorata del tuo lavoro? Mi faccio piacere tutto quello che faccio. La mia vita lavorativa non riesco tanto a scinderla da quella personale. Il tuo ufficio ti mancherà allora? In questi ultimissimi giorni è come se avessi una pagina bianca davanti. Non riesco a scriverci nulla. Almeno per ora. L’album dei ricordi è certamente molto lungo. Ma guardandoti indietro che cosa ti viene subito in mente? L’emozione del primo giorno. E poi tante gratificazioni. Con quale qualifica vai in pensione? Funzionario amministrativo. Dal punto di vista economico sono molto rattristata e delusa. Io mi sono sempre molto impegnata in ufficio, ma purtroppo il mio impegno non è stato ripagato. Nella riqualificazione sono stata penalizzata perché non avevo la laurea. Se posso fare un appunto rispetto ai miei 40 anni di lavoro negli uffici giudiziari, ecco, c’è questa profonda delusione per quello che ho ricevuto economicamente. Credo (forse sono un po’ presuntuosa) che in una ditta privata, visto l’impegno, sarei stata molto più gratificata. Vuoi dire che non esiste nell’amministrazione giudiziaria il criterio della meritocrazia? Assolutamente no. Se non la gratificazione per quello che fai. Non c’è nessun ritorno economico. Di che cosa ti sei occupata ultimamente in Tribunale a Torino? In questi ultimi anni mi sono occupata del processo civile telematico. Un lavoro, devo dire, di grande soddisfazione. Ci puoi dire in che cosa consiste? In buona sostanza, abbiamo reso telematico il processo civile. Abbiamo istruito il personale, i magistrati e gli avvocati. 4 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 8 27 Giugno 2014 PUBBLIC La “guerra” di Piera Abbiamo fatto convegni e corsi. Di tutto e di più. Affiancamento e assistenza continuativa. Il processo telematico consiste essenzialmente nell’eliminare la carta dagli uffici giudiziari. Attraverso una pec (posta elettronica certificata) l’avvocato dal suo studio manda l’istanza al sistema informativo della giustizia che lo incamera e lo ritrasmette telematicamente al giudice, il quale a sua volta, sempre telematicamente, fa il provvedimento e la cancelleria lo trasmette ancora telematicamente all’avvocato. Quindi, si riducono tantissimo i tempi, con un risparmio di carta notevole. Quali processi si possono fare in questo modo? Praticamente tutti. Gli atti vengono trasmessi in tempo reale tramite pec. E l’avvocato quando si fiderà (perché ancora non si fida) potrà stare tranquillamente nel suo studio e depositare le sue memorie telematicamente e ricevere i provvedimenti. Un primo bilancio sul processo telematico? In questo momento si può dire solo che rappresenta una svolta veramente epocale. Un modo diverso di concepire la giustizia e l’organizzazione del lavoro. I risultati si vedranno tra qualche anno. Adesso il lavoro più grande è convincere le persone a crederci. Occorre il cambio di mentalità. Da quanto tempo state lavorando a questo progetto? Da circa quattro anni. Noi a Torino abbiamo cominciato prima e siamo più avanti. Nel sud sono molto indietro. Tu pensi che Torino sia un bel laboratorio per quanto riguarda l’innovazione e il modo di lavorare? Assolutamente si. Abbiamo un presidente del Tribunale, Panzani, che ci crede molto e ha creato un ufficio ad hoc. Avere tre persone che si occupano della promozione del processo telematico fa la differenza e i risultati si vedono. Lasci il tuo posto di lavoro con l’amaro in bocca per via della gratificazione economica. Che cosa vorresti cambiasse per chi invece rimane? Quando il giudice che lavora affianco a te guadagna 10 volte quello che guadagni tu, bè socialmente ti senti nessuno. Quando l’avvocato guadagna 20 volte più di te, ti senti nessuno. Lo sappiamo tutti: i soldi fanno il livello sociale. Sei in netta minoranza, non potrai mai essere alla pari. Potrai essere bravo quanto vuoi ma sei comunque nulla. Renzi ha posto la riforma della Giustizia tra le priorità del governo. Che ne pensi? Ben venga per snellire i tempi, però occorre obbligare i magistrati a non cincischiare e a fare dei veri provvedimenti. Secondo te quali sono i veri problemi della giustizia italiana? I tempi. I tempi che si perdono perché ogni categoria si sente piena di sé. Torino è l’esempio che si possono accorciare i tempi. Già qualche anno fa, l’allora presidente del Tribunale Barbuto aveva fatto un programma per accorciare enormemente i tempi al quale tutti si sono attenuti, compresi i giudici. E i risultati si sono visti. Al sindacato e in particolare alla Cisl che cosa chiedi? Di curare di più la parte del personale che è svilito e demotivato. Non può essere una minoranza da un punto di vista economico. Il divario con gli altri soggetti con cui lavora è troppo profondo. Non è dignitoso. Si deve pretendere di più da molti colleghi, ma bisogna retribuire meglio il personale amministrativo. Le cancellerie che funzionano devono la loro efficienza al personale che ci crede e si impegna. Allora bisogna trovare il modo di ripagare questo impegno. Se si paga di più si può pretendere anche di più. Ma da chi guadagna 1200 euro al mese che cosa si può pretendere? In tempi di magra per le casse dello stato quale potrebbe essere un’altra contropartita? Si potrebbe dare per esempio la posizione organizzativa ai responsabili. Sarebbe già una gratificazione importante. Le persone vanno assolutamente motivate. Nell’appiattimento più totale in cui ci troviamo, si impegna solo chi ci crede. Ma non c’è niente e nessuno che possa farti fare quello che non hai voglia di fare. Nel farti tantissimi auguri per il tuo meritato riposo quale messaggio ci consegni? Il processo telematico può aiutare, ma serve uno snellimento e una semplificazione delle leggi. Rocco Zagaria 5 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 8 27 Giugno 2014 PUBBLIC LA STORIA LA PIATTAFORMA SINDACALE Il personale amministrativo P ochi sono a conoscenza di ciò che si muove dietro le quinte di questo Ministero e che da un po’ di mesi ha deciso di non decidere e non è una saggia decisione visti i risultati. Esiste una piattaforma scritta in modo molto preciso, forte nei contenuti, coraggiosa e innovativa ma sconosciuta. Non se ne parla, dà fastidio forse? È imbarazzante ammetterlo, ma esiste una censura di fatto, magari inconsapevole, ma c’è. Una sorta di bavaglio molto ben congegnato, generato da luoghi comuni e credenze antiche. Insomma, una conoscenza superficiale e colposamente praticata perché non si ha nessun interesse a mettere al centro il personale amministrativo. Questo fatto la CISL lo deve dire con coraggio in questo momento in cui si parla di riforme, di “pin”, di prepensionamenti e con una musica che non cambia mai. Ecco la nostra piattaforma, coraggiosa e innovativa ma sconosciuta. Decenni di fallimenti per non aver investito sull’unica risorsa capace di una svolta. Vi spieghiamo perché e annunciamo le nostre proposte! In Italia, come una sorta di lavaggio del cervello (anzi una centrifuga perpetua), si parla quasi sempre di: 1) soppressione delle sedi e del grande clamore suscitato dalle comunità locali per chiusura dei tribunali; 2) rapporti tra giustizia e classe politica, tra magistratura e potere legislativo, facendo grandi ragionamenti su cambiamenti della Costituzione e via discorrendo; 3) dei concorsi da fare per aumentare il numero dei magistrati. Esauriti questi argomenti si preferisce identificare i problemi della giustizia con rassegnazione, immaginando che in questi grandi e immensi palazzi prima o poi qualcosa accada e addolcendo un po’ l’amaro calice con qualche iniezione di personale esterno e annunciando massicci reclutamenti di là da venire. Il resto è fatto di arrangiamenti, improvvisazioni, scarsa propensione a capire come si lavora, chi ci lavora e quanto lavora. La gestione del personale e la valorizza- 6 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 8 27 Giugno 2014 PUBBLIC La riforma della Giustizia PUBBLIC LA PIATTAFORMA SINDACALE zione del suo apporto? No comment. Essa ha prodotto mortificazione e demotivazione diffuse e profonde. Oggi il sindacato è pure escluso dal conoscere come si organizza il lavoro. Il personale si gestisce “da solo” con la professionalità e l’esperienza e null’altro. A nessuno interessa sapere come si lavora e quali strumenti di lavoro ci sono. A nessuno interessa sapere chi ci lavora perché accusa disagio pur essendo la risorsa che attua, predispone, produce atti e adempimenti indispensabili per il funzionamento; A nessuno interessa sapere quanto si lavora e che il carico di atti e di adempimenti è tale che scoraggerebbe chiunque a volte. Eppure c’è una piattaforma oggi dalla quale partire, perché da qualche parte bisogna pur partire a meno che non si voglia alzare bandiera bianca. Cosa proponiamo immediatamente? Esaminiamo i punti di premessa: “il testo completo e ufficiale lo potete chiedere ai nostri delegati o direttamente alla Cisl Fp nelle sedi esistenti in ogni capoluogo di provincia”: 1) Servono risorse aggiuntive (la giustizia è un settore sul quale investire). Esse si devono trovare non certo aumentando il numero degli organici della magistratura ma quelli del personale amministrativo e investendo sul personale amministrativo in servizio. 2) Forze politiche, sindacali e tutti gli operatori della giustizia devono condividere un progetto di riorganizzazione per rendere un servizio al paese (ci sono diritti che reclamano tutela). 3) Non praticare interventi legislativi parziali o per soddisfare isolate rivendicazioni o situazioni di emergenza. Se si condivide questo passaggio allora si può proseguire nei successi- vi punti. Ne individuiamo alcuni in sintesi: a) quantità e qualità della giustizia b) regole processuali c) regole di organizzazione e gestione delle risorse d) qualità delle risorse e loro impiego L’art. 101 della Costituzione affida al Ministero della Giustizia l’organizzazione dei servizi e la gestione del personale. Attivare le direzioni regionali e interregionali è un modo per innovare e dare attuazione a quella norma costituzionale. - Il personale amministrativo deve esser gestito all’interno di un buon sistema organizzativo e quindi la dirigenza amministrativa in queste sedi dovrà rivestire posti di vertice e assicurare una funzionale gestione delle risorse umane e non trasformare queste strutture in luoghi per spartirsi incarichi e poltrone. - Tener conto che il personale amministrativo non ha mai effettuato alcuna progressione giuridica in 7 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 8 27 Giugno 2014 pratica la professionalità e la esperienza non sono mai state riconosciute come meritano eppure sono essenziali e suppliscono a lacune generate da una forte carenza risorse e da una continua “refomatio“ delle procedure, della tipologia e della dislocazione sul territorio degli uffici giudiziari. - Metter mano ad una ricomposizione dei profili professionali già posti su due sole aree per una migliore ottimizzazione organizzativa. tenza della gestione della edilizia giudiziaria e manutenzione immobili. Interventi di dettaglio da realizzarsi Interventi 1) Piena attuazione processo civile telematico. 2) Progetto penale telematico da predisporre con la digitalizzazione dell’intero sistema penale. 3) Un piano composito per evitare sprechi e continui cambiamenti di software e hardware, valorizzando le competenze interne dei CISIA e della DGSIA. 4) Controllo di gestione: individuare indicatori trasparenti per verificare la gestione delle risorse. Gli uffici giudiziari sono privi di programmi finalizzati ad acquisire indicatori affidabili e strumenti per consentire tale forma di controllo. Non è una cosa normale che questa amministrazione non abbia mai adottato programmi di controllo della gestione. Alle istituende Direzioni Regionali e interregionali va assegnata la compe- Cancellerie e Segreterie Giudiziarie Progetto di legge da farsi per modificare l’attuale organizzazione che va finalizzata a migliorare l’attività amministrativo-contabile e giudiziaria e fornire all’attività giudicante e requirente una collaborazione qualificata. conto delle nuove tecnologie e della informatizzazione dei servizi ed effettuare periodiche progressioni per il personale e formazione permanente. Rotazione del personale nei servizi per creare arricchimento professionale. Incremento salario accessorio adeguato agli standard di altre PA Come rifinanziare il Fondo unico amministrazione - Piano triennale per razionalizzare Individuare e attribuire al personale nuove funzioni paragiurisdizionali, oggi di competenza esclusiva del personale di magistratura attraverso la rivisitazione e la modifica delle norme di legge che disciplinano la materia e la revisione degli inquadramenti economici e professionali del personale potenzialmente interessato. Ampliare e riordinare le attribuzioni del personale UNEP con attività concorrenziali con guadagni per lo Stato. Rialzo dotazione organica e piante organiche adeguate alla missione. Copertura posti vacanti e nel progetto di assunzione giovani determinare le condizioni per la trasmissione delle conoscenze. Rivedere i profili professionali attuali e adeguarli al nuovo assetto cancellerie e segreterie, tenendo la spesa e modifica della legge istitutiva del fua modificando quella parte che vincola le risorse del ministero al solo finanziamento e funzionamento degli uffici. - Destinazione quota parte del contributo unificato. Trasparenza gestione risorse finanziarie e misure anti-spreco - Reinternalizzare i servizi di informatica, di fonoregistrazione e trascrizione delle udienze. - Superare la convenzione con POSTE SPA che ha costi eccessivi e completa attribuzione all’UNEP delle notifiche. Relazioni interne Ripristino relazioni sindacali corrette e monitoraggio dei comporta- 8 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 8 27 Giugno 2014 PUBBLIC LA PIATTAFORMA SINDACALE LA PIATTAFORMA SINDACALE stero ha dei lavoratori del comparto ministeri. menti locali. Periodici incontri con l’autorità politica del Ministero. Nessuna attribuzione di nuove mansioni al personale può esser realizzabile se non previo: a) accordo con le OO.SS. b) rifinanziamento del Fua c) piena informatizzazione del servizio notifiche (con riferimento agli UNEP) d) assunzioni. La piattaforma si addentra anche sugli altri settori del Ministero che sono quelli preposti all’esecuzione penale. Amministrazione Penitenziaria Giustizia minorile Archivi notarili cosiddetto “Piano carceri” prevede nuovi padiglioni nelle strutture esistenti, la costruzione di nuovi istituti penitenziari. Contempla nuove assunzioni per la Polizia Penitenziaria ma non per il personale del comparto ministeri. Le misure alternative alla detenzione (le quali prevedono che gli ultimi anni di detenzione siano scontati al di fuori del carcere), vanno accompagnate dall’incremento dell’organico dei funzionari della professionalità di servizio sociale. Impiegare poi personale di polizia nelle attività amministrativo/contabili, determinando oltretutto situazioni di disparità di trattamento salariale a parità di funzioni svolte, indica la scarsa considerazione che il Mini- Garantire l’autonomia e la persistenza dei Centri per la Giustizia Minorile. Sono organismi decentrati della giustizia minorile che coordinano e organizzano i servizi della giustizia minorile e sviluppano i rapporti con le regioni e gli enti locali per il reperimento delle risorse utili alle politiche di prevenzione della devianza minorile. Ridare al sistema della giustizia minorile un nuovo impulso. Si tratta di una impostazione riconosciuta tra le migliori del mondo. C’è un ordinamento penitenziario minorile, previsto ma non attuato ormai da quasi 40 anni! Politica di assunzione di quelle figure professionali di cui il Dipartimento è ormai tragicamente carente (funzionari della professionalità di servizio sociale, contabili e dirigenti). Archivi Notarili Gli archivi notarili costituiscono una amministrazione finanziariamente autonoma che non grava sul bilancio del Ministero della Giustizia perché provvede autonomamente al proprio fabbisogno finanziario. Il bilancio ha sempre evidenziato importanti avanzi di gestione che vengono annualmente versati alla Cassa Depositi e Prestiti. Anche qui l’idea da realizzare e metter in cantiere è fatta di punti basilari: 1) piena informatizzazione servizi 2) programmi di controllo di gestione 3) rifinanziamento FUA 4) nuove e periodiche progressioni per il personale. Amministrazione Penitenziaria Esiste uno squilibrio nel rapporto tra personale del comparto ministeri e personale della Polizia Penitenziaria (all’incirca di uno a sette). Il 9 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 8 27 Giugno 2014 PUBBLIC Centri per la Giustizia Minorile LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA N on siamo una azienda privata, ma abbiamo in comune con una azienda gli obiettivi di efficienza. Un’amministrazione pubblica per essere efficiente deve far si che il fattore umano sia valorizzato nella professionalità e nelle competenze. Il lavoratore non è un numero o una matricola da spostare senza un progetto. Oggi tutta la dirigenza sembra non comprendere che, eliminando l’apporto di chi lavora e non consultando i rappresentanti dei lavoratori, si sta infilando in un vicolo cieco. I dipendenti pubblici non sono un peso da portarsi dietro, ma siccome hanno anni di esperienza professionale alle spalle devono esser valorizzati. Questo è il punto di partenza e non ci sono altre strade. Chi decide deve sapere che un lavoro male organizzato produce solo segnali negativi e demotivazione. Serve formazione permanente del personale con particolare attenzione all’informatica perché questa è la chiave per semplificare. E ci vogliono anche investimenti! Non basta più la sola buona volontà o inventiva del dipendente a risolvere le problematiche giornaliere. Ammettiamo pure che ci sono uffici e sedi che hanno anche livelli di eccellenza ma non basta. Il funzionamento deve essere uguale dappertutto e dove funziona una pratica buona la si deve condividere e magari anche imporre. Chi decide deve sapere che un lavoro male organizzato produce solo segnali negativi e demotivazione. Serve formazione permanente del personale, con particolare attenzione all’informatica. Il lavoratore non è un numero o una matricola da spostare senza un progetto. Con questa piattaforma dimostriamo che abbiamo voglia di costruire e non di rompere. Non basta più la sola buona volontà o inventiva del dipendente a risolvere le problematiche giornaliere. Per fare ciò, è quanto mai indispensabile avere un confronto continuo con le parti sociali. Con questa piattaforma dimostriamo che abbiamo voglia di costruire e non di rompere e vogliamo essere parte integrante dell’amministrazione. Si possono fare migliaia di processi, generare migliaia di sentenze, di provvedimenti, ma poi occorre una forza adeguata e strumenti idonei, altrimenti tutto si ferma. Non basta aumentare la forza lavoro per fare più provvedimenti, ma bisogna proporzionalmente aumentare anche chi mette in esecuzione questi provvedimenti. Si possono comprare migliaia di bus al servizio dei cittadini, ma poi se non ho gli autisti che li guidano restano in bella vetrina nel deposito senza che siano utili allo scopo. C’è un dato che è sottovalutato sempre e va considerato. Bisogna avere il coraggio di accettare i consigli di chi è tutti i giorni a contatto con cittadini e lavoratori. Bisogna aver coraggio a mettersi in discussione e guardare in faccia la realtà e avere anche tanta umiltà che è il contrario dell’arroganza. Come Cisl, diciamo che ci vuole trasparenza nelle risorse da investire, bisogna evitare sprechi e cattive gestioni e vanno potenziati i servizi informatici (senza dimenticare la formazione), ma ci vuole anche coraggio e si può parlare di funzionamento della giustizia senza scomodare esperti e politici. Ciò si realizza anche facendo piccole grandi cose come ad esempio rivedere discorso trascrizioni delle udienza e sicurezza dei dati. Ad ogni modo noi siamo fiduciosi e convinti che la strada da percorrere richieda determinazione ma se andiamo avanti dobbiamo saper spiegare alla nostra gente dove siamo partiti, cosa abbiamo realizzato e dove vogliamo andare. Roberto Pisano Coordinamento Giustizia Cisl Fp Piemonte 10 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 8 27 Giugno 2014 PUBBLIC Una piattaforma coraggiosa LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA L a riforma della geografia giudiziaria, varata con i D.Lgs 155 e 156 del 7 Settembre 2012 ha scatenato fin dal principio infinite polemiche e proteste. Giusta, tutto sommato, l’idea di partenza: una razionalizzazione delle risorse in presenza di gravi carenze e con la necessità di effettuare risparmi di spesa, con l’ambizioso ulteriore obbiettivo di far lavorare meglio personale, magistrati ed avvocati. Peccato che, alla resa dei conti, mentre si voleva cambiare il mondo si è arrivati a partorire il classico topolino. Parliamo del personale Sono stati trattati come pacchi postali e costretti spesso a un radicale peggioramento della qualità della propria vita e di quella di tutta la famiglia a causa del trasferimento della propria sede di lavoro anche a molte decine di chilometri da casa. - Mai ascoltati dall’Amministrazione. - Eccessivo pendolarismo che è risaputo è causa di logoramento. - Scaricati nelle nuove sedi senza chiarezza sui nuovi compiti e senza nemmeno indicazione degli spazi per lavorare. - Accolti da colleghi che si sono visti sommergere di nuovi e fascicoli. Si tratta di una riforma gestita in modo superficiale, con una fase attuativa ancora assai confusa, che non porterebbe risparmi bensì realizzerebbe soltanto diseconomie nel sistema giudiziario (sic!). E i lavoratori della Giustizia? Come al solito ignorati. per queste ultime di lavorare regolarmente e garantire l’espletamento del servizio - Condizioni di lavoro disagiate e al di sotto degli standard minimi di efficienza, dignità, sicurezza e persino igiene. - Nessun risparmio di costi auspicato. Anzi quasi tutti i locali che un tempo ospitavano i Tribunali soppressi continuano tutt’oggi ad essere utilizzati, stante l’impossibilità di trasferire tutti i fascicoli nei Tribunali accorpanti, ed in modo generalizzato continuano ad essere adibiti ad archivio dei Tribunali ormai soppressi. - Incremento di spese per le notifiche e, soprattutto, per le esecuzioni, dovuto all’aumento delle distanze dalla sede del Tribunale. Tali circostanze sono confermate e riguardano spese che gravano anche sul bilancio pubblico (cause esenti, notifiche penali, patrocinio a spese dello Stato ecc.). Di tali aggravi di spese, come per tutti gli altri, non si registra alcuna considerazione negli ondivaghi e mai giustificati calcoli di risparmio di spesa asseriti dal Ministro della Giustizia, con buona pace della spending review. La Magistratura “Una riforma lasciata nelle sue mani e il regalo dell’aumento dei posti”. E gli avvocati? Non era mai accaduto che anche costoro si unissero nella convergenza delle nostre posizioni in misura cosi netta e si sono accorti pure della “esistenza del personale”. Le loro proteste: - mancata previsione di un regime transitorio con conseguenze devastanti sui ruoli e con produzione di rinvii generalizzati, sovente superiori all’anno. - Inadeguatezza delle strutture dei Tribunali accorpanti ad ospitare quelli accorpati - sovraffollamento di aule di udienza e Cancellerie con conseguente impossibilità 11 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 8 27 Giugno 2014 PUBBLIC Il rischio di partorire un topolino Una sequenza di fatti che lascia esterrefatti, ecco la cronistoria. La Magistratura ha sempre auspicato la realizzazione di una più moderna geografia giudiziaria e il CSM ha ripetutamente sollecitato il legislatore ad intervenire in proposito. Da qui il parere ampiamente positivo in ordine alla riforma da parte del CSM. Certo, l’attuazione della riforma è stata lasciata interamente nelle mani dei Magistrati con l’assordante silenzio nei confronti delle oltre 30.000 anime che lavorano negli uffici. 1- Si fa strada una proposta di rideterminazione al ribasso di 120 unità delle piante organiche dei magistrati, nel nome della razionalizzazione e del risparmio e vista la chiusura degli uffici. 2 - Arriva, puntuale, il parere, fortemente negativo, del CSM ed altrettanto puntuale il Ministro si adegua senza colpo ferire mentre è sordo alle richieste, proteste, proposte delle organizzazioni sindacali, degli ordini professionali, dei sindaci, delle Associazioni dei cittadini, degli organi di stampa. Insomma il ministero va avanti. ”Un treno in corsa che non può essere fermato”. 3 - A seguito richiesta del Ministro si procede addirittura ad un incremento della pianta organica complessiva di 69 unità (50 per gli uffici giudicanti e 19 per gli uffici requirenti) a fronte di una contrazione di 120 unità prevista nella precedente proposta. 4 - Ma il ministro fa di più, proponendo al CSM l’istituzione di un tavolo tecnico per l’attuazione della seconda fase della riforma: quel famoso treno in corsa può modificare il proprio percorso ed effettuare fermate non previste se i passeggeri sono quelli giusti. 5 - Con delibera del 15 maggio 2013 il CSM si costituisce, di concerto con il Ministero della Giustizia - e quale articolazione del preesistente comitato paritetico per l’individuazione di soluzioni condivise in ordine alle questioni in materia di organizzazione giudiziaria (istituito con delibera del 18 maggio 2011), un gruppo di lavoro per la risoluzione comune delle problematiche in materia di revisione delle circoscrizioni giudiziarie. Evviva! 6 - All’avvicinarsi del 13 settembre 2013, il CSM con stupore prende atto come parte del mondo politico e dell’avvocatura, oltre che alcuni dei 220 comuni delle sezioni distaccate soppresse (ovviamente il personale e le organizzazioni sindacali non vengono neanche citati quali soggetti che possano avere una qualche rilevanza), a fronte degli sforzi per il varo della riforma, opera in senso opposto, depositando in Parlamento disegni di legge e facendo pressioni per lo slittamento della data di avvio degli accorpamenti e delle soppressioni di ulteriori 12 o 18 mesi. Si tratta di una riforma gestita in modo superficiale, con una fase attuativa ancora assai confusa, che non porterebbe risparmi bensì realizzerebbe soltanto diseconomie nel sistema giudiziario (sic!). Viceversa il CSM ritiene che un differimento di efficacia della riforma proprio nel momento in cui si è profuso da parte dei dirigenti degli uffici giudiziari, del ministero della giustizia e dell’organo di autogoverno il massimo sforzo per l’attuazione della riforma si risolverebbe nel definitivo affossamento di qualsivoglia possibilità di mutamento delle circoscrizioni giudiziarie e produrrebbe - esso sì - un danno enorme, sia di immagine che economico. Dalla delibera CSM del 23 maggio 2013: “… È quindi motivo di preoccupazione apprendere che forze politiche presenti in Parlamento avrebbero manifestato l’intenzione di differire di un anno, al 13 settembre 2014, l’attuazione della riforma. Pur nel rispetto delle prerogative del Parlamento, una tale proroga rischia di determinare uno spreco di risorse pubbliche…”. Certo, se la concertazione avuta tra il Ministro ed il CSM si fosse tenuta anche con gli avvocati, il personale, le Istituzioni sui territori, forse tali negative reazioni non si sarebbero verificate. Conclusioni Le paventate disfunzioni per gli uffici, queste sono oggi, purtroppo, sotto gli occhi di tutti (o quasi). In effetti, la politica ha poi avuto un minimo di soddisfazione in quanto, l’assalto alla diligenza delle sedi soppresse da parte di partiti, semplici parlamentari, Sindaci e Governatori ha avuto come risultato il salvataggio di alcune sedi. E i lavoratori della Giustizia? Come al solito ignorati, abbiamo subito in pieno tutti gli effetti negativi della riforma che nello stesso tempo abbiamo dovuto reggere sulle nostre spalle, con il quotidiano sacrificio volontario e personale. Nella riforma è prevista, per i magistrati costretti a cambiare sede, una sostanziale indennità economica (art. 5 c.2 D.Lgs 155/2012: “Peraltro, se con l’assegnazione al nuovo ufficio un magistrato deve mutare la propria residenza, lo schema di decreto riconosce l’applicazione delle disposizioni della legge n. 836/1973, sull’indennità di missione e sul trasferimento dei dipendenti statali “). E noi? Tacete e remate. Francesco Scidone - Coordinamento Giustizia Cisl Fp Liguria 12 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 8 27 Giugno 2014 PUBBLIC LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA Gli avvocati: “Una buona piattaforma” Dunque le richieste della nuova piattaforma possono ben essere accolte ed avviate a realizzazione con migliori prospettive di quanto sinora avvenuto. Mario Benni Ordine degli Avvocati di Ivrea PUBBLIC L e criticità e le cause di esse, nel settore Giustizia, non sono ignote agli operatori che quotidianamente vi attendono. Ed essi conoscono, responsabilmente, anche i rimedi possibili. Vi è quindi grande consapevolezza che sale e scende nei vari piani dell’operatività sino a permeare i settori delle decisioni “politiche”, tradizionalmente refrattari all’ascolto delle basi. Ed allora, cosa si aspetta ad intervenire? La consapevolezza di cui parlavo comprende, con grande serietà, la coscienza delle limitazioni imposte al settore: riduzione dei mezzi e delle risorse, blocco delle assunzioni, anzianità e ritardo formativo del personale. Mi pare che il Progetto di Piattaforma caldeggiato da Cisl Funzione Pubblica si muova proponendo soluzioni all’interno del limitato spazio operativo, auspicando riorganizzazioni più adeguate e mirate alle risposte da dare alle nuove domande. In particolare, non si può fare a meno di notare che la Giustizia, nel settore civile, sta facendo transitare le vertenze in un canale di decantazione, costituito da procedure alternative alla soluzione delle stesse (mediazione obbligatoria). Il carico tradizionale sta per essere deflazionato anche con altre iniziative di composizione, esterne al sistema giurisdizionale ordinario (camere arbitrali forensi). Se a ciò aggiungiamo il sempre maggior onere economico imposto a chi abbia il coraggio di affrontare una causa in sede ordinaria, noi comprenderemo finalmente quale sorte avrà in futuro quello che oggi appare un carico di lavoro insostenibile. Il momento è anche particolare, visto il cambio di tecnologia in atto nella gestione del processo civile, destinato a ridurre sensibilmente l’esigenza della manualità e quindi del personale tradizionalmente impegnato. 13 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 8 27 Giugno 2014 LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA S i decide di sopprimerne un po’. Ci può stare in una logica noi diremmo di smania riformista. Si decide che i Comuni che li vogliono mantenere possono farlo, a condizione di sostenere le spese. Si immagina con grande estro di trasformare gli impiegati comunali in provetti operatori della giustizia in modo tale che, pur rimanendo vincolati al contratto originario, svolgano le mansioni dei loro colleghi che dipendono dal Ministero della Giustizia. è la prima volta che un lavoratore pubblico ha due datori di lavoro: il Ministero e il Comune. Da uno prende le funzioni proprie del contratto dei giudiziari e dell’altro lo stipendio. Spiegare questo ai comuni mortali è fatica sprecata. Cosa può fregarsene il comune cittadino se un funzionario lavori per conto Ministero o per il Comune? Proviamo ad esagerare per capire. E allora perché non trasformare i vigili in carabinieri? E perché non far svolgere le funzioni di accertamento fiscale a dipendenti locali? Si immagina con grande estro di trasformare gli impiegati comunali in provetti operatori della giustizia in modo tale che, pur rimanendo vincolati al contratto originario, svolgano le mansioni dei loro colleghi che dipendono dal Ministero della Giustizia. è la prima volta che un lavoratore pubblico ha due datori di lavoro: il Ministero e il Comune. Da uno prende le funzioni proprie del contratto dei giudiziari e dell’altro lo stipendio. E perché non far svolgere funzioni di anagrafe comunale ai dipendenti del Ministero dell’Ispettorato Repressioni Frodi? Ci fermiamo qui perché è sin troppo chiaro che ci sono dei “difetti genetici”. Tutto ciò rassomiglia alla idea che aleggia nel nostro Paese sul pubblico impiego: le funzioni pubbliche sono pezzi di ricambio, sono fatte a pezzi! Proseguiamo. Il personale degli altri uffici soppressi viene spostato, ovviamente non c’è nessun confronto sindacale e quindi inutile invocare “semafori e segnalatori del traffico” La conseguenza è che tanti lavoratori devono fare le valigie. Sì, ma dove? Negli uffici dei giudici di pace rimasti si direbbe. Macchè. Complicate formule aritmetiche per dividersi le risorse umane tra Procura e Tribunale. Insomma, si tolgono agli uffici del Giudice di Pace che però anche se soppressi e accorpati ad altri non hanno soppresso i fascicoli e i carichi di lavoro. Gli uffici accorpanti: esempio. Oltre 170 comuni rientrano nel territorio di Ivrea, 58 faranno capo al Giudice di Pace di Pinerolo e 78 quelli facenti capo a Torino poi ci sono situazioni analoghe in altre realtà della regione. Insomma il carico di lavoro si è spostato non è stato soppresso. In questo giro c’è la soddisfazione forse da parte di taluni di raggiungere anche una sede richiesta volontariamente. E le esigenze degli uffici dei giudici di pace rimasti? Domande, domande, sempre domande! Come sindacato abbiamo capito che è inutile far domande perché le risposte le vedranno i cittadini e capiranno che il sindacato aveva visto giusto. È stato sempre così d’altronde. Peccato però che i problemi poi arrivano puntuali ma non potranno esser addebitati a noi. Lontani dal tavolo, lontani dal cuore. Bruno Della Calce Responsabile regionale Enti centralizzati 14 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 8 27 Giugno 2014 PUBBLIC Giudici di Pace una storia tutta italiana LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA D a quanti anni le lavoratrici ed i lavoratori del pubblico impiego hanno subito martellanti campagne mediatiche nelle quali di volta in volta erano definiti fannulloni, approfittatori, e inutili zavorre? Da quanti anni le lavoratrici ed i lavoratori del pubblico impiego sono stati considerati il male del nostro paese? Da quanti anni le lavoratrici ed i lavoratori del pubblico impiego sono stati il parafulmine della politica ed i soggetti da vessare per reperire nuove risorse da gettare nella voragine dei conti pubblici? Certo, non è facile mantenere la propria credibilità per la nostra categoria quando i primi ad attaccarci sono i nostri “datori di lavoro”, i politici, i quali non hanno mai avuto remore ad usarci per nascondere le loro inefficienze, la loro incapacità ad innovare ed innovarsi, la loro miopia e mancanza di visone strategica. La giustizia è lenta, inefficiente? Si attui pienamente il processo civile telematico e si attui la piena digitalizzazione del sistema penale con un piano composito a lungo termine sull’informatica. Il bilancio della Giustizia e la gestione dell’organizzazione sono lacunosi? Si adottino seri programmi di controllo di gestione con indicatori trasparenti per la verifica puntuale della gestione delle risorse e con la predisposizione di un vero e proprio bilancio sociale, investiamo in progetti, adottando magari un bilancio non più basato sullo storico ma sui progetti meritevoli di essere realizzati sulla base delle priorità individuate con trasparenza. Reinternalizziamo i servizi informatici, la fonoregistrazione e la trascrizione delle udienze e superiamo la convenzione con Poste italiane per le notifiche degli atti, realizzando un consistente risparmio ed uno snellimento delle procedure. Si deve rendere il sistema più snello, rendendolo protagonista del rilancio del paese e dando finalmente ai cittadini ed alle imprese quelle risposte da tanto tempo richieste di ragionevole durata dei processi? Una vera riforma, non può che reggersi sulle gambe delle donne e degli uomini che quotidianamente e con grande sacrificio personale fanno sopravvivere il servizio giustizia. Noi lavoratrici e lavoratori della giustizia, noi cittadini consapevoli di questo Paese, vogliamo e dobbiamo essere in prima fila. -Attribuiamo al personale amministrativo nuove funzioni paragiurisdizionali oggi di competenza esclusiva dei magistrati, permettendo loro di concentrarsi sul core della giurisdizione; - ampliamo e riordiniamo le attribuzioni degli Ufficiali Giudiziari, con recupero di concorrenzialità e nuovi introiti per lo Stato; - rivisitiamo le varie figure professionali, rendendole adatte all’utilizzo delle nuove tecnologie e dell’informatizzazione dei servizi; -potenziamo gli organici come serve e dove serve, consci che investire sulla giustizia vuol dire necessariamente potenziarla e non adottare tagli lineari. Certo, una riforma di questo tipo, una vera riforma, non può che reggersi sulle gambe delle donne e degli uomini che quotidianamente e con grande sacrificio personale fanno sopravvivere il servizio giustizia. Ed allora incentiviamo il personale Attraverso un rifinanziamento del Fondo Unico di Amministrazione, a costo zero per le casse dello stato, adottando piani triennali di razionalizzazione della spesa, modificando la legge istitutiva del Fondo Unico Giustizia e destinando al personale una parte del Contributo Unificato. Infine, ripristiniamo le corrette relazioni sindacali estendendole alla logistica e all’edilizia giudiziaria. Noi lavoratrici e lavoratori della giustizia, noi cittadini consapevoli di questo Paese, vogliamo e dobbiamo essere in prima fila. Perché con questa riforma, Signor Ministro, alla resa dei conti, rivogliamo finalmente indietro la nostra dignità. Francesco Scidone - Giustizia Liguria 15 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 8 27 Giugno 2014 PUBBLIC È il momento di agire LA GIUSTIZIA IN PIEMONTE Il presidente Barbuto va a Roma PUBBLIC “C on soddisfazione e orgoglio salutiamo la nomina del presidente Mario Barbuto a capo del Dipartimento dell’Organizzazione giudiziaria. Barbuto, che è stato nostro ospite al congresso della Cisl Fp di Torino, il 7 febbraio 2013, ha saputo innovare e rendere efficiente l’organizzazione del lavoro degli uffici giudiziari di Torino, facendoli diventare una delle eccellenze del sistema giudiziario italiano, con la diminuzione degli arretrati e dei tempi dei processi. Crediamo che sia la persona giusta al posto giusto. E chi, meglio di lui, potrebbe mettere mano a un compito così complesso come quello dell’organizzazione della giustizia del nostro Paese?” Così la segretaria regionale Cisl Fp, Santina Pantano commenta la nomina, effettuata dal ministro Orlando, del presidente della Corte d’Appello di Torino, Mario Barbuto, a capo del Dipartimento dell’Organizzazione giudiziaria. Presidente della Corte d’Appello di Torino dal 2010, Barbuto durante la sua carriera ha svolto funzioni di pretore prima, di giudice successivamente, sia nel settore civile sia in quello penale. È stato presidente della II Corte d’Assise e dal 2001 al 2009 ha rivestito l’incarico di presidente del Tribunale di Torino. A Torino Mario Barbuto ha lavorato molto per sveltire l’iter dei procedimenti, a cominciare da quelli civili, che per i tempi troppo lunghi sono una zavorra del sistema giustizia italiano. Il primo passo è stato adottare un metodo che prevede di smaltire prima le cause vecchie, poi quelle nuove e questo ha consentito lo smaltimento del 26% dell’arretrato. Per aggredire poi la mole dei fascicoli in giacenza, il magistrato ha predisposto una mappatura delle pendenze con lo scopo di conoscerne i contenuti, di accedervi con più facilità e “Questa è l’ultima sfida della mia vita professionale, e allora io ci voglio provare: qualche idea ce l’ho, qualche risultato l’ho fatto, l’entusiasmo non mi ha abbandonato. Un’unica amarezza: lasciare Torino. A 71 anni, avevo programmato che qui fosse la mia ultima tappa professionale, prima di andare in pensione nel settembre del 2017”. Tanti auguri e buon lavoro presidente! di poter predisporre, dove possibile, degli iter standardizzati. “L’uomo dei numeri” come è stato definito Barbuto nell’ambiente giudiziario torinese, ha davvero dato un’impronta unica al tribunale subalpino e ora ha il compito di ridare sprint all’intera macchina organizzativa della giustizia italiana. “Questa - ha dichiarato al quotidiano La Repubblica il presidente della Corte di Appello subito dopo la sua nomina - è l’ultima sfida della mia vita professionale, e allora io ci voglio provare: qualche idea ce l’ho, qualche risultato l’ho fatto, l’entusiasmo non mi ha abbandonato. Un’unica amarezza: lasciare Torino. A 71 anni, avevo programmato che qui fosse la mia ultima tappa professionale, prima di andare in pensione nel settembre del 2017”. Tanti auguri e buon lavoro presidente! Siamo certi che riuscirà a traferire anche a Roma il “modello vincente di Torino” per rendere più efficiente il funzionamento e l’organizzazione della Giustizia italiana. Ce n’è davvero un gran bisogno. R.Z. 16 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 8 27 Giugno 2014 LA GIUSTIZIA IN PIEMONTE Barbuto all’inaugurazione La Corte di dell’Anno Giudiziario 2014 Appello esercita la V i è grande attesa sulla svolta generazionale della classe politica. La nuova classe dirigente - che appartiene alle generazione dei quarantenni - vuole marcare la distanza dalle precedenti. Il Procuratore Generale ed io abbiamo superato i 70 anni. Con il pensionamento di Giancarlo Caselli, siamo gli «ultimi dei Mohicani». Vi è chi dice che dovremmo ritirarci, che dovremmo collaborare con i giovani solo con consigli dettati dalla nostra esperienza. Mi permetto un consiglio. Nel settore della giustizia la nuova classe dirigente diventi artefice e protagonista di una vera svolta culturale. È una svolta che nel 2001 il sottoscritto, da “giovane 58enne”, ha tentato ponendo al centro dell’attività giudiziaria il valore dell’ «efficienza» (o «efficacia» come altri preferiscono dire). È stato arduo superare la mentalità di chi considerava (e considera ancora) la funzione giudiziaria come il rito sacrale dei «Sacerdoti di temi» sottratto ad ogni controllo sui risultati. L’espressione accountability spaventava e spaventa ancora perché evoca il tema della responsabilità. Diciamo allora che anche la magistratura, tramite i dirigenti degli uffici, ha il dovere della «rendicontazione», del rendere conto periodicamente dei risultati del suo lavoro. La svolta culturale è semplice. Consiste nel far sì che l’efficienza della giustizia diventi un valore condiviso, garanzia di legalità, tutela dei diritti e crescita economica. Che cos’è e di che si occupa la Corte d’ Appello La Corte di Appello esercita la giurisdizione in un ambito territoriale denominato ‘Distretto’. giurisdizione in un ambito territoriale denominato ‘Distretto’. Il Distretto della Corte di Appello di Torino comprende due Regioni: il Piemonte e la Valle d’Aosta. Al suo interno operano il Tribunale di Sorveglianza ed il Tribunale per i minorenni. Il Distretto della Corte di Appello di Torino comprende due Regioni: il Piemonte e la Valle d’Aosta. Al suo interno operano, con competenza estesa all’intero Distretto, il Tribunale di Sorveglianza ed il Tribunale per i minorenni, che hanno sede a Torino. Operano inoltre, su una base territoriale più ristretta chiamata ‘Circondario’, diciassette Tribunali ordinari (con relative sedi distaccate), altrettante Procure della Repubblica, nonchè gli Uffici dei Giudici di Pace e Magistratura Onoraria. La competenza giurisdizionale principale della Corte di Appello è di secondo grado. Ciò significa che essa decide sulle impugnazioni (appelli) proposte contro le sentenze in materia civile e penale dei Tribunali, e (per la sola materia penale) delle Corti di Assise (uffici di primo grado). Le funzioni di Pubblico Ministero (che riguardano principalmente, ma non esclusivamente, la materia penale) vengono esercitate all’interno del Distretto, presso i singoli Tribunali, dalle Procure della Repubblica; e, presso la Corte di Appello, dalla Procura Generale. Presso la Corte di Appello operano anche altri uffici ed organismi aventi competenza estesa all’intero Distretto quali, ad esempio: il Consiglio Giudiziario, l’Ufficio per la formazione decentrata dei Magistrati e dei Giudici di Pace; l’Ufficio dei Magistrati Referenti per l’Informatica giudiziaria; la Giunta distrettuale della Associazione Nazionale Magistrati. L’andamento del lavoro giudiziario nel distretto I dati statistici I dati più rilevanti - quelli che hanno destato l’attenzione della stampa - riguardano le statistiche sull’arretrato. Alla data di chiusura dell’anno giudiziario 17 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 8 27 Giugno 2014 PUBBLIC L’attività della Corte d’Appello di Torino LA GIUSTIZIA IN PIEMONTE Pendenze PENALI del distretto di Torino al 30 giugno 2013 sul totale nazionale di 3.462.907 Il Distretto di TORINO (Piemonte-Valle d’Aosta) sul territorio nazionale TUTTO IL DISTRETTO di TORINO SETTORE PENALE 1° luglioper2012 307,5% giugno il nopopolazione-residente (censimento del2013 2011) stro Paese registra una pendenza di: 15,8% per numero di Comuni n. 5.257.693 procedimenti nel set6,5% tore civile (comprensivi dei dati delper pianta organica complessiva dei magistrati ( ) la Corte di Cassazione) n. 3.462.907 procedimenti nel set4 tore penale (compresa la Cassazione). Il totale è di 8.720.600 procedimenti pendenti. Sono cifre enormi. La loro dimensione neutralizza la (relativa) soddisfazione per il trend in diminuzione rispetto all’anno scorso: · - 4% nel civile, rispetto al 30 giugno 2012 · - 1,3% nel penale, rispetto al 30 giugno 2012. È una buona regola scaramantica manifestare ottimismo, anche se modesto. Si fa così in presenza di un malato grave la cui febbre sia diminuita di qualche decimo di grado. Il nostro distretto di Torino? Ecco la cifre: n. 155.759 pendenze nel settore civile (comprensive di n. 4.673 proSi tengano presenti i valoridel percentuali indicati con la per carta geografica, che cedimenti Tribunale i Minodenotano il «peso reale» del distretto di Torino nel panorama nazionale e si confrontino con i valori percentuali sottostanti renni - settore civile) n. 206.346 pendenze nel settore pePendenze CIVILI del distretto di Torino al 30 giugno 2013 nale (ivi compresi del Tribunasul totale nazionaleididati 5.257.693 le per i Minorenni. valore accertato nel 2010, da aggiornare nei prossimi mesi dopo gli interventi correttivi oggi allo studio del C.S.M. e del Ministero Il totale è di 362.105 procedimenti pendenti. Qual è la nostra reale incidenza sul territorio nazionale per il settore giustizia? È sufficiente la carta geografica che allego: Il Distretto di6 TORINO (PiemonteValle d’Aosta) sul territorio nazionale 7,5% per popolazione residente (censimento del 2011) 15,8% per numero di Comuni 6,5% per pianta organica complessiva dei magistrati (valore accertato nel 2010, da aggiornare nei prossimi mesi dopo gli interventi correttivi oggi allo studio del C.S.M. e del Ministero). Si tengano presenti i valori percentuali indicati con la carta geografica, che denotano il «peso reale» del distretto di Torino nel panorama nazionale e si confrontino con i valori percentuali sottostanti Pendenze CIVILI del distretto di Torino al 30 giugno 2013 sul totale nazionale di 5.257.693 Pendenze PENALI del distretto di Torino al 30 giugno 2013 sul totale nazionale di 3.462.907 TUTTO il DISTRETTO di TORINO SETTORE CIVILE PUBBLIC Solo i TRIBUNALI del distretto Settore civile 9 Solo i TRIBUNALI del distretto Settore penale 10 Il colore AZZURRO è riservato al lavoro sopravvenuto in un anno; è la domanda di giustizia dei cittadini commisurata in 365 giorni. Il colore VERDE è riservato alla produttività collettiva; è la risposta di giustizia che i nostri uffici danno agli utenti in 365 giorni. Mi piace chiamare quel dato come «prodotto interno lordo (giudiziario)», il famoso PIL. Il colore ROSSO è riservato alle 11 pendenze; è il nostro debito verso gli utenti; è tutto ciò che dobbiamo tenere sotto controllo per non deludere le aspettative di giustizia e non ritardare il nostro lavoro ordinario. Mi piace chiamare quel dato come «debito pubblico giudiziario». Il problema da porsi è «da quanto tempo quelle pratiche in ROSSO sono giacenti». Da uno, due, cinque, dieci anni? Per anni mi sono impegnato su que- 18 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 8 27 Giugno 2014 LA GIUSTIZIA IN PIEMONTE e comparativamente della sola PROCURA di TORINO, che gestisce gran parte delle indagini penali del distretto (29,2% secondo i dati ufficiali DGStat) PROCURA della Repubblica di TORINO Tre suggerimenti da portare ai vertici 1) Cosa ritieni possa esser prioritario per lavorare meglio nel tuo ufficio? È un fenomeno assente nel settore civile dove le norme di diritto sostanziale sulla interruzione della prescrizione - coincidente di solito con l’inizio di un giudizio civile e operante fino alla sentenza definitiva -16consentono una durata illimitata delle relative cause (o processi, che dir si voglia). Ecco l’entità del fenomeno nelle seLa prescrizione è la zioni dibattimentali di TUTTI TRIpatologia del processo BUNALI del distretto (n. 17, compresi i 7 incorporati e comprese le penale Nel linguaggio corrente si parla di sezioni distaccate soppresse). prescrizione dei «processi». È un’e- Le prescrizioni sono rappresentate spressione impropria. In realtà si dalla “fetta rossa” (più scura): 0,6% tratta di prescrizione dei «reati» esa- secondo i dati ufficiali DGStat. TUTTI I TRIBUNALI del distretto minati nei processi. Ribadisco ancora oggi quanto ho af- e comparativamente il solo TRIBUNALE di TORINO, che gestisce Ecco l’entità del fenomeno nelle sezioni dibattimentali fermato lo scorso anno.di TUTTI TRIBUNALI del distretto (n. 17, compresi i 7 incorporati e comprese le sezioni distaccate soppresse). gran parte dei processi penali del diLa prescrizione è “fetta l’aspetto patologiLe prescrizioni sono rappresentate dalla rossa” (più scura): 0,6% secondo i dati ufficiali DGStat. co per eccellenza dei processi penali. stretto (0,7% secondo i dati ufficiali l’entità del fenomeno nelle sezioni dibattimentali di TUTTI TRIBUNALI ÈEcco una resaTUTTI dello Stato di lefronte alla DGStat) IiTRIBUNALI distretto del distretto (n. 17, compresi 7 incorporati del e comprese sezioni distaccate soppresse). Le prescrizioni sono rappresentate dalla “fetta rossa” (più scura): 0,6% secondo lunghezza eccessiva dei tempi del Ecco l’entità del fenomeno in TUTi dati ufficiali DGStat. TE le PROCURE del distretto. giudizio. Le prescrizioni sono rappresentate TUTTI I TRIBUNALI del distretto dalla “fetta rossa” (più scura): 15% secondo i dati ufficiali DGStat. TUTTE le PROCURE e comparativamente della sola PROCURA di TOe comparativamente il solo TRIBUNALE di TORINO, che gestisce gran parte RINO, che gestisce gran parte delle dei processi penali del distretto (0,7% secondo i dati ufficiali DGStat) indagini penali del distretto (29,2% TRIBUNALE DI TORINO secondo i dati ufficiali DGStat) e comparativamente solo TRIBUNALE di TORINO, che gestisce gran parte del distretto. Ecco l’entità del ilfenomeno in TUTTE le PROCURE dei processi penali del distretto (0,7% secondo i dati ufficiali DGStat) Si omettono Le prescrizioni sono rappresentate dalla “fetta rossa” (più scura): 15% secondo i i dati di dettaglio dei GIP dati ufficiali DGStat. - Giudici delle indagini preliminari, TRIBUNALE DI TORINO perché l’entità del fenomeno è condiTUTTE le PROCURE zionata dalle richieste delle Procure in termini di provvedimenti di «ARCHIVIAZIONI per PRESCRIZIONE». È noto che non è la Procura che “ar15 chivia” una indagine, ma è il GIP che lo fa su “richiesta della Procura”. Diversa è l’attività dei GUP - Giudice 15 dell’udienza preliminare, i cui dati sono poco rilevanti e non influenzano quelli dei Tribunali nella loro totalità. e comparativamente della sola PROCURA di TORINO, che gestisce gran parte delle indagini penali del distretto (29,2% secondo i dati ufficiali DGStat) 2) Quali sono le cause di disagio (se ce ne sono) presenti nel tuo ufficio? 3) Come ritieni che la CISL FP possa esserti utile nel risolvere le problematiche del tuo ufficio? OSSERVAZIONI: 19 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 8 27 Giugno 2014 PUBBLIC sto tema. Oggi, sia in Corte d’appello, sia nel Tribunale di Torino, siamo in grado di fornire un quadro completo della c.d. vetustà delle cause pendenti. Tra poco saranno in grado di farlo anche gli altri Tribunali, perchè da tempo è stato varato un apposito progetto in tal senso. Ma questo è un altro discorso. Nelle pagine seguenti vi è la rappresentazione visiva di quanto detto. Sono in corso progetti concreti per il ritorno alla normalità ed ho fiducia nella collaborazione di tutti gli interessati, magistrati e personale di cancelleria. LA SFIDA DELL’ INNOVAZIONE La giustizia digitale PUBBLIC L’ Italia collocata agli ultimi posti in Europa per numero dei procedimenti pendenti e durata dei processi, nonostante l’eccellente produttività dei giudici italiani. In questo scenario l’informatizzazione della giustizia costituisce indubbiamente uno dei più seri investimenti verso il miglioramento del servizio al cittadino ed al tempo stesso anche un passo importante, forse fondamentale, nella direzione di quella maggiore efficienza della giustizia civile che ci viene ormai richiesta, da più parti, anche come fattore di competitività del Paese. Il rapporto Ocse sulla giustizia civile 2013 è chiaro in tal senso: la performance del sistema giudiziario è migliore nei paesi che effettuano maggiori investimenti in informatizzazione e altresì - cito testualmente - “la durata media dei procedimenti è più bassa e la produttività dei giudici è più elevata nei paesi che destinano una quota maggiore del bilancio della giustizia all’informatizzazione”. Informatizzazione e digitalizzazione sono quindi elementi imprescindibili del più ampio tema della riforma della giustizia e, come ho accennato sopra, costituiscono una delle chiavi di volta del miglioramento dell’efficienza del sistema giudiziario. Ho iniziato il mio incarico al dicastero della Giustizia incontrando le rappresentanze sindacali del personale amministrativo, dei vertici dell’avvocatura e della magistratura associata. Gli interventi sulla giustizia civile in direzione deflattiva del contenzioso, sulla riqualificazione del personale, sulla ricerca di differenti moduli organizzativi che possano accompagnare anche i processi di innovazione sono stati comunemente ritenuti primari e vitali. L’informatizzazione per sé sola tuttavia non può essere certo la panacea e sono assolutamente consapevole, oltre che sinceramente convinto, che la sua diffusione vada accompagnata da alcune riforme or- “Informatizzazione e digitalizzazione sono elementi imprescindibili del più ampio tema della riforma della giustizia e costituiscono una delle chiavi di volta del miglioramento dell’efficienza del sistema giudiziario”. ganizzative e normative, e ad una riqualificazione del personale amministrativo. La sfida più importante che però ci attende è certamente quella del cambiamento culturale, senza il quale qualsiasi innovazione in tema della giustizia, compresa l’informatizzazione, è destinata a non produrre i frutti sperati. Un nuovo modo di concepire il processo, avvalendosi anche della più moderna tecnologia, che ci proietta alla ribalta nella dimensione europea. Le risorse che questo Ministero si impegna doverosamente a mettere a disposizione dell’innovazione e dell’informatizzazione della giustizia civile e penale avranno assoluto bisogno del supporto di quel cambiamento culturale che specialmente e soprattutto coloro che direttamente operano nel settore della Giustizia possono contribuire ad alimentare. Iniziative come quella di questo convegno vanno certamente in tale direzione e mi auguro che siano destinate ad essere seguite ed imitate. Andrea Orlando, Ministro della Giustizia 20 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 8 27 Giugno 2014
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