qui - Società Alpinistica Valmaggese

Capanne, buoni risultati e rimpolpato il fondo. Ma la neve pone interrogativi sulle riaperture
I tre cuori pulsanti della Sev
Annata soddisfacente per la
Società alpinistica valmaggese,
che grazie al volontariato
tiene alto il livello dell’offerta
nei suoi rifugi
di Fausta Pezzoli-Vedova
I recenti sopralluoghi dei responsabili
della Società alpinistica valmaggese
(Sav) alle loro capanne – Pian di Crest,
Soveltra e Fiorasca – mostrano immagini di edifici ancora completamente
sommersi dalla coltre nevosa: nei casi
più fortunati s’intravede il cumulo del
camino o una finestra del sottotetto.
Una situazione che potrebbe anche
porre qualche interrogativo sulla possibilità di riuscire ad aprire i rifugi entro
le consuete date, solitamente tra fine
maggio e metà giugno.
Contrattempo che tuttavia non mitiga
l’entusiasmo dei soci della Sav, riuniti
in assemblea sabato a Lodano (una cinquantina i presenti) per l’esame dell’andamento 2013. «Una stagione che ci
ha dato grandi soddisfazioni sia di frequenza nelle capanne, sia a livello societario, con il rafforzamento dello spirito di gruppo e il coinvolgimento di
molti giovani che, a fianco dei soci
“consolidati” hanno dato parecchio
tempo libero a favore delle molte attività che ci impegnano nella gestione di
tre capanne», ha detto il timoniere della
Sav Arturo Rothen.
Nonostante la flessione rilevata al Pian
di Crest (meno 14,9% rispetto al 2012),
sono stati registrati in totale 2’384 passaggi nelle varie capanne; in 2’218 casi
con pernottamento: 681 al Pian di Crest,
110 in Fiorasca e 1’427 a Soveltra. Il saldo passivo rispetto all’anno precedente
è contenuto: 33 unità. «Quindi, grazie a
un’accurata gestione e al volontariato
di molti soci (700 gli affiliati) possiamo
dirci soddisfatti – ha aggiunto Rothen –. Il risultato ci permette di rimpolpare con 30mila franchi il Fondo capanne; capanne in cui il lavoro non
manca».
Incoraggiante l’apporto dei
soci, fra i quali non mancano
molte giovani leve
Già l’apertura dopo l’inverno (quest’anno poi…) riserva spesso delle sorprese,
non soltanto agli edifici ma anche al
territorio circostante e ai sentieri. Vie
pedestri alle quali la Sav dedica parecchie forze: «La nostra strategia è orientata verso chi ama la montagna, alla
crescita dello spirito solidale fra i soci
coinvolgendoli a costruire e a gestire il
nostro territorio, sempre più necessario alla ricreazione dell’uomo moderno», ha sottolineato il presidente. L’assemblea, presieduta da Marco Montemari, ha deliberato sui conti e sull’andamento delle varie capanne, illustrato
rispettivamente da Fiorenzo Derungs
(Pian di Crest e Fiorasca) e Claudio Foresti, che ha lasciato il ruolo di responsabile alla capanna Soveltra a Romano
E la capanna Soveltra non c’è (quasi) più
Moretti. La stagione scorsa si è lavorato
sugli edifici di Fiorasca (17 giornate di
volontariato pari a 750 ore), con l’impegno di molte giovani leve. Quest’anno
(che già si annuncia molto positivo) si
continuerà con interventi alla “Cascina
dei soci” (Fiorasca) e pure a Soveltra,
dove l’anno scorso sotto una roccia si è
ricavato un piccolo pollaio (con tanto di
gallo a fare da sveglia!). Da segnalare
ancora la partenza dal comitato di
Mauro Manni. Si è alla ricerca di un sostituto al quale affidare (con contributo
finanziario) mansioni di segretariato,
nonché la gestione degli indirizzi dei
soci. Claudio Foresti (omaggiato con
un’opera di Pier Alberti) ha a sua volta
donato una gigantografia rappresentante un cascinale della Valle di Prato:
la foto (di A. Monotti) è stata scattata
nel 1886 in occasione di un’ascesa al
Campo Tencia di Federico Balli, ripreso
seduto sul tetto unitamente ad altri due
accompagnatori.