Il Beato Giovanni Battista Montini nella nostra Comunità Pastorale Il pomeriggio del 26 settembre 1955 il Cardinale Giovanni Battista Montini, Arcivescovo di Milano, compì la visita pastorale nella parrocchia di san Giovanni evangelista a Gavirate. Il prevosto, don Carlo Baj, descrisse entusiasticamente l’evento nel Chronicon: Fu la sua prima sacra Visita Pastorale in Diocesi, dopo quella del Duomo. Fu un trionfo! Con il venerato Clero del Vicariato erano presenti tutte le autorità del Comune con a capo il sindaco Giovanni De Bernardi, nonché le autorità civili e militari. S. E. l’Arcivescovo giunse a Gavirate, accompagnato da una squadra di motociclisti e di automobilisti, che lo avevano atteso all’imbocco dell’autostrada Milano-Varese. L’immensa folla, che stava ad attenderlo davanti alla chiesa, scoppiò in un fragoroso applauso quando comparve la macchina di Sua Eccellenza. Prima di amministrare il sacramento della Cresima – si legge su La Prealpina del 28 settembre 1955 – l’Arcivescovo ha interrogato sulla dottrina cristiana i cresimandi, i quali hanno risposto al microfono appositamente installato; ha poi colto l’occasione per intrattenersi sull’importanza dell’insegnamento del catechismo che deve costituire la base della formazione dei veri cristiani. Dopo l’invocazione dello Spirito Santo e il canto del Veni Creator, il Cardinale ha imposto le mani sugli innocenti capi dei cresimandi. Nei registri parrocchiali sono elencati i loro nomi: Paolo Ambrosetti, Gianfranco Baggio, Roberto Baggio, Paolo Battaglini, Pietro Battaglini, Franco Bertucci, Enzo Bianchi, Ezio Bonotto, Carlo Maria Brambilla, Giovanni Bregonzio, Franco Bruschi, Gino Buzzi, Pierluigi Buzzi, Gerolamo Campanella, Luciano Camurri, Nicola Caruso, Salvatore Caruso, Pietro Cavalieri, Maurizio Cellina, Silvio Cera, Guido Del Motto, Luigi Di Stefano, Ernesto Furiga, Flavio Gamberoni, William Gandolfi, Giuliano Gardiolo, Paolo Gerli, Guido Giocosa, Rolando Lampugnani, Guido Mantica, Sergio Adriano Mattioni, Sergio Mezzetti, Enrico Ossola, Virginio Ossola, Riccardo Papa, Antonio Pellegrini, Walter Pizzolato, Rodolfo Rabolini, Luigi Rossi, Patrizio Rovera, Vittorio Sabbioni, Zeffireno Satto, Emilio Scurati, Armando Silli, Mario Spada, Alberto Ulivi, Giuseppe Viganò, Fernando Zin, Antonio Zini. Ida Maria Ambrosetti, Angela Bassi e Rosalba Bassi (di Voltorre), Olivia Bianchi, Marina Busso, Adriana Carcano, Emilia Carenzi, Maria Grazia Cellario, Anna Rosa Columbaro, Maria Crosta, Marisa Cucchiaro, Maria Luisa Di Stefano, Rosalba Di Stefano, Filomena Maria Luisa Fabiani, Angela Furiga, Antonietta Gargaro, Valeria Gerosa, Giovanna Giacchetti, Natalina Guagno, Maria Albertina Lucchini, Raffaella Magrin, Norma Mangiarotti, Claudia Marone, Maria Rosa Marone, Germana Maspero, Gigliola Mattioni, Valeria Mattioni, Virginia Lidia Mauri, Elsa Rita Meurat, Maria Monti, Paola Natta, Maria Lena Noce, Ivana Olino, Raffaella Paracchini, Gisella Perucconi, Annalice Rabolini, Wanda Rabolini, Giuseppina Ronchi, Marisa Sabbadin, Maria Grazia Sempiana, Claudia Stanzani, Maria Luisa Tedeschi. Durante l’omelia della messa vespertina, Montini – spiegò – che la sua visita non era dovuta alla determinazione della sua volontà, ma era il presupposto di una grande missione affidata dal Papa: di venire cioè tra le genti della Lombardia per predicare il Vangelo di Cristo”. L’Arcivescovo si qualificò maestro che porta la scienza della vita, che non sta nella sua parola, ma in quella di Gesù e ministro che dispensa i tesori della grazia divina. Le mie mani sono miracolose, sono cariche dei doni di Dio. Montini a questo punto affermò che non potendo da solo adempiere a un così alto ministero pieno di tremende responsabilità, aveva bisogno di collaboratori che sono pure essi sacri e agiscono in nome di Dio. Voi siete miei e io vi amo più di me stesso. Questa è la carità, il mistero della Chiesa che crea i Vescovi e i Sacerdoti che hanno il potere di amare come Cristo ha amato. Voi che vi chiamate fedeli, siete fedeli veramente? Saremo fedeli se ci ameremo gli uni gli altri. Al termine della cerimonia – scrive il cronista de “La Prealpina” – l’Arcivescovo ha accolto nella Casa Prepositurale le autorità e il Clero impartendo a tutti la benedizione ed assicurando che, appena possibile, sarebbe ritornato fra noi per visitare anche le istituzioni della nostra cittadina. Il giorno successivo, 27 settembre 1955, Montini raggiunse Comerio per compiere la Visita Pastorale nella parrocchia dei santi Ippolito e Cassiano. Amministrò la cresima a: Giulio Baiocchi, Carlo Alberto Bartali Petroni, Bonaldo Italo, Salvatore Baudanza, Angelo Bertù, Gianluigi Bertagna, Enrico Giulio Bellani, Angelo Borghi, Guido Borghi, Igino Pierluigi Bosoni, Mario Romeo Broggi, Giancarlo Cantoreggi, Aldo De Silvestri, Giancarlo De Tomasi, Marco Luigi Furiga, Ignazio Gamberoni, Ugo Carlo Gamberoni, Luigi Emilio Gamberoni, Ambrogio Mirco Gamberoni, Pierangelo Gamberoni, Vittorio Ernesto Giorgetti, Giuliano Inversini, Renzo Lucchini, Mario Federico Marocco, Enrico Camillo Membrini, Alberto Franco Morosini, Edoardo Morosini, Pierluigi Morosini, Vittorio Carlo Ossola, Carlo Angelo Ossola, Luigi Ippolito Ossola, Luigi Ossola, Mario Osti, Mario Ilario Pedotti, Angelo Papa, Carlo Luigi Papa, Eugenio Pugliese, Rosario Rossino, Paolo Martino Rovera, Fulvio Songia, Angelo Sampellegrini, Enrico Angelo Tagliaferro, Gianpaolo Roberto Triacca, Giordano Urbini, Mario Augusto Vanoli, Mario Vanoli, Ferdinando Vanoli, Giuseppe Vella. Anna Maria Bertagna, Paola Carla Bertagna, Paola Adele Bertagna, Silvia Binda, Rita Buscaglia Paola Irene Buscaglia, Anna Maria Caporale, Carcano Marina, Luisa Pia Civelli, Giuditta Margherita Civelli, Giancarla De Bosio, Clara Maria Domizi, Luigia De Tomasi, Silvana De Martini, Ines De Maddalena, Adriana Giuditta Frigerio, Doris Frighi, Maria Luisa Gamberoni, Elvira Gamberoni, Marina Caterina Gamberoni, Lorenza Gamberoni, Costanza Enrica Ghiringhelli, Maria Rosa Guaralda, Luciana Angela Lucchini, Albertina Paola Marocco, Giulia Carla Molinari, Maria Anna Miceli, Giuliana Rosa Morosini, Maria Luisa Macchi, Lorenza Egle Noce, Marilena Silvia Nerboni, Giovanna Stefania Ossola, Letizia Ossola, Maria Luisa Ossola di Giovanni, Maria Luisa Ossola di Cesare, Ida Susanna Ossola, Maria Carla Ossola, Maria Luisa Ossola di Marco, Carmen Ossola, Silvana Antonia Patra, Ada Rosalia Rossino, Giuseppina Peruzzotti, Beatrice Luigia Torreggiani, Fernanda Piera Torreggiani, Adriana Maria Vanoli, Maria Rosa Vanoli, Ornella Vettoruzzo, Vilma Rosalba Zancanaro. Durante l’omelia rivolse la parola ai fedeli ponendo l’accento sui doni e sulla bontà di Dio, che oggi vediamo attraverso i veli della fede, ma che un giorno vedremo faccia a faccia. Al termine della visita pastorale l’Arcivescovo decretò: di esortare nella perseverante premura per il buon ordine della Chiesa e degli oggetti di culto: si raccomanda, ad esempio, di promuovere il canto sacro, secondo le norme vigenti circa i cori; si possono togliere le tabelle dei casi riservati nei confessionali ecc.; di dare ogni incremento possibile alla Associazioni Cattoliche, procurando che abbiano a partecipare più largamente alle gare catechistiche; di invitare il Comune, a cui appartiene la casa canonica, di volervi eseguire le riparazioni necessarie. A Voltorre il Cardinale Montini giunse in Visita Pastorale nella parrocchia di S. Michele dell’Addolorata il 3 ottobre 1955. Amministrò la cresima a: Antonio Aramini, Ernesto Aramini, Mario Avvinti, Luciano Avvinti, Aldo Azzarri, Alfonsino Bonadei, Franco Bonadei, Roberto Buzzi, Ambrogio Campiglio, Livio Campiglio, Antonio De Silvestri, Alfredo Musciatelli, Natale Ossola, Raffaele Ossola, Mario Giovanni Ossola, Alberto Ossola, Terenzio Michele Ossola, Fiorenzo Triaca Silvio Vaccarin, Lino Vaccarin, Franco Giovanni Vaccarin, Piergiorgio Zanetti, Gianfranco Zanetti, Rita Bianchi, Nicoletta Michelina Binda, Mariangela Biasini, Brigida Bassan, Angela Buzzi, Clarita Buzzi, Chiara Rosa Buzzi, Ileana Buzzi, Rosalba Buzzi, Milena Campiglio, Antonia De Silvestri, Angela Monti, Rita Ossola, Rosalba Ossola, Maria Lugia Piavanini, Daniela Rossini, Bruna Angela Rovedatti, Luigia Rovedatti, Silvana Rovedatti, Elisabetta Vaccarin, Enrica Zelioli. Montini si rivolse ai fedeli, durante la messa, celebrata dal parroco don Luigi Macchi, con queste parole: I fedeli possono dividersi in due categorie: la prima quella dei cristiani che tirano avanti alla buona. La Religione, invece, è una cosa seria, grave e importante perché a essa sono legati i destini eterni di ogni uomo. Chi fosse incerto dei propri rapporti con Dio, dovrebbe preoccuparsi, e chi non se ne curasse sarebbe da compiangere. Si ha bisogno di cristiani vivi e operanti. Tanti si nascondono davanti alla verità per fare secondo il proprio comodo. La seconda categoria è formata dai buoni cristiani. Per questi i doveri fondamentali sono due: il timore di Dio e l’amore. Il primo non basta, infatti, per noi cristiani, Cristo ci ha voluto bene e ci ha insegnato l’amore di Dio. Il 4 ottobre 1955 faceva la sua visita pastorale nella nostra parrocchia di Oltrona. Il nostro amatissimo Arcivescovo, Sua ecc. Monsignor Montini – scrisse il parroco don Felice Rimoldi nel suo Chronicon – Verso le ore 16 molta gente era ai piedi della scalinata ad attendere il Presule. Alle 16,30 giungeva la macchina di S. Eccellenza. Scese dalla macchina assieme all’Arcivescovo il suo segretario don Pasquale Macchi. Il parroco gli fece baciare la Croce e presentò all’amato Arcivescovo le autorità del paese. Due bimbetti dell’Asilo gli diedero il benvenuto. Giunti in chiesa la schola Cantorum intonò “Ecce Sacerdos Magnus”, poi l’Arcivescovo impartì la benedizione pastorale. Interrogò poi sulla dottrinetta due cresimandi e due cresimande che risposero bene, meritandosi una medaglietta dall’Arcivescovo. Affabilmente S. Ecc. si intrattenne con questi bimbi e raccomandò a tutti lo studio del catechismo e la frequenza alla dottrina cristiana. Amministrò quindi la S. Cresima a 51 cresimandi. I loro nomi: Maurizio Alioli, Romeo Andrello, Elio Bogni, Giancarlo Bogni, Giuseppe Bogni, Luigi Bogni, Mario Bogni, Giuseppe Borghi, Roberto Carcano, Piero Carollo, Alfonso Cicero, Renato Cunati, Gerolamo Danelli, Carlo Ossola, Claudio Ossola, Guido Ossola, Renato Ossola, Giancarlo Pellegrini, (?) Rovera, Emilio Rovera, Gian Carlo Rovera, Giuseppe Rovera, Luciano Rovera, Bernardino Raco, Teodoro Tagliabue, Antonio Talamona, Giuseppe Caltagerano, Giovanni Taffaro, Gian Mario Veratti, Angelo Vanini. Bianca Borghetti, Piera Carollo, Luisa Danelli, Maria Daverio, Gianoli Franca, Rita Gritti, Piera Groppelli, Macchi Maria, Rossella Magrin, Rosanna Marino, Gina Oliomarino, Rina Ossola, Maria Rosa Porta, Chiara Rovera, Fiorina Rovera, Gabriella Rovera, Maria Rovera, Maria Rosa Rovera, Teresina Rovera, Valeria Rovera, Maria Luisa Tibiletti, Rita Zingaro. Il Rev.mo Sig. Prevosto di Gavirate, assistito dall’amato Arcivescovo, celebrò quindi la S. Messa – riprende don Rimoldi – durante la quale furono distribuite molte S. Comunioni. Terminata la santa messa in processione andammo al cimitero. Sua Ecc. dopo le esequie e l’aspersione alle tombe dei defunti benedisse la nuova ala del cimitero. Ricompostasi la processione, risalimmo ancora verso la chiesa per la benedizione del campo sportivo, fatto costruire dal parroco. Erano le 19,30 quando S. Ecc. si recò in casa parrocchiale. Si intrattenne affabilmente col parroco, rivolse poi alle associazioni che si erano radunate, nella piccola sala attigua all’entrata, parole di incitamento e di esortazione compiacendosi per il bel numero e raccomandando a tutti la fiducia nel proprio parroco: Io ho fiducia nel vostro parroco. Io credo a quello che lui mi dirà. Vogliategli bene e aiutatelo!. Terminate le varie udienze. S. Ecc. si accomiatò assieme alle autorità nella sala per un breve ricevimento. Verso le 20 si congedava. Accompagnandolo alla macchina nella discesa della scalinata, S. Ecc. disse: Sembrava una scena cinematografica invece è una realtà! Era bello, infatti, vedere quella gente che saliva la scalinata cantando e salmodiando. L’Arcivescovo rimase soddisfatto della sua prima visita pastorale e ci inviò come premio Lire 50mila, come suo contributo alle opere parrocchiali. Come nota finale don Rimoldi aggiunge: L’Arcivescovo ha benedetto lo stendardo dell’Azione Cattolica maschile. Il 22 novembre 1959 vennero cresimati a Gavirate dal Cardinale ragazzi provenienti da Voltorre, come è registrato nell’archivio della chiesa di san Michele. I loro nomi: Enrico Monti, Valeriano Triacca, Umberto Buzzi, Maurizio Ossola, Osvaldo Pertegato, Gabriele Ferraresi, Ida Campiglio, Maria Rosa Vecchiato, Francesca Carenzi. Il 20 dicembre 1959, alle ore 17,45 Montini giunse a Gavirate, con un certo ritardo dovuto alla nebbia e all’interruzione del traffico, scrive il cronista del Luce! che si firma “Radar”, per benedire la prima pietra dell’oratorio “San Luigi”. Durante l’omelia disse, come parlando con il rev.mo sig. Prevosto, fosse stato messo al corrente del problema di un nuovo Oratori, rispondendo alle moderne esigenze didattiche e ricreative per i nostri giovani e ragazzi – continua il cronista – Ricordava la promessa, anzi il vivo desiderio, di essere proprio lui a benedire la prima pietra (dando l’esempio a noi con l’iniziare la sottoscrizione dei fondi necessari con un milione). Sottolineò la necessità degli oratori, vere scuole di vita in questa società moderna che richiede uomini sempre più qualificati, perché ormai la famiglia non può e non vuole più essere formatrice integrale della gioventù; di qui la necessità della scuola. Ma purtroppo, la scuola, nel nostro Paese, presa dalla tecnica e dalla specializzazione, non sa dare ai ragazzi e ai giovani una completa formazione di vita. Anzi essa ha abdicato a questo compito, suscitando nei giovani, quanto più progrediscono negli studi, degli interrogativi, senza risposta; rinuncia o, peggio, tenta di risolvere in modo tendenzioso il problema della vita, creando dei disorientamenti a volte fatali nell’animo dei giovani. Di qui l’assoluta necessità dell’Oratorio. Di quel cortile dove si gioca sì, ma anche dove s’impara l’amore del prossimo e la lealtà; di quelle aule dove viene impartita la vera scienza, indispensabile: quella di Dio. Di qui la complementarietà necessaria dell’Oratorio con la scuola; di qui la ragione d’essere di questa palestra di santi entusiasmi, di nobili ideali, di qui l’impegno di tutti i gaviratesi affinché, sia pure a prezzo di sacrifici, sia al più presto e nel modo più efficiente realizzata questa nobile opera. San Paolo – terminò – traccia quasi il programma di questa istituzione: …del resto tutto ciò che è vero, tutto ciò che è amabile e onesto, tutto ciò che è virtuoso e merita lode, sia l’oggetto dei vostri pensieri e invitò tutti i ragazzi e giovani, una volta realizzata l’opera, a una presenza fattiva, cosciente e appassionata, per il miglior rendimento dell’attività oratoriana. Al termine della santa Messa – continua il cronista – dopo aver impartito la benedizione pontificale e ascoltato un breve indirizzo rivoltogli da un ragazzo, Sua Eminenza procedeva alla benedizione della prima pietra dell’oratorio, in cui suggellava, racchiusa in un tubo di piombo, una pergamena con la seguente scritta: Nell’anno 1959 di nostra salvezza, essendo Papa Giovanni XXIII e Arcivescovo S.Em. il Cardinale Giovanni Battista Montini e Preposto Parroco Don Carlo Baj, nella domenica sesta di Avvento, celebrando il glorioso parto della Vergine Maria, con la cooperazione di tutti i fedeli, abbiamo posto la prima pietra dell’Oratorio, luogo in cui i ragazzi e giovani pregano e si formano al bene, quasi speranza e segno di pietre vive nella Chiesa. Terminata la sacra funzione condecorata dalla nostra Schola Cantorum continua il cronista – aveva luogo in casa parrocchiale un rinfresco cui partecipavano le autorità presenti alla cerimonia, tra cui l’onorevole Pio Alessandrini, il sindaco e parecchi consiglieri, il prof. Paolo Crosta, i dottori Calegari, Papa e Maglienti, il progettista del nuovo oratorio ing. Rino Papa. Sia questa cerimonia – conclude – di sprone a tutti i gaviratesi nella nobile gara di aiuti per una sollecita realizzazione dell’opera: tanto più che i dubbiosi sulla sua necessità sono stati rassicurati della attuale importanza dalla chiara ed eloquente parola di Sua Eminenza il nostro Cardinale. Sabato 17 febbraio 1962 il cardinale inaugurò a Gavirate il pensionato degli operai della Ignis, voluto dal commendatore Giovanni Borghi per offrire ospitalità e assistenza religiosa ai suoi dipendenti. Erano 210 i giovani, provenienti da tutte le parti d’Italia che vi trovarono vitto e alloggio. La cerimonia – scrisse il cronista del Luce! del 23 febbraio successivo – ha assunto anche un profondo significato spirituale: Sua Eminenza il Cardinale Arcivescovo ha infatti conferito a sette giovani lavoratori il sacramento della cresima, per ricevere il quale erano stati preparati da don Renzo Cavallini del patronato sant’Antonio di Milano. Il Cardinale, ricevuto al suo arrivo da numerose autorità, tre le quali il Prefetto e il Questore di Varese, il sindaco di Gavirate, i titolari della Ignis, fratelli Borghi, ha ascoltato nell’ampio salone il saluto di un ospite del convitto e si è quindi portato all’altare da dove ha rivolto ai presenti brevi parole. Dopo aver messo in rilievo l’importanza del pensionato il Cardinale lo definì casa di qualificazione che rende abili, che istruisce, che abitua a esercitare degnamente una professione, un mestiere. Oggi la specializzazione del mondo moderno esige che ciascuno sappia fare bene ciò che si deve, il pensionato aiuta a introdurre il giovane nel processo produttivo. La cerimonia odierna acquista un’altra importanza per una seconda visione che viene offerta ai giovani che si preparano ad entrare nella vita. Occorre, oltre la qualificazione professionale che prepara al mestiere, un’altra qualificazione di carattere spirituale che renda forti gli uomini deboli, che renda convinti i fiacchi nella fede. E tale qualificazione è data dal Sacramento della Cresima. Esso porta in sé la capacità di meglio qualificare moralmente e spiritualmente i giovani, li porta ad esprimere la capacità di vivere bene il proprio cristianesimo, a professare con semplicità e con dignità la fede cristiana. Conferita la santa cresima – continua il cronista – il Cardinale si è portato nel salone del pensionato dove ha ascoltato brevi parole del dirigente della Ignis, cav. Pino Tanzi, e di don Eugenio Bussa, direttore del Pensionato Sant’Antonio e ha infine impartito la benedizione alla costruzione. (ricerca di Federica Lucchini)
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