Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino¶10 giugno 2014¶N. 24 16 Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino¶10 giugno 2014¶N. 24 17 Ambiente e Benessere Ambiente e Benessere I defogliatori… naturali Biodiversità L’albero è una casa abitata da numerosi inquilini che non si fanno concorrenza per il cibo – Prima parte Rosicchiano le foglie, le arrotolano, le succhiano per fabbricare galle, erodono i semi e assumono grandi quantità di polline Nelle regioni dell’Eurasia e del Nord America con clima temperato sono conosciute 2360 specie differenti di alberi: 1750 le latifoglie e circa 600 le conifere. Nel canton Ticino il bosco occupa più del 50 per cento del territorio e sono note 34 specie di alberi indigeni (autoctoni) dalle pianure a oltre 2000 metri di altitudine in montagna. A questo già ricco contingente si aggiungono i numerosi alberi introdotti dall’uomo nel corso del tempo: robinie, palme, eucalipti, magnolie, cedri, ailanti, tuje, gingko e tanti altri. In Svizzera solo il Sigario della betulla (Byctiscus betulae). canton Giura ha un’altrettanto cospicua copertura arborea. L’albero cresce spontaneo dalle nostre parti ed esprime la vocazione naturale del territorio, grazie alle caratteristiche climatiche. Chi possiede una cascina «ai monti» conosce la continua lotta per contrastare l’inesorabile avanzata del bosco «mangiaprati». L’albero può essere favorito dall’uomo, grazie ai rimboschimenti del forestale. Ma la sua presenza può essere creata anche da sognatori, quale è stato Elzéard Bouffier, la cui epopea è stata splendidamente narrata da Jean-Giono (1980) nel suo libro L’uomo che piantava gli alberi. Dove è raccontata l’umana e toccante storia di un pastore provenzale (un berger avec ses brébis). Elzéard Bouffier, negli anni 1910-1925, da solo e senz’alcun aiuto, aveva avuto l’ammirevole costanza di piantare centinaia di migliaia di alberi (querce, faggi, betulle). Così facendo modificò il clima locale, colonizzando e riportando a nuova vita una landa un tempo deserta e desolata per il dissennato agire umano, ma già terra florida, ricca di boschi e di acque in epoca romana. Tutto opera di un pastore del Midi francese, che passò felice la sua vita seminando alberi senz’altra ricompensa che il piacere e la soddisfazione di averlo fatto. Durante la buona stagione, l’albero – che sia una latifoglia oppure una coni- fera – è un’immensa e complessa tavola imbandita a disposizione di immensi eserciti di insetti. Con una continua lotta per vivere e non essere divorato o succhiato irrimediabilmente in tutte le sue parti, l’albero si difende con meccanismi differenziati elaborando sostanze chimiche inappetibili (gli allelochimici) quali sono le resine, i tannini, i fenoli, gli alcaloidi. Tutte sostanze che hanno lo scopo di tenere lontani gli insetti antagonisti, o almeno diminuire il livello delle loro presenze a soglie compatibili per la vitalità dell’albero. Grazie alla fotosintesi, l’albero attraverso le foglie trasforma l’energia solare in energia chimica. E le foglie sono le parti degli alberi più appetite dagli insetti. Sono i defogliatori che possono divorare il fogliame di interi boschi. Così facendo, questi insetti trasformano la materia vegetale vivente in un fertile concentrato costituito principalmente di: azoto, potassio, sodio, fosforo, il tutto deposto al suolo sotto forma di escrementi. Un insieme di sostanze basilari per la vitalità degli alberi e con un elevato potere nutritivo per i suoli forestali. Le defogliazioni non vanno viste infatti come un danno irreparabile, bensì come una forma di naturale potatura che, in ultima analisi risulta vantaggiosa sia per l’albero sia per il suolo sottostante. È stato possibile fare questa constatazione dopo le ricorrenti pullulazioni di alcuni insetti defogliatori (i bruchi delle farfalle come il bombice della quercia e del castagno, la processionaria del pino e della quercia, la crisomela degli ontani e dei pioppi, il bombice dell’abete rosso). Da non sottostimare il considerevole impatto degli antagonisti predatori e parassitoidi, che contribuiscono a una diminuzione delle pullulazioni. Molti insetti hanno a cuore le sorti della loro figliolanza. Predispongono alloggio e cibo con artefici elaborati, com’è l’opera dei coleotteri sigarai. Infatti, il nascondere le proprie uova in un «sigaro» ottenuto grazie all’arrotolamento delle foglie di betulla, di quercia, di castagno e di pioppi, si è rivelato un metodo ingegnoso e razionale per assicurare cibo, casa e protezione dai pre- Fiori di pino mugo. datori e dalle inclemenze del tempo alla giovane larva, nata dall’uovo deposto da mamma-sigaraia. Anche i fabbricanti di galle (i galligeni) non sono da meno in fatto di generosità nei confronti della loro figliolanza, sebbene gli esiti di questa generosità possano essere catastrofici per l’economia umana. Gli afidi (i pidocchi delle piante) sono vicini parenti delle cimici. Hanno un apparato boccale predisposto per succhiare e non per masticare. La struttura principale è costituita da uno stiletto rigido che perfora le pareti esterne della foglia (oppure del fusto), e ne aspira i liquidi. Così operando inietta nel vegetale, insieme con la saliva, delle sostanze chimiche irritanti, che provocano un disordine nelle cellule, con scompensi e alterazioni. Queste proliferano in maniera abnorme assumendo un aspetto tumorale e generando una struttura di forma definita e caratteristica per ciascun vegetale: la galla, cibo e riparo per numerose popolazioni di afidi. Infiorescenze del salice delle capre. Ammassi di pollini su salice delle capre. Galle-ananasso provocate da un afide sull’abete rosso. Alcuni alberi sono prodigiosi produttori di pollini, ma il fatto non fa piacere alle numerose persone allergiche! Il polline ha la funzione di assicurare la continuità della vita del vegetale, ed è questo il grande disegno delle leggi della Natura. Uno strobilo di pino silvestre contiene 600mila pollini, e un ramo con più strobili fino a nove milioni. Nelle foreste finlandesi dello stesso albero sono prodotti fino a 80 chili per ettaro. Grazie alle ricerche quantitative fatte nelle foreste della Scandinavia è stato possibile calcolare che in quelle di abete rosso (Picea abies) sono prodotte 75mila tonnellate di polline ogni anno. Betulle, querce e abete rosso raggiungono la strabiliante cifra di 100 milioni di pollini per un singolo ramo dell’albero preso in considerazione. Gran parte di questi quantitativi sono dispersi dal vento o cadono a terra. Ma una notevole quantità è fonte di nutrimento per gli insetti pollinivori, che assicurano inoltre l’impollinazione incrociata. Partico- larmente vistosa e determinante è la benefica azione e l’attività di api, formiche, bombi e farfalle. L’albero è una casa abitata da numerosi inquilini che non si fanno concorrenza per il cibo, anche quando si tratta di legno ai vari livelli: gli xilòfagi. Bibliografia Ivo Ceschi, Il bosco del Cantone Ticino, Armando Dadò editore (Locarno), 2004, 322 pp. Knut Faegri e Johannes Iversen, Textbook of Pollen Analysis, John Wiley & Sons (Chichester, New York, Toronto), 1989, 328 pp. Mario Ferrari e Danilo Medici, Alberi e arbusti in Italia, Edagricole (Bologna), 1998, 967 pp. Jean Giono, L’uomo che piantava gli alberi, Salani Editore (Milano), 1996, 51 pp. Herbert Hedlin ed al, Encyclopedia of Trees, Salamander Books Ltd. (Londra), s.d., 256 pp. Annuncio pubblicitario Annuncio pubblicitario GRANDE CONCORSO La forza del magnesio per la vita di tutti i giorni TROVAMI DENTRO UNA VENEZIANA JOWA! Foto Flavia Leuenberger «Dai tempi più antichi, l’albero rappresenta il simbolo e l’espressione della vita, dell’equilibrio e della saggezza. Ogni albero è la dimora segreta di mille creature appariscenti o sconosciute, sorprendenti o sfuggenti, in quella rete fittissima di rapporti, che forma le fondamenta e la vitalità dell’equilibrio ecologico». (Franco Tassi 1996, Direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo). Coccinella del pino cembro (C. trifasciata). Integratore alimentare. Disponibile nella vostra farmacia o drogheria. Biomed AG, 8600 Dübendorf, www.biomed.ch © Biomed AG. All rights reserved. Alessandro Focarile, testo e foto 2.80 Veneziane sacchetto da 4 pz./220 g In vendita in tutti i Supermercati di Migros Ticino. In palio 5 lingottini d’oro da 5 grammi del valore di ca. Fr. 200.– l’uno. 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