La prevenzione delle cadute Andrea Fabbo A.USL Modena e Area Innovazione Sociale ASSR Simonetta Puglioli Servizio Integrazione Socio-Sanitaria e Politiche per la non autosufficienza 1.Evidenze di letteratura 2. Il progetto regionale di prevenzione nelle residenze 3. Risultati e conclusioni Prevenzione delle cadute in comunità Cochrane review 2012 Prevenzione delle cadute nelle strutture Cochrane review 2010 Revisione della letteratura: interventi più efficaci nella prevenzione delle cadute negli anziani Strategia Livello di evidenza Benefici Punti chiave Esercizio fisico *** Tutta la popolazione a rischio di cadute ed in generale gli ultra 65enni Programmi specificiProtocollo OTAGO Vitamina D ad alte dosi *** Anziani con bassi livelli ematici di vit.D (< 60 nmol/L) Supplementazione giornaliera previene cadute e fratture Sospensione psicofarmaci * Anziani che assumono benzodiazepine “Deprescrizione” nella popolazione geriatrica Interventi a domicilio (adattamento ambiente, TO, FKT) ** Anziani ad alto rischio in particolare con deficit visivo e recente ospedalizzazione Interventi educazionali, parte di strategia multifattoriale Interventi podologici * Miglioramenti sui problemi del piede Ortesi, ausilii, esercizi Interventi multifattoriali ** Anziani ad alto rischio, con cadute ricorrenti o con esiti di caduta Valutazione multifattoriale in equipe Valutazione multidimensionale ed interventi multifattoriali Deficit cognitivo Problemi di incontinenza Storia di cadute Piedi e calzature Patologie che possono provocare cadute Farmaci Equilibrio e posture Sincope Deficit visivo Ambiente Equipe Evitare il «circolo vizioso» Caduta Aumento del rischio di caduta Diminuzione forza muscolare ed equilibrio Paura di cadere (Falls syndrome) Riduzione movimento e attività fisica Assessment and prevenion falls in older people, NICE 2013 Delibera Giunta Regionale 27 dicembre 2010, n. 2071 “Approvazione del Piano regionale della Prevenzione per il triennio 2010-2012” I requisiti di qualità qualità dell’ dell’Accreditamento definitivo (DGR 514/09) Attività motoria Prevenzione cadute “Devono essere assicurate azioni ed interventi finalizzati alla prevenzione delle cadute”. “E’ documentata la consulenza del fisioterapista agli OSS per l’esecuzione di semplici attività di mantenimento delle abilità residue e di riattivazione strettamente connesse alle attività quotidiane (vestirsi, svestirsi, deambulare, sedersi, alzarsi) al fine di assicurare assicurare con continuità il programma di attività motoria personalizzata”. Mantenimento Riattivazione “E’ essere assicurata l’elaborazione, la verifica e l’aggiornamento di uno specifico programma (settimanale) di attività motoria e di riattivazione per il miglioramento del tono muscolare, dell’equilibrio, della funzionalità motoria e del benessere generale, cui partecipano anche gli operatori socio-sanitari (OSS), collegato a quanto previsto dai singoli PAI”. “Devono essere presenti arredi adeguati alla tipologia degli utenti che ne favoriscano l’autonomia.” Arredi x l’autonomia Progetto prevede avvio anticipato delle azioni previste nelle strutture pilota ed è funzionale a azione promozionale diffusa OBIETTIVI 2 Macrobiettivi: Macrobiettivi: Rivolto a TUTTI gli ospiti A) “Miglioramento dell’ambiente e dell’organizzazione della vita e delle cure in grado di ridurre il rischio di cadute” Sulla base dei PAI “B) Mantenimento/ miglioram. miglioram. delle abilità residue e riduzione delle cadute attraverso il miglioramento tono muscolare, equilibrio, funzionalità motoria e del benessere generale” Avvio di un percorso di miglioramento che prevede il confronto e la partecipazione dei soggetti gestori Obiettivi Intervenire sulla PREVENZIONE DELLE CADUTE a tutto campo Riducendo i FATTORI DI RISCHIO Mantenendo/ migliorando le ABILITA’ RESIDUE SICUREZZA e BENESSERE utenti Preservando la LIBERTA’ di movimento Percorso Febbraio – Settembre 2012: Gruppo di lavoro multiprofessionale Dicembre 2012: Avvio percorso con le strutture pilota Marzo-agosto 2013: Sperimentazione e monitoraggio Report sperimentazione Aggiornamento linee indirizzo Il report finale Illustrazione percorso e risultati Le strutture coinvolte Individuazione a cura degli UDP in collaborazione con Ausl I documenti e gli strumenti Linee di Indirizzo Progetto regionale prevenzione nelle strutture per anziani Allegati: Allegato 1: Review letteratura Allegato 2: Check list fattori di rischio ambientali Allegato 3 Scheda monitoraggio T0 Allegato 4: Set minimo di dati sull’evento caduta Allegato 5: Schede di monitoraggioT1-T2 APPROCCIO Approccio globale non segmentato. Riguarda il complesso della realtà e delle attività della struttura. Organizzazione Ambiente Equipe Attività vs tutti Famiglia Formazione UTENTI Comunità Informazione Attività sui PAI Confronto MODALITA’ MODALITA’ Team dedicato - Informazione/ formazione e coinvolgimento operatori - Condivisione e utilizzo materiali e strumenti - Confronti su criticità problematiche da affrontare ANALISI VALUTAZIONE AZIONE Analisi fattori di rischio ambientali e organizz. Valutazione rischio individuale tutti ospiti Pianificazione azioni verso tutti ospiti Pianificazione azioni sui singoli PAI Pianificazione azioni su ambiente e organizzazione FATTORI AMBIENTALI Analisi dei fattori ambientali, strutturali ed ergonomici e possibili interventi: la CHECK LIST I FATTORI ORGANIZZATIVI Approccio pratico / operativo Abbigliamento Calzature Vestiario Comunicazione Sistema informativo Strumenti e modalità Compliance Alimentazione Alimentazione/ idratazione Benessere ambientale Agitazione Trasporti Cinture sicurezza Disturbi cognitivi/ comportamentali Salita /discesa dal mezzo Momenti aggregativi (feste, gite, uscite) Euforia Luogo non abituale L’ANALISI DELLE CIRCOSTANZE DELLE CADUTE Rilevazione eventi caduta Informazioni: - sulla persona caduta - sulle circostanze - sulle conseguenze Analisi periodica e discussione dei dati Gestione delle Informazioni che consenta: - rapida consultazione - analisi e auditing su singoli casi - elaborazioni ed analisi su dati aggregati Identificazione criticità e avvio azioni miglioramento FATTORI DI RISCHIO INDIVIDUALI Approccio suggerito dalla letteratura: > efficacia nel ridurre il rischio di cadute negli anziani in struttura residenz. o semi-res. Programmi di intervento multidimensionali (che prevedono interventi su più dimensioni) Elaborati da una equipe multidisciplinare di struttura Elaborati nell’ambito del PAI FATTORI DI RISCHIO INDIVIDUALI - Valutazione multidimensionale delle condizioni di rischio caduta individuale - Individuazione dei soggetti a rischio di caduta - Specifici interventi sui PAI FATTORI DI RISCHIO INDIVIDUALI - Il dolore - Farmaci - Alterazioni piedi - Precedenti cadute - Disturbi nutrizione - Paura di cadere - Utilizzo mezzi di - Disturbi equilibrio, andatura, salvaguardia - Ausili, postura - Deficit cognitivi e disturbi comportamento - Riduzione vista e udito - Alterazioni eliminazione Inoltre: Mobilizzazione e deambulazione • Alcuni dati comuni da rilevare ai fini dell’individuazione del rischio caduta • Alcune strategie da attuare al fine di ridurre il rischio caduta Un concetto ampio… ampio…. Attività fisica: “qualsiasi movimento del corpo umano determinato dalla forza esercitata dai muscoli scheletrici che comporta un incremento del dispendio energetico. Sono comprese quindi tutte le attività della vita quotidiana”. Per mantenere… Esercizio fisico: comprende movimenti ripetitivi, programmati e strutturati specificamente destinati ad un miglioramento della forma fisica e del benessere. Per migliorare… Autonomia.. Benessere….. Qualità della vita… L’ATTIVITA’ ATTIVITA’ FISICA: GLI OBIETTIVI Proporre programmi di esercizio fisico adeguati - all’età, - alle caratteristiche individuali - alle capacità motorie dell’anziano - Mantenere/migliorare efficienza fisica e abilità motoria - Prevenire il peggioramento di patologie croniche e la perdita di autonomia funzionale LA FORMAZIONE DEGLI OPERATORI Strumento per promuovere una “cultura organizzativa orientata alla prevenzione e al benessere”, incidendo sui comportamenti quotidiani degli operatori, sulla loro partecipazione, sul loro coinvolgimento diretto e sulla responsabilizzazione. - Confronto - Restituzione dei risultati - Condivisione delle conoscenze > motivazione > efficacia > ritorno di immagine INFORMAZIONE ED EDUCAZIONE ALLA PERSONA E ALLA SUA FAMIGLIA La persona anziana può essere il principale agente della propria incolumità e del proprio benessere. Si agisce sulla consapevolezza e sulla corretta informazione. Altro interlocutore è il famigliare, opportunamente informato. Ruolo strategico è ricoperto dal MMG che grazie alla sua autorevolezza, può promuovere le pratiche e i comportamenti di prevenzione. Linee di indirizzo Linee di indirizzo prevenzione cadute Proposta indicatore: “MOBILIZZAZIONE E CADUTE: Percentuali di ospiti con interventi personalizzati finalizzati alla prevenzione delle cadute” N.B. Solo una lettura integrata di diversi indicatori, compresi quelli inerenti la percezione degli ospiti dei famigliari, compresi quelli di processo, permette di avere elementi di valutazione e verifica dei risultati del servizio. I risultati della sperimentazione Livello di adesione complessivo Sono state restituite il 90% delle schede di monitoraggio (92% Cra e 81% Cd). Il monitoraggio finale Circa l’80% dei servizi coinvolti ha un sistema di monitoraggio ed effettua l’analisi dei fattori di rischio ambientali e organizzativi (percentuali comprese fra il 79% e il 97% per i diversi aspetti). Confronto avvio e fine sperimentazione Il primo trimestre di sperimentazione Ospiti caduti e cadute registrate Gli esiti delle cadute nel 1° 1° trimestre Il secondo trimestre di sperimentazione Ospiti caduti e cadute registrate Gli esiti delle cadute nel 2° 2° trimestre Confronto fra i 2 trimestri Analisi statistica E' stata eseguita una MANCOVA (con SPSS versione 21) sui dati al basale (T1 ) utilizzando come variabili dipendenti: N° ospiti cadute , N° totale di cadute , N° medio di cadute per ospite caduto, N° cadute di ospiti considerati a rischio , rapporto fra N° cadute di ospiti considerati a rischio e il N° di ospiti cadute espresso in %, N°di cadute con esito moderato-grave, N° di cadute con esito grave, N° di cadute con fratture, N° cadute con trauma cranico, rapporto fra N cadute con conseguenze moderato-gravi ed il N totale di cadute espresso in %. Elenco degli strumenti di monitoraggio e degli interventi preventivi risultati efficaci nella riduzione delle cadute tra T1 e T2 2 3 5 10 11 12 13 14 15 18 19 20 21 + N totale di cadute + N medio di cadute N cadute ospiti a rischio N cadute con esito moderato-grave % cadute con esito moderato-grave % cadute con esito grave + + + + + + + + + + + + + 2 Analisi fattori ambientali 3 Applicazione check list regionale 5 Valutazione del rischio 10 Valutazione periodica delle azioni correttive 11 Attuazione provvedimenti ambientali, organizzativi ed individuali in generale 12 Attuazione provvedimenti ambientali, organizzativi ed individuali al livello del singolo ospite 13 Attuazione azioni specifiche ambientali generali 14 Attuazione azioni specifiche ambientali al livello del singolo ospite 15 Attuazione azioni specifiche organizzative in generale 18 Attuazione e monitoraggio nei PAI di specifici interventi tesi alla riduzione delle cadute nei singoli PAI 19 Interventi preventivi tesi alla riduzione delle cadute in generale 20 Interventi preventivi tesi alla riduzione delle cadute nei PAI 21 Identificazione di miglioramento in generale mediante verifica periodica RISULTATI 1) Gli interventi di prevenzione delle cadute generalizzati, rivolti all'intero servizio (organizzazione, ambiente, tutti ospiti) sono risultati più efficaci nel ridurre le cadute rispetto agli interventi sul singolo ospite. 2) I soggetti a rischio cadute sono quelli che hanno tratto maggiori benefici dagli interventi di prevenzione. 3) Gli interventi personalizzati di prevenzione (attraverso il PAI ) riducono soprattutto la gravità e quindi le conseguenze delle cadute. Considerazioni Il progetto non è rivolto al singolo obiettivo della riduzione delle cadute (da solo non garanzia di benessere delle persone) ma ha una portata più ampia. L'azione svolta ha prodotto un elevamento della sensibilità e quindi anche della capacità di individuare e segnalare le cadute. Nel medio periodo l'obiettivo è la crescita organizzativa e professionale dei servizi che garantisca continuità e correttezza di approccio e quindi la più alta riduzione possibile in ogni contesto. Conclusioni 1) Il progetto ha dato risultati positivi e costituisce una buona base di partenza. 2) La modalità di conduzione fondata sulla partecipazione e sul confronto reciproco ha favorito l’azione. 3) Il rischio di cadere non è stato eliminato e neanche è un obiettivo da perseguire rigidamente in quanto può contrastare con la libertà e il benessere delle persone. 4) La logica di questo progetto, coerente col processo di accreditamento, è che ogni servizio migliori gradualmente nel tempo. Grazie per l’attenzione
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