sussidio generale - Arcidiocesi di Lucca

“Mentre erano chiuse le porte
del luogo dove si trovavano i discepoli
per timore dei Giudei, venne Gesù...”
(Gv. 20,19)
1. Introduzione:
L’AZIONE DI DIO NELLA PASQUA
Due sono i termini che descrivono la situazione storica in cui si
compie la pasqua del Signore: le porte chiuse (simbolo che esprime
la paura, la morte, il peccato…) e il mentre (che introduce l’azione
del Cristo che distrugge le porte degli inferi e libera l’uomo).
Questa scelta tiene insieme il contenuto liturgico della pasqua
che si prolunga fino a Pentecoste ed è preparata dalla quaresima e
recepisce l’invito alla missione che descrive il cammino della nostra
Chiesa in questo anno.
La proposta
L’immagine delle porte chiuse descrive bene situazioni in cui si
trova la persona ma anche la chiesa:
8 chiuse sono le porte della stanza in cui sono i discepoli nel giorno
della resurrezione, essi non hanno ancora compreso le Scritture,
la loro fede è debole e la paura li domina, li tiene al chiuso;
8 chiuse erano le porte del paradiso dopo il peccato quando Dio
“scacciò l’uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini
e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all’albero
della vita” (Gen 3,24): è la descrizione della situazione umana di
peccato che chiude in se stessi e rende incapaci di una relazione
fiduciosa con Dio e responsabile con i propri simili e con il creato;
8 porte chiuse sono quelle delle comunità cristiane di ogni tempo e
luogo quando perdono il senso della propria identità testimoniale, in questi casi l’esito è la perdita del senso della storia, la dife-1-
sa dei propri privilegi, il rifugio in forme del passato che evocano
miti di cristianità esistenti solo nella letteratura, chiusa è la riduzione dell’esperienza cristiana a proposta di una fede intimistica e disincarnata;
8 le porte chiuse descrivono bene anche la situazione di autoreferenzialità che pervade le parrocchie nel nostro tempo con la conseguenza che ci si contenta di una vita ridotta al minimo, ripetitiva, incapace di guardare la vita reale della gente e di osare forme nuove di evangelizzazione;
8 chiuse sono le porte di una cultura con forte marcatura individualistica e povera di relazioni interpersonali, incapace di sperare e
affidata alla tecnica per affrontare i suoi limiti e il suo futuro;
8 le porte chiuse esprimono bene anche la condizione esistenziale di
ciascuno quando è segnato dal fallimento, dalla paura della morte, dalla malattia, dal fallimento del proprio progetto;
8 le porte chiuse descrivono infine il dramma cristiano del peccato
che rompendo la relazione di fiducia col Padre rende incapaci di
percepire la propria dignità e di aprirsi alla fraternità in Cristo.
Venne Gesù
L’espressione del titolo del sussidio – presa dal vangelo di Giovanni – si riferisce alla sera di pasqua quando il Risorto entra nella
stanza dove le porte chiuse non sono più un ostacolo perché Egli ha
scardinato le porte degli inferi che impedivano la comunione amichevole tra uomo e Dio.
Dai tempi più remoti i cristiani hanno descritto la fede nella pasqua di Gesù scandendolo in tre momenti: passione, morte e resurrezione ponendo attenzione al fatto che il Cristo con la sua morte ha
infranto le porte degli inferi (= morte), e ha sconfitto la dominatrice
del mondo (la liturgia latina canta: “morte e vita si sono affrontate in
duello”. Il cristianesimo, diversamente dalle religioni, non invita a
rassegnarsi alla morte e non la nega, la riconosce come nemica dell’umanità e ne confessa la sconfitta quando il Cristo vi entra. Nel
simbolo apostolico lo scontro e la vittoria sulla morte è espresso con
le parole “discese agli inferi e il terzo giorno risuscitò da morte”. Molti scritti dei padri della Chiesa e l’antica iconografia descrivono la
-2-
vittoria del Cristo sulla morte come scardinamento delle porte degli
inferi e la liberazione di Adamo.
La liturgia fa rivivere questo evento, come a rallentatore, in tre
giorni: venerdì di passione e morte, sabato di silenzio e domenica di
resurrezione.
Stette in mezzo a loro e disse: ricevete lo Spirito Santo
Il tempo di pasqua è il tempo dello Spirito che libera l’uomo,
tempo della nuova umanità raccolta nella chiesa, corpo pneumatico
di Cristo, chiamata a continuare la sua presenza e la sua missione
nel mondo. Questa consapevolezza ha da essere riscoperta e condivisa con chiarezza in tutte le attività della comunità parrocchiale
Nell’anno liturgico il tempo di Pasqua è il più ricco e come tale
ha da essere valorizzato perché esprima la forza della pasqua nel
mondo, l’anticipo del Regno.
2. L’IMMAGINE DEL MANIFESTO
Un manifesto svolge il suo scopo se integrando parole e immagini apre l’immaginazione a un contenuto più grande. L’immagine scelta riproduce la pasqua come discesa agli inferi del Cristo così come è
rappresentata in un mosaico della chiesa di san marco a Venezia.
L’immagine mostra Cristo che entra negli inferi (la morte) e libera dalle tombe Adamo ed Eva; è questo il punto di arrivo e il compimento dell’incarnazione perché finalmente la “luce brilla nelle tenebre” la morte che teneva l’umanità prigioniera e nella paura è incaprettata, le porte sono divelte. Il Salvatore prende Adamo e lo conduce fuori seguito da Eva, la madre dei viventi. Così contempla l’evento un’antica preghiera: Ti sei immerso negli inferi per cercare la tua immagine inghiottita dalla morte.
Il tema della discesa agli inferi per liberare l’uomo è presente nell’antichità nei Simboli nella liturgia e negli scritti dei Padri. Il motivo
della discesa agli inferi è il desiderio di Dio di continuare quel dialogo
interrotto nel giardino della Genesi dove l’uomo si era nascosto. Così
Dio scende nel peccato che ha separato l’uomo da Lui e finalmente
Adamo non fugge più né si nasconde, ma va incontro al suo Signore.
-3-
Un’omelia siriaca del V-VI secolo riassume mirabilmente il senso del sabato santo e della discesa agli inferi: Oggi il sole di giustizia
si è manifestato non venendo dal cielo, ma dagli inferi. Infatti, qualcosa di inatteso è accaduto: gli inferi sono diventati immagine dell’oriente e il sole di giustizia si è levato di là. Egli infatti discese a illuminare quelli che erano in basso, per mezzo della sua morte. Il creatore di Adamo ha visitato Adamo negli inferi; è sceso e l’ha chiamato
nella regione inferiore, lui che l’aveva chiamato tra gli alberi del paradiso. Anche nella tomba gli ha detto: Adamo, dove sei?, come gli
aveva detto nel giardino. Quella stessa voce che lo aveva chiamato
tra gli alberi, è discesa per chiamarlo tra i morti. L’aveva chiamato
tra gli alberi e aveva ottenuto una risposta nell’angoscia; l’ha chiamato tra i dormienti e Adamo gli ha risposto nella gioia. Quando Dio
era venuto nel paradiso, Adamo era fuggito davanti a lui come un ladro; ma quando è entrato negli inferi, e lo ha illuminato, e lo ha chiamato nella regione della tenebra, subito è uscito incontro a lui, perché il debito da lui contratto era stato pagato dal suo Signore che era
detto essere suo figlio, e anche perché per la sua stoltezza, come conveniva, da lui era stato corretto. Allora ha levato la sua testa con fiducia, e ha accolto la venuta di colui che era entrato presso di lui per
farlo uscire dalla regione dei prigionieri. Allo stesso modo si può vedere la seconda lettura dell’ufficio di letture del sabato santo.
Dietro al Cristo (sulla parte sinistra del manifesto) si possono
notare scritte – riferite alle letture domenicali – che esprimono le
tracce di morte presenti nella vita e che il Cristo ha vinto; nella parte destra – sempre con riferimenti ai testi, sono indicate parole che
manifestano la vita nuova frutto del battesimo.
3. IL CAMMINO
La pasqua si compie nella vita del cristiano con i sacramenti dell’iniziazione cristiana. Il battesimo è partecipazione alla morte di
Cristo per vivere, nutriti dall’Eucaristia, da con-risorti. Il dono è ricevuto ma il cammino è sempre da rinnovare, per questo il tempo di
quaresima-pasqua ha un accento marcatamente battesimale, soprattutto nel ciclo A delle letture liturgiche.
-4-
Il cammino è “guidato” da quanto si celebra nella liturgia ma
chiede di trovare verità in un reale cambiamento di vita personale e
di scelte comunitarie.
La quaresima – quasi come un ritiro – costituisce un cammino
fortemente interiore; gli elementi che la caratterizzano da sempre:
preghiera, digiuno ed elemosina permettono di uscire dalle proprie
chiusure: la preghiera libera dall’autoconcentrazione su di sé e apre
al Padre; il digiuno come sobrietà festosa della propria vita che allontana dalla sufficienza idolatrica; l’elemosina, cioè la condivisione
per aprirsi agli altri, soprattutto a chi è nelle necessità. Per questo
costituisce il “momento favorevole”.
Questo cammino ha un obiettivo, corre verso la Pasqua del Signore, che è anche la nostra Pasqua, il nostro passaggio. Lì il cammino di rinnovamento viene raggiunto dal dono della “sua pace” (cfr.
Gv 20,19-23), dal rinnovamento che “scende dall’alto”.
3.1 Indicazioni generali sui segni liturgici da valorizzare
8 Le ceneri sono tipiche del mercoledì inizio della Quaresima e non
di altri giorni né tanto meno della prima domenica di quaresima;
questo spostamento non può essere giustificato con il motivo che
la gente gli altri giorni non partecipa: la domenica è la Pasqua
settimanale che mai si interrompe nel suo succedersi fino alla domenica senza tramonto.
8 È opportuno che si valorizzi il libro dei Vangeli come richiamo costante alla conversione guidata dalla Parola di Dio. Il libro può
essere portato nella processione iniziale e posto sopra l’altare fino al momento della proclamazione quando il diacono o il presbitero lo prende e con una breve processione lo porta all’ambone,
accompagnato dai ceri.
8 La quaresima è caratterizzata dal digiuno e dall’astinenza per la
carità fraterna. Si diano quindi indicazioni per quanto riguarda il
valore del digiuno e dell’astinenza da cibi pregiati e dall’abbondanza dal punto di vista ascetico, come espressione della scelta di
ciò che è essenziale per vivere, della libertà dalla dipendenza da
certi cibi ed espressione di un primato dato all’ascolto del Signore
e alla condivisione. Si cerchi di superare la visione del “fioretto”.
-5-
8 La cura dello spazio liturgico non è una questione estetica ma, nel
linguaggio dei simboli, è una questione rivelativa. Per questo l’addobbo della chiesa i quaresima deve essere il più sobrio possibile
per manifestare il senso di pentimento e il cammino di conversione; l’altare deve avere una tovaglia semplice e non vi siano fiori che
vogliono esprimere la vita della Pasqua nella quale tutto rifiorisce.
Un mazzetto di fiori primaverili potrà essere portato all’altare alla presentazione dei doni nella IV domenica di Quaresima e al
termine della preghiera dei fedeli si potrebbe dire la preghiera
delle quatto tempora come è nel benedizionale per ricordare il
cambio della stagione.
8 Nelle liturgia domenicale è bene fare la professione di fede con il
Simbolo detto degli Apostoli, che richiama il formulario battesimale.
8 Nelle celebrazioni domenicali, in quaresima, non si faccia l’aspersione con l’acqua benedetta. Questo rito è legato alla nuova
acqua battesimale benedetta nella veglia Pasquale e successivamente potrà essere utilizzato nelle domeniche del Tempo di Pasqua. Allo stesso modo non si anticipino altri segni pasquali come
la professione di fede in forma battesimale.
8 Si ricorda l’opportunità di non celebrare nel Tempo di Quaresima
nessun sacramento di iniziazione cristiana e il matrimonio.
Il canto
Il canto per sua natura esprime i sentimenti e tende a creare comunione, fonde in unità il gruppo e crea identificazione. Nella liturgia, i canti devono esprimere il contenuto della fede in forma di preghiera perché la Chiesa crede ciò che prega e canta. Il messale afferma che “in tempo di Quaresima è permesso il suono dell’organo e di
altri strumenti musicali soltanto per sostenere il canto. Fanno eccezione tuttavia la domenica Laetare (IV quarta di quaresima), e solennità e le feste (OGMR, 313). È opportuno eseguire canti adatti al
tempo penitenziale che stiamo celebrando. Il clima quaresimale è dato anche dall’omissione dell’inno del Gloria e l’Alleluia; può essere
valorizzato soprattutto il canto dell’atto penitenziale, dell’Agnello di
Dio. Per dare il senso della continuità è opportuno mantenere co-6-
stante la stessa melodia per tutto il tempo di Quaresima. Questa ripetizione rappresenta anche un’occasione propizia per l’apprendimento da parte dell’assemblea di qualche semplice elemento cantato
(ad esempio, la riposta Signore Pietà oppure Abbi pietà di noi).
3.2 Di domenica in domenica
L’itinerario che le domeniche propongono pone l’attenzione su situazioni esistenziali di chiusura-buio-paura-peccato che il Cristo nel
battesimo ha vinto per noi e la quaresima ci chiede di ri-accogliere
per una vita di libertà.
Prima domenica: attaccamento ai beni-potere-magia
La tentazione ci accompagna come l’ombra, è un passaggio costante e necessario e riguarda le relazioni vitali nelle quali si vive: il pane, cioè i beni che assicurano l’esistenza, il rapporto con
gli altri per dominare, il rapporto con Dio vissuto come una specie di baratto o in una visione miracolistica. In queste esperienze si può rimanere prigionieri. Il Cristo indica la via della libertà
nell’accoglienza e obbedienza alla Parola.
Nel battesimo le rinunce esprimono una decisione forte.
Seconda domenica: paura e smarrimento
La folla che all’inizio aveva seguito Gesù con entusiasmo, mostra di
non comprendere le sue opere. Gli apostoli sono smarriti, costernati, impauriti; per di più in questa situazione si sentono dire da Gesù che deve andare a Gerusalemme, soffrire molto ed essere ucciso.
A loro il Signore si manifesta nella sua bellezza per sostenere il
cammino facendo pregustare la sua gloria, la vittoria sulla morte.
➣ La professione di fede battesimale non è una dottrina ma esprime l’orientamento della vita: nell’antichità i catecumeni facevano le rinunce rivolti ad occidente (luogo ancora buio, simbolo del
peccato, della morte) e poi si giravano verso l’altare simbolo di
Cristo (verso oriente da dove nasce la luce) per esprimere che la
loro vita aveva una direzione definitiva.
Nella preghiera del Padre nostro si manifesta la condizione di
figli davanti a Dio.
-7-
Terza domenica: fallimento di un progetto di vita
La donna samaritana vive con sofferenza il proprio fallimento
affettivo che la tiene chiusa alla vita comunitaria; l’incontro con
il Cristo la apre a una prospettiva di verità che la rende libera
dalla doppiezza e dalle molte appartenenze dando una unità interiore.
➣ Nel rito del battesimo questa decisione si esprime nel morire
al peccato per risorgere in Cristo attraverso il segno dell’acqua nella quale si è immersi.
Quarta domenica: buio
Il buio rende incapaci di orientarsi, di riconoscere punti di riferimento stabili, il volto delle persone, rende insicuri, richiama la
morte. Nel vangelo il buio rimanda alla non conoscenza della luce di Cristo, all’incredulità a una fede confusa e ambigua. Il Cristo apre gli occhi e dona la vista, invita a una fede professata e
matura, capace di affrontare anche l’esclusione.
➣ Nel rito del battesimo degli adulti viene consegnata la luce accesa dal cero pasquale accompagnata da queste parole. Siete
diventati luce in Cristo. Camminate sempre come figli della
luce, perché perseverando nella fede possiate andare incontro
al Signore che viene, con tutti i santi nel regno dei cieli.
Quinta domenica: la morte
Lazzaro morto è il simbolo di tutta l’umanità morta per il peccato, ma la morte manifesta la sua vittoria anche nelle vittime delle ingiustizie, dei fanatismi, dei cammini di liberazione incompiuti, della perdita del senso della vita. Cristo piange davanti all’uomo capolavoro di Dio colpito dalla morte e lo restituisce alla
vita annunciando che la vera vita che vince la morte è quella che
egli dona a chi crede in lui.
➣ Nel rito del battesimo degli adulti questo si esprime con la
consegna della veste bianca accompagnata dalle parole: Il celebrante dice: sei diventato nuova creatura, e ti sei rivestito di
Cristo. Ricevete questa veste bianca e portatela senza macchia
davanti al tribunale di nostro Signore Gesù Cristo per avere
la vita eterna.
-8-
3.3 Suggerimenti per la vita comunitaria
Il cammino che il Vescovo ha dato alla diocesi in questo anno invita a vivere uno spirito missionario che si fa condivisione e dialogo
– da parte delle parrocchie – con quanti abitano sullo stesso territorio. Dopo un tempo di riflessione, la quaresima è il tempo delle iniziative concrete da tenere sia a livello parrocchiale che zonale.
4. UNA PROPOSTA PER I RAGAZZI
A cura dell’Ufficio Catechistico e dell’Ufficio Missionario viene
proposto un itinerario per i ragazzi di 10-12 anni. Il fascicolo è pubblicato insieme a questo ed è disponibile anche sul sito diocesano.
Inoltre l’Ufficio Catechistico ha preparato delle schede sul vangelo della domenica che possono essere utilizzate per una breve riflessione che coinvolga ragazzi e genitori.
“Non guardate la vita dal balcone: mischiatevi lì dove ci sono le
sfide, la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la
lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno”. Questa è l’esortazione che Papa Francesco
indirizza a tutti i giovani.
Il coraggio di andare contro corrente, di fare scelte anche impopolari ma guidate dal Vangelo e illuminate dall’incontro con Cristo.
Partendo da questo invito cerchiamo di affrontare il tempo di
Quaresima puntando l’attenzione su 4 parole chiave legate indissolubilmente l’una all’altra che ci guideranno lungo le 5 domeniche
fino ad arrivare alla Pasqua del Signore:
Lo spreco: In una società pervasa dalla “cultura del provvisorio” l’importante è “godere il momento” a partire dal bisogno essenziale e primario che l’uomo è chiamato a soddisfare, ossia l’ingordigia intesa come ricerca sfrenata del proprio benessere attraverso il
CIBO. Ci pieghiamo ad ogni Tentazione, riempiamo i carrelli al supermercato, i frighi delle nostre case, gli zaini dei nostri figli abbandonando ogni fiducia nella Provvidenza e contravvenendo alla stessa
preghiera del Padre Nostro: “…dacci oggi il nostro pane quotidiano…..” un vero e proprio richiamo all’essenziale, alla sobrietà. Un il-9-
lustre filosofo Feuerbach ci dice: “L’uomo è ciò che mangia” ma ci
verrebbe da aggiungere “…e anche ciò che non mangia…” da qui la
nostra tendenza allo spreco e ad un atteggiamento di non attenzione
all’Altro.
La Parola: La Parola che porta cambiamento, che fà uscire
l’Uomo “fuori di sé” superando barriere, pregiudizi, paure con la voglia di allungare lo sguardo e aprire le orecchie al grido di chi ha bisogno.
La Missione: dall’Ascolto della Parola alla Testimonianza tra le
genti. Abbandonare la dimensione “dell’Io” per recuperare quella del
“Noi” in una logica di solidarietà intesa non come “meri atti di generosità” bensì come “una nuova mentalità” in cui il bene di molti supera l’appropriazione dei beni da parte di alcuni.
La scelta: intesa come il coraggio di andare contro corrente di
impegnarsi per tutta la vita, di fare scelte critiche e responsabili facendosi “portatore di felicità” dalla propria città alle periferie esistenziali, perché ognuno di noi con le proprie scelte può compiere piccoli cambiamenti: i genitori verso i propri figli, il sacerdote verso la
propria comunità, l’insegnante verso gli alunni, il lavoratore verso i
propri colleghi.
Il Sussidio sarà suddiviso in 5 sezioni, una per ogni domenica,
dove verranno esaminate le 4 parole chiave attraverso l’ausilio di:
Commenti ai Brani del Vangelo con spunti di riflessione e preghiera
➣ Testimonianze
➣ Temi di attualità
➣ Gesti concreti
➣ Giochi
Nel corso della 2, 3 e 4 domenica del periodo di Quaresima i ragazzi insieme ai loro catechisti saranno chiamati, su proposta del nostro Arcivescovo, a organizzare una raccolta di generi alimentari a
- 10 -
favore dei Centri di ascolto, andando “porta a porta” e sensibilizzando le famiglie verso l’attenzione al prossimo.
Le copie del sussidio sono disponibili presso la Curia
5. APPUNTAMENTI DIOCESANI
5.1 Ritiro diocesano:
venerdì 4 aprile ore 21,00 in Cattedrale
Da alcuni anni viene proposto l’incontro con il p. Raniero Cantalamessa, predicatore pontificio. Quest’anno si terrà venerdì 4 aprile
nella chiesa cattedrale alle ore 21,00.
5.2 Giornata mondiale della gioventù a livello diocesano:
sabato 12 aprile, Centro parrocchiale di S. Anna
“Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5,3) - per ragazzi over 15 anni. I dettagli sul sito della diocesi e della pastorale giovanile
5.3 Messa crismale:
mercoledì 16 aprile ore 17.30 in Cattedrale
È la celebrazione che, più di tutte durante l’anno, manifesta la
Chiesa diocesana e l’unità del popolo di Dio, convocato in tutte le sue
componente per celebrare l’Eucaristia e per accogliere gli oli benedetti dal vescovo. La ricchezza di questa celebrazione sarà ben manifesta se, nel pomeriggio, nelle altre chiese della diocesi non viene
celebrata l’Eucaristia.
In appendice lo schema per la presentazione degli oli benedetti
da fare alla Messa “nella cena del Signore”.
- 11 -
6. PROGETTI A SOSTEGNO DELLE MISSIONI
Il Vescovo ha chiesto nella sua lettera pastorale all’inizio dell’anno pastorale ha chiesto esplicitamente alle comunità parrocchiali di
maturare nello spirito missionario con un atteggiamento di apertura
che riguarda il nostro territorio ma che si dilata alle Chiese dell’Africa e dell’America Latina in cui la nostra Chiesa è presente.
Il centro per la Cooperazione Missionaria dell’Arcidiocesi di Lucca propone alcuni progetti per concretizzare l’attenzione missionaria
con il sostentamento dei Missionari Lucchesi nelle loro attività di
animazione missionaria e di coordinamento dei progetti di cooperazione. (V. APPENDICE 1)
AVVERTENZA IMPORTANTE
Capita sempre più spesso che le parrocchie elaborino
progetti a sostegno di progetti missionari particolari
sganciati dai vincoli diocesani di collaborazione tra
Chiese. Questo fatto (che in sé esprime carità diretta),
oltre che manifestare la perdita del senso di Chiesa diocesana a nome della quale i missionari operano, rende
sempre più difficile il sostegno ai nostri missionari.
Inoltre alle parrocchie sempre più spesso giungono richieste di fare raccolte, nelle chiese o nelle loro adiacenze, per associazioni particolari. È importante dunque un discernimento adeguato e la considerazione delle proposte diocesane anche perché i missionari sparsi
nel mondo sono inviati dalla nostra Chiesa.
- 12 -
7. STRUMENTI
Insieme a queste indicazioni vengono fornite anche schede di
riflessione di due tipi:
8 scheda per la riflessione personale destinata agli adulti; può
essere messa a disposizione nelle chiese e può essere anche personalizzata con gli appuntamenti di vita parrocchiale, per quanto
una parte del foglio ha uno spazio bianco.
8 Scheda per un momento di riflessione in famiglia con i figli. Può
essere consegnata ai ragazzi al termine di ogni messa festiva. È
necessario che questo progetto di condivisione sia condiviso in anticipo con i genitori.
8 Libretto con i suggerimenti per un itinerario con i ragazzi.
IL TEMPO DI PASQUA
Le domeniche di Pasqua dilatano a tutta la cinquantina la grazia
del rinnovamento pasquale. Sono come una lunga mistagogia (un approfondimento, un tuffo nel mistero, una ricomprensione della nostra
vita alla luce del mistero celebrato) nella quale facciamo i primi passi come “rinati” in Cristo attraverso l’immersione battesimale che abbiamo (ri)vissuto nella Santa Notte.
Trasformati nell’immersione pasquale dell’amore di Dio, viviamo
nella libertà dei figli di Dio il frutto della quale è la testimonianza con
gesti e parola della salvezza accolta e celebrata. La Chiesa post pasquale, come la raccontano gli Atti degli apostoli vive la propria identità missionaria mostrata dal cammino degli apostoli sulle vie del
mondo, fino a Roma.
Il brano di Gv 20,19-23, con cui apre la pericope odierna – che
racchiude il significato del cammino della nostra Chiesa i questo pe- 13 -
riodo – è lo stesso scelto dalla liturgia per il giorno di Pentecoste, e
forma come una “cornice” che ci offre un criterio per l’accoglienza e
la comprensione delle pagine evangeliche delle domeniche di quell’unico giorno che è la cinquantina pasquale, giorno primo (nuova
creazione) ed ultimo (compimento), celebrazione dell’oggi della salvezza.
I doni pasquali della pace e dello Spirito (Vangelo) rendono capace la chiesa di assumere la responsabilità di far “fermetare tutta la
pasta” con il lievito nuovo e povero (azzimi) della sincerità e della verità (2° lettura di Pasqua).
Il cristiano che ha incontrato il Risorto sa che non è solo nella prigione illuminata del mondo, il Risorto strappa al nulla l’umanità e sostituisce nell’intimo l’angoscia con la fiducia, la morte con lo Spirito
vivificante. Egli sta nella storia non contrapponendosi né facendo un
mondo a parte; affronta la realtà non mettendosi ai margini ma standoci dentro, non facendo appello a un Dio confinato nella sacralità ma
attraverso il Dio venuto nel cuore stesso delle tenebre, nel cuore stesso della profanazione dell’uomo.
I discepoli del Risorto cercano di capire come si afferma il regno
di Dio e per questo avvertono il senso forte della loro missione, si fanno compagni di viaggio di tutti, hanno a cuore l’umanità e i suoi problemi quanto Dio stesso che in Gesù ne ha compassione; nella città i
cristiani sono segni della resurrezione, sono lì a mostrare che c’è un
altro mondo già presente in questo e lo promuovono senza riserve.
In tutte le attività delle comunità parrocchiali e anche nella celebrazione dei sacramenti della iniziazione cristiana, che di solito si celebrano in questo tempo, è importante che emerga l’esplicitazione della missione affidata alla comunità – come a ogni suo componente –
con particolare riferimento alle vicende del territorio in cui vive.
Se si richiudesse nelle sue feste, nei suoi riti, non tradirebbe forse il Signore che la manda, con la forza del suo Spirito, a continuare
la sua stessa e unica missione?
- 14 -
Appendice 1.
PROGETTI MISSIONARI
?
Continente Africano
RWANDA Diocesi di Byumba, parrocchia di Nyarurema
www.diocesebyumba.com
“I figli del villaggio” - Casa di accoglienza per minori orfani di Aids e/o sieropositivi
Interventi prioritari:
1. Mantenimento Casa di accoglienza, accompagnamento e supporto del personale socio sanitario nell’attività di assistenza ai minori.
La struttura non ricalca lo stereotipo dell’orfanotrofio” bensì offre a coloro che non
possono usufruire di una rete di “famiglia allargata” a causa dei decessi diffusi da
Aids, o che versano in condizioni tali da non poter essere seguiti domiciliarmente,
una risposta concreta ai propri bisogni, un luogo nel quale poter ricevere assistenza da un punto di vista sanitario, educativo e di sostegno psicologico. Attualmente
la casa ospita circa 10 ragazzi di età compresa tra i 5 e i 17 anni e 8 adulti (con i
bambini più piccoli) cui si aggiungono circa 180 adolescenti che beneficiano dell’assistenza domiciliare presso il tessuto familiare o la comunità che li sostiene.
Costo annuale del Progetto € 20.000
2. Presa in carico del personale docente della scuola ETP (école technique paroissiale) di Nyarurema per la formazione dei giovani nel campo informatico.
Costo totale del progetto € 6.000
I nostri missionari laici in Rwanda sono:
Carla Frediani – Laica Fidei Donum Originaria di Castelvecchio di Compito In Rwanda dal 1979
Parrocchia di Nyarurema - B.P 1439 Kigali - Rwanda - (Africa Centrale) da oltre 30 anni opera in Rwanda a sostegno degli interventi promossi dalla parrocchia di Nyarurema.
Federico Teani – Laico Fidei Donum Originario di Fibbialla, In Rwanda dal 2010 a sostegno degli interventi promossi dalla Diocesi di Lucca - Paroisse de Nyarurema Email: [email protected]
- 15 -
BURKINA FASO Diocesi di Kaya – Parrocchia di Tougourì
www.diocesekaya.org
1. Sostegno al progetto “Poche briciole, Cren” Lotta alla malnutrizione infantile e cura
dei bambini affetti da gravi patologie alimentari. Educazione alimentare rivolta alle madri e campagna di sensibilizzazione nelle aree rurali.
Alcuni dati sulla struttura:
Da marzo a dicembre 2011 il C.S.P.S ha accolto bambini da 0 a 4 anni, 1.273;
da 5 a 14 anni, 482; gli adulti maschi 582 e adulti femmine 677 per un totale di 3.014
malati.
Per l’anno 2012 bambini da 0 fino a 4 anni, 2.804; da 5 a 14 anni, 772;
gli adulti maschi 1.002 e adulti femmine 1.230 per un totale di 5.808 malati.
L’impegno è rivolto a fronteggiare 2 situazioni:
• Assistenza pre-parto/neo-natale grazie alla realizzazione di un nuovo padiglione
con sala parto/ostetricia/ginecologia x assistere le donne in stato di gravidanza e
garantire ambienti sterili e idonei all’esercizio delle attività da parte di personale sanitario specializzato.
Costo annuale progetto: € 52.000
•
Mantenimento e/o sostentamento del personale socio sanitario interno alla struttura
Costo annuale progetto: € 7.000
Attualmente in Burkina Faso non sono impegnati missionari laici Fidei Donum
La continuità dei progetti è assicurata grazie a:
• Collaborazione con la nostra Chiesa Sorella di Kaya, in particolare la parrocchia del
villaggio di Tougourì e la nascente parrocchia di Boussouma.
• Visite periodiche di monitoraggio da parte di equipe tecniche di volontari in collaborazione con l’Ass.ne Amani Nyayo Onlus
- 16 -
?
America Latina
BRASILE Diocesi di Rio Branco
www.dioceseriobranco.com.br
Sostentamento e presa in carico dei missionari impegnati nella:
1. Promozione e sviluppo delle opere sociali promosse dalla Diocesi di Rio Branco nella lotta alla lebbra (Casa di accoglienza Souza Araujo), alle dipendenze da alcool e sostanze psicotrope (progetto Arco Iris) e nel contrasto all’analfabetismo e
all’abbandono infantile (progetto Luce di speranza);
I nostri missionari laici in Brasile sono:
Luca Bianucci – Laico Fidei Donum, originario di Porcari, in Brasile dal 1996 (città di
Sao Luis), dal 2003 a Rio Branco. Paroquia Divino Espirito Santo - Diocesi di Rio Branco
Rua Valdomiro Lopes 1112 - Bairro Conquista 69914-460 - Rio Branco - Acre – Brasile
Tel. 0055 68 32264204 Cell. 0055 68 92011133, e-mail: [email protected].
Luca ha operato come laico a Sao Luis (Maranhao) dove si è occupato di una scuola per
bambini e adolescenti di strada per il recupero degli stessi dando loro un’istruzione e nel
contempo un avviamento al lavoro. A gennaio 2003 si è trasferito in Acre, per entrare
nello staff che opera a Rio Branco. Ha lavorato e dato vita al progetto “Creando nuova
vita” per lo sviluppo di attività con bambini, adolescenti e giovani nelle comunità rurali e
periferiche della città di Rio Branco. È altresì impegnato con il progetto “per continuare
a sognare un futuro nuovo” relativo alla casa di accoglienza per hanseniani Souza Araujo
della diocesi di Rio Branco di cui è responsabile. Dom Joaquin Pertinez Fernandez, Vescovo della diocesi di Rio Branco, nel 2006 lo chiama a svolgere il servizio di Economo
Diocesano, mansione che attualmente continua a rivestire con passione.
E due missionari presbiteri:
Don Massimo Lombardi – Presbitero Fidei Donum, originario di Borgo a Mozzano, in
Brasile dal 1974 Parroquia Cristo Libertador Bairro da Pista - Rio Branco C.P. 25
69908/970 Rio Branco - Acre – Brasile, Tel. 005568 32282380 Cell. 0055 68
32283666 Cell 005568 99723985 E-mail: [email protected]
Don Massimo Lombardi da oltre 30 anni svolge il suo ministero nella Diocesi di Rio
Branco (Acre). Segue un centro parrocchiale con annesse varie strutture pastorali e
educative: catechesi, scuole materne, scuola di cucito centro di controllo dell’alimentazione per bambini.
- 17 -
Don Luigi Pieretti - Presbitero Fidei Donum, in Brasile dal 1979, Paroquia Divino
Espirito Santo - Diocesi di Rio Branco Rua Valdomiro Lopez,1112 Bairo Conquista
69914-460 Rio Branco - Acre – Brasile Tel. 0055-68 32288989 Cell. 0055
6899761086, e.mail: [email protected]
Don Luigi Pieretti da oltre 25 anni lavora nella Diocesi di Rio Branco (Acre) . Svolge un
servizio nelle comunità di base della Diocesi facendo un lavoro itinerante in 4 aree
molto vaste alla periferia della città.
PERÙ Diocesi di Sicuani
Sostentamento e presa in carico dei missionari impegnati nell’attività di sviluppo e monitoraggio a favore del progetto:
1. Missione Esperanza: Lotta al fenomeno della malnutrizione infantile per garantire la sopravvivenza e il corretto sviluppo di bambini e persone che vivono in situazione di estrema povertà. Il progetto prevede la gestione e mantenimento economico delle mense per circa 400 bambini delle province di Paucartambo e Paruro
nella regione del Cusco e Lampa per la regione di Puno.
Contributo progetto €15.000
In Perù attualmente opera il nostro missionario laico:
Maurizio Caneva - Laico Fidei Donum, originario di Lammari, in Perù dal 1993 - Urb
Tawantinsuyo – Cahuide con Pumacahua - Cuzco – Perù – Tel 0051 84253618, email [email protected]
Maurizio Caneva è in Perù dal 1993 e lavora a favore delle popolazioni più povere della
regione Inka. Con il suo intervento nasce un piccolo dispensario al Cuzco. Poi apre varie
mense per bambini poveri e un dispensario. Nel 99 fa parte della commiccione popolare per seguire l’indagine su una mensa di Hyancarani dove morirono 40 bambini.. Nel
2008 lasciando piena autonomia alla gente del posto si sposta a Puno dove insieme alla popolazione avvia un progetto di sviluppo agricolo chiamato: Solidaridad Andina.
MESSICO Chiesa Sorella: Diocesi di S. Cristobal de las Casas
Don Carlo Celli, Presbitero Fidei Donum è parroco nella parrocchia di Teopisca e
Amatenango in Chapas. In Messico dal 2007 Casa Paroquial 29410 Teopisca – Chiapas – Mexico – Tel. 0052 967 600 30 E-mail –[email protected]
Svolge servizio pastorale con presa in carico della parrocchia di Teopisca e Amatenango
nella Diocesi di S. Cristobal de las Casas. È missionario presbitero fidei donum dal 2007.
- 18 -
Appendice 2.
ACCOGLIENZA DEGLI OLI SANTI
ALLA MESSA NELLA CENA DEL SIGNORE
Durante la processione iniziale il presbitero o i ministri portano le ampolle degli oli benedetti. Giunti all’altare le depongono sulla mensa e
vengono incensate insieme all’altare. Terminato il canto di ingresso e
il saluto iniziale della Messa, il sacerdote si porta vicino all’altare e
prima di introdurre la liturgia del giorno, dice alcune brevi parole sull’avvenuta benedizione degli oli e sul suo significato. Lo può fare usando queste parole:
Ieri il Vescovo, padre e pastore della nostra chiesa diocesana, in cattedrale, ha benedetto gli oli santi e li ha consegnati ai presbiteri perché possano utilizzarli nell’ammi¬nistrare i sacramenti in ciascuna parrocchia. Anche la
nostra comunità li accoglie come un dono che esprime la
comunione nell’unica fede e nell’unico spirito.
Quindi il sacerdote prende l’ampolla del sacro crisma e la presenta all’assemblea dicendo:
Ecco l’ampolla del sacro crisma con qual e vengono unti i
nuovi battezzati, i cresimati (i nuovi presbiteri e vescovi,
le chiese e gli altari per la loro dedicazione) per indi¬care
l’appartenenza a Cristo.
Poi il celebrante porge l’ampolla a un ministro che si sarà avvicinato.
Il ministro, dopo aver preso l’ampolla dalle mani del celebrante si scosterà al lato dell’altare.
Quindi il celebrante prende l’ampolla con l’olio degli infermi e la presenta all’assemblea dicendo:
Ecco l’ampolla con l’olio degli infermi con il quale vengono unti gli ammalati, per indicare il sostegno che Cristo dona
loro nell’infermità.
- 19 -
Poi il celebrante porge l’ampolla ad un ministro che si sarà avvicinato al celebrante stesso. Il ministro dopo aver preso l’ampolla dalla mani del celebrante si scosterà al lato dell’altare.
Quindi il celebrante prende l’ampolla con l’olio dei catecumeni e la
presenta all’assemblea dicendo:
Ecco l’ampolla con l’olio dei catecumeni con il quale vengono unti coloro che si prepa¬rano a ricevere il Battesimo,
per indicare la forza divina che viene loro comunicata.
Poi il celebrante porge l’ampolla ad un ministro, il quale si scosterà al
lato dell’altare e insieme agli altri due che già avevano ricevuto le ampolle si porta verso il luogo dove normalmente vengono conservati gli
oli benedetti e lì depongono le ampolle.
Mentre i ministri incaricati vanno a deporre gli oli, il celebrante si
porta alla sede e introduce la liturgia del giorno.
- 20 -