“Mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù...” (Gv. 20,19) 1. Introduzione: L’AZIONE DI DIO NELLA PASQUA Due sono i termini che descrivono la situazione storica in cui si compie la pasqua del Signore: le porte chiuse (simbolo che esprime la paura, la morte, il peccato…) e il mentre (che introduce l’azione del Cristo che distrugge le porte degli inferi e libera l’uomo). Questa scelta tiene insieme il contenuto liturgico della pasqua che si prolunga fino a Pentecoste ed è preparata dalla quaresima e recepisce l’invito alla missione che descrive il cammino della nostra Chiesa in questo anno. La proposta L’immagine delle porte chiuse descrive bene situazioni in cui si trova la persona ma anche la chiesa: 8 chiuse sono le porte della stanza in cui sono i discepoli nel giorno della resurrezione, essi non hanno ancora compreso le Scritture, la loro fede è debole e la paura li domina, li tiene al chiuso; 8 chiuse erano le porte del paradiso dopo il peccato quando Dio “scacciò l’uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all’albero della vita” (Gen 3,24): è la descrizione della situazione umana di peccato che chiude in se stessi e rende incapaci di una relazione fiduciosa con Dio e responsabile con i propri simili e con il creato; 8 porte chiuse sono quelle delle comunità cristiane di ogni tempo e luogo quando perdono il senso della propria identità testimoniale, in questi casi l’esito è la perdita del senso della storia, la dife-1- sa dei propri privilegi, il rifugio in forme del passato che evocano miti di cristianità esistenti solo nella letteratura, chiusa è la riduzione dell’esperienza cristiana a proposta di una fede intimistica e disincarnata; 8 le porte chiuse descrivono bene anche la situazione di autoreferenzialità che pervade le parrocchie nel nostro tempo con la conseguenza che ci si contenta di una vita ridotta al minimo, ripetitiva, incapace di guardare la vita reale della gente e di osare forme nuove di evangelizzazione; 8 chiuse sono le porte di una cultura con forte marcatura individualistica e povera di relazioni interpersonali, incapace di sperare e affidata alla tecnica per affrontare i suoi limiti e il suo futuro; 8 le porte chiuse esprimono bene anche la condizione esistenziale di ciascuno quando è segnato dal fallimento, dalla paura della morte, dalla malattia, dal fallimento del proprio progetto; 8 le porte chiuse descrivono infine il dramma cristiano del peccato che rompendo la relazione di fiducia col Padre rende incapaci di percepire la propria dignità e di aprirsi alla fraternità in Cristo. Venne Gesù L’espressione del titolo del sussidio – presa dal vangelo di Giovanni – si riferisce alla sera di pasqua quando il Risorto entra nella stanza dove le porte chiuse non sono più un ostacolo perché Egli ha scardinato le porte degli inferi che impedivano la comunione amichevole tra uomo e Dio. Dai tempi più remoti i cristiani hanno descritto la fede nella pasqua di Gesù scandendolo in tre momenti: passione, morte e resurrezione ponendo attenzione al fatto che il Cristo con la sua morte ha infranto le porte degli inferi (= morte), e ha sconfitto la dominatrice del mondo (la liturgia latina canta: “morte e vita si sono affrontate in duello”. Il cristianesimo, diversamente dalle religioni, non invita a rassegnarsi alla morte e non la nega, la riconosce come nemica dell’umanità e ne confessa la sconfitta quando il Cristo vi entra. Nel simbolo apostolico lo scontro e la vittoria sulla morte è espresso con le parole “discese agli inferi e il terzo giorno risuscitò da morte”. Molti scritti dei padri della Chiesa e l’antica iconografia descrivono la -2- vittoria del Cristo sulla morte come scardinamento delle porte degli inferi e la liberazione di Adamo. La liturgia fa rivivere questo evento, come a rallentatore, in tre giorni: venerdì di passione e morte, sabato di silenzio e domenica di resurrezione. Stette in mezzo a loro e disse: ricevete lo Spirito Santo Il tempo di pasqua è il tempo dello Spirito che libera l’uomo, tempo della nuova umanità raccolta nella chiesa, corpo pneumatico di Cristo, chiamata a continuare la sua presenza e la sua missione nel mondo. Questa consapevolezza ha da essere riscoperta e condivisa con chiarezza in tutte le attività della comunità parrocchiale Nell’anno liturgico il tempo di Pasqua è il più ricco e come tale ha da essere valorizzato perché esprima la forza della pasqua nel mondo, l’anticipo del Regno. 2. L’IMMAGINE DEL MANIFESTO Un manifesto svolge il suo scopo se integrando parole e immagini apre l’immaginazione a un contenuto più grande. L’immagine scelta riproduce la pasqua come discesa agli inferi del Cristo così come è rappresentata in un mosaico della chiesa di san marco a Venezia. L’immagine mostra Cristo che entra negli inferi (la morte) e libera dalle tombe Adamo ed Eva; è questo il punto di arrivo e il compimento dell’incarnazione perché finalmente la “luce brilla nelle tenebre” la morte che teneva l’umanità prigioniera e nella paura è incaprettata, le porte sono divelte. Il Salvatore prende Adamo e lo conduce fuori seguito da Eva, la madre dei viventi. Così contempla l’evento un’antica preghiera: Ti sei immerso negli inferi per cercare la tua immagine inghiottita dalla morte. Il tema della discesa agli inferi per liberare l’uomo è presente nell’antichità nei Simboli nella liturgia e negli scritti dei Padri. Il motivo della discesa agli inferi è il desiderio di Dio di continuare quel dialogo interrotto nel giardino della Genesi dove l’uomo si era nascosto. Così Dio scende nel peccato che ha separato l’uomo da Lui e finalmente Adamo non fugge più né si nasconde, ma va incontro al suo Signore. -3- Un’omelia siriaca del V-VI secolo riassume mirabilmente il senso del sabato santo e della discesa agli inferi: Oggi il sole di giustizia si è manifestato non venendo dal cielo, ma dagli inferi. Infatti, qualcosa di inatteso è accaduto: gli inferi sono diventati immagine dell’oriente e il sole di giustizia si è levato di là. Egli infatti discese a illuminare quelli che erano in basso, per mezzo della sua morte. Il creatore di Adamo ha visitato Adamo negli inferi; è sceso e l’ha chiamato nella regione inferiore, lui che l’aveva chiamato tra gli alberi del paradiso. Anche nella tomba gli ha detto: Adamo, dove sei?, come gli aveva detto nel giardino. Quella stessa voce che lo aveva chiamato tra gli alberi, è discesa per chiamarlo tra i morti. L’aveva chiamato tra gli alberi e aveva ottenuto una risposta nell’angoscia; l’ha chiamato tra i dormienti e Adamo gli ha risposto nella gioia. Quando Dio era venuto nel paradiso, Adamo era fuggito davanti a lui come un ladro; ma quando è entrato negli inferi, e lo ha illuminato, e lo ha chiamato nella regione della tenebra, subito è uscito incontro a lui, perché il debito da lui contratto era stato pagato dal suo Signore che era detto essere suo figlio, e anche perché per la sua stoltezza, come conveniva, da lui era stato corretto. Allora ha levato la sua testa con fiducia, e ha accolto la venuta di colui che era entrato presso di lui per farlo uscire dalla regione dei prigionieri. Allo stesso modo si può vedere la seconda lettura dell’ufficio di letture del sabato santo. Dietro al Cristo (sulla parte sinistra del manifesto) si possono notare scritte – riferite alle letture domenicali – che esprimono le tracce di morte presenti nella vita e che il Cristo ha vinto; nella parte destra – sempre con riferimenti ai testi, sono indicate parole che manifestano la vita nuova frutto del battesimo. 3. IL CAMMINO La pasqua si compie nella vita del cristiano con i sacramenti dell’iniziazione cristiana. Il battesimo è partecipazione alla morte di Cristo per vivere, nutriti dall’Eucaristia, da con-risorti. Il dono è ricevuto ma il cammino è sempre da rinnovare, per questo il tempo di quaresima-pasqua ha un accento marcatamente battesimale, soprattutto nel ciclo A delle letture liturgiche. -4- Il cammino è “guidato” da quanto si celebra nella liturgia ma chiede di trovare verità in un reale cambiamento di vita personale e di scelte comunitarie. La quaresima – quasi come un ritiro – costituisce un cammino fortemente interiore; gli elementi che la caratterizzano da sempre: preghiera, digiuno ed elemosina permettono di uscire dalle proprie chiusure: la preghiera libera dall’autoconcentrazione su di sé e apre al Padre; il digiuno come sobrietà festosa della propria vita che allontana dalla sufficienza idolatrica; l’elemosina, cioè la condivisione per aprirsi agli altri, soprattutto a chi è nelle necessità. Per questo costituisce il “momento favorevole”. Questo cammino ha un obiettivo, corre verso la Pasqua del Signore, che è anche la nostra Pasqua, il nostro passaggio. Lì il cammino di rinnovamento viene raggiunto dal dono della “sua pace” (cfr. Gv 20,19-23), dal rinnovamento che “scende dall’alto”. 3.1 Indicazioni generali sui segni liturgici da valorizzare 8 Le ceneri sono tipiche del mercoledì inizio della Quaresima e non di altri giorni né tanto meno della prima domenica di quaresima; questo spostamento non può essere giustificato con il motivo che la gente gli altri giorni non partecipa: la domenica è la Pasqua settimanale che mai si interrompe nel suo succedersi fino alla domenica senza tramonto. 8 È opportuno che si valorizzi il libro dei Vangeli come richiamo costante alla conversione guidata dalla Parola di Dio. Il libro può essere portato nella processione iniziale e posto sopra l’altare fino al momento della proclamazione quando il diacono o il presbitero lo prende e con una breve processione lo porta all’ambone, accompagnato dai ceri. 8 La quaresima è caratterizzata dal digiuno e dall’astinenza per la carità fraterna. Si diano quindi indicazioni per quanto riguarda il valore del digiuno e dell’astinenza da cibi pregiati e dall’abbondanza dal punto di vista ascetico, come espressione della scelta di ciò che è essenziale per vivere, della libertà dalla dipendenza da certi cibi ed espressione di un primato dato all’ascolto del Signore e alla condivisione. Si cerchi di superare la visione del “fioretto”. -5- 8 La cura dello spazio liturgico non è una questione estetica ma, nel linguaggio dei simboli, è una questione rivelativa. Per questo l’addobbo della chiesa i quaresima deve essere il più sobrio possibile per manifestare il senso di pentimento e il cammino di conversione; l’altare deve avere una tovaglia semplice e non vi siano fiori che vogliono esprimere la vita della Pasqua nella quale tutto rifiorisce. Un mazzetto di fiori primaverili potrà essere portato all’altare alla presentazione dei doni nella IV domenica di Quaresima e al termine della preghiera dei fedeli si potrebbe dire la preghiera delle quatto tempora come è nel benedizionale per ricordare il cambio della stagione. 8 Nelle liturgia domenicale è bene fare la professione di fede con il Simbolo detto degli Apostoli, che richiama il formulario battesimale. 8 Nelle celebrazioni domenicali, in quaresima, non si faccia l’aspersione con l’acqua benedetta. Questo rito è legato alla nuova acqua battesimale benedetta nella veglia Pasquale e successivamente potrà essere utilizzato nelle domeniche del Tempo di Pasqua. Allo stesso modo non si anticipino altri segni pasquali come la professione di fede in forma battesimale. 8 Si ricorda l’opportunità di non celebrare nel Tempo di Quaresima nessun sacramento di iniziazione cristiana e il matrimonio. Il canto Il canto per sua natura esprime i sentimenti e tende a creare comunione, fonde in unità il gruppo e crea identificazione. Nella liturgia, i canti devono esprimere il contenuto della fede in forma di preghiera perché la Chiesa crede ciò che prega e canta. Il messale afferma che “in tempo di Quaresima è permesso il suono dell’organo e di altri strumenti musicali soltanto per sostenere il canto. Fanno eccezione tuttavia la domenica Laetare (IV quarta di quaresima), e solennità e le feste (OGMR, 313). È opportuno eseguire canti adatti al tempo penitenziale che stiamo celebrando. Il clima quaresimale è dato anche dall’omissione dell’inno del Gloria e l’Alleluia; può essere valorizzato soprattutto il canto dell’atto penitenziale, dell’Agnello di Dio. Per dare il senso della continuità è opportuno mantenere co-6- stante la stessa melodia per tutto il tempo di Quaresima. Questa ripetizione rappresenta anche un’occasione propizia per l’apprendimento da parte dell’assemblea di qualche semplice elemento cantato (ad esempio, la riposta Signore Pietà oppure Abbi pietà di noi). 3.2 Di domenica in domenica L’itinerario che le domeniche propongono pone l’attenzione su situazioni esistenziali di chiusura-buio-paura-peccato che il Cristo nel battesimo ha vinto per noi e la quaresima ci chiede di ri-accogliere per una vita di libertà. Prima domenica: attaccamento ai beni-potere-magia La tentazione ci accompagna come l’ombra, è un passaggio costante e necessario e riguarda le relazioni vitali nelle quali si vive: il pane, cioè i beni che assicurano l’esistenza, il rapporto con gli altri per dominare, il rapporto con Dio vissuto come una specie di baratto o in una visione miracolistica. In queste esperienze si può rimanere prigionieri. Il Cristo indica la via della libertà nell’accoglienza e obbedienza alla Parola. Nel battesimo le rinunce esprimono una decisione forte. Seconda domenica: paura e smarrimento La folla che all’inizio aveva seguito Gesù con entusiasmo, mostra di non comprendere le sue opere. Gli apostoli sono smarriti, costernati, impauriti; per di più in questa situazione si sentono dire da Gesù che deve andare a Gerusalemme, soffrire molto ed essere ucciso. A loro il Signore si manifesta nella sua bellezza per sostenere il cammino facendo pregustare la sua gloria, la vittoria sulla morte. ➣ La professione di fede battesimale non è una dottrina ma esprime l’orientamento della vita: nell’antichità i catecumeni facevano le rinunce rivolti ad occidente (luogo ancora buio, simbolo del peccato, della morte) e poi si giravano verso l’altare simbolo di Cristo (verso oriente da dove nasce la luce) per esprimere che la loro vita aveva una direzione definitiva. Nella preghiera del Padre nostro si manifesta la condizione di figli davanti a Dio. -7- Terza domenica: fallimento di un progetto di vita La donna samaritana vive con sofferenza il proprio fallimento affettivo che la tiene chiusa alla vita comunitaria; l’incontro con il Cristo la apre a una prospettiva di verità che la rende libera dalla doppiezza e dalle molte appartenenze dando una unità interiore. ➣ Nel rito del battesimo questa decisione si esprime nel morire al peccato per risorgere in Cristo attraverso il segno dell’acqua nella quale si è immersi. Quarta domenica: buio Il buio rende incapaci di orientarsi, di riconoscere punti di riferimento stabili, il volto delle persone, rende insicuri, richiama la morte. Nel vangelo il buio rimanda alla non conoscenza della luce di Cristo, all’incredulità a una fede confusa e ambigua. Il Cristo apre gli occhi e dona la vista, invita a una fede professata e matura, capace di affrontare anche l’esclusione. ➣ Nel rito del battesimo degli adulti viene consegnata la luce accesa dal cero pasquale accompagnata da queste parole. Siete diventati luce in Cristo. Camminate sempre come figli della luce, perché perseverando nella fede possiate andare incontro al Signore che viene, con tutti i santi nel regno dei cieli. Quinta domenica: la morte Lazzaro morto è il simbolo di tutta l’umanità morta per il peccato, ma la morte manifesta la sua vittoria anche nelle vittime delle ingiustizie, dei fanatismi, dei cammini di liberazione incompiuti, della perdita del senso della vita. Cristo piange davanti all’uomo capolavoro di Dio colpito dalla morte e lo restituisce alla vita annunciando che la vera vita che vince la morte è quella che egli dona a chi crede in lui. ➣ Nel rito del battesimo degli adulti questo si esprime con la consegna della veste bianca accompagnata dalle parole: Il celebrante dice: sei diventato nuova creatura, e ti sei rivestito di Cristo. Ricevete questa veste bianca e portatela senza macchia davanti al tribunale di nostro Signore Gesù Cristo per avere la vita eterna. -8- 3.3 Suggerimenti per la vita comunitaria Il cammino che il Vescovo ha dato alla diocesi in questo anno invita a vivere uno spirito missionario che si fa condivisione e dialogo – da parte delle parrocchie – con quanti abitano sullo stesso territorio. Dopo un tempo di riflessione, la quaresima è il tempo delle iniziative concrete da tenere sia a livello parrocchiale che zonale. 4. UNA PROPOSTA PER I RAGAZZI A cura dell’Ufficio Catechistico e dell’Ufficio Missionario viene proposto un itinerario per i ragazzi di 10-12 anni. Il fascicolo è pubblicato insieme a questo ed è disponibile anche sul sito diocesano. Inoltre l’Ufficio Catechistico ha preparato delle schede sul vangelo della domenica che possono essere utilizzate per una breve riflessione che coinvolga ragazzi e genitori. “Non guardate la vita dal balcone: mischiatevi lì dove ci sono le sfide, la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno”. Questa è l’esortazione che Papa Francesco indirizza a tutti i giovani. Il coraggio di andare contro corrente, di fare scelte anche impopolari ma guidate dal Vangelo e illuminate dall’incontro con Cristo. Partendo da questo invito cerchiamo di affrontare il tempo di Quaresima puntando l’attenzione su 4 parole chiave legate indissolubilmente l’una all’altra che ci guideranno lungo le 5 domeniche fino ad arrivare alla Pasqua del Signore: Lo spreco: In una società pervasa dalla “cultura del provvisorio” l’importante è “godere il momento” a partire dal bisogno essenziale e primario che l’uomo è chiamato a soddisfare, ossia l’ingordigia intesa come ricerca sfrenata del proprio benessere attraverso il CIBO. Ci pieghiamo ad ogni Tentazione, riempiamo i carrelli al supermercato, i frighi delle nostre case, gli zaini dei nostri figli abbandonando ogni fiducia nella Provvidenza e contravvenendo alla stessa preghiera del Padre Nostro: “…dacci oggi il nostro pane quotidiano…..” un vero e proprio richiamo all’essenziale, alla sobrietà. Un il-9- lustre filosofo Feuerbach ci dice: “L’uomo è ciò che mangia” ma ci verrebbe da aggiungere “…e anche ciò che non mangia…” da qui la nostra tendenza allo spreco e ad un atteggiamento di non attenzione all’Altro. La Parola: La Parola che porta cambiamento, che fà uscire l’Uomo “fuori di sé” superando barriere, pregiudizi, paure con la voglia di allungare lo sguardo e aprire le orecchie al grido di chi ha bisogno. La Missione: dall’Ascolto della Parola alla Testimonianza tra le genti. Abbandonare la dimensione “dell’Io” per recuperare quella del “Noi” in una logica di solidarietà intesa non come “meri atti di generosità” bensì come “una nuova mentalità” in cui il bene di molti supera l’appropriazione dei beni da parte di alcuni. La scelta: intesa come il coraggio di andare contro corrente di impegnarsi per tutta la vita, di fare scelte critiche e responsabili facendosi “portatore di felicità” dalla propria città alle periferie esistenziali, perché ognuno di noi con le proprie scelte può compiere piccoli cambiamenti: i genitori verso i propri figli, il sacerdote verso la propria comunità, l’insegnante verso gli alunni, il lavoratore verso i propri colleghi. Il Sussidio sarà suddiviso in 5 sezioni, una per ogni domenica, dove verranno esaminate le 4 parole chiave attraverso l’ausilio di: Commenti ai Brani del Vangelo con spunti di riflessione e preghiera ➣ Testimonianze ➣ Temi di attualità ➣ Gesti concreti ➣ Giochi Nel corso della 2, 3 e 4 domenica del periodo di Quaresima i ragazzi insieme ai loro catechisti saranno chiamati, su proposta del nostro Arcivescovo, a organizzare una raccolta di generi alimentari a - 10 - favore dei Centri di ascolto, andando “porta a porta” e sensibilizzando le famiglie verso l’attenzione al prossimo. Le copie del sussidio sono disponibili presso la Curia 5. APPUNTAMENTI DIOCESANI 5.1 Ritiro diocesano: venerdì 4 aprile ore 21,00 in Cattedrale Da alcuni anni viene proposto l’incontro con il p. Raniero Cantalamessa, predicatore pontificio. Quest’anno si terrà venerdì 4 aprile nella chiesa cattedrale alle ore 21,00. 5.2 Giornata mondiale della gioventù a livello diocesano: sabato 12 aprile, Centro parrocchiale di S. Anna “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5,3) - per ragazzi over 15 anni. I dettagli sul sito della diocesi e della pastorale giovanile 5.3 Messa crismale: mercoledì 16 aprile ore 17.30 in Cattedrale È la celebrazione che, più di tutte durante l’anno, manifesta la Chiesa diocesana e l’unità del popolo di Dio, convocato in tutte le sue componente per celebrare l’Eucaristia e per accogliere gli oli benedetti dal vescovo. La ricchezza di questa celebrazione sarà ben manifesta se, nel pomeriggio, nelle altre chiese della diocesi non viene celebrata l’Eucaristia. In appendice lo schema per la presentazione degli oli benedetti da fare alla Messa “nella cena del Signore”. - 11 - 6. PROGETTI A SOSTEGNO DELLE MISSIONI Il Vescovo ha chiesto nella sua lettera pastorale all’inizio dell’anno pastorale ha chiesto esplicitamente alle comunità parrocchiali di maturare nello spirito missionario con un atteggiamento di apertura che riguarda il nostro territorio ma che si dilata alle Chiese dell’Africa e dell’America Latina in cui la nostra Chiesa è presente. Il centro per la Cooperazione Missionaria dell’Arcidiocesi di Lucca propone alcuni progetti per concretizzare l’attenzione missionaria con il sostentamento dei Missionari Lucchesi nelle loro attività di animazione missionaria e di coordinamento dei progetti di cooperazione. (V. APPENDICE 1) AVVERTENZA IMPORTANTE Capita sempre più spesso che le parrocchie elaborino progetti a sostegno di progetti missionari particolari sganciati dai vincoli diocesani di collaborazione tra Chiese. Questo fatto (che in sé esprime carità diretta), oltre che manifestare la perdita del senso di Chiesa diocesana a nome della quale i missionari operano, rende sempre più difficile il sostegno ai nostri missionari. Inoltre alle parrocchie sempre più spesso giungono richieste di fare raccolte, nelle chiese o nelle loro adiacenze, per associazioni particolari. È importante dunque un discernimento adeguato e la considerazione delle proposte diocesane anche perché i missionari sparsi nel mondo sono inviati dalla nostra Chiesa. - 12 - 7. STRUMENTI Insieme a queste indicazioni vengono fornite anche schede di riflessione di due tipi: 8 scheda per la riflessione personale destinata agli adulti; può essere messa a disposizione nelle chiese e può essere anche personalizzata con gli appuntamenti di vita parrocchiale, per quanto una parte del foglio ha uno spazio bianco. 8 Scheda per un momento di riflessione in famiglia con i figli. Può essere consegnata ai ragazzi al termine di ogni messa festiva. È necessario che questo progetto di condivisione sia condiviso in anticipo con i genitori. 8 Libretto con i suggerimenti per un itinerario con i ragazzi. IL TEMPO DI PASQUA Le domeniche di Pasqua dilatano a tutta la cinquantina la grazia del rinnovamento pasquale. Sono come una lunga mistagogia (un approfondimento, un tuffo nel mistero, una ricomprensione della nostra vita alla luce del mistero celebrato) nella quale facciamo i primi passi come “rinati” in Cristo attraverso l’immersione battesimale che abbiamo (ri)vissuto nella Santa Notte. Trasformati nell’immersione pasquale dell’amore di Dio, viviamo nella libertà dei figli di Dio il frutto della quale è la testimonianza con gesti e parola della salvezza accolta e celebrata. La Chiesa post pasquale, come la raccontano gli Atti degli apostoli vive la propria identità missionaria mostrata dal cammino degli apostoli sulle vie del mondo, fino a Roma. Il brano di Gv 20,19-23, con cui apre la pericope odierna – che racchiude il significato del cammino della nostra Chiesa i questo pe- 13 - riodo – è lo stesso scelto dalla liturgia per il giorno di Pentecoste, e forma come una “cornice” che ci offre un criterio per l’accoglienza e la comprensione delle pagine evangeliche delle domeniche di quell’unico giorno che è la cinquantina pasquale, giorno primo (nuova creazione) ed ultimo (compimento), celebrazione dell’oggi della salvezza. I doni pasquali della pace e dello Spirito (Vangelo) rendono capace la chiesa di assumere la responsabilità di far “fermetare tutta la pasta” con il lievito nuovo e povero (azzimi) della sincerità e della verità (2° lettura di Pasqua). Il cristiano che ha incontrato il Risorto sa che non è solo nella prigione illuminata del mondo, il Risorto strappa al nulla l’umanità e sostituisce nell’intimo l’angoscia con la fiducia, la morte con lo Spirito vivificante. Egli sta nella storia non contrapponendosi né facendo un mondo a parte; affronta la realtà non mettendosi ai margini ma standoci dentro, non facendo appello a un Dio confinato nella sacralità ma attraverso il Dio venuto nel cuore stesso delle tenebre, nel cuore stesso della profanazione dell’uomo. I discepoli del Risorto cercano di capire come si afferma il regno di Dio e per questo avvertono il senso forte della loro missione, si fanno compagni di viaggio di tutti, hanno a cuore l’umanità e i suoi problemi quanto Dio stesso che in Gesù ne ha compassione; nella città i cristiani sono segni della resurrezione, sono lì a mostrare che c’è un altro mondo già presente in questo e lo promuovono senza riserve. In tutte le attività delle comunità parrocchiali e anche nella celebrazione dei sacramenti della iniziazione cristiana, che di solito si celebrano in questo tempo, è importante che emerga l’esplicitazione della missione affidata alla comunità – come a ogni suo componente – con particolare riferimento alle vicende del territorio in cui vive. Se si richiudesse nelle sue feste, nei suoi riti, non tradirebbe forse il Signore che la manda, con la forza del suo Spirito, a continuare la sua stessa e unica missione? - 14 - Appendice 1. PROGETTI MISSIONARI ? Continente Africano RWANDA Diocesi di Byumba, parrocchia di Nyarurema www.diocesebyumba.com “I figli del villaggio” - Casa di accoglienza per minori orfani di Aids e/o sieropositivi Interventi prioritari: 1. Mantenimento Casa di accoglienza, accompagnamento e supporto del personale socio sanitario nell’attività di assistenza ai minori. La struttura non ricalca lo stereotipo dell’orfanotrofio” bensì offre a coloro che non possono usufruire di una rete di “famiglia allargata” a causa dei decessi diffusi da Aids, o che versano in condizioni tali da non poter essere seguiti domiciliarmente, una risposta concreta ai propri bisogni, un luogo nel quale poter ricevere assistenza da un punto di vista sanitario, educativo e di sostegno psicologico. Attualmente la casa ospita circa 10 ragazzi di età compresa tra i 5 e i 17 anni e 8 adulti (con i bambini più piccoli) cui si aggiungono circa 180 adolescenti che beneficiano dell’assistenza domiciliare presso il tessuto familiare o la comunità che li sostiene. Costo annuale del Progetto € 20.000 2. Presa in carico del personale docente della scuola ETP (école technique paroissiale) di Nyarurema per la formazione dei giovani nel campo informatico. Costo totale del progetto € 6.000 I nostri missionari laici in Rwanda sono: Carla Frediani – Laica Fidei Donum Originaria di Castelvecchio di Compito In Rwanda dal 1979 Parrocchia di Nyarurema - B.P 1439 Kigali - Rwanda - (Africa Centrale) da oltre 30 anni opera in Rwanda a sostegno degli interventi promossi dalla parrocchia di Nyarurema. Federico Teani – Laico Fidei Donum Originario di Fibbialla, In Rwanda dal 2010 a sostegno degli interventi promossi dalla Diocesi di Lucca - Paroisse de Nyarurema Email: [email protected] - 15 - BURKINA FASO Diocesi di Kaya – Parrocchia di Tougourì www.diocesekaya.org 1. Sostegno al progetto “Poche briciole, Cren” Lotta alla malnutrizione infantile e cura dei bambini affetti da gravi patologie alimentari. Educazione alimentare rivolta alle madri e campagna di sensibilizzazione nelle aree rurali. Alcuni dati sulla struttura: Da marzo a dicembre 2011 il C.S.P.S ha accolto bambini da 0 a 4 anni, 1.273; da 5 a 14 anni, 482; gli adulti maschi 582 e adulti femmine 677 per un totale di 3.014 malati. Per l’anno 2012 bambini da 0 fino a 4 anni, 2.804; da 5 a 14 anni, 772; gli adulti maschi 1.002 e adulti femmine 1.230 per un totale di 5.808 malati. L’impegno è rivolto a fronteggiare 2 situazioni: • Assistenza pre-parto/neo-natale grazie alla realizzazione di un nuovo padiglione con sala parto/ostetricia/ginecologia x assistere le donne in stato di gravidanza e garantire ambienti sterili e idonei all’esercizio delle attività da parte di personale sanitario specializzato. Costo annuale progetto: € 52.000 • Mantenimento e/o sostentamento del personale socio sanitario interno alla struttura Costo annuale progetto: € 7.000 Attualmente in Burkina Faso non sono impegnati missionari laici Fidei Donum La continuità dei progetti è assicurata grazie a: • Collaborazione con la nostra Chiesa Sorella di Kaya, in particolare la parrocchia del villaggio di Tougourì e la nascente parrocchia di Boussouma. • Visite periodiche di monitoraggio da parte di equipe tecniche di volontari in collaborazione con l’Ass.ne Amani Nyayo Onlus - 16 - ? America Latina BRASILE Diocesi di Rio Branco www.dioceseriobranco.com.br Sostentamento e presa in carico dei missionari impegnati nella: 1. Promozione e sviluppo delle opere sociali promosse dalla Diocesi di Rio Branco nella lotta alla lebbra (Casa di accoglienza Souza Araujo), alle dipendenze da alcool e sostanze psicotrope (progetto Arco Iris) e nel contrasto all’analfabetismo e all’abbandono infantile (progetto Luce di speranza); I nostri missionari laici in Brasile sono: Luca Bianucci – Laico Fidei Donum, originario di Porcari, in Brasile dal 1996 (città di Sao Luis), dal 2003 a Rio Branco. Paroquia Divino Espirito Santo - Diocesi di Rio Branco Rua Valdomiro Lopes 1112 - Bairro Conquista 69914-460 - Rio Branco - Acre – Brasile Tel. 0055 68 32264204 Cell. 0055 68 92011133, e-mail: [email protected]. Luca ha operato come laico a Sao Luis (Maranhao) dove si è occupato di una scuola per bambini e adolescenti di strada per il recupero degli stessi dando loro un’istruzione e nel contempo un avviamento al lavoro. A gennaio 2003 si è trasferito in Acre, per entrare nello staff che opera a Rio Branco. Ha lavorato e dato vita al progetto “Creando nuova vita” per lo sviluppo di attività con bambini, adolescenti e giovani nelle comunità rurali e periferiche della città di Rio Branco. È altresì impegnato con il progetto “per continuare a sognare un futuro nuovo” relativo alla casa di accoglienza per hanseniani Souza Araujo della diocesi di Rio Branco di cui è responsabile. Dom Joaquin Pertinez Fernandez, Vescovo della diocesi di Rio Branco, nel 2006 lo chiama a svolgere il servizio di Economo Diocesano, mansione che attualmente continua a rivestire con passione. E due missionari presbiteri: Don Massimo Lombardi – Presbitero Fidei Donum, originario di Borgo a Mozzano, in Brasile dal 1974 Parroquia Cristo Libertador Bairro da Pista - Rio Branco C.P. 25 69908/970 Rio Branco - Acre – Brasile, Tel. 005568 32282380 Cell. 0055 68 32283666 Cell 005568 99723985 E-mail: [email protected] Don Massimo Lombardi da oltre 30 anni svolge il suo ministero nella Diocesi di Rio Branco (Acre). Segue un centro parrocchiale con annesse varie strutture pastorali e educative: catechesi, scuole materne, scuola di cucito centro di controllo dell’alimentazione per bambini. - 17 - Don Luigi Pieretti - Presbitero Fidei Donum, in Brasile dal 1979, Paroquia Divino Espirito Santo - Diocesi di Rio Branco Rua Valdomiro Lopez,1112 Bairo Conquista 69914-460 Rio Branco - Acre – Brasile Tel. 0055-68 32288989 Cell. 0055 6899761086, e.mail: [email protected] Don Luigi Pieretti da oltre 25 anni lavora nella Diocesi di Rio Branco (Acre) . Svolge un servizio nelle comunità di base della Diocesi facendo un lavoro itinerante in 4 aree molto vaste alla periferia della città. PERÙ Diocesi di Sicuani Sostentamento e presa in carico dei missionari impegnati nell’attività di sviluppo e monitoraggio a favore del progetto: 1. Missione Esperanza: Lotta al fenomeno della malnutrizione infantile per garantire la sopravvivenza e il corretto sviluppo di bambini e persone che vivono in situazione di estrema povertà. Il progetto prevede la gestione e mantenimento economico delle mense per circa 400 bambini delle province di Paucartambo e Paruro nella regione del Cusco e Lampa per la regione di Puno. Contributo progetto €15.000 In Perù attualmente opera il nostro missionario laico: Maurizio Caneva - Laico Fidei Donum, originario di Lammari, in Perù dal 1993 - Urb Tawantinsuyo – Cahuide con Pumacahua - Cuzco – Perù – Tel 0051 84253618, email [email protected] Maurizio Caneva è in Perù dal 1993 e lavora a favore delle popolazioni più povere della regione Inka. Con il suo intervento nasce un piccolo dispensario al Cuzco. Poi apre varie mense per bambini poveri e un dispensario. Nel 99 fa parte della commiccione popolare per seguire l’indagine su una mensa di Hyancarani dove morirono 40 bambini.. Nel 2008 lasciando piena autonomia alla gente del posto si sposta a Puno dove insieme alla popolazione avvia un progetto di sviluppo agricolo chiamato: Solidaridad Andina. MESSICO Chiesa Sorella: Diocesi di S. Cristobal de las Casas Don Carlo Celli, Presbitero Fidei Donum è parroco nella parrocchia di Teopisca e Amatenango in Chapas. In Messico dal 2007 Casa Paroquial 29410 Teopisca – Chiapas – Mexico – Tel. 0052 967 600 30 E-mail –[email protected] Svolge servizio pastorale con presa in carico della parrocchia di Teopisca e Amatenango nella Diocesi di S. Cristobal de las Casas. È missionario presbitero fidei donum dal 2007. - 18 - Appendice 2. ACCOGLIENZA DEGLI OLI SANTI ALLA MESSA NELLA CENA DEL SIGNORE Durante la processione iniziale il presbitero o i ministri portano le ampolle degli oli benedetti. Giunti all’altare le depongono sulla mensa e vengono incensate insieme all’altare. Terminato il canto di ingresso e il saluto iniziale della Messa, il sacerdote si porta vicino all’altare e prima di introdurre la liturgia del giorno, dice alcune brevi parole sull’avvenuta benedizione degli oli e sul suo significato. Lo può fare usando queste parole: Ieri il Vescovo, padre e pastore della nostra chiesa diocesana, in cattedrale, ha benedetto gli oli santi e li ha consegnati ai presbiteri perché possano utilizzarli nell’ammi¬nistrare i sacramenti in ciascuna parrocchia. Anche la nostra comunità li accoglie come un dono che esprime la comunione nell’unica fede e nell’unico spirito. Quindi il sacerdote prende l’ampolla del sacro crisma e la presenta all’assemblea dicendo: Ecco l’ampolla del sacro crisma con qual e vengono unti i nuovi battezzati, i cresimati (i nuovi presbiteri e vescovi, le chiese e gli altari per la loro dedicazione) per indi¬care l’appartenenza a Cristo. Poi il celebrante porge l’ampolla a un ministro che si sarà avvicinato. Il ministro, dopo aver preso l’ampolla dalle mani del celebrante si scosterà al lato dell’altare. Quindi il celebrante prende l’ampolla con l’olio degli infermi e la presenta all’assemblea dicendo: Ecco l’ampolla con l’olio degli infermi con il quale vengono unti gli ammalati, per indicare il sostegno che Cristo dona loro nell’infermità. - 19 - Poi il celebrante porge l’ampolla ad un ministro che si sarà avvicinato al celebrante stesso. Il ministro dopo aver preso l’ampolla dalla mani del celebrante si scosterà al lato dell’altare. Quindi il celebrante prende l’ampolla con l’olio dei catecumeni e la presenta all’assemblea dicendo: Ecco l’ampolla con l’olio dei catecumeni con il quale vengono unti coloro che si prepa¬rano a ricevere il Battesimo, per indicare la forza divina che viene loro comunicata. Poi il celebrante porge l’ampolla ad un ministro, il quale si scosterà al lato dell’altare e insieme agli altri due che già avevano ricevuto le ampolle si porta verso il luogo dove normalmente vengono conservati gli oli benedetti e lì depongono le ampolle. Mentre i ministri incaricati vanno a deporre gli oli, il celebrante si porta alla sede e introduce la liturgia del giorno. - 20 -
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