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L’Uomo e la Donna son solo conigli Odio l’uomo, ma anche la donna perché con solo loro c’è sempre qualcosa che non torna Odio l’uomo ed anche la donna Perché per essi riesco a provare solo disdegno e vergogna Io odio l’uomo e financo la donna perché questa è al mondo la più grande menzogna Con loro sembra tutto perfetto e “normale” è quasi un paradiso irreale è tutto “normale” quando fanno figli e poi loro li caccian di casa come i conigli Come conigli si comportan con loro perché quando gli sentono dire GAY, LESB o TRANS gridano tutti in coro VAI VIA SCELLERATO CHE TE’ POSSA ‘MMORÌ AMMAZZATO LA VITA NOSTRA HAI DISTRUTTO VAI VIA DI QUA BRUTTO FARABUTTO Come conigli lo cacciano loro conigli i genitori che gridano in coro conigli son loro che scacciano i figli conigli, i genitori son tutti conigli Solo un coniglio non pensa che il figlio la strada sua deve trovare e non per questo rientrare nel mondo “normale” e solo per questo NON è un essere immorale Non è “normale” essere solo uomo non è “normale” essere solo donna perché chi porta pantalone o gonna non è detto che sia “normale” Uomo che porti i pantaloni ? Ma ce li hai stì benedetti k.oglioni ? Quelli che ti fanno accettare Un figlio diverso, ma che rende te più “normale” ? La vita è una questione di scelta e tu qui hai scelto di essere retrogrado e chiuso di mente quindi, solo tu come tanta altra gente tu qui solo hai scelto di essere immorale Ci son poi donne che sotto la gonna hanno i K.oglioni e che del marito sono succubi e spacca maroni ma per il figlio nessuna pietà anche lei come un coniglio si deve dà comportà anche lei di casa lo caccia via anche lei pensa che sia una malattia Non torna nulla in questo mondo “normale” perché in questo mondo amorale questo mondo così irreale fatto solo di due fisiche entità tutto deve essere a posto tutto a’pposto deve dà stà E malato chi non è eterosessuale ? E’ malato chi non appartiene al mondo del “normale” ? Ma “normale” io qui ho apostrofato perché qui di immorale, c’è solo questo dato Odio l’uomo, ma anche la donna perché con loro c’è sempre qualcosa che non torna non ritorna la concezione di vivere la vita come un k.oglione di vivere all’ombra dei genitori di vivere secondo credenze e tabù ma chi diavolo ci crede davvero più ? Conigli son loro quando scacciano il figlio conigli: i genitori son tutti conigli però loro l’han fatto sì, proprio come fanno i CONIGLI “L’Uomo e la Donna son solo conigli” spiegazione I nostri figli sono dei burattini come Pinocchio? L’esempio del burattino, calza a pennello! Tutti noi quando siamo piccoli e giovani siamo dei “burattini”. Con questo termine possiamo intendere un’incapacità del nostro IO di potersi nutrire con valori e contenuti personali, cioè nostri. In questa fase si è in un’età in cui è difficile non essere condizionati e, pertanto ci sentiamo tutti estranei, stranieri, poiché non possiamo esprimerci pienamente, perché siamo chiamati a rispondere ai dettami dei genitori. Pertanto, portiamo avanti pensieri e valori che appartengono solo a loro. Quell’essere burattini rende molto bene l’idea di essere manovrati da dei fili invisibili che possiamo percepire nei valori familiari, culturali e sociali che ci tengono legati, impedendoci di essere e di divenire ciò che potenzialmente siamo (il nostro sé potenziale). L’idea del burattino suggerisce una “non verità”: noi siamo qualcosa di costruito a scapito di altro. In questa parte della vita noi non siamo veri ma siamo invece il frutto dell’educazione e delle attese dei genitori, piuttosto che dei nostri contenuti. Il burattino, è la maschera di adattamento che permane fino a quando noi tutti non cominciamo il nostro percorso d’individualità. Essendo burattini, viviamo male, perché non possiamo essere autentici, e quindi dobbiamo plasmarci al volere degli altri per farci accettare. Questo, ci fa anche riflettere su un tema genitoriale: ogni genitore, vorrebbe che il proprio figlio seguisse le sue orme e, che fosse un figlio perfetto, obbediente e buono, portatore della tradizione. Questo è un desiderio inconscio di ogni genitore, che però ha un che di manipolatorio oltre che d’illusorio: infatti, se il figlio obbedisse veramente al genitore, non avrebbe mai una vita propria, una propria identità, e resterebbe una maschera o burattino per tutta la vita. Ogni genitore deve dunque essere consapevole che il figlio gli è dato, ma non può e non deve essere come lui lo vuole per cui, per aiutarlo a crescere, dovrà rispettare la sua integrità. Diciamo ai nostri figli, obblighiamo loro a leggere e a studiare e, quando maturano la consapevolezza di quello che non sono e vorrebbero trovare la loro strada, basta che loro ci dicano parole come omosessuale, gay e trans, noi li scacciamo via di casa, mostrando loro solo odio, ostentando loro solo la nostra più miope ottusità: mostriamo loro, solo il nostro più arcaico retaggio culturale. Studiando un figlio matura la propria coscienza, quindi crea e plasma la sua identità. La maturità di un figlio avviene tramite l’acquisizione della propria consapevolezza, che passa anche attraverso il raggiungimento della comprensione della propria identità di genere e dell’orientamento sessuale. Il bagaglio culturale dei figli si arricchisce ogni giorno sempre più, e loro sono portati a interrogarsi su queste cose. La consapevolezza acquisita attraverso la conoscenza, porta all’autodeterminazione di se stessi. Non è una cosa che si può tenere sotto controllo! Non possiamo dir loro “acquisisci consapevolezza nel lavoro e rimani eterosessuale”! Nel momento in cui scattano i meccanismi che portano all’autodeterminazione, s’innesca un processo irreversibile che porta ogni singolo individuo a mettere in discussione credenze e tabù di ogni tipo. La consapevolezza dei figli si amplifica in senso globale, e quindi loro capiscono e cominciano a scegliere ciò che è meglio per loro. Questa è una poesia che si può definire “diversa”. Il riferimento diretto, avviene in una fase particolare ove, la mia componente maschile, facendo COMING OUT (cioè dichiarando la nostra Transessualità) ai genitori, questi in un primo momento appoggiano il figlio, poi letteralmente lo scacciano, additandolo come egoista nella sua scelta di cambiare genere e, come “unico responsabile della distruzione di tante e belle e comode certezze”. Ovviamente nella nostra ottusa società, le certezze sono la famiglia, il lavoro e i figli e, chi non si “realizza” secondo quanto imposto, è UN COMPLETO FALLIMENTO. In questa poesia IO, MariKa, mi schiero in difesa della mia componente maschile (la prima volta che succede di farlo con la mia penna stilografica), e accuso tutti i genitori che, di fronte a quella che è spacciata come “nostra diversità”, si comportano proprio come dei conigli. Per consentire una chiave di lettura e un significato più ampi di quella che è spacciata come DIVERSITÀ, il termine Trans è stato affiancato dalle parole Gay e LESB. I genitori quando fanno dei figli, si comportano proprio come dei conigli, cioè pensano solo al fare sesso per procreare. Poi, quando si parla di educarli e di crescerli facendo capire il senso delle loro azioni, il più delle volte si dileguano. In altre occasioni, saltellano come i conigli: un’educazione va data in maniera costante, propositiva e istruttiva. Essendo la loro educazione, cioè quella dei genitori, già privo di nozioni e informazioni specifiche sulle “varie diversità”, quando questi si trovano ad affrontare questi problemi, anziché ammettere la loro totale ignoranza e informarsi di conseguenza, si comportano come dei conigli: saltano l’argomento. Poi, nonostante non siano in grado di affrontare gli argomenti, pongono ai loro figli dei vincoli nel rapporto con tutta la famiglia, attuando dei comportamenti stereotipici che la società impone. Un esempio tipico per cercare di spiegare il comportamento dei genitori, sono le dicotomie radicate nella nostra cultura, che possono essere riassunte in frasi come questa: “meglio un figlio milanista che frocio”. Nel momento in cui accade questo distacco nel rapporto, i genitori sono doppiamente colpevoli: sono ignoranti in materia perché chi li ha allevati (i nonni, la religione e il resto della società), non gli ha fornito queste informazioni (ignoranza “dettata”), ma sono ampiamente e molto più colpevoli, nel momento in cui si dimostrano ottusi e retrogradi nel voler comprendere i propri figli (ignoranza voluta). Già nelle famiglie, guai a parlare di sesso. A questo poi si aggiunge lo stigma sociale per cui MAI parlare di modalità stereotipiche diverse dall’eterosessualità: Trans, Lesb e Gay. Ecco quindi, il comportamento tipico del coniglio, fuggire di fronte al pericolo, è insito nel genitore, e di conseguenza è insito nel maschio e nella femmina (biologici). Lo stigma sociale considera la “normalità” come diversità. Nel mondo ciò che è “normale” è stigmatizzato come diverso. In questa poesia, IO, MariKa, faccio notare che è proprio il termine “normale” sotto accusa. Basandoci sull’ampio spettro delle sensazioni umane, che è veramente infinito, perché categorizziamo tutto in sole due dimensioni ? In soli due colori ? In soli due sessi biologici ? Questo… NON E’ “NORMALE” !!! Questo E’ DIVERSO !!! Questo è IMMORALE !!! Questo è CONTRONATURA !!! E’ immorale che un genitore, dopo che ha messo al mondo un figlio, lo ripudi e lo scacci di casa, solo perché questi non riconosce gli insegnamenti dei genitori come suoi: un figlio non è un’estensione del corpo o della vita dei genitori. Di conseguenza i genitori possono dargli un imput, ma deve essere il figlio a scegliere, perché quella E’ LA SUA VITA !!! Invece, secondo lo stereotipo comportamentale dettato da tutto il mondo a noi circostante, cosa vuole un genitore per i propri figli ? Che essi abbiano una vita felice e serena, magari piena di soldi e… che facciano altri figli. Una volta fatti però, cosa avviene ? Pensano che essendo il “loro”, lo educano secondo le loro “vedute”: l’eterosessualità, l’uomo e la donna, il trovare un lavoro, lo sposarsi, il fare figli… il fare figli… il fare figli etc… Neanche se fossimo tutti animali da riproduzione!!! E se i figli giunti a una certa età, proprio non ne vogliono sapere dei loro insegnamenti, quando questi vorrebbero trovare la loro strada, si cerca di ricondizionarli, imponendo il credo dei genitori, ponendo loro dei limiti, cioè le aspettative dei genitori stessi. Sarebbe però un vero dramma se i figli dicessero che non si rispecchiano in toto negli insegnamenti dei genitori. GUAI a dir loro che si è dei diversi: gay, trans, lesbica, etc… Se succedesse questo, nei genitori scatterebbe il meccanismo di autodifesa: il comportamento del coniglio. Essi si comporterebbero, agirebbero e parlerebbero proprio come dei conigli, fuggendo davanti al pericolo. Difatti, tutti i genitori che a causa dello stigma sociale, considerano la categoria dei “diversi” come malata, depravata, amorale, senza Dio, cosa fanno ? SI COMPORTANO PROPRIO COME DEI CONIGLI: FUGGONO A GAMBE LEVATE !!!
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