2012 V I L L A R E N A T A Comunità Terapeutica “Villa Renata” Report delle Attività Anno 2012 1 Indice Prima parte: Il gruppo curante, il nostro target e i dati sulla conclusione dei trattamenti 1. 2. 3. 4. Il gruppo curante La Fotografia degli ospiti della Comunità terapeutica Villa Renata Dati sulle nuove richieste di ingresso, relative all’anno 2012, ed esiti Dati su conclusione dei trattamenti e modalità di dimissione 3 6 20 21 Seconda Parte: i nostri dispositivi e le attività realizzate 5. Dispositivi Terapeutico-Educativi e Attività innovative della Comunità Villa Renata 5.1. Dispositivi Educativi 5.2. Dispositivi Ludico Ricreativi 5.3. Educazione alla salute 5.4. Area dell’inclusione sociale 5.5 Area Clinica Dispositivi Gender Oriented Il Lavoro con le famiglie 22 23 32 44 47 49 49 50 Terza parte: Valutazione e Progetti di Interscambio di Esperienze 6. La Valutazione della soddisfazione dei pazienti 7. Lo Staff Exchange 52 56 Quarta parte: la fase finale del programma 8. La Fase finale del Programma: il reinserimento socio-lavorativo 9. Bibliografia di riferimento, Elenco delle fonti e Allegati 57 62 2 PRIMA PARTE: IL GRUPPO CURANTE, IL NOSTRO TARGET E I DATI SULLA CONCLUSIONE DEI TRATTAMENTI Il gruppo curante Sede Legale e Sede terapeutica principale Villa Renata: Via Orsera 4, 30126 - Lido, Venezia Tel. 041/ 5268822 - 041/5265436; Fax 041/5267874; email: [email protected] Sede Amministrativa: S. Croce 403, 30135 - Venezia Tel. 041/ 52 42 978 ; Fax 041/ 244 89 38 ; email: [email protected] Responsabile Dr.ssa Patrizia CRISTOFALO, Psicologa, Psicoterapeuta - Referente per le Accoglienze, email: [email protected] Terapeuti individuali Dr.ssa Laura DALLA CIA - Psicologa, Psicoterapeuta Dr.ssa Milena PIZZA - Psicologa, Psicoterapeuta Dr. Alessandro VOLPATO - Psicologo, Psicoterapeuta Terapeuti di gruppo degli utenti residenti Dr. Marco DALL’ASTA - Medico Psichiatra, Psicoterapeuta Dr.ssa Laura DALLA CIA - Psicologa, Psicoterapeuta Conduttrice del gruppo settimanale rivolto alle donne ospiti Dr.ssa Antonietta SALVATORE - Psicologa, Psicoterapeuta Conduttrice del gruppo psicoterapeutico settimanale rivolto agli ospiti del Reinserimento Foto equipe di psicologi/psicoterapeuti e operatori della Comunità Terapeutica “ Villa Renata”, Lido di Venezia 3 Psichiatra responsabile della terapia farmacologica Dr. Marco DALL’ASTA - Medico Psichiatra, Psicoterapeuta Conduttori del Gruppo dei familiari dei residenti Dr.ssa Antonietta SALVATORE - Psicologa, Psicoterapeuta - Referente Gruppo Genitori e Familiari Op. Pierluigi RASERA - Mediatore Familiare Psicologa referente per l’orientamento lavorativo Dr.ssa Sabrina TRIPODI - Psicologa dell’Orientamento Operatori di Comunità ed Educatori Professionali Dr. Carlo BOVO - Coordinatore degli Operatori Op Pierluigi RASERA - Responsabile Reinserimento Dr. Marco ANZOVINO Dr.ssa Lubomira BAJCÀROVA Dr.ssa Maria Chiara GHEZZO Op. Giuliano MORASCO Op. Matteo ROCCO Dr.ssa Annalinda SCAIRATO Dr.ssa Ambra COMIN Dr.ssa Estefanìa MARTINEZ Supervisori Prof. Antonio Alberto SEMI - Psichiatra - Psicoanalista associato SPI - Supervisore terapeuti Dr. Salvatore Russo - Psichiatra - Psicoanalista associato SPI - Supervisore èquipe generale Prof. Gustavo Pietropolli Charmet - Psichiatra - Psicoanalista - Direttore Istituto Formazione “Il Minotauro” di Milano - Supervisore èquipe congiunta coop. Villa Renata: gruppo curante Ct Villa Renata e gruppo curante Ct Casa Aurora – Villa Emma Segreteria ed Amministrazione Dr.ssa Barbara CIBIN - Responsabile Amministrativa Dr.ssa Sabrina GUIDOTTO Sig.ra Ljuba VOLPONI Stage e Tirocini La Cooperativa ha sottoscritto numerose convenzioni con diverse Università italiane, nei Corsi di Laurea in Psicologia, Scienze della Formazione e Scienze dell’Educazione (per la realizzazione di stage e tirocini formativi entro le proprie strutture) e con alcune Scuole di Specializzazione in Psicoterapia postuniversitarie, per la realizzazione di tirocini di specializzazione. Alcune tra le convenzioni poste in essere sono state stipulate con: l’Università degli Studi di Padova, l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, l’Università degli studi “Cà Foscari” di Venezia, la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia “C.O.I.R.A.G.”, l’Istituto Veneto di Terapia Familiare, l’Istituto Psicoterapico Bernheim, etc. 4 Volontari La Cooperativa si avvale della collaborazione di volontari su progetti specifici (attività ricreative, sportive, musicali) sempre in accompagnamento agli educatori. I volontari non partecipano alle èquipe settimanali ma hanno degli incontri periodici formativi e organizzativi con gli educatori. Progetto e Collaborazioni Per il Progetto Terapeutico della Comunità e le collaborazioni a livello associativo e inter-istituzionale, rinviamo alle pubblicazioni specifiche (Il Progetto Terapeutico e il Programma delle Attività della Comunità Terapeutica Villa Renata), ai Report degli anni passati e al nostro stesso sito web: www.villarenata.org. Qui a fianco, in basso, vi sono i loghi delle Cooperative, le Associazioni, i Network e le Federazioni a livello locale, regionale, nazionale ed europeo, con cui Villa Renata collabora da vent’anni su progetti di prevenzione, riabilitazione e reinserimento socio lavorativo. La maggior parte delle immagini pubblicate in questo Report appartengono al repertorio immagini di Villa Renata, altre invece sono state tratte dal web. Al termine del Report, dopo la bibliografia, è disponibile l’elenco delle fonti cui abbiamo attinto per le immagini non riferibili al nostro repertorio. 5 2. La fotografia degli ospiti della Comunità Terapeutica Villa Renata Per presentare una panoramica sulle caratteristiche socio-demografiche del nostro campione di utenti, residenti nella comunità terapeutica “Villa Renata” del Lido di Venezia, abbiamo scelto, quest’anno, di proporre una serie di tabelle e di commenti relativi alle variazioni intervenute nell’ultimo quinquennio, dal 2008 al 2012. Questo ci permetterà di valutare con più attenzione i cambiamenti intercorsi tra le diverse generazioni di pazienti in carico e cercare di delinearne un ritratto realistico e completo. Cominceremo con uno sguardo generale alla distribuzione dei residenti nella comunità terapeutica Villa Renata per tipo di Serd inviante (distinti in Serd regione o Serd fuori regione), per poi continuare con le caratteristiche socio demografiche come sesso, età, titolo di studio, professione, status civile, etc. Più avanti presenteremo invece altri dati interessanti sempre relativi al nostro campione e concernenti l’età d’esordio nell’uso di sostanze, le sostanze d’abuso primarie e le sostanze d’abuso d’esordio, etc. Iniziamo quindi dalla variabile “Serd regione” o “Serd fuori regione” per avere un’idea della composizione del campione degli ospiti di Villa Renata. Serd Invianti Nel 2012 abbiamo avuto in carico n. 64 pazienti. Su questa cifra, il numero di nuovi invii (persone entrate nel 2012) è di 33 su 64, rappresentando quindi il 51% del totale dei pazienti in carico. Il restante 49% rappresenta invece la percentuale di persone già in carico dagli anni precedenti. Distribuzione dei pazienti in carico distinti per invii da regione e da fuori regione (in valori assoluti). 2008 - 2012. 100 80 80 60 69 61 56 53 66 64 48 47 39 40 17 16 19 18 17 2008 2009 2010 2011 2012 20 0 2007 Invii dal Veneto Invii da fuori Regione 2013 Totale Grafico n. 1 – Numero di pazienti residenti in villa dal 2008 al 2012. Distribuzione dei pazienti per invii da regione e da fuori regione (in valori %). 2008 2012. 90 80 77 76 23 24 2009 2010 70 73 73 27 27 2011 2012 70 60 50 40 30 30 20 10 0 2007 2008 Invii dal Veneto 2013 Invii da fuori Regione Grafico n. 2 – Numero di pazienti residenti in villa dal 2008 al 2012. 6 Distribuzione residenti per sesso e tipologia di ingresso in comunità (richiesto o suggerito). 2012. 64 80 70 60 50 40 30 20 10 0 71 36 29 Ingresso in c.t. richiesto Ingresso in c.t. suggerito maschi femmine Grafico n. 3 – Numero di pazienti residenti in villa dal 2008 al 2012. Genere Il dato sulla proporzione maschi-femmine residenti in comunità (rispettivamente il 72% e il 28%) si discosta di poco da quello delle statistiche nazionali e sovranazionali sugli utenti in carico ai Servizi per le dipendenze, in cui gli uomini rappresentano la netta maggioranza, con un rapporto 4:1, cioè 4 uomini in carico per ogni donna. Negli anni passati, questo rapporto in villa renata era 5:1, mentre nel 2011 e nel 2012 si è registrato un lieve incremento di pazienti donne tra i residenti, anche grazie ai dispositivi Variazione, negli anni, delle proporzioni tra maschi e femmine in carico nella comunità. Valori percentuali. 84 90 80 Percentuali di maschi e femmine in carico nel 2012 73 78 76 28 72 70 60 50 40 27 30 24 22 28 72 16 20 10 0 2007 2008 2009 maschi 2010 2011 femmine 2012 2013 maschi femmine Grafico n. 4 – Distribuzione dal 2008 al 2012 dei residenti per genere. Grafico n. 5 – Distribuzione residenti per genere. 2012. “Gender Oriented” che, da 3 anni, sono proposti al target femminile, in linea con l’ipotesi che i trattamenti siano più incisivi quando le differenze di genere siano tenute nella giusta considerazione e quando i differenti bisogni di uomini e donne vengano affrontati nel modo appropriato (v. p. 49). 7 Fasce d’età Da una prima lettura sull’andamento degli ingressi dal 2008 al 2012 (v. grafico) si evince – come già notato negli anni precedenti – che c’è un progressivo ringiovanimento dei pazienti che entrano nella nostra comunità. Questo dato è facilmente visualizzabile nel grafico sottostante in cui si nota questa inversione di tendenza : le fasce più alte (cioè quelle “anziane”) della popolazione in carico nel quinquennio 2008 - 2012 si vanno progressivamente alleggerendo, mentre le fasce basse (18-20 anni e 21-23) si vanno progressivamente riempiendo. La classe dai 18 ai 26 anni passa complessivamente dal 26% del 2008 a quasi il 60% del 2012, la fascia centrale (27-29 anni) resta abbastanza stabile negli anni, mentre gli over 30enni passano dal 61% del 2008 al 27% del 2012 e gli ultra 36 diventano meno di un terzo rispetto al 2008. Distribuzione residenti per fasce d'età e anno di riferimento. Valori percentuali. 30 27 26 25 24 25 20 20 16 15 13 19 19 17 16 16 14 14 21 20 19 14 14 12 12 11 10 7 13 11 10 9 8 8 8 5 5 16 14 5 2 0 2008 2009 18 - 20 21 - 23 2010 24 - 26 27 - 29 2011 30 - 32 33 - 35 2012 ≥ 36 Grafico n. 6 – Distribuzione residenti comunità villa renata per sesso, fasce d'età e anno di programma (dal 2008 al 2012) in %. Titolo di studio Per quanto riguarda la dimensione scolastica, l’andamento a zigzag dei titoli di studio in possesso dei pazienti in ns. carico dal 2008 al 2012 è ambiguo da interpretare. A colpo d’occhio colpisce che la licenza media e la qualifica professionale crescano complessivamente di 7 punti percentuali rispetto al 2008, mentre il diploma superiore diminuisca di 9 punti percentuali e compaiano dei laureati a partire dal 2010. 8 Distribuzione residenti per titolo di studio e anno di programma. 2008-2012 60 52 48 50 52 46 39 38 40 45 38 35 30 20 10 11 17 15 10 14 3 1 2 30 3 2 Distribuzione residenti per titolo di studio e anno di programma. 2008-2012 60 50 40 30 20 10 0 0 2008 2008 2009 2010 Licenza elementare Licenza media Diploma Scuola superiore Laurea 2011 2009 2010 2011 2012 2012 Qualifica professionale Licenza elementare Licenza media Qualifica professionale Diploma Scuola superiore Laurea Grafici n. 7 e n. 8 – Distribuzione residenti per titolo di studio e anno di programma. Confronto anni 2008-2012. Valori percentuali. Rispetto ai dati sull’interruzione scolastica (quante persone hanno interrotto quali studi superiori), nel 2012 la rilevazione registra che maschi e femmine sono alla pari per quanto riguarda l’interruzione degli studi (65% dei maschi e 61% delle femmine, ma i maschi hanno interrotto soprattutto la scuola superiore (80%), mentre un terzo delle ragazze ha interrotto anche gli studi universitari (36%). E, come annotava la Relazione annuale al parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia nel 2011, lo scarso rendimento scolastico e l’eventuale interruzione degli studi sono fortemente correlati con una più alta probabilità di iniziare a consumare e/o abusare di sostanze stupefacenti (Presidenza del Consiglio dei Ministri, 2011, p. 47). Distribuzione residenti per sesso e interruzione degli studi superiori. 2012 Distribuzione residenti per sesso e corso di studio non concluso. 2012. 80 70 65 80 61 70 60 55 60 50 35 40 39 50 36 40 30 30 20 20 10 10 0 0 maschi Hanno interrotto gli studi femmine Non hanno interrotto gli studi Grafico n. 9 – Distribuzione residenti per sesso e interruzione studi. 2012 17 9 3 0 Scuola dell'Obbligo 0 Scuola Superiore Maschi Altri corsi professionali Università Femmine Grafico n. 10 – Distribuzione % per sesso e iter scolastico interrotto. Anno 2012. 9 Status Professionale Per quanto riguarda la professione, proponiamo due grafici: uno relativo al confronto tra la condizione lavorativa nei 6 mesi precedenti l’ingresso in comunità (con un confronto tra generi) ed un grafico relativo al tipo di professione svolta (anche in questo caso con un confronto tra generi e anni differenti). In questo caso, invece di considerare un quinquennio per il confronto di dati di annualità differenti, consideriamo solo gli ultimi 3 anni (dal 2010 al 2012) per il semplice fatto che dal 2010 abbiamo introdotto una modifica nella rilevazione dei dati, distinguendo attentamente tra “profilo professionale” e “lavoro svolto negli ultimi 6 mesi”, per non inquinare la rilevazione e quindi l’analisi dei dati con info sulla condizione di disoccupato/a molto diffusa negli ultimi 6 mesi prima dell’ingresso in c.t. (infatti i sei mesi prima dell’ingresso in comunità sono in genere i mesi più critici, in cui solo una piccola percentuale degli utenti riesce a mantenere un’attività di studio o di lavoro, mentre la maggior parte di essi è, di fatto, disoccupata). Comunque, anche con questo accorgimento metodologico, il dato sulla disoccupazione resta abbastanza alto, con il 13% nel 2010 e nel 2012 e il 18% nel 2011. Distribuzione residenti per sesso e condizione professionale negli ultimi 6 mesi prima dell'ingresso in comuità. Anni 2011 e 2012. 70 64 58 56 60 51 50 37 40 31 26 30 24 16 20 10 13 9 5 10 0 0 0 0 2011 2012 maschi Disoccupato 2011 2012 femmine Occupato part time Occupato full time Altro Grafico n. 11 – Distribuzione % dei residenti per sesso e condizione professionale negli ultimi 6 mesi prima dell’ingresso. Anni dal 2010 al 2012. 10 Distribuzione dei residenti per status professionale. 2010-2012 25 25 20 20 18 18 17 15 15 14 14 15 13 13 11 11 9 9 10 9 8 8 6 6 6 6 6 5 4 5 3 3 2 1 2 2 2 2 0 2010 2011 2012 Imprenditore/ Dirigente Libero Professionista/Insegnante Impiegato Professionista Commercio Servizi Commesso, Banconiere, Barista, Cameriere Operaio Qualificato Operaio Generico/Addetto Pulizie Artigiano/Agricoltore Studente Disoccupato Altro Grafico n. 12 – Distribuzione % dei residenti per sesso e status professionale dal 2010 al 2012. Il profilo professionale è stato considerato nel grafico qui sopra (graf. n. 12), per poter cogliere la qualità e varietà dello spettro dei profili professionali più ricoperti. Le professioni e mestieri svolti in maniera predominante sono quelli della categoria “commesso / banconiere / barista / cameriere” (che raggiunge il 25% nel 2012). Poi compaiono gli operai generici e qualificati (14% nel 2012) e, infine i disoccupati con il 13% nel 2012. Abbastanza stabili nel tempo gli altri profili del settore impiegatizio. Lo scarso profilo professionale dei nostri pazienti ci ha portato nel tempo a ideare e collaudare percorsi di orientamento, formazione e inserimento lavorativo attraverso stage e tirocini formativi, quali dispositivi indispensabili per garantire prospettive di sviluppo professionale e personale più interessanti ed arricchenti. Inoltre, come ogni anno, anche per il 2012 desideriamo precisare che questi dati andrebbero letti alla luce del fatto che sono rilevati al momento della compilazione della cartella clinica anamnestica, quindi poco dopo l’entrata del paziente in comunità, e quindi non rispecchiano l’eventuale evoluzione nel tempo della situazione di studio o di lavoro. Questi dati sono infatti suscettibili di ampie variazioni, soprattutto dopo il primo anno di comunità, momento in cui viene proposto un servizio di orientamento alle scelte formative e professionali. Stato Civile e Marital Status Per quanto riguarda lo stato civile e la situazione affettiva, proponiamo un grafico che incrocia entrambe le informazioni, considerandone l’andamento nel tempo (dal 2008 al 2012). In particolare si considera la proporzione di coniugati; celibi/nubili con partner; single; separati/divorziati (nelle due versioni: single o con partner), al fine di stimare eventuali variazioni nel tempo coerenti con la sempre più giovane età del campione. 11 Distribuzione residenti per stato civile. Dal 2008 al 2012. 120 100 90 80 83 11 10 95 94 0 3 5 2011 3 2012 80 60 40 20 9 2008 0 2007 4 7 2009 Celibe - Nubile 6 2010 Coniugato 2013 Separato - Divorziato Grafico n. 13 – Distribuzione residenti per Stato Civile dal 2008 al 2012. Valori percentuali. Distribuzione residenti per Marital Status. 2008-2012 80 70 60 74 70 73 66 64 50 40 33 30 20 10 23 16 14 15 9 5 7 6 3 6 4 1 2008 2009 2010 0 Single Non sposato ma con partner Separato - Divorziato con parner Coniugato 5 0 2011 2 0 2012 Separato - Divorziato e single Grafico n. 14 – Distribuzione residenti per Marital status dal 2008 al 2012. Valori percentuali. 12 Distribuzione residenti per situazione di convivenza prima dell'ingresso in comunità dal 2008 al 2012 90 77 76 80 70 65 62 57 60 50 40 30 20 10 23 22 11 10 2 0 -102007 1 2 14 13 6 13 1 4 2008 2009 3 2010 0 0 2 2011 2 0 5 11 9 6 2 3 2012 2013 Famiglia di origine da solo con il partner o famiglia propria in carcere o altra comunità senza fissa dimora con altri familiari o altre persone Grafico n. 15 – Distribuzione residenti per situazione di convivenza prima dell’ingresso in comunità, dati dal 2008 al 2011. Lo stato civile e il marital status possono essere confrontati con la situazione di convivenza nel periodo precedente l’entrata in comunità. Dal 2008 al 2012 cresce (anche se di poco) il numero di coloro che convive ancora con la famiglia di origine (+1% rispetto al 2011, +12% rispetto al 2010 e +20% rispetto al 2008). Naturalmente questi dati – come già accennato – sono molto coerenti con la più giovane età del target di pazienti. Distribuzione residenti per sesso e situazione affettiva attuale. 2012 70 56 70 60 50 40 44 30 30 20 10 0 maschi femmine con Partner senza Partner Grafico n. 16 – Distribuzione residenti per situazione affettiva attuale. 2012 13 Maltrattamenti Una delle ipotesi che tenta di “spiegare” la dipendenza patologica dalle sostanze correla il maltrattamento subìto con il tentativo di evadere le problematiche personali e familiari per rifugiarsi nel piacere effimero delle sostanze. Secondo questo approccio, l’uso e l’abuso di sostanze rappresenta la migliore strategia di coping a disposizione per fronteggiare le difficoltà quotidiane (Brentari et Al., 2011). Ad una lettura veloce, questa teoria sembrerebbe confermata dai dati sui maltrattamenti subìti, secondo cui il 64% dei nostri pazienti è stato vittima di una qualche forma di maltrattamento durante l’infanzia e l’adolescenza. Distribuzione residenti per maltrattamenti subìti. 2012 64 70 60 36 50 40 30 20 10 0 HANNO subìto maltrattamenti NON hanno subìto maltrattamenti Grafico n. 17 – Distribuzione residenti per maltrattamenti subìti in passato. 2012 Salta subito all’occhio, dal graf. n. 18, come le donne siano molto più spesso vittima di maltrattamento, rispetto agli uomini, anche se quel 56% di maschi che dichiara di aver subìto qualche forma di trascuratezza, abuso o sfruttamento, non si può certo definire una minoranza. Distribuzione residenti per sesso e maltrattamento subìto. 2012 88 90 80 70 56 44 60 50 40 30 12 20 10 0 Maschi Femmine Maltrattamento SI Maltrattamento NO Grafico n. 18 – Distribuzione residenti per sesso e maltrattamenti subìti. Anno 2012 14 Comunque, leggendo più approfonditamente il grafico successivo, si vede anche che solo il 46% dei maschi e il 40% delle femmine dichiara che il maltrattamento subìto è correlato alla propria tossicodipendenza (graf. n. 19). Distribuzione residenti per sesso e correlazione tra maltrattamento subìto e esordio nella tossicodipendenza. 2012 60 54 60 46 40 50 40 30 20 10 0 maschi femmine Maltrattamento correlato alla td Maltrattamento non correlato alla td Grafico n. 19 – Distribuzione residenti per sesso e correlazione tra maltrattamenti e tossicodipendenza. 2012 Per visualizzare le tipologie di maltrattamento si veda il graf. n. 20, da cui risalta come i maschi si sentano maltrattati soprattutto dal punto di vista psicologico, mentre le femmine siano più spesso vittima di abusi a sfondo sessuale, oltre che di tutto il resto. Distribuzione soggetti maltrattati per sesso e tipologia di maltrattamento. 2012 44 45 40 35 30 25 25 19 20 15 16 13 12 13 12 13 13 8 10 4 6 4 5 0 Psicologico Fisico Sessuale Fisico e Psicologico maschi Psicologico, Fisico Fisico, Psicologico e Sfruttamento e Sessuale Sessuale e Psicologico Fisico, Psicologico, Sessuale e Sfruttamento femmine Grafico n. 20 – Distribuzione soggetti maltrattati per sesso e tipologia di maltrattamento subìto. Anno 2012 15 Sostanze d’esordio nell’uso di sostanze Nel 2010, la cannabis rappresentava la sostanza d’esordio più importante, rispetto all’alcol (vedi grafico n. 18). Nel 2011 registravamo un segnale inquietante: cioè che all’esordio nell’uso di sostanze (età 1214 anni), dopo l’Alcol (36%), la Cannabis (23%) e l’abbinamento delle due (Cannabis + Alcol: 27%), viene sempre sperimentata la poliassunzione delle sostanze (9%) in varie combinazioni. Distribuzione residenti per sostanza d'esordio. 2011. Distribuzione residenti per sostanza d'esordio. 2010. Psicofarmaci 3% cocaina 2% allucinogeni 1% Policonsumo varie sostanze 9% Cannabis + Coca 2% altro 1% Non noto 3% Alcol 36% Alcol 38% Cannabis e derivati 23% Cannabis e derivati 55% Cannabis + Alcol 27% Grafico n. 21 - Distribuzione residenti per sostanza d’esordio. 2010 Grafico n. 22 - Distribuzione residenti per sostanza d’esordio. 2011 Nel 2012, la poliassunzione all’esordio assume la configurazione riportata nel grafico seguente, comunque non molto differente da quella del 2011. Distribuzione residenti per sostanza d'esordio. 2012 cannabis + alcol + allucinogeni 2% cannabis +alcol + cocaina + eroina + ecstasy 2% cannabis + ecstasy 2% cannabis + coca 3% Alcool 31% Cannabis + alcol 23% Cannabis e derivati 37% Grafico n. 23 – Distribuzione residenti per sostanza d’esordio. Anno 2012. 16 Età d’esordio Per quanto riguarda l’età d’esordio nell’uso delle droghe leggere, lo scostamento tra il 2009 e il 2010 era stato lieve e si registrava solo per le fasce d’età: 12-14 anni e 15-17. Nel 2012 c’è una certa coincidenza con i dati rilevati nel 2011 (come si vede sul grafico seguente, il n. 25, le linee rappresentanti gli anni 2012 – 2011 praticamente coincidono). Distribuzione residenti per età d'esordio dell'uso di sostanze. Confronto 2011-2012 Distribuzione residenti per età d'esordio dell'uso di sostanze. Confronto 2009-2010 80% 80 60% 60 40% 40 20% 20 0% Inferiore agli 12 - 14 anni 11 anni 15 - 17 anni 18 - 20 anni 21 - 23 anni 24 - 26 anni 27 - 29 anni 0 30 e oltre ≤ 11 anni 2009 2010 12 - 14 anni 15 - 17 anni 2011 Grafico n. 24 - Distribuzione residenti per età d’esordio. 2009-2010 18 - 20 anni 2012 Grafico n. 25 - Distribuzione residenti per età d’esordio. 2011- 2012 Droghe pesanti Per quanto riguarda, invece, l’età d’esordio per le droghe pesanti, il grafico seguente mostra come l’età media si stia abbassando: ben il 24% delle persone in carico nel 2011 avevano iniziato ad assumere sostanze più pesanti nella fascia d’età 12-14 anni (nel 2009 la percentuale per questa fascia d’età era del 7% e nel 2010 del 16%). Nel 2012 la situazione resta relativamente stabile. In modo corrispondente diminuiscono coloro che riferiscono di iniziare l’uso di droghe pesanti a 15-17 anni o a 18-20, come è possibile evincere dai dati riportati nel grafico seguente. Distribuzione residenti per età d'esordio droghe pesanti. Confronto 2009 -2012 60 50 40 30 20 10 0 < 11 anni 12 - 14 anni 15 - 17 anni 18 - 20 anni 2009 21 - 23 anni 2010 24 - 26 anni 2011 27 - 29 anni 30 - 32 anni 33 - 35 anni da 36 anni in su 2012 Grafico n. 26 - Distribuzione residenti per età d’esordio nell’uso di droghe pesanti. Confronto dal 2009 al 2012. Valori percent. 17 Le sostanze d’abuso primarie menzionate dai pazienti sono visualizzabili nei grafici seguenti. Distribuzione residenti per sostanza d'abuso primaria. 2012. Anfetamine+cocaina 2% metadone 1% eroina + ecstasy 1% GHB alcol + cocaina 1% 3% eroina + cocaina + alcol 2% crack+ketamina 2% eroina + alcol 3% eroina + ketamina 5% eroina + cannabis 6% eroina + cocaina 8% eroina 58% cocaina 8% Grafico n.27 - Distribuzione residenti per sostanza d’abuso primaria. Anno 2012. Valori percentuali. Il primato di sostanza d’abuso primaria nel 2012 è ancora quello dell’eroina (58%), anche se in leggera flessione rispetto agli anni precedenti (infatti si registra un – 3% rispetto al 2011 ed un – 18 % rispetto al 2010). Continua, come nell’anno precedente, la sfaccettatura rispetto al policonsumo di due o più sostanze, tutte considerate sostanze d’abuso primarie dai pazienti. A questo proposito ricordiamo che nella nostra cartella anamnestica rileviamo anche la sostanza d’abuso secondaria, quindi chi volesse semplicemente menzionare una o più sostanze secondarie, potrebbe farlo rispondendo a questa domanda. Invece i pazienti riferiscono che le sostanze menzionate come sostanze primarie sono tutte effettivamente sostanze primarie. Rispetto all’anno precedente, si notano alcune new entry, tra cui: il crack, le anfetamine e il GHB. Per un confronto con il 2011 si veda il grafico seguente. Si veda, inoltre, la netta differenza rispetto a quanto accadeva nel 2010, le cui sostanze primarie sono raffigurate nel grafico successivo. 18 Distribuzione residenti per sostanza d'abuso primaria. 2011 eroina + eroina + cocaina + alcol cocaina 3% 3% eroina + cannabis 5% alcol + cocaina 7% eroina + ketamina 9% cocaina 12% eroina 61% Grafico n. 28 – Distribuzione residenti per sostanza d’abuso primaria. Anno 2011. Nel 2010, invece, la situazione era la seguente. Distribuzione dei residenti per sostanza d'abuso primaria. 2010 Eroina Cocaina Alcol 5% 19% 76% Grafico n. 29 – Distribuzione risposte residenti per sostanza d’abuso primaria. Anno 2010. 19 3. Dati su nuove richieste di ingresso relative all’anno 2012 ed esiti Numero delle nuove richieste di ingresso Analisi degli esiti delle richieste di ingresso Pazienti che sono entrati in Comunità nell'anno 2012 Pazienti che non si sono presentati il giorno concordato per l'ingresso 29 NUMERO DI NUOVE RICHIESTE 49 Pazienti segnalati nel 2011 ed entrati in comunità nel 2012 3 Pazienti che in passato erano già stati ospiti della Comunità Villa Renata 3 Pazienti che ci sono stati solo segnalati e non è seguito un colloquio 10 Totale 54 Pazienti attualmente ancora in CPA, in attesa di scalaggio sostitutivo 1 Pazienti che si sono auto-segnalati 3 Pazienti che hanno scelto di intraprendere il percorso ambulatoriale 4 Pazienti attualmente in carcere 1 Dall’analisi degli esiti delle nuove richieste di ingresso, emerge che, delle 54 segnalazioni pervenute in comunità e riguardanti i potenziali casi da inserire per un trattamento di riabilitazione, il 53% delle persone interessate è stato poi effettivamente inserito nel corso del 2011 (29 persone in termini assoluti: + 10% in più rispetto all’anno 2011). Per il 22% delle persone segnalate (12 su 54) sono state concordate le seguenti azioni, analiticamente sintetizzate nella tabella a fianco: iniziare un percorso ambulatoriale presso il serd; restare in comunità di pronta accoglienza per completare il programma di disintossicazione; iniziare un percorso residenziale presso un’altra struttura. Questo risultato denota come i percorsi di collaborazione sinergica con i servizi invianti e le altre comunità del territorio consenta di “lavorare in rete” per mantenere quante più persone possibili entro percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale. Il 24% (13 persone su 54) risulta invece e purtroppo “missing”, cioè non si è mai presentato al colloquio o non ha mai concordato un colloquio con la referente nonostante la segnalazione del servizio inviante, oppure ha interrotto i rapporti anche con il Serd dopo la segnalazione. Pazienti che hanno interrotto i rapporti anche con il Serd dopo la segnalazione Pazienti che hanno scelto un altro percorso residenziale TOTALE 1 2 3 54 Sottolineiamo che è diminuito nettamente il numero di persone inviate in Pronta Accoglienza perché, come accennato già nel 2011, abbiamo deciso di optare per la possibilità di mantenere agganciati i pazienti segnalati, offrendo loro l’opportunità di ridurre drasticamente i tempi di attesa e di disintossicarsi presso la nostra struttura, senza far intervenire quindi cambiamenti di contesto che talvolta risultano decisivi in senso negativo. Ci preme sottolineare, infine, che nel 2012 sono aumentate da parte dei Serd, le richieste di ingresso dei ragazzi giovani e giovanissimi. 20 4. Dati su conclusione dei trattamenti e modalità di dimissione I pazienti dimessi dal programma nel 2012 (con “Trattamento completato” o “Dimissioni concordate”) sono stati 11. I pazienti usciti precocemente (quindi con auto-dimissioni) sono stati 13. Il totale dei pazienti che hanno terminato il programma nel 2012 è quindi 24. Su questo totale, l’incidenza delle dimissioni in cui il programma è stato portato a termine (trattamento concluso e dimissioni concordate) è pari al 45%. Ricordiamo che, per esito positivo, intendiamo: Un trattamento completato : per cui si intende il pieno conseguimento degli obiettivi concordati in tempi compatibili con quelli programmati. Ci si riferisce sia ad obiettivi di cura, sia al raggiungimento di una autonomia abitativa ed economica. Una dimissione concordata : in questo caso, la dimissione è stata anticipata rispetto ai tempi previsti, ma è avvenuta in accordo tra paziente, Comunità e Serd (ad esempio: precoce raggiungimento degli obiettivi concordati, mancanza di possibili e ulteriori evoluzioni, limitazione del budget per il prosieguo della presa in carico, etc.). In questi casi, il paziente raggiunge una relativa stabilità emotiva ed un’autonomia economica che gli consentono di proseguire il proprio percorso senza l’accompagnamento di tipo comunitario. Per auto-dimissione intendiamo, invece, un’interruzione precoce e non concordata del programma di trattamento. Nella tabella sotto riportata è possibile visualizzare tempi e modalità di dimissione / uscita. Sottolineiamo che, rispetto al 2011, questa percentuale di esiti positivi aumenta di un + 14%. Nel corso del 2012, per il 54% dei pazienti (13 su 24) si è trattato di un’auto-dimissione avvenuta in un arco di tempo compreso tra i 6 e i 12 mesi (quindi con un discreto indice di ritenzione in trattamento). Per un 29% di pazienti auto-dimessi si è trattato di un tempo di ritenzione in trattamento più basso (da 1 a 3 mesi). e, infine, per 1 paziente si è trattato di un’espulsione dalla comunità, avvenuta per motivi gravi e comportamenti non conformi al regolamento comunitario. 4 7 1 4 5 2 1 TRATTAMENTO COMPLETATO (18-24 mesi) DIMISSIONI CONCORDATE (18-24 mesi) Autodimissioni ENTRO 12 MESI Autodimissioni ENTRO 6 MESI Autodimissioni ENTRO 3 MESI Autodimissioni ENTRO 1 MESE ALLONTANA MENTO Colloqui Psicoterapici Post - Dimissione Nel 2012, ben l’81% (9 su 11) dei pazienti dimessi dalla Comunità Terapeutica ha proseguito l’attività clinica psicoterapica individuale con il terapeuta di riferimento, in accordo con i Serd di provenienza, anche dopo le dimissioni. È con soddisfazione che sottolineiamo che, in alcuni casi (in particolare, nel 22% dei casi), i pazienti dimessi hanno voluto proseguire i colloqui psicoterapeutici individuali pagandoli autonomamente, per un periodo di tempo variabile dai 3 mesi ad 1 anno dalla dimissione. 21 SECONDA PARTE: I NOSTRI DISPOSITIVI E LE ATTIVITÀ REALIZZATE 5. Dispositivi educativi, ludico ricreativi e progetti innovativi realizzati nella Comunità Villa Renata nel 2012 Dopo la panoramica sull’utenza di Villa Renata, presentiamo adesso i dispositivi tradizionali e innovativi attivati nel 2012, che costituiscono una parte rilevante del programma terapeutico. Anche nel 2012 Villa Renata ha continuato ad offrire ai pazienti quei dispositivi che riteniamo fondanti della nostra proposta di cura quali le attività psicoterapiche individuali e gruppali settimanali, quelle pedagogiche – educative ed una rosa di attività integrative che, nel loro insieme, avevano la finalità di coinvolgere attivamente tutti i residenti in progetti utili, versatili e interessanti, con l’obiettivo di rispondere in modo personalizzato ed efficace alle esigenze e agli interessi specifici dell’intero gruppo di pazienti. Alcune di queste attività possono essere intese come un’evoluzione e un perfezionamento di attività comunitarie pre-esistenti, in altri casi le attività integrative e innovative si propongono come un’offerta di servizi aggiuntivi e complementari che rispondono ai bisogni sempre più complessi della persona nella sua globalità (relazione e socializzazione, attività creative e ricreative, orientamento, formazione ed esperienza lavorativa, etc.). La filosofia di fondo, in questa organizzazione funzionale delle attività comunitarie, è anche quella di raccogliere i segni di un’evoluzione del modello comunitario (non più generalizzato e standardizzato ma sempre più personalizzato e ritagliato sui bisogni individuali e di gruppo del target degli ospiti), rilanciandoli come sfide alla nostra stessa operatività quotidiana. Adesso entriamo nel merito di alcune attività e progetti proposti e realizzati da Villa Renata, per considerare concretamente quanto appena enunciato e in particolare analizzando nel dettaglio alcuni dispostivi tradizionali e tutti i dispositivi innovativi proposti. 5.1. Dispositivi Educativi (L’Orto, Lo Sport, Calcio 2012, Rapporti con Municipalità del Lido e Pellestrina, Educazione Stradale, Corso di lingua spagnola, Seminario di Theatre Therapy a Venezia); 5.2. Dispositivi Ludico-ricreativi (Musica: Scrivo la mia canzone; Le parole delle canzoni: viaggio nel mondo dei cantautori; Tempo libero; Zumba fitness; Mangiando s’impara: sapori e saperi; Mountain Bike 2012; Viaggio nella memoria sulla diga del Vajont; Mezza Maratona “Behobia-San Sebastian” ); 5.3. Educazione alla Salute 5.4. Area dell’inclusione sociale 5.5. Area Clinica 22 5.1. Dispositivi Educativi “l’ORTO” dr. Carlo Bovo L’orto della comunità è situato a Malamocco, una striscia di terra stretta tra la laguna di Venezia e il mare Adriatico, frazione del Lido di Venezia nota per la sua storia e per la sua natura. L’orto ha una superficie di un ettaro (10.000 mq), è di proprietà del Comune di Venezia ed è dato in concessione a Villa Renata. Nel 2012, come ogni anno, è stato realizzato in questo appezzamento di terreno un progetto educativo denominato “Attività in Orto”. Al progetto partecipano quotidianamente una decina di ospiti della comunità, eseguendo lavori assolutamente confacenti alle forze di ciascuno e sempre affiancati dagli educatori. Gli ospiti stessi sono anche protagonisti delle scelte produttive. Questo dispositivo terapeutico, infatti, è progettato in modo da non lasciare ai pazienti solo la mera esecuzione meccanica del lavoro di coltivazione. Gli ospiti vengono coinvolti nel processo di produzione stabilendo in anticipo, assieme all’educatore responsabile, gli obiettivi stagionali da raggiungere e la strategia produttiva. Pianificare la sistemazione di un impianto d’irrigazione, la potatura di un frutteto, o il sesto d’impianto delle colture richiede uno sforzo intellettivo che obbliga gli ospiti, tra i quali moltissimi di giovane età, a intraprendere nuove e vere sfide, con le quali molto spesso si misurano con passione e dedizione. Nella squadra di lavoro viene periodicamente individuato tra i pazienti un responsabile dell’intero orto e alcuni responsabili di area, in base all’inclinazione di ciascuno ai diversi lavori da eseguire, dalle potature alle sistemazioni idrauliche fino alla manutenzione ordinaria degli attrezzi e dei ricoveri. Non mancano momenti di svago in gruppo: durante la stagione estiva si approfitta della vicinanza del mare per fare un tuffo rinfrescante dopo aver lavorato; inoltre è un luogo idoneo a svolgere feste e grigliate in compagnia degli educatori. 23 “lo sPORT” dr.ssa Maria Chiara Ghezzo Come noto, la comunità Villa Renata è da sempre particolarmente sensibile allo sport in tutte le sue sfaccettature. Lo sport infatti riveste per noi un ruolo fondamentale nel contesto delle attività con forte valenza educativa, proprio per tutti gli aspetti didattici intrinseci e per le prospettive di cambiamento che esso offre: dall’interesse che suscita ai messaggi di coesione e sforzo comune che veicola. Lo sport influisce quindi notevolmente sull’evoluzione e sulla maturazione della persona, soprattutto per i più giovani, proprio in quanto legato ad interessi che facilitano il coinvolgimento e l’impegno negli obiettivi condivisi e nel lavoro di squadra. Inoltre, la riscoperta e la valorizzazione delle proprie capacità fisiche e un nuovo rispetto verso il proprio corpo rappresentano dei traguardi importanti soprattutto per ragazzi e ragazze sempre in conflitto con la propria fisicità. LE ATTIVItà sportive PALLAVOLO Anche nel 2012 l’attività sportiva di pallavolo è stata svolta dai ragazzi con una certa costanza e divertimento. Il periodo di durata di tale attività ha abbracciato i mesi compresi tra ottobre 2011 e giugno 2012 Una buona parte di ragazzi ha percepito il beneficio di questa pratica sportiva perché ha dimostrato di impegnarsi con serietà e continuità in un’attività fisica salutare, che ha consentito loro di scaricare positivamente le energie, di divertirsi e di misurarsi in modo maturo con le nuove sfide. Come in tutti gli sport di squadra, nella pallavolo è importante mantenere il proprio ruolo durante la partita ma soprattutto è necessario rispettare quello degli altri. Questo aspetto è fondamentale per trasmettere ai ragazzi il rispetto dell’altro, non solo del ruolo. Ad alcuni dei ragazzi che si prestavano per la prima volta in questo tipo di attività è stato chiesto di continuare gli allenamenti con la squadra dell’associazione polisportiva “Terra e Mare” del Lido, nell’ora successiva a quella consueta a disposizione. La squadra è formata da persone di età compresa fra 18 e 35 anni, e rappresenta un’eccellente modalità, per i ragazzi, per socializzare con persone esterne alla comunità. 24 TORNEO DI BEACH VOLLEY Nel luglio 2012 Villa Renata ha partecipato attivamente al torneo di beach volley organizzato dall’associazione polisportiva “Terra e Mare”, del Lido di Venezia. La collaborazione attiva con la polisportiva ha consentito ai nostri ragazzi di giocare e competere nel torneo Questa partecipazione ha consentito di assumere anche un’altra importante funzione, perché “Terra e Mare” si è configurata anche come punto di appoggio per la distribuzione di bibite a tutti i partecipanti del torneo. ACQUAGYM Come ogni anno, da 5 anni a questa parte, durante tutta la stagione estiva un’operatrice della comunità tiene un corso di acquagym in spiaggia che prevede 2 allenamenti settimanali mirati all’esercizio fisico in acqua con l’utilizzo di attrezzature di gommapiuma. TORNEO DI BEACH TENNIS Nel maggio 2012, 8 ragazzi della comunità hanno partecipato ad un torneo di beach tennis “Lanna & Gaia Cup” svoltosi sulla spiaggia del “Pachuka” al Lido di Venezia, classificandosi tra i primi 5 posti. Questa esperienza è stata importante per i ragazzi sia per la costanza dell’impegno, sia per quanto riguarda l’aspetto prettamente sportivo che include regole, limiti, rispetto dell’altro in un comportamento adeguato, sia per quanto concerne l’aspetto più ludico, aggregativo, che ha offerto loro di sperimentarsi nello sport e nelle relazioni in modo nuovo. LA PALESTRA Nella cornice del progetto “Sport”, grazie al supporto di alcuni volontari storici della comunità e al coordinamento degli educatori con soggetti del territorio lidense, la comunità è riuscita ad allestire una palestra interna per promuovere l’esercizio fisico e l’allenamento degli ospiti coinvolti nelle attività sportive. La palestra, di cui si vedono alcune foto a fianco, è il frutto di un lavoro di diversi mesi, coordinato da un educatore e progettato, e concretamente realizzato, da un gruppo di ospiti che si sono attivati sia nell’ideare sia nel costruire e allestire materialmente la palestra. L’attività della palestra, ubicata all’interno di una struttura residenziale del lido, è seguita e coordinata da un’educatrice con patentino certificato CONI (dr.ssa Annalinda Scairato). Un grazie particolare al nostro amico Lorenzo Mascari, personal trainer, attraverso il quale abbiamo avuto in donazione parte del prezioso arredo della palestra. 25 “CALCIO 2012” op. Matteo Rocco Finalità e obiettivi Anche nel 2012, come ormai da molti anni, il calcio ha avuto un ruolo rilevante all’interno delle attività sportive promosse dalla comunità. L’obiettivo della pratica dello sport più popolare del nostro paese, all’interno di un contesto comunitario, è molteplice e si è cercato di impostarlo in modo da rispondere tanto alle esigenze sportive quanto, e soprattutto, a quelle educative. Metodi Seguendo una formula ormai collaudata nel tempo, è stato strutturato anche per tutto il 2012 un appuntamento settimanale aperto a tutti gli utenti che volevano parteciparvi; l’unico requisito è stata un’accettabile condizione fisica dei pazienti coinvolti, per cui dopo l’ingresso in comunità si aspettava che gli interessati raggiungessero una stabilità minima, soprattutto coloro con marcati sintomi astinenziali. Come negli anni precedenti, si è cercato di favorire la partecipazione all’attività anche delle ragazze e alcune di loro, anche se non in maniera costante durante tutto l’anno, vi ha preso parte. Il loro coinvolgimento ha aiutato a raggiungere l’obiettivo da sempre preposto, di ridurre la componente competitiva e agonistica e favorire la parte ludica e aggregativa di questo sport, aiutando a far si che esso assuma una valenza educativa: una maniera di vivere il calcio differente da quella cui siamo spesso abituati. Il coinvolgimento delle ragazze ha inoltre favorito l’inserimento nel gruppo di coloro che inizialmente non partecipavano perché temevano un ambiente troppo competitivo. Tornei e risultati Dopo l’ottima esperienza dell’anno precedente, anche nel 2012, una squadra formata dai ragazzi della comunità ha partecipato in anonimato al torneo di calcetto organizzato dal Tenderin Sportivo, un’associazione sportiva del territorio da anni impegnata ad organizzare manifestazioni a livello amatoriale, rivolte quindi a non tesserati. Il torneo si è svolto da Gennaio a Maggio 2012 in un centro sportivo polifunzionale del territorio, ed ha visto la partecipazione di ben 18 squadre. Villa Renata ha partecipato con una squadra di 9 ragazzi più l'educatore responsabile del progetto. Anche quest'anno la richiesta di iscriversi al torneo è giunta direttamente dai ragazzi e questo ha permesso sin dall'inizio di discutere approfonditamente delle responsabilità che un’esperienza del genere, esterna 26 alla comunità, comportava. Con l'iscrizione infatti, ognuno di loro si impegnava a partecipare a tutte le partite con continuità e ad avere sempre un comportamento consono che non creasse problemi all'interno della squadra e tra la nostra squadra e le altre. Due dei ragazzi avevano partecipato anche l'anno precedente e sono stati di grande supporto all'educatore nel trasmettere ai compagni lo spirito della partecipazione a questo torneo. Forse ancor più dell'anno precedente, i risultati sono stati molto positivi: il comportamento della squadra è sempre stato consono e responsabile, anche da parte di chi, contemporaneamente, attraversava momenti difficili del percorso comunitario. Il gruppo si è molto consolidato nel tempo ed è molto migliorato sia a livello sportivo, sia a livello di coesione, ed ha svolto un’importante funzione di mutuo aiuto nei momenti di difficoltà del singolo. Solo uno dei partecipanti ha abbandonato il programma durante lo svolgimento del torneo; tutti gli altri attualmente sono nella fase di reinserimento. Un aneddoto C'è inoltre da segnalare un’importante appendice che ha riguardato questo gruppo. Una delle squadre avversarie, incontrata al torneo, era formata da ragazzi proprietari di un’azienda agricola, che ha subìto ingenti danni dalla tromba d'aria abbattutasi su Venezia nell'estate 2012. Gli organizzatori del torneo hanno promosso un altro mini-torneo di una giornata per raccogliere fondi da devolvere a questa azienda. I ragazzi della comunità hanno deciso di partecipare a questo evento pagando di tasca propria l'iscrizione. 27 “RAPPORTI CON MUNIPALITÀ DEL LIDO E PELLESTRINA” dr.ssa Patrizia Cristofalo, dr. Carlo Bovo, dr.ssa Maria Chiara Ghezzo Da anni Villa Renata è un punto di riferimento per alcune attività in collaborazione con la Municipalità del Lido e Pellestrina: con il territorio, infatti, esiste da tempo uno scambio attivo e continuo. Villa Renata supporta la Municipalità soprattutto nelle attività di affissione di manifesti e locandine negli appositi spazi delle pensiline delle fermate degli autobus, attività ben avviata a tal punto da essere ritenuta ormai una precisa Responsabilità della Comunità e prevede la scelta di due fra i ragazzi che portino avanti l’impegno, sempre monitorati dall’operatore. Questa responsabilità esige alcuni requisiti (ad esempio essere in possesso della patente B e poter guidare i mezzi della comunità) e per questo i ragazzi scelti sono già ad un buon punto del programma e godono di una certa affidabilità, anche perché si espongono nell’attività a nome della comunità. Un altro impegno in essere con la Municipalità del Lido e Pellestrina riguarda il trasporto di arredi per varie occasioni, tra cui eventi culturali all’aeroporto “Nicelli” del Lido di Venezia, mercatini locali e feste paesane. Nel 2012 lo staff della municipalità – oltre al simbolico contributo monetario erogato ogni anno a saldo del lavoro all’associazione Exit, che ha provveduto a girare l’importo a “Cassa Ragazzi”1– ha voluto sottolineare la gratitudine nei nostri confronti offrendoci un rinfresco a buffet all’interno dell’Aeroporto e la possibilità di assistere gratuitamente ad un concerto che si è svolto all’interno del medesimo. Con il contributo attivo della comunità, in concomitanza del Carnevale di Venezia, il territorio organizza ogni anno due pomeriggi dedicati ai bambini (giovedì grasso presso “Piazzetta Lepanto” al “Mercà” e martedì grasso in “Piazza Malamocco”, sempre al Lido) dove i pazienti intrattengono la popolazione con giochi, musica, laboratori di maschere e trucchi. Entrambe le giornate, nel 2012, hanno riscosso un grande successo di pubblico e di gradimento. Rispetto a quest’ultima attività Villa Renata ha ricevuto anche un ringraziamento scritto da parte del “Comitato di Malamocco” in cui veniva sottolineata la competenza e professionalità del team e da cui emergeva un plauso per la buona volontà dei ragazzi nel portare avanti negli anni questo impegno con successo. 1 La cassa ragazzi è il fondo, a disposizione degli ospiti, con cui si effettuano l’acquisto di sigarette e le spese comuni relative alle attività di gruppo nel tempo libero. 28 “EDUCAZIONE STRADAlE” op. Matteo Rocco, dr. Marco Anzovino Da molti anni ormai gli ospiti della Comunità Villa Renata vengono coinvolti dagli educatori nella gestione dei mezzi di trasporto della Comunità, 4 furgoni. L’educatore di riferimento per la gestione dei mezzi gestisce, con l’ausilio di un piccolo gruppo di pazienti, il parco mezzi, occupandosi delle pulizie, di eventuali problemi meccanici, degli aspetti burocratici (assicurazione, revisione, ecc ). Dopo diversi mesi di permanenza nel programma, ad alcuni ospiti (dotati di patente di guida valida) viene conferita l’opportunità di guidare. È prassi però dover superare un esame di guida “interno” con il coordinatore degli educatori. Oltre a verificare le reali capacità di guida, l’esame rappresenta un importante momento educativo per poter discutere di regole e di educazione stradale, e per rivedere insieme il codice della strada. Naturalmente, possono accedere a questa responsabilità solo i pazienti che non assumono alcun tipo di terapia farmacologica. Per sensibilizzare maggiormente i nostri ospiti, nel dicembre 2012, la Comunità ha organizzato un incontro con EROS VIEL (foto), l’autore del libro “4 Giorni di Assoluto Silenzio”, insegnante di chimica e affezionato a musica, montagne e letteratura, il quale da alcuni anni sta testimoniando attraverso conferenze, dibattiti, articoli, una possibilità di risposta al dramma della morte su strada. Un incontro di educazione civica che ha portato riflessioni importanti sul tema dei comportamenti a rischio, della necessità di vivere gli eccessi, dello sballo, del rispetto per sé e per gli altri partendo dal significato del termine “strada” (Tratto di terreno, generalmente spianato o lastricato o asfaltato, che permette la comunicazione fra più luoghi). Da qui la considerazione che la “Strada è diventata sempre di più un luogo di morte, soprattutto per i giovani e, quando purtroppo accade, ci si accorge di colpo che bellezza, denaro, successo, bravura, intelligenza, tempo e ardimento non pagano; e chi resta si ritrova con gli occhi gonfi ed un vuoto incolmabile”. Queste le parole del professor Viel capace poi di spiegare in modo semplice ed efficace le dinamiche più frequenti dei comportamenti a rischio, ma soprattutto di coinvolgere i nostri ospiti e di farli riflettere sui loro comportamenti. 29 “CORSO DI lINGUA SPAGNOlA” dr.ssa Estefania Martínez Per il terzo anno consecutivo la Comunità Terapeutica Villa Renata ha organizzato lo svolgimento di un corso di lingua spagnola con cadenza settimanale per gli ospiti all’interno della comunità. Come ogni anno il corso è stato rivolto agli ospiti della comunità che si avvicinano per la prima volta allo studio della lingua spagnola, ma anche a coloro che hanno già una preparazione di base e che desiderano approfondire la conoscenza della lingua. Metodologia e Obiettivi Il corso di lingua spagnola per stranieri è diviso in tre livelli. Si basa su principi metodologici moderni e innovativi, grazie ai quali lo studente viene messo in grado di comunicare subito con facilità e sicurezza nelle situazioni reali. Particolare rilievo viene dato allo sviluppo delle capacità comunicative, che sono stimolate attraverso attività vivaci, coinvolgenti ed altamente motivanti poiché centrate sull’autenticità delle situazioni, sulla varietà e sull’interazione nella classe. Allo stesso tempo, non è trascurata la riflessione grammaticale né mancano momenti di sistematizzazione, di fissazione e di rinforzo dei concetti appresi. Il corso è inoltre ricco di informazioni sulla vita reale e sulla cultura spagnola. Risultati Quest’anno il corso di lingua spagnola si è svolto nell’arco di un anno accademico, da settembre a maggio. Per la prima volta il corso è stato introdotto nell’ambito delle attività lavorative della comunità, aumentando a 3 le ore settimanali riservate a questo progetto. Nel 2012/2013 ha partecipato al corso un totale di 27 utenti, dei quali 15 sono riusciti a finire il primo ciclo e 8 hanno completato il corso. Obiettivi raggiunti Visto l’interesse e l’entusiasmo, che i ragazzi hanno dimostrato l’anno scorso, si era prevista la possibilità di proseguire all’esterno della Comunità l’attività del corso di spagnolo realizzando l’esame DELE (Diploma de Español como Lengua Extranjera) , riconosciuto a livello europeo, presso l’università Ca’ Foscari. A maggio 2013 per la prima volta un’utente parteciperà a detto esame, e si prevede la partecipazione di altre tre utenti a novembre 2013. Queste prove esterne avvicinano l’utente a percorsi formativi maturando le sue capacità per futuri inserimenti lavorativi. Con lo studio di una lingua ci si apre a nuove realtà, a nuove culture, mettendo in discussione il proprio sé. Spesso è ciò che pensiamo già di sapere che ci impedisce di imparare cose nuove. 30 “SEmINARIO DI ThEATRE ThERAPy a venezia” op. Giuliano Morasco, dr.ssa Ambra Comin Organizzazione leader: European Threatment Centers for Drug Addiction (Euro-TC). Organizzazioni partecipanti Comunità Terapeutiche: “Leo Amici” e “Megallo” (Ungheria), “Tannenhof” (Germania), “Therapiesalom im Wald” (Austria), Zadjednica Susret (Croazia), Fachklinik im Deerth (Germania), “CEIS” e “Villa Renata” (Venezia). Periodo di svolgimento: 07-08 Dicembre 2012; Luogo: Mestre (Venezia) Obiettivi del workshop: Apprendimento ed esecuzione di esercizi di teatro terapia di diverso orientamento Utilizzo di modalità alternative di espressione Promozione dello scambio interpersonale fra i partecipanti ai laboratori Preparazione di una performance finale sul tema “The Turning Point” Metodologia È stata scelta l’esecuzione di semplici esercizi fisici con lo scopo di apprendere un modo alternativo per esprimere se stessi, la propria esperienza di vita e le proprie emozioni, servendosi non solo del proprio corpo ma anche di strumenti musicali di vario genere, condividendoli poi con i partecipanti dei singoli workshop. Svolgimento Durante i due giorni dedicati al seminario di teatro terapia, i quattro gruppi si sono impegnati a seguire i laboratori tenuti dai quattro insegnanti designati, i quali hanno cercato di trasmettere delle tecniche di teatro terapia, seguendo i propri modelli teorici di riferimento. Inoltre, in previsione della preparazione della performance finale, ogni gruppo ha avuto il compito di riflettere sul tema scelto: il “Turning Point” (o punto di svolta). Subito dopo le esibizioni, ogni comunità terapeutica ospite ha messo in scena il proprio spettacolo. Partecipanti Il gruppo che ha preso parte al workshop era composto da due ragazze e tre ragazzi (età media: 23.6 anni), provenienti dalle province di Vicenza, Verona e Treviso. Conclusioni il seminario di teatro terapia ha visto la piena partecipazione di cinque dei nostri ospiti, che avevano preso parte all’annuale Laboratorio di teatro condotto da Giuliano Morasco. I ragazzi, per niente spaventati dalle difficoltà di comunicazione per via delle diverse nazionalità degli altri partecipanti, sono stati perfettamente in grado di mettersi in gioco. Hanno abbandonato temporaneamente gli abiti del “paziente”, per mescolarsi all’interno di un gruppo eterogeneo di individui che avevano come unico obiettivo quello di conoscersi e di condividere esperienze, ma soprattutto di divertirsi all’insegna della salute. 31 5.2. Dispositivi Ludico-ricreativi In questa categoria rientrano i dispositivi definiti ludico-ricreativi ma intesi a integrare a pieno titolo i dispositivi educativi visti sopra, proprio per il valore intrinseco di attività, come quelle proposte, tese a organizzare nel modo migliore e più partecipato possibile il tempo libero degli ospiti. Questi dispositivi si suddividono in tradizionali e innovativi. In questo caso esamineremo in toto tutti i dispositivi proposti, sia quelli tradizionali sia quelli innovativi, proprio per sottolineare l’impegno di Villa Renata nello sperimentare e offrire proposte ludico-ricreative innovative e creative, dalla forte valenza educativa, che si sono pian piano consolidate nel tempo in un’offerta di servizi integrativi, grazie al successo e ai buoni risultati ottenuti tra i ragazzi. I dispositivi ludico-ricreativi sono stati i seguenti: Musica: Scrivo la mia canzone Le Parole delle canzoni: viaggio nel mondo dei cantautori Tempo libero Zumba fitness Mangiando s’impara: sapori e saperi Mountain Bike 2012 Viaggio nella memoria sulla diga del Vajont Mezza Maratona “Behobia-San Sebastian” 32 “Musica: SCRIvO lA mIA CANZONE” dr. Marco Anzovino La Comunità Terapeutica Villa Renata dal 2006 ha allestito presso la struttura “Il Glicine” una sala musica attrezzata di strumenti, inserendo tra i dispositivi ludici-terapeutici un laboratorio musicale di scrittura di canzoni , fornendo agli utenti strumenti, tecniche, linguaggi, approcci formativi legati alla musica affinché diventino un mezzo cosciente e positivo per la loro crescita ed il loro sviluppo di relazione. Il progetto “Scrivo la mia canzone” offre soprattutto agli ospiti di Villa Renata un'esperienza di vita, di gruppo e di protagonismo positivo facendo emergere le loro capacità, i loro talenti, i loro sentimenti, i loro pensieri ed attraverso il linguaggio della canzone la possibilità di condividerli. Un'esperienza che si fonda su valori importanti come il divertimento sano, la collaborazione, il superamento di eventuali difficoltà. 1. STRUMENTI ED OBIETTIVI Il laboratorio prevede una serie di incontri «teorici» condotti dall’educatore Marco Anzovino che si svolgono il venerdì pomeriggio ed il sabato mattina per due ore e mezza circa ad incontro , nei quali vengono affrontati diversi temi legati agli aspetti comunicativi e tecnici della musica e delle canzoni . Successivamente gli incontri hanno carattere più pratico legato alla realizzazione delle canzoni (utilizzando gli strumenti musicali, le attrezzature della sala prove ) Obiettivi concreti Creare un gruppo di pazienti che attraverso un percorso artistico, aggregativo e di condivisione possa imparare a comunicare, a raccontarsi e a veicolare emozioni e stati d’animo con i testi delle canzoni, la melodia di una musica, il canto. L’obiettivo finale sarà l’esibizione in uno spettacolo dove gli ospiti canteranno dal vivo le loro canzoni . Al termine del laboratorio viene realizzato il cd con i brani scritti dagli ospiti i quali vengono registrati nella sala prove di Villa Renata con l’aiuto di professionisti e tecnici esperti del settore. Obiettivi educativi e formativi Attraverso le canzoni, gli ospiti riescono a raccontare con immediatezza il proprio vissuto, le proprie esperienze, i sogni, le aspettative e la ricerca, spesso sofferta o nascosta, di valori di riferimento e di uno spazio sociale ed espressivo. 2. METODO Per partecipare al laboratorio non sono richiesti requisiti specifici in ambito musicale. Il metodo che viene applicato è quello di stimolare i pazienti nello sviluppo della propria creatività . Per quanto sia richiesto un intervento individuale nella scrittura dei testi musicali, gran parte degli incontri si svolgerà in gruppo al fine di sviluppare momenti di confronto, di scambio e di relazione con gli altri. L’esperienza ed il dialogo di gruppo agevolerà in maniera positiva e costruttiva l’ascolto ed il rapporto interpersonale favorendo il superamento di momenti di solitudine, difficoltà o disagio . L'entusiasmo, il divertimento, il coinvolgimento diretto, il protagonismo nella creazione di un brano e l’opportunità di avere spazio e visibilità nello spettacolo, la possibilità di incontrare e conoscere altri ragazzi saranno lo stimolo fondamentale per tutti i partecipanti ad intraprendere un percorso di crescita sano che costituirà un valore primario per lo sviluppo e l'appagamento culturale e sociale. 33 3. RISULTATI Dal 2006 al 2012 sono stati realizzati 11 album di cui 2 nel 2012: “10 fogli di un viaggio” ( maggio 2012, contiene 10 canzoni inedite scritte, cantate ed illustrate dagli utenti. Durata del percorso: gennaio 2012 – maggio 2012 ) e “Bianco su Nero” ( dicembre 2012, contiene 11 canzoni scritte cantate ed illustrate dagli utenti. Durata del percorso: agosto 2012 – dicembre 2012 ) 10 fogli di un viaggio: 12 partecipanti : Marco, Elena, Veronica, Diego, Ivan, Enrico, Alessandro, Matteo, Michela, Genni, Giorgia, Marco. Bianco su Nero: 14 partecipanti : Francesco, Diego, Silvia, Alessandro, Marco, Silvano, Giorgia, Gregorio, Ivan, Alessandra, Tobia, Andrea, Steven, Daniel. Entrambi gli album sono stati presentati in pubblico attraverso due concerti che si sono svolti presso il Teatro “Ai Frari” di Venezia e la Sala Polifunzionale “Coletti” sempre a Venezia. I partecipanti sono stati coinvolti in tutte le fasi del progetto, dalla scrittura dei testi all'esecuzione canora e strumentale, fino all'esibizione finale sul palco. 34 “LE PAROLE DELLE CANZONI” Viaggio nel mondo dei cantautori dr. Marco Anzovino, Francesco Guazzoni La musica, in tutte le sue forme e secondo i gusti individuali, è un importante mezzo per sfogarsi, per rilassarsi e, soprattutto per gli adolescenti, una ragione di conforto, discussione ed un modo per conoscersi e divertirsi. La musica è parte integrante dei processi di costruzione dell’identità di una persona, perché facilita la capacità a relazionarsi con gli altri e aumenta la consapevolezza di se stessi e delle proprie emozioni. Partendo da questa convinzione la Comunità Villa Renata ha deciso nel 2012 di affiancare al Laboratorio Musica 5 incontri con lo scrittore e videomakers Francesco Guazzoni. In questi incontri i pazienti hanno potuto ascoltare molte canzoni che già conoscevano e scoprirne ed appassionarsi a nuove, approfondendole attraverso un’analisi dei testi ed un dibattito. Sono state analizzate in gran parte canzoni legate al mondo dei cantautori italiani (Dalla, Vasco, Ligabue, De Andrè, Guccini) offrendo agli ospiti un momento culturale, didattico. Obiettivo L’uso della musica nei percorsi educativi valorizza la profondità della parola, ma anche la sua forza evocativa grazie proprio all’intreccio col suono. Attraverso l’analisi del testo delle canzoni sono stati approfonditi vari temi come i diritti umani, il razzismo, la solitudine, l’adolescenza, la società di oggi, l’innamoramento. Partendo dall’ascolto e dall’analisi delle canzoni si è creato un confronto tra i ragazzi che hanno potuto esprimere le loro idee, le loro suggestioni guidati ed aiutati da un esperto. 35 “TEMPO LIBERO” dr.ssa Maria Chiara Ghezzo Con la denominazione “tempo libero” intendiamo l'organizzazione di tutte le attività non lavorative. Il tempo libero comprende la strutturazione di attività ludico-ricreative dei week end, dei giorni festivi, delle serate, della settimana in cui la comunità si sposta in montagna. È importante per i ragazzi vivere delle attività strutturate durante i momenti liberi per dare un senso diverso alla routine della settimana lavorativa e per riempire i vuoti interni che durante il tempo libero rischiano altrimenti di diventare insostenibili. Nel 2012 le attività realizzate sono state molteplici. Tra le più significative: l'organizzazione della festa di carnevale per bambini svoltasi a Lido di Venezia in cui i ragazzi hanno intrattenuto una quarantina di bambini con giochi, musica e laboratorio di maschere e trucchi; l'esperienza al Parco acquatico "Acqualandia" a Lido di Jesolo a luglio; la realizzazione in comunità di serate a tema tra cui la serata messicana, la serata spagnola, quella americana, la cena cinese, che hanno visto partecipare attivamente i ragazzi sia nell'allestimento degli ambienti della comunità, sia nella realizzazione dei menu; la visita alla mostra d’architettura della Biennale di Venezia; la visione di alcuni spettacoli al teatro Goldoni (con cui abbiamo una convenzione per l’acquisto di biglietti a prezzo ridotto da 2 anni); la giornata al Palaghiaccio di Feltre; 2 settimane di ferie in montagna, in inverno e in estate. Quando sono i ragazzi stessi a proporre in prima persona delle attività, poi condivise e sostenute dagli operatori, la qualità del tempo libero migliora notevolmente e dà loro la possibilità di esprimere in maniera sana i momenti di divertimento, diversamente da come avevano sperimentato prima. Non sempre i canoni di scelta delle attività e di divertimento sono uguali per tutti, quindi i ragazzi responsabili del tempo libero devono essere in grado di proporre scelte che possano accontentare i gusti della maggior parte del gruppo, imparando così a privilegiare la collettività e non l'individualità, a far fronte talvolta alla frustrazione del rifiuto e a unire varie esigenze tra cui la possibilità economica di ognuno che permette o meno di realizzare le proposte. Questa esperienza volta ad accompagnare e sostenere i nostri pazienti nell’inclusione sociale, è stata talmente apprezzata che alcuni genitori hanno chiesto al gruppo di animazione di intrattenere i bambini a delle feste di compleanno. 36 “ZUmBA FITNESS” dr.ssa Annalinda Scairato Il trionfo delle palestre nella nostra epoca, indica chiaramente una trasformazione di stile di vita. L’iniziativa che abbiamo preso quest’anno, non nasce solo dalla valutazione critica che la nostra società ci offre ma nasce soprattutto per cogliere una condizione favorevole aggregativa ed educativa per i nostri utenti e dall’idea di promuovere il benessere psico-sociale degli stessi. L’attività fisica è tra gli strumenti più efficaci per la formazione complessiva della personalità. Essa favorisce processi di socializzazione, valutazione e autovalutazione. La proposta di una palestra non concorrenziale (in quanto il corso è riservato esclusivamente ai nostri utenti) introduce alcuni elementi: 1. al mito del corpo perfetto, rispondiamo con il concetto di reinserimento dei giovani in alcune attività della palestra 2. alla chiusura narcisistica di alcuni esercizi del fitness in risposta poniamo ritmi ed esercizi di apertura a culture diverse, come quella caraibica e africana. METODOLOGIA lezioni pratiche di ginnastica aerobica e fitness zumba fitness utlizzo della spalliera per esercizi ginnici utilizzo di tappetini per esercizi di tonificazione muscolare danze caraibiche (passi base, coreografie) OBIETTIVI consapevolezza corporea dinamica del movimento socializzazione autostima divertimento rilassamento mentale e corporeo rieducazione posturale ascolto dei bisogni del proprio corpo equilibrio del corpo nello spazio capacità coordinative Il progetto si svolge con la preziosa collaborazione della scuola media Pisani del Lido di Venezia, che una volta a settimana mette a nostra disposizione i locali della palestra. 37 “MOUNTAIN BIKE 2012“ op. Matteo Rocco Il progetto Mountain Bike è un percorso di formazione outdoor svolto nel periodo tra la fine di luglio e la fine di agosto 2012 che ha visto il coinvolgimento di 7 pazienti in fase residenziale del programma terapeutico. Dei 7 pazienti, 5 hanno partecipato all’intero progetto, 1 si è ritirato nella fase della preparazione, 1 non ha partecipato all’ultima uscita. Selezione La selezione dei partecipanti è avvenuta all’interno di una riunione d’equipe tenendo conto di vari fattori quali l’età, il tempo di permanenza in comunità, il comportamento dei singoli pazienti, la condizione fisica, la difficoltà di integrazione nel gruppo degli ospiti. Assegnazione dei ruoli Il progetto ha avuto inizio con una riunione tra il tutor ed i destinatari. In questa occasione il tutor ha esposto il progetto ed ha assegnato ad ognuno dei pazienti un ruolo preciso spiegando tutte le mansioni che ad ogni ruolo competevano. I ruoli assegnati sono stati: Cartografo, Cambusiere, Meccanico, Infermiere, Fotografo, Coordinatore uscite. Ognuno dei ruoli era funzionale alla resposabilizzazione soggettiva all’interno del gruppo che si intendeva formare. Preparazione Sono stati svolti una serie di allenamenti per complessive 15 ore nel territorio del lido durante i quali, oltre alla preparazione fisica, i pazienti hanno cominciato a prendere confidenza con lo strumento mountain bike e soprattutto a prendere coscienza delle regole che il muoversi in gruppo comportava. Inoltre ognuno ha cominciato a prendere coscienza del proprio ruolo all’interno del gruppo stesso e ad assumere la responsabilità che il ruolo richiedeva. Svolgimento Sono state svolte tre uscite giornaliere in ambienti collinari e montani. Ogni uscita è stata preceduta da una riunione organizzativa che prevedeva la scelta del percorso tra 2-3 proposti dal tutor, la descrizione di tale percorso allo scopo di studiarne e condividerne le varie difficoltà. Inoltre in queste riunioni venivano condivise le varie mansioni organizzative che ogni ruolo prevedeva come la preparazione dei panini, il carico scarico del materiale, la messa a punto delle biciclette, l’organizzazione del viaggio per arrivare al punto di partenza dell’escursione. 38 TAPPE 1-Monte Grande The Suite-Colli Euganei (PD)-29 Luglio 2012 Ascesa totale 495 Meter Discesa totale 490 Meter Lunghezza 18,27 km Percorso abbastanza impegnativo che, pur non essendo molto lungo permetteva di prendere confidenza con tutti i tipi di fondo: asfalto, sterrato, single track in mezzo al bosco. Con una salita impegnativa all’inizio e alcune difficoltà di orientamento per il cartografo, che hanno permesso di sperimentare le difficoltà esposte in fase di preparazione. Inoltre c’è stata una caduta, che pur con lievi escoriazioni ha evidenziato l‘importanza del ruolo dell’infermiere. 2-Laghi dei Tramonti-Tramonti di sopra (PN)-15 Agosto 2012 Ascesa totale: 1100; Discesa totale:974 Lunghezza: 38 km Percorso impegnativo, soprattutto per la sua lunghezza, con una lunga sequenza di sali e scendi su asfalto nella fase iniziale e un lungo e impegnativo single track in mezzo al bosco nella seconda parte. In mezzo, due lunghe gallerie buie e umide da affrontare tutti uniti in quanti non tutti erano dotati di torce. Molto suggestivo anche paesaggisticamente, con l’attraversamento di una diga, il passaggio vicino a tre diversi laghi, a ruderi di un vecchio paese abbandonato e l’accostamento per un lungo tratto di un bel torrente. Rispetto alla prima uscita si vedeva, da parte di tutti una maggiore dimistichezza con la mtb, maggior coscienza dei propri limiti ma anche dei propri mezzi, soprattutto nelle parti in salita, ma anche in quelle più impegnative di discesa affrontate con più sicurezza da chi ne era intimorito nella prima uscita, e con maggior dimestichezza da chi era un pò più spericolato (infatti non c’è stato lavoro per l’infermiere). Inoltre si percepiva un maggior spirito di gruppo e coscienza dell’importanza di muoversi tutti assieme. Fondamentale è stato il ruolo del meccanico visto che durante la discesa ci sono state due forature e tutto il gruppo si è fermato in attesa delle riparazioni aiutandone l’esecuzione. L’uscita si è conclusa con il ricongiungimento con il resto del gruppo dei pazienti e una cena tutti assieme alla sagra di Tramonti di Sotto. 39 3-Monte Cesen-Pianezze (TV)-23 Agosto Ascesa totale: 1554 metri; Lunghezza: 34 km Altro percorso impegnativo, con varie salite, diversi tipi di fondo e oggettive difficoltà di orientamento. L’uscita è stata caratterizzata da vari contrattempi come le quattro forature che hanno rallentato molto il gruppo, proprio nel giorno in cui mancava il membro che aveva il ruolo di meccanico. Oltre a questo, un errore di orientamento ha fatto sbagliare strada a tutto il gruppo, aumentando il grado di difficoltà e frustrazione, tanto per la fatica quanto per l’arrivo avvenuto ormai all’imbrunire. Nonostante questo, tutti parevano aver ormai preso coscienza dei propri mezzi e dell’importanza di rimanere uniti e affrontare assieme le difficoltà senza scoraggiarsi e senza essere di ulteriore peso ad una situazione gia di per sé difficile. Cosa che difficilmente avrebbe potuto succedere in situazioni analoghe nella prima uscita. CONCLUSIONI Il percorso svolto dal gruppo nei due mesi di realizzazione del progetto è stato un continuo divenire sia a livello soggettivo che gruppale. Attraverso l’esperienza, ognuno dei pazienti ha progressivamente preso coscienza dei propri mezzi, dell’importanza del proprio ruolo all’interno del gruppo e del ruolo altrui; ha sperimentato la fatica e la soddisfazione di essere riuscito ad affrontarla riconoscendo l’importanza propria e quella dell’intero gruppo e mettendo a disposizione le competenze che il proprio ruolo comportava. Dopo l’ultima uscita i partecipanti hanno voluto condividere la propria esperienza discutendola largamente in una riunione in comunità con tutto il resto dei pazienti, evidenziandone la soddisfazione sperimentata. In tale circostanza è stata discussa in modo maturo anche l’assenza di un membro che aveva rivelato di aver rinunciato a causa di uno screzio con il tutor qualche giorno prima dell’ultima uscita. Nonostante tale mancanza sia stata sopperita dagli altri membri, questi sono riusciti a fargli comprendere che avrebbero voluto concludere il percorso assieme a lui e che oltre ad aver perso un’esperienza positiva per motivi futili, la sua assenza ha in qualche modo messo in difficoltà il resto del gruppo. Per ultimo, l’aver condiviso una esperienza difficile ma soddisfacente ha fatto si che crescesse via via il legame amicale tra tutti i membri del gruppo, e di fiducia reciproca tra i vari membri e il gruppo, nonché tra i vari membri e la comunità. In base a queste considerazioni riteniamo con soddisfazione che gli obbiettivi declinati all’interno del progetto siano da considerarsi largamente raggiunti. 40 “mANGIANDO S’ImPARA: SAPORI E SAPERI” dr.ssa Estefania Martínez Il progetto “Sapori e Saperi” nasce con l’arrivo dell’estate del 2012, periodo in cui sono state organizzate all’interno della Comunità diverse serate a tema. D’estate a tutti viene voglia di viaggiare e questo progetto ci ha permesso di farlo anche dentro la Comunità, avvicinando i nostri ospiti a culture gastronomiche, musica e tradizioni di altri paesi del mondo. Obiettivi e Metodologia Lo spirito delle serate a tema è quello di stare insieme in un'atmosfera creativa, positiva, propositiva e, soprattutto, di divertimento. Per la realizzazione delle serate a tema tutti i ragazzi vengono coinvolti e si realizzano diversi gruppi di lavoro dove ognuno di loro esprime le sue potenzialità realizzando quello che gli piace di più: decorazione, cucina, dolci, luci, maschere, musica ed altro. Le serate sono state curate nel minimo dettaglio ed i risultati sono stati straordinari. Risultati e conclusioni Quest’ anno abbiamo realizzato diverse serate : Serata Cinese Serata Messicana Serata Americana Serata Halloween Serata Spagnola Il coinvolgimento e l’entusiasmo dei ragazzi è stato tale che queste serate sono diventate un avvenimento desiderato da tutti. Per l’estate 2013 si prevede un nuovo ciclo di serate, tra le quali la serata indiana, greca e brasiliana. 41 “Viaggio nella memoria sulla diga del Vajont” dr. Marco Anzovino, op. Elena Giamboni Quest’anno gli educatori Marco Anzovino ed Elena Giamboni hanno voluto organizzare con i ragazzi un week end dedicato alla conoscenza ed all’approfondimento di una delle più grandi stragi che ha colpito il nostro Paese nel 9 ottobre 1963, quando, un’onda di 50 milioni di metri cubi provocata da una frana ;superava la diga del Vajont provocando circa 2000 vittime e 5 paesi rasi al suolo sul confine tra le montagne bellunesi e friulane tra cui Longarone. I due educatori hanno perciò pensato di spiegare la vicenda legata alla costruzione della diga ed alla conseguente tragedia anche attraverso la visione del dvd dello spettacolo teatrale di Marco Paolini “Vajont”. Un’orazione civile, dove il soggetto teatrale è la diga, ed il racconto pieno di accurate ricerche e collezioni di documenti ufficiali fanno risalire l'origine dell'intricata vicenda alla fine del XIX secolo. È importante ricordare che la diga non crollò e tutt’oggi rimane un’opera architettonica di incredibili dimensioni. LA VISITA ALLA DIGA Negli ultimi anni è avvenuta una ripresa di interesse verso la diga e la tragedia del Vajont e si sono fatte frequenti le visite guidate da parte di specialisti interessati agli aspetti scientifici della diga ma anche di gente comune. L'Enel, oggi proprietaria delle strutture e dei terreni, ha aperto al pubblico la prima parte del coronamento sopra la diga, affidando ad alcune associazioni del territorio (tra cui l'Associazione Pro Loco di Longarone) il compito di gestire le visite guidate. I turisti possono ora accedere ai primi venti metri di coronamento per osservare con i propri occhi l'impressionante scenario della frana del Monte Toc e della valle sottostante di Longarone. E’ così che i nostri pazienti accompagnati dai due educatori Marco ed Elena hanno fatto visita alla diga, guidati da Italo Filippin superstite, ex sindaco di Erto, uno dei fautori della ricostruzione del Paese di Erto dopo la strage. Un viaggio emozionante nella memoria, nella storia, nei luoghi ancora affascinanti e sconosciuti per molti ragazzi, del Veneto. Un viaggio negli occhi e nelle emozioni di chi oggi, dopo quasi cinquant’anni dalla tragedia, ha ancora la voglia, l’energia, la rabbia e l’amarezza per raccontarla a noi. Grazie ad Italo Filippin ed alla ProLoco di Longarone per l’ospitalità e la gentilezza. 42 “mEZZAmARATONA” BEhOBIA-SAN SEBASTIAN 2012 op. Matteo Rocco La lista delle attività ludico sportive promosse dalla comunità si è arricchita nel 2012 di una nuova esperienza: la partecipazione di un gruppo di pazienti alla mezza maratona di San Sebastian, in Spagna. La Behobia-San Sebastian è una delle più antiche mezze maratone di Spagna, giunta infatti alla 48° edizione e attira corridori professionisti e amatoriali di tutta Europa. Grazie alla decennale amicizia e collaborazione tra “Villa Renata” e la comunità di San Sebastian “Heize Gain”, che da anni promuove la partecipazione di alcuni sui pazienti alla corsa, è nata l’idea di condividere con loro questa esperienza e proporla ad un gruppo di pazienti. Lo scopo era duplice e piuttosto ambizioso: preparare atleticamente i pazienti ad un’impresa indubbiamente impegnativa sul piano fisico e attraverso questa promuovere uno scambio con dei ragazzi che in un’altra nazione stanno affrontando un percorso comunitario simile al loro. Non ultimo cogliere l’occasione di fare un viaggio in una città estera. PREPARAZIONE Il progetto è stato proposto agli utenti e, soprattutto grazie alla prospettiva di un viaggio in Spagna, è stato accolto con entusiasmo. Con l’aiuto di un preparatore atletico volontario che da anni collabora con la nostra comunità e con l’operatore responsabile del progetto è stato stilato un programma di allenamenti che prevedeva 3-4 allenamenti settimanali per il periodo dal 1° Settembre all’11 Novembre. 4 pazienti, 3 maschi e una femmina, hanno portato a termine tutto il programma di allenamenti. SVOLGIMENTO Il viaggio si è svolto da sabato 10 a martedì 13 novembre 2012. Al gruppo, formatosi durante la preparazione, si è aggiunto un paziente del reinserimento che, in via di dimissioni, ha chiesto di poter vivere quest’ultima esperienza con la comunità, pur non correndo nella mezza maratona. Mentre un inconveniente ha fermato uno dei ragazzi il giorno del viaggio e ha dovuto rinunciare alla corsa nonostante tutta la preparazione atletica svolta. Il giorno dell’arrivo è stato organizzato un momento di presentazione e condivisione con l’intero gruppo dei pazienti della comunità locale e con una delegazione di un’altra comunità di Saragozza, che partecipava alla mezza maratona, anch’essa da anni conosciuta da Villa Renata. Durante il soggiorno siamo stati ospitati negli spazi della comunità “Heize Gain”: e questo è stata sicuramente l’aspetto più importante del viaggio. Per tre giorni i ragazzi delle due comunità hanno condiviso tutta la quotidianità dando vita ad un vero interscambio di esperienze, confrontandosi sia in momenti ludico-ricreativi sia in momenti d’incontro più seri coadiuvati dagli operatori. La mezza maratona, che quest’anno ha visto la partecipazione di 27.000 corridori, è stata portata a termine con grande soddisfazione da tutti i ragazzi, grazie alla serietà con la quale hanno seguito la preparazione. L’ultimo giorno prima del ritorno, i ragazzi di Villa Renata hanno cucinato per tutta la comunità per ricambiare dell’ospitalità ricevuta, mentre l’intero pomeriggio è stato dedicato alla visita della città di San Sebastian. Attualmente, dei ragazzi che hanno partecipato a questo progetto: uno ha terminato il programma terapeutico, due sono passati al reinserimento, uno è tuttora in fase residenziale ed ha cominciato a lavorare e solo uno ha abbandonato il programma. 43 5.3. Educazione alla Salute “Educazione alla Salute” dr.ssa Lubomira Bajcàrova Parte importante nell’ambito del progetto terapeutico-educativo della Comunità è la responsabilizzazione dei pazienti rispetto al proprio stato di salute, spesso gravemente tralasciato e trascurato a causa della condotta di vita. Molte infatti sono le conseguenze fisiche negative provocate dall’uso di sostanze stupefacenti ed alcol. La prevenzione attraverso periodici controlli sanitari, cura delle malattie, un’alimentazione corretta ed equilibrata ed un’adeguata attività fisica sono gli argomenti che vengono affrontati durante tutto il percorso in Comunità. Uno degli obiettivi principali del programma terapeutico è di responsabilizzare i pazienti al fine di renderli capaci di organizzarsi in sempre maggiore autonomia la propria vita quotidiana in base ai propri impegni; quindi man mano che il percorso comunitario procede viene delegata sempre più ai pazienti anche la cura della propria salute. La collaborazione tra la Comunità Terapeutica “Villa Renata” e l’Azienda ULSS 12 Veneziana, avviata nel 2010 per definire della modalità di accesso preferenziali ai servizi sanitari per gli utenti della Comunità, è continuata per tutto il 2012. Di seguito specifichiamo alcune delle procedure più importanti, cui devono attenersi gli ospiti della comunità. Procedure sanitarie Medico di medicina generale Ogni paziente è tenuto a consegnare tutta la documentazione sanitaria precedente all’ingresso in comunità. Il prima possibile viene effettuato il cambio medico. Gli utenti di Villa Renata vengono affidati al medico di medicina generale dott. Adriano Scaramuzza. Quando necessario il paziente viene immediatamente preso in carico dal medico di base e dai competenti organi sanitari. La situazione sanitaria e successiva pianificazione delle visite mediche e delle eventuali cure di ogni paziente viene consultata con il medico di medicina generale. In caso di assenza del medico di base e in caso di necessità è possibile contattare la Guardia Medica oppure accompagnare il paziente direttamente al Punto di Primo Intervento. Esenzioni ticket All’momento dell’ingresso l’operatore che accoglie il nuovo paziente verifica la presenza del certificato dell’esenzione ticket rilasciato dal Ser.D di provenienza. In caso il paziente non sia arrivato con tale certificato è tenuto a richiederlo al proprio Ser.D di provenienza (l’esenzione per patologia: il codice 014.304 oppure 014.303). I pazienti dovrebbero arrivare in Comunità già forniti di tale documentazione (vengono informati già nel corso dei colloqui di pre-accoglienza). 44 Terapie farmacologiche e psicofarmacologiche I pazienti possono assumere i farmaci solamente previa prescrizione del medico di medicina generale oppure di uno specialista. All’momento dell’ingresso l’operatore che accoglie l’utente verifica la presenza della prescrizione dei farmaci da parte del medico referente (medico del Ser.D di provenienza oppure della Pronta Accoglienza). Per quanto riguarda la terapia psicofarmacologica tutti i pazienti vengono seguiti dal medico di riferimento (specializzato in psichiatra) della comunità, il Dott. Marco Dall’Asta. Periodicamente l’operatore sanitario assieme all’educatore di riferimento, al Dott. Dall’Asta e al terapeuta, se lo ritengono opportuno, discutono in équipe la proposta di un eventuale cambiamento della terapia psicofarmacologica. Terapia sostitutiva (metadone e buprenorfina) Nel corso dell’anno 2012 sono stati inseriti presso il programma terapeutico di “Villa Renata” i primi pazienti in trattamento con la terapia definita “sostitutiva” (terapia con metadone e con buprenorfina). Considerando la crescente domanda da parte dei servizi invianti sono stati ammessi i pazienti in trattamento con i farmaci sostitutivi. Tale servizio viene offerto in stretta collaborazione con i SerD invianti e soprattutto con il SerD di Venezia ove gli operatori della Comunità ritirano gli affidi per tutti i pazienti residenti in Comunità. U.O. Malattie Infettive e Tropicali Entro un mese dal momento del cambio medico per tutti i pazienti della comunità viene fissata una visita medica presso l’U.O. Malattie Infettive e Tropicali (Ospedale SS Giovanni e Paolo, Venezia). Esami ematochimici di riferimento Ogni paziente deve fare gli esami ematochimici di riferimento ogni 6 mesi. Tali esami vengono prescritti dal medico di medicina generale. U.O. Famiglia e Età Evolutiva Da luglio 2010 tutte le pazienti vengono seguite dalla ginecologa Dott.ssa Bertoldini (U.O. Famiglia e Età Evolutiva, Lido di Venezia), medico che presenta una specifica competenza per le attività di prevenzione rivolte ai giovani. Per ogni paziente viene prenotata la prima visita ginecologica entro circa due mesi (salvo eccezioni) dal momento dell’ingresso in comunità. Risultati Nel corso dell’anno 2012 i pazienti della comunità hanno effettuato 122 visite mediche specialistiche. Nella maggior parte dei casi sono stati accompagnati ad effettuare le visite mediche dagli operatori della Comunità presso le seguenti Unità Operative dell’Azienda ULSS 12 Veneziana ed altri Istituti sanitari: - U.O. Malattie Infettive e Tropicali, Ospedale SS Giovanni e Paolo (Venezia) Nel corso dell’ anno 2012 sono state effettuate 16 visite infettivo logiche. 3 pazienti hanno iniziato cure con l’interferone. 45 - U.O. Famiglia e Età Evolutiva (Lido di Venezia) Durante tutto il percorso comunitario 10 pazienti sono state seguite dalla Dr.ssa Bertoldini. In totale sono state effettuate 26 visite ginecologiche presso questo ambulatorio. - 19 pazienti hanno effettuato esami ematochimici di riferimento - Cure odontoiatriche: 3 pazienti sono stati seguiti c/o lo studio privato di un dentista del territorio (totale 9 visite) - In sintesi: visite effettuate presso il Centro Sanitario Polifunzionale (Distretto n.2, Lido di Venezia) e l’Ospedale Civile SS. Giovanni e Paolo (Venezia): o U.O. Famiglia e Età Evolutiva (Ambulatorio Ginecologico) o Odontoiatria o Centro prelievi o U.O. Malattie infettive e Tropicali o Radiologia (RX-3, RMN-2, ecografia-3) o Cardiologia o Dermatologia o Cure con Interferone o Ortopedia o Anestesia o Colonscopia o Fisioterapia o Otorinolaringoiatra o Gastroenterologia o Oculistica o Pneumologia 26 24 19 16 8 5 4 3 3 1 1 1 1 1 1 1 Pazienti in trattamento con la terapia sostitutiva Dal marzo 2012: 11 pazienti in trattamento con metadone e 2 pazienti in trattamento con buprenorfina; Dose massima = 45 mg al giorno Dose minima = 10 mg al giorno Abbandono programma: 2 pazienti in trattamento con metadone dopo aver finito lo scalaggio, ed una paziente in trattamento con buprenorfina (ancora in fase di trattamento). Una paziente ha concluso il programma terapeutico (dimissioni concordate). Tutti i pazienti in trattamento sono inseriti in un programma a scalare non a mantenimento. 46 5.4. Area dell’inclusione sociale “ORIENTAmENTO Al lAvORO E AllA FORmAZIONE” dr.ssa Sabrina Tripodi Finalità Il progetto “Orientamento” di Villa Renata, per l’orientamento alle scelte formative e professionali, è rivolto a giovani adulti, uomini e donne, che si trovano entro programmi di riabilitazione per la dipendenza da sostanze psicotrope. Il progetto nasce dal presupposto che l’Orientamento e la Consulenza Professionale possano ricoprire un ruolo strategico nel migliorare la situazione economica e sociale delle persone svantaggiate, in particolare quelle a rischio di marginalità economica e sociale, contribuendo a migliorare la qualità della vita. Obiettivi Il percorso di Orientamento è personalizzato e si basa sul conseguimento di 3 obiettivi specifici (definibili come 3 importanti tappe per il percorso di ciascuno): Bilancio delle competenze professionali e trasversali; Orientamento alla formazione scolastica e alla formazione continua; Accompagnamento alla ricerca attiva del lavoro. Il percorso ha una durata variabile, a seconda delle esigenze di ciascuno, e dura dai 5 ai 10 incontri individuali, concludendosi con un colloquio di verifica a qualche mese dall’ultimo incontro. I colloqui sono settimanali ed hanno lo scopo di avviare un processo di riflessione che viene condotto anche autonomamente dalla persona interessata e continua a vari livelli, sia con l’educatore di riferimento, sia con il proprio psicoterapeuta sia con la psicologa-psicoterapeuta, responsabile clinica della comunità. Bilancio delle competenze professionali e trasversali Si effettua nei primi colloqui ed è teso a ripercorrere il percorso formativo e professionale di ciascuno per conoscere le risorse individuali da cui partire. Tale bilancio porta alla stesura del curriculum professionale, in cui vengono valorizzate le cosiddette risorse personali (le competenze trasversali e professionali maturate grazie alla esperienza formativa e lavorativa di ciascuno) facendo emergere i desideri e le inclinazioni di ognuno. L’obiettivo di tale fase di analisi per il bilancio delle competenze è quello di far procedere di pari passo i desideri e le 47 aspirazioni professionali della persona con l’analisi e l’auto-valutazione delle sue competenze generali e specifiche, al fine di comprendere come poter intrecciare tali diverse componenti entro un percorso unitario di riflessione che porti a definire una scelta formativa e professionale soddisfacente e praticabile. Orientamento alla formazione scolastica o alla formazione continua 67% Il bilancio delle competenze procede a sua 70% 57% 60% volta di pari passo con l’orientamento alla 50% 43% formazione, un momento irrinunciabile per 33% 40% rimettersi in gioco e confrontarsi con i veloci 30% mutamenti del mercato del lavoro. L’offerta 20% 10% formativa veneziana è molto ricca e consente 0% di definire percorsi abbastanza personalizzati maschi femmine di rientro nel mondo della formazione a vari hanno programmato/frequentato corsi di formazione livelli. I giovani e i giovanissimi senza qualifica hanno preferito cominciato a lavorare o diploma di maturità, se in possesso di risorse cognitive e motivazionali spendibili, vengono orientati al recupero dell’istruzione scolastica, con l’obiettivo di conseguire un diploma di qualifica professionale o di maturità superiore coerente con le aspirazioni di ciascuno. In questo caso, la formazione viene considerata e presentata come un percorso utile al conseguimento degli obiettivi di ciascuno. Risultati Nel corso del 2012, hanno usufruito del progetto 13 pazienti, di cui 7 maschi e 6 femmine. Si vedano i grafici seguenti, che riportano i dati in valore assoluto. Da sottolineare che, rispetto al 2011, un maggior numero di persone nel 2012 ha trovato impiego presso cooperative di tipo B, > 36 anni 1 1 dimissioni concordate 33-35 anni 2 2 30-32 anni 27-29 anni 24-26 anni 1 1 21-23 anni 1 1 femmine 5 3 3 2 Hanno trovato lavoro autonomamente 18-20 anni 0 3 Hanno trovato lavoro in coop B protette 2 maschi 3 4 1 0 femmine 2 4 6 maschi anche grazie alla sempre più stretta collaborazione della comunità con le cooperative di reinserimento socio-lavorativo per soggetti svantaggiati. Questa collaborazione consente di riuscire a risolvere in poco tempo le situazioni critiche di chi fatica a rientrare nel mercato del lavoro anche a causa della crisi recessiva che ha colpito l’economia europea, ed italiana in particolare. A questo proposito ci sembra doveroso ricordare che le statistiche redatte da Unioncamere riportano che, in Italia, chiudono circa 1000 aziende al giorno (Corriere Economia, 2013). 48 5.5. Area Clinica “DISPOSITIvI GENDER ORIENTED” dr.ssa Laura Dalla Cia È un dato di letteratura ormai riconosciuto che esistano ampie differenze di genere nella salute, tuttavia i trattamenti per le dipendenze nel passato sono spesso stati delineati e progettati sui bisogni dell’utenza maschile, predominante sul piano numerico. Partendo tuttavia dall'assunto secondo il quale uno specifico femminile esiste certamente, abbiamo riconosciuto come requisito critico necessario per lo sviluppo di risposte efficaci la comprensione delle differenze di genere nei comportamenti correlati all’uso di sostanze. Tale consapevolezza appartiene non solo ad un dibattito che ormai da anni è molto presente nella quotidianità della nostra equipe di lavoro, ma anche e soprattutto alla nostra pratica clinica, all'incontro con una femminilità spesso negata o addirittura violata, che richiede di lavorare (sia sul piano terapeutico che educativo) alla valorizzazione di risorse specifiche, nella consapevolezza dell'esistenza di fattori di vulnerabilità e di protezione diversi da quelli del genere maschile. L’apparato metodologico da cui hanno preso corpo questi dispositivi è stato sviluppato a partire dai dati e dalle osservazioni ottenuti dalle ricerche condotte da I.R.E.F.R.E.A. sulle ‘european best practices for women. Tra i dispositivi gender oriented offerti dalla comunità ormai da alcuni anni vi è il gruppo di psicoterapia rivolto alle sole pazienti donne: si tratta di uno spazio dedicato esclusivamente al femminile, all’interno del quale la condivisione dei contenuti interni, la presentificazione delle emozioni accettate e quelle non riconosciute, mira a favorire il contatto con il mondo interno e lo sviluppo di connessioni. In particolare, obiettivo centrale è quello di fornire alle nostre giovani ospiti la possibilità di riconoscersi ruoli e funzioni altre rispetto a quelle storicamente vissute: troppo spesso infatti si tratta di donne cresciute con la certezza di essere insufficienti a se stesse e con l’idea che l’amore passa attraverso il totale sacrificio di sé. Per molte di loro, inoltre, l’unica relazione d’amore esperita è allora una non relazione, dove la sostanza rappresenta un intermediario insostituibile, funzionale al fatto che l’incontro autentico con sé e con l’altro non avvenga mai:attraverso la sostanza viene allora messa in scena la perversione di un'intimità che viene negata in ogni sua forma, distruttiva, ma che diviene al tempo stesso messaggera di una promessa di eternità. Il gruppo di psicoterapia rivolto alle donne viene offerto a tutte le pazienti di Villa Renata, siano Figura n. 6 – Metafora del percorso psicoterapico. esse ospiti della fase residenziale del programma o di quella del reinserimento socio-lavorativo: il gruppo ha cadenza settimanale, di una durata di un’ora e mezza e viene condotto da una psicologa – psicoterapeuta. 49 “IL Lavoro con le famiglie” dr.ssa Antonietta Salvatore Anche per il 2012 Villa Renata ha messo a disposizione per le famiglie degli ospiti in trattamento una serie di dispositivi specifici, convinti che il problema delle dipendenze patologiche richiede una metodologia di intervento particolarmente complessa e integrata, che metta in campo strumenti conoscitivi e strumenti operativi articolati. A tal fine un intervento globale, che combini insieme l’intervento sulla persona con quello sul sistema familiare a cui appartiene, risulta molto più utile ai fini del processo di crescita del soggetto stesso. Allargando il campo di osservazione e di intervento, è possibile vedere come il paziente con problemi di dipendenze non è il singolo portatore di una malattia ma una persona in difficoltà all’interno del contesto interpersonale in cui vive, anch’esso sofferente. Inoltre, il sintomo tossicomanico, che emerge nella fase dello svincolo adolescenziale, ha una grossa funzione di collante, convogliando intorno a sè non solo le energie ma anche le tensioni familiari. Pertanto il coinvolgimento della famiglia è importante fin dalle prime fasi del percorso comunitario del paziente, in cui avviene la separazione per l’ingresso in comunità. L’uscita da casa del ragazzo lascia nella famiglia un senso di vuoto, che spesso viene riempito con tante interrogativi e sensi di colpa che se non trovano un “contenitore” possono rendere difficoltosa la ripresa di una relazione “utile” tra genitori e figli. OBIETTIVI E STRUMENTI Villa Renata ha formulato dei percorsi terapeutici per le famiglie con l’obiettivo di: Creare di un clima di alleanza terapeutica con la famiglia che possa essere di sostegno per lo svolgimento del programma comunitario del figlio Restituire competenza genitoriale al fine di sostenere la famiglia nel promuovere il processo di crescita e di individuazione del proprio figlio all’interno del percorso comunitario. Tali dispositivi si costituiscono come strumenti volti ad aiutare la famiglia a promuovere un processo di crescita e di individuazione del proprio figlio attraverso il percorso comunitario. Villa Renata, a tal fine, ha strutturato degli interventi attraverso: un gruppo aperto di counselling, ed il cui obiettivo è all’accoglienza della famiglie, il contenimento della prime difficoltà nel relazionarsi con la nuova realtà del figlio in comunità, l’individuazione delle specifiche necessità di sostegno di ciascuna situazione. un gruppo chiuso con un focus terapeutico, che vede un lavoro specifico sulle dinamiche relazionali all’interno della coppia genitoriale. percorsi di psicoterapia familiare, centrati su obiettivi specifici sulla base del progetto terapeutico del figlio in comunità e sulla base dei bisogni della famiglia emersi durante il percorso di gruppo. METODOLOGIA E TEMPI Il progetto è stato rivolto alla coppia genitoriale sia biologica che ricostituita. Il coinvolgimento dei singoli familiari è stata preventivamente discussa in equipe e con il servizio inviante del paziente. Il gruppo si è posto l’obiettivo di essere uno contenitore dinamico in grado di accogliere le difficoltà e soddisfare, attraverso il confronto, le richieste di sostegno rispetto alla relazione con i figli e all’interno della coppia genitoriale. 50 Il progetto gruppale è articolato in una percorso di 16 incontri, con cadenza quindicinale. Questi incontri si svolgono in un setting esterno al luogo di cura dei figli, per separare simbolicamente i genitori dal percorso dei propri figli, affinché anche la coppia genitoriale possa trovare uno spazio in cui depositare ed elaborare proprie ansie e preoccupazioni. I gruppi sono stati condotti da una terapeuta familiare ed un mediatore familiare, entrambi ad orientamento sistemico. Alla presa in carico gruppale precedono dei colloqui con i familiari attraverso degli incontri di coppia, oppure singoli, nel caso di genitori separati, per accoglierne la storia e valutare la motivazione ad intraprendere un percorso di gruppo. Inoltre, a ciascun familiare è stato poi chiesto di compilare un questionario per la raccolta di dati anagrafici e fornire il consenso a l trattamento dei dati. I colloqui di psicoterapia familiare sono stati svolti con cadenza quindicinale. La durata di ciascun percorso è stata stabilità in funzione delle necessità della specifica situazione e delle esigenze legate al processo terapeutico. I colloqui sono stati tenuti da una terapeuta familiare ad orientamento sistemico. OSSERVAZIONI I genitori coinvolti ai gruppi sono stati in tutto 24 (14 partecipanti al gruppo aperto di counselling, familiari di 9 ragazzi, e 10 partecipanti al gruppo chiuso con focus terapeutico, familiari di 5 ragazzi). Nei grafici qui disponibili, si visualizzano alcune caratteristiche socio demografiche del campione di riferimento. Distribuzione familiari per titolo di studio laurea 8% diploma maturità 38% licenza elementare 12% licenza media 29% Distribuzione familiari per marital status separato e con nuovo partner 9% separato e single 5% non coniugati e single 4% coniugati 82% diploma qualifica prof. 13% Distribuzione familiari per provenienza Distribuzione familiari per condizione lavorativa pensionato 12% casalinga 13% liberi professionisti 38% impiegato 25% operaio/artigia no 8% Perugia 8% Padova 8% Conegliano 8% Venezia Mestre 23% Torino 8% Verona 15% Treviso 8% San Donà 7% Montecchio M 15% disoccupato 4% Per quanto riguarda le psicoterapie familiari tra il 2011 e il 2012 sono stati attivati 4 percorsi. In tutti i casi i genitori avevano già utilizzato i dispositivi gruppali di sostegno offerti da Villa Renata e in nessun caso vi erano state esperienze precedenti di sostegno psicologico. 51 TERZA PARTE: VALUTAZIONE E PROGETTI DI INTERSCAMBIO 6. La Valutazione della soddisfazione del cliente La valutazione della soddisfazione dei pazienti dr.ssa Antonietta Salvatore In linea con gli standard europei Villa Renata realizza annualmente la valutazione della soddisfazione del cliente, al fine di poter calibrare meglio l’offerta dei propri servizi per gli ospiti struttura. A tal proposito, nel dicembre 2012 agli utenti in programma residenziale e a quelli in fase di reinserimento è stata effettuata la somministrazione del questionario per la valutazione della soddisfazione del cliente, elaborato all’interno della cooperativa. Nel 2012, il questionario somministrato è stato modificato in relazione ad alcuni dispositivi nuovi introdotti all’interno dell’offerta terapeutica della comunità, allo scopo di favorire ulteriormente il benessere dell’utenza. Le nuove aree introdotte sono relative agli interventi sulla famiglia, a quelli legati all’identità di genere ed a quelli di orientamento alla formazione e al lavoro. Inoltre, rispetto alle attività pedagogiche sono state differenziate quelle ricreative da quelle ricreative. Il nuovo questionario è costituito da un totale di 89 item, strutturati in 16 aree che si riferiscono ai diversi aspetti del programma di trattamento della comunità Villa Renata. Ogni item è costituito da una domanda con risposta a scelta multipla, su scala di tipo Likert a cinque punti, che va da “per niente soddisfacente/ utile” a “pienamente soddisfacente/utile”. Il campione Il campione della valutazione è composto da 34 utenti, di cui 25 in programma residenziale e 9 in programma di reinserimento. Il 55,8% del campione è presente in comunità da meno di 7 mesi, mentre il 14,7% è in programma da 7 a 14 mesi, e il 29,4 % degli utenti è in una fase avanzata del programma. Inoltre, dall’indagine risulta che il 44,1% del campione ha già avuto esperienze di altre comunità. La fase di accoglienza Agli utenti che chiedono di poter svolgere il programma in Villa Renata sono offerti dei colloqui, svolti dalla responsabile della comunità e dal coordinatore degli educatori, in cui si valuta la motivazione di coloro che chiedono di accedere al servizio e durante i quali si offrono informazioni sullo svolgimento del programma terapeutico, sui diritti e doveri degli utenti. Durante i colloqui viene fornito anche del materiale informativo nonché il contratto che verrà firmato al momento dell’ingresso dall’utente e dall’educatore che lo accoglie, in cui si dichiara di rispettare alcune regole necessarie per lo svolgimento del programma e per la buona convivenza all’interno del gruppo. Dalla valutazione risulta che il 87,5% del campione ha dichiarato di essere stato informato delle regole da rispettare, il 91 % ha dichiarato di essere stato messo al corrente circa i propri 52 diritti e doveri, mentre il 91% di ritiene soddisfatto delle informazioni ricevute circa la natura e degli obiettivi del programma terapeutico. I dispositivi educativi La comunità offre ai suoi ospiti una serie di momenti di incontro di gruppo a fini organizzativi: quali il briefing quotidiano e la riunione tecnica, dedicati all’organizzazione delle attività che caratterizzano la quotidianità e il tempo libero. In un altro tipo di riunione, la riunione della casa settimanale, gli ospiti hanno la possibilità di poter discutere dei problemi legati allo svolgimento delle attività e dei problemi di convivenza con gli altri ospiti. Tutto il campione ha fornito una valutazione positiva delle attività educative offerte. Tuttavia il 9,7% degli ospiti ha valutato le attività poco utili per la chiarificazione di problematiche inerenti il gruppo. Questo dato suggerisce una riflessione rispetto alla necessità di individuare degli strumenti volti a migliorare questo aspetto. Le attività pedagogiche Attività ergoterapiche La comunità offre tra i suoi strumenti educativi attività di tipo ergoterapico, volte a favorire lo sviluppo e la valorizzazione di abilità lavorative. Gli ospiti sono stimolati a svolgere continuamente compiti di manutenzione degli ambienti in cui vivono, manutenzione degli ambienti, lavanderia, gestione della cucina e dei pasti, giardinaggio, l’orticoltura e attività di piccola falegnameria, collaborazione con la municipalità del Lido di Venezia. l’87,9% del campione ha valutato positivamente le attività offerte dalla comunità per modificare le proprie attitudini e promuovere lo sviluppo di qualità, quali continuità, costanza e collaborazione, l’87,9% le ritiene importanti per acquisire nuove abilità. il 9,7% del campione, tuttavia, valuta queste attività poco utili per sviluppare nuove professionalità. Questo dato suggerisce una riflessione rispetto all’individuazione di attività più affine con gli interessi degli ospiti del progetto terapeutico. Attività ludico-ricreative La comunità svolge un progetto specifico con gli ospiti volto alla valorizzazione del tempo libero. Gli utenti, insieme all’operatore referente del progetto, organizzano attività ludico-ricreative per tutto il gruppo, come gite, visita a mostre e musei, visione di film, partecipazione ad attività culturali sul territorio e anche fuori Venezia. Inoltre, gli ospiti sono stati coinvolti in progetti sportivi quali progetto mountain bike, pallavolo e calcio. Per il 97% del campione si ritiene soddisfatto delle attività offerte dalla comunità rispetto allo sviluppo di nuovi interessi. Il 93,8% ritiene che queste attività siano utili per la valorizzazione del tempo libero, il 97% degli utenti risulta soddisfatto dell’organizzazione delle attività offerte. 53 Attività creative Una attenzione particolare è stata dedicata alle attività volte a sviluppare la creatività, vista la maggiore presenza di ragazzi giovani in trattamento. A tal fine sono stati proposti agli ospiti il progetto musica, progetto teatro, il progetto danza, il progetto di lingua spagnola. Il 93,7% degli ospiti ha valutato positivamente tali attività per sviluppare risorse personali, mentre il 93,8% valuta positivamente l’organizzazione di queste e le ritiene utili per contribuire allo sviluppo di un buon clima nel gruppo. Attività sanitarie Parte importante del programma terapeutico è volto alla valorizzazione dell’attenzione rispetto al corpo e delle cure mediche. A tal scopo un educatore si occupa della gestione degli appuntamenti sanitari con il medico di base, della programmazione di visite specialistiche e di tutte quelle attività volte a promuovere un rapporto responsabile con il proprio corpo e riguardo al proprio stato di salute nei confronti degli ospiti della struttura. Inoltre, un’attenzione particolare è stata rivolta alle donne, per le quali è stato individuato un protocollo specifico. Il 93,9 % si ritiene soddisfatto delle attività sanitarie, mentre il 37,5% ritiene poco soddisfacente il tempo dedicato a queste. Quest’ultimo dato suggerisce una riflessione particolare. Nel complesso tuttavia ci forniscono l’indicazione che gli ospiti siano stati sensibilizzati rispetto ad un maggior senso di rispetto e responsabilità nei confronti del proprio corpo e della propria salute fisica. La gestione delle relazioni con l’esterno Il questionario somministrato agli ospiti valuta anche il loro gradimento rispetto all’utilizzo di strumenti finalizzati al mantenimento di relazioni con persone esterne alla comunità. Il 63,3% degli ospiti si ritiene soddisfatto della quantità di tempo dedicata alle uscite individuali. Il 71% del campione si ritiene soddisfatto della modalità con cui viene comunicata la possibilità di poter andare in rientro o in permesso da familiari/partner/amici, il 90,3% le ritiene utili per valorizzare le amicizie, il 90,7% per mantenere il rapporto di coppia, il 90,6% per valorizzare le relazioni con la propria famiglia. Attività psicoterapiche La comunità offre agli ospiti diversi strumenti di tipo psicoterapico. Psicoterapia individuale Il 90,3% degli ospiti ha valutato come rilevante la psicoterapia individuale nell’aiutarli a comprendere i propri stati d’animo, mentre il 96,7% la ritiene importante per imparare a comunicare meglio con gli altri. Psicoterapia gruppale Il 93,6% del campione ritiene rilevante la psicoterapia di gruppo per aiutare a cambiare i propri atteggiamenti verso se stesso e verso gli altri, il 93,9% la ritiene utile per acquisire un punto di 54 vista più critico rispetto alla relazione con l’altro. Quest’ultimo dato fa riflettere sulle difficoltà degli ospiti di esporsi di fronte ad un gruppo. Il 78,2% valuta utile la psicoterapia di gruppo per aiutare a creare un gruppo coeso, mentre il 21,9% la ritiene poco utile. Quest’ultima valutazione potrebbe essere indicativa della difficoltà degli ospiti di tollerare le conflittualità all’interno del gruppo. Dispositivi rivolti alle famiglie Data la giovane età degli ospiti, la comunità ha ritenuto importante continuare a dare continuità al lavoro con le famiglie, offrendo incontri di gruppo di sostegno ai familiari e in alcuni casi attraverso anche la terapia familiare. Pertanto, il questionario di questo anno valuta anche la percezione dell’efficacia rispetto a questi dispositivi. Dai dati risulta che l’80% degli ospiti ha valutato soddisfacente i dispositivi per i familiari per migliorare la relazione con i figli, il 79,3% li ritiene utili per sostenere il proprio percorso di crescita in comunità. Dispositivo gruppale sull’identità di genere Il programma terapeutico offre da qualche tempo un dispositivo gruppale alle donne per riflettere sulle questioni legate alla femminilità e all’essere donna. Pertanto il questionario quest’anno include anche delle aree volte a misurare la soddisfazione legata a tale dispositivo. L’88,9% ha ritenuto utile tale strumento rispetto alle questioni legate alla femminilità e per acquisire un punto di vista più critico rispetto alla relazione col maschile. Orientamento al lavoro e alla formazione Un progetto specifico della comunità è rivolta all’accompagnamento degli ospiti verso il mondo del lavoro e della formazione, attraverso colloqui di orientamento. Il questionario ha valutato l’efficacia anche rispetto a questo dispositivo che è diventata da qualche tempo parte integrante degli strumenti di lavoro con gli ospiti. L’81,8% si ritiene soddisfatto di questo dispositivo per acquisire nuove conoscenze e abilità professionali e per valorizzare le proprie competenze, il 68% lo ritiene utile per cercare lavoro più velocemente. Quest’ultimo dato probabilmente esprime l’insoddisfazione degli ospiti che, approcciandosi al mondo del lavoro in un momento sociale critico, trovano risposte non congrue con le proprie aspettative. Conclusioni Il questionario consente agli ospiti di esprimere una valutazione complessiva ed analitica sui dispositivi clinici, educativi e ludico-ricreativi offerti comunità. La valutazione rispetto alla qualità dei dispositivi offerti e all’efficacia di tali dispositivi risulta essere nel complesso molto positiva, come del resto è suggerito dai punteggi sulla soddisfazione rispetto a tutti i dispositivi offerti dalla comunità. 55 7. Lo Staff Exchange “Staff Exchange” dr.ssa Sabrina Tripodi Nel quadro di un programma di interscambio di esperienze, promosso dalla rete europea di Queste visite sono rientrate nella cornice di un progetto di studio ed interscambio di esperienze denominato “staff exchange” e rivolto agli operatori delle Comunità Terapeutiche aderenti alla rete di Euro-Tc. Il progetto ha avuto la finalità di accrescere le competenze dei partecipanti attraverso la conoscenza e l’arricchimento reciproci derivanti dallo studio dei diversi programmi di riabilitazione implementati in differenti comunità europee. Lo “Staff Exchange” è stato finanziato da un progetto europeo di Euro-TC nel quadro di un programma della commissione europea (European Commission's Drug Prevention Programme). comunità terapeutiche, “Euro-TC”, nell’Ottobre 2012, Villa Renata ha accolto a Venezia 2 delegazioni di 2 differenti comunità terapeutiche europee: una coppia di operatrici della Comunità Terapeutica “ANA Jovem” di Coimbra (Portogallo) e una coppia di operatrici della comunità “Kenthea” di Cipro. Per questa visita di accoglienza (durata una settimana) l’intera comunità si è mobilitata: tutti gli operatori hanno partecipato all’organizzazione delle visite nelle strutture, hanno incontrato le due delegazioni, confrontandosi con modelli di intervento, esperienze e metodologie differenti e raccontando aneddoti esemplificativi della propria operatività. Gli ospiti delle strutture hanno contribuito preparando i pasti e i coffee break quotidiani, facendosi conoscere nella propria quotidianità. Lo staff exchange ha rappresentato un’occasione davvero preziosa per conoscere modelli di intervento diversi dal proprio e per provare a integrare prospettive differenti e complementari, coinvolgendo i pazienti nella narrazione della propria esperienza evolutiva. 56 QUARTA PARTE: LA FASE FINALE DEL PROGRAMMA “LA FASE FINALE DEL PROGRAMMA: Il REINSERIMENTO” op. Pierluigi Rasera e dr.ssa Ambra Comin LA GESTIONE DEL REINSERIMENTO Da maggio 2012, la direzione di Villa Renata ha pensato di rafforzare la fase finale del percorso terapeutico affiancando all’operatore un’altra figura professionale (psicologa) nell’agire quotidiano. Ciò per privilegiare ulteriormente i progetti personalizzati dei pazienti, tendenzialmente giovani adulti poliabusatori con gravi problematiche relazionali ed un significativo trascorso tossico manico. Tale decisione si inserisce all’interno di una riflessione che dura da ormai parecchi anni di esperienza di lavoro con questi pazienti, portatori di esigenze diverse e molto distanti e differenti da quelle del tradizionale assuntore di sostanze che tutti gli operatori dei servizi pubblici e del privato sociale ben conoscono: giovani quindi che necessitano pertanto di dispositivi più flessibili, più agili e fortemente in relazione con la loro storia familiare e sociale, e a stretto contatto con le realtà territoriali. LO SPAZIO FISICO Le sedi del reinserimento della CT “Villa Renata” ad oggi sono tre appartamenti che, nella loro interezza, possono ospitare fino a 15 persone, ubicati nel centro storico di Venezia. Le camere sono singole o al massimo da due posti letto. LE MODALITÀ DI ACCESSO L’accesso alla fase finale del programma terapeutico prevede la partecipazione dell’ospite a due riunioni introduttive, che si tengono una volta a settimana, per poi, in coincidenza con l’inizio della residenzialità, la presa in carico del paziente a tutti gli effetti da parete della struttura del reinserimento. Il contratto iniziale prevede una durata minima del rapporto quantificata in sei mesi. Negli incontri introduttivi sono illustrate le regole fondamentali ed è decisa la struttura d’appartenenza. Ogni ospite arriva in struttura con un progetto lavorativo già in essere o con un’attività, a volte anche di studio, che gli permette un’autonomia economica soddisfacente rispetto alle proprie esigenze. In coincidenza del passaggio in reinserimento viene sostenuto un incontro tra la direttrice della comunità, il referente del reinserimento e l'ospite allo scopo di definire obiettivi a lungo termine da raggiungere durante la nuova fase. 57 LA GESTIONE DELLA QUOTIDIANITÀ Con il passaggio nella fase del reinserimento, ad ogni paziente viene comunicato il numero di cellulare dei due operatori referenti e della direttrice della comunità. Il responsabile è reperibile 24 h su 24, in caso d’irreperibilità si fa, comunque, riferimento alla struttura residenziale. Durante tale fase è prevista l’erogazione di tre pasti quotidiani, affidata agli ospiti della struttura e comunque monitorata quotidianamente da uno dei responsabili. Il responsabile della struttura verifica periodicamente, inoltre, la corretta gestione delle strutture. Due ospiti hanno il compito di occuparsi degli ordini alimentari, dello stoccaggio degli stessi nelle cambuse e della formulazione di un menù indicativo. Durante il primo degli incontri settimanali di verifica, che si tiene ad inizio settimana in orario serale (questo per garantire la partecipazione di tutti) vengono suddivisi i compiti: cucina, pulizia ordinaria e straordinaria, e mansioni ricreative, in funzione delle capacità e della disponibilità dei singoli. In tutte le strutture è presente una bacheca, consultabile da tutti, con affissi i mansionari settimanali, le iniziative culturali e le varie attività sportive, ludiche e formative più interessanti del momento. Di concerto con la struttura centrale, gli ospiti possono accedere liberamente alle molteplici attività sportive offerte e partecipare alle varie iniziative promosse dalla Comunità. Salvo rare eccezioni, che vanno definite con l’equipe curante ed il servizio d’appartenenza, le notti fuori non sono mai più di una alla settimana, e mai comunque consecutive. La gestione del denaro viene stabilita congiuntamente tra il responsabile e l’ospite all’interno di una serie di regole condivise ed approvate dall’equipe curante. Ogni ospite, dopo l’arrivo in reinserimento, viene accompagnato ad aprire un libretto o un conto corrente postale. Il libretto postale, che permette un controllo della liquidità del singolo, viene dato in gestione autonoma al paziente solo verso la fine del programma. Anche in questa situazione sono comunque monitorati ogni due settimane i movimenti bancari dell’ospite, attraverso la presentazione del libretto o di un estratto conto al responsabile del programma. GLI INCONTRI PSICOEDUCATIVI La riunione settimanale educativa è un incontro di tipo educativo in cui si affrontano questioni legate alla quotidianità. Cronologicamente è collocata prima dell’equipe terapeutica generale così da permettere un confronto e una discussione su eventuali richieste, tra la mini equipe del reinserimento ed il resto dello staff. Un’altra giornata della settimana è dedicata alla gestione economica dei singoli, durante la quale, alla presenza del responsabile, vengono analizzate le spese effettuate e programmate quelle da sostenere. Settimanalmente si svolge il gruppo terapeutico condotto da una psicoterapeuta. Si tratta di un gruppo aperto, della durata di un’ora e mezza, che si svolge in orario serale. Trimestralmente si effettua un colloquio progettuale alla presenza degli operatori del reinserimento, durante il quale vengono definiti e ripianificati gli obiettivi a breve termine. 58 Ogni due mesi, inoltre, vengono effettuati incontri di monitoraggio di gruppo condotti dalla direttrice e dal referente del reinserimento. Per ogni ospite viene aperta una cartella aggiornata periodicamente, consultabile per via telematica con accesso protetto, consentito solo attraverso il server della Comunità. GLI APPUNTAMENTI SANITARI Dal punto di vista sanitario l’ospite è seguito da un responsabile sanitario a cui può fare riferimento sia per la somministrazione di farmaci generici sia per il monitoraggio periodico degli esami del sangue o altri trattamenti specialistici. Viene, inoltre, offerta la possibilità di consultare lo psichiatra di riferimento della struttura un giorno a settimana, previo appuntamento telefonico. Eventuali psicofarmaci sono tenuti in un sito ad accesso esclusivo dell’educatore, che somministra il farmaco prescritto dal medico per un dosaggio mai superiori ai tre giorni. GLI INCONTRI DI ORIENTAMENTO È attivo presso la sede amministrativa uno sportello di orientamento al lavoro destinato agli ospiti del reinserimento, gestito da una psicologa, in rete con altri servizi specializzati nella ricerca lavoro e promozione allo studio. LE ATTIVITÀ Durante l’anno 2012, come ogni anno, sono state organizzate alcune iniziative alle quali hanno partecipato la quasi totalità degli ospiti residenti presso le tre strutture del reinserimento. Nel 2012, le attività proposte hanno avuto come tema la “Differenza tra rischio e pericolo”, un ciclo di incontri in cui si è tentato di affrontare, attraverso esperienze di gioco, sport e cultura, la tematica della percezione e valutazione del rischio per costruire ed assumere uno stile di vita tutelante rispetto alle dipendenze incrociate (gambling; internet; etc) ed alla prevenzione di situazioni di disagio. Attività ludiche Il primo gennaio ’12 partenza alle 7.00 per giornata sciistica in val Zoldana e condivisione del primo giorno dell’ anno; Il giorno dell’epifania pranzo al “Galloway” (un locale di Mestre) e poi al cinema, per trascorrere insieme la giornata di festa; A Gennaio e Aprile 2012 sono state promosse 7 uscite sulla neve, dedicate allo scii ed all’escursionismo, cui hanno aderito mediamente 10 ospiti ai quali si sono aggiunti alcuni esterni e/o ex ospiti. A tutte le uscite ha sempre partecipato un educatore. La giornata di Pasquetta è stata dedicata ad un incontro conviviale tra ospiti della struttura e ospiti dimessi entro l’anno. 59 Tra giugno ed ottobre 2012, sono stati organizzati una serie d’incontri conviviali, in fascia serale e alla presenza di uno o due educatori, con l’obiettivo di sperimentare forme di divertimento diverse da quelle del passato e all’insegna della sobrietà e del rispetto etico del proprio corpo. Da segnalare, a questo proposito, la partecipazione alla sagra di San Pietro di Castello il 15 giugno 2012 e tre serate trascorse al “Marghera Village” di Marghera. Nell’agosto 2012, in occasione dell’annuale mostra del cinema, sono stati acquistati due abbonamenti per il circuito cinematografico estivo all’aperto. Questa esperienza poi è stata riproposta per i mesi a seguire acquistando degli abbonamenti per aderire ad un circuito cinematografico locale. Le spese sostenute per promuovere e finanziare la maggior parte di queste attività sono state concordate tra gli ospiti e gli operatori responsabili delle strutture. Al finanziamento di queste attività ha contribuito in parte la cassa interna gestita dagli ospiti. Iniziative e progetti Il 5 giugno 2012: Presentazione presso la sede della coop adriatica del progetto “mammexmamme”, vincitore del bando di concorso “C’entro anch’io”, promosso da Coop Adriatica, progetto al quale hanno partecipato alcuni ospiti del reinserimento con mansioni di divulgazione e attivazione. Dal 25 maggio sono stati promossi e realizzati dei meeting con gli operatori della fase del reinserimento di un’altra struttura del territorio, per avviare una serie d’incontri tematici svolti lungo tutta l’estate (8 incontri) sui seguenti temi specifici: 1. ricerca di soluzioni abitative stabili e ricerca di opportunità lavorative in grado di soddisfare i bisogni individuali; 2. Favorire una conoscenza del territorio per sviluppare una capacità di organizzazione autonoma nell’accesso ai servizi offerti alla cittadinanza; 3. Creare una rete, a supporto del gruppo appartamento, con le associazioni del territorio per migliorare la qualità della vita lavorare sulla prevenzione delle ricadute e l’uso di alcool. Tutti gli incontri hanno visto la partecipazione dell’educatore responsabile del reinserimento ed una psicologa. ALCUNI DATI Durante l’anno 2012, tra residenti e nuovi ingressi, si sono succeduti in reinserimento, 21 ospiti. Di questi, 6 donne e 15 uomini. Nel 2012 sono stati dimessi, dal reinserimento, 9 ospiti di cui 6 uomini e 3 donne. Non si registra alcuna interruzione di programma, ma 2 dimissioni avvenute direttamente dalla Comunità all’interno di un progetto che non prevedeva una permanenza nelle strutture del reinserimento. Età media degli utenti dimessi nel 2012: 29.5. Età media donne: 26.6. Età media uomini: 31 60 Situazioni abitative Dei dimessi, solo una paziente è rientrata presso la propria famiglia di origine, la maggior parte ha trovato un’autonomia abitativa nel territorio veneziano, pur provenendo da fuori provincia e da fuori regione e qualcuno è andato a vivere autonomamente nel territorio di provenienza. In particolare, dei 9 dimessi: - 7 si sono fermati a vivere nel territorio veneziano, di cui 3 in centro storico e 3 in terraferma (una è tornata presso la propria abitazione); 1 è domiciliato in un'altra provincia diversa da quella di provenienza; 1 è tornato presso la propria città di origine, ma in un’abitazione autonoma. Situazioni lavorative Tutti i pazienti dimessi, tranne una, hanno concluso il programma con un’attività lavorativa in essere: - 7 pazienti hanno collaborazioni attive con aziende che prima del percorso terapeutico non conoscevano; 1 paziente ha ripreso il lavoro che aveva prima di entrare in CT; Situazioni affettive-sentimentali - 2 pazienti maschi sono stati dimessi che avevano una relazione sentimentale sufficientemente stabile con partner conosciute durante la fase del reinserimento; tutti gli altri/e al momento delle dimissioni, non avevano situazioni affettive stabili. Contatti con la struttura - 6 pazienti dimessi hanno mantenuto contatti con gli operatori, con modalità condivise e strutturate o attraverso visite sporadiche e telefonate periodiche. 3 hanno preferito non avere rapporti strutturati con la comunità. CONCLUSIONI Al 31.12.2012, con differenti periodi di permanenza, sono domiciliati nelle tre strutture del reinserimento 12 ospiti, 4 donne e 8 uomini. Tutti gli ospiti hanno un impiego, tranne una, impegnata nella fase finale di un percorso di studio che dovrebbe portarla al conseguimento del quinto anno integrativo del liceo artistico. In conclusione, vorremmo sottolineare un avvenimento importante: uno dei nostri pazienti dimessi nel 2012 ha deciso di intraprendere un percorso di laurea presso l’Università degli studi “Ca’ Foscari” di Venezia. 61 9. Bibliografia di riferimento, elenco delle fonti e allegati Bibliografia Corriere Economia (2013), Allarme Unioncamere: chiudono 1000 imprese http://www.corriere.it/economia/13_gennaio_24/unioncamere-allarme-1000impresechiudono_d43b99e0-660d-11e2-a999-f4ff91782969.shtml al giorno. EMCDDA (2012), Relazione Annuale 2012, Ufficio Pubblicazioni dell’Unione Europea, 2012, Eurostat (2013), Eurostat News Release “Share of population aged 30 to 34 in the EU27 have completed tertiary education up to 36% in 2012. Disponibile su: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/ITY_PUBLIC/3-11042013-BP/EN/3-11042013-BP-EN.PDF Presidenza del Consiglio dei Ministri (2011), Relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia, p. 47 Elenco delle Fonti relative alle immagini utilizzate “Profili professionali stilizzati”: http://it.123rf.com/photo_13477249_stilizzati-tipo-il-modello-operai.html “Beach tennis Venezia Lido”: http://www.venicebeachtennis.it/societa.php “Beach volley Venezia Lido”: http://www.virtualtourist.com/travel/Europe/Italy/Veneto/Lido-149311/Sports_TravelLido-TG-C-1.html “Diga del Vajont” : http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/e2/LagoDiVajontQuer.JPG “Città di Longarone”: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/c/c3/Longarone_panoramica.jpg “Il lavoro prima 5b4cac5e166c.html di tutto”: http://www.rai.it/dl/tg3/articoli/ContentItem-e48d61e2-4bfb-4495-976d- 62 Allegato: “Locandina dello Spettacolo Teatrale e Musicale al Teatro ai Frari, del 18 maggio 2012” 63
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